VEDOVA A C IST , VASARELY, CATTELAN I ST quell'inquieto Noveceato protagoiista al «Lucca centeD> QUANDO si parla di pittura del `900 italiano , in genere si intende quella espressione caratteristica dettata da artisti come Carrà, Sironi e altri che facevano una pittura che aveva nelle stimmate il trascendente. Ma il'900 italiano comprende i Macchiaioli , i futuristi, i metafisici (e del resto Carrà appartenne anche a queste due correnti), e ha dato vita a numerosi artisti che si sono distinti per originalità e corpo creativo. La mostra che è stata inaugurata al Lucca Center of Contemporary Art, Inquieto Novecento. Vedova, Vasarely, Christo, Cattelan, Hirst e la genesi del terzo millennio, basata soprattutto sulla collezione R.E.D., ha fondamentalmente lo scopo di fare una carrellata di questo secolo che, come ha detto Maurizio Vanni direttore del Lu .C.C.A. e curatore dell'esposizione insieme a Stefano Cecchetto , «passa dall'abitudine all'inquietudine. Si vuol raccontare, in modo aperto una storia, non la storia - ha proseguito Vanni -, di momenti particolari per cui viene fatto di domandarsi se esiste ancora un'arte vera, capace di raccogliere gli impulsi creativi oppure è un grande bluff. Per questo abbiano iniziato il percorso di conoscenza, non in maniera consueta, ma partendo proprio da quegli artisti che hanno cercato di ri-scrivere la storia dell'arte andando oltre i parametri accademici di pittura e scultura. Ne sono scaturite opere ORIGINALE II direttore Maurizio Vanni ha curato la mostra con Stefano Cecchetto originali, sperimentazioni artistiche e provocatorie, irriverenti, ma sempre al passo con una società dinamica e in continua evoluzione». LA MOSTRA cercherà di accentrare l'interesse su alcuni terremoti stilistici e del pensiero che hanno condotto l'arte visiva verso territori e traguardi imprevedibili e imprevisti. Si è trattato di mescolare le carte di una partita che sembrava appianata e che invece è illogica logica e ha creato i presupposti di una cultura, per definizione retorica, moderna, viva e in continua sperimentazione. «L'evento - come ha specificato Maurizio Vanni non si pone certo come risposta assoluta a tanti interrogativi, ma vuole alimentare dubbi e aprire un dibattito visivo per rivedere alcuni codici storico-artistici dati per certi e che, proprio in virtù dell'evoluzio- ne di questi ultimi decenni, devono essere analizzati da ottiche differenti». In occasione della preview, il presidente del Museo Angelo Parpinelli, ha accennato ai 5 anni di vita del Centro che ha inciso fortemente nella cultura della nostra città per la conoscenza dell'arte contemporanea. Quindi il co-curatore della mostra Stefano Cecchetto, prima di condurre gli invitati alla visita della mostra, ha fatto un'interessante disamina del valore del collezionismo che sta prendendo piede e, siccome sceglie, è più valido, dal punto di vista dell'importanza delle opere, dei musei. Era presente Giovanni Jacopetti della Gesam che si è detto lieto di contribuire come sponsor alla manifestazione, e l'artista espositore Gianfranco Meggiato. L'esposizione resterà aperta fino al 22 giugno. Mario Rocchi
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