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DATA 19 SETTEMBRE 2014
Tra Sorgenti e Vulcani
Di Francesco Mattera
Reggente Sottosezione CAI Ischia
ASE (Accompagnatore Sezionale di Escursionismo)
della Sezione CAIdi Napoli
Guida Ambientale Escursionistica
Dislivello in salita: 300 m
Dislivello in discesa: 300 m
Durata: 4 ore
Difficoltà: E
Sviluppo del percorso: 6 km
Acqua: è presente una sorgente lungo il percorso
Attrezzatura necessaria: scarpe da trekking e indumenti a strati tecnici
Attrezzatura aggiuntiva consigliata: bastoncini da trekking.
Appuntamento: Maneggio dei Cavalli a Fiaiano (Barano d’Ischia) ore 9.30
Rientro: è previsto un servizio navetta che condurrà gli escursionisti dal punto
di arrivo al recupero delle eventuali autovetture lasciate nel punto di ritrovo
iniziale
Percorso (traversata): Vallone e Sorgente di Buceto (400 m), Piano S.Paolo
(470 m), Monte Trippodi (502 m), Costa Sparaina (400 m), Buonopane (Fonte di
Nitrodi 300 m).
Descrizione del percorso
Si parte dal maneggio dei cavalli a Fiaiano e si risale il Monte Toppo, duomo
vulcanico ricoperto da un mare verde intenso tipico di questo versante isolano
ed indice di una grande ricchezza floristica. Imboccato il sentiero che risale
verso il vallone di Buceto, dove è presente l’omonima fonte, il primo tratto è
accompagnato dai resti del vecchio acquedotto che captava l’acqua dalla fonte
e la portava fino al borgo di Gelsa (odierna Ischia Ponte). Ci si immette quindi
in un bosco di castagni alle falde del Monte Trippodi (502 m.), fino ad arrivare
a Piano San Paolo (470 m), vecchia spiaggia fossile, testimonianza del passato
sommerso di una parte dell’isola. Abbandonando il bosco e cominciando la
discesa, il paesaggio si apre, offrendo uno scorcio completo del golfo di Napoli,
con le isole flegree, i Campi flegrei, il Vesuvio ed i Monti Lattari. E’ il sentiero di
Buttavento, sulla Costa Sparaina, che sorge su un duomo vulcanico (400 m) ,
che conduce a Candiano, frazione di Buonopane, dove è presente una quercia
plurisecolare, testimonianza silenziosa del tempo che passa. Lungo questo tratto si trovano, inoltre, una serie di cantine scavate nella tenera roccia, che evidenziano la forte interconnessione tra il paesaggio naturale e quello antropico.
Il percorso termina con l’arrivo a Buonopane (frazione di Barano d’Ischia) e la
possibilità di visitare la Fonte ed il complesso termale di Nitrodi.
Peculiarità:
La conformazione geomorfologica del vallone di Buceto, la presenza di alti
pioppi ed ailianti epifitati da edere striscianti e filanti che somigliano a liane ed
in basso felci alte e bardane dalle foglie ampie almeno un metro, il cinguettio
degli uccelli, rendono questo tratto simile ad una foresta tropicale. Tutto questo
è possibile grazie alla presenza di una fonte di acqua emergente grazie alla presenza di uno strato impermeabile di argille, testimonianza del passato sommerso di questa parte dell’isola. La sorgente di Buceto ha fornito acqua potabile
agli ischitani sin dal passato e ha assicurato loro per lungo tempo la possibilità
si svolgere tutte le attività,quelle agricole e quelle legate ai bisogni quotidiani.
Attraverso l’acquedotto dei Pilastri ( i cui resti sono ancora visibili lungo tutto il
percorso) è stato possibile trasportare le acque sorgive di Buceto fino al Borgo
di Celsa, oggi Ischia Ponte. Nel 1853 da Ferdinando II fu ordinata la costruzione
di un acquedotto militare che portasse l’acqua fino a Villa dei Bagni “Porto d’Ischia” ed al palazzo Reale,dove sul muro esterno del cancello di entrata, venne
eretta una fontana pubblica. Tre allacciamenti permettevano il rifornimento
d’acqua anche agli abitanti di Fiaiano e in parte di Barano.
Da notare anche Buonopane, frazione di Barano d’Ischia, rappresenta il cuore
storico del versante meridionale dell’isola, quando questa veniva chiamata
Aenaria, ed è legato a una sorgente di acqua medicamentosa sacra ad Apollo e
alle ninfe di “Nitrodes”.
La struttura Geomorfologica è molto complessa e caratterizzata da accentuati
dislivelli spesso solcati da canions e valloni, tra balze tufacee, disegnate dalle
acque che arrivano fino al Lido dei Maronti.
Il sistema florofaunistico è tipicamente mediterraneo con arbusti ed erbe aromatiche tipiche del territorio.
Antichissima la tradizione curativa, risalente, addirittura, al periodo Greco dell’isola d’Ischia (VIII sec.a.C.) come attesta il suo stesso nome. Le Ninfe Nitrodi, a
cui la fonte era dedicata, sono ricordate in tutti i testi classici greco-latini, da
Omero in poi. L’acqua è classificata minerale naturale ipotermale solfata.
Le proprietà terapeutiche sono state riconosciute ala Ministero della Salute con
Decreto 3509 del 09 ottobre 2003. Ci si può bagnare sotto le bocche di erogazione, perché così l’acqua da il meglio di se e dopo essersi asciugati al sole
sentire sulla pelle un magico benessere.
DATA 24 SETTEMBRE 2014
Seguendo le “Case di Pietra”
Di Francesco Mattera
Reggente Sottosezione CAI Ischia
ASE (Accompagnatore Sezionale di Escursionismo)
della Sezione CAIdi Napoli
Guida Ambientale Escursionistica
Dislivello in salita: 100 m
Dislivello in discesa: 500 m
Durata: 4 ore
Difficoltà: E
Sviluppo del percorso: 7 km
Acqua: non sono presenti fontane o sorgenti lungo il percorso
Attrezzatura necessaria: scarpe da trekking e indumenti a strati tecnici
Attrezzatura aggiuntiva consigliata: bastoncini da trekking.
Appuntamento: Ristorante Bracconiere (Serrara - Fontana) ore 9.30
Rientro: è previsto un servizio navetta che condurrà gli escursionisti dal punto
di arrivo al recupero delle eventuali autovetture lasciate nel punto di ritrovo
iniziale
Percorso (traversata): Serrara (ristorante Bracconiere 420 m), Bosco dei
Frassitelli (500 m), Bosco della Falanga (Case di Pietra 600 m), Pizzone (300 m),
Via Crateca (200 m), sosta in agriturismo, Fango (150 m).
Descrizione del percorso
Si parte dal comune di Serrara (all’altezza del ristorante Bracconiere) e si
prosegue per inoltrarsi in un paesaggio selvaggio ed affascinante sul versante
ovest dell’isola (Forio), fino ad arrivare al bosco dei Frassitielli (500 m), un
terrazzo di acacie fittissime. Nel bosco le robinie fanno ombra a rocce ricoperte
di muschio, licheni, e finocchi selvatici. Il sottobosco, è il regno del coniglio
selvatico che ha rivestito e riveste un ruolo fondamentale nella tradizione
culinaria locale. Proseguendo lungo il sentiero ci si immerge nel bosco della
Falanga (600 m); qui la realtà incontra la fantasia. Infatti in questo bosco di
castagni è possibile ritrovare le tipiche buche (le fosse della neve) ed i rifugi
scavati nei massi di tufo precipitati dall’Epomeo, come conseguenza di
assestamenti tettonici (le cosiddette Case di Pietra). La traversata nel bosco
continua fino alla località Pizzone, dove l’improvvisa mancanza di vegetazione
ci annuncia la presenza di fumarole, fenomeni vulcanici secondari, rintracciabili
in diverse zone dell’isola e testimonianza di una attività vulcanica ancora attiva
sulla nostra isola. La discesa a valle è di nuovo immersa in un bosco, stavolta
di lecci ed eriche in perfetto stile Macchia mediterranea, e conduce fino a Via
Crateca in località Fango, detta anche via dei Carri che ha rivestito un ruolo
importante nella produzione e commercio dell’allume isolano nel passato.
riequilibrasi con il corpo.
DATA 28 SETTEMBRE 2014
Tra Cielo e Mare
Di Francesco Mattera
Reggente Sottosezione CAI Ischia
ASE (Accompagnatore Sezionale di Escursionismo)
della Sezione CAIdi Napoli
Guida Ambientale Escursionistica
Dislivello: 250 m
Durata: 4 ore
Difficoltà: T/E
Sviluppo del percorso: 6 km
Acqua: non sono presenti fontane o sorgenti lungo il percorso
Attrezzatura necessaria: scarponi da trekking e indumenti a strati tecnici
Attrezzatura aggiuntiva consigliata: bastoncini da trekking.
Appuntamento: Piazza di Campagnano ore 9.30
Rientro: è previsto un servizio navetta che condurrà gli escursionisti dal punto
di arrivo al recupero delle eventuali autovetture lasciate nel punto di ritrovo
iniziale
Percorso (traversata): Campagnano (155 m), Monte Vezzi (392 m),
Sgarrupata di Barano (156 m), Piano Liguori (250 m), Campagnano (155 m).
Descrizione del percorso
Sentiero totalmente a strapiombo sul versante sud/orientale dell’isola, la
più antica da un punto da vista geologico. Il percorso inizia costeggiando
la splendida Baia di Cartaromana in fondo alla quale sono ancora visibili i
resti di “AENARIA” la vecchia Ischia Romana sommersa. Si prosegue per un
agile sentiero a strapiombo su varie insenature nelle quali confluiscono
terrazzamenti ripidissimi coltivati a vigneti. Si continua tra la macchia
Mediterranea ed un castagneto fino a risalire su Monte Vezzi, un duomo
Vulcanico di 392 m. La discesa dalla cima conduce fino alla “Scarrupata di
Barano” le cui pareti mostrano begli esempi di materiali vulcanici stratificati
(tufo , pomici, lapilli, ceneri bianche, roccia trachitica) e da cui si può godere
uno degli scorci più belli dell’isola verde, fino a ritornare a Piano Liguori e
godere del panorama su Punta San Pancrazio (156 m) con la caratteristica
chiesetta a strapiombo sul mare. Durante il tragitto si incontrano vecchie
cantine scavate nella roccia ed è inoltre possibile fermarsi in una vecchia
trattoria sita su uno dei tanti terrazzamenti della zona che guardano lo
splendido scenario del mare aperto e che incontra le altre isole del Golfo
(Procida, Vivara e Capri) e la Costiera Amalfitana. Si completa il giro con il
rientro a Campagnano. Il susseguirsi di vedute mozzafiato del golfo di Napoli,
campagne coltivate no a viti ed alberi da frutta, a strapiombi che danno sul
mare aperto offrono un’esperienza che lascia spazio alla mente ed all’anima di
riequilibrasi con il corpo.
Peculiarità:
Il percorso segue una parte dell’itineraio del tufo verde, un percorso nel
cuore dell’isola, dove gli aspetti geologici (geositi), vegetazionali, storici ed
antropici si fondono in un paesaggio unico, colorato dalle diverse sfumature
di verde ed intriso di tutte le sensazioni che si possono percepire. La natura
vulcanica e sismica dell’isola d’Ischia ha condizionato nei secoli le vicende delle
popolazioni locali, costringendoli a continui adattamenti al territorio. Questo
ha fatto sì che si sviluppasse una straordinaria testimonianza di architettura
rupestre, dovuta alla lunga opera di trasformazione dei massi di tufo verde
franati dal Monte Epomeo. Tale complesso è noto con il nome di “case di pietra”.
Il complesso assetto del territorio comportò, inoltre, anche una capillare rete di
collegamenti (sentieri, mulattiere, ripide gradinate), spesso scavati negli strati
rocciosi, mentre i terreni coltivati, scanditi dai terrazzamenti, venivano sostenuti
da una tipica muratura a secco di contenimento: le “parracine”.
Una delle conseguenze più positive dell’ attività vulcanica dell’isola, ancora
persistente è la presenza di una gran quantità di fumarole e stufe naturali.
Infatti il calore in profondità si manifesta sull’isola d’Ischia nell’attività
idrotermale che da molto tempo viene sfruttata a scopo terapeutico e
consente una forma di turismo che si sviluppa per gran parte dell’anno. In
località Pizzone durante il percorso si avrà la possibilità di osservare un esempio
di questi fenomeni vulcanici secondari.