Rassegna Stampa di martedì 1° aprile 2014

Rassegna Stampa di
martedì 1° aprile 2014
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SCRUTINI SALVI PER DECRETO LEGGE
SCRUTINI SALVI PER DECRETO LEGGE
01/04/2014 FCA, UN SUCCESSO A TAPPE
01/04/2014 COSI' GLI "ANGELI CUSTODI" PERDONO LE ALI
01/04/2014 STABIA TERME, UN ALTRO FURTO DANNI PER OLTRE DIECIMILA EURO
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"SENZA L'ACCORDO CON FIAT MENO SOLDI AI LAVORATORI"
TRASPORTI: IL 12 APRILE L'ORSA BLOCCA TRENORD
01/04/2014 TERME, RUBATI UN PORTER E ALTRO RAME
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IL TEST DI MEDICINA FA ARRABBIARE I PROF "MATURITA' SNOBBATA"
NUOVO TITOLO V, SUL PERSONALE DECIDE LO STATO
01/04/2014 PENSIONI ANTE FORNERO ALLA SVOLTA
01/04/2014 PER LE RETRIBUZIONI ATA LA CONFERMA E' TEMPORANEA
01/04/2014 PROROGATI GLI APPALTI DI PULIZIE GLI LSU VERSO LA
STABILIZZAZIONE
01/04/2014 ESUBERI PIU' COSTOSI DA GESTIRE
01/04/2014 LICEI MUSICALI SENZA PRECEDENZE
01/04/2014 SI' ALL'UTILIZZAZIONE PER L'ASSUNTO SU SEDE D'UFFICIO
01/04/2014 APPRENDISTATO VERSIONE JUNGLA
01/04/2014 ASSENZE PER MALATTIA NUOVA CERTIFICAZIONE
01/04/2014 RIFORMARE LA FORMAZIONE DEI DOCENTI, UN PERCORSO AD
OSTACOLI MA POSSIBILE
01/04/2014 ALBERGHIERO, SCELTA A 5 STELLE
01/04/2014 PRIMAVERA GREEN PER LE SCUOLE
01/04/2014 SENZA LA CATTEDRA ESTERNA MENO CHANCE DI TRASFERIMENTO
01/04/2014 CONCORSO DELLE PRO LOCO PER LE SCUOLE
01/04/2014 MATURITA' E UNIVERSITA' DIVENTARE MEDICI MISSIONE IMPOSSIBILE
01/04/2014 Int. a G.Pignataro: UN'UNIVERSITA' PER IL MEDITERRANEO
01/04/2014 CA' FOSCARI SI TINGE DI JAZZ E APRE IL FESTIVAL AGLI STUDENTI
01/04/2014 "RIFORME, UN MILIARDO DI RISPARMI"
01/04/2014 BERLUSCONI PRIGIONIERO NELLA RAGNATELA DEL PREMIER
01/04/2014 Int. a M.Mauro: MAURO: "GRASSO HA RAGIONE, SERVONO GLI
ELETTI"
01/04/2014 IL PREMIER: "CATERPILLAR" PROVA A SPIANARE LE OBIEZIONI
01/04/2014 RIFORMA SENATO, RENZI LA SPUNTA
01/04/2014 VIA IL SENATO ELETTIVO: IL TESTO DEL GOVERNO VARATO
ALL'UNANIMITA' IL COLLE: STRADA GIUSTA
01/04/2014 RENZI: AVANTI A MAGGIORANZA E SI PREPARA AL REFERENDUM
01/04/2014 LA VENDETTA DI LETTA 25 SENATORI TRAMANO CONTRO LA
RIFORMA
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RENZI: SUL SENATO MI GIOCO TUTTO FACCIAMO LE RIFORME O
VADO VIA
01/04/2014 RENZI SI SCRIVE LE RIFORME IL QUIRINALE FA SAPERE: E' OK
01/04/2014 BERLUSCONI: "NOI FEDELI, RENZI PENSI AI SUOI"
01/04/2014 OK AL NUOVO SENATO RENZI: "BASTA RINVII" +++
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DL LAVORO, MINI-RITOCCHI SU PROROGHE E FORMAZIONE
Int. a R.Bonanni: "IL NUOVO CONTRATTO A TERMINE NON
DEV'ESSERE STRAVOLTO"
01/04/2014 JOBS ACT, LO SCAMBIO TUTELE-ONERI
01/04/2014 MINIMO RETRIBUTIVO INAIL A 47,58 EURO 57
01/04/2014 I PRECARI (SOCIALMENTE UTILI?) STABILI PER LEGGE
01/04/2014 LA MIA RIFORMA CHE AIUTA I GIOVANI
01/04/2014 FIAT, 6 MILIONI DI AUTO NEL 2018
01/04/2014 I FAMILIARI? SOLO COLLABORATORI
01/04/2014 LAVORO, CONVINCONO LE PRIME MOSSE DI RENZI
01/04/2014 BUONE INTENZIONI SUL LAVORO
01/04/2014 TAGLI ALLA SANITA' PER UN MILIARDO IPOTESI SLITTAMENTO DI IRAP
E RENDITE
01/04/2014 LAVORO ASSUNZIONI SENZA ART.18 E ASSEGNO AI PRECARI
DISOCCUPATI
01/04/2014 STIPENDI, 5 EURO PER IL BONIFICO RIVOLTA ALL'ASL
01/04/2014 SVOLTA MPS, SIENA AL 2,5% IL CONTROLLO AI FONDI ESTERI E
ARRIVA IL PATTO PARASOCIALE
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Intervento d'urgenza del governo: il paracadute vale per i presidi toscani ma non solo
Scrutini salvi per decreto legge
Sanati tutti gli atti firmati dai dirigenti scolastici sub iudice
DI ALESSANDRA RICCIARDI
R
..
.
.
~SChi~V~O di .ve~ers~
mvahdatì tutti gli attI
firmati, i dirigenti toscani di fresca nomina.
Non solo l'assegnazione delle
supplenze, per esempio, ma
anche gli scrutini. Un rischio concreto, in un paese
in cui il ricorso ai tribunali
per ottenere «giustizia» è diventato fenomeno crescente,
e dagli effetti esplosivi. Ieri il
consiglio dei ministri vi ha
posto riparo approvando un
decreto legge recante «disposizion(urgenti per il
corretto svolciment~--d~ii'attività
scolastica». Lo
aveva ann un ciato, il ministro
dell'istruzione,
Stefania Giannini, nel corso
di un vertice tenutosi la scorsa
settimana al
mIllisterO con
i rappresentanti di Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil
scuola, Snals-Confsal, Gilda: il
decreto si rendeva necessario
per evitare che
da oggi partisse la procedura
di licenziamento dei dirigenti
del concorso toscano, annullato dal Consiglio di stato. Con
conseguente caducazione degli
atti firmati.
n dicastero di viale Trastevere ha colto la palla al
balzo e ha portato al cdm un
decreto che assicura un paracadute non solo ai presidi
della Toscana ma anche a
tutti gli altri che a breve potrebbero trovarsi nella stessa
situazione. La norma infatti è
utilizzabile anche per i futuri,
prossimi contenziosi che dovessero portare all'eventuale invalidazione degli atti firmati
dai presidi che hanno vinto il
concorso indetto nel 2011.
Un concorso che è finito martoriato sotto i colpi
delle varie magistratura
amministrative regionali,
che ne hanno evidenziato
più di una pecca nell'organizzazione. «Al fine di
garantire l'esercizio della
funzione dirigenziale a
seguito di annullamento
giurisprudenziale della procedura concorsuale a posti
di dirigente scolastico, di
cui al decreto direttoriale
del 13 luglio 2011, pubblicato nella Gazzetta ufficiale,
quarta serie speciale, n. 56
del 15 luglio 2011», si legge
all'articolo 1 del decreto legge, <<il personale in servizio
con contratto a tempo indeterminato con funzioni di dirigente scolastico, a seguito
della procedura concorsuale
annullata, continua a svolgere le proprie funzioni, in
via transitoria e fino all'avvenuta rinnovazione della
procedura concorsuali, nelle
sedi di rispettiva assegnazione ... Sono fatti salvi gli atti
adottati dal predetto personale nell'espletamento degli
incarichi».
Restano a questo punto
aperti gli altri problemi della vicenda presidi. Al ministero
dell'istruzione non sono ancora
arrivate la risposta che, attraverso l'Avvocatura generale
dello stato, era stata sollecitata proprio a Palazzo Spada.
Un paio di questione per tutte:
in che modo far ricorreggere le
prove scritte dei candidati del
concorso, garantendo l'anonimato (i compiti hanno avuto
ampia circolazione anche via internet); come evitare che chi ha
superato gli scritti senza finire
nel mirino delle contestazioni
sia costretto comunque a rifare
tutte le prove, con il rischio di
un risultato diverso rispetto a
quello attuale. Problemi che ad
oggi l'amministrazione centrale non sa come sbrogliare. Così
come non è dato sapere quale
futuro assegnare a chi oggi fa il
preside e domani potrebbe non
esserlo più. Intanto però la gestione amministrativa è salva
ed è stato evitato il caos ad
anno scolastico in corso.
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Il test di Medicina
fa arrabbiare i prof
"Maturitàsnobbata"
Tra una settimana la prova per le facoltà a numero chiuso
Rivolta contro l'anticipo: "Studenti distratti, dopo sarà dura"
CORRADO ZUNINO
lo fanno da tempo: «L'anno scorso il 98 per cento degli studenti è
stato ammesso a Medicina».
Quasi tutte le università, d'altronde, offrono giornate di prova.
Tra i maturati - mezzo milione in media - saranno 90-100
mila gli studenti ad aver tentato
l'accesso a tutte le facoltà a numero chiuso. L'anno scorso furono 84 mila solo per Medicina: si
prevede una contrazione. «Negli
ultimi due anni le cose sono peggiorate», spiega Rosa Soriano,
docente di Lettere al classico Vittorio Emanuele II di Lanciano.
Nel 20 13 i test furono retrocessi
a luglio. Quest'anno, con l'ulteriore retrodatazione ad aprile,
«anche i migliori stanno accusando un calo del rendimento
scolastico».
Dallo scientifico Nuzzi di Andria hanno chiesto al ministro
Stefania Giannini di tornare a
settembre per i test 2015. Diversi presidi bolognesi, del Righi,
del Sabin, hanno scritto al ministero: «Chi ha deciso le date delle
prove ha mostrato disinteresse
per chi frequenta la scuola di secondo grado». Alla redazione di
Repubblica sono arrivate decine
di segnalazioni. Due genitori fiorentini hanno raccontato: «I nostri figli, gemelli, frequentano la
quinta scientifico al Da Vinci di
Firenze, il quarto anno l'hanno
In molti licei per aiutare
chi si sta preparando ai
quiz sono stati sospesi
i compiti in classe
fatto negli Stati Uniti (Marta) e
in Venezuela (Lorenzo). Fin qui
hanno avuto un percorso scolastico più che buono, ma ora sono
prostrati dalla concomitanza dei
due esami». n padre di una ragazza diciottenne: «Studia da
più di un anno come una suora di
clausura a scapito di una corretta preparazione scolastica e la
scorsa settimana ha partecipato
al test d'ingresso all'Università
Cattolica di Roma per Medicina.
Un mercato delle vacche: 8500
ragazzi costretti a sperare di vincere la lotteria ed entrare tra i
270fortunatÌ».
C'è chi accetta il gioco, comprende la necessità di dare alle
università italiane un timing europeo e chiede alla scuola di temprare i figli: «Come genitori di
una ragazza nata nel '95 siamo
contenti che il test di Medicina
sia stato anticipato. Lei è determinata ad affrontare entrambi
gli esami: gestire priorità e impegni che si sovrappongono sarà
una grande prova di maturità».
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ROMA. Nei licei diBari,scientifici
e classici, gli insegnanti del quinto anno hanno sospeso i compiti
in classe. 1 ragazzi non studiano
più per la stagione scolastica né
hanno iniziato a preparare la Maturità. «Li vediamo, sono tesi e
stanchi». Davanti a loro, e due
mesi prima dell' esame di Stato, i
ragazzi delle superiori hanno un
nuovo ostacolo, che da tm:npo ha
i connotati della prova da stress
e che, quest'anno, con la rivoluzione voluta dall' ex ministro
Francesco Profumo, è diventata
la priorità: il test per l'accesso allefacoltàanumerochiuso,inparticolare la prova per Medicina.
«Fino a metà aprile non faremo verifiche e manterremo il livello dell'impegno quotidiano
basso», spiegano al classico Orazio FIacco. Gli alunni spesso sono
assenti. «Gli aspiranti medici, se
possono, restano a casa sui libri
dei quiz, chi si presenta in aula
chiede di non essere interrogato». ntest, per loro, arriveràmar-
tedì prossimo: sei candidati su
sette resteranno comunque fuori da Medicina. «Se dovessimo fare ora versioni di greco in classe e
interrogazioni di matematica,
pregiudicheremmo la media deglialunni,ancheimigliori.Eilvoto di maturità si abbasserebbe
pesantemente». n preside dell'Orazio FIacco, Antonio d'Itollo,
dice: «l test sono stati collocati
nel periodo più sbagliato». Marcello Tendi al Socrate di Bari
(Classico) si occupa di orientamento. «Ho visto i ragazzi affaticati, nervosi», racconta: «È da ottobre che in classe i libri dei test
si vedono accanto ai libri di scuola». Al Socrate hanno realizzato
corsi preventivi: moduli da 15
ore l'uno. Allo scientifico Scacchi
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I candidati al test delle facoltà a numero chiuso
e i posti disponibili (2014 - 2015)
60 domande
in 100 minuti
f quesiti hanno
5 opzioni
di risposta
Argomenti di
cultura generale,
logica, biologia,
chimica, fisica e
matematica
Ogni prova è diversa
per ciascun candidato
anche se attinge
allo stesso
set di domande
Posti disponibili
t
114
iiittittii~
Posti disponibili
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rispetto
all'anno scorso
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La camera impegna il governo a riferire sulle risorse per salvare i pro! di «quota 96»
Pensioni ante Fornero alla svolta
I grillini protestano: la risoluzione approvata è debole
DI NICOLA MONDELLI
asso avanti verso una
trasformazione in
legge della proposta
di legge Ghizzani
(Pd)/Marzana (M5S) meglio conosciuta come «Quota 96». Ma gli ostacoli da
superare sono ancora tanti.
Come è noto la proposta di
legge prevede la possibilità
di andare in pensione anche
per il personale della scuola
(circa 4.000 unità secondo
una stima del Miur) che ha
maturato entro il 31 agosto
2012 i requisiti anagrafici
e contributivi per l'accesso
alla pensione di vecchiaia
o a quella di anzianità richiesti dalla normativa previgente l'entrata in vigore
della riforma delle pensioni
dell'ex ministro del lavoro,
Elsa Fornero. Si tratta per
la pensione anticipata di 60
anni di età e 36 di contributi
o 61 anni di età e 35 di contributi oppure, indipendentemente dall'età anagrafica,
40 anni di contributi; per la
pensione di vecchiaia 65 anni
e almeno 20 di contributi per
gli uomini e 61 anni con 20
di contributi per le donne),
della possibilità di accedere
al trattamento pensionistico
con i predetti requisiti an-
P
corché posseduti successivamente al 31 dicembre 2011,
contrariamente a quanto invece dispone l'articolo 24 del
decreto legge 201/2011.
Il passo avanti si è concretizzato, nel corso di una
riunione delle Commissioni V e dell'XI della Camera
presiedute rispettivamente
da Francesco Boccia e da
Cesare Damiano e svoltasi
giovedi 27 marzo 2014, mediante l'approvazione di una
risoluzione proposta da Barbara Saltamartini (Ncd.
Prima della messa
in votazione
~ella Pr.0posta
di risoluzione, tutte le
componenti
le Commissioni
avevano
com unque manifestato
l'orientamento
di considerare
legittime
le richieste del
personale della
scuola di vedersi riconoscere
il diritto ad andare in pensione con i requisiti richiesti
dalla normativa antecedente
l'entrata in vigore della riforma Fornero, un orientamento
recepito anche dal Governo
attraverso
il sottosegretario Giovanni
Legnini.
Quanto alle risorse necessarie - quelle stimate, comprensibilmente per eccesso,
dall'Inps ammontano per gli
anni 2014/2018 complessivamente a 430 milioni di euro
- essendo consistenti richiedono, ad avviso di tutte le
componenti le Commissioni, un forte coinvolgimento
del Governo.
Il testo della risoluzione, approvato dopo
un vivace e prolungato
confronto e seppure con
qualche protesta da parte
dei rappresentanti del M5S,
impegna pertanto il Governo «a riferire alle Commissioni, prima della presentazione del documento di
economia e finanza (Def
2014), in merito al reperimento delle risorse
necessarie per l'adozione di urgenti iniziative
normative volte a prevedere che i requisiti per il
pensionamento, previsti
dalla normativa antecedente alla riforma Fornero, continuino ad applicarsi ai lavoratori della scuola
che abbiano maturato gli
stessi requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012 ai
sensi dell'articolo 59, comma
9, della legge 449/1997».
Le proteste dei grillini erano relative proprio al
testo della risoluzione sottoposta a votazione. Ad avviso
dei rappresentanti del Movimento la risoluzione approvata non impegnerebbe il
Governo a trovare le risorse
e ad inserirle nel Def, come
invece richiedeva l'originaria
proposta di risoluzione predisposta da Saltamartini, ma
semplicemente un impegno
a riferire alle Commissioni,
prima della presentazione
del Def 2014, in merito al
reperimento delle risorse.
In ogni caso, si va veramente verso la soluzione? Tutti i 4.000 potranno,
a domanda, andare in pensione a partire dal prossimo
lO settembre 2014? Difficile
rispondere positivamente
alle domande. Sono infatti
ancora troppi gli ostacoli, e
le proteste del M5S ne sono
certamente un segnale preoccupante, da superare nonostante la volontà espressa
da tutti i membri delle due
Commissioni di accelerare la
trasformazione in legge della
proposta di legge Ghizzonil
Marzana.
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Per le retribuzioni Ata
la conferma è temporanea
DI
FRANco BASTIANINI
Sarà Wta specifica sessione negoziale, da concludersi non
oltre il 30 giugno 2014, che dovrà provvedere al riconoscimento di un emolumento una tanturn avente carattere
stipendiale in favore del personale amministmtivo, tecnico
ed ausiliario che negli anni scolastici 201112012, 201212013
e 201312014 ha ottenuto il riconoscimento della prima o
della seconda posizione economica di cui alla sequenza
contrattuale del 25 luglio 2008.
Lo dispone l'articolo l-bis del decreto legge 23 gennaio
2014, n. 3, recante disposizioni temporanee e urgenti in
materia di proroga degli automatismi stipendiali del pe~
sonale della scuola, convertito nella legge 19 marzo 2014,
n. 41 ed entrato in vigore il 25 marzo 2014. La somma
stanziata a tal fine ammonta a 38,87 milioni di euro e sarà
prelevata dalle risorse finalizzate per l'autonomia dalla
legge 44M997. Con l'entrata in vigore del decreto legge
viene posta la parola fine, seppure temporaneamente, alla
vertenza in atto da alcuni mesi tmle organizzazioni sindacali e l'anuuinistrazione scolastica a causa del rifiuto della
Ragioneria generale dello stato di riconoscere al personale
Ata, titolare di una prima o Wta seconda posizione economica, il trattamento economico previsto dalla predetta
sequenza contrattuale 2008 e successive modificazioni
fino al 31 agosto 2014 Nelle more della conclusione della
sessione negoziale e comunque non oltre il 30 giugno 2014,
si legge inoltre nel comma 2 del citato articolo l-bis, non
si provvederà nei confronti del predetto personale Ata al
recupero delle somme già corrisposte.
Per effetto di quanto dispone la legge 24 dicembre 2012,
n. 228 non saranno invece confermate le posizioni economiche attribuite agli assistenti amministrativi che sostituiscono i direttori dei servizi generali e amministrativi.
La possibilità che le posizioni economiche possano continuare a sussistere anche a decorrere dal IO settembre
2014 è strettamente legata al rinnovo del contratto
scuola.
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La nuova disciplina vieta le utilizzazioni dei docenti a metà tra medie e superiori
Esuberi più costosi da gestire
Ipotesi di contratto all'esame di Funzione pubblica e Tesoro
Pagina a cura
DI CARLO FORTE
l nuovo contratto sulle
utili~za~ioni e .le ~ss~­
gnazlOm prOVVISOrie rischia di far aumentare i
costi di gestione dei docenti
in esubero. E ciò potrebbe indurre la Funzione pubblica e
il Ministero dell'economia, a
'cui spetta la verifica finale, a
bloccare la firma definitica
dell'accordo. Nell'ipotesi di
contratto firmata il 26 marzo
scorso, infatti, c'è una clausola che vieta espressamente
la possibilità di utilizzare i
docenti in esubero su cattedre costituite tra medie
e superiori e viceversa.
Pertanto, se il contratto sarà sottoscritto così
com'è, la ricollocazione a
orario intero dei docenti
in esubero diventerà molto meno agevole. E .
aumenteranno i
casi di utilizzazione a orario
ridotto (ma a
stipendio pieno). Perché la
ricollocazione
dovrà essere effettuata solo su
cattedre •
di un unico grado: o su una
cattedra di scuola media o
su una cattedra di scuola
superiore. Non più, come ac-
I
cadeva spesso fino all'anI1O
scorso, su cattedre costituite
con spezzoni appartenenti
sia alla scuola secondaria di
I grado che a quella di II grado. Per esempio: 9 ore presso
una scuola superiore + altre
9 ore presso una scuola media
e viceversa.
La questione riguarda i
docenti della Dop. La sigla
sta per dotazione organica
provinciale:
un eufe"
mismo
tecnico
con il
quale si
intende un elenco di docenti in
numero eccedente rispetto al
fabbisogno. Per esempio, se.le
cattedre in organico sono 100
e i docenti diruol011O, la Dop
è costituita dai dieci docenti
in più, che costituiscono l'esubero. Va detto subito, però,
che l'eccedenza fa riferimento
all'organico di diritto. Che è
l'elenco delle cattedre che costituiscono complessivamente la dotazione delle scuole
della provincia. A settembre,
però, quando le scuole fanno
il conteggio definitivo delle
cattedre di cui hanno bisogno,
vengono fuori ulteriori disponibilità. Che vengono coperte
anche con le utilizzazioni e le
assegnazioni provvisorie. In
quella fase, i docenti della
Dop vengono ricollocati. Non
necessariamente tramite l'assegnazione' di una cattedra
della loro disciplina.
Per facilitare la
piena ricollocazione contemperando gli interessi del
docente
a riavvicinarsi alla
propria
_fam~glia,
le utilizzazioni dei docenti in esubero
vengono disposte anche su
cattedre dove gli interessati
vantano il possesso dell'abilitazione. E se nemmeno in
tal modo si riesce a trovare
loro una collocazione, la riassegnazione della cattedra
avviene tenendo conto dei titoli di studio in loro possesso.
Questa procedura è prevista
espressamente dall'articolo
14, comma 17, del decreto
legge 95/2012. Che non pone
limitazioni alla possibilità di
assemblare cattedre suddivise tra scuola media e su periore e viceversa. E non a caso si
intitola:«Riduzione delle spese di personale». Uintenzione
del legislatore, infatti, era ed
è quella di evitate il più possibile di pagare stipendi in
assenza di prestazione piena.
Fatto, questo, che si verifica
quando l'utilizzazione viene
disposta su uno spezzone +
diverse ore a disposizione.
La piena ricollocazione dei
docenti della Dop, però, di
solito è preclusa nella classe
di concorso di appartenenza. Proprio perché, essendo
in soprannumero, spesso, le
disponibilità si limitano a
meri spezzoni. Spezzoni che,
non di rado, altro non sono se
non quello che resta delle cattedre di cui gli stessi docenti
in esubero erano titolari. E
quindi, per disporre la piena
ricollocazione, gli uffici utilizzano gli spezzoni residui
e li assemblano in cattedre
che vengono assegnate agli
interessati.
Ma quando i docenti da
ricollocare sono troppi,
gli assemblaggi di spezzoni
avvengono anche tra gradi
di scuola diversi. Per esempio, se si tratta di un docente di lettere la cui cattedra
originaria è ridotta a 9 ore,
si utilizza un ulteriore spezzone di 9 ore traendolo da
una scuola superiore. E così
facendo la ricollocazione avviene per l'intero orario di
cattedra senza ore a disposizione. Dal prossimo anno
tutto questo non si potrà più
fare. E quindi, un numero
sempre crescente di docenti
in esubero sarà ricollocato su
meri spezzoni, con ore a disposizione. Di qui i maggiori
oneri per lo stato rispetto al
passato,
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1
. Sì all'utilizzazione I!!r
l'assunto su sede d'ufficio
I docenti-che sono stati assunti a tempo indetenninato
ilIO settembre scorso, che non otterranno alcuna tra le
sedi prescélte nella domanda di trasferimento, potranno
comunque partecipare alle utilizzazioni. Anche se sarà
data loro una sede d'ufficio. La novità è contenuta nell'aI'ticolo 2 dell'ipotesi di contratto integrativo sulle utilizzazioni siglata il 26 marzo scorso. La clausola negoziale
fa luce sull'annosa questione della possibilità o mèno
di partecipazione alle utilizzazioni per i neoimmessi in
ruolo. Facoltà che veniva concessa pacificamente solo a
coloro che rimanevano in attesa di sede definitiva anche
l'anno successivo. In buona sostanza, dunque, ai docenti
che subito dopo essere immessi in ruolo risultavano
in esubero e venivano collocati nella Dop (dotazione
organica provinciale). E ciò aveva l'aria di una vera e
propria diseriminazione, a danno di un'intera categoria di docenti, che non trovava alcuna giustificazione
giuridica.
Dopo l'inunissione in ruolo, infatti, gli insegnanti neoassunti ricevono una sede provvisoria. E nel primo anno di
ruolo vengono ammessi a partecipare ai trasferimenti,
insieme a tutti gli altri docenti di ruolo. In quella sede,
i docenti neoassunti presentano la domanda indicando
le sedi di preferenza. Dopo di che, ad esito delle operazioni di mobilità a domanda, viene loro assegnata, una
sede definitiva. Se tale sede coincide con una delle sedi
indicate nella domanda, il provVedimento che ne deriva
è in tutto assimilabile a un trasferimento a domanda.
Ma se la sede assegnata non risolta tra quelle indicate
nell'istanza, il provvedimento prende la forma di un vero
e proprio trasferimento d'ufficio. FÌìlo all'anno scorso,
se un docente neoimmesso in ruolo si trovava in tale
situazione, poteva sperare solo nell'assegnazione provvisoria. Da quest'anno, invece, potrà partecipare anche
alle operazioni di utilizzazione. Anche se il docente
interessato non potrà chiedere di essere confermato
con precedenza nella sede di attuale servizio. Perché
tale precedenza vale solo per gli ex titolari.
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Assenze per malattia
nuova certificazione
DI FRANco BASTIANINI
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presenza.
Poiché non di tratta di un certificato
di malattia l'attestazione non deve
recare l'indicazione della diagnosi né
indicare il tipo di pFestazione somministrata.
----@Riproduzwru! riseroata ___
Con la registrazione alla Corte dei
Conti, avvenuta in data 19 marzo
2014, della circolare n. 212014 firmata dall'allora ministro per la pubblica
amministrazione e la semplificazione
D'Alia, possono troVare piena applicazione le nuove disposizioni in materia
di assenze dal servizio per l'eft'ettuazione di visite, terapie, prestazioni
specialistiche od ~sami diagnostici
introdotte dall'articolo 4, comma 16
bis del decreto legge101l2013.
Le nuove disposizioni, finalizzate nelle intenzioni del legislatore a contrastare il fenomeno dell'assenteismo nel
pUbblico impiego, introducono una diversa modalità di
giustifica.zione
nel caso
in cui l'assenza dal
servizio
sia richiesta per
l'espllet8ll1lelllto di visite mediche, teprestazioni specialistiche od
diagnostici, rispetto a quella richiesta nel caso di assenza per malattia protratta per un periodo superiore
a dieci giorni, e in ogni caso, dopo il
secondo evento di malattia nell'anno
solare.
.
Per queste ultime la richiesta di assentarsi dal servizio deve essere giustificata esclusivamente mediante
certificazione medica rilasciata dà una
struttura sanitaria pubblica e da un
medico convenzionato con il servizio
sanitario nazionale.
Per le assenze dal servizio dovute
all'espletamento di visite mediche,
terapie, prestazioni specialistiche od
.esami diagnostico, le richieste di permessi previste dal contratto scuola in .
vigore (permessi brevi di cui all'articolo 16 del contratto) e autorizzate
dal dirigente scolastico devono essere
invece giustificate, per effetto appunto delle modifiche introdotte appunto
dal citato articolo 4, comma 16 bis, del
decreto legge 10112013, mediante la
presentazione di attestazione di presenza, anche in ordine all'orario, rilasciata dal medico o dalla struttura, anche privati, che hanno svolto la visita
. o la prestazione o trasmeése da questi
ultimi mediante posta elettronica.
Dall'attéstazione di presenza debbono
risultare la qualifica e la sottoscrizione dèlsoggetto che la redige, l'indicazione del medico .e/o della struttura
presso cui si è svolta la visita o la prestazione, il giorno, l'orario di entrata e
di uscita del dipendente dalla struttora sanitaJ,ia erogante la prestazione.
bÌlportante infine la precisazione,
contenuta nella circolare n. 2, in merito alla natura dell'attestazione di
<
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L'indirizzo secondo dopo il liceo scientifico nelle iscrizioni. Ma i professionali calano
Alberghiero., scelta a 5 stelle
Ricerca lslol: il 500/0 dei diplomati trova subito lavoro
DI EMANUELA MICUCCI
T
utti pazzi per ristorazione e hotel. E gli esiti occupazionali premiano la scelta. Sono
48.867 gli studenti iscritti
al primo anno dell'istituto
alberghiero per il 2014/15
secondo i primi dati sulle
iscrizioni pubblicati dal Miur
(www.iscrizioni.it). Un indirizzo che fa gola tra i 530.911
alunni che a settembre affronteranno la prima superiore, nonostante gli istituti
professionali raccolgano solo
il 19,1% degli iscritti, con un
calo di 0,8 punti percentuali rispetto allo scorso anno,
quando però era stato più
netto: -2%. Con il 9,2% del
totale nazionale delle iscrizioni, quindi, l'alberghiero
conserva il primato tra i
professionali e si posiziona al
secondo posto tra gli indirizzi
più scelti d'Italia.
tre il-linguistico cresce dello 0,6% arrivando a 47.161
iscrizioni. Continua l'incremento dei licei, +1,2%, contro
un calo dei tecnici (-0,4%) e
dei professionali (-0,8%). Se
nel Lazio è boom di liceali con
il 61,57% dei ragazzi, il picco
dei tecnici è in Veneto con il
37,9%. Mentre i professionali
superano il 20% di iscritti in
Basilicata (21,7%), Emilia
Romagna (21,6%), Puglia e
Campania (21,5%), Marche
(21,3%), Siçilia (20,9%). «I
ragazzi scelgono le materie
scientifiche, perché garantiscono maggiori opportunìtà
per loro futuro - sottolinea
Gabriele Toccafondi, sottosegretario all'istruzione -. Dobbiamo implementare le attività laboratoriali investendo
in una reale contaminazione
tra scuola e mondo delle imprese con orientamento, alternanza, apprendistato, accompagnamento al lavoro».
Del resto, l'apprendiIn testa si confermI;! il
liceo scientificò con oltre stato è la forma contrat121mila richieste e il 22;9% tuale più diffusa tra i lavodelle preferenze totali. Men- ratori dipendenti qualificati
nei percorsi dell'istruzione
e formazione professionale
(leFP): quasi il 35% dei maschi e oltre il 39% delle donne
sono apprendisti. Lo rivela,
in questi giorni, la seconda
indagine lsfol sugli esiti occupazioni e formativi dell'leFP (www.isfol.it). Compresi
dal Miur tra i professionali
nei dati sulle iscrizioni, questi percorsi in modalità integrativa e complementare si
confermano un buon canale
di accesso al mercato del lavoro per i giovani 18-24enni:
la metà dei 5.000 ragazzi del
campione, infatti, risulta occupato a 3 anni dalla qualifica, sebbene la percentuale
fosse del 59% tre anni fa. A
tenere meglio sono stati i ragazzi usciti dai percorsi delle
agenzie formative rispetto a
quelli delle scuole: 55% di occupati contro il 38%.
E tra le migliori prospettive occupazionali ci sono proprio i corsi in
turismo e ristorazione con
il 55% di occupati, secondi dopo l'area meccanica e
agroalimentare (57%). Se
AlmaDiploma ricorda che il
44% dei diplomati si iscriverebbe a un diverso indirizzo
delle superiori, l'Isfol mostra
che circa 1'83% rifarebbe la
scelta di iscriversi ai percorsi IeFP e che, in una scala
da 1 a lO, il voto medio che
danno all'esperienza formativa svolta è di 8,4. Un volta
assunti, poi, il 78% di loro è
molto soddisfatto del proprio
lavoro, che il 60% dichiara
essere coerente con il corso di
qualifica professionale. Subito dopo la qualifica, un giovane su 3 continua a formarsi,
soprattutto nei IV anni di
IFP e, con percentuali pi ù
contenute, nella scuola superiore. I motivi sono per lo
più occupazionali, legati alla
convinzione di poter trovare
un lavoro migliore con un altro diploma (31%), anche se
risulta ampia la quota di chi
fornisce ragioni più motivazionali, legate alla ritrovata
voglia di studiare (29%). A
distanza di tre anni, diminuiscono del 3% i giovani nei
percorsi di studio (6,6%), 2/3
dei quali all'università.
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L'ESPERTO RISPONDE! Il caso segnalato da un insegnante alle prese con la mobilità
Senza la cattedra esterna
meno chance di trasferimento
Il richiedente si preclude la possibilità degli spezzoni
dall'ordinamento con la nullità della clausola difforme e con
la sostituzione della medesima
con le disposizioni di legge con
cui contrasta. Ma gli uffici periferici dell'amministrazione
scolastica, per prassi, omettono
cii esercitare il previo controllo di legittimità delle norme
contrattuali, limitandosi alla
mera applicazione delle stesse.
Il docente interessato, dunque,
sarà trasferito con priorità
rispetto alla collega titolare
dei benefici di cui alla legge
104/92, ma quest'ultima potrebbe avere gioco facile a far
dichiarare dal giudice il suo
diritto ad essere trasferita in
luogo del collega.
Trasferito d'ufficio
precede chi ha la 104
Sono un docente trasferito
d'ufficio l'anno scorso perché
perdente posto. Dal prossimo
lO settembre la mia cattedra
sarà ricostituita perché c'è stato un incremento di iscrizioni
e ho presentato domanda di
trasferimento facendo valere
la precedenza per il rientro
in sede. Una mia collega ha
la precedenza prevista dalla
104/92 perché assiste la madre,
porlatrice di handicap grave, e
sostiene che la sua precedenza dovrebbe prevalere sulla
mia, perché la sua precedenza
deriva da una legge e la mia
solo dal contratto. Chi otterrà
Antinw Di Geroninw
il trasferimento?
Punteggi
nel passaggi
Mario Viscileddn
Catanzaro d'ufficio e a domanda
Il docente che otterrà il trasferimento è l'insegnante già
trasferito d'ufficio che chiede
di rientrare in sede. Earticolo 7
del contratto sui trasferimenti,
infatti, nel graduare la priorità
delle precedenze, dà prevalenza assoluta a quella in capo al
docente, già trasferito d'ufficio,
che faccia valere la precedenza
per il rientro nella sede di ex
titolarità. Tale priorità deroga
la normativa contenuta nella
legge 104192, in ciò violando
il principio di inderogabilità
delle norme di legge da parte
della contrattazione collettiva,
contenuto nell'articolo 2 del
decreto legislativo 165/200l.
La violazione del principio di
inderogabilità è sanzionata
Ho presentato la domanda dì
trasferimento e la scheda per
l'individuazione dei soprannumerari ed ho riscontrato
una diversità di punteggio. In
particolare, nella domanda di
trasferimento il sistema mi ha
attribuito 3 punti per ogni anno
di servizio di preruolo, mentre
nella scheda dei soprannumerari mi hanno dato 3 punti per
i primi 4 e 2 punti per i successivi e, per quanto riguarda la
continuità, per la domanda di
trasferimento non ho ottenuto
la valutazione di due anni e per
la scheda, invece,mi sono stati
valutati 1 punto per ogni anno.
Come mai?
sono giuridicamente legittime.
La tabella di valutazione dei
titoli che si applica alla scheda
di individuazione dei soprannumerari (e cioè al modulo che
viene fatto compilare ai docenti ai fini della formazione della
graduatoria di istituto) è quella
dei trasferimenti d'ufficio. Tale
tabella prevede che il servizio
preruolo possa essere valutato
per intero solo per i primi 4
anni e per i restanti anni solo
per i 213. Ciò in analpgia con
quanto avviene per la "ricostruzione di carriera (anche se dopo
18 di servizio tale differenza
dovrebbe venire a cadere). Per
quanto concerne, invece, la
continuità, la tabella prevede
la valutazione dei servizi nello stesso comune prima del
compimento del triennio. Tale
valutazione viene corrisposta
nell'ordine di un punto per ogni
anno, ma è alternativa alla continuità che viene attribuita dopo
il compimento di tale triennio
(non potendosi cumulare, si valuta o l'una o l'altra).
CarloForte
Inidonea in attesa
di diventare Ata
Sono un'insegnante di
scuola dell'infanzia nata nel
1954 e posso fare valere una
anzianità contributiva di 31
anni. Dieci anni fa sono stata
dichiarata inidonea all'insegnamento per motivi di salulettera firnwta te e utilizzata in compiti di
segreteria e di gestione della
Le differenze di valutazione biblioteca. Su mia richiesta, ai
primi di febbraio sono stata
sottoposta a visita medico collegiale ritenendo le mie condizioni di salute aggravatesi
soprattutto negli ultimi mesi
(sono stata assente per malattia ininterrottamente dal 23
novembre 2013 al 30 gennaio
2014) e di non essere in condizione neppure di proseguire i
compiti suddetti. La commissione medica mi ha invece
confermata la sola inidoneità
all'insegnamento e non anche
quella ad altri compiti. É vero
che dovrò essere trasferita nei
ruolo del personale Ata? Posso impugnare il verbale della
commissione medica?
Franca Joppolo
Napoli
Nei suoi confronti trovano
applicazione le nuove norme
contenute nell'articolo 15 del
decreto legge n.10412013 e
nella circolare ministeriale del
3 dicembre 2013, ivi comprese
quelle relative al trasferimento dei ruoli del personale Ata.
Avverso il giudizio riguardante
l'inidoneità di servizw emesso
dalla commissione medi~a
ospedaliera di Palermo era ammesso, fino al 31 marzo 2014,
ricorso alla commissione medica di seconda istanza, funzionante a Palermo. Dallo aprile
2014 il ricorso è consentito solo
alla commissione medica di
seconda istanza, via dei Santi Quattro n. 19/bis - 00184
Roma, come dispone il ministero dell'economia e finanze
con la circolare prot. n. 35974
dellO marzo 2014.
Fmnco Bastianini
riservata-II
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LANOTiZiA
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1 /2
o
Caos per i test d'ingresso anticipati
Gli studenti non sanno cosa studiare
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C'èchimoUa
Gli iscritti ai test sono intanto 15 mila in meno
dello scorso anno, essendo passati da 84 mila a
69 mila. Le domande previste nelle prove, come
nel 2013, sono 60, ma a cambiare è il peso delle
singole discipline, più sbilanciato verso le materie
maggiormente attinenti al corso di laurea prescelto. Chimica passa da 8 a lO quesiti, biologia da 14 a
15, cultura e logica da 30 a 27, e matematica resta
a 6. 1 candidati aVTal1l10 100 minuti a loro disposizione e il punteggio prevede un punto per ogni
risposta esatta, zero per
quella non data e -0,25
per ogni errore.
I favoriti
Ad essere favorito per
l'accesso all'università
è cosÌ chi è libero, quelli
che tentano il test magari per la seconda o
terza volta e hanno solo
quel pensiero, avendo
superato da tempo lo
scoglio della maturità. In futuro, chi vuole
tentare !'ingresso nella
facoltà dei sogni dOVTà
studiare con almeno
due anni d'anticipo e
scegliere possibilmente
un liceo più scientifico,
con materie più attinenti ai test, visto che già
oggi i più svantaggiati
sono i geometri, ragionieri e periti industriali.
Ora, però, uscire dal pasticcio di una doppia e
difficile preparazione è
difficile. Una situazione
che rischia di diventare
la prima vera grana per
il neo ministro dell'istruzione, la montiana
del
destinatario,
non
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averi studenti. Sognano il camice bianco, i più fortunati di ereditare lo studio
del papà, ma quest'anno per loro tutto è
un incubo, stretti tra due fuochi, quello
della maturità e quello dei test. Le prove per l'ingresso ai corsi di studi a numero chiuso sono state anticipate al prossimo 8 aprile e il
risultato è stato quello
di catapultare migliaia
di ragazzi in un incubo,
non riuscendo a studiare per 1'esame necessario al diploma e aUo
stesso tempo per quello
fondamentale per diventare matricole. Il Ministero ha assicurato di
aver trovato la soluzione
migliore possibile per gli
aspiranti dottorì, ma il
risultato è stato il solito
pasticcio all'italiana.
Caos tra i banchi
Ai ragazzi è stata tolta !'importante e un po'
romantica "notte prima
degli esami". Sono stati
scippati della spensieratezza della maturità. E
tutto questo perché devono prepararsi ai test
previsti tra una settimana. Se non superano
quelli niente università.
Ma pOlte chiuse a Medicina pure se non si ottiene il diploma di scuola
superiore. Un dilemma.
Le due cose sono di:fficilmente conciliabili. I
prof, dai licei agli istituti tecnici, sono inferocitì. Quest'anno non
devono gestire soltanto
la poca voglia di studiare dei ragazzi o le loro
ansie per l'esame. Gli
studenti guardano solo
la data dei test e hanno
chiuso i libri. Lo scorso
anno, quando le prove
per l'ammissione all'università erano a luglio,
era andata un po' meglio. Ora coincidono con
quello che nelle scuole
superiori dovrebbe essere il periodo dedicato
allo sprint finale. Senza
contare che solitamente
a Medicina la percentuale degli ammessi è
bassa e che sei candidati
su sette verranno eliminati, essendo disponibili appena 10 mila posti.
Tutti elementi che fanno
aumentare l'ansia nei
ragazzi. Un'altra occasione agli aspiranti medici viene data con un secondo test nazionale, previsto il 29 aprile, nelle
università statali di Roma, Milano, Napoli e Bari,
ugualmente in graduatoria nazionale, ma con l'ulteriore difficoltà che è solo in lingua inglese.
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di MONICA TAGLlAPIETRA
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Pag. 27
Quotidiano
LANOTiZiA
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Foglio
GlDRNALE.IT_
crea le condizioni giuste
perché tutti possano venire a studiare nel Belpaese. In Italia, del resto, si sono anche apelti
corsi di laurea in lingua
inglese come ingegneria e scìenze biologiche.
Una graduatoria unica nazionale, secondo
il Consiglio nazionale universitario, permette poi
una sorta di scorrimento. In pratica: se ad esempio
si sceglie Roma ma i posti sono finiti, perché sono
entrati altri studenti piazzati meglio in graduatoria, si può andare in un'altra cìttà e poi tornare,
tutto entro l'inizio dei corsi di laurea. Vantaggi che
non sono minimamente paragonabili però alle difficoltà che stanno incontrando gli studenti.
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Stefania Giannini.
Le ~>iustificazioni
Ma perché i test sono
stati anticìpati ad aprile'? La scelta è stata
dettata da lma determinazione del Consiglio
nazionale universitario,
che ha individuato quella data come quella per
il possibile allineamento
con le altre scuole internazionali, visto che non
in tutti i Paesi la scuola
finisce a giugno come in
Italia. Anticipare le prove d'accesso all'università, secondo gli esperti
01-04-2014
5
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Quotidiano
nSole9]{l mmrn
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I
Le rifonne istituzionali
IL SENATO DElLE AUTONOMIE
L'approvazione in Parlamento
«II pd non mi preoccupa, chi blocca il cambiamento
sarà in minoranza nelle Camere e nel Paese»
Foglio
01-04-2014
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La sfida
«Mi gioco tutto: o passa o lascio la politica
ma con me va a casa anche chi frena»
«Riforme, un miliardo di risparmi»
Renzi: approvato all'unanimità il Ddl su nuovo Senato e Titolo V - Entro Pasqua il taglio Irpef
ROMA
«Questo è uno di quegli
obiettivi che giustificano tutta
una carriera politica. lo non voglio diventare uno di quelli che
per "restare" rinuncia alle proprie idee. Non sono qui per occupare una seggiola ma per cambiare l'Italia». Matteo Renzi è Matteo Renzi. E quando in serata
scende in sala stampa dopo aver
portato tutti i suoi ministri (compresa la centrista Stefania Giannini, che poco prima aveva giudica-
Il. CRONOPROGRAMMA
La prossima settimana il Def
con una stima del Pil che sarà
0,8%, poi a fine mese
le riforme del fisco e della
pubblica amministrazione
indiretto arrivato ieri dal Capo
dello Stato (si veda l'articolo a
fianco), Renzi tira dritto. E respinge anche il pressing di Fi
sull'Italicurn, a'>Sicurando che sarà esaminato subito dopo il primo sì alla riforma costituzionale.
Nessuna inversione dell'ordine,
insomma, come chiedono gli azzurri. Da Palazzo Chigi smentiscono contatti diretti tra il premier e Berlusconi e sottolineano
che in agenda non c'è al momento un incontro tra i due, come
sembrerebbe sperare l'ormai ex
Il varo del Def
Il Def arriverà sul tavolo del
Consiglio dei ministri martedì 8 o
mercoledì 9 aprile. In tempo per
trasmettere il docu mento a
Bruxelles (entro il 10 aprile) e al
Parlamento
Il taglio dell'Irpef
Nella settimana di Pasqua è
annunciato il decreto peril taglio
dell'Irpef (che dovrebbe
contenere anche la sforbiciata
dellO% all'Irap) e questo per
consentire ai tecnici le verifiche
necessarie a far arrivare80euro
nelle buste paga il 27 maggio
Paefisco
Afine mese si procederà ad
illustrare la riforma della
Pubblica amministrazione,
quella del fisco e gli interventi per
favorire l'innovazione
tecnologica. Il tutto mentre in
Pa rlamento si discute del.decreto
Poletti sui contratti a termine
I
Cavaliere. Eppure contatti tramite Denis Verdini ci sono stati. E
Renzi può dire di «non avere motivi per dubitare dell'impegno di
Fi sul percorso riformatore concordato». Già, perché nel patto
del Nazareno non c'era solo l'Italicurn, ma anche tutto il resto: il
Senato non elettivo, il Titolo V, la
riduzione dei costi della politica
anche tramite la norma che prevede che «gli emolumenti spettanti al presidente della Giunta e
ai componenti degli organi regionali non possonq superare quelli
spettanti ai sindaci dei Comuni
capoluogo della Regione».
La prova più vicina resta quella delle europee del 25 maggio.
Ed è a quella meta che guarda
Renzi, consapevole che un buon
risultato del Pd è fondamentale.
«Non è un caso se in questo momento quello che più di tutti, come si dice a Roma, "sta a rosica'"
è Beppe Grillo - ha detto ieri in tv
-. È naturale: ora che si va verso il
rinnovamento si sente franare la
terra sotto i piedi». Per questo il
premier concentra l'agenda, dopo il viaggio di oggi e domani a
Londra, tutta sui nodi interni: la
prossima settimana il Def, che
conterrà anche le coperture per
!'intervento sull'lrpef (la stima
del Pil sarà probabilmente allo
0,8%); prima di Pasqua il provvedimento sui tagli Irpef ai redditi
medio bassi (fra i 45 e i 5 miliardi
le risorse dai tagli di spesa); a fme
aprile i "fuochi d'artificio" conIa
riforma fiscale e la riforma della
Pa. Incrociando le dita, e nella
speranza che nel frattempo i senatori portino avanti la riforma
delle riforme.
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to «inconsueto» il Dd! del governo sul Senato) ad approvare
all'unanimità la riforma delle riforme, quella che abolisce Senato
elettivo, Province, Cnel e materie
concorrenti tra Stato e Regioni
tutto d'un colpo, ha l'aria di uno
che sta andando alla guerra. Dove o si vince tutto o si perde tutto.
«Non so se ci sarà il lieto fme, ma
questo è un buon inizio. Oggi il governodicebastaconirinvii».
Il provvedimento approvato
ieri non è esattamente un prendereo lasciare. Qualche piccola modifica si può fare, certo, ma senza
mettere toccare i quattro paletti
che lo stesso Renzi elenca: «Il
nuovo Senato non dà il voto di fiducia al governo; non vota le leggi di bilancio; non ci deve essere
l'elezione diretta dei senatori;
niente indennità per i nuovi sena:
tori». Nessun Senato elettivo,
dunque, come chiesto dallo stesso presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso. E proprio l'intervento di Grasso, eletto con le
liste del Pd, non è andato per
niente giù al premier: «Non si è
mai visto un presidente del Senato intervenire su provvedimenti
initinere, se sono arbitri non possono giocare», ha ribadito ieri sera Renzi ai microfoni di Skytg24.
Ma è soprattutto ai suoi, ai senatori del Pd compresi i 25 che hanno firmato il documento della
"fronda" contro un testo di riforma a loro avviso preconfezionato, che il premier vuole mandare
il suo messaggio. Bello chiaro:
«lo non sono per niente preoccupato per il Pd - dice in conferenza stampa -. So bene che cosa
pensa la base del mio partito, ci
sono deliberazioni precise degli
organismi dirigenti eletti con le
primarie, conosco la posizione
storica del Pd in favore delle riforme. Se qualcuno vuole prendersi la responsabilità di far fallire il progetto faccia pure, noi più
che dire che su questo ci giochiamo tutto non possiamo fare».
Tradotto: come ho detto più di
una volta, se non passa la riforma
io non vado avanti. A costo, è il
sottinteso, di tornare alle urne.
Dire infatti di essere pronto alle
dimissioni in caso di fallimento
delle riforme significa in sostanza sottolineare l'assenza di alternative: ed è questa la forza del
premier-segretario del Pd. Confortato dai sondaggi (<<l'ultimo
Ipsos ci dà al 32%», sottolinea
con i suoi) e anche dal sostegno
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Emilia Patta
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COBBIEBE DELLA SEBA
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01-04-2014
1
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Berlusconi prigioniero
nella ragnatela del premier
di FRANCESCO VERDERAMI
R
dio
enzi cambia verso: alla legislatura. Da
ieri !'incognita del voto anticipato a metermine viene di fatto cassata dalle variabili dello scenario politico perché, presentando la riforma del Senato e anteponendola al varo dell'Italicum, il premier allontana
le urne proiettando~~lmeno fino aI2()16. _
CONTINUA ALLE PAGINE 2 E 3
)~ Illretroscena Il segrei-ario rinsalda così il rapporto con lsuoi gruppi parlamentari. Ein Consiglio de; ministri Giannini precisa: io fraintesa
Una mossa che allontana il voto al 2016 (almeno)
TI patto del Nazareno è stato" violato,
ma Berlusconi oggi non ha la forza
per opporsi al leader democratico
- -
SEGUE DALLA PRIMA
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Stefania Giannini
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del
Stato si è reso protagonista di un'improvvida sortita sulla riforma di Palazzo Madama: «Si è pure permesso di
dire che non avremmo i numeri, quasi
fosse un capogruppo», ha commentato. Alla fine Grasso, interprete dei malumori di molti senatori, è rimasto solo. Sconfessato di fatto anche da Napolitano, pronto a coprire l'operato
del governo che ha approvato all'unanimità la riforma, nonostante il ministro Giannini - segretaria di Scelta
_
I sondaggi
La riforma del bicameralismo
oggi è sostenuta dal 76%
dell'opinione pubblica:
difficile per tutti affossarla
civiCa - fosse entrata in Consiglio
con propositi bellicosi. Raccontano
che Renzi non l'abbia nemmeno degnata di una citazione. E quando
Franceschini ha esortato i colleghi a
«esporre le eventuali obiezioni sui
provvedimenti nelle sedi dovute», la
Giannini si è scusata: «Sono stata
fraintesa ..».
Sebbene il testo della riforma del
Senato presenti aspetti lacunosi e deficitari, sottolineati da alcuni ministri
durante il Consiglio, la nave va seguendo la rotta tracciata da Renzi: Palazzo Madama non voterà più la fiduc~a ai ~overni, n~n voterà le leggi ?i
bilanCIO, non sara una Camera elettiva, e non si chi~erà più nemmeno
Senato ma Assemblea delle Autonomie. <<Il resto lo potrete anche modifi-
destinatario,
non
068391
non del Senato».
Gli equilibri sono cambiati da allo- - - - -----ra: il capo dei democrat si è fatto preÈvero, Renzi non fa che formalizza- mier, e Berlusconi - che poteva essere quanto già deciso il mese scorso, re la minaccia più insidiosa alla sua
quando l'Assemblea di Montecitorio strategia - ora fatica persino a gestire
ha stabilito che il nuovo sistema di vo- il suo partito. Un partito che secondo
tosisarebbeapplicatosoloallaCame- Renzi «non ha un'exit strategy», non
ra. Ma c'è un motivo se ha gestito il ha cioè alternativa, a fronte di una ripassaggio in due fasi: voleva prima forma epocale - quella dell'abolizioneutralizzare Forza Italia, garantirsi ne del bicameralismo - che oggi è
chenoncisarebberostaticontraccolpi sostenuta dal 76% dell'opinione pubrispetto al suo disegno. E c'è riuscito. blica. Come potrebbe opporsi BerluHanno ragione i capigruppo azzurri sconi? Di certo non può permettersi di
Brunetta e Romani a denunciare che il premere il grilletto per affossarla Nel
patto del Nazareno sia stato <<ViOlato», movimento azzurro c'è un vasto fronce n'è traccia nel Mattinale che ha ri- te che - in opposizione al <<renziano
portato fedelmente le parole pronun- Verdini» - fa affidamento sui malciate a gennaio da Renzi: «Vareremo pancisti del Pd al Senato, per veder
l1talicum entro il 25 maggio». Ma Ber- saltare il banco. Ma è solo una speranlusconi oggi non ha la forza per im- za, nulla più.
porsi, e infatti non chiede di invertire Ecco perché, nonostante Renzi apl'iter delle riforme in Parlamento, co- paia un'idrovora nei sondaggi, e lanci
me era stato stabilito, si limita ad au- il suo partito verso il 35%, con Forza
spicare che la legge elettorale venga Italia in caduta libera sotto il 20, il Caapprovata «quantoprima».
valiere è costretto a subire il gioco. Eil
La ragnatela del premier ha avvi - gioco del premier è di approfittare del
luppato il Cavaliere, che chiede un quadro politico, dove si mostra come
nuovo incontro al segretario del Pd dominus incontrastato: spostando
per riaccreditare un asse ormai logo- più in là l'orizzonte delle urne ha salro, e spera che il suo interlocutore ten - dato il rapporto con i suoi gruppi parga fede all'intesa. Per tutta risposta, lamentari, mettendo al riparo dagli
Renzi si dice «certo che Berlusconi agguati se stesso e il suo governo. A
terrà fede» agli impegni assunti, ma questo punto perché dovrebbe mettenon ha in agenda un nuovo appunta - re in preventivo le elezioni, se oggi ha
mento con l'ex premier. E poco im- in mano il Parlamento? Perché doporta se il leader di Forza Italia si la- vrebbe sfidare la sorte, andando al vomenta, se rammenta che al Nazareno to con il Consultellum che non gli ga<da discussione si incentrò tutta sulla rantirebbe la maggioranza al Senato?
legge elettorale», che «si parlò quasi
Così, chiunque tenti di sbarrargli la
esclusivamente del ballottaggio da in-strada viene piallato. L'ultimo è stato
serire nella riforma dell'Italicum, e Grasso, che da seconda carica dello
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LA STAMPA
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. TI premier "Caterpillar"
prova a spianare le obiezioni
-
,
Stile guascone e tono di sfida: "Ne vedremo delle belle"
uonasera-buonasera-oplà<<B và-buonasera-veloci-fordài-via-forza-svelti-come-
za-dài. Forza che si còmincia, Graziano vieni, siedi, oplà, Maria Elena ci
sei, dài, buonasera buonasera». È notevole la tendenza all'arabesco verbale dell'uomo detto Caterpillar, colui che s:piana tutto, avversari e istituzioni. E un tipo, Matteo Renzi, in
preda alla perenne frenesia, anche di
quel genere che poi ti fa perdere del
tempo. Per farci capire: in chiusura
di conferenza stampa, il premier si
concede alle domande dei giornalisti
e, per guadagnare preziosi minuti alla causa della nazione, le domande
(sette) se le fa fare tutte in una volta,
se le appunta, se le rigira e poi deve
aver fatto un po' di confusione perché non le ricorda più, e gliele devono
ripetere da capo. Ma qui il cronista è
alla ricerca del solito elemento biz..
zarro di cui Renzi è sempre generoso. In realtà ci figuravamo chissà
quale tensione avrebbe destabilizzato il buonumore e la sicumera di uno
che dice di giocarsi la faccia sulle riforme, e pertanto la carriera, e intanto che nel suo partito e nel suo governo articolano indecisioni e obiezioni.
Macché, osserva i contorsionismi
della nostra Francesca Schianchi
,per non impallare le telecamere e
sottolinea che la giornalista della
Stampa non ha il bernoccolo dello
'yoga; assicura con impudente ironia
che i parlamentari sapranno senz'altro migliorare il testo di partenza,
ma saranno cosÌ rispettosi da non
toccarne le pietre angolari; esordiscesottolineando l'unanimità della
decisione, affinché sia chiaro che i
dubbi espressi in mattinata sui giornali dal ministro Stefania Giannini
erano agilmente rientrati; mette a
parte l'uditorio di aver seguito il tal
dibattito su twitter; fatica a trattenere la fregola per quello che capiterà
ai politici nei cda delle aziende, e a
breve: «Ne vedremo delle belle»; e,
soprattutto; coltiva il convincimento
che la trasformazione del Senato sarà fatta in prima lettura (ne sono previste quattro, due per camera) entro
il 25 maggio, giorno in cui si vota per
il rinnovamento Parlamento europeo. Non tanto per sfruttare le potenzialità elettorali della riforma
(vabbè ...), quanto - dice - per dare un
segnale a chi cerca rifugio nell'antipolitica. Non dovrebbe esserci bisogno di ricordarlo, e invece sl: o ci
'cmm::nrvo
sbrighiamo, o Beppe Grillo ci rade al
suolo.
Infonnale come sempre, spiritoso
. come sempre (perlo meno in paragone ad alcuni predecessori), cattivo
come sempre, minaccioso come sempre. E ben aggrappato a se stesso,
specialmente a un'equazione elementare che, con l'umore che gira,
non si supera: dopo anni in cui abbiamo chiesto sacrifici alle famiglie, e
nel frattempo i politici si sporcavano
la camicia di sugo, ora il mio governo
dà ottanta euro in busta paga e «i sacrifici cominciamo a farli noi». Per
questo mi gioco tutto, dice piuttosto
compiaciuto, e anche ispirato a un
crescente fatalismo eroico: mi gioco
tutto «perché non si può chiedere
agli italiani se sono disposti a rischiare quando tu non sei disposto a farlo,
allora non sei credibile». Mi gioco la
mia carriera politica, dice, e mi prendo «un po' di vento in faccia». Ma è il
vento del cambiamento: questa non
la dice ma si intuisce che la pensa.
Pensa senz'altro a completare .l'armamentario col tocco paternalistico:
«Il cambiamento passa da ognuno di
noi». E-va a chiudere con il classico
rosario del leader che non vuole
scordare le tensioni di ragazzo da cui
fu mosso al pubblico servizio, e dunque del leader che non è entrato nel
palazzo del potere per incollarsi alla
poltrona, ma per rivoltarlo da cima a
fondo. Solo dopo ci si incollerà, ma
questo lo diCiamo noi.
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L'orizzonte è quello delle Europee
Servono risultati per arginare
l'avanzata dei Cinque Stelle
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Il premier minaccia le dimissioni, poi il cdm approva. Addio al bicameralismo peifetto
Riforma senato., Renzi la spunta
Grasso insorge. Ma anche ·'a ministra Giannini non ci sta
GIAMPIERO DI SANTO
l presidente del consiglio,
Matteo Renzi va avanti,
ma non è un viaggio comodo. Addirittura ha dovuto
minacciare le dimissioni pur
di difendere la riforma del senato. E alla fine l'ha spuntata:
il disegno di legge di riforma c0stituzionale del senato è stato
approvato ieri pomeriggio dal
consiglio dei ministri.
I
Un colpo al bicameralismo
perfetto
TI ddl in sostanza cancella il
bicameralismo perfetto e trasforma palazzo Madama in
una. camera delle autonomie. TI senato sarà
competente per le leggi
costituzionsolo ali e revisione costituzionale.
La riforma del Senato
varata dal consiglio dei
ministri mette la parola
fine a una discussione
trenteIinale. Così il premier Matteo Renzi nel
corso della conferenza
stampa al termine del
consiglio dei ministri.
«Noi approviamo un
disegno di legge che intende superare il bicameralismo perfetto con
quattro paletti: no al
voto di fiducia, no voto
sul bilanci!>, no elezione
diretta dei senatori,·no
indennità per i senatori». Ha detto Renzi:
«Sono assolutamente
certo che non ci saranno tra i senatori persone
che nQIl colgano là straordinaria
opportunità che stiamo vivendo. Sono certo che la stragrande
maggioranza dei senatori non
potrà scacciare questa speranza. lo sono convinto che non ci
sia alternativa». Poi c'è il tema
dell'abolizione del Cnel: «Vorrei chiedere, con il massimo
rispetto che si deve al Cnel, se
c'è qualcuno oggi in Italia che
pensa che questa istituzione
ha risposto all'obiettivo che i
costituente con sguardo saggio
avevano "pensato». Renzi ha
aggiunto: «Penso, spero e credo
si debba fare la riforma il più
rapidamente possibile, siamo
sensibili allo sforzo che il parRitaglio
Stefania Giannini
Ma Grasso non cl sta
Ma il percorso parlamentare
del nuovo testo, messo a punto
dal ministro delle riforme Maria Elena Boschi, sarà senza dubbio assai accidentato. TI
presidente del Senato, Pietro
Grasso, infatti, si è già messo
di traverso perché è contrario a
una camera di non eletti. E anche una parte del Pd si opporrà
con forza al disegno di legge del
governo. Ma tant'è, ieri mattina Renzi ha fatto capire con
chiarezza che non si fermerà.
«O facciamo le riforme o non
ha senso che gente come me sia
al governo. Non ci sto a fare le
riforme a metà», ha detto questa mattina, <<I1on sto a Roma
perché mi sono innamorato dei
palazzi: se la classe politica
dice che non bisogna cambiare,
faranno a meno di me e magari
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saranno anche più contenti». TI
premier ha spiegato di nuovo,
come da programma approvato dal parlamento in occasione
della fiducia,che «per ridurre
il numero dei parlamentari
e semplificare il quadro, facciamo un senato in cui, senza
indennità, siedano sindaci e
presidenti di Regione».
I paletti del ddl
-'-_________
I principi fondamentali sono:
«Senatorigratis,chenonvotino
più la fiducia, che non votino il
bilancio e soprattutto che il Senato non sia eletto, perchè noi
in Italia abbiamo il numero di
parlamentari più alto d'Europa,
anzi più alto addirittura degli
Usa. Diamoci una regolata».
Un richiamo, quello di Renzi,
al quale si è unita il ministro
delle riforme Boschi che ha
sottolineato ~me all~ primarie del Pd «il 70% del partito
lia scelto questo modello che è
stato poi confermato dalla direzione, in segreteria e dai gruppi parlamentari. È un percorso
condiviso; i tempi sono maturi
e ora bisogna avere il coraggio
di fare le scelte».
f
rI
d G
AI ano spon e a rasso
Al presidente Grasso ha risposto il ministro dell'Interno,
Angelino Alfano. «Per noi
anche le elezioni di secondo
grado non sono un tabù, nel
corso 'del dibattito al senato ci
saranno tutti gli affinamenti
necessari. È evidente che, per
la filosofia stessa delle quattro
letture, il testo non è blindato,
non è evangelico, quindi si presta all'approfondimento quando approderà in aula. Intanto
oggi occorrerà consegnarlo alle
camere, appunto, approvandolo
e all'unanimità. Noi non saremo sponda di alcun conseIVatorismo».
Nel governo c'è chi non cl sta
Il ministro dell'Istruzione,
Stefania Giannini, ha chiesto
«qualche momento di riflessione e maturazione in più, perché
se la rapidità, più che un metodo, diventa Un obiettivo, - ciò può trasformarsi in
un pericolo». E ha sottolineato come sia «un
po' inconsueto che sia
il governo a presentare
del
destinatario,
non
una proposta di legge su
questo tema, selVe che
il Parlamento ne discuta per ritoccare e migliO'rare alcuni aspetti».
Berlusconl
.detta le condizioni
TI leader di Forza ltalia Silvio Berlusconi,
affiancato dai suoi pasdaran, ne approfitta
per rimarcare la lealtà
di Forza Italia nel rispettare l'accordo con
Renzi e chiedere che al
primo postò dell'age:nda
delle riforme deve tornare ltalicum, la legge
elettorale approvata per
la camera e adesso p3.ssata in
secondo piano in attesa che sia
risolta la grana della seconda
camera. «Noi rispetteremo fino
infundogliaccordicheabbiamo
sottoscritto e siamo pronti a discutere tutto nel dettaglio, senza accettare testi preconfezionati, ma lavorando insieme per
costruire le riforme migliori per
il paese», ha scritto Berlusconi.
«Renzi sia·coerente e acceleri
sulla legge elettorale. L'accordo che abbiamo sottoscritto è
il patto fra due leader interessati a rinnovare in profondità
il paese, a rendere più sicura
e forte la nostra democrazia e
meno precarie le libertà civili
e tepubblicane», conclude l'ex
premier. Che anche attraverso
il capogruppo di Fi alla camera,
Renato Brunetta, insiste sul
fatto che la prima riforma da
realizzare per mettere in sicurezza il funzionamento istituzionale è la rifurma elettorale».
La risposta della Boschi è immediata: «Non sono preoccupata, credo che troveremo con
Forza Italia un accordo anche
su questo» e «che prima faremo la rifurma del Senato e poi
quella della legge elettorale».
D'accordo, al riguardo, anche
i capigruppo Pd di Camera e
Senato, Speranza e Zanda.
Centrale Enel Porto Tolle
condannati Scaronl e Tatò
Gli ex ad di Enel, Franco
Tatò e Paolo Scaroni, sono
stati condannati a tre anni per
disastro ambientale doloso ed
assolti per omesse cautele nel
processo a Rovigo sulla gestione della centrale Enel di Porto
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068391
E
lamento vorrà fare ma i paletti
sono quelli che abbiamo detto.
È fondamentale che si arrivi
il 25 maggio, entro le elezioni
europee, con una prima lettura. «La voglia di correre non
è tratto caratteriale di una
persona turbata, cioè del. sottoscritto, ma una necessità per
il paese». Renzi, alla domanda
sulle forze interessate a bloccare le riforma in parlamento
ha risposto:»1 n~mi li ~ alla
fine de~a vo~one, non ~ che
blocca il cambiBll?-ento c~ non
la pe?sa ';O~e .nOI ~ chi dopo
tre~t annI di dis.cusslOne prov~
a dm~ 'beh, pero ben altro è il
problema'... i benaltristi. Massimo. rispetto. per le op~nio~i
altrui, ma èè il dov~re ~ ~eCldere. Se vu?le la IDlO o~IDlone
saranno mmoranza, SIa alla
camera che al senato». «Superare il bicameralismo è uno di
quegli o~iettivi .c~e giustifica
una ~eI!l ~litica», ~ de~
Ren~I. «NOI s~amo qm perch~
vog~o che Il ~~rno cambI
l'Italia. Berluscoru SI d~lD!IDda
sePd~~ren~?~OInspe~
teremo gli unpegru alI unaIimJltà. In senato nessun Vietnam
come crede Paolo Romani. Se
lui resta all'impegno sottoscritto da Berlusconi, nessun Vietnam. Altrimenti saranno loro
a non avere rispettato accordi.
Ma sono certo che Berlusconi
onorerà quell'intesa.
Codice abbonamento:
DI EMILIO GIOVENTÙ
Quotidiano
Data
ItaliaOggi
Pagina
Foglio
Tolle. I giudici hanno hanno
anche deciso l'interdizione dai
pubblici uffici per cinque anni.
Assolto l'attuale ad di Enel,
Fulvio Conti. «Sono completamente estraneo alla vicenda
e farò immediatamente ricorso», ha detto Scaroni, «sono
stupefatto da questa decisione,
come dimostrato dalle difese la
centrale Enel di Porto 'fulle ha canica, Terna.Aspettiamo di far
sempre rispettato gli standard co~ agli italiani la visione,
in vigore anche all'epoca dei fut- l'orizzonte, i piani di sviluppo di
ti».«Nonpossiamochelimitarci queste aziende per decidere di
a dire che rispettiamo tutte le conseguenza le persone che sasentenze della magistratura. ranno chiamate a gestirle», ha
Quanto alle nomine, nei pros- commentato Renzi.
simi giorni il governo dovrà
esprimere le proprie linee di Terra del fuochi, Alfano: .
indirizzo su Eni, Enel, Finmec-cento militari In più
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3
2/2
TI ministro dell'Interno, Angelino A1fano, a Napoli per
presiedere il Comitato nazionale per l'Ordine e la sicurezza
pubblica, ha annunciato «cento
uomini in più, destinati a Napoli e Caserta, per la Terra dei
Fuochi». Si tratterà·di militari.
Le indagini e il controllo del territorio restano affidati dunque
alle furze dell'ordine.
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Via il Senato elettivo:
il testo del governo
varato all'unanimità
Il Colle: strada giusta
~ Dopo
le polemiche il premier ricompatta il Cdm. Aboliti
pure Cnel e Titolo V: primo sì entro le europee o tutti a casa
ROMA Senato non più eletto diretta-
mente dal popolo, riforma del titolo V della Costituzione, abolizione
del Cnel. A conclusione di due giornate infuocate da un'inedita polemica tra presidente del Senato e
premier espressione dello stesso
partito proprio sul futuro della Camera alta, Matteo Renzi rilancia e,
almeno al momento, conquista la
posta, confermando il piano di riforme del governo, ricompattando
su questo il Consiglio dei ministri,
ribattendo senza complessi ai
«professoroni» e agli avversari interni al Pd contrari a quella che definisce «una grandissima svolta
per la politica e le istituzioni». Di
passata, rintuzza anche gli spunti
polemici dei berluscones contrariati dalla precedenza data alla riforma del Senato rispetto all'Italicum e, infine, in serata, il premier
riceve la benedizione del Colle che
dopo un prolungato silenzio dà il
via libera alla road map del governo. «E' noto come da tempo», riferisce infatti l'ufficio stampa del
Quirinale, il presidente Napolitano sia convinto della necessità di
una riforma per «il superamento
del bicameralismo paritario>" ma
che allo stesso tempo abbia «ritenuto di doversi astenere dal pronunciarsi sulle soluzioni definite
dal governo e sottoposte all' esame
Ritaglio
Stefania Giannini
stampa
ad
del Parlamento».
La precisazione del Colle pesa
nella polemica innescata dall'intervista di Pietro Grasso in difesa
dell'attuale status del Senato. Renzi, in un'intervista a Sky, afferma
che «non si è mai visto un presidente del Senato intervenire su
provvedimenti in itinere: se sono
arbitri non possono giocare. Quindi, se Grasso è intervenuto come
presidente del Senato ha commesso un errore». Il numero uno di palazzo Madama replicato rivendicando il diritto a esprimere un'opinione, sottolineando, per altro, di
aver «sempre invocato il superamento del bicameralismo paritario'> e tranquillizzando tutti sulla
su «imparzialità» di presidente:
«State sereni...», la sua conclusione.
PERPlESSITA' SUPERATE
In una lunga conferenza stampa
seguita al Consiglio dei ministri,
Renzi sottolinea innanzitutto
l'unanimità del governo nellicenziare il ddl costituzionale che prevede anche la soppressione delle
Province, superando così qualche
perplessità, come quelle avanzate
dal ministro Stefania Giannini (Sc)
su metodo e merito della riforma.
Quattro i paletti che il premier intende tener fermi su quello che sarà il "Senato delle Autonomie":
non darà la fiducia al governo; no
al voto sul bilancio; no a elezione
uso esclusivo
del
diretta dei senatori; nessuna indennità per i suoi membri. Affermato che «è finito il tempo dei rinvii», Renzi ribadisce l'importanza
che il primo sì alla riforma del Senato arrivi «entro le elezioni europee del 25 maggio». Quanto alle
ipotizzate resistenze ad un cambiamento così radicale, il premier si
dice certo che «non ci sarà tra i senatori chi non colga la straordinaria opportunità che stiamo vivendo di fronte a un'Italia in cui sta
tornando la speranza che le cose
cambino davvero».
Rivolto ai «frenatori», che «dopo
30 anni di discussione sul bicameralismo affermano che "il problema è ben altro"'l.Renzi dice che «i
nomi di chi non VlUole il cambiamento li dirò dopò la votazione,
ma saranno min01.lQnza nel Senato
e nel Paese». NeSsun dubbio del
premier anche per quel che riguarda il Pd: «Non sono preoccupato da
.,spaccature. So beQ,e~osap~nsa.la
base e gli organismi democratica~
mente eletti sul superamento del
bica~g!",~!.lismo. Ci ~àuna gran~
o- i:l~"cf:)fl:~sione del r5f'5geHò su cui'
ci giochiamo tutto. Anche perché
deve essere chiaro che se le riforme non passano si va tutti a casa.
lo, ma anche chi avrà frenato». Infine, a Berlusconi che esprime dubbi sulla «coerenza» del Pd, Renzi
replica garantendo per il proprio
partito, dicendo peraltro di non dubitare che anche il Cavaliere man-
destinatario,
non
068391
Il CASO
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Quotidiano
Data
Pagina
Foglio
terrà fede al patto che - ricorda - 01tre all'Italicum, prevedeva la riforma di Senato, Titolo V e Cnel. Li-
qui dati anche i timori di Paolo Romani sul rischio di un Vietnam al
Senato: «Hai visto troppi film. Se
01-04-2014
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2/3
terremo tutti fede agli impegni
non ci sarà nessun Vietnam».
Mario Stanganelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«GRASSO HA SBAGLIATO
AINTERVENIRE,.
LA REPLICA: «RESTO
IMPARZIALE, STATE
SERENI». Il QUiRINAlE
PRENDE LE DISTANZE
te frasi
I «benaltristi»
I NOMI ECOGNOMI
DI CHI VUOLE BLOCCARE
IL
GLIELI
DOPO AVER VISTO
COME VOTANO IN AULA
llPddiviso
NON HO PAURA
PERCHE SO COSA
PENSA LA BASE DEM
PREVEDO GRANDE
CONDIVISIONE
CI GIOCHIAMO TUTTO
Il patto con Berlusconi
MANTENGONO
GLI IMPEGNI
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NESSUN VfETNAM
DA LEADER GARANTISCO
PER IL MIO PARTITO
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Renzi: avanti a maggioranza
E si prepara al referendum
~ Le fibrillazioni forziste
e gli imminenti ,~I sondaggi evidenziano come sottoporre·
arresti del Cavaliere inducono a smarcarsi il ddl ai cittadini potrebbe solo rafforzarlo
COLONNELLI
{
Un'eventualità, quest'ultip1a"che
consentirebbe a Renzi di poter
imbastire un'altra campagna elettorale dall'esito scontato. La sfida
ingaggiata dal premier non riguarda però solo i 315 senatori
che, a vario titolo, sono coinvolti,
ma punta a tagliare il cordone
ombelicale tra la sinistra e
url'area politico-culturale che, a:
suo giudizio, «ha sempre condizionato le scelte senza pagare dazio». Ieri pomeriggio, in Consiglio dei ministri, il testo illustrato
da Maria Elena Boschi è passato
all'unanimità. Anche il ministro
Giannini, che ha anche trovato il
tempo per ricucire con la collega
Ritaglio
Stefania Giannini
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ad
sua non solo un testo che contiene molte delle soluzioni messe a
punto dai saggi messi in pista dal
Quirinale a inizio legislatura, ma
anche le tante prese di posizione
del Pd sulla necessità di porre fine al bicameralismo. E' per questo che sul principio del Senato
ineleggibile òon è disposto a trattare: «Se lasciamo eleggere i senatori è chiaro che dovremmo cambiare anche le competenze di palazzo Madama e così non ne
usciamo». Forte dei sondaggi e di
un comune sentimento che intende far pagare anche alla politica il
dazio della crisi, il presidente del
Consiglio notava ieri che già dopo
un giorno il fronte del "no" si sia
ASSEDIO
Il partito di Berlusconi viaggia in diviso in più rivoli e sia a caccia di
ordine sparso. Oggi il senatore az- motivazioni spendi bili alle oreczurro Minzolini presenterà in au- chie dell'elettorato.
la un suo personalissimo ddl costituzionale e al premier, che con- SPREAD
testa la possibilità che il Senato L'assedio al Senato, trasformato
diventi il Vietnam pronosticato in una sorta di palazzo d'inverno,
dal capogruppo Romani, suggeri- rischia però di complicare il persce di non «indossare i panni del corso delle altre riforme che il gocolonnello Kurtz» di Apocalypse verno ha messo in cantiere. A coNow. Consapevole della fram- minciare dal Def che conterrà i
mentazione interna a FI, ieri Ren- presupposti per procedere a quel
zi si è limitato a rifarsi all'incon- taglio dell'Irpef prima del voto eutro al Nazareno con Berlusconi ropeo. Non a caso ieri Renzi si è
del gennaio scorso. Nel sostenere intestato il calo dello spread quache «l'accordo resta valido e il Pd si a voler creare un esplicito neslo rispetterà», Renzi si è voluto so tra le riforme che renderebbeanche smarcare dalla richiesta di ro finalmente il Paese governabiun secondo incontro con il Cava- le e .la rinnovata fiducia degli inliere che, a pochi giorni dalla deci- vestitori. «Questo è sicuramente
sione del giudice tra arresti domi- un buon inizio, non so se ci sarà
ciliari e servizi sociali, diventereb- una buona fine», ammette il prebe particolarmente difficile da mier consapevole della valanga·
spiegare al proprio elettorato. di ostacoli che incontrerà la riforBerlusconi per ora resta bloccato ma ma anche delle macerie polititra la voglia di rispettare i patti e che e istituzionali che i "frenatocoloro che consigliano lo strappo ri" dovrebbero rimuovere qualoricordandogli come andò con la ra il tentativo non andasse in porto.
riforma Severino.
Marco Conti
<<Vado avanti e non mollo», ri© RIPRODUZIONE RISERVATA
pete Renzi convinto di avere dalla
uso esclusivo
del
destinatario,
non
068391
ROMA Più del taglio dell'Irpef o della riforma della pubblica amministrazione. Più della legge elettorale o del taglio degli stipendi ai manager pubblici. Matteo Renzi sulla riforma istituzionale intende
giocarsi tutto e lo ha fatto capire
subito attaccando il presidente
del Senato Pietro Grasso. Uno
scontro frontale che il presidente
del Consiglio è pronto a fare con
chiunque intenda mettersi di traverso a una riforma graditissima
ai cittadini con una maggioranza
che sfiora 1'80%. La posta è sul
piatto. L'appuntamento per una
sorta di "ruba bandiera istituzionale" è per il 25 maggio, giorno
del voto europeo e data entro la
quale il premier dice di riuscire a
portare a casa un primo passaggio della riforma o - in alternativa
- di poter dare l'elenco dei frenatori. In mezzo la possibilità che la
riforma istituzionale passi a maggioranza e quindi sia soggetta a
referendum.
Madia, non ha sollevato obiezioni. La contesa di sposta ora nell'aula di palazzo Madama nella
quale, come spiega il senatore
renziano Stefano Lepri, «siamo
pronti a discutere ogni aspetto
per migliorare il testo, ma non si
può pensare di rimettere in discussione ciò che i cittadini hanno chiesto anche nel voto delle
primarie». La battaglia sarà comunque durissima perché !'iceberg delle resistenze ha la parte
immersa molto grande e il premier sa di dover prima di tutto
compattare il suo partito e la sua
maggioranza, prima di convincere Forza Italia.
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Il RETROSCENA
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Quotidiano
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01-04-2014
4
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LA SPINA MONTI La titolare dell1struzione Giannini (Se)
aveva espresso la propria perplessità: «Un ddl governativo è quanto
meno inconsueto». Poi in Cdm è rientrata nei ranghi
La vendetta di Letta
25 senatori tramano
contro la riforma
I ministri si allineano col premier, ma la minoranza Pd èpronta
a dare battaglia in Aula. Una lettera dei senatori vicini all' ex
premier chiede al segretario «di non calare disegni dall' alto»
FIBRILLAZIONI
NUMERI TRABALLANTI
Il filo sottilissimo cui è appeso il destino del governo eper stessa ammissione
dell'interessato - la faccia di
Ritaglio
Stefania Giannini
dente del Senato, Pietro Grasso,
e mettendo in chiaro di non voler essere «meri esecutori» di un
disegno calato dall'alto. «Noi»,
precisava ieri Russo, «vogliamo
aiutare Renzi a sminare il campo
parlamentare dove i problemi
non mancano. E non vengono
dalPd. Vengono da Fi, Ncd, SceltaCivica». Concretamente, hanno «modifiche da suggerire»,
Renzi è rappresentato dalla
maggioranza fissata a quota
160 a Palazzo Madama. Sulla carta l'asse Fi-Pd porta in
dote 167 voti, un margine
che non lascia certo tranquillo il premier
ALLARME TIRATORI
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«miglioramenti» da proporre.
«Non c'è alcuna volontà di frenare», ma, dice Russo, «c'è bisogno di affidare ai senatori il compito di trovare un accordo bipartisan sulle riforme perché, come
si vede in queste ore, c'è il grave
rischio che su questo prowedimento si scarichino altre tensioni, legate magari al Jobs Act o
all'ItaliCUill» .
Insomma, o tratti o con noi o il
percorso della riforma in Senato
sarà pieno di ostacoli E chissà se
arriverà in fondo.
Ma non è solo la minoranza
del Pd a frenare. A puntare i piedi, ieri, è stata il ministro Stefania
Giannini, Scelta civica, facendo
irritare Palazzo Chigi. «È un po'
inconsueto», spiegava ieri in tarda mattinata, «che sia il governo
a presentare una proposta di
legge su questo tema. Serve che
il Parlamento ne discuta per ri-
Infatti fra i 107 senatori democratici quelli che possono
essere riferiti alla stretta osservanza renziana sono al
massimo una cinquantina.
Certo, i senatori Ncd sono
32, quelli di Scelta Civica sono 8, ma chi può garantire la
fedeltà assoluta di chi deve
del
destinatario,
non
toccare e migliorare alcuni
aspetti». Va bene essere veloci,
ma «se il metodo diventa anche
l'obbiettivo può rivelarsi pericoloso. Meglio non confondere
l'irrinunciabile dibattito parlamentare con la manfrina di chi
non vuole cambiare le cose».
Una presa di posizione che poi,
nel corso della giornata, è rientrata. In consiglio dei ministri,
anzi, il ministro Giannini si è
scusata con Renzi, dicendo di
essere stata fraintesa.
Quanto a Forza Italia, non è
tra i frenatori. Piuttosto, la richiesta che viene da qui è che
non si abbandoni per strada la
legge elettorale. «La prima riforma da realizzare per mettere in
sicurezza il funzionamento istituzionale», dicono in una nota
Renato Brunetta e Paolo Romani, «è la riforma elettorale. Il continuo allungarsi dei tempi della
sua approvazione rappresenta
un vulnus grave».
votare per la propria «soppressione» politica?
068391
II1IIII1IIII1II Èunpiccolo,maagguerrito esercito, quello formato dacoloro che non hanno nessuna intenzione di votare la riforma del
Senato. Almeno non così com' è.
Alcuni già si sono organizzati, altri sono pronti a farlo, altri ancora aspettano che il prowedimento cominci l'iter parlamentareperpuntareacambiarlo. Un
esercito mosso da motivazioni e
obiettivi diversi. Chi lo fa per
conservare se stesso, chi perintima convinzione circa il fatto che
questa riforma, così come votata
dal consiglio dei ministri, è sbagliata. Chi,infine, lo fa perazzoppare Matteo Renzi, che su questo ha messo in gioco la sua carriera politica.
In cima alla lista c'è sicura-
mente una parte importante del
Partito democratico chefariferimento alla minoranza del partito. Si è visto nell'ultima direzione, dove un po' tutti gli esponenti dell' opposizione interna hanno espresso critiche al disegno di
legge costituzionale. Ma ancora
di più la resistenza del Pd è
emersa nei 25 senatori, capitanati dallettiano Francesco Russo, che l'altro giorno hanno
scritto una lettera al premier
prendendo le difese del presi-
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Il Cdm dà il via libera con voto unanime al ddl che cambierà anche il Titolo Vdella Costituzione
Renzi: sul Senato mi gioco tutto
Facciamo le riforme ovado via
La ministra Giannini invita il premier a non correre: il dubbio
Dopo una vigilia di aspre po.lemiche, è con un voto unanime che il Consiglio dei ministri dà il via libera al ddl
che cambierà Senato e Titolo
V della Costituzione.
Una rifonna che è "una
grandissima svolta per la politica e le istituzioni» e che
chiude "un dibattito trentennale», annuncia il premier
Matteo Renzi al termine del
Cdm, confermando che il Senato del futuro non sarà elettivo, costerà molto meno e
non voterà né la fiducia né il
bilancio. E lanciando il guanto di sfida al popolo dei contrari: «saranno in minoranza,
al Senato e nel Paese».
Renzi, quindi, non frena il
treno delle riforme e dopo un
Cdm durato quasi due ore
appare ancora più sicuro.
Anche perché, nel frattempo
incassa nuovamente il sostegno del presidente Giorgio
Napolitano.
"È noto da tempo» che il
capo dello Stato abbia
espresso la sua convinzione
sul «superamento del bicameralismo paritario», spiega
il Quirinale. E un plauso arriva anche dall'ad della Fiat
Sergio Marchionne, che invita a non frenare il premier
'rottamatorè perché i mercati
«stanno apprezzando ciò che
sta accadendo in Italia».
.E Renzi non sembra intenzionato ad arretrare di una
virgola. «È fondamentale»
Ritaglio
Stefania Giannini
Il ministro per le Riforme e Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi
che si arrivi all'ok della prima
lettura del ddl al Senato «entro le europee», sottolinea,
awertendo che, "di fronte a
populismo e antipolitica», la
classe politica non debba
mettere, come gli struzzi, «la
testa sotto la sabbia».
L'obiettivo, rileva il premier, è portare avanti un
«elemento di novità», owero
il fatto che, ora, "i cittadini
vedono come la classe politica stia rischiando assieme a
loro». Concetto che, in un'intervista a Sky Tg24, Renzi gira direttamente al M5S:
"Non è un caso se in questo
momento quello .che più di
tutti, come si dice a Roma,
sta a rosicà, è Beppe Grillo».
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Eppure, fino a poche ore
fa, il ddl destinato a 'rottamarè il vecchìo Senato era
ancora circondato da ombre.
Tanti erano stati i dubbi a
partire da quelli, particolarmente rumorosi, rivendicati
dal presidente del Senato
Pietro Grasso. PerpleSSità
che oggi Grasso non smentisce, rassicurando, tuttavia,
"sull'imparzialità»· del suo
ruolo. E a Grasso,ieri si è affiancata la ministra dell'Istruzione Stefania Giannini,
che, pur votando sì in Cdm,
invita Renzi a non correre
avanzando un dubbio, quello
sui tempi, che serpeggia anche nei partiti alleati della
maggioranza. Senza contare
del
destinatario,
non
la fronda dei senatori Pd circa 25 - che già ieri aveva
manifestato il suo malumore
in un documento e che ieri,
nelle parole della senatrice
dem Angelica Saggese, rdtera il suo messaggio: «Non
possiamo accettare un progetto a scatola chiusa. Serve
confronto».
Parole a cui Renzi risponde per le rime. «Il Pd non mi
preoccupa, credo ci sarà una
grande condivisione del progetto», rimarca il premier,
respingendo anche il pressing di FI sulla legge elettorale.
A Berlusconi, infatti, assicura che il "Pd rispetterà gli
impegni», sottolineando al
tempo stesso di «non avere
motivi» per dubitare che sia
il Cavaliere ad infrangere il
patto del Nazareno. Un patto
che, oltre all'Italicum, comprende anche le riforme di
Senato, Titolo V, e l'abolizione del Cnel, ricorda Renzi.
Riforme su cui il premier era,
stato chiaro fin da questa
mattina: «mi gioco tutto, io
non mollo».
E intanto, Napolitano si dice convinto della necessità
ormai improrogabile di «una
riforma costituzionale che
innanzitutto segni il superamento del bicameralismo paritario e garantisca un più lineare e spedito processo di
formazione e approvazione
delle leggi». Chiaro? Chiarissimo. Fate le riforme e chi ha
responsabilità istituzionali,
se può, non si schieri. ~
.
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Michele Esposlto
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sui tempi serpeggia anche nei partiti alleati della maggioranza·
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RENZI SI SCRIVE LE RIFORME
IL QUIRINALE FA SAPERE: ÈOK
IL PREMIERVA ALL'ATTACCO DEI SUOI: "O LE VOTATE O SIETE MINORANZA NEL PAESE"
no di Grasso, di Grillo,
della minoranza Pd, di
Berlusconi danno solo
una mano a Matteo. La
volontà popolare è con lui. E così può uscire dalla palude degli
accordi e alzare il tiro. Come sta
facendo adesso". Ragiona così
un renziano di stretta osservanza. Insomma, questo è il Renzi
vero, non quello che ha nominato i Sottosegretari col Manuale Cencelli. E allora, "anche
le elezioni il prima possibile,
magari anche a giugno, sono
una possibilità". Suggestioni.
Ma se dietro le quinte si fanno
questi ragionamenti, davanti
alle quinte, Matteo Renzi va diritto come un treno. Senza mediazioni. Costi quel che costi.
I
Il ministro Giannini
è contrario
alla trasformazione
della Camera Alta
fatta con ddl di governo,
•
ma poi vota con gli altri
lancio; no elezione diretta dei
senatori; no indennità per i senatori". Con un avviso: "Chi
vuole bloccarle è minoranza in
Senato e nel paese". Grasso è
servito. D'altra parte ci pensa
Napolitano a ridimensionarlo,
facendo arrivare al premier a
tempo di record la sua approvazione. Il Capo dello Stato "ufficialmente" non si pronuncia.
Ma ricorda di essere "da lungo
tempo" per "il superamento del
bicameralismo". La riforma del
Senato "è ineludibile".
Sta alla Boschi entrare nel merito. E chiarire che i ritocchi al
testo presentato il 12 marzo per
ora sono minimi. C'è spazio per
la trattativa, evidentemente.
Perché Palazzo Madama, piaccia o no al presidente del Consiglio, è sul piede di guerra.
Ma lui va diritto come un treno.
La compattezza del Pd? "Non
mi preoccupa", dice. N onostante ci sia un documento di 25 senatori. Spiega il promotore (lettiano) Francesco Russo: "Il Senato èun campo minato, noi vogliamo aiutare il premier, scrivendo una parte del documento". Le minacce di Forza Italia e
di Paolo Romani ("il Senato sarà
un Yietnam?") "Romani ha visto troppi film", dice netto Renzi. E poi ribadisce: "lo l'accordo
l'ho fatto con Berlusconi al Nazareno. E non ho dubbi sul fatto
che lo rispetterà. Tutti hanno
dato importanza all'ltalicum,
ma noi abbiamo parlato soprattutto di Senato e Titolo Y". Berlusconi stesso, però, prima del
Cdm dirama un comunicato per
ricordare che in quell' accordo
prima c'era la legge elettorale,
poi l'abolizione del Senato. Romani commenta: "In quell'incontro non si entrò nel dettaglio. Si parlò di monocameralismo. N ai non siamo d'accordo
sul Senato non elettivo". Serve
un nuovo incontro Renzi-Berlusconi? "Penso che sarebbe necessario". E Renzi? "Non è in
agenda", dicono dal suo staff.
Ma è possibile? "Non per ora".
N otare le parole del premier:
"La riforma del Senato vale una
carriera politica". Lo dice per sé
o lo ricorda a Berlusconi?
A FINE conferenza stampa, Renzi è abbastanza soddisfatto da lasciarsi andare a un siparietto.
Parola a Delrio, per spiegare il
piano di razionalizzazione di
Palazzo Chigi. "Quanto risparmiamo?", gli chiede Matteo. Lui
ha un attimo di esitazione.
Troppo per la velocità dell' altro.
Renzi passa oltre: "Non glielo
diciamo oggi".
Codice abbonamento:
"SE LA POLITICA mette la testa
sotto la sabbia come lo struzzo,
tutta la classe politica deve andare a casa". È pimpante il presidente del Consiglio che si presenta alla stampa subito dopo il
Cdm. Fa battute, scherza con i
giornalisti. È nella sua forma
smagliante da campagna elettorale. "Abbiamo votato all'unanimità il disegno di legge sulla
riforma del Senato e del Titolo
Y". Stefania Giannini, ministro
della Scuola, prima di entrare alla riunione aveva espresso delle
perplessità su un testo di iniziativa governativa. Evidentemente ha cambiato idea. Durante il
Consiglio si è addirittura scusata, dicendo di essere stata fraintesa. A scanso di equivoci, Dario
Franceschini non ha fatto man-
ma un' altra bella conferenza
stampa con le slide sui temi di
fisco, Pa, innovazione e riorganizzazione dello Stato". Poi, i
quattro paletti della riforma del
Senato su cui non molla: "N o
voto di fiducia; no voto sul bi-
068391
diWanda Marra
care un richiamo al lavoro di
squadra. E il ministro Martina si
è espresso in favore del ddl. Un
parere favorevole da un bersaniano vale doppio.
"Questa volta che gli diamo?",
chiede Renzi, che al tavolo della
conferenza stampa ha alla sua
destra Maria Elena Boschi, alla
sinistra Graziano Delrio. Si rivolge alla prima. "Ah, bene la
sintesi del provvedimento". Le
slide, "però, no, che non sono
quelle belle da televendita. Sono
slide da secchiona". Poi, dopo
un po', le guarda meglio e dice:
"Però, sono fatte bene". Dirige il
traffico, detta la linea e l'agenda.
Si fa come dice lui, se no fine. "Se
non si fanno le riforme, a casa io
e chi frena", dice più tardi a Sky.
Dunque, pensa di andare al voto? "Non ci voglio nemmeno
pensare, nel senso che non voglio stare a fare la minaccia' sennò vi porto a votare', intanto
perché non spetta a me ma al
presidente della Repubblica".
Sarà, ma in genere quando Renzi comincia a parlare di qualcosa, pur negando la, significa che
ci sta pensando (vedere "Enricostaisereno"). D'altra parte i
sondaggi sono ultra-favorevoli:
per Swg il Pd è aI35%, per La 7 al
32,8%. Si viaggia nell' ordine dei
lO punti in più rispetto al 25,4%
delle politiche. "Non so se ci sarà
un lieto fine, ma questo è un
buon inizio". Come dire: io il
mio lo faccio.
Il premier intanto dà il cronoprogramma delle prossime settimane: "Martedì o mercoledì
della settimana prossima facciamo il Def, nella settimana di Pasqua diamo gli 80 euro in busta
paga. E "entro fine aprile faccia-
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Stefania Giannini
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Quotidiano
!ILTIRRENO
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!
GOVERNO ALLA PROVA
Ok al nuovo Senato
Renzi: <<Basta rinvii»
Il (dm approva all'unanimità dopo le critiche del ministro Giannini
«Se la riforma non passa vado a casa ... ma anche chi la fa cadere»
di Gabriele Rizzardi
t ROMA
scussione trentennale. Approviamo un disegno di legge che
intende superare il bicameralismo perfetto con quattro paletti: no al voto di fiducia, no
voto sul bilancio, no elezione
diretta dei senatori, no indennità per i senatori» annuncia il
premier che, con una intervista a Sky Tg24, rassicura Berlusconi sul fatto che il Pd «rispettrà gli impegni», ironizza su
Paolo Romani (Fi) che annuncia un "Yietnam in Parlamento" «<Ha visto troppi film ... »)
ed esclude, almeno per adesso, elezioni anticipate. «Andare al voto? Non ci voglio nemmeno pensare anche perché la
decisione spetta al presidente
della Repubblica». Ma il rischio che i franchi tiratori facciano saltare il banco esiste e
Renzi mette le mani avanti: <<Io
confermo che senza le riforme
vado a casa. Ma non sfugga
che se non passano le riforme,
vanno a casa anche quelli che
le hanno fatte fallire ... ». Il premier ne ha anche e soprattutto
per Beppe Grillo: «Come si dice a Roma, lui sta a rosicà perché vede che il rinnovamento
lo stiamo facendo noi e quindi
si sente franare la terra sotto i
piedi».
Quanto alla riforma costituzionae' i particolari li illustra
in conferenza stampa Maria
Elena Boschi. «Il futuro Senato
si chiamerà Senato delle Autonomie e sarà composto da 148
persone; 21 nominati dal presidente della Repubblica e 127
dai rappresentanti dei Consigli regionali e dei sindaci.
«Il disegno di legge prevede
una composizione paritaria di
tutte le Regioni e tra Regioni e
sindaci, ma c'è la disponibilità
a esaminare una composizione proporzionale al numero
degli abitanti di ciascuna Regione» spiega il ministro per le
Riforme, che annuncia anche
la costituzionalizzazione della
cosiddetta "ghigliottina" (per
avere tempi certi, il governo
può chiedere alla Camera il voto su un disegno di legge entro
60 giorni) e interviene anche
sulla riforma del Titolo Y. «Sono state ridefinite alcune materie che restano di competenza
delle Regioni, rimettendo allo
Stato l'individuazione delle linee generali, come Salute, sicurezza alimentare e tutela paesaggistica».
Codice abbonamento:
068391
«È una grandissima svolta per
la politica e le istituzioni. Non
so se ci sarà il lieto fine, ma
questo è un buon inizio. Basta
con i rinvii». È un Matteo Renzi carico e determinato quello
che si presenta nella sala stampa di Palazzo Chigi per annunciare che il governo ha approvato «all'unanimità» il disegno
di legge costituzionale che prevede la nascita del Senato delle Autonomie, riforma il Titolo
Y della Costituzione, riduce il
numero dei parlamentari, sopprime il Cnel e le Province. Le
resistenze di Scelta civica, che
con Stefania Giannini aveva
chiesto una «pausa di riflessione» sono superate e per il premier è «fondamentale» che si
arrivi all'approvazione della
prima lettura del disegno di
legge entro il 25 maggio, giorno in cui si voterà per le elezionieuropee.
La conferenza stampa arriva dopo lo stop chiesto dal presidente del Senato, Pietro
Grasso, e i dubbi espressi da
molti parlamentari del Pd e di
Scelta Civica. Ma Renzi ostenta sicurezza. <<Sono certo che la
maggioranza dei senatori non
caccerà indietro la speranza
perché non c'è alternativa al
futuro» spiega il premier, che
dice di non essere preoccupato dalle possibili spaccature
nel Pd «<Boschi ha lavorato di
concerto con i gruppi parlamentarÌ...») ma non dà nulla
per scontato.
«Credo ci sarà una posizione di grande condivisione del
progetto. Poi se qualcuno vorrà assumersi la responsabilità
di far fallire questo percorso lo
farà. Noi più che dire che ci
giochiamo tutto, non possiamo». Ma chi è che vuole far saltare la riforma? <<I nomi e i cognomi li faremo dopo le votazioni ma saranno minoranza
al Senato e nel paese. C'è
un'ansia di cambiamento che
non possiamo bloccare» risponde Renzi, che spiega che
la trasformazione del Senato
non viene proposta «solo per
risparmiare» ma soprattutto
per «semplificare» il processo
legislativo.
«La riforma che abbiamo varato oggi mette fine a una di-
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Quotidiano
IL TIRRENO
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Il nuovo Senato
Cosa cambia in base al ddl di riforma approvato ieri dal Consiglio dei ministri
Si chiamerà Senato
delle Autonomie
Potere legislativo sulle riforme
costituzionali, che vengono
approvate insieme alla Camera
La durata del mandato
dei membri coinciderà
con quella degli organi
territoriali ai quali
appartengono
Insieme alla Camera
partecipa all'elezione
del presidente
della Repubblica
I membri non saranno
eletti direttamente dai
cittadini
Può chiedere alla
Camera
di modificare le leggi
approvate,
e su tale richiesta la
Camera (a cui spetta la
parola definitiva) dovrà
a sua volta esprimersi
entro 20 giorni
COMPOSIZIONE
Non vota il Bilancio
127
21
Presidenti Giunte regionali
+ Presidenti Province
autonome Trento e Bolzano
+ sindaci e 2 consiglieri
regionali
Esponenti società
civile (nominati
dal presidente
della Repubblica)
Su alcune materie,
tra cui anche
la legge di Bilancio,
in caso
di parere negativo
o proposte
di modifica da parte
del Senato,
la Camera deve
pronunciarsi
a maggioranza
assoluta
Non vota la fiducia
Nessuna indennità
per i membri
148
Non ci saranno più
i senatori a vita di
nomina presidenziale
membri
ANSA +':'E!.nTimE!.tri
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Il presidente
del consiglio
Matteo Renzi
durante la
conferenza
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a Palazzo
Chigi con
il ministro
per le Riforme
Maria Elena
Boschi
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Quotidiano
nSole9]{l mmrn
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01-04-2014
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1
Camera. Al via le audizioni
DI lavoro, mini-ritocchi
su proroghe e formazione
ROMA
no da giorni il premier, Matteo
Renzi, e il ministro, Giuliano
PoI etti. Anche Maurizio Sacconi (Ncd) si oppone amodifiche al dI, che invece vorreb bero da una parte del Pd (domani ci dovrebbe essereunincontro formale con Poletti). Per il
relatore, Carlo Dell'Aringa,
qualche correttivo si può fare
«purché tenga conto delle esigenze di flessibilità delle imprese e aiuti a promuovere la
stabilità dei rapporti».
.
Oggi la commissione Lavoro, presieduta da Cesare Damiano, ascolterà Abi, Ania e
Regioni. Le audizioni sul d134
sono iniziate ieri con Assolavoro, l'Associazione delle
agenzie per il lavoro, che ha apprezzato il «corretto inserimento» nel provvedimento
della somministrazione di lavoro. Ma ha chiesto un passo
avanti, e arrivare a una disciplina autonoma e organica della
somministrazione.
CI. T.
IO RIPRODUZIONE RISERVATA
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Chiarire il regime applicabile ai contratti a termine in
corso di validità affinché le imprese «possano utilizzare la
più ampia facoltà di proroga
(fino a 8 volte) prevista dal decreto Poletti». E sull'apprendistato andrebbe specificato se
la facoltà della formazione
pubblica debba riguardare i datori di lavoro (<<e allora sarebbe una vera semplificazione»)
o le regioni (chiamate cioè a
scegliere se introdurre o meno la formazione pubblica).
Sono questi alcuni dei nodi
da sciogliere sul decreto Poletti che evidenzieranno oggi i
consulenti del lavoro in audizione dinnanzi alla commissione Lavoro della Camera. Il governo non vuole stravolgimenti del testo che allunga1'acusalità dei contratti a termine fino
a 36 mesi e semplifica 1'apprendistato, cancellando le rigidità
introdotte dalla legge Fornero. Ma è disponibile a «piccoli
aggiustamenti», come ripeto-
Ritaglio
Lavoro e previdenza
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Quotidiano
nSole9]{l mmrn
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Foglio
Raffaele Bonanni
01-04-2014
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1
Segretario Cisl
«Il nuovo contratto atermine
non dev'essere stravolto»
Giorgio Pogliotti
ROMA
«No a guerre di religione
sul decreto legge occupazione.
il contratto a termine, tra i contratti flessibili, è quello che dà
più garanzie ai lavoratori, in
quanto offre le stesse prestazioni e tutele di un contratto a tempo indeterminato». Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, interviene sul decreto all' esame della
commissione Lavoro della Camera, che allunga a 36 mesi il contratto a termine per il quale non
va indicata la causale, con un tet-
SALARIO MINIMO
to del 20% sull'organico (modificabile dal contratto nazionale).
Segretario Bonanni come
giudica la nuova disciplina sui
contratti a termine, oggetto di
forti critiche da parte di una
parte della maggioranza e della Cgil che sollecitano importanti modifiche?
Se non rendiamo il contratto a
termine appetibile sotto il profilo della flessibilità, rischiamo
che le imprese optino per altri
contratti a costo zero, che in termini di salario e contribuzione
sono più convenienti per le
aziende ma non per i lavoratori. Piuttosto si affronti l'emergenRischiamo un esodo verso il la- za precarietà obbligando i comvoro parasubordinato o frnto au- mittenti a garantire per i lavoratonomo. Qualsiasi sindacalista tori, a parità di prestazioni, la
dovrebbe avere a mente che la stessa contribuzione e lo stesso
vera questione sono le false parti- salario dei dipendenti.
Come giudica l'introduziote Iva, i cO.co.pro, gli associati in
partecipazione, i collaboratori ne del salario minimo, un'altra
delle Pubbliche amministrazio- delle novità del Dd! delega?
Il salario minimo per legge è
ni privi delle tutele fondamentali. Il ministro Poletti lo ha capito un elemento che scoraggia la
e mi fa specie che in una parte contrattazione. Lo considero
della maggioranza e nella Cgil un'intromissione della politica,
prevalgano ragioni ideologiche. con il rischio che prevalgano i poLa prossima settimana siete pulismi, La contrattazione va laconvocati per un'audizione, al- sciata a imprese e sindacati, che
la Camera. Cosa proponete sono in grado di prendere deciper i contratti a termine?
sioni in base alla situazione ecoSenza stravolgere la discipli- nomica, Un salario medio conna, chiediamo che il tetto del trattuale, invece, può essere utileperleforme dilavoro dove, es20% rappresenti un limite complessivo alle tipologie flessibili sendoci un rapporto esclusivanella stessa azienda. E che ven- mente individuale, non si riesce
ga ridotto il numero di proro- a fare contrattazione,
ghe, individuando un meccaniChe messaggio vuole mandasmo per consentire uno scam- re a chi vi accusa di essere un
bio tra più flessibilità e maggio- freno all'innovazione?
Non si può fare di tutt'erba
re retribuzione, affidato alla conun fascio, ci sono sindacati cotrattazione aziendale.
TI Dd! delega contiene la no- me il nostro, che per le scelte
vità del contratto di inseri- riforiniste compiute, harmo pamento a tutele crescenti. È gato un alto prezzo, in termini
uno strumento utile per con- di sedi assaltate, minacce e aggressioni. Dal governo mi
trastare la precarietà?
Ritengo sia meglio concetrar- aspetto una stagione di riforsi sul contratto a termine, l'ap- me. Ma è difficile portare a terprendistato e il lavoro in som- mine le riforme se non si coministrazione, come strumenti struisce il consenso dialoganper il lavoro flessibile. Penso do con quelle forze che credosia inutile creare nuove forme, no in un confronto costruttivo.
si rischia di fare confusione.
©R:PRODUZlONERlSERVATA
068391
Occhio sui
contratti a
termine. Il
leader Cisl,
Raffaele
Bonanni, è
intervenuto
Codice abbonamento:
sul decreto
lavoro
all'esame
della
commissione
Lavoro: no a
guerre di
religione
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Lavoro e previdenza
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ad
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del
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non
riproducibile.
Pag. 55
Quotidiano
nSole9]{l mmrn
Data
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Foglio
01-04-2014
7
1
LE MISURE
DEL (i(}VERNO
JobsAct,
verso scambio
tutele-oneri
Contributipiùleggeri per chi
assume viaapprendistato o
contratto a garanzie crescenti: '
10prevedeiltestodelJobsAct
inarrlvo al Senato.
Davide Colombo" pagina 7
Sussidi estesi a un altro milione di lavoratori
Niente Cigper le cessazioni aziendali
Pronto il Odi del governo
In settimana l'invio del testo al Senato
Sei mesi per attuare cinque deleghe
Jobs act, lo scambio tutele-oneri
Taddei: contributi più leggeri se si assume con il contratto a garanzie crescenti o l'apprendistato
Davide Colombo
ROMA
Il contratto a tutele crescenti sarà per le imprese come l'apprendistato, un po' più vantaggioso del contratto a tempo determinato e un po' meno vantaggioso
dell'assunzione a tempo indeterminato. Dovrebbe debuttare nel
gennaio del 2015 ed essere accompagnato da buona parte delle
nuove misure immaginate nel disegno di legge delega che completail cosiddetto Jobs act, a partire dal compenso orario minimo dove non previsto dai contratti nazionali di categoria e i
nuovi ammortizzatori sociali.
Per non parlare del piano - più
volte annunciato dal ministro
Giuliano Poletti - di coinvolgimento attivo dei lavoratori tutelati per favorirne attività a beneficio delle comunità locali.
Il testo, che si compone di due
capi e sei articoli, è ancora al vaglio del Quirinale e dovrebbe essere trasmesso entro questa settimana al Senato per seguire un
iter parallelo a quello appena avviato per il decreto legge sulle
proroghe e la semplificazione
dell' apprendistato.
Dopo il via libera del Parlamento il governo avrà sei mesi di
tempo per i decreti attuativi (sono cinque le deleghe previste) e
un anno per le eventuali correzioni da apportare alla luce delle valutazioni d'impatto delle nuove
regole. «L'idea di base è calibrare la convenienza per i datori di
lavoro che devono scegliere tra
un contratto e l'altro utilizzando
la leva dei contributi sociali obbligatori - spiega il responsabile economico del Pd, Filippo Taddeicon una gradualità che parte dai
contratti a termine, leggermente
più onerosi, passa per il contratto a tutele crescenti, in cui il combinato di indennizzo in caso di
chiusura di rapporto e contribuzione dovuta è un po' più leggero, fmo ad arrivare al più vantaggioso, in termini di oneri complessivi, contratto a tempo indeterminato. Il nostro obiettivo è
quello di riuscire a partire all'ini- tela in caso di perdita del posto;
zio del 2015 con il nuovo venta- una platea che non comprende le
glio di contratti possibili al netto partite Iva, sul cui abuso, insieme
del previsto riordino delle attua- a quello dei co co pro, il ministeli tipologie di assunzione».
ro attiverà un gruppo di lavoro.
Legata a doppio fùo con il conDiverse le fonti di finanziatratto a tutele crescenti è il ridise- mento del sussidio, già ribattezgno degli ammortizzatori socia- zato "nuova Aspi", tra cui ci soli, mirato a garantire protezioni no appunto le risorse previste
più uniformi ed estese, in caso di per le deroghe. Circa 600 miliodisoccupazione involontaria, sul- ni saranno garantiti dall'aboliziola base della storia contributiva ne della Cig peri casi di cessaziodei lavoratori. Q!lllo schema di ne di attività aziendale e una mipartenza, per quel che riguarda nore spesa per la Cig sarà garangli equilibrifmanziari dell' opera- tita anche dai fùtri introdotti per
zione, è quello messo a punto da la sua concessione: prima di otteStefano Sacchi, che insegna nerla bisognerà aver tentato riScienza della politica all'Univer- duzione dell'orario, smaltimensità statale di Milano; uno sche- to ferie e ricorso alle solidarietà.
ma fatto proprio dal team tecni- Previsto anche un meccanismo
co di Matteo Renzi. Si punta di compensazione contributiva
all'immediata eliminazione della a vantaggio di chi farà minor rimobilità in deroga e alla progres- corso alla cassa integrazione e
siva uscita dalla cassa integrazio- un assegno di disoccupazione
ne in deroga. L'anno scorso la per i lavoratori non rioccupati
spesa per disoccupazione è stata dopo l'esaurimento della nuova
di 7,2 miliardi: si salirebbe a 8,8 Aspi: vi si accederà con la prova
miliardi coprendo circa 950mila dei mezzi basata sull'Isee.
lavoratori che oggi non hanno tu-
Lavoro e previdenza
In caso di disoccupazione
tutele estese a un altro milione
di lavoratori: si punta al
superamento della mobilità in
deroga e alla graduale uscita
dalla Cigin deroga. Filtri per la
concessione di Cigordinaria e
straordinaria chesaràabolita
in caso di cessazione d'impresa
Senza nuovi oneri è prevista
l'istituzione di un'Agenzia
nazionale per l'occupazione,
partecipata da Stato e Regioni,
vigilata dal Ministero del
lavoro: avrà competenze in
materia di servizi per l'impiego,
politiche attive e nuova Aspi
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del
ad
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destinatario,
non
l'articolo 3 del ddl prevede una
delega per la semplificazione
delle procedure e degli
adempimenti in materia di
lçlvoro: in questo ambito si
punterà anche alla
semplificazione delle diverse
titologie contrattuali
riproducibile.
Pag. 56
Codice abbonamento:
Il contratto a tutele crescenti,
vero pilastro delJobs Act
insieme all'apprendistato e i
contratti a termine senza
causali, dovrebbe entrare in
vigore il prossimo gennaio:
sarà più vantaggioso, in
termini di oneri sociali, delle
assunzioni a tempo
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Dentro la legge delega
Quotidiano
nSole9]{l mmrn
Imponibile
Minimo
retributivo
Inail
a47,58euro
Data
01-04-2014
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Foglio
1
mensili)>>. Se si moltiplica
questo valore per 26 (ossia
per il numero giornate lavorative al mese), si ottiene il
corrispondente
minimo giornaliero rapportato al mese, che risulta
pari a 1.237,08 euro.
Nel contempo sono state
adeguate dall'Istituto anche
le tabelle dei premi speciali
unitari.
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Ritaglio
Lavoro e previdenza
Codice abbonamento:
068391
Silvana Toriello
Con la circolare 21 del
27 marzo scorso, l'Inail ha
comunicato i minimi di retribuzione imponibile giornaliera per il calcolo dei premi assicurativi, che per l'anno in corso ammonta a
47,58 euro (1.237,08 su base
mensile).
Tutti i contributi e premi dovuti all'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro
devono essere calcolati su
un valore defInito "minimale", ossiasuunminimo diretribuzione da assoggettare
al contributo globale per
ogni giornata retribuita, anche nel caso in cui la retribuzione effettiva percepita dal
destinatario del premio sia
inferiore a questo valore.
Si ricorda, inoltre, che i valori minimi di retribuzione
giornaliera devono essere
annualmente rivalutati in relazione all'aumento dell'indice medio del costo della vita accertato dall'Istat.
Partendo da questi presupposti, una volta stabilito
che nel 2013 la variazione
percentuale
calcolata
dall'Istat è stata pari all'l,I%,
l'Inail ha provveduto ad aggiornare anche i minimi di
retribuzione giornaliera
per l'anno 2014.
Con la circolare 21
dell'Inail vengono, dunque, fIssati i minimi di retribuzione imponibile giornaliera per il calcolo dei premi assicurativi, validi per
l'anno in corso. Si legge, infatti che «tali limiti minimi
sono stati adeguati, ove inferiori, a 47,58 euro (9,so/0
dell'importo del trattamento minimo mensile di pensione a carico del Fondo
pensioni lavoratori dipendenti in vigore alI o gennaio
2014, pari a 500,88 euro
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
- --1-
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I Il
Data
01-04-2014
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- - ---- ----- ------- - - - ----------- ----
caso Dai curatori del decoro nei palazzi scolastici ai camminatori agli allevatori di cirnechi
I precari (socialmente utili?) stabili per legge
La possibile conferma per 24 mila
dipendenti costerebbe 300 milioni
muni e organizzati in consorzi. Assunzioni anche dettate dalla necessità
di mettere una toppa ai problemi occupazionali, ma spesso dal forte odore
clientelare. Con il risultato di avere alla
fine molte più braccia del necessario.
L'operazione era figlia di una stagione durante la quale la moltiplicazione di ruoli e funzioni nella scuola (e
dunque di costi), con il beneplacito
sindacale, era considerato normale.
Ubriacatura che produsse, per dirne
una, la figura delle scodellatrici. Che
cosa fanno, lo dice la parola stessa:
scodellano le pietanze nei piatti degli
alunni nei refettori scolastici. Non sia
mai che una bidella tocchi un mestolo.
Questa storia dei pulitori precari ne
ricorda molte altre simili. L'inizio di
tutto si può far risalire al 1987 per iniziativa del ministro del Lavoro Rino
Formica, e del segretario della Cisl
Franco Marini. L'idea era quella di alleviare le tensioni sociali impiegando i
più emarginati in attività di pubblica
utilità: tenere in ordine le aiuole, ripiantare gli alberi bruciati, pulire le
spiagge... La moneta unica era lontana
e la tipografia statale stampava Bot a
pieno ritmo. Anche se era facile prevederlo, nessuno si poneva il problema
che la cosa prima o poi sarebbe degenerata. Lo stesso Formica arrivò a proporre di assumere nella pubblica amministrazione i contrabbandieri che si
fossero redenti. Mentre il bacino assistenziale diventava pian piano un mare sterminato. Soprattutto al Sud.
Nel20011'Inps censì 125 mila lavoratori socialmente utili. In Calabria i
cosiddetti operai forestali raggiunsero
la cifra di 11 mila e in contemporanea
quella Regione conquistò il record as-
soluto degli incendi. In Sicilia la Corte
dei conti ha calcolato, oltre ai 20 mila
dipendenti della Regione, quasi 28
mila lavoratori precari. Ma erano arrivati a sfiorare i 60 mila, senza peraltro
mai alleviare un tasso di disoccupazione giovanile ormai ben superiore al
40 per cento. Le paghe sono da fame,
ma è chiaro che si tratta di sussidi puri. Sussidi come quelli, non altrettanto
miseri, che intascavano le 2.361 persone assunte con la scusa di fare la
raccolta differenziata in Campania durante l'emergenza rifiuti: 600 lsu, 470
ex detenuti, 930 disoccupati «di prima
classe», più 361 addetti ai consorzi di
bacino. Saltò fuori che in 34 lavoravano a un cali center dove arrivava mediamente una telefonata alla settimana per ciascuno.
Per non parlare di quei 15 (quindici) reclutati dal comune di Zafferana
Etnea, in provincia di Catania, per allevare 8 (otto) cirnechi dell'Etna, cani
d'una razza antichissima e prodigiosa.
Oppure di quel lavoratore socialmente
utile assunto dal piccolo Comune di
Bompietro, nel palermitano, al quale il
medesimo municipio aveva affidato la
redazione di un progetto di arredo urbano per una cifra in lire corrispondente a 322 mila euro. Vette assolute
di creatività pseudoassistenziale. Ma
se possibile addirittura superate, sette
anni fa, dall'assunzione di 110 autisti
senza patente a Palermo. Dove il dipartimento trasporti della Regione siciliana, non più tardi di due anni fa,
aveva chiesto di avere a disposizione
30 «camminatoID>. Per fare cosa? Portare le carte da un ufficio all'altro.
Sergio Rizzo
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..,,~ prec~dstorici il'!'lpe~~ti da q}ltW:l'!l!~t;l!'!ì,nelia
pullZladéllescuble; che da
oggi sarebbero rimasti disoccupati dopo i tagli.
Ritaglio
Lavoro e previdenza
Codice abbonamento:
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La premessa è che non vorremmo
mai vedere un solo lavoratore perdere
il posto. Ma apprendendo che lo Stato
assumerà per due anni migliaia di«bidelli», mentre il commissario alla
spending review Carlo Cottarelli stima
in almeno 85 mila gli esuberi nella
pubblica amministrazione, è legittimo chiedersi quale sia il confine fra
l'assistenzialismo e le necessità reali
del servizio pubblico. Questi «bidelli»
non sono in realtà bidelli e a quanto
pare non sono nemmeno 24 mila, cifra circolata domenica. Si tratta dei
precari storici, gli ex lavoratori socialmente utili impegnati da una quindicina d'anni nella pulizia delle scuole,
metà dei quali (dunque circa 12 mila)
da oggi sarebbero rimasti disoccupati
dopo i tagli conseguenti alle gare Consip, con cui la spesa è passata da 620 a
390 milioni.
Per non metterli in mezzo alla strada si è deciso di impiegarli, ha scritto
Libero, nel «ripristino del decoro»
delle scuole. Toccherà a loro fare le
piccole manutenzioni: naturalmente
dopo un adeguato percorso di formazione professionale. Costo, intorno ai
300 milioni per un paio d'anni. Cifra
che riporta la spesa vicina ai livelli
precedenti ai tagli. Ma tant'è.
Non poteva certo scoppiare proprio
ora la prima bomba sociale per il governo di Matteo Renzi, ereditata dall'esecutivo precedente di Enrico Letta,
ma innescata addirittura dauna quindicina d'anni. Nel 1999 l'igiene scolastica è passata per legge allo Stato insieme ai dipendenti degli enti locali
che se ne occupavano. Il loro numero,
negli anni, si era poi gonfiato a dismisura con gli ex lsu ingaggiati dai Co-
miladi
;;~nella pu
:/'ione-se'condo
commissario per la revisione
della spesa Carlo Cottarelli.
i_-
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Quotidiano
I LA STAMPA
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LA MIA RIFORMA CHE AIlJD\. I GIOVANI
1
ELSA FORNERO
entile Direttore,
sulle strade di accesso a molte grandi
città sono stati posti cartelloni che definiscono «una vergogna» la «riforma Fornero»
(sottintE!ndendo «delle pensioni»). Sono stata ministro
G
del Lavoro e delle Politiche Sociali del governo «tecnico»
presieduto da Mario Monti e in
quella veste ho largamente
contribuito alla stesura del testo di tale legge, approvato dal
Consiglio dei Ministri e, a larga
maggioranza, dai due rami del
Parlamento.
CONTINUA A PAGINA 27
LA MIA RIFORMA
CHE AIUTA I GIOVANI
n
~
ome «tecnico» non ho alle spalle un
partito, un sindacato o un gruppo
di potere, Sento pertanto il dovere
civico - anche nei confronti delle
migliaia di miei studenti ed ex studenti ai quali ho sempre cercato di trasmettere insieme alle nozioni di macroeconomia,
. v;l~ri e prin~ipi etici - di ribadire, nel modo
più pacato e trasparente possibile, che non
c'è alcuna «vergogna» nella riforma del 2011,
bensì severità accompagnata da un forte riequilibrio a favore dei giovani nei rapporti tra
le generazioni.
Siccome le riforme non nascono per caso,
vale la pena di ricordare, anzitutto, la drammatica situaziQl1e in cui si trovavano (e non
certo per colpa del gov~rno tecnico) le finanze
pubbliche italiane nell'autunno 2011, con la
prospettiva di un collasso che avrebbe travolto retribuzioni, servizi pubblici e pensioni con
la violenza con cui aveva colpito la Grecia e
con la prospettiva di riforme ben più severe,
come quelle poi introdotte in Spagna. Una crisi
finanziaria che, diversamente da quella greca,
avrebbe, insieme all'Italia, travolto l'euro e verosimilmente l'Europa. È anche il caso di ricordare la necessità di rispettare gli impegni presi
dal governo precedente con la lettera all'Unione
Europea del 26 ottobre di quell'anno, nella quale
si accenna esplicitamente a una severa riforma
delle pensioni.
Il principale mandato del governo tecnico ['l
di ottemperare a tali impegni e di mettere fine
allo stallo politioo. Al Ministro del Lavoro e delle
Politiche Sociali fu chiesto di preparare il testo
della riforma previdenziale in venti drammatici
giorni (li ricordo uno per uno). La Camera approvò' il cosiddetto «decreto Salva Italia» il 16
dicembre 2011 con 402 sì, 75 rio e 22 astenuti; il
Senato lo approvò definitivamente il 23 dicembre con 257 sì, 41 no e nessun astenuto. Questi
numeri mostrano la consapevolezza dello «stato di necessità» nel quale il governo si trovò a
operare. Mostrano anéhe che la cosiddetta «riforma Fornero» - essenziale per la credibilità,
non solo finanziaria, del nostro paese, per il con-
U
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Lavoro e previdenza
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non
068391
I SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
tenimento e la riduzione dello spread e per il
successivo esplicito impegno della Banca Centrale Europea - fu in realtà largamente condivisa da forze politiche di segno opposto, anche se
oggi, con un cinismo del quale è inutile stupirsi,
la «vergognosa riforma» è soltanto opera dell'allora ministro del Lavoro.
Certo, furono fatti errori, ma soltanto chi non
fa non sbaglia. Nessuna riforma nasce perfetta.
In quel caso, gli errori furono principalménte
dovuti all'emergenza nella quale il governo si
trovò a operare e alle errate informazioni statistiche fornite al Ministero di cui ero responsabile circa il numero di lavoratori che si trovavano
(o che si sarebbero trovati in futuro, per via di
accordi collettivi o individuali) nello speciale intervallo Odi tempo tra la fine del lavoro e l'inizio
del pensionamento secondo le vecchie (peraltro
insostenibili) regole. A questi lavoratori il governo di cui feci parte diede risposte, nell'ambitodi vincoli stringenti di tempo, di risorse e di
informazioni (molte regioni non hanno provveduto neppure oggi, a distanza di due anni, a fornire una stima sufficientemente precisa del numero dei lavoratori salvaguardabili).
Si cercò di tutelare le situazioni di emergenza
e di affrontare in modo sistematico il problema
dei lavoratori di età più avanzatà, in passato
troppo spesso e troppo facilmente risolto con il
pensionamento anticipato, senza che ciÈl servisse a migliorare le possibilità dei giovani di trovare un'occupazione. In un paese meno conflittuale del nostro, la ricerca di soluzioni condivise
avrebbe consentito di risolvere più rapidamente e più efficacemente il problema. Da noi si è
preferito usarlo strumentalmente e spregiudicatamimte per guadagnarsi qualche voto in più.
Chi propone ora di abolire quella che viene
chiamata «riforma Fornero» quando la si critica, e «riforma del governo Monti» quando la si
guarda con maggiore obiettività, ha il dovere
di spiegare agli italiani' come finanzierebbe i risparmi di spesa da essa derivanti già contabi~
lizzati nei conti pubblici (oltre 80 miliardi di
euro entro il 2020). Forse con una nuova imposta sulla casa? E ha il dovere di spiegare, in particolare ai giovani, perché si deve cancellare
una riforma che ha alleggerito il loro «debito
pensionistico», perché si deve ripristinare una
formula di calcolo delle pensioni che dà di più a
chi ha retribuzioni più elevate e che fa pagare
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ELSA FORNERO
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1 /2
Nonostante la ~e non lo proibisca, l'lnps non riconosce in questi casi l'esistenza dellavooo subordinato
Vietato assumere la moglie o i figli
Lavoro dipendente proibito per
mogli e figli, nipoti e generi. lnsomma, per tutti familiari stretti.
Anche se la legge non pare porre
preclusioni espresse al riguardo, se
l'impresa è familiare il rischio di
vedere disconosciuti dall'lnps i rapporti di lavoro subordinato instaurati tra parenti e affini risulta oggi
più che concreto. Per non dire certo.
Tanto che, oramai, quando tra le
parti corrono relazioni familiari,
sono gli stessi professionisti che
preferiscono indurre le aziende a
considerare da subito di inquadrare i rapporti nella meno osteggiata
collaborazione familiare. Il risultato finale, in definitiva, è quello di
una minore garanzia degli appartenenti alla famiglia in seno all'im-
presa rispetto ad altri lavoratori.
La questione non appare di poco
conto visto che oramai, sul territorio nazionale, essa riguarda migliaia di casi e lavoratori. Anche se a
volontà contrattuale dei familiari,
come sempre, prevale pure nei confronti dell'lnps, almeno fino alla
pronuncia del giudice.
Parisi a pago 28
A dispetto dell'assenza di norme contrarie, l'Istituto riconduce il rapporto alla collaborazione
I familiari? Solo collaboratori
DI MAURO PARISI
LJ
congiunturale (e l'lnps vuole recuperare dalla signora
l'indennità di disoccupazione
goduta).
Le motivazioni addotte di
volta in volta dall'lnps, in questo e in altri casi, si rifanno a
diverse previsioni normative
(cfr. art. 2, legge 463/1959) e di
prassi (cfr. circo 17911989), spesso risalenti, che, pure destinate
a regolamentare l'eventuale
impiego quali coadiuvanti dei
familiari, non risultano affatto
potere precludere la facoltà di
scegliere una diversa volontà
contrattuale dei medesimi. A
rinforzare la propria prassi,
sovente l'Inps richiama la giurisprudenza delle Cassazione.
Per esempio, la sentenza n.
20532 del 2008, della Suprema
corte, che analizza gli elementi sintomatici della subordinazione. Una "proibizione» al
lavoro dipendente tra familiari? Neppure per sogno. Solo
l'enunciazione degli opportuni
criteri per discriminare i rapporti dipendenti genuini da
quelli non tali. Molto utile, per
esempio, nel caso di supposte
frodi alla legge. Come nel caso
di quei familiari e affini che simulano la subordinazione per
lucrare provvidenze e benefici
previdenziali.
Piuttosto, da qui a pensare
a un limite legale al lavoro subordinato di parenti e affini, ne
passa parecchia di differenza.
In primo luogo poiché, molto
banalmente, se davvero sussistesse una preclusione al lavoro subordinato tra parenti, tale
disposizione contrasterebbe
inesorabilmente con la nostra
Costituzione e i suoi inderogabili principi di uguaglianza.
Poi poiché è la stessa disposizione originaria e fondante
il lavoro nell'impresa familiare (nonché la definizione
di quest'ultima: ossia, l'art.
230bis, cod. civ., introdotto
dalla riforma del diritto di famiglia del 1975) che stabilisce
la residualità e marginalità del
lavoro a titolo di collaborazione
familiare «<salvo che sia configurabile un diverso rapporto»).
Dunque, la volontà contrattuale dei familiari, come sempre,
prevale anche nei confronti
dell'lnps. Almeno fino alla pronuncia del giudice.
Ma, soprattutto, il vincolo
contrasterebbe con il buon
senso e la logica. Perché un imprenditore potrebbe assumere
nella sua azienda chiunque,
tranne il proprio figlio? Perché
il proprio marito o la propria
nipote potrebbero lavorare in
azienda solo in forza di rapporti meno garantiti e stabili,
rispetto a quelli assicurati a
qualunque altro lavoratore?
Una serie di interrogativi che
attendono ancora un rassicurante revirement ufficiale da
parte dell'lnps.
Codice abbonamento:
voro dipendente proibito per mogli e figli, nipoti
e generi. Insomma, per
utti i familiari stretti.
Anche se la legge non pare
porre preclusioni espresse al
riguardo, se l'impresa è familiare il rischio di vedere disconosciuti dall'Inps i rapporti di
lavoro subordinato instaurati
tra parenti e affini risulta più
che concreto. Per non dire certo. Tanto che, oramai, quando
tra le parti corrono relazioni
familiari, sono gli stessi professionisti che preferiscono indurre le aziende a considerare da
subito di inquadrare i rapporti
nella meno osteggiata collaborazione familiare. Il risultato
finale, in definitiva, è quello di
una minore garanzia degli appartenenti alla famiglia in seno
all'impresa rispetto ad altri
lavoratori. Possibile? Esistono
davvero effettivi - quantunque
striscianti - divieti di,legge al
lavoro subordinato tra moglie e
marito o tra padre e figlio? Un
quesito di non poco conto e che
oramai, sul territorio nazionale, riguarda migliaia di casi e
lavoratori. Tanto più che, come
sovente accade, la realtà supera la fantasia.
Il caso, sintomatico e realmente accaduto, è quello di
un'impresa artigiana costituita come snc tra due soci, non
parenti tra loro. Un giorno viene assunta quale dipendente
una signora, che, dopo qualche
tempo, si fidanza con uno dei
soci. Nel frattempo, l'altro socio
decide di cedere là sua quota e
uscire dalla compagine. A questo punto, si decide di trasformare la snc in sas, facendo della signora l'accomandante. Lei,
come tutti gli altri dipendenti,
«transita», così, nella sas. E fin
qui, tutto a posto. I guai nascono il giorno in cui la signora
(accomandante) e il sociofidanzato (accomandatario),
a coronamento del loro sogno
d'amore, decidono di sposarsi.
Infatti, due anni dopo compaiono in azienda gli ispettori
dell'lnps, i quali decidono che,
essendo al cospetto di un'impresa «familiare» -diciamo, per
"susseguente matrimonio" -la
signora debba essere considerata collaboratrice familiare
a fare data dal matrimonio
stesso. Una riqualificazione
familiare dell'azienda e un disconoscimento del rapporto di
lavoro subordinato che crea, a
catena, pesanti conseguenze
economiche, dato che, nel frattempo, la signora aveva avuto
un bambino (e l'Inps pretende
la restituzione dell'indennità di maternità percepita) e
l'azienda ha subito una crisi
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L'lnps non riconosce il lavoro subordinato dei parenti
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Quotidiano
ItaliaOggi
non ....
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2/2
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.dipendente dei familiari/Anzi; "att," 230-bi8 cOd, civ. i
prevede.
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Lavoro, .convincono le prime mosse di Renzi
inoltre non sarà più obbligatoria la
forma scritta per il piano formativo
individuale.
Il decreto legge varato fissa da 12
mesi a tre anni ladorata massima dei
contratti a tempo determinato, che
potranno essere anche senza causale, con proroghe ammesse fino ad 8
volte se riferite alla stessa attività,
con l'accortezza che i dipendenti a
tempo non superino il 20% dei totali
dell'azienda.
Renzi ha inoltre previsto un disegno di legge per la delega
al governo a riformare il
lavoro semplificando appunto la legge dell'ex ministro Fornero.
Un passaggio parlamentare, che prevede però
tempi lunghi di attesa, nel
quale chiederà una delega per modificare gli ammortizzatori sociali con
l'obiettivo di assicurare
un sistema di garanzia
per tutti i lavoratori: tra
le misure ipotizzate, la revisione dei criteri e oneri
contributivi ordinari, la
rimodulazione dell'ASpi e
la sua estensione ai collaboratori e la tutela delle
donna in maternità, anche
in caso di contratti atipici
e anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del
datore di lavoro nei casi delle lavoratrici parasubordinate.
'fra le altre iniziativ~, ancora in
fase di stallo, troviamo anche la rimodulazione del Dure in versione
virtuale, secondo col la regolarità
contributiva nei confronti dell'Inps, Inail e Cassa edile sarà verificata dagli stessi interessati solo con
modalità telematiche e che avrà va-
lore per 120 giorni, il che abbrevia
molto i tempi, poiché la versione attuale prevede tempi di verifica più
lm,ghi.
E previsto inoltre l'arrivo di
un'agenzia unica nazionale per l'impiego, per la gestione integrata delle
politiche attIve e paB8lve nno 80 ora
offerta dai centri per l'impiego provinciali e dalle agenzie private.
Il governo punta anche a rivedere
il regime sanzionatorio per il lavoro
nero, la cui quota è salita del 30%,
valorizzando gli istituti prerniali e a
promuovere le comunicazioni telematiche, anche per gli adempimenti
legati alla costituzione, gestione e
cessazione del rapporto di lavoro.
Infine si cercherà di introdurre
un contratto a tutele crescenti con
l'obiettivo di stilare un testo organico di disciplina dei contratti esistenti, di cui ne contiamo ad oggi circa
27 tra subordinati, parasubordinati,
di lavoro autonomo e speciali, con
l'introduzione di nuove formule con
tutele crescenti per ilavorato-
neowVolo.
A parte lemodiflche di apprendistato e contratti a termine, la cui attuazione dovrebbe
essere pressoché immediata, il
resto dei provvedimenti dovrà
attendere molto di più. È prevista l'applicazione di alcuni di
essi entro sei mesi dall'entrata
in vigore delle legge delega sul
lavoro proposta dal Consiglio
dei ministri.
C'è inoltre da segnalare
positivamente la volontà del
governo Renzi di sciogliere il
Cnel, istituto inutile, costoso
e pieno di vecchi esponenti di
Confindustria e Cgil Cis! e UII
del quale neSsuno (se non essi
stessi) sentirà la mancanza.
Giulia Batani
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Il neo premier Matteo Renzi annuncia le sue prime mosse in materia di lavoro: vengono tolti subito
alcuni vincoli assurdi imposti dalla
legge Fornero, per decreto quelli su
apprendistato e contratti a termine,
che quindi entreranno subito a regime e per gli altri attraverso una
delega al governo da esercitare nei
prossimi mesi.
Si tratta di un cambiamento profondo nell'ossificato mercato del
lavoro in entrata del nostro paese
che ha prodotto il record di giovani .
disoccupati della storia nazionale.
Inoltre, si tratta di una evidente
scossa al sistema di relazioni sindacali che prevedeva il trito e ritrito
rito della cosiddetta c~ncertazione,
che assegnava ai sindacati confederali classici e alla Confindustria un
immenso potere di lobbing e di veto
che ha contribuito a fare entrare il
paese nella palude in cui oggi, purtroppo, si trova.
La Fismic apprezza moltissimo U
metodo Renzi in questo campo e ne
appoggia concretamente le misure
finora intraprese perché appare la
medicina adatta per dare una scossa
salutare a un paese che ne ha~stre­
mo bisogno.
Analizziamo di seguito le misure
intraprese in materia di lavoro.
Nell'immediato, a partire dall'entrata in vigore del decreto legge sul
lavoro varato mercoledì scorso dal
consiglio dei ministri, verranno presi
provvedimenti in materia di apprendistato e contratti a termine.
La volontà è quella di potenziare
e semplificare l'apprendistato, inÌponendo meno vincoli in téma di
formazione: la formazione pubblica,
che dovevà integrarsi con il training
aziendale,diviene facoltativa e sono
aboliti i vincoli di stabilizzazione,
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Il Consiglio nazionale in audizione alla Camera sulla conversione del decreto 34/14 .
Buone intenzioni sul lavoro
Su apprendistato, Dure e rapporti a termine urge restyling
l Consiglio nazionale dei
consulenti del lavoro parteciperà stamattina presso
la Commissione lavoro della
Camera alle audizioni sui contenuti e sulle possibili modifiche al decreto legge 34/2014, in
discussione per la conversione
in legge. Sul decreto il giudizio
generale è positivo specie per
l'introdotta semplificazione delle regole; le modifiche proposteche pubblichiamo - mirano alla
correzione di alcune criticità.
I
TEMPO DETERMINATO
di generare molta confusione.
In particolare il regime transitorio si rende necessario per
due aspetti:
a) per i contratti in corso di
validità affinché i datori di lavoro possano utilizzare la più
ampia facoltà di proroga (firto a
8 volte) prevista dal dI 34;
b) che gli attuali limiti quantitativi previsti dai vigenti CcnI
non trovino applicazione rispetto alle novità introdotte dal dI
34 poiché individuati, anche
sotto il profilo concettuale, su
un quadro normativo antecedente.
5. Al fine di evitare interpretazioni erronee, è bene sostituire il termine «imprese» con
«datori di lavoro» tra i destinatari della norma che riguarda
coloro i quali occupano fino a 5
dipendenti.
APPRENDISTATO
1. Con riferimento al contratto di apprendistato il testo
contenuto nel dI 34 non chiarisce le intenzioni del Governo
in ordine alla formazione pubblica. Infatti, il testo è scritto in
modo poco chiaro a tal punto
che la facoltà della formazione
pubblica non si comprende se
riguardi il datore di lavoro (e
allora si realizzerebbe una vera
semplificazione), oppure che la
stessa sia demandata alle regioni, nel senso se introdurre o
meno la formazione pubblica.
Questo profilo non è di secondo
piano poiché è l'aspetto che oggi
blocca l'utilizzo del contratto.
Chiarire a livello normativo
questo aspetto è fondamentale
per evitare conflitti di competenza con possibili contenziosi
rilevanti sotto il profilo costituzionale.
2. È indispensabile che le
novità introdotte dal dI 34 riguardino anche i contratti di
apprendistato che sono in corso di validità. Questo darebbe
ulteriore impulso positivo al
modello contrattuale ed eliminerebbe molto potenziale contenzioso.
DURe
Uintervento normativo potrà
avere una reale portata semplificatrice purché però si preveda,
a monte, una puntuale verifica
dei contenuti delle note di rettifica (le quali non dovrebbero
precludere il rilascio del Durc)
e quindi della formazione degli
avvisi di addebito (che sino alla
scadenza dei termini per la proposizione del ricorso, o meglio
sino alla sua definizione non
inficiano la regolarità dell'impresa). Perché si realizzino
queste condizioni bisognerebbe migliorare e perfezionare
sia il sistema di emissione e di
controllo da parte dell'Inps, che
la capacità di relazione con gli
intermediari telematici. Infatti,
più è difficoltoso interagìre con
l1stituto maggiore è la difficoltà
per le aziende di dimostrare di
essere in regola specialmente
in presenza di note di rettifica e
avvisi di addebito non dovuti.
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Per poter rimuovere ogni
equivoco sull'applicazione delle nuove regole sul contratto a
tempo determinato ed eliminare quindi ipotesi di latente
contenzioso, si segnalano le
seguenti criticità meritevoli di
modifica:
1. Precisare se la durata
massima del contratto a tempo determinato prevista dal dl
34/2014 pari a 36 mesi è riferita
a ciascun contratto a termine e
non alla «sommatoria» dei contratti sottoscritti tra lo stesso
lavoratore e lo stesso datore di
lavoro. In altri termini occorre
precisare nella legge se tra le
stesse parti è ammessa una
pluralità di contratti a termine per mansioni diverse e non
equivalenti.
2. Per quanto concerne il rinvio alla contrattazione collettiva in ordine all'individuazione
di un limite quantitativo diverso rispetto alla legge, si ritiene
debba essere individuato in
modo più puntuale soprattutto con riferimento al fatto che
essa possa o meno di ridurre ed
eventualmente anche azzerare
il limite quantitativo del 20%
3. Il limite del 20% stabilito
dalla legge è determinante ai
fini della legittimità dei r:apporti di lavoro instaurati. E dunque fondamentale che la legge
non lasci dubbi interpretativi.
In particolare è necessario
chiarire:
a) se nel riferimento «all'organico complessivo» vanno
considerati, oltre ai contratti
di natura subordinata a tempo
indeterminato, anche i lavoratori autonomi in organico, o
se vanno considerati gli stessi
contratti a termine che sono
sottoposti al limite di contingentamento ingenerando così
una spirale matematica molto
complessa per i datori di lavoro. In via di semplificazione è
necessario che il tetto del 20%
sia riferito alla sola forza lavoro
con contratto di natura subordinata a tempo indeterminato,
come peraltro è già attualmente presente nella generalità dei
contratti collettivi nazionali;
b) se il limite deve riferirsi
solo all'avvio di contratti a tempo determinato in modo dlretto,
oppure anche alla somministrazione a tempo determinato.
4. Non è previsto alcun regime transitorio e questo rischia
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Il DOCUMENTO
DI ECONOMIA EFINANZA
SARA APPROVATO
TRA UNA SETTIMANA
CRESCITA RIVISTA
TRA lO 0,8% ELO 0,9%
Le misure del Def
Un miliardo
dai risparmi
sulla Sanità
Tagli alla sanità
per un miliardo
Ipotesi slittamento
di Irap e rendite
~ Renzi: a maggio 80 euro in busta paga, decreto prima di Pasqua
Risparmi sulla spesa per pasti, lenzuola e pulizie degli ospedali
ROMA Il cantiere per il taglio dell'Irpef prosegue a pieno regime.
Ieri Matteo Renzi ha confermato
che dal 27 maggio i lavoratori
che guadagnano fino a circa 25
mila euro avranno 80 euro in più
in busta paga. Il decreto con gli
sgravi fiscali arriverà la settimana di Pasqua, subito dopo il Def,
il documento di economia e finanza" che sarà approvato 1'8 o il
9 aprile. Intanto continuano ad
emergere particolari sulle coperture. Una buona fetta dei soldi
che serviranno per ridurre il peso delle tasse sui lavoratori dovranno arrivare da tagli alla sanità. Renzi e il suo braccio destro,
Graziano Delrio, hanno dato come obiettivo al ministro Lorenzin un risparmio di almeno un
miliardo di euro per il 2014. Molto di più dei 300 milioni indicati
nelle slides presentate dal Commissario alla spending review,
Carlo Cottarelli. Dove calerà le
forbici Lorenzin? Soprattutto sulla spesa «alberghiera» del siste-
ma sanitario nazionale. Per pasti, pulizia, lenzuola ed altri servizi, ogni anno si spendono circa 4
miliardi di euro. L'obiettivo sarebbe dimezzare questa cifrà in
un triennio. I risparmi dovrebbero essere ottenuti aumentano le
categorie merceologiche assoggettate alle gare Consip. Altri risparmi dovrebbero essere ottenuti con l'efficientamento che dovrebbe passare soprattutto attraverso una revisione informatica.
LO SCONTO PIENO
Il provvedimento del governo arriverà dunque in tempo utile per
permettere a produttori di software e sostituti d'imposta di aggiornare le procedure relative all'Irpef, in modo tale da assicurare l'effetto sulle buste paga di
maggio. Mentre potrebbe avere
tempi meno immediati !'intervento destinato alle imprese.
Non è nemmeno escluso che slitti di fatto al prossimo anno, con
effetto però sui redditi del 2014,
per la diversa tempistica dei versamenti: in questo caso anche
l'entrata in vigore della stretta
sulle rendite finanziarie potrebbe essere rinviata al primo gen-
naio dell'anno prossimo, il che
semplificherebbe le relative operazioni tecniche.
Per !'imposta sul reddito delle
persone fisiche è confermato !'intervento sulle detrazioni per lavoro dipendente: lo sconto pieno
(80 euro al mese e 1000 l'anno a
regime) verrebbe applicato fino
ad un imponibile di 24 mila euro
o poco meno, e andrebbe poi a
,decrescere gradualmente. Restano esclusi dai benefici gli incapienti, ossia coloro che avendo
redditi bassi (fino a poco più di 8
mila euro l'anno per i contribuenti senza carichi familiari)
non pagano Irpef e dunque non
possono trarre vantaggio da maggiori detrazioni.
L'intervento sul cuneo fiscale
avrà un costo ma dovrebbe anche produrre un effetto positivo
sulla domanda. Se ne terrà conto
in qualche modo anche nella stima di crescita del Pil, posizionata
allo 0,8-0,9 per cento del Pil ossia
un po' più in alto rispetto alle stime delle organizzazioni internazionali.
Andrea Bassi
LucaCifoni
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Il PROVVEDIMENTO
--------,------
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RoMARenzi ha confermato che
da maggio i lavoratori che guadagnano fino a circa 25 mila
euro avranno 80 euro in più in
busta paga. Il decreto arriverà
subito dopo il Def, il documento di economia e finanza che
sarà approvato 1'8 o il9 aprile.
Per quanto riguarda le coperture, un parte dei soldi arriverà da tagli alla sanità. L'obiettivo è quello di risparmiare almeno un miliardo di euro per
il 2014. La scure calerà soprattutto sulla spesa «alberghiera» del sistema sanitario nazionale: per pasti, pulizia, lenzuola e altri servizi, ogni anno
si spendono infatti circa quattro miliardi di euro.
Bassi e Cifoni a pag 6
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Assunzioni senza art. 18
e assegno ai precari disoccupati
~Pronto il ddl delega che approda in Senato ~Contributi cig modulati in base all'utilizzo,
CosÌ can1biano an1ll1ortizzatori e contratti
JOBSACT
ROMA Sei pagine per sei articoli. Il
disegno di legge delega con il quale il governo vuole dare una scossa al mercato del lavoro e modificare gli ammortizzatori sociali, è
finalmente pronto. Ha raggiunto
il Quirinale e a giorni approderà
in Parlamento per iniziare il suo
iter a partire dal Senato.
Nel testo ci sono tutte le novità
annunciate dal governo. Naturalmente, essendo una legge delega,
sono enunciati i principi e i criteri
base di ogni misura: bisognerà
poi attendere i decreti legislativi
per i dettagli. Ma già dai titoli bisogna dare atto che la rivoluzione
promessa c'è. E sarà a costo zero. I
soldi che servono in più per uno
strumento, saranno reperiti dalla
razionalizzazione o l'eliminazione di un altro. Il ddl delega si affianca al decreto lavoro sui contratti a termine e apprendistato
già all' esame della Camera.
sperimentazione del contratto di inserimento
le crescenti, quello che per un primo periodo (si è detto tre anni)
consentirà all'imprenditore di assumere a tempo indeterminato
sapendo però che, se le cose dovessero andare male, può licenziare il lavoratott!sènZa la paura di
essere portato in tribunale. Alcune forme contrattuali probabilmente sparirànno. Partirà anche
la sperimentazione del salario mi-
ne dei contributi: pagheranno di
più le aziende e i settori che ne
fanno maggiore ricorso.
SE IL LAVORO SFUMA
In caso di perdita di lavoro si potrà usufruire dell'Aspi, assicurazione sociale per l'impiego, che sarà universalizzata con l'estensione ai co.co.co. L'importo e la durata saranno «commisurati alla storia contributiva del lavoratore».
nimo. I voucher per le attività lavorative discontinue e occasiona- Ovvero dipenderanno da quanti
li saranno estesi a tutti i settori contributi sono stati versati: chi
più ne ha, potrà usufruire dell'asproduttivi.
segno per un periodo più lungo.
Prima dell'entrata a regime del
SE L'AZIENDA ÈIN DIFFICOLTÀ
Nei momenti di crisi aziendale e nuovo strumento ci sarà una spesolo se ci sono possibilità di recu- rimentazione biennale e risorse
pero (è esclusa la concessione di definite. Chi usufruirà dell'asseammortizzatori se l'azienda chiu- gno dovrà comunque darsi da fade definitivamente) scatteranno i re: il ddl prevede che il beneficiasostegni al reddito dei lavoratori. rio sia coinvolto in attività a favoNel testo non si fa cenno alla cig in re delle comunità locali, non nederoga (che già la legge Fornero cessariamente promosse da enti
prevede in esaurimento al 2016) pubblici. Per aiutare chi ha perso
ma alla cassa integrazione ordina- il lavoro a trovarne un altro verria e straordinaria, strumenti che ranno razionalizzati gli incentivi
esistenti e nascerà
VIA L'ARTICOLO 18 PER TRE ANNI potranno essere attivati solo aver -all'assunzione
senza nuovi oneri -l'Agenzia natentato
la
via
dei
contratti
di
soliArriverà, anche se in via sperizionale per l'occupazione.
mentale, il contratto unico a tute- darietà. Ci sarà una rimodulazioGiusy Franzese
In disegno di legge- delega
I
._-_......
© RIPRODUZIONE RISERVATA
--
RIFORMA AMMORTIZZATOIll SOCIALI
Il accesso alla cig solo se non sono possibili icontratti di solidarietà
; Il più contributi per le imprese che utilizzano più cig
· Il introduzione assegno universale di disoccupazione
I Il coinvolgimento beneficiari ammortizzatori in lavori utili alla comunità locale
, RIFORMA POLITICHE ATTIVE
Il razionalizzazione incentivi alle assunzioni eall'autoimprenditorialità
Il creazione Agenzia nazionale per il coordinamento politiche attive
I 1I sinergie tra agenzie pubbliche e private
TUTTA LA RifORMA
SARA ACOSTO ZERO
I BENEHCIARI DI ,
SOSTEGNI Al REDDITO
IMPEGNATI IN
I
PER LA COLLETTIV
SEMPLIFICAZIONE ERAZIONALlZZAZIONE DEGLI ADEMPIMENTI
: BUROCRATICI
, Il dimezzamento numero di atti di gestione del rapporto di lavoro
! Il introduzione sperimentale del contratto unico a tutele crescenti
, Il introduzione salario minimo
Il estensione voucher lavoro accessorio
i NOR~1E PER CONCILIARE TEMPI 01 LAVORO EGESTIONE FIGLI
: Il indennità di maternità estesa alle lavoratrici che versano contributi
I alla gestione separata
I Il incentivazioni accordi collettivi per favorire flessibilità orario di lavoro
I
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I FORME CONTRATTUALI
I Il nuovo codice di lavoro
Giuliano Poletti
-ce.nTim~
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