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427IT14PR06996-01
Volume 7, Numero 1, Settembre 2014
Cod. L3763
GIORNALE ITALIANO di
Abatacept nel trattamento dell’artrite reumatoide in Italia:
Progetto SuSTAin – analisi del valore di un Programma
di Somministrazione Territoriale del farmaco
Analisi del valore di un Programma di Somministrazione Territoriale di Abatacept
M.I. Famà • U. Ecari • A. Afeltra • B. Capuano • G. Carlino • N. Carrozzo •
A. Gattamelata • B. Kroegler • M. Lo Vullo • U. Massafra • A. Migliore •
G. Minisola • M. Muratore • R. Perricone • L. Quarta • N. Santoro •
C. Scioscia • F. Sensi • G. Vicario
Giornale Italiano di
Health Technology Assessment
Volume 7, Numero 1, Settembre 2014
ISBN 978 88 6756 117 9
ISSN 2035-3510
Redazione
Elena Bernacchi
Sara di Nunzio
Claudio Oliveri
Produzione
Loredana Biscardi
Via Decembrio, 28
20137 Milano
© 2014 Springer Healthcare Italia S.r.l.
Giornale Italiano di Health Technology Assessment. Registrazione del Tribunale di Milano n. 262 del 24 aprile 2008
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BMSCAA7669
Abatacept nel trattamento dell’artrite reumatoide in Italia: Progetto SuSTAin –
analisi del valore di un Programma di Somministrazione Territoriale
del farmaco
Analisi del valore di un Programma di Somministrazione Territoriale di Abatacept
M.I. Famà • U. Ecari • A. Afeltra • B. Capuano • G. Carlino • N. Carrozzo • A. Gattamelata • B. Kroegler • M. Lo Vullo •
U. Massafra • A. Migliore • G. Minisola • M. Muratore • R. Perricone • L. Quarta • N. Santoro • C. Scioscia • F. Sensi • G. Vicario
Abstract Background To evaluate the benefits of the Programme SuSTAin in terms of patients’ adherence to treatment
and reduction of costs.
Methods SuSTAin is a free Support Programme, provided to
Rheumatoid Arthritis (RA) patients and Clinical Centers. Its
value has been assessed in terms of treatment adherence and
quality of life. Activities and costs have been assessed through
the SuSTAin administrative database.
Results From November 2010 to February 2013, 828 infusions (at patient’s home or in dedicated Infusional Centers)
have been provided to patients enrolled in SuSTAin, with a
decrease in time spent to reach the Clinical Center and visit
waiting time, evaluated about 150 minutes per Patient per infusion. We valued transfer and waiting time per infusion, and
Patients save on average about 30 Euros of costs for transfer
and about 52 Euros for working hours. Data showed that 65%
of Patients need to be transferred with the help of a Caregiver, so calculated benefits in terms of time and working hours
savings should be extended to them. Published data showed
improved adherence to abatacept (Orencia®), at an average
compliance of 99% and up to 100% in some cases, when
activities are performed at Patient’s home, compared with a
93% when activities are performed at Clinical Centers.
Conclusions SuSTAin represents a valuable support to treatment management for RA patients, improving both their adherence to therapy and quality of life.
M.I. Famà ()
Programme Manager Domedica S.r.l., Viale Regina Margherita 37,
00918 Roma, Italy
Tel. +39 06 3246711, Cell. +39 345 2810907, Fax +39 06 99334176
e-mail: [email protected]
B. Kroegler, R. Perricone
UOC Reumatologia, Policlinico Tor Vergata, Roma, Italy
U. Ecari
Medical Director Domedica S.r.l., Roma, Italy
G. Minisola
Past President della Società Italiana di Reumatologia; Divisione di
Reumatologia, Ospedale “San Camillo”, Roma, Italy
A. Afeltra, M. Lo Vullo
UOC Medicina Clinica e Reumatologia, Università Campus
Bio-Medico, Roma, Italy
B. Capuano
Ospedali Riuniti, Foggia, Italy
G. Carlino
Ambulatorio di Reumatologia, Poliambulatorio Territoriale AUSL
LE/2, Lecce, Italy
N. Carrozzo
Ambulatorio di Reumatologia, Distretto di San Severo, ASL Foggia,
Foggia, Italy
A. Gattamelata
UOC Reumatologia, Sapienza Università di Roma, Roma, Italy
Introduzione
L’artrite reumatoide (AR) è una poliartrite infiammatoria cronica,
disabilitante e progressiva, a carico delle articolazioni sinoviali.
U. Massafra, A. Migliore
UOS Reumatologia, Ospedale San Pietro Fatebenefratelli, Roma, Italy
M. Muratore, L. Quarta
UO Reumatologia, Ospedale “A. Galateo”, San Cesario di Lecce (LE),
Italy
N. Santoro
Reumatologia Universitaria, Foggia, Italy
C. Scioscia
Reumatologia, Università degli Studi di Bari, Bari, Italy
F. Sensi
Divisione di Reumatologia, Ospedale “San Camillo”, Roma, Italy
G. Vicario
Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria, Regione
Lazio, Italy
Giornale Italiano di Health Technology Assessment (GIHTA) - Volume 7, Numero 1, Settembre 2014
1
M.I. Famà et al.
Il picco di incidenza della patologia si rileva nella quinta
decade di vita, benché siano disponibili evidenze di un esordio anche più tardivo della malattia [1].
Gli studi epidemiologici sull’AR, considerati nel loro insieme, riportano, a seconda dell’etnia, del sesso e della latitudine, valori altamente diversificati di prevalenza (da 0,33%
a 6,8%) e di incidenza (da 12 a 1200 ogni 100.000 abitanti)
[2-9].
Limitatamente all’Europa, l’AR sembra essere più frequente nelle popolazioni del Nord Europa; nelle popolazioni
del bacino del Mediterraneo sembra essere meno severa e con
meno frequenti manifestazioni extra-articolari.
Per quanto riguarda l’Italia, diversi studi confermano una
bassa prevalenza di AR.
Cimmino et al. hanno evidenziato, in un’indagine epidemiologica condotta nel comune di Chiavari, una prevalenza
nella popolazione generale dello 0,33% (0,13% nel sesso maschile e 0,51% nel sesso femminile) [9]. Salaffi et al., in una
valutazione del 2005, hanno riportato una prevalenza di AR
in Italia dello 0,46% [10].
In ogni caso, è stata dimostrata una maggiore prevalenza
nel sesso femminile, con un rapporto uomo/donna di circa
1:4, per un totale di circa 410.000 pazienti con AR [11,12].
Per quanto attiene alla disabilità, si stima che circa l’80%
dei soggetti con AR presenti disabilità a 20 anni dall’esordio
della malattia [13]. L’AR è progressiva, con fasi di riacutizzazione e peggioramento. Secondo i dati del Rapporto Sociale
dell’Associazione Nazionale Malati Reumatici (ANMAR),
il 22,7% dei pazienti lavoratori interpellati ha dichiarato che
è stato costretto a modificare la propria attività lavorativa a
causa della patologia: il dato è direttamente proporzionale
alla durata della malattia e al relativo grado di evoluzione,
raggiungendo il 30,1% tra coloro che hanno avuto diagnosi di
AR da più di 10 anni; più del 10,4% di questi soggetti è stato
costretto a cambiare lavoro. C’è poi una considerevole percentuale di lavoratori che hanno riportato episodi di ripetuta
assenza dal lavoro a causa della malattia: il 35% tra i soggetti
di età inferiore ai 44 anni e il 43,6% tra i soggetti di età compresa tra 44 e 65 anni che hanno segnalato di essersi assentati
dal lavoro nell’ultimo mese prima dell’indagine [14].
Alcuni studi hanno dimostrato che la sopravvivenza migliora grazie a una diagnosi precoce e all’impiego di nuovi e
più aggressivi regimi terapeutici antireumatici [15].
Il trattamento farmacologico dell’AR si basa sull’utilizzo
di molecole a effetto sintomatico [farmaci antinfiammatori
non steroidei (FANS) e corticosteroidi] e principi attivi che
rallentano la progressione della malattia (disease modifying
antirheumatic drugs, DMARD). Tra i DMARD biologici
sono disponibili gli anti-TNFα come adalimumab, etanercept e infliximab, e biologici con diverso meccanismo d’azione come abatacept, rituximab e tocilizumab. Abatacept è
2
indicato in combinazione con metotressato nel trattamento di
pazienti affetti da AR di grado da moderato a severo non responsivi a precedenti trattamenti con DMARD.
Le terapie biologiche hanno cambiato la storia delle malattie reumatiche, assicurando livelli elevati di efficacia e sicurezza. Tuttavia, anche nell’ambito di questo tipo di trattamento permangono aree di insoddisfazione, legate per lo più alle
modalità di somministrazione.
I farmaci biologici hanno due diverse modalità di somministrazione: alcuni sono somministrati per via sottocutanea,
altri per via infusiva.
A oggi, abatacept prevede la somministrazione per via infusiva ogni 28 giorni. Questa modalità di somministrazione
richiede che il paziente si rechi con una certa periodicità al
Centro di Reumatologia per effettuare la somministrazione
del farmaco. Se da una parte questa modalità di somministrazione necessita dello spostamento del paziente al Centro di
Reumatologia, dall’altra consente di monitorare il paziente
rispetto alla sua aderenza alla terapia ed eventuali eventi avversi.
Per migliorare la qualità di vita dei pazienti e supportarli nella gestione della terapia, in Italia è attivo dal 2010 il
Programma SuSTAin (Servizio di Somministrazione Territoriale di Abatacept), un programma di assistenza nato dalla
collaborazione tra Domedica (Roma, Italy) e Bristol-Myers
Squibb (Roma, Italy) per la somministrazione territoriale del
farmaco abatacept; il Programma è attualmente attivo in due
Regioni – Lazio e Puglia – e prevede la somministrazione
presso il domicilio del paziente o presso Centri Infusionali
dislocati sul territorio in modo da limitare gli spostamenti dei
pazienti affetti da AR.
I soggetti affetti da AR in cura con abatacept ricevono informazioni sul Programma SuSTAin presso il Centro di Reumatologia responsabile della loro terapia. L’adesione è totalmente gratuita e consente al paziente di avere accesso a diverse risorse messe a disposizione da Domedica (Roma, Italy):
un Contact Centre dedicato, una rete di infermieri specializzati nella gestione della terapia e un team di reumatologi.
Il reumatologo, che rimane sempre il punto di riferimento
del paziente per tutti gli aspetti terapeutici, individua i pazienti che ritiene eleggibili per il Programma SuSTAin e questi, su
base volontaria e gratuita, possono aderire.
Il Contact Centre è il primo punto di contatto e di supporto
per il paziente: chiamando il numero verde dedicato il paziente (o eventualmente il caregiver) parla con operatori specializzati di Domedica (Roma, Italy) per avere informazioni sul
Programma (es. modalità per aderire, Centri di Reumatologia
che hanno aderito ecc.), organizzare un’infusione, o spostare il
giorno e l’orario di un’infusione precedentemente organizzata.
Il Contact Centre garantisce il rispetto dei livelli di servizio offerti dal Programma e ha periodicamente contatti con
Giornale Italiano di Health Technology Assessment (GIHTA) - Volume 7, Numero 1, Settembre 2014
Abatacept nel trattamento dell’artrite reumatoide in Italia: Progetto SuSTAin
il paziente per rilevare eventuali esigenze e monitorare l’andamento del Programma; inoltre, gestisce la rendicontazione
puntuale delle attività svolte dai reumatologi e dagli infermieri e organizza il calendario infusivo dei pazienti.
Il paziente inserito nel Programma SuSTAin beneficia di
un infermiere a lui dedicato, specializzato nella gestione della
terapia. L’infermiere effettua ogni 28 giorni la somministrazione del farmaco a domicilio del paziente o presso Centri
Infusionali dedicati. In questo secondo caso l’infusione è supervisionata da un reumatologo e più somministrazioni possono essere effettuate contemporaneamente.
La somministrazione del farmaco avviene in luoghi diversi a seconda della Regione in cui il programma è attivo: nel
Lazio, viste le caratteristiche logistiche della Regione e in
particolare della città di Roma, dov’è concentrata la maggior
parte dei pazienti laziali inseriti nel Programma SuSTAin, per
rispondere maggiormente alle esigenze dei pazienti le infusioni avvengono al domicilio del paziente, mentre in Puglia
presso Centri Infusionali dedicati, dislocati sul territorio per
minimizzare gli spostamenti e sotto la supervisione di un reumatologo. In Puglia, per i pazienti con difficoltà a raggiungere il Centro Infusionale, su indicazione del reumatologo di
riferimento è possibile prevedere l’infusione al domicilio del
paziente.
Il farmaco viene ritirato presso le farmacie territoriali o
presso le farmacie ospedaliere direttamente dai pazienti o
dall’infermiere di Domedica (Roma, Italy), opportunamente
delegato dal paziente, in modo da fornire un servizio completo ai pazienti stessi e ridurre al minimo gli spostamenti e le
difficoltà logistiche del paziente e del caregiver.
Scopo del presente lavoro è fornire una valutazione del
Programma SuSTAin in termini di valore per i pazienti e i
Centri di Reumatologia.
fici per i pazienti e i Centri di Reumatologia che aderiscono al
Programma SuSTAin.
Metodi
La presente ricerca consiste in uno studio di valutazione dei
benefici per i pazienti e i Centri di Reumatologia che aderiscono al Programma SuSTAin.
Fonte dei dati
Per descrivere l’entità delle attività assistenziali erogate
nell’ambito del Programma SuSTAin e i benefici che ne derivano, si è provveduto all’analisi del database che gestisce
tutta la complessa logistica del Programma assistenziale.
I dati analizzati si riferiscono al periodo compreso tra l’11
novembre 2010 (data di ingresso del primo paziente) e il 28
febbraio 2013.
All’interno di questo database vengono registrati tutti i
dati anagrafici del paziente e del caregiver, se presente, le
informazioni relative al piano terapeutico, alle attività erogate
e ai risultati dei questionari di soddisfazione periodicamente
somministrati al paziente.
L’analisi del database SuSTAin e la raccolta dei dati sono
effettuate da Domedica (Roma, Italy) aggregando le informazioni in maniera del tutto anonima. Tramite l’analisi dei servizi compresi nel Programma vengono identificate le variabili
chiave per descriverne in maniera quantitativa le attività.
Parametri considerati
Obiettivo
Le variabili analizzate sono:
1. tipologia della casistica (età, sesso, Centro di Reumatologia di provenienza e luogo di infusione all’interno del
Programma);
2. tempo di permanenza nel Programma;
3. volume di attività erogate per paziente.
L’avvento dei farmaci biologici ha avuto un impatto rilevante
sul trattamento dell’AR, consentendo a molti pazienti di ottenere miglioramenti significativi della loro condizione clinica.
Abatacept, farmaco biologico infusivo, viene somministrato
a intervalli di 28 giorni con una durata dell’infusione di circa 30 minuti, in assenza di premedicazioni e di particolari
precauzioni post-infusione. Tali caratteristiche consentono
l’avvio di un servizio di somministrazione territoriale del farmaco (domiciliare e ambulatoriale) con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità alle cure, l’aderenza ai piani terapeutici e
la qualità di vita dei pazienti, liberandoli dai vincoli logistici derivanti dalla necessità di effettuare l’infusione presso il
Centro di Reumatologia, nonché di aumentare l’aderenza al
trattamento. La presente ricerca si propone di valutare i bene-
Il volume di attività viene analizzato calcolando il numero
di infusioni effettuate per ogni paziente nell’ambito del Programma SuSTAin.
Per ogni paziente è possibile calcolare la distanza dal Centro di Reumatologia avendo l’indirizzo esatto del suo domicilio, ipotizzando quest’ultimo come punto di partenza e arrivo
e scegliendo sempre, in modo conservativo, il tratto più breve
segnalato dal motore di ricerca.
Partendo dai chilometri effettuati è possibile valorizzarli in
termini economici come costi di carburante e pedaggi, utilizzando le tabelle dell’Automobile Club Italia (ACI).
I tempi di attesa sono invece calcolati raccogliendoli direttamente dai pazienti: a ognuno di loro è stato richiesto dal
Contact Centre nel momento di ingresso nel Programma. Es-
Giornale Italiano di Health Technology Assessment (GIHTA) - Volume 7, Numero 1, Settembre 2014
3
M.I. Famà et al.
casa. Dall’inizio del Programma al 28 febbraio 2013, l’attività effettuata in termini di numero di infusioni somministrate
ai pazienti in Programma è di 828 infusioni (Tab. 2), di cui
562 in Puglia e 266 nel Lazio.
Per questi pazienti effettuare le infusioni nel Programma SuSTAin, calcolando il tempo legato allo spostamento
e all’attesa che avrebbero avuto al Centro di Reumatologia,
permette di risparmiare più di 150 minuti a paziente per
60
50
N. pazienti
sendo una dichiarazione del paziente, in alcuni casi il dato
può essere non del tutto esatto (una percentuale considerevole
di pazienti non ha voluto dichiarare questo dato). Con i dati
dei tempi di attesa è possibile calcolare – unitamente al tempo
di infusione – i costi di parcheggio sostenuti dai pazienti.
Calcolato il risparmio in termini di tempo per ogni singolo
paziente, si ipotizza come questo possa essere considerato – per
i pazienti lavoratori – come tempo non perso in prestazioni
lavorative e valorizzato economicamente secondo le tabelle
Istat.
La stessa considerazione viene fatta per i caregivers: il 65%
dei pazienti si muove solo se accompagnato e il caregiver
è sempre un lavoratore [dati raccolti dal Contact Centre di
Domedica (Roma, Italy)].
Infine, il tempo dell’infusione, non avvenendo più presso i
Centri di Reumatologia, è un tempo che la struttura può riallocare in altre attività.
7
40
Maschi
30
4
46
20
28
10
0
Misurazione della compliance
Lazio
Risultati
Benefici per i pazienti
Al 28 febbraio 2013, 85 pazienti sono gestiti nell’ambito del
Programma SuSTAin. Di questi, 11 sono di sesso maschile e
74 di sesso femminile, 53 residenti nella Regione Puglia e 32
nella Regione Lazio (Fig. 1).
I pazienti provengono da 11 diversi Centri di Reumatologia, 5 nel Lazio e 6 in Puglia (Tab. 1); le caratteristiche demografiche di questi pazienti sono riportate nelle Figure 2 e 3.
In media, i pazienti inseriti nel Programma hanno 58 anni
di età e sui 61 pazienti che hanno dichiarato la loro situazione
lavorativa solo 19 lavorano e alcuni effettuano anche lavori
particolarmente usuranti (es. 2 braccianti agricoli). Inoltre, il
65% dei pazienti si muove solo se accompagnato da un caregiver, perché non automunito, invalido o particolarmente
stanco dopo l’infusione per affrontare da solo il ritorno a
Puglia
Figura 1 Pazienti del Programma per Regione.
Tabella 1 Provenienza dei pazienti del Programma
Lazio
AO Campus Biomedico
AO Policlinico Umberto I
AO San Camillo – Forlanini
AO Tor Vergata
Ospedale San Pietro Fatebenefratelli
Totale 32
4
8
6
5
9
Puglia
AO Policlinico di Bari
Ospedale di Gagliano del Capo
Ospedale Melli
Ospedale Miulli
Ospedale Riuniti
Ospedale San Cesario
Totale 53
16
5
1
1
14
16
Totale complessivo
85
35
31
30
25
N. pazienti
La compliance viene misurata per ogni singolo paziente; nel
database si registra la data in cui viene effettuata l’attività infusiva ed è quindi possibile calcolare sia il numero di infusioni effettuate sia la compliance, confrontando la distanza delle
infusioni di ogni singolo paziente con i 28 giorni, che sono il
riferimento da scheda tecnica.
Nei casi in cui il paziente ha manifestato problemi di salute
che hanno causato il posticipo dell’infusione (es. febbre), il
calcolo della compliance è ripartito non tenendo conto del
ritardo generato da problemi di salute.
4
Femmine
20
17
17
15
14
10
5
0
5
1
25-35
anni
35-45
anni
45-55
anni
55-65
anni
65-75
anni
75-85
anni
Figura 2 Età dei pazienti del Programma.
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Abatacept nel trattamento dell’artrite reumatoide in Italia: Progetto SuSTAin
Disoccupato
infusione, tempi che risparmiano anche i loro caregivers
(Fig. 4). Per i caregivers, qualora la somministrazione avvenga al domicilio, si somma anche il risparmio dei tempi
di infusione, stimato in 60 minuti, portando il risparmio di
tempo del caregiver a circa 210 minuti per ogni infusione.
Per quantificare il tempo risparmiato da ogni paziente in
termini di spostamento si calcola la distanza dello stesso dal
Centro di Reumatologia dove si sarebbe dovuto recare per effettuare l’infusione.
Calcolando gli spostamenti in termini di chilometri effettuati dai pazienti emerge che nel Lazio il paziente più distante
dal proprio Centro di Reumatologia risparmia per ogni infusione 300 km A/R, mentre in Puglia 387 km A/R, distanza
che infatti si annulla se nell’ambito del Programma l’infusione è effettuata al domicilio e che tendenzialmente tende a
2
Impiegato/operaio
15
Pensionato
15
Casalinga
25
Non dichiarato
24
Altro
4
0
5
10 15 20
N. pazienti
25
30
Figura 3 Professione dei pazienti del Programma.
Tabella 2 Numero di infusioni effettuate ai pazienti del Programma
ID paziente
Regione
Infusioni
ID paziente
Regione
Infusioni
ID paziente
Regione
Lazio
Infusioni
9
01
Puglia
29
29
Puglia
16
57
02
Puglia
26
30
Puglia
16
58
Lazio
10
03
Puglia
27
31
Puglia
14
59
Puglia
5
Lazio
7
04
Puglia
27
32
Puglia
15
60
05
Puglia
27
33
Puglia
14
61
Lazio
10
06
Puglia
7
34
Lazio
7
62
Puglia
9
07
Puglia
23
35
Lazio
13
63
Puglia
8
08
Lazio
22
36
Lazio
13
64
Puglia
1
09
Lazio
0
37
Lazio
0
65
Puglia
2
10
Lazio
23
38
Lazio
0
66
Puglia
7
11
Lazio
19
39
Lazio
8
67
Puglia
2
12
Puglia
18
40
Puglia
13
68
Puglia
7
13
Puglia
10
41
Puglia
13
69
Lazio
2
14
Puglia
21
42
Lazio
5
70
Puglia
8
15
Puglia
7
43
Lazio
8
71
Puglia
0
16
Puglia
7
44
Lazio
12
72
Puglia
5
17
Puglia
2
45
Lazio
13
73
Lazio
3
18
Puglia
2
46
Lazio
9
74
Puglia
6
19
Puglia
1
47
Lazio
0
75
Puglia
5
20
Puglia
1
48
Lazio
12
76
Puglia
5
21
Puglia
19
49
Lazio
6
77
Puglia
5
22
Puglia
20
50
Lazio
15
78
Puglia
3
79
Lazio
3
23
Puglia
7
51
Lazio
11
80
Puglia
2
24
Puglia
18
52
Lazio
11
81
Puglia
0
25
Puglia
14
53
Lazio
2
82
Puglia
1
26
Puglia
19
54
Puglia
10
83
Lazio
0
27
Puglia
17
55
Lazio
11
84
Puglia
1
28
Puglia
19
56
Lazio
2
85
Puglia
1
Giornale Italiano di Health Technology Assessment (GIHTA) - Volume 7, Numero 1, Settembre 2014
5
M.I. Famà et al.
55
Sì
13
No
17
Dato non pervenuto
0
10
20
30
40
50
60
N. pazienti
Figura 4 Pazienti del Programma con caregivers
ridursi se l’infusione è effettuata presso un Centro Infusionale
Domedica (Roma, Italy).
In media, per recarsi presso il Centro Clinico ed effettuare
le infusioni i pazienti si spostano per 89 km (andata e ritorno),
con il 20% dei pazienti che effettua più di 150 km (Fig. 5).
Ipotizzando una velocità media di percorrenza di circa 60
km/h, velocità che tiene conto del traffico e dei limiti urbani,
in media ogni paziente risparmia 90 minuti di spostamento
a infusione (andata e ritorno). Inoltre, poiché il 65% dei pazienti ha un caregiver, lo stesso tempo è risparmiato anche da
quest’ultimo.
Il tempo che ogni paziente risparmia comprende anche
l’attesa al Centro di Reumatologia.
Le infusioni nell’ambito del Programma SuSTAin, sia che
avvengano al domicilio del paziente o presso i Centri Infusionali, riducono a zero l’attesa. Diversamente, presso i Centri
di Reumatologia, in alcuni casi i pazienti devono attendere
anche più di 2 ore (Fig. 6), con un’attesa media stimata in
circa 60 minuti. Come nel caso dello spostamento, anche per
l’attesa, qualora sia presente un caregiver, il tempo è risparmiato anche da quest’ultimo.
Lo spostamento di ogni singolo paziente può essere valorizzato in termini sia di tempo risparmiato, sia di costi non sostenuti (es. benzina, pedaggi, parcheggi). Sommando tutti gli
elementi descritti, in media per ogni infusione si risparmiano
circa 30 euro di costi di spostamento.
Il calcolo viene effettuato valorizzando i chilometri secondo la tabella ACI e considerando come vettura di riferimento
una FIAT Panda 2012 1.2 – 69 CV con circa 20.000 km, calcolando gli effettivi costi di pedaggio se sostenuti e considerando i costi di parcheggio ipotizzando un costo medio di
1 euro per singola ora.
Nel caso del paziente pugliese, che per recarsi al Centro di
Reumatologia percorre circa 387 km A/R, il risparmio per lo
spostamento per le infusioni a oggi effettuate nel Programma
SuSTAin è di 2400 euro.
Il tempo risparmiato dai pazienti e dagli eventuali caregivers
per lo spostamento e l’attesa può essere valorizzato anche in
termini di prestazioni lavorative non perse. Per valorizzare
economicamente il tempo risparmiato dai pazienti vengono
considerati solo i pazienti che attualmente svolgono un’attività lavorativa e si valorizza il tempo risparmiato con la retribuzione oraria del lavoro contenuta nelle Tabelle Istat 2010
(retribuzione media oraria). La stessa valorizzazione viene
applicata per i pazienti accompagnati da un caregiver.
In totale, a oggi il risparmio calcolato in termini di prestazioni lavorative ammonta a più di 31.000 euro per i caregivers
e a 12.000 euro per i pazienti, con un risparmio medio per
infusione di circa 52 euro.
Al costo per gli spostamenti, per i pazienti che non hanno l’esenzione, potrebbe aggiungersi il costo del ticket per la
prestazione. Prendendo come riferimento il costo del ticket
nel Lazio (23 euro a prestazione), il paziente che nell’anno
esegue 13 infusioni (ossia ha una compliance vicina al 100%)
dovrà spendere circa 300 euro/anno di ticket per prestazioni
sanitarie.
I benefici per i pazienti non sono solo di tipo quantitativo,
ma anche qualitativo. Ai pazienti che hanno aderito al Pro-
30
N. pazienti
25
28
60-120 minuti
15
17
5
19
30-60 minuti
15-30 minuti
10
8
5
19
15
0-15 minuti
8
19
Dato non pervenuto
0
0-30 km
30-50 km
50-100
km
Figura 5 Distanza A/R dal Centro Clinico.
6
8
> di 120 minuti
24
20
100-150
km
N. pazienti
Oltre i
150 km
Figura 6 Tempi di attesa.
Giornale Italiano di Health Technology Assessment (GIHTA) - Volume 7, Numero 1, Settembre 2014
Abatacept nel trattamento dell’artrite reumatoide in Italia: Progetto SuSTAin
gramma SuSTAin nel Lazio nel periodo compreso tra gennaio 2011 e dicembre 2012, sono state somministrate delle
interviste di profondità promosse e coordinate dall’Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio (ASP Lazio) e
realizzate da antropologhe esperte del settore. Le interviste
hanno permesso di esplorare tre principali ambiti di riflessione: la malattia dal punto di vista del paziente (illness), le
risorse terapeutiche connesse all’AR e la percezione di questi servizi da parte dei pazienti, i percorsi terapeutici messi
in atto da soggetti con AR, inclusa la gestione domestica
della salute.
Dalle interviste è emerso che il Programma SuSTAin ha
permesso ai pazienti di gestire meglio l’attività lavorativa; potendo scegliere giorni e orari in cui svolgere l’infusione (es. la
sera o nei week-end) e non essendoci tempi di attesa, molti di
questi pazienti hanno potuto ridurre il numero di ore di permesso precedentemente richieste. Inoltre, per molti pazienti è
stato possibile riscoprire un’autonomia perduta: poter gestire
la terapia senza l’ausilio di un parente o un amico che li accompagni in ospedale. Per molti, poi, questo servizio è stato
un modo per semplificare l’iter di cura non essendo prevista
un’impegnativa tra un’infusione e l’altra, con la necessità di
un’ulteriore visita dal medico curante.
Benefici per i Centri di Reumatologia
I benefici derivanti dal Programma SuSTAin per i Centri Clinici sono quantificabili in un aumento della compliance dei
pazienti e in una riduzione degli accessi dei pazienti per attività che possono essere svolte al domicilio o in altri luoghi
di cura. In media, i pazienti del Programma sono stati infusi
ogni 28,3 giorni vs i 28 giorni previsti dalla scheda tecnica,
con una compliance del 99%.
Nel Lazio, dove le infusioni avvengono al domicilio, la
compliance dei pazienti in Programma arriva al 100%. I pazienti inseriti nel Programma hanno dichiarato, di contro, di
essere infusi presso i Centri di Reumatologia ogni 30 giorni
circa (compliance 93%).
Inoltre, i Centri di Reumatologia, non dovendo gestire le
infusioni presso i Centri, hanno gestito 828 accessi in meno,
liberando le risorse dei Centri dedicate a questa attività per un
totale complessivo di 828 ore (calcolando il tempo medio di
attività infusiva di circa 60 minuti).
siva e invalidante della patologia incide pesantemente anche
sui costi dell’assistenza sociosanitaria. Aumentare l’aderenza
terapeutica dei pazienti permette di rallentare la progressione
della malattia; occorre quindi facilitare l’accesso alle cure dei
pazienti affinché si eviti l’abbandono della terapia o comunque un’aderenza non ottimale alla stessa.
Le terapie biologiche hanno cambiato la storia delle malattie reumatiche, assicurando livelli elevati di efficacia e
sicurezza. Tuttavia, anche nell’ambito di questo tipo di trattamento permangono aree di insoddisfazione, legate per lo
più alle modalità di somministrazione. Infatti, come nel caso
di abatacept, diversi farmaci biologi devono essere somministrati per via infusiva da professionisti sanitari esperti. Ciò richiede frequenti spostamenti al Centro di Reumatologia, con
la difficoltà per molti pazienti di essere distanti dal Centro e
di doversi muovere con l’aiuto di un caregiver. Tra i biologici
infusivi, abatacept è somministrato a intervalli di 28 giorni
con una durata dell’infusione di circa 30 minuti e in assenza
di premedicazione e di particolari precauzioni post-infusione. Tali caratteristiche rendono possibile la somministrazione
territoriale del farmaco e hanno pertanto consentito l’avvio
del Programma SuSTAin, portando a una compliance dei pazienti in Programma del 99% e generando un risparmio economico per gli stessi. Ai benefici economici si aggiunge per
il paziente in Programma un rapporto più facile con la propria terapia, in cui lui è il protagonista del proprio percorso
di cura: può organizzare le infusioni in maniera autonoma,
non essendo necessario un caregiver che lo accompagni, può
svolgere le infusioni nei tempi che più rispondono alle sue
esigenze di vita (la sera, nei week-end ecc.), limitando i disagi per questi soggetti che devono convivere con una malattia
cronica e invalidante.
Inoltre, non dovendo gestire le infusioni i Centri di Reumatologia possono riallocare le proprie risorse per dedicarsi
ad attività a più alto valore aggiunto. I risultati di questa ricerca mostrano come l’esperienza SuSTAin, ancorché preliminare, si configuri per la Reumatologia come un esempio di
servizio innovativo per i pazienti e i Centri di Reumatologia,
poiché per i pazienti inseriti nel Programma aumenta la qualità di vita e i Centri registrano un aumento dell’aderenza al
trattamento da parte dei pazienti.
Bibliografia
Discussione e conclusioni
L’AR è una patologia cronica grave che genera, in numerosi
pazienti, un’importante disabilità con riduzione della qualità
e della durata di vita. Le manifestazioni cliniche della malattia portano a disabilità nell’80% dei casi. La natura progres-
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Giornale Italiano di Health Technology Assessment (GIHTA) - Volume 7, Numero 1, Settembre 2014
Giornale Italiano di
Health Technology Assessment
Volume 7, Numero 1, Settembre 2014
ISBN 978 88 6756 117 9
ISSN 2035-3510
Redazione
Elena Bernacchi
Sara di Nunzio
Claudio Oliveri
Produzione
Loredana Biscardi
Via Decembrio, 28
20137 Milano
© 2014 Springer Healthcare Italia S.r.l.
Giornale Italiano di Health Technology Assessment. Registrazione del Tribunale di Milano n. 262 del 24 aprile 2008
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427IT14PR06996-01
Volume 7, Numero 1, Settembre 2014
Cod. L3763
GIORNALE ITALIANO di
Abatacept nel trattamento dell’artrite reumatoide in Italia:
Progetto SuSTAin – analisi del valore di un Programma
di Somministrazione Territoriale del farmaco
Analisi del valore di un Programma di Somministrazione Territoriale di Abatacept
M.I. Famà • U. Ecari • A. Afeltra • B. Capuano • G. Carlino • N. Carrozzo •
A. Gattamelata • B. Kroegler • M. Lo Vullo • U. Massafra • A. Migliore •
G. Minisola • M. Muratore • R. Perricone • L. Quarta • N. Santoro •
C. Scioscia • F. Sensi • G. Vicario