Cultura e Spettacoli — Ariella Reggio

Data: 18 luglio 2014
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di Maria Cristina Vilardo
«I
nostri nonni si sono avvicinati cantando e ballando a due tra i più terribili conflitti della storia
dell’umanità». E allora ecco
che, fra chiacchiere e testimonianze letterarie, va in scena la
canzonetta leggera. Ci pensano
le Sorelle Marinetti, con Ariella
Reggio, a farle rivivere al Mittelfest in “Sciantose, eccentriche e
dive del microfono-Storia di
canzonette e di Guerre Mondiali”, domenica 20 luglio in prima
nazionale, alle 22.30, in piazza
Duomo a Cividale del Friuli (in
caso di maltempo al Teatro
Nuovo Giovanni da Udine, a
Udine).
Scritto da Giorgio Umberto
Bozzo con la collaborazione di
Marco Barocci, lo spettacolo arriverà a Trieste il 30 luglio, in
piazza Verdi alle 21, nell’ambito
di “Trieste Estate 2014”. «È un
concerto di canzonette - spiega
Ariella Reggio - tra i primi del
‘900 e gli anni Trenta, prodotto
dalla Contrada da un’idea di Livia Amabilino e di Giorgio Bozzo. Siamo state all’inaugurazione del Teatro Quirinetta a Roma, qualche anno fa, e lì si sono
esibite le Sorelle Marinetti. Devo dire che rimangono impresse perché sono talmente brave,
professionali, gradevoli, non
volgari, e anche molto imitate
ultimamente. Naturalmente
l’accoppiamento Ariella Reggio-Sorelle Marinetti può sorprendere perché non ho mai
fatto uno spettacolo così, ma
proprio per questo mi diverto
tanto. È logico che il piatto forte
lo fanno loro. Canticchio anch’io, faccio un recitar cantando perché non posso mettermi
a confronto. Forse è proprio
questa differenza che funzionerà, almeno speriamo. Ci siamo
trovati benissimo, sin dalle prime prove è scattato qualcosa, è
scattata l’ironia, il desiderio di
far bene, l’amore per il pubblico, la serietà professionale, che
è sempre la cosa più importante».
Un’altra esperienza artistica singolare.
«Anche alla mia età ci sono
delle cose da imparare, da provare. E questo mi dà molta
energia. A molti non piace la
parola “vecchiaia”, invece io la
uso tranquillamente. E in vecchiaia mi è stata data l’occasione di fare certe cose. Finché
posso, finché il mio fisico me lo
permette, io lo farò. E lo faccio
con tanto piacere, con gioia.
Molti mi dicono: “Peccato non
prima!”. Io trovo che sia assolutamente terribile questa affermazione, per chi la fa, non nei
miei confronti, perché vuol dire che considera la vecchiaia
come una parte inutile della vita. Nei primi anni della mia carriera non avevo pazienza né
tempo di andare a Roma o a fare i film perché ho costruito un
teatro con Orazio Bobbio, con
Francesco Macedonio, e non
era tanto facile allora. Quindi
tutte le mie forze erano concentrate in questa città, che
amo molto. Sì, son vecchia, ma
son contenta!».
Alla vecchiaia si arriva anche lasciandosi alle spalle
molti amici.
«Tanti, ne ho perduti tanti, e
non li cito tutti sennò diventa
un cimitero. Quest’ultima di
Francesco Macedonio è stata
una perdita terribile per tutti
gli attori, anche i più giovani.
Mi manca tantissimo perché
mi dava la sicurezza poetica di
uno spettacolo, la sicurezza
che adesso vedo perdersi nelle
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2014
IL PICCOLO VENERDÌ 18 LUGLIO 2014
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PERSONAGGIO » L’INTERVISTA
Ariella Reggio:
«La vecchiaia
che grande gioia» ‘‘
L’attrice in prima nazionale domenica a Mittelfest
faladivaelasciantosaconle SorelleMarinetti
Sono brave,
gradevoli, non
volgari. Subito
tra noi è scattata l’ironia,
l’amore per il pubblico, la
professionalità, che è
sempre la cosa più
importante
‘‘
È un periodo
che non fanno
che arrivarmi
proposte, soprattutto in
teatro. E io dico sempre:
“Orazio, sei tu questo?”
Non sono credente, ma è
una piccola superstizione
‘‘
Francesco
Macedonio mi
manca
tantissimo perché mi
dava la sicurezza poetica
di uno spettacolo, quella
che solo un grande
regista sa darti
L’INAUGURAZIONE
Domani l’apertura con il teatro e la danza dei gemelli Bubenícek
Mittelfest apre domani alle 17
nella Chiesa di San Francesco (che
alle 19 ospiterà il primo
spettacolo, l'Histoire du soldat di
Stravinskji (voce di Massimo
Somaglino con i solisti del Verdi di
Trieste). Accompagnerà
l’apertura e la chiusura dei saluti
ufficiali, l’Ensemble di ottoni del
conservatorio Tomadini di Udine,
diretto da Domenico Lazzaroni.
Alle 20.30 al Teatro Ristori, la
compagnia di Lubiana Slovensko
mladinsko gledališce con uno
spettacolo firmato da Oliver
Frljic’, “Dannato sia il traditore
della patria sua”.
A chiusura della prima giornata,
piazza Duomo accoglierà il gala di
danza “Le souffle de l’esprit”,
protagonisti Jirí e Otto
Bubenícek, i gemelli della
Repubblica Ceca, che hanno
spesso affiancato il danzatore
Roberto Bolle, trasformano la
potenza atletica in coreografia,
con una forza e un rigore sublimi.
nebbie e che solo un bravo regista sa darti. Il prossimo 1˚
aprile, quando sarà il primo anniversario della sua morte, faremo una serata per lui invitando i tanti amici ed estimatori
che aveva fuori Trieste. Farei,
quindi, un piccolo appello al
Comune, affinché ci desse una
mano per questa commemorazione».
Con Orazio Bobbio eravate
una coppia molto amata...
«Con Orazio siamo arrivati
al matrimonio, che è durato
pochissimo. Difatti non bisogna sposarsi... Ci siamo sposati
nel 1979 a Muggia, nel periodo
della rassegna del Teatro Ragazzi, con grande scandalo perchè qualcuno sul municipio
aveva messo gli auguri....».
Amici e artisti che comunque sentite sempre con voi...
«A noi sembra sempre che ci
siano Francesco e Orazio seduti in fondo alla platea. In palcoscenico di sicuro ci sono delle
presenze. E Orazio era il primo
a crederci. Lui aveva una passione per Lino Savorani, se lo
sentiva vicino sempre. E tra
l’altro è un periodo, specialmente adesso da quando non
c’è Orazio, che non fanno che
arrivarmi proposte, soprattutto in teatro. E io dico sempre:
“Orazio sei tu questo?”. Non
sono credente, ma è una piccola superstizione che mi tengo
vicino. Quest’anno mi sono arrivate due belle proposte, ne
ho scelta una. Ci tengo, però, a
dire che comincio con due
spettacoli per La Contrada.
Non lascio La Contrada, è la
mia creatura!».
Quali saranno?
«Per le anticipazioni dovete
aspettare ancora un po’, ma
posso raccontarvi una cosa carina che mi è successa: sono
nella terna per il Premio Le Maschere del Teatro Italiano, come attrice non protagonista,
per lo spettacolo “Boeing Boeing”. Le altre due attrici sono
Patrizia Milani e Anita Bartolucci. La premiazione avverrà
il 5 settembre al Teatro San
Carlo di Napoli, e mi hanno già
invitata perché comunque tutte e tre dovremo essere lì, come negli Oscar. Io son già contenta così, e non vedo l’ora di
andare a Napoli con un bel vestitin, perché la cerimonia di
premiazione andrà in diretta
Rai. La gente mi dice: “Ah, mi
quando la vedo in television...
finalmente una triestina!”. La
verità è che ci sono tanti triestini che lavorano a Roma, ma ormai mi identificano con la città. Così anch’io poi sono orgogliosa».
Dove andrà in vacanza?
«In settembre farò il mio solito viaggio a Londra. Vado sempre là, invece di cambiare, perché sono un po’ conservatrice
in questo. Mi piace tornare nei
luoghi che conosco, soprattutto adesso che non sono più giovane. Poi Londra ha rappresentato troppo per me, quindi è
come la mia seconda città, anche se è cambiata moltissimo.
Mi piace molto soprattutto il
teatro inglese. Gianluca Guidi
mi dice: “Sei come Maggie Smith”. Eh, grazie caro... Le rughe,
dico io, sono come le sue, ma
la bravura no».
“Siccome un gatto tira l’altro...”, ha detto raccontando
il suo amore per gli animali
sul sito del Gattile, di cui è socia fondatrice. Quanti ne ha
ora?
«Avevo due gatti, adesso è rimasta solo la gatta, che ha diciott’anni. Non vede bene da
un occhio, come me, e vuole
sempre più coccole. È una gatta nera, perché io sono per i
gatti neri, non portano assolutamente sfortuna. Non era per
niente affettuosa durante la
sua giovinezza, invece adesso
mi è appiccicata come un cagnolino. Passo parecchie ore
con lei e quando la lascio, mi
dispiace. Speriamo che Cociani riesca a convincere il Comune a non sfrattare l’Oasi, sennò
tutti noi gattari di Trieste veniamo sotto il municipio e di sicuro siamo più dei votanti...».
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