APPELLO DI BDI E CONFINDUSTRIA AI GOVERNI ITALIANO E TEDESCO IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO DI PRIMAVERA Berlino, 17 marzo 2014 Rafforzare la competitività industriale, la crescita e la creazione di posti di lavoro in Europa deve diventare la priorità dell’Unione europea. Nei prossimi cinque anni il 90% della crescita sarà creato fuori dall’UE. Quindi l’Unione europea deve fissare condizioni quadro economiche che non penalizzino le aziende private, ma permettano loro di essere coinvolte in catene del valore internazionali. La competitività industriale non è stata sin qui la priorità delle politiche europee. Invece di stabilire delle condizioni quadro favorevoli al settore, la Commissione europea e il legislatore UE hanno aumentato gli oneri burocratici e l’incertezza, e in tal modo hanno scoraggiato gli investimenti privati in Europa. La deindustrializzazione è diventata un trend nella maggior parte dei Paesi Membri; tale tendenza deve essere ribaltata al fine di assicurare prosperità e convergenza in Europa. L’industria manifatturiera è in prima linea nel contribuire alla ricerca e all’innovazione e pertanto all’intera produttività. Attraverso il suo ruolo di hub nelle catene di creazione di valore, essa ha considerevoli effetti a cascata sul settore dei servizi. Risolvere le sfide delle nostre società come il cambiamento demografico, l’inquinamento o il deficit infrastrutturale e di urbanizzazione dipende in maniera cruciale dalla tecnologia della manifattura; Al fine di contrastare il fardello dell’elevato indebitamento pubblico e creare nuovi posti di lavoro, è necessaria un’azione più determinata e finalizzata alla creazione di una crescita trainata dall’industria. Con l’adozione della Comunicazione “Per un Rinascimento Industriale Europeo” del 22 gennaio 2014, la Commissione ha giustamente riconosciuto l’importanza di un’industria forte e competitiva al fine di assicurare la crescita e l’uscita dalla crisi economica. La Commissione ha anche riconosciuto la necessità che tutte le politiche dell’UE che hanno un impatto diretto e indiretto sulla competitività debbano essere coordinate adeguatamente e da vicino per sostenere i bisogni dell’industria europea. Un segnale politico molto importante è rappresentato dall’ambizione della Commissione europea di re-industrializzare l’Europa e aumentare la contribuzione dell’industria al PIL dell’UE portandola al 20% entro il 2020. Il Consiglio europeo del 20 e 21 marzo si concentrerà sugli elementi necessari ad alimentare una più forte competitività industriale europea. Si prevede che il Consiglio conduca un primo dibattito politico sul quadro per l’energia e il clima per il periodo 2020-2030. Esortiamo il Governo tedesco e quello italiano a fare il massimo per sollecitare il Consiglio europeo a: I. Sostenere l’obiettivo di incrementare la contribuzione dell’industria al 20% del PIL dell’UE entro il 2020. Questo richiede una nuova governance industriale europea che sia capace di dare una chiara priorità alla competitività e di porla al centro di tutte politiche. Meccanismi appropriati dovrebbero essere identificati al fine di assicurare un vero coordinamento e una vera sincronizzazione di tutte le politiche UE, per intervenire ogni qual volta sia coinvolta la competitività industriale. All’interno di questo nuovo quadro, la Commissione europea dovrebbe porre in essere strutture di lavoro efficaci al fine di rafforzare le catene di valore industriali. Il ruolo del Consiglio Competitività dovrebbe essere rafforzato al fine di diventare il guardiano della competitività europea. II. Invitare la Commissione europea ad assicurare una più trasparente e consistente applicazione delle valutazioni d’impatto sulla competitività industriale (competitiveness proof) al fine di evitare inutili oneri regolamentari. La trasparenza del processo legislativo e il coinvolgimento degli stakeholder deve essere migliorata. A tal fine, quando la Commissione decide di fare una proposta legislativa che possa avere un impatto negativo sulla competitività, essa dovrebbe dare, prima della presentazione della proposta, spiegazioni e chiarimenti. Le valutazioni dovrebbero essere aggiornate nel caso in cui il legislatore introduca emendamenti particolarmente onerosi. La Commissione dovrebbe fornire, inoltre, un rapporto annuale sull’implementazione dell’esame di competitività, e il Consiglio Competitività dovrebbe essere responsabile nel dare seguito a questo rapporto. III. Invitare la Commissione a rafforzare i propri sforzi al fine di ottimizzare e valutare criticamente la legislazione esistente (programma REFIT) in quei settori che possono creare svantaggi competitivi dovuti a un’eccessiva regolamentazione. Ciò che manca ancora, dunque, sono delle proposte nuove e concrete che riducano gli oneri burocratici per le imprese. Le nuove proposte legislative dovranno effettivamente ridurre i costi e gli oneri per le imprese. Il Parlamento europeo e il Consiglio dovrebbero pertanto concordare l’introduzione di una procedura prioritaria per assicurare che le proposte di riduzione degli oneri siano approvate velocemente senza aggiungere nuovi obblighi attraverso emendamenti. IV. Porre la competitività industriale al centro del nuovo pacchetto dell’energia e clima 2030. Sebbene l’attuale Comunicazione “Un quadro politico per il clima e l’energia per il periodo 2020-2030” sia stata migliorata e indirizzata verso un approccio più olistico, tutti e tre i pilastri della politica energetica – sostenibilità, competitività e sicurezza degli approvvigionamenti energetici - dovranno essere presi in considerazione. Il pacchetto non contiene ancora obiettivi chiari e misurabili sui prezzi dell’energia e sulla competitività. Per quanto riguarda gli obiettivi della sostenibilità, il nuovo quadro di riferimento dovrebbe essere basato su un singolo obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra. In questo modo potrà promuovere energie rinnovabili ed efficienza energetica nella maniera più vantaggiosa dal punto di vista dei costi. L’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra dovrebbe essere proporzionato all’esito dei negoziati della Conferenza sul Cambiamento Climatico di Parigi del 2015. Il sistema ETS deve restare un meccanismo di mercato e non deve essere esposto a misure regolamentari che abbiano effetti di distorsione sulla sua natura. Un sistema ETS post-2020 migliorato strutturalmente necessita di essere incorporato in una strategia coerente e attendibile sul lungo periodo per una politica industriale, energetica e climatica dell’UE. Un miglior supporto sul carbon leakage dovrebbe essere assicurato per il periodo post-2020, assieme a misure compensative per costi diretti e indiretti. Dovranno, inoltre, essere incoraggiati gli investimenti nei progetti di transizione a bassa emissione di carbonio. Devono essere introdotte misure concrete al fine di ridurre il gap sui prezzi dell’energia verso i nostri competitori esterni. Il Terzo Pacchetto Energia deve essere implementato più vigorosamente in tutti i Paesi Membri al fine di combattere gli alti costi energetici. Ci si deve principalmente focalizzare sull’implementazione di un mercato interno dell’energia entro il 2014. Le strategie nazionali sull’energia devono essere coordinate più da vicino, includendo l’espansione delle rinnovabili che dovrebbero diventare più redditizie da un punto di vista dei costi. L’espansione dell’infrastruttura energetica deve essere accelerata e meglio coordinata fra i Paesi Membri, includendo investimenti negli interconnettori transfrontalieri. V. Affrontare il deficit d’innovazione europeo. A tal fine un forte e affidabile sistema di proprietà intellettuale deve essere preservato e rafforzato. Rafforzare la competizione rappresenta il miglior volano per l’innovazione. Inoltre, è necessario un sostegno pubblico per promuovere attività ad alto potenziale di mercato. Il Programma Horizon 2020 dovrebbe essere progettato in modo favorevole alle imprese. Inoltre, il “Fast Track to Innovation” Open Call Pilot dovrebbe essere implementato in maniera appropriata come uno strumento fondamentale per tradurre nuove idee innovative in prodotti con un sensibile impatto sul mercato. Gli incentivi per la cooperazione tra aziende e istituti di ricerca in sistemi di reti, dovrebbero essere migliorati al fine di facilitare l’introduzione dell’innovazione sul mercato. Un’Area della Ricerca Europea dovrebbe essere istituita entro il 2014 al fine di alimentare una cooperazione transfrontaliera fra aziende e istituti di ricerca. L’applicazione del principio di precauzione dovrebbe essere basata su solide valutazioni scientifiche. VI. Sostenere l’ambiziosa agenda della Commissione per il libero commercio. In particolare i leader europei insieme alle loro controparti statunitensi dovrebbero assicurare che il lavoro sull’Alleanza Transatlantica per il Commercio e gli Investimenti (TTIP) sia sostanzialmente intensificato. Oltre all’accesso di mercato per merci, servizi, investimenti e appalti pubblici, è necessario ottenere un rapido e coraggioso progresso nella cooperazione sulla regolamentazione transatlantica, con la quale incrementare le prospettive dell’UE per la crescita e per la creazione di posti di lavoro. Inoltre, gli Stati membri del WTO dovrebbero implementare completamente le norme del Trade Facilitation Agreement come emerse dalla nona conferenza ministeriale di Bali. Fermamente convinti del valore di una stretta collaborazione e dello sviluppo di strategie comuni, BDI e Confindustria rimangono impegnate a fornire qualsiasi ulteriore input che possa aiutare a raggiungere tali obiettivi, e continueranno a lavorare con BusinessEurope, la nostra organizzazione di imprese a livello UE, per fornire un continuo sostegno da parte dell’intera comunità delle imprese. Ulrich Grillo, Giorgio Squinzi, Presidente, Presidente, BDI Confindustria
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