The first plant for the production of biomonomers result of the conversion of petrochemical complex in Porto Torres to green chemistry is in the commissioning phase it will be officially opened on June 11. Monday, 19 May 2014 The unit, the first of three planned from the first tranche of plan of conversion of chemical plant Sardinian, will produce monomers, intermediates and esters for the synthesis of biobased bioplastics, in particular the Novamont's Mater-Bi of third generation (the fourth generation will also the use the bioBDO produced together with Genomatica to Adria). Porto Torres pronta a (ri)partire Venerdì 16 Maggio 2014 L’annuncio è stato dato a sorpresa mercoledì scorso in occasione del convegno sul cluster Spring dall’AD di Versalis e presidente di Matrìca, Daniele Ferrari: il primo impianto per la produzione di biomonomeri frutto della riconversione del polo petrolchimico di Porto Torres alla chimica verde è in fase di commissioning è sarà inaugurato ufficialmente il prossimo 11 giugno. L’unità, la prima delle tre prevista dalla prima tranche del piano di riconversione del polo chimico sardo, produrrà monomeri, intermedi ed esteri biobased per la sintesi di bioplastiche, in particolare del Mater-Bi di terza generazione di Novamont (la quarta generazione vedrà l’impiego anche di bioBDO prodotto insieme con Genomatica ad Adria). Quello in fase di avvio a Porto Torres sarà anche il primo impianto al mondo ad impiegare la tecnologia di scissione ossidativa a basso impatto ambientale messa a punto dal gruppo novarese. La capacità produttiva dovrebbe attestarsi introno alle 32mila tonnellate annue. A Porto Torres si produrrà acido azelaico, appartenente alla famiglia degli acidi dicarbossilici, che oltre ad entrare nella formulazione del Mater-Bi è una base per plastificanti speciali, esteri ad alta viscosità e basso punto di scorrimento per il settore della lubrificazione, e un ingrediente per l’industria cosmetica e farmaceutica. Nel corso di quest’anno dovrebbero entrare in funzione a Porto Torres anche gli altri due impianti di Matrìca, rispettivamente per la produzione di additivi per polimeri ed esterificazione. Completate e messe in marcia le tre unità, verranno prodotti a Porto Torres acido azelaico, una miscela meno pregiata di acido palmitico e stearico, acido perlagonico ed esteri C5 e C9 (con relative glicerine). “Dalle linee di esterificazione - ha sottolineato l’AD di Matrìca, Catia Bastioli - usciranno anche una serie di nuovi prodotti che abbiamo già sperimentato come plastificanti a basso impatto ambientale, additivi per polimeri, pneumatici e gomme non SBR, basi per lubrificanti, ingredienti biobased per la cura della persona e la cosmesi". Per completare il primo impianto, la joint-venture tra Versalis e Matrìca ha investito 180 milioni di euro (sui 500 milioni previsti per la completa riconversione di Porto Torres): ci sono voluti 22 mesi ma - come ha ricordato Daniele Ferrari - sei si sono persi aspettando le autorizzazioni e due per le ispezioni; togliendoli dal computo, il tempo di costruzione può considerarsi “a livello asiatico”. “Quando sarà completato, il polo della chimica verde di Porto Torres arriverà a produrre circa 350.000 tonnellate di biochemicals, ma sarà soprattutto una piattaforma tecnologica innovativa, integrata nel territorio e supportata da un centro di ricerca e impianti pilota all’avanguardia”. © Polimerica - Riproduzione riservata Quattro progetti per Spring Venerdì 16 Maggio 2014 Un ponte tra ricerca pubblica e privata, tra industria e istituzioni, tra grandi e piccole aziende, tra l’Italia e l’Europa con al centro la chimica da biomasse; un ponte che vuole superare ostacoli e abissi per spianare la strada verso la bioeconomia, uno dei pilastri delle politiche comunitarie. Si può sintetizzare così l’obiettivo del cluster Spring, uno degli otto voluti dal Miur, fondato l’anno scorso da Biochemtex, Versalis, Novamont e Federchimica, ma che conta già 130 adesioni, tra aziende (45%), centri di ricerca (29%), enti locali (7%) e associazioni (19%). Il debutto ufficiale è avvenuto mercoledì scorso a Milano, in un seminario che ha attirato in Federchimica più partecipanti del previsto, tanto da costringere gli organizzatori ad allestire in fretta e furia una seconda sala. SPRING, acronimo di Sustainable Processes and Resources for Innovation and National Growth, parte con quattro progetti di ricerca da completare nei prossimi tre anni, ma l’ambizione è un’altra: creare una stabile piattaforma di raccordo e sinergia tra le diverse anime della chimica verde, una filiera complessa e articolata che parte dall’agricoltura e finisce nei mille rivoli dell’industria italiana, dove i biochemicals possono trovare applicazioni in sostituzione dei prodotti chimici tradizionali. Con uno sguardo all’Europa, punto di riferimento non solo regolamentare e normativo, ma anche - e soprattutto - finanziario, per la disponibilità di fondi pubblici dedicati alla ricerca e formazione, sempre più difficili da reperire nel nostro paese. L’Italia, nel contesto della chimica verde, può vantare una leadership europea. Non solo per ciò che è già stato realizzato in termini di impianti pilota e capacità produttive, con quattro progetti flagship già avviati; pesa anche, a favore del nostro paese, la mole di investimenti privati già stanziati: solo l’intervento a Porto Torres vale 500 milioni di euro e porterà alla creazione del più grande polo della chimica verde a livello europeo, con l’avvio del primo impianto proprio in questi giorni . Nell’ambito del cluster Spring, Novamont propone due progetti di ricerca: BIO3G per lo sviluppo di una bioraffineria di terza generazione integrata nel territorio e Rebiochem, che si pone invece l’obiettivo di realizzare un impianto pilota per la sintesi di prodotti chimici, soprattutto bioplastiche a base di 1,4 BDO, partendo da biomasse di seconda generazione; partecipano al secondo progetto, oltre a Novamont, anche Treofan e Meraklon. Rilevante è anche l’aspetto legato alla formazione: Novamont sta selezionando in questi giorni i venti ricercatori borsisti che supporteranno le attività R&D dei due progetti di ricerca. Il terzo progetto di ricerca Spring vede protagonista Versalis: si chiama ALBE (ALternative Biomasses for Elastomers) ed è rivolto allo sviluppo di nuovi materiali (elastomeri e gomma naturale) più sostenibili, destinati in gran parte al segmento dei penumatici verdi. I filoni di ricerca riguardano la sintesi di biobutadiene, dove Versalis sta collaborando con Genomatica, lo sviluppo nuovi oli estensori e additivi (con Matrìca a Porto Torres), nonché l’mpiego di gomme naturali ottenute da guayule; tra i partner del progetto anche il produttore di pneumatici Marangoni. L’ultimo progetto, coordinato da Biochemtex (gruppo M&G) e dal Politecnico di Torino, si chiama LIDIA: l’obiettivo, in questo caso, è lo sviluppo di tecnologie di seconda generazione per la conversione di zuccheri in acidi dicarbossilici, bulding block di origine rinnovabile per la sintesi di polimeri e altri prodotti chimici. BIT3G studia la bioraffineria 3.0 Giovedì 20 Marzo 2014 Prima riunione ieri a Novara, nella sede di Novamont, per l’avvio del progetto triennale di ricerca BIT3G finanziato dal MIUR nell’ambito del Cluster Tecnologico Nazionale della Chimica Verde Spring, fondato da Novamont, Versalis, Biochemtex e Federchimica. L’obiettivo del progetto - spiegano i promotori - è sviluppare una bioraffineria di terza generazione integrata nel territorio che, partendo dall’identificazione e dallo studio di aridocolture non in competizione con il settore food e nel pieno rispetto della biodiversità locale, metta a punto processi tecnologici a basso impatto ambientale per ottenere, attraverso un approccio a cascata nell’uso della biomassa, prodotti ad alto valore aggiunto, quali biochemicals e bioprodotti. BIT3G è uno dei quattro progetti di R&S compresi nel Piano di sviluppo strategico di Spring approvato dal MIUR. Coordinato da Novamont, il progetto coinvolge altri sette partner: Enea, Agrinewtech, CNR, Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), Filarete Servizi, Matrìca e l’Università degli Studi di Perugia. “Una forte collaborazione multidisciplinare è fondamentale affinché le bioraffinerie di terza generazione si affermino come nuovo modello di sviluppo sistemico basato sull’utilizzo efficiente delle risorse, su innovazioni all’avanguardia e a basso impatto, sulla ricerca e sulla sostenibilità, con l’obiettivo di favorire la crescita dei territori all’insegna della sostenibilità ambientale e di creare una massa critica e una posizione di leadership del nostro Paese nel settore della bioeconomia - sottolinea Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont -. Il pieno avvio delle attività del Cluster costituisce un’occasione unica per consolidare la collaborazione tra mondo industriale e della ricerca nella progettazione e nello sviluppo di bioraffinerie integrate e di prodotti da fonti rinnovabili, attraverso progetti di R&S il cui livello di innovazione è evidente anche nelle modalità con cui il MIUR li ha inizialmente promossi e poi selezionati”. Il Cluster Spring (Sustainable Processes and Resources for Innovation and National Growth) sarà presentato ufficialmente il prossimo 14 maggio 2014 a Milano. Raggruppa oltre cento soggetti provenienti da tutto il territorio nazionale, tra cui grandi player industriali, PMI, associazioni, università, centri di ricerca, fondazioni e poli di innovazione regionale. La costituzione e sviluppo di otto Cluster Tecnologici Nazionali è stata promossa nel 2012 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nell’ottica di identificare delle realtà - aggregazioni organizzate di imprese, università, istituzioni pubbliche o private di ricerca e soggetti attivi nel campo dell'innovazione, presenti in diversi ambiti territoriali - che potessero agire da propulsori della crescita economica sostenibile dei territori e dell’intero sistema economico nazionale. © Polimerica - Riproduzione riservata
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