– Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE M ON ITOR AGGIO E APP RO FO ND IMENT O A cura di Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione Contact Center D EI F ENO MENI DIS CRIMINAT O RI NEI MEDIA E SUL WEB Anno IV - Roma, 10-14 Febbraio 2014 Collaborazione Contact Center 800.90.10.10 - www.unar.it Monica D’Arcangelis, Alessandro Tudino Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 STORMFRONT: PERUGIA (COM. EBRAICA), SODDISFAZIONE PER SENTENZA D'APPELLO 14 Febbraio 2014 Roma - - “La Comunità Ebraica di Roma esprime piena soddisfazione per la sentenza della Corte di Appello di Roma nel processo Stormfront. La Corte ha decretato la conferma di tutto l’impianto accusatorio nella sentenza di primo grado ivi compreso il reato associativo, con un lieve sconto sulla pena inflitta ai quattro condannati. E’ stato così sancito il principio per cui la Rete non è il luogo delle impunità ma è il luogo delle responsabilità. E’ il segno di una strada tracciata, dove i propagatori di odio sono perseguiti dalla legge e lo saranno ancor di più quando il Parlamento italiano compirà il decisivo passo nella direzione del reato di Negazionismo della Shoah e del Cybercrime. Un ringraziamento particolare va alla Magistratura, alle forze dell’ordine e all’Avvocato Roberto De Vita che in sede di processo ha difeso la Comunità Ebraica di Roma costituitasi parte civile, nonché alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell’Interno anch’essi parte civile. In un momento in cui il pericolo della xenofobia, del razzismo e dell’antisemitismo riaffiorano con becere manifestazioni di singoli o di gruppi, questa è la migliore risposta che l’Italia può dare a un fenomeno che merita di essere debellato”. Lo dichiara la Comunità Ebraica di Roma in una nota diramata dal Portavoce, Fabio Perugia. (fonte AGENPARL) ) Contact Center Unar –| Ad uso interno 1 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 2 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 3 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 4 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Rivolta contro il prof accusato di omofobia 14 Febbraio 2014 OSIMO - Si è sollevato un caso sull’assemblea d’istituto del Corridoni Campana della scorsa settimana, alla quale ha partecipato com e relatore il professor Matteo D'Amico, lom bardo, osimano d’adozione, insegnante di storia e filosofia al liceo Rinaldini di Ancona. Una cinquantina di studenti, dopo l’assemblea, hanno consegnato alla preside dell’Istituto di via Molino Mensa, una lettera dove manifestavano disagio per la presenza del professor D’Amico, che secondo loro avendo scritto un articolo nell’aprile 2013 in cui prendeva posizione contro i gay, non sarebbe stato idoneo a fare lezioni didattiche. La preside Fiorini ieri ha precisato che “il professor D'Amico è un validissim o insegnante. Abbiam o scelto lui com e relatore assieme al com itato studentesco per parlare di giovani e lavoro. E’ stato dirigente Fiat e ha illustrato i dati di una ricerca di Oxford sul m ercato del lavoro futuro, alla fine ha ricevuto tanti applausi. Il tema dell’om osessualità non è stato m inimamente affrontato dunque sono accuse pretestuose. Ognuno in un m ondo dem ocratico ha le proprie opinioni ma in questo caso non c’entrano nulla con l’assemblea”. E il professor D'Amico resta stupefatto della protesta dei 50 studenti: “Se fosse stata reale - dice - potevano manifestare la contrarietà sulla mia presenza durante l’assemblea, invece solo dopo hanno detto che non andavo bene perché la penso diversam ente sui gay. In realtà ho parlato agli studenti dell’incidenza che l’intelligenza artificiale e la robotica di ultima generazione avranno sulla società occidentale e sul preventivato calo del 46 % dei posti lavoro e dunque su com e affrontare il problema. Se poi ho scritto un articolo contro i matrim onio om osessuali citando ricerche scientifiche non ci trov o nulla di censurabile”. L’om ofobia ricorda il prof “non è reato, c’è un dibattito in corso e trovo che se una comunità è dem ocratica e laica deve saper accettare opinioni diverse. Senza l’ok dei genitori e un contradditorio non affronterei un tema così delicato”. (fonte http://www.corriereadriatico.it ) Contact Center Unar –| Ad uso interno 5 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Stop ai nomadi: "murato" un argine a Ponte di Brenta Dieci sgomberi in 8 mesi, la Procura mett e i sigilli all’area per evitare accampamenti. Recinzione di un metro e mezzo 14 Febbraio 2014 PONTE DI BRENTA. Dieci sgomberi in otto m esi. Sempre lì, sull’argine sotto la stazione ferroviaria di Ponte di Brenta, nell’area golenale a ridosso di v ia San Marco. Quindici nomadi avevano deciso che quella dov eva diventare la loro casa. I v igili urbani li cacciavano ogni mese e loro regolarmente tornavano. Visto che il problema non trovava soluzione, sulla base della documentazione presentata dalla polizia municipale, il pubblico m inistero Sergio Dini ha chiesto e ottenuto dal gip il sequestro preventiv o dell’area utilizzata per il bivacco. In altre parole è stato sequestrato un pezzo di argine per evitare l’insorgere di accampam enti. Il provvedimento non ha precedenti in città. La task force dei vigili urbani si è presentata sull’argine ieri mattina all’alba: c’erano 14 persone, avevano costruito la solita baraccopoli. Tutti sono stati denunciati per occupazione abusiva di suolo pubblico ma questo decim o caso ha consentito di ottenere il sequestro dell’area. Insieme alla polizia municipale c’erano anche gli operai di Aps. In via provvisoria è stata installata una recinzione d’acciaio alta circa un metro e mezzo. La segnalazione del provvedim ento adottato della Procura è stato inviato anche al Demanio Difesa del suolo e foreste che sarà chiamato in seguito a recintare con opere fisse lo spazio. Sarà quindi im pedito fisicam ente l’accesso. «Era l’unico m odo per risolvere una situazione che altrimenti non sarebbe mai stata risolta» spiega Lorenzo Panizzolo, comandante della polizia municipale. «In pochi mesi abbiam o fatto ben dieci interventi ma i nomadi tornavano sempre. Gli accampamenti rischiano di prov ocare m olto spesso inconvenienti igienico-sanitari perché gli spazi non sono attrezzati alle esigenze della residenza e dopo poco tem po diventano ricolmi di rifiuti di ogni tipo, abbandonati dagli occupanti».Il problema era ben noto in zona. Chi frequenta l’argine, sportivi, appassionati di jogging e residenti a spasso con il cane, viveva con una certa apprensione la presenza dei nom adi specie nelle ore del tardo pom eriggio e della sera. Per ora il problema sembra essere risolto. (fonte http://mattinopadova.gelocal.it) Contact Center Unar –| Ad uso interno 6 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Offese razziste a uno studente, docente rinviato a giudizio 14 Febbraio 2014 Il gup Massim o Cusatti ha rinviato a giudizio l’insegnante di un istituto scolastico toscano accusata di maltrattamento psicologico aggravato dalla discriminazione razziale e di ingiurie nei confronti di un minorenne di origine africana figlio di un magistrato in servizio presso un tribunale toscano. Il processo è fissato per il 4 giugno davanti al tribunale penale di Genova. Secondo l’accusa l’imputata, difesa dagli avvocati Velle di Genova e Farnesi Lom bardi di Firenze, durante lo sv olgim ento delle lezioni e in presenza di altri studenti avrebbe pronunciato frasi lesive dell’integrità psichica e m orale e anche del decoro e dell’onore del ragazzo e lo avrebbe offeso chiamandolo ‘bifolco’. L’inchiesta è stata coordinata dal pm Federico Manotti. Gli episodi sarebbero avvenuti nel 2011. (fonte http://www.gonews.it) Contact Center Unar –| Ad uso interno 7 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 8 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 9 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 10 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Spariscono da Varallo i cartelli anti burqa Rimossi dall’amministrazione comunale nel giorno in cui in tribunale a T orino veniva discussa la causa indetta da quattro cittadini. Li aveva voluti nel 2009 l’allora sindaco Buonanno 13 Febbraio 2014 Uno dei cartelli anti burqa che da cinque anni comparivano a Varallo Varallo - L’amministrazione comunale di Varallo ha rimosso i cartelli che dal 2009, per iniziativa dell’allora sindaco Gianluca Buonanno (Lega Nord), vietavano di indossare in paese burqa, burqini e niqab. Proprio oggi in tribunale a Torino è stata discussa la causa promossa da quattro cittadini con il sostegno dell’Asgi (associazione studi giuridici sull’immigrazione). «È una grande vittoria contro un messaggio di discriminazione», commenta l’avvocato dei ricorrenti, Alberto Guariso. I cartelli in questione vietavano l’ingresso ai mendicanti e di indossare burqa e niqab. L’amministrazione, oggi, ha fatto rimuovere i più grandi e tra breve - è stato spiegato nel corso dell’udienza - procederà anche per quelli più piccoli. Verrà anche revocata un’ordinanza sul «no» all’uso del burqini (capo di abbigliamento che lascia scoperti viso, mani e piedi) nelle piscine e lungo i torrenti, mentre ne sarà corretta una seconda, relativa al divieto di coprirsi il capo, con l’integrazione «salvo giustificato motivo». Il Comune, oggi guidato dal sindaco Eraldo Botta, si è Contact Center Unar –| Ad uso interno 11 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 impegnato a provvedere entro la metà di marzo. «Siamo molto soddisfatti - commenta una delle ricorrenti, Marianna Corte - perché siamo riusciti a ottenere un risultato che restituisce la dignità al nostro paese. Quei cartelli non erano un gesto di benvenuto: al contrario, erano un biglietto da visita dal quale non ci sentivamo rappresentati». Lo scorso 12 dicembre, in occasione dell’apertura del processo, Buonanno (oggi deputato leghista) si era presentato ai cancelli del Palazzo di Giustizia di Torino con un cappuccio nero che gli copriva il volto e le spalle. «Sono stato denunciato - aveva spiegato al desk delle informazioni e ai carabinieri - perché ho fatto un cartello: dicono che discrimino. Ma se io indosso un burqa non posso entrare in un luogo pubblico. E allora sono discriminato». Oggi è avvenuta quella che i ricorrenti definiscono la «retromarcia» da parte del Comune. (Fonte http://lastampa.it/) Contact Center Unar –| Ad uso interno 12 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 13 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 14 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 15 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 16 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 17 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Belgio, annuncio choc in treno: “Andiamo ad Auschwitz, ebrei pronti per le docce” 13 Febbraio 2014 Annuncio razzista ed antisem ita in un treno belga lungo il tragitto Namur-Bruxelles: “Signori e signore, stiam o andando ad Auschwitz. Tutti i viaggiatori ebrei sono pregati di scendere e di andare alla docce” Sconvolge l’episodio segnalato dalla parlamentare belga Viviane Teitelbaum (Mov imento riformatore), che denuncia un fatto gravissim o di antisemitism o verificatosi circa 10 giorni fa in Belgio, in un treno che viaggiava tra Namur e Bruxelles. Lungo il tragitto, infatti, la voce dell’altoparlante avrebbe rotto la m onotonia del viaggio con questo annuncio:“Signori e signore, stiam o andando ad Auschwitz. Tutti i viaggiatori ebrei sono pregati di scendere e di andare alla docce”. La notizia è stata diffusa dalla televisione israeliana, e sta indignando l’opinione pubblica del Paese. A quanto pare, stando a quanto riferito dalla parlam entare Teitelbaum, questo non è un caso isolato, ma un altro incidente simile si è verificato negli ultimi due anni sempre a bordo di un treno delle ferrovie belghe. Si è trattato di uno scherzo di cattivo gusto, l’iniziativa di un gruppo di giovani che, con m odalità ancora da accertare, si sarebbero impossessati della chiave di accesso agli altoparlanti. Ma la Teitelbaum non ci sta a far passare l’accadimento com e una bravata adolescenziale di poco conto, e insiste nel rimarcare che le autorità del Belgio non contrastano in maniera esem plare i fenom eni di antisemitism o. (fonte http://urbanpost.it) Contact Center Unar –| Ad uso interno 18 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web PARIGI, EASYJET DISCRIMINAZIONE 10 - 14/02/2014 CONDANNATA PER AVER PER LASCIATO A TERRA UNA DISABILE 12 Febbraio 2014 La com pagnia aerea low cost Easyjet è stata condannata al pagamento di una multa di 50.000 euro per discriminazione dalla corte d'Appello di Parigi. I fatti risalgono al marzo 2010. La com pagnia aveva sbarcato dall'aerom obile una donna disabile di 39 anni, prendendo a pretesto il fatto che la passeggera viaggiava senza accom pagnatore e non avrebbe potuto accedere autonomam ente alle uscite di sicurezza. La corte ha confermato anche una multa di 5.000 euro di danni m orali alla donna e di 1 euro sim bolico all'A ssociazione dei paralizzati di Francia. Easyjet dovrà rispondere di un caso analogo davanti al tribunale di Bobigny, presso Parigi, il 19 giugno prossim o. (fonte http://www.ilmessaggero.it/) Contact Center Unar –| Ad uso interno 19 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web SOSPESA QUELLA PERICOLOSA 10 - 14/02/2014 NOTA MINISTERIALE 12 Febbraio 2014 Accogliendo infatti la ferma protesta della FISH (Federazione Italiana per il Superam ento dell’Handicap), il Dipartimento per l’Istruzione del Ministero ha sospeso temporaneamente – in attesa di emanare una definitiva Nota di chiarimento – quel documento che nei giorni scorsi aveva sostanzialmente stabilito la possibilità di “parcheggiare” nella scuola dell’infanzia i bambini in difficoltà, anche oltre i termini di età fissati dalle norm e vigenti «Nella mia carriera m i è capitato di incontrare bam bini di 10 anni ancora all’asilo, ragazzini di 15 ancora alle elem entari, e di 20 ancora alle m edie. Ci si augurava che quella stagione fosse terminata, che la cultura e la tradizione dell’inclusione scolastica basata sulla coeducazione di coetanei con e senza disabilità fossero oramai consolidate in una visione condivisa. Così non è»: era stato questo l’amaro commento di Salvatore Nocera, vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superam ento dell’Handicap), alla Nota n. 338, prodotta il 4 febbraio scorso dal Dipartimento per l’Istruzione del Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca, che aveva sostanzialm ente stabilito com e i bimbi giunti in Italia prima dei sei anni, in forza di un’adozione internazionale, potessero essere “parcheggiati” alla scuola d’infanzia, evitando l’ingresso alla scuola primaria. «Ma non è tutto», si era letto in una nota diffusa dalla FISH. «Il Ministero, infatti, che ha assunto la decisione senza nemmeno consultare l’Osservatorio Scolastico Ministeriale sull’Integrazione Scolastica, ha riesumato una vecchia Circolare del 1975 (n. 235), da lungo tem po priva di vigore, che ammetteva la possibilità per i bambini con disabilità di rimanere alla scuola d’infanzia in deroga all’obbligo della frequenza scolastica. Un documento, com e detto, am piam ente superato dalle disposizioni successive, ad esem pio dalla Legge 53/03, la quale ha riaffermato l’obbligo scolastico a partire dal com pim ento del sesto anno di età, rendendo ormai abrogate tutte le precedenti Circolari che avevano consentito tale pratica». Contact Center Unar –| Ad uso interno 20 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 «Di conseguenza – aveva concluso la nota della FISH – la nuova indicazione amministrativa (che tale rimane) potrebbe essere estesa, a discrezione dei Collegi dei Docenti, a qualsiasi condizione di bisogno educativo speciale, inclusa la disabilità». «La FISH – aveva quindi voluto ribadire Nocera – riafferma con forza il principio che l’ingresso alla scuola primaria debba essere uguale per tutti e che i casi eccezionali vadano gestiti appunto con i crismi dell’eccezionalità e delle deroghe rarissim e che non incidano sul principio della coeducazione dei coetanei. Consolidare prassi diverse sarebbe infatti gravissim o e produrrebbe deleterie conseguenze sulla formazione delle classi e sull’iter dei cicli scolastici, generando confusione e contenzioso sicuro e immediato. Chiediam o dunque che quella Nota venga ritirata tempestivamente, precisando anche la già avvenuta abrogazione della vecchia Circolare 235/75». Ebbene, nel giro di qualche giorno, la ferma protesta della FISH è stata accolta dal Dipartimento per l’Istruzione del Ministero, il cui responsabile Luciano Chiappetta ha diffuso il 10 febbraio la successiva Nota n. 4 03, ove si scrive che «in considerazione dei numerosi quesiti pervenuti allo scrivente che rendono necessario un ulteriore approfondimento sulla delicata materia trattata, si invitano […] a sospendere temporaneamente tutte le eventuali azioni intraprese o in corso di programmazione in attuazione della nota anzidetta. Sarà cura dello scrivente emanare una ulteriore e definitiva nota di chiarimento». Un ulteriore chiarim ento che ci auguriam o possa anch’esso arrivare rapidam ente, nel senso richiesto dalla FISH. (S.B.) (fonte http://www.superando.it/) Contact Center Unar –| Ad uso interno 21 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web VIA MELO, 10 - 14/02/2014 CASSONETTO BLOCCA LO SCIVOLO PER DISABILI : SEGNALAZIONE A BARI 12 Febbraio 2014 Ecco com e si presenta, all'a ltezza del civico 42, lo sciv olo per disabili: com pletamente ostruito. Da questa mattina sono passati diversi mem bri della polizia municipale (a coppia di due) ma nulla è cam biato. E se scendiam o verso C.So Vittorio Emanuele, restando sem pre su via Melo, all'a ltezza del civico 23, troviam o una zona di carico e scarico che ha la segnaletica verticale non corrispondente a quella orizzontale, che Contact Center Unar –| Ad uso interno 22 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 consente ai commercianti della zona di sostare senza pagare e, a qualche vigile zelante, ogni tanto, di elevare una bella contravvenzione...una situazione più v olte segnalata ma che è rimasta immutata da quando Via Melo ha invertito il senso di marcia (più di due anni). Siam o in una città senza alcun senso civico e senza regole.“ (fonte http://www.baritoday.it) MOBILITA’. ITALIA BOCCIATA: NON GARANTISCE I DIRITTI DEI PASSEGGERI DISABILI 12 Febbraio 2014 L’Europa avvia le procedure d’infrazione per l’Italia, che non rispetta le norm e UE dei passeggeri disabili che si spostano in bus E brava Europa. Non ci stiam o a fare delle gran figure, ultimamente, nel vecchio Continente, dove il Bel Paese si posiziona tra gli ultimi per corruzione nel sistema pubblico e nella politica, tanto per citare una tra le più recenti classifiche. Ora un bel pollice verso arriva anche sul fronte dei diritti dei cittadini – dopo la bocciatura sul fronte del lavoro e disabilità - in particolare di coloro che viaggiano, e di quelli con disabilità. Secondo Bruxelles, infatti, in Italia i cittadini con disabilità non vedono rispettati i loro diritti alla m obilità. In particolare, Bruxelles rim provera all'Italia di non rispettare i diritti dei passeggeri disabili che si spostano in bus, violando così le norme Ue sui diritti dei passeggeri disabili. Bacchettata quindi per il nostro Paese, che ora dovrà correre ai ripari dopo che l’UE ha avviato le procedure d’infrazione: due mesi di tem po per dare risposte adeguate e non ritrovarsi davanti alla Corte di giustizia europea. E quella degli spostamenti in bu s ch e diventan o v eri e propri via ggi della speran za è una esperienza che praticamente tutte le persone con disabilità m otoria nel nostro Paese Contact Center Unar –| Ad uso interno 23 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 vive o ha vissuto almeno una v olta. Difficoltà che vanno dal reperire le semplici inf orma zi oni su quali linee son o servite da m ezzi accessibili (quando presenti!), su quali fermat e sono al livello com patibile con le pedane, fino allo scontrarsi con gua sti o di sservi zivari. Non parliam o poi della distribuzione delle fermate accessibili lungo le tratte. E se andiam o a vedere altri mezzi pubblici? Stendiam o un velo pietoso sulle stazioni della met ropolitana, solitam ente attrezzate con monta scale di qualche decennio fa, più fu ori servi zi o ch e altro. E la cronaca purtroppo non fa che confermare questa situazione: solo per citare tra i più recenti, ricordiam o il caso eclatante del tu ri sta svedese in Italia ch e, impossibilitato a d a ccedere con la sua ca rrozzina av eva bl occat o un t ren o in provincia di Belluno. Ok, si penserà, ma lui è svedese: è abituato per forza all’efficienza nordica! Ed è qui l’errore: Eu ropa come union e di Stati deve an ch e essere modell o e ga rant e che premia e diffonde best practice che garantiscono non solo la migliore qualità della vita ai propri cittadini, ma anche la basilare applicazione dei diritti fondam entali. Mi torna quindi in mente la considerazione - che a questo punto ha un sapore prem onitore - di un nostro lettore che, mandandoci il suo report di un viaggi o a Milan o, tra le altre cose amaramente affermava: La “st ra da da fa re” è quindi quella della città che è l ontana anni lu ce da gli stan da rd eu ropei , ma anche quella che, in f in dei conti, debbono aff rontare un disabile in carrozzina ed il suo accompagnatore, tra fondo stradale dissestato, grovigli di rotaie dismesse di tram da scavalcare, marciapiedi non raccordati e segnalazioni carenti. (fonte http://www.disabili.com /) Contact Center Unar –| Ad uso interno 24 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 ROMA, RICORSO CONTRO LA SQUALIFICA DELLE DUE CURVE PER DISCRIMINAZIONE TERRITORIALE 12 Febbraio 2014 Entro m ercoledì la Roma presenterà ricorso alla Corte di giustizia federale contro la chiusura per due turni delle curve dello stadioOlimpico per cori di discriminazione territoriale (leggi qui). Il club giallorosso prov erà a spingere sul fatto che la sanzione, predisposta dopo il match di Coppa Italia contro il Napoli, debba essere scontata in campionato. I tem pi del ricorso potrebbero essere abbastanza celeri, quindi la chiusura della Curva Sud e della Curva Sud potrebbe non essere applicata per il prossim o match casalingo in programma contro la Sampdoria (16 febbraio). (http://www.europacalcio.it) Contact Center Unar –| Ad uso interno 25 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 26 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 27 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 28 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 29 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 30 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 31 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 32 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 33 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 TUNISINI ARRESTATI DOPO LA RAPINA IN CORSO DEL POPOLO: «CARABINIERI RAZZISTI» L’arresto dopo un’aggressione e una rapina in centro a Padova. A un trentenne di Lim ena era stato portato via lo smartpone. Presi due fratelli che vivono in città 12 Febbraio 2014 PADOVA. Una rapina conclusa con l’arresto di due malviventi e gli insulti ai carabinieri, accusati di «razzism o». È accaduto nella notte attorno all’1 quando al 112 arrivava la chiamata di un trentenne di Limena che era appena stato rapinato da due individui in corso del Popolo a Padova. Lo hanno strattonato e gettato a terra e gli hanno strappato dalle mani lo smartphone. Due auto dei carabinieri sono subito arrivate sul posto e si sono m esse a caccia dei rapinatori, individuati in pochi minuti. Si tratta di Slim Rhimi, 24 anni, e Sami Rhimi 27 anni, due fratelli domiciliati a Padova. Una volta arrestati uno dei due ha urlato ai militari: «Italiani di m er..., razzisti di mer... Vengo con altri tunisini e vi ammazzo». Sono stati portati nel carcere Due Palazzi di Padova (fonte http://mattinopadova.gelocal.it/) Contact Center Unar –| Ad uso interno 34 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Brescia, senegalese insultato al ristorante: e i clienti, invece di difenderlo, lo aggrediscono La solita storia di razzismo, nel cuore della 'moderna' Brescia: una guardia giurata di origini senegalesi viene insultata da due automobilisti. Anziché difeso, viene aggredito anche dai clienti di un ristorante 12 Febbraio 2014 Sono passati ormai quasi quattro anni da quella sera, quando due uom ini a bordo di un’autom obile avrebbero pesantemente aggredito, con insulti a sfondo razziale, una guardia giurata di origini senegalesi che stava per cominciare il suo servizio in notturna lungo Corso Martiri della Libertà. Parole sentite troppo spesso, e troppe v olte: “Negro di m... torna al tuo paese”. La reazione, indignata e condivisibile, di un uom o che da tanto tempo vive in Italia, lav ora e paga le tasse: e, parrà strano ma in fondo siam o nel Belpaese, non è cosa da tutti. I due razzisti della dom enica hanno poi parcheggiato la macchina, e si sono seduti ad un tav olo di un vicino ristorante. L’uom o insultato si è allora avvicinato, e ha chiesto loro spiegazioni. Nel Paese dei paradossi, è successo il contrario di quanto in m olti si sarebbero aspettati. Due clienti affezionati, ma pure il titolare del locale, avrebbero raggiunto l’immigrato non per difenderlo, ma per aggredirlo di nuov o. Altre parole, sentite ancora troppo spesso: “Ma torna al tuo Paese, a raccogliere le banane”. (FONTE http://www.bresciatoday.it/) Contact Center Unar –| Ad uso interno 35 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 36 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 37 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 38 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 39 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 40 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 41 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 42 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 43 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 44 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 45 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web SEGNALARE I RAZZISTI (SPERANDO CHE FUNZIONI) SU 10 - 14/02/2014 FACEBOOK Il social network più popolare permette agli utenti di segnalare i contenuti che incitano all’odio, ecco come si fa. Stranieriinitalia.it ci ha provato, ma gruppi come “Sei un negro se…” sono ancora online. 11 Febbraio 2014 Roma – 11 febbraio 2014 - “Facebook non consente i contenuti che incitano all'odio, ma attua una distinzione tra contenuti seri e meno seri. Se da un lato incoraggiamo gli utenti a mettere in discussione idee, eventi e linee di condotta, non consentiamo la discriminazione di persone in base a razza, etnia, nazionalità, religione, sesso, orientamento sessuale, disabilità o malattia”. Non c’è bisogno di malizia per sorridere mentre si leggono gli “Standard della comunità di Facebook”. Chi ha un minimo di dimestichezza con il più frequentato dei social network sa che di contenuti che incitano all’odio ne fa viaggiare tanti, tantissimi, come conferma anche l’ultimo rapporto dell’Ufficio nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Unar : “Razzismo sul web, frontiera difficilissima” Sui 659 casi di discriminazione su base etnico razziale segnalati all’UNARnel 2012, la maggior parte (19,6%) riguardava i mass media, e tra questi internet la faceva da padrone. “Offese e messaggi stigmatizzanti nei confronti di specifiche comunità etniche o cittadini di origine straniera sono sempre più veicolati attraverso i nuovi media e i social network, con una percentuale del 71,3%, contro il 19,4% provenienti dalla stampa e il 5,4% dalla televisione” spiega il rapporto. “L’hate speech oline è una frontiera difficilissima” ammetteva qualche settimana fa il direttore dell’UNAR Marco De Giorgi alla presentazione del libro “I giorni della vergogna, gli insulti a Cècile Kyenge e all’Italia”. “Un manifesto lo fai rimuovere, un articolo di giornale esce un giorno e poi non più. Ma quello che va su internet rimbalza e si moltiplica. Ottiene un’immensa visibilità, con la garanzia di un sostanziale anonimato. Il web è la sfida futura dell’Unar”. Quello che pochi avrebbero il coraggio di sussurrare in pubblico, tantissimi non si fanno problemi a scriverlo su Facebook, sulle proprie bacheche o su quelle degli altri, magari segnalando e commentando una notizia. Anche chi ha centinaia di “amici”, considera Facebook come una sorta di diario segreto, dove dare sfogo ai suoi istinti più bassi, senza alcun freno. Come segnalare i razzisti Contact Center Unar –| Ad uso interno 46 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 È una sorta di Far West senza leggi. Però forse non tutti sanno che, se vogliono, in questo Far West possono indossare la stella dello sceriffo. Come?Segnalando a Facebook i contenuti razzisti, nella speranza che vengano rimossi o che gli utenti che li hanno pubblicati vengano bloccati. “Il modo migliore per segnalare contenuti offensivi su Facebook è l'uso del link Segnala visualizzato accanto ai singoli contenuti” si legge nel Centro di assistenza online del social network, che pubblica una guida abbastanza dettagliata con la procedura da seguire. Questa, spiegano, può riguardare ogni tipo di contenuto: “Diari; Inserzioni; Eventi; Gruppi; Messaggi; Pagine; Foto e video; Post; Post sul tuo diario; Domande…” La procedura varia, di poco, a seconda di cosa si vuole segnalare. Vediamo qualche esempio. “Diario. Accedi al diario che desideri segnalare; Clicca su in alto a destra; Seleziona Segnala/blocca per segnalare l'account a Facebook”. “Gruppi: Accedi al gruppo che desideri segnalare; Clicca sull'icona a forma di ingranaggio in alto a destra; Seleziona Segnala gruppo”. “Post: Posiziona il mouse sul post che desideri segnalare e clicca su in alto a destra Clicca su Segnala/Contrassegna come spam”. "Foto e video: Clicca sulla foto o sul video per espanderlo; Clicca su Opzioni in fondo a destra; Seleziona Segnala per le foto o Segnala video per i video". Non è il caso di temere ritorsioni da parte dei razzisti. "Quando qualcosa viene segnalato - spiega Facebook - la analizziamo e rimuoviamo tutto ciò che viola i nostri standard della comunità. Quando contattiamo il responsabile, non includiamo alcuna informazione sulla persona che ha compilato la segnalazione". Contact Center Unar –| Ad uso interno 47 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Cosa importante: si può seguire l’iter della 10 - 14/02/2014 segnalazione cliccando su“Riepilogo segnalazioni” nella sezione “impostazioni” del proprio diario. “Qui troverai lo stato del contenuto che hai segnalato, delle richieste da te effettuate o del contenuto segnalato da un altro utente. Ti contatteremo qualora dovessimo avere bisogno di ulteriori informazioni da te o quando avremo preso una decisione” assicura Facebook. “Sei un negro se..."? Fin qui la teoria. La pratica, infatti, può riservare qualche brutta sorpresa. Nei giorni scorsi, per esempio, la redazione di Stranieriinitalia.it ha segnalato a Facebook, utilizzando la procedura descritta sopra, tre diari, due gruppi (“Tutti i crimini degli immigrati” e “Sei un negro se…”) e una pagina (“Fuori tutti gli immigrati dall’Italia”) che ci sembrano zeppi di commenti razzisti. Con i diari ancora non sappiamo come andrà a finire, per ora risultano attivi. Sui due gruppi e sulla pagina, però, Facebook ci ha risposto. Ecco come: “Grazie per il tempo dedicato alla segnalazione di un contenuto che secondo te potrebbe violare i nostri Standard della comunità. Le segnalazioni come la tua sono fondamentali per rendere Facebook sicuro e accogliente. Abbiamo analizzato il gruppo/la pagina che hai segnalato per la presenza di discorsi o simboli inneggianti all'odio e abbiamo stabilito che non viola i nostri Standard della comunità”. Se sono gli stessi standard che citiamo all’inizio di questo articolo, ci chiediamo come faccia a non violarli un gruppo come “Sei un negro se…”Dove, scegliendo a caso, Selene Buscetta risponde: “se stupri ragazze bianche“; Mariagrazia Callegari: “il tuo posto è nella giungla con i tuoi cugini: le scimmie”; Monica Copes: “Allo zoo pensi che i tuoi figli sono stati ingabbiati”; Andrea Sonner: “Se sei mentalmente inferiore a un mulo”... A questo punto sarebbe interessante capire chi valuta le segnalazioni degli utenti e, soprattutto, secondo quali linee guida. Il 22 gennaio lo abbiamo chiesto all’ufficio stampa italiano di Facebook, ma non ci hanno ancora risposto. Aspettiamo, fiduciosi, che ci diano lumi. Intanto, magari, controllino di nuovo e con più attenzione il gruppo “Sei un negro se..:”. Sicuri che rispetti il loro fumoso galateo? (FONTE http://www.stranieriinitalia.it/) Contact Center Unar –| Ad uso interno 48 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 49 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 50 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 51 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 52 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 (LZ) CULTURA. ROMA, A PALAZZO BRASCHI 'RHOME, SGUARDI MIGRANTI' DA MERCOLEDÌ RITRATTI FOTOGRAFI A 34 PARTECIPANTI. DODICI 11 Febbraio 2014 (DIRE) Roma, Trentaquattro migranti. Dodici fotografi.Sessantotto foto. Una citta'. Storie diverse di donne e uomini che raccontano cosa porterebbero con se' di Roma. Questa e' 'Rhome - Sguardi e memorie migranti', la mostra promossa da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura, Creativita' e Promozione artistica e dalla Sovrintendenza capitolina, ospitata al Museo di Palazzo Braschi da mercoledi' al 30 marzo, con l'organizzazione e i servizi museali di Zetema progetto cultura. Un'iniziativa di rilievo nell'ambito delle attivita' di prevenzione e contrasto delle discriminazioni razziali, che ha ottenuto anche il riconoscimento Unar, l'ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. Quello dei migranti e' un vero popolo, basti pensare che a Roma sono oltre 352mila, con un'eta' media di circa 37 anni, single in oltre il 50% dei casi. Trentaquattro di loro raccontano la propria storia raccontando la citta'. Lo scatto del fotografo ha fissato nell'obiettivo i loro tanti modi di diventare parte di Roma. Tutto questo grazie alla collaborazione nata tra l'associazione 'E' arrivato Godot', il Cnr e Officine fotografiche Roma con il museo di Palazzo Braschi. Il progetto Rhome - che ha poi portato alla presentazione di questa originale e coinvolgente esposizione - da' voce ai nuovi cittadini di Roma Capitale: i migranti provenienti da tutte le parti del mondo, che oggi fanno parte del tessuto strutturale della citta'. "Questo progetto e' una piccola scossa per la societa'ha commentato uno degli intervistati- Ce ne vogliono tanti, ma sono queste le cose che faranno la storia degli immigrati". I 34 partecipanti appartengono sia alle 14 comunita' straniere piu' numerose sia ad altri Paesi e rappresentano 27 nazionalita': africani, americani, asiatici, europei. "Qual e' un luogo di Roma che non dimenticherai mai e che porterai con te anche se dovessi andare a vivere altrove?" E' intorno a questa domanda che ruota la mostra fotografica: ogni migrante, insieme a un fotografo, e' andato nel posto scelto per costruire insieme l'immagine da esporre in mostra, ognuno con il suo ruolo, in una sinergia dove le parole del mi grante diventano la regia che muove lo scatto del fotografo. Sono state molte le domande a cui hanno risposto i 34 'cittadini romani' che, in una specie di intervista a microfono spento, raccontano perche' hanno lasciato il loro paese, in quale Contact Center Unar –| Ad uso interno 53 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 luogo e per quale motivo - a Roma - si sono sentiti accolti o rifiutati. Un percorso che ha portato alla realizzazione di questa mostra dove la sequenza di volti e luoghi rende ancora piu' netta l'appartenenza ad una citta' che talvolta ha sostituito affettivamente quella di origine. "Anche quando vado in vacanza, penso sempre a quando torno a Roma- racconta un migrante- È il punto di partenza, sempre". Una riflessione che puo' anche essere il filo conduttore di 'Rhome - Sguardi e memorie migranti' perche' questi sguardi, osservando le foto in mostra, appartengono gia' alla citta', punto di arrivo e di ritorno per le loro nuove vite. (Com/Dip/ Dire) IL TEATRO CHE DIVENTA ACCESSIBILE A TUTTI 11 Febbraio 2014 Per la prima volta il Teatro Stabile di Torino sta per proporre la resa accessibile al pubblico con disabilità sensoriale di una sua produzione, aderendo al progetto denominato “Torino + Cultura Accessibile”, ideato e realizzato dalla Fondazione Carlo Molo. Accadrà dal 12 al 16 febbraio, con “Gl’innamorati” di Carlo Goldoni, portati in scena dalla Compagnia Il Mulino di Amleto Presentato nell’ottobre scorso – come avevamo ampiamente riferito – il progetto denominato Torino + Cultura Accessibile è stato ideato e realizzato dalla Fondazione Carlo Molo di Torino per festeggiare i quindici anni della propria attività, e ha come obiettivo la resa accessibile della programmazione culturale, e soprattutto degli spettacoli cinematografici e teatrali, rivolgendosi in particolare al pubblico con disabilità sensoriali e, più in generale, con deficit uditivi e visivi. Nei prossimi giorni all’iniziativa darà la sua piena adesione anche la Fondazione Teatro Stabile di Torino, inserendo nella propria stagione 2013-2014 cinque repliche accessibili – con sottotitolazione e audiodescrizione facilitata (il 12 febbraio anche con lingua italiana dei segni) – dello spettacolo Gl’innamorati di Carlo Goldoni, portato in scena al Teatro Gobetti (Via Rossini, 8) dalla Compagnia Il Mulino di Amleto, esattamente da martedì 12 a domenica 16 febbraio. «Grazie alla collaborazione con Sub-ti limited (Londra), Sub-ti Access (Roma) e la Compagnia Il Mulino di Amleto – spiegano dalla Fondazione Molo -, per la prima volta il Teatro Stabile di Torino sta per proporre la resa accessibile al pubblico con disabilità sensoriale di una sua produzione, segnando così una volontà di totale inclusione e una svolta nel concepire la propria programmazione, riservando una particolare attenzione alle persone con deficit uditivi e visivi. La Contact Center Unar –| Ad uso interno 54 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 resa accessibile degli Innamorati di Goldoni, tra l’altro – tramite audiodescrizione e sottotitolazione – verrà donata dalla nostra Fondazione al Teatro Stabile e alla Compagnia Il Mulino di Amleto, che potrà così riproporla in tournée, perseguendo la diffusione della cultura come uno strumento reale di miglioramento della vita, un bene comune cui tutti devono poter accedere». Da ricordare, in conclusione, che l’iniziativa è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione di una serie di organizzazioni partner di Torino + Cultura Accessibile, vale a dire l’ APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare), l’APRI (Associazione Pro Retinopatici ed Ipovedenti), la CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà), l’ENS Piemonte (Ente Nazionale dei Sordi), la Fondazione Istituto dei Sordi di Torino, la FIADDA Piemonte (Famiglie Italiane Associate per la Tutela dei Diritti degli Audiolesi) e l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti). (S.B.) (FONTE http://www.superando.it) Contact Center Unar –| Ad uso interno 55 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 56 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 57 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 58 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 59 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 60 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Dopo la gaffe del direttore Amadeo A Seriate tanti infermieri stranieri 10 Febbraio 2014 «Qui non abbiamo infermiere marocchine né romene», la gaffe del direttore generale dell’Azienda ospedaliera Bolognini di Seriate venerdì all’inaugurazione del nuovo blocco medico ha fatto il giro d’Italia. Critiche come se piovesse, social network pieni di commenti dall’acido allo stizzito. Anche perché chi lavora all’Azienda ospedaliera di Seriate (compresi gli ospedali di Alzano, Piario, Trescore, Sarnico, Lovere) sa benissimo che infermieri, operatori sociosanitari (Oss) e ausiliari socio assistenziali (Asa) di origine non italiana ci sono, eccome. «Certo che ci sono. E il loro apporto è fondamentale: sono preparati, ma anche importantissimi nella mediazione culturale - spiega Beatrice Mazzoleni, presidente di Ipasvi (Federazione nazionale collegi infermieri) Bergamo -. La battuta del direttore generale Amadeo non trova fondamento: in tutta la Bergamasca e in tutta la Lombardia ci sono infermieri stranieri che fanno in modo ottimo il loro lavoro». «E a Seriate, dopo una verifica che mi ha comunicato Adriana Alborghetti, la responsabile del Sitra (Servizio infermieristico tecnico riabilitativo aziendale) dell’Azienda Bolognini , ci sono almeno una decina di infermieri professionali di origine straniera: polacchi, indiani, cinesi e marocchini, alcune infermiere lavorano al nido e anche in sala operatoria. Va sottolineato che, essendo l’Azienda Bolognini ente pubblico, le assunzioni del personale devono passare da regolari concorsi, e ai concorsi pubblici si può accedere se si è cittadini italiani, anche se di origine straniera, provenienti da Paesi extraeuropei. Senza dimenticare, oltretutto, che l’accesso ai concorsi pubblici è concesso anche a cittadini europei, se in possesso di titoli omologhi a quelli italiani». Fonte: www.ecodibergamo.it Contact Center Unar –| Ad uso interno 61 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 “Violenze contro gli stranieri reclusi” 10 Febbraio 2014 Le accuse del senatore Pd Luigi Manconi dopo una visita al Cie di corso Brunelleschi. La Questura: “Mai nessuna segnalazione”. In queste celle sono rinchiusi gli stranieri che soffrono di malattie infettive o che, per ragioni religiose o personali, hanno chiesto di non condividere la prigionia con gli altri ospiti, di etnie diverse, hanno un’assistenza medica continua e accesso a tutti i servizi. Violenze contro i reclusi del Cie? Lo denuncia il senatore Pd Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato, ieri in visita nel centro che ospita 37 uomini e 11 donne. Gli replica Rosanna Lavezzaro, dirigente dell’Ufficio stranieri: «Non ci sono state segnalazioni di violenze da parte delle forze dell’ordine. Ma approfondiremo quanto denunciato dal senatore. Gli esiti dell’indagine saranno trasmessi alla procura, come è stato sempre fatto in questi casi». Moduli devastati I «trattenuti» nel Cie di Torino sono quasi tutti maghrebini o centroafricani. Tutti (o quasi) pregiudicati anche per gravi reati. I posti, nel complesso ristrutturato nel 2010 (costo 11 milioni di euro) sarebbero in teoria 200 ma le ultime devastazioni ne hanno dimezzato la capienza. I fabbricati incendiati sono chiusi, porte e finestre sigillate. «Sanzioni ingiuste» Con Manconi, anche i senatori pd Stefano Esposito e Miguel Gotor. «Il dato fondamentale è che i tempi di permanenza sono intorno ai 34 giorni. La legge prevede 18 mesi al massimo, mentre i tempi di espulsione nei Cie sono tra i 34 e i 45 giorni. Ci sono almeno 16 mesi totalmente inutili rispetto allo scopo per il quale è stato realizzato il Cie, sono una pena assolutamente superflua, totalmente inutile che nessun tribunale ha inflitto e che viene comminata a persone che non sono responsabili di un reato per quella pena, sarebbe una sanzione ingiusta, perchè alcuni ospiti i reati, tra l’altro, li hanno già scontati con la detenzione in carcere». Ancora: «Il Cie è insensato, questi 16 mesi che richiedono enormi energie di enormi spese e di enormi sofferenze imposte alle persone». Contact Center Unar –| Ad uso interno 62 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Manconi non parla di chiusura ma almeno di riduzione a due mesi, al massimo, di permanenza dei «sans papiers » all’interno dei centri italiani. Su undici ne restano aperti solo cinque. Le violenze sarebbero durante le rivolte del 2013. Manconi: «Naturalmente noi riferiamo quel che ci dicono gli ospiti di questa struttura. Racconti che sono una parte della verità, non necessariamente la verità. Un numero significativo di “trattenuti” ci ha riferito come, in passato, si siano verificati atti di violenza nei loro confronti». Lo fa davanti ai dirigenti dell’Ufficio stranieri della questura, ai funzionari della prefettura e della Croce Rossa. Un «non» carcere Pietro Di Lorenzo, Siap: «Da chi ha un ruolo istituzionale ci aspetteremmo più senso di responsabilità e più cautela nel farsi portavoce di denunce così pesanti e prive di qualsiasi riscontro. Getta un marchio di infamia sulle forze dell’ordine che operano tra mille difficoltà». Il resto è un triste viaggio in una struttura che non è un carcere ma che di fatto lo è. Alte recinzioni, forte presenza di militari, poliziotti, carabinieri e finanzieri. Secondo Manconi non va bene. Alimenterebbero «la tensione a causa di un «militarizzazione soffocante». Gli replica il Sap, altro sindacato di polizia: «Senza il presidio, il Cie di Torino sarebbe stato già distrutto. Le posizioni di Manconi - dice il consigliere nazionale Sap Massimo Montebove - non tengono conto della realtà». Rabbia e disperazione I «trattenuti» raccontano le loro storie, spesso drammatiche. Complicatissime e quasi sempre senza speranza. Gente disperata, che stringe fra le mani fogli spiegazzati, documenti di ogni Paese, foto di donne e bimbi. Grandi tragedie e piccoli problemi. Come il cibo passato dalle mense di Settimo. «Arriva freddo e non è gradevole», dicono molti. Osservano i responsabili della Cri: «Certo non sono ricette da Masterchef ma è cibo di qualità e rispetta le usanze religiose. È anche sui nostri tavoli. Lo stesso». Fonte: www.lastampa.it CARTELLI RAZZISTI ALL’OSPEDALE VERSILIA Contact Center Unar –| Ad uso interno 63 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Apparsi “Kunta Kinte” e strisce rosse tipo sangue. Nel mirino forse il via alla sosta a pagamento 10 Febbraio 2014 VIAREGGIO. Cartelli inquietanti, con un messaggio non ben chiaro, sono apparsi all’ospedale Versilia. A notarli alcuni utenti che si sono trovati a passare di lì, e che l’hanno segnalato immediatamente sia all’Asl che ai giornali. Su questi cartelli, che scimmiottano i divieti di sosta con rimozione forzata, sono riportate scritte che richiamano a Kunta Kinte e agli schiavi neri, con immagini che indicano la rimozione di persone o di letti d’ospedale. Nelle caselle dove si indicano gli autorizzati, invece, c’è scritto “Bianchi” con una croce. Altro aspetto inquietante è la presenza di strisce rosse che ricordano in maniera sinistra il sangue. Alcuni utenti, notando il riferimento a Kunta Kinte, hanno temuto si trattasse di un messaggio di stampo razzista contro gli ambulanti. L’intento, comunque, non è chiarissimo. Mentre molto più chiaro appare l’oggetto del contendere: il via alla sosta a pagamento. Fonte: www.iltirreno.gelocal.it Contact Center Unar –| Ad uso interno 64 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 PIEROTTI: «NEI CARTELLI LA MIA RABBIA CONTRO IL RAZZISMO» 10 Febbraio 2014 È stato l’artista versiliese a piazzarli attorno all’ospedale per denunciare l’intolleranza verso i venditori ambulanti PIETRASANTA. Non cartelli razzisti, come equivocato quando sono comparsi davanti all’ospedale. Ma l’esatto contrario: un grido contro la discriminazione e l'indifferenza quei cartelli grondanti gocce di sangue con disegnate alcune figure umane che, come deportate, vengono allontanate con un carro attrezzi. Otto cartelli che mercoledì mattina Stefano Pierotti, dopo lo sberleffo artistico nei confronti di Schettino e ancora i veleni del doping, riproposti in una scultura durante i recenti Mondiali di ciclismo, ha installato dalle parti dell'ospedale Versilia, lungo l'Aurelia e all'ingresso del nosocomio. Una segnaletica artistica, a margine del varo del parcheggio a pagamento nell'area dello stesso ospedale, posizionata per «evidenziare le vere vittime di questa scelta: quelle persone, senza denaro, senza una sicurezza, che chiedono qualche spicciolo a chi reca al Versilia, una volta lasciata in sosta la propria auto .Quanta ipocrisia, pur di cacciare queste persone, si ricorre ad uno stratagemma come il ticket per il parcheggio e quanta indifferenza fra i politici: siamo arrivatiti a considerare questi extracomunitari come del bestiame da spostare da un posto all'altro, senza alcun rispetto per la dignità umana» attacca duro Pierotti che aggiunge: «Premessa l'insofferenza sollevata degli utenti per l'ulteriore iniqua “tassa” dalla quale è nato un comitato “no parcheggio a pagamento” che ha raccolto migliaia di firme di protesta, mi chiedevo che fine avesse fatto il tanto auspicato Piano Nazionale della Kyenge contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza. Facendomi un giro nel parcheggio dell'ospedale, ho chiesto agli “abusivi” cosa ne pensassero di questa iniziativa del balzello. Contact Center Unar –| Ad uso interno 65 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Mi hanno risposto che non possono andare a rubare o a spacciare droga e che tanto da lì non se ne andranno (ignari però del fatto che tra qualche giorno, quando entrerà in vigore il parcheggio a pagamento, verranno cacciati dai vigilantes come nel parcheggio antistante dell’Esselunga). In questo modo, a mio avviso la direzione sanitaria- continua Pierotti - sposta solamente il problema più in là mostrando palesemente la sua/loro (visto che sono interessati anche i 7 comuni) intolleranza verso gli extracomunitari che saranno costretti a trovarsi altri lidi, mostrando stavolta, ai clienti che si frugheranno nelle tasche per cercare qualche centesimo da dare in cambio di qualche accendino, meno sorrisi. Dopo che ho installato i cartelli, alcuni extracomunitari mi hanno chiesto cosa volesse dire Kunta Kinte e rimozione (parole contenute nella grafica da me assemblata). Ho spiegato che Kunta Kinte era il personaggio di un film che identificò il simbolo della ribellione degli schiavi in America e l'affermazione dei diritti dell'essere umano e rimozione significa invece “fuori dalle scatole”. È il messaggio che Asl e politica hanno inteso dare a queste persone: messaggio da cui tutti coloro dotati di un minimo di tolleranza e rispetto per chi ha meno degli altri, dovrebbero prendere le distanze». Fonte: www.iltirreno.gelocal.it Contact Center Unar –| Ad uso interno 66 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 67 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 68 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 "GIOVENTÙ STROOTMANIANA" SU FACEBOOK LA ROMA SEGNALA LA PAGINA PER RAZZISMO Il club giallorosso contro la pagina del social network in cui il giocatore olanedese Kevin Strootman viene ritratto con la divisa da gercarca nazista. 10 Febbraio 2014 24 anni, nazionale olandese. Una pagina di Facebook dedicata al campione della Roma Kevin Strootman, usata come pretesto per diffondere evidenti contenuti di stampo neo nazista. La Roma ha segnalato ai gestori del popolarissimo social network la pagina "Gioventù Strootmaniana". Una pagina che si autodefinisce "a scopo satirico", ma che, fin dal primissimo impatto, mostra elementi di propaganda nazista e discriminazione razziale. La pagina per la verità era già stata segnalata da altri utenti, ma Facebook, sempre solerte quando c'è da intervenire per censurare contenuti erotici, non ha ancora preso provvedimenti nei confronti dei gestori di questo profilo. All'interno della pagina "Gioventù Strootmaniana" vengono pubblicate foto del giocatore Strootman, modificate aggiungendogli cappello da gerarca nazista, svastica al braccio e il classico "baffo" da Hitler. In più, in una inspiegabile analogia il campione olandese viene fatto "parlare" con fumetti di chiaro stampo razzista e nazista in un tedesco da Sturmtruppen. All'interno della pagina è possibile leggere anche chiari riferimenti propagandistici come "Un unico Popolo, un unico Movimento, un unico Führer", o almeno di pessimo gusto del tipo "Vi deporterò tutti quanti", oltre contenuti discriminatori e violenti. Ciò nonostante, il gruppo ha raccolto oltre 13 mila "mi piace". Ma tantissime sono anche le risposte indignate, di tifosi romanisti e semplici fruitori del social network. Dopo l'ultima segnalazione, i gestori della pagina - in cui è possibile vedere anche foto di Mussolini - spiegano che "qualsiasi richiamo a fatti, personaggi o simboli non è assolutamente assimilabile a una nostra credenza politica" e "qualsiasi richiamo a estremismi politici da noi individuato verrà prontamente eliminato, onde evitare fraintendimenti". In effetti, il rischio di fraintendimenti non esiste: l'effetto propagandistico di estrema destra condito da becero razzismo appare assolutamente evidente. Fonte: www.roma.repubblica.it Contact Center Unar –| Ad uso interno 69 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 VENEZIA, FIABE GAY BLOCCATE IN MAGAZZINO Dopo l’altolà del sindaco Orsoni, provvedimento che congela la distribuzione dei libri negli asili 10 Febbraio 2014 VENEZIA. I 1098 libri di favole che in 51 titoli diversi raccontano di ovetti adottati da due pinguini maschi, di bambini malati-supereroi e di famiglie dove il "papà bis” è il nuovo compagno della madre, restano per ora nei magazzini delle Municipalità di Venezia, che li hanno ricevuti dall'Ufficio della delegata per i Diritti civili e contro la Discriminazione, Camilla Seibezzi, con l’indicazione di distriburli a nidi, spazi cuccioli e materne. Dopo la sconfessione politica da parte dei sindaco Orsoni, infastidito dal clamore - «Seibezzi ha la delega per difendere i diritti civili, non per fare propaganda» - l'altolà alla distribuzione è arrivato dall'assessora alle Politiche educative Tiziana Agostini. «Ho semplicemente ricordato che ci sono delle regole, che prevedono che tutto il materiale e i programmi didattici siano vagliati dall'apposito Coordinamento politiche educative che riunisce insegnanti, psicologi, tecnici», commenta Agostini. Che aggiunge: «Non è possibile mettere in mano di bambini piccolissimi testi non valutati. Le educatrici sono preparate per affrontare i problemi quando si pongono: ritengo inutile porre problemi quando non ce ne sono. In ogni caso, sarà una valutazione autonoma di chi è preposto a prendere decisioni così delicate». Un caso politico che divide la maggioranza comunale di centrosinistra: lista In Comune e Federazione della sinistra che serrano le fila in difesa di Camilla Seibezzi, il Pd difende il progetto nel merito se non dei modi, l’Udc che chiede al sindaco di ritirarle la delega. «Il vero cuore dell'iniziativa di Camilla Seibezzi è allargare i diritti, estendere le tutele e gli spazi a tutti e a tutte, garantire la libertà di scelta e di approccio alla vita e all'amore. Senza togliere niente a nessuno», scandisce l'assessore Gianfranco Bettin, «madri e padri restano tali, genitori si è comunque». «Basta con la fiera delle ipocrisie della politica romana», dice il capogruppo In Comune Beppe Caccia, «il sindaco di Venezia dovrebbe essere semplicemente grato a Camilla Seibezzi per il lavoro che sta svolgendo, con grande impegno, per il riconoscimento di dignità e diritti uguali per tutte e tutti». Solidarietà piena anche da Sebastiano Bonzio, Federazione della sinistra, che rilancia sulla crisi: «L'iniziativa della collega Seibezzi apre una prospettiva ai bambini per vedere la complessità del mondo quando violenze e le discriminazioni contro "i diversi" sono all'ordine del giorno». Fonte: www.mattinopadova.gelocal.it Contact Center Unar –| Ad uso interno 70 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 "Omofobia fuori da Treviso" Arcilesbica contro il convegno del 22 febbraio di Forza Nuova 10 Febbraio 2014 TREVISO - Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova, annuncia un convegno a Treviso per il prossimo 22 febbraio, per discutere di come l’estensione della legge Mancino all’omofobia possa minare la libertà e la famiglia. Ad intervenire è ArciLesbica Queerquilia, che condanna duramente le parole di Fiore e questo tipo di eventi «che alimentano l’omofobia». «E’ fondamentale che l’Italia riconosca che l’omofobia è reale e va combattuta con leggi che condannino efficacemente le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere» - spiega Elena Toffolo, presidente ArciLesbica Queerquilia in un comunicato. «Treviso sta cambiando, grazie anche ad un’amministrazione attenta e al fianco dei soggetti che propongono la sensibilizzazione ed il confronto sui temi LGBT. Mi auguro che il Comune neghi gli spazi ad iniziative che incoraggiano odio e discriminazione. Ed è nostra intenzione essere in prima linea con tutti coloro che vogliono promuovere la parità di diritti, senza distinzione in base ad orientamento sessuale ed identità di genere». Fonte: www.oggitreviso.it Contact Center Unar –| Ad uso interno 71 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Discriminazione territoriale si cambia ancora: curve chiuse solo se ad offendere è il 10, 15 per cento dei tifosi presenti nel settore Oltre alla percezione e dimensione, ecco la proporzionalità 10 Febbraio 2014 La chiusura delle due curve dell’Olimpico giallorosso per le gare di campionato Roma-Sampdoria e Roma-Inter è l’ultima di una serie di sanzioni per i cori espressione di discriminazione territoriale. Qualcosa nel cammino per arrivare alle pene del giudice sportivo sul tema, però, è cambiato e lo dimostra come vengono compilati i referti del dopo-gara dagli uomini della procura federale presenti a bordo campo: la parcezione e dimensione del fenomeno è rimasta, ma, dalla ripresa del campionato dopo la sosta di Natale, si è aggiunto il parametro della proporzionalità. Di cosa si tratta? Perchè un coro discriminatorio possa tradursi in una chiusura del settore dello stadio per la società occorre che ad urlare contro gli avversari offendendone la provenienza territoriale sia una percentuale di tifosi di almeno il 10,15 per cento di quelli presenti in quel determinato punto dell’impianto da gioco. Un esempio arriva dalla decisione alla base di chiudere (con la condizionale) la curva dello stadio Sant’Elia di Cagliari dopo i “buu...” a Mario Balotelli il giorno dopo la sfida fra i sardi e il Milan del 26 gennaio: il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha emesso la sua sentenza dopo che gli 007 della Figc avevano scritto, dettagliatamente, nel loro rapporto come ad insultare l’attaccante rossonero fossero stati circa 200/250 tifosi della curva su un totale di poco superiore ai 2000 presenti. In questo modo c’è la volontà di evitare di arrivare alla chiusura dei settori se a ribellarsi in maniera becera è una minoranza. A fine stagione, comunque, verrà messa ancora una volta mano al codice di giustizia sportiva: la discriminazione territoriale, così come è stata concepita fino ad ora, non troverà più spazio. Fonte: www.lastampa.it Contact Center Unar –| Ad uso interno 72 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web UISP “CONTRO 10 - 14/02/2014 LE REGOLE” DELL’ OMOFOBIA NELLO SPORT I 37 pannelli approfondiscono i diritti di gay in concomitanza con le Olimpiadi di Solchi 10 Febbraio 2014 “Contro le regole – lesbiche e gay nello sport” è il titolo della mostra internazionale, inaugurata nell’atrio del Municipio, per combattere la cattiva tradizione omofoba che attanaglia il mondo sportivo. La mostra, promossa da “European gay and lesbian federation” (Eglsf) e realizzata all’interno del progetto europeo “Football for Equality”, è stata portata a Ferrara da Uisp, di cui è partner insieme ad altre organizzazioni sportive di Austria, Germania, Olanda, Slovenia e Slovacchia. “È un percorso narrativo composto da 37 pannelli – spiega il presidente Uisp Ferrara Enrico Balestra, affiancato dall’assessore comunale allo Sport Luciano Masieri e dall’assessore provinciale alle Pari Opportunità Caterina Ferri.- Si tratta di una ricca raccolta sul tema della discriminazione contro le minoranze sessuali nel mondo sportivo, realizzata partendo dai temi connessi alle discriminazioni di genere nello sport e dalle idee concrete per rendere lo spazio sportivo un luogo tollerante”. L’esposizione riporta anche svariate testimonianze biografiche di sportivi omosessuali tra cui il ciclista Judith Arndt, il calciatore Marcus Urban, la tennista Amelie Mauresmo, il tuffatore Greg Louganis, il culturista Bob Paris, il rugbista Ian Roberts, il giocatore di football americano David Kopay e l’arbitro di calcio John Blankenstein. Un caso a parte merita Billie Jean King, leggenda del tennis e paladina dei diritti gay, scelta da Barack Obama come rappresentante degli Stati Uniti d’America durante la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Sochi 2014. King, oltre a essere considerata la “vincitrice della battaglia tra i sessi” per aver battuto Bobby Riggs nel 1973, diventerà quindi ambasciatrice Usa ma anche portatrice di un messaggio di uguaglianza in un Paese, la Russia, al centro delle polemiche per la legge antigay. Per questo la mostra, che ha già fatto tappa a Genova e sarà visitabile a Ferrara fino al 21 febbraio, si tiene in concomitanza con le Olimpiadi: un messaggio per cercare di abbattere la linea a dir poco intollerante intrapresa da Contact Center Unar –| Ad uso interno 73 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 Putin. “Anche noi nel nostro piccolo cerchiamo di darci da fare per combattere le discriminazioni – interviene l’assessore comunale alle Pari Opportunità Deanna Marescotti – e questa mostra riconferma l’attenzione della città estense verso le problematiche di genere. Per questo riconfermiamo anche il Protocollo Interistituzionale per il Contrasto all’Omofobia (Pico) firmato dall’Unione Italiana Sport Per tutti assieme ad altre associazioni e istituzioni impegnate nella lotta alla discriminazione”. Si inserisce in questo protocollo l’appuntamento di sabato 15 febbraio al bar Tiffany, in cui Mauro Valeri presenterà il suo libro “Stare ai giochi. Olimpiadi tra discriminazioni e inclusioni”. A dialogare con il responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio, ci saranno l’avvocatessa Stefania Guglielmi e il responsabile dell’area Uisp politiche internazionale Carlo Balestri. Un approfondimento della storia dei diritti nel mondo dello sport è dovuto perché, come dichiara la Carta Olimpica e come ricorda il doodle di Google nella schermata di oggi: “La pratica dello sport è un diritto dell’uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair-play”. (fonte http://www.estense.com/) Contact Center Unar –| Ad uso interno 74 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 10 - 14/02/2014 STAMPA ESTERA Contact Center Unar –| Ad uso interno 75 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 76 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 77 Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web Contact Center Unar –| Ad uso interno 10 - 14/02/2014 78
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