Manfredi Catella (Hines): dalla sostenibilità al territorio, i punti che il governo deve inserire in agenda di Teresa Potenza Intervista all'amministratore delegato di Hines Italia, in occasione del Forum sulla finanza sostenibile (Il Ghirlandaio) Milano, 12 nov. Istituire dei tavoli di lavoro (veri) per far emergere le necessità del settore. E farle poi pervenire a un altro tavolo, a Roma: quello del governo. Una necessità tanto più impellente, da quando il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha tralasciato alcuni punti fondamentali per il settore immobiliare, nella sua vita alla nuova sede Alcatel-Lucent a Milano, giovedì 6 novembre. E così, l'incontro che si è tenuto alla Fondazione Catella il giorno successivo alla visita di Renzi, nell'ambito del Forum sulla finanza sostenibile, ha offerto l'occasione per mettere a confronto gli operatori del settore e cercare di individuare un percorso comune. Con un obiettivo duplice: acquisire maggiore consapevolezza da una parte, e incidere di più sulle scelte prese a livello nazionale affinché queste possano davvero servire a spingere il settore. Tutto il lavoro ruota intorno a un elemento: il territorio. Premessa del percorso, che dovrà portare a un futuro davvero sostenibile, sono due questioni in particolare, stando all'amministratore delegato di Hines in Italia Manfredi Catella,che Il Ghirlandaio ha intervistato a margine dell'incontro. “Il primo punto, più generale, è legato a guardare il territorio come risorsa di sviluppo economico”: non solo immobili da vendere, quindi, il che implicherebbe una visione troppo ristretta. “È anche l'impatto che operazioni di riqualificazione generano, con un indotto sull'economia molto più ampio”, fa notare Catella. “Il secondo punto è che, siccome l'industria che opera sul territorio alla fine è responsabile di una cattiva reputazione in questi decenni, adesso dovremmo diventare noi i più virtuosi”. Come? “Proponendo determinati comportamenti e determinate regole aziendali e di investimento per tutti noi, attraverso per esempio un tavolo come quello che si è creato insieme alla Fondazione Forum di Finanza sostenibile e, soprattutto, agli imprenditori che si stanno aggregando” risponde Catella, “da cui far emergere indicazioni molto precise al governo”. Gli esempi concreti non mancano. Per restare in tema di sostenibilità, “ritengo che gli incentivi dati a livello energetico e di sostenibilità siano del tutto inadeguati in Italia” sostiene l'amministratore delegato. Il contributo degli operatori del settore deve allora essere innanzitutto quello di “analizzare ciò che è stato fatto in altri Paesi, quelli più avanzati: vediamo che cosa è stato fatto in Italia, vediamo quali sono le differenze, perché funzionano e perché non funzionano e, a questo punto, avere una proposta e una raccomandazione molto precisa”. Solo così, dunque, si può evitare che vengano dati degli incentivi che, nonostante siano il risultato di uno sforzo magari importante, non sono sufficienti e gli investitori non sono messi nelle condizioni di “trasformare quel patrimonio storico che noi abbiamo e che rimane con dei problemi, come si vive anche a Milano, dove il centro storico si svuota” puntualizza Catella. D'altra parte non si può comunque negare che, se succede questo, anche la regola da sola non basta: “Il pubblico non investe, eppure ha leve straordinarie per incentivare il privato a investire: evidentemente questo incontro non c'è ancora”. E qui torniamo al contributo che il privato può fornire: “ Noi, come professionisti e operatori, dobbiamo spiegare al governo ciò perché non sta avvenendo e proporre come fare: questo secondo me fa parte della responsabilità che tutti noi ci troviamo a vivere”. Il discorso sul territorio porta in sé un tema sempre più sentito negli ultimi tempi, cioè la connessione tra territorio e sviluppatori immobiliari: “Sviluppo vuol dire creatività, perché per avere una visione sul territorio bisogna incaricare architetti e altre professioni creative” spiega Catella. “Ma significa poi innovazione, perché si deve trasformare o costruire, che a sua volta significa materiali, sostenibilità e via dicendo. E ancora, vuol dire qualità che, in quanto tale, produce reputazione e valore sul territorio”, anche a livello internazionale.
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