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Progettazione efficiente
REALIZZAZIONE
A Legnano, un’industria di impianti ha deciso di espandersi realizzando un
nuovo edificio in Classe A+ dimostra. L’unicità del progetto risiede inoltre,
non solo nelle singole soluzioni energetiche, ma anche nel modo in cui queste
sono state sviluppate per creare un sistema edificio/impianto integrato.
Il tema dell’energia, oltre a essere una questione tecnica da affrontare è
diventato anche un tema narrativo dell’edifico.
COME L’ENERGIA
DIVENTA “SEGNO”
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PROGETTO ENERGIA/80 marzo 2014
di Annalisa Galante - Politecnico di Milano
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La facciata nord-est
dell’edificio ancora in
fase di cantiere vista
dalla strada comunale.
Pensotti Fabbrica Caldaie Legnano è un
marchio storico dell’industria dell’alto
milanese; attualmente parte del Gruppo
Sices, ha sede a Legnano, progetta e fabbrica caldaie industriali. Si tratta di un’impresa presente sul territorio da oltre un
secolo, che ha saputo rinnovarsi nel tempo, con un ingresso negli ultimi anni nei
mercati esteri. La crescita del volume di
affari dal 2005 ad oggi ha richiesto un
aumento del personale, soprattutto nel
reparto di progettazione, tale che gli uffici utilizzati dal gruppo all’interno delle
strutture esistenti nel campus Tecnocity
a Legnano non offrivano più spazio di
espansione. Inoltre gli ambienti, pur
essendo dignitosi, risultavano datati e non
si prestavano a rappresentare una società
con spirito di rinnovo all’avanguardia del
suo settore, soprattutto ad una clientela
sempre più internazionale.
In questo contesto è nata la collaborazione fra Pensotti FCL e 8&partners srl,
società di ingegneria di Busto Arsizio.
Nello specifico Pensotti ha avanzato una
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richiesta per la progettazione di un nuovo palazzo ufficio come sede della società
(l’edificio B6), e la ristrutturazione degli
attuali uffici tecnici (unità A5/A6).
L’Architetto Brugnera, in qualità di responsabile del progetto per 8&partners, ha
scelto Aldar di Milano come progettista
degli impianti meccanici, in quanto veniva
offerta una visione della questione energetica che andava oltre la semplice scelta
impiantistica.
Con il supporto di Aldar, si è così formulata
una proposta per l’edificio B6 dove il tema
dell’energia riveste un ruolo importante per
la genesi e lo sviluppo del progetto sino
alla sua realizzazione.
Concept
L’edificio B6 implementa una serie di soluzioni e strategie energetiche innovative
che assicurano il raggiungimento della
Classe A+. L’unicità del progetto risiede
inoltre, non solo nelle singole soluzioni
energetiche, ma anche nel modo in cui
queste sono state sviluppate per creare un
sistema edificio/impianto integrato.
Nel B6 il tema dell’energia, oltre a essere una questione tecnica da affrontare è
diventato anche un tema narrativo dell’edifico. È stata presa una decisione esplicita dall’inizio del progetto di considerare
l’energia non come semplice vincolo per la
definizione di qualche particolare, come
per esempio lo spessore di un isolante, ma
come opportunità per impostare il progetto in un senso più ampio. La conseguenza
di ciò è che in diversi punti è evidente una
sintesi abbastanza stretta fra funzionalità
energetica, estetica e forma. Per esempio:
Gli orizzontamenti di piano sono realizzati in piastre in calcestruzzo armato di
spessore variabile tra 25 e 30 cm con la
superficie all’intradosso resa a vista; tale
soluzione garantisce la massa termica
necessaria al funzionamento della strategia di ventilazione notturna (descritta in
seguito), oltre a conferire agli spazi una
sensazione di leggerezza e semplicità. Si
tratta di una decisione non presa con leggerezza in quanto togliendo i controsof-
Le solette in calcestruzzo a vista
forniscono la massa
termica necessaria
per la strategia di
ventilazione notturna,
attribuiscono all’edificio
una sensazione di
leggerezza e semplicità
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Progettazione efficiente
REALIZZAZIONE
La facciata sud-ovest:
le finestre sono dotate
di aggetti orizzontali e
verticali
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fitti si perde lo spazio che negli spazi ad
uso laboratorio o ufficio è spesso pensato
per alloggiare la componentistica degli
impianti meccanici ed elettrici. Tuttavia
tra le possibili soluzioni alternative (realizzazione di pilastri massicci , pavimenti
in calcestruzzo), la soluzione adottata e
quella che meglio unisce esigenze funzionale e estetica;
PROGETTO ENERGIA/80 marzo 2014
La geometria
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Le finestre in facciata sono organizzate
con una geometria frattale, che si ripete
passando dalla facciata Nord-Est a SudOvest, ma con finestre sempre più piccole.
La geometra fornisce una vista simbolica
sulle attività del gruppo (si ricorda che il
comportamento energetico di un gas può
essere descritto per mezzo di un modello
matematico di frattali), oltre a fornire allo
stesso tempo una soluzione per ridurre gli
apporti solari entranti dalle facciate sud-est
e sud-ovest e aumentare la luce naturale
entrante da quelle di nord-est. Questo fa
sì che estetica e funzionalità si uniscano in
modo elegante.
L’atrio centrale che disimpegna tutti i piani
dell’edificio serve sia per fare funzionare
la strategia di ventilazione naturale sia per
aumentare il livello della luce naturale ai
piani inferiori. Tuttavia, associando all’atrio un diametro importante (7m), lo spazio diventa anche il fulcro dell’edificio e
rafforza la sensazione di leggerezza che lo
caratterizza. Anche qui forma e funzionalità diventano indivisibili;
Il comfort interno
Altro tema centrale al progetto è quello
del comfort, sia in termini essenzialmente
oggettivi, come le condizioni termiche e
illuminotecniche degli ambienti, sia in senso più ampio e possibilmente più soggettivo, come la possibilità per gli occupanti di
adattare i micro-ambienti di lavoro.
Garantire accettabili condizioni di comfort
termo-illuminotecniche negli spazi interni
è ovviamente un requisito fondamentale
di qualsiasi progetto architettonico. Nel
caso del B6, l’importanza data al comfort
durante tutte le fasi del progetto ha assicurato una buona progettazione e posa degli
impianti, attestata dall’alta soddisfazione
dimostrata dagli occupanti.
Invece, la possibilità di fornire meccanismi
che permettano agli occupanti di modificare i propri ambienti di lavoro è un tema non
così comune alla progettazione, tuttavia
seguito nel contesto del progetto B6 per
due motivi:
• gli occupanti hanno esigenze personali specifiche che l’azienda vuole
riconoscere. Potendo modificare le
condizioni del proprio posto di lavoro,
si migliora la sensazione di benessere
e quindi, si spera, il senso di appartenenza al luogo e all’azienda;
• apre la strada alla generazione
di ulteriori risparmi energetici, in
quanto chi può modificare il proprio
ambiente di lavoro è tendenzialmente meno esigente in relazione alle
condizione termiche-igrometriche del
proprio ambiente (Teoria del Comfort
Adattivo), e per esempio quindi può
essere disposto ad accettare una temperatura di 28°C in estate invece dei
canoniche 26°C.
In termini pratici la possibilità di adattamento è offerta da :
• la possibilità di aprire le finestre nel
periodo estivo;
• la possibilità di aggiustare la temperatura rispetto alla temperatura di setpoint centrale (-/+1,5°C) agendo su
21 termostati distribuiti nell’edificio;
• la ripartizione dei punti luci in sottoinsiemi legati alle postazioni di
lavoro, ciascun gruppo individualmente controllabile;
• la possibilità di controllare l’abbagliamento solare per mezzo delle tende
veneziane orientabili integrate in tutte le finestre.
Per evitare che l’apertura delle finestre incidesse negativamente sulle prestazioni energetiche dell’impianto di climatizzazione,
è stato necessario dotare tutte le finestre
di motori e coordinare la loro apertura con
l’accensione dell’impianto di climatizzazione. A sua volta questo ha richiesto l’ introduzione di un sistema elettronico di supervisione (Building Management System) e
la definizione di un algoritmo di controllo
articolato.
La posizione
Il B6 si trova all’interno del campus
Tecnocity, un complesso immobiliare di
25.000 m2 costruito negli anni novanta
dedicato a attività industriali e commerciali che sorge a circa 400m a sud-ovest
dalla stazione ferroviaria di Legnano. Il B6
si trova ai limiti del complesso, confinando
con la strada comunale a nord-est e con un
edificio esistente a nord-ovest.
Per garantire un corretto inserimento nel
tessuto urbano esistente è stato necessario
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Abbiamo rivolto alcune domande all’Arch. Pierangelo Brugnera, Direttore Tecnico di 8&partners.
Genesi non lineare: spazio, comfort e sostenibilità
Come è nato questo progetto e come si integra e si esprime la questione energetica nell’edificio?
È nato dalla volontà della Proprietà di determinare e condividere una proposta progettuale che rispondesse alle necessità
di spazi di lavoro di qualità, comfort e sostenibilità. La genesi del progetto è fortemente non lineare. Pensotti Fabbrica
Caldaie Legnano, un marchio storico dell’industria dell’Alto Milanese è attualmente parte del gruppo SICES, e si occupa
di progettazione e costruzione di caldaie industriale: trasformazione dell’energia a partire dal calore, lavorando con le
leggi della termodinamica, progettando e costruendo a un sistema dinamico complesso. Il modello fisico-matematico di
riferimento è teoria cinetica dei gas, i concetti di entropia, e teoria del caos sono parte di questa teoria. A partire dal proure dal contesto geometrico
gramma funzionale della società, dallo studio delle relazioni tra i diversi dipartimenti, e dalle necessità di spazio presenti e future,
e dei vincoli edilizio-urbanistico nonché dalla riflessione attorno ai temi anzidetti è nato il progetto, come una delle possibili sintesi di questa complessità.
Avete usato i principi della bioclimatica?
La strategia di raffrescamento passivo dell’edificio con ventilazione naturale è stata perseguita attraverso la progettazione di un cavedio interno all’edificio. Tale vuoto, oltre ad essere un elemento importante dal punto di vista distributivo all’interno della gestione dei flussi tra i vari dipartimenti, è pensato
come “meta-caldaia”, è un vero e proprio camino di ventilazione, un contenitore all’interno del quale l’aria si muove con leggi della fisica sopra dette;
l’edificio, passivamente, si raffresca.
In questo modo l’edificio, al suo interno, intimamente, racconta la fisica alla base del lavoro di Pensotti. Ulteriore intento progettuale è stato quello di
cercare di rappresentare questa fisica e questo lavoro consapevole anche del ruolo urbano dell’edificio stesso: il suo rapporto con la città.
Come l’energia puo’ diventare “segno”?
Una delle rappresentazioni geometriche del caos sono i frattali. I prospetti dell’edificio sono composti utilizzando una geometria frattale. In questo
modo l’edificio si rappresenta e si relazione con il contesto. Come anticipato nello schema logico precedente, una delle rappresentazioni geometriche
della complessità, e nello specifico del “caos” termodinamico interno, sono i frattali. I frattali compaiono spesso negli studi di sistemi dinamici complessi
e nella teoria del caos appunto, e sono spesso descritti in modo ricorsivo da equazioni molto semplici, scritte con l’ausilio dei numeri complessi.
Molti oggetti frattali sono generati attraverso un procedimento geometrico iterativo, i frattali geometrici. Una proprietà importante che un oggetto
frattale deve soddisfare che è l’”autosomiglianza” (o “autosimilitudine”). Una figura si dice “autosimile” (o “autosimilare”) se ripete, in scala sempre più
piccola, la sua forma. I sistemi caotici sono una regola naturale, anche da un punto di vista fisico. Molte forme presenti in natura richiamano la geometria
frattale, ad esempio le forme frastagliate delle coste di un isola o le ramificazioni di un albero, altre forme presentano invece la rottura della simmetria.
Quindi avete usato i frattali applicandoli in architettura?
Nell’edificio Pensotti la dimensione narrativa delle dinamiche interne all’edificio viene esplicitata attraverso lo studio e la proposta di una facciata frattale;
in questo modo ho cercato cercato di dare una risposta a quella domanta affrontando il tema di come dare forma all’energia, e nello specifico a quell’energia che è cifra sia del sistema edificio-impianto progettato che del lavoro della Pensotti.
La facciata diventa espressione del contenuto dinamico del sistema edificio-impianto mettendosi in relazione con il contesto urbano esistente. John
Ruskin, con chiarezza sintetizza come “l’architettura è espressione delle condizioni che la rendono possibile” ed è altrettanto chiara la lezione di Adolf
Loos per il quale “l’interno appartiene all’edificio e l’esterno del progetto appartiene alla città”.
Attraverso un processo geometrico che tiene conto dell’orientamento dell’edificio siamo arrivati a determinare i pieni e i vuoti, le opacità e le trasparenze
dell’involucro esterno dell’edificio. Tale risultato è stato perseguito intersecando e verificando, o, come si usa dire oggi, “integrando” le istanze del prestazionale energetico dell’involucro e la sua relazione con il programma funzionale degli spazi interni. La sintesi dei temi esposti, in questo percorso, che
tenta anche di essere anche logico, porta ad un edificio con un fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento, il raffrescamento e l’illuminazione
vicino a zero, con una qualità di comfort termico elevato ma sostenibile, rispettoso del clima locale. L’atrio centrale e le ampie superficie vetrate delle
facciate, pur essendo fortemente ombreggiate, assicurano elevati livelli di luce naturale in tutti gli spazi, anche nel piano seminterrato. Nelle stagioni
intermedie e nel periodo estivo – in particolare in certe ore della giornata - è possibile aprire le finestre della facciata per ventilare gli spazi.
Entrambe le soluzioni concorrono non solo a ridurre i consumi energetici dell’edificio, ma assicurano altresì che gli occupanti siano testimoni delle
variazioni giornaliere e stagionali delle condizioni esterne con un conseguente miglioramento del benessere generale.
Per fare tutto ciò il progetto architettonico si è sviluppato sia dai primissimi momenti di concept con il progetto energetico tanto che sarebbe più corretto considerare l’edificio come un unico sistema edificio-impianto.
allineare il nuovo edificio con la strada e con
l’edificio confinante esistente, obbligando
un orientamento dell’edificio su un asse nordovest/sud-est. Si tratta di un orientamento
non ideale dal punto di vista energetico.
Tuttavia, scegliendo di posizionare l’ingresso
principale all’interno del complesso Tecnocity
e non sulla strada principale è stato possibile, entro i limiti offerti dal sito, facilitare
l’ombreggiamento delle finestre, portare luce
nell’atrio centrale e creare una falda per ospitare l’impianto FV da 11,5kW.
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L’involucro
L’edificio è composto da due cuboidi intersecati; il primo opaco che ospita i primi
tre piani, dotato di una facciata ventilata
e il secondo dotato di una facciata continua trasparente che ospita il quarto piano.
I muri opachi e la copertura sono dotati
di uno strato di neopor spesso 23cm e
il basamento di uno strato di polistirene
estruso di 27cm. I ponti termici sono stati eliminati, creando uno strato di isolante
continuo senza interruzione intorno alla
struttura di calcestruzzo, posizionando per
esempio le finestre all’interno dello strato dell’isolante e generando una giunzione
continua fra isolante e la facciata continua
al quarto piano.
I serramenti sono di legno, dotati di tripli
vetri basso emissivi con Argon e una trasmittanza complessiva inferiore a 0,8W/
m2K, mentre la faccia continua è dotata di
tripli vetro con Kripton offrendo una trasmittanza complessiva di 0,9W/m2K.
Gli apporti solari sono limitati nel periodo
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estivo dalla facciata ventilata, dagli aggetti
sulle finestre e dalle tende automatizzate in
copertura. Dato l’allineamento dell’edificio
su un asse non perfettamente nord-sud, è
stato necessario dotare le finestre della facciata sud-ovest di aggetti sia verticali sia
orizzontali. Le finestre posizionate sul lato
nord-est sono ombreggiate nei mesi estivi
da alberi. Un ulteriore controllo dell’irraggiamento solare è offerto dalle tende veneziane esterne che permettono agli occupanti di controllare anche l’abbagliamento,
sopratutto nel periodo invernale quando il
sole è basso sull’orizzonte.
L’estensione delle superfici trasparenti
orientate a sud-ovest è stata limitata per
ridurre i guadagni solari. La conseguente
riduzione di luce naturale viene compensata
dalla luce proveniente dall’atrio centrale e
dalla superficie trasparente relativamente
estesa sul lato nord-est. Si tratta di una
impostazione non comune agli edifici passivi dove normalmente la superficie trasparente a sud viene maggiorata mentre quella
a nord viene limitata. Tuttavia l’edificio
B6 è caratterizzato da carichi interni relativamente elevati a causa della diffusione
di workstation, PC e server e quindi tra le
due stagioni, il periodo estivo risulta quello
più critico.
Un atrio diametro 7 m, convoglia luce naturale dalla serra in copertura agli altri piani
dell’edificio. Oltre a fornire luce naturale,
l’atrio serve anche come fonte di calore nel
periodo invernale e camino per la strategia
di ventilazione naturale attiva nel periodo
estivo.
Nel periodo invernale la serra in copertura
genera calore che viene raccolto per mezzo
delle bocchette collocate in alto dell’atrio
e distribuito alle altre zone dell’edificio per
mezzo del recuperatore di calore. Le stesse
bocchette vengono chiuse nel periodo estivo per non caricare il recuperatore con aria
calda, che andrebbe ad aumentare il consumo legato alla pompa di calore. Quindi
complessivamente il sistema permette in
modo elegante di accoppiare/disaccoppiare la serra e l’energia termica da essa generata, secondo la stagione.
La ventilazione passiva
Oltre ad adottare azioni per limitare l’ingresso di radiazione solare nel periodo
estivo, il B6 implementa una strategia di
ventilazione naturale detta “ventilazione
notturna della massa termica” per dissipare
in modo passivo il calore che si accumula
durante il giorno.
La ventilazione è innescata per effetto
camino, dovuto al fatto che nelle ore serali/
notturne nel periodo estivo, la temperatura dell’aria esterna (22°C) scende sotto la
temperatura dell’aria all’interno dell’edificio
(26-28°C). Le aperture (di circa 22 m2)
presenti nella parte alta dell’atrio centrale
permettono all’aria calda di uscire, generando così una depressione che trascina
all’interno dell’edificio l’aria fresca notturna. L’effetto camino è accentuato posizionando le aperture di aspirazione nel vespaio sotto l’edificio così da creare un dislivello
fra ingresso ed uscita di quasi 20 m. La
scelta di posizionare le aperture di aspirazione nel vespaio serve anche a raffreddare
ulteriormente l’aria esterna prima di farla
passare all’interno dell’edificio.
L’aria è invogliata a confluire in quattro camini (con sezione minima di circa
1m2), posizionati nei quattro angoli dei
quattro piani. I quattro camini sono dotati di quattro ampie bocchette di emissioni
(con sezione anch’esse di 1m2) collocate
in prossimità dei soffitti dei tre piani. I
soffitti degli uffici sono tutti realizzati in
calcestruzzo a vista e vengono quindi lambiti da una corrente di aria
fresca durante
le ore notturne.
L’aria fresca proveniente dall’esterno, venendo
in contatto con
il calcestruzzo
“caldo”, si scalda
ed esporta dall’edificio il calore che è stato
accumulato dalla
struttura nelle ore diurne, mentre il calcestruzzo a sua volta si raffredda.
Materialmente la strategia è stata realizzata dotando l’edificio di:
• un vespaio areato alto 0.5 m;
• solette in calcestruzzo a vista negli
spazi uffici;
• quattro camini di ventilazione che
corrono verticalmente dal vespaio al
terzo piano;
• un ampio atrio centrale;
• partizioni interne con finestre apribili;
• finestre motorizzate in copertura;
• un evoluto sistema di controllo elettronico (BMS).
Le prime misure effettuate nel periodo dal
5 agosto al 7 ottobre del 2013 confermano che la strategia sta funzionando,
soprattutto l’effetto raffrescante offerto
dal passaggio dell’aria nel vespaio prima
di entrare nell’edificio. Infatti è sufficiente
che l’aria esterna in prossimità delle finestre in copertura scenda sotto la temperatura dell’aria all’interno della serra per
innescare la ventilazione e trascinare dentro l’edificio aria più fredda dal vespaio.
Cioè, con l’aria esterna di 25°C si possono
raffreddare gli spazi interni a 22°C.
Nelle ore diurne, l’algoritmo implementato dal BMS, chiude le serrande dei camini
e sblocca le finestre in facciata per permettere agli utenti di aprirle per ventilare
gli uffici in modo naturale. La possibilità
di tenere le finestre aperte esiste fino a
quando la temperatura dell’ aria esterna rimane su un intervallo di comfort.
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Progettazione efficiente
Tutti i punti luci sono a LED per una
potenza complessiva di quasi 7,5kW,
ovvero solo 4W/m2. L’introduzione dei
LED ha permesso di dimezzare la potenza installata rispetto alla soluzione
originale prevista, ovvero tubi fluorescenti T5 con alimentatori elettronici. I
punti luci sono collegati al sistema di
controllo DALI di OSRAM che permette il controllo del singolo punto luce.
L’accensione/spegnimento dei punti
luce è gestito da una combinazione di
sensori di presenza collocati nei singoli spazi uffici e nei bagni, e sensori di
luminosità collocati all’esterno dell’edificio e ai piani intermedi inrossimità
dell’atrio centrale
Tuttavia il sistema di controllo non
ha soddisfatto del tutto le aspettative
degli occupanti, e quindi verrà a breve
potenziato per offrire agli occupanti la possibilità di spegnere/accendere
manualmente, entro certi limiti, i punti
luci del proprio ambiente di lavoro.
Infine, come già notato, collocato sul
tetto dell’edificio c’è l’impianto fotovoltaico con celle policristalli da 11.5 kW.
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Oltre la Classe A
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Nell’edificio B6 la questione energetica
è stata affrontata già in fase di concept
del progetto.
Considerare la questione energetica già
dai primi momenti di concettualizzazione offre importanti benefici in termini
di tempo e di semplicità di sviluppo
delle fase successive della progettazione; questo principio è valido anche
in assenza di soluzioni passive spinte,
come quelle implementate nell’edificio
B6. Al contrario, una decisione tardiva
di raggiungere una classe energetica
elevata (Classe A e Classe A+ ) è costosa se non addirittura irrealizzabile; “Ma
dove metto tutto questo isolante?” sembra essere il ritornello più comune.
Tuttavia il vero vantaggio di considerare la questione energetica dal primo
momento, è quello di permettere, come
nel caso del B6, la definizione di solu-
zioni passive più consistenti e radicali,
che non solo portino ad una riduzione
dei consumi energetici ma che migliorino la qualità della vita che scorre all’interno dell’edificio e contribuiscano ad
essere segno virtuoso nel tessuto urbano che li ospita; soluzioni che, come
nel caso dell’edificio B6, conducano a
un sistema edificio/impianto integrato,
risolto e complessivamente riuscito.
I nomi dell’intervento
■ Oggetto: Nuovo edificio industriale
■ Località: Legnano (MI)
■ Committente: Pensotti Fabbrica Caldaie Legnano Spa
■ Destinazione d’uso: Laboratori ed uffici al servizio dell’Industria (E2)
■ Anno di progettazione: 2011-2012
■ Anno di realizzazione: 2012-2013
■ Progettazione integrata e DL : 8&partners srl
■ Progettazione energetico e DL impianti termici: Aldar Srl
■ Responsabile della sicurezza: Arch.Marco Macioce
■ Progettazione impianti elettrici e DL: Project Engineering s.r.l.
■ Fornitore materiali isolanti: Piemonti Costruzioni Srl
■ Fornitore impianti termici: Marchesotti Idrotermica srl
■ Sorgenti luminose: Switch-Made
■ Apparecchi luminosi, cavi e quadri elettrici: Piperi Dario srl
Caratteristiche tecniche
Efficienza energetica
■ Classe energetica: A+ con 2,65 kW/m2anno
■ Volume lordo climatizzato (V): 8.415 m3
■ Superficie utile (S): 1756 m2
■ Rapporto di forma (S/V): 0,34
■ Trasmittanza involucro opaco esterno verticale: 0,128 W/m2K
■ Trasmittanza involucro copertura: 0,.105 W/m2K
■ Tipologia involucro trasparente: Triplo vetro basso emissivo con argon
(finestre) o kripton (facciata continua)
■ Trasmittanza involucro trasparente: 0,78 W/m2 K (finestre) e 0,95 W/m2 K
(facciata continua)
■ Tipologia sistemi di oscuramento: Veneziane esterne integrate (finestre) e
tende esterne (facciata continua)
■ Tecniche orientate al risparmio energetico: Pompa di calore acqua-acqua
con scambio diretto con acqua di falda. UTA con recuperatore di calore
con rendimento del 87%. Pompe e ventilatori a velocità variabile. Punti
luci LED con integrazione della luce diurna. Strategia di ventilazione
notturna della massa con finestre e serrande motorizzate gestito da un
BMS. Impianto fotovoltaico da 11.5 kWp.
Impianti
■ Tipologia impianto: Pompa di calore polivalente con recupero totale
■ Potenza installata impianto termico: 165 kW
■ Tipologia impianto climatizzazione: Impianto misto aria/acqua.
Distribuzione mono-tubo con ricuperatore di calore e con fancoil a
quattro tubi
■ Tecnologia principale per l’illuminazione ordinaria: Sorgenti LED
■ Potenza elettrica installata :7.436 kW
■ Presenza di sistema BUS: Bus KNX con tre sotto sistemi di controllo;
SIEMENS (sistema di climatizzazione), DALI (impianto di illuminazione) e BMS (supervisione e controllo della strategia di ventilazione
naturale)
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