ACCELERAZIONE DELLA PARTE SUPERIORE DEL CORPO DURANTE LA DEAMBULAZIONE DI SOGGETTI AMPUTATI TRANSTIBIALI F. Paradisi(1,2) , G. Vannozzi(1), A. Summa(1), E. Di Stanislao(3), M. Traballesi(2) , A. Cappozzo(1) (1) Centro Interuniversitario di Bioingegneria del Sistema Neuromuscoloscheletrico, Dipartimento di Scienze Motorie, Umane e della Salute, Università di Roma “Foro Italico” (2) IRCCS Fondazione Santa Lucia – Roma (3) ITOP Officine Ortopediche – Palestrina INTRODUZIONE L’osservazione dei movimenti della parte superiore del corpo fornisce informazioni sulla strategia motoria usata durante la locomozione [1]. Basandosi sulla letteratura [2], le accelerazioni lineari dei punti distribuiti sull’asse cranio-caudale a livello delle cerniere lombo-sacrale e cervico-toracica, e della testa sono stati identificati come i più efficaci descrittori del movimento di interesse. Obiettivo del presente studio è la caratterizzazione della stabilità e l’identificazione della particolare strategia motoria adottata durante la deambulazione in amputati transtibiali portatori di protesi. METODI Un campione costituito da 20 persone (19 maschi, 1 femmina; età 51 ± 12 anni, statura 1,73 ± 0,06 m), affetti da amputazione transtibiale monolaterale (7 destre e 13 sinistre), utilizzatori di protesi definitiva in grado di deambulare senza ausili, ha partecipato allo studio. Dopo la registrazione di dati anamnestici ed antropometrici (in particolare è stata misurata la lunghezza della gamba L come distanza verticale tra il gran trocantere ed il malleolo laterale) sono stati collocati tre sensori magneto-inerziali (MIMU, Opal APDM) a livello del sacro, del manubrio sternale e del capo, attraverso appositi supporti indossabili in tessuto elastico. Ciascun soggetto ha quindi eseguito, per tre volte, il test clinico “10 Meter Walking Test” a velocità di progressione auto-selezionata. Ogni prova è stata connessa a videoregistrazione per facilitare l’interpretazione clinica dei dati. Per l’analisi dei dati sono stati selezionati quattro passi per prova, scelti nel tratto in cui veniva raggiunta la velocità di regime. Sono state calcolate la velocità media v [m/s], la lunghezza [m] e la frequenza [s-1] di passo. La velocità è stata normalizzata utilizzando il numero di Froude (Fr = v2/gL, g = accelerazione di gravità). Sono stati quindi calcolati i valori quadratici medi delle accelerazioni (RMS), misurate ai diversi livelli, per ognuna delle tre direzioni antero-posteriore AP, medio-laterale ML e verticale V, nel sistema di riferimento anatomico ottenuto allineando un asse della terna locale con la gravità durante la stazione eretta. Sono stati, inoltre, calcolati i coefficienti di attenuazione Cij che descrivono la variazione dell’accelerazione passando da un livello ad uno superiore [3]. Questi coefficienti quantificano l’abilità del soggetto di attenuare le accelerazioni passando dalla pelvi (p) allo sterno (s) e dallo sterno alla testa (h) (Cps= (1-RMSs/RMSp) ·100; Csh= (1-RMS h/RMS s) ·100). RISULTATI Gli amputati hanno camminato con una velocità denotata dal numero Fr = 0,06 ± 0,01. I risultati relativi ai RMS ed ai Cij degli amputati e di un campione di 20 soggetti normodotati analizzato in uno studio precedente (età = 23 ± 3 anni, Fr = 0,24 ± 0,01) [3] sono mostrati nelle Tabelle 1 e 2 (media ± errore standard). DISCUSSIONE I risultati hanno evidenziato una diversa strategia motoria tra sani e amputati, riscontrabile, ad esempio, nei maggiori valori RMS dei secondi per i 3 livelli anatomici lungo le direzioni ML e AP, probabile indicatore di maggior instabilità rispetto ai sani nonostante gli amputati camminassero più lentamente (la componente V ha meno valore informativo). La maggiore attenuazione dalla pelvi allo sterno si è evidenziata in direzione AP nel campione sano, mentre in direzione ML per quello amputato. In generale i coefficienti Cij sono risultati essere minori negli amputati, probabile segno di problemi di controllo e/o di equilibrio precario. Tali coefficienti possono rappresentare un valido indice per la valutazione oggettiva della capacità motoria dell’individuo amputato insieme all’approccio clinico tradizionale. Obiettivo futuro sarà quello di acquisire una base di dati relativa a popolazione normodotata con età e velocità di progressione medie confrontabili con quelle degli amputati e di validare la capacità di questi indici di distinguere gli esiti di diversi interventi terapeutici. BIBLIOGRAFIA [1] Saunders JB et al. The major determinants in normal and pathological gait. J Bone Joint Surg Am 1953; vol. 35A(3):543-58 [2] Henriksen M et al. Test-retest reliability of trunk accelerometric gait analysis. Gait Posture 2004;19:288–97 [3] Mazzà C et al. Gender differences in the control of the upper body accelerations during level walking. Gait and Posture 2009; vol. 29, no.2:300-303
© Copyright 2024 ExpyDoc