la Rassegna Economico CONOMICO e E Finanziario INANZIARIO SETTIMANALE ettimanale e Numero 13 - 3 aprile 2014 - Anno 70 - Euro 0,90 www.larassegna.it www.larassegna.it fondata fondatanel nel 1906 1906 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione abbonamento postale - D.L.353/2003 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.n. 46)46) art. 1, 1, comma 1, DCB Bergamo Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in in abbonamento postale - D.L. 27/02/2004 art. comma 1, DCB Bergamo Gelato, con miele e biscotto di mais nasce il gusto di Bergamo Massimo Bosio Consumazioni al bar, aggiornato il listino. Inserito anche il caffè al ginseng ► a pagina di cesare «I l problema più grave di ordine pubblico l’abbiamo in Borgo Santa Caterina». Giusto un anno, a precisa domanda il sindaco Franco Tentorio non ebbe esitazione a dare una risposta secca, senza alcun tentennamento. Tra le diverse reazioni a quell’uscita, ricordiamo perfettamente il volto ilare di un povero stolto che si era spinto a ironizzare sul primo cittadino, indicato quasi come una sorta di dilettante allo sbaraglio (dopo “soli” 40 anni di Consiglio comunale) per aver, udite udite, considerato la movida del Borgo tema più complesso e difficile da gestire delle bravate degli ultrà allo stadio e dintorni. Oggi che la contrapposizione tra residenti e gestori dei locali (quasi sempre vittime dei loro clienti) ha raggiunto livelli preoccupanti forse anche le anime belle, quelle solitamente abituate a giudicare dal salotto della loro casa borghese di periferia, opportunamente lontana dai fastidiosi rumori della città, potranno cominciare a prendere in considerazione di non aver colto il fenomeno nella sua reale delicatezza. [ Spesa pubblica Dai dati dell'Osservatorio provinciale arriva la conferma del quadro critico dell'occupazione bergamasca. Lo scorso anno il saldo è stato negativo per oltre 13mila unità. L'assessore provinciale al Lavoro Giuliano Capetti: “Crollano i tempi indeterminati e questo è un dato inquietante perché stiamo parlando proprio di quei contratti che dovrebbero dare sicurezza al lavoratore”. Lo scorso anno, in effetti, il 46% delle assunzioni è avvenuto con contratti a tempo determinato, solo il 23% a tempo indeterminato. Segue la somministrazione (18%), il lavoro a ravaschio 9 770393 750004 a spesa pubblica nel 2012 secondo la banca dati Siope è stata di 805 miliardi. Nel dettaglio, 86 miliardi di euro ci sono costati gli interessi sul debito (l’autentica zavorra), quasi 312 miliardi la previdenza, 141 miliardi l’amministrazione centrale, 182 miliardi le Regioni (che includono 114 miliardi di spesa sanitaria) e 73 miliardi i Comuni. Infine, con 11 miliardi, arrivano le Province, che incidono così per circa l’1,37% della spesa totale. Per cercare di tagliare la spesa pubblica però si è partiti proprio da quest’ultime, facendole passare mediaticamente quasi come le responsabili del dissesto dei conti. Ci sarebbero enti ben più costosi e spreconi, per non dire inutili, sui quali intervenire, ma per ragioni non del tutto comprensibili e andando contro la tradizione storica si è deciso di puntare sull’abolizione delle Province. C’è da augurarsi che si sia partiti dall’ente sul quale si accentrano meno interessi per poi andare a colpire anche centri ben più importanti. In ogni caso, da qualche parte si doveva pur partire e 3 a pagina Assieme ad esperti contabili e tecnici informatici, la professione di agente di commercio resta tra le più richieste. A Bergamo, secondo i dati Camera di Commercio, dopo due anni di flessione i numeri sono tornati a crescere. Al 31 dicembre si contavano infatti 2.690 imprese attive, di cui 436 in città, con un incremento di 129 unità. «La riduzione del business pesa doppiamente sugli agenti, che si trovano con provvigioni più magre e riduzioni significative del volume d’affari – rileva il presidente del Gruppo Agenti di commercio dell’Ascom Massimo Bottaro -. A questo si aggiungono costi sempre più elevati e maggiori oneri di gestione. Oggi la tendenza è ridurre al minimo la struttura e sta crescendo la ricerca di una scrivania in affitto o di un ufficio in condivisione». Se la crisi e le strategie delle aziende mandanti hanno imposto una riorganizzazione, il futuro è «nell’andare laddove la struttura centrale non riesce ad arrivare. L’agente che ha una presenza capillare e che mantiene contatti con una rete di piccole imprese regge ad ogni situazione di mercato». 3 L 40013 8 progetto (5%) e da ultimo l’apprendistato (3%). Per quanto riguarda le cessazioni, la cui concentrazione segue le stesse dinamiche delle assunzioni, il dato più significativo è l’ampio numero di cessazioni riguardanti il contratto a tempo indeterminato, che sono state 9499 in più rispetto alle assunzioni. "L'industria - spiega Capetti - è il comparto più colpito, ma fa riflettere anche la crisi del commercio, che una volta rappresentava uno sbocco importante". Dopo due anni di calo, a Bergamo le imprese sono tornate a salire. Bottaro (Ascom): «Presenza capillare e cura dei rapporti permettono di reggere ai mutamenti del mercato» ] segue a pagina ► a pagina 5 Giuliano Capetti Agente di commercio, la professione ritrova appeal Il balletto di cifre sul taglio delle Province di stefano 11 I dati dell'Osservatorio provinciale confermano il quadro critico dell'occupazione bergamasca. L'assessore al Lavoro: «Fa riflettere la difficoltà del commercio, una volta sbocco importante» Zapperi segue a pagina ► a pagina Capetti: «Crollano i contratti a tempo indeterminato» [ Bergamo e gli schiamazzi notturni ] Movida, la vera sfida è mettere un freno agli incivili 9 Assegnati i marchi “Sono Sostenibile”, in città diciotto i negozi virtuosi ► a pagina 4 Il polemIco di Marco N «Ecco cosa può fare la Regione per aiutare i pubblici esercizi» di Lino enrico stoppani* L'iniziativa "Dillo alla Lombardia", utile alla Regione per raccogliere indicazioni sull’attività a 12 mesi dall’insediamento della nuova Legislatura, è l'occasione per presentare le esigenze e le priorità dei pubblici esercizi, settore in grande difficoltà, come dimostrano i fatturati in calo, i numeri delle chiusure di esercizi, la costante perdita di produttività nelle gestioni segue a pagina 7 ciMMino Il nepotismo dilagante ha messo una zavorra al Paese on si dice il massimo e, forse, nemmeno il medio: pretenderemmo il minimo. Ci garberebbe che, in una classe di venticinque alunni, non si andasse a pescare il più asino per rappresentare la scuola al concorso nazionale per giovani talenti: lo dice la logica. Invece, non si capisce come, si pesca sempre il peggio fico del bigoncio: sembra che in questo Paese, in cui, certamente, non mancano persone La Lettera all'assessore Cavalli di vaglia, quando si deve mettere la persona giusta al posto giusto, si senta l’irrefrenabile necessità di prendere quella sbagliata. Così, se si deve scegliere un dirigente irreprensibile, che risponda dell’esattezza dei conti pubblici, si prende un pregiudicato per danni all’erario: se bisogna affidare a qualcuno la difesa della cultura, si va a cercare uno che faccia fatica a mettere insieme le parole “Raffaello” e “Rinascimento”. segue a pagina 2 Da oltre 45 anni al servizio dei nostri clienti tavolame, tranciati, pannelli e pavimenti FORPLAST IL MONDO DEL LEGNO Via Circonvallazione Ovest, 18 24040 Stezzano, BG tel. 035 591232 - fax 035 4540219 www.forplastsrl.it 2 la Rassegna 3 aprile 2014 Il polemIco PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA Il nepotismo dilagante ha messo una zavorra al Paese Franco Frigeri di di Franco Frigeri COMMENTI www.larassegna.it seguici su PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA Visita il sito Direttore responsabile: Giuseppe Ruggieri In redazione: Anna Facci Grafica: Andrea Locatelli Direzione e redazione: via Mazzini, 24 - 24128 Bergamo - tel. 035 213030 - fax 035 224572 E-mail: [email protected] Web: www.larassegna.it Editrice: La Rassegna Srl PUNTI DI VISTA fondata nel 1906 [email protected] (commenti su www.larassegna.it) PUNTI DI VISTA Siamo costruiti alla rovescia: la nostra piramide è quanto di meno meritocratico sia dato di concepire. Credo lo sappiano tutti. E, allora, accettiamo la realtà: smettiamola di fare finta di inseguire inverosimili eccellenze, di proclamare ai quattro venti che ci vuole maggiore attenzione per il merito, di dichiarare che le scelte strategiche si faranno, finalmente, basandosi sul curriculum anziché sullo stato di famiglia. Ammettiamolo: siamo un Paese così, tra i Balcani e l’America Latina, felicemente cazzone, allegramente corrotto, confidenzialmente mafioso. Non c’è mica nulla di male: basta saperlo. Ogni giorno, scartabellando qua e là, scopri che un patetico imbecille, piazzato, non si sa come, a dirigere un ente di primaria importanza, è figlio di questo e nipote di quell’altro. Le università, i giornali, le partecipate, le banche, straripano di agnati e cognati di ministri, deputati, boiardi di stato. Uno infila il fratellino alle Poste, senza concorso: una sinecura da duecentomila euro all’anno. Un’altra sistema il figlioletto a fare il dirigente in Alitalia, mentre l’azienda licenzia e cade a pezzi. Che volete farci: siamo fatti così! Ma, almeno, non rompeteci le palle con i vostri sermoncini: non asfissiateci più con le intemerate sui valori della cultura e della civiltà e sulle meraviglie della democrazia. Lasciateci covare il nostro odio e la nostra rabbia senza versare il sale delle vostre prese in giro sulle ferite della gente. Ricordo, molti anni fa, un’intervista fatta da Vigorelli a Massimo D’Alema: quello che pensa di cavarsela sempre coi sorrisetti ironici, anche quando non ha la minima idea di ciò di cui si sta parlando. D’Alema, che fa il dottor sottile, ma non si è nemmeno laureato: aveva troppe cose più importanti da fare. Ebbene, dopo uno sproloquio sul costo della vita e i problemi delle classi subalterne, il giornalista gli aveva domandato quanto costasse un litro di latte, uno di benzina, un chilo di pane. L’arguto lo ignorava: il difensore dei deboli non sapeva minimamente quale fosse la realtà dei problemi su cui andava pontificando. Alla fine, incalzato, sbottò: insomma, cosa vuole che ne sappia? Ecco, noi vorremmo che lo sapeste, cari politici. Vorremmo che la ministra della difesa sapesse che un F35, in un duello aereo con uno qualunque dei suoi obsoleti predecessori, verrebbe inesorabilmente tirato giù. Vorremmo che il ministro della cultura sapesse, almeno, dove si trovino i siti culturalmente rilevanti: vorremmo che ci andasse, levando le sue riverite e plumbee chiappone dalla poltrona. Perché siamo stufi di professoroni che sbagliano le tabelline, di superesperti che combinano solo catastrofi, di dulcamara del cavolo: vorremmo gente seria, preparata e, soprattutto, che provenga dal mondo reale. Di associati universitari trentenni che hanno come sola nota di merito il cognome che portano o la tessera che hanno in tasca ne abbiamo veramente abbastanza. Non ci credete? Fate una prova: quella più semplice riguarda il nostro sistema accademico. Prendete una qualsiasi università e cominciate a scorrere i cognomi di ordinari, associati, ricercatori. Dopo un po’ comincerete a chiedervi: ma non sarà parente di quello là? Ma com’è che ha lo stesso cognome di questo qui. Ma è lo stesso professore? Dovrebbe avere cent’anni: non sarà il figlio? E questo non sarà mica parente di quel politico che la mena tanto sulla trasparenza contro il nepotismo? Quest’altra non sarà la figlia di quel giornalista che faceva il martire della libertà? Tranquilli: nessun caso di omonimia e non avete le traveggole. I nostri atenei sembrano l’almanacco di Gotha: gli associati si scelgono con la legge salica, non con i curricula. Poi, ti domandi: ma come ha fatto il tale, che nemmeno riusciva a laurearsi a Milano e ha dovuto cambiare università, ad essere diventato docente? Aveva la tessera così e cosà, frequentava questo e quello, si è sempre impegnato nel volontariato: caspiterina, tutti titoli valutabili! E, se per l’università è così, figuratevi per incarichi di minor fatica e di maggior lucro: consigli d’amministrazione, sindacati, fondazioni. Una volta o l’altra bisognerebbe fare una specie di “Domesday Book”, un censimento totale del nepotismo italico: l’analisi incrociata dei dati darebbe, secondo me, un quadro tale da giustificare un’insurrezione popolare. Altro che Ancien Règime: altro che monarchia assoluta! Poi, c’è un’altra Italia: la mia, la vostra. Quella della gente che tira la carretta e che non ha santi in paradiso: quella cui i genitori hanno lasciato in eredità la propria onestà dignitosa e il proprio culto per il lavoro. Gente qualunque. Ma è questa gente che, prima o poi, si stancherà dell’arroganza di chi non ha mai lavorato in vita sua: non sopporterà più che sia la raccomandazione a rappresentare nota di merito. Io aspetto quel momento: sto seduto sul muretto, sulla riva del fiume. Ed attendo di veder passare il cadavere di questa finta democrazia. Magari, non ce la farò: schiatterò prima. Ma è sicuro che mio figlio o il figlio di mio figlio, la vedranno, questa benedetta rinascita civile. Ed io me la riderò, dalla mia nuvoletta… PUNTI DI VISTA dalla prima pagina L’Europa, un punto di domanda L’Europa è ancora il numero uno nel mondo per l’economia, per la produzione industriale e per le esportazioni, ma il suo ruolo economico non si traduce in alcun ruolo politico. La sua frammentazione è tale da ostacolare anche lo sviluppo di cui abbiamo bisogno. Perché succede questo? Da un lato sono venuti meno alcuni equilibri del passato: non c’è più in Europa il senso dell’europeismo governato e guidato dal tandem franco/tedesco. E’ un’Europa assai diversa in cui un solo Paese, la Germania, ha un ruolo dominante. L’Europa è nata invece sul senso di pluralismo e di solidarietà e con meccanismi di flessibilità che ora sono sistematicamente messi in dubbio. Questo ha creato in diversi Paesi una progressiva crescita del populismo, e di partiti anti europei. La Germania ha fermato il populismo al suo interno, ma al prezzo di una politica che non tiene conto dei problemi degli altri Paesi. Esiste inoltre un problema britannico. La Gran Bretagna non ha ancora deciso (per non parlare del referendum per l’indipendenza della Scozia) a quale sponda dell’Atlantico appoggiarsi. Se si votasse oggi, il no avrebbe la maggioranza. Ciò significa che i problemi dell’Europa sono complicati. Non è che l’Europa si vada sciogliendo perché ormai è una realtà fortemente strutturata e che, in fondo, tutti ritengono indispensabile per il mondo futuro. Tuttavia, nelle condizioni in cui si trova, è impossibile che l’Unione europea possa giocare, nella grande politica mondiale, il ruolo che pure potrebbe benissimo giocare. Abbiamo un grande potenziale che non si traduce in realtà. “Europa in trappola?": no, una domanda da respingere, una sfida da vincere. Essere coraggiosi in democrazia E’ difficile essere coraggiosi in democrazia. L’eroismo appartiene di diritto allo stato di emergenza. Quando c’è da scegliere tra bianco e nero, libertà e tirannide. E’ più complicato essere animati da sentimenti baldanzosi nel clima di mediazione e compromesso che accompagna le democrazie in buona salute, dove il coraggio viene sostituito dalla ricerca del consenso e della legittimazione e dalla soluzione politica maggiormente condivisa. Il problema nasce quando le democrazie se la passano maluccio, come accade in Italia. Può capitare infatti che in questi casi il coraggio venga sostituito integralmente dal cinismo. Ovvero dall’esaltazione della sfiducia, dalla predica della rassegnazione come abito morale, dalla celebrazione della mangiatoia come simbolo nazionale. Nonostante tutto pensiamo che si debba reagire a questa mitologia negativa del nostro presente, all’apologia del cinismo come registro prevalente della narrazione italiana. L’idea, per l’appunto, che gli italiani siano metodicamente dediti al sotterfugio e al malaffare e che come tali debbano essere raccontati nelle cronache e nelle raffigurazioni di ogni genere. Naturalmente l’immagine dell’italiano malandrino non è una novità. E non è una novità che si polemizzi contro le fotografie che ci vogliono schiacciati nella caricatura del profittatore. Allora, ci basterà ricordare alcune delle parole con cui Gaetano Salvemini se la prendeva nel 1947 con chi ripeteva che “gli italiani sono fatti così e la botte non può dare che il vino che ha”, “Sissignori - scriveva Salvemini - gli italiani presi uno per uno sono quelli che sono. Ma non tutti sono allo stesso modo. Ve ne sono alcuni che sono fatti diversamente...E quand’anche gli italiani che sono fatti diversamente, fossero non centomila, ma appena mille, cento, dieci, uno solo, quell’uomo solo - degno di rispetto e non carogna - dovrebbe essere aiutato, approvato, sostenuto”. Una lezione morale sempre valida, il pensare che il destino degli italiani non è cinico e baro. La città e le scommesse da vincere E’ in corso un vivace dibattito pre elettorale in cui l’obiettivo da tutti dichiarato è quello di puntare su una Bergamo capace di raggiungere traguardi che competono a una città in cui è sempre larga la forbice fra lecite ambizioni e realizzazioni concrete. In un quadro di grandi trasformazioni c’è bisogno che all’interno dei gruppi protagonisti della vita cittadina prevalga l’obiettivo di inserire la difesa degli interessi legittimi in un progetto complessivo, in una visione plurale della comunità, un insieme in cui ciascuno dà in modo trasparente e riceve con certezza quanto gli tocca. Nel contempo, però, lealmente accetta di “sacrificare” qualcosa delle sue mire, nel caso in cui il perseguimento di qualcuna di esse andasse a discapito di altri. La coesione sociale non può prescindere da una visione comunitaria, pena il ritrovarsi entro un agglomerato di egoismi e non in una convivenza ordinata. Tocca alla politica capire quando gli squilibri fra richieste in gioco sono fonte di alterazioni e smagliature nel tessuto di relazioni. Dopo tutti i doverosi tentativi di esperire intese fra i vari interessi, giunge il momento della responsabilità di stabilire una scala di valori e di scegliere ciò che in base ad essa è il “buono per tutti”. Certo, può essere una via irta di difficoltà e che aliena simpatie e appartenenze, ma governare non può ridursi a tirare a campare che “tanto poi tutto si aggiusta”. Sede legale: via Borgo Palazzo, 137 - Bergamo Presidente: Ivan Rodeschini Registrazione: Tribunale di Bergamo n. 185 del 20/02/1950 Abbonamenti: via Borgo Palazzo, 137 - Bergamo tel. 035 4120304 - fax 035 4120149 Abbonamento: annuale € 41 pagabile con bonfico bancario in favore di “La Rassegna Srl” presso Banca Popolare di Bergamo, Filiale di Bergamo Clementina IBAN: IT79M0542811111000000060227 Stampa: Sigraf spa - via Redipuglia, 77 24047 Treviglio (Bg) - tel. 0363 300330 - fax 0363 343282 Pubblicità: La Rassegna Srl Pubblicità, via Mazzini, 24 - 24128 - Bergamo, tel. 035 213030 - [email protected] Spedizione in abbonamento postale la Rassegna 3 aprile 2014 3 COMMENTI questi giorni, sfociate in assemblee e raccolte di firme, venissero convogliate in una riflessione il più possibile serena e pacata. Che parta da una considerazione fin che si vuole banale ma ineludibile: entrambi i diritti (riposo-divertimento) hanno eguale dignità e necessità di essere dispiegati. Anche i residenti, ricordiamolo agli accigliati censori di chi si ostina a non gradire i baccanali a cielo aperto, amano svagarsi, trascorrere serate in compagnia degli amici, bere qualcosa al bar. Né più né meno dei tanti, tantissimi (ed è un patrimonio prezioso per la realtà commerciale cittadina) clienti dei locali pubblici. Il vero discrimine è il luogo, ma soprattutto il modo. Ed è di questo che bisogna discutere. La città è viva anche se e tanto quanto lo sono i suoi luoghi di divertimento. Il contrario sarebbe il camposanto. Nessuna pregiudiziale, quindi, né ostilità nei confronti di chi investe risorse ed energie per offrire occasioni di relax. Il bersaglio vero, su cui gestori e residenti devono e possono trovare un’intesa per una battaglia comune, sono piuttosto i clienti. Quella parte, ahimè non trascurabile, di avventori che quando esce di casa dimentica di portarsi con sé (ammesso che ne disponga) quel corredo di buona educazione e rispetto altrui che rendono l’uomo civile diverso dall’animale. Conosciamo tutti, anche per esperienza diretta, il campionario di cori e urla a squarciagola in piena notte, le sgommate, i lanci di bottiglie. Certo non possiamo immaginare una sorta di maxi campagna di rieducazione, sarebbe velleitario e fors’anche inutile. Ma si può provare a chiedere più attenzione e severità alle forze dell’ordine (i reati, dagli schiamazzi al disturbo della quiete pubblica, esistono). Un impegno che vale soprattutto per chi si candida alla guida di Bergamo, nella speranza che, come dimostra anche il recente parziale dietrofront, sappia calibrare meglio il pur condivisibile desiderio di contribuire a migliorare la vivibilità della città. Cesare Zapperi (commenti su www.larassegna.it) Bergamo e gli schiamazzi notturni Movida, la vera sfida è mettere un freno agli incivili dalla prima pagina Lo stesso assessore Massimo Bandera, che pure insieme ai suoi colleghi di Giunta fino allo scorso anno aveva visto di buon occhio la moltiplicazione degli appuntamenti post cena nel cosiddetto Borgo d’Oro, dopo un meritevole viaggio sul campo ha dovuto ammettere: “Tre sere sono troppe”. E pazienza se qualcuno ci ha letto, come è pur probabile che sia, una premura dettata dall’opportunità di tener buoni i residenti (i clienti dei locali nella stragrande maggioranza vengono da fuori) a poche settimane dalla chiamate alle urne. E’ più importante che maturi e si diffonda la consapevolezza che per trovare il giusto equilibrio tra il diritto al riposo da un lato e quello al divertimento dall’altro serva una grande capacità di coniugare le ragioni degli uni con quelle degli altri senza preconcetti, senza favoritismi e, soprattutto, senza le facilonerie di chi è capace solo di dire “e che sarà mai?”. Detto che alcuni quartieri di Bergamo (non solo Borgo Santa Caterina) sperimentano problematiche ben note anche in altre città, chiedere a Milano per esempio, sarebbe bene che le polemiche di SpeSa pubblica Il balletto di cifre sul taglio delle Province dalla prima pagina anche se si poteva puntare su azioni più efficaci e su cifre più alte, così è. Illusorio però è pensare che l’abolizione delle Province possa portare a una cancellazione degli 11 miliardi che pesano sulla spesa pubblica. Sugli effetti dell’abolizione (che sarebbe meglio definire “trasformazione”) delle Province non c’è convergenza. Secondo alcuni il risparmio si fermerà a 100-200 milioni. La Cgia di Mestre prevede 510 milioni, mentre secondo l’istituto Bruno Leoni sarebbe di 1-2 miliardi. La Confesercenti spara alto arrivando a un’ipotesi di circa 4,5 miliardi. Ma anche se quest’ultimo scenario ottimistico fosse vero, siamo comunque a un taglio che incide per frazioni di punto sulla spesa complessiva. Alcuni (l’Unione delle Province italiane, obiettivamente di parte) sostengono che l’operazione potrebbe addirittura comportare un aumento della spesa, oltre che a diseconomie e problemi di gestione considerato che, ad esempio per le strade, non ci sarebbe più un livello intermedio tra Regione e Comune. Mentre si fa molta propaganda sui possibili risparmi si trascura poi di ricordare che, come nelle ristrutturazioni aziendali, queste operazioni di “cancellazione” hanno pure dei costi, che riducono, seppure una tantum i risparmi. Anche per questo i risparmi potrebbero arrivare non subito, ma in tempi più lunghi di quanto si può ottimisticamente pensare, a vedere ad esempio i precedenti della soppressione dei cosiddetti enti inutili. Un’analisi della Sose (Soluzioni per il sistema economico), società di consulenza e servizi controllata dal ministero dell’Economia e dalla Banca d’Italia, nel 2012 ha stimato per la spesa di beni e servizi delle Province un tasso di inefficienza pari al 31,44%, calcolando un risparmio possibile di 2 miliardi 612 milioni di euro a fronte di una massa di risorse pari a 8 miliardi 297 milioni. Ma siamo proprio sicuri che i nuovi responsabili (presumibilmente Regioni e Comuni) delle competenze tolte alla Provincia saranno più efficienti? In ogni caso i risparmi non si avranno dal minore personale, dato che c’è la previsione di riallocare tutti i circa 80 mila dipendenti delle Province nelle Regioni e nei Comuni, che costano circa 2,5 miliardi, con lo spostamento delle varie competenze ad altri enti. E diversi immobili e strutture logistiche provinciali rimarranno, dato che alla fine la Provincia non scomparirà ma diventerà un ente “leggero”, quasi low cost. Alla fine il vero risultato si otterrà con la scomparsa di circa 3.000 incarichi di carattere strettamente politico. Presidenti, assessori e consiglieri provinciali non saranno più eletti (e quindi si risparmierà sul costo delle elezioni) e non avranno compenso, con la scomparsa quindi di un costo di circa 120 milioni di euro. Si potrebbe arrivare a circa mezzo miliardo, come del resto si attende il Piano Cottarelli sulla spending review, grazie a qualche economia di scala. Che è meglio che niente, ma non può essere il volano per rilanciare l’economia, a meno che, appunto, non sia il primo passo per una revisione generale della macchina amministrativa. L’abolizione delle Province poi pone un problema di tempi su quelle operazioni che Renzi vuole mettere al centro dell’azione di rilancio: edilizia scolastica e lavoro per i giovani. Ora sono entrambe di competenza della Provincia, ma non è ancora chiaro di chi lo saranno in futuro. Stefano Ravaschio (commenti su www.larassegna.it) Curno (Bg) via Trento, 34 - tel. 035.4376568 - fax 035.4376568 [email protected] - www.punto-azzurro.it 4 la Rassegna 3 aprile 2014 Agenti di commercio, torna la crescita Dopo due anni di calo, il 2013 ha registrato un incremento di 129 imprese. Bottaro (Ascom): «L’agente che ha una presenza capillare e che mantiene contatti con una rete di piccole imprese regge ad ogni situazione di mercato» Il presidente del Gruppo Agenti di Commercio dell’Ascom Massimo Bottaro, nel consiglio nazionale della Fnaarc, da oltre vent’anni agente plurimandatario nel settore termotecnico, fa il punto su una professione cambiata enormemente negli ultimi anni. Esaurita l’era degli uffici di rappresentanza, oggi i costi di gestione impongono strutture leggere, meglio ancora una semplice scrivania in un ufficio condiviso. Il futuro sembra essere quello di un ritorno al passato, al contatto personale e alle piccole commesse, perché è proprio qui che le multinazionali non riescono ad arrivare. La crisi ha cambiato il ruolo e il lavoro dell’agente di commercio? «La riduzione del business pesa doppiamente sugli agenti, che si trovano con provvigioni più magre e riduzioni significative del volume d’affari. Al calo delle vendite si sommano costi sempre più elevati e maggiori oneri di gestione. Il lavoro dell’agente non si esaurisce più con visite, ordini e contratti, ma dopo una giornata di porta in porta inizia il lavoro di ufficio, a casa o in agenzia, davanti al computer. Gli scenari oggi mutano rapidamente e l’affidabilità nei pagamenti è un bene raro e prezioso. La crescita delle insolvenze ci porta inoltre a sbrogliare inghippi e ritardi nei pagamenti fino al recupero crediti». Un lavoro sempre più al confine con quello dell’“esattore” specializzato nel recupero crediti? «La vendita ormai è diventata un’operazione finanziaria. Bisogna considerare l’andamento del mercato, l’affidabilità dei clienti e la reale capacità finanziaria. Le situazioni d’impresa oggi possono cambiare da un momento all’altro, tra acquisizioni e cambi di assetti societari. La chiusura di imprese storiche, che per la loro tradizione infondevano già una sicurezza in più, mostra in modo preoccupante ed emblematico come si stiano perdendo pezzi di storia e punti di riferimento». Si lavora di più e si guadagna di meno, insomma… «L’articolo 1742 del Codice Civile che regola il contratto di agenzia indica il ruolo dell’agente che è quello di “promuovere per conto dell’altra parte verso retribuzione la conclusione di contratti in una zona determinata”. Oggi il nostro lavoro, che richiede ore di scartoffie in ufficio, va davvero ben oltre il nostro ruolo». I contratti non mettono dei paletti al “tuttofare” della vendita? «A livello nazionale la Federazione, Fnaarc, ha avanzato alle case madri la richiesta di maggior informazione, chiarezza e trasparenza nella di laura Bernardi locatelli I n Italia il 35% delle richieste di lavoro riguarda agenti e rappresentanti di commercio che, assieme ad esperti contabili e tecnici informatici, rimangono ai vertici delle professioni più richieste. Il loro numero rimane stabile, sono circa 240mila, nonostante la crisi abbia colpito anche questa categoria. Alle cessazioni di attività ha fatto fronte l’entrata di giovani in cerca di prima occupazione e di soggetti in età matura (dai 45 ai 50 anni) espulsi dal mondo del lavoro, rispettivamente +4,6% e +7,2%, da settembre 2009 a settembre 2013 (dati del Centro Studi di “Network Agenti”). Oltre a ciò si aggiunge il fenomeno diffuso di aziende che trasformano parte della propria forza vendita da occupata in autonoma, per risparmiare sui costi del lavoro. Nella nostra provincia gli agenti e rappresentanti di commercio – dati Camera di Commercio di Bergamo a dicembre 2013 - sono in crescita: si contano 2.690 imprese attive, di cui 436 in città. Dal 2009, anno in cui si contavano 2.599 imprese attive, la professione dell’agente ha visto una prima crescita nel 2010 con 2.613 imprese per poi riscendere nel 2011 a quota 2.584, calare ancora a 2.561 nel 2012, fino ad invertire completamente la tendenza l’anno scorso con ben 129 imprese in più. A crescere maggiormente sono le categorie più generiche, che non rientrano in un inquadramento specifico Ateco. Triplicano gli “agenti e i rappresentanti di vari prodotti senza prevalenza di alcuno”, che passano dagli 81 del 2009 ai 240 del 2013. Crescono anche gli agenti di prodotti non alimentari inclusi gli imballaggi e gli articoli antinfortunistici, antincendio e pubblicitari, che passano dai 66 del 2009 ai 104 del 2013. formulazione dei contratti. La crisi sta portando le aziende a stipulare contratti sempre più personalizzati che non fanno che complicare la vita di noi agenti, chiamati a destreggiarci tra clausole e cavilli, a partire dal patto di non concorrenza, che rendono ancora più difficile affrontare questo momento di crisi, senza contare l’avversità del regime fiscale. Spesso gli agenti firmano veri e propri contratti-capestro. Ci stiamo battendo per semplificare le forme contrattuali che le aziende ci impongono, dalle provvigioni - con margini sempre più risicati - a clausole studiate a tavolino a tutto sfavore di chi ogni giorno propone servizi e prodotti in un contesto economico di grande difficoltà». Quali sono le clausole contrattuali più onerose? «Il patto di non concorrenza rende all’agente impossibile continuare ad operare per conto di altri nello stesso settore merceologico. La clausola può essere accettata, ma non è applicabile se non prevede l’indennità a copertura del patto di non concorrenza. In assenza di una contropartita, la clausola è quindi da considerare del tutto illegittima. Infine, cresce il numero di aziende che riconoscono il pagamento delle incombenze di segreteria ma senza il giusto inquadramento contributivo. È vero che così il lavoro di ufficio viene riconosciuto, ma purtroppo non esattamente come andrebbe fatto e in modo poco ortodosso». le dinamiche settore per settore ” Massimo Bottaro «Oggi bisogna contenere i costi e la struttura deve essere ridotta al minimo. Sta crescendo la ricerca di una scrivania in affitto o di un ufficio in condivisione». «Intendiamo siglare convenzioni locali per alleggerire i costi dell’attività, dalla manutenzione dell’auto all’informatica, dalla cancelleria ai parcheggi» L’agente continua ad essere un professionista richiesto dal mercato del lavoro. Quali consigli si sente di dare ad un giovane che intende avviarsi alla professione? «Di considerarlo un investimento a lungo termine: tra l’inizio dell’attività di promozione e il guadagno effettivo passano in media anche un paio di anni. È una scelta mental- 2009 2010 2011 2012 2013 Moda, abbigliamento, gioielli, accessori 160 165 172 164 166 Macchinari attrezzature agricoltura, industria 926 932 922 915 894 Alimentari 335 346 335 329 356 Benessere, sport, cura persona 174 171 166 162 148 Editoria, elettronica di consumo, giocattoli 379 373 365 365 339 Mobili, arredamento e complementi d'arredo 281 279 262 250 236 Prodotti sanitari, farmaceutici 197 197 200 209 207 Varie/altre attività 147 150 162 167 344 2.599 2.613 2.584 2.561 2.690 ToTAlE Arretrano profumeria e cosmetica (da 119 agenti attivi nel 2009 ai 95 del 2013), elettronica di consumo e audio (da 143 nel 2009 a 116 nel 2013), macchine ed impianti per l'industria ed il commercio (da 314 nel 2009 a 290 l’anno scorso), ferramenta e bricolage (da 99 nel 2009 a 78 nel 2013). Soffrono abbigliamento ed edilizia, mentre - forse per effetto Expo - crescono i rappresentanti di “altri prodotti alimentari” che da 156 di cinque anni passano a 171 nel 2013 e di materie prime agricole (da 27 nel 2009 a 36 l’anno scorso). mente difficile ma le soddisfazioni professionali arrivano. Mai cercare, infine, il posto fisso: se un’azienda decide di assumere un agente è perché la sua rendita è decisamente superiore ai costi e, a questi livelli, l’agente non ha alcun interesse a guadagnare meno di quello che potrebbe fare mettendosi in gioco in prima persona». Meglio fare l’agente mono o plurimandatario? «L’agente monomandatario è di fatto un dipendente senza stipendio, l’avere più mandati credo sia senza dubbio la condizione migliore. È una scelta di campo e di fatto rappresentare più aziende non è semplice al giorno d’oggi, ma offre senza dubbio una maggiore gratificazione economica». I problemi si moltiplicano con più mandati? «Globalizzazione e cali di mercato hanno portato le aziende ad estendere le gamme dei prodotti a catalogo. Ora è sempre più facile che un agente si trovi a gestire prodotti in concorrenza tra loro se non addirittura a promuovere il medesimo prodotto per diverse aziende». Quale futuro intravede per la professione? «Credo che il futuro stia nel ritorno al passato, nell’andare laddove la struttura centrale non riesce ad arrivare. L’agente che ha una presenza capillare e che mantiene contatti con una rete di piccole imprese regge ad ogni situazione di mercato. Tanti piccoli contratti come tante bricioline messe assieme fanno una buona torta. Si trova a fare invece i conti con costi di gestione esorbitanti chi ha scelto di investire in strutture e uffici di rappresentanza. Oggi bisogna contenere i costi e la struttura deve essere ridotta ai minimi termini. Sta infatti crescendo la ricerca di una scrivania in affitto o di un ufficio in condivisione». Quali sono i settori più interessanti da rappresentare oggi ? «Tiene l’impiantistica industriale, ma purtroppo nella maggior parte dei casi si tratta di una fornitura destinata ad andare nei siti produttivi aperti all’estero. I prodotti ad alto valore aggiunto e tecnologici reggono alla crisi. C’è invece grande preoccupazione per i comparti più tradizionali, dal settore alimentare a quello delle bevande, all’abbigliamento, per non parlare dell’edilizia e dei prodotti che vi ruotano attorno, chiamati ad affrontare una crisi senza precedenti». Quali sono le priorità per il 2014 per agevolare la categoria? «Intendiamo siglare convenzioni a livello locale per alleggerire i costi dell’attività, dalla manutenzione dell’auto all’informatica, alla cancelleria ai parcheggi. È inoltre fondamentale fornire delle indicazioni chiare sul fronte della viabilità, dato che il fiorire di ztl in ogni comune non agevola il nostro lavoro ed urge un’azione condivisa a livello provinciale per chiedere il rilascio di un permesso speciale alla categoria». la Rassegna 3 aprile 2014 5 Capetti: «Crollano i contratti a tempo indeterminato» di Laura CeresoLi “Le persone che lo scorso anno sono state interessate a cessazioni di rapporti di lavoro sono state pari a 101.070. È il risultato peggiore degli ultimi 5 anni”. I dati sull’occupazione, elaborati dall’Osservatorio provinciale del Mercato del lavoro, parlano chiaro. E nemmeno l’assessore provinciale al Lavoro, Giuliano Capetti, riesce a nascondere la sua preoccupazione. D’altronde, dopo la parziale ripresa tra il 2010 e il 2011, torna ad imporsi un trend negativo dove il saldo tra avviamenti e cessazioni è pari a -13.295. A subire di più gli effetti della mobilità è la fascia di età centrale: il 51,1% delle persone che l’anno scorso sono rimaste a piedi aveva infatti tra i 30 e i 49 anni. Ma anche per i giovani sono momenti duri, vista l’oggettiva difficoltà a farsi assumere dalle imprese orobiche: “I tempi indeterminati crollano - sottolinea Capetti - e questo è un dato inquietante perché stiamo parlando proprio di quei contratti che dovrebbero dare sicurezza al lavoratore”. Lo scorso anno, in effetti, il 46% delle assunzioni è avvenuto con contratti a tempo determinato, mentre solo il 23% è a tempo indeterminato. Segue la somministrazione (18%), il lavoro a progetto (5%) e da ultimo l’apprendistato (3%). Per quanto riguarda le cessazioni, la cui concentrazione segue le stesse dinamiche delle assunzioni, il dato più significativo è l’ampio numero di cessazioni riguardanti il contratto a tempo indeterminato, che sono state 9499 in più rispetto alle assunzioni. I numeri del 2013 non sono confortanti ma per il 2014 possiamo sperare in una timida ripresa? “L’analisi dell’Osservatorio si basa su dati oggettivi che non vogliono ridurre le speranze di un’eventuale ripresa nei cittadini. Sono numeri che confermano un quadro statistico di quanto è avvenuto nel 2013 e, anche se sono già passati tre mesi dai rilevamenti, sono importanti per costruire politiche del lavoro che siano efficaci anche da qui in poi. Speriamo che qualcosa si modifichi in corso d’anno. Confindustria ha detto che ci saranno dei segnali positivi relativi alla seconda metà del 2014 con un’inversione di tendenza e una ripresa verso la fine dell’anno”. Quali sono le zone più penalizzate? “A livello territoriale i Centri per l’impiego maggiormente colpiti da questi processi di ristrutturazione o di chiusure aziendali sono quelli della media Valle Seriana, in particolare Albino (-17,9%), e la Valle Brembana, nello specifico Zogno (-16%). Le valli sono infatti lontane dai luoghi in cui si determinano gli investimenti dal punto di vista infrastrutturale ed è quindi in pianura che gli imprenditori preferiscono investire”. Il fenomeno della disoccupazione riguarda di più gli uomini o le donne? “Dal 2010 a oggi abbiamo un calo di occupazione che riguarda entrambi i generi in maniera più o meno equa. Il saldo tra avviamenti è cessazioni è leggermente più alto, anche se di poco, tra le donne con un -12,9% rispetto al -11,2% degli uomini, ma non è un dato tanto significativo da far pensare a una disparità di trattamento”. Qual è il settore più in crisi? “L’industria. Hanno chiuso imprese storiche della provincia di Bergamo, cosa che negli ultimi 40 anni, da quando ho iniziato a fare politica non era mai successa. Il caso di un’azienda come il Cotonificio Honegger di Albino che ha messo in cassa i suoi lavoratori fino a giugno 2014 è la chiara espressione di un settore tessile che ha sofferto molto. Anche i contratti di somministrazione hanno avuto un crollo più sostanziale, probabilmente perché molto legati alle dinamiche dell’industria. Fa pensare anche la crisi del commercio che, fino a qualche tempo fa, rappresentava uno sbocco importante. Tra l’altro la Bergamasca è sempre stata la provincia con tassi occupazionali tra i più elevati d’Italia. Il settore delle costruzioni, che ha avuto Dai dati dell’Osservatorio la conferma del quadro critico dell’occupazione bergamasca. Lo scorso anno saldo negativo di oltre 13mila unità. L’assessore provinciale al Lavoro: «L’industria il comparto più colpito, ma fa riflettere anche la crisi del commercio, che una volta rappresentava uno sbocco importante» un crollo nel 2012 del 21,6%, nel 2013 si attesta invece a -4,8%. Questo significa che il settore ormai è stato decimato e quello che resta è in grado di resistere agli eventi e magari di recuperare qualcosa, nel caso ci fosse un’inversione di tendenza”. E la disoccupazione giovanile? “Anche i giovani sono in grossa difficoltà. Come si evince dai dati, la variazione degli avviamenti 2009/2013 getta un bilancio negativo per i lavoratori dai 15 ai 29 anni: -16,1% nel 2013. Rispetto al 2012, gli avviamenti dei giovani fino a 19 anni scendono del 22,3%; dai 20 ai 29 anni -15,4%; per i lavoratori dai 30 a 49 anni -11,4%, e per quelli da 50 a 59 anni -1,8%. Speriamo che le politiche nazionali annunciate diventino realtà e che servano ad aprire ai ragazzi nuove opportunità per entrare nel mondo del lavoro, ma non con contratti precari, bensì con continuità”. Quali iniziative sta mettendo in campo la Provincia per agevolare l’inserimento lavorativo nelle aziende orobiche? “La Provincia ha sottoscritto un protocollo di intesa con Assolavoro, le organizzazioni sindacali e i centri per l’impiego per promuovere la collocazione dei cosiddetti lavoratori svantaggiati, ovvero disoccupati da oltre 12 mesi, donne dopo due anni di inattività, disoccupati che abbiano compiuto i 45 anni o senza occupazione da almeno 6 mesi che abbiano effettuato almeno 78 giorni di lavoro in somministrazione. In pratica, le aziende che assu- Giuliano Capetti meranno riceveranno ogni mese un incentivo di 250 euro per ogni lavoratore. Il progetto, che vuole coinvolgere almeno 500 persone, è finanziato con fondi regionali per 500mila euro”. Cosa serve per rifar partire l’economia locale? “Il Governo dovrebbe sbloccare le risorse locali disponibili depositate in un unico conto nazionale per rispettare il patto di stabilità. Se potessimo disporre di quei 105 milioni di euro bloccati potremmo chiudere il bilancio con 22 milioni di attivo. Ce ne basterebbe la metà per fare qualcosa di concreto che non sia la solita programmazione. La decisione del ministro Saccomanni di sbloccare 25 miliardi di euro a livello nazionale (45 milioni in Bergamasca) per metterli a disposizione degli enti locali ci ha concesso di pagare i debiti verso i privati. Anche la Regione ha messo a disposizione fondi che cercano di ovviare al patto di stabilità, ma non basta. Talvolta ci si lamenta dei ritardi nei lavori ma non è l’ente locale che è incapace di asfaltare le strade. Di imprese locali da ingaggiare per svolgere un buon lavoro ce ne sono tante, solo che non abbiamo i soldi per pagarle. Quando si appalta un’opera a una ditta bisogna infatti avere subito la copertura finanziaria e quindi se il denaro manca si rallentano i lavori. Le amministrazioni pubbliche devono poter investire per opere necessarie e migliorare così lo sviluppo dei territori. È una questione fondamentale per far ripartire l’economia”. ” «I giovani sono in seria difficoltà. Speriamo che le politiche nazionali annunciate diventino realtà e che servano ad aprire ai ragazzi nuove opportunità per entrare nel mondo del lavoro, non con contratti precari, bensì con continuità» «L’abolizione delle Province? Una soluzione pasticciata» “È una legge pasticciata e fatta male - commenta Giuliano Capetti -. Più che un’abolizione è un trasferimento di poteri. Le Province si trasformeranno in enti il cui Consiglio è eletto da sindaci. Eliminando il Consiglio provinciale si rischiano però mesi di immobilismo. È un risparmio irrisorio se paragonato a tutti gli sprechi che ci sono a Roma. Siamo aggrappati a una burocrazia europea che ci dice continuamente di fare una cura dimagrante per eliminare i costi. Allora perché a Roma al ministero dell’Istruzione ci sono addirittura due segretarie per ufficio a curare l’agenda del dirigente? C’è troppa gente nel palazzo e quanti sono veramente quelli occupati a fare il loro mestiere? Per esempio andrebbe agevolato l’accompagnamento a due anni dalla pensione per risparmiare e invece pare che si voglia mantenere tutto con costi enormi. Per non parlare degli sprechi. Qui in Provincia la Corte dei Conti ti fa le pulci per 32 euro e a Roma ci sono passività di 860 milioni di euro che nessuno controlla”. Il commercio continua a soffrire Commercianti sempre più penalizzati dalla crisi. Complice una crescente perdita del potere d’acquisto da parte dei bergamaschi, il 2013 si è rivelato un anno difficile in parecchi settori produttivi con un calo complessivo degli avviamenti del 9,5%. Secondo i dati dell’Osservatorio provinciale, le attività più colpite dalla decrescita sono quelle artistiche, sportive di intrattenimento e divertimento (-26,4%), immobiliari (-24,8 %) e i servizi di alloggio e di ristorazione (-23,4%). Il saldo tra avviamenti e cessazioni rivela un trend negativo anche per il commercio al dettaglio e all’ingrosso (-15,3% rispetto al 2012), il noleggio, le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (-11,3%), trasporto e magazzinaggio (-10,6%). E sono tempi bui anche per l’industria dove il calo degli avviamenti è del -19,7%. Osservando la variazione degli avviamenti nel biennio 2012-2013, si rileva che la diminuzione colpisce maggiormente le attività di fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-43,3%), l’industria delle bevande (-36,9%), e la metallurgia (-32,4%). Altrettanto significativa risulta la diminuzione della produzione di articoli in gomma e materie plastiche (-28,7%) e prodotti in metallo (-21,1%). In controtendenza rispetto all’andamento provinciale, sono gli avviamenti nelle attività di fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (+34,9%), stampa e riproduzioni di supporti registrati (+23,8%), di mobili (+20,9%), di prodotti di carta (+19,1%). In riferimento alle attività manifatturiere, l’incidenza maggiore degli avviamenti è presente nella fabbricazione di prodotti in metallo (25%) e di articoli in gomma e materie plastiche (14%). Nel settore industriale, dove sono maggiormente concentrati gli avviamenti in somministrazione (47%), la quota di assunzioni si concentra nella tipologia di basso livello (49%), mentre il commercio si caratterizza per una prevalenza di assunzioni a medio livello (47%) con contratti a tempo determinato e stage. 6 la Rassegna 3 aprile 2014 I Giovani imprenditori a caccia di ricette per contrastare la “fuga dei normali” Anche i cosiddetti “normali” stanno prendendo la via dell’estero. Diplomati, tecnici, oppure giovani senza arte né parte che volano a Londra con la prospettiva di fare i camerieri e poi chissà, qualcuno più audace punta invece all’Australia. Sono piccoli numeri, non si può parlare di un fenomeno migratorio, ma di una tendenza su cui si sono interrogati i Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo che hanno focalizzato l’assemblea annuale su “La fuga dei normali”, chiamando a un confronto il rettore dell’Università di Bergamo Stefano Paleari, Marie-Christine Mariani, CEO di MCM Steel Luxembourg, Elena Zorzi, responsabile risorse umane AB Plast Srl Hager Group, e Mario Giovannelli, Technical Director CCI Valve. “Siamo di fronte a partenze di persone normali, senza curriculum stratosferici, ma comunque spesso diplomati - ha introdotto Marco Bellini, presidente dei Giovani Imprenditori che a volte nemmeno cercano uno status economico migliore, ma scappano da un paese che non dà prospettive”. “Questo succede anche nei nostri territori. Non possiamo semplicemente stare a guardare questo impoverimento. Dobbiamo tutti insieme porci il problema di come intervenire, di come rendere il territorio attraente. Non è questione solo di lavoro, ma anche di ambiente, di servizi, di sanità. Occorre rafforzare l’alleanza fra pubblico e privato - ha evidenziato -. Noi come Confindustria abbiamo lavorato molto in questi anni per ridurre il divario fra domanda e offerta, intervenendo sulla scuola per orientare i giovani verso percorsi formativi maggiormente spendibili, perché questo resta un aspetto centrale”. “Ma anche le imprese devono rendersi attraenti - ha tenuto a precisare Bellini -, dare servizi aggiuntivi, supplire alle carenze del sistema pubblico, aggiungendo orari flessibili, sistemi organizzativi moderni e agendo sul merito”. Merito è anche la parola d’ordine per Stefano Paleari, che ha dipinto un quadro a tinte fosche: la distruzione di interi settori, dall’automobile all’elettrodomestico, uniti al forte indebolimento degli assetti istituzionali hanno creato una crisi senza precedenti che è stata prima finanziaria, poi economica, infine occupazionale e da oggi in poi potrebbe anche essere migratoria. Oltre tutto sull’Italia gravano tendenze demografiche particolarmente Diplomati e tecnici cominciano a guardare all’estero in cerca di condizioni lavorative e di vita migliori. Bellini (Confindustria Bergamo): «Le imprese devono diventare più attraenti» Marco Bellini infelici. “Togliamoci dai luoghi comuni – ha ammonito – per esempio quello relativo ai laureati che oggi sarebbero troppi. Non è quello che dicono i confronti internazionali. Certo bisogna lavorare contro il mismatching fra domanda e offerta. Poi, è ovvio, più aumenta il numero dei laureati e meno godranno di condizioni di privilegio, ma la conoscenza diffusa serve al paese”. Un paese che sembra poter contare su una sistema scolastico ancora in grado di dare buone opportunità e su un sistema universitario di livello. Non si spiegherebbe, ha sottolineato il rettore, come nel 2013 ben 46 borse su 312 ERC Consolidator Grants assegnate dall’European Research Council, fondi di ricerca attribuiti a scienziati nel pieno della loro carriera, con una media di 1,8 milioni di finanzia- mento, sono andati a ricercatori italiani. Ci ha battuto solo la Germania con 48. Ma sono fondi che in maggioranza non verranno spesi in Italia, perché questi ricercatori sono all’estero o lavoreranno all’estero per questi progetti. Non a caso è la Germania a spiccare in questa speciale classifica, caratterizzata dal sapere diffuso e da una qualità media di sistema. “In questa speciale classifica – ha aggiunto il rettore – anche l’Italia farebbe una bella figura”. Sull’elevata qualità del sistema scolastico e universitario italiano, mantenuta anche in questi anni pur nei limiti di bilancio sempre più ferrei, concorda Mario Giovannelli, reduce da una lunga esperienza lavorativa svedese, con famiglia al seguito. La Svezia è un altro mondo, programma l’accoglienza in tutti i dettagli, favorisce la formazione permanente , “ma la qualità dell'istruzione in Italia resta è insuperabile, l’università ha una marcia in più”. Come un altro mondo sembra anche il Lussemburgo, dove il salario d’ingresso è intorno ai 1650 euro netti. Un trasloco complesso, ma alla fine ben riuscito, è quello che hanno affrontato da otto dipendenti di AB Plast srl che hanno seguito in Germania la delocalizzazione della società. Una scelta sostenuta dall’azienda sia per non disperdere competenze, sia per senso di responsabilità nei confronti dei dipendenti. “Oggi queste persone - ha sottolineato Elena Zorzi - sono cresciute professionalmente e sono diventate punto di riferimento per altri. In generale penso però che la sfida sia quella di rendere le nostre aziende attraenti, il salario non è tutto, contano anche la salute e la sicurezza, la possibilità di crescere professionalmente, un buon clima aziendale”. “Ognuno ha le sue doti – ha concluso il cavaliere del lavoro Mario Scaglia, presidente SIT Spa - e uno dei compiti principali dell’imprenditore è saper mettere ogni persona al posto giusto”. Tre i riconoscimenti da 38mila euro Innovatori d’impresa, al via il bando di Unioncamere Aperto il bando per la raccolta delle candidature al Premio Unioncamere “Giovani innovatori d’impresa”. Possono candidarsi al riconoscimento le imprese di tutti i settori economici (anche non profit, associazioni e fondazioni) con sede legale in Italia, iscritte al Registro delle Imprese o presenti nel Rea (Repertorio Economico Amministrativo) e presenti sul web con un sito internet e/o su social network. Per partecipare al Premio è necessario presentare la propria candidatura tramite il sito internet www.innovatoridimpresa.it entro il prossimo 4 maggio. Tre i riconoscimenti previsti: 1) Premio “Impresa ecosistema di innovazione” destinato alla migliore innovazione nei servizi alle imprese e alla persona, con una significativa ricaduta a livello sociale e culturale (innovazioni nei servizi alla cittadinanza, nel welfare, servizi all’ambiente, ricettività, turismo e Beni Culturali, ecc.); 2) Premio “New Made in Italy” riservato alla migliore applicazione di nuove tecnologie, processi, strumenti o all’applicazione dei risultati della ricerca ai settori del Made in Italy (moda, artigianato, agroalimentare, meccanica, beni per la casa, arredamento, ecc.); 3) Premio “Impresa connettiva” per la migliore innovazione d’impresa con un forte valore “connettivo”. Sono considerate in tale ambito le innovazioni nella logistica, nei servizi di comunicazione, così come negli spazi e strumenti di collaborazione tra imprese (sia fisici che virtuali). Eventuali richieste di informazioni vanno indirizzate alla Segreteria Organizzativa del Premio “Giovani Innovatori d’Impresa” istituita presso Unioncamere con sede in Piazza Sallustio 21, 00187 Roma. info: www.innovatoridimpresa.it. Let’s Sinergy, riflettori puntati sulla comunicazione social Sinergia, internazionalizzazione, nuove tecnologie. Sono i temi attorno ai quali si sta muovendo il “Coordinamento Bergamo Giovani”, nato poco più di un anno fa dalla collaborazione dei Gruppi Giovani di Ance, Ascom, Confartigianato Bergamo e Confindustria Bergamo. Con lo slogan “Let’s Sinergy” il tavolo di lavoro ha dato vita ad un progetto di formazione continua strutturato in una serie di momenti di confronto e approfondimento per promuovere la crescita imprenditoriale e personale degli under 40. Una nuova tappa di questo percorso sarà giovedì 10 aprile all’Urban Center di viale Papa Giovanni a Bergamo, alle 19.45, per un incontro dedicato alla comunicazione innovativa e al ruolo dei social network. Si tratta del quarto dei cinque appuntamenti previsti dal ciclo “International”, focalizzati perciò sull’approccio e le opportunità offerte dall’estero. Le iniziative sono curate a rotazione da ciascun Gruppo e, nella circostanza, saranno i Giovani Ascom a fare gli onori di casa. Si parlerà, in particolare, dei social media, di come questi strumenti stiano cambiando non solo il modo di comunicare ma anche le strategie aziendali e di come possono essere utilizzati per il business locale e internazionale. Fondamentale anche l’attività di Seo – Search Engine Optimization, saranno perciò approfondite le nuove dinamiche delle ricerche online e come posizionarsi nei motori di ricerca per farsi trovare anche da mercati esteri e valorizzare così il proprio brand e il Made in Italy. Le relazioni saranno curate da Valentina Trevaini, membro di giunta e coor- Il 10 aprile l’incontro promosso dal Coordinamento Giovani e curato dall’Ascom. Bonicelli: «Importante conoscere i nuovi strumenti e aprirsi al mondo» Il presidente del Gruppo Giovani Ascom, Luca Bonicelli dinatrice del gruppo di lavoro Formazione e Comunicazione di Confartigianato Bergamo, e da Alessandro La Ciura, entrambi giovani imprenditori del settore informatico. «Il tema dell’internazionalizzazione – riflette il presidente del Gruppo Giovani Ascom Luca Bonicelli -, potrebbe sembrare distante per molte attività commerciali, più propense a dedicarsi al servizio di vicinato. In realtà è uno stimolo fortissimo, se non in termini operativi, di certo culturali. Vuol dire aprirsi e fare attenzione a ciò che accade intorno a noi, cogliere le esigenze, le novità, le soluzioni che nascono in tutto il mondo. Per altri settori, come la ricettività, è invece interessante lo sviluppo dell’incoming e per tutti resta l’importanza di saper utilizzare la rete e la comunicazione digitale per rafforzare il contatto diretto con la clientela, vicina o meno». Bonicelli sottolinea anche il valore della collaborazione tra i giovani dei diversi settori economici. «Le differenze tra i comparti ci sono ed è inutile negarlo – ammette -, ma questa collaborazione dimostra che c’è anche il coraggio di parlarsi, capirsi, condividere idee e impegno per qualcosa di costruttivo. La verità è che l’individualismo non porta risultati, l’invito ai giovani è perciò quello dimettere il naso al di fuori della propria attività, essere curiosi, non temere di entrare in un campo che si crede fuori dalle proprie competenze o interessi. Si potranno così trovare più informazioni, supporto, collaborazioni e nuove opportunità». la Rassegna la lettera all’assessore Cavalli di lino enrico stoppani* 3 aprile 2014 7 «Ecco cosa può fare la Regione per aiutare i pubblici esercizi» I l presidente della Fipe ha scritto una lettera ad Alberto Cavalli, assessore regionale al Commercio, Turismo e Terziario, in occasione di “Dillo alla Lombardia”. Un incontro organizzato dall’esecutivo guidato da Roberto Maroni, a un anno dall’insediamento, per sapere come i portatori d’interesse ricevono, applicano e giudicano le misure adottate dalla Regione dalla prima pagina che porta altri problemi di natura sindacale, con la rottura delle trattative per il rinnovo del Ccnl di settore. Tra le diverse cause che stanno aggravando la situazione, si registra l’inasprimento della concorrenza sleale, che oltre a sviluppare scorrette prassi commerciali, porta a volte anche danno erariale. Non è vittimismo o segno di debolezza se mi permetto riproporre l’argomento, ma nel corso del Suo intervento - assessore Cavalli - ha spesso citato la necessità di migliorare il Testo Unico del Commercio (Legge Regionale n. 6/2010) e, quindi, la segnalazione potrebbe offrire utili elementi per le annunciate manutenzioni. Al riguardo andrebbe, innanzitutto, rivista la programmazione comunale, con riferimento all’insediamento delle nuove attività commerciali, nella parte che non prevede, tra le attività soggette alla programmazione comunale, quelle artigianali di produzione di prodotti alimentari. In questo modo, infatti, i Comuni non possono adottare nei confronti di queste attività atti di programmazione, con riguardo alle zone da sottoporre a tutela, risultando notevolmente depotenziati gli interventi finalizzati a contrastare il degrado urbano, il consumo di alcolici, il diritto dei residenti alla vivibilità del territorio e della normale mobilità. Pertanto, alla Regione chiediamo che le regole riguardanti la sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità previste per i pubblici esercizi vengano estese anche alle attività artigianali di produzione di beni alimentari. Inoltre, molti interventi legislativi hanno favorito, da un lato, la dequalificazione del settore, stressando l’offerta sul lato concorrenziale, e, dall’altro, hanno foraggiato una concorrenza sleale, consentendo anche a chi non è chiamato ad osservare le nostre stesse regole di somministrare, come nei casi della somministrazione non assistita, degli agriturismi e delle sagre. sagre da regolamentare Non abbiamo nulla contro le Sagre, che dovrebbero essere promotrici di territori, prodotti, tradizioni e culture; il problema sorge dal fatto che, sempre più spesso, a queste manifestazioni popolari, se ne affiancano altre che di tipico han- no ben poco e che hanno il solo scopo di facili guadagni, grazie all’assenza dei costi fissi che gravano, invece, sui ristoratori. In Lombardia non c’è in ballo solo il futuro di un comparto strategico per il turismo, dove l’eccesso di feste popolari rischia di diventare un boomerang negativo come in Toscana, ma il rischio di sopravvivenza del concetto di ristorazione. Il nostro obiettivo è quello di regolamentare la situazione di assoluta anarchia oggi esistente e dare garanzie di qualità e sicurezza alimentare ai consumatori, tutelando al tempo stesso ristoratori e produttori. In questa direzione si chiede alla Regione di intervenire e di dettare alcune regole precise, quali per esempio: • La creazione del marchio “Sagra tipica della Lombardia”, da concedersi esclusivamente alle sagre che valorizzino il territorio e i prodotti tipici locali. Di conseguenza gli alimenti serviti durante gli eventi dovranno provenire, per una forte percentuale (40%?), da prodotti inseriti nell’elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali o comunque classificati come Dop, Igp, Doc e Docg dalla Regione Lombardia; • L’approvazione di un calendario da parte dei Comuni, con un numero massimo di manifestazioni, di durata ragionevole stabilito dal regolamento comunale, che devono rispettare i requisiti previsti dalla Regione; • La fissazione di un limite temporale all’esercizio di somministrazione di bevande e alimenti durante le sagre e le feste popolari; • Il vincolo di destinazione degli incassi a finalità benefiche. • L’individuazione dei soggetti organizzatori, che devono essere associazioni senza scopo di lucro; • Il monitoraggio da parte degli organizzatori che i compiti relativi alla sicurezza degli ambienti e alle norme igienico sanitarie siano svolti con professionalità e responsabilità, assicurando competenza e preparazione del personale volontario. • Il rispetto del territorio, facendo attenzione all’impatto ambientale e curando in particolare strutture, uso di detersivi biologici e smaltimento rifiuti. Solo in questo modo si potrà mettere un freno a un fenomeno che danneggia enormemente i ristoratori, in quanto si basa su una concorrenza sleale che consente di tenere prezzi più bassi, perché non sconta tasse e costi di esercizio che gravano invece sui pubblici esercizi. le seguenti proposte: * l’utilizzo di sistemi che attivino la macchina solo con l’introduzione del tesserino del codice fiscale o della tessera sanitaria; * l’aumento del tempo delle giocate; * l’adozione di schede elettroniche per i giocatori compulsivi che blocchino la possibilità di ulteriori giocate dopo una certa somma spesa. I minori, tra l’altro, andrebbero tutelati da tutte le forme del gioco d’azzardo ad iniziare dalle scommesse on line che, oltretutto, sono anche fortemente pubblicizzate. il ruolo della criminalità Lino Enrico Stoppani le proposte sui videogiochi Il settore vede poi, continuamente, interventi normativi che incidono in modo negativo sulle possibilità offerte dal mercato e di conseguenza sulla redditività dell’impresa, come i recenti interventi della Regione Lombardia in tema di video giochi. Anche se adottati per finalità condivisibili, finalizzati a contrastare un fenomeno sociale vero e grave come il gioco d’azzardo patologico, il complesso normativo approvato dalla Regione renderà difficile installare nuovi video giochi nei pubblici esercizi, a cominciare dalla distanza, di almeno 500 metri, che, questi ultimi, devono tenere da determinati luoghi sensibili, come istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi. A ciò si aggiunga che le Amministrazioni possono individuare ulteriori luoghi sensibili, e il Comune di Milano, ad esempio, ha previsto quali luoghi sensibili tutti gli immobili destinati a residenza, azzerando di fatto la possibilità di installare queste apparecchiature. Questi interventi favoriranno l’apertura di sale giochi che, differentemente dai pubblici esercizi, possono individuare i luoghi di apertura distanti dai luoghi considerati sensibili, in quanto ubbidiscono a logiche diverse, con maggiori rischi per i giocatori più deboli, in quanto si possono effettuare giocate di maggiori importi rispetto ai video giochi collocati nei bar, oltre ad alimentare un contorno di frequentazioni di dubbia qualità. Per tutelare efficacemente i giovani e le persone dipendenti dal gioco, Fipe da tempo avanza Infine, qualche considerazione sul ruolo della Criminalità nel nostro settore, frequentemente oggetto di riflessioni che i Media giustamente sollevano, prendendo spunto da operazioni di Polizia. E’ mortificante per un Rappresentate di Categoria constatare la facilità con la quale la criminalità aggredisce il sano tessuto imprenditoriale, sfruttando le contingenti gravi difficoltà di molte Imprese, aggressione oggi impedita o rallentata soprattutto grazie all’encomiabile attività di Magistratura e Forze dell’Ordine, che intercettano investimenti nel settore. E’ un aspetto delicato e complesso, ma oltre ai danni sociali che le operazioni comportano, trasferiscono dequalificazione nel settore, dumping sui prezzi, interrogativi sugli avviamenti commerciali riconosciuti, oltre che a cattiva immagine, che danneggia il settore e le tante persone perbene che vi lavorano. L’eccesso di semplificazione che è stato introdotto, non potrebbe essere in qualche modo corretto, riprendendo il tema dei requisiti professionali e morali e la previsione di qualche certificazione aggiuntiva, rimossa per un liberismo che porta poi alle degenerazioni che ho responsabilmente rappresentato? La Lombardia è una Regione che “fa (buona) scuola” su molte cose e in vista anche di Expo mi sono permesso queste considerazioni, che affido alla Sua sensibilità, competenza e responsabilità, ringraziando per l’attenzione che potrà dedicare, confermando sostegno e massima collaborazione. *presidente della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ■ tappa a bergamo dell’aSSeSSore alle attività produttive, ricerca e innovazione Melazzini: «Le legge Impresa Lombardia è uno strumento forte» La Regione Lombardia vuole rispondere in modo concreto e con strumenti fattivi alle imprese. La nuova legge “Impresa Lombardia”, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale lo scorso 11 febbraio ,”va esattamente in questo senso”. Si tratta di “uno strumento molto forte”, nato dalla precisa raccolta dei bisogni, che ha coinvolto tutti gli attori, gli stakeholder, i Sistemi camerali e le associazioni. E’ quanto ha detto l’assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini, aprendo nei giorni scorsi a Bergamo l’incontro con le realtà produttive e imprenditoriali della provincia. L’appuntamento è stato organizzato con lo scopo di far conoscere le misure regionali a favore delle stesse imprese, in particolare la nuova legge “Impresa Lombardia”. Quello di Bergamo è il primo di una serie di incontri che si svolgeranno in tutte le province. Prima dell’incontro con le imprese, che si è tenuto alla Sede Territoriale di Bergamo, l’assessore ha visitato l’i.lab di Italcementi. La legge, ha ricordato Melazzini, è basata su quattro principi fondamentali: la fiducia reciproca tra imprese e Istituzioni, la responsabilità condivisa, la sussidiarietà e l’innovazione. I principali strumenti, ha ricordato l’assessore, riguardano: l’Accordo per la competitività; interventi di facilitazione dell’accesso al credito; l’introduzione della moneta complementare; meno carico fiscale per le Mpmi; l’istituzione del riconoscimento Made in Lombardia; la riduzione dell’incidenza dei costi energetici sulle imprese manifatturiere lombarde; la comunicazione unica e il ‘Fascicolo elettronico d’impresa’; la Conferenza dei servizi telematica; la revisione del sistema dei controlli; il garante regionale per le Mpmi. Tra gli altri interventi, Melazzini ha ricordato i bandi per Start up e Re-start, “rivolti soprattutto ai nostri giovani” che hanno già registrato complessivamente oltre 2000 candidature. “Grazie al Programma, che ha una dotazione di 30 milioni di euro (7 a fondo perduto e 23 a finanziamento agevolato) - ha spiegato l’assessore - pensiamo di poter affiancare per tre anni, anche col supporto di una rete di professionalità selezionate, circa 400 imprese, scelte in base all’innovazione e alla sostenibilità del Business plan presentato. Dato il successo dell’iniziativa vogliamo trovare nuove risorse per rifinanziare il bando”. L’assessore ha poi sottolineato l’importanza della ricerca come leva per la ripresa e la crescita: “Il nostro obiettivo di legislatura è raddoppiare gli investimenti in ricerca passando dall’attuale 1,6% del Pil (circa 4 miliardi) al 3% del Pil. Con l’assestamento di bilancio a giugno, abbiamo intenzione di istituire un fondo regionale per la ricerca”. Per le imprese in difficoltà, oltre al bando per il Re-start delle imprese che vogliono rilanciarsi (con strumenti di aiuto anche per i dipendenti che intendono rilevare l’azienda in cui lavorano), Melazzini ha ricordato le possibilità offerte da Raid, la Rete per l’Affiancamento delle Imprese in difficoltà. 8 la Rassegna 3 aprile 2014 Negozi “green”, a Bergamo 18 pionieri Assegnati i primi marchi del progetto “Sono Sostenibile” della Camera di Commercio. Al via la nuova annualità, che si estende a tutta la provincia. A disposizione un percorso formativo e consulenze su misura. Dal Comune sconti sulla Tari Alcune hanno già insito nel dna il carattere “green”, come il servizio di consegne in bicicletta o i negozi di abiti usati. Altre sono attività più tradizionali che hanno scelto di mettere in atto piccoli o grandi accorgimenti per migliorare il proprio impatto ambientale. Tutte sono i primi testimonial del progetto “Sono Sosteniblie”, iniziativa finanziata dalla Camera di Commercio e realizzata dalla sua azienda speciale Bergamo Sviluppo, in collaborazione con le associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato, tra cui l’Ascom, il Comune di Bergamo e il Centro di Etica Ambientale della Diocesi. Il percorso, varato lo scorso anno, ha portato all’assegnazione del marchio di qualità a 18 negozi della città ed è già pronto al bis, coinvolgendo, questa volta, l’intera provincia. L’obiettivo è dare visibilità alle attività che adottano azioni e modelli di comportamento improntati ai principi della sostenibilità ambientale e supportare quelle interessate a farlo, ma anche stimolare aziende e cittadini alla buone prassi. Destinatari sono gli esercizi di vicinato (negozi/ attività di servizi con superficie fino a 250 mq), i pubblici esercizi e le attività artigianali alimentari con vendita al pubblico. Si comincia con una serie di incontri sul territorio per la presentazione del bando e la raccolta delle adesioni. Dopo l’apertura a Bergamo del primo aprile, sono in programma serate (l’inizio è alle 20.30) a Treviglio (giovedì 3 aprile, nella sede della Bcc), Albino (martedì 8 aprile, nella sede della Comunità Montana Valle Seriana) e Piazza Brembana (giovedì 10 aprile, sede della Comu- Le soluzioni amiche dell’ambiente La prima annualità del progetto Sono Sostenibile era rivolta a negozi e attività artigianali della città. Vi hanno preso parte 18 imprese, otto del commercio non alimentare, quattro pubblici esercizi, tre negozi alimentari, due attività alimentari artigiane e una del settore servizi. Complessivamente sono state erogate 234 ore di consulenza. Ecco cosa hanno realizzato ed i comportamenti che mettono in atto. bio pasticceria anita Impiego di materie prime locali, biologiche e stagionali, reimpiego del vetro, uso di carta riciclata per il materiale da imballo/confezioni, utilizzo della bicicletta elettrica per le commissioni brembilla luca accumulatori Sensibilizzazione dei clienti a raccogliere pile esauste, incentivandoli con promozioni e sconti, scelta di fornitori green, utilizzo di materiale di cancelleria e di consumo eco-compatibile carminati lorenzo – carni equine Installazione di nuovi motori della cella frigorifera e di banco, vendita e utilizzo di prodotti biologici e locali, uso di detersivi ecologici per la pulizia casa gambarara Showroom di arredi e complementi, propone una selezione di prodotti di imprese attente all’ambiente, gestione attenta dell’imballo delle merci, utilizzo di borse in carta o cartone chez richard paris (boutique gastronomica) nità Montana Valle Brembana). Le imprese ammesse al progetto saranno al massimo una cinquantina. Per queste è previsto, nel periodo maggio-giugno, un percorso formativo articolato in tre incontri per un totale di 12 ore su temi legati alla sostenibilità, l’efficienza energetica e il marketing ambientale. La frequenza di almeno due dei tre incontri è obbligatoria per beneficiare dei servizi di consulenza e per poi fare domanda di concessione del marchio. Saranno messe complessivamente a disposizione 600 ore su versanti come risparmio energetico e fonti rinnovabili, quantificazione degli investimenti e ricerca di fonti di finanziamento dedicate, marketing e promozione ambientale, pianificazione degli acquisti e logistica a basso impatto ambientale. A fine anno saranno raccolte le azioni sostenibili messe in atto dai partecipanti, che saranno valutate da un’apposita commissione. Il marchio “Sono Sostenibile” ha durata annuale e sarà consegnato alle aziende nel corso di un evento finale. Per le imprese con sede a Bergamo c’è anche un vantaggio in più. Il Comune, come ha annunciato l’assessore all’Ambiente Massimo Bandera, intende riconoscere un contributo del 20% sulla Tari in conformità con le premesse che hanno dato avvio al progetto. Nell’inverno 2011-12 l’amministrazione si trovava infatti a dover decidere se “punire” con una sanzione i negozi che tenevano aperte le porte provocando dispersione del calore, ma grazie al confronto con le associazioni di categoria si è scelto di cambiare prospettiva e premiare le insegne virtuose. Il bando e la scheda di adesione ai focus group sono disponibili sul sito www.bergamosviluppo.it. Il bando resterà aperto fino al 30 aprile 2014 (per informazioni tel. 035 3888011 – email: [email protected]) La boutique gastronomica ha puntato su ristrutturazione del locale con soluzioni sostenibili, utilizzo di lampade a risparmio energetico e a Led, allestimento con mobili usati, recupero della carta d’imballaggio, vendita prodotti del commercio equo e solidale ristorante pizzeria da mimmo gelateria verderosa Utilizzo di ingredienti freschi e naturali, installazione di una pompa di calore, illuminazione tramite lampade ad alta resa, utilizzo di una linea di packaging in carta motorama bike Vendita di biciclette a pedalata assistita, utilizzo mobili ed espositori di seconda mano, uso borse in carta o cartone e batterie/cartucce ricaricabili orobici Offerta di un servizio di consegne “green” in tutto il comune di Bergamo, grazie a una flotta di biciclette veloci, silenziose ed ecologiche ottica tironi Vendita di occhiali in materiale riciclato, raccolta lenti e occhiali dismessi per una missione in Malawi, scelta di fornitori certificati per la carta degli scontrini paguro blu Vendita di abbigliamento di seconda mano per bambini, organizzazione di eventi e laboratori sul tema del riciclo, raccolta materiale vario da riutilizzare, sensibilizzazione all’uso di pannolini lavabili Scelta di prodotti locali e/o biologici, offerta di acqua del rubinetto filtrata e depurata, utilizzo di energia rinnovabile, scelta di fornitori non food sostenibili, proposta alla clientela di portare a casa il cibo non consumato ristorante pizzeria marechiaro del rosso vernici ristorante pizzeria vesuvio Ristrutturazione degli uffici secondo i principi del risparmio idrico ed energetico, riciclo degli imballi e delle buste di plastica per altri utilizzi, riduzione del volume degli imballi, offerta di prodotti di verniciatura sostenibile eticalimenta Specializzato nella vendita di prodotti alimentari artigianali con particolare attenzione ai prodotti stagionali e biologici, utilizzo di imballaggi in vetro e carta, organizzazione di eventi con utilizzo di stoviglie biodegradabili il bianconiglio bergamo Vendita di abbigliamento e attrezzature di seconda mano per bambini, proposta di prodotti di realtà artigianali locali, arredi fatti con legno e cartone riciclato, illuminazione a risparmio energetico Impiego di materie prime stagionali e locali, uso di acqua naturalizzata, sistema di spillatura della birra e del vino con impianti fissi, installazione di vetrate per amplificare la luce naturale Ristrutturazione con materiali naturali (legno, pietra e ferro), uso di materie prime biologiche e/o locali, proposta di portare a casa il cibo non consumato, car sharing tra i dipendenti riva gioielli Installazione di vetrate a vetri stratificati, illuminazione efficiente, uso degli arredi originali (del 1928), confezioni e borse solo in carta, sensibilizzazione dei commercianti del Distretto di Bergamo su temi della sostenibilità Sweet irene Caffetteria pasticceria con offerta di prodotti e uso materie prime bio, naturali e stagionali, preparazione cibi vegetariani e vegani, utilizzo di energia rinnovabile, proposta delle doggy bag per evitare sprechi, arredi di seconda mano, catering con stoviglie biodegradabili la Rassegna 3 aprile 2014 9 Gelato, «più valore con i prodotti del territorio» Il Co.Gel. Ascom lancia un gusto speciale che vuole rappresentare Bergamo, il Mielgòt. Bosio confermato presidente: «Puntare sulle eccellenze locali dà risalto alla qualità del proprio lavoro» Destagionalizzato o meno, il gelato vive con la primavera il momento del risveglio. Ed è questo il periodo in cui il Comitato Gelatieri dell’Ascom lancia le proprie iniziative. Il carnet è sempre più ricco. Si è aperto con la partecipazione di oltre 50 attività alla Giornata europea del Gelato artigianale e il concorso dedicato alla creazione di gusti con prodotti del territorio, con tanto di giuria internazionale e cena di gala. Proseguirà con gli appuntamenti ormai classici della campagna Gelateria di Fiducia e un’ulteriore novità, il debutto di un gusto speciale che vuole rappresentare Bergamo, il Mielgòt. Nel frattempo è stato anche rinnovato il Consiglio direttivo del gruppo, con la conferma del presidente Massimo Bosio, classe 1966, titolare della Gelateria Selz Cafè di Clusone, al suo quarto mandato. Quest’anno ci sono un bel po’ di proposte sul piatto... «In passato l’attenzione del Comitato si è concentrata prevalentemente sui consumatori, con progetti di comunicazione e iniziative promozionali dedicate a diverse fasce di età, come bambini e anziani. Dallo scorso anno abbiamo pensato di rafforzare anche il confronto tra gli operatori. È così nato il concorso, nella prima edizione affiancato da un convegno e in questo secondo appuntamento da una cena che ha sviluppato il tema del gelato gastronomico. La partecipazione è stata buona, siamo soddisfatti, significa che abbiamo trovato una chiave per ampliare il coinvolgimento. La conferma viene anche dai tre nuovi ingressi nel Consiglio direttivo, persone che non avevano mai ricoperto incarichi associativi e che proponendosi hanno dato fiducia al gruppo e dimostrato di volersi spendere per la categoria». Che indicazioni ha dato il concorso? «La giuria era formata anche quest’anno da esperti di livello internazionale, con componenti del Comitato d’onore della Coppa del mondo della Gelateria, ed ha evidenziato un miglioramento sensibile dei prodotti. Il vero significato della gara non sta comunque tanto nella proclamazio- Massimo Bosio tre nuovi ingressi nel direttivo L’assemblea per il rinnovo delle cariche del Comitato Gelatieri dell’Ascom di Bergamo - avvenuto lunedì 24 marzo nell’ambito della seconda edizione del Concorso di gelateria artigianale di Bergamo – ha confermato, oltre al presidente Massimo Bosio, Giuseppe Mologni titolare della Gelateria Oasi di Villongo, con l’incarico di vicepresidente, Paolo Bignardi di Fiordipanna di Almenno San Bartolomeo, Vincenza Carissimi del Bar Commercio di Osio Sotto e Colombano Mariani della Gelateria Oasi di Fara Gera d’Adda. Tre i nuovi ingressi: Giovanna Enrica Amboni della gelateria Cherubino di Bergamo, Matteo Corna della gelateria Gelatiamo di Treviolo e Cristian Daldossi di Safarà Soft di Bergamo. Il nuovo Consiglio direttivo rimarrà in carica fino al 2017. ne di un vincitore, ma nello stimolo a mettersi in discussione, a cercare di fare sempre meglio e tradurlo nella pratica di tutti i giorni. In questo, come in tutti gli altri campi, non si può mai pensare di essere arrivati, ci può sempre essere un gelato più buono o più in sintonia con le richieste dei clienti». Nella corsa ad accaparrarsi i favori del pubblico le nuove insegne non mancano, la gelateria continua ad essere un settore su cui puntare? dal 7 all’11 aprile Per i bambini torna “La merenda non si paga” “I prodotti bergamaschi diventano gelato artigianale” è il filo conduttore dell’edizione 2014 della campagna Gelateria di Fiducia, la consolidata iniziativa del Comitato Gelatieri bergamaschi che offre agli operatori una serie di opportunità per farsi conoscere e ai consumatori alcuni momenti golosi. Quest’anno i gelatieri sono chiamati a fare proprio in nuovo gusto “Mielgòt”, con miele e biscotto al mais Spinato di Gandino, e, più in generale, a dare spazio a ricerca e a fantasia valorizzando le produzioni locali o le ricette tipiche. La campagna, alla quale hanno aderito circa 50 attività, conferma inoltre due appuntamenti ormai entrati stabilmente nel calendario delle iniziative. Il primo è “La merenda non si paga”, in programma dal 7 all’11 aprile. Ciascun gelatiere che vi partecipa distribuirà nelle scuole e negli asili del proprio territorio coupon che regalano ai bambini un cono a scelta da ritirare in gelateria nel periodo della manifestazione. Il Comitato Gelatieri provvederà inoltre a consegnare gelato artigianale ai reparti di Pediatria e di Otorinolaringoiatria del Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro per i bambini ricoverati, che potranno così partecipare alla festa. Il 2 ottobre, in chiusura di stagione, sarà la volta della “Festa dei nonni”, che propone ai gelatieri accordarsi con una casa di riposo o un centro anziani della propria zona per una fornitura gratuita di gelato da distribuire agli ospiti. «Anche in tempi di crisi non sta avendo grossi problemi perché offre ai consumatori la possibilità di gratificarsi a cifre contenute. Questo aspetto, unito alla presunta facilità del fare il gelato, ha portato molti, magari in cerca di un nuovo lavoro, ad abbracciare questa attività. Quello che posso dire è che oggi, con l’attenzione crescente di clienti a come si spende, c’è sempre meno spazio per l’improvvisazione, la competizione è serrata e solo i più bravi vanno avanti. Quello del gelatiere è un vero mestiere, da coltivare ogni giorno». Stanno aumentando anche le catene, un “nemico” per le gelaterie tradizionali? «Le catene, almeno quelle ben fatte, danno dei vantaggi a chi gestisce i punti vendita perché offrono soluzioni su molti aspetti dell’attività, da quelli commerciali a quelli legati alla produzione e all’organizzazione. L’ottica è da “multinazionale” e la spinta all’innovazione è marcata, ma questo lo considero uno stimolo per le gelaterie indipendenti a migliorare sempre più la qualità del prodotto e la gestione». Con il concorso il Co.Gel. ha puntato l’attenzione sui prodotti del territorio, è questo il nuovo filone della gelateria? «È un tema che sta attraversando tutto il panorama dell’enogastronomia ed è senz’altro una risorsa. È un’opportunità per raccontare la nostra storia, per avviare una ricerca, mettere la propria cifra sui prodotti anziché omologarsi alle proposte dei fornitori di semilavorati. Senza dimenticare che è una scelta che i clienti stanno dimostrando di apprezzare». Su questo versante avete fatto un passo in più, creando un gusto che vuole rappresentare Bergamo, il Mielgòt, presentato in anteprima alla cena che ha chiuso il concorso. Di cosa si tratta? «È un gelato che ha come ingredienti principali latte, miele e Melgòt, il biscotto realizzato con il mais Spinato di Gandino, rivisto nella ricetta per adattarsi all’impiego in gelateria. Nasce dalla collaborazione tra Comitato Gelatieri, Consorzio Pasticcieri, l’Associazione provinciale dei produttori apistici e la Comunità del Mais Spinato, una sinergia importante attorno ad alcune eccellenze che sono state ritenute capaci di raccontare e rappresentare il territorio. Proporlo non è un obbligo per i gelatieri, il “gusto di Bergamo” è una provocazione, uno stimolo a prendere in considerazione il legame con le produzioni locali e a farlo proprio. Inoltre è un’iniziativa in linea con i temi dell’Expo». Quindi la tendenza dell’estate saranno i gusti “locali”? «Personalmente credo tantissimo nel rapporto con il territorio e la possibilità di consumare i prodotti nel luogo in cui vengono realizzati è un valore aggiunto importante. Ad esempio nella nostra gelateria abbiamo scelto di impiegare il latte prodotto in un stalla vicina ed è tutta un’altra cosa. È vero poi che, oltre a latte, la Bergamasca non offre molto di più per l’impiego in gelateria, dove i volumi continuano a farli i classici, fiordilatte, nocciola, cioccolato, fragola e limone. Prodotti particolari, come il gelato alla polenta o quello al Moscato di Scanzo, servono però a dare la percezione della qualità del proprio lavoro, della ricerca di un miglioramento continuo». il concorSo Miele, zafferano e mais Spinato: la ricetta vincente arriva da Azzano È il gusto “I tre ori”, a base di latte con miele millefiori di montagna, stimmi di zafferano di Caprino Bergamasco, granella di mais Spinato di Gandino il vincitore della seconda edizione del Concorso di Gelateria artigianale di Bergamo, promosso dal Comitato Gelatieri dell’Ascom. A realizzarlo è stato Simone Rota Biasetti della Gelateria Artigel di Azzano San Paolo, che ha meglio interpretato secondo la giuria il tema della competizione, ossia la riscoperta del gusto lattemiele abbinato ai sapori del territorio. La manifestazione, andata in scena all’Istituto alberghiero Alfredo Sonzogni di Nembro, ha visto in lizza 27 gelaterie e 14 coppie di studenti degli istituti alberghieri di Nembro e San Pellegrino. Al secondo posto si è classificato “Mais cream” (latte con miele di castagno, torta di mais Spinato, Garibalda, mele e uvetta), presentato da Marcello Gusmini della gelateria La Crem di Vertova, al terzo “Fantasia d’autunno” (latte con miele di castagno della Valle Imagna, riduzione di Passito di moscato di Gandosso, ciliegie settembrine candite della Valle Imagna) di Cristian Daldossi della gelateria Safarà Soft di Bergamo. Vincitrici della Coppa riservata agli studenti Francesca Polimeno e Ilaria Mele dell’Istituto alberghiero di Nembro con il gusto “Fiordilat- te con mirtilli di Cardeto” (latte, panna, uova, miele e mirtilli di Cardeto). Di alto livello la giuria, diretta dalla giornalista Luciana Polliotti e composta da Giancarlo Timballo presidente del Co. Gel. Fipe e della Coppa del Mondo della Gelateria, Pierpaolo Magni dell’Accademia Italiana Maestri Pasticcieri, Jean Claude David e Kamal Rahal Essoulami membri del Comitato d’Onore della Coppa del Mondo, che hanno valutato gusto, struttura, originalità e aspetto visivo. Il concorso si è concluso con una cena che ha avuto come il protagonista il gelato gastronomico. L’aperitivo con gelato allo spritz accompagnato da salatini ha dato il via agli accostamenti fra dolce e salato e fra caldo e freddo. Preparati e serviti dagli studenti dell’Alberghiero di Nembro, sono seguiti crostino con polenta, pancetta gratinata e formaggi della Valseriana con gelato gastronomico al rafano, casoncello bergamasco, coniglio disossato ripieno con riduzione di Valcalepio, patate duchessa con gelato al cioccolato del maestro Ernst Knam speziato al pepe rosa. Il dessert è stato una sollecitazione all’inserimento del nuovo gusto, che verrà presentato a breve dal Comitato Gelatieri bergamaschi, dedicato alla valorizzazione del mais Spinato di Gandino. 10 la Rassegna 3 aprile 2014 RISORSE UMANE IL CONSULENTE RISPONDE di Marco Bergamaschi L'efficienza professionale, come ottenere di più lavorando di meno Mai come in questo periodo, ”efficacia ed efficienza” sono due concetti fondamentali per il mondo del lavoro e ci svelano tanto sulle realtà aziendali e suoi loro collaboratori. Riuscire a portare avanti il proprio ruolo con efficacia ed efficienza fa la differenza e che piaccia o meno, tratteggia una linea invisibile ma netta tra chi raggiunge gli obiettivi e chi no, in termini di spesa, di risorse e di tempo impiegato. Ma è pur vero che spesso nessuno spiega ai lavoratori cosa significhi operare con efficacia ed efficienza e almeno in alcuni casi, basterebbe aiutarli a comprenderlo, per cambiare quasi immediatamente lo stato delle cose. Quindi per eliminare ogni dubbio, diciamo che per “efficacia” si intende la capacità di raggiungere un determinato obiettivo, mentre per “efficienza” la capacità di raggiungerlo con la minima allocazione possibile di risorse. Per capirci: quando un collaboratore lavora 10 ore al giorno per raggiungere il proprio risultato e ci riesce, è sicuramente efficace, ma non è certo efficiente; se altri suoi colleghi raggiungono lo stesso obiettivo, lavorando 8 ore al giorno, questi sono sicuramente efficienti. È un esempio molto semplice, ma che spero dia l’idea del problema; quasi sempre non si mette D ottor Bergamaschi lavoro come responsabile commerciale per un’azienda del territorio e ultimamente, complice una riorganizzazione aziendale dettata dalla crisi, fatico a gestire gli obiettivi prefissati a inizio anno. Le urgenze sono sempre dietro l’angolo e la sensazione di dover rincorrere il tempo per fare tutto non mi abbandona mai. Ho fatto presente la mia condizione ai vertici aziendali, ma mi è stato detto che il problema non può essere solo il tempo. In altre parole, mi hanno invitato a rivedere il mio modo di operare, a renderlo più efficiente. Cosa sia cambiato tra prima e dopo la riorganizzazione è sotto gli occhi di tutto, perché adesso, improvvisamente, non sono più efficiente? Che ne pensa lei? e-mail, Castelli Calepio in discussione la motivazione, l’impegno e la voglia di fare, ma “come” lo si fa, soprattutto perché vivere e lavorare con un alto grado di efficienza sta diventando uno stile operativo sempre più richiesto. Pertanto se vi accorgete che alla fine della giornata lavorativa avete sempre delle questioni aperte che pensavate invece di chiudere, se la vostra scrivania è costantemente piena di carte e se una miriade di email aspettano di essere lette, allora è arrivato il momento di mettere in discussione la propria efficienza professionale. E sia chiaro: ciò non significa essere dei pessimi lavoratori, ma solo lavoratori che devono riesaminare e rivalutare alcune priorità. A qualcuno potrà suonare strano, ma è possibile infatti avere una quantità enorme di cose da fare e malgrado ciò, continuare ad essere produttivi, rimanendo propositivi, calmi e tenendo sotto controllo la situazione. Ma ripeto: se nessuno ce lo insegna o ci aiuta a comprenderlo, cambiare è difficile. Per riuscire a sbrigare il proprio lavoro, anziché rimanerne sepolti e oppressi, è sufficiente modificare alcune abitudini lavorative con degli accorgimenti che, se applicati in maniera opportuna, completa e sistematica possono farci ottenere di più, lavorando di meno. Innanzitutto, è necessario imparare ad interrompere il circolo vizioso del “lavoro arretrato”: la tendenza a rinviare le cose Fai decollare con non è un aspetto innato della nostra personalità, è semplicemente una cattiva abitudine. Ci sono molte ragioni per cui rimandiamo un certo compito e quella più banale, è ”perché non ci piace, perché è noioso o perché posso farlo dopo” e quindi la si procrastina a più non posso, non valutando le conseguenze; in questo caso se non è possibile delegare qualcun altro, è necessario ritrovare la propria motivazione per affrontarlo e portarlo a termine. Suonerà anche come una paternale, di cose che nella vita ci piacciono poco, ne incontreremo sempre, ma non per questo siamo legittimati dall’evitarle. Altro passo fondamentale è imparare ad troncare il “circolo delle interruzioni”: quando ci si lamenta di non aver tempo, è necessario chiedersi perché e come permettiamo agli altri di rubare il nostro tempo. E ciò non significa che non bisogna dare retta a quanti ci domandano un parere o un chiarimento, ma significa far capire loro che sarebbe meglio chiedere in una volta sola più quesiti, anziché formulare domande ogni mezz’ora nell’arco della giornata. Quindi bisogna chiarire subito le modalità con cui gli altri possono disturbarci e su quali questioni e la stessa cosa vale per le telefonate in arrivo: non ha senso davanti ad una scadenza da rispettare continuare ad interrompersi, lo ha invece chiedere al collaboratore o all’addetta al centralino di segnarsi chi ha telefonato per rimandare il tutto al giorno dopo. Allo stesso modo, se siamo noi a dover effettuare una telefonata, ancor prima di cominciare la conversazione, dovremmo segnarci i punti che vogliamo affrontare e gli obiettivi che desideriamo raggiungere al termine della telefonata, per non correre il rischio di sprecare tempo e farlo perdere anche agli altri; lo stesso principio va esteso anche alle riunioni aziendali e gli incontri con i clienti e i fornitori. Ma in verità chi ha problemi di efficienza, deve rivedere la sua capacità di programmare, cioè di impostare ed organizzare il lavoro; infatti il lavoratore che è in grado di impostare un sistema di lavoro in modo organizzato e completo, vede aumentare all’infinito le proprie potenzialità e le chance di riuscita; in caso contrario sarà una battaglia persa in partenza. Ma cambiare e migliorare l’efficienza non è impossibile: ci sono corsi di formazione molto validi che aiutano ad aumentare la performance lavorativa in termini di organizzazione e gestione del lavoro e che oltre a dei benefici a livello professionali, regalano una disciplina mentale utilissima anche nella vita sociale e personale; bisogna solo accettare di avere qualcosa da migliorare e quindi frequentarli. Per cui da oggi se ci accorgiamo di pensare spesso “non ho tempo”, forse il problema non è il tempo, ma la propria efficienza, che va analizzata e se è il caso, rivista. Non mi resta che auguravi buon lavoro. la tua attività sul web Registrazione, trasferimento e mantenimento domini INTERNET REGISTRAR HOSTING - HOUSING Servizi di Hosting e Housing Web nel nostro Datacenter Realizzazione siti e portali internet Via Borgo Palazzo 137 24125 Bergamo (Bg) tel. 035.4120123/121 fax 035.249848 [email protected] www.eascom.it eCommerce b2b e b2c Restyling siti e portali gia esistenti Grafica e design per web H Ottimizzazione siti web per motori di ricerca Internet social marketing Streaming Audio e Video Piattaforma CMS Wordpress e Joomla! Consulenza ICT e Networking la Rassegna 3 aprile 2014 11 Bar, aggiornato il listino delle consumazioni A disposizione degli esercenti il nuovo cartello. Inseriti caffè marocchino e al ginseng. Beltrami: «I gestori stanno facendo grossi sforzi per contenere i prezzi». «Ad incidere COsA DICE è soprattutto il servizio, ma è anche LA LEGGE ciò che valorizza l’offerta» REGIONE LOMBARDIA - Legge 2 febbraio 2010 n. 10 Dopo quattro anni dall’ultima revisione, arriva il nuovo “Cartello prezzi dei bar” per la città e la provincia. Il listino, redatto dall’Ascom, è a colori, elegante, ben visibile e riporta le voci delle varie consumazioni con gli spazi dove l’esercente può indicare il prezzo praticato al pubblico. L’elenco è stato aggiornato anche per rispondere ai nuovi trend di consumo: «Abbiamo scelto di inserire quest’anno anche il caffè d’orzo, quello al ginseng e il caffè marocchino, sempre più richiesti nei nostri locali», sottolinea Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar e Pasticcerie Ascom. Lo stampato può essere ritirato già in questi giorni all’ufficio soci dell’Associazione di via Borgo Palazzo 137 e delle sedi periferiche di Albino, Calusco d’Adda, Clusone, Lovere, Osio Sotto, Romano di Lombardia, Sarnico, Trescore Balneario e Zogno. Rispetto ad anni fa quando il prezzo delle consumazioni al banco era fissato per tutti, negli ultimi anni la politica dei prezzi dei pubblici esercizi è andata differenziandosi così come gli standard dell’offerta dei locali. «Il costante aumen- Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere Il presidente del Gruppo Bar e Pasticcerie Ascom Giorgio Beltrami to del costo delle materie prime e la pressione fiscale hanno ridotto ulteriormente i nostri utili - continua il presidente di categoria -. Da quattro anni manteniamo i prezzi con grosse difficoltà perché i costi di gestione siano lievitati. Storicamente il prezzo del caffè è sempre andato a braccetto con quello del ■ ARTICOLO 77 (Pubblicità dei prezzi) 1. Il titolare dell'esercizio di somministrazione deve indicare in modo chiaro e ben visibile, mediante cartello o altro mezzo idoneo allo scopo, il prezzo dei prodotti destinati alla vendita per asporto, esposti nelle vetrine, sul banco di vendita o in altro luogo. 2. I prodotti sui quali il prezzo di vendita al dettaglio si trovi già impresso in maniera chiara e con caratteri ben leggibili sono esclusi dall’applicazione delle disposizioni di cui al comma 1. 3. Per i prodotti destinati alla somministrazione, l’obbligo di esposizione dei prezzi è assolto: a) per quanto concerne le bevande, mediante esposizione, all’interno dell’esercizio, di apposita tabella; b) per quanto concerne gli alimenti, con le stesse modalità di cui alla lettera a), cui si aggiunge l’obbligo di esposizione del menù anche all'esterno dell’esercizio, o comunque leggibile dall’esterno. 4. Qualora, nell’ambito dell’esercizio, sia effettuato il servizio al tavolo, il listino dei prezzi deve essere posto a disposizione dei clienti prima dell’ordinazione e deve inoltre indicare l’eventuale componente del servizio. 5. Le modalità di pubblicità dei prezzi prescelte dall’esercente debbono essere tali da rendere il prezzo chiaramente e facilmente comprensibile al pubblico, anche per quanto concerne somme aggiunte attribuibili al servizio ■ SANZIONI Per la mancata esposizione dei prezzi, si applica la sanzione prevista dall’art. 17 bis comma 3 del R.D. 773/31 che prevede una sanzione amministrativa da € 154,00 a € 1.032,00 (pagamento in misura ridotta di € 308,00). L’autorità competente a ricevere lo scritto difensivo è il Sindaco. DOMENICA 17 APRILE Bancarelle sul sentierone nel fine settimana Fruttivendoli in festa a Brusaporto Gli ambulanti portano in centro la primavera Dopo il successo delle bancarelle che hanno tentato con dolci e frittelle le migliaia di bergamaschi che hanno visto sfilare i carri di mezza Quaresima e non hanno voluto perdersi il tradizionale rogo della Vecchia organizzato dal Ducato di Piazza Pontida, nelle vie del centro fiorisce la primavera. Dal 4 al 6 aprile il Sentierone ospita la “Festa di primavera”, appuntamento promosso dalla Comap, la cooperativa costituita dalle due associazioni provinciali dei venditori su area pubblica tra cui Fiva Ascom. Per tutto il fine settimana, venerdì incluso, dalle 8.30 alle 21, la passeggiata cittadina sarà accompagnata da colori e profumi primaverili portati ed esposti da una cinquantina di bancarelle. Gli ambulanti proporranno prodotti tipici, articoli d’artigianato, profumi, fiori, piante e una vasta gamma di prodotti per la casa e la persona, ideali per dare un tocco di no- quotidiano, ma è già da anni che lo manteniamo decisamente al di sotto, visto che i giornali ormai sono arrivati ad 1,30 euro. La politica di attenzione al cliente e ai prezzi per sostenere i consumi ci accompagna sin dall’introduzione dell’euro – ricorda -, quando il caffè è passato dalle vecchie 1.700 lire ad 80-88 centesimi per almeno altri cinque anni, salvo arrivare a 90 centesimi nel 2007 e ad 1 euro nel 2010». Il caffè, che rappresenta la consumazione di gran lunga più richiesta, vede il suo prezzo oscillare anche a seconda della componente servizio che rappresenta la voce più rilevante dei costi sostenuti dall’esercente. «Oggi è il servizio l’elemento che contraddistingue l’offerta del bar – spiega Beltrami -. La somministrazione di alimenti e bevande non è infatti una vendita ma una prestazione. Una materia prima di ottima qualità e un personale qualificato meritano e giustificano anche prezzi superiori». Stretti tra spese sempre più alte la tentazione per molti pubblici esercizi è quella di tagliare i costi ma «si tratta di un grave errore – avverte -. In questo momento di difficoltà la qualità del servizio è fondamentale, rappresenta la differenza tra chi resiste e chi non ce la fa. Se si crolla ora, se si abbassa la qualità del servizio, poi sarà difficile far tornare il locale in auge». Per confrontarsi sulle problematiche della categoria il Gruppo Bar Ascom ha organizzato una serie di incontri sul territorio. Il primo appuntamento per gli esercenti dell’Alto Sebino è fissato il 14 aprile alle 15.30 nella Sala degli Affreschi dell’Accademia Tadini di Lovere in piazza Garibaldi, 5. vità con il cambio di stagione. Ad allietare lo shopping non mancheranno momenti di intrattenimento per adulti e bambini e l’occasione unica di vedere gli artigiani all’opera, pronti a mostrare gesti e saperi antichi ormai quasi dimenticati. «Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con una manifestazione attesa che scandisce l’avvicendarsi delle stagioni, organizzata da oltre dieci anni in centro - spiega il presidente di Fiva Mauro Dolci -. Con la Fiera di Sant'Alessandro, la Festa d'Autunno e la Fiera di Santa Lucia, la Festa di Primavera è una delle vetrine più importanti per la categoria. L'appuntamento vuole rappresentare anche quest’anno un momento di festa per tutti, ma anche l'opportunità per far conoscere la realtà del mercato a chi non frequenta abitualmente gli appuntamenti settimanali, di presentare le nostre proposte e il nostro lavoro quotidiano». Quella in programma domenica 13 aprile sarà la 17esima edizione della Festa di Primavera, la giornata promossa dal gruppo Fruttivendoli dell’Ascom come momento di incontro per la categoria all’insegna della convivialità e dello spirito di gruppo. L’appuntamento, realizzato in collaborazione con Bergamo Mercati, è al Relais La Cantalupa Da Vittorio di Brusaporto, dove il programma si aprirà alle 11.45 con la celebrazione della Santa Messa. Seguiranno l’aperitivo e il pranzo. Il pomeriggio sarà allietato dall’intrattenimento musicale della band “Alta Moda”. Appuntamento consolidato e sentito, la Festa riunisce i dettaglianti ortofrutticoli bergamaschi, familiari e collaboratori attorno ad una tavola imbandita, ma è anche un’occasione di confronto e approfondimento sulle tematiche e le problematiche che interessano il settore. La partecipazioni dei rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni d’impresa accanto al presidente provinciale, e nazionale, della categoria Livio Bre- sciani, permettono infatti di anno in anno di mettere a fuoco le criticità ma anche di sviluppare idee, progetti e collaborazioni. La quota di partecipazione è di 50 euro a persona, grazie al contributo dell’Agenzia di Bergamo di UniCredit Leasing Spa. È necessaria la prenotazione ai seguenti contatti: Segreteria del gruppo tel. 035 4120203, Livio Bresciani tel. 035 214200; Roberto Busca tel. 035 258517, Ezio Sangalli tel. 0363 51093, Barbara Ravelli - bar interno al mercato ortofrutticolo. A Orio al Serio la Pasqua dell’Alimentarista Come sempre organizzata la domenica delle Palme - e quindi il prossimo 13 aprile - la Pasqua dell’Alimentarista è l’iniziativa della Pia Unione San Lucio per lo scambio degli auguri in vista della Festività. Meta di quest’anno è il ristorante Il Giardinetto, nel centro storico di Orio al Serio, appositamente messo a disposizione dai titolari per il ritrovo. Un’opportunità che permette di celebrare direttamente negli spazi del locale la Santa Messa e di sedersi poi a tavola per una cena in compagnia tra colleghi. La funzione, in programma alle 19, sarà officiata da Don Tarcisio Ferrari, assistente spirituale della San Lucio. Seguirà il menù concordato per la serata. L’appuntamento rientra tra quelli fissi del calendario annuale della storica associazione tra i commercianti del dettaglio alimentare che fa capo all’Ascom e che si dedica alla promozione di iniziative legate a religiosità, cultura e solidarietà. I posti sono limitati, è perciò consigliato prenotarsi al più presto. Per farlo si possono contattare la segreteria (tel. 035 4120200), il presidente Pierantonio Chiari (tel. 035 242982), Giuseppe Oberti (tel. 388 3936338) o Lino Ronchi (tel. 0363 44536). 12 la Rassegna 3 aprile 2014 PUNTO LAVORO a cura di Ascom e Seac Sicurezza, le procedure semplificate per l’adozione di modelli organizzativi nelle pmi L’ modello di organizzazione e geStione della Sicurezza Adottare un modello di organizzazione e gestione può esimere della responsabilità amministrativa di cui al D.Lgs n. 231/2001 nel caso in cui il sistema aziendale assicuri l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: - al rispetto degli standard tecnicostrutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici; - alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti; - alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; - alle attività di sorveglianza sanitaria; - alle attività di informazione e formazione dei lavoratori; - alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori; - all’acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge; - alle periodiche verifiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate. Preme ricordare che vi è responsabilità amministrativa nel caso di reato commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente da parte di persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso, e persino da persone sottoposte alla direzione o vigilanza dei soggetti precedenti. L’ente non risponde solo se i soggetti hanno agito nell’interesse esclusivo proprio e di terzi. L’ente non risponde per responsabilità amministrativa se è in grado di dimostrare: - l’attuazione di modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire i reati della specie di quelli verificatosi; - che la vigilanza sul funziona- adozione e l’efficace applicazione di un modello di organizzazione e di gestione può esimere della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al D.Lgs. n. 231/2001 (art. 30 del D. Lgs n. 81/2008 – Testo Unico Sicurezza). Il Ministero del Lavoro con il Decreto 13 febbraio 2014 (pubblicato sul sito http://www.lavoro.gov.it/ SicurezzaLavoro) ha approvato le procedure semplificate per l’adozione e l’efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza (Mog) nelle piccole e medie imprese adottate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro in data 27 novembre 2013. L’adozione di un modello di organizzazione e gestione della salute e sicurezza è facoltativo per le piccole e medie imprese. Nel caso in cui le Pmi decidessero di adottare tale modello posso- no avvalersi delle indicazioni organizzative semplificate, di natura operativa, allegate al decreto. In particolare, l’adozione delle procedure semplificate, anche se gravosa, risulta utile al fine dell’attuazione di un sistema aziendale efficace ed idoneo a prevenire i reati previsti dall'articolo 25-septies del D.Lgs 8 giugno 2001, n. 231 (Disciplina della responsabilità amministrativa) come sostituito dall'articolo 300 del D.Lgs n. 81/2008. Tale norma ricomprende i casi di omicidio colposo (art. 589 c.p.) o di lesioni gravi o gravissime (art. 590 co. 3 c.p.) con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Secondo la definizione contenuta nel decreto del Ministero per le Attività Produttive del 18 aprile 2005, lo si ricorda, per Pmi si intendono le imprese che hanno meno di 250 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro. mento del modello era affidata a organismo con autonomi poteri di iniziativa e controllo (nelle piccole imprese può farlo l’organo dirigente); - che i soggetti hanno agito eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e gestione; - che non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza dell’organismo di controllo. procedure SempliFicate per le pmi Il documento che contiene le procedure semplificate di cui al DM 13 febbraio 2014 tiene conto dell’articolazione della struttura organizzativa delle piccole e medie imprese in merito alla quale si considera: - l’eventuale coincidenza tra l’alta direzione (i più alti livelli direzionali dell’organizzazione aziendale), il datore di lavoro e l’organo dirigente ai sensi del D.Lgs n. 231/2001; - l’esistenza o meno di un unico centro decisionale e di responsabilità; - la presenza o meno di dirigenti, così come definiti dal D.Lgs. n. 81/2008; - la presenza di soggetti sottoposti alla altrui vigilanza. Il modello di organizzazione e gestione (Mog) deve prevedere: - la definizione della politica aziendale di salute e sicurezza (Allegato 1 nel quale viene riportata una lista di elementi utili per definire la politica ed i suoi successivi adeguamenti); - il Piano di miglioramento (Allegato 2); - il rispetto degli standard tecnico strutturali di legge relativi ad attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici. In tal senso l’azienda deve predisporre modalità che garantiscano l’aggiornamento alle prescrizioni legislative applicabili alla propria realtà aziendale, a tal fine: - nell’Allegato 3 vanno elencate tutte le norme di salute e sicurezza applicabili all’azienda, e va definito il campo di applicazione (contenuto/materia), la funzione aziendale interessata ed il responsabile dell’aggiornamento della normativa e della sua diffusione alle funzioni interessate; - nell’Allegato 4 (scheda manuten- zione macchina) vanno elencate, per ogni macchina, le manutenzioni ordinarie e straordinarie effettuate; - l’attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti (l’Allegato 5 contiene una scheda utilizzabile per la consegna e gestione dei dispositivi di protezione individuale); - l’attività di natura organizzativa, gestione delle emergenze e primo soccorso; - la gestione degli appalti; - la Sorveglianza sanitaria; - l’attività di informazione e formazione dei lavoratori; In base alle risultanze della valutazione dei rischi ed in conformità con la legislazione vigente ed i contratti collettivi di lavoro applicati, tenendo conto delle capacità e delle condizioni dei lavoratori, il datore di lavoro pianifica, predispone ed attua il “Programma annuale di formazione, informazione e addestramento” (Allegato 6), per tutte le figure aziendali e lo aggiorna in occasione della revisione ed eventuale rielaborazione della valutazione dei rischi, nel caso di modifiche legislative, di nuove assunzioni, di cambiamenti nelle mansioni, nei cambiamenti di attività o processi (nuove macchine, attrezzature, impianti, nuove modalità operative, ecc.). Al termine degli interventi formativi deve essere verificato il grado di apprendimento, sia per i corsi organizzati dal datore di lavoro stesso che per quelli erogati presso soggetti ester- ni, e deve essere registrata la presenza dei partecipanti (Allegato 7). Il datore di lavoro può raccogliere i dati formativi, informativi e di addestramento in apposite schede, per avere evidenza delle competenze professionali dei lavoratori (Allegato 8). L’allegato 9 riporta, inoltre, un modello per registrare le attività di addestramento. - l’attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori; La vigilanza del rispetto delle disposizioni aziendali è distribuita, secondo le competenze di ciascuno, tra datore di lavoro, dirigente e preposto. L ’obbligo di vigilanza si intende assolto in caso di adozione ed efficace attuazione del sistema di controllo. Le violazioni riscontrate dall’attività di vigilanza saranno sanzionate secondo il sistema disciplinare del modello di organizzazione e gestione. - l’acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie per legge (Allegato 10); - le verifiche periodiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate; Negli Allegati 11, 12 e 13 vengono riportati il modulo per il rilevamento di situazioni pericolose o di incidenti o di non conformità, il modulo per la rilevazione dell’infortunio sul lavoro ed il piano per il monitoraggio. - la modalità di registrazione dell’avvenuta effettuazione delle attività previste per l’adozione del modello di organizzazione e di gestione; - l’articolazione di funzioni ed istituzione di un sistema disciplinare; - il sistema di controllo sull’attuazione del modello e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate; Un idoneo sistema di controllo sull’attuazione del modello va effettuato, oltre che con le attività di vigilanza e verifica, anche attraverso la combinazione di due processi: gli audit interni di sicurezza ed il riesame. L’audit è un esame sistematico, documentato e indipendente (ma non necessariamente esterno all’azienda) per determinare se quanto pianificato e predisposto dal modello di organizzazione e gestione viene efficacemente attuato, risulta idoneo al conseguimento degli obiettivi ed è coerente con la politica in materia di salute e sicurezza. A tal proposito sono stati predisposti gli Allegati 14, 15 e 16. Il riesame e l’eventuale modifica del modello organizzativo devono essere adottati, quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative alla prevenzione degli infortuni e dell’igiene del lavoro, ovvero in occasione di mutamenti nell’organizzazione e nell’attività in relazione al progresso scientifico e tecnologico (Allegato 17). - la riunione periodica e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Nelle aziende e nelle unità produttive che occupano più di 15 lavoratori, il datore di lavoro, direttamente o tramite il servizio di prevenzione e protezione dai rischi, indice almeno una volta all’anno una riunione cui partecipano: il datore di lavoro o un suo rappresentante; il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi; il medico competente, ove nominato; il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Della riunione deve essere redatto un verbale che è a disposizione dei partecipanti per la sua consultazione (Allegato 18). Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi allo sportello Ascom dedicato Ascom Sistemi Gestionali – Qualità Sicurezza Ambiente (www.ascomqsa.it) tel. 035 4120181/129 la Rassegna 3 aprile 2014 13 Expo, in via Torretta uno sportello per le imprese L’Expo di Milano, ormai alle porte, non sarà solo un meeting internazionale in cui Paesi del mondo e istituzioni potranno confrontarsi sui temi dell’alimentazione e della sostenibilità. L’evento, in programma dal primo maggio al 31 ottobre 2015, creerà infatti un indotto anche per le piccole e medie imprese del territorio, le quali potranno trovare nuove occasioni di business e di sviluppo. Ma come prepararsi a cogliere tutte le opportunità offerte da questa grande esposizione, riuscendo a giocare un ruolo attivo dalla fase preparatoria fino a quella post-evento? È per rispondere a questa esigenza che Confartigianato Bergamo ha deciso di lanciare un nuovo sevizio informativo gratuito a supporto delle imprese associate: “Info Point Expo 2015”. Aperto nell’ufficio Internazionalizzazione dell’Organizzazione di via Torretta, lo sportello aiuterà infatti le imprese a muoversi fra le proposte formative e informative, le attività e le iniziative che l’Associazione metterà in campo in sintonia con altre Organizzazioni ed enti nazionali ed internazionali, fra le quali spiccano missioni e incontri d’affari con le delegazioni estere. Le imprese artigiane che intendono fornire beni e servizi alle varie iniziative targate Expo potranno inoltre consultare e registrarsi al catalogo ufficiale fornitori dei Paesi partecipanti e al catalogo fornitori “Bergamo for Expo 2015”, quest’ultimo riservato agli operatori economici della provincia di Bergamo. A questo proposito sul sito dell’Associazione, www.artigianibg. com, è stato anche creato un apposito banner all’urban center Giovani imprenditori, sinergia su internazionalizzazione e nuovi media Sarà l’Urban Center di viale Papa Giovanni XXIII a Bergamo ad ospitare, giovedì 10 aprile alle 19.45, il quarto incontro del percorso formativo sull’internazionalizzazione “Let’s Synergy International”. L’iniziativa, strutturata in cinque serate, è promossa dal “Coordinamento Bergamo Giovani”, il tavolo di lavoro che raggruppa i quattro Gruppi Giovani di Confartigianato Bergamo, Confindustria Bergamo, Ascom e Ance (presieduti, rispettivamente, da Daniele Lo Sasso, Marco Bellini, Luca Bonicelli e Francesco Savoldelli) e che vede a rotazione una gestione di progetti. Argomento della penultima serata saranno le nuove forme di comunicazione, il ruolo dei social media e l’ottimizzazione dei motori di ricerca (la cosiddetta attività di Seo – Search Engine Optimization) al fine di ottenere un migliore posizionamento della propria attività su Internet. Relazioneranno il membro di giunta di Confartigianato Bergamo Valentina Trevaini (coordinatrice del gruppo di lavoro Formazione e Comunicazione) e Alessandro La Ciura, entrambi giovani imprenditori operanti nel settore informatico. «Questo progetto – spiega la team leader del Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Bergamo Nicol Perquis – è un ambiente favorevole per la contaminazione delle idee. Credo che la diversità sia davvero un valore e lo dimostriamo ormai da due anni con appuntamenti interessanti e sempre molto partecipati». Let’s Synergy è nato lo scorso anno come progetto di formazione continua, con l’obiettivo di aiutare i giovani imprenditori ad affrontare le sfide del futuro favorendo una crescita sia sotto il profilo professionale che personale. Iniziato approfondendo i vantaggi dell’affiancamento generazionale in azienda tra padri e figli (argomento del primo anno), ad ogni sua edizione Let’s Synergy si propone di sviluppare un tema diverso, con un occhio di riguardo alle nuove tecnologie, alla comunicazione e all’internazionalizzazione. Aperto un servizio informativo gratuito per accompagnare gli artigiani verso le opportunità di business. Carrara: «Un vero e proprio progetto che comprende anche eventi, corsi e seminari sugli aspetti culturali, linguistici e tecnologici» dove, accanto alle informazioni su convegni, seminari e corsi, è possibile accedere ai siti ufficiali dei due cataloghi. «Siamo convinti che Expo 2015, con i suoi 20 milioni di visitatori previsti – sottolinea il presidente Angelo Carrara – rappresenti un’opportunità unica e irrinunciabile per la nostra economia locale e quindi per le nostre imprese, che avranno la possibilità di crescere, allargare i propri orizzonti e trovare nuove opportunità di business, facendosi conoscere ad una platea vastissima. Per questo abbiamo voluto creare al nostro interno un vero e proprio “progetto Expo”, che vede il suo fulcro nello sportello informativo, già pienamente operativo, e che si svilupperà in una serie di iniziative in grado di accompagnare gli artigiani in questo “cammino” pluriennale». Il progetto, infatti, non si limiterà all’attuale fase preparatoria e ai sei mesi di durata dell’esposizione ma, soprattutto, cercherà di guardare agli anni successivi, quando il nostro territorio potrà registrare un ritorno in termini commerciali, turistici ed economici. «Per questo – aggiunge riconoScimenti Carrara – è necessario essere pronti sotto diversi profili che cercheremo di sviluppare con eventi seminariali e formativi: dalla preparazione culturale a quella linguistica, passando per le nuove tecnologie di comunicazione e il marketing. Sono tutti elementi imprescindibili per farsi conoscere e operare in un contesto sempre più globale e internazionale. Molte iniziative, come pure i servizi di supporto all’internazionalizzazione e alla competitività sono già stati messi in campo ma adesso vogliamo ulteriormente potenziarli e promuoverli». Tra questi, per esempio, c’è il servizio di consulenza per la realizzazione di siti internet e per le traduzioni, con l’obiettivo di andare incontro a quelle aziende che non masticano ancora perfettamente il mondo del web oppure dispongono di un sito internet ma nell’unica versione in lingua italiana. Lo sportello “Info Point Expo 2015” è aperto da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 18. Per contatti chiamare il numero: 035 274285; e-mail: [email protected] L’Anap ricorda i suoi ex consiglieri Giornata di benemerenze, al teatro dell’oratorio Monsignor Tomasini di Clusone, durante la 38ª Assemblea provinciale dell’Anap Bergamo (Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato) presieduta da Giuseppe Carrara. Uno dei momenti più toccanti dell’incontro è stato infatti la consegna di sei targhe a ricordo degli ex consiglieri che hanno contribuito con la loro opera a far crescere l’associazione e che sono state ritirate dai familiari.Si è trattato di Vigilio Premarini (vicepresidente dal 1997 al 2003), Pietro Bosio (vicepresidente e presidente onorario dal 1989 al 2004), Giuseppe Valtellina (consigliere dal 2003 al 2005), Pippo Carminati (consigliere dal 1989 al 2005), Carlo Foschetti (consigliere dal 1989 al 1994) e Ferruccio Meneghin (consigliere dal 2010 al 2013). Infine, il “Premio Pietro Cattaneo”, consegnato ogni anno a un ex dipendente dell'Associazione Artigiani che si è distinto per attaccamento al lavoro, è andato a Ugo Angeretti, per molti anni responsabile del personale di via Torretta. L’agenda ■ Prevenire l’alzheimer, gazebo a romano Approda a Romano di Lombardia, sabato 5 aprile, la campagna di prevenzione sul morbo di Alzheimer promossa dall’Anap (Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato) in collaborazione con la Croce Rossa Italiana e l’Università La Sapienza di Roma. Dalle 9 alle 18, sotto i portici del palazzo comunale, sarà allestito il tradizionale gazebo informativo, proposto tutti gli anni in un diverso Comune della provincia, dove i visitatori avranno anche la possibilità di compilare un questionario in grado di evidenziare la predisposizione al morbo, dando il proprio contributo alla ricerca. arte &’ artigianato In mostra i dipinti di Giovine ■ inglese, informatica e sicurezza: i prossimi corsi Sono aperte, nella sede di Confartigianato Bergamo, le iscrizioni per il corso di lingua inglese, livello base, in partenza martedì 22 aprile. Proposto con cadenza bimestrale e rivolto a tutte le categorie, il corso è strutturato in otto incontri di tre ore ciascuna. Sempre con cadenza bimestrale, sono inoltre programmati corsi di lingua inglese di livello intermedio. Giovedì 8 maggio, partirà invece il nuovo corso base di informatica, per avvicinare i meno esperti all’utilizzo dei principali programmi di scrittura e di calcolo aventi utilità trasversale in ogni professione. Si ricorda, infine, che con cadenza mensile vengono proposti i corsi obbligatori sulla sicurezza e la salute negli ambienti da lavoro, rivolti a datori e dipendenti, ai sensi del D. Lgs 81/08. Per informazioni e iscrizioni: ufficio Formazione (tel. 035 274321-324; e-mail: [email protected]). ■ “Pulitore qualificato 2015”, iscrizioni aperte Iscrizioni aperte per la ventesima edizione del corso “Pulitore qualificato”, il percorso formativo rivolto alle imprese del settore della pulizia e disinfezione organizzato da Confartigianato Bergamo. In partenza il 15 maggio, il corso sarà come sempre strutturato in due sessioni. La prima, di carattere teorico, affronterà argomenti gestionali, normativi e contrattuali legati al rapporto di lavoro mentre la seconda, in partenza a ottobre, avrà carattere pratico. Al termine, i partecipanti potranno ottenere il marchio di qualità “Pulitore qualificato 2015”. Le iscrizioni si raccolgono entro venerdì 9 maggio contattando l’ufficio Formazione al numero: 035 274314; e-mail: [email protected]. ■ confartigianato, meeting a roma dei funzionari I funzionari di tutte le Associazioni aderenti a Confartigianato sono a Roma, nelle giornate del 3 e 4 aprile, per partecipare all’annuale appuntamento con la Convention Servizi della Confederazione. Durante il meeting, che come lo scorso anno si tiene all’Auditorium Antonianum, i funzionari si confronteranno sulle strategie organizzative e operative comuni per il miglioramento dei servizi alle imprese associate. Costantino Giovine Potrà essere visitata fino a lunedì 28 aprile, nella sala Agazzi di via Torretta e ad ingresso libero, la mostra del pittore Costantino Giovine, originario di Velletri e residente a Viadanica. Inaugurata lo scorso primo aprile, l’esposizione fa parte della rassegna “Arte &’Artigianato” promossa da Confartigianato Bergamo col patrocinio di Regione, Provincia, Comune di Bergamo, Camera di Commercio, Confartigianato Imprese Lombardia e Scuola d’Arte Andrea Fantoni. Arrivato a Milano nel 1983, Giovine inizia a studiare l’uso dei colori e ad approfondire il linguaggio dei simboli, iniziando così a far conoscere la sua arte. Successivamente si trasferisce a Viadanica, dove apre un nuovo studio. Ispirandosi a culture lontane (come quella aborigena australiana e Maya), ma anche vicine (come quella mediterranea), realizza opere luminose e profonde, con un linguaggio personalissimo e uno spiccato senso cromatico. Orari delle visite: da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 18, sabato e festivi su prenotazione. Per informazioni: Segreteria organizzativa (tel. 035 274292; e-mail: [email protected]). 14 la Rassegna 3 aprile 2014 Gli immobili ad uso turistico e l'opzione della cedolare secca Con la collaborazione del Centro Studi Seac Come noto, l’art. 3, D.Lgs. n. 23/2011 ha introdotto, a decorrere dal 2011, la c.d. “cedolare secca”, ossia un regime di tassazione riservato alle persone fisiche, “alternativo” a quello ordinario IRPEF, dei redditi fondiari derivanti dalla locazione di immobili ad uso abitativo. Non sono interessate alla disciplina in esame le locazioni immobiliari (ad uso abitativo) effettuate nell’esercizio d’impresa / arti e professioni o da enti non commerciali. L’opzione da parte del proprietario per il predetto regime comporta l’assoggettamento del canone di locazione dei predetti immobili ad un’imposta sostitutiva del 21% o, per le locazioni a canone concordato, del 15% (19% fino al 2012) che sostituisce, oltre all’IRPEF e relative addizionali, le imposte di registro e di bollo sul contratto di locazione. immobili turiStici locati tramite agenzie immobiliari Come accennato, l’applicazione della cedolare secca richiede da parte del soggetto interessato una specifica opzione correlata, a pena di inefficacia, ad una comunicazione preventiva all’inquilino con la quale il locatore comunica: • la scelta per l’applicazione della cedolare secca; • la rinuncia alla facoltà di richiedere l’aggiornamento del canone di locazione, anche se contrattualmente previsto, a qualsiasi titolo “inclusa la variazione accertata dall’ISTAT dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatasi nell’anno precedente”. L’opzione per la cedolare può essere esercitata anche per i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata inferiore a 30 giorni nell’anno per i quali non sussiste l’obbligo di registrazione. A tal fine si rammenta che “la durata del contratto deve essere determinata computando tutti i rapporti di locazione anche di durata inferiore a trenta giorni intercorsi nell’anno con il medesimo locatario”. Con riferimento alle locazioni effettuate tramite agenzie di mediazione immobiliare, fattispecie particolarmente frequente nelle ipotesi di locazioni ad uso turistico, l’Agenzia delle Entrate, nella Circolare 1.6.2011, n. 26/E ha chiarito quanto segue: “In presenza dei presupposti, non osta all’esercizio dell’opzione per la cedolare secca da parte del locatore l’intervento di un’agenzia che operi come mero intermediario tra locatore e conduttore”. A tale fattispecie sono riconducibili, per prassi consolidata, esclusivamente le ipotesi di contratti di intermediazione con rappresentanza. Infatti, in virtù di quanto disposto dall’art. 1704, C.c., solo in presenza di mandato con rappresentanza, il mandatario “agisce in nome del mandate”; viceversa, in caso di mandato senza rappresenzanza, non si verifica alcuna sostituzione in quanto il mandatario “agisce in nome proprio” e “acquista i diritti e assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi”. Recentemente il MEF, nell’ambito della risposta all’Interrogazione parlamentare 12.3.2014, n. 5- 02262, ha ritenuto applicabile la cedolare anche in presenza di un’agenzia operante tramite un mandato senza rappresentanza limitandone però gli effetti alle imposte dirette. cedolare Secca “a tutto campo” La fattispecie oggetto del citato chiarimento da parte del MEF riguarda i contratti di locazione di immobili ad uso turistico, nell’ipotesi in cui il proprietario si avvalga di un’agenzia di mediazione immobiliare. Innanzitutto il MEF ha confermato la consolidata prassi interpretativa in base alla quale la cedolare è applicabile in caso di conferimento da parte del locatore di un mandato con rappresentanza ad un intermediario. In tale ipotesi infatti: “il contratto di locazione è concluso in nome e per conto del proprie- ASco tario dell’immobile il quale assume direttamente diritti e obblighi nei confronti del conduttore. In detta ipotesi l’opzione per il regime sostitutivo della cedolare comporta l’esclusione dall’applicazione dell’Irpef per i redditi fondiari derivanti dalla locazione, delle imposte di registro e di bollo dovute sul contratto dilocazione”. Con un’interpretazione estensiva dell’inciso “mero intermediario”, contenuto nella citata Circolare n. 26/E, il MEF ha precisato che la possibilità di optare per la cedolare, con riferimento ai contratti di locazione di immobili ad uso turistico, va riconosciuta anche se gli stessi contratti sono conclusi da agenzie immobiliari “in esecuzione di un mandato senza rappresentanza”. In tal caso gli effetti sono i seguenti: • il locatore applica l’imposta sosti- 24124 Bergamo - Via Lombardia, 3/A - Tel. 035/222160 - Fax 035/249968 L'acquisto di beni strumentali per le pmi (nuova Sabatini) Il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato sul proprio sito internet la versione definitiva del modello da utilizzare per richiedere l’agevolazione all’acquisto di beni strumentali di cui al dm del 27 novembre 2013 (meglio nota come “nuova Sabatini”). A pena di invalidità, la domanda deve essere compilata avvalendosi del sopraindicato modello ed inviata a mezzo posta elettronica certificata (Pec) agli indirizzi di Pec delle banche e degli intermediari finanziari aderenti alla convenzione tra il Ministero dello Sviluppo economico, Cassa depositi e prestiti e associazione bancaria italiana, a partire dalle ore 9 del 31 marzo 2014. L’agevolazione è rivolta alle Pmi di tutti i settori produttivi, che realizzino investimenti (anche mediante operazioni di leasing finanziario) in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in hardware e tecnologie digitali e prevede nel dettaglio: 1. la costituzione presso Cassa Depositi e Prestiti di un plafond di risorse fino a un massimo di 2,5 miliar- di, incrementabili con successivi provvedimenti fino a 5 miliardi, che le banche e gli intermediari finanziari potranno utilizzare per concedere alle Pmi, fino al 31 dicembre 2016, finanziamenti di importo compreso tra 20mila e 2 milioni di euro a fronte degli investimenti; 2. la concessione da parte del Mise di un contributo in favore delle Pmi, che copra parte degli interessi a carico delle imprese sui finanziamenti bancari, in relazione agli investimenti realizzati. Il contributo è pari all’ammontare degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento convenzionale con rate semestrali, al tasso del 2,75 % annuo per cinque anni; 3. la possibilità di beneficiare della garanzia del Fondo di garanzia per le Pmi, fino alla misura massima prevista dalla vigente normativa (80% dell’ammontare del finanziamento), sul finanziamento bancario. Per quanto concerne il settore del trasporto merci su strada, l’articolo 5, comma 6, del decreto del 27 novembre 2013 esclude tra i beni agevolabili le spese relative all’acquisto dei mezzi e delle attrezzature di trasporto. Logistica di magazzino, insediato il tavolo della legalità Al ministero del Lavoro, si è insediato il Tavolo della Legalità nella logistica di magazzino richiesto dalla Confetra per far fronte alla degenerazione dei conflitti sociali all’interno dei magazzini dati in appalto. Scopo del Tavolo, di cui altre al ministero del Lavoro e alla Confetra fanno parte le Centrali cooperative, la Federdistribuzione e i sindacati, è quello di costituire una sorta di presidio permanente in grado di comprendere le cause profonde di siffatti conflitti e di proporre le misure anche legittime atte a rimuoverle. Inoltre al Tavolo spetterà di individuare gli interventi di natura preventiva e repressiva per scongiurare gli atti di violenza promossi da organizzazioni che strumentalizzano il disagio sociale esistente tra i lavoratori impiegati negli appalti. Come contributo verso la normalizzazione del sistema degli appalti di magazzino, tra la Fedit e i sindacati è stato sottoscritto un Protocollo che fissa Linee guida per la realizzazione di un nuovo modello per il lavoro delle ribalte allo scopo di favorire la stabilizzazione e l’internazionalizzazione del personale impiegato negli appalti di cambio di maggiore flessibilità organizzativa per le imprese. Nella sostanza il Protocollo fissa per il personale di ribalta su determinate materie alcune disposizioni quadro caratterizzate da minore rigidità rispetto a quelle del Ccnl di settore; la concreta attuazione delle suddette disposizioni dovrà avvenire tramite specifici accordi aziendali. tutiva; infatti, come chiarito dal MEF “per il profilo sostanziale dell’imposte sui redditi, il proprietario dell’immobile … è comunque titolare di un reddito da locazione, anche nel caso in cui l’Agenzia operi sulla base di un contratto di mandato senza rappresentanza”. L’opzione per la cedolare va espressa nella dichiarazione dei redditi; • rimangono dovute le imposte di registro e di bollo. Infatti, secondo quanto disposto dall’art. 1705 C.c., il mandatario che agisce senza rappresentanza non si sostituisce al mandante ma semplicemente “acquista i diritti e assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi”. Di conseguenza l’agenzia, che agisce sulla base di un mandato senza rappresentanza, è parte contrattuale (a differenza del proprietario dell’immobile) per cui non viene meno l’assolvimento dell’imposta di registro (se dovuta) e di bollo che, come noto, gravano sulle parti contrattuali (in questo caso agenzia e conduttore). ■ Opzione cedolare immobili ad uso turistico tramite intermediario Con mandato Senza mandato Imposta sostitutiva IRPEF SI SI Imposta di registro / bollo No SI (se dovute) In tale contesto il MEF richiama i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate nella Risoluzione 10.8.2004, n. 117/E relativa al trattamento applicabile alle somme riscosse dalle agenzie di intermediazione immobiliare, per la locazione di immobili ad uso turistico sulla base di un mandato senza rappresentanza. Il predetto trattamento risulta differenziato in base alla diversa qualificazione che la prestazione assume, con applicazione dell’IVA al 10% se essa si configura come "alberghiera", ovvero esente IVA in quanto locazione di immobili ad uso abitativo. Come sopra accennato, l’opzione per la cedolare secca, non è possibile in presenza di conduttori esercenti attività d’impresa / arti ovvero professioni. Tali presupposti “devono essere espressamente previsti nel contratto di mandato stipulatoda proprietario ed agenzia, quale vincolo per l’agenzia mandataria”. È quindi in ogni caso escluso dal campo di applicazione della cedolare secca il contratto di locazione tra proprietario e agenzia, con la successiva stipula di un contratto di sublocazione tra quest’ultima e il cliente finale che utilizza l’immobile ad uso abitativo. la Rassegna 3 aprile 2014 PAGINA A CURA DELLA 15 FOGALCO Terziario, imprese più ottimiste Ma ottenere credito resta difficile L’Osservatorio del Credito di Confcommercio registra un leggero miglioramento del clima di fiducia nell’ultimo trimestre del 2013. Peggiora l’accesso ai finanziamenti: domande accolte nel 23,8% dei casi contro il 26% della rilevazione precedente Nell’ultimo trimestre del 2013 l’Osservatorio del Credito Confcommercio sulle imprese del terziario fa segnare in leggero miglioramento del clima di fiducia, che non trova però riscontro nell’andamento di gran parte delle aziende, con il trend dei ricavi ancora in flessione e quello occupazionale che fa registrare livelli sempre più bassi. In lieve miglioramento, invece, la situazione dei prezzi praticati dai fornitori. Con riferimento al fabbisogno finanziario, continuano le difficoltà delle imprese nel rispettare i propri impegni. Quanto alla domanda e all’offerta di credito, si registra una leggera crescita, su base nazionale (con il 10,8% contro il 10,5%), della percentuale delle imprese che si sono rivolte alle banche per chiedere un finanziamento, un fido o la rinegoziazione di questo, o di un finanziamento già esistente. Si fa sempre più preoccupante la stretta creditizia, con l’abbassamento della cosiddetta area di stabilità, costituita dalla percentuale delle imprese che ottengono il credito con un ammontare pari o superiore rispetto alla richiesta (23,8% contro 26% del trimestre precedente) e l’innalzamento della cosiddetta area di irrigidimento, rappresentata dalla somma della percentuale delle imprese che si sono viste accordare un credito inferiore rispetto a quello richiesto e dalla percentuale di aziende che non se lo sono viste accordare affatto (52,3% contro 49,1%). In questo scenario peggiorano tutte le valutazioni circa le condizioni generali del credito, quali le altre condizioni applicate, la durata del credito, le garanzie richieste ed il costo dei servizi bancari. In leggero miglioramento, invece, il giudizio degli imprenditori circa l’andamento dei tassi di interesse. ■ clima di fiducia Negli ultimi tre mesi del 2013 si registrano lievi segnali di ottimismo circa l’andamento dell’economia italiana. Il 4,7% degli imprenditori valuta positivamente l’ultimo scampolo dell’anno, molto meglio del trimestre precedente, quando solo l’1,9% si dichiarava fiducioso. L’indicatore sale a 17 rispetto al 14,4 del trimestre precedente. In miglioramento anche la previsione per il primo trimestre del 2014, con un indice pari a 28,5 contro 24dell’indagine precedente. Il 6,6% è ottimista per l’inizio del 2014, contro il 3% del terzo trimestre del 2013. Risulta invece sostanzialmente stabile l’opinione degli imprenditori rispetto alla propria impresa (indicatore pari a 18,7 contro 18,6 dell’indagine precedente), con una dinamica che vede salire sia la percentuale degli ottimisti (dal 1,6% al 5,7%) sia quella dei pessimisti (dal 64,4% al 68,3%). In leggera ripresa, nel loro complesso, le attese circa l’andamento della propria attività economica per il primo trimestre del 2014 (indicatore pari a 32,3 contro il precedente 31,8). ■ andamento congiunturale Peggiora ulteriormente l’indicatore relativo all’andamento dei ricavi, che si attesta a 16 contro il precedente 18,5. Nel dettaglio, le valutazioni negative salgono al 72,5% (contro il 65% del trimestre precedente). Pressoché stabili le previsioni per quanto concerne i ricavi per i prossimi tre mesi con un 32,4 contro 32. In peggioramento anche l’andamento dell’occupazione, con un indicatore pari a 30,1 contro 31,1 del trimestre precedente. Analogo trend si registra per le previsioni in merito all’occupazione nella propria impresa nel trimestre successivo (29,9 contro 30,3). Cresce leggermente l’ottimismo, all’1,1 % contro lo 0,3% del terzo trimestre 2013, ma aumenta anche il pessimismo che arriva al 41,4% (contro il 39,7% del terzo trimestre 2013). In miglioramento l’andamento dei prezzi praticati dai fornitori, con un indicatore di 30 contro 29 del terzo trimestre del 2013. La valutazione è positiva per il 5,7% degli imprenditori, contro il 4% del trimestre precedente. In leggero miglioramento anche la previsione per il primo trimestre del 2014 (41,6 contro 40). Schiarite pure nei ritardi dei pagamenti da parte dei clienti. L’indicatore congiunturale passa dal 30,5 del trimestre precedente al 33,3 del quarto trimestre dello scorso anno. Analogo trend si registra riguardo alle previsioni per il primo trimestre del 2014 (41,5 contro 40,9). Anche sui crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione l’indagine registra un qualche miglioramento dei tempi di pagamento. L’indicatore si attesta al 22,3 rispetto al precedente 20. ■ investimenti Il 27% per cento delle imprese del terziario dichiara di aver effettuato investimenti negli ultimi due anni, mentre il 73% afferma di non averne effettuati. Rispetto ad eventuali investimenti in programma nei prossimi 24 mesi, il 13,4% delle imprese del terziario dichiara che li effettuerà, contro l’86,6% che afferma di non volerne effettuare. ■ Fabbisogno finanziario Diminuisce la percentuale delle imprese del terziario che si sono rivelate in grado, senza alcuna difficoltà, di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario. L’indicatore congiunturale scende a 36,9 contro il precedente 43,6. Peggiorano ulteriormente le aspettative per i primi tre mesi del 2014 (31,5 contro 34,6). Solo al 4% la richiesta per investimenti domanda e offerta di credito Lievissima crescita su base nazionale (con il 10,8% contro il 10,5%) della percentuale delle imprese del terziario che si sono rivolte alle banche per chiedere un finanziamento, un fido o la rinegoziazione di questo, o di un finanziamento esistente. Nell’ambito delle imprese che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere credito, il 23,8% lo ha ottenuto con un ammontare pari o superiore rispetto a quello richiesto, il 27,2% lo ha ottenuto, ma con un ammontare inferiore rispetto a quello richiesto, il 25,1% ha visto rifiutata la propria domanda di credito, il 10,4% è in attesa di conoscere l’esito della propria richiesta e non è intenzionato a ripresentarla nel prossimo trimestre ed il 13,5% è in attesa di conoscere l’esito della propria richiesta ed ha dichiarato di essere intenzionato a formalizzare istanza di credito alle banche nel prossimo trimestre. Diminuisce la percentuale delle imprese che ottengono il credito con un ammontare pari o superiore rispetto alla richiesta, che sono il 23,8%, contro il 26% del trimestre precedente (area di stabilità). Aumenta, rispetto al trimestre precedente, la cosiddetta "area di irrigidimento" rappresentata dalla somma della percentuale delle imprese che si sono viste accordare un credito inferiore rispetto a quello richiesto e della percentuale di aziende che non se lo sono viste accordare affatto. L’area di irrigidimento risulta aver colpito nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2013, il 52,3% delle imprese contro il 49,1% nel trimestre precedente. ragioni delle richieste di finanziamento Fondo di garanzia al commercio turismo e servizi società cooperativa BERGAMO - via Borgo Palazzo, 137 - tel. 035 4120321 Iscr. Reg. Imprese BG n° 0170674 - Iscr. ex U.I.C. n° 27278 Cod. fisc. 80028070169 Iscrizione Albo cooperative a mutualità prevalente al n° A111345 [email protected] - www.fogalco.it CoNVoCAZIoNE ASSEMBlEA oRDINARIA DEI SoCI I soci della FOGALCO soc. coop. sono convocati in Assemblea ordinaria presso la sede sociale in Bergamo via Borgo Palazzo 137, per lunedì 28 aprile 2014 alle ore 15 in prima convocazione e, occorrendo, lUNEDÌ 5 MAGGIo 2014 - oRE 10,30 in seconda convocazione presso l'Hotel Settecento in Presezzo (Bg) via Milano 3 - per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO Nell’ambito del 10,8% delle imprese del terziario che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere credito, il 96% lo ha fatto per esigenze di liquidità o cassa o per ristrutturare debiti esistenti, mentre il 4% per effettuare investimenti. tassi di interesse Migliora leggermente il giudizio degli imprenditori del terziario circa l’andamento dei tassi di interesse (indicatore pari a 25,3 contro 25 del periodo precedente). Le imprese che hanno affermato che la situazione è migliorata sono lo 0,3%, quelle che ritengono che la situazione sia rimasta invariata sono il 50,1%, mentre le imprese che riscontrano un peggioramento sono il 49,6%. altre condizioni applicate Peggiorano, rispetto a quanto registrato nel trimestre precedente, i giudizi delle imprese del terziario circa le altre condizioni applicate dalle banche (ad esempio messa a disposizione fondi) con un indicatore pari al 21,5 contro il 22,5. Nessuna impresa del campione ritiene che la situazione sia migliorata, le imprese che affermano che è rimasta invariata sono il 43%, mentre le imprese che dichiarano che la situazione è peggiorata sono il 57%. Durata del credito In peggioramento (indicatore pari a 20,1 contro 22,5 del trimestre precedente). garanzie richieste 1) Presentazione del bilancio al 31 dicembre 2013, della Relazione sulla gestione, del Rapporto del Collegio Sindacale e della Relazione di certificazione; 2) Delibere conseguenti ai sensi del Codice Civile. In peggioramento anche le condizioni relative alle garanzie richieste dalle banche agli imprenditori a copertura dei finanziamenti o degli affidamenti concessi, con un indicatore congiunturale del 19,5 contro il precedente 20,1. Secondo quanto disposto dall’articolo 18 dello Statuto Sociale, all’Assemblea hanno diritto di voto coloro che risultano iscritti da almeno novanta giorni nel libro dei soci. costo dei servizi bancari Bergamo, 25 marzo 2014 Il presidente rag. Riccardo Martinelli In peggioramento. L’indicatore relativo al quarto trimestre del 2013 si attesta al 23,9 contro il 24,9 fatto registrare nel trimestre precedente. 16 3 aprile 2014 la Rassegna
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