Cronaca di Brescia Corriere della Sera Martedì 27 Maggio 2014 Europee 2014 Fdl Dove sono andati Tsipras i voti del 2013 3% in città Fi 48% Pd 16% Monti 65% Pd Ncd M5S Pd 9% Lega 70% 62% 11% 44% Ast. Sel M5S M5S 16% 2% 3% Lega 5% Ast. Fare 5% 7% Pd 26% 1% 8% 8% 38% Pd 51% Bianche Sel Ast. 13% Pd 66% Lega Ast. 43% 2% 21% 38% Pd 63% Pdl Ast. 5% 3% Lega 40% Ncd 3% 18% Tsipras 44% M5S Da dove vengono i voti del 2014 in città M5S Pd 17% Fi Lega 79% D’ARCO M5S 4% Pd BS L’analisi I flussi elettorali 7% 5 Fonte: Elaborazione con metodo Goodman Due terzi di voti montiani al Pd. Travaso M5S-Lega Flussi elettorali nel capoluogo: tra destra e sinistra c’è una forte mobilità Il partito di Renzi attira i moderati. L’astensione punisce il centrodestra Le previsioni pre-elettorali si sono rivelate, anche questa volta, sarebbe da dire, lontane dalla realtà, con una sola eccezione: l’astensionismo. Era facile, d’altra parte, prevedere la crescita del non voto sia guardando al passato (le europee non «scaldano» gli elettori), ma soprattutto al presente (con una crisi su cui l’Europa non riesce ad incidere per la presenza di interessi nazionali e orientamenti politici anche divergenti circa le soluzioni). Alle ragioni generali dell’astensione si aggiungono poi ragioni specifiche e domestiche: si pensi, al discredito della classe politica anche per le recenti vicende giudiziarie politica. L’astensione si conferma la maggiore forza politica bresciana: in città gli astenuti sfiorano le 49mila unità, pari al 35% degli elettori; 7 punti percentuali in più sul 2009. In provincia la situazione è analoga, l’astensione cresce di 7 punti percentuali rispetto al 2009, anche se la base di partenza è del 22%. Ma perché tanta enfasi sul non voto, quando sul quadro politico è chiaramente passato il rullo Renzi? La ragione, a nostro avviso, è che l’astensione è stata il terremoto che ha generato lo tsunami Renzi.Per aiutarci a capire meglio proviamo a guardare in dettaglio il comportamento dell’elettorato (quello cittadino), analizzando i flussi elettorali, cioè gli spostamenti di voti (stimati con il tradizionale metodo di Goodman) tra le europee e la tornata elettorale recente e più omogenea, vale a dire le elezioni della Camera di febbraio 2013. L’astensione (che raddoppia sulle politiche 2013) attira i voti da quasi tutto il quadro politico. Dal Pdl, che regala al non voto il 43% del suo elettorato; al M5S che lascia all’astensione il 38% dell’elettorato; alla Lega Nord che perde il 27% dell’elettorato; e poi a seguire l’area di sinistra, Fare e l’area Monti. Vediamo ora il vincitore politico.Il nuovo PD di Renzi si rivela una forza elettoralmente dinamica. Non perde verso l’astensione; perde, poco, verso le aree critiche di M5S e della sinistra. Guadagna dall’area centrista, in particolare dalla coalizione Monti che lascia al PD il 63% dei consensi del 2013 e da Fare che lascia il 53%. Per la prima volta, poi, tra PD e le forze storiche del centro destra si rilevano flussi in entrata ed uscita (statisticamente) significativi. Ben il 10% degli elettori PD del 2013 si spostano verso Forza Italia e Lega. Un segnale rilevante di un elettorato che si sta «secolarizzando»: il muro invisibile che divideva gli elettori dei due schieramenti, impendendo loro di spostarsi da destra a sinistra, e vice versa, è stato abbattuto. Quanto alle altre forze politiche, M5S regala il 7% del proprio elettorato 2013 alla Lega. Che sia il ritorno a casa di una parte di delusi del centro destra, oppure un riconoscimento verso chi coltiva il messaggio anti euro da tempo, e non solo da ieri? Le europee sono da sempre elezioni particolari, perfino anomale, e da molti punti di vista: il maggiore astensionismo e la maggiore mobilità degli elettori sono i due elementi principali. Proprio grazie a questo quadro un PD in splendida forma, grazie alla cura Renzi, raggiunge un risultato straordinario (è presto dire se permanente o effimero), anche per i possibili effetti dell’iniezione di voti moderati sulla stessa natura del PD. Marco Trentini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA La mappa del voto Il Democratici dilagano in provincia in 46 comuni sono sopra il 40% Il mutamento di pelle della mappa politica bresciana sta nei numeri: lo scorso anno, alle politiche, a livello provinciale il Pd aveva ottenuto il 24 percento grazie a 175 mila voti, alle Europee si è innalzato fino al 37 percento grazie alle croci poste sulle schede da 244 mila elettori. Una crescita di oltre 70 mila voti a fronte di un numero di votanti effettivi più basso. Questo spostamento in massa di voti fa sì che i 206 Comuni della provincia siano in gran parte conquistati dal Pd, evento raro solo fino a un anno fa, e che in 43 di questi (capoluogo compreso e praticamente tutto l’hinterland) sia sopra il 40% e in altri tre (Cedegolo, Collebeato, Saviore) addirittura sopra il 50 percento. La Lega tiene in termini di voti (da 128 a 119 mila) e cresce in termini percentuali (da 17,6 a 18,7%) ma i Comuni nei quali risulta il primo partito sono solo sedici, quasi tutti minori e con la conferma dell’eccezione Adro (45%). In forte arretramento Forza Italia, primo partito solo in dodici Comuni. In ribasso i consensi per il Cinque Stelle che, a differenza, del voto politico dello scorso anno, non mostra segnali di particolare vivacità nemmeno nei Comuni di medie dimensioni. Il Nuovo Centro Destra resta sotto la media nazionale ma riesce a ottenere consensi a doppia cifra a Mura (16,59%), Limone (13,86%) e Valvestino (14,96%). Tsipras, unica altra forza che supera il 4% (ma non a Brescia) ottiene i suoi risultati migliori a Lozio (7,69%), Cevo (7,25%) e Collebeato (6,46%). (t.b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA La distribuzione dei voti Forza Italia primo partito Lega Nord primo partito Partito democratico primo partito A destra L’altra Europa Fratelli d’Italia fuori «Ci riscatta Invernici» Tsipras non scalda «Ma è un inizio» Fratelli d’Italia cresce rispetto alle politiche dello scorso anno ma resta sotto il 4% a livello nazionale e a Brescia non arriva nemmeno al 3%. Viviana Beccalossi, esponente di punta del movimento a Brescia e assessore in Regione, non nasconde l’amarezza per non avere raggiunto la soglia. «Siamo però soddisfatti per il notevole incremento di voti ottenuto rispetto alle politiche — afferma —. È comunque indiscutibile che il vero vincitore di queste elezioni sia Renzi». «Una vittoria — sottolinea — scandita da un leader giovane che ha saputo porre la sua personalità e il proprio carisma assolutamente prima del simbolo del suo partito, offrendo una speranza a un Paese sempre più stanco e in crisi». Una tendenza che Beccalossi intravede anche nel centrodestra, grazie a Giorgia Meloni o Matteo Salvini: «Giovani con storie diverse e con nuovi progetti dai quali dobbiamo ripartire per costruire un’alternativa credibile a Renzi e al Pd e che guardi al futuro nazionale e locale». A tal proposito, grande soddisfazione Viviana Beccalossi la esprime per il risultato ottenuto da Diego Invernici, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, diventato sindaco a Pisogne «dopo vent’anni di centrosinistra». Thomas Bendinelli Che Brescia non fosse una roccaforte della sinistra lo si sapeva, ma il 2,81% ottenuto a livello provinciale è inferiore al dato lombardo (3,51%) e ancor più rispetto a quello nazionale, dove la lista «L’altra Europa con Tsipras» ha superato per un soffio la soglia del 4 percento. Per il resto le opinioni sull’importabilità del modello in chiave interna sono diverse. «A Brescia una percentuale bassa — afferma Luigi Lacquaniti, deputato di Sel —, ma non mi aspettavo nulla di diverso. Soddisfatto lo sono invece perché abbiamo superato lo sbarramento a livello nazionale». Per l’esponente di Sel il vincitore è Renzi e, a riguardo, osserva: «Con questo modello, che ci piaccia o meno, Sel dovrà comunque confrontarsi e credo che tra il mio partito e il Pd occorrerebbe una collaborazione diversa». Il modello Tsipras anche per la politica italiana? «L’abbiamo già fatto una volta, si chiamava Sinistra Arcobaleno, e non mi pare abbia funzionato». Moderatamente soddisfatto si dice Fiorenzo Bertocchi, segretario provinciale di Rifondazione: «Abbiamo riportato la sinistra italiana in Europa, un punto di partenza sul quale lavorare , avendo ben presenti la chiarezza dei contenuti e la collocazione politica, che deve essere alternativa al Pd». (t.b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Pd sopra il 40% ACQUISTO DIPINTI VALUTAZIONE GRATUITE Dipinti Antichi, dell’800 e ‘900 Dipinti Moderni e Contemporanei Importanti dipinti di ogni epoca Lino Giglio Iscritto al ruolo dei PERITI ed ESPERTI n° 12101 Albo Tribunale Milano D’ARCO Tel. 02. 29 40 31 46 - Cell 335. 63 79 151 - Via Carlo Pisacane 53 - Milano - [email protected] - www.antichitagiglio.it Codice cliente: 8673693
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