PARMA, 25 marzo 2014 DSA E BES: NORMATIVA E DIDATTICA PER TUTTI! Rossi Viviana Dirigente scolastico /formatrice AID • • • • Presentazione video Panoramica sui DSA Diversi stili di apprendimento La didattica per gli studenti con DSA/BES: una didattica inclusiva per tutta la classe (strategie inclusive, mediatori didattici, tecniche di studio, valutazione…) D = S = A = Disturbi Specifici dell’ Apprendimento 3 Ma per molti anni nella scuola l’alunno con DSA era considerato un alunno D = Distratto S = Svogliato A = Asino Perché questo è ciò che a volte appare 4 Suo figlio è intelligente ma solo quando vuole, potrebbe fare di più e meglio !! NON SI APPLICA !! 5 PARLANO I RAGAZZI: Noi abbiamo problemi a … • scrivere e leggere • studiare tutte le materie • memorizzare le poesie e i nomi dei personaggi, i nomi geografici e le date storiche… • imparare l’analisi logica e grammaticale • sopportare i compagni che ci “prendono in giro” perché non sappiamo fare cose che per loro sono facili • fare le verifiche ed essere interrogati • sopportare le prof. che ci sgridano perché “dobbiamo dare di più”. SFRUTTIAMO LA LORO CONSAPEVOLEZZA … I soggetti con DSA accumulano almeno un anno di ritardo nel corso di studi prima del termine della scuola media inferiore. È altissima la correlazione tra la dispersione scolastica e l’incidenza di DSA. (Biancardi e Stella; 1992) Qual è l’entità del fenomeno DSA in Italia? INCIDENZA PERCENTUALE (fascia 4-21 anni) TIPO DI DIFFICOLTÀ MASCHI FEMMINE BASSO RENDIMENTO SCOLASTICO 13 7 DSA 4,5 3,5 DISTURBI DEL LINGUAGGIO 1,5 1 5 1,25 RITARDO MENTALE 1 1 DISTURBI DI PERSONALITÀ 1 1 DISABILITÀ PLURIME 0,15 0,15 SORDITÀ E IPOACUSIA 0,1 0,1 DDAI (DIST. ATTENZ. E IPERATT.) Oggi avere difficoltà nella lettura, scrittura e calcolo costituisce una barriera importante. Non solo rende lo studio più difficile, ma può influire sul comportamento e sull’autostima. Avere un DSA impedisce l’utilizzo, in maniera automatica e strumentale, delle capacità di lettura, di scrittura e di calcolo e può costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. UN RAGAZZO CON DSA IN CLASSE: preoccupazione senso di impotenza bisogno di informazioni …ma anche una SFIDA L’ alunno con DSA utilizza un diverso modo di imparare che richiede: la conoscenza dei DSA da parte dei docenti un’organizzazione scolastica flessibile una METODOLOGIA DIDATTICA personalizzata CONOSCERE COME FUNZIONANO I SUOI PROCESSI MENTALI Avere un DSA comporta un “DIVERSO STILE DI APPRENDIMENTO”, un APPRENDIMENTO MULTISENSORIALE, che avviene principalmente attraverso CANALI NON VERBALI (visivo, uditivo,cinestesico,…) e del quale lo studente deve aver piena consapevolezza. Solo così potrà servirsi di tutte le strategie che possono facilitare il suo percorso scolastico. “Ci sono tonnellate di documenti prodotti dalla ricerca che dicono che la dislessia non è una malattia, ma l’espressione di una piccola differenza di alcune aree del cervello che non impedisce di imparare, ma lo rende molto più faticoso. E in questa società che vuole tutto e subito questa fatica e lentezza non viene tollerata” (G.Stella) • in presenza di capacità cognitive adeguate, • in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, … 16 Nell’insieme della classe… Problemi relazionali Deficit neurologico Problemi familiari Deficit cognitivo Danni cerebrali acquisiti Deficit visivo Deficit uditivo No adeguate opportunità sociali [email protected],[email protected], [email protected] Deficit uditivo Problemi relazionali Deficit neurologico Problemi familiari Deficit visivo Deficit cognitivo Danni cerebrali acquisiti Non adeguate opportunità 18 sociali DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DSA Deficit di linguaggio Deficit della abilità non verbali Deficit della coordinazione motoria Deficit di attenzione ADHD (Iperattività) FIL (Funzionamento Intellettivo Limite) 19 Disabilità ( L. 104) Disturbi evolutivi specifici Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale 20 Tutti questi ragazzi hanno bisogno di strumenti di aiuto semplici ed efficaci, di metodi didattici adeguati a renderli consapevoli dei propri punti di debolezza e a sviluppare le proprie potenzialità MA COME IMPARANO TUTTI I NOSTRI STUDENTI? Da uno studio di Grenci“ Le aquile sono nate per volare” ESPERIENZA DIRETTA (FARE) 90% PARLARE E SCRIVERE 70% ASCOLTARE E VEDERE (INSIEME) 50% VISTA 30% UDITO 20% LETTURA 10% Se mi coinvolgi, capisco! COME POSSIAMO FARE? DOBBIAMO CAMBIARE OTTICA E … … RIPENSARE LA DIDATTICA La recente normativa sui DSA (e le raccomandazioni per la pratica clinica rese disponibili grazie alle linee guida della Consensus Conference) sono importanti traguardi da cui ripartire per impostare attività didattiche funzionali a far raggiungere il successo formativo a tutti gli studenti … nessuno escluso! DIFFERENZIARE L’INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO «Differenziare l’insegnamento/apprendimento significa essenzialmente organizzare in modi differenti il lavoro in classe (articolazione di tempi e spazi, raggruppamenti, definizione di nuclei tematici disciplinari). Tali approcci favoriscono la realizzazione di una didattica personalizzata ed inclusiva che prevede un’accettazione positiva di tutti gli allievi e che li mette al centro del processo di insegnamento/apprendimentovalutazione, sollecitando e valorizzando le potenzialità che ciascuno possiede in un contesto collettivo.» (Nota prot. n. 3709 - Torino, 19 aprile 2013) Tutto il team/consiglio di classe deve farsi carico di questa DIFFERENZIAZIONE della DIDATTICA di questa PROGETTUALITA’ COMPLESSA Tutti devono rivisitare la propria didattica alla luce dei nuovi contesti sociali e scolastici Tutti devono progettare un approccio didattico unico (ma non uniforme) valido per tutta la classe Gli insegnanti non devono variare tante didattiche quanti sono gli allievi con BES , ma devono sperimentare un nuovo modello didattico inclusivo, adeguato alla complessità della classe che contempli differenti modalità e strumenti per tutti. DIRETTIVA PROFUMO ATTENZIONE! Non più PROGRAMMI, ma INDICAZIONI! La programmazione didattica dei docenti è finalizzata al raggiungimento di competenze di base; negli ultimi anni, lo spostamento dai Programmi ministeriali alle Indicazioni nazionali ha evidenziato il ruolo fondamentale dell’autonomia scolastica e della didattica e il compito della scuola nel rendersi garante del conseguimento di obiettivi/traguardi vincolanti. Il nuovo sistema indica i saperi essenziali (conoscenze e abilità) per il loro conseguimento, lasciando alle singole istituzioni scolastiche la libertà di scegliere le soluzioni didattiche migliori e più favorevoli allo scopo.» «L’attenzione ai processi e alle strategie dell’individualizzazione e della personalizzazione, caratterizzanti un modello didattico “rinnovato”, fondato sul principio delle differenze di tutti, pare dunque costituire un valido aiuto per orientare le pratiche didattiche verso la realizzazione della mission degli insegnanti. Il principio della PERSONALIZZAZIONE ha come finalità il raggiungimento del successo scolastico e formativo di ciascun alunno e quindi la riduzione della dispersione scolastica e l’accesso al lavoro e alla cittadinanza.» (Nota prot. n. 3709 - Torino, 19/04/2013) SARÒ UN BES? Ma cosa sono i BES? Dalla Direttiva Profumo del 27 dicembre 2012 «… ogni alunno, in continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.» BES…? Secondo l’OCSE gli alunni con BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI sono: • DISABILI (ex L.104/92) • alunni con DIFFICOLTA’ (emotive, comportamentali, di apprendimento – DSA-, ecc.) • alunni con SVANTAGGIO (culturale, socioeconomico, sociolinguistico, ecc.) BES I nel quotidiano lavoro d’aula Occorre riconcettualizzare i BES (anche alla luce delle teorie sui processi di insegnamento/apprendimento) Occorre pensare alla classe come a un tutt’uno (sistema classe) in cui sono presenti elementi di uguaglianza e di diversità Ciò inevitabilmente implica dei CAMBIAMENTI sul piano dell’organizzazione scolastica e didattica E’ indispensabile adottare FORME DI FLESSIBILITÀ Nell’ ORGANIZZAZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA • • • • • • gestione della classe assegnazione dei compiti utilizzo di strumenti tecnologici e no criteri e forme di valutazione attenzione alle esigenze dei singoli individualizzazione/personalizzazione Tutto scritto nel POF nel PDP nel PAI per tutti gli studenti con BES DAL POF … al PAI attraverso il GLI … per una DIDATTICA INCLUSIVA INCLUSIONE DIRITTO ALLO STUDIO DI TUTTI attraverso una didattica che tenga conto di alcuni principi …. e non solo perché ce lo dice la legge, ma perché altrimenti perdiamo i nostri alunni e la scuola ne esce sconfitta! Secondo la C.M. n 8 del 6/03/13 “ Le varie tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi, ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali, ovvero di ben fondate considerazione pedagogiche e didattiche». A rilevare le criticità presenti in ciascuna classe sarà, oltre al Consiglio di classe/team docenti, il GLI (Gruppo di lavoro per l’inclusione), che rileverà anche i BES presenti in tutta la scuola ed elaborerà un Piano Annuale per l’inclusione , in modo da “accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi (…) e fare il punto sull’efficacia degli strumenti messi in atto nell’anno scolastico.” Il GLH di istituto diventa Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) E’ composto dal DS, dalla Funzione strumentale e/o referente DSA, da docenti sostegno, da rappresentanti dell’ AEC (Assistenza Educativa Culturale), assistenti alla comunicazione, docenti curriculari, coordinatori, genitori, esperti sanitari, esterni convenzionati. Compiti del GLI e della scuola • Rilevazione dei BES presenti nella scuola • Documentazione degli interventi didattico-educativi già attuati positivamente, che diventano le buone prassi della Scuola. • Focus/confronto su casi, consulenza e supporto ai colleghi su strategie/metodologie di gestione delle classi • Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività dell’istituzione scolastica • Elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) • Approvazione del Piano da parte del Collegio Docenti • Adattamento del Piano alle nuove situazioni • Assegnazione definitiva risorse funzionali INSOMMA: la normativa vuole garantire gli stessi diritti a tutti gli studenti con BES “Un approccio educativo, non meramente clinico (…) dovrebbe dar modo di individuare strategie e metodologie di intervento …, nella prospettiva di una scuola sempre più inclusiva e accogliente, senza bisogno di ulteriori precisazioni di carattere normativo. Al riguardo, la legge 53/2003 e la legge 170/2010 costituiscono norme primarie di riferimento cui ispirarsi per le iniziative da intraprendere con questi casi.” Nella DIRETTIVA PROFUMO viene riconosciuta la … « … necessità di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per tutti gli allievi che manifestano necessità speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), individuale o anche riferito a tutti gli studenti con BES della classe, ma articolato … e di una progettualità complessa, da parte di tutti i docenti (curriculari e di sostegno), da articolare attorno ai processi di INDIVIDUALIZZAZIONE e di PERSONALIZZAZIONE.» ATTENZIONE La scuola può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza; pertanto la rilevazione di una mera difficoltà di apprendimento non dovrebbe indurre all’attivazione di un percorso specifico con la conseguente compilazione di un Piano Didattico Personalizzato. Nota del MIUR n. 2563 del 22 novembre 2013 COSA È RICHIESTO ALLA SCUOLA? NON SOLO RICONOSCERE … ed ACCOGLIERE le "diversità“ ma … VALUTARE IN MODO DIVERSO ! COMPITO DELLA SCUOLA non è solo insegnare come leggere e scrivere ma TRASFORMARLE LE DIVERSITÀ IN RISORSE SOSTENERE I TALENTI DI OGNI RAGAZZO … EVITANDO DI FAR SENTIRE INFERIORE AGLI ALTRI CHI HA PARTICOLARI DISTURBI DI APPRENDIMENTO. 48 Nella scuola il 30-60% della giornata scolastica è impegnata in compiti di scrittura COSA SIGNIFICA ESSERE DISLESSICI? “Nessuno potrà mai capire cosa significhi essere dislessici nel mondo della scuola. Nessuno potrà mai capire, dal di fuori, cosa si provi a sentirsi umiliati per tutta la propria infanzia e sentirsi ripetere giorno dopo giorno che non sarete mai capaci di avere successo in niente”. Lo racconta Jackie Stewart, vincitore per ventisette volte del Grand Prix , incoronato Sir dal Principe Carlo. È dislessico! DI SOLITO L’ALUNNO CON DSA … • E’ lento in tutte le prime fasi degli apprendimenti (lettura, scrittura e calcolo) • Scarseggia nei progressi scolastici • Non riesce a ricordare ed eseguire istruzioni lunghe • Non riesce ad immagazzinare informazioni nel caso di dettati e copiature dalla lavagna • Perde spesso il segno e commette errori causati da dimenticanze di parti di parole o di parole intere. • Stenta ad imparare le lingue straniere. Fatica a elaborare e immagazzinare informazioni simultaneamente (per esempio il calcolo mentale). Non sempre riesce a recuperare e utilizzare informazioni. Fatica nella risoluzione di problemi, nella comprensione del testo, nell’esposizione orale. INOLTRE QUESTI RAGAZZI POSSONO ESSERE TIMIDI OPPURE OPPOSITIVI QUANDO SONO IN GRUPPO. 52 DSA : DISTURBO – DISABILITA’ – CARATTERISTICA DISTURBO approccio diagnostico e specialistico necessità di approfondire gli studi scientifici DISABILITÀ approccio sociale richiede riabilitazione e abilitazione si usa per una rivendicazione CARATTERISTICA adatto all’ambiente scolastico evoca condotte di adattamento e flessibilità dei soggetti e del contesto richiede una DIDATTICA INCLUSIVA Il DSA si caratterizza per difficoltà nell’acquisizione del codice scritto: Rapidità LETTURA Correttezza Grafia SCRITTURA Correttezza DSA Mancato funzionamento del modulo numerico CALCOLO Difficoltà nelle procedure esecutive LETTURA Darwin Rivoli 29 gennaio 2013 Dott. B. Testone e V. Rossi 55 Con la crescita e l’esercizio la velocità di lettura tende a crescere anche nei DE, ma la distanza dai buoni lettori resta invariata; mentre l’ accuratezza migliora progressivamente e tende a raggiungere prestazioni nella norma. In riferimento al modello di lettura sono stati identificati due tipi prevalenti: DISLESSIA SUPERFICIALE (deficit via lessicale); DISLESSIA FONOLOGICA (deficit via fonologica) 56 VIA LESSICALE 57 VIA FONOLOGICA Semaforo Sedia Che Nessuno Davvero Amato Prendere E Quando Sapore Brentatore Famolenta Cebrosa Acuzie Blagiotto Aedo Vauda Agiografo Tonengo Bargiglio Monteu da Po Intraducibile Verrua Macroprogrammazione Lauriano Prolusione Cortandone Sardonico Teleriscaldamento Vinilcetilene 58 … lettura e scrittura sono attività “molto” faticose … perché non vengono automatizzate … PROCESSI AUTOMATICI O PROCESSI COGNITIVI? IL RAGAZZO CON UN DSA E’ INTELLIGENTE… ma carente nei PROCESSI “BASSI”, quelli cioè che non ha automatizzato! E questo avviene per qualunque compito del sistema nervoso centrale che riguardi: LINGUAGGIO, CALCOLO, ATTENZIONE, MEMORIA, MOVIMENTO, ECC. COMUNQUE … È SEMPRE più DIFFICILE!!!! Molti insegnanti manifestano forti preoccupazioni nel condurre una classe in modo da rispondere ai bisogni di tutti e di ciascuno. È importante utilizzare modalità di DIDATTICA INCLUSIVA PERCHÉ LA DIDATTICA INCLUSIVA? Instaura un clima accogliente e di sostegno, in cui è più facile raggiungere la consapevolezza delle proprie potenzialità, come stimolo per un apprendimento efficace Tende a riconoscere i bisogni di tutti i ragazzi, non solo quelli con DSA, ma anche quelli con problematiche di tipo relazionale e socio-culturale Prevede l’accoglienza di ogni alunno dal punto di vista socio-affettivo e lo mette al centro del processo formativo come persona. Individua gli stili d’apprendimento di ogni studente e ne potenzia l’efficacia. Sviluppa i punti di forza e le potenzialità di ciascuno attraverso una didattica individualizzata e personalizzata, considerando anche gli aspetti metacognitivi che agiscono sull’apprendimento. Valorizza le proprie risorse in un contesto collettivo. LA DIDATTICA INCLUSIVA PRESUPPONE CHE: L’APPRENDIMENTO SIA FRUTTO DI UN INTERVENTO ATTIVO DEL SOGGETTO SI COSTRUISCA IN CLASSE UNA CORNICE RELAZIONALE STABILE E PROPOSITIVA, ATTENTA AL BENESSERE PSICOFISICO DELL’ALUNNO, X INSEGNARGLI AD AFFRONTARE I PROBLEMI DELLA VITA QUOTIDIANA LA CONOSCENZA SI COSTRUISCA SULLA BASE DELLE CARATTERISTICHE DELLA PROPRIA MENTE LAVORO PER COMPETENZE GRUPPI COOPERATIVI PER LA CONDIVISIONE DEGLI STILI COGNITIVI DOMANDE PER SISTEMATIZZARE CONCETTI NELLA MEMORIA di LAVORO ATTENZIONE ALLA SEQUENZIALITÀ DEGLI ARGOMENTI UTILIZZO MATERIALI MULTIMEDIALI STRATEGIE PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA DISEGNI, GRAFICI E ALTRI MEDIATORI DIDATTICI MAPPE E SCHEMI PER L’ORGANIZZAZIONE LOGICA DEI CONTENUTI DIDATTICA INCLUSIVA La didattica inclusiva mette al centro la persona, sollecita e consente di sviluppare le risorse e le potenzialità che ogni alunno possiede valorizzandole in un contesto collettivo. Prevede un’accoglienza positiva delle persone … Inoltre, le scelte didattiche e i cambiamenti metodologici e di gestione che si devono fare per aiutare un alunno con DSA si rivelano utili a tutti gli allievi, perché rendono più efficace la pratica didattica, più consapevole il metodo di studio, più duraturi e profondi gli apprendimenti (Dal documento congiunto Aid-Giscel) …E LA LEGGE COSA DICE? La sinergia fra didattica individualizzata e personalizzata e • l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, • nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere. che determina per l’alunno e lo studente con DSA, le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. 68 UNA DIDATTICA PER GLI ALUNNI CON DSA “ La sinergia fra DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA determina dunque, per l’alunno e lo studente con DSA, le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. (LINEE GUIDA, pag 6 - 7) “4. UNA DIDATTICA PER GLI ALUNNI CON DSA Gli insegnanti possono “riappropriarsi” di competenze educativo - didattiche anche nell’ambito dei DSA,…… È appena il caso di ricordare che nel profilo professionale del docente sono ricomprese, oltre alle competenze disciplinari, anche competenze psicopedagogiche (Cfr. art. 27 CCNL). Gli strumenti metodologici per interventi di carattere didattico fanno parte, infatti, dello “strumentario” di base che è patrimonio di conoscenza e di abilità di ciascun docente. Tuttavia, è pur vero che la competenza psicopedagogica, in tal caso, deve poter essere aggiornata e approfondita”. (LINEE GUIDA, pag. 9) PERSONALIZZAZIONE La personalizzazione non equivale al lavoro svolto nel rapporto "1 a 1". Si basa, invece, sulla capacità di personalizzare l’apprendimento nel contesto della classe. TRE MODELLI POSSONO TRADURRE CONCRETAMENTE QUESTA IPOTESI: 1. le Intelligenze Multiple (“Come valorizzo il profilo intellettivo personale”). 2. 3. l’Apprendimento Cooperativo (“ Come organizzo la classe”) la Differenziazione didattica (“Come differenzio mantenendo obiettivi comuni”) M.Gentile DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA • È calibrata sul singolo studente • Si pone obiettivi comuni per tutti il gruppo classe, ma è concepita adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei ragazzi DIDATTICA PERSONALIZZATA Oltre ai presupposti della didattica individualizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente. NON ESISTE UNA DIDATTICA DELLA PERSONALIZZAZIONE ma sono certamente di aiuto una DIDATTICA LABORATORIALE o L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO perché così si valorizzano le INTELLIGENZE MULTIPLE (Gardner) e la DIFFERENZIAZIONE DIDATTICA (Gentile) QUAL È LA RICETTA? NON C’È ALCUNA RICETTA … SE VOLETE AIUTARE VERAMENTE UN BAMBINO CON DSA/BES , DOVETE ESSERE PIÙ FLESSIBILI E STUDIARE UN CAMBIAMENTO NELLA DIDATTICA … PER TUTTA LA CLASSE DIFFERENZIARE I CONTESTI DI APPRENDIMENTO Apprendimento individuale Apprendimento collettivo Apprendimento di gruppo Apprendimento connettivo OCCORRE CAMBIARE IL PUNTO DI VISTA OBIETTIVO Non deve essere quello di “guarire” il bambino (dato che non è ammalato), ma di aiutarlo: predisponendo una modalità di apprendimento più duttile, adatta ai SUO STILE DI APPRENDIMENTO.! MA SOPRATTUTTO RICORDATE CHE, secondo le ultime scoperte delle neuro-scienze, le relazioni interpersonali plasmano la mente e influiscono sul corpo. Il cervello è, per sua natura, socievole e le emozioni sono contagiose come un virus!!! UNA SCUOLA A MISURA DI BAMBINO “Un giorno, osservando dalla finestra della mia aula, giù in cortile, i ragazzi che vivevano liberi, felici, feci un confronto con loro stessi, qui nei banchi in cui erano obbedienti, rassegnati, senza idee, mentre laggiù erano vivi e ricchi di fantasia. Da quel giorno io dissi basta a un vecchio tipo di scuola, la scuola autoritaria dove io comandavo e loro obbedivano, per incominciare un nuovo tipo di scuola in cui, liberando i ragazzi liberavo anche me, davo un senso alla mia vita, cessavo di farne, in un certo senso, dei piccoli schiavi … Ecco, mi pare che tutto sia nato in quel giorno che guardai dalla finestra quei bambini liberi di giocare“. (M. LODI, IL PAESE SBAGLIATO) Occorre PUNTARE sulla INDIVIDUALIZZAZIONE e sulla PERSONALIZZAZIONE, anche per chi rientra nell’eccellenza. Occorre che i docenti trovino insieme le strategie per evitare che i vari strumenti compensativi dati al ragazzo non diventino marcatori di disabilità. Es NON FAR USCIRE LO STUDENTE DALLA CLASSE PER USARE IL PC. Il computer deve essere in classe (portatile), oppure tutta la classe deve avere delle ore in aula di informatica: COMPUTER SI MA PER TUTTI, anche con il correttore ortografico. Se funziona per i dislessici, perché non farlo usare agli stranieri? OSSERVAZIONE “2.2 OSSERVAZIONE DEGLI STILI DI APPRENDIMENTO. Gli individui apprendono in maniera diversa uno dall’altro secondo le modalità e le strategie con cui ciascuno elabora le informazioni. Un insegnamento che tenga conto dello stile di apprendimento dello studente facilita il raggiungimento degli obiettivi educativi e didattici. Ciò è significativo per l’argomento in questione, in quanto se la costruzione dell’attività didattica, sulla base di un determinato stile di apprendimento, favorisce in generale tutti gli alunni, nel caso invece di un alunno con DSA, fare riferimento nella prassi formativa agli stili di apprendimento e alle diverse strategie che lo caratterizzano, diventa un elemento essenziale e dirimente per il suo successo scolastico. “(LINEE GUIDA, pag 6) STILE DI APPRENDIMENTO = STILI COGNITIVI + ASPETTI SOCIO-AFFETTIVI E’ molto importante scoprire lo stile di apprendimento personale e, per migliorarlo e potenziarlo, è bene ricordare che esso non è costituito solo dagli stili cognitivi, cioè l’insieme dei modi preferenziali di elaborare le informazioni, ma comprende anche gli aspetti socio-affettivi, ossia quegli aspetti della personalità di base che maggiormente influenzano l’apprendimento. 80 GLI STILI COGNITIVI … sono normalmente accoppiati, come due polarità della stessa dimensione, sono 5 + 1: verbale/visuale, sistematico/intuitivo, analitico/ globale, riflessivo/impulsivo, autonomo/conforme Cornoldi De Beni ECCO PERCHÉ SERVONO DOCENTI CHE SAPPIANO OSSERVARE… LINEE GUIDA, PAG. 10 4.1 SCUOLA DELL’INFANZIA “È importante identificare precocemente le possibili difficoltà di apprendimento e riconoscere i segnali di rischio già nella scuola dell’infanzia. Il bambino che confonde suoni, non completa le frasi, utilizza parole non adeguate … omette suoni o parti di parole, sostituisce suoni, lettere ( p/b …) va supportato con attività personalizzate all’interno del gruppo. Il bambino che mostra, a cinque anni, queste difficoltà, può essere goffo, avere poca abilità nella manualità fine, a riconoscere la destra e la sinistra o avere difficoltà in compiti di memoria a breve termine, ad imparare filastrocche, a giocare con le parole. Questi bambini vanno riconosciuti e supportati adeguatamente: molto si può e si deve fare. Solo in una scuola vissuta … si può stabilire un rapporto positivo tra bambino ed adulto che ascolta, accoglie, sostiene e propone. In una scuola dove (c’ è) la collaborazione, la sinergia, la condivisione degli stili educativi tra le insegnanti, tra queste e la famiglia …. In una scuola che vive nell’ottica dell’inclusione, …..” LINEE GUIDA, pag 12 . 13 4.2 SCUOLA PRIMARIA 4.2.1 Disturbo di lettura e di scrittura “All’inizio della scuola primaria la prevenzione delle difficoltà di apprendimento rappresenta uno degli obiettivi più importanti della continuità educativa, che si deve realizzare attraverso uno scambio conoscitivo tra la famiglia, i docenti della scuola dell’infanzia e i docenti della scuola primaria medesima. Solo da una conoscenza approfondita degli alunni, il team docente potrà programmare le attività educative e didattiche, potrà scegliere i metodi e i materiali e stabilire i tempi più adeguati alle esigenze di tutti gli alunni del gruppo classe.” LINEE GUIDA, pag 17 4.3 SCUOLA SECONDARIA DI I E DI II GRADO “La scuola secondaria richiede agli studenti la piena padronanza delle competenze strumentali (lettura, scrittura e calcolo), l’adozione di un efficace metodo di studio e prerequisiti adeguati all’apprendimento di saperi disciplinari sempre più complessi; elementi, questi, che possono mettere in seria difficoltà l’alunno con DSA, inducendolo ad atteggiamenti demotivati e rinunciatari. Tali difficoltà possono essere notevolmente contenute e superate, individuando opportunamente le strategie e gli strumenti compensativi nonché le misure dispensative.” … SIANO IN GRADO di: • capire ed accettare le caratteristiche di questi studenti • rispettare i loro tempi e tener conto dei loro stili di apprendimento • porsi come facilitatori, ricercatori e non come dispensatori di saperi • intervenire quando hanno bisogno di aiuto, riflettendo con loro sulla strada da percorrere, su quali strategie adottare, su quali strumenti utilizzare, … • essere accoglienti, ma al tempo stesso di dare delle regole … SIANO IN GRADO di: • aiutarli a sviluppare autoconsapevolezza, a “costruirsi” un metodo di studio individuale, ad organizzarsi , … • non svalutarli se una verifica è andata male, ma aiutarli a riflettere su cosa si poteva fare in modo differente • favorire le occasioni di conversazione e confronto, aiutandoli a cambiare ottica: da passivi, in difficoltà , ad attivi, capaci di valorizzare le proprie potenzialità • riconoscere che non sono stupidi, pigri, svogliati , … ed aiutarli a realizzarsi e a valorizzare i propri talenti … DI OSSERVARE E DI TENER CONTO DEI punti di forza e di debolezza dello studente •intelligenza •intuito •creatività •alta variabilità (unicità di ogni individuo) • disturbo di linguaggio pregresso • difficoltà nella memoria procedurale e/o di lavoro • difficoltà nella gestione • del tempo • lentezza (difficoltà di elaborazione) • difficoltà di attenzione • difficoltà organizzative Si consigliano, quindi , attività e strategie diversificate che possano rispondere alle esigenze del singolo alunno con DSA, ma che, valorizzando le diverse competenze, possano servire anche per tutti gli altri: • BRAINSTORMING (input anche visivo) • DISCUSSIONE COLLETTIVA E COSTRUZIONE DI MAPPE CONCETTUALI E/O SCHEMI • LEZIONI CON L’AUSILIO DI POWER-POINT , MAPPE CONCETTUALI, REGISTRAZIONI • COOPERATIVE LEARNING • LAVORO IN COPPIA E IN GRUPPO • TUTORAGGIO … PER CHI HA UN DSA • LEGGERE … • SCRIVERE … • CONTARE … NON SONO ABILITÀ AUTOMATICHE CONOSCERE IL DISLESSICO significa … … tenere conto delle difficoltà dello studente, considerandole il frutto di un disturbo preciso, compensabile ma non risolvibile, nei seguenti campi: • AUTOMATISMO • MEMORIA • ATTENZIONE LA MEMORIA Anche la memoria è un sistema complesso → MEMORIA A LUNGO TERMINE SEMANTICA → MEMORIA A LUNGO TERMINE EPISODICA → MEMORIA PROCEDURALE → MEMORIA PROSPETTICA → MEMORIA A BREVE TERMINE o MEMORIA DI LAVORO L’ATTENZIONE L’ATTENZIONE non è una funzione semplice: riguarda tutti i processi di controllo dell’acquisizione delle informazioni, della loro elaborazione e della produzione. Quando l’insegnante dice al suo allievo “Non stai attento!” potrebbe commettere un errore: in quel momento l’allievo potrebbe essere attento a troppe cose contemporaneamente (sta pasticciando la gomma, controllando cosa sta succedendo fuori dalla finestra, sa che cosa sta dicendo il compagno nell’ultima fila e forse riesce anche a seguire quello che voi state spiegando). Il suo problema, in quel momento, dipende dalla sua difficoltà a selezionare le informazioni rilevanti. “L’apprendimento è un processo interattivo in cui le persone imparano l’una dall’altra, e non solo attraverso il narrare e il mostrare; è nella natura delle culture umane formare comunità in cui l’apprendimento è frutto di uno scambio reciproco.” Bruner, 1997 CO-COSTRUZIONE DI SAPERI, che avviene anche quando c’è opposizione e divergenza; la contrapposizione costringe ad argomentare e giustificare il proprio punto di vista. L’ATTIVITÀ COLLABORATIVA è coerente con il modello che vede l’apprendimento come un processo che comporta una modificazione relativamente stabile del modo di pensare, agire, e sentire. Di conseguenza L’ASPETTO AFFETTIVO/RELAZIONALE/EMOTIVO diventa importante quanto quello cognitivo. Le relazioni fra compagni e con gli insegnanti sono fondamentali per suscitare e mantenere la motivazione ad apprendere. IN OGNI CASO RICORDATE CHE: “L'apprendimento è come un attaccapanni: se non si trova il gancio a cui appendere il cappotto, questo cade a terra …” Jerome Bruner 95 … cioè •riflettere sul proprio modo di insegnare (Come procedo nel lavoro didattico? Privilegio un’ impostazione rispetto ad altre?) •operare una lettura critica ed attenta delle proposte dei libri di testo, dei quaderni operativi, delle riviste didattiche •intervenire in modo flessibile e attento alle differenze individuali L’INSEGNANTE deve diventare un MEDIATORE, non un trasmettitore Prendere per mano i propri allievi dal punto dove sono e condurli verso nuove prospettive … • … utilizzando strategie didattiche alternative alla tradizionale attività curriculare, personalizzate e calibrate ai ritmi e stili d'apprendimento degli alunni, • … garantendo loro un'occasione per diventare soggetti attivi della loro formazione e motivati all'apprendimento, • … permettendo a TUTTI di migliorare le proprie competenze. Richiede che lo studente diventi SOGGETTO ATTIVO DELL’APPRENDIMENTO «Lo STUDENTE è impegnato nel porre e cercare risposte a problemi, nel progettare, non solo nel “recepire”. L’INSEGNANTE presta attenzione alle conoscenze e competenze che lo studente ha acquisito anche in modo non formale e informale (“nuovi” linguaggi, competenze digitali) La METODOLOGIA “PREFERITA” è quella del “COOPERATIVE LEARNING”, che permette una “costruzione comune” di “oggetti”, procedure, concetti.» CISEM 27/3/2009 - a cura di Daniela Bertocchi 98 • • • • • DURANTE LA LEZIONE •Spiega ... e discute con la classe: •obiettivi •compito •Procedure L’insegnante ha la regia: •Motiva e crea aspettativa •Verifica che gli studenti abbiano capito •Consegna il foglio di lavoro ai gruppi •Spiega i criteri di valutazione •Struttura l’interdipendenza positiva • Fornisce supporto, anziché dare la soluzione • Monitora l’interazione tra i vari gruppi DOPO LA LEZIONE L’insegnante : Raccoglie dati sui processi attivati dal gruppo •imparare a definire e organizzare i processi di lavoro •definire la qualità sulla preparazione raggiunta dagli studenti •Feedback sui dati raccolti •riflessione/discussione su lavoro svolto •obiettivi di miglioramento LA RICERCA SUL COOPERATIVE LEARNING SOSTIENE che ... si ottengono risultati migliori e più duraturi dell'insegnamento tradizionale; tanto migliori quanto più vengono usati: 1. riconoscimenti e ricompense di gruppo; 2. scambi di suggerimenti e spiegazioni fra gli allievi (mutual feedback, peercommunication, peer tutoring, reciprocal thinking); 3. quando al riconoscimento per i risultati del gruppo si abbina l'importanza assegnata alla responsabilità individuale del singolo allievo. IN OGNI CASO: Il compito più delicato per il docente è quello di creare le condizioni per rendere migliore possibile il rapporto tra la materia di studio e l’allievo Ricordiamoci che… NON ESISTE UN DISLESSICO UGUALE AD UN ALTRO … e nemmeno uno studente con DSA sempre uguale a se stesso nei vari momenti della giornata! IMPORTANTE, quindi, essere più flessibili ed accettare le differenze di prestazione nei diversi contesti funzionali CARATTERISTICHE DEL DISORTOGRAFICO FA MOLTI ERRORI ORTOGRAFICI SI STANCA PRESTO NON TIENE IL RITMO DI SCRITTURA DEI SUOI COMPAGNI RESTA INDIETRO NEL DETTATO SALTA LE PAROLE NON RIESCE A COPIARE DALLA LAVAGNA E A SCRIVERE I COMPITI NEL DIARIO DISORTOGRAFIA COSA FARE Quando l’alunno non è in grado di accedere in modo automatico alla rappresentazione ortografica della parola produce errori. SCHEDE ORTOGRAFICHE: portano ad una acquisizione destinata ad estinguersi nel tempo, in quanto legata alla ricezione passiva dell’esperienza. PROCESSI DI DECISIONE ORTOGRAFICA: intervento incentrato sui processi metacognitivi, piuttosto che sui meccanismi esecutivi (perché ho fatto questo errore? Cosa posso fare per non ripeterlo? ...). Inoltre… … LA PUNTEGGIATURA È QUASI INESISTENTE … E GLI ACCENTI SONO PRATICAMENTE UN “OPTIONAL” È frequente che un bambino dislessico sia contemporaneamente disortografico e disgrafico quindi ciò che scrive è anche poco decifrabile RECUPERO ORTOGRAFICO • Percorsi su tutti gli errori di scrittura (fonologici, non fonologici, altri errori) • Percorsi mirati alla gestione del processo del singolo errore • Percorsi che inseriscono momenti di riflessione metacognitiva • Percorsi di autocorrezione centrati sull’uso delle strategie di controllo dell’errore ERRORI ORTOGRAFICI …IN MODO METACOGNITIVO STRATEGIE SUL MODELLO DELLA DOMANDA E DELL'AUTOCORREZIONE: - sono convinto che la parola sia scritta correttamente? ho seguito il procedimento corretto? come mai la risposta è esatta? come mai ho sbagliato?.... QUESTA IMPOSTAZIONE POCO PER VOLTA VERRÀ INTERIORIZZATA DALLO STUDENTE. Strategie di autocorrezione ortografica Se ci sono uno o più errori di ortografia su una stessa riga, è utile segnalarlo al bambino con un puntino colorato ad inizio riga. Questo lo aiuta a non disorientarsi di fronte alle numerose correzioni fatte dall'insegnante e lo stimola all'autocorrezione. Se in una stessa parola c'è più di un errore, cerchiare la parola invece di sottolineare i vari errori all'interno. La parola corretta va assimilata, perciò è consigliabile fornire all'alunno una scheda con i termini corretti da poter osservare e consultare in seguito. COME CORREGGERE • Fare attenzione all’aspetto formale della correzione: mettere pochi segni rossi, fare attenzione all'impegno. (La sottolineatura potrebbe perciò evidenziare l'errore, rinforzando la memoria visiva e provocare quindi un indesiderato "effetto boomerang ) • Valutare in modo costruttivo, separando sempre l'errore dal contenuto. Fare capire che gli errori sono sempre migliorabili e dare indicazioni precise su come attuare i miglioramenti. LA SCRITTURA DI TESTI Molti sono i problemi che i ragazzi devono affrontare quando devono scrivere un tema chi ha il blocco del foglio bianco chi ha paura di scrivere molto perché sa che ogni parola scritta è una possibile fonte di errore chi ha molte idee, ma sono troppe e si confondono … e alla fine il foglio rimane bianco. Per i bambini con DSA, scrivere rappresenta una difficoltà quasi insormontabile, in quanto richiede il coordinamento e l’integrazione di molte funzioni neuroevolutive e sottoabilità scolastiche. È opportuno strutturare molteplici e diversificate occasioni di scrittura legate a bisogni e situazioni reali. Alternare fasi di scrittura collaborativa a lavori di gruppo, a coppie, a fasi di scrittura individuale, utilizzare la scrittura collaborativa Es. Lavorare sulla “produzione di SCALETTE” LA SCALETTA RICORDA: ogni componimento scritto HA: • UN INIZIO, in cui presenti l’argomento, • UNO SVOLGIMENTO, in cui parli dell’argomento, •UNA FINE, in cui concludi con un commento o una osservazione finale. Può sembrare banale, ma tante volte si dimentica questo ciclo, specialmente la conclusione . Non è facile produrre un buon testo, organico, privo di errori , con tutti gli accorgimenti tecnici ed espressivi, e che sia in grado di comunicare effettivamente al lettore quello che vogliamo dire. IL TEMPO … è tiranno! “E’ importante che la scrittura venga vista come un’attività da svolgere tranquillamente, con tutto il tempo necessario per correggere e migliorare il testo”. Difficoltà grammaticali LA SCOMMESSA DI FRONTE AI DSA … •È possibile insegnare ad usare il codice scritto anche a chi non riesce a farlo “da solo” •È possibile imparare/conoscere anche se non si sa usare bene il codice scritto •Una convergenza di interventi rafforza l’efficacia di ciascuno di essi e riduce il rischio di disturbi secondari COME INTERVENIRE METACOGNIZIONE STRUMENTI COMPENSATIVI TECNICHE MNEMONICHE ATTENZIONE MOTIVAZIONE SCRITTURA • USO DE COMPUTER con programmi di video-scrittura: • controllore ortografico: identifica le parole che non sono scritte nella forma ortografica corretta • predittore lessicale: prevede in base alle prime lettere digitate la parola sulla base del lessico e della frequenza LETTURA Le difficoltà di lettura nel DSA derivano da mancata automatizzazione, cui si sommano difficoltà nella memoria di lavoro, carenza del magazzino lessicale La lettura resta un compito cognitivo e assorbe gran parte delle energie che Interessano trasversalmente tutte le discipline • Meno evidenti nella pratica didattica in classe nella scuola secondaria • Molto invalidanti perché la lettura è la base dello studi LETTURA DIFFICOLTÀ PER TUTTI Lunghezza dei periodi Complessità della struttura testuale, sintattica e grammaticale Frasi passive, implicite, impersonali Presenza di espressioni poco chiare (metafore) Presenza di termini specialistici Registro non riferibile all’italiano standard COSA FARE INSIEME • Favorire l’apprendimento collaborativo • Valorizzare l’oralità e i momenti di dibattito (brainstorming, discussioni, analisi collettiva di testi e immagini…) • Promuovere momenti di lavoro in coppia • Programmare con frequenza lavori di gruppo • Costruire insieme un valido metodo di studio Promuovere l’apprendimento collaborativo • Partire dall’oralità e valorizzare i momenti di dibattito (brainstorming, discussioni, analisi collettiva di testi, problemi, quadri, immagini…) • Programmare regolari momenti di lavoro in coppia • Programmare con frequenza lavori di gruppo • Integrare nell’attività didattica la costruzione di un valido metodo di studio La lettura nel lavoro di gruppo Permette di ... • valorizzare i testi brevi e conclusi • diversificare ampiezza, complessità, tempi… • sviluppare cooperative learning e peer education • sviluppare la didattica di laboratorio, lo studio di casi, la didattica per modelli Il lavoro di gruppo è, per un allievo con DSA, un importante fattore di protezione Far conoscere modelli testuali (es. generi letterari...) • Integrare con linguaggi visivi, il film, l’esperienza... • Favorire i diversi stili cognitivi e i canali di accesso, stimola operazioni di confronto • Integrare la lettura nella lezione (anche da parte del docente) • Trasmettere il gusto, il piacere della lettura • Scegliere testi reperibili anche come audiolibro • Esonero dalla lettura ad alta voce per DSA Lettura e lezione: cosa cambiare • Esplicitare scopi e tipologia dei testi che si leggeranno • Creare aspettative, favorire operazioni di anticipazione • Sommario o mappa con poche parole chiave alla lavagna • Facilitare l’attenzione • Dare spazio alla discussione, all’elaborazione collettiva (“lezione partecipata” ) • Facilitare la rielaborazione del testo DISPENSARE dalla LETTURA ad ALTA VOCE oppure solo programmata o concordata insieme … molto efficace la lettura fatta dall’insegnante … il CANALE VISIVO … relazioni, recensioni, tesi e tesine; collegamenti ipertestuali e power point; mappe didattiche, schemi … … il CANALE UDITIVO … … il CANALE AUDIOVISIVO ... audioletture, audiolezioni, audiolibri in vendita … DVD, CD… LA LETTURA NON È L'UNICO CANALE DI APPRENDIMENTO Video, schemi, mappe, documentari, … PER TUTTI Generalmente per un ragazzo dislessico l’apprendimento avviene attraverso questi canali, ma anche per gli altri questi strumenti sono utili. Facendo vedere un film a tutti, scopriremo che, siccome lo studente dislessico è più allenato ad usare quello visivo come canale privilegiato, coglierà particolari che gli altri compagni non hanno colto: una bella esperienza di successo! Occorre PUNTARE sulla INDIVIDUALIZZAZIONE e sulla PERSONALIZZAZIONE, … anche per chi rientra nell’eccellenza. Occorre che i docenti trovino insieme le strategie per evitare che i vari strumenti compensativi dati al ragazzo non diventino marcatori di disabilità. Es., NON FAR USCIRE LO STUDENTE DALLA CLASSE PER USARE IL PC. Il computer deve essere in classe (portatile), oppure tutta la classe deve avere delle ore in aula di informatica: COMPUTER SI MA PER TUTTI, anche con il correttore ortografico. Se funziona per i dislessici, perché non farlo usare agli stranieri? Tutti gli strumenti di apprendimento che sostengono le strategie metacognitive (schemi, tabelle, mappe, ecc.), per i dislessici sono indispensabili, ma anche per gli altri sono utili, anzi sono importanti per costruire un metodo di studio efficace. CONCLUDENDO : La presenza di un ragazzo con DSA può essere un’occasione eccezionale per riorganizzare la propria didattica in maniera più efficace per tutti. Lui troverà la sua strategia, ma alla fine il lavoro di classe diventerà un lavoro “di gruppo”, in cui tutti troveranno la loro collocazione. «Il primo strumento compensativo per un alunno con dislessia: un efficiente metodo di studio.» (“Dislessia”,gennaio 2010) 136 ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO PERSONALE COMPRENDERE UN TESTO STUDIARE UN TESTO METODO DI STUDIO SAPER ASCOLTARE USO DEI SUSSIDI SAPER PRESTARE ATTENZIONE PREPARARSI UNA PROVA ORALE O SCRITTA SAPER MEMORIZZARE STUDIO: TUTTI SANNO STUDIARE? Una ricerca effettuata da Rohwer e Thomas su tre gruppi di studenti dell’ultimo anno della scuola media e del primo anno della scuola superiore ha dimostrato che più della metà di loro riteneva di avere un buon metodo di studio, ma hanno dimostrato di usarlo in maniera scarsa: 11%-29% usavano strategie mnemoniche e solo 8,1%-9,2% usavano strategie di rappresentazione grafica ( grafici, mappe...) LO STUDIO DISCIPLINARE, generalmente, … • VIENE EFFETTUATO QUASI ESCLUSIVAMENTE ATTRAVERSO LA LETTURA • RICHIEDE CONTINUI PROCESSI DI CONTROLLO (COMPRENSIONE) • I PROCESSI DI CONTROLLO SI REALIZZANO ATTRAVERSO LA RILETTURA • LA RILETTURA UTILIZZA LA VIA LESSICALE • …… Uno studente con DSA ha parecchie difficoltà! PERCHÉ UN DISLESSICO… VISTO CHE I RAGAZZI CON DSA APPRENDONO MEGLIO … ATTRAVERSO … • DISCUSSIONE COLLETTIVA PER LA COSTRUZIONE DI MAPPE , etc. • REDAZIONE DI TESTI IN GRUPPO VALORIZZANDO LE DIVERSE COMPETENZE • LEZIONI CON L’AUSILIO DI POWER-POINT E MAPPE • REGISTRAZIONI … USIAMO TUTTE LE TECNOLOGIE POSSIBILI IL CAMBIAMENTO PIÙ IMPORTANTE SONO LE NUOVE TECNOLOGIE DIGITALI • Sono tecnologie che riguardano proprio quello di cui si occupa la scuola: ricevere, ricordare, usare, produrre informazioni, pensare, apprendere, interagire con gli altri • Oggi invadono tutta la società … ma non sempre hanno posto nella scuola • Fuori della scuola tutti le usano, … • Nella scuola raramente queste tecnologie entrano! CON LE NUOVE TECNOLOGIE DIGITALI si impara vedendo e facendo e non più soltanto ascoltando e leggendo…. e soprattutto agendo sulle cose e osservando le conseguenze delle proprie azioni Le TECNOLOGIE COMPENSATIVE non possono considerarsi un’alternativa agli strumenti di studio tradizionali, né ”un cambiamento radicale del METODO DI STUDIO” , ma sono da considerarsi un supporto per aggirare la decodifica del testo … Strumenti sono dei MEDIATORIcompensativi DIDATTICI CON LE NUOVE TECNOLOGIE DIGITALI LO STUDENTE IMPARA VEDENDO E FACENDO E NON PIÙ SOLTANTO ASCOLTANDO E LEGGENDO MA AGENDO SULLE COSE E OSSERVANDO LE CONSEGUENZE DELLE PROPRIE AZIONI IMPORTANTE L’AUTONOMIA! I ragazzi con DSA perdono il diritto di imparare in autonomia. La mancanza di autonomia nell’apprendimento è uno dei maggiori problemi da affrontare perché causa disistima e compromette il successo formativo PER RAGGIUNGERE L'AUTONOMIA FORMATIVA OCCORRONO: Per raggiungere l'autonomia formativa occorrono: - adeguati strumenti compensativi; - buona motivazione; - un ambiente favorevole. Si perché è dimostrato che da soli gli strumenti compensativi non sempre sono sufficienti. - adeguati strumenti compensativi - buona motivazione - un ambiente favorevole È DIMOSTRATO CHE DA SOLI GLI STRUMENTI COMPENSATIVI NON SEMPRE SONO SUFFICIENTI. RICORDIAMO CHE … COMPENSARE Pareggiare uno scompenso, supplire a... DISPENSARE Liberare da un obbligo o da un impegno, esentare STRUMENTI COMPENSATIVI Il primo strumento compensativo per un alunno con dislessia: un efficiente METODO DI STUDIO. (“Dislessia”,gennaio 2010) IN CLASSE durante la lezione: selezionare i contenuti fondamentali sul libro di testo; utilizzare simboli visivi, parole chiave, brevi frasi, evidenziare A CASA : lettura per studiare, capire e ricordare Strategie metacognitive: una specie di guida al ragionamento che punti sui procedimenti logici e metalinguistici MISURE DISPENSATIVE Gli studenti con D.S.A sono dispensati da : Lettura ad alta voce Scrittura sotto dettatura Uso del vocabolario cartaceo Studio delle tabelline Studio di lingua straniera nella forma scritta Tempi più lunghi per eseguire consegne Possono usufruire di : Verifiche orali anziché scritte Interrogazioni programmate Ognuno di noi nella vita quotidiana nella vita professionale, nel tempo libero, nello sport, usa delle competenze e strategie compensative per affrontare in modo più efficace ed efficiente tale l’attività. Fa parte della naturale intelligenza umana escogitare strategie più funzionali e vincenti per affrontare le situazioni problematiche che la vita ci presenta in ogni momento del quotidiano. MAPPE Omeostasi Si dice omeostasi il processo che assicura a un organismo il mantenimento delle sue condizioni interne il più possibile stabili, indipendentemente dalle condizioni dell’ambiente circostante. In assenza di omeostasi, un organismo non può sopravvivere. SCHEMI TABELLE •38% des 15-20 ans choisissent le cinéma ou le concert ; •37% des 15-20 ans choisissent la fête avec des amis ; •12% des 15-20 ans choisissent d’organiser un repas à la maison. MA CHI SCEGLIE GLI STRUMENTI COMPENSATIVI? CONSIGLIO DI CLASSE/ TEAM DOCENTI ACQUISITA LA DIAGNOSI SPECIALISTICA DI DSA DELLE DIFFICOLTÀ TENENDO CONTO DEI PUNTI DI FORZA DELL’ ALLIEVO DEFINISCE QUALI STRATEGIE DIDATTICHE E QUALI STRUMENTI UTILIZZARE CON LA FAMIGLIA CONFRONTANDOSI CON I TECNICI TUTTO SCRITTO NEL PDP RICORDIAMO che PDP PIANO significa : studio mirante a predisporre un'azione in tutti i suoi sviluppi”: programma, progetto, strategia DIDATTICO: • • scopo della didattica è il miglioramento dell’ efficacia e dell’efficienza: dell’insegnamento dell'apprendimento dell‘allievo. PERSONALIZZATO: indica la diversificazione delle metodologie, dei tempi, degli strumenti nella progettazione del lavoro della classe 28/03/2014 Il PDP è un patto, obbligatorio, fra docenti, famiglia ed alunni, per individuare e organizzare un percorso personalizzato nel quale devono essere definiti i supporti compensativi e dispensativi che possono portare alla realizzazione del successo scolastico degli alunni BES. IL PDP CONTEMPLA TUTTE QUESTE AZIONI Attività di recupero Individualizzato Misure dispensative Forme di verifica e valutazione PDP Strumenti compensativi Modalità didattiche personalizzate E la valutazione? Dalla normativa … La valutazione deve concretizzarsi in una prassi che espliciti concretamente le modalità di differenziazione a seconda della disciplina e del tipo di compito, discriminando fra ciò che è espressione diretta del disturbo e ciò che esprime l’impegno dell’allievo e le conoscenze effettivamente acquisite.” ( L. G., pag. 18 e 28) VALUTARE COME? … mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove - riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria. (Linee Guida, art. 6) UNA GIUSTA VALUTAZIONE “La peggiore ingiustizia è trattare in maniera uguale situazioni differenti”. ( Don Milani) Voler trattare tutti ugualmente è un “falso problema” E L’ESAME ? La Legge 170/2010 … parlando di valutazione degli apprendimenti, assicura che … “agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne GLI ESAMI DI STATO …”. C. M. n. 48 - Roma, 31 maggio 2012 ESAME di STATO conclusivo del PRIMO CICLO di istruzione. Istruzioni a carattere permanente Possiamo riassumere così gli accorgimenti per gli studenti con DSA: • Uso di tutti gli strumenti compensativi di cui hanno fruito durante il corso dell’anno scolastico ed esplicitati nel proprio PDP • Per la decodifica del testo si possono scegliere percorsi diversi, sempre nel pieno rispetto delle esigenze di ogni singolo studente: sintesi vocale, lettura dei testi delle prove scritte da parte di un componente la commissione. • Tempo aggiuntivo per lo svolgimento delle prove scritte. • Valutazione attenta al contenuto piuttosto che alla forma. ESAME di STATO OM n 13 del 14/04/13 - art.18 Esame dei candidati con DSA Commissione d’esame – (….) - considerati eventuali elementi forniti dal Consiglio di classe, terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, adeguatamente certificate, relative ai candidati affetti da disturbi specifici di apprendimento (DSA), in particolare, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati. A tal fine il Consiglio di classe inserisce nel documento del 15 «1. La maggio … il Piano Didattico Personalizzato o altra documentazione predisposta ai sensi dell’art.5 del DM n. 5669 del 12 luglio 2011.» « Per i candidati che utilizzano la sintesi vocale, la Commissione può provvedere alla trascrizione del testo su supporto informatico. In particolare, si segnala l’opportunità di prevedere tempi più lunghi di quelli ordinari per lo svolgimento della prove scritte, di curare con particolare attenzione la predisposizione della terza prova scritta, con particolare riferimento all’accertamento delle competenze nella lingua straniera, di adottare criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto piuttosto che alla forma. Al candidato potrà essere consentita la utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o comunque siano ritenuti giovevoli nello svolgimento dell’esame, senza che venga pregiudicata la validità delle prove.» TUTTO NEL RISPETTO DELLA NORMATIVA VIGENTE La Legge 170/2010, infatti, assicura che … “agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, ANCHE PER QUANTO CONCERNE GLI ESAMI DI STATO …”. D.P.R. n° 122 del 22 giugno 2009 … già nel REGOLAMENTO SULLA VALUTAZIONE Art. 10 VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DSA “ Per gli alunni con DSA adeguatamente certificati, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede d’esame conclusivo dei cicli, devono tener conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove di esame, sono adottati gli strumenti compensativi e dispensativi ritenuti idonei. ...” E LE LINGUE STRANIERE ? Cosa dice la normativa? LINGUE STRANIERE «4.4 Didattica per le lingue straniere …la trasparenza linguistica, ossia la corrispondenza fra come una lingua si scrive e come si legge, influisce sul livello di difficoltà di apprendimento della lingua da parte degli studenti con DSA… …i docenti di lingue straniere terranno conto, nelle prestazioni attese e nelle modalità di insegnamento, del principio sopra indicato.…» (Linee Guida , 11 luglio 2011) ./… «…assegnare maggiore importanza allo sviluppo delle abilità orali rispetto a quelle scritte.… …poiché i tempi di lettura dell’alunno con DSA sono più lunghi, è altresì possibile consegnare il testo scritto qualche giorno prima della lezione, in modo che l’allievo possa concentrarsi a casa sulla decodifica superficiale, lavorando invece in classe insieme ai compagni sulla comprensione dei contenuti..…» Linee Guida, 11 luglio 2011 L2 DISPENSA..ESONERO..?? CONCETTI DIVERSI, contenuti nella Legge 170/2010: DISPENSA dalle prove scritte, temporanea o permanente ESONERO dallo studio della disciplina = VIENE NON RILASCIATO IL DIPLOMA ATTENZIONE! Si devono realizzare 3 condizioni: 1. indicazioni contenute nella DIAGNOSI 2. richiesta scritta della FAMIGLIA 3. ratifica del CONSIGLIO di CLASSE Paola E. Fantoni, “Quando la dislessia entra in classe”, 173 E LE LINGUE STRANIERE NELL’ ESAME DI STATO? PERCORSO ORDINARIO CON SOLA DISPENSA DALLE PROVE SCRITTE DI LINGUA STRANIERA «3. Per quanto riguarda i candidati con diagnosi di DSA, che (…) hanno seguito un percorso didattico ordinario, con la sola dispensa dalle prove scritte ordinarie di lingua/e straniera/e, la Commissione, nel caso in cui la lingua straniera sia oggetto di seconda prova scritta, dovrà sottoporre i candidati medesimi a prova orale sostitutiva della prova scritta. La Commissione, sulla base della documentazione fornita dal Consiglio di classe, stabilisce modalità e contenuti della prova orale, che avrà luogo nel giorno destinato allo svolgimento della seconda prova scritta, al termine della stessa, o in un giorno successivo, …. Il punteggio, in quindicesimi, viene attribuito dall'intera commissione a maggioranza, compreso il presidente, secondo i criteri di conduzione e valutazione previamente stabiliti in apposita o apposite riunioni …» PERCORSO DIDATTICO DIFFERENZIATO, CON ESONERO DALL’INSEGNAMENTO DELLA/E LINGUA/E STRANIERA/E 2. I candidati con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), che, ai sensi dell’art.6, comma 6, del DM n.5669 del 12 luglio 2011, hanno seguito un percorso didattico differenziato, con esonero dall’insegnamento della/e lingua/e straniera/e, e che sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano possono sostenere PROVE DIFFERENZIATE, coerenti con il percorso svolto finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art. 13 del D.P.R. n. 323/1998. Per detti candidati, il riferimento all’effettuazione delle prove differenziate va indicato solo nella ATTESTAZIONE e non nei tabelloni affissi all’albo dell’istituto. TERZA PROVA SCRITTA … con LINGUE STRANIERE Qualora la lingua o le lingue straniere siano coinvolte nella terza prova scritta, gli accertamenti relativi alla lingua o alle lingue straniere sono effettuati dalla commissione per mezzo di prova orale sostitutiva nel giorno destinato allo svolgimento della terza prova scritta, al termine della stessa, o in un giorno successivo, purché compatibile con la pubblicazione del punteggio complessivo delle prove scritte e delle prove orali sostitutive delle prove scritte nelle forme e nei tempi previsti nell’art. 15, comma 8. I risultati della prova orale relativa alla lingua o alle lingue straniere coinvolte nella terza prova scritta sono utilizzati per la definizione del punteggio da attribuire alla terza prova scritta. IN SINTESI all’esame: Gli studenti con diagnosi di DSA possono utilizzare tutti gli strumenti compensativi indicati nel proprio PDP. L’accesso alla decodifica delle consegne delle prove scritte può avvenire in due modi : - Sintesi vocale - Lettore umano, cioè un componente della commissione che legge i testi delle prove Hanno diritto a tempi aggiuntivi per l’espletamento delle prove Hanno diritto a una particolare attenzione nella predisposizione della terza prova scritta (si ricorda che i quesiti per la 3^ prova devono essere di numero uguale a quelli dati alla classe, ma possono essere ridotti in termini di complessità, come prevede il dm 429/2000: ad es. Con quesiti a risposta multipla, oppure con parole chiave o schemi/guida prodotti nel corso dell'anno e debitamente indicati nel PDP . Inoltre gli studenti con DSA non dovrebbero essere tenuti a rispettare il numero di righe previsto per gli altri studenti, ma possono fornire risposte più brevi.) Nella fase del colloquio, la commissione terrà conto, in ordine alle modalità di interrogazione usate anche in corso d’anno, delle capacità lessicali ed espressive del candidato con DSA , adeguando le richieste alle complessive capacità del candidato e adottando criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto piuttosto che alla forma. Nelle lingue straniere la prova di colloquio avrà carattere compensativo nel caso in cui l'esito delle prove scritte non sia ritenuto soddisfacente Nel DIPLOMA FINALE rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove”. DOVE DIMOSTRIAMO DI APPLICARE LA LEGGE? Scrivendo tutto nel POF nel PDP nel PAI per tutti gli studenti con BES QUALI RISCHI CORRIAMO SE NON COMPILIAMO IL PDP? TAR TOSCANA Sentenza N.346 /2013 Annullamento del giudizio di non ammissione alla classe seconda per alunno di prima secondaria di primo grado. La scuola non ha posto in essere gli adempimenti ritenuti necessari per far fronte alle necessità scolastiche di un alunno affetto da DSA, quindi è annullato il giudizio di non ammissione alla classe successiva NON CONFORMITÀ DEL PDP E MANCATO MONITORAGGIO DEGLI INTERVENTI EFFETTUATI DURANTE L’ANNO TAR Friuli Venezia Giulia - Sez. I – Sent. 12/01/2012 n. 9 “Ove sia dimostrato che la scuola ha posto in essere gli adempimenti ritenuti necessari per far fronte alle necessità scolastiche di un alunno affetto da DSA, è legittimo il giudizio di non ammissione alla classe successiva che abbia riportato una grave insufficienza a seguito della verifica di recupero del debito formativo nella materia caratterizzante l’indirizzo di studio; infatti la legge 170/2010 è finalizzata a garantire il successo formativo e non a garantire sempre e comunque la promozione alla classe successiva”. LETTERA A UNA PROFESSORESSA Scuola di Barbiana, 1967 “Così è stato il nostro primo incontro con voi. Attraverso i ragazzi che non volete…. Ma se si perde loro, la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati. Diventa uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile. E voi ve la sentite di fare questa parte nel mondo? E allora richiamateli, insistete ricominciate tutto da capo a costo di passare per pazzi. Meglio passare per pazzi che essere strumento di razzismo.” Umberto Galimberti punta il dito contro le modalità di valutazione della scuola «Alla base della demotivazione scolastica esiste quella tendenza all’oggettivazione […] che porta i professori a giudicare i loro studenti in base al profitto, … risolvendo l’educazione in puro fatto quantitativo, dove a sommarsi sono nozioni e voti. […] L’interrogazione misura il “profitto”, ma siccome il profitto è l’ultimo risultato di quella catena che, percorsa a ritroso, indica comprensione, interesse, sollecitazione emotiva, non è difficile demotivare, anche in modo grave, studenti giudicati in base all’esito che può scaturire solo da premesse che la scuola ha evitato di curare» (U.GALIMBERTI “L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani” - Rizzoli, Milano 2007 ) Qualche sito utile http://dislessia-passodopopasso.blogspot.com/ http://www.raistoria.rai.it/ http://tuttiabordo-dislessia.blogspot.com/ http://ppbm.elmedi.it/testifacilitati.php DIS - BLOG : un blog per la dislessia Risorse per i Disturbi Specifici dell' Apprendimento http://www.didaweb.net/risorse/lim.php Programmi Free, realizzati dai volontari delle Mediateca [email protected] www.dislessiainrete.org La normativa attuale è scaricabile dal sito del Governo: www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/dislessia/ BIBLIOGRAFIA • E. Morin, La testa ben fatta, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2000 • E. Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Cortina, Milano, 2001. • Levine M., A modo loro, Mondadori, 2004 • Levine M., I bambini non sono pigri, Mondadori, 2005 • Wolf M., Proust e il calamaro. Storia e scienza del cervello che legge , Vita e pensiero, 2009 • Dehaene S., I neuroni della lettura, Raffaello Cortina , 2009 • Cornoldi C., Tressoldi P.E., Tretti M.L. e Vio C., Il primo strumento compensativo per un alunno con dislessia: un efficiente metodo di studio, da «Dislessia», n. 1,gennaio 2010, Trento, Erickson. • ANNALI della Pubblica Istruzione 2/2010 - La dislessia e i DSA – Le Monnier GRAZIE DELL’ATTENZIONE ROSSI VIVIANA
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