ID14R012a - Provincia di Cuneo

Comune di Monasterolo
di Savigliano
Regione Piemonte
Provincia di Cuneo
RICHIEDENTE
Consorzio Irriguo
POZZO DI VIA SAN PIETRO
PROGETTO
SANATORIA OPERE DI CAPTAZIONE ESISTENTI
(pozzo di Via San Pietro e fontanile Prati dell'Olmo)
Procedura di Verifica ai sensi dell'art. 6 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. “Norme
in materia ambientale”, e dell'art. 4 della L. R. 14 dicembre 1998, n. 40 e s.m.i.
“Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione“
Elaborato
PROGETTO PRELIMINARE
(allegato A PARTE III del D.P.G.R. 29/07/2003 n. 10/R
così come sostituiti dal D.P.G.R. 14 marzo 2014 n. 1/R)
Identificazione elaborato
Redatto
Verificato
Approvato
ID14R012a.pdf
TECNICO INCARICATO
Geol. Enrico ARESE
C.SO P. DI PIEMONTE, 27
12035 - RACCONIGI (CN)
tel.: 0172-1916099
fax: 0172-1836052
email: [email protected]
pec: [email protected]
TIMBRO E FIRMA
ID14R012a
Data
16/10/2014
Proponente:
Giovanni Battista BERARDO
Data:
Progetto:
Sanatoria fontanile e pozzo di soccorso
Redatto:
Ottobre 2014
Dott. Geol. Enrico ARESE
pagina 1
INDICE
PREMESSA ......................................................................................................................... 2
A.1
STUDIO IDROGEOLOGICO................................................................................... 4
A.1.1
Lineamenti geologici e geomorfologici..................................................................... 5
A.1.2
Caratterizzazione idrogeologica ............................................................................ 13
A.1.3
Base acquifero superficiale ................................................................................... 16
A.2
OPERE DI CAPTAZIONE (stato di consistenza)................................................ 18
A.2.1
Pozzo di Via San Pietro......................................................................................... 18
A.2.2
Fontanile Prati dell'Olmo ....................................................................................... 21
A.2.3
Parametri idraulici dell'acquifero intercettato ......................................................... 27
A.2.4
Calcolo del fabbisogno lordo delle colture agrarie ................................................. 28
ELENCO ALLEGATI (nel testo)
All. A
Atto di costituzione del Consorzio Irriguo
"POZZO DI VIA SAN PIETRO"
All. B
Estratto BDTRE - Ripresa aerea ICE2009-2011
All. C
Videoispezione
All. D
Schema pozzo
All. E
Calcolo del fabbisogno lordo delle colture agrarie
scala 1:10.000
ELENCO TAVOLE (fuori testo)
Tav. U
Planimetria dei terreni irrigati su estratti di mappa catastale
scala 1:2.000
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Redatto:
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pagina 2
PREMESSA
In data 21 marzo 2014 veniva notificata al Sig. Giovanni Battista BERARDO, nato a
Monasterolo di Savigliano il 20/06/1949 e residente in Via Verna n. 14 - nel comune
di Monasterolo di Savigliano, in qualità di presidente del Consorzio Irriguo POZZO DI
VIA SAN PIETRO, con sede in Via Serasina n. 52 - nel comune Monasterolo di Savigliano, l'Ordinanza n. Registro 132 del 19/03/2014, da parte della Provincia di Cuneo.
Tale Ordinanza comunicava che, a seguito delle operazioni di controllo effettuate in
data 14/01/2014 in materia di derivazione di acqua pubblica, veniva accertata la violazione dell’art. 17, comma 1 del R.D. 11/12/1933 n. 1775 e s.m.i. e dell’art.7 comma
1 lettera g) della L.R. 27/01/2009 n. 3 per “esercizio di una derivazione o di una utilizzazione di acqua pubblica senza un provvedimento autorizzativo, o concessorio
dell’autorità concedente” relativa all'opera di captazione, riferibile al Consorzio Irriguo
POZZO DI VIA SAN PIETRO, insistente sul Foglio di mappa n. 9 mappale n. 76 del
Comune di Monasterolo di Savigliano.
L’opera di captazione, di cui sopra, realizzata probabilmente negli anni 1946-1947,
aveva lo scopo di sopperire all'insufficienza di acqua dell'allora rete irrigua superficiale, alimentata essenzialmente dal fontanile riportato nella Tavola U allegata, redatta
dal Geom. Aldo PISTONE.
Infatti tra i costituenti del Consorzio Irriguo POZZO DI VIA SAN PIETRO, come riportato nell'Atto costitutivo del Consorzio Irriguo, identificato al n. 6456 Repertorio del
24/02/1950 (All. A), vi è il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Irriguo denominato PRATI DELL'OLMO1, creato con Atto n. 2897 Repertorio in data 21/01/1925,
gestore del fontanile riportato nella Tavola U e di seguito denominato "fontanile Prati
dell'Olmo". Tale fontanile, nei periodi di siccità non era in grado di alimentare la rete
irrigua esistente e pertanto l'insufficienza d'acqua veniva sopperita dall'immissione
dell'acqua emunta dal pozzo in oggetto, qualificato come pozzo di soccorso, di seguito "pozzo di Via San Pietro" (All. A).
1
Il Consorzio Irriguo denominato PRATI DELL'OLMO non è più attivo.
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Le opere di captazione esistenti "fontanile Prati dell'Olmo" e il "pozzo di Via San Pietro" asservono i terreni catastalmente inscritti nel:

Foglio 9 Particelle n. 1-153-154-155-21-156-101-230-229-228-137-159-204-203202-8-278-279-4-134-275-276-146-136-12-123-124-25-111-15-22-23-26-27-12524-113-112-147-28-244-76-72-243-242-241-107-82-129-130-81-74-75
del comune di Monasterolo di Savigliano (CN).
L’uso è agricolo di tipo irriguo a scorrimento su terreni coltivati essenzialmente a
mais e grano (a rotazione agraria), aventi un'estensione complessiva di 53.89.03 Ha.
Il presente progetto preliminare è finalizzato alla sanatoria delle opere di captazione
in oggetto.
E' stato redatto ai sensi dell'allegato A PARTE III del D.P.G.R. 29/07/2003 n. 10/R,
così come sostituiti dal D.P.G.R. 14 marzo 2014 n. 1/R, ed è riassumibile nei seguenti punti:

descrizione degli aspetti geologici e geomorfologici del territorio;

caratterizzazione dell’assetto idrogeologico finalizzata ad individuare il comportamento idrodinamico dell’acquifero captato e il rapporto di quest’ultimo con altri
livelli produttivi più o meno separati idraulicamente da esso;

definizione della piezometria e della soggiacenza della falda superficiale;

sezioni delle opere di captazione.
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A.1 STUDIO IDROGEOLOGICO
L’analisi sul territorio in esame è stata condotta attraverso una ricerca bibliografica e
storica, volta ad acquisire il patrimonio conoscitivo sulle caratteristiche geologiche e
le risorse idriche, allo scopo di estrapolare, mediante elaborazioni successive, una
sintesi descrittiva sul regime delle acque sotterranee ed i caratteri litologici dei materiali interessati dall’intervento.
Di seguito sono elencate le fonti dei dati, cui si è ricorsi:

GEAM, 2000
Le risorse idriche sotterranee del territorio cuneese (Piemonte meridionale). Civita et alii, Anno XXXVII n° 4 Dicembre.

Regione Piemonte Direzione - Pianificazione delle risorse idriche
Progetto P.R.I.S.M.A.S., 2000 - Ricostruzione dell’assetto idrogeologico e installazione di una rete di monitoraggio quali-quantitativa delle acque sotterranee nelle zone di pianura delle province di Cuneo e Torino. BERETTA et alii, 2000.

Bove A., Casaccio D., De Stefanis E., De Luca D., Lasagna M., Masciocco L.,
Ossella L., Tonussi M., 2004
Studi idrogeologici finalizzati all’integrazione delle conoscenze già disponibili relative alla caratterizzazione dei principali complessi idrogeologici.

Regione Piemonte Direzione - Pianificazione delle risorse idriche
Rapporto sulla “Situazione” Idrica Piemontese in Termini di Condizioni Meteoclimatiche, Idrometriche e di Misure Piezometriche (Ottobre 2004 – Giugno 2005).

Regione Piemonte - Direzione Ambiente D.G.R. 3 giugno 2009, n. 34-11524
Legge regionale 30 aprile 1996 n. 22, articolo 2, comma 7. Criteri tecnici per l'identificazione della base dell'acquifero superficiale e aggiornamento della cartografia contenuta nelle "Monografie delle macroaree idrogeologiche di riferimento
dell'acquifero superficiale" del Piano di Tutela delle Acque, approvato con D.C.R.
117-10731 del 13/03/2007".

Regione Piemonte - Direzione Ambiente / CNR Istituto di Geoscienze e Georisorse - Unità Operativa di Torino / Università degli Studi di Torino - Dipartimento
di Scienze della Terra
Geologia e idrostratigrafia profonda della Pianura Padana occidentale (Ottobre
2009).
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
Regione Piemonte - D.D. n. 900 del 3/12/2012
Sul B.U.R.P. della Regione Piemonte n. 3 del 17/01/2013 è stato pubblicato l'Aggiornamento della cartografia della base dell'acquifero superficiale nelle aree di
pianura alla scala 1:50.000 e revisione dei parametri numerici relativi ai criteri
tecnici orientativi per quanto riguarda il territorio della Provincia di Cuneo.
A.1.1 Lineamenti geologici e geomorfologici
L'area di studio, è topograficamente compresa nella BDTRE - Base Cartografica di
riferimento b/n alla scala 1:10.000 (All. B).
Figura A1.1 – Immagine satellitare da Google Earth (Catalog ID: 10100100098C5B0A - Acq. Date:
03/05/2009). Il cerchio rosso individua il "pozzo di Via San Pietro" il tratteggio azzurro il "fontanile Prati
dell'Olmo".
Catastalmente:

il pozzo di Via San Pietro ricade sulla Particella n. 76 del Foglio di mappa n. 9;
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
il fontanile Prati dell'Olmo ricade sulle Particelle n. 83-85-122-258 del Foglio di
mappa n. 9;
del comune di Monasterolo di Savigliano (CN) come riportato nella tavola (Tav. U).
Il sito si presenta pianeggiante con deboli pendenze della superficie topografica verso N (generalmente < 1%), mentre l'altitudine è di circa 300 m s.l.m. (All. B).
Tale assetto pianeggiante (Fig. A1.1) è attribuibile alla coalescenza delle porzioni intermedie e distali dei conoidi prodotti dalla dinamica deposizionale dei Torrenti Maira, Mellea (Grana) e Varaita, quest’ultimo attualmente distante circa 1.8 Km ad Ovest
dalle opere di captazione in oggetto, le cui divagazioni sono testimoniate, da un punto di vista geomorfologico, dalle diffuse tracce di modellamento fluviale visibili sul terreno, meglio ancora, da fotografie aeree.
Si osserva, infatti, come i corsi d’acqua citati incidono blandamente (2  4 m) i depositi alluvionali recenti, e sono fiancheggiati da fasce estese per circa 50 ÷ 200 m e
lievemente depresse rispetto alla superficie principale di pianura, su cui si rinvengono le tracce di antichi alvei abbandonati “paleoalvei”, mentre sono difficilmente individuabili delle evidenti scarpate di terrazzo, ad esclusione di quelle che delimitano le
sezioni di deflusso degli alvei attuali.
Anche la semplice tessitura agraria, infine, con le sue diverse geometrie, permette di
distinguere le fasce di terreno, progressivamente abbandonate dal fiume ed insediate
successivamente da colture agricole.
Questo tipo di evoluzione morfologica implica, da un punto di vista stratigrafico, l'esistenza di una situazione nei depositi alluvionali molto eterogenea. Di norma i sedimenti, costituiti da materiali passanti da limi e sabbie a ghiaie e ciottoli, si distribuiscono in lenti o livelli, perciò alla variabilità in senso verticale si aggiunge quella in
senso orizzontale.
Per la ripartizione, in classi dei suoli e di permeabilità, della superficie comprensoriale dell'area in esame, ci si può avvalere della “Carta della capacità d’uso dei suoli” e
della “Carta del drenaggio” disponibili on-line a cura della Direzione 11 - Agricoltura
dalla Regione Piemonte.
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Le classi di capacità d’uso dei suoli del Piemonte sono 8 ma le aree irrigate di pianura e di collina, cui è applicabile il presente procedimento di calcolo dei fabbisogni irrigui lordi, rientrano quasi completamente nelle prime quattro. L’attribuzione della superficie comprensoriale ad una o più classi di capacità d’uso si basa sulla “Carta della capacità d’uso dei suoli” (Fig. A1.2) ed ha la funzione di mettere in conto le caratteristiche di morfologia e di pendenza. Le classi 1 e 2, infatti, comprendono suoli da
piani ad ondulati, la classe 3 comprende suoli da lievemente ondulati a moderatamente acclivi, la classe 4 suoli con forti pendenze.
pozzo
fontanile
Figura A1.2 – Estratto non in scala della "Carta della capacità d'uso del suolo" (Servizio di consultazione on-line a cura della Direzione 11 - Agricoltura). I terreni irrigati ricadono all'incirca per 80% in
CLASSE I e 20% in CLASSE III.
All’interno d’ogni ripartizione della superficie comprensoriale nelle suddette classi di
capacità d’uso, occorre poi procedere ad un’altra suddivisione in funzione della permeabilità dei suoli sinteticamente distinta in alta, media oppure bassa.
Per queste attribuzioni ci si può avvalere della “Carta del drenaggio” (Fig. A1.3), raggruppando come segue le sette classi della carta medesima.
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pozzo
fontanile
Figura A1.3 – Estratto non in scala della "Carta del drenaggio" (Servizio di consultazione on-line a
cura della Direzione 11 - Agricoltura). I terreni irrigati ricadono interamente nella classe "BUONO".
Da quanto sopra, l'area in esame ricade in:
CLASSE DEI SUOLI
1a
3a
%
80
20
CLASSE DI DRENAGGIO
BUONO
PERMEABILITA'
Media
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L'area compresa tra Savigliano, Lagnasco e Fossano è, da un punto di vista paleogeografico, collocabile all'interno del Bacino Terziario Piemontese (B.T.P.). Si tratta,
di uno stretto braccio di mare, con una profondità sui 200 metri circa, che all’inizio del
Pliocene si estendeva tra le Langhe a Sud e una porzione isolata di quello che sarà il
Monferrato a Nord (BOANO et alii, 1992), che costituiva la diretta prosecuzione della
Fossa Padana; esso può venir considerato come una fossa molassica, nel senso di
AUBOUIN (1977), allungata in direzione NE-SO e la cui origine è da ricollegarsi ad una
fase orogenica post-paleocenica (GELATI, 1968).
I primi lavori riguardanti la porzione dell’area cuneese risalgono essenzialmente a
SACCO (1885, 1886, 1889, 1890) e riportano i risultati di rilievi svolti nella zona tra
Fossano e Mondovì. Queste osservazioni sono state poi riprese nella monografia riguardante il B.T.P. (SACCO, 1889-1890) e nella redazione del Foglio 80 “Cuneo” della
Carta Geologica d’Italia (C.G.I.) (SACCO et alii, 1931).
In questi lavori, l’Autore propone la classica tripartizione stratigrafica della successione plio-pleistocenica articolata in:
▪
marne sabbiose grigio-azzurre (Piacenziano) pl2
▪
sabbie gialle (Astiano) pl3
▪
depositi fluvio-lacustri argillosi e sabbiosi (Villafranchiano) pl4.
A queste successioni va aggiunto il “Fossaniano” (SACCO, 1886) con il quale si indicavano le facies sabbioso-conglomeratiche presenti al passaggio tra “Astiano e “Villafranchiano”.
A tetto della successione plio-pleistocenica, SACCO evidenzia la serie quaternaria, distinta, nella zona in esame, essenzialmente in:
▪
depositi alluvionali sabbioso - ghiaioso - ciottolosi, dei piani terrazzati a1;
▪
depositi alluvionali sabbioso - ghiaioso - ciottolosi recenti a2.
In un recente lavoro la Regione Piemonte - Direzione Ambiente, il CNR Istituto di
Geoscienze e Georisorse - Unità Operativa di Torino e l'Università degli Studi di Torino - Dipartimento di Scienze della Terra hanno, attraverso l’integrazione delle competenze geologico-stratigrafiche, geologico-strutturali, micropaleontologiche e idrogeologiche, fornito, per la prima volta in Piemonte, un modello geologico tridimensionale regionale della geometria e struttura interna degli acquiferi “profondi” e “molto
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profondi” (oltre a quelli superficiali) e sviluppato i conseguenti modelli idrogeologici
e di flusso.
Dall'analisi del predetto lavoro, emerge che l'area in esame ricade nel "Bacino di Savigliano", caratterizzato da depositi messiniano-olocenici, che definiscono sinclinali
regionali, con spessori massimi di circa 2000 m nel depocentro sepolto, spessori che
tendono a diminuire progressivamente verso gli attuali margini e verso le aree di affioramento. In tali fasce di affioramento, le successioni (in gran parte di origine marina) mostrano importanti terminazioni erosionali e risultano tiltate verso la parte centrale dei bacini; questa configurazione implica che gli originari margini deposizionali
settentrionali e meridionali siano stati erosi durante fasi di sollevamento postdeposizionali. Lungo il margine occidentale del Bacino di Savigliano, le successioni
messiniano-pleistoceniche mostrano relazioni di onlap progressivi sia sulle successioni mioceniche deformate e tiltate verso Est (corrispondenti alla prosecuzione nel
sottosuolo delle successioni esposte nell’attuale margine occidentale delle Langhe),
sia localmente sulle unità alpine; questa configurazione suggerisce che tale area
rappresenti un margine originario sepolto.
Il bacino di Savigliano è caratterizzato principalmente dalla struttura SaluzzoSommariva del Bosco (Fig. A1.4). Tale struttura è costituita da un sistema di faglie
inverse con direzione WSW-ESE ed immersione verso SE, cui è associata
un’anticlinale con vergenza settentrionale ed asse immergente ad Est. Attiva già a
partire dal Miocene medio, l’anticlinale ha agito da soglia fisiografica rendendo possibile l’instaurarsi di due depocentri relativi, uno a Sud (depocentro di Fossano) ed
uno a Nord allungato in direzione NE-SW (depocentro di Racconigi). Queste due aree, meno pronunciate durante il Messiniano, si sono sviluppate maggiormente nel
Plio-Pleistocene.
In questo intervallo temporale sono rimasti delimitati verso Ovest e verso Sud
dall’arco alpino occidentale, mentre verso Est hanno cambiato notevolmente la loro
fisiografia. Nella porzione meridionale del depocentro di Fossano (Fig. A1.4), nel sottosuolo tra Fossano e Cuneo-Mondovì, sono stati inoltre individuati dei fronti compressivi Nord vergenti, attivi nello stesso intervallo temporale. Verso nord è presente
il prolungamento in sottosuolo del fronte della Collina di Torino; tuttavia è difficile for-
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nire interpretazioni attendibili sulle geometrie e sulle continuità laterali dei corpi sedimentari, a causa della scarsità di dati in nostro possesso.
Figura A1.4 - Schema geologico semplificato della Regione Piemonte, in cui sono rappresentate le unità metamorfiche della catena alpina, le unità Adriatiche (Subalpine), le unità Liguri-Appenniniche, le
successioni oligocenico-mioceniche, plioceniche e quaternarie affioranti e i depocentri plio-quaternari
sepolti in cui risiedono i principali acquiferi della Regione (modificato da BIGI et al., 1990).
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I dati e le interpretazioni sopra descritti hanno permesso di individuare e correlare attraverso il bacino di Savigliano ed Alessandria sette sintemi principali (Fig. A1.5), delimitati da superfici di discontinuità di estensione regionale:

sintema M1 (Messiniano superiore)

sintema M2 (Messiniano superiore)

sintema P1 (Pliocene inferiore)

sintema P2 (Pliocene inferiore-medio)

sintema P3 (Pliocene medio-superiore)

sintema Q1 (Pleistocene inferiore)

sintema Q2 (Pleistocene medio-Olocene)
Sulla base del quadro geologico e geomorfologico testé proposto non sono evidenti,
nel settore in cui viene chiesta la sanatoria, fenomeni di dissesto idrogeologico ed in
particolar modo legati alla dinamica idraulica. Tuttavia per maggiore sicurezza ed a
conferma di quanto osservato si è fatto riferimento alla:

“Delimitazione delle aree in dissesto” dell’“Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici” in scala 1:25.000 del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.);

REGIONE PIEMONTE: Banca dati geologica, scala 1:100.000 “Carta degli alveo
tipi e delle portate”, “Carta delle aree inondabili”, Foglio I.G.M. 80 “Cuneo”;

Documentazione allegata al P.R.G.C. vigente del Comune di Monasterolo di Savigliano.
Dall’esame della documentazione in parola viene confermato che l’area in studio non
è interessata da dissesti legati alla rete idrografica.
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A.1.2 Caratterizzazione idrogeologica
Lo studio: "Geologia e idrostratigrafia profonda della Pianura Padana occidentale
(Ottobre 2009)", sintetizzato nel cap. A.1.1, considera ogni sintema come un “Gruppo
Acquifero” cioè un corpo sedimentario complesso avente le seguenti caratteristiche:

è costituito da gruppi di strati con geometria e litologia variabili, deposti in contesti
deposizionali contigui ed in continuità di sedimentazione; i limiti di un Gruppo Acquifero, coincidono con le superfici di discontinuità stratigrafica a base ed a letto
dei sintemi;

mostra caratteristiche distintive a grande scala (distribuzione delle associazioni di
facies, geometria esterna, giacitura, tessitura, geometria ed organizzazione interna, permeabilità) tali da comportare omogeneità nella risposta al flusso idrico nel
modello idrogeologico concettuale.
Nei Bacini di Savigliano e Alessandria sono stati individuati sette Gruppi Acquiferi
(Fig. A1.5), corrispondenti ai sette sintemi analizzati ed appartenenti alle successioni
tardo mioceniche-oloceniche. I Gruppi Acquiferi sono indicati con una sigla (dalla A
alla G) a partire dal sintema più recente.
Figura A1.5 - Schemi riassuntivi delle corrispondenze tra Sintemi, Gruppi Acquiferi ed Unità Idrogeologiche di Gruppo Acquifero presenti nei Bacini di Alessandria e Savigliano).
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L'area in esame ricade interamente nel Sintema Q2 (Pleistocene medio-Olocene).
Il Sintema Q2 presenta caratteristiche deposizionali esclusivamente di tipo continentale e comprende i depositi fluviali, fluvio-glaciali, lacustri, eolici cartografati nel Foglio Cuneo. Dalla base al tetto il sintema Q2 è caratterizzato da un complesso di superfici erosive di età da pleistocenica media a olocenica (CARRARO et al., 1978).
A tale sintema corrisponde il Gruppo Acquifero A, del Pleistocene medio–Olocene (Fig. A1.5); esso è suddivisibile in tre unità idrogeologiche UIG (AI, AII e AIV) in base alla granulometria ed alla permeabilità
prevalente dei depositi. Nel Bacino di Savigliano il Gruppo è caratterizzato da maggiore permeabilità nelle porzioni meridionali dell’area,
dove è rappresentato da un acquifero monostrato indifferenziato (AI),
in cui ricade l'area in esame, intermedia nelle sue aree settentrionali
(AII) e minore ai suoi margini orientali (AIV). L’UIG AII è rappresentata
da un unico acquifero monostrato contraddistinto da livelli pelitici che
ne limitano la permeabilità senza comportare la pressurizzazione delle
acque che lo permeano.
Da quanto sopra detto, traspare come l'area sia rappresentata da depositi eterogenei
caratterizzati dalla presenza di falde sovrapposte, con deflusso verso i materiali a più
alto grado di permeabilità relativa.
Nei depositi alluvionali grossolani, permeabili per porosità primaria, si imposta quindi
la falda acquifera a superficie libera, rinvenibile in media a modesta profondità (1  3
m).
La permeabilità del Complesso Alluvionale Principale è piuttosto elevata, con valori,
in questa porzione di pianura cuneese, pari a:
▪
K (permeabilità) = 1.5 •10-3 ÷ 1.2 •10-4 m/s (VIGNA et alii, 2000)
▪
T (trasmissività) = 9.2 •10-2 ÷ 7.9 •10-3 m²/s (VIGNA et alii, 2000)
▪
Q/s (portata specifica) >10 l/s • m (REGIONE PIEMONTE – Piano Tutela Acque,
2004).
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In un quadro generale, la falda acquifera, a superficie libera, è alimentata sia dalle
precipitazioni locali sia dalle ingenti perdite di subalveo dei corsi d’acqua provenienti
dalle vallate alpine e in maniera minore dai numerosi canali irrigui con fondo non impermeabilizzato. Tali perdite di subalveo diminuiscono spostandosi dalle porzioni apicali verso quelle più distali della pianura, e gli acquiferi liberi tendono progressivamente ad alimentare i vari corsi d’acqua attraverso una serie di sorgenti e di risorgive.
Analizzando nel dettaglio l’area in esame, si scorge come nella porzione compresa
tra il T. Varaita ed il T. Stura vi sia una notevole alimentazione dell’acquifero, che genera un campo di moto abbastanza regolare, con linee di deflusso subparallele.
Questo andamento permane sino alla zona di Sagnassi di Centallo, area di emergenza dell’acquifero con portate di oltre 3.5 m3/sec, a valle della quale il T. Grana,
che cambia nome e diventa Mellea, riceve un notevole drenaggio, come evidenziato
dalla convergenza delle linee di flusso, sin oltre Savigliano e Cavallermaggiore (VIGNA
et alii, 2000 e LUCCHESI, 2001).
L’andamento delle linee isopiezometriche, permette infatti di riconoscere nel tratto in
esame, una falda con simmetria delle linee di flusso debolmente convergenti verso il
T. Varaita, con il quale risulta, idraulicamente collegata e normalmente drenata. Ciò
non esclude che a seguito di particolari eventi meteorologici il livello idrometrico del
T. Varaita, superando quello di falda, possa invertire la direzione di flusso, sebbene
l’effetto ha una durata limitata nel tempo (alcuni giorni).
La superficie piezometrica risulta quindi soggetta ad oscillazioni stagionali e periodiche legate al regime delle precipitazioni e delle portate fluviali.
Questi valori di soggiacenza della falda superficiale sono desunti dai dati contenuti in
bibliografia (PRISMAS - Progetto Interregionale di Sorveglianza e Monitoraggio delle
Acque Sotterranee - Luglio 2000; VIGNA et alii, 2000).
In dettaglio, si evidenzia un complesso idrogeologico così ripartito:

da 0.00 m a -1.00 ÷ -1.50 m da p.c. terreno agrario;
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
da -1.00 ÷ -1.50 m a -45.0 ÷ -55.0 m da p.c. permeabilità relativa elevata con presenza della falda superficiale, a -1.0 ÷ -3.0 m dal p.c., all'interno di un acquifero
costituito da ghiaie sabbiose in matrice sabbioso-limosa;
oltre le precedenti quote permeabilità scarsa con limi e limi argillosi talora compatti.
A.1.3 Base acquifero superficiale
Sulla cartografia regionale identificativa della base dell’acquifero superficiale (D.D. n.
900 del 3/12/2012 - Aggiornamento della cartografia della base dell’acquifero superficiale nelle aree di pianura alla scala 1:50.000 e revisione dei parametri numerici relativi ai criteri tecnici orientativi – Legge Regionale 30 aprile 1996 n.22, art.2, comma
7. Pubblicata sul BURP n.3 del 17/01/2013) si evidenzia una base dell’acquifero superficiale collocata a circa -53 m dal p.c. attuale in riferimento alle opere di captazione oggetto di sanatoria (Fig. A1.6).
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Figura A1.6 – Stralcio (modificato) da “Carta della base dell'acquifero superficiale D.D. 3 dicembre
2012, n. 900" su base BDTRE Regione Piemonte. Il cerchio tratteggiato rosso rappresenta l'area in
esame.
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A.2 OPERE DI CAPTAZIONE (stato di consistenza)
A.2.1 Pozzo di Via San Pietro
Il pozzo si colloca sulla Mappale n. 76 del Foglio di mappa n. 9 del comune di Monasterolo di Savigliano.
L'opera di captazione, realizzata in muratura, è ubicata a lato di una strada vicinale
(Via San Pietro); al suo interno presenta un avampozzo, profondo circa 3 m, su cui è
installata la pompa (Fig. A2.1).
Figura A2.1 - sin) Opera di captazione (esterno); dex) Opera di captazione (interno).
La tubazione di mandata scarica, l’acqua emunta, direttamente in uno scatolare in cls
(Fig. A2.2) il quale veicola l’acqua verso il fosso a lato della strada.
L'opera di captazione è dotata di pompa ad asse verticale con pescante a circa 8 m
da p.c..
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Figura A2.2 - sin) Uscita tubazione di mandata; dex) scolatore.
Figura A2.3 - sin) Pompa verticale installata; dex) specifiche motore elettrico (sopra) pompa (sotto).
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A.2.1.1 Scheda tecnica
Di seguito si riportano le attuali specifiche tecniche del pozzo, determinate mediante
videoispezione eseguita dalla ditta Oberto s.r.l. in data 09 ottobre 2014 (All. C), la cui
rappresentazione grafica viene esposta nell’Allegato D.
Comune / Località in cui è ubicata l’opera
di captazione
Foglio / Particella catastale in cui è ubicata l’opera di captazione
Quota misurata del piano-campagna in
cui è ubicata l’opera di captazione
Coordinate UTM WGS84 dell’opera di
captazione
Profondità del pozzo da p.c.
Diametri / materiali / spessori
Tipologia di filtri
Posizione dei tratti ciechi da p.c.
Posizione delle finestrature drenanti da
p.c.
Dreno / posizione
(dati presunti dalla struttura del pozzo)
Livello acqua da p.c. (09/10/2014)
Tipi d’uso previsti delle acque sotterranee captate
Il fabbisogno lordo delle colture agrarie in
relazione alle caratteristiche pedoclimatiche delle zone da irrigare, al tipo
di coltura, all’estensione della superficie
da irrigare, ai sistemi irrigui impiegati
Durata di esercizio della captazione
Monasterolo di Savigliano /
Via S. Pietro
Foglio 9 / Particella 76
300 m s.l.m. (BDTRE)
N 4 947 715 E 389 991
30.2 m
350 mm / acciaio / 4 mm
Finestrature circolari
0.0 ÷ 30.2 m
0.0 ÷ 30.2 m
- 3.2 m
Agricolo di tipo irriguo
Cfr. Cap. 4.2.4
Saltuaria (di soccorso al fontanile Prati
dell'Olmo)
Portata massima istantanea che si inten- 83 l/s*
de derivare
Durata del prelievo
Dal 01/05 al 31/08
* La portata della pompa verticale installata sarà ridotta a 83 l/s mediante opportuno
e certificato limitatore di portata.
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A.2.2 Fontanile Prati dell'Olmo
A poco più di 200 m ad ovest del pozzo di Via San Pietro è presente il fontanile Prati
dell'Olmo. I lavori per la costruzione di tale fontanile risalgono, probabilmente, tra il
1860 ed il 1890, anni in cui vennero realizzati la maggior parte dei fontanili o "vasche" presenti in questa porzione della provincia di Cuneo.
La struttura tradizionale di un fontanile consiste di un capofonte o testa di fontanile e
di un’asta o canale con il compito di far defluire l’acqua scaturita (Fig. A2.4).
A volte la testa è separata dall’asta da un elemento, da una strozzatura più o meno
marcata detta collo.
Figura A2.4 - Esempio di fontanile funzionante. La linea arancione tratteggiata separa la testa di fonte
dall'asta del fontanile.
La testa di fontanile è uno scavo, di superficie e volume variabile, realizzato in modo
tale che il suo fondo venga a trovarsi leggermente al di sotto del livello piezometríco
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della falda freatica. Il sistema più diffuso per intercettare l’acqua di falda è rappresentato da tubazioni aventi un diametro di 10÷15 cm, infissi nel fondo del capofonte fino
ad una profondità, che in alcune zone, può raggiungere i 10÷12 m. Comunemente la
lunghezza di questi tubi, in questo settore della provincia di Cuneo, varia da 3 a 5 m.
Questo sistema, a tubi infissi, risale al secolo scorso e prende il nome da alcuni sperimentatori che lo perfezionarono (Calandra, Norton o Piana). Questi tubi metallici
presentano allo loro base delle punte coniche (necessarie per la loro infissione), e
delle finestrature a fori delle pareti per un tratto variabile a seconda dello spessore
della falda freatica intercettata. L’acqua, dotata di una certa pressione, risale attraverso il tubo e raggiunge la superficie ad una quota mediamente superiore di 10 ÷ 20
cm rispetto alla quota dell’acqua entro la testa di fonte. Talora, le sponde della testa
di fonte, sono sostenute da palizzate o sostegni vari per impedirne il franamento e
l'occlusione delle scaturigini.
Componente finale del fontanile è il canale, al quale spetta il compito di far defluire le
acque che emergono dalla risorgiva. Ogni canale può ricevere la sua scorta d'acqua
da più teste di ponte, ad esso collegate dalle rispettive aste.
Gli ambienti acquatici sono, tuttavia, generalmente molto dinamici e l’accumulo dei
sedimenti e la rapida crescita delle vegetazione possono compromette un fontanile.
L’accumulo di sabbia e terriccio può essere dovuto sia allo smottamento dalle rive
che al trasporto attraverso le acque sorgive; a questo effetto si somma la massa di
materiale vegetale morto. Se il capofonte viene regolarmente spurgato, il fondo si
presenta normalmente ghiaioso o sabbioso, senza sedimenti limosi od organici. Non
effettuando la manutenzione di spurgo il letto del capofonte si copre, nel tempo, di
strati più o meno consistenti di sedimenti fini che influenzano in modo drastico la scaturigine dell’acqua.
Il fontanile Prati dell'Olmo (Fig. A2.5) presenta una lunghezza di circa 150 m, a sezione trapezia con la base (fondo) larga circa 3.5 m e l'altezza (dal fondo sino al p.c.)
di circa 2.5 m (Fig. A2.6).
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Attualmente, non si trova in un buono stato di conservazione. Infatti mostra un evidente accumulo dei sedimenti sul fondo del capofonte e la crescita di vegetazione
(essenzialmente robinia pseudo acacia) sia sul fondo che sulle sponde (Fig. A2.6).
Tale situazione influenza in modo drastico la scaturigine dell’acqua, riducendola allo
stato attuale, a pochi l/s.
fontanile
Figura A2.5 - Fontanile Prati dell'Olmo.
Figura A2.6 - Fontanile Prati dell'Olmo, visto dall'interno. Il tratteggio rosso indica l'attuale sezione del
capofonte.
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Pertanto, al fine di recuperare l'intera efficienza idraulica del fontanile, si è pensato
di operare come segue:

Manutenzione, pulizia e taglio della vegetazione infestante
Il taglio della vegetazione infestante è il primo passaggio necessario e propedeutico a tutte le operazioni successive. E' fortemente consigliato mantenere gli
apparati radicali specialmente lungo le scarpate del fontanile.

Consolidamento spondale e approfondimento della testa di fonte
Ripristinare la testa di fonte alle condizioni originarie, o anche leggermente approfondita, procedendo al consolidamento spondale, qualora necessario, con
tecniche di ingegneria naturalistica, quali, ad esempio, palificate, palizzate, viminate, fasciate, ecc..
Schemi ed esempi di realizzazione delle opere di consolidamento (Fig. A2.7).
Figura A2.7 - Schema di palizzata per il consolidamento della sponda di una testa di fontanile dopo il
suo leggero approfondimento.

Spurgo e ripristino delle tubazioni
Lo spurgo consiste nella rimozione del materiale minerale ed organico che si
accumula per effetto della deposizione sul fondo della testa del fontanile e
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dell’asta. In passato quest’operazione veniva effettuata a mano con dei badili;
attualmente si ricorre a mezzi meccanici, tipo mini escavatori o i cosiddetti “ragni”. Tale operazione deve essere effettuata evitando di danneggiare inutilmente le ripe ed il bordo della testa e le sponde dell’asta. Il materiale rimosso non
dovrebbe essere collocato entro la fascia delle ripe, ma accumulato sull’area di
contorno.
Successivamente i tubi "Calandra" o “Norton” devono essere spurgati con un
compressore di elevata potenza, in modo che la pressione dell’aria all’interno
dei tubi riesca a pulire i filtri (finestratura) dal materiale che li ostruisce. Qualora
tale operazione non sortisca gli effetti desiderati occorrerà infiggere nuovi tubi
"Calandra" o “Norton” nel fondo del fontanile con dei battitubo o martelli pneumatici montati su piccoli escavatori.
Figura A2.8 - Schema di messa in opera di un tubo "Calandra" in una testa di fontanile.
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A.2.2.1 Scheda tecnica
Di seguito si riportano le attuali specifiche del fontanile.
Comune / Località in cui è ubicata l’opera
di captazione
Foglio / Particella catastale in cui è ubicata l’opera di captazione
Quota misurata del piano-campagna in
cui è ubicata l’opera di captazione
Coordinate UTM WGS84 dell’opera di
captazione
Profondità del pozzo da p.c.
Diametri / materiali / spessori
Tipologia di filtri
Posizione dei tratti ciechi da p.c.
Posizione delle finestrature drenanti da
p.c.
Dreno / posizione
(dati presunti dalla struttura del pozzo)
Livello acqua da p.c.
Tipi d’uso previsti delle acque sotterranee captate
Il fabbisogno lordo delle colture agrarie in
relazione alle caratteristiche pedoclimatiche delle zone da irrigare, al tipo
di coltura, all’estensione della superficie
da irrigare, ai sistemi irrigui impiegati
Durata di esercizio della captazione
Portata massima istantanea che si intende derivare
Durata del prelievo
* Dati presunti.
Monasterolo di Savigliano /
Via Rigrasso
Foglio 9 / Particelle 83-85-122-258
300 m s.l.m. (BDTRE)
Inizio N 4 947 344 E 389 805
Fine N 4 947 522 E 389 757
Tubi Calandra da 5 m *
150 mm / ferro / 4 mm *
Finestrature punzonate *
0.0 ÷ 3.0 m *
3.0 ÷ 5.0 m *
- 3.0 m *
Agricolo di tipo irriguo
Cfr. Cap. 4.2.4
Periodica
83 l/s
Dal 01/05 al 31/08
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A.2.3 Parametri idraulici dell'acquifero intercettato
Poiché l'opera di presa in oggetto risulta completamente flangiata, senza la possibilità di misurazione del livello piezometrico a pompa installata, come si evince dalla
figura A2.3, non è stato possibile effettuare prove di pompaggio.
Sulla base di informazioni bibliografiche (REGIONE PIEMONTE, 1997; CIVITA et alii,
2000) e da analisi svolte dallo scrivente in aree limitrofe, si può affermare che il
Complesso Alluvionale Principale, intercettato dall'opera di captazione in oggetto, è
caratterizzato dai seguenti parametri idrodinamici:
▪
K (permeabilità) = 1.5 •10-3 ÷ 1.2 •10-4 m/s (VIGNA et alii, 2000)
▪
T (trasmissività) = 9.2 •10-2 ÷ 7.9 •10-3 m²/s (VIGNA et alii, 2000)
▪
Q/s (portata specifica) >10 l/s • m (REGIONE PIEMONTE – Piano Tutela Acque,
2004).
Il raggio di influenza R (in metri), è calcolabile con l'equazione di Sichard (1927):
R = C s√K ≈ 105 m
dove:
s = abbassamento nel pozzo = 0.90 (m);
K = permeabilità dell’acquifero= 1.5 * 10-3 (m/s);
C = costante empirica = 3000.
L'abbassamento è stato essere dedotto dalla seguente correlazione:
T = a Q/s
dove:
T = trasmissività dell’acquifero = 9.2 * 10-2 (m²/s);
a = costante, il cui valore è 1 per acquiferi non confinati;
Q = portata del pozzo = 0.083 (m³/s);
s = abbassamento nel pozzo = 0.90 (m).
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A.2.4 Calcolo del fabbisogno lordo delle colture agrarie
Le opere di captazione, oggetto di sanatoria, asservono i seguenti terreni agricoli:

Foglio 9 Particelle n. 1-153-154-155-21-156-101-230-229-228-137-159-204-203202-8-278-279-4-134-275-276-146-136-12-123-124-25-111-15-22-23-26-27-12524-113-112-147-28-244-76-72-243-242-241-107-82-129-130-81-74-75
coltivati essenzialmente a mais e grano (a rotazione agraria) per un'estensione
complessiva di Ha 53.89.03 nel comune di Monasterolo di Savigliano (CN).
L'irrigazione è attualmente effettuata a scorrimento.
Il calcolo del fabbisogno idrico delle colture irrigate con le opere di captazione, oggetto di sanatoria, è stato eseguito mediante il calcolo del fabbisogno colturale aziendale effettuato con il Software di calcolo Quant4 [Versione 4.2] elaborato dal
prof. Carlo Merlo della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino. Tale metodo,
consente la valutazione del volume massimo di prelievo che nel corso dell’anno solare risulta mediamente necessario, in funzione delle caratteristiche pedoclimatiche,
dei tipi di coltura praticati, dei relativi consumi medi e dei metodi di irrigazione adottati dall’azienda agricola. I dati di riferimento relativi alle colture sono stati forniti dal
proponente con indicazione delle particelle catastali irrigate (Tav. U).
La ripartizione della superficie comprensoriale dell'area in esame in classi dei suoli e
di permeabilità, è stata effettuata tramite l'analisi della “Carta della capacità d’uso
dei suoli” e della “Carta del drenaggio” disponibili on-line a cura della Direzione 11 Agricoltura dalla Regione Piemonte (Cap. A.1.1). Mentre i valori dei fabbisogni netti
parcellari da introdurre nel foglio calcolo sono stati ricavati dalle “carte tematiche”
dei fabbisogni netti parcellari, costituenti un estratto della “Metodologia di verifica dei
fabbisogni lordi nei comprensori irrigui della Regione Piemonte” (Quaderno 22 della
Collana Ambiente - Regione Piemonte, Assessorato Ambiente - Tipolito Subalpina,
Torino, febbraio 2001).
I risultati sono integralmente riportati nell'Allegato E.
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ALLEGATO A
Atto di costituzione del Consorzio Irriguo "POZZO DI VIA SAN PIETRO"
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ALLEGATO B
Estratto BDTRE - Ripresa aerea ICE2009-2011
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ALLEGATO C
Videoispezione
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ALLEGATO D
Schema pozzo
Geol. Enrico ARESE - C.so P. di Piemonte, 27 12035 Racconigi (CN) - tel. 0172 1916099 - P. IVA 02750270049
Proponente:
Giovanni Battista BERARDO
Data:
Progetto:
Sanatoria fontanile e pozzo di soccorso
Redatto:
Ottobre 2014
Dott. Geol. Enrico ARESE
ALLEGATO E
Calcolo del fabbisogno lordo delle colture agrarie
Geol. Enrico ARESE - C.so P. di Piemonte, 27 12035 Racconigi (CN) - tel. 0172 1916099 - P. IVA 02750270049
Quantificazione delle dotazioni idriche comprensoriali in funzione degli effettivi fabbisogni
(Attuazione D.Lgs. 152/1999 e Direttiva 2000/60/CE)
[ Quant4 - Versione 4.2 ]
xxxx
Pozzo San Pietro
1 - Caratteristiche generali
Denominaz.ne: Pozzo San Pietro
Codice ID:
xxxx
Baricentro del comprensorio:
Longitudine Est =
389695
Latitudine Nord = 4948315
Numero Consorziati:
1
Superficie irrigata:
Stagione irrigua consortile (giorno e mese):
53,9
ha/consorziato, in media
Inizio 01 mag
Termine
31 ago
0
Condotte
0
0
Condotte
0
Composizione rete irrigua collettiva (in % della lunghezza totale):
Canali in terra
100
Canali rivestiti e simili
Composizione rete irrigua aziendale (in % della lunghezza totale):
Canali in terra
100
Canali rivestiti e simili
Ripartizione percentuale della superficie comprensoriale
Classe
dei suoli
1-2
3
4
Bassa (%)
0,0
0,0
0,0
Somma
0,0
Efficienza
aziendale
(Eaz)
Efficienza di adacquamento (Ea)
(Irrigazioni umettanti)
Microirrigazione
0,90
Aspersione
0,80
Infiltrazione da solchi
0,78
Scorrimento superficiale
0,70
Perdita stagionale per filtrazione
(Sommers. permanente) F =
1.700
Permeabilità
Media (%) Alta (%)
80,0
0,0
20,0
0,0
0,0
0,0
100,0
0,0
100,0
Irrigazioni umettanti
Sommers. permanente
Condotte
Canali in genere
Condotte + canali
Canali in genere
0,97
0,86
0,86
0,93
2 - Colture irrigate, metodi di adacquamento, stagione irigua, efficienze
Coltura
Metodo
Superf. ir-
irriguo
rigata (ha)
Stagione irrigua
Efficienze irrigue
inizio
fine
Ea
Eaz
Et,c
Eg
01 mag
31 ago
0,70
0,86
0,70
0,42
1 Mais
Scorrimento superficiale
53,9
2 ???
???
0,0
???
???
1,00
1,00
0,70
0,70
3 ???
???
0,0
???
???
1,00
1,00
0,70
0,70
4 ???
???
0,0
???
???
1,00
1,00
0,70
0,70
5 ???
???
0,0
???
???
1,00
1,00
0,70
0,70
6 ???
???
0,0
???
???
1,00
1,00
0,70
0,70
7 ???
???
0,0
???
???
1,00
1,00
0,70
0,70
8 ???
???
0,0
???
???
1,00
1,00
0,70
0,70
9 ???
???
0,0
???
???
1,00
1,00
0,70
0,70
10 riso
somm. perm.
0,0
???
???
1,00
1,00
0,70
0,70
Totale (ha)
pag. 1
53,9
mm
3 - Fabbisogni di valore medio
3.1 - Fabbisogni netti parcellari di valore medio (altezze mensili)
Coltura
Metodo
Fabbisogni netti parcellari (mm)
irriguo
apr
mag
giu
lug
ago
set
Somma
1 Mais
Scorrimento superficiale
0
10
46
148
96
0
300
2 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
3 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
4 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
5 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
6 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
7 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
8 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
9 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
10 riso
somm. perm.
0
0
0
0
0
0
0
ago
set
3.2 - Fabbisogni netti parcellari di valore medio (portate areiche continue fittizie)
Coltura
Metodo
Fabbisogni netti parcellari (l/(s.ha))
irriguo
apr
mag
giu
lug
1 Mais
Scorrimento superficiale
0,00
0,04
0,18
0,55
0,36
0,00
2 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
3 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
4 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
5 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
6 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
7 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
8 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
9 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
10 riso
somm. perm.
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
set
3.3 - Fabbisogni lordi comprensoriali alla fonte di valore medio
Eg
Coltura
Metodo
Superf. ir-
(effic.
irriguo
rigata (ha)
globale)
apr
Fabbisogni lordi alla fonte (l/s)
mag
giu
lug
ago
1 Mais
Scorrimento superficiale
53,9
0,42
0
5
23
71
46
0
2 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
3 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
4 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
5 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
6 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
7 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
8 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
9 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
10 riso
somm. perm.
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
Totali (l/s)
0
5
23
71
46
0
0,00
0,09
0,42
1,31
0,85
0,00
Totale (ha)
53,9
Medi areici (l/(s.ha))
Pozzo San Pietro
pag. 2
xxxx
4 - Fabbisogni con frequenza di superamento 20%
4.1 - Fabbisogni netti parcellari con frequenza di superamento 20% (altezze mensili)
Coltura
Metodo
Fabbisogni netti parcellari (mm)
irriguo
apr
mag
giu
lug
ago
set
Somma
1 Mais
Scorrimento superficiale
0
24
81
175
128
0
408
2 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
3 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
4 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
5 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
6 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
7 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
8 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
9 ???
???
0
0
0
0
0
0
0
10 riso
somm. perm.
0
0
0
0
0
0
0
4.2 - Fabbisogni netti parcellari con freq. di superamento 20% (portate areiche continue fittizie)
Coltura
Metodo
Fabbisogni netti parcellari (l/(s.ha))
irriguo
apr
mag
giu
lug
ago
set
1 Mais
Scorrimento superficiale
0,00
0,09
0,31
0,65
0,48
0,00
2 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
3 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
4 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
5 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
6 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
7 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
8 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
9 ???
???
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
10 riso
somm. perm.
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
4.3 - Fabbisogni lordi comprensoriali alla fonte con frequenza di superamento 20%
Eg
Coltura
Metodo
irriguo
Superf. irrigata (ha)
(effic.
globale)
apr
Fabbisogni lordi alla fonte (l/s)
mag
giu
lug
ago
set
1 Mais
Scorrimento superficiale
53,9
0,42
0
11
40
83
61
0
2 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
3 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
4 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
5 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
6 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
7 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
8 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
9 ???
???
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
10 riso
somm. perm.
0,0
0,70
0
0
0
0
0
0
Totale (ha)
53,9
Totali (l/s)
Medi areici (l/(s.ha))
0
11
40
83
61
0
0,00
0,21
0,74
1,55
1,13
0,00
Pozzo San Pietro
pag. 3
xxxx
5 - Riepilogo dei fabbisogni lordi comprensoriali alla fonte
Fabb. di valore medio
Fabb. con freq. sup. 20%
Media tra i due
apr
mag
giu
lug
ago
set
0
5
23
71
46
0
0
11
40
83
61
0
0
8
31
77
53
0
#DIV/0!
2,40
1,76
1,18
1,33
#DIV/0!
apr
mag
giu
lug
ago
set
0
11
40
83
61
0
0,00
0,21
0,74
1,55
1,13
0,00
0
10
15
20
20
0
65
0
10
52
144
106
0
311
(l/s)
(l/s)
(l/s)
(Fabb. con freq. sup. 20%) / (Fabb. medi)
6 - Valori delle dotazioni lorde comprensoriali
Inizio prelievo
Termine prelievo
(giorno e mese): 01 mag
(giorno e mese): 31 ago
Portata prelevabile
(l/s)
(l/(s/ha))
Durata mensile dei prelievi (giorni)
Volumi prelevabili (migliaia di metri cubi)
Somma
6.1 - Sintesi
a) Inizio del prelievo
b) Fine del prelievo
c) Durata annua del prelievo (giorni)
d) Valore massimo della portata prelevabile (l/s)
e) Valore medio stagionale della portata prelevabile (l/s)
f) Valore medio annuo continuo fittizio della portata prelev. (l/s)
g) Volume stagionale prelevabile (migliaia di metri cubi)
01 mag
31 ago
65
83
55
10
311
6.2 - Annotazioni
Pozzo San Pietro
pag. 4
xxxx