N.115 del 13/03/2014

Stampato in proprio
Il rattoppo sportivo
Di Paolo Canazza
Che cos’abbia in mente
l’amministrazione comunale per
salvaguardare l’impiantistica
sportiva cittadina, francamente, è un
mistero. Sono sotto gli occhi di tutti le
condizioni critiche in cui versano
molti impianti novaresi: tetti che
lasciano trafilare acqua al primo
forte acquazzone, insufficiente
tenuta termica di serramenti e
vetrate, terreni da gioco poco curati o
da rifare, spogliatoi fatiscenti, aree
verdi trasandate, tribune poco
accoglienti… e l’elenco potrebbe
andare avanti.
Se si esula dall’aspetto meramente
tecnico, appare di per sé evidente
che il progressivo deterioramento
degli impianti, a livello biecamente
economico (e di bilancio), faccia
perdere di valore a dei beni che sono
di proprietà pubblica.
Quando gli impianti furono dati in
gestione privata tramite bando
pubblico ad alcune realtà sportive
nel 2008, venne chiaramente
previsto nelle convenzioni redatte
che la manutenzione straordinaria
rimaneva
a
carico
dell’amministrazione. Vien da
pensare che forse già allora si
pensava di procrastinare il problema.
Fatto è che le casse del Comune
appaiono desolatamente vuote per
affrontare dei piani di recupero
ingenti come quelli adesso necessari.
Si è ventilata da parte
dell’amministrazione l’ipotesi di
prolungare il periodo di concessione
delle strutture agli attuali gestori a
fronte dell’esecuzione da parte degli
stessi delle necessarie opere di
adeguamento.
Tacendo del fatto che già faticano a
provvedere alla manutenzione
ordinaria, ma come si può pensare
che piccole realtà, quasi tutte ASD,
riescano a sopportare costi rilevanti
di messa a norma o risistemazione di
importanti strutture che non
producono reddito, ben sapendo che,
avendo le ASD forma giuridica
semplice, l’unico loro responsabile è
il presidente e quindi un privato
cittadino che mai, dico mai,
metterebbe a repentaglio le proprie
finanze per progetti finanziari in
perdita?
Delle due l’una: o il Comune decide
di prendere in mano la situazione,
coinvolgendo più società sportive
(preferibilmente in pool) nella
gestione delle strutture e attivandosi
nel contempo con mezzi straordinari
a studiare dei piani di intervento
attraverso un uso concertato e
sinergico dell’istituto del credito
sportivo. Oppure decida di
dismettere le strutture prima che
cadano in pezzi e divengano
pericolose e inutilizzabili (nonché un
costo) per la collettività.
L’una strada non esclude l’altra ma,
per cortesia, si operi una scelta:
risparmiamo ai cittadini novaresi,
sportivi o no, lo spettacolo di ruderi
mascherati da impianti sportivi
disseminati per l’intera città.
Boschi: 'Non giudicatemi per le
forme'.
tranquilla è la sostanza che ci
preoccupa e per questo siamo
molto preoccupati.
GabrielSozzani@twitter
Brera scuola di musica
miopia o presbiopia?
Quello che sta accadendo
intorno alla gestione del Civico
Istituto Musicale Brera ha
contorni poco nitidi.
Quest’Amministrazione ci ha
abituato:
quando si
tratta di
prendere in
mano
le
problematiche
culturali
cittadine, si
produce in
soluzioni
degne di una
tragicommedia.
È, probabilmente, un
problema di visione, di ottiche
e diottrie... Facciamo il punto
della situazione.
L'Istituto Brera, storicamente
rilevante nel panorama
musicale nazionale e ricco di
tradizione, dotato di una
biblioteca che serve studiosi
di tutta Europa, di un
patrimonio proprio, di un
nuovissimo Auditorium, di un
corpo docenti in parte stabile,
di una scuola di danza che
sforna
talenti,
improvvisamente diventa un
peso insostenibile per il
centrosinistra novarese. Il
contributo che il Comune
elargisce per il suo
funzionamento si riduce
praticamente allo zero, di fatto
inflazionando ogni attività
didattica.
L'intento è chiaro e
dichiarato almeno nella
premessa e, ad un orecchio
ben educato, può anche
suonare armonico: chiudere
per "individuare un nuovo
modello organizzativo snello
e adeguato ai tempi,
dedicando le risorse
esclusivamente alle funzioni
didattiche e divulgative". A chi invece comincia a
conoscere le balle che
questa giunta ci propina
quotidianamente sorgono
una serie d’inquietudini
neanche tanto velate.
Poniamo alcune questioni.
un costo non più sostenibile e
che bisogna fare delle scelte e
quindi azzerare i finanziamenti.
Gentilmente, ci potrebbe
spiegare quale sarà
l'economia
per
l'Amministrazione dato che
dovrà comunque garantire i
diritti occupazionali (e salariali)
dei suoi dipendenti?
I soldi che non entreranno più
nelle casse del Brera e che
servivano a pagare questi
stipendi, non verranno in ogni
modo risparmiati.
E di fatti l'Amministrazione si
rimangia la parola e stanzia, a
posteriori, una cifra congrua a
tale adempimento.
Incompetenza? Miopia?
Altra domanda: l'assessore
Paola Turchesi, dichiara che ci
troviamo di fronte ad una
grave situazione debitoria e
che non sia presente un piano
industriale di gestione. A noi
non risulta che l'Istituto sia
circondato da creditori ma che
goda di un bilancio in
sostanziale pareggio e che un
piano triennale di gestione
esista. Per ora ci fermiamo qui
e vi risparmiamo le dietrologie
anche se qualcuno, in città, tra
i più informati, comincia a farsi
un'altra idea. Presbiopia?
Il contributo messo a
disposizione dell'Istituto
serve quasi esclusivamente
a pagare gli stipendi dei tre
docenti di ruolo (vincitori di
concorso) a tutti gli effetti
dipendenti comunali, e di
una collaboratrice
scolastica, anch'essa Ve r r à i l t e m p o i n c u i
i n q u a d r a t a a t e m p o inforcheremo le lenti giuste
indeterminato.
intanto, fiato sul collo.
Quando l'assessore Paola
M5S Novara
Turchelli dichiara: il Brera ha
Il PGTU dal medico
Di Marco Calgaro
(Estratto da una lettera pubblica indirizzata
alla Amministrazione di Novara)
All’interno del PGTU presentato per
Novara, sarebbe stata a nostro avviso
necessaria e utile alla discussione,
anche per far capire meglio a tutti
l’urgenza e la necessità di un diverso
modello di traffico urbano.
Ricordiamo che lo scorso ottobre 2013
la IARC ha classificato il particolato
PM10 come cancerogeno di classe 1,
esattamente come l’amianto, ed
indipendentemente dalle sostanze che
esso possa trasportare.
Già nel 2012 stessa classificazione era
toccata ai motori diesel. La riduzione
da voi programmata del 10% dell’
“inquinamento atmosferico“, é
espressa in modo troppo generico e
non si comprende su quali parametri é
stata e verrà calcolata. Si tratta di
valutazioni che andavano fatte con le
nostre autorità sanitarie, chiedendo
anche il loro aiuto: ma sembra che ciò
non sia avvenuto.
È noto come Novara sfori
abbondantemente i limiti di legge per
gli inquinanti atmosferici, ed è pertanto
doveroso il rientro entro tali limiti. Per
donne in gravidanza, bambini ed
anziani i limiti di legge dovrebbero
essere diversi, cosa che é impossibile
mettere in pratica.
Crediamo che si possano chiedere
sacrifici e cambiamenti delle abitudini
dei cittadini se si spiega loro come
questi salvino concretamente la vita
delle persone e tutelino i loro figli.
Nulla si dice, nei Piani particolareggiati,
circa le centraline di monitoraggio
dell’aria, ancora insufficienti a Novara
per numero e loro funzionalità.
Dal 2015 diverrà obbligatorio riferirsi al
PM2,5 e non più al PM10: come ci si
sta attrezzando a Novara? A livello
generale, l’intero Piano , che vorrebbe
mettere al primo posto la riduzione
dell’inquinamento appare molto debole.
Si afferma che il blocco sistematico della
circolazione é poco efficace e poco
sostenibile. Dissentiamo da tale
affermazione. L’esperienza, ormai di molti
anni, di Milano con l’istituzione dell’area C,
ora in fase di ulteriore ampliamento,
dimostra il contrario.
In tutte le città tedesche da quest’anno non
possono circolare i diesel Euro 3 . Incentivi
sono previsti per chi passa ad Euro 6.
Ricordiamo che un diesel Euro3 inquina
come 40 auto a benzina Euro3. Occorre
avere il coraggio di limitare, certo con
gradualità, la circolazione e/o di sottoporla
a pedaggi. Il Piano particolareggiato della
sosta potrà forse ridurre un po’ il traffico
nelle zone centrali e paracentrali della città
ma, nell’ottica di cui sopra, appare troppo
poco e non ben fatto in quanto :
1)Occorrerebbe, accanto alla classica
determinazione di ZTL e Centro storico,
cominciare a delineare quelle che in
Germania, da anni, sono le Umweltzone,
cioè delle zone ambientali protette di
città in cui si può circolare solo con veicoli
che superino determinati standard
emissivi. Tali zone non coincidono con le
ZTL ma vengono stabilite in base alla
densità abitativa, alla presenza di scuole,
di ospedali, di verde pubblico, etc. e
normalmente sono molto più ampie di una
classica ZTL che da noi si riduce
praticamente al solo Centro storico.
2) Il Piano particolareggiato della sosta
proposto non premia sufficientemente le
auto meno inquinanti: metano ed elettrico,
attualmente non pagano la sosta, mentre,
con il nuovo piano, beneficerebbero solo di
uno sconto sull’abbonamento, forse fino al
50%. E’ troppo poco ed é un ritornare
indietro. Occorre incentivare il più possibile
l’uso di auto e miniauto a metano ed
elettriche. Dal lato opposto il Piano non
penalizza sufficientemente chi pretende di
parcheggiare con motori Diesel, e con auto
di grossa cilindrata ( SUV e
quant’altro ): questi dovrebbero pagare
molto di più.
3) Il trasporto via navette dai parcheggi
d’interscambio é solo, puramente
enunciato. Si dice che verranno
utilizzate le risorse derivanti dalle soste
a pagamento ma sembra mancare del
tutto un piano, anche economico.
4) E’ dimostrato che la riduzione della
velocità a 30 Km/h riduce la formazione
di Ozono, particolarmente presente
d’estate. Di nuovo ciò vale soprattutto
per i motori diesel. Insistiamo per la
creazione di zone della città con
obbligo di velocità a 30 Km/h
5) Le stazioni di rifornimento sono fonti
emissive di benzene e richiamo di
traffico veicolare.
Perché l’amministrazione non si fa
promotrice di eventi dimostrativi sulle
novità in tema di moto, scooter, auto e
miniauto elettriche o ibride, in
collaborazione con le case
automobilistiche ed i concessionari?
Perché non si fa formazione ad
elettrauto e meccanici e non si
incentiva il “ Retrofit “ e cioè la
conversione di vetture, magari un po’
vecchie, in cui il vecchio motore viene
sostituito con kit omologati elettrici?
Che attenzione pone
l’amministrazione alle possibilità offerte
dall’Europa? Genova e Firenze si
sono aggiudicate nel 2013 un
finanziamento europeo da 106.000
€uro, nell'ambito del Programma UE
per l’Energia Intelligente (CIP-IEE
2012), che servirà a mettere in piedi un
sistema di noleggio di scooter elettrici,
sulla scia del bike sharing. Certo
occorre creatività e spirito di iniziativa .
Grazie dell’attenzione.
Il Fiduciario
Il democristiano Renzi,
fiduciario della BCE e terzo
capo del Governo del
Presidente, con il suo
accordo col nanetto, ha
assestato un poderoso
calcio nelle terga a Nicky
Vendola e al suo mini-partito
SEL (Sinistra Ecologia
Libertà), che viceversa
proponeva senza successo
al PD di costituire un
governo di centro-sinistra.
SEL, per rifarsi di questa
cocente sconfitta e per
scongiurare la sua definitiva
scomparsa come partito, tenta ora
una rimonta disperata a livello
internazionale con la proposta di
una lista:" L'altra Europa con
Tsipras" per le prossime elezioni
europee del 25 maggio p.v. Di che
si tratta? Molti si chiederanno:
"Tsipras chi?".
Tsipras è il giovane capo del partito
greco Siriza, che contrasta con
successo la pericolosa ascesa dei
partiti neo-nazisti in Grecia. Ebbene,
la pensata di SEL è di sfruttare a
livello europeo a suo uso e
consumo il successo di Tsipras e
di acquistare così a Bruxelles
quella visibilità e quel prestigio,
che in Italia non è mai riuscita a
ottenere. Con questa lista, SEL
propone di mantenere l'Euro e
modificare l'Unione Europea in
favore dei popoli. Con quali
forze? Con quale credibilità?
Il popolo greco, travolto dalla
politica della BCE e della troika,
in Italia un
Comitato di
Liberazione
Nazionale -un
CLN di storica
memoria- con
l'obiettivo di
difendere la
Costituzione
Italiana contro il
Trattato di
Maastricht, base
della UE.
Concludiamo
dicendo che ,
secondo noi, per
liberarci dalla morsa della BCE
e della finanza internazionale,
l'Italia deve rifiutare le sirene
genziane e vendoliane, deve
fare marcia indietro full steam,
uscire dall'Euro e dalla UE, e
riacquistare così la propria
sovranità economica,
finanziaria e politica. Non è
facile, ma è l'unico modo per
uscire dal disastro.
ha la nostra
piena solidarietà, come anche l'azione di
Tsipras e di Siriza in Grecia. Ma il
progetto di SEL " L'altra Europa con
Tsipras" è solo e semplicemente un
Libro dei Sogni, un progetto velleitario,
destinato inevitabilmente a illudere i
cittadini europei disperati e in definitiva a
portare acqua al mulino della BCE e
della finanza internazionale.
Dobbiamo anche ricordare che, in
contemporanea e ad opera di altre forze F.T.
della cosiddetta sinistra, è sorta un'altra
iniziativa "Sinistra no euro", che si
propone proprio l'opposto, cioè di creare
Attenzione
ci troviamo sempre al
venerdì dalle ore 21.00
In piazza Sacro Cuore 5.
(zona viale Roma) Come sempre a Novara