12 FEBBRAIO - NUMERO 2/2014 QUALITY FORCE NEWS SE PAREBA BOVES ALBA PRATALIA ARABA ET ALBO VERSORIO TENEBA ET NEGRO SEMEN SEMINABA NOTIZIARIO DEL DIPARTIMENTO “LA FORZA DELLA QUALITÀ” DELLA ACCOMANDITA TECNOLOGIA SPECIALI ENERGIA S.P.A. NUMERO SPECIALE LE PRONUNCE DI SCIENZA, TECNICA E PRATICA SUI PANNELLI SOLARI TERMICI E CAVI SCALDANTI AUTOREGOLANTI - 1° PRONUNCIA I.E.A. - INTERNATIONAL ENERGY AGENCY TASK FORCE N. 26 La I.E.A., che è l’agenzia mondiale per l’energia compresa quella atomica, nel Novembre 2002 ha condotto uno studio sugli impianti solari termici “combinati” che sono quelli ancora oggi i preferiti dai caldaisti per la loro adattabilità commerciale ai loro normali prodotti di catalogo. La I.E.A. non è stata tenera con questo tipo di soluzione ed ecco l’estratto finale della ricerca. “Le temperature nei più comuni impianti solari in caso di stagnazione possono superare i limiti raccomandati dai produttori dei componenti con una conseguente drastica diminuzione della durata di vita utile dell’impianto stesso, con grave ed ovvio disappunto del consumatore finale.” Che vuole dire ciò? Che la I.E.A. fin da allora si era resa conto che i problemi dei sistemi a circolazione forzata erano soprattutto ascrivibili alle sovratemperature in stagnazione. Problema che Solahart ha brillantemente risolto con controlli termostatici elettronici e con i sistemi “Drain-Back”. QUALITY FORCE NEWS DEL 12/02/14 PAG. 1 DI 9 - 2° PRONUNCIA UNIVERSITÀ DI INGOLSTADT Molto dopo la ricerca effettuata dal nostro ing. Prosperi, che riportiamo più avanti, sulle differenze tra i collettori sottovuoto e quelli piani, il Ministero dell’Ambiente Bavarese incaricò l’Università di Ingolstadt di procedere ad analogo confronto. Ebbene, il risultato fu ancor più deludente giacché le prove si svolsero in una latitudine ancora più a Nord. Ed ecco il risultato. “Nel periodo di riferimento gennaio 2005, l’insolazione è moderata, e la temperatura ambiente è paragonabilmente bassa (<0°C). Il 28/29 gennaio, sono in funzione soltanto i collettori a lastra piana. Il 30/01 le condizioni per i collettori sottovuoto sono perfette: elevata insolazione a bassa temperatura ambiente. Ma i collettori sottovuoto funzionano solo per un breve periodo nel tardo pomeriggio, al calar del sole. I collettori a lastra piana invece funzionano per il giorno intero e forniscono calore a un livello di temperatura sufficiente. Questo indica che i collettori sottovuoto in questo periodo sono coperti di ghiaccio o neve e il loro disgelamento è molto rallentato a causa dell’elevata efficienza del loro isolamento. Le figure sottostanti sono esemplificative di entrambi i collettori in relazione al loro comportamento con la neve (a sinistra) e con il ghiaccio (a destra). La neve può scivolare senza difficoltà sulla superficie liscia di vetro dei collettori a lastra piana. Dall’altro lato, si accumula tra i tubi di vetro del collettore sottovuoto e in prossimità del fissaggio del collettore inferiore, anche a una pendenza di 33°. Per quanto riguarda l’ombreggiamento dei collettori va detto che le aree dei collettori sono rivolte a sud e che l’abbaino oscura entrambi i tipi di collettore. I collettori sottovuoto sono montati sulla parte occidentale del tetto, che in genere è il lato più favorevole per quel che concerne il disgelamento. Inoltre, i tubi sottovuoto non sono oscurati dall’alto, mentre i collettori a lastra piana sono montati sulla parte inferiore del tetto. In genere, entrambi i tipi di collettore sono considerati idonei al riscaldamento a energia solare nelle zone climatiche dell’Europa centrale. Il collettore sottovuoto, tuttavia, non raggiunge il rendimento energetico supplementare previsto. Pertanto, il collettore a lastra piana rappresenta un’alternativa interessante per quegli impianti. Nei periodi invernali, le cui condizioni dovrebbero essere più favorevoli per il collettore sottovuoto, questa tipologia di collettore mostra punti deboli concettuali.” QUALITY FORCE NEWS DEL 12/02/14 PAG. 2 DI 9 - 3° PRONUNCIA NATIONAL RENEWABLE ENERGY LABORATORY Il sistema a circolazione naturale nei climi freddi è il sistema con il costo inferiore in tutti gli stadi, con il Crisp (=Costo/Risparmio) più basso e la migliore possibilità di raggiungere l’obiettivo di riduzione del 50% L’ente americano per la ricerca sulle energie rinnovabili ne ha effettuato una sulla circolazione naturale per investigare sulle località e i climi adatti per il suo utilizzo. E’ evidente che l’accumulatore esposto all’esterno in climi freddi deve essere coibentato in modo commisurato alla temperatura glaciale cui viene esposto. Ciò assodato la N.R.E.L. ha dichiarato, ribaltando ogni altra opinione, che la circolazione naturale è la più efficiente specialmente nei climi freddi! Ed infatti ecco una immagine di due impianti 181Kf in un campo base sul monte Aconcagua (Argentina) a 4500 metri. - 4° PRONUNCIA CONFRONTO CIRCOLAZIONE NATURALE CN/ CIRCOLAZIONE FORZATA CF Per sciogliere ogni dubbio sulla differenza di p r o d u t t i v i t à t r a u n i mp i a n t o s o l a r e a circolazione forzata e uno a circolazione naturale, il prof. Ing. Natalino Mandas, della facoltà di ingegneria dell’Università di Cagliari, il collega prof. Ing. F. Cambuli e l’Ing. Gianluca Mandas hanno proceduto ad uno studio dei due diversi sistemi ed i risultati sono stati pubblicati sulla rivista RCI n.7 del Luglio 2008. QUALITY FORCE NEWS DEL 12/02/14 PAG. 3 DI 7 Da tale studio è risultato che la circolazione naturale produce fino al 28% in più della forzata. Come mai? Basta pensare solo al ΔT settato sulla pompa che nella circolazione naturale non esiste e le dispersioni del primario attraverso il quale transitano una quantità di litri enormemente superiore su due tubi per di più, mentre nella circolazione naturale solo l’acqua di consumo su un solo tubo. Ed ecco i risultati - 5° PRONUNCIA RICERCA INTERNA Quando sul mercato si affacciarono i tubi sottovuoto ci preoccupammo di verificare l’effettiva e vantatissima maggiore produttività. Dalla ricerca effettuata dall’ing. Marco Prosperi, nostro capo ufficio tecnico, tuttavia risultò che in nessuna circostanza i tubi a vuoto erano in grado di fornire più acqua calda di quanto ne producevano, a parità di superficie esposta, i pannelli piani selettivi. Perché? E’ vero che la superficie captante dei pannelli sottovuoto è più efficiente ma è anche molto inferiore sul mq esposto rispetto ai collettori piani. I risultati della ricerca furono anche pubblicati sui giornali e nessuno ebbe da obbiettare. Eccoli. Comparazione produttività tra 1 m2 di pannello sottovuoto e 1 m2 di pannello piano selettivo ZONA (bassaquota) PANNELLO SOTTOVUOTO Solahart Mod. S Produz. Kcal all’anno per m2 PANNELLO PIANO SELETTIVO Solahart Mod. K DIFFERENZA A FAVORE SELETTIVO Produz. Kcal all’anno per m2 Trento 540.000 546.000 + 1% Udine 525.000 535.000 + 2% Bologna 500.000 516.000 + 3% Alghero 820.000 897.000 + 9% Messina 770.000 848.000 + 10% QUALITY FORCE NEWS DEL 12/02/14 PAG. 4 DI 9 - 6° PRONUNCIA AZIENDALE La Società Viessmann ha pubblicato un calcolo effettuato su un impianto realizzato a Würzburg (Germania) con 4,99 mq netti ed un accumulatore da 300 litri. Da questo calcolo è risultato che in quella località l’impianto presentato era in grado di assicurare il 59,8% del fabbisogno richiesto che è di 200 litri/giorno a 45°. Sulla base di questo fabbisogno, abbiamo imputato il calcolo del F.C.S. (Fattore di Contribuzione Solare) del più umile degli impianti Solahart. Il 302Kf che è composto da un accumulatore da 300 litri + 4 mq lordi di superficie captante selettiva. Ecco i risultati: 70% di copertura contro il 59,8% di Viessmann. Con 4 mq contro i 5 di Viessmann! Quindi Solahart produce il 64,5% più di Viessmann. Copertura 70% QUALITY FORCE NEWS DEL 12/02/14 PAG. 5 DI 9 - 7° PRONUNCIA AZIENDALE Un nostro concorrente, che abbiamo il sospetto ci abbia un po’ copiato, ha pubblicato un F.C.S. del suo impianto con 300 litri di accumulo e 4 mq di superficie captante in base al quale F.C.S. viene soddisfatta, a Milano, la richiesta di legge di A.C.S. in una unità abitativa. Bene. Dall’ F.C.S. di un sistema Solahart con 150 litri e 2 mq che noi garantiamo, risulta la stessa produttività con metà superficie captante!! E fino a 15 anni di garanzia articolata tra totale e parziale. Vuol dire che il sistema Solahart produce il doppio!! QUALITY FORCE NEWS DEL 12/02/14 PAG. 6 DI 9 - 8° PRONUNCIA MEDIATICO/AZIENDALE Sul n. 206 della rivista “TIS - Il corriere Termo Idro Sanitario” è comparso un calcolo della ditta Idealtermo di Lecce per un impianto su Roma costituito da un accumulo di 300 litri e 6,84 mq lordi di superficie captante. Il produttore in quelle condizioni dichiara di produrre 2594 KWh/anno. Il nostro F.C.S. con un accumulo di 300 litri e 4 mq lordi di superficie captante produce 3184 Kwh/ anno. Con un accumulo di 180 litri e 2 mq lordi di superficie captante produce 2217 Kwh/anno. - 9° PRONUNCIA RICERCA SU SISTEMA COMBINATO A SVUOTAMENTO Un professionista ci ha chiesto a suo tempo il nostro parere su un sistema a svuotamento che si trova sul mercato di piccola taglia ma accorpabile in parallelo per impianti più grossi. Il nostro ufficio tecnico ha esaminato attentamente il prodotto ed ha espresso le seguenti osservazioni: Il sistema prevede un unico accumulo da 500 litri di acqua di impianto. L’acqua calda sanitaria verrà prodotta facendo scorrere l’acqua di acquedotto nello scambiatore immerso nell’accumulo. Il fluido inviato ai pannelli è quello contenuto nell’accumulo all’interno del quale è posizionato lo scambiatore di calore della caldaia. Nella figura è riportato lo schema interno del sistema in questione. Il sistema ha un limite massimo di portata d’acqua calda dovuta alla capacità dello scambiatore. Tale limite è tanto più evidente laddove si possono avere consumi contemporanei da più utenti. Nel periodo invernale il sistema non può effettuare preriscaldamento dell’acqua sanitaria. Sarà possibile preriscaldare solo la parte bassa dell’accumulo, rendendo nullo il contributo del solare. Infatti l’acqua sanitaria non ha benefici dal preriscaldamento realizzato, in quanto la serpentina non è immersa nella parte bassa. QUALITY FORCE NEWS DEL 12/02/14 PAG. 7 DI 9 La presenza della caldaia determinerà tramite il suo scambiatore il riscaldamento della parte alta. Come si vede dal disegno se la caldaia è impostata a 50° C tutta la parte indicata con la linea a lato del serbatoio, si troverà in temperatura. Nel caso dai pannelli arrivi acqua a temperatura inferiore a questa l’effetto sarà quello di raffreddare lo scambiatore di caldaia. Il fluido viene infatti fatto ritornare al di sopra di tale scambiatore. Solo con temperatura dai pannelli superiore ai 50° C possiamo dare un contributo al riscaldamento dell’acqua. (Situazione in inverno non frequentissima). - 10° PRONUNCIA FORMULA DI ARRHENIUS QUALITY FORCE NEWS DEL 12/02/14 PAG. 8 DI 9 Questa formula è molto interessante perché attraverso il suo sviluppo si può pervenire al numero di ore di vita del prodotto sulla base della temperatura dell’ambiente in cui si trova. Nel diagramma qui sopra riportato a mo’ di esempio si evince che, assumendo un funzionamento in continuo del cavo BTV (alias FSA/HWAT), indebitamente, in ambiente a 100°C, quindi a temperatura di 35°C superiore a quella minima consentita per quel prodotto, il cavo Raychem degrada dopo 900 ore (38 gg c.a.) mentre quello della concorrenza dopo 60 ore. Quindi dopo soli due giorni e mezzo. Ma se assumiamo che i due prodotti siano alimentati in continuo in ambiente con temperatura di 55°C, il cavo Raychem degrada dopo circa 600.000 ore, mentre quello della concorrenza dopo 1.100 ore. Il che significa che il cavo Raychem resisterà per 68 anni mentre quello della concorrenza per soli 45 giorni! Questo in via teorica ma nella pratica le cose sono un po’ diverse. Infatti il BTV in versione FSA/HWAT e anche quelli equipollenti della concorrenza non funzionano in continuo a quelle temperature. Salvo nel caso dell’HWAT. Infatti, assumendo una temperatura in continuo di 50°C, la sua durata può arrivare a 1.000.000 di ore che equivale a 114 anni, mentre quella dei competitori circa 1.300 ore che equivale a 54 giorni! Perbacco! Ma è possibile? Transliamo sul piano della esperienza di Accomandita. La distribuzione in Italia dei cavi Raychem da parte di Accomandita data dal 1982. Da allora sono stati distribuiti ed installati fino ad oggi 3,5 milioni di metri di cavo, con due soli episodi di malfunzionamento di cui uno relativo solamente ad un assorbimento leggermente maggiore. Abbiamo invece certezza di numerosi malfunzionamenti per rapido degrado dei cavi della concorrenza nonostante si sia presentata sul mercato molti anni dopo. Accomandita quindi può vantare con Raychem una “garanzia storica” di 32 anni senza malfunzionamenti. I cavi scaldanti autoregolanti, come abbiamo sempre ribadito, devono presentare una caratteristica essenziale. L’affidabilità. Giacché la loro funzione e collocazione in molti casi è così delicata che un malfunzionamento può determinare effetti collaterali inaccettabili. Ecco dunque che la nostra scelta “fondamentalista” per la qualità, ancora una volta si dimostra unica sia tecnicamente che economicamente. SEDE LEGALE: 43036 - SALSOMAGGIORE TERME - (PARMA) STRADA SAN GIUSEPPE, 19 TEL: 0524-523668 FAX: 0524-522145 [email protected] www.accomandita.com QUALITY FORCE NEWS DEL 12/02/14 PAG. 9 DI 9
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