IMP. GUIDAINSEGNANTE

Nikolaj Vasil’eviˇc Gogol'
TA R A S B U L ' B A
Traduzione e cura di
Giovanna Santagati
GUIDA PER L’INSEGNANTE
INDICE
GUIDA PER L'INSEGNANTE
1. PREMESSA
• PERCHE LEGGERE TARAS BUL’BA DI N. V. GOGOL’?
• IL CONTENUTO DI TARAS BUL’BA DI N. V. GOGOL’.
2. L'IMPIANTO DEL VOLUME
2.1. L’INTRODUZIONE E RELATIVE NOTE
2.2. IL TESTO DEL ROMANZO
2.3. LE SCHEDE DIDATTICHE
2.4. L’APPENDICE: CONTRIBUTI CRITICI
2.5. L’APPARATO ICONOGRAFICO
p. 3
p. 3
p. 5
p. 7
p. 7
p. 9
p. 10
p. 13
p. 14
3. PROPOSTE DI PERCORSI TEMATICI E
APPROFONDIMENTI
p. 15
3.1. I TEMI E I PERSONAGGI FANNO DI TARAS BUL’BA UN ROMANZO
STORICO O UN ROMANZO EPICO?
p. 15
3.2. PATRIA, NAZIONE, POPOLO NELLA TRADIZIONE CULTURALE RUSSA p. 21
3.3. TESTI A CONFRONTO: TARAS BUL’BA E IL CANTARE DELLE GESTA DI
IGOR’
p. 23
3.4. L’ANTISEMITISMO
p. 24
3.5. LA TRADUZIONE
p. 25
3.6. PERCORSI INTERDISCIPLINARI: TRADIZIONI POPOLARI, EPICA, STORIA
NELLE ARTI FIGURATIVE, NELLA MUSICA, NEL CINEMA.
p. 26
1. PREMESSA
Perché leggere Taras Bul’Ba di N. V. Gogol’?
Nei giovani lettori esiste una grande esigenza di esperienze che
non hanno utilità pratica, ma che assecondano il desiderio di coltivare
sentimenti ed emozioni, di rispondere a curiosità, di esercitare
l’immaginazione, di risolvere le inquietudini che la realtà quotidianamente suscita.
Ma, come sostiene H. R. Jauss: “L’opera letteraria può parlarci di
nuovo, dalla distanza storica riconosciuta, soltanto se può rispondere a
una domanda che getti un ponte tra l’orizzonte di una esperienza passata e l’interesse di un nuovo presente”. 1
Taras Bul’ba, così lontano nel tempo e nello spazio rispetto alle
esperienze di vita dei nostri studenti, può dire cose inaspettate e chiarificatrici, proprio perché dissimile dalla mentalità contemporanea; solo
sperimentando diversi modi di interpretare la realtà, i lettori scopriranno dimensioni ignote della loro stessa personalità e troveranno forse
risposte, prima impensabili, ad ansie, problemi, tensioni che la realtà
quotidianamente propone loro, quasi sempre con violenza.
L’aspetto tragico della vita, così presente nel romanzo di Gogol’,
inserito con maestria nella trama della vicenda, può acquistare un valore
diverso da quello della caoticità del reale, perché la creatività e intelligenza dell’autore sembrano dominarlo. La letteratura, dunque attraverso
la fantasia, può consolare e superare i limiti della realtà.
Le tragiche ed epiche vicende del cosacco Taras, dei suoi figli, dei
suoi compagni d’armi e di fede, dei suoi nemici possono quindi ancora
illuminare gli scenari cruenti della realtà contemporanea.
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GUIDA PER L'INSEGNANTE
Il testo letterario, la società e la storia sviluppano rapporti interattivi, non solo nel momento della ideazione e pubblicazione del testo.
Infatti:
È letteraria un’opera che possiede una “disponibilità al tradimento”, una prerogativa per la quale si può farle dire, in un’altra situazione storica, cose diverse da quelle
che ha detto nella sua situazione storica originaria... Le opere che noi chiamiamo “eterne” sono quelle il cui contenuto latente (cioè i significati che, nel corso del tempo, i
diversi pubblici le attribuiscono) non è ancora esaurita. Si può dire che un’opera è tanto
più letteraria quanto più la sua disponibilità e quindi la sua capacità di comunicazione è
durevole ed estesa. 2
Se il romanzo, infine, può essere considerato una specie di
“oggetto” nel momento in cui si compie una analisi esclusivamente verbale, rientra nel circuito comunicativo se si tiene conto dei suoi significati, poiché si ricongiunge alla storia, quella da cui proviene e quella cui
si rivolge.
Accettare consapevolmente le regole del sistema delle azioni
comunicative è infine operazione proficua per la comprensione e la rielaborazione. Queste regole possono essere così riassunte:
- Sospensione del criterio vero/falso: scrittori e lettori accettano che
un’opera non sia giudicata sulla base di una maggiore o minore aderenza alla realtà, ma sulla base di altri criteri, e cioè l’interessante, il
commovente, il bello...
- Sospensione del criterio di utilità pratica: la validità di un’opera letteraria non dipende dalla utilità pratica delle informazioni in essa contenute.
- Convenzione di polivalenza: i partecipanti alla comunicazione letteraria accettano che a un’opera si possa attribuire un numero indefinito
di significati.
Tentando, dunque, una risposta alla domanda iniziale, si potrebbe affermare che la lettura di Taras Bul’ba può offrire, da una parte, la
possibilità di un confronto e di una riflessione su mentalità e sistemi di
valori diversi, e dall’altra, la possibilità di una analisi delle strutture narrative attraverso il sistema dei personaggi, l’articolazione dei temi, lo
studio del genere di appartenenza, condotti su un’opera che è apparentemente semplice, ma che invece rappresenta tutta la complessità di un
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PREMESSA
testo che è epica e racconto storico, che guarda alla tradizione e che
anticipa gli sviluppi propri del romanzo ottocentesco.
Il contenuto di Taras Bul’ba di N. V. Gogol’
Taras Bul’ba appartiene alla raccolta di racconti Mirgorod pubblicata alla fine di febbraio del 1835, ed ha come sottotitolo: Racconti che
servono di continuazione alle “Veglie” alla fattoria presso Didan’ka.
Protagonista della raccolta è l’Ucraina, ma mentre nei racconti
delle Veglie è descritta una terra pervasa da lirismo e abitata da personaggi felici, coraggiosi, nei racconti di Mirgorod entrano con prepotenza la
violenza, la guerra con le sue distruzioni, i suoi lutti, i suoi rancori totali, incolmabili e folli: è insomma la fine di un mondo, dei suoi equilibri.
Il racconto storico Taras Bul’ba, pur disancorato da precisi riferimenti cronologici, è situabile tra il XV e il XVII secolo, epoca in cui
eroismo e lotta per la propria fede, fino al sacrificio di sé, erano valori
fondamentali.
Questi furono infatti secoli molto tormentati della Storia Russa:
vi furono feroci lotte dinastiche e guerre contro la Polonia per il possesso dell’Ucraina, inserite in un contesto sociale ed economico molto arretrato.
Nel racconto di Gogol’ il conflitto russo-polacco, per il predominio territoriale e per l’affermazione della “vera religione” è un tema centrale. Attraverso questo tema è evidenziata l’importanza del concetto di
identificazione e di appartenenza ad un gruppo, che è, per gli uomini
che vissero in quell’epoca, autentica ragione di vita.
Dal punto di vista economico, il commercio di largo raggio,
quello tra Est e Ovest dell’Europa, costituiva una frazione assai modesta
dell’attività complessiva, che era ancora prevalentemente rivolta
all’autosussistenza; d’altra parte l’attività mercantile a largo raggio era
fortemente in contrasto con la struttura feudale dei rapporti di produzione. Nel Taras Bul’ba questo fenomeno risulta molto evidente: le attività artigianali e mercantili, il prestito di denaro, sono svolte da minoranze ebraiche e tartare, e numerose sono le valutazioni dispregiative nei
confronti di attività non legate ai valori feudali tradizionali.
Ancora durante il regno di Ivan il Terribile (1533-1584) i coltivatori russi sono molto più deboli dei contadini occidentali; continuo è
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GUIDA PER L'INSEGNANTE
perciò il fermento popolare nelle campagne, alimentato dalla perenne
anarchia dei semi-nomadi cosacchi.
I contadini russi conservarono onorevole ricordo, circondato da
numerose leggende, di Sten’ka Razin, che fu sostanzialmente un classico
predone rivoluzionario. Senza dubbio alcune di queste leggende hanno
costituito fonte di ispirazione per Gogol’.
(Cfr. Introduzione = Cap. 2.1-Genesi di Taras Bul’ba; Cap. 2.2-Cornice
storica di Taras Bul’ba)
Tutti i personaggi del romanzo credono nei grandi ideali, che
sono propri della comunità, e per la loro affermazione compiono grandi
imprese; tutti aderiscono alla vita in modo totale, e persino sfrenato;
partecipano a tutte le passioni con la medesima adesione: si tratti di una
battaglia, del sentimento d’amore, dell’odio per un nemico o per l’intera
comunità straniera, o si tratti di affrontare con incredibile forza morale
e fisica i più atroci tormenti e la morte stessa.
I personaggi e le loro imprese assumono rilievo epico, poiché,
nella corruzione del mondo in cui Gogol’ vive, nessuno saprebbe più
condividere e far vivere con tanto slancio eroico i valori morali che
cementavano le comunità ucraine.
Taras Bul’ba, i suoi figli, i cosacchi, le loro donne sono protagonisti di un mito, che si può rievocare con accorata memoria, ma che, proprio perché mito, non esiste più.
Il testo di Gogol’ assume una valenza etica ed epica dunque, poiché elabora e ricrea letterariamente i valori intorno ai quali si strutturano la vita di una collettività, quella dei cosacchi dell’Ucraina, patria
molto amata dall’Autore.
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2. L’IMPIANTO DEL VOLUME
L’intero impianto della pubblicazione, che si compone di: introduzione, note, schede didattiche, appendice, apparato iconografico, è
stato costruito tenendo costantemente presenti alcuni criteri:
- il testo è indirizzato a studenti delle Scuole Medie Superiori;
- ha come obiettivo il “piacere della lettura”;
- si propone di far compiere una riflessione accurata e personale sul
testo;
- le attività proposte non sono esclusivamente finalizzate alle abilità di
lettura, ma sono rivolte a facilitare la comprensione e a sviluppare
l’interpretazione;
- gli strumenti didattici e i materiali di approfondimento possono essere
utilizzati in modo flessibile, e possono essere adattati ai percorsi che
l’insegnante e lo studente riterranno più opportuni;
- il testo proposto può essere oggetto di una lettura collettiva e guidata,
o di una lettura individuale da parte dello studente;
- si possono attuare percorsi di approfondimento interdisciplinare, da
svolgersi individualmente o in gruppo.
Il volume è suddiviso in cinque parti:
1) L’introduzione
2) Il testo del romanzo
3) Le schede didattiche
4) L’appendice: contributi critici
5) L’apparato iconografico
2.1. L’introduzione del romanzo Taras Bul’ba contiene due sezioni:
- N. V. Gogol’
- Taras Bul’ba
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GUIDA PER L'INSEGNANTE
Le due sezioni si articolano in capitoli così titolati:
1. N.V. Gogol’
1.1. Biografia
• Infanzia e adolescenza
• Pietroburgo
• Il successo letterario
• La fuga e la nuova patria
• La crisi mistica
• Gli ultimi giorni
1.2. Gogol’ e il suo tempo
1.3. La poetica di Gogol’
• Il realismo e la satira
• Forza creativa e stile
• La missione di scrittore
1.4. Opere
2. Presentazione di Taras Bul’ba
2.1. Genesi
2.2. Cornice storica
2.3. La trama
2.4. I personaggi
2.5. L’idea centrale
2.6. Punto di vista e tecniche narrative
2.7. Il tempo e lo spazio
2.8. Lo stile
Ciascuna sezione è corredata di note esplicative, che svolgono le
seguenti funzioni:
- riportare informazioni utili alla più approfondita comprensione del
testo;
- citare i riferimenti bibliografici;
- citare le parti o sequenze del romanzo cui si fa riferimento;
- suggerire spunti di riflessione e di critica.
La consultazione delle note è una tecnica che gli studenti dovrebbero imparare a possedere, con l’obiettivo di acquisire la capacità di analizzare più in profondità il testo, sia per una migliore comprensione, sia
per una più consapevole valutazione.
Le strategie di consultazione e di utilizzazione di questa parte
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L’IMPIANTO DEL VOLUME
dell’apparato didattico-esplicativo dovranno quindi adattarsi alla programmazione di ciascuna classe.
L’introduzione vuole dare indicazioni di contestualizzazione da
un lato, e di analisi generale dell’opera dall’altro, quindi:
- fornisce allo studente notizie sulla vita dell’autore, sulle sue esperienze
culturali, sulla sua mentalità;
- fornisce allo studente notizie (storiche) relative all’epoca in cui visse
l’Autore;
- fornisce allo studente informazioni sul romanzo, sulla sua genesi, sui
rapporti con altre opere di Gogol’, su come fu accolto dal pubblico;
- fornisce allo studente informazioni che consentono di operare inferenze tra i diversi piani di analisi di un testo;
- fornisce allo studente riflessioni preliminari sui principali temi sviluppati nel romanzo.
L’obiettivo generale dovrebbe dunque essere quello di abituare lo
studente ad una lettura più consapevole, approfondita e autonoma.
L’introduzione può essere utilizzata e letta interamente, o parzialmente, e questo dipende dalle necessità e strategie didattiche di ciascun
gruppo classe.
Aver suggerito vari possibili approcci e approfondimenti consente
di inserire la lettura di Taras Bul’ba in percorsi per genere o per tema.
Si potrebbe anche decidere di far leggere il romanzo senza alcuna
preparazione preliminare, per non limitare in alcun modo “il piacere di
leggere”, privilegiando un approccio di natura esclusivamente estetica.
Ci pare però che offrire allo studente la possibilità di orientarsi,
di coltivare curiosità e aspettative renda altrettanto “piacevole” la lettura,
oltre a facilitarne la comprensione.
2. 2. Il testo del romanzo
Taras Bul’ba subì numerose rielaborazioni da parte dell’Autore.
Fu pubblicato una prima volta nel 1835, nel volume Mirogod, sotto
forma di lungo racconto.
Nell’edizione del 1851 il testo appare ampiamente rimaneggiato
non solo nel contenuto, con l’inserimento di nuovi personaggi ed episodi, e con una maggiore attenzione rivolta alla spedizione degli zaporoghi
in Polonia, ma anche nella forma e nella distribuzione dei contenuti,
articolati in XII Capitoli.
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GUIDA PER L'INSEGNANTE
I rimaneggiamenti sono dovuti al grandissimo interesse, tipicamente romantico, di Gogol’ per la storia e il folklore dell’Ucraina.
Il testo della nostra edizione è quello del 1851. La traduzione ha
voluto rispettare i ritmi concitati e le pause liriche del testo, pur nel
rispetto della fluidità della narrazione. Alcuni termini non sono stati tradotti, non solo per obiettive difficoltà, ma perché le possibili traduzioni
italiane non conservavano il potere evocativo dei termini. Le parole
infatti esprimono, nella lingua originale, sfumature e contenuti che non
riescono a superare i limiti della traduzione.
Ogni Capitolo del romanzo è preceduto da una sintesi e corredato da note.
Le sintesi svolgono la funzione di organizzatori anticipati dello
sviluppo delle vicende, che possono essere utilizzati anche nello svolgimento degli esercizi.
Le note assolvono le funzioni già esposte a proposito delle note
della Introduzione.
Oltre alle informazioni utili per la contestualizzazione e la riflessione critica, le note vogliono indirizzare la riflessione anche sugli aspetti
formali, lessicali e retorici, essendo l’opera “letteraria” non per il contenuto, ma per la forma attraverso la quale viene espressa.
La riflessione sugli aspetti formali, svolta più organicamente nelle
Schede didattiche, può contribuire comunque, attraverso
l’individuazione di elementi codificati, ad una più completa e organica
contestualizzazione.
2.3. Le schede didattiche
Al termine di ciascun Capitolo di Taras Bul’ba è posta una scheda
didattica, suddivisa in tre sezioni: il contenuto, il significato, la forma.
Le schede didattiche si pongono come obiettivo l’analisi formale,
o narratologica, del testo attraverso l’acquisizione di una metodologia
non casuale o arbitraria.
La sistematicità delle operazioni proposte dovrebbe stimolare
l’interesse a scoprire i meccanismi costitutivi del testo, permettendone la
più completa fruizione.
Gli studi narratologici hanno individuato i livelli di analisi che
devono essere compiuti nei confronti del testo, per la comprensione dei
suoi meccanismi generativi.
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L’IMPIANTO DEL VOLUME
Il primo livello è quello dell’analisi della storia, che comporta
l’acquisizione delle seguenti abilità:
I - saper distinguere le varie tipologie di sequenze (cioè parti di discorso
che contengono un’azione significativa per lo sviluppo della vicenda)
in narrative, descrittive, riflessive.
II - Saper individuare e definire il sistema dei personaggi: individuare il
protagonista, personaggi secondari, il sistema di relazioni che tra loro
si stabilisce, cogliere la caratterizzazione che il testo fornisce (per
indizi, per ritratto), cogliere la staticità e l’evoluzione del personaggio
o attraverso gli avvenimenti o attraverso le relazioni con altri personaggi, saper individuare le modalità attraverso le quali il testo ci
comunica le parole e i pensieri dei personaggi, con particolare attenzione al discorso indiretto, al monologo interiore, al flusso di
coscienza.
III - Saper individuare le indicazioni di tempo e di spazio: cogliere il
variare del ritmo narrativo attraverso le diverse forme di durata delle
vicende, le anticipazioni, i flash-back.
IV - Saper individuare la connotazione realistica o simbolica dello spazio, interno o esterno, reale o immaginario, e saper individuare i rapporti che si stabiliscono tra ambiente, vicenda e personaggi.
V - Saper individuare e mettere in relazione autore, narratore, lettore.
Per chiarire il ruolo di autore, narratore, lettore, si riporta la
tabella proposta da H. Grosser in Narrativa, Milano, Principato, 1985,
pag. 47:
Autore reale
designa la persona storica L. Pirandello, nato ad Agrigento
dello scrittore.
nel 1867......
Autore Implicito
designa l’immagine dell’autore consegnata all’opera, l’idea dell’autore
che il lettore desume dalle
informazioni presenti nel
testo.
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Omero autore implicito di una
opera prodotta dalla somma di
contributi di persone diverse in
tempi diversi
GUIDA PER L'INSEGNANTE
Narratore
designa il personaggio che
dice “io” nel racconto,
ovvero colui che è responsabile dell’atto di enunciazione di un racconto in
terza persona.
Mattia Pascal, personaggio narratore nel Fu Mattia Pascal di
Pirandello; ovvero il “coro narrante” nei Malavoglia
Narratario
designa il personaggio che “Mi pare di averti gia raccontaeventualmente compaia to, figliuola mia.. .” (Boito)
nel testo come destinatario del narratore.
Lettore implicito
designa l’idea di pubblico
che le scelte linguistiche,
stilistiche, contenutistiche
implicano.
Lettore reale
designa tutti i lettori effet- ... compresi quelli che uno scrittore non avrebbe mai potuto
tivi dell’opera...
ipotizzare (gli studenti di una
scuola di massa che leggono la
Commedia)
Scrivere un romanzo in latino,
oggi, implica rivolgersi ad un
pubblico ristretto, scrivere un
romanzo poliziesco implica
rivolgersi ad un pubblico molto
più ampio (anche se quel
romanzo non dovesse in concreto leggerlo nessuno)
Il secondo livello è quello dell’analisi stilistica, che comporta
l’acquisizione delle seguenti abilità:
- saper individuare le scelte stilistico-espressive operate dall’Autore:
I - nell’ambito della sintassi (uso prevalente della coordinazione e della
subordinazione...)
II - nell’ambito dell’uso delle varietà linguistiche (registro linguistico
formale o informale, effetti di lingua parlata, effetti di linguaggio
lirico, uso di espressioni dialettali, gergali, o di linguaggi tecnici)
III - nell’ambito delle scelte lessicali (prevalenza di denotazione o connotazione)
IV - nell’uso delle figure retoriche, cioè degli artifici usati dall’Autore
per caratterizzare il proprio modo di esprimersi;
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L’IMPIANTO DEL VOLUME
nel riconoscere le figure retoriche che riguardano il significato:
interrogazione retorica, apostrofe, ironia, assimoro, antitesi, similitudine, metafora, traslato, sinestesia, allegoria, metonimia, sineddoche, iperbole, litote;
nel riconoscere le figure retoriche che riguardano la forma: parallelismo, anafora, chiasmo, paranomasia, figura etimologica, onomatopea, allitterazione.
Le schede didattiche elaborate per i dodici capitoli in cui è suddiviso il Taras Bul’ba si prefiggono l’obiettivo di far compiere allo studente
la riflessione sulle strutture narratologiche, organizzando gli esercizi
secondo il seguente schema:
I SEZIONE
- Il contenuto
- analisi delle sequenze
- analisi del sistema dei personaggi
- analisi del tempo e dello spazio della narrazione.
II SEZIONE
- Il significato
- riflessione sulle modalità di lettura (rapporto autore-narratorelettore)
- analisi del punto di vista e della voce narrante
III SEZIONE
- La forma
- analisi dello stile e delle scelte linguistico-espressive operate
dall’Autore.
2.4. L’appendice: contributi critici
L’appendice contiene alcuni documenti che sono particolarmente
significativi e utili per l’analisi e la riflessione critica sul Taras Bul’ba, sul
contesto culturale, sulla personalità dell’Autore, sul rapporto tra Gogol’
e il pubblico. Molti dei documenti compresi in questa sezione sono citati nell’Introduzione.
I Documento: Traduzione della poesia Italia, pubblicata anonima da
Gogol’ il 22 febbraio 1829.
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GUIDA PER L'INSEGNANTE
II Documento: Lettera di Vissarion G. Belinsky (1811-1848) a Gogol’
del 3 luglio 1847 (in Il pensiero democratico russo del XIX secolo, a cura di
G. Berti e M. B. Gallinaro, Firenze, Sansoni, 1950, da pag. 75 a pag.
85.
III e IV Contributi critici di Giterman, Correnti di critica sociale nella
letteratura russa sotto Nicola I e Occidentalisti e slavofili, tratti da Storia
della Russia, Firenze, La Nuova Italia, vol. II, pp. 167-172 e pp. 190192.
V Articolo di A. V. Lunacˇarskij, N. Gogol’, pubblicato per la prima volta
sulla rivista “Krasnaja niva” (Il campo rosso) nel 1924.
VI Il contributo critico di V. Strada, Gor’kij e Gogol’, tratto dal saggio
Gogol’ Gor’kij Cechov, Roma, Editori Riuniti, 1973, pp. 12-32 passim.
VII L’articolo di V. Brjusov, Ispepelënnyi (L’incenerito), pubblicato a
Mosca nel 1909.
VIII Le pagine iniziali del racconto di Gogol’ Vij, tradotte dalla edizione
delle Opere di Gogol’, Mosca, 1966, vol. II.
ˇ sˇcina, tradotta dalla edizione delle
IX Parte del racconto di Gogol’, Zenˇ
Opere di Gogol’, Mosca, 1966, vol. VIII.
X Passi del racconto di Gogol’, Roma tradotti dalla edizione delle Opere
di Gogol’, Mosca, 1966, vol. III.
XI Breve antologia dei giudizi critici più importanti su Gogol’ e Taras
Bul’ba.
2.5. L’apparato iconografico
Per favorire la comprensione del contesto dell’opera e la conoscenza dell’Autore, il testo è corredato da illustrazioni che si riferiscono
alla biografia di Gogol’, quindi i luoghi in cui ha studiato, gli amici,
l’ambiente degli intellettuali a lui contemporanei, l’ambiente che fa da
sfondo alle sue opere. Queste immagini sono inserite subito dopo
l’Introduzione.
Una seconda serie di immagini, tratte dall’edizione nazionale in
lingua russa di tutte le opere di Gogol’, precede ogni singolo capitolo di
Taras Bul’ba.
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3. PROPOSTE DI PERCORSI TEMATICI
E APPROFONDIMENTI
Obiettivo specifico dello studio dei testi letterari nella Scuola
Media Superiore è sviluppare la capacità di mettere in relazione l’analisi
del testo con la realtà extratestuale, interpretare il significato del testo,
compierne una valutazione.
Operativamente si tratta di compiere le operazioni di contestualizzazione, di individuare i temi più ricorrenti e i topoi letterari, e di stabilire quindi tutte le relazioni possibili tra il testo in esame e quelli che
lo hanno preceduto e quelli che lo hanno seguito, anche in altri ambiti
di produzione artistica.
La permanenza di temi, miti e topoi consente alla letteratura di
comunicare con noi pur da tempi, luoghi e culture molto diverse dalle
nostre. 3
Alcuni degli approfondimenti proposti dovrebbero favorire la lettura intertestuale, e dovrebbero consentire allo studente di diventare un
lettore competente e nello stesso tempo disponibile a nuove esperienze
culturali, a nuove ricerche, a nuove scoperte.
Gli approfondimenti potranno essere effettuati dal singolo studente o attraverso una ricerca di gruppo; l’insegnante valuterà quale
modalità potrà risultare più opportuna, in base alla situazione del gruppo classe e dei tempi consentiti dalla programmazione didattica disciplinare.
3.1. I temi e i personaggi fanno di Taras Bul’ba un romanzo storico o
un romanzo epico?
Fin dal primo Capitolo sono presenti temi che troveranno sviluppo e intreccio nel corso dell’opera.
Il primo tema è quello dei rapporti generazionali all’interno della
famiglia patriarcale contadina, che sono gerarchicamente organizzati,
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GUIDA PER L'INSEGNANTE
spesso difficili, e frettolosamente risolti d’autorità da Taras, capo anche
nella vita privata, oltre che in quella pubblica; all’interno della famiglia
la figura femminile appare sottomessa, sofferente, libera soltanto di
piangere.
L’Autore introduce subito anche il tema della “patria”, intesa
come comunità autosufficiente e autoreferente, cui i personaggi si sentono legati da un forte senso di appartenenza.
Compare infine il tema, sviluppato liricamente, della bellezza e
della forza della propria terra, che appare bella e protettiva, proprio perché viene abbandonata, per potersi però finalmente dedicare alle mansioni tipicamente virili: l’addestramento alla guerra e la guerra vera e
propria.
Il secondo Capitolo non contiene fatti importanti per lo sviluppo
dell’intreccio, ma introduce alcuni flash-back che illustrano il carattere
di Ostap e Andrij, quale ha potuto manifestarsi negli anni trascorsi nel
Collegio di Kiev.
Si pongono le premesse per i futuri tragici sviluppi della vicenda,
e si introduce il tema del potere sinistro, demoniaco che la donna e la
sua bellezza possono esercitare su quegli individui troppo inclini al sentimento, e quindi deboli, disponibili a farsi soggiogare.
Le lunghe pause lirico-descrittive dell’ambiente della steppa
rafforzano la persistenza del tema dell’amore per la propria terra, per la
quale i cosacchi sono sempre disposti a rinunciare alla vita.
L’arrivo alla Seˇc consente all’Autore di sottolineare, attraverso
sequenze descrittive, aspetti folkloristici.
Il folklore è un tema che assume molta importanza in numerose
opere romantiche: la tradizione infatti è elemento di identificazione di
una comunità; soprattutto le tradizioni popolari, che si sono conservate
immutate nei secoli, si contrappongono ad una maggiore rapidità di
mutamenti culturali delle classi più colte e più ricche.
Il III e il IV Capitolo, ambientati nella Seˇc’, sviluppano largamente il tema della vita nei campi militari, e dei pericoli derivanti
dall’ozio e dai bagordi sfrenati, in cui i cosacchi, secondo una tradizione
secolare, sono campioni.
Taras inventa uno stratagemma che consenta di compiere
un’azione militare; ma anche la sorte gli viene in aiuto, e finalmente si
può preparare una spedizione.
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PERCORSI TEMATICI E APPROFONDIMENTI
I temi appena illustrati e il loro intreccio narrativo sono derivati
dalla più antica tradizione epica: citare i poemi omerici e classici, o i
Cicli medievali può apparire anche superfluo.
Nel IV Capitolo l’Autore introduce personaggi appartenenti alla
comunità di mercanti e artigiani ebrei, che devono, pur senza colpa,
subire la furia cieca dei cosacchi.
L’Antisemitismo è presente nella società Europea fin dai primi
secoli dell’era cristiana, ed era particolarmente radicato nell’epoca
moderna nell’Europa Orientale, dove molto numerose erano le comunità ebraiche.
Gogol’ crea il personaggio di Jankel, che avrà modo, con altri
suoi correligionari, di riscattare in parte i pregiudizi negativi, svolgendo
la funzione di aiutante di Taras; Gogol’ conosceva e ammirava le opere
di Walter Scott, quindi il riferimento all’ebreo di York e alla figlia
Rebecca, di Ivanhoe, è immediato.
Il tema dell’antisemitismo è nuovamente ripreso nei Capitoli X e
XI.
Nella città di Uman, Taras ritrova Jankel, che dovrà nuovamente
aiutarlo, e con lui si reca nel quartiere ebraico di Varsavia.
Nella descrizione di Gogol’ la comunità ebraica, con le sue abitudini di vita e i suoi riti, diviene una sorta di “recipiente” simbolico, che
può essere riempito con i contenuti imposti dalla comunità predominante, che è in fondo il primo meccanismo di ogni forma di segregazione, e quindi anche dell’antisemitismo.
Infatti perché è da condannare l’ebreo, secondo i cosacchi?
Perché si dedica ad attività diverse dalle loro, perché si tratta di
attività che sono molto diverse da quelle di una popolazione che vive di
un’agricoltura di sussistenza, e che integra i propri “bilanci” con i bottini di guerra.
Gli ebrei mutano i loro mestieri per garantirsi la propria permanenza nelle società cristiane; non comprano la terra perché possono
essere costretti ad abbandonarla da un momento all’altro, sono dunque
“diversi” perché costretti ad esserlo, ma questo non li salva dalla cieca
furia dei pogrom.
Nel Taras Bul’ba tutte le comunità, o nazionalità, diverse da quella cosacca sono comunque viste con sospetto, rancore, odio; e questo
accade per motivi sociali, ma soprattutto religiosi.
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GUIDA PER L'INSEGNANTE
Quindi il tema dell’antisemitismo si può inserire in quello più
generale dell’odio e del disprezzo per chiunque sia “altro” o “diverso”.
Nel romanzo il tema riappare nella descrizione della società
polacca, soprattutto delle donne polacche, che divengono simbolo di
forze negative quasi soprannaturali, se una di loro può allontanare un
cosacco come Andrij dagli affetti e dai principi che dovrebbero essere
sacri.
L’unica occasione in cui il nemico si riscatta è la battaglia: infatti
se in quel frangente si comporterà da eroe, potrà avere attestazioni di
stima. E questo accade perché l’eroismo si manifesta e si misura nello
stesso modo, presso tutti i popoli, in qualsiasi epoca. Fa la sua comparsa
nel testo un topos narrativo, il valore in battaglia, presente quasi come
archetipo antropologico, a partire dalle più remote tradizioni orali,
anche extraeuropee.
Con il V Capitolo gli eventi precipitano. I cosacchi raggiungono
la città polacca assediata di Dubno; e qui si compie il destino di Andrij.
Nella vicenda dell’amore del figlio di Taras si incontrano e intrecciano molti temi: quello dell’amore che non conosce ostacoli e che supera qualsiasi differenza, quello della donna che con la sua bellezza corrompe e porta alla perdizione, quello del contrasto tra le generazioni,
che non riconoscono lo stesso valore e non danno la stessa importanza
ai sentimenti, quello del contrasto tra la legge e l’amore, che porta
all’epilogo assolutamente tragico dell’episodio: l’uccisione di Andrij da
parte di Taras.
La donna è causa di tutti i disastri, dice Taras, giurando vendetta
feroce e crudele: la figura femminile che infrange le regole, che non si
rassegna alla più totale sottomissione, che fa uso del suo potere di seduzione, può provocare solo terribili mali: da una sbornia ci si può riprendere, non dalla forza esercitata dall’infatuazione e dall’innamoramento.
Nel Taras Bul’ba prevale il pregiudizio misogino, per cui nella
cultura dell’Occidente la donna è stata spesso vista come sede e tramite
del diavolo.
Anche N. V. Gogol’ pare condividere l’immagine ideale, cui la
donna deve aderire, oscillante tra i due poli della madre dedita agli altri
e dell’oggetto dei desideri altrui: insomma femmina o madre, angelo o
diavolo, sorgente di vita o di mali, portatrice di doni o di colpe, sollevata al cielo o sprofondata nell’inferno.
18
PERCORSI TEMATICI E APPROFONDIMENTI
La letteratura, fin dalle origini, sembra non sapere se connotare
“l’altra metà del cielo” come angelo o come diavolo, ma assai raramente
le attribuisce un ruolo di “persona”. La donna talvolta elabora tecniche
di difesa o di attacco, molto spesso strumentalizzando a proprio favore
la situazione in cui si trova costretta.
La bella polacca è angelo per Andrij e diavolo per Taras, che giura
nei suoi confronti le più terribili vendette; noi la vediamo e la giudichiamo attraverso il punto di vista degli altri personaggi, permane però il
mistero circa la sua vera personalità e natura.
La vicenda si avvia al suo culmine tragico: l’amore colpevole di
Andrij prepara, quasi automaticamente, la sua morte, che lo stesso Taras
gli infliggerà.
I Capitoli VIII-IX-X ruotano intorno al tema della fedeltà alla
propria patria, ai legami considerati sacri e alla punizione del tradimento.
Gogol’ conclude l’VIII Capitolo con un grande espediente narrativo: il brindisi agli ideali più autentici dello spirito cosacco e alla fedeltà
e solidarietà reciproca, prima della battaglia.
Nel IX Capitolo Taras perde entrambi i figli: fedeltà di Ostap e
tradimento di Andrij conducono al sacrificio supremo. La morte di
Ostap consisterà in un raccapricciante supplizio, alla descrizione del
quale si giungerà dopo la rappresentazione della folla dei polacchi, radunatasi per l’esecuzione pubblica dei cosacchi catturati.
Può apparire superfluo sottolineare il fatto che all’interno
dell’anonima folla Gogol’ scelga di descrivere più figure femminili che
maschili.
La vendetta, come unica forma di giustizia, è il tema predominante del XII e ultimo Capitolo del romanzo. Le trattative e gli accordi
di pace sono rifiutati da Taras, che appare solo assetato di sangue, e che,
con i cosacchi che hanno deciso di seguirlo, semina ovunque in Polonia
terrore, distruzione, morte. Si prepara dunque per Taras l’epilogo più
tragico e solenne: la morte terribile sul rogo.
E il vecchio Bul’ba continua, pur avvolto dalle fiamme, a esortare
alla lotta i suoi cosacchi, perché non esistono al mondo “...fuochi, tormenti e forza tali da vincere la forza russa...”.
Il personaggio è ormai un mito, un epico mito delle cui eroiche
gesta i cosacchi si tramanderanno per generazioni il ricordo, che Gogol’,
aedo ucraino, raccoglie e porta alla dignità di narrazione letteraria.
19
GUIDA PER L'INSEGNANTE
Per quanto riguarda i personaggi del Taras Bul’ba si può osservare
che essi tendono a cristallizzarsi, a divenire maschere, a seconda delle
azioni che svolgono, alla funzione cioè che assumono nello sviluppo
dell’intreccio, secondo la definizione di V. Propp: “Per funzione intendiamo l’operato di un personaggio determinato dal punto di vista del
suo significato per lo svolgimento della vicenda”. 4
Come nella narrativa folklorica, anche in questa opera di Gogol’
il carattere sembra determinato dalla funzione in rapporto all’intreccio,
e non sembra invece, come nel romanzo moderno, che il carattere determini l’azione.
Aristotele, a proposito della Tragedia, affermava che questa poteva essere senza caratteri, ma non senza azione. E sempre riferendosi alla
struttura fondamentale della Tragedia, secondo Aristotele essa si fondava
su quattro momenti principali: esordio, complicazione, peripezia, catastrofe. Taras Bul’ba assumerebbe dunque, secondo queste premesse, le
caratteristiche di racconto epico-tragico, più che di romanzo storico.
L’epopea è infatti la narrazione del passato nazionale, in forma
epica appunto: il passato è incommensurabilmente lontano dal presente
e incomparabile nei valori: il passato è il tempo dei “migliori”, costituisce un modello assoluto:
L’epopea, come determinato genere letterario a noi noto, è stata fin dal principio un poema sul passato, e l’atteggiamento dell’autore (di chi pronuncia la parola
epica), immanente alla epopea e costitutivo per essa, è quello di un uomo che parla di
un passato per lui inaccessibile, l’atteggiamento pieno di venerazione di un postero. La
parola epica per il suo stile, per il tono e il carattere del suo sistema di immagini è infinitamente lontana dalla parola di un contemporaneo che parli di un contemporaneo,
rivolgendosi ai contemporanei... il mondo raffigurato degli eroi è a un livello assiologico-temporale completamente diverso e inaccessibile, separato dalla distanza epica. 5
Il romanzo, invece, traendo origine da generi bassi, come il comico carnevalesco: “distrugge la distanza epica... Muta radicalmente il
modello temporale del mondo... il tempo e il mondo diventano storici:
...si manifestano come divenire, come processo universale e incompiuto”. 6
Considerando infine alcune delle caratteristiche principali del
romanzo moderno, e cioè 1) il rifiuto di attingere al patrimonio mitolo20
PERCORSI TEMATICI E APPROFONDIMENTI
gico tradizionale 2) l’enfasi posta sull’individuo e sulle capacità innovative dell’individuo 3) la collocazione del personaggio in una dimensione
spazio-temporale precisa, e cioè in una visione storicizzata della realtà 4)
l’attribuzione ai personaggi di identità e dimensione psicologica individuale, che li renda mutevoli nel tempo, Taras Bul’ba appare invece
essenzialmente caratterizzato dalla intenzione di ricreare, per ripensarlo,
un mito, che pure attinge da una realtà storica trascorsa, ma che per la
sua assoluta inattuabilità diviene desiderabile e assurge al ruolo di
modello. 7
3.2. Patria, Nazione, Popolo nella tradizione culturale russa
Lo stato diventa nazione quando prende coscienza della propria identità storica,
culturale, religiosa, linguistica, quando è civiltà con frontiere definite.
L’ideologia nazionale fa sì che i diritti della nazione siano superiori a quelli degli
individui.
La sua storia diviene un mito e nello stesso tempo un progetto per il futuro: si
esaltano gli eroi del passato, e la guerra stabilisce un ordine di natura gerarchica, in cui i
migliori, fra le varie nazioni o popoli, prevarranno. 8
E’ superfluo sottolineare che tutta la vicenda di Taras Bul’ba è fortemente segnata dalla mentalità nazionalista e patriottica,
dall’esaltazione dei valori che costituiscono lo strumento di coesione
della società ucraina, richiamandosi ai quali sarà possibile riscattare la
patria russa dalla decadenza dei tempi in cui l’Autore vive.
Il tema qui introdotto è di vastissime proporzioni, non solo per
l’approccio epistemologico che richiede, ma per la fitta rete di valenze e
di realizzazioni artistiche che ha prodotto in Russia prima e in Unione
Sovietica poi.
N.V. Gogol’ infatti non è voce isolata, non è l’unico uomo di cultura che riflette sulla storia e sulla società in cui vive.
F. Braudel individua come “un’immensa presa di coscienza” quella
stagione della cultura russa che si sviluppa a partire dagli ultimi decenni
del XVIII secolo e percorre tutto il XIX e il XX secolo; in ambito letterario, i rappresentanti più importanti di questo fenomeno sono, oltre a
Gogol’, A.N. Radiˇsˇcev, A. Puˇskin, M.J. Lermontov, J.S. Turgenev, F.M.
Dostoevskij, L.N. Tolstoj, A.S. Griboedov, J.A. Gonˇc arov, N.A.
21
GUIDA PER L'INSEGNANTE
Nekrasov, M.E. Saltikov-Sˇcedrin, G.J. Uspenskij, per citare solo i più
importanti.
I caratteri delineati nelle opere di Griboedov, di Puˇskin (Evgenij
Onegin), di Lermontov, di Turgenev (Rudin), di Gonˇcarov (Oblomov)
esprimono la coscienza di vivere un momento cruciale della storia del
proprio paese, pur con diversi e, talvolta, opposti atteggiamenti.
Potrà risultare interessante affidare agli studenti letture diverse di
alcuni testi degli autori citati, riuscendo così a comporre un quadro sufficiente della elaborazione culturale della intelligentija russa di quegli
anni.
Questa attività consentirà inoltre di cogliere affinità e differenze
all’interno di un vasto movimento culturale.
Ma oltre alla “immensa presa di coscienza” degli intellettuali sulle
condizioni della società russa, occupa un ruolo fondamentale nella vita
culturale russa del XIX secolo il dibattito tra occidentalisti e slavofili.
La ricerca della identità nazionale, che dovrebbe modernizzarsi e
somigliare di più all’Europa occidentale che si sta industrializzando per
gli occidentalisti, o dovrebbe accentuare i propri caratteri distintivi per
gli slavofili, è molto tormentata.
La realtà politica ed economica di tutta l’Europa è, del resto, fortemente tormentata e contradditoria: ma la Russia, per le sue condizioni
di arretratezza sociale, economica e politica, vive con maggiore evidenza
i contrasti: soprattutto quello tra le rapide trasformazioni dell’Occidente
e il proprio immobilismo plurisecolare. La “missione storica” del popolo
russo è infatti in discussione. Ma pur tra orientamenti contrastanti,
sembra prevalere un atteggiamento comune di diffidenza, anche se
motivato in vario modo, verso l’industrializzazione e il mondo capitalistico.
Sul tema dell’antimodernismo in Russia, sarà utile esaminare la
ˇ
posizione di P.J. Caedaev,
che suggerisce un’analisi negativa dell’intera
storia russa, cui si oppone tanto la corrente che esalta le tradizioni popolari, quanto la corrente fautrice dell’esaltazione acritica del ruolo della
Grande Russia, che trovava seguito negli ambienti di corte, negli apparati burocratici, nell’esercito zarista.
Sviluppi importantissimi, ancora nel Novecento, avrà
l’elaborazione teorica di A.J. Herzen, che esalta la “comunità russa di
villaggio”, teoria con forti connotazioni democratiche e socialiste.
22
PERCORSI TEMATICI E APPROFONDIMENTI
L’“andata al popolo”, fu opera di molti giovani intellettuali entusiasti, che vedevano il mondo contadino, pur rozzo e primitivo, depositario di valori superiori, destinati a perdersi con l’avanzare della società
civilizzata.
Ricordiamo due personaggi particolarmente emblematici:
“Marej, il muˇzik” di F.M. Dostoevskij, e Platon Karataev in Guerra e
Pace di L.N. Tolstoj: anche e soprattutto attraverso questi modelli letterari si diffuse in Occidente uno stereotipo estremamente suggestivo: il
saggio contadino, vero custode dell’“anima russa”, soggetta a violenti
contrasti di emozioni e a momenti di passività e rassegnazione. 9
3.3. Testi a confronto: Taras Bul’ba e Il cantare delle gesta di Igor’
Un’ulteriore attività didattica è costituita dal confronto tra il Taras
Bul’ba e il più famoso testo dell’epica slava: Il cantare delle gesta di Igor’.
Questo poema sembra risalire alla fine del XII secolo, il periodo
delle lotte tra gli staterelli feudali slavi e i popoli delle steppe.
Il fatto narrato è storico: in una antica cronaca russa si narra di
Igor, discendente del varjago (di origine vichinga) Rjurík, che capitanò
una spedizione contro popolazioni nomadi; fu sconfitto, preso prigioniero, ma si salvò con un’avventurosa fuga. Le imprese sono narrate con
commozione, forse da un cantore della corte di Igor.
Il testo, ritrovato alla fine del Settecento, fu poi distrutto nell’incendio di Mosca nel 1812, e subì comunque numerosi cambiamenti
rispetto alla sua stesura originaria. L’autore si rifà a un tale Bojan, che
narrò in modo più fantasioso le vicende, che egli ritiene di riferire con
maggiore veridicità storica.
I temi presenti nel testo sono: la guerra di Igor’ contro gli infedeli,
lo spirito eroico-cavalleresco che si manifesta nella guerra in tutta la sua
compiutezza, l’amore per la natura e la terra russa coi suoi cicli stagionali, le rappresentazioni ora selvagge ora dolcissime di personaggi, vicende,
ambienti; i grandi fiumi verso i quali Igor cerca un libero accesso.
Il lavoro didattico, svolto attraverso il confronto tra i due testi,
dovrà individuare costanti culturali e topoi letterari e stilistici.
La vicenda di Igor’ è epico-tragica come quella di Taras Bul’ba:
quindi il tema del valore, della fedeltà alla parola data, del tradimento
hanno largo spazio nel testo. La figura femminile è anche in questo testo
sottomessa, destinata a soffrire nell’attesa dell’uomo amato partito per la
23
GUIDA PER L'INSEGNANTE
guerra. Le affinità maggiori si riscontrano nelle descrizioni liriche della
terra russa e nell’esaltazione dei valori, soprattutto religiosi, che uniscono la comunità.
Ma al di là di una ricerca di un rigido confronto di contenuto, è
importante stabilire una continuità della tradizione, e la disponibilità
del testo più antico ad essere ancora fonte di ispirazione e imitazione. 10
3.4. L’Antisemitismo
Per lo sviluppo narrativo di Taras Bul’ba sono molto importanti
alcuni personaggi che fanno parte delle comunità ebraiche insediatesi in
Ucraina e in Polonia, in particolare Jankel e gli abitanti del Ghetto di
Varsavia.
La loro rappresentazione è fortemente connotata, e sarà compito
dello studente analizzare il testo, individuare pregiudizi e comprendere
l’atteggiamento dell’Autore rispetto a questo tema.
Per favorire le risposte alle questioni sopra esposte, si dovranno
effettuare alcune riflessioni di carattere storico.
L’antisemitismo fu uno degli elementi più forti, e unificanti, dei
movimenti reazionari di massa che vennero a costituirsi nel corso
dell’Ottocento, e che sfociarono nella ideologia fascista e nazista del
Novecento.
La comprensione di questo fenomeno, soprattutto delle sue origini, è difficoltosa, anche perché molti sono gli strumenti conoscitivi
necessari.
Sinteticamente si può dire che la separazione degli ebrei dalla
società cristiana ha origini, radici nel Medioevo, ma nel periodo della
Restaurazione venne nuovamente enfatizzata, anche in contrapposizione
alla ideologia illuminista e alla Rivoluzione Francese, che avevano iniziato o favorito l’emancipazione degli ebrei, e la soppressione delle barriere
dei ghetti.
Per larghi settori dell’opinione pubblica... l’emancipazione degli ebrei veniva a
coincidere con la caduta dell’ordine sociale precapitalistico e l’affermarsi dell’ordine
capitalistico; un ordine che molti finivano col considerare il segno dell’imporsi nel
modo di vita ebraico in tutte le società, se è vero che per molti secoli gli ebrei sono stati
identificati con il denaro, lo sradicamento, la circolazione, contro i valori di stabilità tradizionali.
24
PERCORSI TEMATICI E APPROFONDIMENTI
L’antisemitismo nasceva così in collegamento con una forma tutto sommato
nostalgica di reazione anticapitalistica, che cercava di attribuire ad un gruppo specifico
le responsabilità di mutamenti sociali vissuti come catastrofici.
Se l’antisemitismo dell’Europa occidentale nacque spontaneamente (anche se
non mancarono gli agitatori che vi fondarono le proprie forze politiche), quello
dell’Europa orientale, che pure affondava le sue radici in profondità nella società e nella
religione tradizionale, fu apertamente organizzato dallo Stato. La Polonia e le province
occidentali della Russia avevano da secoli la massima concentrazione mondiale di popolazione ebraica; d’altra parte l’antiebraismo era tradizionale nella Chiesa Ortodossa. Ma
fu solo con il 1881, in seguito all’attentato che uccise lo zar Alessandro II, che fu dato il
via ad un’ondata sistematica di pogrom in Russia e in Polonia 11
In riferimento al tema in argomento, la lettura extratestuale non
consente solo una migliore comprensione o la ricerca dei topoi letterari
dell’ebreo usuraio, banchiere, mercante, peraltro frequenti nella letteratura europea: basti citare Shakespeare o Scott, che Gogol’ conosceva
molto bene.
La riflessione su questo tema dovrebbe assumere valore metastorico e divenire educazione alla tolleranza, alla condivisione dei principi
che regolano la vita in una società multietnica e multirazziale, condivisione consapevole, meditata e padroneggiata attraverso strumenti di
natura intellettuale e culturale, che superano il pregiudizio, troppo spesso soltanto emotivamente connotato.
3.5. La traduzione
Un ultimo percorso di lavoro potrebbe essere costituito dalla
riflessione sulla traduzione. Lo studente ha infatti di fronte un testo tradotto, non un testo in lingua originale.
Salvo rarissime eccezioni, non si potrà neppure proporre un breve
esercizio individuale di traduzione dal russo, per mettere in evidenza
quanto diversi possano essere i modi di far “passare” da una lingua ad
un’altra un testo letterario, che è tale soprattutto perché è scritto in un
“certo modo”, perché deve rispondere a finalità estetiche.
Le finalità della traduzione letteraria non sono tanto quelle di
seguire alla lettera l’originale (tra l’altro il testo di Gogol’ non è scritto in
una lingua neolatina, quindi le difficoltà sono molto maggiori), quanto
25
GUIDA PER L'INSEGNANTE
piuttosto quelle di “produrre nuovamente”, con mezzi ed espedienti
diversi, l’ispirazione dell’Autore, sia sul piano del significato, sia sul
piano dell’invenzione stilistica.
Gli studenti potrebbero prendere in esame traduzioni diverse del
testo, anche lontane nel tempo, confrontarle, contestualizzarle a loro
volta, sviluppando ulteriori capacità di lettura critica.
L’organizzazione di questo tipo di lavoro è competenza del
docente, che dovrà valutare le capacità dei suoi studenti, e lo spazio che
potrebbe avere a disposizione nell’ambito della propria programmazione didattica, tenendo conto della necessità della socializzazione dei
risultati. 12
3.6. Percorsi interdisciplinari: tradizioni popolari, epica, storia nelle
arti figurative, nella musica, nel cinema.
Nel corso dell’Ottocento e del Novecento il tema delle tradizioni
popolari, della storia nazionale, della esaltazione delle antiche comunità
ha offerto molti spunti alla pittura, alla musica, al cinema.
La pittura russa, e poi sovietica, ha prodotto opere di indubbio
fascino aventi come temi le tradizioni popolari e l’ambiente naturale della
patria russa; tutti i movimenti pittorici hanno valorizzato questi temi: dal
Realismo, all’Impressionismo, al Simbolismo, al Neo-primitivismo, che
nei suoi manifesti programmatici rivendica la riscoperta etnica della propria identità nazionale, non solo russa, ma georgiana, armena, ebraica;
infatti artisti come Chagall e Lisickij traggono ispirazione dai materiali
raccolti dalla Società Storica ed Etnografica Ebraica di San Pietroburgo
tra il 1911 e il 1914; quasi contemporaneamente si riscopre il grande
valore storico e artistico della pittura delle icòne, ad opera di mecenati e
collezionisti, o di critici e pittori come Igor Grabar e Nikolaj Punim.
Le opere di Vasil’ev, Levitan, Surikov, Repin, Nestorov, Serov,
Grabar, Rozenberg, Rerich, Kustodiev e Chagall, per citare i pittori più
importanti, hanno contribuito in modo determinante a creare, e non
solo in Russia, l’immaginario visivo collettivo dei caratteri distintivi di
un popolo e della sua terra, così come le icone ce ne rappresentano la
religiosità.
Poiché, infine, le avanguardie sovietiche ebbero tanta influenza
sull’arte europea nel corso del Novecento, un esame, anche se sommario, della loro produzione, consentirà allo studente di costruirsi percorsi
26
PERCORSI TEMATICI E APPROFONDIMENTI
tematici, non solo interdisciplinari, ma anche di più ampio respiro temporale. 13
La musica ha avuto un ruolo fondamentale nella cultura russa e
sovietica, tanto nell’approfondimento, quanto nella diffusione dei temi
finora presi in esame.
Lo scontro tra musicisti occidentalisti, il cui massimo rappresenˇ
tante fu P.J. Ciaikovskij,
e slavofili fu piuttosto radicale, con esiti particolarmente felici per la produzione degli slavofili.
“Figlio del Romanticismo, l’impulso che spinge la musica dotta a
trarre ispirazione, sia contenutistica sia formale, dal canto e dalla danza
popolare dà origine alle scuole nazionali: nella millenaria civiltà musicale europea c’è l’irruzione di forze primitive, vergini e fresche finché si
vuole, ma rozze in sostanza e barbariche, legate assai più alle forze materiali della terra, della razza e del suolo” ebbe ad affermare lo storico della
musica Massimo Mila.
M. Glinka, M. Mussorgskij, M. Rimskij Korsakov, A. Borodin,
E. Balakirev, fecero parte del Gruppo dei Cinque, convinti slavofili, che
indagò il vastissimo patrimonio del canto popolare russo. Disse Rimskij
Korsakov: “Il popolo compone, noi ci contentiamo di elaborare.”
Citiamo ancora un passo di Massimo Mila, da “Breve storia della
Musica”, Torino, Einaudi, 1963, pag. 331:
Questo canto popolare russo era un patrimonio inestimabile, nel quale trovavano sfogo le pene di quell’immensa nazione contadina, spietatamente oppressa al più
basso grado di livello culturale, superstiziosa e religiosa, devota a Dio e allo zar, penetrata dal senso della propria miseria di vita bestiale. Nel canto essa esalava i suoi sospiri,
diceva la sua ingenua fede, sfrenava i brevi impeti di selvaggia baldoria, osservava la vita
della natura nella alterna vicenda delle stagioni attraverso la pianura sterminata. È un
canto fondamentalmente triste e penoso, anche se ama accostare violentemente la riflessione sognante e l’eccitamento vertiginoso della danza, in un’alternativa d’esaltazione e
di depressione. L’individuo vi ha poco rilievo: sono esperienze collettive d’amaro dolore
ch’esso esprime, una rassegnata stanchezza trasmessa da generazioni che hanno disimparato a sperare, che nella loro miseria non hanno altro sollievo che un raggio di sole, un
fuoco acceso, il fiasco di vodka, non hanno altro sorriso che i fiori di ogni primavera. È
spesso un canto a botta e risposta, a echi (come quello celebre dei barcaioli della Volga),
fatto di richiami lanciati attraverso le piane immense, lungo i grandi fiumi. La liturgia
27
GUIDA PER L'INSEGNANTE
ortodossa vi ha conservato il senso delle antiche modalità bizantine e la sua armonia
suona strana, naturalmente originale, ad orecchie moderne e occidentali. Si sale
all’ottava per un tono intiero, come nel minore eolico: si scende alla tonica per un semitono, come nel minore frigio, la sensibile sale alla quinta del tono, come nel modo lidio:
le cadenze con cui il canto si avvia alla conclusione sono sempre inedite e saporose. Non
solo, ma nella pratica vocale del contadino russo entra certamente l’intervallo del quarto
di tono. Anche i ritmi sono assai inconsueti. Le melodie, generalmente brevi, cominciano con lentezza e vengono ostinatamente ripetute, sempre più in fretta, fino a creare
uno stato di ossessionante vertigine.
Quali sono le opere in cui si possono ritrovare alcuni dei temi rielaborati anche da Gogol’ in Taras Bul’ba?
Suggeriamo l’ascolto di:
- la suite del balletto Il principe Igor e lo schizzo sinfonico Nelle steppe
dell’Asia Centrale di A. Borodin
- il poema I quadri di una esposizione di M. Mussorgskij
ˇ
- l’ouverture “1812” e l’opera Eugenio Oneghin di P.J. Ciaikovskij.
Infine si suggerisce l’ascolto di alcune opere di Igor Stravinskij,
che nel Novecento rielaborò i temi della musica popolare, inventando
un linguaggio musicale del tutto originale e rivoluzionario.
Si tratta della suite dal balletto La Sacre du Printemps, della suite
dal balletto L’Oiseau de feu e della suite dal balletto Petruˇska. 14
Nel Novecento un compositore, S. Prokofiiev, ed un regista, S.M.
Ejzenˇstejn, hanno rivisitato, così come fece Gogol’, un episodio della
storia russa, e il prodotto di questa rivisitazione fu il film “Aleksandr
Nevsky”, del 1938, prima opera sonora del grande regista russo.
In quegli anni il cinema era considerato in Russia, o meglio in
Unione Sovietica, un mezzo altamente sperimentale, capace cioè di
offrire ampie possibilità alla innovazione creativa. I maggiori compositoˇ
ri dell’epoca, tra cui Prokofiev e D. Sostakoviˇ
c, consideravano la colonna
sonora come parte integrante della “unità artistica” del film. La musica
per il cinema è oggetto di studio e di ricerca da parte dei maggiori esponenti della cultura musicale, non è un genere di consumo, o un supporto secondario allo sviluppo della narrazione cinematografica.
Nell’Aleksandr Nevsky si raggiungono notevoli risultati artistici
attraverso le ricostruzioni visive epiche di scene della storia russa, attraverso immagini cupe, di straordinaria intensità emotiva, di notevole
28
PERCORSI TEMATICI E APPROFONDIMENTI
drammaticità strutturale, anche attraverso l’uso del montaggio, e per
effetto della partitura musicale di Prokofiev.
Prima di esaminare meglio nella sua struttura formale il film, vorremmo ancora citare la pubblicazione in italiano del testo di Ejzenˇstejn
Stili di regia. Narrazione e messa in scena: Leskov, Dumas, Zola,
Dostoevskij, Gogol’, a cura di P. Montani e A. Cioni, Padova, Marsilio,
1993.
A proposito di Gogol’ il regista russo parla di “scrittura melodica”, sottolinea la sua capacità di caratterizzare i personaggi attraverso i
particolari, la capacità di echeggiarsi a vicenda di personaggi e ambiente,
ora in modo contrappuntistico, ora in modo lirico.
La lettura integrale del testo proposto si rivela quindi estremamente interessante per un’ulteriore lettura del Taras Bul’ba, sottoposto
ad un punto di vista ancora diverso, attualissimo e di grande presa sui
giovani lettori, cioè dal punto di vista dell’autore di cinema.
La storia di Aleksandr Nevsky era, per Prokofiev e Ejzenˇstejn, uno
degli episodi più gloriosi nella storia del popolo russo, e si basa sulla
figura del Granduca Alessandro, Principe di Novgord, vissuto tra il
1220 e il 1263, detto Nevsky in seguito alla vittoria riportata su un esercito invasore svedese sulle rive del fiume Neva.
Il tema specifico del film è la vittoria del Nevsky sui Cavalieri
invasori dell’Ordine Teutonico in una battaglia durata un intero giorno
e combattuta da un “esercito popolare” sulle acque gelate del lago Chud,
vicino a Pskov, a sud dell’attuale San Pietroburgo, già Leningrado.
La partitura musicale di Prokofiev sottolinea marcatamente, con
due leit-motiv, le orde dei tedeschi invasori, e le forze russe, espresse da
melodie con evocazioni popolari, fortemente connotate liricamente.
Il film ebbe un enorme successo fin dalla prima rappresentazione,
avvenuta il 1° dicembre 1938. Dalla partitura musicale si ricavò una
cantata drammatica che ebbe anch’essa grandissimo successo. Nel 1939
il maestro W. Stokovsky (il direttore di Fantasia di W. Disney) la
divulgò in America con grandissimo successo.
Per i suoi temi di invasione tedesca e di vittoria finale russa, la
cantata drammatica fu comprensibilmente accolta da molti come
un’opera di descrizione storica contemporanea piuttosto che del passato.
L’invasione dell’esercito di Hitler della Russia nel giugno del
1941, la presa di Kiev e il blocco di Leningrado, durante il quale quasi
29
GUIDA PER L'INSEGNANTE
un milione di persone sarebbero morte di privazioni e di fame nel periodo compreso tra il settembre 1941 e il febbraio 1943, costituivano in
effetti una situazione la cui essenza era così direttamente paragonabile a
quella battaglia duecentesca fra Nevsky e i Teutoni, che in brevissimo
tempo sia il film che la cantata sembrarono guadagnare una nuova
dimensione come documenti strani e paradossali di storia, di profezia,
di notizie dal fronte.
Per il popolo russo il messaggio patriottico ed emozionale della
musica di Prokofiev era inequivocabile. Il suo eroismo e la sua speranza
divennero quindi in breve tempo un punto di raccolta altrettanto significativo, dal punto di vista simbolico e spirituale, quanto lo sarebbe
stato poi il contenuto della Settima Sinfonia di D. Sciostakoviˇc, detta di
Leningrado, che eseguita in America da Arturo Toscanini, divenne in
tutto il mondo libero il simbolo della lotta contro l’oppressione nazifascista.
Anche in quest’opera i temi popolari, variamente rielaborati,
sono presenti, e la sua forte carica emotiva e passionale la caratterizza
inequivocabilmente come “russa”.
La cantata A Nevsky si apre con un quadro orchestrale lento che
rappresenta la desolazione portata in Russia dall’invasione di popoli
nomadi. Il secondo movimento glorifica la vittoria di Nevsky sugli svedesi. Il terzo movimento, i crociati in Pskov, rappresenta la brutalità e la
disumanità dei Cavalieri Teutonici, utilizzando un testo ecclesiastico
(Peregrinus expectavi ...)
Prokofiev, compì estese ricerche per scoprire un autentico canto
dei Cavalieri Teutonici, e compose questo tema che dovrebbe incorporare “lo spirito della musica antica”.
Il quarto movimento è una chiamata alle armi di inflessione
popolare: fortemente lirico è il distico: “Na Rusi rodnoi, na Rusi bol’shoi
nye buvat’vragu: Podnimaisa, vstan’, mat’ rodnaya Rus’!”
(Nella nostra grande nativa Russia non vivrà nemico: lèvati in
armi, lèvati, nativa madre Russia).
Il quinto movimento rappresenta una sequenza episodica di eventi: una nebbiosa alba invernale, l’avvicinarsi dei cavalieri, la battaglia, la
vittoria nel pomeriggio.
Il sesto movimento è il lamento di una ragazza che cerca il suo
amante perduto e piange i morti.
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PERCORSI TEMATICI E APPROFONDIMENTI
Il settimo e ultimo movimento, che richiama il secondo, è un
trionfale inno di vittoria intonato sullo sfondo del clamore e del tumulto delle campane che suonano a distesa.
L’analisi della struttura narrativa e tematica dell’Aleksandr Nevsky
consentirà di individuare i temi e le modalità espressive ritenute autenticamente russe e popolari da Gogol’, come da molti dei suoi successori,
anche in altri ambiti di produzione artistica.
1. H.R. Jauss, Il testo del passato nel dialogo col presente, Bologna, Il Mulino, 1987.
2. R. Escarpit, Il letterario e il sociale, Napoli, Guida, 1970.
3. N. Frye, Mito, metafora, simbolo, in Anatomia della critica, Torino, Einaudi,
1969.
4. V. Propp, Morfologia della fiaba, Torino, Einaudi, 1966, pag. 27.
5. M. Bachtin, Epos e romanzo, in G. Lukács, M. Bachtin, Problemi di teoria del
romanzo, Torino, Einaudi, 1979, pag.191-192
6. IDEM, pag. 202.
7. Per approfondire ulteriormente la riflessione su questo argomento, si consiglia la
lettura di:
G. Lukács, Il romanzo storico, Torino, Einaudi, 1973.
G. Lukács, M. Bachtin, Problemi di teoria del romanzo, Torino, Einaudi, 1979.
M. Bachtin, Estetica e romanzo, Torino, Einaudi, 1979.
L. Lattarulo, Il romanzo storico, Roma, Editori Riuniti, 1979.
C. Segre, Genere, in Enciclopedia, vol. 6, Torino, Einaudi, 1981.
AA.VV., L’analisi del racconto, Milano, Bompiani, 1977.
Si rimanda inoltre alla Bibliografia generale sull’Autore contenuta nell’Introduzione, in particolare:
E. Lo Gatto, I protagonisti della letteratura russa dal XVIII al XX secolo, Milano,
Bompiani, 1958.
AA.VV., Storia della Letteratura Russa, Torino, Einaudi, 1989.
8. J. Gil, Nazione, in Enciclopedia, vol. 9, Torino, Einaudi, 1980.
9. Per approfondimenti si potranno consultare i seguenti testi:
V. Gitermann, Storia della Russia, Firenze, La Nuova Italia, 1969.
AA.VV., La Russia, in Storia Universale Feltrinelli, vol. XXXI, 1973.
Il testo fondamentale per l’analisi dell’intelligentija e del movimento rivoluzionario
della Russia dell’Ottocento è di F. Venturi, Il populismo russo, Torino, Einaudi,
1972.
Infine un servizio apparso sul n°39, del 13.10.1992 di “Avvenimenti”, col Titolo
Caucaso: se esplode la polveriera del mondo, presenta un quadro aggiornato sulla
realtà dei conflitti interetnici nell’ex Unione Sovietica.
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GUIDA PER L'INSEGNANTE
10. Oltre alla lettura del Cantare delle gesta di Igor, a cura di R. Poggioli, Torino,
Einaudi, 1954, e della voce “IGOR” nell’Enciclopedia Italiana Treccani, sarà utile
la consultazione di G. Bibby, Le navi dei vichinghi, Torino, Einaudi, 1969 e di A.
Lugli, I cavalieri della steppa, Milano, A. Mondadori, 1971.
11. P. Ortoleva, M. Revelli, Storia dell’Età Contemporanea, Milano, Bruno
Mondadori Editore, 1988, pag. 278-279.
Per approfondire la conoscenza dell’argomento si consiglia la lettura di:
R.G. Salvadori, Ebrei, israeliti, israeliani ... antiebraismo, antisemitismo, antisionismo, in “Insegnare”, n°10, ottobre 1990.
ID. L’antisemitismo inconsapevole, in “Insegnare”, n°11/12, nov./dic. 1990.
L. Poliakov, Storia dell’antisemitismo, Firenze, La Nuova Italia, 1965.
ID., Il nazismo e lo sterminio degli ebrei, Torino, Einaudi, 1955.
G.L. Mosse, La nazionalizzazione delle masse, Bologna, Il Mulino, 1975.
J. Amécy, Intellettuale ad Auschwitz, Torino, Bollati Boringhieri, 1990.
Sul tema generale del razzismo si consiglia la facile lettura di:
R. Balbi, All’armi siam razzisti, Milano, A. Mondadori, 1990.
Utili spunti di riflessione si possono ricavare da testi letterari quali:
G. De Benedetti, 16 ottobre 1943, Palermo, Sellerio, 1993
P. Levi, Se questo è un uomo, Torino, Einaudi, 1962
ID., La tregua, Torino, Einaudi, 1963.
ID., I sommersi e i salvati, Torino, Einaudi, 1986.
F. Uhlman, L’amico ritrovato, Milano, Feltrinelli, 1986.
ID., Storia di un uomo, Milano, Feltrinelli, 1987.
ID., Niente resurrezioni, per favore, Milano, Feltrinelli, 1988.
Un rilievo particolare può assumere all’interno di questa bibliografia l’opera di C.
Lanzmann Shoah, Milano, Garzanti, 1987, che raccoglie il testo integrale della sceneggiatura dell’omonimo film, girato dall’autore in Polonia, alla ricerca dei luoghi e
delle testimonianze dello sterminio nazista.
Si suggerisce infine la consultazione, anche per la vasta bibliografia in esso contenuta, del volume di A. Bravo e D. Jalla, La vita offesa, Milano, F. Angeli, 1988, che
raccoglie le testimonianze degli ex-internati piemontesi nei Lager nazisti.
12. Si rimanda, per i riferimenti bibliografici, alla bibliografia generale e al primo
approfondimento tematico.
13. Per una prima riflessione sull’argomento si consiglia la consultazione del volume Arte russa e sovietica a cura di G. Caradente, Milano, Fabbri Editori, 1989, cui
si rimanda per ulteriori ragguagli bibliografici.
14. Per riflettere sull’importanza della musica di Stravinskij nella cultura moderna e
contemporanea, si rimanda al saggio di Massimo Mila Compagno Stravinskij,
Torino, Einaudi, 1982.
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