n. 11 del 16 marzo 2014

IL GRANELLO
di senape
di mons. Alberto Ablondi
Via del Seminario, 61
57122 Livorno
tel. e fax
0586/210217
[email protected]
Notiziario locale
Direttore responsabile
Andrea Fagioli
Coordinatore diocesano
Nicola Sangiacomo
ell’esempio di Gesù c’è il prezioso insegnamento per questo
N
amore universale verso il mondo che inizia però dall’amore per
il proprio territorio. Gesù ha pianto per la sua città e sulla croce, per
la salvezza del mondo, ha portato i suoi piedi sporchi della terra di
Gerusalemme. Dovremmo far comprendere ai ragazzi, così facilmente incantati da un facile amore universale, questo stile di amore
universale di Gesù, che parte dal particolare e dall’immediato. Così i
ragazzi impareranno allora che l’amore per il Terzo mondo inizia
dall’amore e dal servizio alla "nonna" e che la partecipazione alla
sofferenza di tutti gli uomini parte dall’impegno nel proprio territorio.
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
16 marzo 2014
Carità «à la carte»?
(Relazione sulla Pastorale catechistica dei ragazzi 1982)
LINEA
di Pensiero
di Luca Lischi
Astinenza
e digiuno
onvertirsi. Abbiamo la possibilità
C
in questi quaranta giorni di
preparazione alla Pasqua di
meditare,di fare silenzio, di condurre
una vita più sobria e di ricercare un
maggiore rigore interiore. I tempi
della crisi e il troppo vociare dell’era
tecnologica ci offrono l’occasione
per abbellire "la nostra casa" di
modestia e di umiltà e di ripensare e
rigenerare i nostri stili di vita.
L’ astinenza, il digiuno (non solo dai
cibi) e la penitenza siano per
ognuno compagni salutari nel
cammino quotidiano. Saranno un
balsamo per aiutarci ad irradiare le
nostre vite con la luce della giustizia.
Con la speranza di portare energie
nuove nei nostri paesi e nelle nostre
città.
Il Convegno diocesano Catechesi
e Caritas del 29 marzo in via Donnini.
Un invito a tutti gli operatori pastorali che si occupano
di carità, catechesi, giovani e famiglia
eggendo le Scritture
risulta peraltro chiaro
che la proposta del
Vangelo non consiste
solo in una relazione
personale con Dio. E neppure
la nostra risposta di amore
dovrebbe intendersi come
una mera somma di piccoli
gesti personali nei confronti
di qualche individuo
bisognoso, il che potrebbe
costituire una sorta di "carità
à la carte", una serie di azioni
tendenti solo a
tranquillizzare la propria
coscienza».(E.G. 180).
«
L
Queste parole di Papa
Francesco sono il leitmotiv
del Convegno Diocesano
Catechistico che vede
l’unione con la Caritas
Diocesana, per un unico
Congegno che si volgerà il 29
marzo nel nuovo centro di
via Donnini.
Questa attenzione alla Carità
non fatta di piccoli gesti
individuali, come ci invita
papa Francesco, è una parte
integrante dell’atto
catechistico, infatti non si ha
annuncio del Vangelo se
questo non si realizza nella
pratica, ma soprattutto se
non si vive la Carità come
fondamento della catechesi,
addirittura potrei dire
dell’intera azione pastorale
della Chiesa.
Questa idea era una delle
attenzioni dell’Ufficio
Catechistico, che infatti
propose lo scorso anno la gita
del 25 aprile a Cortona,
proprio per iniziare un
percorso di riflessione su
Catechesi e Carità, visto che
la diocesi che ci ospitava
aveva elaborato un progetto,
che vedeva la collaborazione
tra Catechesi e Caritas
diocesane.
Ecco che quest’anno il
Convegno Diocesano giunge
alla sua seconda tappa, visto
che la prima è stata
caratterizzata dall’incontro
con Mons. Bregantini
avvenuto il 18 dicembre
presso le "Sorgenti della
Carità" di via Donnini.
Il Convegno Catechesi e
Carità, vedrà la presenza di
Don Salvatore Soreca,
Al Santuario
di Montenero
24 ORE PER IL SIGNORE
DALLE 17 DEL 28 ALLE 16 DEL 29 MARZO
ADORAZIONE EUCARISTICA CONTINUA
E CONFESSIONI
a Nuova Evangelizzazione ha tra i suoi
Lsacramento
compiti quello di rendere più centrale il
della Penitenza. Per questo
motivo, ci proponiamo di valutare al
massimo il tempo della Quaresima come
momento particolarmente adatto per vivere
l’esperienza di evangelizzazione alla luce
del sacramento della Penitenza. È nata così
la proposta «24 ore per il Signore».
A partire dalle ore 17 di venerdì 28 marzo,
per ventiquattro ore, si chiede che almeno
una chiesa in ogni diocesi possa rimanere
aperta per consentire a quanti lo desiderano
di accostarsi al sacramento della penitenza,
auspicabilmente in un contesto di
adorazione eucaristica. L’iniziativa dovrebbe
essere pastoralmente preparata..Per questo
abbiamo pensato a un breve sussidio
pastorale che le Edizioni San Paolo
giovane catecheta, assistente
di studio dell’Ufficio
Catechistico Nazionale, che
aiuterà a riflettere sul
rapporto Catechesi e Carità,
non una catechesi che fa
piccoli gesti di carità, ma che
ha alla base la Carità. La sua
relazione darà l’avvio a dei
gruppi di lavoro che
dovranno elaborare delle
proposte perché questo tema
si realizzi nelle nostre
parrocchie, attraverso la
collaborazione dei catechisti
con le caritas parrocchiali.
Questo convegno quindi,
pone un altro tassello al lento
rinnovamento proposto dal
vescovo Simone, cioè la
pedagogia del "fare
consapevole", che aiuta il
ragazzo a comprendere, che
essere cristiani non è solo una
dottrina, ma, potremmo dire,
"uno sporcarsi le mani" che
fa incontrare Cristo in modo
concreto. Da qui allora, la
proposta di quest’anno di
fare un unico convegno in
Quaresima, che veda uniti la
Caritas con l’Ufficio
Catechistico. Ma a questo
proporranno sia direttamente ai parroci
interessati sia in abbinamento ad alcune
loro riviste.
A Roma, l’iniziativa sarà presieduta da Papa
Francesco con una celebrazione
penitenziale nella Basilica di San Pietro.
Conclusa questa celebrazione, le
confessioni proseguiranno in alcune chiese
del centro storico che rimarranno aperte per
accogliere quanti desiderano incontrare il
Signore e fare esperienza della sua
misericordia. La celebrazione, unita
all’adorazione eucaristica, continuerà fino
alle ore 16,00 di sabato 29 marzo per
concludersi alle ore 17,00, con la
celebrazione dei Primi Vespri della
Dominica in Laetare nella Chiesa di Santo
Spirito in Sassia, santuario romano della
Divina Misericordia.
La proposta è rivolta alla Chiesa intera con
l’intento di poter creare una felice
tradizione, che annualmente troverà
riscontro nella IV Domenica di Quaresima.
Secondo le indicazioni
del Pontificio Consiglio
per la Promozione
della nuova evangelizzazione
appuntamento sono invitati a
partecipare non solo
operatori Caritas e i catechisti
della formazione cristiana,
ma tutti coloro che si
occupano di catechesi da
quelli degli 0-6 anni, alla
catechesi familiare, dei
fidanzati e degli adolescenti,
giovani e adulti.
Un convegno ambizioso,
forse sì! Ma vogliamo crederci
e vogliamo continuare a
camminare insieme per far sì
che la nostre parrocchie siano
sempre di più animate
dall’azione testimoniante di
Cristo Amore.
Riepilogando: SABATO 29
MARZO ALLE ORE 16.00
presso le "SORGENTI DELLA
CARITÁ" di Via Donnini 165.
Ma non finisce qui… infatti il
terzo appuntamento sarà la
Gita del 25 aprile a S.
Antimo.
don Fabio Menicagli
II
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
16 marzo 2014
L’anniversario
della morte di
don Luigi Giussani
È questa
la società
che vogliamo?
del IX anniversario della morte
Ideldeln occasione
Servo di Dio don Luigi Giussani e XXXII
riconoscimento pontificio della Fraternità, si
è tenuta presso la chiesa di S. Giulia, la Messa
presieduta da monsignor S. Giusti. La
comunità di CL si ritrova, inoltre, per la
ricorrenza dei 60 anni della nascita del
movimento; 60 anni da quell’iniziale “salire le
scale del liceo Berchet”, così come ce lo
racconta nel suo libro dedicato alla Vita di don
Giussani A. Savorana, di cui il 14 Marzo sarà
presentato nella nostra città. Nella fedeltà al
carisma di don Giussani, - si legge
nell’intenzione - chiediamo a Dio la grazia di
una sana e bella inquietudine affinché,
seguendo papa Francesco, riconosciamo in ogni
circostanza della vita l’iniziativa di Dio che
sempre ci precede e ci attrae a Sé con il Suo
amore. E con Cristo presente andiamo incontro
a ogni uomo che Lo desidera e Lo cerca con
verità per rendere visibile l’essenziale.
Ma cos’è questo carisma? Introducendo la
celebrazione Mons. Giusti ha evidenziato come
don Giussani non abbia voluto fare niente di
nuovo, se non mettere al centro Cristo e
costruire la Chiesa attraverso la realtà:
incontrando degli studenti in treno, prima, e a
scuola, poi.
Nell’omelia – che prende avvio dal passo del
Vangelo di Matteo in cui Gesù manifesta ai
suoi discepoli quelle che sa essere le
prospettive della sua vicenda terrena e, di
fronte alle rimostranze di Pietro gli dice “Va’
dietro di me, Satana, perché non pensi secondo
Dio, ma secondo gli uomini” – il Vescovo ha
individuato nella difficoltà di seguire i disegni
di Dio anziché la mentalità del mondo “il
dramma di sempre”, che anche Don Giussani si
trovò ad affrontare nei momenti più difficili
della storia del movimento, riuscendo, tuttavia,
a tener sempre chiara la rotta – cioè tenendo
sempre al centro Cristo – così da evitare che il
suo impegno cadesse nel moralismo e
divenisse sterile. Occorre aver sempre chiara la
bussola: Cristo al centro. Il Vescovo delinea, poi,
un’immagine dell’attuale società capitalistica
occidentale (ma non tralascia riferimenti alla
corruzione e alla decadenza delle società
cinese e russa), come figlia di una cultura
centrata sull’appagamento dei desideri, egoista
ed individualista, in cui si vende la coscienza in
cambio del potere e del denaro e in cui si fa
sempre più pressante la costruzione di uno
Stato etico, ideologico e intollerante.
Attribuisce la causa di questa crisi morale al
fatto che si è cercato di emarginare la religione
dalla società, un principio di bene – quindi Dio
stesso – dal cuore delle persone che, smarrita
la bussola, non sanno più cos’è bene e cos’è
male. Basti pensare che in Belgio hanno
dovuto inventare il consenso dei bambini per
l’eutanasia, perché altrimenti sarebbe stata
una legge contraria alla Carta Europea. Un
bambino non chiede di essere ucciso, ma
chiede ai suoi genitori di stargli vicino, di
aiutarlo a guarire.
Ma è questa la società che vogliamo? Si è poi
chiesto il Vescovo. Giussani ci insegna come
un’esperienza spirituale forte e radicata in
Cristo ci impedisce di lasciarci abbagliare
dall’ideologia. Una delle frasi di Don Giussani:
“In casa mia c’era poco pane, ma tanta
musica”: un’educazione al bello. Dobbiamo
costruire qualcosa di grande, avere il coraggio
di pensare a una società diversa dalla presente.
Certamente non siamo dei conservatori per il
conservatorismo, ma non a patto di
trasformare i valori fondanti in una semplice
lotta di potere. Cristo al Centro. Nella misura in
cui Cristo è al centro vi potrà essere una
profonda liberazione, nostra e della società
tutta.
a cura di Andrea Capaccioli
VENERDÌ 14 MARZO ALLE 21.00
PRESSO IL MEETING & CONFERENCE
CENTRE PANCALDI ITALIA EVENTI,
PRESENTAZIONE DEL LIBRO “VITA DI
DON GIUSSANI”
La parola alle... CARITAS PARROCCHIALI
«Vogliamo togliere
il tempo alla solitudine»
Nella Parrocchia
della Madonna i
volontari del Centro
d’ascolto operano per
offrire un sostegno
concreto a molte
persone provenienti
da situazioni
di disagio.
Tra cui molti anziani
soli e poveri
DI FABIO FIGARA
pesso
abbandonati
dai figli;
oppure
costretti ad
ospitarli
nuovamente con
loro, dopo che
hanno perso il
lavoro. E a
mantenerli, pur
sapendo di non
poterci riuscire. O
magari soli, forse
malati, circondati
da solitudine e
indifferenza. Un
effetto della crisi
economica, sicuramente, ma
anche di una cultura che porta a
vedere gli anziani solo come un
peso. Realtà che non possono
più essere ignorate né tollerate. I
parrocchiani della chiesa della
Madonna hanno pensato di
affrontare tale situazione
offrendo una serie di servizi
rivolti proprio a loro.
«Abbiamo cominciato nel 2011,
organizzando un incontro al
mese con gli anziani che
abitano la nostra Parrocchia spiega don Placido Benivetto,
parroco della Madonna - ad
oggi, nonostante le attuali
difficoltà economiche, grazie ai
numerosi volontari che si
adoperano per portare avanti un
servizio di questo tipo,
riusciamo a sfamare, in media,
almeno 25 persone per 12 volte
S
al mese, tre volte ogni
settimana, proponendo un
ulteriore incontro, seguito da S.
Messa, a cui possono
partecipare anche i loro parenti»
Spesso bussano alla porta del
centro di Via delle Galere,
adiacente alla chiesa, anche
molti utenti provenienti dal
quartiere Venezia.
«Queste persone, comprese in
una fascia di età tra i 65 e i 99
anni, soffrono anzitutto di
solitudine: abbandonate
completamente a loro stesse,
cercano un dialogo, un
confronto, qualcuno con cui
confidarsi, e qualche attività per
trascorrere serenamente le
giornate. Ecco, vorremmo
proprio aiutarli a “togliere il
tempo alla solitudine”. E molti
di loro, avendo una pensione
piuttosto
bassa, sono
entrati pure
nella soglia
di povertà».
Ad
affiancare la
Caritas della
Madonna in
questa
“opera di
sostegno agli
anziani
fragili”,
arrivano
aiuti anche
da molte
altre associazioni, tra cui
l’Ordine di Malta, il Cisom e
l’SVS, che non solo offrono
ulteriori volontari per i turni
della mensa (solo per questo
servizio è necessaria la presenza
di almeno 24 persone ed un
coordinatore per ogni mattina),
ma si occupano anche di
organizzare varie occasioni di
intrattenimento e momenti di
attività fisica assistita.
A causa dei tagli voluti
dall’Europa su alcuni fondi,
molti dei quali utilizzati per il
finanziamento di attività
solidali, il Banco Alimentare
non riesce più ad erogare le
medesime quantità di viveri
degli anni precedenti, causando
delle difficoltà notevoli nel
reperimento di risorse.
Fortunatamente, oltre che dalle
raccolte monetarie devolute dai
parrocchiani, il Centro
usufruisce di un contributo da
parte della CET, la Conferenza
Episcopale della Toscana.
«Attualmente stiamo cercando
di educare i giovani a
comprendere loro quanto sia
importante l’aiuto del prossimo
in difficoltà, e, di riflesso,
sensibilizzare le loro famiglie continua don Salvatore - da
settembre abbiamo chiesto a
tutti i bambini del catechismo
di portare un prodotto
alimentare, una volta al mese,
da destinare alla Caritas»
Ma non solo mensa per anziani:
all’interno del Chiostro della
Madonna è attivo il Centro
d’ascolto ogni 1° e 3° lunedì
del mese, dalle 15.00 alle 17.30,
con distribuzione dei pacchi
alimentari. Purtroppo anche
altre realtà, seppur in numero
limitato, si affacciano ai locali
del Centro Caritas: ludopatici,
tossicodipendenti e alcolisti
(sempre più spesso Italiani)
chiedono aiuto o assistenza per
risolvere i propri problemi.
Fortunatamente anche grazie ad
un’ottima collaborazione con la
Caritas diocesana, il Centro
d’ascolto della Madonna riesce
ad arginare molte di queste
situazioni, dimostrando quanto
sia importante il mantenimento
di una “Rete per la Carità” nella
nostra città.
PRIMA FESTA DIOCESANA DEI BEATI FRANCESCO E GIACINTA MARTO
Un cuore per Gesù
ella parrocchia di N.S di Fatima, sede
N
diocesana del Movimento del Messaggio di Fatima, si è svolta la prima festa
in onore dei Pastorelli di Fatima: i Beati
Francesco e Giacinta Marto.
I Beati Francesco e Giacinta, beatificati il
13 maggio del 2000 da Giovanni Paolo
II, sono due figure molto importanti da
fare conoscere ai bambini, ma anche ai
grandi; i due pastorelli, infatti, insieme
alla cugina Lucia, videro per tre volte un
angelo e, da maggio a ottobre del 1917, il
giorno 13 , apparve loro la Madonna che
li esortava a pregare e offrire sacrifici per
riparare i peccati, ottenere la conversione
dei peccatori e la pace del mondo.
Infiammati d’amore per il Signore e per
le anime, ebbero una sola aspirazione:
pregare e soffrire, secondo l’invito dell’Angelo della Pace e della Madonna.
Arrivati molti bambini e ragazzi dalle varie parrocchie della diocesi , accompagnati dai genitori e da alcune catechiste,
la festa ha avuto inizio alle 15, animata
da don Rosario Esposito, con una processione iniziata nei giardini della parrocchia fino alla chiesa, dove due ragazzi
hanno portato le due statue dei pastorelli
fino all’altare, e tutti hanno offerto un
fiore bianco deponendolo ai piedi del
quadro del Cuore Immacolato di Maria.
Molto bello e coinvolgente, anche per i
grandi, il momento di preghiera dove
ogni bambino ha scritto una preghierina
a Gesù per intercessione dei pastorelli,
inoltre la scritta sul cartoncino a forma
di cuore del proprio nome offerto alla
Madonna, che a luglio depositeremo a
Fatima nella Cappellina delle Apparizioni, con la recita dell’Atto di Consacrazione.
Interessante anche il cartone animato sulla storia dei pastorelli e sulle apparizioni
di N.S. di Fatima piaciuto molto anche ai
genitori e alle catechiste.
Nel finale i bambini si sono divertiti tantissimo con il lancio dei palloncini ai
quali avevano spillato la preghiera personale scritta precedentemente.
Alessandra e Silvia M.M.F.
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
16 marzo 2014
III
Enrico Meschini ci
racconta il suo “caffè”
NEL MONDO
della Musica
Tutto il mondo
in un chicco
Una chitarra per amica
È possibile fare della propria
passione un lavoro? Greta Merli,
giovane musicista livornese
c’è riuscita e ci racconta come ha
realizzato il suo sogno
DI
GAETANO MASTRORILLI
reta Merli, nata e
vissuta a Livorno, classe
1983, mamma
livornese e papà
aretino. Un fratello pianista,
plurilaureato e insegnante nelle
scuole pubbliche e docente di
pianoforte.
G
Che ci fa con una chitarra a
tracolla?
«Ah, non me ne ero accorta…
Beh, ormai è un pezzo di me.
Passare tanto tempo insieme ci
consente di approfondire la
reciproca conoscenza».
Della musica ha fatto una
professione?
«Sì, e mi ritengo fortunata!
Insieme con alcuni colleghi ho
creato, e gestisco, una società
chiamata “Percorsi Musicali”,
un centro di musica
polifunzionale che organizza
corsi di musica (classica, jazz,
moderna, elettronica e per
l’infanzia), noleggia numerose
sale prova e ospita uno studio
di registrazione di alto livello
tecnico. Una professione, la
mia, fatta di tante sfumature
di colore: dall’insegnamento,
ai concerti, ai servizi al
pubblico, alle sessioni di
registrazione».
Esiste, dunque, l’equazione
lavoro = passione?
«Per me, esiste! Volgendo lo
sguardo al passato rivedo i
momenti d’incertezza tra la
scelta della professione
d’ingegnere o quella del
musicista… Credo di aver
scelto la strada giusta, quella
che mi ha condotto alla meta
più amata e alle cose che
meglio so fare!
In un momento così difficile
per l’occupazione, la scelta
migliore che un giovane possa
fare per il proprio futuro è
coltivare i propri sogni e
lottare perché si realizzino.
Proprio così, “lottare”. L’Italia
non è terreno fertile per i
giovani imprenditori che
devono letteralmente
"combattere" contro gli
ostacoli di un sistema sociale
imbrigliato nelle maglie della
burocrazia e aggravato da una
crisi strutturale senza
precedenti.
Spero davvero che i genitori
non ostacolino le passioni e le
inclinazioni di quei figli che
della musica vorrebbero farne
un lavoro o anche
semplicemente uno
straordinario strumento per
a leggenda narra che Livorno fu il primo porto
Ltrattaitaliano
in cui sbarcarono i chicchi di caffè. Ma non si
solo di mito se anche Paolo Castignoli, direttore
avvicinarsi all’arte. Io sono
stata fortunata: mia madre mi
ha sempre supportata nelle
mie scelte».
Qual è la sua formazione
musicale?
«Nasco come chitarrista
classica. Dopo aver conseguito
il diploma di solfeggio e il
compendio inferiore di
chitarra, ho affrontato lo
studio moderno dedicandomi
alla chitarra acustica, a quella
elettrica e all’armonia Jazz. Ho
iniziato a suonare in alcune
band pop-rock e formazioni
“unplugged” (che utilizzano
strumenti acustici, ndr).
La Musica è più ortodossia dei
postulati di teoria musicale o
più ricerca e sperimentazione?
«Io amo la ricerca e la
sperimentazione, ma quello
del suono è un mondo da
rispettare, da
coltivare e da ritrovare, giorno
dopo giorno. M’ispiro ai
grandi chitarristi, quelli che
riconosci dalla prima nota che
suonano: credo sia importante
e stimolante rivolgersi a chi la
musica l’ha costruita e, al
tempo stesso, trasformata.
Evviva la molteplicità delle
sonorità, la ricchezza degli
effetti prodotti dagli strumenti
elettronici, la varietà delle
chitarre, ma non
dimentichiamo che la Musica
prima di essere fuori, è nelle
mani, nella testa e nel cuore».
Come è cambiata la vita di un
musicista nell’era del Web 2.0?
«Sinceramente non credo che
internet abbia mutato il modo
di fare musica, né che sia
cambiato qualcosa per un
musicista. Peraltro i miei
studenti parlano e vivono in
un mondo assai lontano dal
mio ma, forse, rispetto al
tempo in cui io ero
studentessa, non è cambiato
poi molto, salvo il fatto che
oggi siamo costretti a perdere
tempo dietro ai “social”, alla
pubblicità e alle forme di
comunicazione di ogni tipo.
La musica, per fortuna, è fatta
di cose concrete: di mani, di
orecchie, di occhi, di persone
che cercano, che si fermano e
che ascoltano. La musica
scaricata, riprodotta dalle
cuffiette e vista su Youtube
non porta direttamente alla
sua conoscenza che invece si
persegue ascoltando gli artisti
dal vivo, studiandone e
discutendone le performance.
Tuttavia mi rendo conto che la
multimedialità rappresenta un
veicolo importante per la
diffusione del gusto musicale».
Dunque lei non riconosce alcun
valore aggiunto a internet,
soprattutto in relazione alla
possibilità di "creare pubblico"
per un artista?
«Io credo che i fans si creino
con il tempo e il sudore,
suonando dal vivo.
Indubbiamente il fatto che
essi possano seguirti sul web è
certamente un valore aggiunto
rispetto al passato, ma non si
costruisce un seguito di
pubblico dalla rete, se mai è
vero il contrario».
Plugged o unplugged?
«Unplugged? Forse… Il mio
primo grande amore è senza
dubbio la chitarra acustica,
sebbene io la concepisca in
una versione piuttosto
“contemporanea”. Infatti, mi
piace usare sulla chitarra oltre
a suoni "legnosi", propri dello
strumento, anche effetti di
delay (“eco”, ndr), il looper
(sistema elettronico a pedale
che permette di fare piccole
registrazioni dal vivo e
riascoltare immediatamente,
ndr) e di percussione sulla
cassa. Adoro suonare la
chitarra acustica, è un po’
come il blues, sangue e
passione: devi faticare per far
uscire la sua voce e darle il
tempo di crescere e maturare.
Quando la suoni con tanta
“presenza”, ti fanno male le
mani, le braccia. La senti, è
viva e allo stesso tempo sa
essere dolce e delicata,
seducente...
Oggi, però, con la mia nuova
band (le Missteryke) eseguo
brani inediti dal sapore hard
rock tutto italiano. Insomma,
ho imparato a fare amicizia
con la chitarre elettrica… »
… allora Plugged?
«Beh, diciamo che ho scoperto
di amare tutte e due!»
Quali sono i suoi prossimi
impegni?
«Portare avanti i progetti cui
tengo di più: Percorsi Musicali
(www.facebook.com/centrope
rcorsimusicali), il centro
polifunzionale di cui
accennavo sopra.
Naturalmente lavorare per i
due gruppi musicali di cui
faccio parte: le Honky Tonk
Girlz
(www.facebook.com/HonkyTo
nkGirlz), duo unplugged,
chitarra e voce, con cui suono
principalmente cover con
arrangiamenti originali e le
Missteryke
(www.facebook.com/pages/Mi
ssteryke), rock band per cui
sono chitarrista e autrice».
Ci indica tre priorità
irrinunciabili nella sua vita?
«L’amore per le persone.
L’amore per la musica e, in
particolare, per la chitarra.
Viaggiare… nella curiosità!»
Per finire, le pongo la stessa
domanda che rivolsi nel 1995 a
Gaetano Curreri degli Stadio.
Cos’è per lei un accordo di
settima?
«Forse è la “domanda” che
ogni musicista si pone ogni
giorno per diminuire la
distanza che lo separa dalla
perfezione assoluta della
musica, per avvicinarsi alla
meraviglia di quest’arte unica
e immensa. Ogni tanto
qualcuno ci riesce. Ecco che
dalla settima, stato di
sospensione e attesa, si passa a
uno stato di perfezione
assoluta: penso a Jeff Beck, a
Tommy Emmanuel, Jimi
Hendrix, a Stef Burns, a Eric
Clapton...»
dell’Archivio di stato per molti anni e conoscitore
attento delle origini del "labrone", sosteneva di aver
trovato un documento che dimostrasse come il caffè
fosse arrivato preda dell’assalto a una nave turca
messo in atto dalla Compagnia di Santo Stefano.
La storia non ci dice in quale modo quel primo carico
venne usato ma certo è che col tempo la città ha
imparato ad amare quel prodotto. Intorno a un buon
caffè conversavano artisti in Piazza Cavour, nello storico
caffè Bardi, punto di ritrovo di personaggi che hanno
dato lustro alla nostra città in campo artistico.
Ancora oggi il caffè è un piacere tanto che in una città
di piccole dimensioni come la nostra si contano più di
quattro grandi torrefazioni, senza scordarsi i piccoli
negozietti che ancora puntellano le strade del centro.
Oggi ne vogliamo conoscere una che non solo vanta
un’esportazione in tutto il mondo e un’ottima qualità,
ma che forse trova la sua particolarità anche nella
persona che ne è a capo.
Ornitologo in gioventù, Enrico Meschini rappresenta la
quarta "generazione Arcaffé", storico marchio made in
Livorno. "Mi sono laureato in scienze naturali e per dieci
anni ho seguito questa passione. Poi, a 35 anni, mi
sono dedicato all’azienda di famiglia, Arcaffé appunto,
fondata nel 1945, con un’esperienza nell’arte del caffè
iniziata già dal 1893".
Ma lui non era un imprenditore e cancellare una mente
scientifica non era facile. Forse proprio questo è stato
quello che lo ha portato a creare un’azienda sempre più
rinomata: "Ho trasmesso tutti quei valori e esperienze
che mi ero costruito con la mia vita fino a quel
momento, guardando all’azienda non con un occhio da
imprenditore ma basandomi anche in questo caso su un
approccio scientifico che era quello che conoscevo
meglio".
È così che oggi il signor Meschini è amministratore
unico Arcaffé Estero e Presidente de "Le Piantagioni di
caffè", l’altra torrefazione nata in Via Provinciale Pisana
dalle radici Arcaffé.
Sì, perché Arcaffé oggi ha una duplice identità: il caffè
che beviamo in Italia non proviene più dall’azienda del
signor Meschini, anche se mantiene il nome originario,
che si è dedicata solo al caffè di esportazione di
altissima qualità con contatti europei ma non solo. Le
Piantagioni di caffè ha deciso invece di mantenere
anche il territorio italiano.
L’etichetta su cui si legge "Livorno" arriva fino in
Russia, in Canada, ad Hong Kong e in Corea e supera il
Mar Mediterraneo fino a Israele. "Proprio lì abbiamo
trovato il nostro cliente migliore, tanto da decidere di
impiantare una torrefazione locale".
L’interno della struttura di Via Provinciale Pisana è
impregnata dell’aroma inconfondibile con una sala di
degustazione dove uno dei 12 dipendenti si dedica all’
assaggio del caffè tostato nella sala accanto.
"Il nostro è un prodotto monopiantagione per macchine
espresse da bar. Monopiantagione vuol dire qualità che
è quello su cui abbiamo voluto specializzarci". Per farlo,
negli anni ’90 Enrico Meschini iniziò a visitare le
piantagioni nei paesi produttori, El Salvador, Costa Rica
e Guatemala. "Era un investimento importante per una
piccola azienda, ma aveva un significato forte". Per
trovare qualità era necessario il contatto con chi quel
caffè lo toccava e lo sceglieva, per far capire loro i
problemi che ci potevano essere una volta arrivato al
consumatore."E’ così che ho fondato Caffè Speciali
Certificati, una associazione di 9 torrefazioni italiane la
cui missione è promuovere la cultura del caffè di qualità
attraverso la conoscenza diretta delle piantagioni di
provenienza. Conoscere il produttore fa sì che lui abbia
un occhio di riguardo nei tuoi confronti e come te punti
alla cosa più buona che possa produrre. Da questa
esperienza è nata un’imprenditorialità dal volto più
umano".
La linea Le Piantagioni di caffè vanta anche un
prodotto "Fair trade": "Abbiamo voluto insegnare
l’assaggio del caffè espresso così come viene fatto in
Europa per far capire come quaggiù viene interpretato
il gusto". Oggi Enrico Meschini grazie alla sua azienda è
stato nominato partner tecnico Slow Food per il caffè.
Tra tanti che se ne vanno, è bello scoprire che Livorno
nasconde ancora tanti piccoli o grandi imprenditori che
con coraggio hanno fatto della qualità la loro arma
contro la crisi.
Giulia Sarti
IV
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
16 marzo 2014
Agenda del VESCOVO
Diocesi
informa
VENERDÌ 14 MARZO
Nella mattina, udienze laici in vescovado
18.00 il Vescovo partecipa alla presentazione del libro "Vita di don Giussani" a
cura del Portico di Salomone al Meeting
& Conference Centre Pancaldi (ingresso
Bagni Pancaldi)
SABATO 15 MARZO
8.00 pellegrinaggio mensile diocesano a
Montenero a seguire S. Messa e rito dei
catecumeni
16.00 incontro con i bambini capitani
delle squadre partecipanti alla Junior
Tim Cup, il calcio degli oratori
DOMENICA 16 MARZO
Il Vescovo è a Verona per impegni pastorali
Elenco delle celebrazioni giubilari
in onore della B.M.V.
di Montenero in Diocesi
LUNEDÌ 17 MARZO
21.15 in vescovado, cineforum
Chiesa della Madonna
sabato S.Messa alle ore 8 preceduta dalle Lodi alle ore 7,30.
S.Sebastiano
sabato S.Messa alle ore 8,30.
Nostra Signora di Fatima
il giovedì celebrazione dei Vespri alle ore 16,30.
S.Giuseppe
sabato S.Messa alle ore 9.
S.Maria del Soccorso
sabato S.Messa alle ore 9.
S.Maria di Montenero
tutte le S. Messe in orario celebrate al Santuario sono celebrazioni giubilari.
S.Teresa del Bambin Gesù
sabato S.Messa alle ore 8,30.
Cattedrale
venerdì Rosario e Adorazione Eucaristica in onore della Madonna alle ore 17. Sabato S.Messa alle ore 10.
S.Maria Assunta a Castellanselmo
sabato S.Messa alle ore 10 preceduta dal Rosario alle ore 9,30
(tutte le memorie mariane saranno celebrate alle ore 18).
MARTEDÌ 18 MARZO
Nella mattina, udienze clero in vescovado
MERCOLEDÌ 19 MARZO
9.30 il Vescovo è in visita alla Wass
10.45 il Vescovo, visita l’Anfass a Villa Serena
18.00 S. Messa e processione in occasione della festa patronale a S. Giuseppe
GIOVEDÌ 20 MARZO
9.30 ritiro spirituale del clero per la Quaresima a villa Tirrena
21.15 in occasione della visita pastorale
al VI vicariato, incontro con i genitori
dei ragazzi del catechismo della parrocchia di S. Martino in Parrana
VENERDÌ 21 MARZO
Nella mattina, udienze laici in vescovado
19.00 vespri e lectio divina in seminario
21.15 consiglio pastorale diocesano in
vescovado
ALCUNE INIZIATIVE PER QUESTO ANNO
Le attività
delle ACLI
SABATO 22 MARZO
11.00 S. Messa per i Cavalieri Costantiniani alla chiesa di S. Caterina
18.00 S. Messa e cresime alla parrocchia
della SS.ma Trinità
DOMENICA 23 MARZO
11.00 S. Messa e cresime alla parrocchia
di S. Stefano a Castelnuovo della Misericordia
Libri da LEGGERE
di Mo.C.
Perroni M. e Legrand H. a cura di -Avendo qualcosa
da dire. Teologhe e teologi rileggono il Vaaticano
II.- Ed. Paoline, pp. 224, euro 16,00.
Perché impegnarsi a promuovere anche in ambito
teologico la prospettiva di genere, guardare e rileggere
il Vaticano II dal punto di vista delle donne? Non si
tratta di una prospettiva parziale? è questo il dubbio
che viene prendendo in mano questo testo che
propone, arricchendoli, gli atti del Convegno
internazionale "Teologhe rileggono il Vaticano II",
svoltosi a Roma nell’ottobre 2012. Alla questione
risponde nell’introduzione al libro, con grande incisività,
la teologa Marinella Perroni, curatrice del volume
insieme al domenicano Hervé Legrand: "Guardare alla
storia, anche a quella del Vaticano II, dal punto di vista
delle donne non significa scegliere una prospettiva
parziale né, tanto meno, ghettizzante. Significa,
piuttosto, guardare alla storia di tutte e di tutti: il punto
di vista delle donne è, forse, non usuale, ma riguarda la
società intera, la Chiesa tutta. Con la loro analisi e la
loro valutazione della realtà, le donne offrono un
contributo non alle donne soltanto, ma alla politica dei
loro Paesi, alla cultura delle loro società, all’insieme
delle loro Chiese. Quando un Paese o una Chiesa
include o esclude le donne, ne va della cultura politica
di quei Paesi o della visione comunitaria di quelle
Chiese. [...] Genere è categoria dell’essere e del
pensare, determina le pratiche e le riflessioni critiche
sulle pratiche, attiene alle esperienze e alla loro
traduzione narrativa e, quindi, alla trasmissione dei loro
significati".Va infine detto che non si tratta di una
rivisitazione storica, magari lamentosa e nostalgica, ma
di uno sguardo positivo e fattivo verso il futuro, in cui
accanto alle questioni aperte si stagliano prospettive e
potenzialità.
ei locali dell’associazione nella sede di via Cecconi si è riunita la
presidenza delle Acli provinciali per compiere una riflessione
sulle attività in corso e sul loro sviluppo futuro. Il presidente, Antonio Melani, nel fare il punto sul tesseramento ha messo in risalto la
sostanziale stabilità del numero complessivo degli iscritti malgrado la disaffezione delle persone alla partecipazione dovuta anche
alla situazione di crisi che stiamo vivendo. Per quanto riguarda le
attività di servizio a favore dei cittadini, la programmazione degli
interventi risulta oggi difficile da determinare perché bisogna tener
conto degli eventuali nuovi provvedimenti legislativi di cui non si
è ancora in grado di conoscerne la forma e la consistenza. Nel prosieguo dei lavori dell’incontro è emersa la linea di sostenere i Circoli come investimento di energie per il futuro, il proposito di vitalizzare le Acli si è già manifestato nel Circolo di Piombino con una
iniziativa specifica come quella della raccolta di indumenti dismessi in simbiosi con la locale San Vincenzo de’ Paoli. Riguardo
al Patronato Acli si è constatato che si sono prodotti gli stessi ricavi
dell’anno precedente e i primi due mesi del 2014 risultano molto
promettenti. Per quanto concerne i moduli del CUD non verranno
più mandati ai cittadini e saranno reperibili presso i patronati che
li stamperanno gratuitamente, saranno anche ritirabili negli uffici
postali con l’esborso di un piccolo corrispettivo. La stampa gratuita
del CUD potrà anche permettere agli uffici del patronato di verificare se ci sono pratiche da attivare nell’interesse dei cittadini richiedenti. Le Acli livornesi -ha aggiunto il presidente- sono attualmente impegnate nel settore della Formazione Professionale, infatti insieme alle Acli di Pontedera si sta svolgendo un Corso in ambito
agricolo rivolto ai ragazzi senegalesi per far loro acquisire delle conoscenze fondamentali riguardo alla vite - olio cultura. Il fine, al
termine del Corso, è quello di fornire loro la possibilità di aprire
una propria attività in Senegal oppure di essere impiegati in aziende italiane operanti in questo settore. In aprile sarà aperto un Corso rivolto agli stranieri per apprendere la lingua italiana, l’ufficio
Informagiovani è in grado di fornire ogni dettaglio, mentre con il
Cesvot è in attuazione un Corso per assistenti volontari per la sicurezza degli anziani. Le Acli sono anche in primo piano nel Corso
del servizio di orientamento della Regione Toscana rivolto a 450
lavoratori dell’intera provincia di Livorno in cassa integrazione di
lungo periodo, cioè in mobilità da almeno due anni, il Centro per
l’Impiego sarà l’ente preposto al controllo di questo servizio. Sono
inoltre allo studio delle particolari convenzioni per agevolare i
pensionati per poter usufruire di occasioni culturali e di svago.
Gi. Gi.
L
BREVI DALLA DIOCESI
Cooperatori Paolini- Cif- Aimc- Cesvot
SABATO 15 MARZO DALLE 10.30 ALLE 16.30
Presso la Casa di ferie "Regina Mundi" incontro dal titolo
"Le donne nella Bibbia"
Introduce e saluta monsignor Giovanni Paolo Benotto Arcivescovo di Pisa, intervengono: Lidia Giorgi (pastora battista), Barbara Pandolfi (teologa), Maria Paola Foralni (Pittrice), Mariangela Sarti (scrittrice), Massimo Lucchesi (giornalista dell’Osservatore Romano), Maria Letizia Gaudenzi
(Presidente Cif Regionale). Modera: Monica Leonetti Cuzzocrea
Saranno esposte le opere della pittrice Maria Paola Forlani
di Ferrara
Confesercenti
MARTEDÌ 18 MARZO ALLE 15.30
Nella Sala Capraia della Camera di Commercio, convegno
dal titolo "S.O.S. usura. La dimensione del fenomeno dalle imprese alle famiglie"
NEL 450° ANNIVERSARIO DELLA
MADONNA DI MONTENERO
“Ero carcerato e siete venuti a
trovarmi”
FESTA
DI SAN DISMA
Protettore dei detenuti
SABATO 29 MARZO ALLE 11.00
Santuario di Montenero S. Messa
presieduta da mons. Simone Giusti
In quest’occasione sarà presentato
il libro dal titolo "L’altra libertà"
Premio Nazionale "Emanuele Casalini" 12ma
edizione- Bollate 2013
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
SPUNTI DI RILFESSIONE: SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA.........
I doni di Dio, segni
di un amore sconfinato
Dimostriamoci
vicendevolmente
l’amore di Dio
(Dai « Discorsi » di san Gregorio
Nazianzeno, vescovo. Disc. 14 sull’amore verso i poveri, 23-25; PG
35, 887-890)
1. RICONOSCI I DONI DI DIO
Riconosci l’origine della tua esistenza, del respiro, dell’intelligenza, della sapienza e, ciò che
più conta, della conoscenza di
Dio, della speranza del Regno dei
cieli, dell’onore che condividi
con gli angeli, della contemplazione della gloria, ora certo come
in uno specchio e in maniera
confusa, ma a suo tempo in modo più pieno e più puro. Riconosci, inoltre, che sei divenuto figlio
di Dio, coerede di Cristo e, per
usare un’immagine ardita, sei lo
stesso Dio!
Donde e da chi vengono a te tante e tali prerogative? Se poi vogliamo parlare di doni più umili
e comuni, chi ti permette di vedere la bellezza del cielo, il corso
del sole, i cicli della luce, le miriadi di stelle e quell’armonia ed ordine che sempre si rinnovano
meravigliosamente nel cosmo,
rendendo festoso il creato come
il suono di una cetra?
Chi ti concede la pioggia, la fertilità dei campi, il cibo, la gioia
dell’arte, il luogo della tua dimora, le leggi, lo stato e, aggiungiamo, la vita di ogni giorno, l’amicizia e il piacere della tua parentela? Come mai alcuni animali
sono addomesticati e a te sottoposti, altri dati a te come cibo?
Chi ti ha posto signore e re di tutto ciò che è sulla terra?
E, per soffermarci solo sulle cose
più importanti, chiedo ancora:
chi ti fece dono di quelle caratteristiche tutte tue, che ti assicurano la piena sovranità su qualsiasi
essere vivente? Fu Dio.
2. RICAMBIA CON L’AMORE
Ebbene, egli in cambio di tutto
ciò che cosa ti chiede? L’amore.
Richiede da te continuamente innanzitutto e soprattutto l’amore
a lui e al prossimo. L’amore verso
gli altri egli lo esige al pari del primo. Saremo restii a offrire a Dio
questo dono dopo i numerosi
benefici da lui ricevuti e quelli da
lui promessi? Oseremo essere così impudenti? Egli, che è Dio e Signore, si fa chiamare nostro Padre, e noi vorremmo rinnegare i
nostri fratelli?
Guardiamoci, cari amici, dal diventare cattivi amministratori di
quanto ci è stato dato in dono.
Meriteremmo allora l’ammonizione di Pietro: Vergognatevi, voi
che trattenete le cose altrui, imitate piuttosto la bontà divina e
così nessuno sarà povero.
Non affatichiamoci ad accumulare e a conservare ricchezze,
mentre altri soffrono la fame, per
non meritare i rimproveri duri e
taglienti già altra volta fatti dal
profeta Amos, quando disse:
«Orsù, voi che dite: Quando sarà
passato il novilunio e si potrà
vendere il grano, e il sabato per
aprire i magazzini? }) (Cfr. Am 8,
5).
3. DIVIENI IMITATORE DI DIO.
Operiamo secondo quella suprema e prima legge di Dio che fa
scendere la pioggia tanto sui giusti che sui peccatori, fa sorgere il
sole ugualmente per tutti, offre a
tutti gli animali della terra l’aperta campagna, le fontane, i fiumi,
le foreste; dona aria agli uccelli e
acqua agli animali acquatici; a
tutti dà con grande liberalità i beni della vita, senza restrizioni,
senza condizioni, senza delimitazioni di sorta; a tutti elargisce abbondantemente i mezzi di sussistenza e piena libertà di movimento. Egli non fece discriminazioni, non si mostrò avaro con
nessuno. Proporzionò sapientemente il suo dono al fabbisogno
di ciascun essere e manifestò a
tutti il suo amore.
Chi diede la vita,
insegnò anche
a pregare
(Dal trattato sul «Padre nostro» di
san Cipriano, vescovo e martire;
Cap. l-3; CSEL 3, 167-168)
1. ILLUMINATI DALLA LUCE
DELLA GRAZIA
Dio volle che molte cose fossero
dette e ascoltate per mezzo dei
profeti, suoi servi. Ma immensamente più sublimi sono le realtà
che comunica attraverso il suo Figlio. Più incomparabili le cose
che la parola di Dio, pur già presente nei profeti, proclama ora
con la propria voce, e cioè non
più comandando che gli si prepari la via, ma venendo egli stesso,
aprendoci e mostrandoci il cammino da seguire. Così mentre prima eravamo erranti, sconsiderati
e ciechi nelle tenebre della morte,
ora, illuminati dalla luce della
grazia, possiamo battere la via
della vita con la guida e l’aiuto
del Signore.
2. DIO CI HA INSEGNATO A
PREGARE
Egli fra gli altri salutari suoi ammonimenti e divini precetti, con
i quali venne in aiuto al suo popolo per la salvezza, diede anche
la norma della preghiera, ci suggerì e insegnò quel che dovevamo domandare. Colui che ha dato la vita, ha insegnato anche a
pregare, con la stessa benevolenza con la quale s’è degnato di dare e fornire tutto il resto; e ciò
perché parlando noi al Padre con
la supplica e l’orazione che il Figlio insegnò, fossimo più facilmente ascoltati.
3. PREGARE CON LE PAROLE DI
GESÙ
Aveva già predetto che sarebbe
venuta l’ora in cui i veri adoratori
avrebbero adorato il Padre in spirito e verità, ed egli adempì la
promessa perché noi, ricevendo
dalla sua santificazione lo spirito
e la verità, adorassimo veramente
e spiritualmente in grazia del suo
dono. Quale orazione infatti può
essere più spirituale di quella che
ci è stata data da Cristo, dal quale
ci è stato mandato anche lo Spiri-
to Santo? Quale preghiera al Padre può essere più vera di quella
che è stata proferita dalla bocca
del Figlio, che è verità? Pregare
diversamente da quello che egli
ci ha insegnato non sarebbe soltanto ignoranza ma anche colpa,
avendo egli stesso affermato: «Respingete il comandamento di
Dio, per osservare la vostra tradizione!» (cfr. Mc 7, 9). Preghiamo,
dunque, fratelli, come Dio, nostro Maestro, ci ha insegnato. È
preghiera amica e familiare pregare Dio con le sue parole, far salire ai suoi orecchi la preghiera di
Cristo.
4. GESÙ SIA NELLA NOSTRA VOCE
Riconosca il Padre le parole del
Figlio suo quando preghiamo;
egli che abita dentro il nostro
cuore, sia anche nella nostra voce. E poiché è nostro avvocato
presso il Padre, usiamo le parole
del nostro avvocato, quando, come peccatori, supplichiamo per i
nostri peccati. Se egli ha detto che
qualunque cosa chiederemo al
Padre nel suo nome ci sarà data,
impetreremo più efficacemente
quel che domandiamo in nome
di Cristo, se lo domanderemo
con la sua preghiera.
Imitiamo l’esempio
del Buon Pastore
(Dalle «Omelie» di sant’Astèrio di
Amasea, vescovo, Om. 13; PG 40,
355-358. 362)
1. IMITATORI DI DIO
Poiché il modello, ad immagine
del quale siete stati fatti, è Dio,
procurate di imitare il suo esempio. Siete cristiani, e col vostro
stesso nome dichiarate la vostra
dignità umana, perciò siate imitatori dell’amore di Cristo che si
fece uomo.
Considerate le ricchezze della sua
bontà. Egli, quando stava per venire tra gli uomini mediante l’incarnazione, mandò avanti Giovanni, araldo e maestro di penitenza e, prima di Giovanni, tutti i
profeti, perché insegnassero agli
uomini a ravvedersi, a ritornare
sulla via giusta e a convertirsi a
una vita migliore.
Poco dopo, quando venne egli
stesso, proclamò di persona e
con la propria bocca: «Venite a
me, voi tutti che siete affaticati e
stanchi e io vi ristorerò» (Mt 11,
28). Perciò a coloro che ascolta-
rono la sua parola, concesse un
pronto perdono dei peccati e li liberò da quanto li angustiava. Il
Verbo li santificò, lo Spirito li rese
saldi, l’uomo vecchio venne sepolto nell’acqua, e fu generato
l’uomo nuovo, che fiorì nella sua
grazia.
Dopo che cosa seguì? Colui che
era stato nemico diventò amico,
l’estraneo diventò figlio, l’empio
diventò santo e pio. Imitiamo l’esempio che ci ha dato il Signore,
il buon Pastore. Contempliamo i
Vangeli e, ammirando il modello
di premura e di bontà in essi rispecchiato, cerchiamo di assimilarlo bene.
2. LA PECORELLA SMARRITA
Nelle parabole e nelle similitudini vedo un pastore che ha cento
pecore. Essendosi una di esse allontanata dal gregge e vagando
sperduta, egli non rimane con
quelle che pascolavano in ordine,
ma messosi alla ricerca dell’altra,
supera valli e foreste, scala monti
grandi e scoscesi, e camminando
per lunghi deserti con grande fatica, cerca e ricerca fino a che non
trova la pecora smarrita.
Dopo averla trovata, non la bastona, né la costringe a forza a
raggiungere il gregge, ma, presala
sulle spalle, e trattatala con dolcezza, la riporta al gregge, provando una gioia maggiore per
quella sola ritrovata, che per la
moltitudine delle altre.
Consideriamo la realtà velata e
nascosta della parabola. Quella
pecora non è affatto una pecora,
né quel pastore un pastore, ma significa altra cosa. Sono figure che
contengono grandi realtà sacre.
Ci ammoniscono, infatti, che
non è giusto considerare gli uomini come dannati e senza speranza, e che non dobbiamo trascurare coloro che si trovano nei
pericoli, né essere pigri nel portare loro il nostro aiuto, ma che è
nostro dovere ricondurre sulla
retta via coloro che da essa si sono allontanati e che si sono
smarriti. Dobbiamo rallegrarci
del loro ritorno e ricongiungerli
alla moltitudine di quanti vivono
bene e nella pietà.
Dal terzo fascicolo dei
Quaderni di Santa Giulia, a
cura di mons. Mauro Peccioli.
Adattamento dalla seconda
lettura dell’Ufficio delle Letture
della Liturgia delle Ore
secondo il Rito Romano,
Tempo di QUARESIMA
V
Speciale QUARESIMA
16 marzo 2014
VI
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
16 marzo 2014
I ragazzi della
parrocchia S. Luca in
ritiro a Quercianella
GESÙ, SEI TU
IL MIO
SORRISO!
Un anniversario per DON CARLO LEONI
57 anni
di impegno
«reciproco»
Abbiamo incontrato don Carlo Leoni,
costretto a casa dagli acciacchi,
ma con tanta voglia ancora
di impegnarsi per i più deboli
ualche giorno
fa siamo
andati a
trovare don
Carlo Leoni,
per farci raccontare
come svolge ancora il
suo servizio nella
diocesi e quali
iniziative riesce sempre
a seguire all’età di 84
anni.
Nonostante sia
costretto su una sedia a
rotelle da oltre cinque
anni a causa di una
rara e grave malattia e
assistito
quotidianamente da
una persona badante,
don Carlo celebra tutti
i giorni la
Messa in casa dove si
riunisce una piccola
comunità.
Stretta è l’amicizia e
collaborazione tra don
Gabriele Bezzi che
spesso visita don Carlo
e la sua piccola
comunità per
condividere progetti:
preghiera e maratona
sembrano correre
insieme quando si
parla di cercare fondi
ed aiuti per l’ospedale
pediatrico di
Betlemme.
Entrando nel suo
studio, dove sono
Q
el primo fine settimana di Marzo
N
i ragazzi dei gruppi del 5° anno e
del 6° anno di catechesi hanno
partecipato al ritiro spirituale
organizzato dai loro catechisti e
animatori, in preparazione alla
Quaresima. I genitori li hanno
accompagnati alla casa Mari-Stella
delle suore Figlie della Carità, dove
ad accoglierli c’erano Alice, Martina,
Camilla, Mattia, Alessio, Monica e i
mitici cuochi dei capi estivi Miria e
Michele. Dopo la sistemazione nelle
camere e un gioco di presentazione
molto
è
I ragazzi divisi simpatico,
iniziata
in gruppo
l’attività di
catechesi: una
e guidati
al tesoro
dall’animatore caccia
su Gesù. I
ragazzi, divisi
, hanno fatto
in gruppo e
un viaggio
guidati
nel Vangelo,
dall’animatore,
hanno fatto un
seguendo le
viaggio nel
orme di Gesù
Vangelo,
seguendo le
orme di Gesù e rispondendo a 50
domande. Hanno avuto a
disposizione il Vangelo per risolvere i
quesiti, trovare i versetti giusti e
arrivare al tesoro: Gesù Eucaristia. La
sera arrivato don Pietro, i ragazzi
hanno partecipato all’Adorazione
Eucaristica, seguendo la lectio divina
sul Vangelo di Giovanni 13,1-17 , sul
Vangelo di Marco 15,1-39 e facendo
una breve veglia di preghiera, affidati
nelle mani di Dio, come un bimbo
in braccio al padre o alla madre.
Finita la veglia tutti a letto…per
modo di dire: i ragazzi erano alla
loro prima esperienza di "dormire
fuori casa" ed erano così felici ed
eccitati che non riuscivano a
prendere sonno...a notte fonda sono
crollati come massi!
Il giorno seguente, un bellissimo sole
ha svegliato tutti; la tempesta
notturna sul mare aveva liberato il
cielo da quelle nubi piene di pioggia!
Finalmente dopo la colazione i
ragazzi hanno passato bellissime ore
in riva al mare, ammirando la
bellezza della creazione e dopo un
po’… tutti a messa alla chiesa di
Quercianella, dove i ragazzi hanno
partecipato anche all’animazione,
leggendo le letture.
Nel pomeriggio i ragazzi hanno
trascorso tutto il tempo all’aria
aperta, a giocare a pallavolo e a
calcio, fino all’arrivo dei genitori.
Una preghiera finale e tutti a casa! E’
stato un bellissimo ritiro, accolto
molto dai genitori che non hanno
ancora il coraggio di far partecipare i
propri figli a campi estivi di una
settimana, i quali hanno chiesto agli
animatori e ai catechisti di
organizzarne altri, vedendo la gioia
dei loro figli. Questo ritiro aveva un
titolo: Gesù, sei Tu…il mio Sorriso!
Proprio con un grande sorriso questi
ragazzi sono tornati a casa: gioiosi di
avere conosciuto meglio Gesù, di
averlo adorato, di avere ammirato e
vissuto tutta la sua bellezza insieme
agli amici, ai catechisti e agli
animatori dei gruppi.
Monica Calvaruso
apporto esterno. Negli
"anni di guerra fredda"
sottolinea don Carlo
era "difficile ed
impensabile credere ad
un concetto del
genere", l’espressione
sembrava strana perché
numerose persone,
anche di elevato livello
culturale, avvertivano
inizialmente curiosità
e perplessità. Il
concetto " reciproco"
intendeva la
appese decine di
don Carlo, per
possibilità di
Domenica
16
Marzo
fotografie, sembra di
l’intensità e la
poter
alle 10 nella sua casa in via potenzialmente
cominciare un viaggio
voglia di scendere
nel tempo, nel quale
in campo dalla
imparare ,
del Bosco 6/c don Carlo
possiamo trovare un
parte dei più
captare,
celebrerà la Messa
messaggio per ciascuna
bisognosi.
percepire un
fotografia davanti alla
I pozzi in
qualcosa: "Cosa
in occasione del suo
quale ci soffermiamo a
Tanzania e la
abbiamo noi da
anniversario.
commentare oppure
possibilità di
prendere da
A seguire un brindisi
solamente ad
dare acqua anche
queste
osservarne i
in zone difficili
popolazioni?"
con
tutti
gli
amici
protagonisti.
sembravano solo
Il Centro
L’incontro con la Beata
un sogno e invece
Mondialità è
Madre Teresa di
i vari progetti legati
speranza figlia
una realtà consolidata
Calcutta per esempio
alla Centro
dell’amore.
nel panorama della
ci fa capire
Mondialità, la sua
La Cooperativa
cooperazione
l’importanza dei viaggi
creatura più preziosa,
Comunità Impegno,
internazionale che
e dei progetti ai quali
hanno portato un
che da anni è
Ha superato i profondi
ci ha sempre abituati
piccolo sollievo, una
saldamente un
e continui mutamenti
concreto aiuto al
socio-politici degli
mondo sociale in
anni ottanta e ancora
difficoltà, ha ottenuto
oggi riesce ad
un consenso positivo
interpretare le
non solo a livello
emergenze, i bisogni
cittadino, ma con
determinati dalla crisi
palcoscenici proiettati
delle ideologie e
ad un livello superiore.
dall’avvento della
L’impegno pastorale
globalizzazione.
vissuto nelle
Lo spirito ed il
parrocchie dove ha
messaggio che si legge
prestato il suo servizio
negli occhi
sacerdotale e poi il
dell’anziano prete, che
ruolo della Socrem
ha combattuto molte
(gestione della
battaglie sociali ed
cremazione post
all’insegna della
mortem) del quale ha
solidarietà, si riassume
avuto un ruolo
nella grande volontà di
rilevante nel preparare
agire concretamente
spiritualmente e
per sostenere
psicologicamente i
l’integrazione,
familiari delle vittime
l’emancipazione delle
che avevano fatto
figure marginali della
richiesta di avere
società: i deboli. Molti
questo tipo di
sono i giovani cresciuti
sepoltura.
seguendo gli ideali
Il progetto più
trasmessi da don Carlo
importante, di don
e spesso nel corso del
Carlo Leoni, è
suo ministero di prete
sicuramente il Centro
ha avuto un grande
Mondialità Sviluppo
seguito, soprattutto
Reciproco, del quale è
negli incontri di
fondatore e presidente
preghiera. E ancora
onorario.
oggi, anche se non ha
La scelta di intitolare il
più le energie fisiche di
Centro allo "sviluppo
una volta, con lo
reciproco" come
spirito e la preghiera
ricorda spesso don
sostiene idee di pace e
Carlo suscitò qualche
di solidarietà di
perplessità nello stesso
estrema attualità,
clero, perché lo
attraverso i semi gettati
schema si consolidava
in tanti anni di
di un’identità cattolica
sacerdozio e le persone
ritenuta
che hanno saputo
autosufficiente rispetto
raccoglierli. Grazie
ai mutamenti degli
don Carlo.
Domenica 16 Marzo
eventi storici, per i
sarà festa per i 57 anni
quali l’istituzione
al servizio della chiesa,
ecclesiastica possedeva
della gente: in Italia e
la verità integrale
nel mondo.
sull’uomo, senza dover
Nelle foto: in alto durante una celebrazione nella chiesa della Purificazione; l’inaugurazione della sede del
Centro Mondialità; la prima Messa di don Carlo
Simone Marcis
ricorrere ad alcun
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
16 marzo 2014
VII
■ L’APPROFONDIMENTO STORICO a cura di don Luca Bernardo Giustarini
Per la cessazione del Colera
scoppiato nel 1835
er la cessazione
del colera del
1835 generali
furono le
manifestazioni di
pubblica riconoscenza
a Maria e tra gli altri
doni furono portate
numerose lampade
d’argento al
Santuario.
La Società dei Facchini
vennero in 122 in
processione al
Santuario e portarono
in dono 4 lampade
d’argento.
Il popolo di
Montenero donò una
lampada il 31 ottobre
1835.
La Confraternita di
S.Maria del Suffragio
di Montenero offrì una
lampada di 84 once
fatta dall’orefice
Filippo Cappanera.
La Civica
Amministrazione
affidò all’orefice
Roberto Onorato Pini
la commissione di una
P
lampada d’argento per
riconoscenza alla
Madonna che venne
consegnata nel mese di
ottobre.
L’offerta di questa
lampada venne fatta
con la più grande
solennità il 29 di
ottobre con una
notificazione del
Gonfaloniere di
Livorno che stabiliva il
suono della campana
del Palazzo Comunale
tre volte al giorno nei
tre giorni precedenti.
Il giorno stabilito si
mosse da Livorno il
corteo con il
Gonfaloniere, i
Magistrati, il
Governatore della
Città e del Porto,il
Vicario Generale della
Diocesi, e tutti ,da
piazza delle Carrozze,
salirono a piedi al
Santuario,passando da
Via del Governatore. Al
Sagrato del Santuario
vennero accolti dai
Monaci Vallombrosani
e da una folla
immensa. La S.Messa
venne celebrata dal
Decano dei Canonici
del Duomo ed i canti
vennero eseguiti dai
Monaci. Al Vangelo
l’Abate salì sul trono
ove il Gonfaloniere
offrì la lampada.
Terminata la S.Messa
venne cantato il Te
Deum. La lampada è
tutta d’argento con lo
stemma del Comune e
misura un metro di
diametro guarnita con
rapporti di
bronzo
dorato,ornata
con quattro
viticci,aventi
ognuno cinque
braccia per
altrettante
candele,
attualmente si
trova dalla parte
dell’Ambone.
Sulla Lampada
la seguente
iscrizione: “in
rendimento di
grazie la città di
Livorno l’anno
1835.
L’ultima
Lampada per la
cessazione del
Colera del 1835 fu
portata dalla I
Compagnia del II
Reggimento Cacciatori
a piedi di Linea che
con il loro Capitano
Leoni offrirono tal
dono il 14 settembre
1837.
LA QUARTA TRASLAZIONE DELLA MADONNA IN CITTÀ
28 GENNAIO-11 FEBBRAIO 1742
Quella che diventerà la Festa del Voto
l 27 gennaio 1742 gli elementi di tutta la terra; la terra con
spaventose scosse scrollava le case; il mare rigonfio che
invadeva le contrade della città; il vento impetuoso che
sradicava gli alberi e abbatteva i muri;tutto insomma parve
congiurare contro l’esistenza di Livorno, tanto che,in un
primo momento,si era sparsa la voce della sua completa
distruzione. Fu un attimo;in quell’attimo il popolo ebbe il
tempo di alzare il grido della fede: “Madonna di Montenero,
salvateci”: Il miracolo fu completo:nessuno morì: ma a
Livorno parve un deserto;dei suoi 30 mila abitanti, 26 mila
erano per le campagne e affermavano che non sarebbero
rientrati in città senza la Madonna di Montenero. Infatti la
mattina del 28 i Padri Teatini portarono in città la Sacra
Immagine e la collocarono sotto la loggia del Duomo, e
soltanto l’8 febbraio l’Icona della Madonna venne portata
dentro il Duomo restaurato alla meglio.
L’11 febbraio la Madonna venne riportata a Montenero.
Durante quella mattina l’Arcivescovo di Pisa mons. Francesco
Guidi aveva celebrato un solenne pontificale in Duomo alla
presenza del Governatore della città Marchese Gaspero
Capponi, del Civico Magistrato e di tutto il popolo. Il
Cancelliere Comunale Giuseppe Mattei lesse il “voto” dei
Livornesi nel quale si diceva che il giorno 27 Gennaio di ogni
anno sarà un giorno di digiuno e che il popolo livornese si
I
sarebbe astenuto da qualsiasi manifestazione carnevalesca e di
divertimento e si obbligavano a presentare 10 libre di cera nel
Santuario di Montenero. Ed il popolo rispose: “lo giuriamo, lo
giuriamo".
Il Fondatore di Nomadelfia molte
volte fu ospite a Montenero
A chiedere «lumi»
per un progetto importante
antissime volte don Zeno Saltini è
T
salito a Montenero a celebrare la Santa
Messa per chiedere lumi ed aiuto alla
Vergine per la sua opera di Nomadelfia .
Don Zeno nasce a Fossoli di Carpi
(Modena) il 30 Aprile 1900 in una
famiglia benestante, è il nono tra i dodici
figli di Cesare e Filomena. Nel 1914 lascia
la scuola e va a lavorare in campagna con
gli operai del nonno paterno
Giuseppe.Nel 1920 è militare a Firenze e
dopo una violenta discussione con un
anarchico decide di cambiare vita e
riprendere gli studi. Dal 1920 al 1927 è il
Presidente dell’Azione Cattolica di Carpi
e si ritira presso don Giovanni Calabria a
Verona per finire gli studi. Nel 1929 si
laurea in Legge alla Cattolica di Milano e
nel 1931 viene ordinato sacerdote (dopo
un solo anno di seminario!!!) e divenda
“padre” di un ragazzo appena uscito di
carcere, sarà il primo di 5000 figli. Nel
1933 fonda l’opera Piccoli Apostoli. Nel
1948 viene approvata “La Costituzione”
di Nomadelfia. Grande benefattrice sarà
la contessa Maria Giovanna Albertoni
Pirelli che insieme a Padre David Maria
Turoldo OSM saranno promotori del
primo comitato pro-Nomadelfia. Dopo
varie vicissitudini canoniche con le
autorità Vaticane e civili con lo Stato
Italiano finalmente la comunità di
Nomadelfia si trasferisce in Maremma a
Grosseto e, nella tenuta di Roselle, donata
dalla Contessa Pirelli, si ricostituisce la
famiglia di fon Zeno grazie alla tenacia
del Vescovo mons.Paolo Galeazzi e dal
parroco di Roselle Mons.Lorenzo Biagi (è
il sacerdote che ha portato don Luca a
Montenero!!!). Nel 1962 Nomadelfia
viene eretta in Parrocchia con il titolo di
“Santa Maria Assunta”. Dal 1965 le
“serate di Nomadelfia” portano ovunque
il messaggio di don Zeno che propone un
cambiamento di rotta per costruire una
nuova civiltà fraterna. Nel 1968 nasce la
Scuola Familiare. Il 12 agosto 1980 don
Zeno con i figli di Nomadelfia offrono in
Castel Gandolfo una serata di danze e
canti al Beato Giovanni Paolo II. Il Servo
di Dio don Zeno muore a Nomadelfia il
15 gennaio 1981. La lezione evangelica di
don Zeno è un segno della vitalità dello
Spirito nella Chiesa.
Nell’anno di MARIA
Le lampade
del Santuario
VIII
TOSCANA OGGI
16 marzo 2014
LA SETTIMANA DI LIVORNO