“Senectus ipsa est morbus”: problematiche del paziente anziano in area critica P. Murabito; M. Scopa; E. Boselli; A. Patriarca; G. Morando; A. Franzesi; A. Trivellato Servizio di Anestesia e Rianimazione (Dir. A. Trivellato) “A0 G.Salvini” - Garbagnate Milanese - Milano Discussione Durante il corso degli ultimi 50 anni il numero di persone con un’età al di sopra dei 65 anni (paziente anziano) si è triplicato a livello mondiale. In Europa gli anziani dovrebbero rappresentare il 30% della popolazione entro i prossimi 40 anni. Di conseguenza, la richiesta di un intervento chirurgico per questi pazienti è in costante aumento. La popolazione anziana spesso presenta condizioni che già da molto tempo vengono considerate fattori di rischio chirurgico maggiore, come la presenza di più patologie contemporaneamente, terapia polifarmacologica e disturbi a livello metabolico, nutrizionale, cognitivo. L'invecchiamento della popolazione ha quindi decisamente aumentato la domanda di risorse sanitarie. Il numero di pazienti di età pari a 80 anni o superiore a questa (paziente grande anziano), ammesso nei reparti di terapia intensiva (ICU) è aumentato negli ultimi dieci anni, così come il livello di intensità di cura. Fattori di rischio perioperatorio nel paziente anziano: ASA physical status Co-existing disease III and IV Cardiac, pulmonary disease, diabetes mellitus, liver, and renal impairment <1-4 MET* Poor, albumin <35%, anaemia Not living with family Bedridden Functional status Nutritional status Place of residence Ambulatory status Epidemiologia Per invecchiamento demografico si intende l’aumento percentuale delle persone appartenenti alle classi d’età più avanzata in una determinata popolazione.L’invecchiamento demografico è un fenomeno che interessa tutto il pianeta: esso è presente in modo drammatico nei paesi più sviluppati, in misura minore , ma con una elevata velocità di progressione, nei paesi in via di sviluppo che adottano modelli socio-economici di tipo occidentale (Cina, Brasile, Turchia, India, Russia). Le previsioni attuali prevedono che entro il 2050 la percentuale della popolazione di età superiore a 80 anni raddoppierà ( Tabella 1 ) . Entro il 2050 , le persone di età compresa tra 80 anni e più vecchi rappresenteranno il 9,6% della popolazione in Europa ( 66.147.000 persone) , il 9 % ( 35.813.000 persone) in Nord America , 6,5 % ( 3.354.000 persone) in Oceania , 5,5 % ( 40.098.000 persone) in America Latina e Caraibi , 4,4 %( 227.916.000 persone) in Asia , e il 1,1 % ( 21.336.000 per figli ) in Africa [ 1 ] . Queste tendenze demografiche porteranno a una crescente domanda di risorse sanitarie sia in termini di numero di posti letto e il numero di personale dedicato ad assistenza sanitaria , comprese ovviamente le cure intensive . Quindi, mantenendo la attuale politica di ammissione , le risorse di Terapia Intensiva devono essere espanse e potenziate rapidamente, al fine di evitare una notevole discrepanza fra numero di posti letto richiesti e quelli realmente disponibili . Bagshaw et al. Hanno stimato che entro il 2015 il tasso di anziani di età compresa tra 80 anni e anziani ammessi in terapia intensiva (ICU) aumentarà del 72 % , rappresentando circa 1 a 4 ricoveri ICU [ 3 ] . Dato l’attuale situazione economico-sanitaria italiana ed europea in genere, ma soprattutto l’incertezza per quanto riguarda i benefici delle cure intensive in alcuni casi, sarebbe necessario riflettere su un approccio pratico cercando di definire più criteri precisi per l'identificazione di coloro che potrebbero effettivamente beneficiare della cura ad elevata intensità, indipendentemente dall'età.. Proiezione demografica (pop. >80aa %) Fonte: World Population Prospects: The 2010 Revision (Dept of Economic and Social Affairs of tha United Nations Secretariat) Major Unstable coronary syndromes Recent myocardial infarction* with evidence of important ischaemic risk byclinical symptoms or noninvasive study Unstable or severe angina² (Canadian Class III or IV)³ Decompensated congestive heart failure Significant arrhythmias High-grade atrioventricular block Symptomatic ventricular arrhythmias in the presence of underlying heart disease Supraventricular arrhythmias with uncontrolled ventricular rate Severe valvular desease Intermediate Mild angina pectoris (Canadian Class I or II) Prior myocardial infarction by history or pathological Q waves Compensated or prior congestive heart failure Diabetes mellitus Minor Advanced age Abnormal ECG (left ventricular hypertrophy, left bundle branch block, ST±T abnormalities) Rhythm other than sinus (e.g. atrial ®brillation) Low functional capacity (e.g. inability to climb one ¯ight of stairs with bag of groceries) History of stroke Uncontrolled systemic hypertension 40 35 30 25 Europa America Asia Oceania Africa 20 15 10 5 0 2010 -- Ridotta capacità venosa con drastica riduzione del volume di riserva vascolare. -- Ridotta sensibilità dei barocettori. La genesi di questo fenomeno è causata da un Ipertono simpatico e da una riduzione del tono parasimpatico. Ne deriva quindi una riduzione della risposta beta-adrenergica , con ad esempio facilità di fenomeni ipotensivi su cambi posturali improvvisi. -- Riduzione della frequenza cardiaca massimale, con incapacità di adeguare lo “stroke volume” -- Riduzione del consumo di O2 massimale Respiratorie : Alterazioni Parenchimali, dovute ad una perdita di circa il 30% di alveoli, diminuzione del ritorno elastico del polmone, aumento della P necessaria per mantenere pervie le vie aeree. Da ciò ne derivano importanti alterazioni spirometriche: aumento del volume residuo, della capacità funzionale , riduzione del FEV1, alterazioni del rapporto V/Q con tendenza alla riduzione della PaO2, aumento dello spazio morto fisiologico. Sistema Nervoso Centrale : -- Con l’avanzare dell ‘età, dai 65 anni in poi si ha una riduzione della popolazione neuronale funzionante. Inoltre si verifica anche una diminuzione della produzione di neurotrasmettitori e di recettori per dopamina e catecolamine. Si verifica anche una graduale alterazione della sostanza grigia, alterazione della capacità di regolazione del CBF. Renali Epatiche Metabolismo Termoregolazione Dtato nutrizionale e massa corporea 2030 2040 2050 CONCLUSIONI Fisiopatologia dell’anziano Cardiovascolari : -- Irrigidimento dei vasi arteriosi, con conseguente aumento della velocità di propagazione della “pressione pulsatoria” e quindi modificazione morfologica della curva sfigmica. Questo si nota ad esempio soprattutto a livello dell’arco aortico, dove la curva di pressione è in certi casi notevolmente aumentata. Le complesse alterazioni a livello vascolare comportano anche un aumento dell’ ”energia riflessa” al sangue. Di conseguenza questo si traduce in una riduzione della PA Diastolica ed aumento della PA Sistolica (quindi della pressione pulsatoria), con conseguente aumento del carico di lavoro ventricolare. Il ventricolo sx infatti si trova nella condizione di dover sostenere un volume di eiezione maggiore (sistole più lunga). -- Alterato rilasciamento miocardico, che provoca quindi alterazioni della fase di riempimento diastolico. Ne deriva una disfunzione della attività miocardica diastolica e conseguente ipertrofia ventricolare. 2020 Nel corso degli ultimi 20 anni, il principale parametro utilizzato negli studi epidemiologici volti a valutare l’outcome su pazienti anziani ammessi in ICU, è stato la mortalità in ICU o comunque la mortalità intraospedaliera. Tuttavia, come sottolineato dalla World Health Organization, la salute non è una questione di "assenza di malattia o di infermità", ma "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale"[14]. Pertanto, la logica per l'ammissione di un paziente anziano in terapia intensiva non dovrebbe essere limitata solamente ad una gestione a breve termine di uno stato patologico in acuto, ma finalizzata al conseguimento di un completo recupero con soddisfazione e qualità della vita. I dati attuali indicano che i pazienti di età pari ad 80 anni o più che vengono sottoposti a chirurgia elettiva con ricovero postoperatorio "protetto", beneficiano sicuramente delle cure ICU. In questa tipologia di pazienti infatti l'outcome ad un anno prevede una sopravvivenza del 72%.Totalmente diversa e' la situazione nei pazienti con ricovero ICU non programmato, con un outcome davvero disastroso. Infatti, nei pazienti che vengono ricoverati dopo intervento chirurgico urgente, la mortalità si aggira attorno al 67%, raggiungendo e oltrepassando la drammatica soglia dell' 80% nei pazienti ammessi per patologie di pertinenza non chirurgica. Da questa ultima analisi ci rendiamo conto di come in questa categoria di pazienti, la Terapia Intensiva non rappresenta affatto una via di salvezza. Come comportarci quindi ? Purtroppo non esistono delle linee guida, ma, tenendo conto che il buon senso, l'esperienza e l'attenta valutazione clinica giocano sempre un ruolo fondamentale, la scelta da fare rimane: -- non ammettere i pazienti di questo gruppo e inviarli presso dei reparti di geriatria capaci di gestire anche problematiche acute -- ammettere tale categoria di pazienti conducendo però una politica di cura e rapida dimissione dalla TI La situazione comunque rimane ancora molto controversa e nuovi studi devono essere condotti per appurare effettivamente i vantaggi che questi pazienti così fragili e compromessi traggono da un trattamento ICU REFERENZE PRINCIPALI 1. F. Jin, F. Chung: Minimizing perioperative adverse effect in the elderly. BJA 87 (4): 608-24 (2001) 2. Yena-Lan Nguyen, D. Angus, B. Guidet: The challenge of admitting the very elderly to intensive care. Annals of Intensive Care 2011, 1:29. 3 G Bettelli: Preoperative evaluation in geriatric surgery: comorbidity, functional statusand pharmacological history. Minerva Anestes 2011;77:637-46) 4 S de Rooij: Factors that predict outcome of intensive care treatment in very elderly patients. Critical Care 2005: 307- 314 X CONGRESSO NAZIONALE SIARED – CATANIA 12 -14 MAGGIO 2014
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