SPENDIBENE Davis Acoustics Matisse 3D È possibile per un costruttore europeo realizzare interamente in casa un sistema di altoparlanti di ottime prestazioni a prezzi concorrenziali con la produzione cinese? L a storia della Davis Acoustics non è propriamente quella lineare ed autoincensante che spesso si legge a proposito di marchi fatti dai pionieri della riproduzione musicale. Diversamente dal solito, qui non c’è un appassionato di riproduzione musicale stanco delle cose fatte dagli altri e che si è dato da fare in proprio sbaragliando in meno di sei mesi tutta l’agguerrita concorrenza. Queste storie, sempre molto coreografiche e di stile tipicamente americano, non appartengono a questo marchio. Dietro la Davis Acoustics c’è, anzi, purtroppo c’era, un esperto di elettroacustica, Marcel Visan (alcune fonti ci dicono ebreo fuoriuscito dalla Romania), che sapendo bene quello che voleva e come ottenerlo nell’epoca della “rivoluzione dei materiali”, cioè verso i primi anni Ottanta, aveva iniziato a costruire ottimi altoparlanti, con una resa magnifica sulle voci, pur senza strafare e a prezzi non elevatissimi. Molti in quel periodo si fecero catturare dalla gamma media chiara e pulita degli altoparlanti Siare, questo il marchio dei trasduttori che produceva, e dalla resa che era possibile ottenere dalla gamma mediobassa a quella medioalta senza soluzione di continuità. Gli altoparlanti erano importati in Italia da Roberto Pesce della Res di Torino e dopo una fase iniziale un po’ incerta nel controllo della produzione cominciarono ad andare veramente bene. Il successo di questi altoparlanti suscitò gli appetiti del proprietario di un marchio francese concorrente che all’e- DAVIS ACOUSTICS MATISSE 3D Sistema di altoparlanti da pavimento Costruttore: Davis Acoustics, Rue della Paix, 10 000 Troyes, Francia. www.davisacoustics.com - [email protected] Distributore per l’Italia: AudioMondo, Viale Tiberina 75, 06059 Todi (PG). Tel./Fax 075 8948087 www.audiomondo.com [email protected] Prezzo: Euro 830,00 la coppia CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE Tipo: bass reflex da pavimento - accordo anteriore. Potenza consigliata: 80-120 watt rms. Potenza massima applicabile: 120 watt rms. Sensibilità: 91 dB. Risposta in frequenza: 45-20.000 Hz. Impedenza: 4-8 ohm. Numero delle vie: tre. Frequenza di incrocio: 400-4.000 Hz. Tweeter: cupola morbida da 25 millimetri. Midrange: 130 mm in Kevlar. Woofer: 2 da 130 mm in cellulosa/carbonio. Dimensioni (LxAxP): 165x980x250 mm. Peso: 16,5 kg AUDIOREVIEW n. 351 maggio 2014 51 SPENDIBENE Davis Acoustics Matisse 3D poca andava per la maggiore, il quale cercò, in maniera sempre più determinata, di acquisire quella fabbrica che produceva “altoparlanti gialli”, colore caratteristico delle membrane in fibra di vetro. La lotta si fece decisa, col costruttore grande e potente che cercò in tutti i modi di indebolire l’altro finché riuscì ad acquisire il marchio. Ma l’operazione si rivelò ben presto una disastrosa vittoria di Pirro, essendo lo staff tecnico migrato ad altri lidi per mettersi in proprio. Ovvio che quando Visan uscì per dare vita al marchio Davis, fece nascere un’azienda già matura, ovvero con una esperienza invidiabile nella costruzione di altoparlanti molto particolari. Dopo qualche incertezza iniziale il marchio si è ritagliato uno spazio tutto suo nella costruzione di altoparlanti e di diffusori, dotati di un suono meno francese degli altri, quasi, potremmo dire, di un suono inglese senza la freddezza di questo. La Davis è ora nelle mani del figlio di Marcel, che si chiama Olivier, che Il filtro crossover è fissato direttamente alle spalle della vaschetta portacontatti. Notale l’unica coppia di morsetti metallici. Il crossover semplice S iamo di fronte ad un progetto strano, lo sto notando dall’inizio del test. Per quello che mi ricordo avendoci lavorato qualche volta, gli altoparlanti prodotti da Marcel Visan non pretendono circuitazioni complesse e dotate di correzioni particolari. Figurarsi se un costruttore di altoparlanti non ne ha ottimizzato e finalizzato la prestazione acustica! Come possiamo vedere dallo schema di Figura 1 il filtro crossover infatti appare veramente minimale per un tre vie. Ora è vero che l’induttanza parassita che ho misurato sul singolo woofer è mediamente elevata, ma è vero anche che i due altoparlanti sono connessi in parallelo. La sola induttanza in serie al gruppo ha un valore elevato, specialmente per la frequenza di incrocio scelta, ovvero circa 400 Hz. L’azione del passa-basso inizia molto presto e viene sapientemente modulata proprio dal modulo dell’impedenza che diminuisce dopo i 100 Hz per poi aumentare di nuovo soltanto dopo la frequenza di incrocio. Comunque sia si tratta di una pendenza finemente lavorata con un ordine abbastanza variabile. Il midrange dovrebbe in teoria presentare una pendenza acustica maggiore dei woofer per il passa-alto, ma il computo dei parametri e del volume a disposizione ci dice che il passa-alto naturale del sistema è situato molto più in basso della frequenza di taglio scelta per l’incrocio. Non a caso l’induttanza parassita di questo trasduttore vede una fase prossima allo zero proprio a questa frequenza. La porzione di filtro passa-basso del midrange attua l’incrocio col tweeter a 4.000 Hz ed è realizzata con una cella del secondo ordine elettrico senza alcun controllo dello smorzamento, a dimostrazione della perfetta integrazione con la risposta dell’altoparlante. Anche il tweeter lavora con un passa-alto elettrico del secondo ordine, senza resistenze di attenuazione o di smorzamento. Va notata l’unicità delle connessioni che non prevedono doppio cablaggio e/o bi-wiring. Una sola coppia di connettori di discreto livello è fissata alla vaschetta plastica alle spalle del diffusore, con una discreta versatilità per il tipo di terminazione dei cavi di 52 Figura 1 collegamento. La componentistica prevede soltanto condensatori elettrolitici bipolarizzati, con le induttanze piccole avvolte in aria e quella del woofer avvolta su lamierini di ferrite. Le connessioni ai rispettivi altoparlanti sono realizzate con terminazioni Faston polarizzate utilizzando cavi di buona sezione. G.P. Matarazzo AUDIOREVIEW n. 351 maggio 2014 Davis Acoustics Matisse 3D Figura 2 non conosco personalmente ma giudicato sul prodotto rende onore alle convinzioni ed al modo di lavorare di cotanto padre. L’attuale produzione della Davis Acoustics è ben articolata, con cinque diverse serie di diffusori di livello crescente sia come prestazioni che come prezzo. Ci sono anche alcuni componenti dalla sensibilità esuberante, da 95 a 97 decibel pilotati con 2,83 volt. Davis costruisce in maniera del tutto autonoma altoparlanti utilizzati anche da altri costruttori come Goldmund, Avantgarde ed MBL. Per questo test abbiamo selezionato un diffusore di prezzo molto abbordabile, convinti che in queste fasce commerciali sia possibile valutare davvero chi è capace di realizzare ottime cose senza gravare sui costi più dello stretto necessario. La costruzione Matisse 3D è un diffusore da pavimento dotato di due midwoofer da 13 cm per la parte bassa, di un midrange di pari dia- metro per la gamma media e di un tweeter a cupola morbida da 25 mm. Esiste anche una versione lusso, Matisse HD, basata sullo stesso progetto ma poco più alta e con mobile arrotondato e laccato nero, e in questo caso il prezzo sale da 830,00 euro a 1.370,00 la coppia. Il 3D, modello “base” in prova, è alto invece poco meno di un metro, ha gli altoparlanti disposti in linea ed ingloba due volumi separati, che più o meno sono l’uno il doppio dell’altro per garantire una buona resa sia al midrange sia ai due midwoofer. Probabilmente in linea teorica si sarebbe potuto assegnare un volume minore per il carico del midrange e far confluire quei due o tre litri in più al carico dei due midwoofer, ma in questo modo la costruzione del cabinet sarebbe risultata più complessa e costosa ed i due midwoofer sarebbero stati penalizzati da una escursione maggiore che certo non si sarebbero potuti permettere. Gli altoparlanti a cono sono coperti sui bordi da una flangia che nasconde la vista delle viti di fissaggio. Il risultato più interessante è però un altro, visto che la fresatura sul frontale molto pronunciata arretra di fatto i centri acustici e lascia poco meno di dieci millimetri di spessore al baffle, così da evitare colorazioni indesiderate in gamma media, che sono state aggirate in maniera elegante ed estremamente economica. Il mobile è realizzato in medium density, con un buon incollaggio ed un setto naturale di rinforzo costituito dalla separazione tra midrange e midwoofer. Il midrange ha la membrana in Kevlar ed SPENDIBENE una cupola semirigida, con un cestello ventilato ed un piccolo foro di decompressione posteriore. All’analisi dei parametri ha mostrato una frequenza di risonanza prossima agli 80 Hz ed una resistenza elettrica di 5,62 ohm, con un buon fattore di merito meccanico. Con un driver così in genere si realizzerebbe un box chiuso di tre o quattro litri con una frequenza di risonanza poco più elevata dei 100 Hz, ancora bene al di sotto della probabile frequenza di incrocio. Il costruttore ha invece previsto un condotto di accordo di diametro ridotto posto alle spalle del cabinet e riempito con un cilindro di poliuretano che funge da resistenza acustica abbastanza decisa. Ci ho pensato su parecchio prima di prendere questo condotto in considerazione e pur tenendone conto nelle rilevazioni e negli ascolti, con e senza “tappo”, ho potuto notare che all’atto pratico dell’ascolto l’accordo posteriore serve soltanto a ridurre di poco l’escursione dell’altoparlante bene al di sotto della frequenza di incrocio. Va notato comunque che l’incrocio, come vedremo, è realizzato con un solo condensatore usato come passa-alto. I due midwoofer sono realizzati in maniera simile al midrange ma con la membrana realizzata in cellulosa e carbonio, una massa singola addirittura inferiore a quella del midrange ed una bobina mobile che sembra più dotata. Il tweeter a cupola morbida ha esibito nelle fasi iniziali di misura prestazioni sonore abbastanza contrastanti con le rilevazioni. È dotato di una cupola morbida da un pollice, con un trattamento superficiale estremamente accurato anche se, secondo il mio parere, troppo rigido. Il cabinet alla misura della Waterfall di Figura 2 ha esibito una prestazione notevole, caratterizzata da un decadimento estremamente veloce e qualche ondulazione solo alle frequenze medio- Il cabinet con gli altoparlanti smontati rivela i due sub volumi interni rivestiti con fonoassorbente acrilico. Le connessioni sono attuate grazie a connettori faston polarizzati. Notare anche il condotto di accordo di discrete dimensioni. AUDIOREVIEW n. 351 maggio 2014 53 SPENDIBENE Davis Acoustics Matisse 3D Sistema di altoparlanti Davis Acoustics Matisse 3D CARATTERISTICHE RILEVATE Risposta in ambiente: Vin=2,83 V rumore rosa Risposta in frequenza con 2,83 V/1 m Modulo ed argomento dell'impedenza Distorsione di 2a, 3a, 4a, 5a armonica ed alterazione dinamica a 90 dB spl MIL - livello massimo di ingresso: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) MOL - livello massimo di uscita: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) Risposta nel tempo L a risposta in frequenza del diffusore, viste le dimensioni e le frequenze di incrocio, è stata rilevata prima a due metri e poi è stata scalata come livelli di pressione ad un metro, in modo da avere una risposta corretta sul piano tecnico ed una perfetta ripetibilità circa il livello di pressione emessa. Devo ammettere che nella rilevazione ad un metro la risposta è risultata leggermente differente tra il midrange ed i due midwoofer. Come possiamo vedere la gamma bassa è mediamente estesa con un andamento a due pendenze, ampiamente analizzato nell’analisi del progetto. Qualche irregolarità è presente in gamma media grazie a due esitazioni visibili nelle vicinanze delle due frequenze di incrocio, ma nella risposta fuori asse possiamo vedere che di questi abbassamenti localizzati di pressione non rimane nulla. Mi stupisce un po’ la gamma altissima, troppo “sparata” sia nella ripresa in asse che in quella fuori asse, ove cede almeno 2.000 Hz più in basso. Anche quella in am54 AUDIOREVIEW n. 351 maggio 2014 Davis Acoustics Matisse 3D SPENDIBENE Con 90 decibel rms di rumore rosa notiamo come la partenza a bassa frequenza sia caratterizzata da un valore iniziale molto contenuto che si abbassa ulteriormente dopo la frequenza di accordo del sistema fino a portarsi ben al di sotto dei -40 dB. Quando il midrange cede il passo al tweeter si nota lo scontato e drastico ulteriore abbassamento al di sotto dei -50 dB. Aumentando la pressione a 100 decibel rms vediamo che in gamma bassa non succede quasi nulla, con la curva che si attesta sul livello quasi costante del 2% fino alla gamma media ove si nota ancora qualche effetto dell’escursione del midrange. In gamma alta ed altissima l’incremento di non linearità appare contenuto e ben inferiore all’incremento del segnale in ingresso. biente non è da meno, anche se più regolare. Probabilmente, ipotizzo, si potrebbe trattare dell’olio ferromagnetico che nelle rilevazioni è ancora praticamente solido, ma fatico a credere che dopo la MOL non si sia liquefatto ben bene, anche se la misura è stata effettuata su un solo sistema e non su entrambi. In ambiente comunque possiamo notare una buona regolarità della gamma mediobassa e di tutta la gamma media, che appare leggermente “loudnessata”, se mi passate il termine. In particolare possiamo anche notare come la gamma bassa ci guadagni dalla configurazione scelta a doppia pendenza, con una estensione regolare fino a 40 Hz, con una discesa notevole alle frequenze più basse. L’andamento nel dominio del tempo rappresenta l’alter ego dell’esaltazione in gamma altissima, con un decadimento velocissimo, quasi brutale, al cessare dello stimolo ed il medio che giunge con pochissimo ritardo, per merito anche della notevole banda passante. Dal punto di vista dell’elettronica di potenza e del suo interfacciamento con il diffusore notiamo i due picchi molto ridotti di ampiezza che hanno per conseguenza una blanda rotazione di fase, tanto che la massima condizione di carico, trovata a 148,7 Hz, ha un valore di 3,75 ohm, praticamente identico al valore di impedenza nominale a bassa frequenza che stranamente viene dichiarato con due numeri: 4-8 ohm. In effetti dalla misura possiamo notare che dopo i 500 Hz il modulo assume l’an- basse. La step Response di Figura 3 mostra il buon amalgama che c’è tra midwoofer e midrange, con picchi di emissioni molto vicini tra loro, con una distanza dall’emissione del tweeter ben contenuta e figlia diretta delle scelte operate sulle frequenze di incrocio. I quattro altoparlanti hanno tutte le emissioni in fase. L’ascolto Nel nostro ambiente di ascolto, tutt’altro che piccolo, è possibile sistemare i diffusori in vari modi, a seconda delle dimensioni e del tipo di componente. Con i difAUDIOREVIEW n. 351 maggio 2014 damento tipico di un diffusore da otto ohm. Al banco delle misure dinamiche notiamo come occorrano soltanto 218 Vrms per una pressione media di 90 decibel, visto il livello di sensibilità media misurato. Ovvio che tutte le componenti armoniche siano spostate al di sotto dell’uno per cento, anche se la terza armonica sembra sovrastare sempre la più morbida seconda, specialmente in gamma media, da 300 a 4.500 Hz, ove praticamente agisce il midrange. La compressione dinamica ovviamente non si sposta di un millimetro dalla linea dello zero. La MIL, visto il volume d’aria spostato dai due midwoofer, sale abbastanza lentamente a causa della “recrudescenza” dell’escursione dopo Fb. In gamma mediobassa, con l’escursione ridotta, si sale velocemente alla massima potenza disponibile che viene mantenuta per tutta la gamma media e medioalta. In “area tweeter” la potenza decresce a causa delle terze armoniche del doppio tono di prova, armoniche che limitano fino a 100 watt rms la massima potenza input. Visto comunque il particolare andamento della risposta in gamma bassa ed il buon dato di sensibilità, notiamo come la MOL ci proponga 100 decibel rms già a 50 Hz con una discreta salita che manca di un soffio i 110 decibel all’ottava superiore. Tutta la gamma media oscilla tra i 117 ed i 119 decibel mentre in gamma alta si ha un minimo di 100 decibel a 3.000 Hz. G.P. Matarazzo fusori da pavimento di dimensioni non proibitive il posizionamento parte più o meno sempre da un buon metro dalla parete posteriore e da poco più di ottanta centimetri da quelle laterali, posizionamento che ovviamente poi viene ottimizzato per “approssimazioni successive” fino alla migliore prestazione possibile. I due francesi sono stati distanziati tra loro di circa due metri e spicci, con i primi brani test volti a verificare il fuoco nella zona centrale. Visto che tutto procede per il meglio e che la timbrica mi sembra già ben bilanciata, mi siedo ed inizio la solita sequenza di brani, giusto per prendere confidenza con questo prodotto. Il primo appunto è per la gamma alta, che mi Figura 3 55 SPENDIBENE Davis Acoustics Matisse 3D aspettavo fredda e tagliente, ma che nella realtà non va affatto male. Lo so, occorre un po’ di tempo per ammorbidire la resa ed io ho un sacco di misure da fare. Come al solito allora avvicino tra loro i diffusori fino a farli emettere faccia a faccia ed inverto la fase ad uno solo dei due. Cerco e faccio partire il “dischetto di emergenza” con la traccia “rodaggio rapido” che contiene burst corti ma intensi di rumore rosa, filtrato in basso e leggermente esaltato tra i 10 ed i 20 kHz. Lo so, è fuori standard, ma funziona presto e bene. Concedo un po’ di birra al Krell e me ne vado a lavorare. Torno dopo un bel po’ di tempo e trovo le due Matisse che ancora spingono e tirano aria emettendo poco, pochissimo rumore. Rimetto tutto in ordine e mi metto all’ascolto del violino, uno dei pochi strumenti che con un tweeter non appropriato è capace di provocare l’orticaria a qualunque ascoltatore mediamente sensibile. A me sembra andare bene nell’equilibrio delicato tra fondamentali ed armoniche. Continuo con tracce mediamente identificative della stessa porzione di frequenze, a colpi di fiati e di chitarre classiche. Qualche residuo di asperità va sciogliendosi velocemente per lasciare il posto ad una gamma alta abbastanza dolce, alla faccia delle misure, con un dettaglio notevole ed una grana come piace a me. Non c’è bisogno di immettere effetti speciali quando si ha un tweeter come questo: l’articolazione viene avanti da sola senza portarsi dietro la fatica di ascolto. Dettaglio e gamma altissima sparata producono a basso livello quasi gli stessi effetti ma non sono affatto la stessa cosa. Rimane ancora qualcosa da annotare al variare del livello di emissione, ma francamente mi di- Alle spalle del tweeter è posizionato anche il condotto di accordo per il midrange, che può essere drasticamente limitato grazie ai cilindri di poliuretano in dotazione. L’apporto acustico di questi condotti, posti molto più in basso della frequenza di incrocio è molto limitato. L’accordo reflex… contro tutte le previsioni Q uando mi trovo di fronte ad un diffusore che secondo le misure e secondo quello che ho visto nella costruzione può essere catalogato come “buono”, faccio sempre una cosa che mi fa perdere un sacco di tempo: smonto gli altoparlanti e ne misuro i parametri. Col tempo le equazioni di base ho finito per impararle a memoria, mentre l’occhio e le dita mi suggeriscono la massa da aggiungere alla membrana, così che dopo qualche anno posso tracciare soltanto le due curve di impedenza, con massa e senza e trascrivere le grandezze più importanti. In questo diffusore ho notato una notevole presenza di assorbente, il modulo dell’impedenza molto contenuto sui picchi caratteristici del reflex ed una dimensione dei magneti non proprio esaltante, motivo per il quale ho trascritto i dati senza fare ulteriori indagini pur avendo notato una frequenza di risonanza abbastanza elevata. “Va bene, mi sono detto, si tratta di due altoparlanti in parallelo che probabilmente il costruttore si sarà gestito con un filtro crossover differenziato o con qualche escamotage circuitale tesa ad estendere la risposta verso il basso sacrificando un po’ di sensibilità”. Sapendo che il diametro di ogni singolo altoparlante vale 105 millimetri, da buon tredici centimetri di scuola francese, calcoliamo un diametro effettivo di 148,5 millimetri che fa apparire anche piccolo il condotto di 67 millimetri sistemato appena più in basso. Bene, i diffusori progettati con attenzione come questo, se analizzati con un minimo di attenzione, zittiscono tutti quelli che ritengono le quattro regole base del reflex sufficienti ad un buon progetto. Partiamo dai parametri, che ho finito di calcolare in laboratorio. La resistenza elettrica vale 7,17 per ogni singolo altoparlante, un valore alto ma che deve fare i conti con la connessione in parallelo dei due midwoofer. La risonanza vale 74,7 Hz, e come anticipato è abbastanza elevata, come d’altronde abitudine del marchio sin dai tempi della Siare. Il Qts sembra dare il colpo finale, con un notevole 0,447, mentre la massa di circa otto grammi e la cedevolezza di 0,57 millimetri per newton concludono la conoscenza del midwoofer. Ovviamente possiamo calcolare un Vas moderato (8,165 litri) ed un BxL non esaltante se considerato in proporzione alla Re. La sensibilità supera di poco gli 87 decibel e nel parallelo tra i due midwoofer possiamo ipotizzare almeno 93 decibel di pressione. Con un trasduttore così personalmente andrei 56 su un DCAAV tirando verso il basso la prima frequenza di accordo, giocandomi il resto tra rapporto dei volumi e perdite dovute all’assorbente. Il progettista ha fatto qualcosa di simile ma, se posso dire, in maniera estremamente più semplice. Rispetto al possibile accordo massimamente piatto ha usato un volume minore con una frequenza di accordo anch’essa più contenuta. A questo punto sono state immesse perdite molto elevate utilizzando un materiale acrilico abbastanza denso così da abbassare ed arrotondare notevolmente la piegatura della risposta al di sotto della frequenza di accordo. Si è ottenuto comunque il classico andamento a doppia pendenza con la transizione posta al di sotto di Fb. Le perdite sono così elevate che il picco dell’emissione del condotto è molto distante dal notch della risposta dei due woofer. Il picco massimo del risonatore è stato misurato infatti attorno ai 40 Hz mentre il notch degli altoparlanti sta tra i 50 ed i 52 Hz. E la sensibilità? Dopo le simulazioni del sistema senza filtro crossover notiamo come ci si muova attorno ai 93 decibel come previsto. Nella realtà la pressione torna punto per punto, salvo poi a decrescere oltre i 100 Hz a causa dell’induttanza di notevole valore posta in serie ai due altoparlanti, pur incrociati a 400 Hz. E le dimensioni del condotto? Anche qui la soluzione trovata dai progettisti appare la più appropriata, visto che le raccomandazioni di Small portano ad un modesto 57 millimetri e la regola empirica della metà del diametro equivalente porta a 74 millimetri. Due dimensioni abbastanza differenti che porterebbero a pericoli di soffio indesiderato o, nel secondo caso, a lunghezze eccessive. Il progettista ha utilizzato un condotto da 67 che potrebbe assomigliare ad una comoda via di mezzo. Alle simulazioni col modello completo di perdite è facile scoprire quello che non è detto dalle analisi effettuate con l’accetta o addirittura ad occhio, ovvero che la massima velocità, e quindi il massimo diametro di condotto, risente in maniera drammatica delle perdite e del fattore di merito meccanico. Simulando il box e le perdite fino a rendere la curva di impedenza praticamente identica a quella della Matisse, ci si accorge che la massima velocità alla potenza dichiarata è esattamente quella della “simulazione a ritroso” per contenere a 39 Hz la massima velocità appena appena dentro i coefficienti di sicurezza. Mica bruscolini! G.P. Matarazzo AUDIOREVIEW n. 351 maggio 2014 Davis Acoustics Matisse 3D Il tweeter ha la flangia accorciata inferiormente per contenere la distanza del centri acustici degli altoparlanti che incrociano a frequenza elevata. Notare la cupola da un pollice. co che non siamo di fronte ad un diffusore da migliaia e migliaia di euro, ma ad un componente di linea economica che per questo prezzo sembra fare gli straordinari. La gamma media è esattamente quella che volevo ascoltare e che francamente mi aspettavo da Davis. Saggiamente gestita nel livello di pressione emessa rispetto al tweeter ed ai due midwoofer, estesa e pulita. Lo so che tenere la gamma media un filino più bassa delle altre frequenze fa sembrare che ci sia più pulizia e più dettaglio, ma i trucchi in questo senso vengono facilmente smascherati ai bassissimi livelli dove una certa viscosità del dettaglio viene facilmente fuori. Qui la gamma media è pulita, generosa e ben proposta sia come dettaglio che come dinamica. La voce maschile appare leggermente più piena di quella femminile che comunque a me sembra leggermente più affilata, con una sottile vena fredda che raramente fa capolino. Il mediobasso deve essere leggermente ottimizzato a seconda dell’ambiente di ascolto, ma una volta trovato un buon bilanciamento timbrico può essere considerato abbastanza ben smorzato e privo di code particolari. Ovvio che la legatura col basso più profondo sia notevole, visto che sono gli stessi altoparlanti a riprodurre le due porzioni di frequenza. La doppia pendenza sembra far emettere al diffusore una quantità tale di basse frequenze da far credere che i piccoli tredici centimetri scendano, per una sorta di miracolo della Fisica, più in basso di quanto sia lecito. Non è vero, ma l’illusione è perfetta. Probabilmente siamo noi che commettiamo inconsciamente l’errore di pensare che una risposta in fre- SPENDIBENE quenza piatta sia la garanzia di una buona estensione, mentre la musica delle percussioni emette la fondamentale dopo e ad un livello di pressione più basso delle sue armoniche e se la ride dei nostri microfoni. Rimane per fortuna l’ascolto e la comparazione con quanto possiamo ascoltare dal vivo a riportarci alla realtà dei fatti e con i piedi per terra. La scena è stabile e ben diluita sia in profondità che sul piano orizzontale, senza strafare, ma con una proposta credibile dello stage della grande orchestra, che si dispone in maniera credibile, fissando le posizioni degli esecutori pur in un discreto amalgama generale. Ogni tanto perdo il filo del discorso scenico ma devo dire che la sensazione, che altre volte in altri ascolti dura qualche secondo, con le Matisse dura giusto quel tanto da farsi riconoscere, così poco da dubitare perfino che ciò sia successo. Alla “prova rock” il diffusore risponde con una buona dinamica, con la gamma media che vorrei appena più avanti e la gamma bassa che fa il suo dovere senza alcuna esitazione. Ed allora il livello immancabilmente sale, senza che il “piccolo” amplificatore se la prenda a male. A potenze notevoli, probabilmente esagerate anche per il nostro non piccolo ambiente, la gamma media indurisce meno di quanto sarebbe logico aspettarsi, mentre è il basso meno profondo che sembra irrigidirsi. Guardo il livello raggiunto dall’elettronica e mi dico che sono proprio uno sconsiderato… Conclusioni Il midrange ed i due midwoofer hanno aspetto e prestazioni simili. Il cestello è lo stesso ma cambia la consistenza della membrana ed il diametro della bobina mobile. AUDIOREVIEW n. 351 maggio 2014 Si contano sulle dita di una sola mano le volte che negli ultimi dieci anni dopo aver provato un diffusore io abbia alzato il telefono per chiamare il distributore italiano e verificare che il prezzo riportato non sia per un solo diffusore ma per la coppia, IVA inclusa. Questa volta è successo ed io sono doppiamente soddisfatto, sia per avervi proposto un bel diffusore a basso prezzo sia per il marchio, che ho sempre ammirato assieme al modo di intendere l’alta fedeltà di Marcel Visan, padre e fondatore. La prestazione della gamma media rimane un collante fantastico per tutta la prestazione di un diffusore, costruito con onestà ed attenzione e con tanto manico, così da minimizzare i difetti e massimizzare i pregi. Non è cosa da poco, tanto più che sono tanti, troppi, quelli che mettono insieme due altoparlanti di buona casata, con filtri costruiti in una notte di luna piena e ritengono di dover entrare di diritto nella storia dell’alta fedeltà passando da subito per la porta principale. Magari con un mobile verniciato lucido o con una forma accattivante. Diffusori come la Matisse 3D ricordano a tutti questi costruttori che non è proprio così. Gian Piero Matarazzo 57
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