uno magazine Poste Italiane s.p.a. Spediz. in Abb.to Postale 70% NE/PD Periodico d’informazione copia non in vendita in caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta (NE/PD) ANNO XXXII N° 1 - 2014 Brasile un mondo a colori UN PAESE ENORME DAI MILLE VOLTI. Una musica che risuona nella terra e nelle radici della gente, palazzi nuovi e ultramoderni a fianco di angoli dove la povertà regna ancora sovrana. Lunghissime spiagge e case pastello, a Salvador de Bahia. Ecco la terra dallo sviluppo inarrestabile e veloce, che si muove sinuosa a ritmo di “samba”. SUPERMARIO SECONDO VOI ANIMAL HOUSE VACANZE IN LIBERTÀ CONTRO LE BANCHE SI PUÒ VINCERE I “SOCIAL” PER IL 67% SONO UNA ”DROGA” È POSSIBILE PARLARE CON I NOSTRI ANIMALI? CAMPING DISCOVERY LA FIERA DEL CAMPEGGIO IN CAMPEGGIO SOMMARIO uno RUVIDO 4 magazine Poste Italiane s.p.a. Spediz. in Abb.to Postale 70% NE/PD Periodico d’informazione copia non in vendita in caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta (NE/PD) ANNO XXXII N° 1 - 2014 8 RITMI NATURALI Attenzione l’abuso può dare (in)dipendenza 58 Consigli Detox per la casa CRISI EPOCALE 59 Le energie della terra RITMI NATURALI Contro le banche si può vincere SALUTE & BENESSERE 60 Sapete cos'è l’ipertrofia prostatica? ECONOMIA & DINTORNI 12 “Condominio Italia” BRASILE UN MONDO A COLORI L’ANGOLO DI ONGARO hai un pessimo amministratore 61 L'importanza di riposare correttamente ECONOMIA & DINTORNI Tra pochi giorni, con i Mondiali di calcio, verrà catapultato dai media al centro dell’attenzione. Ma, questo immenso e contradditorio Paese, ha al proprio arco molte altre e più durature frecce da lanciare al cuore di chi se ne innamora, come spesso accade a noi italiani. 13 Severgnini le sette T per trovare SUPERMARIO SECONDO VOI ANIMAL HOUSE VACANZE IN LIBERTÀ CONTRO LE BANCHE SI PUÒ VINCERE I “SOCIAL” PER IL 67% SONO UNA” DROGA” È POSSIBILE PARLARE CON I NOSTRI ANIMALI? CAMPING DISCOVERY LA FIERA DEL CAMPEGGIO IN CAMPEGGIO lavoro e le cinque Zeta del Veneto MOSTRE IN CORSO IN COPERTINA: Copertina dedicata al Brasile, un Paese dai mille colori e dai mille volti, tutto da scoprire. Ma la patria del calcio quest’anno ospita anche i Mondiali, perciò sarà l’irrinunciabile mèta televisiva “notturna” per tutti gli appassionati. 14 Klimt, Ossessione Nordica, Matisse, Piero Manzoni e molto altro SECONDO VOI 18 Social un’autentica droga per il 67% il 56% non intercetterebbe nessuno 28 Dal ”Ted” le riflessioni di Mikko Hypponen 66 Astrobau come scegliere l’amico 29 Malati di No-mobil-phone-phobia “peloso” secondo le stelle PRONTO SOCCORSO DALLECINQUEDELLASERA 68 Luci ed ombre della sigla ICE 30 La guida ai locali giusti MOBILITÀ SOSTENIBILE VINO E DINTORNI 69 Scuol@BIS Economico 34 Vinitaly il punto Ecologico e Socializzante di riferimento mondiale COMICHE FINALI VACANZE IN LIBERTÀ 70 La vignetta di Davide Ceccon 42 Camping Discovery REPORTAGE Dati Diffusione 44 Brasile un mondo a colori REPORTAGE 50 Rio de Janeiro il cuore del popolo carioca GRANDI EVENTI irano magazine ECCO NEWS 65 Ecco il collare anti-smartphone, le insidie di Ask.fm e i dieci modi per capire le menzogne dei Media ASTRI&DISASTRI SOCIAL DIPENDENTE uno ANIMAL HOUSE 64 Asciutto è meglio CYBER CRIME C ANIMAL HOUSE 62 È possibile parlare con i nostri animali? 56 Mondiali 2014 nei templi del calcio I N C O N T R A La rivista UNO Magazine viene diffusa a Padova, Treviso, Vicenza, Mestre e Rovigo e nei comuni più importanti delle relative province. La si può trovare nelle sale d’attesa di locali, attività e professionisti. Se anche tu vuoi regalare la rivista ai tuoi clienti o spedirgliela a mezzo posta (servizio valido in tutta Italia) sponsorizzando la fascetta dell’indirizzo con il tuo nome inviaci una mail a: [email protected] RASSEGNA di incontri TALK SHOW con ospiti prestigiosi su temi quali: Economia, Salute, Benessere, Life Style, Astrologia e molto altro. Per info, aggiornamenti e date degli incontri scrivici a: [email protected] 3 Photo Davide Guiotto O RUVIDO uno magazine FREE PRESS 32° DAL 1983 ANNO XXXII N° 1 Aprile 2014 Periodico d’informazione Copia non in vendita DIRETTORE RESPONSABILE Claudio Campagnolo ATTENZIONE L’ABUSO PUÒ DARE (IN)DIPENDENZA I veneti, quelli che hanno votato il referendum ma di sicuro non solo loro, si sono proprio rotti. Come di cosa? Di “tirare la carretta”, di una pressione fiscale insopportabile e pure di sentirsi dire che: «Il Veneto è una regione di evasori e di contadini ignoranti» (parole dell’emerito intellettuale Achille Bonito Oliva). Di assistere, infine, ai continui abusi di uno Stato sprecone, iniquo e clientelare. Che prende molto e restituisce poco. Può bastare? S i è discusso molto sul numero dei voti, realmente espressi nel recente referendum online sull’indipendenza del Veneto. Quasi due milioni e mezzo, secondo Gianluca Busato di Plebiscito.eu, poco più di 135.000, invece, per Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto, che ha fatto le pulci all’iniziativa telematica. In attesa di capire se gli “osservatori internazionali” incaricati dagli “indipendentisti” confermeranno o meno i dati annunciati, “accontentiamoci” del risultato certificato da un interessante sondaggio condotto, presso un campione rappresentativo di elettori veneti, negli stessi giorni in cui si è tenuto il referendum (per la precisione: il 20 e il 21 marzo). SONDAGGIO DEMOS IL 55% VUOLE L’INDIPENDENZA Al di là delle cifre annunciate, dagli uni e dagli altri e, comunque la pensiate, il sentire comune in merito alla “questione veneta” è confermato anche da un sondaggio di Demos, il cui responsabile scientifico, Ilvo Diamanti, certo non è sospettabile di simpatie indipendentiste, oltre ad essere, da sempre, uno dei più acuti ed autorevoli osservatori di quanto accade nella nostra regione. In merito al sondaggio, così si è espresso dalle colonne di “Repubblica” lo stesso Diamanti: «Nell’insieme, la maggioranza degli elettori si dice d’accordo con l’ipotesi che il Veneto diventi una repubblica indipendente e sovrana. Circa il 55%. Mentre i contrari sono poco meno del 40%. Dunque, l’indipendenza costituisce una prospettiva attraente per la maggioranza della popolazione. Piace, soprattutto, agli imprenditori e agli operai. I lavoratori dipendenti e autonomi della piccola impresa, che costituiscono il distintivo economico e sociale del Veneto». Questo forse dovrebbe bastare a chi continua ad accanirsi sull’effetto e non sulla causa del malessere dei veneti, un po’ come ostinarsi a fissare il dito che indica la luna. «Bisogna, dunque, prendere sul serio - continua Diamanti - il segnale che proviene dal referendum. Al di là delle misure - ipotetiche - della partecipazione e del consenso dichiarate dagli organizzatori, la rivendicazione autonomista appare fondata e largamente maggioritaria. Al tempo stesso, bisogna interpretarne cor- 4 COORDINAMENTO EDITORIALE Margherita Maschio EDITRICE Acoves Italia s.r.l. Iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione al n° 2747 Reg. Trib. Padova n. 775 dell’1/07/1983 ABBIGLIAMENTO WOOLRICH CONVERSE BOMBOOGIE REDAZIONE E PUBBLICITA’ Acoves Italia s.r.l. Via Papa Giovanni Paolo I, 11 35010 Campodoro PADOVA Telefono (+39) 049 9065733 E-mail: [email protected] PENN-RICH BY WOOLRICH SUPERDRY SCOTCH & SODA STAMPA Grafica Veneta S.p.A. via Malcanton, 1 35010 Trebaseleghe (PD) MAISON SCOTCH MET AND FRIENDS DUCK FARM Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - 70% NE/PD BY FIX DESIGN LE COQ SPORTIF CALZATURE Hanno collaborato: Davide Ceccon, Elisabetta Ziliotto, Sergio Canello, Filippo Ongaro, Lucia Larese, Sergio Mantello, Nicola Verardo, Flavio Fioretto, Lisa Paolucci, Giusy Barattin. e tutti i lettori che hanno partecipato ai sondaggi pubblicati in questo numero. Si ringraziano: Union Lido Vacanze, Rensi Gioielli, Top Mode, Sport Vision, Osteria dell’Angolo, Hope Center, TLS Top Language School, Montagnana in festa Prosciutto Veneto Berico-Euganeo D.O.P., Pizzevia. ALL STAR LE COQ SPORTIF ISHIKAWA NIKE VINTAGE ONITSUKA TIGER PUMA VINTAGE ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Tutti i diritti riservati - Riproduzione vietata La rivista UNO Magazine non assume responsabilità alcuna per il materiale (foto, testi, ecc.) fornito direttamente dagli inserzionisti. Gli articoli, le foto e i disegni pervenuti, se non espressamente richiesti, non vengono restituiti. uno magazine Via Piovese, 102 PADOVA Tel. 049 8020648 O RUVIDO Ti piacerebbe ricevere questa rivista GRATIS direttamente in ufficio o a casa? Ora è possibile, vai sul sito www.unomagazine.com e clicca in alto a destra su Abbonati GRATIS LEGGERE, PER PIACERE. rettamente il significato. In-dipendenza significa, infatti, “non dipendenza”. E, dunque, autonomia. Autogoverno. Non necessariamente “secessione”». Il sociologo conclude poi così l’analisi dei dati rilevati dal suo istituto: «L’indipendenza, dunque, costituisce per i veneti e il Veneto un modo per denunciare, in modo estremo, il disagio nei confronti dello Stato centrale. L’insoddisfazione contro la classe politica e di governo. Non solo nazionale, ma anche regionale». IL VENETO È STUFO DI PASSAR PER “MONA” Chi liquida perciò la “voglia d’indipendenza” come una sorta di goliardata ad opera di un manipolo di nostalgici sappia che la maggior parte dei “vogliosi” sono, invece, talmente immersi nella realtà, da non accettare più, supinamente, lo sperpero delle proprie risorse nel modo scellerato, iniquo e clientelare visto finora, soprattutto a livello nazionale. Basta citare alcuni dati: dipendenti regionali, in Veneto sono 2.500, in Sicilia 20.000; un pasto in un ospedale veneto costa 6,5 euro, al Sud fino ad 80 euro; mantenere un ettaro di foresta da noi costa 65 euro, in Calabria 579 euro; il rapporto tra spesa pubblica e Pil in Veneto è il 26%, in Campania raggiunge il 48%; le imposte versate dai veneti sono pari a 60 miliardi, mentre la spesa pubblica qui è di 40 miliardi; il PIL del Veneto, infine, è di 140 miliardi: più grande di Romania (136 mld), Ungheria (101 mld) e di altri 5 Paesi della UE. (Fonte: Panorama) MA PERCHÉ PROPRIO L’INDIPENDENZA? Qualcuno scomoda i fasti del passato con la millenaria sovranità veneziana, altri l’egoismo dei veneti curvi sulla difesa della “roba” e dei propri “schei”. Probabilmente un fondo di verità c’è in tutto questo. Personalmente, ritengo che ci sia dell’altro: molto altro. Potremmo chiamarlo, metaforicamente, uno “scatto d'orgoglio” o la “voglia di rialzare la testa”. Più semplicemente la definirei: stanchezza. Il popolo veneto, detto senza enfasi alcuna, è stanco di dare molto e ricevere poco (vedi i famosi 20 miliardi di differenza tra il dare e l’avere), stanco di offrire esempi virtuosi mai, o quasi mai, imitati dai propri connazionali, stanco di contare poco lì dove si prendono decisioni vitali per il Paese e, ultimo ma non ultimo, stanco di essere preso per i fondelli. E scusate se è poco. Claudio Campagnolo [email protected] 6 @claudio_ruvido uno magazine UOMO DONNA SMITHY’S COVERI BASILE MORGANO LOLA DEEVA AMELIE RÊVEUR EVENT LINE BAMBINO TOPMODE BRUMS SCOUT Via Soranzo, 1 PADOVA (Voltabarozzo - Piazzale Chiesa) AMPIO PARCHEGGIO tel. 049 754441 O C R I S I EPOCALE O C R I S I EPOCALE Contro le banche si può vincere punto cambiò decisamente atteggiamento e cominciò a telefonarmi in ufficio con modi sempre più minacciosi per sollecitare un rientro. Premetto che con questa banca non avevo rapporti particolarmente importanti, si trattava di un conto cointestato con mia moglie che però era in essere da quasi vent’anni, ciò nonostante questo direttore si fece sempre più insistente minacciandoci persino di segnalarci alla “Centrale Rischi” che è una sorta di allarme bancario e che ti segna come cattivo pagatore, per cui tu poi hai difficoltà a trovare credito presso altre banche o per qualsiasi altra attività. In seguito a questa azione, che si potrebbe quasi definire di “stalking bancario”, mi sono arrabbiato e deciso a far fare le cosiddette perizie econometriche, cioè la storia del mio conto corrente dall’inizio all’ultimo estratto conto». Il libro che sta facendo tremare le istituzioni bancarie italiane. Una storia d’iniziale disperazione riscattata dalla tenacia e determinazione di un singolo correntista che ha saputo tener testa e sconfiggere le arroganti pretese di più di una banca. E bbi modo di conoscere Mario Bortoletto ben prima della pubblicazione del suo libro. Mi chiamò una mattina in radio, dove conducevo una trasmissione che spesso si occupava di temi simili, per raccontarmi la sua incredibile esperienza. Lo volli al piu presto ospite in studio. Mentre mi raccontava nel dettaglio la sua vicenda, con la pacatezza unita alla fermezza che lo contraddistinguono ma, soprattutto, alla luce dei risultati ottenuti, mi venne spontaneo affibbiargli l’affettuoso nomignolo di “SuperMario”. Inutile dirvi che l’intervista ed il nomignolo furono un successo, confermato da un fiume di sms ed e-mail che continuarono ad arrivare anche nei giorni seguenti da parte degli ascoltatori. Ecco perchè, in esclusiva per i lettori di UNO Magazine, ritengo interessante proporvi gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda che vede protagonista quest’uomo così coraggioso e determinato. Com’è iniziato quello che potremmo definire il suo “calvario bancario” poi conclusosi, per rimanere nella metafora, con una più che meritata “resurrezione”? MARIO BORTOLETTO «Devo ringraziare mia moglie, perché è stata proprio lei, circa tre anni fa, a dare inizio al tutto. Un giorno, infatti, vedendomi particolarmente arrabbiato e preoccupato, mi disse: “Sai Mario, ho visto un programma televisivo dove c’era un signore che ha fatto causa alle banche”. Mi ha spiegato un po’ di cose che aveva sentito ed 8 io, che sono un tipo curioso ed attento, soprattutto su una materia che m’interessava particolarmente in quel periodo, ho iniziato perciò ad acquistare libri di diritto bancario e a consultare internet, dove ho trovato e letto circa duemila sentenze sul contenzioso bancario. Così facendo mi sono preparato sempre più e, da quel momento, decisi di dar vita alla mia personale “guerra” contro le banche: ne avevo otto con cui lavoravo e mi ero accorto che pagavo degli interessi enormi». «Un giorno ti svegli e non hai piu niente. Tutto quello che avevi ottenuto con i sacrifici di una vita diventa proprietà della banca. Disperazione e notti insonni, non ti rimane altro, nemmeno l’età per ricominciare. Ti prendono tutto, anche quello che in realtà non gli è dovuto. Molte persone credono di essere debitrici nei confronti delle banche mentre in realtà sono creditrici, mi auguro che questo libro possa aiutarle ad avere giustizia». (Mario Bortoletto) Quali costi, in seguito ritenuti infondati, fecero lievitare il suo contenzioso con le banche? MARIO BORTOLETTO «C’è una serie di voci che fanno crescere in maniera assolutamente anormale i rapporti. Primo: le commissioni di massimo scoperto che sono quelle che la banca applica ogni trimestre e che, mediamente, vanno dall’1% all’1,50% che, alla fine dell’anno, diventano 6 punti. Faccio un esempio pratico: se un correntista paga il 10% dichiarato dalla banca deve aggiungere 6 punti, diventa così già il 16%, un importo completamente diverso. Oltre a questo c’è l’anatocismo bancario, ovvero lo sgradevole “vizio” di far pagare al correntista gli interessi sugli interessi. Ogni tre mesi, come detto, la banca addebita gli interessi e se, ad esempio. il correntista ha il proprio conto in rosso paga di conseguenza gli interessi sugli interessi e solo questi rappresentano dai 3 punti e mezzo ai 4 in più da pagare». Cosa l’ha spinta a ribellarsi? MARIO BORTOLETTO «La molla è stata il comportamento di un direttore di banca, uno dei tanti che nei momenti felici dell’economia venivano a propormi di prestarmi denaro per iniziative ed investimenti immobiliari, il quale ad un certo uno magazine Che cosa le ha fatto capire che poteva osare mettersi contro le banche? MARIO BORTOLETTO «Lo studio e poi tutte le sentenze lette mi han fatto capire che, ormai, il sistema bancario adottava sistematicamente questo atteggiamento tra virgolette truffaldino e criminale per far pagare al correntista ignaro un tasso che, molte volte, è il doppio di quello dichiarato». «Occhio alle commissioni di massimo scoperto» Lei ha avviato otto cause e ottenuto, finora, tre vittorie con relativi risarcimenti. È possibile sapere a quanto ammontano e dopo quanto tempo si è giunti alla capitolazione delle banche? MARIO BORTOLETTO «Per il primo procedimento, da quando decisi di rivolgermi alla magistratura alla sua conclusione, son passati 18 mesi. Il secondo invece è durato 12 mesi, perché la banca ha preferito chiamarmi per addivenire a più miti consigli, proponendomi una transazione, la terza infine è durata 20 mesi». E per quanto riguarda le somme? MARIO BORTOLETTO «Delle somme purtroppo non posso dire l’importo perché, quando le banche ti pagano, ti obbligano a firmare un patto di riservatezza estrema perchè, ovviamente, voi capite che la banca non ha nessun interesse che il fatto venga pubblicizzato». Tanta segretezza cosa le suggerisce? MARIO BORTOLETTO «Che hanno paura. Perché adesso per 5 correntisti che si “svegliano” ce ne sono forse 5.000 che non sanno o che non hanno il coraggio. Il sistema bancario ha tutto l’interesse che questa possibilità per il correntista resti riservata a pochi tra virgolette coraggiosi. Che poi non si tratta di coraggio, io dico sempre che il nostro atteggiamento è rivolto ad esercitare una legittima difesa, gli atti che facciamo, i comportamenti che chiediamo altro non sono che la restituzione di tutto quello che ci è stato tolto». uno magazine «Con il gioco delle valute paghi oneri non dovuti» Lei afferma: “Più spulcio tra i conti correnti e più trovo inganni”. Sarebbe? MARIO BORTOLETTO «Sarebbe a dire che vedo un sacco di giochi e giochini, per esempio, il cosiddetto “gioco delle valute” che consiste nel fatto che le banche ti fanno pagare interessi passivi quando il tuo conto, invece, è a credito. Com’è possibile? Se tu fai un versamento, ad Verso le banche lei muove anche un’altra accusa, non solo quella di averle sottratto ingiustamente del denaro non spettante, ma anche di aver conseguentemente “azzoppato” la sua azienda. Un problema, purtroppo, comune a molti imprenditori… MARIO BORTOLETTO «È logico che se io ad una banca a cui ho pagato una montagna di interessi e che poi, a seguito della causa vinta, risulta essere addirittura debitrice nei miei confronti, in MARIO BORTOLETTO È un imprenditore edile di Padova, in attività dal 1972. Dal 2004 il suo lavoro subisce i primi effetti della crisi economica. Le banche cominciano a chiedergli di rientrare, non concedono più alcuna dilazione, dopo anni di collaborazione e fiducia reciproche. Per questo è costretto a vendere alcune sue proprietà. Le banche non mollano. Mentre l’imprenditore attende che lo Stato gli paghi lavori già ultimati, gli istituti di credito si fanno sotto pretendendo rientri immediati e negando quegli anticipi delle fatture che rappresentano una condizione necessaria per avviare i cantieri, pagare i dipendenti e i fornitori, sostenere l’attività. Nel 2008 decide di passare al contrattacco. Commissiona le prime perizie sui propri conti correnti dalle quali risulta che i tassi d’interesse applicati dalle banche sono oltre la soglia che definisce il reato di usura. Ad oggi ha avviato cause con cinque diversi istituti. Ha ottenuto tre vittorie, una con sentenza del Tribunale di Padova e relativo risarcimento per circa 90.000 euro, la seconda con una transazione. Dal 2013 è vicepresidente nazionale del movimento denominato Il delitto di usura, che tutela le vittime di usura ed estorsione bancaria prestando assistenza informativa tecnico-legale. È stato riconosciuto dal Tribunale di Venezia consulente tecnico di parte in materia bancaria. Nel settembre del 2013 la sua storia è stata raccontata nel corso della trasmissione Presadiretta di Riccardo Iacona. Nel novembre del 2013 il programma Report di Milena Gabanelli ha raccolto la sua testimonianza in un servizio della giornalista Giovanna Boursier. Il suo indirizzo email è [email protected]. esempio di venerdì, le banche te lo accreditano con diversi giorni di ritardo, se poi tu con il conto precedentemente in rosso vai magari ad utilizzare questo denaro che, in realtà hai già versato ma che con il gioco delle valute, come abbiamo visto, ti dev’essere ancora ufficialmente accreditato, avviene che in pratica ti fanno pagare interessi sui tuoi stessi soldi. In conclusione mentre tra banche le transazioni avvengono in forma telematica e immediata il correntista, invece, i suoi soldi li vede solo dopo 8 o 9 giorni. Questo è un sistema non trasparente e che fa pagare interessi “illimitati”, tecnicamente si chiamano così, quando il tuo conto è a credito ma la tua banca ti mette artificialmente a debito». pratica, mi autorizza ad affermare che la stessa banca non solo mi ha sottratto del denaro ma mi ha anche impedito, se lo avessi avuto disponibile, di poterlo usare per incrementare la mia attività, assumere nuovi dipendenti, aumentare le dimensioni dell’azienda stessa. Ecco cosa intendo con il termine “azzoppata”, perché togliendomi del denaro, ha di fatto rallentato o, quanto meno, non mi ha permesso di sviluppare al meglio la mia attività». «Avete dubbi? Chiedete la perizia econometrica» Senza dimenticare che questo agire in modo scorretto, da parte di alcune banche, può impedire anche all’im- 9 «Quella raccontata da Mario Bortoletto è una storia di straordinaria resistenza personale. Bortoletto, da solo, è riuscito a mettere in luce i meccanismi nascosti con i quali le banche lucrano sui conti correnti dei cittadini. Ed ha aperto un mondo, prima sconosciuto». (Riccardo Iacona) prenditore più onesto, ad esempio, di pagare nei tempi previsti i fornitori... MARIO BORTOLETTO «Sì certo, è possibile far soffrire anche i fornitori, come può accadere di non poter versare i contributi verso lo Stato, le stesse tasse perchè, parliamoci chiaramente, magari proprio i soldi che a loro mancano stanno, invece, nelle “tasche” di qualcun altro». La lobby bancaria, secondo lei, siede allo stesso tavolo dei politici e questo darebbe loro un senso di impunità... MARIO BORTOLETTO «Io lo dico spesso e da anni ormai che nel nostro Paese abbiamo un grande malato: la Banca d’Italia. Quella che dovrebbe essere la banca degli italiani, in realtà soffre di una crisi di identità. Perché non sa se è, appunto, la banca degli italiani, come dovrebbe essere, o la banca delle banche. In realtà fa gli interessi delle banche dimenticandosi, invece, che dovrebbe fare quelli degli italiani correntisti. Perciò difende a spada tratta l’operato delle banche, anche quando vi sono dei comportamenti illeciti». «La Banca d’Italia fa gli interessi delle banche» Nel suo libro lei scrive che in banca sapevano di commettere usura nei suoi confronti, sapevano di doverne restituire eppure pretendevano altri soldi… MARIO BORTOLETTO «Certo, perché loro credono e pensano che il correntista sia sempre ignaro, arrendevole e che si metta a disposizione della banca, vendendo le cose a lui più più care: le case, gli immobili, gli oggetti... Tutto pur di pagare un debito che molte volte, invece, non è affatto dovuto! Ecco, questa è una cosa che, francamente, è inaccettabile». Come si fa a capire se i tassi d’interesse applicati dalle banche sono oltre la soglia che definisce il reato di usura? MARIO BORTOLETTO «Bisogna fare, come ho detto poco fa, la perizia econometrica ovvero la radiografia del proprio conto corrente. In pratica vengono presi, dal primo all’ultimo, tutti gli estratti conto ed analizzate le singole operazioni, compreso il famoso gioco delle valute. Insomma si fanno “le pulci” a tutto quello che rappresenta la storia vera e propria del rapporto intercorso con la banca. Ecco perché, ad un certo punto, può risultare e succede molto spesso che il tasso applicato effettivamente, non quello dichiarato dalla banca, sia addirittura il doppio: per cui si supera il cosiddetto “tasso soglia”, che è il limite oltre il quale una 10 banca o una finanziaria, può prestare il denaro. Questo tasso è determinato dal Ministero del Tesoro assieme alla Banca d’Italia, se si va oltre e lo si supera, alla banca non spetta più alcun interesse, se non quello che intercorre tra i bot e il tasso legale. Lei capisce che parliamo dell’1,50 o 2,00% anziché del 24, 27 o 30%». «Chi è vittima dell’usura chieda aiuto alla legge» Per questa sua battaglia ha ricevuto in qualche forma un sostegno dallo Stato o dalle istituzioni? MARIO BORTOLETTO «Indirettamente no, ma direttamente sono stato nominato “vittima dell’usura” bancaria e lo Stato con la legge 44/99 all’articolo 20, dà la possibilità alle persone che hanno denunciato l’usura di ottenere la sospensione dei termini, ovvero un sistema per aiutare gli imprenditori che hanno avuto questa disavventura a reinserirsi nel mondo del lavoro (vedi box in pagina N.d.R.). Il correntista può anche accedere, eventualmente, ad un fondo messo a disposizione dal Ministero degli Interni, un mutuo senza interessi, per ottenere dei finanziamenti senza ulteriori oneri». Molti imprenditori sono in difficoltà anche a causa dello Stato italiano, decisamente un pessimo pagatore. Secondo lei sì può cercare di ottenere soddisfazione facendo causa alla massima istituzione di questo Paese? MARIO BORTOLETTO «Questa è una bella domanda, che lo Stato paghi a “babbo morto” lo sappiamo e lo leggiamo tutti i giorni. Io stesso ho un credito verso lo Stato da ben 4 anni e non riesco ad incassarlo, quindi parlo con cognizione di causa. Secondo il mio modesto parere basterebbe solo che lo Stato, che parla tanto di economia e di sviluppo, pagasse i propri fornitori a 30 giorni e obbligasse tutti noi, cittadini e imprese, ad effettuare i pagamenti con la stessa tempistica. In questo modo, gli imprenditori, gli industriali e gli artigiani incasserebbero il loro denaro in tempi molto più stretti e non avrebbero così la necessità di mettersi nelle grinfie delle banche». È vero che parte del suo tempo e dei risarcimenti sono a favore delle famiglie degli usurati che si sono suicidati? MARIO BORTOLETTO «Sì, una parte del mio tempo l’ho dedicato a due famiglie che hanno subìto, queste disgrazie e sto aspettando dei rientri per poter aiutare anche altre due famiglie del centro Italia che, purtroppo, hanno avuto esperienze simili». Infine, cosa si sente di dire a chi vive un momento così drammatico a causa del “fiato sul collo” delle banche? MARIO BORTOLETTO «Soprattutto che non devono commettere gesti estremi, perché molte, ma molte volte, il correntista è creditore e non debitore nei confronti del sistema bancario e che devono perciò assolutamente, anche per vivere meglio, farsi fare prima una perizia econometrica, per capire chi è il vero debitore o, quanto meno, per scoprire che il debito è molto ridimensionato rispetto alle pretese della banca. Questo fa vivere meglio sia la persona colpita dal problema e anche i suoi familiari». Intervista a cura di Claudio Campagnolo Disposizioni concernenti il Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e dell’usura Legge 23 febbraio 1999, n. 44 - Art. 20. (Sospensione di termini) 1. A favore dei soggetti che abbiano richiesto o nel cui interesse sia stata richiesta l’elargizione prevista dagli articoli 3, 5, 6 e 8, i termini di scadenza, ricadenti entro un anno dalla data dell’evento lesivo, degli adempimenti amministrativi e per il pagamento dei ratei dei mutui bancari e ipotecari, nonchè di ogni altro atto avente efficacia esecutiva, sono prorogati dalle rispettive scadenze per la durata di trecento giorni. 2. A favore dei soggetti che abbiano richiesto o nel cui interesse sia stata richiesta l’elargizione prevista dagli articoli 3, 5, 6 e 8, i termini di scadenza, ricadenti entro un anno dalla data dell’evento lesivo, degli adempimenti fiscali sono prorogati dalle rispettive scadenze per la durata di tre anni. 3. Sono altresì sospesi, per la medesima durata di cui al comma 1, i termini di prescrizione e quelli perentori, legali e convenzionali, sostanziali e processuali, comportanti decadenze da qualsiasi diritto, azione ed eccezione, che sono scaduti o che scadono entro un anno dalla data dell’evento lesivo. 4. Sono sospesi per la medesima durata di cui al comma 1 l’esecuzione dei provvedimenti di rilascio di immobili e i termini relativi a processi esecutivi mobiliari ed immobiliari, ivi comprese le vendite e le assegnazioni forzate. 5. Qualora si accerti, a seguito di sentenza penale irrevocabile, o comunque con sentenza esecutiva, l’inesistenza dei presupposti per l’applicazione dei benefici previsti dal presente articolo, gli effetti dell’inadempimento delle obbligazioni di cui ai commi 1 e 2 e della scadenza dei termini di cui al comma 3 sono regolati dalle norme ordinarie. 6. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2, 3, 4 e 5 si applicano altresì a coloro i quali abbiano richiesto la concessione del mutuo senza interesse di cui all’articolo 14, comma 2, della legge 7 marzo 1996, n. 108, nonchè a coloro che abbiano richiesto l’elargizione prevista dall’articolo 1 della legge 20 ottobre 1990, n. 302. 7. La sospensione dei termini di cui ai commi 1, 2, 3 e 4 ha effetto a seguito del parere favorevole del prefetto competente per territorio, sentito il presidente del tribunale. uno magazine BUSINESS CENTER 20 UFFICI completamente arredati e attrezzati, dai 18 ai 600 m² 5 SALE RIUNIONI completamente attrezzate, da 8 a 30 posti DAY OFFICE (ufficio a tempo) Ad 1 km dall’uscita autostradale Padova Ovest Parcheggi riservati per i nostri Clienti Via Medoaco, 4-8 PADOVA tel. 049 7966885 - e-mail: [email protected] O E C O N O M I A & DINTORNI O E C O N O M I A & DINTORNI “Condominio Italia” hai un pessimo Amministratore R Con le tasse incassiamo più soldi della Germania, ma la situazione si aggrava sempre di più. Il carico fiscale ha superato la soglia dell’esproprio (il 54%). Sul tema un’interessante analisi dell’economista Giuseppe Bortolussi. S egnatevi la data. Il 22 giugno 2014 sarà il giorno in cui, per quest’anno almeno, finiremo di lavorare per il fisco. Lo faremo con due giorni in più rispetto al 2013. Tutti sono convinti di pagare troppo e di pagare tutto, mentre i governi presentano il conto, ma lo presentano all’interlocutore giusto? IL NOSTRO È UN PAESE D’INTERESSI CONTRAPPOSTI Da una parte il dipendente, dall’altra il lavoro autonomo. La pressione tributaria in Italia è una delle più alte, tolte Svezia, Danimarca e Finlandia. La differenza però, fra noi e questi stati ad alta pressione fiscale, sta nel sistema di welfare che, nei paesi citati, è molto superiore al nostro. La tassazione nel nostro Paese è in crescita: 472 miliardi di euro nel 2013, 489 miliardi di euro nel 2014, 502 miliardi di euro nel 2015 e 517 miliardi di euro nel 2016. Queste le previsioni, che potrebbero anche essere errate per difetto. EVASIONE FISCALE LA GRANDE IMPUTATA La spiegazione data a questo fenomeno è che in italia c’è molta evasione fiscale, ma è davvero così? Questa la domanda che ha posto Giuseppe Bortolussi, economista, segretario della CGIAA di Mestre e consigliere regionale del Veneto, durante un incontro di formazione con i giornalisti, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti del Veneto e che si è svolto a Venezia lo scorso febbraio. Lo Stato italiano ha a disposizione più soldi degli altri stati europei, ha spiegato Bortolussi, quindi non ha senso dire che non ne ha. L’evasione è, secondo Bortolussi, un alibi. Ma, allora, dove vanno a finire questi soldi? Perché quando si parla di servizi che lo Stato dovrebbe fornire non esistono dei dati? BORTOLUSSI PROVA A SFATARE IL MITO FISCALE Addossare la colpa di questa situazione all’evasione fiscale, prosegue il segretario della CGIA, è un falso mito perché i soldi, in realtà, ci sono. 12 Molti problemi vengono enfatizzati, in particolar modo quello sugli interessi relativi al debito pubblico. Per spiegare con un facile esempio questo aspetto, Bortolussi afferma che gli interessi sul debito pubblico incidono alla stregua di 5.000 euro annui di spesa a fronte di entrate per 100.000 euro. Un esempio chiaro e alla portata di tutti, lontano dai dati, spesso incomprensibili, che vengono forniti. IN EUROPA LA TASSAZIONE FAVORISCE LA FAMIGLIA In Italia una famiglia monoreddito con entrate per 30.000 euro l’anno paga 5.010 euro di tasse, se bi-reddito ne paga 2.842, in Francia una famiglia con lo stesso reddito paga 310 euro l’anno. In Italia più dipendenti ha un’azienda più aumenta il carico fiscale, cosa che spiega il fenomeno della presenza massiccia di piccole e medie imprese, con pochi dipendenti. L’Italia, assieme alla Grecia e all’Ungheria è il paese dove non esiste il reddito minimo garantito. Negli altri paesi europei i giovani invece sono sostenuti con importi che vanno dai 250 ai 500 euro mensili per favorire la loro uscita dalla casa dei genitori. Studi appositi, inoltre, dimostrano che questo non incide sulla voglia e sulla capacità di cercare un’occupazione ed affrancarsi dal contributo pubblico. L’ITALIA È PARAGONABILE AD UN PAESE SUDAMERICANO Questa l’amara riflessione di Bortolussi. Nel pubblico impiego la dirigenza si è assicurata, prima del blocco degli aumenti, con incrementi agli stipendi ben 40 miliardi di euro in 10 anni, poi qualcuno se n’è accorto e ne hanno recuperati 6. L’economia sommersa può essere valutata in Italia come il 21% del PIL, nel nostro Nordest il tasso si assesta fra il 14,5 e il 15%. L’EVASIONE NON APPARTIENE SOLO AL LAVORO AUTONOMO Dal 1998 esistono gli studi di settore che stabiliscono il reddito minimo tassabile per ogni tipo di attività, ben l’80% paga le tasse secondo quanto stabilito dagli studi di settore (il 68% risultano congrui, il 12% si adegua anche in assenza di entrate congrue per non avere grane ipensare il manifatturiero per consentirci di restare sul mercato è d’obbligo perché, come ha spiegato al seminario e senza mezzi termini, il Presidente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato: «Siamo di fronte ad un bivio o rilanciare il manifatturiero oppure il declino. Non siamo più competitivi sulla quantità ma possiamo e dobbiamo esserlo sulla qualità». L’Italia, il Veneto, secondo Zuccato, devono puntare sulla capacità di fare cose belle. L’ILLUMINANTE ESEMPIO DEL CONDOMINIO Ci si chiarisce ancor di più la situazione leggendo l’esempio del “Condominio Germania” e del “Condominio Italia” suggerito da Bortolussi: «Nel Condominio Italia, un condomino su sei non paga le spese condominiali ma, alla fine, incassa di più del Condominio Germania, dove tutti pagano le spese condominiali. Nel Condominio Germania tutto funziona bene, nel Condominio Italia, invece, no. La domanda è quindi: ma se anche nel Condominio Italia tutti pagassero le spese, i conti quadrerebbero e le cose andrebbero a posto? La risposta è no!». peggiori, n.d.r.) e il rimanente 20% è costituito da attività marginali che, spesso, chiudono dopo poco tempo. Ecco quindi che l’immagine pubblica e l’opinione pubblica riguardo il lavoro autonomo va molto rivista e ripensata. IN ITALIA VALE IL PRINCIPIO CHE LA TASSAZIONE È SACRA L’evasione viene presentata come la causa primaria dello sfascio del Paese. La visione dovrebbe cominciare ad essere diversa. Il conto da pagare per gli sprechi, un’amministrazione elefantiaca e inefficiente ed una spesa sconsiderata, è arrivato. Il “Condominio Italia” va gestito diversamente, anche se recupererà quel condomino insolvente ed i soldi aumenteranno essi non potranno continuare ad essere spesi e gestiti malissimo come finora fatto. Un funzionario pubblico italiano guadagna 3 volte rispetto ad un collega di un paese Ocse, a fronte di inefficienza e sprechi notevoli. La burocrazia costa 7.000 euro pro capite ai cittadini italiani, si tratta di un’organizzazione dove 1 su 6 lavora e tutti godono dell’inamovibilità, oltre all’orario ridotto. La Pubblica Amministrazione italiana deve alle imprese 91 miliardi (a febbraio, n.d.r.) ed ancora non sono stati liquidati del tutto gli importi stabiliti per rispondere con un atto concreto alle procedure di infrazione europea. Sulla base di questi dati la domanda sorge spontanea: che fine farà il Condominio Italia? uno Margherita Maschio magazine LE CINQUE “Z” DEL VENETO «In Veneto avete Zaccaria (Magnifico Rettore dell’Università di Padova), Zuccato (Presidente di Confindustria Veneto) Zaia (Governatore della Regione), Zanonato (all’epoca Ministro dello Sviluppo Economico), mi vien da dire che vi manca solo Zorro». Questa la battuta con cui, Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della Sera e scrittore, ha aperto il suo intervento. «Ma neanche Zorro sarebbe in grado di salvarci da una situazione molto critica, anche per un territorio, come il nostro, a forte vocazione imprenditoriale - ha spiegato Severgnini - una disoccupazione giovanile al 41,6% e una classifica che ci vede all’ultimo posto per la voglia di fare impresa nella fascia di età fra i 18 e i 64 anni, rivelano come ci sia un allarme per una vera bomba ad orologeria sociale. Non basta dire che l’Italia è un paese pieno di talenti, cosa che i nostri politici sono soliti dire quando vanno all’estero. I talenti vanno scoperti, vanno scovati, ai giovani vanno date delle opportunità e soprattutto vanno pagati. I Paesi e le economie funzionano solo con le alleanze fra le generazioni». LE SETTE “T” DEL LAVORO «Per fare un esempio - ha aggiunto il giornalista cremasco - all’Economist, prestigiosa testata giornalistica, il direttore non può avere più di 40 anni. Ai giovani viene poi richiesto di sapere l’inglese, non bene, ma benissimo; di padroneggiare l’uso delle tecnologie e dei nuovi strumenti di comunicazione. FB, Twitter, Instagram sono dei veri e propri strumenti professionali. Talento, tenacia, tempismo, tecnica, tolleranza, tenerezza ma soprattutto testa. È necessario pensare oggi le soluzioni di domani». INNOVAZIONE E PATTO GENERAZIONALE. In questo scenario così difficile il dibattito si è fatto ancora più interessante quando Mariacristina Gribaudi Amministratrice unica di Keyline e socia di AIDDA ha raccontato la sua esperienza. Nella sua azienda sono presenti molti giovani, ma vengono date delle opportunità anche a persone più mature. Racconta infatti come abbia appena assunto una over 50, a dimostrazione concreta di come il patto generazionale possa essere concretamente portato in azienda. La cosa fondamentale è innovare “quando metto sul mercato un nuovo prodotto il giorno dopo qualcuno cercherà di produrne uno simile. Il nostro gruppo investe il 10% in sviluppo e innovazione”. uno magazine Margherita Maschio Beppe Severgnini (Crema, 26 dicembre 1956) è un giornalista e saggista italiano. Severgnini Le sette T per trovare lavoro e le cinque Zeta del Veneto «Idee di oggi per il lavoro di domani. Uno sguardo al futuro tra manifatturiero, tecnologia e nuove professionalità». Di questo si è parlato a Padova al seminario organizzato da AIDDA l’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda e Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali Marco Fanno. 13 O M O ST R E IN CORSO cura di Margherita Maschio MILANO Klimt alle origini di un mito In mostra 20 oli sui 100 realizzati Piero Manzoni 1933-1963 A cura di Flaminio Gualdoni e Rosalia Pasqualino di Marineo Palazzo Reale FINO AL 2 GIUGNO MILANO Fino al 13 luglio Palazzo Reale Dal 26 marzo al 2 giugno 2014 Palazzo Reale ospita una grande mostra dedicata a Piero Manzoni. Uno degli artisti più geniali, innovatori e controversi del XX secolo, nato a Soncino V BOLOGNA La ragazza con l’orecchino di perla Palazzo Fava FINO AL 25 MAGGIO La ragazza con l’orecchino di perla, assieme alla Gioconda di Leonardo e L’urlo di Munch, è unanimemente riconosciuta come una delle tre opere d’arte più note, amate e riprodotte al mondo ed è a Bologna la star indiscussa di una raffinatissima mostra sulla Golden Age della pittura olandese. Il suo arrivo in Italia frutto straordinario di una trattativa durata un paio di anni, sarà l’unica occasione per ammirarla in Europa al di fuori della sua sede storica da dove, conclusa la mostra bolognese, probabilmente non uscirà mai più, essendo l’opera simbolo della riapertura del Mauritshuis a l’Aia, che riaprirà il 27 giugno dopo importanti lavori di restauro ed ampliamento. Ad accompagnare il capolavoro ci sono 36 altre opere dello stesso Museo. La ragazza con l’orecchino di perla non sarà, tra l’altro, l’unico capolavoro di Vermeer in mostra. Ad affiancarla ci sarà Diana e le sue ninfe, quadro di grandi dimensioni che rappresenta la prima opera da lui realizzata. E ancora, ben quattro Rembrandt e poi Frans Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael, Steen, ovvero tutti i massimi protagonisti della Golden Age dell’arte olandese. enti gli oli di Gustav Klimt proposti in questa esposizione: una raccolta straordinaria se si pensa che sono 100 al mondo i dipinti e gli affreschi del maestro di cui si ha notizia. Basti pensare, inoltre, che il Museo Belvedere, in occasione del 150° anniversario della nascita di Klimt, ha esposto un totale di 40 oli nella grande mostra del 2012 che dava conto della formazione, dello sviluppo e dell’apice della carriera artistica del genio austriaco. La riproduzione dell’originale del “Fregio di Beethoven” – esposto nel 1902 a Vienna all’interno del Palazzo della Secessione costruito nel 1897 – occuperà un’intera sala in mostra e “immergerà” il visitatore nell’opera d’arte totale, massima aspirazione degli artisti della Secessione Viennese, sulle note della Nona sinfonia di Beethoven. La mostra si propone di indagare i rapporti familiari e affettivi di Klimt, esplorando gli inizi della sua carriera alla Scuola di Arti Applicate di Vienna e la sua grande passione per il teatro e la musica attraverso l’esposizione di opere provenienti anche da altri importanti musei, tra cui diversi capolavori come Adamo ed Eva, Salomè, Girasole e Acqua in movimento. L’Ossessione Nordica Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana ROVIGO Fino al 21 giugno Palazzo Roverella N lascito di Arnoldus Andries des Tombe, L’Aia, 1903. © L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis. elle prime edizioni della Biennale di Venezia, che nasce nel 1895, l’arte nordica (scandinava, baltica, scozzese e tedesca più in generale) ebbe l’indiscusso ruolo di protagonista. All’epoca parecchi dei pittori italiani, specie se veneti o lombardi, furono profondamente influenzati dall’arte nordica, tanto da rinunciare ad alcuni tradizionali caratteri dell’arte italiana per presentarsi camuffati da scozzesi, scandinavi o tedeschi. Per la prima volta una grande mostra intende documentare quanto i “Nordici”, intesi nel senso più ampio del termine secondo le intenzioni del critico, Boecklin, Hodler, Klimt, Klinger, von Stuck, Khnopff e gli Scandinavi di varie tendenze come Zorn, Larsson o addirittura Munch, abbiano influenzato gli italiani, che ne hanno subìto il fascino o che ne hanno abbracciato con convinzione ed efficacia le suggestioni. Per questa grande rassegna è stato selezionato un gruppo di opere fondamentali nel tracciato della scelta “nordica” delle prime Biennali, proprio quelle che, suggestionate da alcuni riconosciuti capiscuola - su tutti spicca Arnold Boecklin - hanno determinato scelte e linee artistiche e culturali destinate a segnare indelebilmente anche il percorso condiviso e le differenti tendenze nell’arte italiana del primo Novecento. Il percorso è suddiviso in diverse sezioni: Centauri, Tritoni, Sirene dalle Alpi alla Laguna; Dal Simbolo alla Natura: Gente del Nord; La Poesia del Silenzio; Il Paesaggio dell’Anima: Neve e Fiordi, il Tempo e le Stagioni; Le Maschere e i Volti; Venere senza Pelliccia; Virtuosismi in nero. © L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis. INFO Palazzo Roverella è in via Laurenti 8/10 a Rovigo. Orari: feriali 9:00/19:00 sabato e festivi 9:00/20:00. Chiuso i lunedì non festivi. Ingresso euro 9. www.mostraossessionenordica.it INFO Palazzo Reale è in Piazza Duomo 12 a Milano. Hashtag: #klimtmi. Ingresso euro 11,00. Orari: lunedì 14:30 – 19:30; martedì, mercoledì e domenica 9:30 – 19:30; giovedì, venerdì e sabato 9:30 – 22:30. Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura. www.klimtmilano.it Sopra: Felice Casorati, “Le due bambine” 1912, tempera su cartone. Destra: Gustav Klimt “Salomè” 1909, olio su tela, cm 178 x 46. Venezia, Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna ©2014 Foto Scala, Firenze Sotto: Vilhelm Hammershøi, “Interiør med siddende kvinde” 1908, olio su tela. Sinistra: Gustav Klimt, “Adamo ed Eva” (incompiuto) 1917‐18, olio su tela, cm 173 x 60. Vienna, Belvedere © Belvedere, Vienna Sotto: Gustav Klimt, “Girasole” 1907, olio e pittura d’oro su tela, cm 110 x 110. Vienna, Belvedere (legato Peter Parzer, Vienna) © Belvedere, Vienna INFO Palazzo Fava è in via Manzoni, 2 a Bologna. Orari: da lunedì a giovedì: ore 9:00/20:00; venerdì e domenica: ore 9:00/21:00; sabato: ore 9:00/22:00. Ingresso Euro 13,00. www.genusbononiae.it Sopra: Johannes Vermeer, “La ragazza con l’orecchino di perla”, 1665 circa, olio su tela, cm 44,5 x 39. L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis Sotto: Pieter Claesz, “Natura morta con candela accesa”, 1627 olio su tavola, cm 26,1 x 37,3. L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis acquisito nel 1961. 14 uno magazine uno magazine Piero Manzoni, “Merda d’Artista, n. 58, 68 e 80”, 1961 h 4,8, d 6 cm, scatoletta di latta, carta stampata. Fondazione Piero Manzoni, Milano, Foto Bruno Bani, Milano nel cremonese e morto a Milano nemmeno trentenne, nel 1963. Milano è stata la sua città, dove ha operato da protagonista della stagione di maggior fervore del secondo dopoguerra, ponendosi a fianco di un maestro come Lucio Fontana e agendo da referente primario della neoavanguardia europea, tra la Francia di Yves Klein e la Germania del gruppo Zero, l’Olanda del gruppo Nul e la dimensione cosmopolita di Nouvelle Tendance. Mezzo secolo è trascorso dalla sua scomparsa precoce e il riconoscimento internazionale di Manzoni è un fatto compiuto. Per questo Milano ha deciso di dedicargli una mostra, la più importante mai realizzata in città dalla sua morte, che ne documenti il percorso in tutta la sua ampiezza e ricchezza problematica attraverso la presentazione di circa 100 opere che rendono conto della sua intera parabola artistica. Genialmente radicale, Manzoni viene raccontato dagli esordi in area postinformale alla concezione degli Achromes, dalle Linee alle Impronte, dal Fiato alla Merda d’artista, dal coinvolgimento del corpo fisico vivente nell’opera alla dimensione totalizzante dell’esperienza estetica di progetti come il Placentarium. Un ampio apparato di materiali, documentari originali, manifesti, fotografie, cataloghi, lettere integrerà il percorso espositivo, restituendo il clima fervido della Milano a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, quando la città è già una delle autentiche capitali culturali europee. INFO Palazzo Reale è in Piazza Duomo 12 a Milano. Orari: lunedì 14:30/19:30; da martedì a domenica 9:30/19:30; giovedì e sabato 9:30/22:30. www.mostramanzonimilano.it 15 O M O ST R E IN CORSO O M O ST R E IN CORSO MESTRE PADOVA Ruth Orkin + Morris Engel dalla fotografia alla cinematografia Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale. © Succession H. Matisse, by SIAE 2013 Henri Matisse, “Nudo seduto di spalle”, 1917 Olio su tela, cm 62,2, x 47,1 Sotto Philadelphia Museum of Art. © Succession H. Matisse, by SIAE 2013 Galleria Cavour FINO AL 13 MAGGIO Centro Culturale Candiani FINO AL 1° GIUGNO Questa retrospettiva, per la prima volta in Italia, mette a confronto due maestri della fotografia e cinematografia internazionale, Ruth Orkin e Morris Engel, compagni nella vita e nel lavoro. Nel corso di 30 anni spesso hanno lavorato insieme e altrettanto spesso hanno prodotto i loro progetti artistici indipendentemente l’uno dall’altro, ma sempre legati da una sensibilità comune. Provenienti da due mondi completamente diversi – lei cresciuta a Hollywood e con uno spirito avventuriero che la porta a girare il mondo sin da giovanissima, lui cresciuto a Brooklyn - ma entrambi appassionati di fotografia, si incontrano a New York in una delle associazioni di fotografi più rivoluzionarie del momento, la Photo League. Proprio nella fotografia di documentazione sociale mossero i loro primi passi Ruth Orkin e Morris Engel, per poi dedicarsi principalmente lei ai ritratti di celebrità e alle fotografie di pae- PADOVA Inquieti sconfinamenti Centro culturale Altinate San Gaetano FINO AL 2 GIUGNO La mostra presenta tre affermati fotografi europei, di provenienza e formazione diverse, ma accomunati da una riflessione sul rapporto spazio/tempo. Christian Tagliavini, italo-svizzero di Lugano, è l’autore di una serie di scatti ispirati ai maestri del Rinascimento che, proponendo volti della contemporaneità, modelle o personaggi, attraversano il tempo e lo spa- Matisse, la figura. La forza della linea, l’emozione del colore FERRARA Fino al 15 giugno Palazzo dei Diamanti P ossiamo affermare che il genio di Matisse ha cambiato il corso dell’arte del Novecento, imprimendo la sua visione nuova ad ogni genere artistico. Nessuno di questi, però, l’ha affascinato quanto la rappresentazione della figura, soprattutto femminile, al punto da impegnarlo per l’intero arco della sua carriera in una ricerca incessante attraverso tutte le tecniche. È questo il tema attorno a cui è incentrata la mostra che propone un ritratto a “tuttotondo” e non scontato del maestro francese, mettendo in risalto le sue doti di alchimista del colore, ma anche il suo grande talento grafico e scultoreo. Un centinaio di opere provenienti da musei e collezioni private di ogni parte del mondo, racconta l’avventura attraverso la quale Matisse, al pari di Picasso, si è ispirato al più classico dei temi, quello della figura, e ne ha sovvertito la rappresentazione tradizionale. 16 INFO Palazzo dei Diamanti si trova in Corso Ercole I° d’Este, 21 a Ferrara. Orari di apertura: tutti i giorni 9:00/19:00 Aperto anche Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno. Ingresso euro 11. www.palazzodiamanti.it «Quel che più mi interessa non è né la natura morta, né il paesaggio, ma la figura. La figura mi permette ben più degli altri temi di esprimere il sentimento, diciamo religioso, che ho della vita». (Henri Matisse, 1908) saggio di New York, lui alla filmografia. Ruth Orkin e Morris Engel giocarono un ruolo fondamentale anche nella scena cinematografica americana indipendente degli anni ’50. Fra gli altri, John Cassavetes, Martin Scorsese e François Truffaut hanno tratto ispirazione dai loro film. Oltre al nucleo centrale dell’esposizione, costituito da oltre 60 fotografie, in bianco e nero e colori di Ruth Orkin e Morris Engel, in mostra anche la loro produzione cinematografica con la proiezione dei loro celebri lungometraggi. INFO Il Centro Culturale Candiani si trova in Piazzale Candiani, 7 Venezia Mestre. Sala espositiva secondo piano,. Orario: dal mercoledì alla domenica 16.00 - 20.00 ingresso: intero 5 euro. www.candiani.comune.venezia.it In mostra anche la famosissima “American Girl in Italy” Firenze, 1951 che ha segnato la storia della fotografia, icona di «un molteplice immaginario: scorcio di un’Italia che fu, quella del dopoguerra, ritratto di un incontro-scontro tra culture e sguardi». © Ruth Orkin Photo Archive/Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York zio immersi in un’atmosfera assoluta. Rosa Isabel Vazquez è una fotografa spagnola che lavora con Jose Antonio Fernandez. I due artisti, che si firmano con il nome di Rojo Sache, investigano reale e immaginario, proiettando i propri sentimenti e le emozioni indotte da spazi naturali estranianti in una atmosfera fuori dal tempo. Xavier Delory, belga, è un fotografo concettuale che concepisce la fotografia come una riflessione sull’architettura. Piccole case rassicuranti diventano inquietanti perché prive di porte e finestre, alcune sue immagini ricordano quelle surreali di Magritte. INFO Il Centro Culturale Altinate San Gaetano si trova in via Altinate a Padova. Ingresso: libero. www.padovacultura.padovanet.it uno magazine Nell’ambito di Padova Photo-Graphia questa mostra è dedicata al fotografo americano Matthew Albanese che crea diorami di diverse dimensioni che offrono la rappresentazione di un evento naturale o di un paesaggio idilliaco. Il tema della rassegna Padova Photo-Graphia è “Timeline. La storia e lo sguardo crea un percorso tra la fotografia contemporanea e il passato”. La scelta del diorama evoca i primi esperimenti di Louis Jacques Mandé Daguerre, inventore del procedimento fotografico del dagherrotipo, per il quale il diorama fu il pretesto che condusse all’invenzione della fotografia. Per Albanese, invece, il diorama è il luogo della sperimentazione dei materiali elaborati e ricomposti in funzione di una sola immagine da spettacolarizzare. INFO La Galleria Cavour è in piazza Cavour a Padova. Ingresso: libero. www.padovacultura.padovanet.it VENEZIA Tiziano, un autoritratto Museo Correr FINO AL 15 GIUGNO Al Museo Correr l’occasione di ammirare un affascinante Autoritratto a disegno recentemente ritrovato e riconosciuto a Tiziano Vecellio da autorevoli studiosi internazionali. Il disegno, concesso generosamente in prestito da una collezione statunitense, rappresenta per i visitatori dei Musei di Piazza San Marco una singolare occasione di confronto con l’inaspettata rappresentazione di se stesso consegnataci dal “sommo” Tiziano. Dal plurisecolare buio della storia riemerge il volto del ‘grande vecchio’ della pittura veneta; giunto quasi all’età di ottant’anni, onorato da imperatori e papi e celebrato ovunque in Europa grazie alle sue opere, Tiziano pare aver affidato ad un fragile piccolo foglio di carta la sopravvivenza della propria immagine terrena. Concentrato nel profilo della testa, col solo accenno del ricco collo di pelliccia e della cuffia, il rapido e sicuro tratto della matita nera, sempre mobile e vibrante, ma qui insolitamente anche minuto ed analitico, cattura con straordinaria immediatezza l’inconfondibile e familiare profilo del pittore, restituendocene tutta la consapevole dignità conseguita con la sua impareggiabile Arte della Pittura. INFO Il Museo Correr si trova in Piazza San Marco, 52 a Venezia. L’esposizione è visitabile con il biglietto e l’orario dei Musei di Piazza San Marco. www.correr.visitmuve.it Scade: il 31/12/2014 MUSEI CIVICI Padova Varie sedi. Musei Civici agli Eremitani/Cappella degli Scrovegni/Palazzo Zuckermann biglietto cumulativo € 6 - Palazzo della Ragione € 2 - Stabilimento Pedrocchi € 2,50 Oratorio San Rocco € 2 - Oratorio San Michele € 1,50 - Casa del Petrarca € 2 - Loggia Odeo Cornaro € 2. UNOClub Vantaggi INGRESSO RIDOTTO SPECIALE Vedi quotazioni riportate sopra per ogni singola sede. ATTENZIONE LA CONVENZIONE È VALIDA SOLO RITAGLIANDO IL PRESENTE COUPON. 17 RITAGLIALOSCONTO Henri Matisse, “Icaro” dalla serie Jazz, 1943-46 Accanto Strange Worlds O O SONDAGGIO S O C I A L SECONDO V O I SOCIALUN’AUTENTICA DROGA PER IL 67% IL 56% NON INTERCETTEREBBE NESSUNO La stragrande maggioranza di chi ha risposto ammette la propria “dipendenza” da social network. Mentre alla domanda sulle intercettazioni il 54%, tra chi ha risposto sì, pone al vertice dei propri desideri “spionistici” l’intera classe politica, fino alle sue più alte sfere. Alessandra Santonastaso Grafica 1) Io sto benissimo senza FB e company, per certe cose è utile ok, ma finisce qua. Andrea Tommaseo Ponzetta Facebook 1) Falso, almeno per me. 2) Nessuno. Claudia Galtarossa Facebook 1) Secondo me per molte persone (soprattutto per i giovani di età compresa tra i 13 e 18 anni) i social network sono una vera e propria droga. Io la penso così. Alessia Bernardi Facebook 1) Sì credo che per tanti sia una droga. 2) Intercettazioni? Di tutti i politici e funzionari che vengono pagati con soldi provenienti dalle tasse sul popolo! Astronauta Terrestre Indignato Facebook 1) Verissimo... non si fa un’azione, senza pubblicarla o renderla nota. Sempre connessi e sempre a guardare i fatti degli altri, invece di uscire e socializzare. 2) Il telefono di De Benedetti... non credo esista una persona più sporca e corrotta di quello e nessuno gli fa nulla! Arcolin Leopoldo Facebook 1) Vero, specialmente per i ragazzi che, purtroppo, preferiscono la socializzazione virtuale perché più semplice da gestire. Cristina Cazan Facebook 1) Sì, purtroppo è vero. 2) Nessuno, semplicemente perché non mi piace curiosare nella vita di nessuno e spero nessuno lo faccia con me. Filippo Sottovia Imprenditore 1) Sì i social sono una droga. 2) Intercetterei qualche politico che ride di quello che sta succedendo, sfregandosi le mani come quei maledetti dopo il terremoto... E da noi continuano i suicidi. Gianna Seraglia Facebook 1) Vero per molti. Soprattutto giovanissimi. 2) Del mio avvocato... non si sa mai. Giampietro Vecchiato Docente 2) Non intercetterei nessuno. Solo rari casi autorizzati da una Magistratura seria e non politicizzata. La libertà delle persone è il bene più grande. Elisa Tardivo 1) Sì, è vero che i social network sono come una droga. 2) Non intercetterei le telefonate di nessuno al momento. Carlotta Lana Facebook 1) Vero, per molti diventa una droga. 2) Napolitano. Carlo Garofolini Facebook 1) Vero... 2) Massimo D'Alema. Photo Thomas Ortolan www.thomasortolan.it - Model Monica Boin - Credits Manuel Nani Hs Omar Turrini Mua Alain Luciani Facebook 1) Vero, vero. Sono nel settore informatico, potrei raccontarvi delle scenate di alcuni clienti che non possono utilizzare FB per alcuni giorni. 2) Intercettare? Solo i politici e i malavitosi. Giulio Marcolin Facebook 1) Verissimo, anzi spesso capita che gli "adulti" chiedano aiuto ai propri figli per “taggare”, “chattare”, mettere “mi piace” o commentare uno stato sul più famoso social network. E succede anche che i figli dicano “basta stare su Facebook” ai propri genitori perché loro, con fb, ci sono nati e sono anche annoiati, mentre i genitori hanno un nuovo mondo di amicizie vecchie e nuove tutto da scoprire. 2) Credo che intercetterei solamente le telefonate dei messaggi di pace e dell’amicizia tra i vari popoli in guerra. Semplicemente per captare qualche segnale di vita, di speranza e di amore tra persone. Persone abitanti lo stesso posto, la stessa Terra che si fanno la guerra a “vince chi mangia di più”. Aurora Scarin Facebook 1) Sicuramente i social network sono entrati e fanno parte della nostra "vita virtuale" con una certa prepotenza e importanza ma solamente in questi recentissimi ultimi anni. Fanno bene o fanno male? Dipende dalla persona che li gestisce e si fa gestire, da ciò che viene (segue a pag. 21) PER I SONDAGGI DI QUESTO NUMERO ABBIAMO CHESTO 1) SOCIAL NETWORK: PER MOLTI UNA DROGA. VERO O FALSO? 2) DI CHI INTERCETTERESTI LE TELEFONATE E, SOPRATTUTTO, PERCHÉ? 18 uno magazine uno magazine 19 O SONDAGGIO I N T E R C E T T A T O O pubblicato, da ciò che si dice e da ciò che ti viene chiesto di essere e a cui appartenere. Un esempio, ultimo solo per la cronaca ma non isolato, il suicidio della ragazzina di Cittadella. 2) Intercetterei le telefonate di Napolitano, il perché? Penso che sia un grande uomo con qualche scheletro nell’armadio e tanta voglia di esprimere a gran voce tutta la sua amarezza e disappunto per ciò che è costretto a vedere e sentire... Magari qualche commento poco carino al telefono lo fa. Eva Cattin Facebook 1) Vero. 2) No, non avrei bisogno di controllare nessuno perché mi fido delle persone che stanno al mio fianco! Candy Nico Maggy Facebook 1) Vero... 2) Tutti i politici per sapere quanto se la spassano a spese nostre. Eurocare Italia Facebook 1) Vero. 2) Le tante persone false, ipocrite e bugiarde, perché così conoscerei ciò che pensano VERAMENTE. Mariyana Dimitrova Facebook 1) Sì, vero... 2) Di nessuno. Loredana Carlotta Fusè Facebook 1) Direi proprio di sì. 2) Non intercetterei nessuno, sono una persona molto curiosa ma di ben altro. Mariya Bazyuk Facebook 1) Sì è vero. 2) Intercetterei il mio amore, perché lo amo. Fabrizia Fabry Birello Facebook 1) Vero Facebook è una droga io, ultimamen- 20 uno magazine uno magazine SECONDO V O I te, cerco di aprirlo non più di due volte al giorno e per pochi minuti. Auspico che sia così anche per altre persone. È vero che per certi aspetti è utile, io ho ritrovato molti cugini ma sotto altri aspetti, purtroppo, è distruttivo. 2) Personalmente non ho nessuno in particolare a cui farei intercettare le telefonate, è giusto farlo quando si sospetta una persona di frode fiscale o altri reati. Massimo Patron Facebook 1) Falso. 2) Di nessuno, perché esiste o non esiste la privacy? Esiste solo quando fa comodo a qualcuno? O la si fa per tutti o, altrimenti, non ha senso. Lara Cossale Facebook 1) Per molti sì è una droga e quando ci sei dentro fai fatica a dire di no, ma bisogna usare un po' di controllo. Sono molto utili invece quando hai una persona lontana, io per un anno ho avuto mio figlio in Australia e direi che è stato importante comunicare anche così. 2) Sarei curiosa di intercettare le telefonate di una persona amica che mi ha deluso molto... Perché non è onesta. Matteo Morosinotto Facebook 1) Se i Social Network possono essere una droga? Si diceva così per tante cose nel passato: ad esempio per Libri (eh sì), Cinema, Radio, Televisione, Video Game, anche del Lavoro si diceva che era una droga in alcuni casi. Direi quindi di no. È solo la “moda” del momento secondo la classica curva di tutto: Nascita/ElitéDiffusione/MassificazioneNicchia/Specializzazione. Un po’ di tempo è saranno usati, come lo sono adesso e come sono adesso, solo da un ristretto numero di utenti dopo un periodo di uso quasi universale. Maurizio Sottocasa Facebook 1) Falso. 2) Nessuna. Mauro Montebovi Facebook 1) Vero. 2) Nessuno. Mary Ole Mazzucato Facebook 1) Vero, per molti lo è, per fortuna c'è sempre un dieci per cento che si salva. 2) ... Nessuno per rispetto della privacy. Massimo Innaimi Facebook 1) Per molti ma non per tutti? Vero. 2) Poiché le intercettazioni dovrebbero essere solo uno strumento di indagine di p.g al fine di evidenziare e accertare una verità, pertanto se fosse solo per fini di curiosità allora di nessuno. Ilaria Pianezzola Facebook 1) Vero sicuramente. 2) Nessuno, le cose le sappiamo lo stesso anche senza le prove di intercettazione. Irma Mainino Facebook 1) Droga? Dipendenza? Forse, ma io la chiamerei piuttosto curiosità, sbirciare, vedere che fanno e dicono altri, cazzeggiare per molti. 2) Non amo le intercettazioni in generale, non le trovo giuste e soprattutto non sono giuste verso nessuno! Solo gli organi di polizia possono farlo per ordine della magistratura. Io la penso così Luciano Tortima Facebook 1) Ogni prodotto sociale per me è figlio del proprio tempo. Nelle piazze reali una volta si spettegolava, si ECCO COME DISINTOSSICARSI Facebook e gli altri social network fanno ormai parte della vita quotidiana delle persone, ma per alcuni sono diventati una vera e propria droga. Un gruppo di medici ha addirittura ipotizzato che per alcuni soggetti i social network, in particolare Facebook, può generare anche aumenti degli attacchi d’asma. In altri casi potrebbe addirittura arrivare a provocare stato confuzionale, perdita dell’orientamento e frustrazione. Allora la cosa migliore da fare, per evitare queste spiacevoli conseguenze da abuso da social, è saperli usare nel modo giusto e nella dose giusta. La prima sensazione generata dal social è una sorta di eccitazione iniziale. Si iniziano a cercare gli amici che non si vedono da tempo, si provano le applicazioni, i giochi, rispondere a post, foto e commenti. Questa fase può durare anche molto e nei casi più estremi, potrebbe addirittura prendere il sopravvento sulla vita personale e professionale con effetti devastanti. Facebook è uno straordinario strumento che se preso nelle giuste dosi, ci consente di tenerci in contatto con persone che sono in qualsiasi parte del mondo. Ma se se ne fa un abuso, può anche generare effetti spiacevoli sulla salute psicofisica. Ed a un certo punto può accadere che il solo Facebook non ci basti più. Allora cominciamo ad interessarci agli altri social, come Twitter o LinkedIn e pian piano veniamo talmente assorbiti che non riusciamo più a trovare il tempo per andare a fare la spesa o finire un lavoro – tra l’altro sempre più persone dichiarano di non poter fare a meno dei social, in particolare Facebook neanche sul posto di lavoro – e se non aggiorniamo di continuo il nostro status, ci viene l’angoscia. A questo punto il messaggio è chiaro: bisogna assolutamente prendersi una pausa, staccare la spina da tutti i social. Ecco come fare. 1. Ridurre gradualmente le ore passate su Facebook e sugli altri social. 2. Non usare il telefonino per ricevere aggiornamenti sui social e limitarsi ad usare solo il computer fisso. 3. Dedicare ai social un tempo limitato, magari durante la pausa pranzo. Sullo stesso Facebook, tra l’altro, è nato un gruppo di discussione che tratta appunto l’argomento della cancellazione dal social e spiega come fare ad eliminare ogni traccia del proprio trascorso su Facebook. In questo caso, bisogna chiedere la disattivazione del proprio profilo e smettere di usarlo per 14 giorni, al termine dei quali si verrà eliminati definitivamente. In ogni caso, prima di arrivare a questa soluzione estrema, è bene sapersi regolare e non porre Facebook e gli altri social al centro della propria vita. Fonte: www.internet.tuttogratis.it 21 O SECONDO V O I QUANTO TEMPO CI SI “SPRECA”? Hanno ormai superato il miliardo gli utenti di Facebook. C’è chi lo usa per tenersi aggiornato sugli eventi della sua città, chi per rimanere in contatto con amici e parenti lontani, chi semplicemente come passatempo un po' voyeuristico prima di andare a dormire. Ma per molti è una vera e propria droga dalla quale non ci si riesce a staccare. Per questi ultimi la prestigiosa rivista Time ha creato un’applicazione che "svela" quanto tempo passiamo, anzi, sprechiamo, su Facebook ogni giorno. A questa pagina http://time.com/6107/how-much-time-have-you-wasted-on-facebook/ potete scoprire con esattezza quanto tempo siete stati impegnati a guardare video di gattini, fare "mi piace" a status dei vip o condividere immagini più o meno divertenti. Speriamo che la scoperta possa essere utile per tutti Fonte: www.today.it per usare al meglio questo validissimo ma, troppo spesso, mal utilizzato social network. calunniava, a volte si vessava, in altre si malmenava. Ora si utilizza la piazza virtuale che se non altro, esclude l’ultimo reato. 2) Su richiesta del GIP tutte le utenze di qualsivoglia persona, senza Orwelliane omissioni, quando sussista il sospetto di un reato punibile con una pena minima di almeno 2 anni. Mi fermo qui in quanto non mi piace la prolissità. Luca Veronese Facebook 1) Diciamo che è una droga virtuale che ti prende di brutto... però alla fine della fiera sta a noi addomesticare la "bestia”. 2) Di principio non voglio sentire le telefonate degli altri perché la privacy è sacra, sebbene quotidianamente sia buttata alle ortiche! Mara Rizzi Facebook 1) Il mio pensiero per i social network è che rappresentano la praticità per poter arrivare in breve tempo in contatto con il mondo, fantastico sicuramente, dall’altra la morte di qualsiasi contatto reale, quello di un tempo, qualcuno lo ricorda? Si sta perdendo il piacere di incontrarsi. Giusy Barattin Facebook 1) Vero, e li riconosci dal "Mi piace" compulsivo (pubblichi qualcosa, non fai a tempo a cliccare “invio” che immediatamente, sempre gli stessi onnipresenti, ti mettono il “mi piace”). Diciamo però che c’è anche chi è drogato per il lavoro, chi per lo sport, per il calcio, per la musica, per il gioco d'azzardo, per le donne, o per gli uomini... Come tutte le cose, se fatte in modo ossessivo, diventano una droga che, senza rendersene conto, tolgono ogni piacere e, qualche volta, anche il quieto vivere, non tanto a chi ne è preso ma a chi gli sta accanto e “subisce”. 2) Personalmente non intercetterei le telefonate di nessuno, tuttavia... visti gli amministratori pubblici “furbetti” che ci ritroviamo in Italia, la metterei come “conditio sine qua non” per chiunque intenda intraprendere una carriera politica/amministrativa pubblica. Fidarsi è bene ma non fidarsi è mooolto meglio e magari ci aiuta pure a risparmiare qualche soldino. Michele Rossetto Facebook 1) VERO! 2) Sarebbe facile rispondere: politici, potenziali criminali, sospettati... preferirei che NON CI FOSSERO LE INTERCETTAZIONI. Dopo quello che si è sentito su Berlusconi, Ruby, Minetti e mignotteria varia, dovrebbero essere tutti in galera, invece... Quindi non servono a nulla! Solo gossip. Paola Dona Facebook 1) Verissimo. 2) Ci sarebbero tante persone iniziando dai politici, giudici e perché no avvocati. Il perché è SEMPLICE. I politici per far sapere che come noi veniamo controllati, pure loro sono sotto controllo, giudici e avvocati per sapere come si dividono le cause: questa la perdo se tu mi fai vincere quella. Paola Francy Facebook 1) VERISSIMO. 2) Non intercetterei le telefonate di nessuno per il semplice fatto che non siamo in uno stato di regime totalitario, il quale prevede il controllo del pensiero altrui! Paolo Zanella Facebook 1) Vero. 2) Sarei contrario alle intercettazioni tranne per chi amministra la cosa pubblica. Ory Montecchio Facebook 1) Io penso che sia meglio il social che drogarsi. Uno ci passa del tempo in base a quello che ha, se io non ho niente da fare e non esco mi rifugio dentro al pc. 2) Intercetterei i politici, nessuno in particolare ma tutti alla pari. Omar Echbik Facebook 1) Vero, poi dipende dalle ambizioni di una persona. Silvia Rubin Facebook 1) In risposta al sondaggio assolutamente sì. Io sono sempre in treno, sia freccia che regionale, e spesso a Milano, oramai mi viene il nervoso vedi adolescenti, che vabé è normale, ma anche mamme e imprenditori sempre lì con il dito a sfogliare l'i-phone o l'i-pad da quando si siedono a quando scendono. Due ore dopo, sali in metro e di nuovo, cioè è ormai una droga di cui non sanno fare a meno. Solo che è molto pericolosa non serve che vi ricordi le ragazze che si sono picchiate a causa di “ASK” e la A LETTO CON FACEBOOK Deviantom, l’architetto e designer croato Tomislav Zvonari, ha realizzato FBed, il primo “letto Facebook”, pensato per quegli utenti che hanno come primo ed ultimo pensiero della giornata Facebook. Il letto, rigorosamente blu, è stato ideato a 2 piazze, del quale per ora vi è solo un modello in scala, il cui profilo riproduce la classica “F” dell’azienda di Mark Zuckerberg. Deviantom ha pensato anche al design degli accessori che ogni giorno sono parte integrante di un letto: il copriletto è decorato con le più note icone di Facebook, mentre un apposito alloggiamento integra una postazione per personal computer che consente agli utenti di aggiornare il proprio status ed usufruire di tutte le funzionalità di cui il social network dispone. Ad oggi non si hanno notizie su possibili accordi tra Zvonaric e il gruppo Facebook per la trasformazione del suo prototipo in un prodotto commerciale. Questo nuovo modello potrebbe incrementare le dipendenze da Facebook che oggi sono già conosciute come “Social Network addiction” (dipendenza da connessione) e “Friendship addiction” (aggiornamento e controllo della propria pagina web e da amicizia), che presentano sintomi di craving, tolleranza ed astinenza proprio come accade nelle dipendenze da sostanze. Fonte: www.wakeupnews.eu - Gianpiero Padalino 22 uno magazine SECONDO V O I ragazza di Cittadella gettatasi dall’ex Palace Hotel. Io che col pc ci lavoro 8 ore al giorno, vedo che è un mondo in cui ci si deve approcciare con mille attenzioni, per mille motivi ma, soprattutto, invito i genitori e gli adulti a chiudere nel week end perché la vita non è dentro le chat. Bici, montagna, passeggiare, cinema etc sennò ci si rimbambisce e si perdono i valori veri. 2) Ascolterei le telefonate dei miei capi: per sentire le bugie che dicono. Marco Boscarato Facebook 1) Social network una droga? Sì e no. Sì perché come una droga amplificano le nostre potenzialità (e per riflesso, potenzialmente, il nostro ego) e creano dipendenza. Ma anche no perché possono essere tenuti sotto controllo nell'uso, diversamente da alcune droghe in senso stretto. 2) Non terrei sotto controllo le telefonate di nessuno perché non mi interessa... Valentina Lunardi Facebook 1) Beh come tutte le cose trovo che la differenza la facciano le persone e il loro modo di pensare. I social network sono per me, dei simpatici “ritrovi” con i quali sono riuscita a conoscere delle persone stupende e a ritrovare degli amici lontani. Non pretendo che mi cambino la vita e faccio in modo che siano solo uno strumento. 2) Le intercettazioni, solo leggere la parola mi dà la nausea perché ormai siamo sotto l’occhio del “Grande Fratello” su tutto e non esiste più nulla di nostro, privato e che ci appartenga. Non mi interessa leggere di nessuno e non vorrei essere letta da nessuno. Valentina Cecconato Facebook 1) Droghissima... dipendenza da curiosità e, a volte, unica via di intrattenimento. 2) Intercettazioni di capi e colleghi... giusto per sapere cosa succede prima di venir messa a conoscenza in via ufficiale ma a scoppio ritardato! Tiziana Menaldo Facebook 1) Vero. 2) Intercetterei le telefonate di tutti i politici e grossi imprenditori per sapere quali “sporche” alleanze ci sono tra di loro. Diego Mora Facebook 1) Sì sono una droga ormai. 2) Nessuno perché tanto se uno sbaglia esce lo stesso e poi un po’ di privacy almeno al telefono... Paolo Renna Facebook 1) Verissimo... personalmente mi stimola parecchio le minchiate che vengono riportate. uno magazine Photo Sergio Mantello www.sergiomantello.it O 2) Di nessuno... preferisco farmi gli affari miei, inoltre si potrebbero scoprire cose spiacevoli. Stefano Forese Facebook 1) Non creano dipendenza se si sanno usare con criterio e buon senso. Molti tuttavia ci si perdono perché hanno perso il senso delle relazioni vis a vis molto più importanti e coinvolgenti. 2) Intercetterei solo coloro in odore di malaffare e malavita o che possono essere un pericolo per tutti. Con criterio e buon senso tuttavia, senza esagerare. Stefania Piovan Facebook 1) I social sono strumenti inventati dagli uomini per gli uomini....quindi sta a noi farne buon uso e non esagerare anche se ci sono persone che, effettivamente, in alcuni casi ne abusano (purtroppo). Quello che mi preoccupa sono i ragazzi, che sono anche i più indifesi, mentre noi adulti riusciamo a discernere (segue a pag. 28) Dario Sanna Creative director 1) Oscar Wilde diceva che riusciva a resistere a tutto tranne che alle tentazioni... diciamo che per qualcuno il social network può diventare una droga, ma in fondo lo diventa solo per chi ha bisogno di assumere una droga in genere per reputare di stare bene. Ovvero il problema sta in lui non nell'oggetto agognato e compulsivamente reiterato dalla spasmodica bramosia di utilizzo. In fondo tutto può essere amministrato con sobrietà ed equilibrio e tutto può diventare una droga, anche lo spazzolino elettrico o la Nutella. 2) Delle persone che parlano di me: si migliorerebbe tantissimo ascoltando conversazioni che ci riguardano, soprattutto quando parlano dei nostri difetti. 23 O SECONDO V O I Photo Nicola Verardo www.nicolaverardo.com POLITICI Il 51% di chi ha risposto SÌ alle intercettazioni amerebbe ascoltarli. Al primo posto, tra i più “orecchiabili”, il Presidente Giorgio Napolitano. 24 uno magazine uno magazine 25 O R I S U LT A T I SONDAGGIO Social Network per molti una droga vero o falso? 67% 12% VERO 21% FALSO ALTRO 56% Chi intercetteresti? 54% 26 POLITICI le cose e, giusto per fare un esempio, quando siamo in compagnia parliamo e interagiamo fra di noi. Per i ragazzi ormai è un disastro, in un locale con una tavolata di quindicenni o giù di lì, non c'è dialogo, ognuno di loro sta da solo con il cell o tablet a farsi gli affaracci suoi: non sanno neppure parlare fra di loro. Un ragazzino mi ha risposto: e che devo parlare a fare, tanto gli scrivo un sms!!! AIUTOOOOOOOOOOOOOO. 2) Intercetterei tutte le persone potenti e che sono il fulcro della vita politica nazionale e internazionale. Mario Liccardo Avvocato 1) VERISSIMO!!! E attenzione alla nuova oligarchia del web, pericolosissima perché la percezione e/o l’opinione di una minoranza si arroga la rappresentanza di tutta l’opinione pubblica e così prevarica la maggioranza (che non ha tempo o voglia o capacità di cimentarsi sul web)! 2) Solo per ragioni legate ad indagini su fatti gravi. E punirei, molto pesantemente, chi ne divulga il contenuto al di fuori dell’ambito processuale. Giornalista NO 44% (segue da pag. 23) Stefano Volpe Intercetteresti le telefonate? SÌ O B I O FOTOGRAFI 46% ALTRO 1) Vero e vengono presi a volte anche troppo sul serio creando alienazione dalla realtà. 2) Per me si potrebbero intercettare anche tutte le persone, chi non ha nulla da nascondere non ha problemi. Uccio Buson Facebook 1) Amo i social network! Sono il mio sfogatoio quotidiano. Cerco frasi e foto di effetto e poi esagero con mie personalizzazioni di battute! Mi sento unito con tanti amici virtuali e pochi di veri. Se non ci fossero? Boh!!! 2) Mi piacerebbe intercettare le telefonate dei personaggi famosi. Una telefonata di Papa Francesco? Wow sarebbe ganzo... Marina Marcolongo Facebook 2) Ora come ora intercetterei i politici, banchieri, magistrati e capo dello stato.... Maria Valentina Pianta Facebook 1) I social network sono diventati una droga, io stessa quando mi sono iscritta ho detto che non sarebbe successo, invece anche quando sono via guardo il cellulare. E poi, ormai, se vuoi sapere una uno magazine cosa di qualcuno devi consultare la sua bacheca... 2) Io intercetterei le telefonate di tutte le persone che mi sono vicine in questo momento per vedere se sono false o se sono vere. Francesco Zaltron Ristoratore 2) Mi associo a chi dice di voler intercettare politici e banchieri. Pietro Casetta Giornalista 1) I social network diventano una droga quando se ne fa un uso esclusivo e sostitutivo. Tanto quanto lo diventano i libri, la cultura, la pornografia e tutte le attività che la natura umana inventa e produce. E la natura umana, per sua... natura, non ha etica. 2) Personalmente non intercetterei nessuno perché non sono un impiccione. Non ritengo però di dover porre alcun limite all’attuale legislazione sulle intercettazioni, né di scandalizzarmi perché gli USA hanno intercettato le telefonate dei leader europei. Mi sarei molto sorpreso se non avessero cercato di farlo, e mi sorprenderei se non fossero ricambiati. Flavio Antiga Facebook 1) Conosciamo tutti la pericolosità dei social network ma è il presente ed il futuro della comunicazione. Dobbiamo avere più tutele nel caso di azioni “delittuose”. 2) Le forze dell’ordine preposte ai controlli devono controllare chi ci amministra con soldi pubblici, i delinquenti e non la gente comune. Donatella Marcon Facebook 1) I social network non sono una droga per chi li sa usare con la testa... Il problema è per i giovani di oggi che comunicano, solo ed esclusivamente, con questo sistema e poi quando si incontrano non sanno tenere una conversazione normale con nessuno, nemmeno con i propri simili. Bisognerebbe avere il bollino rosso anche per i social. 2) Per quanto riguarda le intercettazioni le riterrei obbligatorie per tutte le cariche dello Stato. uno magazine Monica Massironi Facebook 1) Vero. 2) Intercetterei Giorgio Napolitano. Sergio Mantello Comincia a fotografare giovanissimo per passione, ritraendo gli amici e la gente per strada, e stampando in bianco e nero le sue foto. Dopo vari percorsi ed esperienze lavorative nell’ambito della stampa litografica e poi come stampatore in un laboratorio fotografico professionale, capisce che la fotografia è la sua strada e dal 1986 ha uno studio fotografico dove si occupa di fotografia pubblicitaria, commerciale e concepts creativi. Nel 2001 ha partecipato per la prima volta ad Orvieto Fotografia, convention Italiana per i fotografi professionisti. Ha ottenuto la qualifica di QIP “Qualified Italian Photographer” e poi QEP “Qualified European Photographer”, uno per il ritratto e l’altra per la fotografia di still life pubblicitario. Nel 2007 ha vinto un Gold Award e due Silver Award per la fotografia commerciale. Nel 2008 è stato Autore segnalato nel concorso di Fotografia Creativa di TAU VISUAL. È stato uno dei 12 fotografi per il calendario Kodak 2009. Nel dicembre 2008 è stato il primo fotografo italiano ad ottenere la prestigiosa qualifica di Master Qep Photographer in fotografia pubblicitaria, rilasciato dalla FEP (Federation of European Professional Photographers). Nel marzo 2009, ha vinto un Silver e tre Bronze Awards in fotografia commerciale. Nel novembre 2009 finalista italiano agli European Professional Awards e vincitore di 2 Gold, 1 Silver e 1 Bronze. Nel 2010 ha ottenuto una Menzione d’Onore nella sezione still life del Premio Fotografico di Tau Visual per la fotografia creativa. Nel 2011 ha vinto un altro Gold agli European Professional Awards. Attualmente si sta dedicando a far crescere la fotografia creativa dando ai clienti interpretazioni singolari ed ha iniziato a fare fotografia fine art, settore che gli permette di esprimersi liberamente. www.sergiomantello.it Nicola Verardo Nicola Verardo è nato a Mestre una quarantina di anni fa, ma residente nel padovano, pur avendo avuto una formazione scolastica di tipo tecnico informatico, oggi si occupa, anche professionalmente, di fotografia. Un destino forse inevitabile, in quanto, fin da piccolo, in casa sua si è sempre respirata “aria di fotografia”, una passione paterna geneticamente tramandatasi al figlio. Il sangue non è acqua, infatti, il giovane Nicola, già in tenera età, dà prova di essere attratto e portato per le arti visive. Disegna e dipinge con tutto: matite, pastelli, acquerelli, colori a olio e con l’aerografo su ogni genere di materiali. Naturalmente, crescendo, oltre che affinarsi con le tecniche, orienta la propria cultura ed affina una propria sensibilità artistica. Scopre l’impressionismo francese dal quale resta indelebilmente affascinato, al punto che, ancor oggi, quando si accinge a stilizzare le sue immagini, ama personalizzarle con un tocco di stampo impressionista. Di fotografia si interessa da oltre vent’anni, ma l’evento che porta una rinnovata vitalità ed una potente spinta alla sua attività di fotoamatore, coincide, in pratica, con l’avvento del digitale. Infatti, la passione per tutte le forme di arti visuali e la sua innata creatività, trovano nel mezzo digitale un formidabile e versatile strumento espressivo che lui utilizza con perizia e ammirevole sobrietà. Ama e riesce a fotografare veramente tutto: dall’oggettistica commerciale a magnifici paesaggi, da raffinate foto glamour di modelle, a delicati ritratti di bambini, dalla foto subacquea, alla ritrattistica, dalla foto naturalistica, al reportage, dalla foto di moda, a quella sportiva, dalla macro fotografia, agli scatti all’infrarosso. Immagini diurne, notturne, sia in bianco e nero che a colori. Una versatilità che lo ha portato a distinguersi nell’ambito di svariate manifestazioni e concorsi fotografici. La sua attività commerciale in studio, invece, è costituita, prevalentemente dallo still-life e dalla fashion photography. Collabora, come reporter sportivo, con alcuni quotidiani regionali e riviste di settore. In tale veste ha seguito il Baloon Festival 2004 e ben tre edizioni della America’s Cup di Valencia e Venezia, il GP F1 2007 a Monza, il SBK 2006 di Imola, svariate gare di moto mondiale MOTOGP, la Regata Barcolana di Trieste, la Regata Velica Porti d’Oriente, il GT Endurance di Adria. Il suo primo libro è del 2008 “La mia avventura fotografica”. Nel 2012 il secondo sulle regate di vela “flying on the sea”. www.nicolaverardo.com 27 O S O C I A L DIPENDENTE O C Y B E R CRIME Malati di No-mobil-phone-phobia Lo smart phone o comunque il telefono cellulare è diventato un nostro prolungamento. Si è creata una vera e propria dipendenza tecnologica, in alcuni casi si arriva ad una vera fobia. S i chiama Nomofobia (no-mobilephone-phobia) la paura incontrollata di rimanere sconnessi dal contatto con la rete di telefonia mobile e sta diventando, in alcuni casi, un serio problema con risvolti non solo psicologici ma anche fisici. Una persona soffre di Nomofobia quando prova una paura sproporzionata di rimanere fuori dal contatto di rete mobile, al punto da sperimentare effetti fisici collaterali simili all’attacco di panico: mancanza di respiro, vertigini, tremori, sudorazione, battito cardiaco accelerato, dolore toracico e nausea. Ted le riflessioni di Mikko Hypponen N 28 “ “ uno magazine (Segue da pag. 28) TED (Technology Entertainment Design) è una conferenza che si tiene ogni anno a Monterey, California e, recentemente, ogni due anni in altre città del mondo. La sua missione è riassunta nella formula “ideas worth spreading” (idee degne di essere diffuse). In questo articolo la trascrizione di un intervento del novembre 2011 ma, tuttora, di grande attualità. un paio di settimane fa, è stato identificato lo Scuinst Trojan, un trojan usato dai governanti tedeschi per indagare sui propri cittadini. Se fate parte di una lista di indagati, beh, è ovvio, il vostro telefono verrà messo sotto controllo. Ma oggi vanno oltre. Entreranno nel vostro collegamento a Internet. Faranno perfino uso di strumenti come Scuinst Trojan per infettare il vostro PC con un trojan, che consentirà loro di rintracciare tutte le vostre comunicazioni, ascoltare le vostre conversazioni online, raccogliere le vostre password. Ora, se pensiamo bene a questi fatti, la risposta ovvia della gente dovrebbe essere: «D’accordo, non sembra corretto, ma non mi riguarda perché osservo la legge. Perché dovrei essere preoccupato? Non ho nulla da nascondere». È un’osservazione senza senso. Parliamo di privacy. Il diritto alla privacy non si discute. Non si tratta di scegliere tra privacy e sicurezza. Ma tra libertà e controllo. E anche se ora potremmo fidarci dei nostri governanti, ogni diritto a cui rinunciamo lo perdiamo per sempre. Possiamo dire di avere cieca fiducia in ogni governo futuro, qualsiasi forma di governo da qui a 50 anni? Questa è la domanda che dovremmo porci per i prossimi dieci lustri. uno magazine Le persone affette dalla Nomofobia avvertono stati d’ansia quando rimangono a corto di batteria o di credito, o senza copertura di rete oppure senza il cellulare. Per evitare gli stati ansiosi il soggetto mette in atto una serie di comportamenti: controllare frequentemente il credito (che deve essere sempre attivo); portare il carica batterie in ogni momento; dare ai familiari e agli amici un sione alla rete e diventate subito ansiosi ed numero alternativo di contatto se il cellulare irritabili. Infine quando l’uso del cellulare, ma dovesse rompersi o perdersi o, ancora, se anche degli altri dispositivi di connessione, venisse rubato. Siete a rischio di nomofobia come tablet o computer, interferiscono signise: controllate di frequente il vostro telefono, ficativamente con le normali attività lavoratiil livello di batve, familiari, sociali o di stuteria, quello di dio. Quindi la prossima volta Sei a RISCHIO di NOMOFOBIA se: controlli suoneria e del che siete a cena con gli amici di frequente il tuo telefono, il livello di batteria, e mentre aspettate la pizza vi campo di rete. quello di suoneria e del campo di rete. Altri sintomi soffermate a twittare o non minori sono il riuscite proprio a non guardadesiderare d’utilizzare lo smartphone anche in re il vostro smartphone, invece che conversaposti inappropriati o avere una paura immoti- re con le persone che avete intorno, cominciavata di perdere il cellulare. Oppure quando te a farvi delle domande. notate che siete in zone in cui non c’è connes- Scade: 31/12/2014 OTTICA LV OTTICA Padova Via Guizza, 147 tel 049 8809870. Occhiali, lenti a contatto, occhiali su misura per computer e occhiali con lenti progressive. UNOClub Vantaggi SCONTO 25% su occhiali da vista e da sole. 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La scorsa settimana, durante un meeting con rappresentanti del governo olandese, ho chiesto a uno dei leader del gruppo se ritenesse plausibile che qualcuno morisse in seguito al caso DigiNotar. La risposta è stata “sì”! Ma com’è possibile morire a causa di una violazione informatica? Beh, la DigiNotar è un’autorità di certificazione. Vendono certificati. A cosa serve un certificato? Vi serve un certificato se avete un sito “https”, con protocollo di sicurezza SSL, tipo Gmail. Ora noi tutti, o quasi, usiamo Gmail o software simili, ma questi servizi sono particolarmente popolari negli stati totalitari come l’Iran, in cui i dissidenti usano servizi L'esperto di crimine informatico Mikko Hypponen stranieri come Gmail perché ci parla di tre modalità di attacco alla nostra privacy sanno che sono più affidabie ai nostri dati in rete. Ma di queste tre “aggressioni” solo due li dei servizi locali e i contenuti sono crittografati con vengono considerate un reato, infine pone un quesito ricordandoci connessioni SSL, per cui il una cruda realtà: «Possiamo fidarci ciecamente di tutti i futuri gover- governo locale non può mettere il naso nelle loro ni? Perché ogni cosa che concediamo, la perdiamo per sempre». discussioni. Ma lo potrebbe egli anni '80 nella Germania vizi segreti Statunitensi, due mesi fa, hanno fare se violassero una C.A. straniera ed emetcomunista, se possedevi una congelato il conto svizzero di un signore che tessero certificati fasulli. Ed è proprio quello macchina da scrivere dovevi si chiama Sam Jain e sul cui conto, quando è che è successo nel caso DigiNotar. E che dire registrarla obbligatoriamente. stato bloccato, c’erano 14,9 milioni di dollari della Primavera Araba e di tutto ciò che è sucDovevi registrare un foglio di testo americani. Sam Jain è a piede libero: nessuno cesso, ad esempio, in Egitto? Bene, in Egitto i battuto con quella macchina. In que- sa dove si trovi. E io vi dico che già oggi è rivoltosi hanno depredato le sedi della polizia sto modo il governo poteva risalire sempre più probabile, per ognuno di noi, segreta egiziana nell’aprile 2011 e negli edifial suo autore. Se avessero trovato un diventare vittima di un reato online, piuttosto ci hanno trovato moltissima documentazione. foglio dattiloscritto con frasi non idonee, che di un reato non virtuale. Ed è ovvio che Tra i documenti c’era un raccoglitore con scritavrebbero potuto identificare il suo autore. In sarà sempre peggio. In futuro la maggior to “FINFISHER”. Conteneva delle annotazioni Occidente non potevamo capire come fosse parte dei reati avverrà online. Il secondo mag- di una società con sede in Germania che aveva possibile limitare in quel modo la libertà di giore gruppo di attacchi a cui assistiamo oggi venduto al governo egiziano una serie di struespressione. Non lo avremmo mai permesso non è motivato da denaro. Sono motivati da menti per l’intercettazione - e su vasta scala nei nostri paesi. Ma oggi, nel 2011, se com- altro - dalla protesta, da un’opinione, o solo di tutte le comunicazioni dei propri cittadini. prate una stampante laser a colori presso uno per farsi due risate. Gruppi come Anonymous Hanno venduto questi strumenti per 280mila qualsiasi dei maggiori distributori e ne stam- si sono messi in evidenza negli ultimi 12 mesi euro al governo egiziano. La sede della sociepate una pagina, la pagina avrà dei puntini e questi sono tra i principali artefici degli tà è proprio lì. Dunque dei governi occidentali stanno fornendo gialli, stampati su ogni singola pagina secon- attacchi online. ad alcuni governi do uno schema che rende la pagina unica per Riepilogando sono Già oggi è sempre più probabile, per totalitari i mezzi per voi e per la stampante. Questo accade oggi. E tre i principali autori ognuno di noi, diventare vittima di un reato contrastare i propri sembra che a nessuno importi niente. Questo di attacchi informacittadini. Ma i goverè un esempio di come i nostri governi stiano tici: criminali che lo online, piuttosto che di un reato non virtuale. ni occidentali danusando la tecnologia contro di noi, i cittadini. fanno per soldi, Ed è ovvio che sarà sempre peggio. In futuro neggiano anche se Questa è una delle tre fonti dei problemi onli- “hacktivisti”, come la maggior parte dei reati avverrà online stessi. Ad esempio, ne di oggi. Se diamo uno sguardo a ciò che l’appena ricordato in Germania, solo sta succedendo nel mondo online, possiamo Anonymous, che lo raggruppare gli attacchi in base a chi li effettua. Ci sono tre gruppi principali. Abbiamo i criminali online. Come, ad esempio, Dimitry Golubov, che agisce nella città di Kiev in Ucraina. E le ragioni dei criminali online sono facili da capire: questa gente fa soldi. Usano gli attacchi online per fare soldi, ma proprio tanti. Abbiamo di fatto diversi casi di milionari online, multimilionari, che si sono arricchiti con i loro attacchi i più noti sono: Vladimir Tsastsin da Tartu in Estonia, Alfred Gonzalez, Stephen Watt, Bjorn Sundin, Matthew Anderson, Tariq Al-Daour e così via. Questa gente fa fortuna online, ma lo fa in modo illegale facendo uso di espedienti come i trojan bancari per rubare soldi dai nostri conti bancari, mentre facciamo operazioni online, o facendo uso di keylogger per rubare i dati delle nostre carte di credito quando facciamo acquisti online su un computer infettato. I ser- dalleCINQUEdellaSERA PADOVA & PROVINCIA CAFFÈ SNACK & MORE COSA FARE& DOVE ANDARE dalleCINQUEdellaSERA PER UNA SERATA CON GLI AMICI O SE PREFERITE A LUME DI CANDELA Alex Pedrocchi Civico 26 Sanremo Elle Caffé Ristorante Eventi Via VIII Febbraio, 15 PADOVA ✆ 049 8781231 Lounge Bar Cafè Chiuso il lunedì Via A. Rossi, 26 RUBANO (PD) ✆ 393 8050658 Lounge Bar Chiuso il mercoledì Piazza Diaz, 5 SOLESINO (PD) Pasticceria Caffetteria Via Chiesanuova, 156 PADOVA ✆ 049 8561045 Gelateria Artigianale Via Papa Giovanni XXIII, 2/A BASTIA DI ROVOLON (PD) ✆ 328 4045701 Caffè Snack & Drink Piazza dei Frutti, 16 PADOVA ✆ 049 2051127 Caffè Snack & Drink Chiuso mercoledì pom. e domenica Via Firenze 74/G VILLAFRANCA PADOVANA (PD) ✆ 348 9774295 (accanto Supermercato FAMILA) Caffetteria Snack Bar Chiuso il lunedì Piazza Europa, 31 NOVENTA PADOVANA (PD) ✆ 340 8042125 Wine Bar Concept Store Chiuso il lunedì Via Umberto I, 15 PADOVA ✆ 049 666375 Lounge Cafè Sempre aperto dalle 06 alle 02 Via Medoaco, 6 (Z.I. Limena) ALTICHIERO (PD) ✆ 393 9749372 - ✆ 320 9568937 Caffetteria e Ristorazione Sempre aperto Via Bronzetti, 34 PADOVA ✆ 049 5224137 Lounge Bar Pasticceria Chiuso il lunedì Largo Europa, 14, PADOVA ✆ 049 8763958 Wine Bar Sempre aperto Corso Milano, 93 PADOVA ✆ 049 666176 Wine Bar Ristorante Chiuso la domenica Via San Fermo, 45 PADOVA ✆ 049 8759988 Angolo Breda Caffetteria Antonio Ferrari Baessato Padova Travertino Cafè Vanity Belle Epoque Blancò Lounge Bar Via Caltana, 171 S. ANDREA DI CAMPODARSEGO (PD) Colle Berta Enoteca Weinstube Chiuso la domenica Via Castello, 19 MONTEGROTTO TERME (PD) ✆ 049 8910163 Dea Emotional Caffetteria Snack Bar Via Vicenza, 20 PADOVA ✆ 049 7359175 Dogma Lounge Bar Via Antoniana, 218/8 CAMPODARSEGO (PD) ✆ 349 8331552 ✆ 346 4115942 El Bàcaro American Wine & Lounge Bar Via Marcato, 20 (Piazzale Serenissima) PIOVE DI SACCO (PD) ✆ 049 9708690 Grazia Chiuso la domenica Caffetteria Pasticceria Panificio Via Roma VILLAFRANCA PADOVANA (PD) ✆ 049 9050350 Hy Cafè Lounge Bar & Music Sempre aperto Via Brustolon, 12 ABANO TERME (PD) L’ombra che conta Enoteca Spuncetteria Piazza S. Martino, 2 ABANO TERME (PD) Osteria Barabba Caffé Snack & Drink Chiuso la domenica Via Vicenza, 47 PADOVA ✆ 049 8716845 uno 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 PiacePerchè ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ PAYTV ❑ ❄ ❑ ❑ ❑ Locale nuovo/rinnovato Qui è gradito prenotare Per nuclei famigliari Per serate romantiche Per “nottambuli” Per chi ama bere bene Per chi ama mangiare bene Per chi ama la musica Per spiriti piccanti Per compleanni, feste, ecc. Per chi fuma Per chi cerca belle donne Per serate “segrete” Da segnalare agli amici Per chi ama conversare Per chi ama “imboscarsi” Con musica dal vivo Da vedere assolutamente Per pubblico “alieno” Con ampio parcheggio Con spettacoli dal vivo Con servizio rapido Con programmi PAY TV Con giardino estivo Con climatizzazione Feeling Caffè Gran Caffè Kofler Il Venexino Milano Cafè Caffetteria Snack Bar Chiuso la domenica Via S. Lucia, 33 PADOVA ✆ 049 8760040 Re Rosso Caffetteria Wine Bar Chiuso il lunedì Via Roma, 324 ALBIGNASEGO (PD) ✆ 049 8625433 333 1090277 [email protected] Senso Maleva Caffetteria Wine Bar Piazza San Marco, 15 MONSELICE (PD) ✆ 0429 1961450 Start Ap Cafè Caffetteria Snack Bar Via Tirana, 1 PADOVA ✆ 049 8711820 Vecchio Birraio Birra di produzione propria Via Caselle, 87 MARSANGO DI CAMPO SAN MARTINO (PD) ✆ 049 552088 Vintage 03 Aperitivo Ristorante Lounge Bar Dj set Via Magarotto, 3 LIMENA (PD) OSTERIE & TRATTORIE Antica Trattoria Aggujaro Carne alla griglia Chiuso il lunedì sera Via S. Cuore 4, PADOVA ✆ 049 8647502 Barcollo Vini e Specialità Regionali Via Alessandro Guidi, 23 (zona Guizza) PADOVA 31 L’Hostaria di Via Roma Mario e Mercedes Gatto Rosso RISTORANTI & PIZZERIE Ai Leoni Specialità pesce Chiuso il lunedì Via A. Rossi, 75 RUBANO (PD) ✆ 049 8975728 Specialità pesce Riviera Tiso, 11 PADOVA ✆ 049 8364060 www.ainavigli.com Ristorante Pizzeria Chiuso martedì e lunedì a pranzo Via Adriatica, 3 PADOVA (Ponte del Bassanello) ✆ 049 687500 L’Antico Sapore Ristorante Chiuso la domenica Via Panà, 56 NOVENTA PADOVANA (PD) ✆ 049 8703294 32 Ristorante Aperto 7 giorni su 7 Via Romea, 107/B LEGNARO (PD) ✆ 049 8830739 [email protected] Ristorante Enoteca Chiuso il martedì Via Castello, 9 ARQUÀ PETRARCA (PD) ✆ 0429 777364 Pizzeria Ristorante Via Facciolati, 168 PADOVA (PD) ✆ 049 757407 Ristorante Chiuso il mercoledì Via Andronalecca MONTAGNANA (PD) ✆ 0429 800999 RistoPub Pizzeria Chiuso il lunedì Via Sabbioni, 20 MONTEGROTTO TERME (PD) ✆ 049 8911284 Ristorante Pizzeria Chiuso la domenica a pranzo Via Brentella, 34 CASELLE DI SELVAZZANO (PD) ✆ 049 632357 - 338 4711537 Specialità pesce Chiuso martedì e sabato a pranzo Via Roma, 4 SACCOLONGO (PD). ✆ 049 8016648 Capovolta Ristorante Pizzeria Via Fornaci, 128 Torre PADOVA. ✆ 049 625660 Grill Ristorante Chiuso il lunedì Via Adriatica, 63/65 (zona Bassanello) PADOVA ✆ 049 692724 331 4544524 www.alvigo.it Bassanello Ristorante Chiuso il martedì Via Albarella, 13 CAMPOSAMPIERO (PD) ✆ 049 5791555 www.bocondivino.com Da Artemio Al Vigò Ristorante Cafè Pizzeria Ethnic Food Sempre aperto Piazza Repubblica 4 ABANO TERME (PD) ✆ 049 667446 www.speakeasy-abano.it Ristorante Via Torre Rossa, 41 CAMPODORO (PD) ✆ 049 9065621 Ristorante Piazza Capitello, 27 TORREGLIA (PD) ✆ 049 9930111 Ristorante Chiuso il lunedì Via Ca’ Onorai, 2 GALLIERA VENETA (PD) ✆ 049 5965020 Specialità pesce e carne Via Marzia, 33 ABANO TERME (PD) ✆ 049 8630306 Ristorante Pizzeria Chiuso il giovedì Via Della Libertà, 13 STANGHELLA (PD) ✆ 0425 95058 Corte Sconta Al Palazzon Cucina mediterranea Chiuso Domenica sera e Lunedì sera Via Pioveghetto, 9 PADOVA ✆ 049 8723180. Locanda Alla Torre Chiuso il lunedì Elisir Del Bosco Da Seba Specialita “la fiorentina” Chiuso lunedì e martedì Via San G. Barbarigo, 3 PERAROLO DI VIGONZA (PD) ✆ 049 629955 Dom Mario Ristorante Chiuso domenica sera e lunedì Via Montepertica, 3 CITTADELLA (PD) ✆ 049 9402434 L’Enoteca di Arquà Fuori Menù L’Orlando Furioso Hostaria S. Benedetto Il Console Il Re del Poker Luxury Risto&Lounge Bar Via Marco Polo, 2H MESTRINO (PD). ✆ 049 8686937 www.ilredelpokerpadova.it Osteria dell’Angolo Cucina Veneta Specialità pesce Chiuso domenica sera e lunedì Via Bonafede, 1 PADOVA ✆ 049 0980158 www.osteriadellangolo.it Papilla Ristorante Biologico Vegetariano Chiuso il lunedì, sabato a pranzo e domenica a cena. Viale dello Sport, 15 CITTADELLA (PD) ✆ 049 9404620 www.ristorante-papilla.it La Bulesca Pedrocchino Ristorante Chiuso domenica e lunedì a pranzo. Statale 11 PD - VI RUBANO (PD) ✆ 049 8975297 Ristoria Re Sole Ristorante Via Pitagora, 11/g RUBANO (PD) ✆ 049 635975 Ristorante Pizzeria Cocktail Bar Via Trieste, 57 PIAZZOLA SUL BRENTA (PD) ✆ 049 9620877 www.ristorantepizzeriabocconi.com Casanova Ai Navigli in Padova La Scala Specialità arrosticini d’Abruzzo Via dei Colli, 45 PADOVA ✆ 049 620783 Bocon Divino Trattoria Chiuso la domenica sera e il lunedì Vicolo Pignoria (laterale via Facciolati) PADOVA ✆ 049 750487 Dove Come Quando Pizzeria Chiuso il lunedì Via Euganea, 109 SELVAZZANO DENTRO (PD) ✆ 049 8055433 Bocconi Cafè Trattoria Chiuso il mercoledì Via S. G. da Verdara, 13 PADOVA ✆ 049 8719731 La Kucina Ristorante Enoteca Chiuso il lunedì Vicolo Pontecorvo, 1 PADOVA ✆ 049 656852 Barra Larga Chiuso il lunedì Trattoria Chiuso il mercoledì Via Roma, 89 SAN MARTINO DI LUPARI (PD) ✆ 049 9462301 Donna Irene Ristorante Bar Via S. Antonio, 2 SELVAZZANO DENTRO (PD) ✆ 049 8055237 Speak Easy Spiller Birreria Ristorante Via Fornace Morandi, 24 (Arcella) PADOVA Taverna Degli Artisti Ristorante Chiuso lunedì sera e martedì Stradella della Mura Rotta, 9 CITTADELLA (PD) ✆ 049 9402317 www.tavernadegliartisti.it La Fonderia Ristopub pizzeria Via Vallarega, 23 LUVIGLIANO DI TORREGLIA (PD) ✆ 049 9903953 VISITA IL NOSTRO SITO E SCOPRI LE NUOVE Cucina tradizionale Chiuso il mercoledi Via Carducci, 2/B PADOVA ✆ 049 8766183. Tommy Il cantiere della Pizza Via Monte Grappa, 50 SELVAZZANO DENTRO (PD). ✆ 049 8056572 [email protected] Scade: 31/12/2014 PROPOSTE DEI LOCALI DEL VENETO www.unomagazine.com uno magazine Ristorante Via Venezia, 28 PADOVA (a 100 m. dalla FIERA) ✆ 049 8074920 www.ristorante-venezia.it San Crispino Ristorante Chiuso il lunedì (12,30/15,00 - 19,30/23,30) Viale Arcella, 17/c PADOVA ✆ 049 8649268 www.sancrispinoristorante.it uno magazine Weedoo [email protected]_www.weedoo.it CUCINA ETNICA Buddha Cucina indiana Aperto 7 giorni su 7 Via Giotto, 31 PADOVA ✆ 049 8789308 PIZZEVIA Treviso Via Marconi, 62 Tel 0422 422090. Treviso Via S.Bona Nuova, 129 Tel 0422 260923. Olmi di S.Biagio di C. (TV) Tel 0422 892368. Maserada sul Piave (TV) Tel 0422 777312. Carità di Villorba (TV) Tel 0422 911739. Casale sul Sile (TV) Tel 0422 702604. Trebaseleghe (PD) Via Martiri della Libertà, 22 Tel. 049 9876711. Pizza da Asporto. UNOClub Vantaggi SCONTO 3X2 PRENDI 3 PIZZE E NE PAGHI 2* *la pizza che costa meno la paghi 1 euro (formato classico da listino) Pizzeria con cucina Chiuso il lunedì Via SS. Fabiano e Sebastiano, 51 PADOVA ✆ 049 623734 Ristorante Venezia Via Palestro, 29 Terrazza Carducci Pizzeria Al Borgo Vecio Pizzeria Pub Ristorante Via Torrerossa, 78 CAMPODORO (PD) ✆ 049 9065736 UNOClub Vantaggi SCONTO 50% sulla SECONDA birra + coperto GRATIS (su prenotazione) da martedì a giovedì Easy food for happy people Via Stefano Breda, 36/A (a 100 m. dal Cinecity) LIMENA (PD) Ristorante Chiuso il lunedì e il martedì Via Gorizia, 13/A MESTRINO (PD) ✆ 049 5082553 www.tenutagalilei.it Pizza Biologica A.I.C. senza glutine Chiuso il lunedì Via C. Callegari, 43 PADOVA ✆ 049 604578 www.perdinci.it Red Tower Padova Via SS Fabiano e Sebastiano, 51 tel. 049 623734. Chiuso: lunedì. Orari: 19 - 24. Pizzeria con cucina. facebook.com/pizzeriaalborgovecio Tenuta Galilei Perdinci Trattoria Chiuso martedì sera e mercoledì Viale Melzi, 7 CORREZZOLA (PD) ✆ 049 9760059 www.lafamigliacorrezzola.eu PIZZERIA AL BORGO VECIO Ristorante Chiuso domenica e lunedì a pranzo Via Palestro, 29 PADOVA. ✆ 049 8721636 Bar Ristorante Pizzeria Chiuso il giovedì Via Roma, 21 CAMPODORO (PD) ✆ 049 9065217 Orari: 07,00/02,00 La Famiglia Scade: 30/09/2014 RITAGLIALOSCONTO Baki Trattoria Pizzeria Chiuso il mercoledì Via Del Santo, 23 PADOVA ✆ 049 664176 dalleCINQUEdellaSERA Scade: 30/09/2014 RIVE Cartigliano (VI) via Rive I, 14 Tel. 348 8265815. Chiuso: martedì. Orari: 18 - 01. Ristorantino, Wine Bar e Jazz Club. UNOClub Vantaggi SCONTO 20% sulle proposte del MENÙ nei seguenti giorni: domenica, lunedì, mercoledì e giovedi. 33 RITAGLIALOSCONTO RITAGLIALOSCONTO Il Grottino dalleCINQUEdellaSERA O V I N O & DINTORNI Azerbaijan, Argentina, Cile, Spagna. Mentre le aziende di Russia, Slovenia e Stati Uniti, già presenti negli scorsi anni, erano ospitate presso altri padiglioni. COME SI SCEGLIE IL VINO? DIPENDE DAL SESSO Un curioso sondaggio Vinitaly-Winenews ci dice che, nella scelta di un vino, l’uomo si comporta da “cicala” mentre la donna ha l’attitudine ad essere “formica”. Dalla famosissima favola di Esopo alla parodia della vita reale: quando scelgono un vino, l’uomo è “cicala” e la donna “formica”. Lei, parsimoniosa e attenta, è la “ragioniera” di casa, addetta all’acquisto di vino per il consumo quotidiano (nell’85% dei casi), che compra al supermercato (70%). Lui? Meno oculato, si riserva il compito di sceglierlo al ristorante (94%) e per le occasioni speciali (92%), rivolgendosi soprattutto all’enoteca (75%). Anche nel mondo del vino, gli stereotipi di genere sono duri a morire, secondo un sondaggio di Vinitaly (www.vinitaly.com) e Winenews (www.winenews.it), a cui hanno risposto 1.080 “enonauti”, appassionati già fidelizzati al mondo del vino e del web. Ma poi, alla fine, una buona bottiglia di vino fa miracoli e concilia sempre, con ben l’88% delle donne che dichiarano di non discutere mai ed il 53% degli uomini solo ogni tanto, con la propria metà sulla scelta di un vino. Anche se, da lui che sceglie un rosso corposo e lei che invece preferisce le bollicine, a lei che ordina sempre lo stesso vino e lui che vorrebbe, invece, sperimentare qualcosa di nuovo, gli “enonauti” hanno tanti aneddoti da raccontare. Sarà perché è ancora la donna che si occupa delle faccende domestiche, ma quando si tratta di decidere che vino bere a tavola tutti i giorni, l’ultima parola spetta a lei: l’85% degli “enonauti” dichiara che sono le donne, mogli, compagne o fidanzate, a comprare il nettare di Bacco per il consumo quotidiano. Tra questa schiera tutta al femminile, il 70% preferisce acquistarlo al supermercato, il 25% dal produttore e solo il 5% in enoteca. Altra storia, invece, sono le occasioni speciali, come cene tra amici e parenti, in cui è soprattutto l’uomo a farla da padrone nello scegliere la bottiglia (nel 92% dei casi) da condividere con i commensali, guardando meno al portafoglio. Fuori dalla routine quotidiana, per gli eventi importanti e particolari, il 75% dei mariti, compagni e fidanzati opta per l’acquisto in enoteca, il 24% direttamente dal produttore e solo l’1% si reca al supermercato. Il criterio di scelta, tutta maschile, si basa principalmente sull’abbinamento menu-vino (86%), mentre il 10% sceglie il proprio vino preferito, il 3% si orienta sull’etichetta e l’1% sperimenta qualcosa di nuovo. Al ristorante? Nel 94% dei casi è ancora lui che ha in mano la carta dei vini. E anche in questo caso la scelta della bottiglia è legata all’abbinamento menu-vino (80%), e, solo dopo, al vino preferito (11%) e, vista l’occasione giusta, alla voglia di sperimentare qualcosa di nuovo (9%). Infine, il capitolo liti e riappacificazioni, dimostra come il vino possa fare davvero miracoli: se il 53% degli uomini discute solo ogni tanto, il 42% mai e appena il 5% spesso, con la propria dolce metà sulla bottiglia da stappare, ben l’88% delle donne dichiara di non litigare mai con il proprio uomo di fronte a scaffali e menu, solo il 10% ogni tanto e spesso appena il 2%. Ma, nei racconti degli “enonauti”, sono molti gli aneddoti di liti e riappacificazione, soprattutto al ristorante. Il più comune? Lui che sceglie un rosso corposo, il suo preferito, quando lei, invece, ama le bollicine. E ancora, quando l’uomo vuol sperimentare qualcosa di nuovo, ma si dimentica di controllare il prezzo. C’è poi chi litiga perché lei sceglie sempre lo stesso vino, la coppia che pur avendo gli stessi gusti discute sui produttori, ma soprattutto, marito e moglie spesso litigano sul prezzo. Indipendentemente se sia caro o meno, discutono comunque, per principio di chi ha torto o ragione, tanto che alla fine finiscono per non comprare nulla. Al ristorante? Alla richiesta del conto, puntuale, arriva la fatidica domanda: chi ha ordinato il vino? (fonte: ufficio stampa Veronafiere) 34 VINITALYBIO È stato il nuovo salone specializzato di Vinitaly dedicato ai vini biologici certificati. Pensato per valorizzare le produzioni enologiche prodotte secondo le norme del regolamento UE n° 203/2012 sulla produzione e l’etichettatura del vino biologico ed entrato in vigore il 1° agosto 2012. Vinitalybio è stato creato per andare incontro alle richieste di una nicchia di mercato sempre più interessante che si sta sviluppando in particolare nei Paesi del nord Europa, dell’America del Nord, ma anche dell’Estremo Oriente. Vinitalybio è stato realizzato con la collaborazione di FederBio, l’organismo che riunisce la quasi totalità delle rappresentanze della filiera biologica italiana. Oltre agli stand, era stata allestita un’enoteca che ha permesso la degustazione di tutti i vini biologici presenti a Vinitaly, così da coinvolgere tutte le aziende espositrici presenti in altri padiglioni che, oltre ai vini prodotti con metodi convenzionali, proponevano una propria linea bio. VIVIT Con la nascita di Vinitalybio, si è specializzata ulteriormente l’offerta di Vivit, il salone nato prima dell’emanazione del regolamento comunitario sulla produzione di vino biologico. Vivit, che continua a riscuotere un successo sempre maggiore, è rimasta quindi la vetrina esclusiva dei vini artigianali, frutto del lavoro di quei produttori che si riconoscono nell’autenticità di un territorio e nella sua individualità. IL PUNTO DI RIFERIMENTO MONDIALE Ancora una volta Vinitaly si è rivelato il più importante salone mondiale dedicato al vino e ai distillati con oltre 4.100 espositori presenti su una superficie di 100mila metri quadrati netti confermandosi il punto di riferimento più dinamico e qualificato per la promozione commerciale e culturale di questi prodotti sui mercati globali. Per questo Vinitaly riesce ad attrarre a Verona ogni anno una media di oltre 140mila visitatori: di questi oltre 50mila sono operatori esteri provenienti da 120 Paesi. Novità assolute di quest’anno, nel segno di una crescente internazionalizzazione e una particolare attenzione al panorama delle produzioni biologiche, sono state Vininternational, International Buyers’ Lounge e Vinitalybio. Vininternational - International Wine Production, ha reso per la prima volta organica la presenza degli espositori esteri all’interno di un padiglione che ne ha ospitato 80 provenienti dai principali Paesi produttori. L’International Buyers’ Lounge, con Taste and Buy, invece, è stata la nuova area per il b2b wine&spirit pensata per gli operatori esteri selezionati presenti in fiera, con l’obiettivo di favorire relazioni e scambi commerciali. Al debutto anche Vinitalybio, realizzato con la collaborazione di FederBio: salone specializzato riservato ai vini biologici certificati. L’intento è stato quello di valorizzare le produzioni enologiche che seguono le norme del regolamento UE uno magazine e di rispondere a una precisa domanda del mercato, in particolare dai Paesi del Nord Europa, dell’America del Nord e dell’Estremo Oriente. Oltre alle iniziative pensate per l’incontro di domanda e offerta Vinitaly, per quattro giorni, è tornato ad essere un importante momento formativo e culturale, con un ricco programma di degustazioni guidate, convegni, presentazioni di ricerche e indagini di mercato, utili per l’aggiornamento professionale e per essere informati sulle ultime tendenze dal mondo del vino. È questo lo spirito con cui è nato quest’anno Vinitaly International Academy: un vero e proprio masterclass rivolto agli operatori stranieri, con sessioni di tasting mirate e lezioni specifiche sui vitigni italiani. In contemporanea, come ogni anno, si sono svolti Sol&Agrifood ed Enolitech, i due saloni che completano l’offerta di Vinitaly con l’eccellenza del food e delle tecnologie per la viticoltura, l’enologia e l’olivicoltura made in Italy. In tutto tre manifestazioni per una vetrina internazionale unica che fa dell’agroalimentare di qualità il proprio punto di forza: un comparto che vede l’export italiano protagonista con 33 miliardi di euro nel 2013, di cui 5 totalizzati dalla filiera vinicola e 1,3 da quella olearia. Grande interesse anche per gli espositori esteri, quasi tutti riuniti da quest’anno in un nuovo padiglione denominato Vininternational, dove i visitatori hanno incontrato aziende provenienti dai principali Paesi produttori di vino, tra questi Francia, Australia, Sud Africa, Nuova Zelanda, Ucraina, uno magazine SOL D’ORO Novità importanti per il concorso internazionale Sol d’Oro, che si è sdoppiato: svoltosi dal 16 al 22 febbraio 2014 a Verona nella sua edizione dedicata all’emisfero nord, cioè agli oli prodotti in autunno/inverno, si svolgerà per la prima volta a settembre, con il patrocinio di Veronafiere e con lo stesso capo panel, in Cile per gli oli dell’emisfero sud, cioè per la produzione oleicola realizzata nel “nuovo mondo” dove la campagna inizia in primavera. Particolarità del Concorso Sol d’Oro – Emisfero Sud, sarà la sede itinerante: ogni anno in uno dei paesi a maggiore produzione olivicola (Argentina, Nuova Zelanda, ecc). YOUNG&YOUNG Un altro evento novità assoluta al recente Vinitaly è stato Young&Young, che ha visto i giornalisti Paolo Massobrio e Marco Gatti guidare tre sessioni di degustazione con quattro giovani produttori e una platea di wine blogger che ha twittato in tempo reale le proprie impressioni. STUDI E RICERCHE Quattro le ricerche presentate quest’anno al Vinitaly: 1) Vino e Gdo; 2) L’export di vino attraverso un’indagine realizzata sulle aziende espo- 35 SOL&AGRIFOOD Nel 2014 sono aumentate le richieste di espositori italiani e cresciute in maniera significativa anche le presenze estere, che hanno visto Grecia, Argentina, Croazia, Algeria e Marocco quali “special guest”. La selezione delle aziende è stata molto stretta, per mantenere alto il livello dell’offerta della Rassegna internazionale dell’agroalimentare di qualità (www.solagrifood.com). Nell’edizione di quest’anno le aree dedicate alla birra sono state due: la prima, come l’anno precedente, con Assobirra per la presentazione dei prodotti dei migliori birrifici artigianali, l’altra ha accolto invece birrifici italiani conosciuti sul territorio italiano ed estero e anche produttori di birra provenienti dalla Repubblica Ceca e da Malta. I NUMERI IN ITALIA DELL’AGROALIMENTARE Il settore agroalimentare italiano genera, tra agricoltura e industria alimentare, un fatturato di 250 miliardi di euro. Notevole la quota dell’export, pari a 26,4 miliardi di euro nel 2013 (“vini”esclusi). AZIENDE: poco meno di 780.000 quelle agricole; circa 55.000 quelle dell’industria alimentare, delle quali solo 6.850 superano i 10 addetti. OCCUPATI: circa 830.000 in agricoltura, 385.000 impiegati dall’industria alimentare. CONSUMI, mercato interno: a causa della crisi economica, i consumi alimentari delle famiglie italiane stanno facendo registrare una parabola discendete. Nel 2013 le vendite al dettaglio di prodotti alimentari sono scese dell’1,1%, un dato comunque migliore del -2,7% dei prodotti non alimentari. EXPORT (prodotti trasformati, bevande, settore primario escluso il vino): 26,4 miliardi di euro nel 2013, in costante crescita: +7% sul 2012; + 46% dal 2007; +150% dal 2000. Principale sbocco dell’agroalimentare italiano sono i Paesi Ue, che acquistano prodotti per circa 22,5 miliardi di euro, con un incremento del 5%. Aumenta del 6% l’export in valore negli Stati Uniti, che supera i 2,9 miliardi di euro, mentre l’Asia con 2,8 miliardi di euro cresce dell’8%, nonostante il rallentamento della Cina (che mette comunque a segno un +11%) e il Giappone che rimane stazionario. Sempre più interessati ai prodotti alimentari italiani i Paesi arabi, l’Est Europeo, l’Oceania e il Nord Africa. I prodotti che hanno avuto le performance migliori sono stati l’olio, l’ortofrutta e la pasta, rispettivamente con variazioni positive del 10, del 6 e del 4%. EXPORT OLIO DI OLIVA: ottima la performance dell’export di oliva di oliva nel 2013, infatti nonostante la flessione in termini quantitativi (385.000 tonnellate, -7%), in termini monetari si è avuto un incremento dell’8% per un totale di 1,4 miliardi di euro. Gli oli di maggior pregio (extra e vergini) concorrono al 76% delle vendite all’estero in volume. In flessione del 16% delle spedizioni negli Usa, che però rimangono il primo sbocco commerciale. Negativa la dinamica delle esportazioni anche in Germania e Francia, dove si riscontrano riduzioni rispettivamente dell’8 e del 10%. Al contrario, aumentano le vendite in Spagna (26 mila tonnellate) in crescita del 73% su base annua. Tra i nuovi mercati, bene le esportazioni in Russia (+14%) e Australia (+5%), mentre flettono del 18% in Cina e del 22% in Brasile. ITALIAN SOUNDING: i prodotti venduti con richiami nel nome o nell’etichetta a prodotti famosi o all’origine italiana producono un fatturato stimato in 60 miliardi di euro. Fonte: Sol&Agrifood su dati Istat, Ismea, Federalimentare, Unaprol. 36 sitrici di Vinitaly; 3) L’export di vino biologico con un’indagine realizzata sulle aziende associate a FederBio; 4) La percezione del vino italiano sui mercati esteri con un’indagine effettuata attraverso i delegati di Veronafiere in 60 Paesi. Una nuova iniziativa dedicata agli approfondimenti, alle analisi di settore è stata lanciata da Veronafiere/Vinitaly con Wine2Wine, in programma i prossimi 3 e 4 dicembre 2014. L’appuntamento si configura come forum dedicato ai produttori di vino e alle più importanti aziende della filiera, pensato in particolare per gli espositori di Vinitaly. Previsti numerosi work shop, case history nazionali e internazionali in chiave business e di sviluppo dell’internazionalizzazione delle aziende. I NUMERI DEL VINO IN ITALIA Complessivamente, il settore enologico genera un fatturato annuo di 12 miliardi di euro, dà lavoro a 1,2 milioni di addetti, con una crescita del 50% negli ultimi dieci anni, occupati in circa 450 mila aziende tra aziende vinificatrici e agricole. SUPERFICIE VITATA: 654.800 ha MEDIA SUPERFICIE AZIENDALE: 1,8 ha NUMERO AZIENDE CON VITE: 384 mila NUMERO AZIENDE VINIFICATRICI: 63 mila PRODUZIONE VINO 2013: 47.400.000 ettolitri (+15%). PRODUZIONE DENOMINAZIONI: in crescita la qualità, con i vini doc (330 le denominazioni) e docg (73) arrivati al 40% del totale della produzione enologica e gli Igt (118) al 35%, a fronte di una riduzione dei vini da tavola. CONSUMI E MERCATO INTERNO: parabola sempre discendente per i consumi interni di vino, calati ormai sotto i 40 litri pro capite, mentre sul fronte della spesa delle famiglie per il vino arrivano segnali timidi ma incoraggianti di ripresa. In termini assoluti infatti, dopo il drastico calo del 2009, nel 2012 le famiglie hanno destinato 12 euro al mese per comprare vino (il 2,5% della spesa alimentare pari a 468 euro e lo 0,48% della spesa totale mensile di 2.419 euro). Il mercato interno, nonostante la flessione dei consumi, continua ad essere fondamentale visto che, degli oltre 47 milioni di ettolitri prodotti, solo 20 sono assorbiti dall’export. EXPORT, VINO ITALIANO PRODOTTO DRIVER PER L’ECONOMIA: record storico per il vino italiano all’estero che nel 2013 ha superato i 5 miliardi di euro (+ 7,3% sul 2012) a fronte di una contrazione del volume che si è fermato a 20,4 milioni di ettolitri (21,3 nel 2012), registrando così, sul fronte delle esportazioni, un’impennata del 37% nell’ultimo quinquennio. A fare da traino nella classifica dei Paesi destinazione del nostro vino, Stati Uniti e Germania su tutti che insieme assorbono il 41% del totale esportato con un valore di oltre 1 miliardo di euro. Seguono: Regno Unito con un balzo del +15,4% in valore, la Russia che recupera un +14,4% in valore (114 milioni di euro). Da segnalare anche il doppio segno positivo per la Svezia, settimo partner per l’Italia, dove nel 2013 si sono esportati 140 milioni di euro di vino (+15,2%) e quasi 470.000 ettolitri (+11,8%). ENOTURISMO: il turismo in cantina, con i suoi 5,1 miliardi di euro l’anno, rappresenta un valore aggiunto per l’economia italiana e un asset strategico per il brand Italia nel mondo. Un fenomeno capace di muovere 4 milioni di turisti in giro per lo Stivale, soprattutto stranieri (98%). Per ogni euro, speso nell’acquisto di una bottiglia, altri 4 vengono impiegati sul territorio. Tra le mete più gettonate dagli enoturisti Piemonte, Sicilia e Toscana ma anche l’Umbria, che quest’anno è entrata a far parte delle 10 best wine travel destinations secondo il magazine USA “Wine Enthusiast”. Fonte: Vinitaly su dati Istat, Assoenologi, Agrinsieme, Censis – Città del vino uno magazine El Agave dalleCINQUEdellaSERA Ristorante mexicano Chiuso il lunedì Via Altichiero,27 PADOVA ✆ 049 619305 Gandhi Cucina indiana Via Cavallotti, 28 PADOVA ✆ 049 687840 Jadore Sushi Restaurant & Cocktail Bar Chiuso il lunedì Via Riva del Grappa, 24 CITTADELLA (PD) ✆ 347 6942377 Kirin Cucina Giapponese Chiuso il lunedì. Via G. Reni, 81 PADOVA ✆ 049 8647116 La Mulata Brasil Restaurant Aperto tutte le sere e domenica a pranzo Via Dei Colli, 164 PADOVA ✆ 049 8686957 Sansushi Cucina Giapponese Chiuso il lunedì a pranzo Via Chiesanuova, 217 PADOVA ✆ 049 8725214 www.san-sushi.com Masa Sushi Restaurant Chiuso il lunedì Via Raggio di Sole, 45 PADOVA ✆ 049 8713290 Momà Wok-Sushi Cucina Giapponese e cinese Aperto 7 giorni su 7 S.S. del Santo, 82 CADONEGHE (PD) ✆ 049 8876618 MULTISALA Multisala Astra Via Aspetti, 21 PADOVA. ✆ 049 604078. www.multiastra.it Cineplex Dream Park Strada Battaglia DUE CARRARE (PD) ✆ 049 9125999. Porto Astra www.cineplex.it Via S. Maria Assunta, 20 (località Guizza) PADOVA ✆ 049 680057. www.portoastra.it Cinecity Tangenziale Limena uscita “zona industriale ovest” LIMENA (PD) ✆ 049 7663400 www.cinecity.it LOCALI NOTTURNI Victoria Club Live Music & Dance Aperto giovedì,venerdì e sabato Via Vespucci (presso Grand Hotel Trieste & Victoria) ABANO TERME (PD) ✆ 049 8665100 (Orari: 21/02) TREVISO Pesce crudo e cucina etnica Vicolo Ognissanti, 83 PADOVA ✆ 049 8073845 & PROVINCIA Cucina messicana Chiuso il martedì Via N. Sauro, 16 PADOVA (laterale Piazza dei Signori) ✆ 049 8756498 Buffet e musica Chiuso il lunedì Piazza Monte di Pietà, 13 TREVISO ✆ 338 9255687 Cucina mediorientale Chiuso il lunedì Via Frà Paolo Sarpi, 116 PADOVA ✆ 049 8715116 Coffee & Drink Piazza Monte Pietà, 8 TREVISO ✆ 348 6730133 Posada de la Mision Sahara CAFFÈ SNACK & MORE Cafè Due Pomi City dalleCINQUEdellaSERA Gellius RISTORANTI & PIZZERIE Lounge Bar & Caffè Chiuso il lunedì Via Calle Pretoria, 6 ODERZO (TV) ✆ 0422 713577 All’Antica Torre Ristorante Chiuso domenica e lunedì Via Inferiore, 55 TREVISO ✆ 0422 583694 Kofler Kafè Ristorante Pizzeria Sempre aperto (18.00/02.00) Piazza delle Istituzioni, 34 TREVISO ✆ 0422 235901 Mamamia Wine & Cocktail Bar Chiuso il lunedì Borgo Mazzini, 50 (Porta S. Tommaso) TREVISO ✆ 333 2586753 Bistrot Cucina Tipica Pesce e Carne Chiuso martedì Via Pietro Bembo, 85 ASOLO (TV) ✆ 0423 529592 www.ristorantebistrotasolo.com Gioia Specialità Pesce e Carne Argentina Sempre aperto Viale Italia, 194/A CONEGLIANO ✆ 348 8042104 The Carpe Diem Risto Music Bar Chiuso la domenica Via Le Canevare, 38/42 (fronte Aeroporto) TREVISO ✆ 0422 1990671 3Viso Cafè Hosteria Antica Contrada delle Due Torri Ristorante Chiuso il martedì Via Palestro, 8 TREVISO. ✆ 0422 541243 Madam Wine Bar Sempre aperto Piazza Santa Maria dei Battuti TREVISO ✆ 393 9210712 OSTERIE & TRATTORIE Basilico 13 Ristorante biologico vegetariano Chiuso lunedì Piazza San Vito, 13 TREVISO ✆ 0422 549789 Osteria al Treno Cucina di pesce Chiuso mercoledì Borgo Monte Grappa, 6 CASTELFRANCO VENETO (TV) ✆ 0423 494802 Odeon alla Colonna Cucina stagionale e del territorio Vicolo Rinaldi, 3 TREVISO ✆ 0422 541012 www.odeonlacolonna.it Cucina tipica trevigiana Chiuso domenica sera/lunedì Borgo Mazzini, 59 TREVISO ✆ 0422 591180 Stra Crudo&Sushi Restaurant Chiuso il lunedì Viale della Repubblica, 245/C TREVISO ✆ 0422 307462 LOCALI NOTTURNI Ti Taggo Discoteca Via Fonderia 111 TREVISO ✆ 366 9585255 & PROVINCIA CAFFÈ SNACK & MORE Caffè Teatro Puro Gusto Vineria Ristorante Enoteca Sempre aperto Viale Italia, 196 CONEGLIANO (TV) ✆ 0438 31379 Sangal Restaurant Lounge Bar & Terrace Chiuso il martedì San Marco, 1089 VENEZIA ✆ 041 3192747 www.sangalvenicerestaurant.com Simposio Cucina Vegetariana Chiuso lunedì sera e martedì. Via Archimede, 2 DOSSON DI CASIER (TV). ✆ 0422 3802246 Caffé Snack & Drink Piazza Matteotti, 35 VICENZA ✆ 0444 321432 Cocktail Bar Café Via Marosticana, 229 DUEVILLE (VI) ✆ 0444 592517 OSTERIE & TRATTORIE Casa Nova Locanda Chiuso il lunedì Via Tito Speri, 38 CASSOLA (VI) ✆ 0424 521074 VICENZA Ristorante e pizzeria Chiuso il lunedì Via Terraglio, 114 TREVISO (località Le Grazie). ✆ 0422 491716 Mandrillo CUCINA ETNICA Trattoria San Tommaso Yu Caffè De Mori Ristorante la Cantinaccia Pizzeria Birmana Sempre aperto Via Palazzi, 10 GORGO AL MONTICANO (TV) ✆ 0422 208012 Piatti della tradizione Chiuso domenica/lunedì a pranzo Via Inferiore, 7 TREVISO ✆ 0422 543829 Pegasus Cucina Giapponese e cinese Aperto 7 giorni su 7 Via Europa, 21 PREGANZIOL (TV) ✆ 0422 330006 Vintage Restaurant Store Sempre aperto Via Risorgimento, 10 - TREVISO ✆ 0422 580229 Villa Foscarini Cornaro Toni del Spin Wok-Sushi Caffé Snack & Drink Chiuso il martedì Via Nazionale, 102 BELVEDERE DI TEZZE SUL BRENTA (VI) ✆ 380 3224958 Caffé Snack & Drink Chiuso il martedì Corso Palladio, 187 VICENZA ✆ 346 0094339 Conca d’Oro Ristorante con alloggio Chiuso domenica sera e martedì Prato Santa Caterina, 11 BASSANO DEL GRAPPA (VI) ✆ 0424 220364 www.trattoriaconcadoro.it Concordia Il Garibaldi Trattoria Chiuso il giovedì Piazza Terraglio BASSANO DEL GRAPPA (VI) ✆ 0424 523796 In Osteria Cucina Vegetariana Vegana Chiuso lunedì/martedì 7° Tornante CROSARA DI MAROSTICA (VI) ✆ 0424 702460 340 8603185 www.inosteria.it La Cantina Trattoria Enoteca Chiuso la domenica. Viale Verona, 12 VICENZA ✆ 0444 549806 New KurKuma Club Trattoria Via Valbella, 106 MAROSTICA (VI) ✆ 0424 72656 Osteria Imbusà Vino Sali Tabacchi Chiuso il lunedì Via XX Settembre, 69 CAMISANO VICENTINO (VI) ✆ 0444 610191 Specialità pizza bio km 0 Chiuso lunedì/martedì mattina Via Gazzo, 2 ZOVENCEDO (VI) ✆ 0444 893290 Caffé Pasticceria Chiuso il lunedì Via XX Settembre, 87 CAMISANO VICENTINO (VI) ✆ 0444 610161 Birreria red wine bar art room Chiuso il lunedì Via S. Giorgio, 2 BASSANO DEL GRAPPA (VI) ✆ 0424 503510 Ferracina La Piazza Caffè Snack Chiuso il lunedì Piazza dei Signori, 55 VICENZA Orari: 09/24 Ottocento Ponte delle Bele Piatti tipici vicentini Chiuso la domenica Contrà Ponte delle Bele, 5 VICENZA ✆ 0444 320647 www.unomagazine.com Siamo anche su 38 uno magazine uno magazine Facebook e Twitter alle pagine UNO Magazine 39 Trattoria Paeto dalleCINQUEdellaSERA Piatti tipici vicentini Chiuso il lunedì Via Trevisani, 15 CARTIGLIANO (VI) ✆ 0424 590318 www.paeto.it RISTORANTI & PIZZERIE Ai Sette Santi Ristorante Pizzeria Chiuso il lunedì Piazzale della Vittoria, 7 Monte Berico VICENZA ✆ 0444 235470 Al Pioppeto Ristorante Chiuso il martedì Via San G. Barbarigo, 13 ROMANO D’EZZELINO (VI) ✆ 0424 570502 Al Ponte Ristorante Pizzeria Chiuso il martedì Via Roma, 151 ROSSANO VENETO (VI). ✆ 0424 540057 Gran Caffè Garibaldi Ristorante Bar Gelateria Piazza dei Signori VICENZA ✆ 0444 544147 I Castelli di Giulietta e Romeo Ristorante Chiuso lunedì e martedì mattina Via Castelli 4 Martiri MONTECCHIO MAGGIORE (VI) ✆ 0444 696172 www.ristorantegiuliettaeromeo.it La Locanda di Piero Chiuso domenica sabato e lunedì a mezzogiorno Via Roma, 34 Montecchio Precalcino (VI) ✆ 0445 864827 www.lalocandadipiero.it La Pace Pizze moolto speciali Chiuso lunedì Via Cartiera, 62/a ROSSANO VENETO (VI) ✆ 0424 848453 Locanda alla Torre da Zemin Ristorante Chiuso il lunedi, sabato a pranzo solo su prenotazione Via Torrerossa, 41 CAMISANO VICENTINO (VI) ✆ 049 9065621 www.allatorredazemin.it Locanda Casanova Piatti tipici e innovativi Chiuso lunedì Via Tito Speri CASSOLA (VI) ✆ 0424 521074 www.locandacasanova.it Lunaelaltro Ristorante Pizzeria Chiuso mercoledì Corso della Ceramica, 33 MAROSTICA(VI) ✆ 0424 478098 Melograno Cucina Veneta Chiuso lunedì Via Chiesa Valrovina 35, BASSANO DEL GRAPPA (VI) ✆ 0424 502593 www.melogranoristorante.com Osteria Rive Ristorante Wine Bar Jazz Club Chiuso martedì Via Rive, 14 CARTIGLIANO (VI) ✆ 348 8265815 www.rivejazzclub.it 40 Pomo d’Oro Enoiteca Bistrot Chiuso la domenica Viale Europa, 3 ROMANO D’EZZELINO (VI) ✆ 0424 33441 mobile 339 7831291 www.enoitecapomodoro.it Panic Jazz Club Restaurant Concerti Chiuso martedì Piazza degli Scacchi MAROSTICA (VI) ✆ 0424 72707 www.panicjazzclub.com CUCINA ETNICA Hot Cactus Café Legrenzi Wine Bar Café Osteria Ristorante Sempre aperto Corte Legrenzi, 31 VENEZIA Ostaria Da Mariano Cucina veneta Via Cecchini, 1 MESTRE VENEZIA (ang.via Spalti, 49) ✆ 041 615765 Sottovoce Hostaria Pizzeria Chiuso il lunedì Via Ospedale, 34 MESTRE (VE) ✆ 041 989841 Trattoria Alla Stella Cucina messicana Chiuso il lunedì Viale della Pace, 318 VICENZA ✆ 0444 500302 Specialità Pesce Chiuso il martedì Via C. Marchesi, 34, CAMPAGNALUPIA (VE) ✆ 041 467238 Cucina messicana anche d’asporto Chiuso il martedì Via Roncalli, 99 ROSÀ (VI) ✆ 0424 580322 RISTORANTI & PIZZERIE Al Fogher Cucina messicana Chiuso il lunedì Via G. Lanza, 84 VICENZA ✆ 0444 570311 Al Gallo Il Covo del Ribelle La Cueva Posada de la Mision Cucina messicana Via Campomarzio 56 BASSANO DEL GRAPPA (VI) ✆ 0424 523746 Shyva Cucina indiana Solo venerdì e sabato su prenotazione. Via S. Giorgio BASSANO DEL GRAPPA (VI) ✆ 0424 50000 LOCALI NOTTURNI Shindy Club & Shyvaa Discoteca e Cucina etnica Aperto venerdì e sabato Contrà San Giorgio 140 BASSANO DEL GRAPPA (VI) ✆ 0424 500000 (Orari: 21/04) www.shindy.it VENEZIA & PROVINCIA CAFFÈ SNACK & MORE Caffè dell’Orologio Snack Bar Chiuso il giovedì Via Chiesa, 3 S. PIETRO DI STRA (VE) ✆ 049 9801292 The Dubliner Pub In perfetto stile irlandese Chiuso il lunedì pomeriggio Via Nazionale, 131 MIRA (VE) ✆ 041 5600601 OSTERIE & TRATTORIE Ai Glicini Cucina veneta Chiuso domenica a pranzo aperto di sera Via Verdi, 1 TOMBELLE DI VIGONOVO (VE) ✆ 049 9800960 Cucina tipica veneta Chiuso il mercoledì Via Arzerini, 48/1 CAMPONOGARA (VE) ✆ 041 462140 Specialità Pesce Chiuso lunedì pomeriggio e martedì Piazza XX Settembre NOALE (VE) ✆ 041 440088 www.ristorantealgallo.it Antico Pignolo Ristorante San Marco Calle Specchieri, 451 VENEZIA ✆ 041 5228123 Aspettando Godot Pizzeria Chiuso lunedì, sabato e la domenica a pranzo Via Unità, 4/a SPINEA (VE) ✆ 041 992920 Avogaria Ristorante anche vegetariano Chiuso martedì Calle dell’Avogaria, Dorsoduro 1629 VENEZIA ✆ 041 2960491 www.avogaria.com Autoespresso Trattoria Enoteca Chiuso domenica sera e lunedì Via Fratelli Bandiera, 34 MARGHERA (VE) ✆ 041 9320214 Dall’Amelia Cucina del territorio anche vegetariana Via Miranese, 113, MESTRE (VE) ✆ 041 913955 www.dallamelia.it Fratelli La Bufala Pizzeria Ristorante Sempre aperto Corte Marin Sanudo, 17 MESTRE (VE) ✆ 041 0992546 www.fratellilabufala.com Goha Specialità pesce Chiuso giovedì Piazza della repubblica, 19 CAVARZERE (VE) ✆ 0426 311033 Orari: 10/14 - 18/02 Il Burchiello Ristorante Chiuso lunedì e martedì sera Via Venezia, 40 ORIAGO DI MIRA (VE) ✆ 041 472244 uno magazine O V A C A N Z E IN LIBERTÀ Camping Discovery U informazione pubblicitaria Formula innovativa per la “Fiera del campeggio... in campeggio” la prima edizione presso Union Lido Park & Resort di Cavallino Treporti (VE) dal 16 al 18 maggio. n’occasione unica ed innovativa di vivere il campeggio in questa “tre giorni”, che si terrà dal 16 al 18 maggio. Ecco la nuova proposta di Union Lido Vacanze nella bellissima struttura turistica che si trova immersa nel verde litorale del Cavallino fra la Laguna di Venezia ed il mare Adriatico. Union Lido Park & Resort si propone ai propri Ospiti e a chi ancora non lo conosce, in una veste singolare attraverso “Camping Discovery, la fiera del campeggio… in campeggio!” una vera e propria fiera commerciale nel settore delle attrezzature e dei giochi per il tempo libero, dei camper e delle roulotte, degli articoli per il campeggio e per l’outdoor, con il plus di una sede espositiva non rinchiusa nei freddi padiglioni di un evento fieristico, ma in una location naturale e bellissima. Un’opportunità davvero unica, da prendere al volo, per essere informati su tutte le novità del settore camping, unita alla possibilità di trascorrere una o più giornate all’aria aperta in un luogo incantevole, come si addice allo spirito dei veri campeggiatori. Sarà possibile visitare tutta la struttura prendendo personalmente visione di tutta la varietà di soluzioni che vengono offerte per conoscere e, naturalmente, provare le attrazioni del Funny Word, così come i giochi tanto apprezzati da bimbi e ragazzi. In occasione di Camping Discovery sono previste speciali attività di animazione e spettacoli sia diurni che serali nel PalaCamping, struttura che verrà allestita appositamente. Per i meno sportivi le aree di wellness e le proposte dedicate agli amanti della buona cucina con l’opportunità di apprezzare la gastronomia tipica del litorale del Cavallino, ricca e golosa nel mese di maggio. Per le associazioni di camperisti c’è un’offerta particolare di soggiorno agevolato per i tre giorni della manifestazione, di euro 44,00 (per un minimo di 12 camper e su prenotazione). Per informazioni più dettagliate e per adesioni chiamate lo 041 2575140 oppure il numero 335 333148. Vi consigliamo inoltre di visitare il sito www.unionlido.com dove, fra l’altro, è possibile effetture un virtual tour dei 600.000 mq di Union Lido Park & Resort e scaricare la cartina in PDF, scoprendo attraverso la mappa interattiva il Parco e trovando subito, con un semplice clic, l’ubicazione delle piazzole prenotabili, dei servizi e delle attrazioni. INFO “Camping Discovery” si terrà presso Union Lido Park & Resort il 16-17-18 maggio, in Via Fausta, 258 30013 Cavallino Treporti Venezia. Il biglietto di ingresso è di 5 euro, per i bambini fino ai 14 anni e per gli over 60 l’ingresso è gratuito. Orari: dalle 9 alle 21. uno magazine Camping Discovery/ la fiera del campeggio… in campeggio! 16-17-18 maggio 2014 UNION LIDO PARK&RESORT I - 30013 CAVALLINO - VENEZIA - ITALIA Via Fausta, 258 Camping Park & Resort Tel. +39 041 25 75 111 Art&Park Hotel Union Lido Tel. +39 041 96 80 43 - +39 041 96 88 84 Booking Tel. +39 041 25 75 112 - +39 041 25 75 113 Fax +39 041 53 70 355 [email protected] [email protected] Seguici su Facebook & Twitter facebook.com/unionlido twitter.com/unionlido O REPORTAGE Paraty città coloniale nei pressi di Rio de Janeiro, una delle mete più fotografate della costa brasiliana. Dal ‘58 Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Brasile un mondo a colori UN PAESE ENORME DAI MILLE VOLTI. Una musica che risuona nella terra e nelle radici della gente, palazzi nuovi e ultramoderni a fianco di angoli dove la povertà regna ancora sovrana. Lunghissime spiagge e case pastello, a Salvador de Bahia. Ecco la terra dallo sviluppo inarrestabile e veloce, che si muove sinuosa a ritmo di “samba”. C osì Jorge Amado, uno dei più grandi e famosi scrittori brasiliani, tinteggia il suo Paese e la sua gente: «Il Brasile è la somma meravigliosa di ogni possibile contraddizione, in ogni uomo veramente brasiliano scorre un sangue ricco di fermenti europei, africani, indios, meticci ed è proprio questo che rende il Brasile così magicamente colmo di luci ed ombre, fragile, allegro, violento e, tuttavia, così impossibile da dimenticare». Amado, figlio di un latifondista del cacao e marito in seconde nozze di una donna dalle origine vicentine è scomparso nel 2001. Dalla sua penna hanno preso vita fantastici personaggi, grandi figure di uomini, ma anche di donne e di bambini, come i meninos de rua dello struggente 44 Una delle infinite spiagge di Guaiù (stato di Bahia). La famosa “Passarela do Alcool” (passeggiata dell’alcool), soprannome dato alla strada principale di Porto Seguro, luogo del primo approdo portoghese, per le decine di negozietti che vendono cocktail di frutta dall’elevato tasso alcolico. Il BRASILE copre più della metà del Sud America, una dimensione che lo colloca al QUINTO posto tra le nazioni più grandi al mondo “Capitani della spiaggia” e proprio le storie da lui superbamente narrate e ambientate non solo nella sua amata Salvador di Bahia ma in tutto il nordest Brasiliano, hanno fatto di questo letterato, l’autore più importante dello Stato. Indimenticabili “Gabriella garofano e cannella” e “Donna Flora e i suoi due mariti”. Il Brasile, che copre più della metà del Sud America, è la quinta nazione più grande del mondo. La stridente diversità del Paese si riflette nelle metropoli, ognuna delle quali ha la sua caratteristica distintiva. L’imponente architettura modernista della capitale, Brasilia, l'affascinante panorama di Rio de Janeiro, gli edifici coloniali e le gemme barocche del Minas Gerais, le città storiche del nord-est, le pittoresche città dall’influenza europea e i villaggi vinicoli del sud sono solo alcuni esempi di questa incredibile eterogeneità. L’impatto con i colori, i sapori, i suoni, i paesaggi del Brasile è subito intenso: il rosso vivo della terra, il divario tra città e periferia, il gusto dei frutti esotici che accompagna ogni pasto, i lunghi becchi e i colori dei tucani e degli uccelli nel parco di Foz d’Iguacu, la potenza dell’acqua delle cascate: tutto ha il sapore dell’inatteso e A cura di della sorpresa. Il viaggio in questo immenso Elisabetta Ziliotto uno magazine Paese include spesso luoghi incredibili quali le maestose cascate di Iguassù; l’Amazzonia dove tutto è superlativo, i fiumi, la flora e la ricca fauna che si avverte sempre presente nella fitta foresta; la “Cidade Maravilhosa” di Rio de Janeiro adagiata in una baia spettacolare a cui la natura ha donato, oltre al Pan di Zucchero, il Corcovado dove svetta l’imponente statua del Cristo Redentore; le infinite e meravigliose spiagge lungo la costa atlantica, un litorale idilliaco costellato di resort, dove vive la maggior parte della popolazione dello stato di Bahia, il più grande del nord-est e il suo capoluogo, Salvador, con il famoso Pelourinho, dichiarato dall'UNESCO nel 1985, Patrimonio dell’Umanità. Pelohurinho, il sofferto e restaurato centro storico che significa “palo della fustigazione” e che, in uno magazine Un cimelio degli anni ‘90 lungo la BR 101, la celebre statale che collega la costa brasiliana percorrendola da Nord a Sud. 45 O REPORTAGE Nella pagina precedente: uno scorcio della città coloniale di Belmonte (foto grande) e l’attracco del traghetto per Sant’Andrè. Qui sopra e accanto: alcune immagini di Trancoso, villaggio a poca distanza da Porto Seguro. Situato su una scarpata che domina l’oceano, il quadrado (centro città) è un lungo spiazzo verde con una piccola chiesa e circondato da case, molte delle quali hanno trasformato i loro giardini in deliziosi piccoli caffè. origine, designava la piccola piazza triangolare dove gli schiavi venivano fustigati in pubblico. Bahía è uno stato incredibilmente colorato e vivace, ricco di storia e di cultura, con una radicata tradizione afro-brasiliana. Con la sua costa lunga 1.103 km, questo è il più lungo litorale di tutti gli stati del Brasile ed è caratterizzato da magnifiche spiagge di sabbia bianca, splendide isole, incantevoli villaggi costieri, località balneari e dalla sua foresta pluviale atlantica. Talvolta indicata come “Terra della felicità”, Bahía offre agli amanti della musica esperienze uniche. Il Carnevale di strada, festeggiato ogni anno nella capitale Salvador, è il più grande del mondo. Ma il Brasile è anche e soprattutto la splendida varietà dei volti, ogni sfumatura possibile di carnagione, colore degli occhi o dei capelli, “pelle di ebano di un padre indigeno e occhi come il diamante”, cantava Jovanotti ne “L’ombelico del mondo”. Forse è anche per questo motivo che qui ti senti un po’ a casa, mai fuori posto o straniero, perché in questo 46 BRASILE INFO E NUMERI POPOLAZIONE 198,7milioni di abitanti SUPERFICIE 8.514.877 km² DENSITÀ 23 abitanti/km² CAPITALE Brasilia LINGUA Portoghese VALUTA Real brasiliano (1 euro = 3,2048) FUSO ORARIO Il Brasile copre 3 fusi orari, la differenza con l’Italia (senza considerare l’ora legale) è di: -3 ore, -4 ore (Rio de Janeiro, San Paolo, Brasilia, Porto Alegre, Salvador de Bahia ecc.) e, infine, di -5 ore. RELIGIONE prevale quella cattolica (64,6%). DOCUMENTI Passaporto. uno magazine uno magazine 47 O REPORTAGE O REPORTAGE Due tra i più amati interpreti della musica brasiliana, accanto Chico Buarque de Hollanda tra le sue canzoni più note A Banda e O que será. Sotto Antonio Carlos Jobim, autentica icona carioca (a lui è intitolato l’Aeroporto Internazionale di Rio) e autore delle famosissime Brasil e Garota de Ipanema. angolo di universo, davvero, in un modo o nell’altro, c’è spazio per tutti. Il Brasile è in fondo soprattutto questo, povertà e sofferenza ma anche bellezza e varietà di culture e colori. Abbracci calorosi di bimbi che vivono nelle favelas e ballano la samba come se effettivamente avessero la musica nel sangue, che si confondono con gli sguardi pieni di determinazione di bambine costrette dalla mamma a prostituirsi per poi “rinascere”, grazie alla Casa della Speranza di Apucarana, di piccole suore che con tenerezza fanno loro ritrovare l’innocenza e la fiducia nella vita e negli altri. E, ancora. la fierezza di uomini e donne quasi centenari che con dignità aspettano tenacemente di ottenere quello che è un loro diritto e per il quale da decenni lottano: un semplice pezzo di terra in cui vivere e lavorare. Il Brasile è soprattutto questo, persone capaci di partire dal loro dolore e dalla loro sofferenza per trasformarla in danza, perchè la musica brasiliana impressiona, coinvolge, tocca l'anima. Questa musica popolare - esiste addirittura un acronimo per chiamarla: MPB che sta per Música Popular Brasileira - comprende tante varietà popolari che hanno contribuito a formare un genere musicale a sé stante. Al suo interno samba, bossa nova, choro, forrjo, sertanejo, caipira oltre a tutti i prodotti legati a contaminazioni musicali con generi anglosassoni. Gli elementi alla base della musica popolare brasiliana sono tristeza, saudade, felicidade, spesso espressi in tono poetico e romantico, senza eccessi e rabbia. La samba, o il samba secondo la definizione portoghese che utilizza il sostantivo al maschile, è la danza tipica brasiliana, sviluppatasi a Rio, al tempo in cui essa era ancora capitale dello Stato, grazie agli afroamericani emigrati dalla vicina Bahia. Il termine “samba” deriva da “sembata”, una parola che nella lingua angolana significa “panciata” e sta ad indicare il particolare modo in cui era ballata. Nata dalla commistione di diverse tradizioni musicali, appartenenti a più etnie africane, si affermò in seguito alla nascita della religione sincretica cambondlé. Il pezzo più noto al mondo? Sicuramente “Aquarela do Brasil” di Ary Barroso. Tra i maggiori sambisti di età contemporanea Antonio Carlos Jobim, cui è stato dedicato l’Aeroporto internazionale di Rio, Luiz Bonfá, Chico Buarque de Hollanda, Nelson Sargento e Agenor de Oliveira, detto Cartola per il suo cappello di carta da muratore. E proprio dalla samba, fino agli anni Trenta il ballo dei poveri, è nata l'espressione culturale più importante. quello che oggi concepiamo come il Carnevale, da molti considerato come la più imponente produzione artistica del mondo. Esso è il simbolo di Rio e dell’intero Brasile e riflette in pieno lo spirito della popolazione carioca. È una sorta di grande rito che esprime al massimo il livello e la voglia di vivere e divertirsi della sua gente, che si riflette anche nell’altra manifestazione brasiliana per eccellenza: il calcio. E sebbene il football non sia stato inventato qui questa è, sicuramente, la “patria” acquisita di questo sport. Le innate qualità e il talento dei giocatori brasiliani sono noti in tutto il mondo e numerosi sono i campioni nati in questa terra che hanno vestito maglie di squadre titolate anche europee. Quest’anno il Campionato del Mondo sarà celebrato da tutto il popolo carioca che lo seguirà in ogni forma e modo, in ogni angolo del Paese. Quando vai in Brasile, per quanto lungo sia, il tuo soggiorno dura sempre troppo poco. È comunque sempre ridotto il tempo, perchè avresti voglia di giralo tutto, ma gli spazi qui sono infiniti. Ed è sempre limitato il tempo per vivere e sentire sulla pelle tutto ciò che le sue città e la sua gente hanno da raccontare, il sole, i colori, le musiche, i corpi vivi e vitali e poi ancora la samba, i mercati, il cibo. In una parola la loro vita! Tutto ciò che vedi, nel momento esatto in cui lo vedi entra nell’anima e qui magicamente resta. 48 CHI SONO Mi chiamo Andrea, ho 28 anni, sono giornalista e blogger. Nato e cresciuto in provincia di Milano, dal luglio 2009 sono scappato in Brasile inseguendo tante cose. Sono laureato in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Milano e ho frequentanto un corso di specializzazione all´Universidade de São Paulo (USP). Ho vissuto a San Paolo, nella capitale economica e culturale del Brasile, ma lontano dalle spiagge e dalle onde dell’oceano che tutti ci immaginiamo quando pensiamo al Brasile. Attualmente abito a Curitiba, nel sud del Brasile. Il blog Scappo in Brasile è nato nell´autunno del 2009, anche se l´attività più intensa di scrittura è cominciata solo a fine 2010: con questo blog voglio raccontare il Brasile agli italiani, evitando però i luoghi comuni e gli stereotipi che affollano le nostre menti. Non solo calcio, favelas, violenza, samba e Carnevale dunque: il Brasile è senz´altro questo, ma soprattutto molto altro. Un Paese enorme con gente straordinaria, ma che presenta infinite contraddizioni e realtà complesse e, soprattutto, molto diverse dall’Italia. Frammenti e storie che provo a raccontare giorno per giorno, partendo dalla cultura, passando per l´economia, la politica e la società. Un mosaico che spetterà al lettore interpretare e ricostruire. Ma su Scappo in Brasile trovate anche consigli, interviste e informazioni utili per gli italiani che sognano di vivere in Brasile. I POST PIÙ POPOLARI DEL BLOG ❖ Com´è il Brasile? ❖ Vivere in Brasile. ❖ Lo stipendio in Brasile: tabella completa degli stipendi medi. ❖ 5 modi per prendere il visto permanente per il Brasile. ❖ Scopri le otto spiagge di nudismo in Brasile. uno magazine uno magazine www.scappoinbrasile.com 49 O REPORTAGE O REPORTAGE Rio de Janeiro il cuore del popolo carioca Un Cristo Redentore che osserva dall’alto la splendida Baía de Guanabara e Pão de Açúcar che sorge ogni giorno come una splendida Venere, attorniato dai suoi imponenti compagni monoliti, due “divinità” che mescolano sacro e profano, elette a talismano di una città infinita. La spiaggia di Copacabana, una delle più famose del mondo. Il nome significa “luogo luminoso” in Quechua, una antica lingua ancora parlata in Perù. Costruito nel 1914 sul promontorio prospiciente il lungo arenile di 5 chilometri, il Forte omonimo offre una panoramica stupenda. G aspar de Lemos fu l’esploratore che, per primo, entrò nella Baia. Lo fece al comando di una nave appartenente alla flotta di Pedro Alvares Cabral cui, ufficialmente, va il merito di aver scoperto il Brasile. Della spedizione faceva parte anche Amerigo Vespucci. La storia di Rio de Janeiro è strettamente legata a quella del Brasile, di cui è stata a lungo capitale e uno dei maggiori centri. I portoghesi raggiunsero il primo gennaio del 1502 la Baia di Guanabara e pensando che quest’ultima fosse la foce di un grande fiume e, visto che arrivarono a gennaio, essi diedero a quella zona il nome di Rio de Janeiro, in portoghese 50 “Fiume di gennaio”. Il nome “carioca” con cui si indicano gli abitanti della città deriva dal termine con cui gli Indios locali, appartenenti all’etnia Tupì, chiamarono gli europei. “Cari oka” nella loro lingua “uomini bianchi”. Di fatto furono i francesi i primi a creare qui una colonia, ma il loro dominio durò poco e il 1° marzo del 1565 il cavaliere portoghese Estácio de Sá sbarcò ai piedi del Pão de Açucar (Pan di Zucchero), fondò ufficialmente la città che chiamò São Sebastião do Rio de Janeiro, in onore del santo che aveva lo stesso nome dell’allora sovrano portoghese Sebastiano I. All’inizio venne edificata su una piccola spiaggia una fortezza che ancora oggi è utilizzata come base dall’esercito brasiliano. uno magazine uno magazine Successivamente la città fu spostata sulla sommità di un colle e circondata da una palizzata a scopo difensivo. Il luogo dove sorse la nuova città prese il nome di Morro di Castelo. Da lì cominciò a svilupparsi il nucleo cittadino, oggi corrispondente al centro storico. Negli anni successivi la città fu minacciata dai pirati, soprattutto francesi e olandesi e dalle popolazioni indigene alleate dei francesi. Ma i portoghesi sconfissero in maniera definitiva i gli oppositori e rafforzarono le proprie difese, anche attraverso alleanze con tribù indigene e Rio de Janeiro iniziò ad essere considerata come una tappa strategica per le tratte delle navi che attraversavano l’Atlantico e si spostavano dal Brasile all’Europa, passando per l’Africa. Tuttavia per molti decenni il suo sviluppo fu piuttosto lento. La svolta fu rappresentata dalla scoperta dell’oro nella vicina zona di Mina Gerais che rese Rio de Janeiro un porto indispensabile per imbarcare oro nelle navi dirette in Portogallo. Peraltro la sua popolazione crebbe a tal punto da divenire la città più grande del Brasile ed oggi, nonostante sia uno dei principali centri economici dello Stato, conserva numerosi contrasti e contraddizioni. Da una parte si presenta ricca, proiettata verso una futura crescita economica, dall’altra è caratterizzata da fenomeni di povertà diffusa, marginalizzazione e problemi di criminalità. Circa il 20% della popolazione vive nelle favelas e la discordanza tra l’opulenza degli edifici delle classi medio alte e il grigiore delle baraccopoli è l’esempio più evidente dello squilibrio che regna nella metropoli. La città è comunque sempre più un laboratorio dal punto di vista sociale e culturale. È il luogo in cui si sperimentano importanti progetti di solidarietà ed integrazione ed è la sede di importanti eventi che proiettano l’intero Sudamerica in una nuova dimensione internazionale. La città ha ospitato nel 1992 un importante evento che ha visto il coinvolgimento dei governi di vari paesi del mondo, la Conferenza dell’ONU sull’Ambiente e lo Sviluppo. Nel 2007 è stata sede dei giochi panamericani. Nel 2013 ha ospitato la Confederation Cuo, quest'anno (2014) il Campionato mondiale di calcio e nel 2016 le Olimpiadi. Si dice che Rio De Janeiro sia una città molto pericolosa. È vero, ma è sicuramente rischiosa anche per l’Anima perché, se non stai bene attento, rischi di perderla dentro le lacrime sommesse di bambini sporchi non per la povertà, ma per la mancanza d’amore, dentro la puzza di miseria e di favelas o dentro i colori dell’acqua al tramonto. Si dice che a Rio devi stare bene attento a dove metti i piedi. È vero, perchè ovunque posi lo sguardo, l'immagine ti rimane indelebilmente impressa nel cuore e a volte può ferire a sangue. Forse perchè Rio è una città talmente lontana dalle nostre, con una realtà, una storia e una cultu- UN “ANGOLO” DI PADOVA A RIO Qualunque sia il motivo, il sogno, il desiderio, a Rio ci sono persone che per tante ragioni, ci vanno ogni anno e anche più volte nell’arco dei dodici mesi. Questa città unica attrae e si vive e rivive in luoghi e in sapori che lasciano un ricordo. Uno di questi è sicuramente L’Osteria all’Angolo, dove si può ritrovare una “tessera di casa”. Un pezzetto di Veneto, o meglio di Padova dall’altra parte del mondo. Gestito da Alessandro Cucco, uno dei 20 migliori chef del Brasile, da oltre 24 anni a Rio, e coadiuvato dal socio e amico Flavio Fioretto - che fa spola tra la città patavina dove, da pochi mesi, ha aperto “all'angolo” tra via Facciolati e via Bonafede, un locale omonimo - il ristorante di Ipanema non vanta solo una cliente- la carioca di tutto rispetto, come calciatori e presidenti ed ex presidenti quali Lula e Cardhoso, ma una affezionata cerchia di “amici europei” che giunti in città non mancano di fare tappa nel locale di Alessandro e Flavio. Aperto nel 1994, è da tempo considerato un must della cucina italiana, per le molteplici proposte di piatti di pesce e di carne che, con l’aggiunta di un “pizzico” di sapore esotico, sono un vero e proprio omaggio alla terra che ospita da decenni questa Osteria. Come spiega Fioretto: «il segreto sta tutto nei prodotti sempre all’altezza delle aspettative e nella coreografia della presentazione». La scommessa brasiliana è stata vinta da tempo ed è per questo che anche Padova ora ha dato i natali alla “sorellina”, che già dopo pochi mesi, grazie anche all’abilità dello chef Tommaso Convento, sembra non deludere le aspettative. 51 O REPORTAGE Enseada de Botafogo con il Pao de Acucar(Pan di Zucchero) illuminato a guardia dell’entrata della baia. Il monolito di granito e quarzo che i primi esploratori chiamarono così per la forma simile agli stampi conici d’argilla usati per raffinare lo zucchero. TU PAGHI SOLO QUESTA METÀ ra così diversa. Oggi, nonostante nella capitale brasiliana le favelas con i loro bambini sporchi e affamati siano un pugno nello stomaco, continuano a sussistere incanti e magie perchè i brasiliani hanno "la vita sulla pelle" e contagiano irrimediabilmente chi li avvicina. È una città che è specchio e richiamo, iniziando dai suoi mille colori e dalla sua gente, personaggi incredibili che hanno già trovato il loro “autore”. Uno tra tutti il clown simbolo del paese, Abelardo Pinto, in arte Piolin, soprannominato il “re dei pagliacci”. Il nome Piolin significa “stringa” e deriva dalla forma fisica longilinea e dalle gambe lunghe e sottili di questo personaggio che ha unito la creatività del comico all’abilità di acrobata. Una sua caratteristica era il colletto alto del costume, mentre il trucco puntava sul grande contorno bianco della bocca senza altri eccessi. Per ricordarlo il 27 marzo non solo a Rio, ma in tutto il Brasile, si festeggia la “giornata del circo”, Dia do circo. E la ricorrenza è tutto merito di questo personaggio definito “uno dei più grandi clown brasiliani di tutti i tempi”. La sua popolarità è anche frutto delle relazioni che riuscì ad instaurare, non solo con la gente comune, ma anche col gruppo di intellettuali brasiliani che si riuniscono nella “Settimana d’arte moderna”, il movimento artistico e letterario nato nel 1922 e che ha tutt’oggi un grande seguito. E il circo è importantissimo in questa città, fatta di immagini bianche, come il nome che hanno dato un tempo gli indigeni ai primi uomini europei sbarcati qui, Carioca. Basta accendere la televisione e vedi solo giornalisti bianchi e conduttrici bionde, rigorosamente e strepitosamente bionde, dagli occhi azzurri e carnagione chiara. E lo stesso candore della pelle lo ritrovi nelle bellezze dipinte sui cartelloni pubblicitari che tappezzano le vie della città. E bianche sono tutte le posizioni di potere, bianco è il colore dei soldi, del successo e del benessere, almeno quanto nera è l'Anima di Rio! Un’Anima nera che canta tutto il sole del suo paese e balla tutto il calore del suo corpo scaldando immediatamente il tuo. Il sole di questa gente dall’Anima 52 nera che vive in festa e vuole la festa, la festa del calcio, la feste delle maschere, la festa della vita. Fatto è, che è magnifico stare a guardare giovani cavalcare onde altissime con la stessa audacia e lo stesso coraggio con cui probabilmente cavalcano la loro esistenza, sprezzanti del rischio che l’onda, come la vita, questa volta li travolga. E si rimane così, a domandarsi come facciano loro, la gente, i bambini, i giovani, gli adulti, gli anziani, in questa città così diversa da qualsiasi altra si possa aver visitato, a vivere sempre e comunque con l'anima leggera dei giorni di festa, fischiettando agli angoli di strada, al ritmo di una musica meravigliosa le cui note fanno incessantemente e ancora compagnia. L’ALTRA METÀ LA METTIAMO NOI Chi non comunica smette di esistere per il mercato. Invia una mail di richiesta dati e tariffe a: [email protected] uno magazine O REPORTAGE In queste pagine alcune suggestive immagini della rigogliosa vegetazione che si può incontrare nello stato di Rio, Espirito Santo e Bahia. I SEGRETI DI UNA NATURA RIGOGLIOSA E dalla più grande “foresta urbana” del mondo che soverchia Rio, una natura rigogliosa attraversa tutto il paese fino al confine con Argentina e Paraguay. Il Brasile custodisce un mistero ancestrale. L’essenza della vita, nella natura più selvaggia, che sembra sfidare l’universo intero, con una forza travolgente capace di intimorire qualsiasi essere vivente. Patria di oltre 55 mila specie di piante e di tre ecosistemi tra i più disparati del pianeta, la ricchezza della flora e della fauna del Brasile non ha eguali. Da foresta e palude a deserto e savana, questi netti contrasti nel clima e nel paesaggio hanno creato una flora immensamente varia, la maggior parte della quale unica. Oltre i grandi centri urbani, le grandi metropoli che straripano di cultura ed energia, la vita rurale scorre tranquilla. In barca è possibile raggiungere isole selvagge, mentre all’interno nei recessi di foreste e colline, il meraviglioso scenario della natura brasiliana rimane indisturbato dalla rapida modernizzazione. Lungo la costa, a nord e a sud di Rio, si stendono infiniti tratti di spiagge e baie lambite da acque verdi smeraldo, mentre all’interno si trovano i rilievi ripidi e lussureggianti dalla Mata Atlantica. Un tempo questa foresta atlantica si estendeva da Rio Grande do Norte a Rio Grande do Sul. Oggi, di questo luogo 54 dalle biodiversità più interessanti del Paese ne rimane il 5%. Eppure ancor oggi protegge animali rari in pericolo di estinzione come la scimmia cappuccina, oltre 950 specie di uccelli e piante uniche, tra cui l’Orchidea Cattleya, chiamata anche la “Regina dei Fiori”. Il più vecchio parco nazionale del Brasile, il Parque Nacional do Itatiaia, fu fondato nel 1937 per proteggere la prateria e la fitta foresta atlantica. Lo scenario è magnifico. Le regioni più alte sono ricoperte di giganteschi massi erosi in strane forme da milioni di anni di piogge e di venti, da ruscelli impetuosi che diventano fiumi quando raggiungono le zone sottostanti e da alberi affollati di prima- uno magazine ti. Anche la costa di Espirito Santo è molto bella, con montagne, spiagge e piccole città; così come lo stato di Bahia che nel 1500, quando vi giunsero i primi portoghesi, vantava una costa di mille chilometri interamente ricoperta di un manto verde di lussureggiante foresta atltantica. Oggi la punta di Porto da Barra è l'inizio di una striscia di spiagge oceaniche ai margini della città di Salvador, famose per le acque calme e le scogliere che formano piscine naturali con la bassa marea. Dietro a questo litorale, si estende il sertao, un arido semi deserto ricoperto di caatinga, piccoli alberi usati come pascolo per il bestiame. Questa zona chiamata la Chapada Diamantina ricorda le mesa dell’Arizona e del New Mexico e vanta grotte e cascate e alcuni dei più bei sentieri del Brasile. uno magazine 55 ECCO IL CALENDARIO DEI MONDIALI 2014 giovedì 12 giugno 22.00 Brasile – Croazia (San Paolo) venerdì 13 giugno 00.00 Cile – Australia (Cuiabá) 18.00 Messico – Camerun (Natal) 21.00 Spagna – Olanda (Salvador) sabato 14 giugno 03.00 Costa d’Avorio – Giappone (Recife) 18.00 Colombia – Grecia (Belo Horizonte) 21.00 Uruguay – Costa Rica (Fortaleza) domenica 15 giugno 00.00 Argentina – Bosnia (Rio de Janeiro) 00.00 Inghilterra – ITALIA (Manaus) 18.00 Svizzera – Ecuador (Brasilia) 21.00 Francia – Honduras (Porto Alegre) lunedì 16 giugno 00.00 Ghana – USA (Natal) 18.00 Germania – Portogallo (Salvador) 21.00 Iran – Nigeria (Curitiba) martedì 17 giugno 00.00 Russia – Corea del sud (Cuiabá) 18.00 Belgio – Algeria (Belo Horizonte) 21.00 Brasile – Messico (Fortaleza) 21.00 Spagna – Cile (Rio de Janeiro) Mondiali 2014 nei templi del calcio La partita d’esordio per la nazionale italiana si giocherà il 15 giugno a mezzanotte (ora italiana) contro l’Inghilterra. Avremo quindi un Campionato per “nottambuli” amanti del calcio, resta solo da chiederci: “Saranno ancora “notti magiche” per i colori azzurri?”. C 56 uno magazine uno domenica 29 giugno P3 – 18.00 (prima class. B) – (seconda class. A) a Fortaleza P4 – 22.00 (prima class. D) – (seconda class. C) a Recife giovedì 19 giugno 00.00 Camerun – Croazia (Manaus) 00.00 Giappone – Grecia (Natal) 18.00 Colombia – Costa d’Avorio (Brasilia) 21.00 Uruguay – Inghilterra (San Paolo) martedì 1° luglio P7 – 18.00 (prima class. F) – (seconda class. E) a San Paolo P8 – 22.00 (prima class. H) – (seconda class. G) a Salvador venerdì 20 giugno 00.00 Honduras – Ecuador (Curitiba) 18.00 ITALIA – Costa Rica (Recife) 21.00 Svizzera – Francia (Salvador) 18 in Italia), a Natal il 24 giugno contro l’Uruguay (ore 13 lì, ore 18 in Italia). Se saremo riusciti, come ci auguriamo tutti, a superare il turno, giocheremo insieme alle altre squadre la fase a eliminazione diretta a partire dal 28 giugno, dopo un giorno di pausa per tutti. Accanto ecco il calendario della fase a gironi, con l’orario di inizio delle partite in Italia. OTTAVI sabato 28 giugno P1 – 18.00 (prima class. A) – (seconda class. B) a Belo Horizonte P2 – 22.00 (prima class. C) – ((seconda class.D) a Rio de Janeiro mercoledì 18 giugno 18.00 Australia – Olanda (Porto Alegre) domenica 22 giugno 21.00 Corea del Sud – Algeria (Porto Alegre) davanti alla televisione, occorre aggiungere sempre cinque ore rispetto all’orario locale di inizio delle partite (tranne che per le partite giocate a Cuiabá e a Manaus, dove le ore di differenza sono sei). Le partite della fase a gironi si giocheranno dal 12 al 26 giugno, sempre tra le 13 e le 21 locali (tra le 18 e le 3 del mattino, in Italia); quelle a eliminazione diretta saranno tutte alle 13 o alle 17 locali (alle 18, alle 21 o alle 22, in Italia). La finale si giocherà il 13 luglio alle 16 (le 21 in Italia). La prima partita dell’Italia sarà a Manaus il 15 giugno contro l’Inghilterra (ore 18 lì, mezzanotte in Italia; prima del sorteggio la partita era prevista per le 3 di notte in Italia), a Recife il 20 giugno contro il Costa Rica (ore 13 lì, ore Le partite a eliminazione diretta (ottavi, quarti, semifinali e finali) inizieranno sabato 28 giugno, dopo un giorno di riposo dalla fine della fase a gironi. lunedì 30 giugno P5 – 18.00 (prima class. E) – (seconda class. F) a Brasilia P6 – 22.00 (prima class. G) – (seconda class. H) a Porto Alegre sabato 21 giugno 00.00 Nigeria – Bosnia (Cuiabá) 18.00 Argentina – Iran (Belo Horizonte) 18.00 Belgio – Russia (Rio de Janeiro) 21.00 Germania – Ghana (Fortaleza) cominceranno il 12 giugno a San Paolo, con la partita Brasile-Croazia e si concluderanno con la finale del 13 luglio allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro. Le dodici città che ospiteranno le partite sono Belo Horizonte, Brasilia, Cuiabá, Curitiba, Fortaleza, Manaus, Natal, Porto Alegre, Recife, Rio de Janeiro, Salvador e San Paolo, nonostante diversi rallentamenti nei lavori di costruzione degli stadi. I gironi sono otto, ciascuno formato da quattro squadre che si affronteranno tra loro una sola volta nella prima fase. Per i calcoli sul fuso orario, cioè per capire a che ora piazzarsi giovedì 26 giugno 18.00 Portogallo – Ghana (Brasilia) 18.00 USA – Germania (Recife) 22.00 Algeria – Russia (Curitiba) 22.00 Corea del Sud – Belgio (San Paolo) lunedì 23 giugno 00.00 USA – Portogallo (Manaus) 18.00 Australia – Spagna (Curitiba) 18.00 Olanda – Cile (San Paolo) 22.00 Camerun – Brasile (Brasilia) 22.00 Croazia – Messico (Recife) martedì 24 giugno 18.00 Costa Rica – Inghilterra (Belo Horizonte) 18.00 ITALIA – Uruguay (Natal) 22.00 Giappone – Colombia (Cuiabá) 22.00 Grecia – Costa d’Avorio (Fortaleza) mercoledì 25 giugno 18.00 Nigeria – Argentina (Porto Alegre) 18.00 Bosnia – Iran (Salvador) 22.00 Honduras – Svizzera (Manaus) 22.00 Ecuador – Francia (Rio de Janeiro) QUARTI venerdì 4 luglio P9 – 18.00 (vincitrice P5) – (vincitrice P6) a Rio de Janeiro P10 – 22.00 (vincitrice P1) – (vincitrice P2) a Fortaleza sabato 5 luglio P11 – 18.00 (vincitrice P7) – (vincitrice P8) a Brasilia P12 – 22.00 (vincitrice P3) – (vincitrice P4) a Salvador SEMIFINALI martedì 8 luglio P13 – 22.00 (vincitrice P9) – (vincitrice P10) a Belo Horizonte mercoledì 9 luglio P14 – 22.00 (vincitrice P11) – (vincitrice P12) a San Paolo FINALE Terzo/Quarto posto sabato 12 luglio 22.00 (perdente P13) – (perdente P14) a Brasilia FINALE domenica 13 luglio 21.00 – (vincitrice P13) – (vincitrice P14) a Recife 57 O R I T M I NATURALI Consigli Detox per la casa Incredibile: svuotare i cassetti ci aiuta a rimetterci in forma per l’estate. In previsione delle vacanze, per arrivare alla prova costume in perfetta forma, corriamo ai ripari con programmi di disintossicazione e diete. Ma pochi sanno che un valido alleato che ci aiuta a perdere i chili di troppo può essere proprio… la nostra casa! Scopri come leggendo qui sotto. S vuotare armadi e cassetti aiuta ad alleggerirci in tutti i sensi. Siamo legati all’ambiente in cui viviamo molto più di quanto possiamo immaginare. In tanti anni di corsi e consulenze ho riscontrato che fare spazio nell’armadio e nei cassetti aiuta a perdere quel chilo in più che sembra impossibile perdere! Quando mettiamo mano alla casa e riusciamo a “sbloccare” certe zone critiche, eliminando tutti gli oggetti inutili e i ricordi che ormai significano poco o nulla per noi, ecco che, senza accorgercene, si innesca un processo virtuoso di disintossicazione per il corpo e per l’anima. L’atto catartico di riordinare e svuotare casa ci aiuta nel mettere a dieta noi stessi e… la nostra casa! Ecco, di seguito, alcuni preziosi consigli da ricordare. ABBANDONATE IL TIMORE Abbandonate il timore di individuare gli oggetti da eliminare e smettete di sentirvi in colpa dopo averlo fatto. Fidatevi del vostro istinto. Se a colpo d’occhio avete deciso che quella cosa non fa più parte della vostra vita, non tornate indietro sui vostri passi. È uno spreco di energia! EVITATE PENSIERI INUTILI Prima di buttare qualcosa, valutate quanto è importante per voi. Se un vecchio regalo susci- IL LIBRO Continua a riscuotere successo e a trasformare la vita di tante persone questo affascinante libro che unisce la fluida narrazione di un romanzo alla praticità dei consigli di un manuale e offre una ricetta semplice ed efficace per disfarsi in sette giorni e senza sforzo di tutte le cose che non servono o non ci piacciono più! Mediterranee Edizioni pagine 214 - Euro 15,90 Per info: [email protected] - 06 71542289 333 4336284 58 IL CORSO ENTRO GIUGNO ANCHE A PADOVA: “LIBERA IL TUO SPAZIO, TRASFORMA LA TUA VITA” Il corso esperenziale per imparare i principi dello spaceclearing con il metodo di Lucia Larese. Per saperne di più scrivi o telefona: [email protected] Tel: 049 9065733; 348 0116828 ta ancora gioia e affetto, è giusto conservarlo tra i ricordi. Se vi lega ad una persona che non vi è mai piaciuta o a una situazione sgradevole, eliminatelo senza esitazioni. Dopo aver deciso cosa buttare e cosa tenere, non tornate a chiedervi: potrà mai servire? La risposta sarà immancabilmente forse e così non getterete mai via nulla. Il modo migliore è chiedersi: come mi potrà essere utile? Adottatelo come unico metro di giudizio. Il primo passo per iniziare a cambiare abitudini è uscire dal conflitto con se stessi e imparare a volersi più bene. Creare un ambiente armonioso dove ci sono soltanto le cose che usiamo e amiamo ci sostiene in ogni momento della giornata e ci insegna ad apprezzarci di più e a volerci più bene. PRENDETEVI TUTTO IL TEMPO Se avete accumulato troppo, vi occorreranno più sedute prima che vi sentiate pronti a liberarvene. In certi casi può passare un anno intero prima che vi rendiate conto che qualcosa mai vi è stato utile e mai lo sarà! ESPERIENZA GRATIFICANTE Abituatevi a considerare il disfarsi del superfluo come un’esperienza gratificante. Quando ne avrete constatato i benefici, cercherete sempre più spesso queste gratificazioni. Liberarsi delle cose può darci lo stesso piacere che abbiamo avuto nel comprarle! Disfarsi del superfluo vuol dire liberarsi e lasciarsi andare allo scorrere della vita che vi offrirà quello di cui avete bisogno piuttosto che farvi conservare le cose per sempre, perché non si sa mai! Più cose inutili abbiamo intorno, più la nostra energia sarà trascina- ta verso le faccende materiali, allontanandoci dalle cose più belle della vita! IL BLOCCO DEI RICORDI Il ricordo del passato, di qualcosa che abbiamo vissuto, simbolicamente racchiuso in un oggetto, impedisce di andare avanti. Capita frequentemente dopo la fine di un amore. Cassetti e armadi straripano di foto e regali dell’ex: zavorre emotive che agiscono da ostacolo per l’inizio di una nuova storia. Questo accade al protagonista del mio libro Giorgio (vedi box in pagina N.d.R.) il quale, mettendo mano ai propri “cimeli sentimentali”, fa un percorso a ritroso nelle proprie storie d’amore e, alla fine, scoprirà qual è l’ostacolo che gli impedisce di trovare il vero amore. RICERCA DELLA SEMPLICITÀ Man mano che dedichiamo tempo e impegno, con amore e dedizione, a liberarci delle cose inutili e superflue, possiamo scoprire con stupore di avere sempre più tempo a disposizione. E, alla fine, si può scoprire che la ricerca della semplicità non fa rima con “scarsità”, bensì con chiarezza e focalizzazione sui nostri veri obiettivi. Lo spaceclearing messo in pratica seguendo questi utili e semplici suggerimenti contenuti nel mio metodo diventa un’occasione per intraprendere un cammino di trasformazione e chiarirsi le idee, sgomberando il campo da dubbi e incertezze ed aumentando la fiducia in se stessi. Lucia Larese Laurea in Lingue con Lode e un Master in Marketing Internazionale, Lucia Larese per molti anni si è occupata di relazioni internazionali, viaggiando in tutta Europa. Mettendo in pratica i principi dello Spaceclearing che, per prima, ha introdotto in Italia “è diventata una maestra di semplicità. Ha cambiato la sua vita ed è pronta a cambiare la nostra” (Donna Moderna) ed è oggi “la guru italiana dello Spaceclearing con un’agenda fitta di consulenze e corsi in giro per l'Italia e la Svizzera” (La Stampa). www.spaceclearing.it uno magazine Chi ha la fortuna di possedere un giardino può avvertire spesso un piacere che non è solo qualcosa di fisico e tangibile. Si parla tanto, infatti, di energie della Terra e di flussi cosmici, anche senza conoscerne la natura ma un po’ tutti ne possiamo comprendere il valore. Ma cos’è davvero l’Energia della Terra? Q ualche giorno fa, precisamente il 22 aprile, gli organi d’informazione ci hanno ricordato la “giornata mondiale dedicata alla Terra”. Una data in cui si celebra l’importanza dell’ambiente e della salvaguardia del pianeta, decretata ufficialmente nel 1970 dalle Nazioni Unite sulla base della proposta dell’attivista pacifista americano John McConnell. Abbiamo chiesto a Lisa Paolucci, che si occupa professionalmente di questo e molto altro sul suo blog, di raccontarci qualcosa di più delle energie emanate dal nostro pianeta. Le persone, gli animali, le piante, i minerali, i pensieri e le emozioni, qualunque cosa è fatta di energia! Naturalmente sono tutte energie differenti. Il pianeta Terra stesso è un “Grande Essere” con un corpo fisico (ormai lo conosciamo bene!) ed un suo sistema energetico molto complesso che arriva almeno fino agli strati più esterni dell’atmosfera. E tutti noi “abitiamo” sopra questo magnifico essere, che ha anche i suoi centri energetici o chakra ed i suoi canali sottili o meridiani. Lo sapevate che la Terra ha almeno una dozzina di griglie energetiche, due delle quali sono patogene per noi? ATTENZIONE AI NODI I “famosi” nodi di Hartmann ed i nodi di Curry, dal nome dei loro scopritori, sono dei punti “geo-patogeni” in cui non è bene sostare per troppe ore durante il giorno o la notte (attenzione a dove posizionate il letto!), altrimenti il corpo potrebbe risentirne in vario modo. Anche le piante non gradiscono questi punti, ecco che a volte si vedono alberi che subito devíano la loro crescita incurvandosi dove possibile. Se invece inavvertitamente posizioniamo piantine di appartamento sopra questi “nodi”, e le piantine non hanno la possibilità di crescere storte, potrebbero addirittura morire. uno magazine Photo Simonetta Chiarugi www.aboutgarden.wordpress.com O R I T M I NATURALI Le Energie della Terra IL CAMPO RADIANTE Prima dicevamo che tutto è fatto di energia. Per le persone e gli animali si può parlare di “Aura”, una struttura energetica molto complessa ed intelligente; per le piante e per i minerali invece, è più corretto parlare di “campo radiante”, che è molto più semplice rispetto all’Aura. Quindi ogni piantina, ogni albero, ogni creatura vegetale assorbe sì acqua e sostanze minerali dal terreno, fotoni di luce solare, ma anche “prana” o energia vitale dal sole, dall’aria e dalla terra! Ed i nostri pensieri e le nostre emozioni, che pure sono fatti di energia, influenzano la loro crescita! Ogni creatura vegetale inoltre ha il suo “Spirito di Natura”, un essere energetico che “abita” la pianta. Quelle più grandi hanno molta più energia e Spiriti di Natura più potenti rispetto a quelle più piccole. Fateci caso quando, per esempio, entrate in un bosco, lì è più facile percepirli perché ce ne sono tantissimi ed è pieno di vita! Che dite, il nostro non è forse un magnifico pianeta da rispettare e onorare? Lisa Paolucci Laureata in Biologia, discepola di Grand Master Choa Kok Sui, è insegnante PHYL® della scuola “Loretta Zanuccoli Yoga System”, una scuola che parla di energia. Da anni si occupa di metodologie non convenzionali per il recupero e lo sviluppo armonico dello stato psico-fisico, organizzando corsi e seminari per la formazione degli operatori del benessere. Scrittrice di “Un anno con la Luna” Eifis Editore (alla sua 3° edizione) e appassionata di astrologia, tiene regolarmente una rubrica su un periodico nazionale dedicata all’Oroscopo ed il blog www.guardacheluna.it Fonte: www.aboutgarden.wordpress.com La posizione del letto è importante La terra è attraversata verticalmente ed orizzontalmente da una serie di linee elettromagnetiche che formano, come una una sorta di rete, quadrati di circa 200 cm per lato. I punti dove le linee verticali e quelle orizzontali si intersecano, chiamati nodi, emanano un’intensa attività radiante che, spesso, risulta dannosa per la salute durante il sonno. Il nostro sistema nervoso, in questi casi, di solito si attiva subito per mantenere un equilibrio psicofisico ma se si passa molto tempo su questi forti campi magnetici, per esempio dormendo nello stesso letto per anni ed anni, possono insorgere dei problemi seri, delle vere e proprie malattie. I nodi di Hartmann sono spesso alla base anche di patologie che affliggono bimbi di pochi mesi e che dormono, per molte ore al giorno, in una culla messa nel luogo meno adatto da genitori inconsapevoli. Ma non solo i “nodi di Hartmann” sono importanti, bisogna tener conto anche dell’orientamento del letto affinche il sonno risulti efficace. Una tradizione dell’antico Egitto narra che la posizione notturna con la testa a Nord favorisce la fluidità della circolazione sanguigna. A conferma di ciò, esperimenti effettuati al Centro del sonno di Barkeley, con l’uso di un letto girevole, hanno dimostrato che quando la testa è a Nord la profondità del sonno è maggiore che negli altri orientamenti. Vale la pena dunque modificare in tal senso la posizione del letto. (Fonte: www.mr-loto.it) 59 O S A L U T E & BENESSERE Sapete cos’è l’ipertrofia prostatica? In tivù uno spot mostra una coppia matura alle prese con note defaillances maschili. Come l’incapacità di trattenere la pipì o, persino, problemi legati all’erezione, ma è davvero così? Leggete cosa ci ha detto, a tale proposito, l’esperto da noi interpellato. Pierfrancesco Bassi Direttore della Clinica Urologica del Policlinico “Gemelli” di Roma è fra le eccellenze venete, in particolare padovane, nel campo della medicina. U na martellante campagna mediatica invita la popolazione maschile matura, all’insorgere delle prime avvisaglie, a parlarne con il medico. Noi ci siamo spinti oltre ed abbiamo sentito, a tale proposito, i consigli ed il parere autorevole del Professor Pierfrancesco Bassi, Direttore della Clinica Urologica del Policlinico Gemelli di Roma. Cos’è l’ipertrofia prostatica? PIERFRANCESCO BASSI «L’ipertrofia prostatica è un ingrandimento benigno della prostata. Perché è importante l’ipertrofia prostatica? Pensate alla vescica che scarica attraverso un canale che si chiama uretra che permette all’urina di uscire all’esterno. Attorno a questo canale, subito al di sotto della vescica, c’è questa ghiandola prostatica che avvolge il canale. È chiaro che questa ipertrofia, che significa ingrandimento della prostata, quando si instaura, va come prima cosa, a strozzare il canale che porta l’urina dalla vescica all’esterno ed ecco che compaiono tutti i relativi disturbi. Perché si chiama benigna? Significa che c’è pure un’altra forma maligna? “ Per la DIAGNOSI la prima cosa da fare è il PSA un esame cardine per escludere la presenza di un tumore della prostata. Poi si fa una banale ecografia dell’addome per capire quanto è grande la prostata. Infine si fa l’uroflussometria, un esame che consiste nell’urinare in un vaso elettronico e che ci dice quanto la minzione sia più o meno forte ed il tempo impiegato dal paziente nello svuotare la vescica 60 PIERFRANCESCO BASSI «Diciamo che è un vecchio modo di dire, perché non esiste l’ipertrofia prostatica maligna, ma è un modo sostanzialmente semplice per rassicurare il paziente rispetto a quella che è l’altra patologia prostatica che incombe sempre nei pensieri dei maschi che è, invece, il tumore della prostata. Quindi si continua a chiamarla ipertrofia prostatica benigna proprio per distinguerla chiaramente dal tumore della prostata». Quali sono i soggetti a rischio? PIERFRANCESCO BASSI «Dai 50 anni in su tutti i maschi con due picchi di incidenza di frequenza che riguardano, stranamente, una i cinquantenni e l’altra i pazienti dai settantanni in poi». I sintomi più frequenti quali sono? PIERFRANCESCO BASSI «Tipicamente quelli dell’ostruzione, quindi se abbiamo detto che l’ipertrofia nel momento in cui si manifesta strozza il canale, la prima cosa che avverte il paziente è quella di avere un getto quando va ad urinare, molto più scarso, molto più esile, uno magazine che non raggiunge quella lunghezza e quella distanza che raggiungeva quando aveva 20-30 anni. Poi chiaramente cosa succede, che questa vescica, che fa fatica a svuotarsi contro questo ostacolo e che si chiama ipertrofia della prostata, dopo un po’ si stanca per il superlavoro che fa. Pensate ad una pompa che deve produrre 5 atmosfere per svuotare l’acqua dai vostri tombini, nel momento in cui fa fatica e deve produrne 10 di atmosfere per svuotare il tombino, quella pompa ad un certo punto comincia a protestare per questo superlavoro. Ebbene, la “protesta” della vescica è manifestata dal dover andare ad urinare più spesso, quindi aumenta la frequenza delle minzioni e si riduce l’intervallo fra una minzione e l’altra. Un altro disturbo che può comparire è quello che chiamiamo “urgenza”, cioè il paziente avverte uno stimolo ad urinare e non lo può controllare per molto tempo ed ecco, quindi, che è costretto a correre in fretta in bagno, abbandonando quello che sta facendo. Questi sono i disturbi che determina un’ipertrofia prostatica». “ L’ipertrofia prostatica può dare anche problemi di disfunzione erettile? PIERFRANCESCO BASSI «Questo è un argomento controverso. Il concetto di base è il seguente: altro che urinare, invece che a casa propria, in un vaso elettronico e che ci dice quanto la minzione è più o meno forte, quanto ci mette il paziente per svuotare la vescica. Di fatto registra quello che, a sua volta, il paziente ha registrato già nella sua testa, cioè “non ci metto lo stesso tempo che ci mettevo quando avevo 30 anni, ci metto molto più tempo a svuotare la vescica rispetto, ad esempio, a mio figlio che ne ha 25...” e, soprattutto, il getto è fiacco e cadente, non dico che si urina sulle scarpe ma poco ci manca». Una volta diagnosticata come si cura? PIERFRANCESCO BASSI «Nel 60/70% dei casi il paziente con uno, due farmaci torna a stare bene. Solo quel 30% di pazienti che non risponde alle cure mediche deve fare un intervento». I farmaci hanno controindicazioni? PIERFRANCESCO BASSI «Sono farmaci che tendenzialmente abbassano un po’ la pressione e la cosa, tutto sommato va bene, perché dopo i 50 anni la pressione tende a salire, quindi un farmaco che l’abbassa, la tiene controllata e che cura, in contemporanea, anche la prostata, va bene. È come dire “prendo due piccioni con una fava”». ” L’ipertrofia prostatica colpisce l’età maschile avanzata, dai 50 anni in poi, in quell’età ci sono anche pazienti che cominciano ad avere problemi di erezione. Quindi è difficile distinguere se è un problema di due patologie che, contemporaneamente, si presentano nello stesso paziente. D’altronde l’ipertrofia colpisce la ghiandola prostatica, la disfunzione erettile va a colpire, invece, un altro organo che, pur vicino, è però diverso anatomicamente . Quindi le due cose non sono collegate. siccome l’ipertrofia prostatica colpisce l’età maschile avanzata, comunque dai 50 anni in poi, in quell’età ci sono anche quei pazienti che cominciano ad avere problemi di funzione erettile, più comunemente detti d’erezione. Quindi è difficile distinguere se è un problema di due patologie che, contemporaneamente, si presentano nello stesso paziente. D’altronde l’ipertrofia colpisce la ghiandola prostatica, la disfunzione erettile va a colpire, invece, un altro organo che, pur vicino, è però, anatomicamente, diverso. Quindi le due cose non sono collegate». Qualche ulteriore consiglio? PIERFRANCESCO BASSI «Quando cominciano questi disturbi bisogna andare subito dall’urologo, perché la capacità di cura ed il successo della stessa dipendono molto anche dalla fase in cui si scopre questa malattia. Molte persone trascurano questi segnali, questi disturbi che vi ho appena elencato ed arrivano troppo tardi dall’urologo. Ecco che, allora, è più difficile poi far sgonfiare la prostata con i farmaci». I CONSIGLI DELL’ESPERTO L’IMPORTANZA DI RIPOSARE CORRETTAMENTE Dormire bene è essenziale per il mantenimento della salute e la prevenzione di molte malattie. Tre nuovi studi dimostrano quanto sia importante per la nostra salute, dormire almeno 7-9 ore per notte. La prima ricerca presa in considerazione ha esaminato la correlazione tra apnea ostruttiva del sonno (OSA) ed il tasso di mortalità su 2.240 individui coreani. I risultati hanno mostrato che le persone affette da OSA avevano un rischio di mortalità di 2,5 volte superiore alle persone non affette da apnee notturne. Il secondo studio invece, effettuato da ricercatori australiani, metteva in relazione l’OSA con il rischio di causare un incidente stradale. Gli scienziati hanno individuato un maggiore rischio di provocare incidenti negli individui affetti da OSA che presumibilmente sono più soggetti a colpi di sonno e, in generale, ad una minore velocità di riflessi. L’ultimo studio, invece, ha esaminato la relazione tra durata del sonno e salute percepita fra gli adulti coreani. I risultati di tale ricerca hanno evidenziato un peggior stato di salute percepito nelle persone che dormivano meno di 5 o più di 9 ore al giorno. Da un rapporto dell’American Academy of Sleep Medicine emerge che, negli Stati Uniti, dai 12 ai 18 milioni di adulti soffrono di apnea ostruttiva del sonno, che comporta la chiusura delle vie aeree superiori durante il sonno. Questa malattia oltre a non permettere a chi ne è affetto di riposare correttamente, può essere associata a malattie cardiache, pressione alta, diabete, depressione ed ictus. Curare questa patologia con l’aiuto di un esperto, potrebbe perciò risultare fondamentale per la salute. Nei casi lievi può essere il dentista a identificare il problema e a intervenire. Nei casi più seri è bene rivolgersi ad un reparto di pneumologia e programmare una polisonnografia, uno studio del sonno che determina la quantità e l’intensità degli episodi di apnea. Intervista a cura di Claudio Campagnolo Per una corretta diagnosi quali sono gli esami specifici necessari? PIERFRANCESCO BASSI «La prima cosa da fare è il PSA che è un esame cardine per escludere la presenza di un tumore della prostata. Poi si fa una banale ecografia dell’addome che ci dice quanto grande è la prostata e quanto questa si ipertrofizza al punto di impedire un completo svuotamento della vescica. Infine si fa un esame che si chiama uroflussometria che non è uno magazine dr. Filippo Ongaro Medicina anti-aging www.filippo-ongaro.it 61 O A N I M A L HOUSE ca quantistica e relativi all’energia del “punto di zero”, che non sto qui certo a spiegarvi perché non vorrei annoiarvi ma, soprattutto, perché a scuola la matematica era la mia “bestia” nera. Ecco lo vedete? Sempre lì si va a finire... Ma torniamo alle esercitazioni, come avvenivano? Semplice dove ci sono degli allievi (noi) ci vogliono degli insegnanti che, in rigoroso ordine di apparizione, sono stati: un enorme gatto razza Maine coon, un minuscolo chihuahua (il suo miglior amico), un cane lupo più lupo che cane arrivato dall’Est, un iguana di nome Gino, una tartaruga, un cavallo, un simpatico gufo (che non ha parlato, ma “stava molto attento”) e, infine, un giovane e scapestrato alano Harlock (sì, come il famoso “Capitan”) protagonista di un episodio, interessante e persino toccante, che mi ha coinvolto in prima persona. Uno per uno l’animale saliva sul palco con il padrone o, meglio, con il papà o la mamma (così pare gli animali chiamino i loro padroni) e tutti noi dovevamo concentrarci su di lui o lei (in base al sesso della creatura), cercando di stabilire un contatto telepatico. Qui andrebbe aperta una parentesi molto interessante per tutti quelli che hanno problemi con i loro animali, vuoi perché sono aggressivi o perchè sporcano in casa, insomma, in genere, perché ”non si attengono alle nostre disposizioni” (vedi apposito box a pag. 64). È POSSIBILE PARLARE CON I NOSTRI ANIMALI? Amelia Kinkade, autrice di “Parlare con gli animali e ricevere risposte”, ne è sicura. Perciò, questa brillante ed energica signora texana, gira il mondo affermando il suo credo tenendo appositi e specifici seminari sul tema che, incredibile ma vero, sono sempre affollatissimi. H o trascorso due giorni frequentando un seminario condotto da una simpatica ed energica signora texana, ex ballerina ed ex star del cinema horror anni '80, per imparare a “parlare con gli animali”. Detta così, lo ammetto, la cosa non promette nulla di buono, soprattutto per le menti razionali che mi stanno leggendo ma, vi prometto, che se avrete la bontà e la pazienza di continuare a leggere scoprirete aspetti assai curiosi e, a tratti, persino sorprendenti. La signora in questione si chiama Amelia Kinkade, il nome forse vi dirà poco o nulla, ma Amelia si è costruita una reputazione mondiale basata appunto su questa sua particolare dote: dialoga telepaticamente con tutti gli animali che incontra. Le sue “consulenze” sono richieste in tutto il globo terracqueo, ha “intervistato” i cavalli della regina Elisabetta ed ha “parlato” con campioni a quattro zampe dell’equitazione olimpica, cercando di capire perché fossero giunti svogliati e demotivati alla prestigiosa manifestazione. Ha “ascoltato” le lamentele di centinaia di cani e gatti nei confronti dei loro “genitori” umani per la scarsa attenzione o 62 l'eccesso d’ansia che gli stessi trasmettevano alla loro “prole” pelosa. Una volta in Africa i leoni le confidarono... Nel corso del suo primo safari fotografico, gli animali più belli e difficili da incontrare le hanno “confessato” che non ne volevano sapere di farsi vedere a causa di una coppia di americani, rozzi e arroganti, inserita nel gruppo che accompagnava Amelia. Ebbene, una volta partiti i due seccatori, leoni, giraffe, elefanti, ippopotami e, persino, il riservatissimo leopardo apparvero in tutta la loro selvatica magnificenza, Insomma un grande privilegio questo saper “comunicare” con l’intero mondo animale, ma anche una vera iattura perché, dalle parole della Kinkade, è emerso il peso della responsabilità che comporta il venire a conoscenza delle grandi, indicibili ed incomprensibili sofferenze che l’essere umano provoca in maniera cosciente ed incosciente (in senso letterale) alle altre creature che condividono con noi questo, sempre più litigioso, condominio chiamato Terra. Perché il mio cane è cosi aggressivo? Quella che segue è una delle tipiche domande che i clienti rivolgono spesso ad Amelia: “Perché il mio cane è così ansioso e/o aggressivo?”. Già perché? Se in casa avete uno specchio, ponetevi di fronte. Ebbene, cosa vedete? Vedete, per caso, una persona rilassata, totalmente padrona di sé, calma, fiduciosa verso il genere umano e in pace con se stessa? Come dite? Neanche un po’? Bene, avete già trovato la risposta alle vostre domande. Gli animali infatti assorbono il nostro modo di rapportarci con gli altri e, naturalmente, con noi stessi. Perciò, prima di “lavo- Ecco come imparare ad ascoltare gli animali In pratica cosa ci ha insegnato Amelia nei due giorni di “full immersion”? Ci ha insegnato a risvegliare in noi una sorta di udito speciale per sentire ciò che gli animali ci dicono. Ma per chi non avesse scoperto questa particolare sensibilità o essa fosse ancora poco sviluppata e tutta da decifrare, ebbene, qualunque sia stato il livello di coscienza animalista dei partecipanti, ad ognuno e sottolineo ognuno, ha insegnato se non proprio a sentire gli animali almeno a vederli. Più precisamente a vederli in un’ottica diversa, sotto un’altra luce, a considerarli, usando le parole della signora Kinkade, delle “persone”: un gatto ma anche una persona, un cane, un cavallo, persino un iguana, secondo Amelia, uno magazine pur appartenenti al mondo animale, son sempre persone. A questo punto vedo già i razionali citati all’inizio partire per la tangente e sbottare con un sonoro: «Eh no eh, questa proprio non si può sentire!». Fate come volete ma, siccome sappiamo tutti che quando un argomento fa “incazzare” se ne è anche morbosamente attratti (basti pensare al successo delle trasmissioni dedicate agli orrori della politica) ho deciso, perciò, di proseguire imperterrito. In soldoni, ai partecipanti al seminario, viene chiesto di tentare di cimentarsi in questa nuova disciplina: leggere il pensiero animale. Badate bene, mica una cosa da fuori di testa questa anzi, pare sia supportata da dotte e profonde tesi che si rifanno ai più recenti studi della fisi- uno magazine E se poteste ascoltare i pensieri dei vostri amici animali e capirli veramente? E se il vostro gatto potesse rivelarvi i suoi maliziosi segreti oppure il vostro cane potesse raccontarvi la sua giornata? Amelia Kinkade dedica la sua vita al benessere degli animali. Rinomata a livello internazionale come comunicatrice con gli animali, autrice e speaker, nei suoi libri spiega alle persone come imparare a comunicare con gli animali. I clienti di Amelia sono star del rock come Pink e Duffy, del cinema come Demi Moore e Shirley MacLaine, della letteratura come Bernie Siegel e Arielle Ford e celeberrimi personaggi pubblici come la Regina Elisabetta, il Principe Carlo e, persino, un ex astronauta come Edgar Mitchell. Kinkade collabora con diverse associazioni e organizzazioni per i diritti degli animali in tutto il mondo. Eifis Editore Pagg. 312 Euro 21,00 rare” su di loro dobbiamo agire su di noi, cercando di eliminare la fonte d’ansia o di aggressività che ci pervade e poi, forse, agire sull’animale. Ma vedrete che, a questo punto, non sarà nemmeno più necessario: il vostro gatto o cane si sarà, spontaneamente e naturalmente, sintonizzato sulla “nuova persona” che voi, a quel punto, sarete diventati. Ricordatelo, agiscono d’istinto e questo, sotto molti aspetti, li rende decisamente più evoluti e migliori di noi. Claudio Campagnolo 63 Perché il mio cane non mi ascolta mai? Secondo Amelia Kinkade l’esperta che “parla con gli animali”, queste “incomprensioni“ avvengono perché noi, senza rendercene conto, che ci crediate o meno, comunichiamo già telepaticamente con il nostro animale. Quindi cosa accade? Accade che se il nostro cane sta per incontrare, per strada o al parco, un suo simile e noi sappiamo già che, in genere, ringhierà o abbaierà, visualizzeremo nella nostra mente la scena, costruendola in anticipo. Così facendo la trasmetteremo al nostro cane che, una volta ricevuto l’input visivo, si metterà appunto ad abbaiare come un forsennato! E quando voi gli urlerete “Basta abbaiare!” saranno parole al vento perché lui “ha visto” che voi lo avete immaginato “furiosamente abbaiante” e di certo non vorrà deludervi: perciò “si atterrà scrupolosamente alle vostre disposizioni”. Ecco perché, sempre secondo Kinkade, i comandi non vanno mai formulati in forma NEGATIVA tipo “non abbaiare” oppure “non fare la pipì sul tappeto...” o ancora “non salire sul divano...”. Come detto, prima di formulare questi ordini voi già “immaginate” il vostro cane intento proprio ad agire in base ai comportamenti temuti e lui, in “conferenza congiunta” con la vostra mente, “vedrà” altrettanto: perciò farà proprio ciò che, invece, voi non volevate. Quindi? Quindi, più semplicemente, formulate il comando in forma POSITIVA. Al posto di “non abbaiare” un semplice “vorrei che tu tenessi la bocca chiusa e la gola rilassata, rimanendo in silenzio” o, invece di “non fare la pipì sul tappeto”, un più bucolico “immagina quanto sarà bello fare la pipì sul prato qui vicino e spargerla in un sacco di posti” oppure, infine, per farlo desistere dal divano “quanto è bella la tua cuccia, lì si deve stare proprio molto comodi”. Insomma, offrite al vostro animale le immagini di ciò che vorreste vedergli fare e non il “filmino” di ciò che non dovrebbe fare. Provateci, un po’ alla volta, senza fretta e senza aspettarvi improvvisi miracoli. Ma, se sarete tenaci e pazienti, il successo è garantito, parola di Amelia. Claudio Campagnolo 64 O A N I M A L HOUSE O E C C O NEWS ECCO IL COLLARE ANTI-SMARTPHONE PER TORNARE A GUARDARSI NEGLI OCCHI Asciutto è meglio Non ci riferiamo al tipo di cibo ideale per l’amico peloso (umido o secco) ma alla sua silhouette che dev’essere tenuta d’occhio e agevolata da dosi ragionevoli. L a premessa è indispensabile. Ogni essere vivente è diverso e non possono esistere delle regole alimentari fisse e uguali per tutti. Le tabelle che calcolano i fabbisogni giornalieri devono essere viste tutte come uno strumento da adattare alla risposta individuale dell’animale. Il metabolismo è diverso e troveremo soggetti che con la dose consigliata ingrassano e altri che dimagriscono. Solo l’occhio del proprietario potrà valutare se la dose media consigliata va aumentata o diminuita a seconda che l’animale tenda a dimagrire o ingrassare. Il tutto cercando di inculcare dentro di sé che, per la salute e per la lunghezza della vita, un fisico asciutto è molto meglio di uno florido. Come si calcola la quantità quotidiana di crocchette? SERGIO CANELLO «L’alimentazione del cane è fondamentale per uno sviluppo corretto e un adeguato mantenimento, perciò è molto importante valutare il giusto fabbisogno giornaliero del soggetto. I principali parametri che influenzano il fabbisogno energetico di un animale, come per l’uomo del resto, sono il suo peso reale, l’età, il sesso e l’attività fisica svolta durante la giornata. Esistono delle tabelle che aiutano a calcolare tutto ciò in base all’energia metabolizzabile fornita dall’alimento che si vuole somministrare. Per ogni alimento industriale questi fabbisogni sono già stati calcolati e viene riassunta generalmente in una tabella razione giornaliera, la quantità esatta di crocchette in base al peso vivo del cane e in base al fine nutrizionale della dieta specifica». Come cambia il calcolo in base all’età del soggetto (cucciolo, adulto, anziano). SERGIO CANELLO «Dato che l’età influenza in modo rilevante il fabbisogno giornaliero dell’animale, si terrà sempre conto di questo importante dato prima di qualsiasi calcolo. Esistono dei coefficienti diversi, infatti, per il cucciolo, per il cane adulto e per il cane anziano, in virtù del fatto che il fabbisogno energetico cambia notevolmente modificandosi il metabolismo durante la crescita, lo sviluppo, il mantenimento dell’età adulta e la maturazione del soggetto fino alla vecchiaia». Si deve abituare il proprio animale ad un orario fisso per il pasto? SERGIO CANELLO «Importanti aspetti del comportamento alimentare sono scanditi da ritmi circadiani endogeni che fluttuano nell’arco della giornata con ritmi ben precisi. Una corretta cadenza dei pasti secondo Anche in questo numero la rubrica a il ciclo luce giorno cura del dott. Sergio Canello medico nell’arco delle 24 ore veterinario ed esperto del benessere consente di sincro- attraverso l’alimentazione. nizzare gli “orologi www.ita.forza10.com biologici”, garantendo un miglioramento di situazioni subcliniche o patologiche conclamate e assicurando un miglior assorbimento dei principi nutritivi, per una buona assimilazione e digestione del pasto. Lo stravolgimento di questi ritmi può provocare l’insorgenza di disordini metabolici. Inoltre, la gestione regolare del rituale agapico (il pasto) del cane e del gatto non fa altro che accreditare e affermare l’importante ruolo di mediatore che ogni proprietario riveste nella vita del suo animale domestico». È vero che i gatti preferiscono mangiare al mattino mentre i cani alla sera? SERGIO CANELLO «Probabilmente sì proprio perché i ritmi circadiani del cane e del gatto sono diversi. Il gatto, infatti, è un animale notturno, pertanto di notte preferisce cacciare o girovagare e al mattino si ritrova molto affamato, per poi poltrire per tutto il giorno con fluttuazioni variabili nell’arco della giornata. Il cane, invece, al contrario, è più vitale durante le ore diurne mentre di notte tende a riposare, di conseguenza alla sera si ritrova senz’altro più affamato». Meglio dare un pasto unico o più di uno al giorno? SERGIO CANELLO «È preferibile somministrare la razione giornaliera in due o tre pasti secondo il tipo di animale, l’età e il suo peso vivo. Un cucciolo ha bisogno di alimentarsi almeno tre volte al giorno fino alla pubertà, poi si può passare a due pasti per tutta la vita se si tratta di un cane di piccola o media taglia, mentre è preferibile mantenere tre pasti giornalieri o addirittura quattro nel caso di soggetti di taglia grande o gigante. Questo accorgimento si escogita per evitare l’eccessiva distensione delle pareti dello stomaco nel post prandiale, con l’obiettivo di diminuire drasticamente il rischio di torsione dello stomaco». uno C. C. magazine S i chiama “Social Media Guard”, è il collare anti-Smartphone brevettato da Coca-Cola per tornare a far guardare le persone negli occhi. È l'oggetto di un video virale cliccatissimo negli Usa. Maledetti siano gli smartphone, aggeggi infernali che, con un social newtork ed un app ormai per tutto, ci tengono sempre più distanti dalla conversazione “vis à vis”, relegandoci con gli occhi attaccati vicino ad uno schermo. Sempre e comunque. Come possiamo rimpadronirci delle nostre vite, tornando ad avere quella parvenza di vita vissuta? Ci ha pensato Coca-Cola che, in uno spot virale, ha fittiziamente brevettato il “Social Media Guard”, altro non è che un collare elisabettiano che costringe a tenere la testa alta e, magia, fa in modo che possiamo finalmente tornare a guardarci negli occhi. Secondo colpaccio virale messo a segno dalla Coca Cola, dopo l’incantevole spot argentino per il lancio della Coca Cola Life, quella che mostra cosa vuol dire essere genitori. ECCO COME DIFENDERSI DALLE INSIDIE DI ASK.FM IL SOCIAL DELL’ANONIMATO D opo i suicidi di adolescenti in tutto il mondo il “social delle domande” resta al centro delle polemiche. I contenuti non sono monitorati e chi vi accede è esposto da subito a potenziali minacce e insulti che arrivano da utenze non identificabili. Nato in Lettonia, Ask.fm, che sta per “Ask for me” (chiedi per me) è una community assimilabile ai vari social, ma con una caratteristica particolare: gli utenti possono interagire in forma anonima. Gli utenti sono 60 milioni e più di 13 si collegano quotidianamente, l’Italia - ed è questo il dato più preoccupante - è il paese che ne conta di più. Ask.fm è tra i siti più utilizzati dai teenager, uno spazio in cui si possono porre domande per ottenere risposte e chi risponde si deve prima registrare. L’accesso è vietato ai minori di 13 anni ma, ovviamente, su internet chiunque può avere qualunque età. Se un adolescente è in crisi e “casca” in Ask.fm può capitargli di ricevere, come nulla fosse, dei veri e propri inviti al suicidio. È accaduto in provincia di Padova, dove una ragazza di 14 anni si è lanciata dal tetto di un albergo dismesso e, ultimamente, è successo anche in Usa e in Gran Bretagna: nel mondo, solo negli ultimi mesi, a causa di questo social hanno perso la vita già 15 ragazzi. Chiunque può porre domande sui profili personali degli utenti, che possono essere “seguiti” come su Twitter, la differenza è che su Ask.fm non si può sapere chi ti sta seguendo, ma solo il numero dei follower raggiunti. Le domande possono essere innocenti, ma anche e sempre in forma anonima molto invasive e personali come “Sei ancora vergine?” oppure “Hai mai usato droghe?”. Naturalmente c’è un’avvertenza molto chiara quando ci si collega al sito: nessuno controlla il contenuto, e i comportamenti illegali, diffamatori e lesivi dell’utenza sono proibiti. Ma questa banale “foglia di fico” può bastare a scoraggiare gli episodi di cyberbullismo? Decisamente no. COME PROTEGGERSI? Abolire l’anonimato su internet è una contraddizione in termini, i controlli di sicurezza appaiono infatti più che complicati. Inoltre ci sono stati suicidi causati anche da post su altri social e, infine, se pur si riuscisse a “blindare” Ask.fm potremmo star certi che, di lì a poco, ne sorgerebbe un altro con le stesse caratteristiche o, forse, peggio. Quindi l’azione, davvero importante ed essenziale, consiste nel monitorare e prestare molta attenzione verso le attività dei propri figli, un comportamento questo che ogni genitore davvero responsabile dovrebbe porre in essere quotidianamente. ECCO 10 MODI PER CAPIRE LE MENZOGNE CHE I MEDIA CI PROPINANO OGNI GIORNO N oam Chomsky, padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieciregole, semplici ma a quanto pare efficaci, come sia possibile mistificare la realtà. La necessaria premessa è ricordare al lettore che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, quindi interessati a filtrare solo determinati messaggi, omettendone altri magari meno “favorevoli”. 1) LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca. 2) IL PRINCIPIO DEL PROBLEMA-SOLUZIONE-PROBLEMA: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di epidemie, come la febbre aviaria creando ingiustificato allarmismo, con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti resterebbero inutilizzati. 3) LA STRATEGIA DELLA GRADUALITÀ. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. È in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: stato minimo, privaNoam Chomsky tizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta. 4) LA STRATEGIA DEL DIFFERIMENTO. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura. Parlare continuamente dello spread per far accettare le “necessarie” misure di austerità come se non esistesse una politica economica diversa. 5) RIVOLGERSI AL PUBBLICO COME SE SI PARLASSE AD UN BAMBINO. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Per esempio, diversi programmi delle trasmissioni generaliste. Il motivo? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto. 6) PUNTARE SULL’ASPETTO EMOTIVO MOLTO PIÙ CHE SULLA RIFLESSIONE. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile. 7) MANTENERE IL PUBBLICO NELL’IGNORANZA E NELLA MEDIOCRITÀ. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che non si rivolgano direttamente ad Internet. 8) IMPORRE MODELLI DI COMPORTAMENTO. Controllare individui omologati è molto più facile che gestire individui pensanti. I modelli imposti dalla pubblicità sono funzionali a questo progetto. 9) L’AUTOCOLPEVOLIZZAZIONE. Si tende, in pratica, a far credere all’individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si autoflagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, “choosy”, “bamboccioni”. In pratica, è colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema. 10) I MEDIA PUNTANO A CONOSCERE GLI INDIVIDUI (mediante sondaggi, studi comportamentali, operazioni di feed back scientificamente programmate senza che l’utente-lettore-spettatore ne sappia nulla) più di quanto essi stessi si conoscano, e questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un gran potere sul pubblico, maggiore di quello che lo stesso cittadino esercita su sé stesso. Si tratta di un decalogo molto utile. Da tenere bene a mente, soprattutto in periodi difficili come questi. (Fonte: www.linkiesta.it) uno magazine 65 O A ST R I & DISASTRI A ST R I & DISASTRI O Astrobau scegliere l’amico “peloso” secondo le stelle ArieteFUOCOToroTERRAGemelliARIACancroACQUALeoneFUOCOVergineTERRABilanciaARIAScorpioneACQUASagittarioFUOCOCapricornoTERRAAcquarioARIAPesciACQUA ARIETE TORO GEMELLI VIVACE TRANQUILLO GIOCHERELLONE È il più vivace dello zodiaco, specie quando è cucciolo, si mette spesso nei guai, perchè tende ad essere spericolato e testardo. Non è propriamente un cane ubbidiente è, infatti, battagliero ed entusiasta. Fategli fare spesso, per calmarlo, delle lunghe passeggiate nel parco, va infatti fatto sfogare. Il cane Ariete va comunque d’accordo con ogni padrone, in particolare con i segni di fuoco: Ariete, Leone e Sagittario. Solo con il padrone del Capricorno potrebbe, forse, sentirsi un po’ troppo troppo limitato. Cane tranquillo, affettuoso e molto giudizioso ma che non rinuncerebbe mai alle proprie comode abitudini. Ama, infatti, schiacciare lunghi pisolini e il suo posto in auto non è cedibile, così come non è disposto a condividere la sua pappa e il vostro affetto con qualcun altro. Gli si confà soprattutto un padrone taciturno, orgoglioso e fiero come il Capricorno, con cui dividere la tendenza all'isolamento. Può piacergli l'adattabile temperamento del padrone Ariete, andare d’accordo con la metodica Vergine e il tenero Cancro. Con un padrone Toro, sarà convivenza perfetta: l’unica contesa, tra loro, potrebbe essere il possesso del divano! Ecco il classico giocherellone con l’argento vivo addosso, soprattutto da cucciolo. Una volta adulto le cose migliorano, ma la sua energia e la sua vivacità restano sempre sorprendenti. Intelligente, allegro, furbo e disobbediente, ha il dono di essere molto comunicativo con sguardi ed abbaiate. Perfetto con i bambini poiché ama molto il gioco. Il miglior padrone per lui è la persona che cambia spesso umore e crea sempre situazioni impreviste: in tal senso Cancro, Bilancia e Acquario sono ideali. Il Toro si adatta per gli impulsi vivaci e generosi, il Leone per la sua esuberanza. Si sconsiglia, invece, un padrone del Capricorno, per il suo carattere introverso ed amante della quiete. BILANCIA SCORPIONE DISCRETO Molto socievole e discreto, ma attenzione a quello che dite: perchè questo compagno quasi perfetto, fedele, paziente e ubbidiente è, però, anche molto permaloso. È un cane che si fa apprezzare per la sua estrema socievolezza e una certa tendenza ad essere giudizioso. Ama le comodità e, di conseguenza, ha una profonda avversione per le situazioni precarie, come una cuccia scomoda e poco pulita. Il padrone più adatto è come lui una Bilancia; dei buoni rapporti potranno stabilirsi con Gemelli e, soprattutto, con il segno dell’Acquario. Può andare d’accordo, infine, anche con un padrone nato nel segno del Leone o in quello del Sagittario. Aforismi 66 CANCRO LEONE VERGINE COCCOLONE FIERO INDIPENDENTE Dall’umore mutevole ma affettuosissimo, dolce, tenero e un po’ timido. Non ama il rumore e la folla, quindi può reagire in modo imprevedibile se sottoposto a delle situazioni, per lui, stressanti. Sensibile e molto ricettivo, i vostri umori lo condizionano. Non vuole stare solo ed è un vero casalingo che ama le cucce comode e calde. Un padrone Pesci è l’ideale in virtù della sua sensibilità e dolcezza. Un padrone del suo stesso segno finirebbe per contendergli il titolo di pigrone di casa. Un nato sotto il segno del Toro si accorderebbe assai bene, così come un dominante padrone dello Scorpione, che saprebbe, di sicuro, come farsi ubbidire. Possiamo dire che in questo caso c’è un’inversione di ruoli: il cane del Leone si crede il padrone mentre a voi, secondo lui, spetterebbe l’altro ruolo. L'istintiva sicurezza di sé lo rende un cane equilibrato, ma per nulla mosso dallo spirito di competizione, ad ogni costo, con i suoi simili. È molto ubbidiente ma non servile. Si trova bene con un padrone del Leone, ambizioso e idealista, protettivo, affettuoso e stabile di carattere. Gli andrà molto bene anche il Sagittario, purché in lui prevalga la dote della giovialità e sia attenuata l’ansia che lo coglie quando pretende di volere tutto e subito. Ottimi auspici anche con l’Ariete. Sin da cucciolo è un po’ vanitoso, è un cane che abbaia ma non morde. Molto curioso, ma anche riservato, è attento a tutto ciò che lo circonda. È sorprendente come riesce a cogliere i vostri ritmi e le personali abitudini. Con gli estranei a volte è sospettoso, non ama le persone chiassose e dai modi rudi. È un cane di grande indipendenza caratteriale ed emotiva. Una buona convivenza può instaurarsi con l’Ariete con cui poter giocare a “braccio di ferro” per vedere chi la spunta. Questo cane per un Bilancia può rivelarsi, addirittura, un rivale, mentre il Pesci può finire vittima dei suoi capricci. Questo amico peloso può, invece, portare a miti consigli persino un severo Capricorno. SAGITTARIO CAPRICORNO ACQUARIO PESCI DOMINANTE VAGABONDO UBBIDIENTE STRAVAGANTE DOLCE È un cane molto fedele e devoto al suo padrone. Non è facile educarlo e, comunque, resta sempre un tipo di cane indipendente e con la tendenza a dominare. È quasi sicuro che il guinzaglio ve lo metterà lui è, infatti, molto volitivo, intelligente e con scarsa attitudine all’obbedienza. Forte d’animo e di corpo, gli appartengono in modo superlativo coraggio, fedeltà e lealtà nei confronti del padrone. Dal momento che prende tutto sul serio, questo cane ama molto i padroni altrettanto seri. Perciò gli si addicono i caratteri zodiacali tipici del Capricorno e dell’Ariete. Simpatico, vivace e socievole, difficilmente nutre diffidenze e si adegua con estrema facilità al ménage della famiglia. È un instancabile vagabondo che vi segue ovunque, è inoltre un cane “sportivo”, che ama gli spostamenti e che parte come un razzo non appena gli togliete il guinzaglio, scomparendo immediatamente alla vostra vista e avventurandosi talvolta in situazioni un po’ pericolose. Intelligente e fedele, predilige i padroni dalla forte personalità, come il Leone e l'Ariete, con un padrone del Sagittario condividerà la passione per l’avventura, l’originalità e socievolezza dell’Acquario, infine, ben si accordano alla sua natura. Se lo coccolate troppo diventa impaziente, è un cane molto serio, dotato di gran prudenza, leale e fedele. È assai difficile che deluda le aspettative di chi lo ha adottato, soprattutto per la sua grande capacità di obbedienza. Fin da cucciolo manifesta la tendenza alla serietà e all’impegno nel capire le vostre esigenze. Va d’accordo con un padrone dello Scorpione, dei Pesci e del Cancro perché ama la perseveranza, la lealtà e la quiete domestica. Ottima intesa anche con la Bilancia, a patto che il padrone si astenga da “moine e frivolezze inutili” e condivida, invece, con lui il lato saturnino del carattere. Ama i giochi in libertà ma adora anche voi, perché è intelligente e perspicace. È, inoltre, un cane dinamico e stravagante. Sempre in movimento, vi può seguire come un’anima in pena aspettando il momento di uscire, ma una volta fuori ama l’indipendenza, preferisce correre e annusare i mille odori nei prati. Gemelli e Bilancia si adattano benissimo alla convivenza con questo cane, gratificandolo nei giochi e nel suo bisogno di compagnia. Anche un padrone dell’Ariete può essere adeguato, sapendolo condurre ad una disciplina da cui spesso rifugge. Meno adatto, invece, a chi cerca un cane affettuoso e tenerone. Gli manca solo la parola. È il cane più dolce e sognante dello zodiaco, capace di un grande affetto e “assetato” di coccole costanti da parte vostra. È sempre accattivante e grazioso, molto sensibile e furbo, tenero e talvolta sfacciato: c’è da aspettarsi di tutto da lui, come che abbai alla Luna o alle sirene delle ambulanze. Nei confronti degli esseri umani è molto particolare, sa essere dolce con alcuni e rifiutare, invece, ogni approccio con altri. Questo cane è, comunque, il più generoso dei tipi astrologici, adatto a tutte le persone bisognose di affetto e di compagnia, indipendentemente dall’età e dal proprio segno zodiacale. uno Se raccogliete un cane affamato e lo nutrirete non vi morderà. Ecco la differenza tra l’uomo ed il cane (Mark Twain) magazine uno magazine Aforismi Chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere che cosa significhi essere amato (Arthur Schopenhauer) 67 O PRONTO S O C C O R S O O MOBILITÀ S O ST E N I B I L E Luci ed ombre della sigla ICE Gli operatori delle ambulanze, in un incidente stradale, riscontrano spesso che i feriti hanno con sè un cellulare e purtroppo, scorrendo l’interminabile lista dei numeri salvati nella rubrica, non sanno mai chi avvisare. Perciò suggeriscono di mettere, tra i contatti, la persona da chiamare in caso d’urgenza sotto lo pseudonimo ICE (In Case of Emergency): una sigla conosciuta ormai a livello internazionale. C oncepito dal paramedico Bob Brotchie nel maggio 2005 il programma ICE (In Case of Emergency) si basa su una semplice idea: permettere ai primi soccorritori (paramedici, vigili del fuoco, polizia) di identificare le persone e contattare i loro parenti prossimi per ottenere informazioni mediche. Il consiglio è quello di tenere nella rubrica del proprio cellulare il numero da contattare, appunto, in caso di emergenza registrandolo sotto il nome ICE. La proposta ha generato reazioni diverse, alcuni operatori di emergenza lo hanno ritenuto una buona idea, altri lo considerano inutile o pericoloso in quanto scoraggia l'uso di metodi più efficaci. IL Dettaglio Nei paesi sviluppati, infatti, gran parte delle persone possiede un telefono cellulare e la polizia o i paramedici talvolta lo utilizzano per identificare le vittime di incidenti stradali o di altro tipo. L'idea di ICE è che ognuno metta un contatto di emergenza con il relativo numero nel telefono sotto la parola ICE. Questo permetterebbe al personale d'emergenza di avere un posto fisso dove guardare. Qualora si vogliano indicare più numeri da chiamare, si può usare il seguente formato: ICE1 mamma, ICE2 papà, ICE3, etc. La Francia, come al solito, si distingue e la sigla è diventata ECU (En Cas d’Urgence). Bob Brotchie 68 La Storia A seguito di ricerche effettuate dalla compagnia Vodafone, che mostravano come meno del 25% delle persone portassero con sé chiare informazioni su chi avrebbero voluto fosse informato in caso di un grave incidente, nel maggio 2005 è stata avviata una campagna per incoraggiare le persone. L’iniziativa è partita da Bob Brotchie dell’East Anglian Ambulance Service nel Regno Unito. L’idea ha preso piede, in particolare, dopo gli attentati del 7 luglio 2005 a Londra. Intervistato in un programma radiofonico della BBC, Brotchie ha detto: «Stavo riflettendo su qualche chiamata difficile a cui ho risposto, con le persone incapaci di darmi indicazioni utili a causa delle ferite o della debolezza e, soprattutto, che non riuscivano nemmeno a fornirci le loro generalità. Ho scoperto poi che molte persone, ovviamente, hanno un cellulare e l’abbiamo usato per scoprire chi fossero. Mi è venuto in mente che, se avessimo avuto un modo sempre uguale di cercare un contatto d’emergenza in un telefono cellulare, allora sarebbe stato più facile per tutti». Brotchie ha anche spronato le fabbriche di telefoni cellulari a supportare la campagna, aggiungendo un titolo ICE nella lista delle rubriche di tutti i nuovi cellulari. Circa nello stesso periodo sono state messe in circolazione email allarmiste che suggerivano che la campagna fosse “la fase uno di un virus per cellulari che si sta spianando la strada per propagarsi molto rapidamente” o che l’uso di questo “servizio” sarebbe stato addebitato sul conto dei clienti. Questa affermazione è stata successivamente smascherata come una leggenda metropolitana. Il simbolo ICE Il simbolo ICE è stato sviluppato da Mark Balduzzi, un infermiere di Syracuse, New York nel luglio 2005 per dare al pubblico degli strumenti fai-da-te, così da poter promuovere il programma ICE da parte di organizzazioni e di singoli individui per aiutare il reperimento di informazioni d'emergenza. Per esempio, il simbolo ICE sotto forma di etichetta su un cellulare permette ai soccorritori di sapere immediatamente che il paziente ha inserito i numeri di emergenza nella rubrica secondo questo criterio. Il simbolo è stato sviluppato per essere gratuito e con libertà di distribuzione. Tutti sono incoraggiati ad usare questo simbolo per promuovere la sicurezza individuale e la prontezza dei soccorsi. Le critiche La proposta ha ricevuto numerose critiche da parte di operatori di emergenza. Ad esempio, la Federazione Cantonale Ambulanze del Canton Ticino si è detta dubbiosa sulla sua efficacia e legalità. Anche il noto sito di “debunking” (debunking è l’atto del confutare un’affermazione, basandosi generalmente su metodologie scientifiche n.d.r.) Hoaxbuster ha scoraggiato la proposta. eventuali problemi ▼ In caso di emergenza il soccorritore si deve occupare del ferito e non del telefonino. ▼ Il cellulare è un oggetto che spesso si rompe in caso d’incidente. ▼ Nessun corso insegna ai soccorritori come si accede alla rubrica di ogni marca e modello. ▼ Frugare nella rubrica del cellulare potrebbe essere considerata una violazione della privacy perseguibile per legge. ▼ La sigla ICE funziona in inglese, non in altre lingue. ▼ Se il telefonino è spento, bloccato da un PIN o un codice, oppure scarico il sistema è inutile. ▼ Aggiungere la voce ICE al proprio cellulare potrebbe scoraggiare dall’uso di precauzioni ben più efficaci (come un foglio di carta con riportati i contatti dei parenti e le proprie notizie mediche). ▼ Per questo motivo, il LAFD (Los Angeles Fire Department) raccomanda di usare questo metodo solo dopo aver inserito le stesse informazioni nel proprio portafoglio. Scuol@BIS Economico Ecologico e Socializzante Un’interessante alternativa di mobilità sostenibile in grado di far risparmiare sui costi del trasporto scolastico e di estendere la rete sociale delle famiglie. S i tratta di un servizio informatizzato che permette alle famiglie di organizzarsi creando diversi equipaggi composti da due/tre bambini e da un genitore/autista. Ne parliamo con Simone Dalla Libera, l’ingegnere responsabile del progetto. Cos’è il progetto Scuol@BIS? SIMONE DALLA LIBERA «Scuol@BIS è un progetto di car pooling scolastico. Due o tre famiglie condividono il viaggio per accompagnare i bambini a scuola. Nel nome del progetto la chiocciolina indica la gestione informatizzata del servizio mentre la sigla BIS è l’acronimo di “Bambini Insieme a Scuola”. Oggi il car pooling viene proposto con alcune garanzie e una serie di controlli perché sia sicuro e conveniente per tutti». Il “car pooling” scolastico funziona già da qualche parte? SIMONE DALLA LIBERA «Il car pooling scolastico funziona già in diverse scuole elementari e medie sia del Veneto che in altre regioni d’Italia. È attivo a Padova, Vigonza, Salzano, Silea, Villa del Conte, Mareno di Piave, Vigodarzere, Cadoneghe, Portogruaro, Loreggia e, a breve, partirà a Torri di Quartesolo e Pianiga». In pratica come funziona Scuol@BIS? SIMONE DALLA LIBERA «Scuol@BIS prevede la costituzione di “equipaggi” tra 2 o 3 famiglie che collaborano per organizzare gli spostamenti dei bambini da casa a scuola e viceversa. Agenda 21 consulting srl, una società specializ- magazine Non c’è il rischio che con Scuol@BIS il traffico aumenti nei pressi della scuola? SIMONE DALLA LIBERA «Il car pooling scolastico è un sistema pensato per diminuire il traffico. Più persone aderiranno al sistema e meno auto circoleranno nei pressi degli istituti scolastici». uno magazine = Qual è la funzione di Agenda 21 consulting? SIMONE DALLA LIBERA «Agenda 21 consulting si occupa di tutte le fasi del progetto, organizza e predispone gli equipaggi per tempo e li monitora nel corso dell’anno scolastico. Si richiede, inoltre, l’adesione formale ed il rispetto delle regole del servizio Scuola@BIS». Quali sono i vantaggi per la famiglia? SIMONE DALLA LIBERA «Le famiglie risparmiano tempo, soldi e chilometri. Aumentano le occasioni di socializzazione e collaborazione tra le stesse, facilitando l’accrescimento della rete solidale familiare, per la gestione dei figli anche in orario extra scolastico. Rispetto allo scuolabus, inoltre, i bambini impiegano meno tempo per andare a scuola». Quali sono i vantaggi per l’ambiente? SIMONE DALLA LIBERA «La riduzione delle auto nei sottili, meno smog e meno inquinamento acustico Ing. Simone Dalla Libera + zata incaricata dal Comune, si occupa di tutta la parte logistica per organizzare le famiglie che desiderano aderire al progetto. Ad esempio, dove ci sono tre auto, ognuna con un autista ed un bambino a bordo, si può fare in modo che ci sia una sola vettura che viaggia con un solo autista e tre bimbi». ✒ Le famiglie risparmiano tempo, soldi e chilometri ✒ I bambini impiegano meno tempo per andare a scuola ✒ Aumentano le occasioni di socializzazione e conoscenza tra le famiglie ✒ Il Comune risparmia oltre il 70% rispetto ai costi per lo scuolabus ✒ Riduzione dell’inquinamento: meno emissioni di gas serra, polveri (Fonte: Wikipedia) uno + pressi delle scuole porterà una riduzione dell’inquinamento: meno emissioni di gas serra, polveri sottili, meno smog e meno inquinamento acustico». E quali i vantaggi per la comunità? SIMONE DALLA LIBERA «La diffusione della cultura della mobilità sostenibile e solidale nei bambini e negli adulti». PER SAPERNE DI PIÙ: www.scuolabis.it ✒ Si diffonde una cultura della mobilità sostenibile nei bambini e negli adulti 69 O COMICHE F I N A L I 70 uno magazine erikabacchiega.it per schiavo pd Se sei tornato a dare valore alle cose importanti. GEMMOLOGO QUALIFICATO GIA/IGI - UNICI DIAMANTI ETICI CERTIFICATI IN VENETO IMPORTAZIONE DIAMANTI E PERLE Sarmeola di Rubano (PD) Tel. 049.63.00.93 e-mail: [email protected] www.rensi.it
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