Non si può abusare della pazienza dei dirigenti scolastici all’infinito Sit-in davanti al MIUR il 23 gennaio È di queste ultime ore la vicenda dell’annullamento del recupero forzoso da parte del MEF degli incrementi stipendiali del personale della scuola legati agli scatti di anzianità. L’operazione non può che riscuotere il nostro plauso, ma sarebbe inaccettabile se alla solerzia dimostrata in questo caso corrispondesse l’assoluta indifferenza nei confronti del blocco della retribuzione accessoria di cui sono vittime i dirigenti scolastici. A meno che la molla che fa scattare l’interesse dei decisori politici sia legata più ad un calcolo quantitativo che alla tutela dei diritti soggettivi. È ormai da più di un anno che la questione delle risorse disponibili per l’attribuzione della retribuzione di posizione parte variabile e della retribuzione di risultato si trascina tra polemiche e ritorsioni, con il conseguente blocco della certificazione dei CIR regolarmente sottoscritti sulla base dello stanziamento a suo tempo comunicato agli Uffici scolastici regionali da parte della competente Direzione Generale del MIUR. Il CIR 2012/13 per la Lombardia è stato sottoscritto il 7 giugno 2013 sulla base di un riparto del FUN che ha assegnato alla nostra regione € 19.121.802,21. (cfr. Alcune osservazioni sul CIR- giugno 2013) Ripercorriamo la vicenda. MIUR e OO.SS. dell’Area V hanno concordato la quantificazione delle risorse del FUN (Fondo unico nazionale) da ripartire proporzionalmente tra le regioni al fine di adeguare la retribuzione accessoria dei dirigenti scolastici, applicando correttamente tutti i parametri contrattuali (comprese le RIA dei colleghi cessati dal servizio) e rispettando il vincolo introdotto dal DL 78/2010 secondo il quale (art. 9, comma 2-bis) “2-bis. A decorrere dal 1° gennaio 2011 l'ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, di ciascuna delle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, non può superare il corrispondente importo dell'anno 2010 ed è, comunque, automaticamente ridotto in misura proporzionale alla riduzione del personale in servizio.” Ma mentre il MIUR, d’intesa con le OO.SS. dell’Area V, ha ritenuto di quantificare l’ammontare del FUN secondo la normativa pre-vigente e di ridurlo successivamente entro il tetto 2010 in proporzione alla riduzione del personale in servizio, l’UCB (Ufficio centrale di bilancio del MEF) ha preteso di imporre il proprio sistema di calcolo basato prima sulla riconduzione dell’ammontare del FUN dentro il tetto 2010 e poi operando un ulteriore riduzione in proporzione al personale in servizio. Nel primo caso sarebbero garantiti il pieno rispetto della norma (rispettare il tetto 2010) e contemporaneamente l’attribuzione alla categoria dei modesti incrementi derivanti dall’utilizzazione delle RIA. Nel secondo caso al FUN già comunicato agli UU.SS.RR. (e utilizzato per sottoscrivere il CIR 2012/13) verrebbero tagliati circa 16 milioni di euro, che corrisponderebbero ad una decurtazione media della retribuzione accessoria dei dirigenti scolastici di 1.800/2.000 euro annui. Non avendo la posizione dell’UCB un solido fondamento giuridico e avendo, al tempo stesso, la Direzione generale per la politica finanziaria e per il bilancio del MIUR confermato per iscritto la correttezza del suo operato, qualora si procedesse secondo gli intendimenti dell’UCB si configurerebbe un vero e proprio “scippo” ai danni dei dirigenti scolastici di risorse (le RIA) che sono il prodotto del loro lavoro; e questo sarebbe intollerabile. Non possiamo infatti dimenticare che il tutto avviene in corrispondenza di una moratoria contrattuale che va avanti dal 2010, che il MIUR non ha onorato l’impegno di destinare la somma di 5 milioni di euro ai dirigenti provenienti dal concorso ordinario, che nel frattempo il carico di lavoro dei dirigenti scolastici è sensibilmente aumentato a seguito del dimensionamento scolastico. A questo in Lombardia si aggiunge la grave situazione di emergenza causata dal blocco del concorso, che ha prodotto l’assegnazione di oltre 430 incarichi di reggenza e le gravi disfunzioni, da tempo segnalate all’USR, delle RTS nell’attribuzione dei compensi dovuti ai dirigenti (anche per quanto riguarda l’indennità di reggenza), in termini di ritardi, di mancanza di trasparenza nella compilazione dei cedolini, di incoerenza tra le procedure adottate dalle diverse RTS provinciali. Né può essere ignorata la situazione che verrà a verificarsi all’atto dell’affidamento dei nuovi 355 incarichi dirigenziali qualora gli intenti dell’UCB dovessero trovare attuazione a seguito di un atto unilaterale dell’Amministrazione (di certo l’ANP non sottoscriverebbe mai un nuovo CIR “tagliato”). Questa è la situazione che ci troviamo di fronte e che grava in particolare sulla testa dei dirigenti e dei futuri dirigenti della Lombardia. I dirigenti scolastici in questi anni hanno dato un notevole testimonianza di moderazione e di responsabilità; ma la pazienza si esaurirebbe di fronte al tentativo di danneggiarli in ragione di un astruso calcolo ragionieristico finalizzato soltanto a fare cassa. Per questo motivo l’ANP ha deciso di portare la testimonianza della protesta della categoria davanti al MIUR nella mattina di giovedì 23 gennaio. Il nostro appello è rivolto a tutti i dirigenti scolastici, soci e non soci, affinché la partecipazione e la protesta, ancorché civile e composta, richiami l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica su una categoria che si sta facendo carico tra mille difficoltà del buon funzionamento del servizio scolastico e che non merita di essere ignorata né umiliata. Massimo Spinelli
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