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PERCHE' ABBIAMO VOTATO SI ALL'OBIEZIONE DI EICKHOUT
I membri M5S della Commissione Ambiente al Parlamento Europeo ad appoggiare la richiesta di
risoluzione del deputato Bas Eickhout contro la Decisione della Commissione Europea relativa alla
lista dei settori e sub-settori esposti al rischio di carbon leakage dall`applicazione della Direttiva ETS
Perché? Proviamo a spiegarlo.
CONTESTO alla Commissione
Nel corso della revisione della Direttiva ETS sullo scambio di quote di gas serra (2003/87) avvenuta
nel corso del varo del pacchetto clima-energia del 2008, la Commissione ricevette l'incarico di
presentare entro il 2014 attraverso un atto delegato, una lista dettagliata di settori e sub-settori che
si sarebbero trovati in una condizione di svantaggio competitivo sui mercati internazionali per
l'acquisto all'asta delle loro quote di emissione di CO2 (così detto carbon leakage) per il quinquennio
2015-2019.
Secondo quanto previsto all'art.10a della Direttiva ETS, un settore o sub-settore è esposto a carbon
leakage quando l'aumento dei costi diretti o indiretti della produzione derivanti dall'applicazione
della Direttiva siano pari ad almeno il 5% valore aggiunto lordo e l'intensità commerciale (ovvero il
valore dell'import/export) con Paesi extracomunitari sia di oltre il 10% del mercato del prodotto in
esame.
Un settore o sub-settore può essere considerato come esposto anche nel caso in cui la somma dei
costi diretti e indiretti o l'intensità commercial e del prodotto siano di almeno il 30%.
NATURA DELLA PROPOSTA DI RIGETTO
Gli atti delegati della Commissione, visto la loro natura estremamente tecnica, vengono discussi e
redatti nei comitati dove siedono i rappresentanti dei ministeri competenti per materia dei 28 Stati
membri. Il Parlamento Europeo ha facoltà di obiettare i progetti di decisione della Commissione
presentando nelle Commissioni parlamentari competenti progetti di risoluzione contrari alle misure
proposte che vengono messe ai voti.
Nel caso di specie, il deputato Bas Eickhout ha ritenuto di porre all'attenzione della Commissione
ENVI la lista prodotta dalla Commissione sulla base di ragioni di natura tecnica.
In particolare, la Commissione ha compilato la lista partendo da un costo della CO2 di 30€/t, una
proiezione poco realistica come viene messo in evidenza dal documento di impact assessment dove
per la setssa data di riferimento si stima che il costo della CO2 non sarà superiore ai 12€/t.
Vale la pena ricordare che da quando é stata varata la Direttiva ETS tutte le stime della Commissione
sul prezzo della CO2 si sono rivelate sistematicamente molto sovrastimate fino ad un ordine di
grandezza. Ad oggi, ad esempio, le stime davano un prezzo superiori ai 20€/t mentre le quote
vengono effettivamente scambiate intorno ai 5€.
Avendo preso come prezzo di riferimento un costo alla tonnellata di molto superiore a quanto
previsto nello stesso documento tecnico della Commissione, la lista dei settori e sub-settori esposti é
talmente ampia da interessare circa il 95% delle emissioni totali del sistema ETS.
Ciò, tradotto in pratica, significa che la quasi totalità delle emissioni tra il 2015 ed il 2019 non verrà
tassata per l'impatto sui cambiamenti climatici.
Inoltre, dal momento che le quote di emissione è previsto che vengano vendute all'asta da ciascuno
Stato membro affinché gli introiti possano rappresentare un'entrata da destinare verranno a
mancare circa 3 mld di euro da impiegare a misure di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti
climatici come previsto dalla Direttiva stessa.
DECISIONE DEI DEPUTATI DEL M5S DI SOSTENERE LA PROPOSTA
I membri della Commissione ambiente alla luce dei dati sovra esposti hanno deciso di appoggiare la
proposta di obiezione dal momento che il suo scopo non era quello di disconoscere il rischio di un
effettivo carbon leakage ma piuttosto quello di chiedere una nuova lista redatta applicando alla CO2
il costo stimato nell'impact assessment della Commissione stessa anche al fine di scongiurare che il
profitto delle aziende sia legato alla loro possibilità di inquinare.