LA MINIERA DELLE CETINE - Gli Amici dei Musei e dei Monumenti

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CONCLUSIONE
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Siam tornati, in una bellissima giornata di Primavera, sulle pendici dei Cornocchi per ritrovare le
tracce di quei luoghi che il Pertici così bene descrisse nei suoi racconti che ormai datano 1991. Siam
tornati, con poche speranze, per ritrovar le tracce della Miniera delle Cetine, del Castello e
dell'Oratorio di San Lorenzo a Treschi. Nei vent'anni che ci separano ormai dalle accurate visite del
Pertici la natura e l'opera umana hanno radicalmente cambiato quei luoghi e non è stato neppur
facile ritrovare la stradina che scende nel bosco verso le Cetine; siamo stati notevolmente aiutati
dalle vecchie descrizioni che parlavano già allora della cava di gesso che incombeva su quei luoghi
e proprio partendo dai confini della cava abbiam disceso quella strada sino ad un elegante casale
che non riesce a nascondere le sue antiche ed ottocentesche origini: una delle costruzioni della
vecchia miniera. E proprio partendo da quella costruzione una gentilissima signorina che lì forse
risiede, ci ha accompagnati nell'ampio pianoro nelle vicinanze che, in un trionfo di fiori e di colori,
degrada verso occidente. Se non guidati mai avremmo supposto che l'enorme ammasso di piante
rampicanti che occupa il centro di quel bellissimo prato nascondesse poche mura sbrecciate e
cadenti, ciò che resta della costruzione che ospitava il pozzo principale della miniera delle Cetine.
La nostra accompagnatrice ci ha anche avvisato di come alcuni pozzi laterali della miniera ancor
ora si affaccino in superficie, purtroppo anch'essi celati dalla rigogliosa vegetazione.
Il sordo brontolio che perviene in quei luoghi, rumore di ruspe e camion, ci ha fatto anche capire
come la cava di gesso che il Pertici segnalava ormai a pochi metri dall'oratorio di San Lorenzo lo
abbiano da anni inghiottito, unitamente alle ultime gloriose pietre che nel bosco sovrastante ancora
ricordavano la presenza del castello di Treschi, così caro ed importante per i Volterrani del Libero
Comune, baluardo e limite estremo del territorio.
Non ci siamo spinti oltre, per non dover ricordare e forse rimpiangere ciò che nessuno ha pensato di
salvaguardare e che oramai è perduto per sempre..
Sul Pian della Battaglia al clangore delle armi il tempo e la storia hanno sostituito un altro rombo, di
motori; alla polvere dei combattimenti si è sostituito un altro tipo di polvere, non osiam pensare se
più o meno pericolosa.
Sul Pian della Battaglia il combattimento, ad armi impari s'intende, fra le antiche pietre e il
progresso è da tempo finito: ha vinto il cartongesso
Bibliografia: Il Corazziere del 23 Agosto 1885 n. 34
Il Corazziere del 30 Agosto 1885 n. 35
Elio Pertici Alcune località del Volterrano vol 1° Maggio 1991