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Temi di discussione dell'upi
140 km/h sulle autostrade: il pericolo sottovalutato ................................................................................ 2
Ammissione del kitesurf .......................................................................................................................... 3
Applicazione della legge sulla promozione dello sport ........................................................................... 4
Biciclette elettriche / E-bike ..................................................................................................................... 5
Campagne shock .................................................................................................................................... 6
Casco bici ................................................................................................................................................ 7
Casco obbligatorio per gli sport sulla neve ............................................................................................. 8
«Compensazione del rischio»: nessun argomento contro le misure di prevenzione degli incidenti ....... 9
Controlli di polizia .................................................................................................................................. 10
Formazione in due fasi / Licenza di condurre in prova.......................................................................... 11
Galleria autostradale del San Gottardo ................................................................................................. 12
Gomme invernali obbligatorie ................................................................................................................ 13
Iniziativa popolare contro i pirati della strada ........................................................................................ 14
Istruzione alla guida anticipata? ............................................................................................................ 15
Intervalli tra un collaudo e l'altro ............................................................................................................ 16
Legge sugli sport a rischio ..................................................................................................................... 17
Migliorare la fluidità del traffico sulle strade nazionali ........................................................................... 18
Modello upi 50/30 .................................................................................................................................. 19
Nessuna vendita di alcol nelle aree di servizio ..................................................................................... 20
Niente alcol per i neopatentati ............................................................................................................... 21
Pericolo di valanghe per freerider ed escursionisti ............................................................................... 22
Scatola nera .......................................................................................................................................... 23
Segno della mano obbligatorio ai passaggi pedonali? .......................................................................... 24
Sorpasso a destra ................................................................................................................................. 25
Telefonare al volante ............................................................................................................................. 26
Verve ..................................................................................................................................................... 27
Via sicura ............................................................................................................................................... 28
Zone 30 all'ora ....................................................................................................................................... 29
140 km/h sulle autostrade: il pericolo
sottovalutato
Un'«iniziativa Facebook» chiede che venga innalzato il limite di velocità dai 120 attuali a 140 km/h,
sostenendo p. es. che sulle autostrade tedesche non si verifica un maggior numero di incidenti
rispetto alla Svizzera nonostante in Germania non esista un limite di velocità generale. Questa affer1
mazione è sbagliata: dall'analisi di dati IRTAD emerge che in Germania su ogni chilometro percorso
in autostrada si rileva il 40% di morti stradali in più rispetto alla Svizzera.
Nella ricerca dell'incidentalità esiste inoltre un nesso centrale e inconfutato a livello mondiale: maggiore è la velocità più sono probabili e gravi gli incidenti stradali. Le esperienze con il cambio dei limiti
di velocità fondate su dati scientifici sono chiare (p. es. Elvik & Vaa: The Handbook of Road Safety
Measures): se si aumenta il limite di velocità, sale anche il numero degli incidenti stradali gravi. Se si
abbassa il limite, diminuisce il numero degli incidenti. Quando nel 1985 in Svizzera il limite di velocità
sulle autostrade è stato ridotto da 130 a 120 km/h, la statistica ha segnato un netto calo degli incidenti
gravi.
È assolutamente infondato sostenere che la velocità di 120 km/h sia quasi «soporifera» per i conducenti. Non ci sono prove che si guidi più concentrati se si viaggia a 140 invece di 120 km/h. È invece
provato che il tempo di reazione dei conducenti è sempre limitato e che lo spazio di frenata aumenta
con una velocità più elevata. Portando il limite di velocità a 140 km/h, sulle autostrade si accentuano
inoltre le differenze di velocità tra i singoli tipi di veicolo (p. es. tra automobile e autocarro), comportando inevitabilmente degli effetti negativi sulla sicurezza stradale.
Invece di aumentare il limite di velocità generale sulle autostrade, sarebbe più utile ridurre temporaneamente il limite di velocità massimo su singoli tratti autostradali. Un tale intervento garantirebbe un
viaggio regolare e di conseguenza più veloce anche quando il traffico è molto intenso.
Febbraio 2014
1
IRTAD: International Traffic Safety Data and Analysis Group der OECD
Ammissione del kitesurf
Oltre mezza dozzina di parlamentari chiede con diversi interventi di permettere il kitesurf sulle acque
svizzere. Oggi, questo sport è vietato fuori delle zone permesse dalle autorità. Il 5.9.2012, dopo la sua
delibera il Consiglio federale raccomanda al Parlamento di accettare gli interventi. Si parte dal presupposto che le Camere federali seguiranno la raccomandazione, specialmente perché il kitesurf
diventerà disciplina olimpica nel 2016.
In base all'analisi delle statistiche degli incidenti, l'upi stima che ogni anno circa 200 persone devono
ricorrere a cure mediche in seguito a un incidente dovuto al kitesurf. I pericoli nel kitesurf sono le collisioni e gli atterraggi duri dopo un salto. I cavi tesi possono essere pericolosi per le altre persone in
acqua o sulla terraferma.
L'upi, favorevole all'abrogazione del divieto, chiede di realizzare degli appositi corridoi per il kitesurf.
Le zone con rischi particolari (p. es. zone per la balneazione) devono essere chiuse per il kitesurf. I
punti per entrare in e uscire dall'acqua devono essere sicuri e segnalati in modo inconfondibile. Inoltre,
va tenuto conto anche della sicurezza di pedoni o ciclisti sulla riva.
L'upi consiglia di attenersi anche alle seguenti misure di sicurezza:
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munire tutti i collegamenti di safety-leash e quick-release;
mantenere una distanza di sicurezza rispetto agli altri kiter, ai battelli e alle altre persone in acqua
(p. es. nuotatori);
rispettare le regole di precedenza: il kiter non ha mai la precedenza!;
frequentare un buon corso;
usare le protezioni: casco, muta, impact-vest e giubbotto di salvataggio;
indossare un casco per sport acquatici: in caso di caduta, la tavola può colpire la testa del kiter.
Anche in caso di collisioni e cadute vicino a riva oppure in caso di caduta dall'alto il casco
protegge da gravi lesioni alla testa.
Settembre 2012
Applicazione della legge sulla promozione dello
sport
Nella nuova legge sulla promozione dello sport, il Parlamento ha posto un chiaro accento sulla
prevenzione, con l'obiettivo dichiarato di evitare gli infortuni legati allo sport e all'attività fisica.
L'ordinanza di esecuzione richiama gli organizzatori di offerte G+S (art. 11), i monitori e i quadri G+S
(art. 15) e i responsabili della promozione dello sport per gli adulti (art. 35) all'obbligo di adottare le
misure necessarie per prevenire gli infortuni.
La legge e le pertinenti ordinanze sono entrate in vigore il 1° ottobre 2012. In collaborazione con
l'UFSPO, l'upi definisce ora i requisiti minimi per la prevenzione delle ferite da sport, tenendo conto
anche dei rischi specifici delle circa 70 discipline sportive promosse dalla Confederazione. I requisiti
costituiranno materia d'insegnamento nella formazione dei monitori e dei quadri.
L'upi è dell'avviso che migliorare la qualità – in termini di prevenzione – degli allenamenti, delle gare
agonistiche, delle manifestazioni sportive e delle infrastrutture sia una strategia vincente e sostenibile
per promuovere lo sport. L'obiettivo a lungo termine è un sistema di incentivi che vincoli il sostegno
finanziario pubblico al rispetto degli standard di sicurezza.
L'upi è convinto dell'importanza di promuovere lo sport e l'attività fisica per il benessere della popolazione. L'aumento del numero di sportivi non deve tuttavia andare di pari passo con un aumento del
numero di infortuni. Già oggi i costi sanitari diretti provocati dagli infortuni sportivi superano i 700
milioni di franchi all'anno. Il totale dei costi materiali, inclusa la perdita di produttività dovuta alle
assenze dal lavoro, oltrepassa addirittura 1,8 miliardi di franchi all'anno. L'obiettivo è chiaro: più sport
e meno infortuni.
Dicembre 2012
Biciclette elettriche / E-bike
Dal 2005 le vendite di biciclette elettriche, le cosiddette e-bike, sono in continuo aumento. Nel 2010
ogni nona bicicletta era elettrica. Secondo il modello queste bici raggiungono velocità superiori a
50 km/h.
Dal 2011 gli incidenti con le biciclette elettriche vengono verbalizzati dalla polizia in una categoria a
parte. Le prime valutazioni indicano che questi incidenti hanno conseguenze più gravi di quelli che si
verificano con le biciclette tradizionali. La quota di decessi e di feriti gravi in seguito a incidenti stradali
con le e-bike si situa infatti al 35 per cento, contro il 26 per cento dei casi che coinvolgono biciclette
normali. Studi effettuati all’estero e gli esperti dell’upi mettono in guardi dai seguenti pericoli:
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lo spazio di frenata delle biciclette elettriche è più lungo, in quanto la loro velocità media è
superiore. I conducenti, spesso, non ne sono consapevoli;
chi è abituato ad andare in bicicletta a un andatura tranquilla o non inforca una bici già da qualche
tempo non è in grado di controllare sufficientemente la maggiore velocità di una bicicletta
elettronica;
gli altri utenti della strada sottovalutano la velocità delle e-bike.
L’upi accoglie quindi favorevolmente l’entrata in vigore, il 1° maggio 2012, di varie ordinanze
modificate, che differenziano tra due categorie:
1. biciclette elettriche lente: ciclomotori leggeri aventi un ausilio del pedale fino a una velocità di 25
km/h e una potenza del motore massima di 500 Watt (senza obbligo di targa);
2. biciclette elettriche veloci: ciclomotori aventi un ausilio del pedale a una velocità tra 25 e 45 km/h e
una potenza massima del motore di 1000 Watt (con obbligo di targa).
Il 1° luglio 2012 entra in vigore l’obbligo del casco da bicicletta per i conducenti di biciclette elettriche
veloci. Il Consiglio federale e l’upi consigliano comunque di indossare il casco anche ai conducenti di
biciclette elettriche lente. Per i veicoli ancora più veloci (ausilio del pedale a una velocità superiore a
45 km/h), la legge prevede l’obbligo del casco da motocicletta.
Aprile 2012
Campagne shock
Comunicare un messaggio in modo da indurre il target a cambiare comportamento costituisce una
grande sfida per gli specialisti della prevenzione. Il compito è reso più difficile dal fatto che
fondamentalmente tutti sanno qual è il comportamento giusto da seguire (ad esempio rispettare i limiti
di velocità, non guidare sotto l’influsso di alcol, allacciare la cintura di sicurezza).
Da alcuni anni in diversi paesi si cerca di scuotere la coscienza del pubblico con cosiddette campagne
shock, in particolare nel campo della prevenzione degli incidenti stradali. Questa forma di
comunicazione si contraddistingue per slogan ad effetto, vittime coperte di sangue o automobili
completamente distrutte. Ma è davvero più efficiente di altre?
Per indurre la gente a riflettere ed eventualmente a cambiare comportamento, un messaggio deve
soddisfare i seguenti criteri:
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suscitare l’attenzione
essere comprensibile e credibile
essere accettato
suscitare coinvolgimento emotivo
indurre a cambiare atteggiamento in modo duraturo
indicare possibilità di azione
L’uso di immagini sconvolgenti può rivelarsi utile, ma solo dopo un’analisi attenta e approfondita della
situazione, per determinati target e in un contesto adeguato. In un corso per giovani conducenti, ad
esempio, queste immagini possono servire da base per uno scambio di opinioni e per l’autoriflessione
nonché per un’informazione mirata su ciò che è giusto o sbagliato e sull'opportunità di cambiare
comportamento.
Tuttavia le immagini troppo brutali perdono credibilità. Inoltre possono provocare una reazione di
rifiuto nelle persone più sensibili, oppure essere banalizzate da chi le associa a immagini analoghe
viste ad esempio nei videogiochi.
Per questi motivi l’upi rinuncia alle campagne volte solo a scioccare. Piuttosto gli utenti della strada
vanno indotti a riflettere sul proprio comportamento e sensibilizzati sui pericoli esistenti con un
linguaggio visivo adeguato. Su questa base possono poi essere motivati a comportarsi in modo sicuro
con messaggi positivi.
Gennaio 2011
Casco bici
Ogni anno sulle strade svizzere dai 30 ai 50 ciclisti perdono la vita e altri 900 subiscono ferite gravi. Le
lesioni alla testa sono la causa principale di decesso. Il casco permette di evitarle o perlomeno di
ridurne la gravità – non sempre, ma spesso. Generalmente gli studi scientifici non mettono in dubbio
l’efficacia del casco, ma cercano piuttosto di capire quali tipi di lesioni permette di ridurre e in quale
misura.
Il casco è criticato perché si teme che possa scoraggiare la gente a utilizzare la bicicletta. Non ci sono
tuttavia evidenze che avvalorino questi timori sul lungo periodo.
Nel giugno 2012, pur bocciando la proposta di introdurre l’obbligo del casco per i bambini con meno di
14 anni, il Parlamento ha chiesto chiaramente di promuoverne l’uso soprattutto con campagne di
prevenzione. L’upi ha dato seguito a questa richiesta lanciando la campagna «LOVE BICI – sempre
col casco» (www.lovebici.ch). Distribuisce inoltre buoni per l’acquisto di caschi e ha pubblicato diverso
materiale informativo e didattico.
La sicurezza dei ciclisti non dipende però solo dal casco. Nel suo dossier sicurezza sul traffico
ciclistico l’upi raccomanda tutta una serie di altre misure, concernenti ad esempio l’arredo stradale o la
velocità nell’abitato.
Luglio 2012
Casco obbligatorio per gli sport sulla neve
Ogni anno mediamente 70 000 persone residenti in Svizzera si infortunano sciando o facendo
snowboard; di queste, 26 000 sono bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni. Il tasso delle lesioni
craniche raggiunge circa il 15%. L’efficacia del casco è provata scientificamente: indossarlo significa
ridurre fino al 45% il rischio di lesioni alla testa in caso di caduta o collisione.
È questa la ragione che dal 2003 spinge l’upi a impegnarsi in campagne di prevenzione che mirano a
diffondere l’uso di questo prezioso strumento di sicurezza tra sciatori e snowboarder. La percentuale
di persone che portano il casco è triplicata negli ultimi anni. Circa il 76% degli sportivi lo indossava
nella stagione invernale 2009/2010 sulle piste svizzere. Nel caso dei bambini, il tasso sfiora il 100%.
Imporre il casco per legge non è indispensabile. Sarebbe però opportuno renderlo obbligatorio per i
corsi, i campi di allenamento e altre manifestazioni di questo genere. Ciò sarebbe attuabile senza
particolari problemi e contribuirebbe a sensibilizzare i partecipanti e il loro entourage.
Ottobre 2010
«Compensazione del rischio»: nessun argomento
contro le misure di prevenzione degli incidenti
Alla teoria della compensazione del rischio si ricorre spesso per combattere misure di sicurezza
scomode. La problematica si rivela normalmente trascurabile se sottoposta a un esame più
approfondito.
La teoria si basa sul modello dell‘omeostasi del rischio di G.J.S. Wilde (1982) secondo cui gli esseri
umani presentano un bisogno individuale di rischio che una volta superato o non raggiunto comporta
una compensazione. In base a questa teoria, l’effetto protettivo positivo di una misura di sicurezza
(tecnica) viene annullato da un comportamento più rischioso.
La teoria della compensazione del rischio è scientificamente confutata. Benché una certa
compensazione del rischio non possa essere esclusa a priori per tutte le situazioni, le esperienze fatte
hanno tuttavia confutato molti timori. È per esempio noto che gli effetti comportamentali compensatori
emergono nella maggior parte dei casi solo temporaneamente durante una fase introduttiva. Inoltre,
l’effetto protettivo delle misure di prevenzione è notevolmente più alto rispetto agli eventuali effetti
collaterali della compensazione del rischio.
Controlli di polizia
L’efficacia in termini di prevenzione dei controlli di polizia è innegabile. Se abbinata a una
comunicazione trasparente, ad esempio sui fini perseguiti, l’attività di sorveglianza ha una duplice
funzione: da un lato permette di sanzionare chi commette infrazioni, dall’altro di ricordare a tutti gli
utenti le norme di legge in vigore, il che si traduce in un migliore comportamento stradale.
Studi scientifici sul tema dimostrano che il rispetto di determinati criteri può aumentare l’efficacia dei
controlli di polizia. Gli interventi non dovrebbero essere isolati ma sistematici, in modo da convincere i
conducenti che la probabilità di subire un controllo è concreta. I risultati migliori si ottengono
combinando controlli a sorpresa e operazioni su larga scala annunciate e ben visibili. In ogni caso è
fondamentale che chi circola sulle strade riconosca il senso dei controlli e li accetti quale mezzo per
garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada.
La frequenza dei controlli della velocità in Svizzera è in linea con la media internazionale, mentre i
controlli dell’alcolemia sono ancora troppo sporadici. La sorveglianza del traffico da parte della polizia,
che attualmente mira soprattutto a rilevare gli eccessi di velocità sulle autostrade, andrebbe
intensificata anche nei centri abitati e sulle strade extraurbane e dovrebbe includere tutti i
comportamenti pericolosi.
Ottobre 2010
Formazione in due fasi / Licenza di condurre in
prova
Alla fine del 2005, in Svizzera è entrata in vigore la cosiddetta formazione in due fasi che ha prorogato
l'istruzione alla guida con una fase di prova triennale. Durante questo periodo, tutti i neopatentati
devono frequentare due formazioni complementari di due giorni. Inoltre sono previste delle sanzioni
severe: nel caso di infrazioni pericolose per il traffico stradale che comportano la revoca della licenza
di condurre, la fase di prova sarà prolungata di un anno. Dopo una seconda infrazione, la licenza di
condurre in prova viene annullata. Una nuova domanda per ottenere la licenza per allievo conducente
può essere inoltrata al più presto un anno dopo l'annullamento e soltanto sulla base di una perizia di
psicologia del traffico che accerti l'idoneità alla guida.
L'upi – Ufficio prevenzione infortuni – ha verificato in un'analisi valutativa scientifica se la
regolamentazione della licenza di condurre in prova riduce effettivamente gli incidenti. Oltre alle analisi
dell'ufficiale statistica dell'incidentalità commissionate dall'Ufficio federale delle strade USTRA, sono
stati effettuati anche dei sondaggi per ottenere dati dettagliati sulle strutture delle funzioni e degli
effetti della misura.
Le analisi dell'incidentalità effettuate hanno corroborato le riduzioni degli incidenti attese. Durante la
fase di prova, i neopatentati giovani causano meno incidenti con lesioni gravi di quanto sarebbe da
attendersi in base al generale trend di sicurezza: la riduzione supera il 10%. In considerazione della
difficile base di dati, delle lacune di dati e dell'evoluzione volatile dell'incidentalità, è consigliabile
interpretare con riserva la calcolata riduzione degli incidenti.
I dati dei sondaggi corroborano gli effetti positivi della potenziale sanzione sul comportamento alla
guida. Gli effetti sulla sicurezza delle formazioni complementari, invece, non hanno potuto essere
provati nella misura sperata. Per questo motivo è consigliabile ottimizzare le formazioni complementari
nel quadro del corrente progetto USTRA per migliorare l'istruzione alla guida. Per contrastare la
diffusissima abitudine dei neopatentati di rinviare la partecipazione ai corsi, dovrebbe essere stabilito
un tempestivo lasso di tempo determinato in cui si è obbligati a frequentarli. Solo in questo modo sarà
possibile coprire il lasso di tempo con il maggior rischio d'incidenti.
Complessivamente la fase di prova incrementa fin d'ora e in modo evidente la sicurezza stradale che
può essere aumentata ulteriormente mediante diversi adeguamenti.
Novembre 2013
Galleria autostradale del San Gottardo
In relazione al previsto risanamento della galleria autostradale del San Gottardo, attualmente si
discute della realizzazione di una seconda canna. L'upi, Ufficio prevenzione infortuni ha analizzato le
possibili conseguenze di questo progetto sull'incidentalità.
Dal punto di vista della sicurezza stradale si può osservare che tra il 1999 e il 2009, ogni anno nella
galleria autostradale del San Gottardo si sono infortunate mediamente 10 persone. Nella media
annuale, le vittime mortali sono state 1,1. A titolo comparativo: nello stesso periodo, la media delle
vittime di incidenti stradali in tutta la Svizzera superava i 28 000 (di cui 470 mortali).
Effetto di un raddoppio del Gottardo con un volume di traffico invariato
Secondo alcune analisi scientifiche, l'ampliamento di un tunnel da una a due canne ridurrebbe di una
buona metà il numero di incidenti. Nel caso della galleria del San Gottardo, il guadagno in termini di
sicurezza sarebbe presumibilmente di circa 5 infortunati (4 feriti leggeri, 1 ferito grave e 1 vittima
mortale ogni due anni). Sul fronte economico si risparmierebbero ogni anno 2,3 mln CHF. L'analisi in
questione si basa sul periodo compreso tra il 1992 e il 2012.
La realizzazione di una seconda canna eviterebbe, calcolando un periodo di esercizio pari a 40 anni,
circa 220 infortunati, di cui circa 160 feriti leggeri, 40 feriti gravi e 20 vittime mortali. In 40 anni, il
guadagno di sicurezza derivante dai costi degli incidenti risparmiati equivale a circa 90 milioni di
franchi.
Gennaio 2014
Gomme invernali obbligatorie
La legge svizzera non obbliga gli automobilisti a dotarsi di gomme invernali. Tuttavia chi circola
d’inverno con pneumatici estivi mette in pericolo se stesso e gli altri. Già a una temperatura di 7 gradi,
le gomme estive non garantiscono infatti un’aderenza ottimale. Se un automobilista causa un
incidente perché il suo veicolo non è adeguatamente equipaggiato, l’assicurazione può ridurre le
prestazioni o far valere il diritto di regresso. Anche chi rimane bloccato a causa delle gomme estive e
intralcia il traffico può in taluni casi essere sanzionato per violazione delle regole basilari della
circolazione stradale.
Sulle strade svizzere sono tuttora troppo numerose le automobili che d’inverno circolano con i
pneumatici estivi. Nei paesi vicini alla Svizzera la legge impone l’uso delle gomme invernali. In
Germania, ad esempio, l’obbligo sussiste in caso di condizioni invernali (ghiaccio e neve asciutta o
bagnata). Lo stesso vale in Austria (dal 1° novembre al 15 aprile). L’Italia può prescrivere le gomme
invernali a breve termine su determinati tratti, a certi orari e in caso di condizioni invernali.
L’upi è favorevole all’introduzione dell’obbligo delle gomme invernali in Svizzera ed è pronto a
sostenere un intervento parlamentare in tal senso. Sarebbe senz’altro immaginabile imporre i
pneumatici invernali da novembre a marzo, anche nelle regioni più calde come in Ticino. Già oggi l’upi
raccomanda di dotarsi di pneumatici invernali con una profondità del battistrada di 4 millimetri nel
periodo da ottobre a Pasqua.
È importante puntualizzare che le gomme invernali costituiscono una necessità, ma non dispensano in
alcun modo dall’adeguare il proprio stile di guida alle condizioni stradali.
Gennaio 2011
Iniziativa popolare contro i pirati della strada
Gli eccessi di velocità sono una delle prime cause di incidente. Se tutti gli automobilisti rispettassero i
limiti, sulle strade si registrerebbero in media 35 vittime in meno all’anno. Le licenze di condurre ritirate
ogni anno per un netto superamento della velocità massima autorizzata sono oltre 30 000. In questo
contesto fa particolarmente discutere il tema dei pirati della strada.
Secondo Road Cross, che ha lanciato l’iniziativa, commette un’infrazione grave chi supera i limiti di
velocità di 40 km/h e oltre nelle zone 30, di 50 km/h e oltre nei centri abitati, di 60 km/h e oltre sulle
strade extraurbane e di 80 km/h e oltre sulle autostrade.
Tipo di strada o zona (velocità
massima indicata)
Superamento della velocità massima autorizzata che
secondo l'iniziativa fa di un conducente un pirata della
strada
Zona 30 (30 km/h)
40 km/h e oltre
Centro abitato (50 km/h)
50 km/h e oltre
Strada extraurbana (80 km/h)
60 km/h e oltre
Autostrada (120 km/h)
80 km/h e oltre
Nel frattempo questi limiti sono stati inseriti nel programma Via Sicura, approvato dal Parlamento. Dal
canto suo, l’upi ritiene che i valori definiti per le infrazioni gravi potrebbero essere più bassi e che
vadano considerati anche altri fattori, come le condizioni meteorologiche e il pericolo che una guida
spericolata comporta per gli altri utenti della strada. In ogni caso l’upi auspica sanzioni molto severe
per le infrazioni più gravi.
Per quanto facciano notizia, è comunque importante puntualizzare che i pirati della strada sono
responsabili solo di una piccola parte degli incidenti dovuti a velocità eccessiva. Lo dimostra il fatto
che soltanto un terzo dei conducenti è punito con il ritiro della patente e che solo una parte di essi
rientra nella categoria dei pirati della strada secondo la definizione data dai promotori dell’iniziativa.
Invece i conducenti che superano di poco i limiti di velocità e il cui comportamento è meno
appariscente sono molto più numerosi e responsabili in misura molto più ampia degli incidenti causati
da velocità eccessiva.
Alla luce di queste considerazioni, l’upi è del parere che siano necessarie misure contro il gruppo a
maggior rischio – come previsto dall’iniziativa popolare contro i pirati della strada – ma anche contro il
gruppo molto più folto di chi guida a velocità sostenuta. A tal fine possono esplicare gli effetti auspicati
l’applicazione coerente del pacchetto di misure Via Sicura adottato dal Parlamento, il potenziamento
dei controlli di velocità e le campagne di sensibilizzazione che invitano a guidare a velocità adeguata
(ad es. campagna «Slow down. Take it easy»).
Luglio 2012
Istruzione alla guida anticipata?
Il TCS propone un abbassamento dell’età minima per ottenere la licenza di allievo conducente.
Un’istruzione anticipata consentirebbe di prolungare la fase di pratica, con effetti positivi sul bilancio
degli incidenti relativo ai neopatentati: questo l’argomento a sostegno della proposta. Come esempio
viene citato il successo dell’introduzione dell’istruzione alla guida anticipata in Svezia e in altri paesi
europei.
L’effetto positivo di una pratica prolungata è incontestabile e migliorerebbe anche in Svizzera il
bilancio negativo degli incidenti dei neopatentati. Un periodo d’istruzione più lungo permette agli allievi
conducenti di fare più esperienza con un accompagnatore e dunque anche in una cornice più protetta.
Inoltre, durante la guida affiancata da un adulto è raro che si verifichino incidenti.
Non va però trascurato l’effetto negativo, che comporterebbe un aumento degli incidenti: circa 40 000
giovani conducenti circolerebbero sei mesi prima del previsto sulle strade, poiché grazie al fatto di
ottenere prima la licenza di allievo conducente potrebbero sostenere l’esame di guida
immediatamente dopo il compimento dei 18 anni (attualmente l’età media è di 19,1 anni).
Il bilancio della sicurezza si potrebbe migliorare promuovendo la pratica accompagnata da persone
non addette ai lavori (come i genitori), senza anticipare l’istruzione di guida. L’utilità di questo tipo di
formazione è stata infatti accertata dalla ricerca dell’incidentalità. Attraverso un coordinamento delle
lezioni di guida dei maestri conducenti con la pratica al di fuori della formazione ufficiale, ad esempio
tramite un portafoglio d’apprendimento in cui si attestano tutte le pratiche di guida svolte, si potrebbe
offrire un sostegno utile agli accompagnatori. La promozione della pratica di guida affiancata da non
addetti ai lavori sarebbe altresì in linea con le attuali discussioni e proposte di OPERA-3, il progetto
nazionale per l’ottimizzazione della prima fase dell’istruzione alla guida.
Ottobre 2012
Intervalli tra un collaudo e l'altro
In Svizzera la sicurezza delle automobili viene controllata una prima volta dopo quattro anni dalla
prima immatricolazione, poi dopo altri tre e successivamente a intervalli di due anni. Considerato il
numero esiguo di incidenti che, secondo la statistica degli incidenti stradali, sono dovuti a problemi
tecnici e visto che molti cantoni non riescono a rispettare le scadenze summenzionate per mancanza
di personale, si sta pensando di allungare gli intervalli tra un controllo e l'altro. Tra gli argomenti a
favore di questo cambiamento vi è che i veicoli moderni sono comunque dotati di sistemi di diagnosi
computerizzata.
È sostanzialmente giusto verificare il rapporto costi-benefici dei controlli tecnici in vista di un'eventuale
ottimizzazione. Tuttavia, dato che con il passare degli anni i veicoli presentano sempre più problemi
tecnici rilevanti per la sicurezza, l'upi considera in modo piuttosto critico l'estensione dei termini.
Ritiene però che il provvedimento possa entrare in linea di conto se le risorse di personale così
liberate vengono impiegate per gli esami pratici di guida. Le misure esistenti, sostenute dall'upi, per
aumentare il numero degli esami di guida e migliorarne la qualità rischiano infatti di dover essere
abbandonate per carenza di personale. Il trasferimento delle risorse dai controlli tecnici agli esami di
guida dovrebbe portare vantaggi in termini di sicurezza. E sarebbe senz'altro attuabile, visto che gli
esperti dei servizi della circolazione si occupano generalmente sia degli esami di guida che dei
collaudi.
Ciò nonostante l'upi ritiene accettabile soltanto l'estensione di un anno del primo termine. Gli intervalli
successivi devono assolutamente essere rispettati, visto che la frequenza dei problemi tecnici
aumenta notevolmente con il passare degli anni.
Berna, Maggio 2013
Legge sugli sport a rischio
La «Legge federale concernente l’attività di guida alpina e l’offerta di attività a rischio» è opportuna e
utile dal punto di vista della prevenzione degli infortuni. Tutti gli operatori svizzeri o stranieri che, a
titolo commerciale, propongono attività sportive a rischio devono soddisfare dei requisiti minimi. Ciò
comporta un guadagno in termini di sicurezza per i clienti e rafforza l’esistente autodisciplina garantita
specialmente dalla fondazione «Safety in adventures».
Unitamente all’Ufficio federale dello sport UFSPO, la Suva, l’Associazione svizzera d’assicurazioni
ASA, la Swiss Outdoor Association SOA, la Federazione svizzera del turismo FST, Svizzera Turismo
e i Cantoni BE, ZH, SG, BS, AG, VD e TI, l’upi si impegna da anni in seno a questa fondazione, che
gode peraltro di ampio appoggio.
Luglio 2012
Migliorare la fluidità del traffico sulle strade
nazionali
Il Consiglio federale propone una serie di provvedimenti per ridurre gli ingorghi sulle autostrade e
aumentare la fluidità del traffico:
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apertura al traffico delle corsie d’emergenza
divieto di sorpasso per i camion su determinate tratte
riduzione progressiva e temporanea della velocità massima su singoli tratti autostradali
informazione esaustiva dell’utenza su eventuali colonne, con proposta di percorsi alternativi
gestione degli svincoli autostradali
corsie supplementari per eliminare i problemi di capacità
Pur essendo per lo più favorevole a queste proposte, l’upi nutre qualche dubbio sull’apertura al traffico
delle corsie d’emergenza. In un’ottica preventiva non è consigliabile un cambio di destinazione
permanente, in quanto fa aumentare il rischio di incidente (meno spazio per i veicoli in avaria, per
scansare ostacoli sulla carreggiata, per misure di sbarramento e demarcazione in caso di cantieri
ecc.). In ogni caso l’apertura al traffico delle corsie d’emergenza deve essere accompagnata da
misure di sicurezza, tra cui la riduzione della velocità e l’intensificazione dei controlli.
L’upi ritiene particolarmente importanti la riduzione progressiva e temporanea della velocità massima
su determinati tratti autostradali e l’informazione esaustiva dell’utenza su eventuali colonne, con
proposte di percorsi alternativi. Questi provvedimenti contribuiscono non solo a migliorare la fluidità
del traffico, ma anche a prevenire gli incidenti.
Febbraio 2012
Modello upi 50/30
Il modello upi 50/30 km/h suddivide la rete viaria degli abitati in strade a funzione di servizio e strade a
funzione di traffico. Affinché queste ultime possano esplicare al meglio la loro funzione – garantire la
fluidità del traffico di transito – il limite generale di velocità deve essere fissato a 50 km/h e la
sicurezza migliorata con misure di arredo werden (inserimento in zona 30 all’ora possibile in casi
eccezionali; BGE 1C_17/2010). Sulle strade a funzione di servizio la velocità va limitata a 30 km/h per
aumentare la sicurezza e migliorare la qualità di vita nei quartieri. La velocità ridotta induce a adottare
uno stile di guida moderato, riduce le emissioni di gas di scarico e l’inquinamento fonico. Il numero e
la gravità degli incidenti diminuiscono, i percorsi casa-scuola diventano meno pericolosi e gli utenti più
lenti si sentono più sicuri, il tutto senza grandi sacrifici in termini di tempo per i conducenti di veicoli a
motore.
Una valutazione del modello upi 50/30 ha evidenziato che alla fine del 2006 erano state autorizzate
2057 zone 30 all’ora e riconfigurate 211 strade a funzione di traffico. I comuni che avevano realizzato
almeno una delle due misure erano 729. Questo significa che 2000 comuni, per lo più piccoli, non
avevano ancora intrapreso nulla. Benché siano stati compiuti primi importanti passi, resta ancora
molto da fare.
La sicurezza stradale è un obiettivo prioritario dell’upi. Le zone 30 all’ora nei quartieri vi contribuiscono
in misura decisiva, essendo stato dimostrato che la moderazione della velocità ha un impatto positivo
sulla sicurezza. Ai conducenti di veicoli a motore si chiede di:



rispettare il limite di velocità a 30 all’ora per la sicurezza di tutti gli utenti,
tenere sempre presente che sulla strada possono esserci dei bambini che giocano,
osservare la precedenza da destra.
Ottobre 2010
Nessuna vendita di alcol nelle aree di servizio
In Svizzera nelle strutture complementari delle autostrade, vale a dire nelle strutture ricettive, di
approvvigionamento, di ristorazione (aree di servizio) e presso i distributori di benzina come pure nelle
aree di sosta, la vendita di alcol è proibita (art. 6, cpv. 2 e art. 7, cpv. 4 Ordinanza sulle strade
nazionali OSN). Il divieto esiste dal 1964 e serve a garantire la sicurezza stradale. Interventi
parlamentari, volti ad abolire il divieto, sono stati fino a ora respinti dal Consiglio federale e dal
Parlamento.
Per fortuna il divieto rende le autostrade svizzere relativamente sicure. Fino ad ora non esistono
proteste da parte di gestori o clienti di aree di servizio che si sono sentiti discriminati da questo
provvedimento di prevenzione degli incidenti. Tale regolamento in vigore è dunque accettato
ampiamente.
In Parlamento è pendente un intervento parlamentare per autorizzare la vendita di alcol. Questo
sarebbe un segnale negativo che renderebbe nuovamente attraente il consumo di alcol per i
conducenti di un veicolo. Per la popolazione il segnale sarebbe poco comprensibile giacché il
Parlamento ha approvato recentemente «Via sicura», il pacchetto di misure ampiamente sostenuto
per aumentare la sicurezza stradale. Tra i provvedimenti presi vi è l'introduzione del divieto di alcol per
i neopatentati che entrerà in vigore il 01.01.2014.
Studi dimostrano che una maggiore disponibilità di alcol porta a un aumento dei problemi
alcolcorrelati, come ad es. incidenti automobilistici, e riguarda particolarmente persone giovani. Dal
punto di vista della sicurezza stradale è paradossale pretendere dai giovani conducenti di rinunciare
all'alcol e allo stesso tempo offrire loro bevande alcoliche nelle aree di servizio, specialmente
frequentate dai conducenti e passeggeri di automobili. In più, già oggi molti incidenti sono spesso da
attribuire in misura superiore alla media a conducenti contromano in stato di ebbrezza.
Si teme che togliendo il divieto di vendita di alcol nelle aree di servizio, l'influsso dell'alcol alla guida
aumenterebbe, rappresentando un pericolo aggiuntivo per gli utenti della strada. L'upi consiglia
pertanto di respingere l'autorizzazione di vendita di alcol nelle aree di servizio.
Gennaio 2013
Niente alcol per i neopatentati
L’upi si batte da anni per l’introduzione del divieto assoluto di assumere alcolici prima di mettersi al
volante per i neopatentati. Questa categoria di conducenti è infatti sovrarappresentata nella statistica
degli incidenti alcolcorrelati a causa della maggiore propensione al rischio e della scarsa esperienza di
guida. Basta una quantità minima di alcol nel sangue per compromettere la capacità di guida di un
giovane conducente. Con un tasso alcolemico dello 0,3‰ il rischio d’incidente è quasi raddoppiato. I
giovani fra i 18 e i 24 anni causano due volte più incidenti alcolcorrelati rispetto ai 25-44enni e
addirittura quattro volte di più rispetto ai 45-64enni. Secondo le stime dell’upi l’introduzione dello zero
per mille per i neopatentati consentirebbe di evitare ogni anno da 5 a 10 decessi e circa 50–70 feriti
gravi.
Il divieto di assumere alcolici per i conducenti freschi di patente si è già dimostrato efficace in altri
Paesi anche dal punto di vista dei costi. Per questo l’upi lo ritiene una misura prioritaria in materia di
sicurezza stradale e ne raccomanda la rapida introduzione. Il divieto dovrebbe valere per tre anni dal
rilascio della licenza di condurre e coincidere quindi con il periodo di prova.
In un’indagine rappresentativa condotta nel 2009, il 68% degli intervistati si è dichiarato favorevole al
limite dello zero per mille per i neopatentati.
Il divieto di assumere alcolici per i neoconducenti è parte integrante del programma di sicurezza
stradale Via sicura approvato dalle Camere federali nel giugno 2012.
Luglio 2012
Pericolo di valanghe per freerider ed escursionisti
Chi pratica lo sci escursionismo, lo sci fuori pista (freeride) e le racchette da neve fuori dalle piste e dai
percorsi demarcati e sicuri si espone a rischi particolarmente elevati, ad esempio il rischio di caduta o
di valanga. In Svizzera le valanghe mietono ogni anno una ventina di vittime tra gli amanti degli sport
sulla neve. Nel 90 percento dei casi sono le vittime stesse a provocarla; 2 escursionisti su 5 che
vengono completamente sepolti perdono la vita. Oltre 9 vittime su 10 si trovavano su un pendio ripido,
ossia con una pendenza superiore ai 30 gradi.
Il rischio di valanghe è difficile da valutare poiché è determinato da molti fattori oltre che dalla
pendenza del versante. Sono necessarie conoscenze specifiche e tanta esperienza. Tuttavia, il rischio
zero non è mai garantito nemmeno a chi dispone di tutti i requisiti. L’upi consiglia pertanto di
assumere un comportamento difensivo e di calcolare un margine di riserva.
In concreto ciò significa, ad esempio:

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Rinunciare al freeride e restare sulle piste o sui percorsi gialli sicuri se i segnali luminosi della
stazione sciistica lampeggiano (a partire dal livello di pericolo 3) o in caso di dubbio.
Scegliere percorsi demarcati e aperti o pendii di media ripidità per le uscite con le racchette da
neve.
Praticare il fuori pista soltanto sui pendii di media ripidità oppure farsi accompagnare da un
esperto o da una guida se non si dispone di una formazione specifica sulle valanghe e non si ha
grande esperienza.
Munirsi sempre dell’equipaggiamento di salvataggio necessario.
Chi pratica lo sci escursionismo, lo sci fuori pista e le racchette da neve non è esonerato dalla propria
responsabilità giuridica e può essere chiamato a rispondere in conformità al diritto civile o penale. È
inoltre possibile che l’assicurazione decurti le prestazioni in caso di danno.
L’upi consiglia ai gestori degli impianti di risalita di aumentare l’offerta di percorsi fuori pista sicuri.
Settembre 2012
Scatola nera
Per «scatola nera» si intende un apparecchio che permette generalmente di ricostruire la dinamica di
un incidente. Un tipo di scatola nera è il crash recorder, che rileva diversi parametri (ad es.
rallentamento, accelerazione trasversale e velocità) in modo estremamente dettagliato, ma memorizza
soltanto i dati relativi al breve intervallo di tempo che precede e segue un incidente. Il crash recorder
di AXA Winterthur, ad esempio, registra i 20 secondi precedenti e i 10 successivi all’impatto.
In linea di principio l’upi è favorevole all’installazione di crash recorder sugli autoveicoli. Oltre a
facilitare la ricostruzione degli incidenti e la raccolta di prove, questi apparecchi hanno senza dubbio
effetti positivi anche in termini di prevenzione.
Un altro tipo di scatola nera è il cronotachigrafo, un dispositivo che non registra le informazioni solo in
caso di incidente, ma che memorizza tutti i dati relativi all’attività del veicolo. Questi sistemi non sono
però sufficientemente precisi per ricostruire gli incidenti, dato che in genere rilevano le informazioni a
intervalli di un secondo. Poiché sorvegliano in permanenza l’attività del veicolo, si prestano tuttavia
per attività preventive, ad esempio per:



il calcolo di premi assicurativi personalizzati in funzione del rischio
il controllo di veicoli della flotta aziendale
la riabilitazione di conducenti che hanno commesso infrazioni gravi (ad es. pirati della strada)
Via sicura, il programma di sicurezza stradale della Confederazione, propone di imporre ai conducenti
cui è stata ritirata la licenza di condurre per eccesso di velocità l’installazione di un apparecchio per la
registrazione dei dati. L’upi è favorevole a un intervento di questo tipo, in quanto permetterebbe di
colmare il vuoto tra le misure preventive destinate a tutti i conducenti e le sanzioni severe riservate a
chi commette le infrazioni più gravi.
Ottobre 2010
Segno della mano obbligatorio ai passaggi
pedonali?
Sulla stampa si legge occasionalmente che il segno della mano ai passaggi pedonali è stato abolito,
ma si tratta di una notizia falsa. Il segno della mano non è mai stato obbligatorio, visto che già nel
1964 (!) il Tribunale federale aveva respinto tale eventualità. Ciò nonostante la politica e i media
chiedono regolarmente di reintrodurre il cenno obbligatorio della mano. Se si ottemperasse a questa
richiesta, i pedoni sarebbero tenuti per legge a segnalare con la mano l'intenzione di attraversare. Ciò
equivarrebbe a svuotare della sua sostanza l'attuale diritto di precedenza.
Ovviamente non è vietato fare un cenno con la mano, anzi, in molte situazioni può essere utile. In
generale si raccomanda agli utenti della strada di comunicare tra loro (ad esempio cercando il contatto
visivo).
L'upi – Ufficio prevenzione infortuni – ritiene che l'introduzione del segno obbligatorio della mano sia
un passo indietro per la sicurezza stradale. C'è infatti da temere che una decisione in tal senso faccia
aumentare il numero di bambini e di anziani vittime di incidenti sulle strisce pedonali.
I due principali argomenti presentati qui di seguito parlano a favore del mantenimento della prassi in
vigore.

A prima vista il cenno della mano può sembrare una misura molto efficace. È stato però
dimostrato che i bambini non sono in grado di segnalare adeguatamente la loro intenzione di
attraversare con un segno della mano né di interpretare correttamente il cenno di un conducente.
Inoltre non riescono a valutare né le distanze, né la velocità dei veicoli in arrivo. Gli istruttori del
traffico dei corpi di polizia, gli specialisti di sicurezza stradale del TCS e l'upi hanno pertanto
deciso di non insegnare ai bambini a fare un cenno della mano quando vogliono attraversare e a
non considerare i segni degli automobilisti. Sarebbe troppo pericoloso. Di conseguenza durante i
corsi di educazione stradale i bambini imparano ad aspettare che i veicoli siano del tutto fermi
prima di attraversare.

In Europa vengono applicate regole unitarie nella circolazione stradale. Questa standardizzazione
è indubbiamente un vantaggio per gli automobilisti e per gli altri utenti della strada che non devono
adeguarsi a un'altra normativa quando vanno all'estero. Introdurre una regolamentazione speciale
in Svizzera equivarrebbe a ridurre la sicurezza del traffico stradale. A convalida di ciò e in un'ottica
di coerenza, il Consiglio federale e il Parlamento si sono pronunciati a più riprese contro
l'introduzione del segno obbligatorio della mano.
La disciplina vigente prevede che i pedoni non hanno il diritto di attraversare sulle strisce pedonali
senza considerare i veicoli in arrivo: l'art. 47 cpv. 2 ONC sancisce che non possono avvalersi della
precedenza se il veicolo è già così vicino da non potersi più fermare per tempo.
Agosto 2013/Fr/Mc
Sorpasso a destra
Secondo la legge sulla circolazione stradale non è permesso sorpassare a destra (art. 35 cpv. 1
LCStr). Un’eccezione a questa regola è prevista dall’ordinanza sulle norme della circolazione stradale
(ONC). Ai sensi dell’art. 8 cpv. 3 ONC, nella circolazione in colonne parallele sulle autostrade è
permesso passare sulla destra di altri veicoli. È tuttavia vietato espressamente sorpassare a destra
con manovre di uscita e di rientro.
Con una mozione il Consiglio federale è stato incaricato di autorizzare il sorpasso a destra sulle
autostrade. Nella motivazione l’autore spiega che il traffico sarebbe più fluido se la corsia di destra
fosse sfruttata meglio, soprattutto in caso di circolazione intensa. Prendendo spunto dagli Stati Uniti,
dove il sorpasso a destra è consentito in certi casi, l’autore argomenta affermando che questo
provvedimento consentirebbe di ridurre il numero di incidenti.
A questo proposito è bene precisare che sulle autostrade svizzere si registrano due volte meno morti
per miliardo di chilometri percorsi che non sulle autostrade statunitensi (2007: 2,2 in Svizzera, 4,5
negli Stati Uniti). Inoltre in molti Stati americani il sorpasso a destra è vietato sulle autostrade con sole
due corsie per direzione. Superare a destra è consentito soltanto a partire da tre corsie, e si
raccomanda di circolare sulla corsia centrale. Dato che in Svizzera i tratti autostradali a tre corsie per
direzione sono pochissimi, una deroga in tal senso non si giustifica.
L’upi condivide il parere del Consiglio federale (vedi risposta alla mozione di Thomas Hurter del
02.02.2011). Il divieto di sorpassare a destra è una norma della circolazione stradale importante che
serve a evitare gli incidenti stradali, in particolar modo sulle autostrade. Questa regola rende il
cambiamento dalla corsia di sinistra a quella di destra più sicuro, in quanto i conducenti possono
contare sul fatto che non sopraggiunge un veicolo più veloce. Consentire il sorpasso a destra non è
opportuno, soprattutto in caso di traffico intenso, dato che questa manovra comporta un cambiamento
di velocità (accelerazione, frenata) e quindi anche un certo rischio.
Una revoca del divieto di sorpasso a destra condurrebbe a un abbassamento del livello di sicurezza e
a un indebolimento dell'obbligo di circolare a destra, valido in tutti gli Stati dell'Europa continentale.
Marzo 2011
Telefonare al volante
Da studi condotti sull’argomento emerge che telefonare guidando quadruplica o quintuplica il rischio
d’incidente, indipendentemente dal fatto che si utilizzi o no il vivavoce. Anche scrivere SMS al volante
aumenta le probabilità di causare un incidente.
Secondo l’upi, il divieto generalizzato di utilizzare il cellulare mentre si guida (inclusi vivavoce e SMS)
contribuirebbe a migliorare in modo sostanziale la sicurezza stradale. L’upi è tuttavia consapevole che
in questo momento manca il consenso politico necessario per introdurre un tale divieto. In ogni caso
l’inasprimento delle prescrizioni va accompagnato da un’intensificazione dei controlli da abbinare a
campagne di sensibilizzazione. Il tema «telefonare al volante» dovrebbe inoltre essere trattato in
modo più approfondito nell’ambito della formazione alla guida.
Gennaio 2011
Verve
Con il progetto VERVE (Verwesentlichung der Verkehrsregeln), la Confederazione intende
semplificare le norme in materia di circolazione stradale e ridurre all’essenziale l’attuale «selva» di
segnali. Il programma fa parte del pacchetto Via sicura.
L’upi approva il progetto rammentando però che la semplificazione non deve in alcun modo
compromettere la sicurezza stradale. Nella fase di preconsultazione, l’upi ha espresso un parere
dettagliato su alcuni aspetti della revisione delle pertinenti ordinanze (vedi link).
Un punto critico della proposta di revisione è l’abolizione del cartello «Velocità massima 50, Limite
generale». In futuro il limite di velocità nei centri abitati dovrebbe valere dal cartello di inizio località,
come già avviene in alcuni dei paesi vicini. I vantaggi e gli svantaggi di una simile proposta sono
attualmente oggetto di analisi. L’eventuale attuazione di questa regola deve essere particolarmente
accurata e comporta la verifica del corretto posizionamento di tutti i cartelli di inizio località (che
avranno quindi un doppio significato). Va inoltre previsto un periodo transitorio adeguato e i
conducenti devono essere informati per tempo e in modo chiaro.
L’avamprogetto rielaborato delle ordinanze sarà in consultazione fino al mese di maggio 2011.
Gennaio 2011
Via sicura
Nel giugno 2012 il Parlamento ha approvato il programma di intervento della Confederazione per una
maggiore sicurezza sulle strade svizzere «Via sicura». Il pacchetto include una serie di modifiche
legislative che entreranno progressivamente in vigore tra il 2013 e il 2016. Gli elementi più importanti
sono:
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
l’obbligo di tenere in debita considerazione gli aspetti della sicurezza al momento della
pianificazione, della costruzione, della manutenzione e dell’esercizio delle strade
l’eliminazione di tratti pericolosi ad alta incidentalità
prescrizioni per rendere i passaggi pedonali più sicuri
la nomina, da parte di Confederazione e Cantoni, di responsabili della sicurezza del traffico
introduzione dello 0 permille per i gruppi esposti a rischi particolari (ad es. neopatentati)
estensione dell’accertamento dell’idoneità alla guida e della formazione complementare per chi
commette gravi infrazioni al codice della strada
prescrizioni contro la delinquenza stradale e profilassi contro i casi di recidiva (ad es. «scatola
nera», etilometro blocca-motore)
intensificazione dei controlli alcolimetrici da parte della polizia: la prova del sangue, più onerosa,
viene sostituita dall’analisi dell’alito efficace e probatoria
possibilità di impedire ai pirati della strada di circolare prima che causino un incidente grave.
L’applicazione sistematica di queste misure, che l’upi accompagna con un monitoraggio su base
scientifica, permetterebbe di evitare un centinaio di decessi e un migliaio di ferimenti gravi (tra cui un
centinaio di nuovi casi AI) l’anno.
Luglio 2012
Zone 30 all'ora
Secondo l'attuale situazione giuridica, in tutte le strade all'interno delle località si applica il limite di
velocità massima 50. Qualsiasi deroga alla limitazione di questa velocità (e dunque anche le zone 30
all'ora), deve essere motivata ai sensi dell'art. 108 OSStr con una perizia specifica.
Con l'art. 108 OSStr il legislatore intendeva inizialmente regolare i limiti di velocità deroganti alla
velocità imposta su tratti stradali specifici (ad es. 60 km/h su strade extraurbane o 100 km/h in
autostrada). Tuttavia, ai fini della regolamentazione delle zone, l'articolo nella sua forma attuale risulta
inadeguato.
Allo scopo di facilitare l'introduzione delle zone 30, l'upi sostiene le iniziative per escludere le zone 30
all'ora dalle strade a funzione di servizio secondo l'art. 108 OSStr. L'upi è in particolare favorevole
all'abrogazione dell'obbligo di perizia per queste zone, in quanto consentirebbe ai comuni di realizzare
il modello upi 50/30 senza procedure complicate e costose.
In compenso, l'upi richiede disposizioni legalmente vincolanti per l'impostazione architettonica delle
zone 30 all'ora: nelle strade a funzione di servizio, queste zone devono essere impostate in modo
uniforme e risultare immediatamente riconoscibili da tutti gli utenti della strada. La riconoscibilità
favorisce il rispetto del limite di velocità inferiore, offrendo un contributo all'aumento della sicurezza
stradale.
Anche sui tratti stradali orientati al traffico nei centri urbani, in alcuni punti può risultare sensato
introdurre zone 30 all'ora. Sotto il profilo della sicurezza stradale, la definizione legale di criteri chiari e
vincolanti s'impone pure in questo caso. Per questo tipo di tratti stradali orientati al traffico l'obbligo di
perizia deve essere mantenuto. In tal modo si vuole assicurare un rispetto effettivo del limite di
velocità 30 all'ora, e nel contempo evitare che sulle strade a funzione di servizio si crei un traffico
parassitario.
Gennaio 2014