1970 2000 Terapie Mediche Chirurgia NessunaPASSAT PASSAT OO Terapia adiuvante PRESEN PRESEN TE TE Mastectomia radicale Chirurgia conservati va FUTUR Terapia neoadiuvante FUTUR OO Oncoplastica INTERVENTI DEMOLITIVI LA TERAPIA CONSERVATIVA DEVE ESSERE SEMPRE CONSIDERATA... Controindicazioni alla chirurgia mammaria conservativa ASSOLUTE Lesioni estese e multicentriche (microcalcificazioni maligne estese a più quadranti della mammella) Impossibilità di assicurare margini chirurgici liberi da malattia (margini chirurgici interessati da neoplasia dopo riescissione chirurgica) Impedimenti fisici (impossibilità a giacere distesi) o logistici (lontananza) all’effettuazione della radioterapia Controindicazioni alla radioterapia (gravidanza, pregresse irradiazioni della mammella) Esplicita preferenza della paziente per la mastectomia. Controindicazioni alla chirurgia mammaria conservativa RELATIVE Anamnesi positiva per alcune malattia del collagene (sclerodermia e LES in fase attiva) Tumori multifocali (due tumori nello stesso quadrante) Calcificazioni di tipo indeterminato (estese a piu’quadranti) Diametro tumorale superiore a 4-5 cm (da valutare in relazione al volume mammario) Mammelle molto voluminose e/o pendule (rispetto del piano di cura e somministrazione di dose omogenea della radioterapia) Chirurgia conservativa della mammella: CONTROVERSIE Tumori ereditari “BCT can safely be considered if the patient is counseled regarding the increased (4-5x) risk of new primary tumors bilaterally” Robson 2004, El tamer 2004, Seynaeve 2004,Delaloge 2003 Recidive locali dopo chirurgia conservativa “Local recurrence is a poor prognostic feature and salvage mastectomy is currently standard-of-care but breast conservation may not necessarily threaten overall survival” Resch 2002, Deutsch 2002, Salvadori 1999, Voogd 1999 In chirurgia conservativa spesso l’obiettivo della radicalità oncologica non coincide con l’esigenza di un risultato cosmetico adeguato. Ci sono buoni interventi ricostruttivi… ricostruttivi… ..ed altri meno Chirurgia conservativa della mammella Chirurgia oncoplastica Obiettivi • Rimozione completa del tumore rispettando i criteri di radicalità oncologica • Limitare l’alterazione della morfologia mammaria utilizzando tecniche di chirurgia plastica Livello I: tecniche di centralizzazione del NAC Tecnica di centralizzazione del NAC 22mm Incisione periareolare parziale Tecnica round block + mastopessi controlaterale Linfonodo sentinella Indicato se… Carcinomi mammari infiltranti con diagnosi accertata (agobiopsia/agoaspirato B5/C5, anche agoaspirato C4) Valutazione preoperatoria ascellare N(se linfoadenopatie sospette ecograficamente, eseguire verifica citologica) Linfonodo sentinella Applicabile se… CDIS (elevato diametro, alto grado) Tumori multicentrici e multifocali Qualsiasi diametro tumorale (eccetto ca infiammatori) Applicazioni possibili del linfonodo sentinella ascellare Pregressa biopsia mammaria Recidiva in pregresso intervento conservativo Pregressa chirurgia ascellare (asportazione LFNS, dissezione ascellare I-II livello) Presenza di protesi mammarie/espansori cutanei Gravidanza Prima o dopo chemioterapia neoadiuvante (se N clinico negativo) Linfonodo sentinella dopo pregressa chirurgia mammaria conservativa Quali problemi? Mancata migrazione del radiotracciante Identificazione di linfonodi sentinella non in sede ascellare omolaterale Migrazione in sede sovraclaveare Con il miglioramento delle tecniche di analisi del LS, si identificano: macrometastasi: deposito tumorale > 2 mm micrometastasi: deposito tumorale < 2mm ma > 0.2 mm cellule tumorali isolate: deposito tumorale < 0.2 mm 1. Si deve eseguire la dissezione ascellare nelle pazienti con linfonodi ascellari clinicamente positivi? • Visita clinica: inaccurata nel definire lo stato dei linfonodi ascellari - 22-33% dei linfonodi clinicamente sospetti risultano negativi all’esame istologico -22-45% dei linfonodi clinicamente negativi risultano metastatici all’esame istologico • Mammografia, ecografia ascellare e TC: apprezzano un’eventuale aumento di dimensioni dei linfonodi, ma non forniscono ulteriori informazioni • RM e PET danno maggiori informazioni, ma non visualizzano i piccoli depositi metastatici • Ecografia ascellare con successivo agoaspirato di linfonodi sospetti: può eventualmente evitare una biopsia del LS inutile in caso di positività, eseguendo la DA in prima battuta M Noguchi EJSO 2007 2. Si deve eseguire la dissezione ascellare nelle pazienti con macrometastasi nel LS? Nel 48-87% dei casi la presenza di una macrometastasi nel LS correla con la presenza di metastasi anche nei linfonodi non-sentinella Nonostante non tutte queste pazienti sviluppino una recidiva locale, grazie anche al controllo ottenuto mediante la radioterapia e la chemioterapia, per ottenere un ADEGUATO CONTROLLO LOCALE DELLA MALATTIA, nelle pazienti con MACROMETASTASI nel LS è indicata la successiva DISSEZIONE ASCELLARE N°° pazienti Dimensioni tumore Incidenza di mts in linfonodi non-sentinella (%) Chu 1999 40 49 T1 T2-3 48 59 Reynolds 1999 18 15 T1 T2 50 87 Viale 2005 794 T1-2 50 Menes 2005 63 T1-3 46 M Noguchi EJSO 2007 La prognosi delle pazienti con micrometastasi nel LS NON deve essere considerata pari a quella delle pazienti N0. Tale condizione determina un peggioramento della prognosi e un aumento del rischio di avere ulteriori metastasi nei linfonodi nonsentinella Si raccomanda la dissezione ascellare completa nei casi di micrometastasi nel LS a completamento dell’iter terapeutico chirurgico N Patani et al Breast Cancer Res Treat 2009 LA RECIDIVA ASCELLARE Giuliano nel 2011, come Copernico nel 1536 ? Incidenza di ricadute dopo astensione dallo svuotamento ascellare < 3% Impatto sulla sopravvivenza non statisticamente significativo !!! Metastasi con superamento capsulare Chirurgia demolitiva Fattori biologici sfavorevoli Esame istologico di un unico linfonodo sentinella Micrometastasi o metastasi all’interno del linfonodo Chirurgia conservativa seguita da RT Fattori prognostici favorevoli Esame istologico su due o tre linfonodi sentinella di cui solo uno patologico Trattamento chemioterapico adiuvante Età Il carcinoma della mammella è una malattia che, anche dopo 20 anni dal trattamento del tumore primitivo, può ripresentarsi in termini di recidiva locale oppure in forma metastatizzata. I controlli periodici, clinici e strumentali vengono regolarmente effettuati da tutti i Centri I Controlli medici devono comunque affiancarsi ad un consapevole coinvolgimento delle pazienti nel percepire e riferire i propri sintomi Le recidive intramammarie dopo intervento conservativo hanno una frequenza del 1-2% l’anno e possono comparire anche dopo 20 anni. In vari studi randomizzati la incidenza varia dal 4% al 20% dopo 10 anni dall’intervento. In meno del 10% dei casi sono associate a mts a distanza. Possono essere curate con una mastectomia di salvataggio o al limite con nuova terapia conservativa LE RIPRESE LOCALI , SE TRATTATE ADEGUATAMENTE, NON SEMBRANO INFLUENZARE LA SOPRAVVIVENZA Recidiva locale vera Compare nella zona del tumore primitivo Precoce (massim a incidenza 2°-7° anno) Nuovo tumore primitivo Lontano dalla sede del tumore primitivo Tardivo (massima incidenza 8°-15° anno) Inizia a comparire dopo 2-3 anni FATTORI DÌ RISCHIO: Giovane età Stato dei margini ed estensione della resezione Caratteristiche istologiche(infiltrazione linfatica perivasale o perineurale; EIC, LICS) Radioterapia postoperatoria non eseguibile Fattori biologici , solo in parte noti Le recidive locali dopo mastectomia hanno una frequenza del 4% e compaiono di solito nei primi 2-3 anni, si presentano associate a mts nel 60-70% dei casi LA LORO DIAGNOSI PRECOCE ED IL LORO TEMPESTIVO TRATTAMENTO DIFFICILMANTE INFLUENZERANNO LA PROGNOSI A DISTANZA Dopo una diagnosi di tumore della mammella il rischio di un tumore controlaterale è di 3-5 volte superiore alla popolazione generale. follow up con mammografia Negli studi finora condotti non si è verificata nessuna differenza di sopravvivenza tra donne con o senza tumore controlaterale dopo 10 anni di follow up La sopravvivenza è migliore se la ricaduta è riscontrata alla mammografia rispetto all’esame obiettivo oppure in pazienti asintomatiche rispetto a pazienti che presentavano sintomi Lu et al, Breast Cancer Res Treat, 2009 Le donne a più basso rischio di ricaduta locale (stadio I), quelle sottoposte a mastectomia e quelle di età ≥ 80 anni beneficiano di più dai controlli mammografici regolari Lash et al, J Clin Oncol 25; 3001, 2007 Studio osservazionale su 1846 donne anziane di età ≥ 65 anni con carcinoma mammario stadio I e II, ha confrontato sorveglianza mammografica regolare rispetto a non regolare Poiché il 60-80% delle riprese di malattia avviene entro i primi 3 anni dopo il trattamento del tumore primitivo la frequenza dei controlli dovrebbe essere superiore in questo primo periodo. A causa delle differenze individuali non esiste però un singolo schema ottimale. La scelta deve derivare da un compromesso tra il probabile beneficio di salute della paziente da un lato e gli incovenienti ( lo stress, i costi, la possibilità di falsi positivi con necessità di biopsie inutili… ) legati ad un un ritmo troppo frequente dall’altro L’utilità della RMN nel follow-up della paziente per lo screening della mammella omo-controlaterale in donne con pregresso K della mammella non è definita 1. Clinica e RX mammografia discordanti 2. Screening delle donne ad alto rischio (BRCA1-2, Familiarità importante) 3. Adenopatia ascellare e primitivo occulto 4. Monitoraggio della risposta alla CT primaria 5. Follow up delle forme multifocali e del CLI 6. Quando la mammografia non ha consentito una diagnosi precoce ?(il problema della mammella densa) 7.Controllo complicanze protesiche La riduzione del volume tumorale potrebbe portare alla formazione di una serie di nodi satelliti piuttosto che ad una riduzione concentrica della massa tumorale Questa osservazione spiega perchè il 30-50% dei pazienti con una risposta clinica completa presenta malattia residua nel pezzo chirurgico asportato Hinaji H et al Int J Clin Oncol 2006 Per questo motivo, la risonanza magnetica mammaria e’ sempre più spesso impiegata per la valutazione delle lesioni residue dopo chemioterapia neoadiuvante Risonanza magnetica mammaria (MRI) dopo chemioterapia neoadiuvante 90% di accuratezza della MRI nel predire l’estensione della malattia residua dopo chemioterapia neoadiuvante. 82% di accuratezza della MRI nel diagnosticare il diametro del tumore residuo con uno scarto inferiore a 10 mm rispetto al diametro istologico misurato sul pezzo operatorio. Garimella V et al EJSO 2007 Fattori che aumentano il rischio di recidiva loco-regionale dopo chemioterapia neoadiuvante e chirurgia conservativa Linfonodi positivi alla diagnosi Elevato diametro tumorale alla diagnosi Tumore residuo dopo CHT neoadiuvante > 2 cm Malattia multifocale residua Invasione degli spazi linfovascolari Margini positivi dopo chirurgia conservativa CDIS nel pezzo asportato (rischio di altri focolai di CDIS nella mammella) Rouzier R et al Cancer 2004 Chen AM et al JCO 2004 Gentilini O et al J Surg Oncol 2006 Quando la chirurgia conservativa deve essere attentamente valutata? CARCINOMI LOBULARI Scarsi tassi di risposta dei carcinomi lobulari infiltranti alla chemioterapia neoadiuvante La mastectomia dopo chemioterapia neoadiuvante è più frequente nell’istotipo lobulare rispetto al duttale Fino al 30% delle pazienti sottoposte a LA dopo chirurgia conservativa hanno come complicanza linfedema del’arto, limitazione funzionale, scapola alata, parestesie, dolore, linfocele, infezioni Il linfedema persiste anche dopo 20 anni nel 40% delle pazienti, soprattutto se il problema non viene affrontato precocemente Complicanze: il linfedema prevenzione Una delle complicanze più frequenti e più temute Incidenza nelle pazienti sottoposte ai diversi tipi di chirurgia radicale e conservativa e che seguono correttamente le terapie motorie riabilitative è del 10% circa; Entità media ridotta rispetto al passato di circa il 50%. Un linfedema non correttamente trattato può andare incontro ad un processo di cronicizzazione Una corretta terapia motoria impostata dopo l’intervento chirurgico è in grado di ridurre l’incidenza e l’entità dell’edema, di ridurre i blocchi articolari scapolo-omerali, di ridurre le flogosi locali, di stimolare il sistema circolatorio e linfatico a raggiungere un nuovo equilibrio. Complicanze : il linfedema, linfedema, terapia linfodrenaggio manuale Massaggio dolce che Di scarsa utilità nel trattamento del linfedema, si sono rivelate le terapie farmacologiche (vasodilatatori e vasoattivi, proteolitici, antiaggreganti piastrinici, diuretici). comprende manovre di svuotamento delle stazioni linfonodali a valle dell’ascella e di drenaggio della linfa stagnante dai tessuti intertstiziali dell’arto verso eventuali circoli collaterali linfodrenaggio meccanico Manicotti che vengono gonfiati a pressioni variabili e che alternano periodi di insufflazione a periodi di svuotamento. Bendaggi o supporti elastici contenitivi da indossare durante l’attività fisica e durante il riposo. riscontrabile inizialmente in circa il 20% delle donne operate (anche con tecnica conservativa) conseguente ad una lesione del nervo toracico lungo con deficit secondario del muscolo dentato anteriore solo lievemente percepita nelle pazienti in posizione ortostatica con arto abbassato e addotto si evidenzia gradualmente durante la flessione dell’arto fino a 90° condifficoltà ad elevare l’arto sopra la testa, soprattutto a gomito esteso pronunciata quando l’arto superiore viene proteso in avanti o durante i movimenti contro resistenza (pressione in avanti con la mano, contro una superficie piana). Un corretto trattamento riabilitativo, con attivazione dei muscoli funzionalmente invalidi, è in grado per lo più di risolvere nell’arco di sei mesi il deficit neuromuscolare, a meno di lesioni complete e irreversibili del tronco nervoso conclusioni Nuove risorse e nuove questioni aperte : - Farmaci a nostra disposizione incrementati e Target therapy - Carcinoma della mammella è una malattia eterogenea -Validazione dei profili genici -La biologia è fondamentale Come trasferire le informazioni della biologia tumorale nella pratica clinica ? M. Donadio : gisma \atti\bologna 2010. Conclusioni In una realtà dove molto è cambiato e cambierà , in cui la terapia viene modulata sempre più sulla paziente, il nostro modo di fare follow-up deve modificarsi: le pazienti non vanno piu’ considerate tutte uguali. M.Donadio: gisma \atti\bologna 2010 Dott. Corrado Lauro ASO Santa Croce & Carle Cuneo S.C. Chirurgia Generale Ambulatorio di Senologia 0171642215 0171642358 0171642716 [email protected]
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