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Raccolta Etimologica di Vocaboli Dialettali
di Salvatore Stranieri
http://www.salvatorestranieri.net/
A
Abaggiur ( francese abat-jour ) s. m., paralume, coprilume, la lampadina del comodino a lato del
letto.
Abbaddhara ( latino ad vallem ) v., avvallarsi, incurvarsi, piegarsi, cedere sotto un peso.
Abbisara ( latino ad-viso ) v., avvertire, minacciare; impegnare, per esempio, operai per l’indomani
o per altra data.
Abbiverara ( latino ad-bibere ) v., irrigare, inaffiare; condurre gli animali all’abbeveratoio.
Abbiveratizzu agg., terreno irriguo.
Abbonare v., rinunciare alla restituzione di un credito; annacquare gli orciuoli, i barili e le botti
perché si chiudano gli interstizi tra le doghe.
Abbonicunti !? avv., insomma.
Abbrazzara ( spagnolo abrazar ) v., abbracciare.
Abbuzzara ( latino bucca ) v., attaccarsi con la bocca ad una bottiglia o brocca e bere smodatamente.
Abbuscara v., procacciare, procurare; essere picchiato.
Abbuttara v., saziarsi a crepapelle, gonfiarsi, riferito sia a persone sia a cose, pieno come una botte.
Accattara ( francese acheter ) v., comprare, acquistare; partorire.
Accetta s. f., scure.
Accia ( latino apium; francese ache) s. f., sedano.
Accijatura s. m., rudimentale utensile di legno sul quale vengono sminuzzati generi alimentari come
carne, accia, verdura in genere.
Accianza ( francese chance ) s. f., occasione, opportunità, destro, affare. Fr.: Appi n’accianza e mmi
l’accattai, mi si è presentata l’occasione e me la sono comprata.
Accombara ( latino accumbo, sdraiarsi, prendere posto a tavola ; greco kombos, combos, nodo) v.,
nella fattispecie non riuscire a mandare giù il boccone. Fr.: M’accombau, non riesco a mandare giù
il boccone.
Acconzarsi v., acconciarsi, aggiustarsi.
Accucchiara v., accoppiare, accostare le coppie, riunire, raggranellare, avvicinare, avvicinarsi. Fr.:
Accucchiu li piadi!, accosto i piedi!, agli ordini vostri!; A sordu a sordu accucchiau nu milione!, a
soldo a soldo raggranellò, mise da parte un milione!
Acquazzina s. f., rugiada.
Addemurara ( latino demoror ; francese demeurer ; spagnolo demorar ) v., trattenersi, tardare,
indugiare, fare tardi; riferito anche a generi alimentari che hanno perso la freschezza.
Addhucira ( latino ad lucem...) v., illuminare, fare luce.
Addhumara ( francese allumer ) v., accendere il fuoco, far luce, illuminare.
Addhunarsi ( catalano Adonarse ) v., accorgersi, recarsi in un luogo per informarsi, avere notizie,
passare da qualcuno, fare un salto da…
Affruntara ( latino ire ad frontem ) v., incontrare, rimproverare, assalire.
Affruntata s. f., incontro; in particolare, a Girifalco, l’ incontro di Gesù Risorto con la Madonna,
manifestazione religiosa che si svolge mattina di Pasqua.
Agghiu ( latino alium ) s. m., aglio.
Aggrippare ( francese gripper ) v., aggrinzire, incresparsi; abbruciacchiare.
Aggrugnara/si ( latino grundio/grunnio ) v., l’attaccarsi dei maialini alle poppe della scrofa;
accostare i tizzoni per ravvivare il fuoco; addossarsi ad altri.
Aliare e alijara (latino halidiare e halare) v., sbadigliare.
Allampanatu agg., macilento, magro, trasparente come la luce di una lampada ( donde il termine ).
Allumara ( francese Allumer ) v., scorgere, avvistare.
Allustrare ( latino lustro ) v., lucidare, lustrare, voltolarsi nel fango. Fr.: I maiali si “allustrano” nel
fango, i maiali si avvoltolano nel fango .
Ammagara ( latino magus ) v., ammaliare, incantare, irretire.
Ammagistrara ( latino magister ) v., ammaestrare, insegnare, dirigere, intromettersi in ogni faccenda
con la presunzione di saper fare tutto.
Ammasunara ( francese à la maison ) v., far rientrare le galline nel pollaio.
Ammogghiara ( francese mouiller ) v., inumidire, bagnare; accelerare con regalie l’iter di una
pratica …
Ammucciara ( greco mucos mu’hòs; francese mucher/musser ) v., nascondere.
Ammucciateddha s. f., gioco a nascondino, a rimpiattino.
Ammucciuni avv., di nascosto.
Ammunzzeddhara ( francese amonceler ) v., ammucchiare, ammassare, accatastare.
Amprara ( latino ampliare ) v., stendere il bucato al sole.
Ampressa-ampressa ( francese s’empresser ) modo di dire, invito ad affrettarsi, suvvia!
Anastasio ( greco anastasis anastasis ) n. pr., resurrezione; risorto. Cognome diffuso in Calabria.
Anchianara v., andare al piano di sopra, salire. Usato pure in modo equivoco riferendolo all’atto
sessuale.
Annacarsi ( greco nakh, nake ) v., dondolarsi.
Annigrumara ( latino niger/nigrescere ) v., diventare nero, il cielo si copre di nuvoloni neri, sta per
piovere.
Aparìra ( latino aperio ) v., aprire.
Appalorara v., prenotare, impegnare.
Appicciara v., accendere il fuoco, aizzare. Fr.: Appicciai u ‘huacu, ho acceso il fuoco. Appicciau na
lita, promosse/accese un litigio.
Appiccicara v., accendere, incendiare, mettere/dare fuoco; affibbiare, appioppare, attaccare;
suscitare una lite, un diverbio.
Appoiara ( francese appuyer ) v., appoggiare; termine usato in modo…equivoco.
Apprettare v., stuzzicare, provocare.
Appricara/rsi v., applicare/arsi, affibbiare; darsi pensiero, interessarsi, amareggiarsi.
Arciuamu s. m., Ecce Homo!
Argasìa ( greco ergasia , ergasia ) s. f., terreno lavorato.
Aria ( latino area ) s. f., aia, piazzale.
Arrabbattarsi v., arranciarsi, darsi da fare.
Arrancara ( rimanda ai saltelli della rana ) v., saltare; affacciarsi, fare un salto da…
Arrasara ( arabo arrada ) v., allontanare/si, scostare/si.
Arrasu avv., lontano, alla larga. F.: Arrasu sia! Alla larga! Teniti arrasu de chista gente, tieniti
lontano da queste persone!
Arrestara ( latino restis ) v., fare trecce di cipolle.
Arribbeddhare/rsi ( latino re+bello ) v., mettere, portare il disordine, protestare, impensierirsi,
preoccuparsi, allammarsi.
Arriedi ( francese arrière ) avv., dietro, indietro.
Arriggettara/rsi ( latino recepto ) v., mettere in ordine la casa, accudire la famiglia, prepararsi,
mettersi l’animo in pace.
Arrittare ( latino arrectum pp di arrigo ) v., ergersi; l’alzarsi, il drizzarsi del pene.
Arrumbulara ( greco rombos , ròmbos trottola ) v., arrotolare, ravvolgere più volte.
Artietica ( greco arqriticos, artriticòs ) s. f., irrequietezza.
Assettarsi ( latino assedito/assideo/assido ) v., sedersi.
Assijara v., aizzare. Fr.: L’assijau lu cana, gli aizzò il cane.
Astrucu ( greco ostrakon ostracon ) s. m., pavimento di calce o di mattoni di argilla.
Astutara ( latino aestuo/uro ) v., spegnere. Nell’accezione originaria bruciare, ardere, ribollire. La
vocale iniziale della voce dialettale è da intendersi quale “ alfa privativo” e quindi il significato di
spegnere.
Attaccia ( francese attache e tache ) s. f., chiodo da scarpa con la testa larga.
Attroppicara ( spagnolo tropezar ) v., inciampare.
Atturrara ( latino torreo ) v., abbrustolire, tostare il caffè.
B
Baddhalora s. f., padella dal fondo bucherellato usata per fare le ballotte.
Bagagghiu s. m., asino; stupido, deficiente, idiota.
Basile ( greco basileios basileios ) n. pr., regale, reale. Cognome diffuso in Calabria.
Bàtteri ( greco bakthrion bacterion ) s. m., bastoncelli, verghette, fiammiferi.
Bbaddhari s. m., castagne arrostite oppure pop korn.
Bballatura ( latino bellatorium ) s. f., ballatoio, pianerottolo.
Bbeddhissima/bbeddhissimieddhu avv., meno male, abbastanza.
Birloccu ( francese berloque e breloque ) s. m., ciondolo, catenina d’oro, oggetti preziosi.
Bisiculu ( latino bi-secula, secare ) s. m., arnese del calzolaio, lisciapiante, bisecolo.
Biviari ( francese vivier – vivaio di pesci ) s. m., abbeveratoio.
Bocala ( latino bucca ), caraffa di vetro
Bottigghia ( francese bouteille ) s. f., bottiglia.
Bottijara ( voce onomatopeica ) v., bussare.
Brocca ( francese broche e brochette ) s. f., spiedo, fermaglio, spillone, forchetta.
Bruvera ( francese bruyére ) s. f., erica.
Buatta ( francese boite ) s. f., scatola, scatola di latta.
Buffa ( latino bufo) s. f., rospo.
Buffetta/buffettino ( francese buffet ) s. m/f., tavola, tavolinetto, desco.
Buffettuna ( spagnolo bofetòn ) s. m., cazzotto, schiaffo, percossa.
Bùggia ( francese bouge ) s. f., tasca interna della giacca.
Bussula s. f., porta interna.
C
Cacamaruggiu s. m., reattino, scricciolo, persona di poco conto.
Cacentaru/casentaru ( greco ghs enteron, ghes enteron ) s. m., lombrico.
Caddhipu ( greco kalluntron calluntron, kallopizv callopizo ) s. m., il palo alla cui estremità veniva
attaccato uno straccio bagnato per ripulire il forno, tirare la bracia, prima che venisse infornato il
pane.
Caggia ( latino cavea; francese cage ) s. f., gabbia.
Ca’hisu ( arabo cafiz ) s. m., cafiso, antica misura di capacità per l’olio equivalente a 18 litri.
Ca’huna ( greco efagon - efagon, aor. di esqiv – estio ) s. m., profonda fossa dove va a finire ogni
cosa inservibile; divoratore insaziabile.
Caja ( latino plaga ) s. f., piaga, ferita, dolore, dispiacere.
Calandriaddhi ( latino calandra? ) s. m., piccole allodole; sandali a strisce di pelle che portavano i
nostri contadini. Per analogia ricordiamo le ciocie dei contadini della provincia di Frosinone, la
Ciociaria.
Caliò ( greco kalos kalòs ) n. pr., bello. Cognome diffuso in Calabria.
Caloma ( cfr italiano calumare, calare a mare adagio funi, gomene; greco kalummia calummia;
spagnolo calomar ) s. f., fune dei pescatori; fame eccessiva, avidità, desiderio di qualcosa. Fr.:
Mentra l’atri mangiavanu iddhu stacìa a la caloma, mentre gli altri mangiavano egli aspettava che
gliene dessero.
Calostra ( latino colostra ) s. f., il latte subito dopo il parto.
Cambriccu ( inglese cambric ) s. m., Cambrì, tela finissima di cotone bianco detta pure pelle
d’uovo. Cambric forma inglese della città francese di Cambray dove si fabbricava il tessuto.
Cammarara ( greco kammaronv , cammarono) v., mangiare carne nei giorni di digiuno prescritti
dalla Chiesa. Fr.. Oia non mi cammaru, oggi osservo il digiuno, mi astengo dal mangiare carne.
Cammisa ( francese chemise ) s. f., camicia.
Canduscia/iu s. f/m, veste o abito mal cuciti e troppo larghi. Persona sgraziata e di poco conto.
Canigghi ( latino canicae ) s. m., crusca. Alimento che si dava ai cani.
Canigghiola ( latino canicae ) s. f., la forfora che per la sua squamosità somiglia alla crusca.
Cannamieli ( greco kanna + meli, canna+meli; latino canna mellis ) s. m., canna da zucchero.
Vecchio toponimo del IX Vico di Corso Garibaldi di Girifalco.
Cannataru ( greco kaneon kaneon/kanat a / kanata ) s. m., canestro di canne intrecciate, vaso di
metallo o di terra; nella fattispecie piccolo vaso di terracotta nel quale veniva conservato il lievito.
Cannarutu ( latino cannae, le canne della gola ), goloso.
Cannavù ( greco kanna kanna ) n. pr., ctr di Girifalco ai confini con il comune di Borgia.
Cannistra ( latino canistrum; greco kanastron kanastron ) s. f., canestro.
Cannizzi s. m., canniccio o stuoia fatti con canne spaccate e intrecciate.
Cantàru ( greco kantaros kàntaros; latino cantharus; arabo qintar ) s. m., antica misura di peso
equivalente a 90 kg.
Càntaru ( greco kantaros, kàntaros; latino cantharus ) s. m., vaso con larghe anse, vaso da notte,
pitale, pop. orinale.
Capadirtu ( latino caput per erectum ) locuz., tirare innanzi per diritto.
Capizza ( latino capistrum/capitia ) s. f., cavezza, guinzaglio, capestro; apertura superiore della
tunica per cui passa la testa.
Cappucciu ( latino caput ) s. m., cappuccio, copricapo, varietà di cavolo.
Carapucciulu ( latino caput ) s. m., cappuccetto, piccolo copricapo dei bambini, cuffia.
Carcara v., calcare, premere, pressare.
Carcara ( latino calcaria ) s. f., cava di calce, fornace dove si cuoce la pietra calcare.
Carcarazza ( greco karakaxia karakaxia ) s. f., gazza.
Cardiddhu ( latino cardinulum/cardillus/cardo ) s. m., piccolo cardine, perno, lucchetto.
Carìa ( greco karua karùa, albero di noce ) n. pr., ctr. di Girifalco.
Carminu ( latino carmen ) s. m., il presunto incantesimo dei serpenti del sampavularu.
Carpinieddhu ( latino carpinus, albero ) n. pr., contrada nel comune di Girifalco.
Carpitieddhu ( francese carpette ) s. m., pannolano rustico che scendeva dalla testa ai fianchi e
veniva indossato dalle donne in costume.
Carratiaddhu s. m., piccola botte per vini pregiati e liquori. Botte che veniva trasportata con i carri,
donde il nome.
Carrera ( spagnolo carrera ) s. f., carriera, corsa, strada petrosa, acciottolata.
Carusara ( latino ca(put)+rasura; greco karhnon, carenon ) v., rapare, tosare.
Carusieddhu (napoletano carusiello) s. m., palla di creta, salvadanaio. Il carosello in origine era un
gioco in cui i cavalieri vestiti alla moresca lanciavano agli avversari palle di creta piene di cenere.
Cascetta ( francese caissette ) s. f., cassetta.
Cascettuna s. m., chi non riesce a tenere un segreto, delatore, spia.
Casciuna ( francese caisson ) s. m., cassone, grande cassa.
Casu ( latino casèus ) s. m., cacio, formaggio.
Catanannu ( greco kata + anno, katà + anno) agg., oltre gli anni, molto anziano, vecchio.
Catarrattu ( greco katarractos catarractos, katarrev catarreo ) s. m., imposta ribaltabile che mette in
comunicazione due piani, botola.
Catarru ( latino catarrhus; greco catarrev catarreo.) s. m., catarro, raffreddore, gronda il naso.
Catricalà ( katorux katorux ) n. pr., sotterrato, nascosto ; costruttore di trappole. Cognome diffuso in
Calabria.
Cattivo/a ( latino captivus ) agg., prigioniero. Nell’accezione dialettale vedovo cioè preso/a dal
dolore per la morte del coniuge.
Catu ( latino cadus; greco kados -cados ) s. m., orcio, giara, urna; secchio.
Catuaiu ( greco katoikia catoichia ) s. m., sotto l’abitazione, sotterraneo, stalla.
Catusu ( arabo qadus ) s. m., tombino per la raccolta delle acque piovane, fosso di scolo.
Cazi s. m., calzoni, pantaloni.
Ccippieddhu ( latino cippus ) s. m., grosso ceppo di legno adibito a sedile.
Ceddharu ( latino cellarium ) s. m., dispensa, cantina.
Ce’haleddha ( greco kefalh kefalè ) n. pr., testa, capo. Ctr. di Girifalco
Cefaly ( greco kefalh kefalè ) n. pr., capo, testa. Cognome diffuso in Calabria.
Cerasaru ( francese cerisier ) s. m., la pianta di ciliegio.
Cerasu ( latino cerasum/cerasus; greco kerasion kerasion; francese cerise ) s. m., ciliegio, ciliegia.
Cerasi maiatichi s. m., ciliegie che maturano a maggio ( Maius ).
Ceravolo ( greco keraulhs keraules ) n. pr., suonatore di corno, incantatore di serpenti. Cognome
diffuso in Calabria.
Cernìra ( latino cernere ) v., vagliare, separare, setacciare.
Cervieddhu ( francese chevrette) s. f., capretto.
Chiantara v., piantare, mettere a dimora una pianta.
Chiancatu ( latino vl. palanca/planca ) s. m., soffitta, palco fatto di tavole.
Chiatara v., mormorare, sparlare, criticare.
Chiatu (latino placitum; francese plait) s. m., critica, maldicenza, mormorazione, sussurro. F.:
Chiatu e richiatu uattu juarni dura, la critica, il mormorio dura non più di otto giorni.
Chicàra ( greco kicanv kai kichmi, chichano e chichemi; latino applicare ) v., approdare, arrivare,
raggiungere.
Chippu ( greci epiploos epiploos e hpar hepar) s. m., pancia.
Ciaramidu ( greco keramis keramìs ) s. m., embrice, tegola.
Cicculatera s. f., vecchio utensìle di cucina che serviva per preparare il caffè.
Ciculijara ( francese chatouller ) v., solleticare.
Ciebba ( arabo gabiyah ) s. f., cisterna, serbatoio d’acqua, vasca per l’irrigazione.
Cinanaru ( latino cellularius ) s. m., nell’accezione dialettale colui che lavora la terra altrui.
Cirmieddhu ( greco kirba kirba ) s. m., piccolo sacco.
Cirriti s. m., funghi.
Cista ( latino cista ) s. f., cesta.
Cisteddha ( latino cestella ) s. f., cestella.
Ciucciu ( da ciocciare, poppare ) s. m., asino, animale che cioccia, poppa; persona stupida.
Coddàra ( latino caldarium/caldaria ) s. f., caldaia.
Coddhàru ( latino collare ) s. m., collare.
Cogghira ( francese cueillir ) v., cogliere, raccogliere; colpire, fare bersaglio. F.: Mi cogghìu ntra
l’uacchiu, mi ha colpito nell’occhio.
Cognitu ( latino cognosco ) voce verb/agg., conosciuto, noto. F.: No llaju cognitu, non lo conosco.
Colaierni ( greco Ieros + kalos, ieros + kalos ) n. pr., forti, magnifici e sacri sacerdoti. Ctr. di
Girifalco.
Colèo ( greco kkalev, kalèo ) v., gridare, vociare.
Colèrcia s. f., tasca interna della giacca.
Colìra ( latino colère ) v., giovare, curare.
Combustibila ( latino comburo ) s. m., il necessario per vivere, cibaria, vettovaglie, provvista di
generi commestibili.
Conaci ( greco eikvn eikon ) n. pr., icona, immagine sacra. Cognome presente in Calabria.
Coraddhi s. f., varicella, malattia esantematica caratterizzata dalla comparsa di papule vescicolari
donde la voce dialettale.
Coratulu ( latino curator ) s. m., curatore, il capo degli operai di un frantoio e che ha la cura
dell’opificio.
Corazzuna ( spagnolo corazon ) s. m., persona molto buona e generosa, dal cuore grande.
Cotraru/a ( latino quadratus/quadrarius, nel senso di robusto ) s. f., uomo giovane e forte, giovane,
ragazzo..
Cotto (inglese coat) s. m., cotto, cappotto.
Cotulijara v., abbacchiare.
Cozzala ( da cuazzu, nuca ) s. m., villano, uomo rozzo, testardo.
Cramugghiera ( greco cremannumi – cremannumi ) s. f., catena che sosteneva la caldaia sul fuoco.
Crisara ( greco krhsera, cresera ) s. f., vaglio fine, utensile d’uso domestico per separare la crusca
dalla farina.
Criscè ( francese crochet ) s. m., uncinetto.
Crista ( latino crista ) s. f., cresta.
Cristofaro ( latino Christifer ) s. m., che porta il Cristo. Cognome presente in Calabria.
Crivu ( latino cribum ) s. m., crivello, setaccio sia di vimini sia di metallo.
Crocchetto ( francese crochet ) s. m., gancio ( per affibbiare i vestiti ) .
Cruaccu (francese croc; germanico krokr ) s. m., gancio, uncino, in modo specifico pertica adunca
per tirare a sé i rami degli alberi.
Crucijara ( latino crucio ) v., tormentare, angustiare. Nell’accezione dialettale ha acquisito anche l’
idea di movimento con riferimento alla “ Via Crucis “ e quindi farsi vedere, apparire, spuntare… da
lontano. F.: Ancora non si vida nuddhu cruciàra, ancora non si vede nessuno arrivare/apparire.
Crustuli ( latino crustulum ) s. m., dolci fatti in casa.
Cuacciu ( greco kokkos coccos; latino coccum ) s. m., chicco, granello, seme; foruncolo, pustola
maligna, carbonchio.
Cuaddhu s. m., collo.
Cuazzu s. m., nuca.
Cucchia s. f., coppia.
Cuccuma ( latino cuccuma, cuccumella ) s. f., brocca, tazza arrotondata.
Cucùddhu ( latino cucullio ) s. m., cappuccio, bozzolo.
Cucuzza (latino cucutia) s. f., zucca.
Cudiespina ( greco oikodespoina oicodespoina ) s. f., padrona della casa, donna che ha cura della
casa, buona amministratrice della casa, laboriosa.
Cugnata ( francese cognèe) s. f., scure. F:: Ad arvuru cadutu ognunu curra cu la sua cugnata…ad
albero caduto ognuno corre con la sua scure.
Cumbijara ( latino…ire ) v., intimare, mandare, inviare qualcuno verso/a: Frs:: Lu cumbijau a la
scola, lo fece andare a scuola.
Cumparira ( latino comparere ) v., apparire, fare bella/buona figura.
Cundima ( latino condimentum ) s. f., condimento, condire, olio, qualsiasi genere di condimento.
Cunfrunta ( latino cum fronte) s. f., incontro. Vedi pure affruntata .
Cunzulu ( latino consolor ) s. m., consolazione, conforto; pranzo che i vicini di casa a sera portano
ai familiari di un defunto.
Cuofina ( greco kofinos cofinos; latino cophinus ) s. f., corba, corbello; contenitore di fibra vegetale
usato nei vecchi frantoi nell’operazione di spremitura delle olive.
Cuoppu s. m., antica misura corrispondente alla 32.ma parte di un tomolo.
Cupara ( francese couper ) v., cavare, scavare; eliminare, ammazzare.
Cupeta ( arabo qubbaita ) s. f., dolciume preparato con miele e noccioline.
Curciu/i ( latino curtus ) agg., accorciato, monco; frutto del castagno selvatico, quindi, non
innestato.
Curnazza ( latino corona ) s. f., strofinaccio che, raccolto a mo’ di corona, veniva sistemato sulla
testa per attutire il peso delle cose che venivano trasportate.
Curramara ( latino ramus ) v., abbacchiare le ulive, le noci.
Currija ( latino corrigia; francese courroie ) s. f., correggia, cinta.
Curtagghia ( greco cortos cortos, cortazv cortazo; latino cohortalis) s. f., letame; della corte, che
appartiene alla corte e da qui l’etimo di Cortale (R. Barilà).
Curupu ( greco kouroupion kouroupion; kvrukos korucos ) s. m., piccolo vaso di creta ; appellativo
dispregiativo.
Custura ( francese couture; spagnolo costura ) s. f., cucitura, cucito. F.: De custura mi siervu de…,
per farmi cucire i vestiti vado da…
Custuriari ( francese couturier ) s. m., sarto.
Cutuleo ( greco kotillo kotillo ) s. m., chiacchierìo, parlottìo.
Cuturni ( greco kotornos cotornos ) s. m., cotorno, gambaletti di lana grezza che portavano i
contadini. Ricordiamo i cuturnati Achei.
Cuverira ( latino cooperire; francese couvrir ) v., coprire, nascondere; se riferito agli animali:
accoppiarsi, ingravidare.
Cuzzica ( latino cuticula, cutis ) s. f., crosta della pelle.
Cuzzupa ( greco volgare koutsoupon koutsoupon ) s. f., dolce pasquale ornato di uova sode.
D
Ddramma ( greco dracmh dracmè; latino dracma ) s. f., moneta greca; una piccola quantità di…Fr.:
Dammi na ddramma d’acqua, dammi una goccia d’acqua.
Dècatu ( latino decem ) s. m., gruppo di dieci fili del telaio; nell’accezione dialettale il bandolo della
matassa.
Decucchia avv., di corsa, di fretta, subito.
Deiunu ( latino ieiunum; francese à jeun/ jeune ) agg., digiuno.
Depeda ( latino pes pedis ) avv., daccapo, nuovamemte, dall’inizio.
Deprattu avv., all’improvviso, imbattersi/scontrarsi con qualcosa o qualcuno non scorti in tempo.
Deprescia ( francese depecher ) avv., in fretta.
Derriedi ( francese derrière ) avv., dietro, a tergo, alle spalle.
Dibbusciatu ( francese debauché ) s. m., dissoluto, scioperato, libertino, vizioso.
Doravanti/Doranavanti ( francese dorenavant ) avv., da ora in avanti.
Drincara/drink ( inglese to drink ) v., bere, fare un brindisi, bere alla salute di..
Dubriettu ( francese doubler ) s. m., la tipica ampia gonna delle donne in costume che dopo averla
piegata e ripiegata la mandavano indietro a mò di coda.
Duvavieddhi/Duvavua ( latino ad ubi velles ) lcz. avv. , in nessun luogo/dovunque tu voglia.
E
Eiati! ( dal latino eatis, 2^ pers. pl. del cong. prs. del verbo eo ? Livio, Virgilio ed altri poeti usano
questa voce verbale nel significato di invitare qualcuno, o stimolarlo ad affrettarsi ) v., sbrigati!,
alzati!, fai presto!, affrettati!
F
Faga ( greco efagon efagon aor. di esqiv estio ) n. pr., cognome diffuso in Calabria.
Fasceddha ( latino fiscella ) s. f., contenitore cilindrico intessuto di giunchi usato dai pastori per
alcuni prodotti caseari freschi, formaggio e ricotta.
Fermatura ( francese fermeture ) s. f., serratura, chiusura.
Forfè ( francese forfait ) , cottimo, qualcosa di imprecisato. Tipico contratto che una volta veniva
stipulato tra utente e la società erogatrice di energia per l’illuminazione. Nella parlata corrente ha
acquisito il significato di percossa, di cazzotto. Fr. Ti dau nu forfait ! Ti dò… un cazzotto !
Forgiaro ( francese forgeron ) s. m., fabbro.
Fraia ( latino fragor? ) s. f., imprecazione, bestemmia.
Framonia s. f., sussulto.
Franciscu ( latino Franciscu<s>) s. m., Francesco.
Fratamma ( latino frater + il possessivo ma ) s. m., mio fratello.
Friscatularu s. m., persona frettolosa
Friscatuli ( latino frixura ) n.dif., polenta cioè impasto di farina di mais,acqua sale e condimenti,
amalgamato in padella (fressura).
Friscanzana ( latino frigor ) s. f., vento forte e freddo.
Fressura ( latino frixura, frixorium ) s. f., padella usata per le fritture.
Frunda ( latino frons, frondis ) s. f., le foglie del gelso che vengono date in pasto al filugello.
Frusta s. f., il mettersi in evidenza in modo indecente, farsi notare per incompostezza.
Frustara ( latino frustro ) v., sparlare, criticare, dire maldicenze nei confronti degli altri.
G
Galipu ( arabo qalib ) s. m., garbo, maestria, destrezza.
Ganga ( germanico wango ) s. f., guancia.
Gangularu s. m., mascella inferiore, mento.
Gargia ( latino gurges ) s. f., bocca grande, in senso dispregiativo.
Garzu ( francese garz ) s. m., amante, mantenuto.
Garzuna ( francese garçon ) s. m., giovane di bottega, servo, a servizio di qualcuno.
Gghella ( inglese girl ) s. f., ragazza, signorina, fidanzata.
Gghenga ( inglese gang ) s. f., banda di malviventi, combriccola.
Gghiommari ( latino glomus, glomeris ) s. m., gomitoli. Fr.: Mu ‘hili no ffili, mu tiassi no ttiassi sti
gghiommari de duva ti venanu?, non fili, non tessi ( non lavori ) come fai ad avere questi gomitoli
( a vivere )?
Gileppu ( arabo gulab ) s. m., giulebbe, soluzione acquosa densamente zuccherata che serve per
annaspare alcuni tipi di dolci.
Giobba ( inglese job ) s. f., lavoro, impiego, impresa.
Giugniettu ( francese iuliet ) s. m., il mese di Luglio.
Gnirru ( rimanda al grugnito del suino e, quindi, onomatopeica ) s. m., maialino, porcellino.
Gorgia ( francese gorge ) s. f., gola, gozzo; vano del mulino ad acqua dove è sistemata la grande
ruota.
Gramuna ( greco dermonion dermonion ) s. m., vaglio con la graticola larga formata sia con fili
metallici sia con fili fibra vegetale. Un tempo la graticola veniva fatta con fili di pelle donde l’etimo
greco.
Granatu ( latino malum granatum ) s. m., melagrana.
Graniscu ( greco Ouranos Ouranòs ) s. m., volta celeste, il cielo della bocca, palato.
Grattà ( greco grafo grafo ) n. pr., scrivano. Cognome diffuso in Calabria.
Gregna ( latino gremium ) s. f., fascio di spighe.
Guaddhara ( arabo adara ) s. f., ernia.
Grasta ( greco gastra gastra ) s. f., vaso panciuto, secchia.
Grippa ( francese grippé ) s. f., increspatura, crespa, grinza, ruga.
Grupu ( greco truph trupe ) s. m., buco, foro.
Gugghia ( francese aiguille ) s. f., ago. F.: Vò mmu trova a gugghia ntro pagghiaru, vuole trovare
l’ago nel pagliaio!
Gurna ( greco gourna gurna ) s. f., pozzanghera, deposito d’acqua, vasca d’acqua adibita
all’irrigazione.
Gurnala s. m., l’incavo o la fossa piena d’acqua all’estremità di un canale d’irrigazione.
Guttaru ( latino gutta; francese ègoutture ) s. m., gocciolìo, stillicidio. In particolare il gocciolìo
intermittente che scende da una fessura apertasi nel tetto. Fr.: Gutta cavat lapidem,la goccia scava la
pietra!
‘H
‘Hagu ( latino fagus ) s. m., faggio.
‘Hamampuli ( greco klhmampelon, clemampelon; klhmatis, clematis ) s. m., raspo d’uva.
‘Hamazza ( greco khamai khamai; latino favacea residui di fave ) s. f., rifiuti, residuati/avanzi di
vegetali.
‘Hàmicia ( latino famex ) s. m., la parte più stretta della scarpa.
‘Harafhuli s. m., favole.
‘Hialona ( greco chlone ‘helone ) s. f., tartaruga.
‘Hiannacca ( arabo hannaka ) s. f., la tipica collana di coralli che un tempo portavano le donne.
‘Hìcatu ( latino ficatum ) s. m., fegato; in particolare fegato d’oca ingrassato con fichi.
‘Higghiumma s. m., figlio mio.
‘Hilici ( latino filix, filicis ) s. m., felce.
’Hinò ( greco fanos fanòs e faino faino ) s. m., lucernario rudimentale praticato nel tetto spostando
una tegola.
‘Hiocca ( greco kokla cocla ) s. f., chioccia.
‘Hocigghiu ( latino falcicula ) s. m., falce.
‘Hoddhala/’Hoddhalicchia ( antico provenzale faudal ) s. m., grembiule.
‘Holèa ( greco foleos foleos ) s. f., tana, giaciglio, nido.
‘Hora ( latino foras fuori ) avv., fuori, nella fattispecie in campagna. F.: Jimma ‘hora, siamo andati
in campagna.
‘Horchia ( latino furcula ) s. f., tana della volpe.
‘Horgia ( francese forge ) s. f., fucina.
‘Horgiaru ( francese forgeron ) s. m., fabbro ferraio.
‘Hundìra ( latino fundere ) v., versare, spargere, spandere, lasciare andare; in particolare di un
contenitore che perde, non trattiene i liquidi.
‘Hundacu ( arabo funduq ) s. m., fondaco, deposito di merci destinate al commercio.
‘Hundu ( latino fundus ) s. m., fondo rustico, podere, tenuta.
‘Hurca ( latino furca ) s. f., forca.
I
Iacina ( latino iaceo ) s. m., giaciglio, letto degli animali, un letto disadorno.
Iamuninda ! voce verbale, andiamocene!
Ianea ( greco genea gheneà ) s. f., progenie, famiglia, stirpe. La “ Pietra de la Ianea “ in ctr Bosco
Farnoso di Sotto in agro di Girifalco sulla quale vi è l’iscrizione greca gnai ghenai.
Inchira ( latino implere ) v., empire, riempire, colmare; aizzare, incitare contro qualcuno.
Intrallandi ( inter+ il tedesco land? ) s. m., i punti che danno i sarti nella fase di cucitura di una
giacca.
Ioculano/a ( latino iocularis, iocosus ) agg., giocoso, scherzevole.
Iuncu ( latino iuncus ) s. m., giunco.
Iungira ( latino iungo ) v., unire, congiungere, attaccare.
Iuppuna ( francese jupon ) s. f., corpetto.
Iuvu ( latino iugum ) s. m., giogo.
J
Jenca ( latino iuvenca ) s. f., giovenca.
Jervasili ( greco ieros+basileus, ieròs+basileus ) n. pr., fiume nel comune di Girifalco.
Jettara ( francese jeter ) v., gettare, buttare; riprodursi ( riferito alle piante ), rigenerarsi.
Jijitu ( latino digitus ) s. m., dito.
Jira ( latino ire ) v., andare.
Juacu ( latino iocus ) s. m., scherzo, burla, celia, gioco.
Juavi ( latino Iovis ) s. m., giovedì, giorno della settimana.
Jumenta ( latino iumentum ) s. f., giumenta.
Jungiuta ( latino iungo ) v. pp., unita, contigua, riattaccata, adiacente; chi convive more uxorio,
senza alcun legame sia di cattere civile sia di carattere religioso.
Junta ( latino iunctus ) s. f.,quantità contenuta nel concavo delle mani congiunte.
Jussu ( latino ius ) s. m., diritto, giustizia; consuetudine, complesso di usi e costumi.
Jusu ( latino iusum ) avv., in giù, in basso, a terra, sotto.
L
Laccu ( greco lakkos laccos; latino lacus ) n. pr., ctr. di Girifalco, morfologicamente in depressione
e ricca di acqua.
Lanceddha ( latino lanx, lancella, lancicula ) s. f., anfora, brocca di terracotta.
Lapparu ( greco laparos laparos ) s. m., carne floscia.
Lattuca ( latino lattuca ) s. f., lattuga.
Levara ( latino levo, levare ) v., levare, cacciare, togliere, alzare. Nell’accezione dialettale ha
acquisito i significati di portare, di condurre e di condurre all’altare cioè sposare. F.: Tizio levau a
Caia, Tizio sposò Gaia.
Levatricia ( latino levo, levare ) s. f., che leva, toglie, solleva…nella fattispecie ostetrica.
Lignaru ( latino lignarius, a, um ) s. m., deposito di legna, legnaia.
Limba ( greco limnh limne e limpa limpa ) s. f., grande vaso slabbrato, scodella.
Lindina ( latino lens lendis ) s. f., lendine, ovo di pidocchio.
Lippusu ( greco lipos lipos ) agg., limoso, mucoso; lippi, materia verde in sospensione sulle acque
stagnanti.
Lissìa ( latino lix/lixa/lixius/lixiva; greco luo -luo ) s. f., acqua bollente e cenere che veniva versata
sul bucato; ranno.
Litra ( greco litra litra ) s. f., misura locale per liquidi, in particolare per l’olio, corrispondente a
cinque quarti di litro.
Litu ( greco litos lithos ) s. m., la caratteristica renella trasportata dall’acqua, fango, melma.
Locommondo ( latino locus+immondus ) s. m., latrina, cesso, gabinetto.
Lorca ( latino lurco, onis ) s. f., ingorda, avida, insaziabile.
Lumera ( francese lumiére ) s. f., lume, lucerna, rudimentale ed antica lampada ad olio.
Luntruna s. m., vagabondo, uomo ozioso; uomo sporco, sudicione, schifoso.
Lupareddha ( greco luph kai luphma , lupe e lupema ) s. f., afflizione, dolore.
Lupieddhu ( greco luph lupe ) s. m., pustola maligna, carbonchio del bestiame.
M
Maccarrunaru s. m., utensìle di cucina adoperato per fare la pasta in casa,mattarello.
Maccatura ( francese mouchoir ) s. m., fazzoletto.
Maiu ( latino Maius ) s. m., il mese di maggio.
Magularu ( latino magulus; greco magoulon màgoulon ) s. m., insaccato costituito dalla pelle del
collo del maiale.
Maiatico ( latino Maius ) agg., di maggio.
Malogna ( latino meles e melis; melo melonis ) s. f., martora, tasso.
Malu ( latino malus ) agg., cattivo.
Maluna ( latino melo, onis ) s. m., popone, mellone, mellone d’acqua, cocomero; testa rasata, calva.
Majiddha ( latino magis ) s. f., madia.
Majisa ( latino maius ) s. f., terreno lavorato e pronto per le coltivazioni.
Mammina s. f., ostetrica.
Manchia s. f., parte non soleggiata.
Mancu agg. e avv., lato sinistro, non soleggiato; nemmeno.
Mandalieddhu ( latino mando ) s. m., chiavistello.
Mangiasuna ( francese ant. mangeoison ) s. m., prurito, voglia.
Mangraviti ( greco biz. Manklabites manclabites – ufficiale bizantino; dal tedesco markgraf ) n. p.,
ctr ai piedi di Monte Covello.
Manijara ( latino manus ) v., maneggiare, frugare, toccare e ritoccare, rovistare, cercare con
insistenza. Fr.: No mmanijara cchiu! Non rovistare, non frugare ancora! No mmi manijara! No mmi
toccara!
Manipula ( latino manus ) s. f., attrezzo manuale del muratore, cazzuola.
Manzu ( latino mansuetus ) s. m./agg., bove vecchio ed ingrassato; mansueto, docile, calmo. Fr.:
Cornutu manzu! epiteto offensivo.
Mappina ( latino mappa ) s. f., salvietta, tovagliolo.
Margiu ( arabo marg ) s. m., terreno incolto.
Marò ( greco mhros meròs ) s. m., adenite, infiammazione delle ghiandole linfatiche nell’ascella e
all’inguine.
Marpiuna s. m., furbacchione, persona astuta, scaltra.
Marràma s. m., strame per la lettiera del bestiame, immondizie.
Maruggiu ( latino marra ) s. m., manico della zappa.
Masceddha ( latino maxilla; greco mascilh, maschile ) s. f., ascella.
Mastazzola s. f., mostacciolo, dolce di farina impastata con miele o mosto donde il nome.
Mastraccu/mistraccu s. m., pezzetto di legno con il quale si stringe la legatura di un fascio di…
legna.
Matassaru ( latino metaxa ) s. m., utensìle con il quale vengono raccolti i filati.
Màzzara ( arabo mi’sarah ) s. f., la pietra che fa pressione sugli ortaggi conservati in salamoia;
pendolo dell’orologio.
Mazzicana/u s. m. e f., grosso ciottolo.
Mazzuna/i ( latino mansuetus ) s. m., bove vecchio ed ingrassato. Fr.: Jisti a la ‘hera pemmu ti vindi
li mazzuni?, sei andato alla fiera per venderti i buoi?, detto in modo ironico al nullatenente che si è
recato alla fiera.
Mbijara ( latino in viam …ire ) v., andare verso, avviare/arsi, guidare/avviare gli animali, ordire la
tela sul telaio.
Mbischiare/si v., mischiare, mescolare (le carte da giuoco); ingerirsi, intromettersi. Rifl. convivere,
convivere more uxorio. Fr.: Tizio si mbischiau cu Tizia, Tizio convive con Gaia.
Mbordicara ( francese deborder ) v., uscire dai bordi, oltrepassare i limiti, mangiare smodatamente,
oltre misura.
Mbra’hatu ( greco bragcos bran’cos oppure brekhos brekhòs ) agg., rauco.
Mbruasi ( latino Ambrosius ) s. m., Ambrogio.
Mbrus’hiara ( latino amburo ) v., abbruciacchiare.
Mbuddhagghiu s. m., tappo.
Mbuddhare ( latino im+bulla <are> ) v., bollare, apporre il sigillo; ostruire, otturare, tappare.
Mbulicara ( latino involvere ) v., avvolgere, avvoltolare, voltolare, avviluppare.
Meduddha ( latino medulla ) s. f., midollo, cervello.
Mentugara ( latino habere in mente ) v., nominare.
Merira ( latino mereo ) v., meritarsi, addirsi, confarsi, essere adatto. F.: Stu vestitu ti mera, questo
vestito ti si addice, ti sta bene.
Micu ( dal latino DoMIniCUs ) n. pr., diminutivo del dialettale Dominicu, Domenico
Minara ( latino minor ) v.,minacciare, menare, picchiare; dirigersi, dirigere.
Mingra s. f., capriccio, lamento, irrequietezza dei bambini.
Mìruaddhu ( latino merula ) s. m., merlo.
Misaluari/Misatari s. m.e f., mesaioli, nella fattispecie raccoglitori/trici di ulive.
Misconì ( greco misogunhs misogunes ) n. pr., da misogino, che odia le donne. Ctr di Girifalco.
Missermma ( francese monsieur+ma ) s. m., mio suocero.
Morzieddhu ( francese morceau ) s. m., colazione, panino farcito con interiora di vitello.
Mpacciara/si ( latino impaculare ) v., fare tardi, ritardare; preoccuparsi, assumere un fastidio.
Mpasciu, locz., catta mpasciu, cadde come corpo morto cade; se si cade fasciati si è impossibilitati a
proteggersi.
Mpimparu ( greco pimprhmi pimpremi ) n. pr., scoscendimento argilloso in zona “ Ponte” di
Girifalco.
Mpizzarsi v., accendersi, adirarsi, bruciacchiarsi le vesti.
Mpranzu/mpranzu ( latino pransus-prandeo ) modo di dire, colazione, pasto, pranzo. F.: Mpranzu
mpranzu ni nda iamu, mangiato e bevuto ce ne andiamo, riprendiamo il cammino.
Mpresciara ( latino pressare ) v., sollecitare.
Mprescia ( latino parl. Pressiam ) avv., in fretta.
Muaccu ( latino mucus, muccus; francese mouchoire ) s. m., muco, moccio.
Muarzu ( francese morceau ) s. m., morso, un po’, pezzetto, piccola quantità. F.: Dammi nu muarzu
de pana, dammi un po’ di pane.
Mucatu ( latino mucidus, muctus ) agg., ammuffito.
Mundara ( latino mundare ) v., mondare, nettàre, pulire, sbucciare.
Mundizza ( latino immunditia ) s. f., sudiceria, sporcizia.
Mungipieddhu ( latino mons + arabo gebel =monte ) n. pr., il Mongibello cioè il vulcano Etna.
Nell’accezione dialettale locale sta per il diavolo.
Munzieddhu ( latino monticellus; francese ant. moncel ) s. m., mucchio.
Mura ( francese mure ) s. f., mora sia del gelso sia del rovo.
Muraru ( francese murier ) s. m., sia la pianta di gelso sia un roveto.
Murghi ( greco amorgh amorghe ) s. f., morchia, la feccia/il residuo dell’olio.
Muscula ( latino muscula ) s. f., uncino, gancetto in cima al fuso. Uncino che viene messo al grugno
del maiale per impedirgli di scavare.
Mustazzu ( greco moustakion moustachion ) s. m., mustacchio.
Mutaraiazzu ( greco metoikizo metoichizo ) locuzione., trasferirsi, cambiare casa, andare altrove.
N
Naca ( greco nakh, nake ) s. f., culla, altalena, dondolo.
Nappa s. f., nappo, coppa, tazza, bicchiere e, in senso dispregiativo sta per naso
Nas’hia, nasca ( latino nasica ) s. f., naso, narice.
Ncajara ( vedi caja ) v., aprire una piaga, una ferita; rinnovare un dolore.
‘Ncamatu ( latino camus ) agg., meravigliato, attonito, desideroso, in attesa di…, morto di fame.
Ncannara ( latino canna ) v., ordire.
Nchimara ( greco fimov, fimòo; latino inflimare/infimulare ) v., imbastire, allacciare.
Ncignagghia s. f., inizio, punto d’inizio, cimosa di un tessuto, inizio dell’ordito; punto d’inizio della
coscia, inguine.
Ncignara ( latino encaeniare (Rohlfs), incipere?gignere? ) v., avere inizio, cominciare, dare inizio;
indossare per la prima volta un vestito nuovo; cominciare qualcosa…una forma di cacio, sturare una
botte, una damigiana di vino, ecc.
Ncucchiarsi v., fare coppia e, se riferito agli animali, accoppiarsi.
Ncuiara ( latino (in)cogere ) v., sforzare/si., premere, spremere, pigiare; sforzarsi per defecare. Fr.:
No tti ncuiara tantu! Non ti sforzare tanto!
Ncutta s. f. , fretta, pressione. Fr.: Hai na ncutta! Hai una fretta!
Ncuttu agg., fitto, stretto, pressato. Fr.: Stamu ncutti ncutti! Stiamo stretti stretti, vicini vicini!
Ndianu s. m., granturco, mais, granone. Introdotto in Europa dall’America e, quindi, il nome da
quelle popolazioni che da Colombo furono chiamate indiane avendo creduto di essere arrivato nelle
Indie.
Ndrillu ( inglese drill ) s. m., trapano, perforatrice, trivella.
Nducira v. ( latino inducere e dulcem reddere ), inghiottire, mandare giù, sopportare; addolcire,
rendere dolce.
Nduddha ( francese anduille ) s. f., caratteristico insaccato confezionato con interiora di maiale.
Nescira ( latino exire; nascor ) v., nascere, uscire, spuntare, sorgere.
Nettijara ( francese nettoyer ) v., nettare, pulire.
Ngalipatu ( arabo qalib ) agg., garbato, galante, gentile, che agisce con destrezza.
Ngonagghia ( greco gonu, gonu, ginocchio, oppure gonia, gonìa, angolo ) s. f., inguine, la parte
bassa dell’addome che fa angolo con la parte interna della coscia.
Nguantera s. f., antico vassoio sul quale venivano deposti i guanti; vassoio.
Nicatula ( greco nakha, nakha ) s. f., dolce nostrano che si prepara nella ricorrenza di alcune
festività.
Nigru ( latino niger, nigra, nigrum ) agg., nero.
Nimeddha s. f., bottone di osso, bottoncino; piccola anima, pusillanime, persona o cosa di poco
conto.
Nipotulu ( latino nepotulus ) s. m., nipotino, tra il canzonatorio e il diminutivo.
Ntorchiara ( latino intorquere ) v., fare fasci di fieno.
Ntostare ( latino torrere ) v., tostare, indurire, seccare (a proposito delle piante); essiccare i fichi.
Ntra ( latino intra e inter ) prep., dentro, all’interno, in.
Ntrasattu ( latino in transactum – trans+actutum ) avv., all’improvviso, inaspettatamente.
Nuddhu ( latino nullus ) agg. e pr., nessuno.
Nzardara ( vedi nzertara ) v., infilare, introdurre.
Nzertara ( latino insero, inserto) v., introdurre, innestare.
Nzilarsi ( latino insilio ) v., intromettersi, addentrarsi, lanciarsi in, gettarsi in, infilarsi.
Nzinare v., aizzare.
Nzonnigghiata agg., appena sveglia.
Nzurarsi ( latino in-uxorare/uxorem ducere ) v., prendere moglie, sposarsi.
Nzurtare ( latino insulto ) v., insultare, recare oltraggio, infastidire, provocare. F.: Mi nzurtau, mi ha
provocato, offeso.
Nzurtu ( latino insultus ) s. m., insulto, attacco-colpo apoplettico, apoplessia, paralasi. F.: Morìu de
nsurtu, è morto per un colpo apoplettico.
O
Oia ( latino hodie ) avv., oggi.
Oliru s. m., arcobaleno
Orditura ( latino ordior ) s. f., ordito. Apparecchiatura che serve a preparare la trama per il telaio.
Organaru ( latino organarius ) s. m., organista, suonatore d’organo.
Orvicara ( latino obruere ) v., nascondere, collocare sottoterra, seppellire.
Orva ( latino orbus, a, um ) s. f., parte dell’intestino.
Orvu ( latino orbus ) agg., orbo, cieco.
P
Pagghiaru s. m., capanna di paglia, misero rifugio; i falò in occasione delle festività del Corpus
Domini e di Sant’Antonio.
Palaia ( greco palaios palaiòs ) n. pr., vecchio, antico. Cognome molto diffuso a Girifalco.
Paleddha ( latino pala ) s. f., scapola.
Palettò ( inglese paletot; francese paltò, paletò ) s. m., pastrano, cappotto.
Pampini ( latino pampinus ) s. m., foglie in genere. Le foglie secche del castagno venivano raccolte
per lettiere degli animali.
Paniculu ( latino panicula; francese panicule ) s. m., granturco, mais, granone.
Pannizzi s. m., fasce di tela usate per avvolgere i neonati.
Papatulu ( greco biz. Papàs papas , prete di rito ortodosso ) s. m., dolce votivo che in segno di
devozione si porta in chiesa per essere benedetto.
Papellu ( spagnolo papel; inglese paper ) s. m., carta scritta, scartafaccio, lungo e prolisso
documento.
Parrasia ( greco parrhsia parresia ) s. f., libertà di parola, schiettezza nel parlare, fare un gran
parlare.
Parrera ( francese perrière ) s. f., pietraia, falda-vena di pietra, cava di pietra.
Partugallu ( spagnolo portugal ) s. m., arancia.
Passuli ( latino passus part. di pando ) s. m., uva passa.
Pastiddha ( latino pastillus ; spagnolo pastilla ) s. f., pastiglia, pillola; cisti, ghiandola linfatica;
castagne infornate.
Pastranu ( spagnolo Pastrana, città della Spagna ) s. m., cappotto militare.
Patramma, patrassa, patratta ( latino pater+il possessivo usato come enclitica ) s. m., mio padre, suo
padre, tuo padre.
Patraterculu! ( latino pater + Hercules ) escl., per padre Ercole! Per Ercole!
Peda ( latino pes, pedis ) s. m., piede. Oltre ad indicare una parte anatomica del corpo umano è
presente nella terminologia agreste riferito a qualsiasi pianta di ortaggi. F.: Chiantai na decina de
peda de pipi, ho piantato dieci piantine di peperoni.
Pellaru ( latino pello ) s. m., percossa, colpo, schiaffo. Frs.: Ti dau nu pellaru, ti dò uno schiaffo!
Pendina avv., verso sotto, verso la pianura.
Percia ( francese perche ) s. f., pertica.
Perciara ( francese percer ) v., forare, bucare, traforare, capire.
Perciato ( latino percisus ), capito.
Pertusu ( latino pertusum sup. di pertundo opp. da aperto ) s. m., pertugio, foro; nell’accezione
dialettale indica l’ano.
Petrata ( spagnolo pedrada ) s. f., sassata.
Petrusinu ( latino petroselinum ) s. m., sedano. F.: Petrusinu d’ ogni minestra, per dire di persona
ficcanaso, impiccione…….
Piarzicu ( latino persicus/persica ) s. m., pesco/pesca. Il pesco è originario della Cina, ma in Europa
giunse dalla Persia, donde il nome, e i Romani ne diffusero la coltivazione.
Pica ( latino pica ) s. f., gazza.
Picula ( latino picula ) s. f., il defecare del morente. F.: Lu malatu jiu la picula. L’ammalato/il
morente ha defecato a letto!
Pidituazzualu ( latino pedes, peditis, pedone ) s. m., calpestìo, lieve rumore di passi.
Piespu ( nome preellenico ) n. pr., il fiume Pesipe, tra Girifalco e Cortale.
Pigghiara v., prendere, rubare, prendere in sposo/a; attecchire.
Pignata ( latino pinea ) s. f., pentola di terracotta a forma di pigna. F.: Li guai de la pignata li sa la
cucchiara chi li vota, i guai della pentola li conosce il cucchiaio….
Pilaccu/cchi ( greco pelos pelòs ; vc. onomatopeica? ) s. m., fango.
Piritu ( latino peditum>pedo pedere; greco pureton puretòn ) s. m., peto,
Pirru ( greco peiros peiros ) s. m., trottola.
Pittara ( latino pingo) v., dipingere.
Pittu ( latino pingo ) s. m., materiale per dipingere.
Platea ( latino platea; greco plateia platea ) s. f., via ampia, piazza; termine usato in edilizia.
Posa ( latino phaselus ) s. f., fagioli.
Posata/Puasima ( latino pono ) s. f., deposito, sedimento del caffè nella “cicculatera “.
Posteraro ( latino posterus ) agg., seguente, che viene dopo, che viene in ritardo. F.: Annata
posterara, annata in ritardo rispetto alla maturazione delle messi.
Poti’ha ( latino apotheca; greco apoteke, apoteke ) s. f., magazzino, bottega d’artigiano, esercizio
commerciale.
Potì’hina ( latino impetiginem ) s. f., impetigine, erpete.
Poti’hìnu ( vedi poti’ha ) s. m., rivendita di sale e tabacchi.
Praccuacu ( latino persica praecocua ) s. m., pesca.
Praneta s. f., pianeta, destino.
Prescia, vedi deprescia
Presiantu ( francese priser ) s. m., estimazione, dono di nozze.
Prejara ( latino pretiare ) v., ammirarsi, compiacersi.
Prisa ( latino prehendo ) s. f., presa, punto da quale viene immessa l’acqua nel canale d’irrigazione.
Prievita ( latino presbyter; greco presbuths presbutes ) s. m., prete, sacerdote.
Pristuna ( greco plasths, plastes ) s. m., uno dei piani laterali della madia.
Procopio ( greco prokopto prokopto ) n. pr., battitore, chi spinge avanti, chi percuote. Cognome
diffuso in Calabria.
Promentìa ( latino promoveo/promitto ) agg., precoce. F.: Annata promentìa, annata precoce, in
avanti in quanto alla maturazione delle messi.
Pruna ( latino prunum ) s. m., prugna.
Prunta s. f., campione, saggio.
Puandu/Puanducu ( latino pondus ) s. m., peso, fardello, incarico.
Pulieju ( latino puleium ) s. m., puleggio, menta romana, menta piccola. F.: Non si crìa nemmenu lu
pulieju, non cresce nemmeno la mentuccia ( a proposito di un terreno improduttivo).
Puma ( latino pomum/pomus ) s. m., mele.
Puma de li ganghi ( francese pomette ) s. m., gote.
Pungira ( latino pungere ) v., pungere, offendere, punzecchiare.
Puntura ( latino pungo/punctura ) s. m/f., sia il pungolo, il bastone acuminato del bovaro, sia la
polmonite.
Pupa ( latino pupa; francese poupèe ) s. f., bambola, fanciulla.
Pupulinijara v., parlottare.
Pùtrumu ( latino putredo ) s. m., marciume, fradiciume.
Q
Quatriculu ( latino craticula ) s. m., gratella, graticola; serbatoio, deposito del trappeto nel quale
viene riversato un miscuglio di acqua e morchia, rimasuglio della spremitura delle olive.
Quintinu agg./avv., continuo, continuamente.
R
Racimulara v., andare girovagando per procurarsi qualcosa da mangiare; procurarsi, procacciarsi.
Racina ( francese raisin ) s. f., uva.
Ra’hara ( latino trahere? Onomatopeico ) v., trascinare, trascinarsi, strisciare.
Ra’hatijara ( vedi ra’hara ) v., espettorare in continuazione, sputacchiare.
Ra’hatu s. m., espettorato.
Ramagliettu ( spagn. ramillete; franc. Rameau ) s. m., fascio di fiori che nella ricorrenza di San
Giovanni veniva inviato alla persona con la quale si voleva contrarre legami di stretta amicizia
simile a quella che si acquisisce con il sacramento della Cresima. Frs.: Compare/comare di San
Giovanni.
Rasula ( latino rado ) s. f., striscia di terreno delimitata da solchi.
Renducira/Rinducira ( latino reduco ) v., ridurre, rimettere a posto. F.: Ti renducisti/riducisti ntra sti
condizioni! Ti sei ridotto in queste condizioni! Mi renduciu la casa e niasciu, metto tutto in ordine
ed esco.
Resta ( latino restis ) s. f., catena, fune, filza, treccia. F.: Accattai na resta de cipuddhi, ho comprato
una treccia di cipolle.
Ribbiaddhu ( latino re+bello ) s. m., disordine, protesta.
Riciattu/Riggiettu ( latino receptus ) s. m., rifugio, quiete, riposo, calma.
Ricogghira ( francese recueillir ) v., raccogliere, riunire; rimpatriare, rincasare, ritirarsi, rientrare.
Ricota s. f., assembramento di gente.
Ricrijara ( latino recreare ) v., riaversi, riconfortarsi, dilettarsi, compiacersi, sentirsi soddisfatto;
godere del male altrui.
Rigettarsi ( latino se recipere ) v., ritornare a sé, riaversi, ritirarsi, rifugiarsi, appaciarsi, placarsi,
calmarsi.
Rigorizza ( latino glycerrhiza/liquiritia ) s. f., pianta erbacea dalle cui radici si ottiene una tisana
emolliente.
Ri’hiatara ( latino reflare ) v., respirare.
Ripentira ( francese repentir <se> ) v., pentirsi.
Risvigghiarsi ( francese se réveiller ) v., svegliarsi.
Rivuatu s. m., porcellino destinato all’ingrasso; fermentazione del mosto con le vinacce.
Rizza ( greco riza riza ) s. f., torsolo, radice.
Rocciuluni/rocculuni ( latino rotatim ) avv., ruzzoloni.
Romeo ( latino romeus ) n. pr., chi si recava in pellegrinaggio a Roma e in Terrasanta. Cognome.
Ruatulu ( arabo ratl ) s. m., rotolo, antica misura di peso equivalente a 800g.
Ruga ( francese rue ) s. f., strada, rione, vicolo.
Rughiciaddhi ( francese ruelles ) s. m., vicoli, stradine. Toponimo di Via Domenico Catalano.
Rumbulu ( greco rombos rombos ) s. m., gomitolo.
Runcigghiu ( latino runcatio ) s. f., roncola, piccola falce.
Rundiara/rundinijara ( francese faire la ronde ) v., rondare, fare la ronda, vagare, aggirarsi, andare su
e giù come un rondone.
Rusignualu ( francese rossignol ) s. m., usignolo.
Ruzzuluni/a avv/.s.m., rotoloni; capriola, salto.
S
Saccaru ( latino saccus ) s. m., chi teneva la conta dei sacchi in particolare durante la raccolta delle
ulive.
Saccuna s. m., materasso ripieno di foglie di granturco.
Saccura’ha ( greco sakkos + rafis, saccos+rafis ) s. f., grosso ago adatto a cucire tessuti di grosso
spessore.
Sagula ( greco mod. sagoula sagoula ) s. f., sagola, cordicella, cavetto.
Sajima ( latino sagina ) s. f., strutto, nutrimento, sostanza.
Sajitta ( latino sagitta ) s. f., varco attraverso il quale si fa passare l’acqua per irrigare i campi.
Saladdha s. f., telone di tela ruvida.
Salamida ( greco mod. salimida salimida ) s. f., geco, salamandra.
Salimuari ( latino salmuria; sal+moror ) s. m., ciccioli, i residuati della cottura delle parti grasse del
maiale.
Sampavularu ( di San Paolo ) s. m., ciarlatano d’altri tempi che dava ad intendere di possedere la
virtù d’incantare i serpenti.
Sanddieddhi ( inglese sandal ) s. m., scarpe. Fr.: Pigghiati li saddiedhi e vattinda, prenditi le scarpe
( alzati) e vattene!
Sanguetta ( latino sanguis ) s. f., che succhia il sangue, sanguisuga.
Sanvolau! ( francese s’envoler ) lcz., espressione tipica dialettale: sa pigghiau! Se l’è presa!
Sappuchijara v., scuotere, rimescolare, mandare qualcosa dal basso verso l’alto e viceversa. Fr.: Non
mi sappucchijara! Non scuotermi! Sappuchijara a posa ntra pignata, rimescolare i fagioli nella
pignatta.
Sarcinala ( latino sarcinalis ) s. m., trave maestra di un tetto; persona alta e robusta.
Sarviettu ( francese serviette ) s. m., tovagliolo.
Sbiju s. m., svago, sollazzo, ricreazione.
Sbrittara ( voce onomatopeica ) verbo, scappare, andare via rapidamente, sfuggire, venir fuori
all’improvviso.
Scadduna s. m., residuato caseario; persona di poco conto.
Scampara ( spagnolo escampar; latino ex-campo ) v., spiovere, cessare di piovere; uscire illeso,
salvarsi.
Scandalu ( latino scandula ) s. m., assicella, in particolare le assicelle del tavolato del pavimento.
Scapilare ( latino excapulare ) v., liberarsi dagli impegni, abbandonare, lasciare il lavoro, smettere di
lavorare.
Scarfara/arsi ( latino excalfacere ) v., riscaldare, riscaldarsi.
Scemecco ( inglese shoemaker ) s. m., calzolaio, ciabattino.
Schianare ( latino explanare ) v., spianare la pasta lievitata per fare le forme di pane.
Schietta e schiettu ( germanico/gotico slaihts ) m. e f., nubile, celibe, scapolo; puro, semplice.
Sciafferra ( francese chauffeur ; spagnolo chofer ) s. m., autista.
Sciampagnuna ( francese compagnon ) s. m, buontempone, scialacquatore.
Sciasciara v., sfasciare, togliere le fasce.
Scièccu ( turco esek ) s. m., asino.
Scifeddha ( vedi scifu ) s. f., la base sulla quale veniva deposta la cesta per fare il bucato.
Sci’hu ( greco skufos skufos ) s. m., truogolo in cui si versa il cibo al maiale; grande vasca
rettangolare di legno nella quale, dopo averlo ucciso, veniva pelato il maiale.
Scola ( greco scolh scolè ) s. f., una delle parti in cui è diviso il terreno coltivato.
Scotulara/arsi ( latino concutere ) v., abbacchiare, far cadere, scuotere, spolverare; non impicciarsi,
lavarsene le mani.
Scudiddhara v., slombare, rompere la schiena.
Scumparira-Scumpariscira ( latino comparere ) v., scomparire, sparire; fare brutta/cattiva figura.
Scupanara v., sgranare le pannocchie.
Seggia ( francese siége ) s. f., sedia.
Serpeddhizza ( spagnolo sobrepelliz ) s. f., indumento ecclesiastico, cotta sacerdotale.
Serra ( latino serra ) s. f., sega.
Serratura ( latino serratura ) s. f., segatura; serratura.
Sestito e Destito ( greco thtikos tetikos ) n. pr., operaio, lavoratore. Cognome diffuso in Calabria.
Sgrò ( greco sguros sguros ) n. pr., nero, dai capelli ricciuti. Cognome diffuso in Calabria.
Siddhi s. m., funghi porcini.
Sinala ( latino sinus/sinalis ) s. f., grembiule.
Siricu ( latino sericus ) s. m., il filugello.
Smicussu s. m., saccente, bellimbusto.
Sortita ( francese sortie ) s. f., uscita. Termine usato dal personale dell’ex Ospedale Psichiatrico,
quando i turni erano a scadenza quindicinale. F.: Stasera siamo di sortita, questa sera saremo di
uscita, smonteremo dal lavoro.
Sozizza ( francese saucisse ) s. m., salsiccia.
Spagnara v., avere paura.
Sparagnara ( francese epargner; germanico sparen ) v., risparmiare.
Sparpagnara ( francese parpaing ) v., scandagliare, esperimentare, provare, saggiare.
Spicanarda ( latino lavandula spica ) s. f., lavanda.
Spica ( latino spica ) s. f., spiga.
Spicuna s. m., pannocchia di granturco.
Spiddhusa ( greco spinthr spinter, donde spinterogeno ) s. f., scintilla.
Spinzu ( greco spiza spiza, spinos spinos ) s. m., il fringuello.
Spitu ( greco spidhs spidès; tedesco ant. spent ) s. m., spiedo.
Sponza ( greco spoggia sponghia; latino spongia )., aspersorio.
Sporcigghi s. m., conigli.
Spordiemi ( greco prosdemia, prosdemia; prosdev, prosdeo =legare ) s. m., avanzi di fili di tela, i fili
che vanno dalla cimosa della tela al subbio del telaio, lembo dell’ordito non tessuto.
Sporteddha ( latino sportella ) s. f., piccola sporta, canestrino.
Sportuna ( latino sporta ) s. m., capiente ed alta cesta di vimini o di altro materiale legnoso adibita
nel passato a deposito di cereali e di altre derrate alimentari.
Sprucchiamammi s. m., funghi.
Stabila ( latino stabilis ) s. m. / agg., stabile, fermo; podere, fondo rustico.
Stacira ( latino sto ) v., stare.
Stagghiara ( francese tailler ) v., spartire, separare, dividere, limitare.
Stagghiola ( latino exta/ extilia ) f., involtino di interiora di capretto.
Stagghiu s. m., una parte di terreno limitata, piccolo podere in affitto.
Stamina ( latino stamen ) s. f., stame, ordito.
Staminara s. f., costolame di una barca, lunga pertica.
Starna ( inglese star ) s. f., diva, celebrità, una bella ragazza.
Statìa s. f., stadera.
Stigghi s. m., armadi, scaffalatura di un esercizio commerciale, stipi.
Sti’hinu ( latino stipo ) s. m., box, magazzino del frantoio dove venivano depositate/ammucchiate le
ulive.
Stoccata agg., stanca.
Storu ( inglese store ) s. m., negozio.
Stracu ( greco ostrakon ostracon ) s. m., coccio.
Stroffa s. f., cespuglio.
Strudira ( latino destruere ) v., consumare, distruggere,logorare.
Strumbo ( greco strombos strombos ) s. m., corpo mosso in giro, trottola. Cognome.
Stuppa ( latino stuppa; greco stuppeion stuppeion ) s. f., stoppa, cascame di lino.
Suarma, Suarta ( francesismo ma/ta+ soeur, il possessivo è usato come enclitica ) s. f., mia/tua
sorella.
Sucu/succu ( latino sucus ) s. m., sugo.
Suppa ( francese soupe ) s. f., zuppa, rancio.
Surfuru ( latino sulphur ) s. m., zolfo.
Suricia ( latino sorex ) s. m., sorcio, topo.
Suriciuarvu ( latino sorex + orbus ) s. m., talpa.
Surzumiedi ( francese ant. soursemée) s. m., carne panicata di maiale affetta di cisticerchi.
Susu ( latino sursum ) avv., in su, in alto, sopra, al piano di sopra.
Suzzu ( latino sus; greco sus sus ) s. m., gelatina di carne suina.
T
Taggerra ( francese etagère ) s. f., scaffale, scansìa.
Tagghiara ( francese tailler ) v., tagliare, addolorarsi. F.: Mi tagghia u cora! Mi addolora il cuore!
Mi dispiace molto!
Ta’hareddha ( arabo taifurija ) s. f., canestro di vimini.
Taju ( arabo taat; francese mediov. Tai ) s. m., fango.
Talàja ( spagnolo a talaya arabo talayi ) s. f., fare il piantone, spionaggio.
Talijara ( arabo e latino talea ) v., spiare, osservare.
Tamarru ( arabo tammar ) s. m., mercante di datteri; villano, contadino rozzo, incivile.
Tambutu ( arabo tabut ) s. m., cassa di legno, bara.
Tappina ( greco tapeinos tapeinòs ) s. f., calzatura modesta e bassa.
Tarzaluaru s. m., vaso di terracotta nel quale venivano conservati in salamoia alcuni ortaggi.
Tata ( latino tata ) s. m., babbo.
Tiana ( greco taghnon taghenon ) s. f., padella di terracotta.
Tiarzu agg., terzo; la terza voce in un coro.
Tiganu ( greco taghnon taghenon ) s. m., contenitore di vimini intrecciati..
Tiastu ( latino testa ) s. m., vaso di terracotta, tegame.
Tijiddu ( latino tigillum ) s. m., travicello; i paletti che sostengono le tegole.
Timogna ( greco qhmvn temòn ) s. f., ammassamento, cumulo, mucchio; ammasso di fasci di
spighe.
Timpagnu ( greco tumpanon tumpanon ) s. m., disco. Coperchio con il quale viene chiusa la bocca
del forno.
Tirabisciò ( francese tire-bouchon ) s. m., cavaturaccioli.
Tocca ( voce onomatopeica ) s. f., strumento di legno che agitato produce un caratteristico rumore e
durante la Settimana Santa sostituisce le campane.
Tonghijare v., bastonare.
Tracandala s. m., persona rozza e stupida, trasandata, di grande statura.
Trambaddhijara ( francese trembler ) v., ondeggiare, non reggersi in equilibrio, il procedere tipico
dell’ubriaco.
Trappitu ( latino trapetum ) s. m., trappeto, frantoio per le olive.
Trasira ( latino transire ) v., entrare. F.: Trasiti, trasiti!, entrate, entrate!
Travarca ( tardo latino transvaricare ) s. f., la spalliera del letto.
Trenciu ( inglese trench coat ) s. m., impermeabile militare.
Trimò ( francese trumeau ) s. m., pannello, specchio.
Trivulu ( latino tribulatio; greco tribolos tribolos ) s. m., tribolazione, tormento, oppressione, guaio,
dolore.
Truacciula ( greco trocilia trochilia ) s. f., carrucola.
Truscia ( francese trousse ) s. f., fagotto, borsa; non avere niente in tasca. F.: Sugnu ntruscia , sono
senza soldi.
Tuacciu ( spagnolo tocho ) s. m., bastone.
Tuma ( latino tumeo/tumesco ) s. f., formaggio fresco.
Tùmanu ( arabo tumnat ) s. m., tomolo, antica misura per aridi equivalente a 80 litri.
Tumbara ( francese tomber ) v., cadere, cascare, piegarsi da una parte.
Tuppu ( francese toupet ) s. m., acconciatura dei capelli.
U
Umbè! escl., esclamzione di meraviglia, d’incredulità.
Urtatura avv. di tempo, piccolo spazio temporale. F:: Vaju n’urtatura e mi nda viegnu subitu, vado,
sto un poco e rientro subito. Sto
V
Vacara, ( latino vacare ) v., essere libero da impegni, non essere occupato; ( riferito alla donna ) non
avere figli per un periodo più o meno lungo.
Vadu ( latino vadum ) s. m., guado, passaggio praticato attraverso una siepe.
Vagghiu s. m., cortile interno di una casa o di un caseggiato.
Vajana ( latino faba baiana > di Baia ) s. f., il baccello dei legumi in genere; botta, percossa.
Vajanieddhhi s. m., baccelli di fagioli verdi.
Vajazzu s. m., servitore, persona di poco conto.
Vampurida ( greco lampuris lampuridos, lampuris lampuridos ) s. f., verme lucido e che brilla;
lucciola.
Varda ( arabo bardaah ) s. f., basto, sella. Fr.: Era na varda de mazzi, le prendeva da tutti!
Varetta s. f., bara sulla quale Venerdì Santo viene deposto Gesù Morto e portato in processione.
Varranchi ( greco faragx , faranx ) s. m., burrone, dirupo, precipizio, scoscendimenti, luoghi
scoscesi, franosi.
Vasara (latino basiare; francese baisir ; spagnolo besar ) v., baciare.
Vasciara v., abbassare.
Vasciuni avv., carponi, stare curvati.
Vasia ( greco baqeia bateia valle ) n. pr., Contrada di Girifalco.
Vasilicò ( greco basilikon, basilicon ) s. m., basilico.
Vastasu ( greco mod. dial. bastsos bastasos ) s. m., facchino, servitore.
Vava s. f., bava.
Vavijara v., fare la bava, imbrattare di bava
Vettijara ( greco baptizobaptizo ) v., battezzare.
Vettura ( francese voiture ) s. f., vettura, carrozza, macchina, auto.
Vieddhussa ( greco <bovese> veddita veddita ) s. f., vespa.
Viertula ( latino averta ) s. f., sacco da viaggio, bisaccia.
Vijatu ( francese vite ) avv., presto, subito, all’istante.
Vineddha ( francese venelle ) s. f., viuzza, vicoletto.
Voina ( latino bos, bovis; bovina ) s. f., sterco bovino.
Volira v., volere; barile.
Vombacu/Vombice ( greco bombulios bombuliòs, bombux bombux; latino bombyx ) s. m.,
calabrone.
Vovalacu/i ( greco bombalachion, bombalachion ) s. m., lumaca.
Vozza s. f., brocca di creta per attingere acqua; pass. rem. di volìra (volere).
Vrisa ( greco bruo bruo ) n. pr., ricca di…acqua. Contrada di Girifalco.
Vuasina ( greco mod. botunas botunas ) n. pr., sorgente di acqua minerale, solfato di ferro, ai piedi
di Monte Covello.
Vucata s. f., bucato.
Vucca ( latino bucca ) s. f., bocca.
Vucceddhata ( latino buccellatum ) s. f., pane a forma di ciambella impastato con farina abburattata;
pane di munizione o galletta, la pagnotta dei soldati.
Vucceria ( francese boucherie ) s. f., macello, beccheria.
Vuccieri ( francese boucher ) s. m., macellaio, beccaio.
Vuccula ( latino buccula ) s. f., cerchietto, ganascino, gancio.
Vugghira v., bollire.
Vurdu ( latino gurdus ) agg., sazio, satollo.
Vuvitu ( latino cubitum, cubitus; greco kubiton kùbiton ) s. m., gomito.
Z
Zafalijara ( bovese zzifalizi zzihalizi, gr. volg. yxalizei psixalizei ), piovigginare.
Zibbibbu ( arabo zabib ) s. m., zibibbo, varietà di uva bianca.
Zottu ( arabo sawat; spagnolo azote ) s. m., batosta, colpo, caduta, frusta.
Zzicuarfu ( greco xekorfizv, xecorfizo ) s. m., la parte alta del panno che indossavano le pacchiane e
che fungeva da reggiseno. Il panno, un telo rettangolare, era variamente colorato a seconda dello
stato civile di chi lo indossava : verdastro se nubile, rosso se sposata, marrò se vedova.
Zzifrò ( greco psucros psucros freddo ) n. pr., toponimo di una sorgente di acqua fredda ai piedi di
Monte Covello.
Zzimba ( sicil. Zimma zimba ) s. f., porcile, stalla, recinto per ovini.
Zzimbaru ( greco cimaros ‘himaros ) s. m., becco, caprone adibito alla monta.
Zzippula ( latino tardo zippula ) s. f., ciambelle o frittelle dolci.
Zziteddha, zzitieddhu s. f. / m., ragazza/o.
Bibliografia essenziale:
Barilà Raffaele – Cortale nella storia della Calabria e note di etimologia sul dialetto locale –
Rubbettino.
Badellino Oreste, Dizionario italiano-latino – Rosemberg & Sellier – Torino.
Calonghi Ferruccio, Dizionario latino-italiano – Rosenberg & Sellier – Torino;
Campanini e Carbone, Vocabolario Latino-Italiano-Latino;
Gemoll Guglielmo, Vocabolario Greco-Italiano, Sandrom – Firenze.
F. Schenki e F. Brunetti – Dizionario Greco Italiano Greco – F.lli Melita Editori Istituto Geografico
De Agostini – L’ITALIANO PER TUTTI, Dizionario linguistico-grammaticale e dei sinonimi e
contrari.
N. Zingarelli Vocabolario della Lingua Italiana.
Il Nuovissimo Ghiotti, Vocabolario Francese Italiano Francese.
Grande Dizionario Garzanti – Inglese Italiano Inglese.
Edizioni Polaris – Dizionario Italiano Spagnolo Italiano .
Progetto di Educazione Ambientale – Girifalco, territorio da leggere – Scuola Materna ed
Elementare Anno Scol. 1995/96;
Rohlfs Gerhard, Nuovo Dizionario della Calabria – Longo Editore – Ravenna.
Nisticò –Campisi-Casalinuovo-Donato – Le Valli del Re Italo, Itinerario Storico-Culturale del
Basso Ionio.