IL CARCINOMA RENALE CON TROMBO CAVALE: FATTORI PROGNOSTICI CHIRURGICI E IMPATTO DELL’ESTENSIONE TUMORALE E DELLE SCELTE CHIRURGICHE SULL’OUTCOME ONCOLOGICO. Obiettivo E’ stato condotto uno studio multicentrico al fine di analizzare vari aspetti del coinvolgimento venoso da parte del carcinoma renale, per comprendere se e come differenti accessi e scelte chirurgiche possano impattare non solo sul rischio di complicanze intra e post-operatorie ma anche sull’esito oncologico Materiali e Metodi Abbiamo analizzato pazienti con diagnosi di carcinoma renale con trombosi venosa nei centri di Torino, Novara e Udine dal 1983 ad oggi. La sopravvivenza cancro-specifica è stata analizzata basandosi su: performance status del paziente (Charlson Comorbidity Index, CCI), estensione tumorale, tipizzazione, grado di differenziazione e stadiazione della neoplasia, livello cefalico raggiunto dal trombo neoplastico (Sistema di Stadiazione di Novick), invasione neoplastica della parete cavale, e vari aspetti delle scelte chirurgiche, quali l’accesso e la durata dell’intervento, le tecniche di trombectomia, la necessità di resezione della parete cavale e la radicalità della rimozione del trombo Risultati Sono stati analizzati 200 pazienti, dei quali; 39 pazienti avevano un basso performance status (CCI ≥ 4); il livello di Novick raggiunto dal trombo era pari a 0 in 121 pazienti (60,5%), I in 22 (11%), II in 18 (9%), III in 31 (15,5%) e IV in 8 (4%); in 26 casi è stata riscontrata invasione neoplastica della parete cavale, con conseguente necessità di resezione della parete venosa; l’accesso più comunemente scelto è stata la laparotomia mediana, combinata a stereotomia e bypass circolatorio in 7 pazienti di livello IV. Per quanto riguarda le scelte chirurgiche, in 52 pazienti (67,53%) è stata effettuata la cavotomia, mentre in 25 (32,47%) si è preferita la digitoclasia. 91 pazienti hanno richiesto trasfusioni ematiche durante l’intervento; complicanze intra-operatorie si sono verificate nel 21,12% dei casi, mentre complicanze post-operatorie nel 37,7%. Discussione E’ stata riscontrata una sopravvivenza mediana significativamente maggiore nei pazienti con neoplasia localizzata (N0M0) e con alto grado di differenziazione rispetto ai pazienti con carcinoma metastatico e scarsamente differenziato. Una trombectomia radicale ha permesso di ottenere una sopravvivenza mediana significativamente maggiore rispetto ai casi di rimozione parziale del trombo neoplastico. Gli altri aspetti della chirurgia del carcinoma renale con trombo cavale non hanno avuto alcun impatto statisticamente significativo sulla sopravvivenza cancro specifica. Conclusioni Con questo studio è stato confermato il ruolo dei classici fattori prognostici anatomici e clinici, quali estensione neoplastica, stadiazione, grado di differenziazione, e presenza di comorbilità. Al contrario, quelli che potevano essere proposti come fattori prognostici chirurgici non impattano sull’esito della malattia. Soltanto la radicalità della trombectomia può prolungare la sopravvivenza di pazienti con diagnosi di carcinoma renale con trombosi all’interno della vena cava inferiore.
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