Claudio Ricci La foto usata per la copertina e per l’articolo a pag. 12 Sono a cura di Claudio RICCI. Questo mese, hanno collaborato: https://www.facebook.com/claudianophoto/info Danilo D’ATRI, Alfonso VOZZA, Lorena SCALZO, Giuseppe LONGO, Katia DE FRANCESCHI. Antonello RICCIARDI, Matteo LATORRACA, Antonio CAMMUSO, Gianpaolo CAVALCA, Paolo MEREU, CANDELA Stellario, Gabriele MANFREDINI, Legge: nr. 62 del 07 marzo 2001 Autore del magazine: Antonio SQUITIERI. News dal sito figt INFORMATIVA su CERTIFICAZIONE MEDICA e DEFIBRILLATORI Comunichiamo a tutte le Associazioni affiliate di scaricare l’allegato in PDF, dove il nostro Ufficio Legale FIGTASNWG ha espresso le sue considerazioni appoggiate e approvate dal Direttivo Federale, in merito all’esamina e alla valutazione dell’approvato Decreto-Legge 13 settembre 2012 n.158 (convertito, con modificazioni, dalla Legge 8 novembre 2012, n.189); in base all'art.7 comma 11 del citato D.L., il Ministero della Salute ha emanato il 24 Aprile 2013 un Decreto recante nuove norme circa la “Disciplina della certificazione dell'attività sportiva non agonistica ed amatoriale e linee guida sulla dotazione e sull'utilizzo di defibrillatori semiautomatici ed altri dispositivi salvavita”; il quale è entrato in vigore a seguito della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.169 del 20/07/13. Invitiamo per eventuali dubbi o perplessità in merito a scrivere una mail all’indirizzo [email protected] INFORMATIVA su CERTIFICAZIONE MEDICA e DEFIBRILLATORI.pdf [email protected] [email protected] tel. +39 3667206114 CONVOCAZIONE ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA DOMENICA 13 APRILE 2014 Si rende noto a tutte le ASD affilate e a tutti i tesserati FIGT-ASNWG, che Domenica 13 Aprile p.v., presso la sala riunioni dell’ Hotel TIBER - Via della Torre Clementina n° 276/278 - 00054 Fiumicino (Roma) - in prima convocazione alle ore 13,00 ed in seconda convocazione alle ore 14,00 si svolgerà l’ ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA DEI SOCI FIGT-ASNWG con il seguente ordine del giorno : - Approvazione variazioni statuto - Varie ed Eventuali Si rende noto che possono esercitare il diritto di voto esclusivamente i Presidenti delle ASD iscritte a FIGT-ASNWG o, in caso di impedimento, un loro delegato purché regolarmente tesserato FIGT- ASNWG per l’anno in corso. Il Delegato ha l’obbligo di presentarsi con la “DELEGA”, ( di cui alleghiamo fac-simile), debitamente compilata, firmata e corredata del documento di identità del Presidente dell’ASD, pena l’annullamento della delega stessa. Cordiali saluti un sentito ringraziamento, a tutti i collaboratori che hanno dato la propria disponibilità, trascurando i loro interessi e la loro famiglia. EDITORIALE Poker di regine Il mondo del Soft Air, nato come mondo tipicamente maschile, oggi vede molte donne protagoniste che si mettono in gioco a fianco dei loro compagni di squadra, rispondendo alle aspettative di un obiettivo comune, senza mai sentirsi inferiori. Infatti, nella regione Sicilia, alcune di queste coraggiose donne, ricoprono anche posti importanti a livello amministrativo delle squadre e sono integrate perfettamente con l’ambiente del soft air. Per alcune è stato anche un modo per riscoprire lati di se stesse che non conoscevano, di mettersi in gioco con forza e determinazione per dimostrare di poter essere in grado di fare tutto. Sono state intervistate quattro donne che fanno attivamente parte già da qualche anno di quattro squadre diverse della Sicilia, i Jackals di Vizzini, Club Narsil di Castelvetrano, Delta Force di Augusta, Compagnia Apache di Augusta. Ecco come hanno risposto ad alcune domande inerenti la loro esperienza personale nel mondo del soft air siciliano. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questo sport? Da quanto tempo lo pratichi? «Gioco dal Gennaio del 2006. Premettendo che fino ad allora non sapevo cosa fosse il Soft Air, Lucignolo (su Italia 1) mandò in onda un servizio e fu amore a prima vista, andai subito su Internet a saperne di più; i club a Siracusa e provincia erano tanti, ma i Delta Force di Augusta mi “colpirono” più di tutti e da lì una lunga storia d’amore … e di guerra! Il contatto con la natura “selvaggia”, il gioco di squadra e il forte attaccamento ad essa, la conoscenza dei propri limiti e il loro superamento: questo è ciò che amo del Soft Air … più della quantità di pallini che esce dal mio fucile, in fondo ne basta solo uno per fare un colpito». Valentina Agosto Hai trovato problemi di inserimento o integrazione essendo questo un’ambiente tipicamente maschile? «Mi ritengo una ragazza molto fortunata ad aver trovato un club come i Jackals di Vizzini poiché ho trovato un gruppo non solo di amici, ma addirittura di fratelli dove non esiste la discriminazione verso le donne nè problemi di altro genere, anzi sono stata aiutata a superare alcune insicurezze, a superare alcuni limiti fisici e grazie all’ex presidente Pietro Lauria, che ho avuto come maestro, ho imparato a sapermi muovere nella pattuglia in area operativa. Purtroppo però in passato, durante alcune manifestazioni, mi è capitato di incontrare Soft Gunner, appartenenti ad altri club, che non apprezzavano la presenza femminile». Fabiola Mastrogiacomo Che ruolo hai all’interno della tua squadra? Ti affascina? Ti senti appagata? «All'interno della mia squadra, svolgo il ruolo del presidente. Sono fiera di essere riuscita nell'incarico, mi informo costantemente sugli eventi e cerco di tenermi aggiornata studiando anche tutti i regolamenti. Questo è il ruolo del Presidente e da questo punto di vista mi sento appagata. Sicuramente commetto ancora molti sbagli, ma posso ritenermi anche fortunata, perché comunque vengo sostenuta sia dai ragazzi della mia squadra, sia da altre persone esterne alla mia associazione, ma sempre appartenenti all'A.S.N.W.G. e devo dire che sono tutti gentili e disponibili ad aiutarmi ... e per questo colgo l’occasione per ringraziarli». Laura di Mauro Come pensi che la tua sensibilità, il tuo essere donna possa contribuire allo sviluppo di queste attività? «Domanda alquanto difficile, quando si parla di Soft Air l’equazione è presto fatta, Soft Air uguale uomo, forza e resistenza, ma secondo me la donna dà quel tocco in più facendo assumere un aspetto diverso, dando un’immagine più delicata, “ammorbidita” di uno sport che da molti anni è ritenuto rude e violento ma che invece è un collante fra persone che condividono una stessa passione, dove la sportività e la lealtà sono al primo posto. Ecco per me la donna aiuta ad ampliare la natura, non violenta, di questo splendido sport. La donna, in quanto tale, ha capacità diverse dall’uomo, soprattutto dal punto di vista pratico e organizzativo, essendo abituata a gestire una famiglia. Ritengo che la donna sia il pilastro della società in genere, pertanto la sua presenza anche nel soft air può soltanto giovare a questo sport e mi auguro che sempre più donne entrino far parte di questo mondo». Rosy Signorello È stato particolare vedere come le risposte di queste donne, in linea di massima, si assomigliassero fra loro pur esprimendo la loro forte personalità. Sono emersi sentimenti generali di accoglienza, serenità e gioia di giocare con i loro compagni, con un’aggiunta importante: il profondo rispetto reciproco che c’è fra tutti i componenti delle varie squadre. È bello anche notare il fatto che queste donne ricoprano, a livelli diversi, incarichi importanti e dimostra che nel soft air c’è spazio per tutti, senza alcuna differenza di sesso o altro. Viene data importanza alle capacità organizzative, all’impegno e alla credibilità di una persona e questo, al di là di tutto, può essere considerato una delle tante note a favore di uno sport che ha tutte le carte in regola per continuare a crescere sia a livello regionale che nazionale. Fabiola MASTROGIACOMO Rosy SIGNORELLO Articolo a cura di: Sergio enrico maria Valentina AGOSTO Laura DI MAURO Articolo a cura di: LORENA SCALZO C.R.C. COMITATO REGIONALE CAMPANIA In data Domenica 23 Febbraio è stato eletto il nuovo consiglio direttivo del Comitato Regionale Campania. Durante la riunione a cui ha partecipato in Presidente nazionale, Raffaele MORI TADDEI, è stato eletto come presidente regionale Danilo D’ATRI, già consigliere del precedente direttivo regionale e responsabile arbitrale, Ognuno ha una motivazione che lo spinge verso le proprie passioni, la mia passione è uno sport dalle enormi potenzialità come pochi, ma come tutte le cose, se gestite male non riesce a crescere come dovrebbe. Il nostro comitato ha visto l’aggregazione di molti club, tanti amici e tantissime iniziative promettenti, si è espanso ed è cresciuto, i vari corsi organizzati dai vari club lo hanno reso più esperto e consapevole delle proprie capacita organizzative e quando tutto sembrava andare per il meglio, è avvenuto il crollo, vuoi per un motivo o per un altro, in tanti non ci hanno creduto ed hanno preferito abbandonare per prendere la propria strada, i pochi rimasti hanno cercato di riprendere le sorti del comitato, ma strascichi della vecchia gestione frenavano l’entusiasmo delle nuove leve. È stato in quel momento che mi sono reso conto che le cose dovevano cambiare. Credere nell’aggregazione tra più persone di club diversi con la voglia di lavorare insieme per crescere insieme, questa è la motivazione che mi ha spinto a candidarmi come presidente regionale, sostenuto dai ragazzi che compongono il direttivo regionale ed ai club iscritti al comitato, stiamo percorrendo questo sentiero comune. Puntiamo sui giovani con il settore giovanile, e sulla formazione con il settore arbitrale e i vari corsi, senza tralasciare la colonna portante della F.I.G.T. cioè il campionato regionale e nazionale, cercheremo di riaccendere quella fiamma che è posta al centro del nostro simbolo regionale. Negli ultimi sei anni ho cercato di carpire quante più nozioni possibili, ascoltando le problematiche dei club, e le varie soluzioni prese, conoscendo le persone e cercando di capire su chi fare affidamento e a chi dare il mio supporto, e oggi mi ritrovo insieme con amici conosciuti sul campo, con il quale ho condiviso il giorno e la notte con in braccio una replica da soft air, a gestire un comitato che ha d’avvero molto da offrire, e sarà solo grazie a loro che mi supportano e mi danno una grande mano, se il comitato regionale campano riuscirà ad eguagliare e superare i traguardi raggiunti in passato. Articolo a cura di: Danilo (TYMUS) D’ATRI CO.RE.CA. COMITATO REGIONALE CALABRIA Il primo evento organizzato dal Co.re.ca. è stato un corso di cartografia aperto anche ad associazioni non iscritte al Coreca . Il corso si è tenuto a Campo Calabro , il 16 Marzo 2014 , per quanto riguarda la parte teorica , mentre la pratica è stata svolta su un terreno sito in Musalà fraz. di Campo Calabro . Hanno partecipato al corso 35 operatori, il corso è stato curato in modo professionale dai Socom ed in particolare da Alessandro Leonelli vicepresidente dell'associazione . A fine corso hanno pranzato insieme tutti gli operatori con gli organizzatori ed il direttivo Coreca presente . Il secondo evento organizzato dal Coreca è stato il primo corso Arbitrale Regionale della Calabria . Il corso si è tenuto a Gioia Tauro , il 09 Marzo 2014 , grazie all'impegno della Brigata Metauria , ringraziamo in particolare Vadalà Francesco per il supporto logistico offerto gratuitamente . Al corso hanno partecipato 21 candidati , abbiamo 10 arbitri , 10 ausiliari arbitro ed 1 candidato non ha superato il test . Chiaramente il corso è stato totalmente gratuito come anche quello cartografico . Presidente regionale: Leandro GELSOMINI C.I.P.B. COMITATO INTERREGIONALE PUGLIA -BASILICATA …E SI RIPARTE!!! Con un calendario ricco di appuntamenti ed eventi il Comitato Regionale di Puglia e Basilicata riparte dalla formazione. Il “Corso formativo di 1^ livello” fortemente voluto dal Presidente Maria De Serio e da tutto il Consiglio Direttivo CRPB si è tenuto 22-23 Marzo 2014 a Cassano delle Murge sotto la direzione dei responsabili Grande Caccia: Antonello Ricciardi (Presidente Raiders TST) e Giuseppe Longo (Presidente 22^ SAT). I partecipanti sono stati impegnati in una prima parte nella fase teorica dove, suddivisi in gruppi, hanno acquisito nozioni di tattica e pianificazione, di cartografia e sui materiali da adottare durante una gara. La seconda parte tra pianificazione, bivacco e direct action si è passati alla fase pratica. Il tutto si è concluso con un pranzo di convivio. La formazione aiuta a crescere…ed è da qui che il CRPB riparte con il biennio 2014-15 Vito “Lupin” Cristofaro Presidente regionale: Maria DE SERIO CO.RE.SI. COMITATO REGIONALE SICILIA Giorno 15 e 16 Marzo 2014 si è svolto in località Mustigarufi San Cataldo (CL), il primo corso di cartografia del Comitato Regionale Sicilia per il biennio 2014/15. Il corso dal titolo ''Elementi di cartografia ed orientamento - Corso di base'', a causa del sempre più elevato avvicinamento di nuove squadre alla F.I.G.T.-A.S.N.W.G., ha voluto dare un insegnamento di base per mezzo dell'approccio con la navigazione terrestre. Si è deciso di svolgere il corso in due giornate, in modo da dedicare il Sabato alla parte teorica e utilizzare la notte e la mattina della Domenica per la navigazione pratica in campo, prima in notturna e poi in diurna. A pianificare le due giornate di corso sono stati, per la parte teorica, Vincenzo Adamo (Segretario dei Silver Hawks di Mazara del Vallo), per il coordinamento Enzo Scalzo (Presidente del Co.Re.Si.) e per la parte pratica Calogero Alabiso (Presidente del 3° Incursori Salso di Caltanissetta), grazie naturalmente all'aiuto dei vari Tutor cartografi e Arbitri del comitato. Per quanto riguarda la parte teorica, la lezione si è svolta nell'arco di 6 ore circa, divise tra mattina e pomeriggio di Sabato. Si è passati da argomenti quali le definizioni di cartografia, carta, scale di riferimento ecc., per poi trattare l'interpretazione delle diverse tipologie di carte e la navigazione sia con bussola che con riferimenti quali sole, luna e stelle. Molto apprezzato dai corsisti è stato l'approccio visivo tramite l'ausilio della proiezione di slide, che riportavano, in maniera più semplice e immediata, gli argomenti trattati nella dispensa che il Direttivo CO.RE.SI. Aveva precedentemente redatto e fattogli pervenire. Di rilevata importanza sono stati anche esercizi più o meno difficili; per citarne alcuni il posizionamento di un punto su carta tramite coordinata o il rilevamento della propria posizione su carta tramite l'ausilio di azimut incrociati. Alla fine della parte teorica i corsisti hanno svolto un test che riportava una decina di esercizi quali posizionamento di un punto, distanza tra due punti, riconoscimento della morfologia del suolo tramite curve di livello, azimut reciproco ecc., test che si è svolto in circa 30 minuti e senza particolare difficoltà. A partire dalle 22:00 circa è iniziata la parte della navigazione in Presidente regionale: Enzo SCALZO CO.RE.SI. COMITATO REGIONALE SICILIA notturna, che riguardava la ricognizione di 5 WP e di 3 Obj di tipo C2 (report a seguito di acquisizione). Dopo aver diviso i corsisti in gruppi da 6 o 7 elementi è stata consegnata loro una busta contenente carta del campo e lista delle coordinate dei vari obj e dopo aver inserito le coordinate e studiato il percorso da compiere, affiancati da un Tutor, i gruppi sono partiti per la ricognizione. A rendere più difficile la navigazione sono stati alcuni gruppi di controinterdizione posizionati sul campo, ma senza particolari problemi tutte le ''squadre'' sono rientrate nell'arco di 3 ore circa, pronti per il meritato riposo. Alle 8:00 in punto della domenica, dopo aver consegnato loro nuovamente le buste con le coordinate dei 3 obj diurni, i gruppi si sono avventurati per l'ultima fase del corso, affiancando alla navigazione anche un minimo di fase ludica, regalatagli dall'attacco degli obj. Al loro rientro la consegna degli attestati e un plauso per corsisti e organizzazione tutta ha segnato la fine del corso, con l'augurio che queste nozioni apprese possano essere messe in pratica e approfondite da tutti i neo-cartografi. Questo corso di cartografia è stato svolto da 30 corsisti circa, che è stato per il comitato un grosso passo avanti e un ottimo inizio di biennio, con l'auspicio che possa ripetersi almeno una volta all'anno insieme a corsi di diverso genere. Va segnalato che per la prima volta nel Co.Re.Si. Il corso di Cartografia ha ottenuto il patrocinio del Comune di Caltanissetta che ha svolto una parte importante nell'organizzazione e pubblicizzazione dell'evento e per questo si ritiene opportuno ricordare l'assessore allo sport del Comune di Caltanissetta Dr. Gaetano Angilella e il Consigliere Comunale Dr. Oscar Aiello. Altra parte importante ha svolto l'Azienda Foreste Regionale di Caltanissetta che ha messo a disposizione del Co.Re.Si. le strutture dell'area demaniale di Mustigarufi, senza le quali lo svolgimento del corso non avrebbe avuto il successo riportato. Articolo a cura di: Vincenzo (GASTON) ADAMO C.R.U. COMITATO REGIONALE UMBRIA Il corso si è svolto domenica 23/03/2014 a Foligno (PG) presso la sala riunioni della "Yes! Engineering" ed ha visto la partecipazione di 12 softgunner provenienti da 4 team (BATTAGLIONE SANTA CROCE, ASCU, GUN NORCIA, ATTACK GROUP), tutti della provincia di Perugia. Per i club della provincia di Terni sarà organizzato un corso nel prossimo mese. Il corso è iniziato alle 9.30 ed è terminato alle 12.30 ed i partecipanti hanno svolto il test dalle 12.30 alle 13.30. Nelle 3 ore di corso ho relazionato le slide fornite dalla federazione ed ho integrato con domande ed esempi pratici di arbitraggio. Già dal corso si percepiva che il livello di preparazione degli "studenti" era buono; tutti interagivano in modo coerente e rispondevano esattamente alle domande da me proposte. C'è da dire che ho fatto pressione su tutti affinchè studiassero, ho creato, oltre un mese fa, l'evento relativo all'esame su facebook invitando a tale evento tutti quelli che avevano manifestato l'intenzione di partecipare al corso, dopodiché ho iniziato a indicare i testi su cui studiare esortandoli ogni giorno allo studio e forse qualcuno mi ha pure “odiato” per questo. Oltre a questo, proponevo delle domande sul regolamento a pattuglia, per verificare che conoscessero dei dettagli particolari. I primi giorni rispondevano a caso non conoscendo quasi nulla dell’argomento e gradualmente hanno iniziato a capire di cosa si parlava infatti incuriositi dalle domande, andavano a cercare le risposte sul regolamento. In questo modo, quasi senza rendersene conto, studiavano e imparavano. Con Walter, la sera dopo l'esame, abbiamo corretto i test a casa mia, ne è emerso un ottimo risultato: sono stati creati n° 6 nuovi Arbitri Regionali in Umbria. Altri 4 studenti non sono riusciti a totalizzare i 55 punti richiesti ma sono comunque rientrati al di sopra dei 45 punti per diventare Ausiliari Arbitri. Per 2 di loro invece, ahimè, non c'è stato nulla da fare. Gli arbitri appena formati appartengono ai seguenti club: 1 al BATTAGLIONE SANTA CROCE, 2 all'ASCU, 1 ai GUN NORCIA, 2 all'ATTACK GROUP. Ora, a conti fatti, il CRU ha a disposizione 7 Arbitri Regionali e 4 Ausiliari Arbitri: possiamo partire con il campionato 2014/2015! Presidente regionale: Walter BRUGIATI CO.RE.SA. COMITATO REGIONALE SARDEGNA Campionato regionale Territorio della Transbajkalia, Federazione Russa. La notte tra il 3 e il 4 gennaio 2014, stando alle testimonianze di alcuni abitanti dei villaggi più vicini, un oggetto non meglio identificato è precipitato in una zona disabitata ai confini con la Mongolia causando un forte bagliore e un boato udito fino a 30 km di distanza. Così inizia l'antefatto della prima gara di campionato “Operazione Tunguska” svoltasi nella stupenda località di Villaurbana (OR) nel campo dei ragazzi degli UFO. In Organizzazione le associazioni, Beta Snipe, The Losers, UFO, Preep, PMC E RED SKULLS. In Contro interdizione Le pattuglie degli: Orchi Sat SF Uta Tigri Bianche Naxos Sirbones Figli di Anubi Bod One Beronicenses La gara consisteva nell'acquisizione Obiettivi e waypoint tra i quali spiccavano l'Obiettivo dei padroni di casa UFO che consisteva in un area di contenimento nel sito in cui era precipitato un oggetto volante non identificato, in cui vi era un alieno sotto autopsia, e altri obiettivi incorniciati in una splendida e difficoltosa area montagnosa a tratti dura e intricata nella quale pero spesso si incontravano dei sentieri strategici per l'avanzamento in modalità Stealth. Imponente l'organizzazione e la contro interdizione Russa dotata di mezzi e di numerose unità operative che pattugliavano l'area in cerca di indizi e materiali importanti utili all'investigazione sull'incidente. La gara priva di intoppi e scivolata via bene a parte la pioggia che purtroppo ha accompagnato le pattuglie all'esfiltrazione serale, ma che non ha minato comunque il divertimento e l'impegno di ambo le patri in azione. La gara si conclude con la vittoria ai punti delle Tigri Bianche, seguiti dai Naxos e dai “Bucanieri” F.D.A. A cui vanno i complimenti del presente e delle associazioni del Co.Re.Sa Tutte! CO.RE.SA. COMITATO REGIONALE SARDEGNA Seminario staff arbitrale 1. 1 febbraio corso arbitri: Partecipanti 18: 4 arbitri, 7 ausiliari 2. 15 marzo corso arbitri: Partecipanti 6: 3 Ausiliari Presidente regionale: Stefano FLORIS CO.RE.TO. COMITATO REGIONALE TOSCANA Campionato regionale Si è svolta domenica 9 marzo la I Tappa del Campionato Regionale, un campionato particolare vista la decisione del comitato di non partecipare alle fasi finali nazionali che verranno organizzate in Toscana nel 2015. L'intento è stato quello di creare un campionato all'insegna della crescita e del coinvolgimento di tutti i club appartenenti al Comitato, per ricompattarli in vista delle Semifinali e Finali, ed al contempo gettando le basi del Co.Re.To del futuro: sono stati infatti coinvolti nell'organizzazione delle tappe Associazioni alle loro prime esperienze organizzative, affiancati e supportati dai club più scafati ed esperti. Il risultato è promettente, visto il clima eccellente che si è respirato sul campo di Acciaiolo, e vista la performance niente male dei V-Team alla loro prima gara da organizzatori. Far girare 19 team di interditori in un campo tutto sommato piccolo non sarebbe stato facile per nessuno, ed alla fine gli intoppi che ci sono stati non hanno compromesso la riuscita della manifestazione. Bravi V-Team e congratulazioni ai vincitori! Ecco la classifica: 1° - Dragon Force (T.4) PUNTI 4.500 tempo gara h 5.02 2° - Elite Force (T.14) PUNTI 4.500 3° - Compagnia Esploratori (T.1) PUNTI 3700 Presidente regionale: Michele CORTOPASSI C.R.L. COMITATO REGIONALE LOMBARDIA Seminario staff arbitrale 1. 08/03/2014 Carvico (BG) 2. 22/03/2014 Saronno (VA) Campionato regionale Tappa campionato (articolo a seguire) Responsabile Arbitro Bonacina Giorgio Presidente regionale: Paolo POZZOLI C.R.L. COMITATO REGIONALE LOMBARDIA La sera del 21 Febbraio 2014 nella Sala Consigliera del Comune di Cologno al Serio si è svolta la premiazione per la gestione delle aree verdi nel corso del 2013. >>> Il Sindaco Claudio Sesani ha premiato l'Associazione Sportiva Dilettantistica " 7° Brigata Lupi " per aver gestito alcune zone comunali, quali area piscina e zona industriale sud, coadiuvando gli operatori comunali. Nella foto si possono vedere, a partire da sinistra, il Presidente Onorario Ivan Resmini, il Vicepresidente Luca Pedrini e l'attuale Presidente Andrea Martinelli, premiati unitamente al Gruppo Bersaglieri di Cologno al Serio con i quali hanno svolto questo servizio civico. In quattro date, 27 Aprile - 18 Maggio - 6 Luglio - 5 Ottobre, i ragazzi della Settima si sono impegnati anche con condizioni meteo avverse per rispettare l'impegno preso e fornire un servizio utile alla città nella quale l'Associazione è stata fondata. >>> Questo è un tipico esempio di come i ragazzi che praticano questa attività ludico-sportiva possano fornire un beneficio alla comunità, svestendo i panni dei giocatori di softair e mostrandosi come un gruppo di persone serio ed affidabile. Onori alla Settima 7° Brigata Lupi - Cologno al Serio Articolo a cura di: Marco (SKIA) DELL’ORTO La domenica appena trascorsa, ha visto lo svolgimento del primo torneo di tipologia Combat del 2014 tra le squadre del CRL (Comitato Regionale Lombardia). L’evento si è svolto all’interno di un’area operativa di 500 ettari, presso il Bosco del Radizzone, a Mariano Comense (CO). Il Club dilettantistico Nucleo Operativo Soft Air, noto ai più con l’acronimo N.O.C.S., ha avuto modo di gestire in modo attento e preciso un torneo articolato in 13 obiettivi che ha visto la partecipazione di oltre 150 persone agguerrite, ma al tempo stesso, corrette e oneste, come dimostrato al termine della manifestazione, dai referti arbitrali. In una giornata mite e soleggiata, quasi un anticipo di primavera, le 13 squadre, desiderose di giocare e confrontarsi nel primo evento ufficiale del 2014, si sono ritrovate alle 7.30 del mattino e, dopo i convenevoli del caso, come da programma, si sono sottoposte ai test per le ASG. Capi pattuglia e Cartografi si sono invece confrontati con l’organizzazione al briefing pre-gara. Chiariti eventuali dubbi e ragguagliati tutti, giocatori e arbitri si sono diretti ai propri obiettivi. Alle ore 10.00 è stato dato il via alla manifestazione che si è protratta per circa 6 ore di gioco impegnativo per la natura del terreno e la tipologia di evento; le squadre hanno affrontato ripetutamente una serie di difficoltà all’ordine del giorno per chi pratica abitualmente il nostro sport: disinnesco di finti ordigni bellici, esercizi cartografici, recupero informazioni, arresto e scorta di V.I.P. oltre a liberazione di ostaggi e molto altro ancora. La tipologia stessa dell’evento inoltre invita le squadre a dare il meglio di sè sia per dare filo da torcere agli avversari, sia per cercare di superare gli ostacoli da essi messi in campo. L’evento infatti consta di un percorso definito e noto a priori alle squadre, che tocca in successione tutti gli obiettivi. I club partecipanti si suddividono in due squadre, una di difesa, composta da quattro operatori, che si occupano di allestire la scenografia dell’obiettivo assegnato e di difenderlo e una squadra di otto ope- ratori che invece si spostano da un obiettivo al successivo, seguendo il percorso suddetto e cercando di eliminare le difese svolgendo la parte di intelligence che ne consegue. Organizzare il torneo in questo modo, permette anche alle squadre che non hanno grandi competenze cartografiche e di navigazione, di partecipare in modo agevole senza rischiare di perdersi all’interno dell’area operativa e senza rischi per la propria incolumità. Si massimizza inoltre, grazie alla distanza degli obiettivi limitata a poche centinaia di metri, il tempo dedicato al gioco vero e proprio, permettendo alle squadre di divertirsi e mettere alla prova la propria abilità negli scontri a fuoco e nelle fasi di intelligence. Il tutto, ovviamente, è stato seguito e controllato da arbitri FIGT che hanno permesso uno svolgimento tranquillo, sereno e all’insegna dell’onestà. Alle 16.30 il gioco ha avuto termine e un’ora più tardi, tabellati tutti i punteggi, si è proceduto alla premiazione, che ha visto i Clubs Black Predators e Legione Spartana dominare la classifica con oltre 5.000 punti e i primi vincere sui secondi, per un risicato margine di 10 punti. Al terzo posto si sono classificati i G.I.P. Lodi che hanno avuto anche la soddisfazione di vedersi premiati come club organizzatore della miglior scenografia e intelligence. Un podio per pochi, ma un premio per tutti, che si è concretizzato in una targa di partecipazione a memoria della bella giornata e della soddisfazione di essere arrivati in fondo stanchi, ma appagati. COME SI CAMBIA …… IN EMILIA ROMAGNA Domenica 9 Febbraio, a Ferrara, si è svolta l'ormai immancabile Fiera Nazionale del Softair, dove abbiamo potuto ammirare le ultime novità giunte dai paesi della Seta e del Sol Levante. Mentre orde di famelici Softgunners si contendevano le rarità di maggior interesse, rinchiusi in una sala per conferenze i soliti noti della F.I.G.T. Federazione Italiana Giochi Tattici, si davano invece da fare affinché il panorama del Softair Emiliano-Romagnolo potesse continuare a sperimentare ed innovare. Abbiamo assistito ad un cambio ai vertici del C.R.E.R., il Comitato Regionale Emilia Romagna. Il Comitato Regionale uscente, che cogliamo l'occasione per ringraziare, dopo aver magistralmente diretto le Elezioni per il Nuovo Comitato Regionale, si è reso disponibile a continuare a perorare le cause, sostenute fino a poc'anzi dal palco, anche dalla platea, dando esempio di dedizione alla causa. Figura Super Partes che ha vigilato sullo svolgimento delle votazioni è stato il Presidente Nazionale F.I.G.T., Raffaele "Joker" Mori Taddei. L'uscente Presidente Regionale F.I.G.T. dell'Emilia Romagna, che continuerà a ricoprire la carica di Consigliere Nazionale, Giovanni "Ferro" Ferrante, dei The Untouchables di Rimini, ha sapientemente diretto la riunione, supportato dal Vicepresidente Uscente, Patrick "Press" Falcini, degli Opposit Force ASD di Forlì, coadiuvato dal Segretario Uscente, Mirco "Raull" Pinetti, degli EASY TRIGGER di Reggio Emilia. Le elezioni hanno dato forma al nuovo C.D. C.R.E.R., così composto: PRESIDENTE Giorgio "Zaffa" Zaffagnini, dei P.G.S. Soft Air Team di Faenza, VICEPRESIDENTE Gabriele "Angel" Manfredini, degli EASY TRIGGER di Reggio Emilia, SEGRETARIO Steven "Ghillie" Tarducci, degli Opposit Force ASD di Forlì, TESORIERE Davide "Ita999" Mantellini, dei Mamba Korps di Cesena, CONSIGLIERE Stefano "Colonnello" Simoni degli A.S.A.F. di Faenza. Dopo le foto di rito, il Nuovo Consiglio Regionale si è dedicato a dirimere le questioni più urgenti, riguardanti il CALENDARIO UFFICIALE PATTUGLIA 2014-2015 e si è inoltre discussa la possibilità di continuare con il campionato COMBAT, di cui noi EmilianoRomagnoli siamo gli Alfieri in Italia. Il consiglio si è reso disponibile a valutare la possibilità di far ulteriormente evolvere il discorso COMBAT, provando ad inserirvi una semplice componente di navigazione libera come da esperimenti fatti sul finire dell'anno precedente, in modo da rendere questo sistema di gioco ancor più propedeutico all'inserimento nella tipologia di gioco a Pattuglia. Risulta molto meno impegnativo per squadre novizie partire da una tipologia di gioco più semplice, al fine di non trovarsi impreparati su tornei in campi di dimensione molto estese. Si è inoltre discusso degli imminenti CORSI C.R.E.R. della F.I.G.T.: il CORSO ARBITRI EMILIA ROMAGNA, che si svolgerà nella giornata del 2 Marzo ed il CORSO PATTUGLIA EMILIA ROMAGNA, che si svolgerà nelle giornate del 5/6 Aprile, con specifica prova pratica, direttamente sul campo, in notturna. Particolare interesse è stato dimostrato dal Nuovo C.R.E.R. per lo sviluppo del Settore Giovanile, il Futuro di questo Sport, il Nuovo Presidente Regionale ha già affermato che ritiene "Fondamentale puntare sui giovani!" e ci sentiamo di dire che siamo pienamente d'accordo con lui. Con l'augurio per il Nuovo C.R.E.R. della F.I.G.T. di riuscire a rendere sempre più stimolante ed accattivante il panorama del Softair nella nostra regione concludiamo questo articolo. A presto. Articolo a cura di: Gabriele (ANGEL) MANFREDINI SETTORE GIOVANILE Negli ultimi anni, dopo un periodo in cui la pratica del softair era relegata ad attività sportiva per i soli appassionati, si è registrato un crescente interesse con un aumento esponenziale di praticanti. La sempre maggiore disponibilità di terreni affidati alle varie ASD da parte di privati, enti pubblici ed amministrazioni locali è sicuramente dovu- ta ad una maggiore apertura da parte di chi gestisce tali realtà locali che hanno compreso la componente ludico sportiva del Soft Air e che hanno verificato il ritorno positivo da quello che, da semplice gioco, è divenuto un vero e proprio presidio del territorio, grazie alla presenza settimanale in aree boschive. Sempre più spesso si viene a conoscenza della collaborazione tra le ASD marchiate FIGT con le amministrazioni locali, tanto da arrivare al riconoscimento dell’attività compiuta sul territorio da parte delle amministrazioni comunali con sindaci che si esprimono con favore nei confronti della nostra attività sportiva. Naturalmente questo vero e proprio sdoganamento non poteva che avere la conse- guenza di una sempre maggiore diffusione di negozi specializzati che fungono da vero e proprio “punto di incontro” con la conseguenza di diventare un riferimento per gli appassionati ed un punto di ritrovo per le varie squadre locali e che aumentano la visibilità del Soft Air. Ulteriore conseguenza è quella di richiamare anche molti appassionati in età minore che, finalmente, hanno la possibilità di accedere ad un mondo che sino a poco tempo fa era solo un luogo virtuale sul web. Il Comitato Umbria ha sempre creduto nell’idea di creare un settore giovanile e già nel maggio 2012 aveva iniziato un progetto che vide la sua presentazione ufficiale al Capetav a Bastia Umbra denominato “minisoftair” in cui l’attività si basava su di un programma ad ampio raggio e che prende in considerazione ogni aspetto della disciplina del Soft Air, passando dalla sicurezza in gioco all’approccio con i primi elementi della cartografia e con i relativi. Anche in questo caso determinante è stata la collaborazione con il Comune di Due Santi nel Todino, che ha fornito il supporto logistico necessario per la attività didattica. Per quanto riguarda la parte pratica, i vari tutor dell’ ASCU hanno illustrato il corretto uso in sicurezza delle ASG e le varie tipologie di equipaggiamenti per poter guidare i giovani appassionati ad un graduale ingresso alla partica sportiva. Altra esperienza positiva è sicuramente quella del Comitato Toscano che ha creato uno specifico settore giovanile mediante un “progetto guida” articolato su una seria di incontri con difficoltà crescente, partendo dai concetti fondamentali, primi rudimenti sul corretto e sicuro utilizzo delle repliche da Soft Air, per poi passare ai primi elementi di cartografia con una vera e propria lezione in aula con Sergio Profili degli Elfi di Pontedera e Andrea Bascherini della Compagnia Easy Versilia nella veste di tutor. Durante gli ultimi incontri, il programma toscano prevedeva anche un approccio all’agonismo con una fase di gioco strutturata come simulazione agonistica con i giovani giocatori che si destreggiavano tra orientamento e tattica. Un’esperienza sicuramente largamente apprezzata e positiva che ha messo in campo i giovani softgunner con i genitori che, oltre ad aiutare i piccoli giocatori alla vestizione, hanno spesso dato un aiuto prendendo parte attiva nella veste di controinterdizione per aumentare il livello della difficoltà. E’ stata, forse, proprio questa fase che ha sublimato il rapporto figli – genitori che, per una giornata, si sono ritrovati a giocare assieme con il solo scopo del divertimento. Tra le altre esperienze positive è da segnalare l’interessante esperienza degli Jena Korps di Bologna che hanno organizzato una giocata ludico – didattica per i giovani atleti bolognesi della F.I.S., la Federazione Italiana Scherma, che, in occasione di uno stage tecnico federale, hanno introdotto una esperienza nel Soft Air riconoscendo nella nostra attività sportiva una notevole componente aggregativa, con la conseguenza di stimolare nei giovani ragazzi lo sviluppo del senso di squadra e di interazione tra compagni di gioco che, nella scherma non sarebbe altrimenti possibile, vista la natura individuale della fase agonistica di questo nobile sport. Sono stati ben 44 ragazzi e ragazze. Divisi in due gruppi omogenei per età, a cimentarsi in una attività sportiva così anomale ma, al contempo, divertente ed istruttiva. Con la costante presenza dei ragazzi dello Jena Korps. Sempre pronti ad intervenire per consentire il regolare svolgimento dell’allenamento. Anche nella manifestazione emiliana i risultati sono stati molto soddisfacenti con i giovani giocatori, perfettamente calati nel ruo- lo, e con gli istruttori che alla fine giornata si sono espressi molto favorevolmente sulla positività dell’iniziativa, tanto da pensare di ripetere nuovamente l’esperienza nel prossimo futuro. Ma quello che è stato l’evento più clamoroso e significativo tra le varie attività junior, è stato quello del settembre 2013 in Piemonte, a Bra, dove i ragazzi della Compagnia Fantasmi del Comitato Piemonte, hanno organizzato una serie di eventi per i ragazzi dell’Oratorio Salesiano. L’incredibile apertura del responsabile dell’oratorio, Don Davis, giovane e dinamico prelato, ha consentito la realizzazione di una serie di eventi, mirati ad una presa di contatto con la natura di ragazzi che, per i sempre maggiori impegni scolastici e per la urbanizzazione dei centri abitati, sempre più si allontanano dall’ambiente naturale. Don Davis, convinto della necessità e della importanza del rapporto con l’ambiente neutrale, ha visto come una ottima occasione per unire divertimento e inserimento nella Natura, il Soft Air stesso. Come ha affermato in un’intervista con un addetto dell’ufficio stampa FIGT: “non vedo cosa ci possa essere di male a giocare nei boschi, come tutti noi facevamo da bambini, calandoci nei panni di giocosi combattenti. Vedo il Soft Air come una versione evoluta del gioco “guardie e ladri” e non ho visto nulla di violento, anzi ho visto i ragazzi divertiti ed impegnati in quella che è stata una piccola avventura! Ho sicuramente visto più violenza tra i genitori che assistono alle partite di calcio dei loro figli” Questo atipico evento, svoltosi in una bellissima azienda agrituristica, la “Tenuta Bonuccelli” di Alba, è stata divisa in varie fasi. La prima, di mattina, è stata puramente didattica, con la spiegazione degli elementi basilari per l’utilizzo in sicurezza di una ASG e con la spiegazione del corretto approccio alla Natura con un tutor, Mario Putetto, esperto appassionato di survivor della F.I.S.S.S., la Federazione Italiana Survivor Sportivo e Sperimentale, che ha validamente istruito i ragazzi dell’oratorio. Dopo la fase didattica, i ragazzi, divisi in gruppi, si sono cimentati nelle varie fasi della costruzione di un ricovero notturno e di un focolare, utilizzando il solo materiale reperibile nell’ambiente boschivo. Questa fase pratica, alternata, a turno, con sessione di gioco, era mirata allo sviluppo del senso di gruppo dei ragazzi. Ogni gruppo aveva adottato un nome scelto dai ragazzi stessi e, calatisi nell’atmosfera di confronto tra squadre, hanno fatto a gara per realizzare il miglior ricovero notturno e per ottenere il miglior punteggio. Senso di squadra, agonismo e individuazione di un leader che guidasse il gruppo, sono stati gli elementi di questa interessante giornata che è risultata pienamente soddisfacente. Articolo a cura di: Giampaolo (GIAMPY) CAVALCA Nel 2002 lo US Army iniziò uno studio per trovare dei sistemi d'arma che potessero sostituire la carabina M4A1; il progetto era conosciuto come OICW e comprendeva, oltre alla carabina M4A1 SOPMOD, anche due elaborazioni della Heckler und Koch (XM8 e H&K416) e un fucile d'assalto prodotto dalla belga FNH interamente modulare. La componente modulare dell'arma colpì subito l'interesse delle alte sfere dell'USSOCOM, che ne compresero subito la flessibilità in termini di riduzione del numero di armi necessarie per soddisfare le varie esigenze operative, dei tempi di formazione e, soprattutto, di costi e logistica. Successivamente rinominato SCAR (Special Operations Combat Assault Rifle), l'arma fu espressamente sviluppata per fornire alle SOF un fucile affidabile e preciso, dai parametri di letalità superiori a quelli della carabina M4A1 e potenziati mediante versatilità, controllo del fuoco, acquisizione del bersaglio sia di giorno che di notte, combattimento ravvicinato e sulle distanze superiori agli 800 metri. Visto che l'USSOCOM utilizza gli stessi criteri della US Navy, lo SCAR venne designato come Mk16 per la versione in 5,56 e Mk17 per quella in 7,62 e furono sviluppati per sostituire le carabine M4A1, Mk18 Close Quarter Carbine, Mk11 Sniper Support Rifle, Mk12 Special Purpose Rifle e tutte le varianti del fucile M14 in uso nelle Forze Speciali degli Stati Uniti. Nel 2004 l'USSOCOM annunciò che lo SCAR sarebbe entrato in servizio come “arma ufficiale” delle SOF presentandolo come il primo sistema d'arma affidabile, preciso, la cui modularità permetteva di poter impiegare tutti i calibri standard NATO e sarebbe stato prodotto in due versioni: SCAR – L (Mk16) e SCAR – H (Mk17). Dopo diversi test e qualche ritardo, nel 2009 i primi ad entrare in azione, impugnando gli SCAR – L, furono un battaglione del 75th Ranger e alcuni reparti AFSOC/Pararescue (Air Force Special Operations Command), mentre lo SCAR – H sostituiva, di fatto, tutti i modelli di SWS o SSR in circolazione. Poi, nel giugno del 2010, l'USSOCOM ha bloccato la fornitura SCAR – L, in quanto, dopo prolungati test sul campo, il sistema d'arma non avrebbe offerto standard operativi tanto diversi delle altre carabine in 5,56 in dotazione allo US Army, tali da giustificarne la spesa. Lo SCAR – H rimane attualmente in servizio, in tutte le sue configurazioni. Articolo a cura di: Antonello (GreenBeret) RICCIARDI Foto, Claudio RICCI Claudio Ricci Claudio Ricci Operation RED WINGS REENACTMENT LONE SURVIVOR: OPERATION RED WINGS ... UNA STORIA CONTROVERSA Molti di noi conoscono l’operazione Red Wings, ne hanno letto commenti, giudizi, hanno letto il libro che ha cercato di celebrarla e penso che quasi tutti hanno visto il film “Lone Survivor”. Quest’articolo vuole essere una modesta fonte di verità, che si è ormai resa pubblica e che è diversa da quella raccontata nel libro e nel film. Red Wings è un operazione ideata e progettata dal Corpo dei Marines e, più esattamente, dal 2nd BTG 3° Rgt, che essendo un’unità di fanteria, richiese al J-SOC aiuto per quanto concerne le coperture aeree e si decise poi che la fase preliminare dell’operazione dovesse essere svolta da un team di ricognizione, composto da 4 appartenenti ai Navy Seal’s e, più in particolare, al Seal Delivery Vehicle Team 1. Il team era composto, come tutti saprete, dal Tenente Michael Murphy, dal PO Matt Axelson, dal PO Danny Dietz e dal Navy Hospital Corpsman di seconda classe Marcus Luttrell. Non mi dilungherò nell’illustrazione della missione, in quanto ancora oggi ci sono pareri discordanti e diverse versioni, come purtroppo capita in queste occasioni. Le linee guida erano che il team di ricognizione dovesse essere infiltrato attraverso un fast rope, a distanza di qualche chilometro dal punto di osservazione stabilito; i 4, seguendo un “sentiero” di avvicinamento, sono giunti nei pressi della zona di osservazione dove, non si sa con certezza come, furono sorpresi da alcuni civili, i quali sono stati dichiarati civili disarmati. Il resto, come si dice, è storia. I punti fermi sicuramente sono che non ci fu alcun voto per decidere se lasciare andare i “pastorelli”, le regole di ingaggio in vigore all’epoca dei fatti valevano sia per il fante, che operava all’interno di una base, sia per l’incursore impiegato dietro le linee talebane, ovvero nessun civile disarmato può e deve essere fatto oggetto di fuoco. E questo è un punto importante, i quattro non si sono eletti a Onnipotente e hanno decretato la vita o la morte di quelli afghani, hanno semplicemente e correttamente applicato le regole, il Tenente Murphy ritenendo la missione compromessa, decise, dopo aver lasciato andare i civili, di spostarsi per ripristinare le comunicazioni e lasciare la zona. A quanto pare l’oggetto del loro interesse, ovvero il capo della milizia presente nella valle tale SHAH organizzò, con i suoi uomini, un’imboscata ai quattro Seal, che nel tentativo di ripiegare furono costretti dal fuoco nemico a infilarsi in una gola sul lato Shuryek della Valle del Sawtalo Sar dove Murphy, Axelson e Dietz trovarono la morte. REENACTMENT Un altro punto importante, che mi preme sottolineare, è che al di là di chi ha concepito la missione, sia esso un Marine o un membro delle Forze Speciali, siano stati 100 o 20 i talebani che hanno compiuto l’imboscata, sta di fatto che quei ragazzi, in quelle montagne, hanno combattuto una dura battaglia e a loro che non sono tornati e a Marcus Luttrell DEVE andare il nostro massimo rispetto, come a tutti coloro che con i nostri set up vogliamo in qualche maniera celebrare. L’operazione di salvataggio che seguì fu anch’essa una tragedia infatti uno degli elicotteri che trasportava la forza di reazione rapida, composta da Seal del ST10 e da personale del 160° SOAR, fu abbattuto da un colpo di RPG 7 e tutti a bordo persero la vita nello schianto. Nei giorni successivi ebbe luogo l’operazione Red Wings II che ebbe come ragion d’essere, oltre che la dissoluzione della milizia presente nella valle, anche il recupero dei corpi dei caduti. A titolo di cronaca va detto che SHAH riuscì a fuggire in Pakistan, la sua milizia nella valle fu resa inoffensiva per un breve periodo, ma lui, forte delle vicende occorse in quella valle e ripristinata l’operatività delle sue truppe, dopo poche settimane tornò padrone della valle. Dopo questa breve premessa, ma a mio parere doverosa, voglio passare a parlare dell’equipaggiamento che compare nel tanto materiale fotografico riguardante, non le ore della missione, ma gli operatori che ne hanno preso parte durante le settimane precedenti e in generale durante il loro dispiegamento. E’ sicuramente questo un aspetto che ha fatto sì che questo argomento sia stato oggetto di moltissime interpretazioni, ispired, di ottimo reenactment e comunque di tantissimi photoshoot. E’ raro avere tanto materiale riguardante una singola unità, questo insieme al clamore mediatico che la vicenda ha avuto è una tentazione troppo forte per qualsiasi reenactor! Questo photoshoot vuole esserne un esempio, il set up presentato non tiene conto delle immagini del film, nel quale, se pur molto aderenti alla realtà, sono stati commessi errori grossolani come le armi di back up che invece di essere il must dei Seal, la SIG SAUER P226, erano delle Beretta M9 anche i vest utilizzati erano corretti come modello ma non come epoca, forse per facilità di reperibilità sono stati scelti dei RRV più recenti rispetto a quelli in dotazione ai team nel 2005. Sembra invece sia corretta la scelta delle uniformi usate, infatti si hanno testimonianze certe che furono scelte le classiche BDU woodland in luogo delle DCU, queste ultime non molto efficaci nell’ambiente montano della provincia del Kunar. Queste scelte cinematografiche fanno sì che sia molto più facile comporre un set up “alla Lone Survivor “ piuttosto che un load out corretto per l’epoca, infatti i kit in dotazione nel 2005 sono abbastanza rari e molto più costosi. Complice REENACTMENT di questa diffusione è anche il fatto che il Rhodesian Recon Vest è molto diffuso in quanto tra i chest rig più versatili esistenti, ne esistono inoltre centinaia di repliche di diverse fatture e prezzi. Diciamo quindi che un set up ispired, più o meno curato, è alla portata di molti. Il kit MLCS (maritime load carring system) in dotazione all’epoca era un kit comprendente un’infinità di tasche e diversi vest e body armour per diversi utilizzi, a seconda della missione che si doveva svolgere; l’anno della loro distribuzione ai team è controversa, complice anche il fatto che i primi kit sono stati realizzati per il DEVGRU su loro indicazioni e solo successivamente furono distribuiti a tutti i SEAL TEAM. Ne esistono di diverse varianti e anche della stessa variante si possono trovare piccole differenze di colori, dati dalle forniture di cordura velcro ect che venivano utilizzati durante la produzione. Ne fanno comunque parte molti dei vest e BA più diffusi come il MarCiras, l’RRV appunto, l’H-Harness, l’MBSS. Inoltre nei primi kit era presente un vest che riprendeva il gibernaggio base dei kit ELCS della Safariland, di cui abbiamo parlato durante il servizio sulla Task Force Viking di qualche numero fa. Ce n’era per tutti i gusti, è inutile negare che da questi kit hanno preso spunto molte delle repliche che vengono largamente diffuse e molti giocatori ne hanno almeno una parte, in quanto la loro modulabilità ne fa una risorsa infinita per ogni game o gara si debba affrontare. Ho scelto di non replicare un operatore dei 4 in particolare anche perché, come detto, non ci sono immagini dell’operazione, ma costruire un set up con materiale dell’epoca verosimile in base alle testimonianze e all’uso dell’epoca. Il soggetto indossa una BDU woodland in questo caso aftermarket, prodotta dalla PROPPER, con scarponcini ALTAMA Desert Boot e una UnderArmor come intimo insieme a boxer LV1 della Peckam. Il Rhodesian Recon Vest è stato settato con la configurazione degli spacci ad H, molto più comodo quando lo si utilizza con uno zaino come in questo caso. Il tipo di zaini usati durante l’operazione è un argomento abbastanza controverso, in quanto tutto è plausibile, purchè dell’epoca ma nulla è certo. Nel nostro caso la scelta è ricaduta su uno zaino 3Days dell’Eagle Industries, sicuramente coerente con l’epoca. Durante la missione, come in molte missioni recon, per praticità e riduzione dei pesi, i 4 operatori, da quello che ci è dato sapere, non utilizzarono protezioni balistiche di alcun genere; d’altro canto doveva essere un’operazione green side, ovvero che non prevedeva il contatto con il nemico. Le comunicazioni erano affidate alle radio multi banda PRC 148 della Thales con PPT della TEA e auricolare della Inviso. Questo particolare auricolare consente di comunicare semplicemente schiacciando il ptt senza dover REENACTMENT “parlare nel microfono”, infatti sfrutta la conduzione ossea per trasmettere la voce di chi sta parlando, poco invasivo ed estremamente comodo: è totalmente privo di rumori di sottofondo. Questo particolare headeset è abbastanza raro da reperire e non a buon mercato, anche di questo comunque sono state realizzare delle repliche che ne permettono l’utilizzo con ptt anch’essi replica e radio diffuse tra tutti i giocatori italiani. A quanto pare il team aveva con sè anche un telefono satellitare in quanto era conosciuto il fatto che la zona non aveva una copertura radio ottimale. Fu anche questo uno dei fattori che tramutò un contatto col nemico in un disastro, l’impossibilità di contattare repentinamente la QRF fu determinante. Il nostro operatore ha con sè correttamente una pistola Sig Sauer P226 che come era uso fare in questi casi, dove non era necessaria una rapida estrazione dell’arma, era riposta in una tasca del vest. L’arma primaria scelta è una carabina M4 con kit SOPMOD I, lanciagranate m203 per granate da 40mm, un ACOG 4x32 e peq per l’utilizzo del NVD. Nello zaino si ipotizza la presenza di materiale per l’osservazione oltre che quello utile all’allestimento di un observation point, cibo e scorte d’acqua. REENACTMENT Il mio set up è quindi così composto: UnderArmour T-shirt tactical series Peckam Lv. 1 boxer BDU Propper Jungle hat Altama Desert Boot Mechanix gloves MLCS RRV w/ MLCS 3x Rifle mags pouches MLCS 1x 1qt canteen pouch MLCS 1x Radio Pouch MLCS Orizontal GP pouch MLCS M60 ammo pouch MLCS 2x Pistol mags pouches MLCS 1x triple 40mm grenade pouch Eagle Industries AII Days backpack Altri accessori che compongono la dotazione sono una VIP IR Light della AdventureLights, un CAT, un auricolare Invisio, degli occhiali Oakley M-Frame, bandiera a bassa visibilità in materiare IR. Come detto in precedenza, questo set up è coerente più con l’epoca che con le immagini del film e non tutto il materiale originale è di facile reperibilità nè tanto meno a buon mercato, ma di quasi tutto è possibile trovare delle più o meno valide repliche, per potersi comunque “sentire” nel film, oltre che avere a tutti gli effetti un ottimo set up da gioco. LONE SURVIVOR: OPERATION RED PANTERE PELORITANE Come nascono realmente le Pantere Peloritane. Tutto è iniziato per gioco, tra un gruppo di cugini e zii, che per divertimento e piacere di stare a contatto con la natura, cominciarono a rincorrersi e cercarsi tra le campagne adiacenti la proprietà di uno di loro. Un giorno, per puro caso, transitando davanti ad una delle armerie che si trovano nella città di Messina, notai, in bella esposizione, delle repliche di armi che espellevano dei pallini. La cosa mi colpì molto e ne feci propaganda tra il gruppetto con cui giocavamo a rincorrerci e nasconderci. La novità fu accolta con sorpresa, ma anche con molto scetticismo; ovviamente parliamo di 20 anni fa, per cui viste le grosse cifre che occorrevano per l’acquisto, le perplessità e la giovane età del gruppo (15- 16 anni), l’entusiasmo iniziale andò scemando, fino a quando un giorno, al consueto appuntamento, uno di questi zii spuntò con questo piccolo mitra visto esposto nell’armeria. Lì fu il delirio, che divenne massimo non appena questo piccolo mitra (per l’esattezza un H&K MP5) iniziò a sputare i suoi primi pallini ad una distanza per noi impensabile fino a quel momento. Da quell’istante niente più ci bloccò e per tutti iniziò la corsa per accaparrarsi uno di quei dispositivi azionati con gas (pistole, mitra ecc.) Il gioco così divenne bello e avvincente, ma niente ci poteva far immaginare allo sviluppo che avrebbe avuto nel tempo. Grazie ad un cugino che aveva terminato la leva, ottenni in regalo una bellissima giacca dell’esercito color verde oliva, che decisi di indossare al primo appuntamento di gioco. Questa giacca aprì nuovi orizzonti, perché fece comprendere un pò a tutti che un indumento adatto poteva offrire un grande aiuto nel mimetizzarsi con l’ambiente circostante. Ciò scatenò la ricerca sfrenata di indumenti di origine militare da utilizzare in questi nostri appuntamenti. Era un mondo tutto nuovo che scoprivamo poco a poco e ad ogni appuntamento si traeva l’esperienza per crescere e migliorarsi. Questa voglia di migliorarsi è sempre stata la base dalla quale trarre conclusioni e idee per progredire nel tempo. Grazie a ciò un giorno (erano già trascorsi quattro anni), un amico che conosceva questo passatempo che portavo avanti tra cugini e qualche altro conoscente, mi mostrò una rivista dal nome strano e bizzarro “SOFT-AIR”, sfogliarla per me fu come quando un bimbo solleva il coperchio dalla sua cesta dei giochi, si presentò un mondo fantastico davanti ai miei occhi, una realtà di quelle che alle volte puoi immaginare solamente. Questo fu un input pauroso, non si poteva più stare a guardare, bisognava agire. Nel frattempo al gruppetto si era aggregato Biagio, una persona che nel tempo diventerà un pilastro dell’associazione. Biagio e io, insieme ad altri del gruppetto, grazie alla consapevolezza che ormai non si poteva più parlare di giocare alla “GUERRA”, ma che dovevamo imparare a chiamare quello che facevamo con il giusto nome e cioè “SOFT AIR”, decidemmo che era giunto il momento di mettere un punto e che per poterci riconoscere ufficialmente dovevamo costituire un’associazione. Così ci attivammo per renderlo possibile, non fu impresa semplice anzi la parte più problematica fu quella di dare un nome a questa associazione, giorni e giorni passati a mescolare, scartare, accoppiare nomi di ogni genere, alla fine fu deciso e così il 30-04-1998 alle ore 17:05, presso uno studio notarile, nasce ufficialmente l’associazione sportiva PANTERE PELORITANE. Aver dato un’entità, una forma, un nome a tutto ciò che per anni era stato semplicemente il “GIOCARE ALLA GUERRA” era veramente emozionante e motivo d’orgoglio. Adesso però iniziava la sfida più difficile, quella che nel tempo non si esaurirà mai e cioè andare avanti e far crescere il gruppo. Così con un pò di pubblicità e apparizioni ad eventi in città, iniziavano ad arrivare volti nuovi, tra questi giunsero personaggi che per un decennio contribuiranno enormemente alla crescita associativa. Ormai la mentalità era cambiata, non si trattava più della “giocatina” tra cugini e compagni, si trattava di attività sportiva. Ad un anno dalla costituzione, si presentò presso la sede sociale un personaggio strano, capace, di grande personalità e carisma, un certo Salvatore, l’impatto non fu dei migliori poiché si presentò con idee troppo evolute da afferrare per noi che eravamo ancora così giovincelli. Il suo ingresso in associazione portò non poco scompiglio e solo grazie alla sua testardaggine riuscì a dimostrarci che le sue idee e il suo modo di fare ci avrebbero portato lontano. L’associazione continuava la sua vita, alcuni soci lasciarono l’attività per trasferimenti di lavoro, tra questi un mio amico d’infanzia. Una mattina mi chiama e mi informa su di una novità, mi dice che l’associazione nella quale si era tesserato a Cassino, aderisce ad una sorta di federazione denominata ASNWG che gli dà la possibilità di partecipare ad un campionato. Una cosa bellissima, peccato però che in Sicilia non esista. Così ci poniamo la sfida, costituire una sezione dell’ASNWG in Sicilia. Avviamo i contatti con la federazione dalla quale otteniamo il nulla osta, adesso però occorre trovare i club, iniziamo a contattare diversi club Siciliani dai quali riusciamo ad avere una discreta adesione. Così, dopo aver organizzato il tutto, l’1-07-2001 in località Augusta nasce il comitato regionale Sicilia (CO.RE.SI). Con questo passo l’associazione venne catapultata nel SoftAir agonistico, infatti iniziammo a spostarci in tutta Italia prendendo parte a diverse gare dalle quali uscivamo spesso e volentieri con le ossa rotte. Certo di sicuro non eravamo pronti ad affrontare un’esperienza simile, ma ciò non ci scoraggiò più di tanto, anzi fu l’input che ci diede un’ulteriore spinta per crescere e miglioraci. Fu veramente dura ma da allora lo scopo principale dell’associazione è sempre stato quello di “crescita e competitività”, una mentalità che negli anni ci ha ripagato dell’impegno e della dedizione messi in campo rendendoci una realtà affermata e vincente. Il nostro palmares ad oggi può vantare ben quattro titoli interregionali, oltre alla partecipazione a cinque semifinali e tre finali nazionali, senza contare i vari open, corsi ecc.. Un elemento molto importante che ci ha accompagnato negli anni è sempre stata l’amicizia che lega tutti i componenti del gruppo, ed è grazie a questa che siamo sempre riusciti a superare i momenti più bui. Oggi maggio 2013 ci apprestiamo a riconfermarci squadra di punta del CISC con il conseguimento del quinto titolo, che ci darà accesso diretto alla fase finale e magari chissà che questa non sia la volta buona per scrivere il nome delle PANTERE PELORITANE nel palmares nazionale della federazione. Candela Stellario Inside the game ANTEFATTO Dopo le vicende martinistane e il compimento di Operation Neverland, la situazione apulistana pareva essersi normalizzata. Purtroppo i movimenti insurrezionali che operavano in Ostunistan, privi ormai dei finanziamenti martini stani, iniziano ad avviare a lucrose attività di contrabbando, traffico di droga e anche di pirateria. Durante una delle ultime incursioni dei barchini pirati dei “Fratelli Ostunistani” viene catturata una nave portacontainer, battente bandiera USA, la “Liberty One”. Una pronta reazione delle forze del team five dei Navy Seals porta però alla veloce liberazione del cargo e del suo equipaggio ma, purtroppo, il capitano della nave, John Addams, non viene ritrovato a bordo. Il capitano è certamente stato trasferito sulla terraferma, in una zona costiera già utilizzata per il contrabbando e denominata “I Denti del Dragone” a causa della sua caratteristica conformazione frastagliata. La situazione politica dell’Ostunistan è ancora decisamente delicata ed impedisce eccessive ingerenze esterne che potrebbero fatalmente compromettere l’immagine dell’occidente agli occhi degli ostunistani; pertanto le possibilità di azione sono decisamente limitate ma non è altresì accettabile dare la possibilità ai Fratelli Ostunistani di porre ricatti e condizioni per la liberazione dell’ostaggio. Il CENTCOM Ostunistan predispone un’operazione nella zona costiera dei denti del Dragone, per tentare di liberare Addams e nel contempo decapitare i pirati dei Fratelli Ostunistani, con l’eliminazione del loro capo Adnan Shakir. Adnan Skakir sollevò lo sguardo dal suo prigioniero. I suoi uomini lo avevano torturato a lungo, ma l’infedele si era ripetutamente rifiutato di rilasciare le dichiarazioni da registrare e trasmettere per fiaccare la determinazione del Grande Satana. Skakir non era uno stupido, sapeva che, prima o poi, la corda sarebbe stata troppo tesa e che le nazioni occidentali avrebbero reagito alle sue continue provocazioni ma era sicuro di sé.La sua esperienza di comandante di marina e di profondo conoscitore della costa ostunistana, gli consentiva di trovare rifugi e nascondigli difficili da localizzare e gli occidentali avevano le mani legate dall’opinione pubblica internazionale. I suoi uomini erano motivati, molti di loro erano stati addestrati dai russi quando il Colonnello Ben Raizuli guidava l’Ostunistan, ed ora erano determinati a fare tutto il possibile per sottrarre l’Ostunistan all’influenza dei diavoli occidentali.Uscì dalla prigione e guardò il cielo: le stelle e la luna splendevano, il tempo si era messo al bello, dopo un periodo di forti e continue piogge. Shakir salutò la sentinella e si avviò verso il veicolo e la scorta che lo attendevano. Sì, era un’ottima serata, l’ideale per fare un controllo sulla sistemazione dei suoi uomini e passare una notte con loro. 1430s022014, FOB "Mustang"- Martinistan nord occidentale nei pressi del confine ostunistano. Il colonnello si era appena versato l’ennesima tazza di caffè, quando un sergente si affacciò alla porta del suo ufficio: “Signore, abbiamo un riscontro positivo su Mouse Trap!". Entrò nella sala adiacente, dove era stata sistemata tutta la strumentazione necessaria alle operazioni tattiche speciali e si sistemò alle spalle dell'operatore addetto alle comunicazioni. "Mi aggiorni, tenente ..." "Abbiamo una conferma visiva, è lui: il satellite conferma le info humit pervenute, il soggetto è stato fotografato all’aperto. Si tratta di Adnan Shakir, senza ombra di dubbio." “Silent Eagle è pronta?” domandò il colonnello. “Affermativo, i ragazzi sono in stand by. L'NRO sta riposizionando un satellite per la scansione termica e garantirci copertura: passaggio previsto tra tre ore locali”. “Maledizione ... potremmo non averle tre ore!" - pensò, il massiccio colonnello grattandosi la nuca - "Va bene ... mi metta in comunicazione con l’USNN Cheyenne e successivamente mi passi il CENTCOM: attiviamo Silent Eagle...” Catena Montuosa "Pirro's Creek", confine sud Martinistan/Ostunistan. Sierra Oscar Team, Forze da Ricognizione dei Marines a bordo di un V22 Osprey in volo ad alta quota. “Due minuti al lancio, pronti ...” confermò il loadmaster, alzando il pollice verso i tre marines in tenuta HALO. Il portellone posteriore cominciò ad aprirsi, mentre i tre procedevano con le consuete operazioni di controllo pre lancio. Mentre arretravano per prendere la rincorsa e saltare, uno dei tre commentò ad alta voce “Ehi capo ... ci stiamo infilando in una bella sparatoria, eh?” “Tu pensa a timbrare il cartellino ...” fu la pronta risposta dell''ufficiale, dopodichè saltarono nel buio. Alle 13.00 in punto del 15 febbraio 2014, il "Cheyenne", un sottomarino nucleare d'attacco classe Los Angeles, giunge alla sua zona di stazionamento nei pressi della costa ostunistana, di fronte ai "denti del Dragone"....... Il suo comandante Bart “Shark” Mancuso fece affiorare il sottomarino e ordinò di far salire il periscopio. Il suo compito era attendere la conclusione di “Silent Eagle” e recuperare i ragazzi che sarebbero stati mandati dentro a fare pulizia, una rapida occhiata alla costa e poi sarebbe rimasto in stand by in attesa della chiamata. Abdel Karim era fiero di far parte dei "Fratelli Ostunistani". Prima della caduta del generale Raizuli, per mano dei demoni occidentali, lui aveva fatto parte della gloriosa marina ostunistana e quando il suo comandante, Adnan Shakir, aveva chiesto chi lo volesse seguire nella lotta contro il grande satana, Abdel non aveva esitato un attimo. Adesso faceva parte degli equipaggi dei barchini che seminavano il terrore tra le navi occidentali ed era orgoglioso del timore che lui ed i suoi compagni ingeneravano tra gli infedeli. Questa era una serata parti- colare, il loro comandante era con loro, stava visitando i campi dei suoi uomini ed ora era lì, a pochi metri da Abdel, che montava la guardia imbracciando il suo AK 47. Shakir stava conversando con il capo del campo, discutendo del rancio e delle condizioni dei suoi uomini e Abdel stava attento a non perdere una sola parola del suo comandante. Era tutto tranquillo, la serata era splendida, con una luna piena spettacolare, sembrava che tutto fosse tranquillo quando, improvvisamente, la testa di Shakir esplose come un melone maturo sotto gli occhi di Abdel e dei suoi compagni. Yusef Ben Alì era di guardia già da tre ore sul suo posto di osservazione costiero. I pirati dei fratelli ostunistani si sentivano sicuri lì sulla costa dei "Denti del dragone" ma le precauzioni non erano mai troppe, così erano stati organizzati dei posti di guardia lungo la costa che consentivano di controllare agevolmente il tratto di mare prospiciente. Su ognuno di questi posti di guardia, una sentinella passava la notte controllando il mare e riparandosi in una tenda. Come al solito tutto sembrava tranquillo, Yusef era convinto che quei vigliacchi degli infedeli non avrebbero mai avuto il coraggio di tentare qualche azione di forza. Ormai cominciava ad appisolarsi, nonostante tutti gli sforzi per restare sveglio. Ad un tratto vide un piccola luce rossa in mare, inizialmente pensò di essersi sbagliato, ma poi mise mano al suo potente binocolo da marina per osservare meglio. Un periscopio, un dannatissimo periscopio con una minuscola luce di segnalazione. Qualcosa stava succedendo, doveva dare l'allarme. Yusef fece per prendere la sua radio ricetrasmittente per segnalare al suo comando, quando sentì improvvisamente un violentissimo colpo al centro della schiena ... quando toccò terra era già morto. CLASSIFICA TEAM PUNTI POSIZIONE RANDAGI 2 2700 1° COMMANDO AVALANCHE 1 2650 2° SOCOM 2350 3° COMMANDO AVALANCHE 2 2300 4° RAIDERS 1 1900 5° CHEYENNE 1650 6° TIER ONE 1450 7° RANDAGI 1 1350 8° VELITES 950 9° 501^ LEGIONE CRISPIUS 650 10° LEGIO PHOENIX 0 11° RAIDERS 2 -200 12° COMPAGNIA INCURSORI CERIGNOLA -400 13° Debriefing a cura di : DEI TEAM RAIDERS E COMMANDO AVALANCHE SAT COMMANDO AVALANCHE (ZETA) Eccoqua .miera sembrato d'aver camminato parecchio ed infretta ! 15.7 KM in meno di 7 ore.. ci siamo fermati una sola volta e abbiamo tirato dritto come i muli senza mai fermarci. Un ringraziamento a gino Dandy che mi ha fatto la sorpresa mattutina di presentarsi come sostituto. Ero convinto che partissimo in due e invece le cose sono andate meglio del previsto. Il maresciallo vedendoci tutti e 6 uniti ci ha suggerito di lanciare una sfida tra noi la squadra che arriva da sotto all'altra in classifica paga la pizza a quelli di sopra. Per quanto riguarda il torneo : NON HO SPARATO MANCO UN PALLINO. NEMMENO UNO. E mi sono divertito come un pazzo. (AIZIM) mi sveglio la mattina e accolgo con piacere e molto sonno la bella notizia di Dandy disponibile a venire. ormai mi ero già preparato mentalmente ad affrontare la recon in 2, e probabilmente avremo pagato noi 2 la pizza all'altra sierra.... ma ecco la manna dal cielo: Ginuzzo Dandy pronto e determinato più che mai; direi anche troppo per una recon visto che si cammina lenti, silenziosi e si spara poco. Un veloce breafing in macchina durante il tragitto per non lasciare niente al caso e spiegargli la sua parte in questa operazione super pianificata nei giorni precedenti con studio del territorio, immagini da streetvi ew e google earth, etc etc. viaggio tranquillo, rilassato, veloce e con la pastiera della nonna all'autogrill che ci conforta un po così partiamo con lo stomaco bello e soddisfatto. appena arriviamo un veloce saluto a tutti gli AMICI rincontrati per l'ennesima volta, scambio di doni con Peppo e di corsa su costa per 2 3 fotografie da postare su facebook per l'invidia del nostro: SEMPREAMATOPRESIDENTISSIMOSUPERGALATTICO, il morale non può essere dei migliori, dobbiamo solo convertire l'adrenalina in attenzione e prudenza. (RICCIUS) parto dalle considerazioni sul risultato Inaspettato e meritato! cominciamo il torneo senza una "chiara formazione" ma per logica sono "costretto" a fare lo scout, la cosa mi piace, poco dopo l'infiltrazione ci troviamo difronte un dirupo difficile da scendere causa buio e la ripidità dopo un pò di tentativi provo in una zona che sembrava "fattibile" ma in realtà era ripidissima! ho rischiato davvero di farmi male x fortuna mi sono aggrappato alle piante e poi a cable a ghost x risalire. (CABLE-Subito dopo la partenza andiamo sui primi due black holes , tommaso sbaglia e mette un piede in fallo e quasi ruzzola su un costone, io e Ghost lo prendiamo veramente per i capelli, ottima reazione di tommaso che non si perde d'animo e continua nonostante il brutto spavento.) . passata la paura ho visto cable preoccupato x le mie condizioni psico-fisiche e ho ostentato sicurezza e determinazione x non sovraccaricarlo (doveva fare da sniper-navigatorecaposquadra) nonostante nella "caduta" abbia dato una botta all'anca che mi ha fatto male x tutto il torneo. (AIZIM) breafing con le altre sierra e si parte: il torneo inizia molto bene, nessun dubbio di navgazione, sentieri corrispondenti a quelli pianificati precedentemente, si scorre su tutti gli obj e per le 9.30 ci ritroviamo aver fatto 3/5 di torneo ( escluso l'ultimo obj di cui ignoravamo l'esistenza) deaths shyte affrontato e stesa la sentinella al primo colpo, Brigant's cove in 3 giri di ronda, siamo entrati ci siamo nascosti, abbiamo preso info e siamo usciti con fuori il nostro fidato Dandy a chiamarci i tempi di stop e di ricerca e black hole acquisito. piccola pausa ristoro ( programmata in luogo e tempi) poiché da lì in poi non ci saremo fermati fino all'esfiltrazione. Continuiamo il nostro giro recandoci nei 4 mouse trap alla ricerca del Cpt. Addams, scoperto il sito, abbattiamo la sentinella con 1 colpo e facciamo irruzione, scopriamo che è stato deportato in un atro luogo nascosto in una caverna e mutilato delle braccia, necessita di immediati soccorsi. quindi decidiamo di darci una mossa e finire quella bastarda di sentinella su costa che ci evitava l'avvicinamento del nostro gommone per l'esfiltrazione, ma incappiamo nella contro che pattugliava non la strada come da noi ipotizzato, ma la costa e le spiaggette lungo di essa. purtroppo scambiati per una coppietta di innamorati in riva al mare ci catturano nella loro trappola, ma noi siamo più bravi e li abbattiamo. (zetaUnico neo : la contro. Colpa mia, ho visto una macchina sulla costa e quando mi sono accorto dei due uomini FERMI ed IMMOBILI sulla spiaggia li ho presi per pescatori... e quando mi è venuto il dubbio mi hanno illuminato e scormato a pallini... ) durante l’ingaggio mi faccio malissimo alla mano, ed il seguito del torneo lo svolgiamo alla velocità della luce, il dolore mi segue per tutta la durata del torneo, e i ragazzi nel dubbio su come passare un acquitrino di 15 metri di lunghezza bagnandosi il meno possibile, il dolore alla mano mi sussurra:"fai come GESU!" Ed io come gesù ho fatto, ma l'acqua mi arriva al limite del bordo MEINDL( un buon 30 cm ) e passo. alle 12.30 siamo nei pressi dell'obj per salvare il Cpt Addams, giriamo intorno a tutto l'obj per acquisire una posizione favorevole per vento e copertura quindi abbatto la sentinella al primo colpo e soccorriamo il capitano, mission accomplished! quindi esfiltriamo per circa le 01.30;15,7 Km; 7 ore. Per il resto : Giornata splendida, nottata adrenalinica ed inizio di domenica con una coppa enorme da portare in sede... che dire GRANDISIMI RAGAZZI ! Ps. Pianificazione da manuale, a tavolino e senza distrazioni. Secondo me l'avevamo già vinta al 50% ancora prima di incominciare la gara... l'altro 50% come dice antonio : è culo. (RICCIUS) obj Last Chance distante ma abbiamo tutto il tempo di arrivare osservarlo portarci in posizione favorevole sia come vento che come copertura e prenderlo senza grossi problemi! da qui dobbiamo solo esfiltrare e pagare la pizza ai nostri compagneros che ci hanno battuti ma siamo stati molto bravi anche noi abbiamo peccato all'inizio d'impulsività e ragionato poco ma con il proseguire del torneo ci siamo calati bene nelle vesti di cecchini e spotter (CABLE) l'obj Last Chance. Riusciamo ad avvicinarci ma dobbiamo fare un bel giretto prima di riuscire a trovare la posizione di tiro giusta. Manco a farlo apposta davanti a noi c'era proprio la squadra di 'aizim che sentiamo parlare amabilmente con Pamela. Dopo che hanno sgombrato la zona ,velocemente mi muovo in posizione, chiediamo luce verde per avvicinamento e tiro, non c'è storia, preso al primo colpo in 10 secondi chiudiamo l'obj. Liberiamo Addams che speravamo fosse il Maresciallo ma in realtà si tratta di un semplice manichino che dobbiamo spostare qualche passo fuori per esfiltrarlo .Rimaniamo anche noi qualche minutino a parlottare con Pamela e Domenico (mio clone) e gli regaliamo un panino che sottraiamo ad Agosto (manco gli avessimo ucciso un figlio!). Facciamo gli ultimi 700 metri verso la FOB, felici e contenti, un po' stanchi ma decisamente soddisfatti. Ps Chicca finale, i cornetti caldi la mattina, io me ne sono sparati 3 . Premiazione. Ci aspettavamo che la squadra di Aizim avesse fatto bene, ma non mi aspettavamo che noi avessimo fatto cose bene visti i due obj iniziali , quindi sono soddisfattissimo e non potevo chiedere di meglio. Abbiamo fatto una bella figura (entrambi i team) , e pure se devo pagare sta pizza la pago con piacere (devo vedere se il team 1 accetta una pizza a rate, una fetta al mese) RAIDERS La missione ci appare, da subito, abbastanza complessa: dobbiamo occuparci del recupero del capitano della Marina Mercantile John Addams, rapito da un gruppo di pirati. Sembrerebbe un'operazione facile facile, se non fosse che, secondo l'Intelligence, questa banda è capeggiata da Adnan Shakyr, già noto al CENTCOM come ex ufficiale della Marina Militare del deposto regime ostunistano. Ed ecco, quindi che le cose si complicano: già che siamo lì, approfittiamo per ficcare un po' il naso negli affari di Shakyr e, se lo troviamo in zona, provvediamo ad organizzargli un bell'incontro con Allah in persona. Facile, vero? Certo, come no... Ah, dimenticavo...l'Intel ci segnala che la costa è costantemente sorvegliata, quindi per facilitare l'avvicinamento del RIB che ci preleverà alla EZ sarebbe il caso eliminare le sentinelle di guardia. Di solito, usano una delle tre postazioni fisse, delle quali ci forniscono gentilmente le coordinate, dal tramonto fino alle prime luci dell'alba. Il terreno non è difficile, ma è proprio questo che ci desta una certa preoccupazione: sarà luna piena e la morfologia costiera del territorio non ci consente molte occasioni per coprire i nostri movimenti, soprattutto nella zona a sud. Ok, dovremo essere molto cauti. La fase della pianificazione è piuttosto articolata: abbiamo un bel po' di cose da fare e, visto che la parte più difficile sembra la zona a nord della AO, decidiamo di partire da quella. Vogliamo evitare un andamento “su e giù” per tutta la zona di competenza, ma temo che ci sia poco da scegliere. Indossiamo l'equipaggiamento standard, unica eccezione per Sfondino che si munisce di SWS M40 per il tiro di opportunità su Shakyr: se lo incontriamo, vuole andare sul sicuro! Alla FOB riceviamo gli ultimi ragguagli sulle regole d'ingaggio, nulla di che, poi condizioniamo l'equipaggiamento e, all'imbrunire, siamo dentro. Puntiamo subito a NE, su uno dei presunti POA posizionati sulla frastagliata costa nota come “Denti del Dragone”. La serata è limpida e dal mare sorge una meravigliosa luna rosso vermiglio, offrendoci uno spettacolo davvero suggestivo. La buona notizia è che il vento è praticamente assente, la cattiva è che c'è una umidità pazzesca, nel giro di pochissimo tempo siamo bagnati fradici, ogni minimo movimento ci fa grondare di sudore. Siamo costretti a fare parecchie soste per asciugarci la fronte e permettere alla condensa che si forma sugli occhiali di evaporare, senza doverli levare. Apro la zip sul collo della combat shirt e tolgo la sciarpa, benedicendo la scelta dell'ultimo minuto di non indossare la maglia Cold Gear della Under Armour, mi levo anche il boonie hat per far disperdere meglio il calore corporeo...è un maledetto inferno e non ce lo aspettavamo! Attraversiamo di corsa una spiaggetta, con l'acqua di mare che ci lambisce gli stivali, ci schiacciamo sugli scogli e, molto lentamente, ci avviciniamo al primo POA. Sappiamo che nella zona più a sud sono segnalati due probabili accampamenti dove potrebbe trovarsi Shakyr, il che, per noi, si traduce in “zona altamente pattugliata” e, infatti, notiamo un paio di potenti torce elettriche che sciabolano da qualche parte, seguite poi da brevi raffiche. Il che conferma la nostra tesi: contro interdizione sveglia e molto attenta!!! Saliamo leggermente più a nord, per allontanarci dalla spiaggetta e ci infiliamo nei cespugli facendo attenzione a non fare rumore. La sagoma con cyalume in bella vista indica che il sito è presidiato, quindi secondo gli ordini operativi dobbiamo procedere con l'eliminazione della sentinella al fine di rendere sicuro l'avvicinamento alla costa dello USS “Cheyenne” che ci riporterà a casa. Alfiere mi passa la radio LPD e chiamo l'arbitro che ci autorizza l'avvicinamento. Sfondino prepara lo M40 e striscia verso l'obiettivo, per trovare una migliore posizione di tiro. La tensione è palpabile, continuo a sudare e ho gli M Frame completamente appannati, poi la voce di Sfondino mi sussurra nella cuffia del Combat Swimmer: “Ce l'ho...attendo luce verde.” “Nero da Sierra 5, richiedo autorizzazione al fuoco.” “Sierra 5 da Nero, fuoco!” Lascio la LPD e passo al Combat Swimmer: “Luce verde...fuoco!” La LPD gracchia qualcosa che non capisco. “Nero da Sierra 5, ripetere...” “Ho detto: sagoma abbattuta, Sierra 5!” - tiro un sospiro di sollievo...e uno è fatto! Veloci ci dirigiamo verso il prossimo presunto POA, mantenendoci a nord, bassi tra i cespugli e gli scogli. Non facciamo neanche cento metri che dobbiamo fermarci nuovamente, ormai grondiamo e gli occhiali si appannano in continuazione, rendendo impossibile guardare dove mettiamo i piedi, quindi decido di fare un'altra piccola sosta, del resto abbiamo tempo in abbondanza ed il centro perfetto fatto poco prima ci ha messo di buon umore...cosa mooolto pericolosa, perchè si tende ad abbassare la guardia e si commettono errori stupidi. Ci rimettiamo in marcia, scendiamo verso sud ma, mentre mi accorgo che il POA è freddo, a pochi metri da me sento il vociare animato di una pattuglia che si avvicina. Ci accucciamo a terra, nello stretto corridoio formato dai cespugli che scorrono sul lato della scogliera. Ci passano davanti, conto quattro figure indistinte e scure che sostano un po' sulla spiaggia, illuminando a casaccio con le torce a led. Poi scompaiono nella boscaglia, verso sud. C'è troppo silenzio, però... Torniamo sui nostri passi, di una cinquantina di metri, mettendoci al riparo per controllare la mappa e cercare, nel caso, un percorso alternativo. Nella cuffia del Combat Swimmer sento Alfiere, che si occupa della sicurezza, che mi sussurra “Contatto, tre in arrivo da nord...è una Sierra.” “Dai, muoviamoci...” incalza Sfondino. “Aspetta, falli passare. Voglio vedere una cosa...” gli dico. I tre ci passano davanti, salutandoci ma non riesco a capire di chi si tratta. “Allora? Andiamo?” Sfondino scalpita, è gasato a mille. Siano maledette quelle cazzo di compresse di Guaranà... “Aspetta...” insisto. I tre arrivano sulla spiaggetta, indugiano un po', poi ripartono dritti verso sud, nella stessa direzione della pattuglia di poco prima...e, proprio come pensavo, dopo qualche secondo parte la prima, sostenuta raffica, scatenando un putiferio! “Adesso!!!” grido ai miei: Sfondino scatta in avanti sulle rocce, scende sulla spiaggetta e la attraversa posizionandosi in copertura. Poi tocca ad Alfiere che supera la mia posizione dandomi una pacca sulla spalla, oltrepassa di corsa il piccolo arenile e si piazza in posizione, a “ore sei” di Sfondino. Tocca a me, ma ho gli occhiali così appannati che non vedo un cazzo. Corro a memoria, cercando di ricordarmi la forma della spiaggia. Sto per raggiungere i ragazzi, quando alle mie spalle sento delle grida. “La contro!!!” urla Sfondino mettendosi a correre, seguito da Alfiere. Oh no, cazzo...non ci voleva proprio!!! Corriamo a zig zag sui sentierini fangosi cercando di dissuadere gli inseguitori, poi mi tuffo letteralmente in un ginepraio, imitato dai miei compari e trattengo il fiato. Dopo un po' sentiamo arrivare qualcuno, parlottano per un po', fanno luce con le torce, ci cercano. Tolgo la sicura dallo SCAR Mk16, certo che tra un po' mi toccherà usarlo e invece i due si allontanano, richiamati dai compagni. “Prendiamoci 10 minuti, ok?” dico. C'è mancato poco, porca miseria! Dopo aver appurato che anche il terzo POA è freddo, ci dirigiamo a est, dove secondo l'Intel, potrebbe trovarsi il nostro amico Shakyr. Ci manteniamo sempre molto vicini al mare, facendo molta attenzione a dove mettiamo i piedi, anche se gli scogli non sono molto affilati. Tutto sommato, si cammina bene e la macchia mediterranea permette di nascondere abbastanza bene i nostri movimenti. Ci appropinquiamo all'obiettivo da nord: è una vecchia torre d'avvistamento diroccata, nei cui pressi vediamo delle tende e alcuni mezzi parcheggiati. Perdiamo un po' di tempo girandoci attorno, abbiamo visto una sagoma con cyalume ed abbiamo ottime ragioni per credere che ci sia anche Shakir, rappresentato dal cyalume arancione. Siamo lontani una cinquantina di metri e, purtroppo, la visibilità è parecchio limitata. “Provo ad avvicinarmi un po', se vedo Shakyr ti avviso...” mi comunica Sfondino, tirandosi sulla testa il cappuccio della mezza ghillie. Lascia il suo NVD ad Alfiere e si allontana. La zona è parecchio esposta e la luna piena, ormai alta, ci fa proiettare delle ombre troppo lunghe. Utilizziamo i NVD come spotter, per controllare l'area attorno alla torre: sembra tutto tranquillo. Torno su Sfondino e lo vedo accucciato sul lato ovest della torre. “Capo, pirati a ore due...” la voce calma di Alfiere rompe il silenzio. Abbasso il visore e vedo due torce che si accendono e delle grida, ma non ce l'hanno con noi, siamo troppo lontani. Tuttavia i due stanno correndo proprio in direzione della torre. “Sei nella merda, ti hanno visto...” dico a Sfondino, nel microfono del Combat Swimmer. Partono le prime raffiche, Sfondino viene colpito. Io e Alfiere ci alziamo ed abbiamo facilmente ragione delle due sentinelle, prendendole alle spalle. Chiariamo l'equivoco e appuriamo che Shakyr non era presente. Proseguiamo come da pianificazione: direzione nord est, sempre mantenendoci vicini all'acqua. Visitiamo i due siti dove i pirati potrebbero tenere prigioniero Addams, ma risultano freddi. Ci spingiamo quindi a sud, addentrandoci nel territorio, preferiamo fare un giro più largo onde evitare di inciampare in qualche pirata troppo zelante. Sbuchiamo a poche decine di metri da un altro edificio obiettivo, ma questa volta è palesemente caldo: vedo la sagome e alcune sentinelle che passeggiano. E' qui che detengono il povero Addams...resisti, vecchio mio, stiamo arrivando. Ci sistemiamo in copertura e, dopo aver ricevuto l'OK per l'avvicinamento, Sfondimo comincia a strisciare verso la sentinella rappresentata dal cyalume verde. Non appena abbatte il bersaglio, io e Alfiere scattiamo in avanti verso la costruzione. Individuo la porta, con gli Mk16 spianati facciamo irruzione: la prima stanza è vuota, la seconda pure e così tutte le altre maledette stanze...maledizione! Esco fuorioso, deve esserci un'altra entrata e mentre giro l'angolo una breve raffica in pieno petto mi congela: mi aspettavo delle sagome e invece ci sono anche le sentinelle in carne ed ossa! Per fortuna il buon Alfiere la elimina e l'obiettivo è nostro, ma di Addams neanche l'ombra. Ci viene consegnata una busta con ulteriori infos, sbrighiamo le formalità e ci allontaniamo. Sono ancora un po' scombussolato dal “face to face” con la guardia ed ordino ai miei di fermarsi per fare un po' il punto della situazione, dobbiamo anche vedere cosa c'è nella busta. Ci scegliamo un buon punto, anzi, quello che secondo noi è un buon punto ma che, evidentemente era un buon punto anche per un'altra squadra che, come se non bastasse, aveva deciso di far sapere che era un buon punto anche alla controinterdizione...in pratica, passiamo i successivi venti minuti a sperare di non essere coinvolti nella sparatoria che infuriava attorno al nostro “buon punto”. Forse si tratta davvero di un buon punto, perchè non ci beccano e tutto torna silenzioso. Però, sapete com'è, meglio non rischiare e decidiamo di cercarci un altro punto, stavolta buonissimo! Bando alle ciance, il contenuto della busta ci informa che il povero Addams è stato spostato, seguono infos e coordinate. A questo punto, devo fare una premessa: in fase di pianificazione, una volta piazzati tutti i waypoints e obiettivo su mappa, decisi di ignorare la mappa CTR fornita dal Comando ed utilizzare una ortofoto, molto più dettagliata, stampata in formato A3. E proprio perchè volevo più dettagli possibile, conclusi che forse era meglio tagliare tutta quella parte eccedente, a ovest...tanto non serviva. Peccato che la nuova ubicazione di Addams si trovasse proprio sulla parte che “tanto non serviva”, a due clicks dalla nostra attuale posizione. In realtà non è un grosso problema, ma mi sarebbe tornato utile stabilire una rotta di trasferimento quanto più sicura possibile, così invece andremo ad improvvisare un po'. Ma, del resto, si sa: improvvisare ed addattarsi sono una costante nelle operazioni speciali! Continuiamo come da programma, a sud, acquisiamo ulteriori infos sul dispositivo dei pirati e puntiamo a nord, verso l'unico obiettivo certo dell'intera operazione: entrare in possesso delle rotte dei terribili barchini che terrorizzano la costa ostunistana. Per farlo, uno di noi deve intrufolarsi nella base operativa dei pirati, senza allertare le sentinelle che compiono un giro prestabilito. Dopo aver sostato un po' nei paraggi ed aver calcolato i tempi coi visori notturni, entriamo in azione. Tutto fila liscio ed il buon Alfiere sguscia sotto il naso delle ignare sentinelle con la preziosa mappa nautica nelle tasche. E' fatta anche questa, adesso non ci resta che trovare Shakyr e liberare Addams...una passeggiata, praticamente! Ritorniamo verso sud, ci imboschiamo e mangiamo qualcosa. I wurstel portati da Sfondino sono una vera prelibatezza, un po' di frutta secca per ricaricarci, il tutto annaffiato da acqua fresca dei nostri Camelbaks e si riparte rinfrancati nella panza e nello spirito! Marciamo per un bel po' a nord, controlliamo altri due siti che risultano freddi e due depositi, poi scendiamo a sud, sicuri di incontrare mr. Adnan Shakyr sull'ultimo dei punti segnalati dall'Intel. Mentre richiedo l'avvicinamento, Alfiere aiuta Sfondino a sistemarsi il cappuccio della ghillie suit. Nel visore vedo chiaramente le sagome e parecchio personale armato, se manchiamo la sagoma sono cazzi nostri. Sfondino mi sussurra nella cuffia:”E' Shakyr, tiro sicuro e pulito...” “Giallo da Sierra 5, chiedo autorizzazione al fuoco...” “Luce verde Sierra 5.” Mentalmente conto fino a 5, poi: “Sfondino, hai luce verde...prendilo!” “Send it!” è la laconica risposta del tiratore. “Sierra 5 da Giallo, sagoma abbattuta...” Ce ne andiamo il più velocemente possibile. Siamo a cento metri circa dal luogo dove tengono Addams, vediamo distintamente la sagoma che rappresenta la sentinella e parecchia attività. Facendo molta attenzione e sfruttando ogni cespuglio possibile come copertura ci portiamo ad una distanza tale da poter studiare meglio la situazione. Purtroppo, non abbiamo scelto il lato migliore, ma ormai non possiamo farci nulla, siamo lì e dobbiamo agire. Mentre Sfondino si prepara, si alza il vento...Mr Murphy ha sempre un tempismo perfetto! Dopo aver ricevuto l'OK da parte dell'arbitro per l'avvicinamento, io e Alfiere ci sistemiamo in copertura, pronti ad intervenire. Ho un brutto presentimento. E infatti Sfondino mi avverte: “Non posso avvicinarmi di più, la sentinella con la torcia potrebbe vedermi, devo tentare il tiro da qui...io sono pronto.” Porca puttana! “Blu da Sierra 5, richiedo il permesso al fuoco...” “Luce verde, Sierra 5, potete sparare.” Conto mentalmente fino a 5, poi: “Fuoco...” “Sierra 5 da Blu, sagoma mancata.” Ecco, appunto...tolgo la sicura dello SCAR, Alfiere fa lo stesso. “Blu da Sierra 5, chiedo nuovamente il permesso al fuoco...” “Luce verde, Sierra 5.” “Sfondino, hai luce verde...” “C'è molto vento, ci riprovo ma...” “Spara e basta.” Passano alcuni interminabili secondi...”Sierra 5 da Blu, sagoma mancata!” Sento fischiare, partono alcune raffiche, io mi allargo sulla sinistra mentre Alfiere scatta in avanti sparando. La sentinella mi illumina, mi inginocchio e lascio partire una lunga raffica. Con la coda dell'occhio vedo Alfiere avanzare sparando brevi raffiche, leggermente curvo in avanti, con lo SCAR spianato. La sentinella è colpita, entriamo nelle grotte dove vediamo John Addams ferito e stremato, ma ancora in grado di camminare: “Ehi John, non mollare vecchio mio, ti riportiamo a casa!” Denti del Dragone, costa settentrionale dell'Ostunistan, 150245feb2014. Quattro figure nere, avvolte nelle mute di neoprene e autorespiratori Draeger emersero dall'acqua con gli Mk18 silenziati in hi ready, pronti al fuoco. Scrutavano la spiaggia attraverso i potenti visori notturni tetraoculari che li facevano assomigliare a mostri alieni. “Tango-Caesar da Trident, la spiaggia è sicura...” “Copy that, Trident i RIB sono già in viaggio, ETA 15 minuti.” “Tango-Caesar non vediamo quei marines. Dovevano essere già qui, no?” “Trident, Sierra sta trasportando un ferito grave, il corridoio di esfiltrazione è libero. Potrebbe volerci un po' di più di quanto stimato. Mantenete la spiaggia pulita, ok?” “Wilco, Tango-Caesar. Trident chiude Mondo fiere mondo fiere mondo fiere SOFT AIR FAIR è un appuntamento fisso per la F.I.G.T. e anche per Katia De Franceschi sta diventando un impegno costante. La 18esima edizione di SOFT AIR FAIR, grande successo di Cesare Rusalen e della sua Agenzia ESTRELA, ha visto infatti per la seconda volta consecutiva la presenza di Katia allo stand federale, in compagnia di Raffaele Mori Taddei, Presidente Nazionale, Vincenzo Minardi, Giampaolo Cavalca, Giovanni Ferrante, Stefano Simoni e Franco Lombardi, quest'ultimo, occupato nella gestione dell'Arena Laser Tag, appositamente allestita in occasione della kermesse ferrarese. Anche l'edizione di febbraio ha confermato la Fiera di Ferrara tra gli appuntamenti fissi nell'agenda di ogni appassionato di Softair. Grande interesse hanno riscosso le attività proposte su tutto il territorio italiano dalla Federazione; primo fra tutti il Campionato. Katia DE FRANCESCHI Mondo fiere mondo fiere mondo fiere Mondo fiere mondo fiere mondo fiere Il punto di visto del presidente regionale laziale. Antonio Cammuso. Il 15 e 16 Febbraio 2014 la FIGT è stata presente al Soft Air Expo di Roma. Grazie allo spazio messo a disposizione dall'organizzazione della fiera, la FIGT ha avuto modo di allestire un grande stand dove poter accogliere ed incontrare, alla presenza del Direttivo Regionale Co.Re.La. (Comitato Regionale Lazio F.I.G.T.) e la Presidenza Nazionale della FIGT, molti associati. Importantissimi questi giorni, sia per il Comitato Laziale sia per la FIGT; la fiera ha richiamato molti appassionati tra i quali molti dei nostri associati che hanno avuto modo di poter scambiare idee e ascoltare le proposte per il prossimo futuro delle attività di comitato. Inoltre, per tale occasione, il sabato pomeriggio, un'importante iniziativa, a marchio FIGT, ha portato molte persone a partecipare al meeting sulla fiscalità nelle ASD, dove si sono sviscerate alcune problematiche inerenti il nuovo regime fiscale nelle nostre associazioni dilettantistiche. Inizialmente, insieme al Presidente Mori Taddei, si era un pò preoccupati; era la prima volta a Roma e non si aveva un termine di paragone con il passato, ma dopo le prime ore l'affluenza è stata abbondante e le attese soddisfatte, portando a riflettere sull'importanza di mantenere in calendario istituzionale questo appuntamento fieristico del centro Italia, che sicuramente migliorerà nella prossima edizione. Perciò dal prossimo anno l'appuntamento è rinnovato! Mondo fiere mondo fiere mondo fiere Mondo fiere mondo fiere mondo fiere Il punto di vista dei responsabili fiere della FIGT. C’era tanta attesa per la prima fiera ufficiale nella capitale, c’erano tante attese e aspettative; era normale e logico che la FIGT fosse presente in modo importante a questa fiera, e logicamente abbiamo implementato i nostri sforzi e aumentato il nostro personale presente in fiera. Lo stand istituzionale, compreso quello dedicato al Comitato Regionale Laziale il Co.Re.La era di ben 12 metri; per la prima volta siamo riusciti ad avere la killing house Laser Tag secondo le nostre indicazioni e adeguata all’afflusso di persone interessate che volevano provare. Mai come questa volta la mole di giovani e meno giovani, interessati e che si sono diverti nell’avvicinarsi per la prima volta a questa realtà, è stata davvero notevole. Un grazie di cuore va a Ilaria SALVUCCI, sorella della nostra Segretaria Nazionale Elisabetta Salvucci, che è stata un valido aiuto e supporto, considerata la vicinanza poiché entrambe risiedono nella capitale; Ilaria si è resa subito disponibile a darci una mano e mai come questa volta ce n’era davvero bisogno, perché secondo la legge dei grandi numeri se ti ritrovi a far provare la killing house a 100 persone e ve ne sono l’interessate che poi si avvicinano allo stand istituzionale a chiedere informazioni, è logico che raddoppiando e a volte anche triplicando il numero di persone che hanno provato la nostra killing house, è raddoppiato o addirittura triplicato il numero di persone che chiedevano informazioni. Per una mia personale esperienza, mentre nelle altre fiere la mole di persone che chiedevano informazioni di solito facevano parte di nuovi club o comunque si trattava di persone che già conoscevano questo mondo, in questa fiera la maggior parte dei curiosi erano famiglie il cui intento era quello di far avvicinare i loro figli al settore juniores e quasi tutte provenivano dall’interland romano. Fortunatamente il Co.Re.La. è stato presente in maniera adeguata per far fronte ai due giorni estenuanti ed il Presidente uscente del comitato Antonio Cammuso è stato supportato in parte dal direttivo e in parte dai diversi soci di alcuni club. Mondo fiere mondo fiere mondo fiere Mondo fiere mondo fiere mondo fiere Presso lo stand istituzionale invece erano presenti il Presidente Nazionale Mori Taddei, la Segretaria Nazionale Elisabetta Salvucci e il Responsabile Nazionale FIGT magazine/ufficio stampa Antonio Squitieri. Non nascondo che in alcuni frangenti l’afflusso di persone, sia alla killing house sia presso lo stand istituzionale FIGT e quello regionale del Co.Re.La., era talmente grande che abbiamo temuto di non poter ascoltare tutti e rispondere alle domande di tutti, ma fortunatamente ci siamo riusciti. Positivo è stato il feedback sia per il Co.Re.La. sia per noi del direttivo nazionale, come positivo è stato il feedback per il nostro il primo corso di fiscalità per associazioni sportive, tenutosi il sabato pomeriggio all’interno della fiera. Al corso hanno partecipato diverse associazioni appartenenti ai comitati Lazio, Campania, Abruzzo e Molise. Non mi dilungo oltre la mera esposizione dei fatti salienti per non mostrarmi troppo ripetitivo nella cronistoria degli eventi fieristici, ma una cosa voglio aggiungerla ovvero l’impressione che ha sortito il comparto fieristico, infatti, dopo qualche anno di calo, forse dovuto alla crisi ma forse anche per altri motivi, la curiosità verso questo primo evento svoltosi nella capitale ha attirato molte persone, sia quelle interessate alle novità presentate dai commercianti presenti sia persone che chiedevano informazioni sul settore. Non so se questo sia il segno di un cambiamento e di un ritorno all’interessamento al settore oppure no, ma una cosa è certa, a questa fiera si respirava aria di cambiamento. Un ringraziamento personale dal Presidente Nazionale a tutti quelli che si sono adoperati per la riuscita di quest’evento e per lo sforzo profuso per non venir meno alle aspettative. Mondo fiere mondo fiere mondo fiere Spectre Molle Assault Chest Rig HCS La struttura di questo Chest Rig MOLLE è interamente costruita in Cordura 1000D. Disegnato ed elaborato in modo da essere utilizzato come struttura principale nel trasporto del carico da combattimento, questo chest rig risulta essere molto confortevole e versatile grazie alla particolare configurazione. Tutta la superficie frontale è MOLLE compatibile. Ai lati sono presenti 2 tasche a basso profilo ottime per il trasporto dell’apparato radio e dell’arma di back-up. Sul davanti è presente una comoda tasca con interfaccia stretch predisposta ad alloggiare fino a 4 caricatori per M4 ad estrazione veloce utilizzando tasche tipo le Spectre Shingle Internal M4 La parte che aderisce al corpo è costruita in comodo airnet ad alta tenacità che crea un grande tascone lungo tutta la struttura. Questo tascone è ottimo per l’immagazzinamento dei materiali di back-up grazie anche ai numerosi scomparti e frazionamenti elasticizzati presenti all’interno. I comodi spallacci a X sono piatti e imbottiti con airnet e sulla parte superiore sono dotati di numerose asole MOLLE compatibili e asole elasticizzate per la ritenzione dei cavi degli apparati elettronici. Questo Chest Rig è già predisposto per il montaggio dei nostri Assault Pack e FAST Assault Pack direttamente sulla struttura del Chest Rig stesso. RECENSIONE SOD GEAR SPECTRE HCS CHEST RIG Il chest rig è sempre stata la scelta primaria in fatto di vest tattici da chi cercava e cerca un buon compromesso tra materiale trasportabile, vestibilità e comodità, partendo dagli chicom vietnamiti fino ai rhodesian più moderni. L'oggetto che andrò a recensire fa parte di questa famiglia, nello specifico dei cosiddetti chest rig low profile, ovvero quei chest rig con un look più minimale ma senza rinunciare ad alcune specifiche. Il prodotto in questione è stato confezionato dall'industria italianissima SOD (acronimo per Special Operation Division), una divisione della più grande Brooklyn S.r.l , da anni fornitrice di abbigliamento alle forze speciali italiane. Il chest rig che mi è stato fornito è nella colorazione HCS, ovvero un verde quasi grigio, fabbricato in cordura 1000 denari. La pettorina presenta 4 linee orizzontali da 12 passanti MOLLE ciascuna, le pals agli estremi sono leggermente più larghe. Il modello presenta anche uno scomparto centrale richiudibile tramite velcro nel quale è possibile, come in questo caso, alloggiare una tasca porta caricatori . La tasca può alloggiare un massimo di 3 caricatori, gli STANAG entrano alla perfezione, i quali sono tenuti in sede da un elastico con una linguetta che ne permette l'estrazione rapida. Gli spallacci mostrano forse la maggior cura di tutto il vest tattico; sebbene molto sottili, hanno alcune accortezze che li rendono veramente interessanti. La parte che poggia sulle spalle è composta da un'imbottitura comoda ma soprattutto traspirante , dettaglio da non trascurare. La parte frontale è ricoperta per metà da pals molle e lateralmente ci sono dei passanti utili per il passaggio di fili o tubi dai sistemi di idratazione. Gli spallacci sono attaccati alla pettorina tramite i famosi fastex IWT NEXUS (made in U.S.A) e alla parte laterale tramite una robusta cucitura. A completare il tattico vi è la fascia lombare, molto sottile, anch'essa corredata dai NEXUS. Sia spallacci che fascia lombare sono totalmente regolabili e dotati di elastici per meglio riporre le cinghie in avanzo. I pro sono: -leggerezza -altissima qualità dei materiali -cuciture robustissime -ottima vestibilità -ben progettato I contro sono: -prezzo un po' alto per quello che offre -la fascia lombare potrebbe cominciare a “segare” un po' dopo un utilizzo continuato -troppo spigoloso -capacità di carico non altissima. Articolo a cura di: Matteo (CABLE) LATORRACA News commerciali ASCENT PLUS GTX® cod. 1504105 | taglie: 37 - 47 EU | peso: 630 gr Un perfetto mix tra stabilità, leggerezza, tradizione e tecnologia. La speciale sovrainiezione strutturale WFW sviluppata da CRISPI® rende Ascent Plus lo scarpone ideale per un trekking confortevole e senza paragoni. La fodera in Gore-Tex® Performance Comfort Footwear lo rende totalmente impermeabile mentre la tomaia in camoscio idrorepellente e tessuto ad alta tenacità dona robustezza e resistenza. Suola Vibram® con inserto ammortizzante microporoso per ottenere il massimo comfort durante la camminata. · Tomaia: Camoscio idrorepellente, tessuto ad alta tenacità. · Fodera: Gore-Tex® Performance Comfort Footwear Lining · Sottopiede: A struttura differenziata con inserto antitorsione · Protezioni: Puntale e tallone Soletta Estraibile: CRISPI® Air Mesh + Feltro + Carboni Attivi. Ottima traspirabilità ed azione antisudore/antiodore grazie alla costruzione CRISPI® 3D che allontana l’umidità lasciando il piede asciutto in ogni momento. · · Suola:Vibram® con intersuola ammortizzante COLORI DISPONIBILI: SHARE: De-briefing Camp Delta by Hicks Beta Snipe Innanzitutto, e penso di parlare a nome di tutti i beta presenti, voglio fare i complimenti ai Ghost per quanto hanno realizzato e per la loro disponibilità e simpatia durante tutto l’evento. Camp Delta Il lotto è diviso in 3 zone: una zona di tiro dinamico/ postazione, un villaggio con circa 12 edifici formati da 2/3 stanze e una lingua di terra per altre tipologie di prove (sniper e recupero pilota) Ecco di seguito le 5 prove che abbiamo sostenuto 1° prova: liberazione ostaggio. Brifieng con Duncan che ci illustra l’operazione; dobbiamo entrare nel villaggio, eliminare forze ostili, recuperare ed esfiltrare ostaggio (vivo) e un telefonino di cui ci hanno fatto vedere una foto. Nella valutazione globale viene valutato anche il nostro piano di azione: decidiamo di dividerci in 2 squadre (1 da 3 e 1 da 4), procedere parallelamente (considerata la disposizione degli edifici) e bonificare stanza per stanza (cosa che non ci è riuscita benissimo). Riusciamo a eliminare tutte gli ostili (5) con 2 perdite nostre, liberiamo l’ostaggio (senza far esplodere la claymore che ha nascosto dietro la schiena) ma, a causa di un’incomprensione, recuperiamo il telefono sbagliato e procediamo all’esfiltrazione. Valutazione finale (non ho i punteggi purtroppo). A memoria: buono il briefing preincursione ma non abbiamo gestito bene alcuni ruoli (chi scorta, chi recupera il telefonino), meno sulla prova perché non abbiamo messo in sicurezza la zona (togliere armi agli ostili), lasciato i caduti indietro e recuperato il telefono sbagliato. Team avversario: qualche punticino in più 2° prova: recupero e disinnesco ordigno Briefing con Duncan che ci illustra l’operazione: dobbiamo infiltrarci nel villaggio ed evitare la detonazione dell’ordigno (questo sarebbe stato innescato con timer 10 minuti dal nostro avvistamento). Solito nostro briefing, cercando di evitare di commettere gli errori precedenti, comunque manteniamo la stessa tipologia di infitrazione a squadre. Qua siamo stati veramente bravi perché in 5 minuti siamo riusciti ad eliminare le forze ostili e disinnescare l’ordigno con 1 sola perdita. Valutazione finale ottima per tutte le fasi di briefing e realizzazione. Team avversario: tutti morti e zero punti 3° prova: tiro statico sotto sforzo e tiro dinamico Tiro statico sotto sforzo: si fa una corsa di 100 mt, si tira una ruota di camion/trattore per 5/6 mt e 5 flessioni e poi si spara immediatamente su sagome da 3 diverse posizioni (2 in piedi e una sdraiata) a distanze diverse. Tiro dinamico: piccolo percorso ad ostacoli e poi, passando sotto un ponteggio prima a destra e poi a sinistra ogni cambio sagoma per colpire sagome statiche numerate da 1 a 12. Valutazione: abbiamo perso punti rispetto agli avversari (parecchi: circa 15) ma alcuni di noi hanno avuto difficoltà a vedere i numeri sulle sagome. N.B.: Dico a tutti che Stefano è stato il più veloce (ma con 2 penalità) 4° prova: tiro in movimento su jeep In questa prova si procedeva a coppie su jeep e si dovevano colpire ostili armati in un percorso interno al villaggio. Bravi Marco e Samuele Team avversario: siamo andati in pareggio. 5° prova: infiltrazione in territorio ostile per recuperare pilota, trasporto in zona sicura, comunicazione ad Opcomm di coordinate utili per l’esfiltrazione ed esfiltrazione 5 step 1° corsa di 200 mt, 5 flessioni, 5 addominali, 5 squat e 1 trascinamento pneumatico (che ci ha distrutto) in assetto tattico ed immediata infiltrazione in territorio ostile 2° individuazione pilota e costruzione di barella di fortuna, con materiale trovato su campo (tutto sotto fuoco di cecchini); Stefano e Simone costruiscono una prima barella (che poi ci verrà chiesto di provare con uno di noi e non reggerà, era stata calcolata sul peso del manichino) e io, Gigi e Samuele a copertura (eravamo rimasti in 5 Anto e Marco sono dovuti andare via). Nel secondo tentativo riuscito, purtroppo io e Samuele veniamo colpiti in quanto eravamo troppo pochi per dare copertura (2 caricatori consumati ciascuno). 3° trasporto del pilota nel fortino su un punto alto; qua c’era una sorta di plastico con reticolo da cui si dovevano rilevare le coordinate di contraerea, nostra posizione e punto di esfiltrazione (sempre sotto incessante fuoco nemico) 4° comunicazione radio con OpComm (si valutava una giusta comunicazione radio dell’operatore concisa e precisa) 5° esfiltrazione in luogo comunicato. Purtroppo eravamo pochi (gli orchi erano in 9 e comunque ci hanno messo più tempo di noi e comunicato via radio male) e non era facile dare copertura ai 2 che costruivano la barella, poi eravamo in campo aperto senza tanti ripari. Valutazione: sufficiente visto anche il numerico della pattuglia. Nota simpatica: il pilota non potrà più guidare un elicottero perché un braccio è rimasto in territorio ostile (ah,ah, ah!) Team avversario: qualche punto in più. Punteggio finale + 1 pt per noi. Paolo MEREU Rubrica a cura di: Alfonso (SECOY) VOZZA IL PREPPING Chiamato anche Survivalism, è definito come:<<1un movimento di persone o gruppi che si preparano attivamente per le emergenze, future o eventuali, comprese possibili interruzioni o profondi mutamenti dell'ordine sociale o politico, su scale che vanno dal locale a quella internazionale>>. In questo articolo vedremo chi sono i preppers, cosa fanno e alcune tecniche utili. Vedremo dunque in caso di SHTF ad es. un EMP se è meglio un bugging-in oppure buggging-out. Per il bugging-in, bisogna provvedere ad una BOL e poi avere sempre pronta la BoB. Mentre per il bugging-out? In ogni caso è sempre meglio avere un buon EDC. Quindi Prepararsi ad un WROL e sperare che non avvenga l' EOTW. Ovviamente questa è stata una provocazione, giusto per farvi capire le difficoltà che potremmo trovare leggendo alcuni articoli di preppers. SHTF: Shit hits the fan, un termine per definire una situazione generica di disastro. EMP: Electromagnetic pulse, cioè un impulso elettromagnetico che "azzera" tutta la tecnologia esistente. BUGGING-IN: è una strategia di sopravvivenza che consiste nel barricarsi in casa e sopravvivere. Vedremo meglio in seguito. BUGGING-OUT: è una strategia di sopravvivenza che consiste nell'andare in strada e raggiungere un luogo dove rifugiarsi. BOL: Bug Out Location, un luogo, generalmente occultato, dove rifugiarsi. BOB:Bug Out Bag, un kit portatile per la sopravvivenza, personalizzabile e generalmente con un'autonomia di 72h. EDC:Every Day Curry, cioè tutto ciò che abbiamo sempre con noi, quindi cellulare portafogli e altri oggetti che vedremo in seguito. WROL:Without rule of law, cioè uno stato senza leggi. EOTW:End Of The World, la fine del mondo. Sono comunque dell'idea che essere pronti a tutto è impossibile ma provarci è sempre meglio che stare con le "mani in mano". Bisogna fare particolare attenzione alla morfologia del proprio territorio, e valutare i fattori di rischio. Ad esempio, zone sismiche, zone soggette a dissesti idrogeologici, presenza di vulcani. Ci sono sul web tantissime informazioni, tra libri e video, generalmente sono in inglese ma si trova qualcosa anche in italiano. Ovviamente dobbiamo fare attenzione a non perdere di vista il nostro obiettivo principale, sopravvivere e non cadere nelle trappole commerciali, dove c'è un kit per tutto. Fig. 1 EDC (Every Day Carry) Ogni buon prepper nella vita di tutti i giorni porta sempre con se un EDC, cioè una serie di oggetti utili nell'immediato, quel minimo di attrezzatura che può fare la differenza. Non per forza in previsone di una catastrofe ma anche per piccoli problemi giornalieri. Vediamo un esempio di EDC tipico americano. Fig.1 come potete vedere non può mancare la pistola, il coltello, una torcia… Fig. 2 Il prossimo che segue è quello che generalmente porto io: e non ho fotografato la coperta termica e il fischietto, che ormai porto sempre nel giubbino. Ce ne sono veramente tanti e ognuno lo customizza in base alle proprie esigenze Fig. 3 BOB (Bug Out Bag) Come detto su, il BOB è un kit portatile di sopravvivenza. Generalmente è uno zaino, ha un autonomia di 72h (tempo entro il quale giungeranno i soccorsi). E' un kit individuale e facilmente trasportabile. Può essere riposto in macchina o vicino l'uscita di casa. Anche di questo in commercio ce ne sono già pronti, con prezzi d'apocalisse. Fig.3 $495.95 Fig. A Fig. B Oppure questo prodotto (dicono) per l'aviazione americana in Alaska: Fig. A Fig.B $750.00 Il kit è composto da sei componenti , un poncho che può essere indossato o convertito in un sacco a pelo , un pantalone che si chiude su ogni lato con gancio e anello , la copertura per isolare la testa, calzari che vanno al ginocchio e guanti che vanno al di sopra della gomito. Il sesto elemento è un sacco per contenere tutti i componenti . Tutti i componenti sono in Lamilite con tessuto esterno ignifugo ed impermeabile. All'interno del poncho sono stampati dei pannelli in arancione per poter essere avvistati. SOPRAVVIVENDO Per vivere e La realizzazione del BOB è consigliata anche da alcune agenzie governative americane, francesi e canadesi. Ad esempio, la Croce Rossa Canadese (Canadian Red Cross), ha realizzato e vende (€59.95) sul suo sito questo kit: fig.4 Comprende: Zaino in nylon rosso da circa 30l 1 confezione di 45 fiammiferi impermeabili 1 wind- up: torcia / radio / allarme ( non sono necessarie batterie ) 1 candela con durata 50h 1 coltello multiuso 1 segnale di S.O.S 1 coperta di emergenza 1 guida di emergenza 20 compresse per la potabilizzazione dell'acqua 2 sacchetti dei rifiuti a rischio biologico 1 contenitore di acqua pieghevole 1 fischietto 1 paio di guanti da lavoro 1 cyalume con durata 12h 1 kit di primo soccorso 1 Telo di plastica 1 rotolo di nastro adesivo 2 maschere antipolvere Contenuto del kit di primo soccorso : 2 garze (5 x 5 cm) sopravvivere Nella natura 5 salviettine antisettiche 1 tampone di proviodine (antisettico- germicida) 4 tamponi imbevuti di alcool 2 tamponi di soccorso antisettici 10 bende adesive in plastica 2 bende per le punta delle dita 2 bende per le falangi Bende cerotto 2 adesivo (5 x 7,5 cm) 1 rotolo per bendaggio 1 rotolo di nastro adesivo 1 paio di guanti da esplorazione in nitrile 1 paio di pinzette 1 paio di forbici 12 spille di sicurezza 1 scheda di primo soccorso Nota : girando la maniglia del wind-up per 1 minuto si avrà circa 17 minuti di torcia con 1 LED , 7 minuti di torcia a 3 LED , 4 minuti di radio o 7 minuti di sirena. Io, ad esempio, prendendo spunto dal kit della croce rossa canadese e dai kit trovati in rete, vi propongo quanto segue: Fig.5 Vi consiglio di mettere il BOB in macchina, così (a meno che non vi rubino la macchina) avete sempre con voi un minimo per sopravvivere. Usiamo dei grossi sacchi dell'immondizia per riporre tutto il materiale all'interno dello zaino, in modo da impermeabilizzare il tutto. Vediamo quali sono le nostre priorità: Farci soccorrere, quindi essere visibili dai soccorritori. Pettorina catarifrangente (obligatoria in auto) e coperta isotermica. Nel caso in cui i soccorsi tardassero ad arrivare, le nostre priorità saranno: riparo, acqua, cibo, igiene e ovviamente primo soccorso. Quindi metteremo nel BoB quanto segue: - Fotocopie documenti (carta identità, tessera sanitaria); - Soldi in contanti; - Almeno 3l di acqua in bottiglie di plastica (PET); - Pasticche potabilizzanti; - Barrette energetiche (oppure NRG-5); - Fischietto; - Torcia con dinamo; - Cylume (x3); - Fiammiferi antivento o accendino piezoelettrico; - Esbit (o accendifuoco); - Coperta isotermica; - Maglione, Cappello, Calzini; - Poncho, Elastici ragno, Cordino, Scotch; - Sacchi immondizia (x2); - Pettorina Catarifrangente; - Coltello multiuso (o multitools); - Bandana (kefiah); - Kit di primo soccorso: - - Fazzoletti di carta; - - Disinfettante; - - Bende generiche; - - Bende elasticizzate; - - Rotolo di Cerotto; - - Guanti Sterili; - - Medicine essenziali (antibiotico largo spettro, antidolorifico, antidiarroico); - - Medicine particolari (per asmatici o altre patologie); Sui prossimi numeri vedremo degli esempi di bugging-in e bugging-out. Vi invito inoltre a inviarmi delle foto del vostro EDC per pubblicarle sul prossimo numero. CALENDARIO REGIONALE APRILE/MAGGIO APRILE MAGGIO 2^ COMBAT C.R.A.M. BELLICO C.R.L. 2^ COMBAT C.R.L. COPPA MARCHE C.R.M. 1^ Coppa C.I.P.B. OP. SKORPION CO.RE.SA. Corso Arbitri CO.RE.SI. Corso Arbitri C.R.C. 1^ PTG. CO.RE.CA. 2^COMBAT CO.R.P. 1^ PTG. C.R.E.R. 1^OPEN CO.RE.TO. 1^JUNIORES CO.RE.TO. 2^ PTG.CO.RE.TO. 1^ PTG. CO.RE.LI. 1^ COPPA LIGURIA CO.RE.LI. 1^ PTG. C.R.A.M. 1^ PTG. C.R.M. 2^ Coppa C.I.P.B. Corso BLS C.I.P.B. 3^ PTG. CO.RE.SA. Corso CQB CO.RE.SA. 2^ PTG. CO.RE.SI. 2^ PTG. CO.RE.CA. 3^ PTG. CO.RE.SA. POSEIDON 4 CO.RE.SA. A.B.M. CO.RE.TO. 2^OPEN CO.RE.TO. 1^JUNIORES C.R.C. CORSO CART.CO.RE.TO. 2^JUNIORES CO.RE.TO. CORSO CART.MAT.CO.RE.LA. POSEIDON 4 CO.RE.SA. 5-6 FIERA VERCELLI CO.R.P. 9-10-11 FIERA ARIANO IRPINO C.R.C. 17-18 FIERA NOVEGRO C.R.L. 17-18 FIERA BASTIA UMBRA C.R.U. 24-25 FIERA VILLA POTENZA C.R.M. Operation Firestorm 3 “Last Bastion” Giunta alla terza edizione Operation Firestorm conferma il proprio carattere fortemente simulativo chiudendo il ciclo riguardante lo scenario mediorientale con Last Bastion, ultimo, ma non meno avvincente, capitolo su Karouf e il suo esercito. Anche in questa edizione gli organizzatori, stanno mettendo a punto uno scenario operativo credibile e molto realistico, sia dal punto di vista scenografico, da sempre fiore all'occhiello dell'evento, sia per quanto riguarda l'impegno operativo richiesto ai partecipanti. Per questa edizione è prevista la discesa in campo di almeno 12/15 pattuglie di incursori altamente motivati che dovranno vedersela con gli agguerriti membri dell'esercito di Karouf, interamente interpretato dalle forze messe in campo dalla DE, che sono riusciti a mettere le mani su alcuni equipaggiamenti molto sofisticati delle forze NATO durante il ridislocamento in teatro operativo di queste ultime, tra questi, mezzi offensivi di primaria importanza che dovranno essere recuperati o distrutti ad ogni costo nel tempo a disposizione. “Contrariamente alle passate edizioni,” commenta uno dei responsabili dell'evento “la partecipazione a OF3Last Bastion sarà esclusivamente ad inviti, questa decisione, determinata da una scelta di campo netta e precisa per il futuro dell'evento, assicurerà a tutti i partecipanti un adeguato livello di preparazione dei club che prediligono questo genere di manifestazioni dal carattere fortemente simulativo e contemporaneamente eviteranno noie e inutili incomprensioni a chi non ha ben capito l'impegno a cui si è chiamati partecipando a Operation Firestorm.” L'appuntamento è per il 27/28/29 giugno prossimi, e, a tutti i club partecipanti va il nostro in bocca al lupo...ne avrete bisogno! OPERATION FIRESTORM 3 – LAST BASTION SIMULAZIONE NON COMPETITIVA AD INVITI RISERVATA A PATTUGLIE DA 8/10 OPERATORI 36 ORE NO STOP OGNITEMPO INFILTRAZIONE E NAVIGAZIONE LIBERA Facebook: OF3-LAST BASTION Sporting Association Training and Gaming È un’Associazione Sportiva Dilettantistica composta da un gruppo di appassionati che coopera e si appoggia a professionisti e operatori del settore sportivo, per promuovere e sviluppare lo sport e il gioco del SOFT AIR. La nostra associazione dilettantistica è tuttora in via di sviluppo e ha già raggiunto in pochissimo tempo obiettivi importanti. Le figure che intervengono all’interno dei nostri progetti provengono da vari settori. Nomi blasonati come CYBERGUN e SPORT PROMOTION, hanno ritenuto le nostre idee e il nostro contributo importante e ci hanno fornito la loro collaborazione, permettendo progetti diversamente impensabili per un associazione non a fine di lucro. Il nostro scopo è quello di promuovere il Gioco Sportivo del Softair a chiunque intenda praticarlo, dai 13 anni in su e soprattutto dare vita a eventi e soluzioni ,capaci di incrementare la fruibilità e lo sviluppo sia da un punto di vista ludico che soprattutto sportivo. Coordinando Camp estivi, per ragazzi, adulti, gruppi e aziende (team building), ritiri, esercitazioni, tornei, corsi di cartografia e orienteering, cqb, preparazione atletica e ginnastica pregara, sia su terreno boschivo che urbano. I nostri collaboratori ci forni- scono istruttori preparati per corsi di addestramento utilizzando testi specifici e metodi moderni. Forniamo assistenza e consulenza a gruppi e singoli. CAMP ESTIVI Teoria e pratica Stiamo sviluppando progetti sportivi di alto impatto ludico. Strategia e tattica Siamo i promotori del primo Camp di soft air destinato a ragazzi tra i 13 e i 17 anni. Mimetismo La nostra proposta è un innovazione per il settore del Soft Air e per quello dei Camp Sportivi. Three climbing Canyoning Escursionismo Manutenzione AEG e meccanica In conteste naturali unici e suggestivi: Arrampicata Orientamento Tiro statico Tiro dinamico Tiro reattivo SAT&Gaming http://sat-gaming.com Via Benvenuto Cerutti 11, 10024 Moncalieri tel. 3277462690 C.F.94063990013 Combat boschivo
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