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PRESENTAZIONI
Ilda Curti
Assessore alla Rigenerazione urbana della Città di Torino
Il Contratto di Quartiere è un programma straordinario di manutenzione delle case popolari e degli spazi pubblici, realizzato in un quartiere della città. Ma è anche un programma straordinario di
“manutenzione” della socialità, dei rapporti tra le persone che abitano i quartieri e tra le persone
e le istituzioni locali (istituzioni che, a dire il vero, sono fatte anch’esse di persone: donne e uomini
che sono amministratori, funzionari, tecnici, …). Si tratta di interventi complessi, realizzati sempre
con meno risorse economiche di quante sarebbero necessarie, ma la scommessa del Contratto di
Quartiere è fare in modo che, insieme ai lavori nelle case, nei cortili, nello spazio pubblico, si possa
rendere almeno un po’ migliore la vita delle persone offrendo nuovi servizi. Per questa ragione abbiamo messo a disposizione un servizio di accompagnamento, con un gruppo di operatori che cercano
di facilitare la realizzazione del programma e di essere per gli abitanti un punto di riferimento a cui
rivolgersi per ogni esigenza, per conoscere i problemi e affrontarli. La partecipazione dei cittadini è
indispensabile. Mentre i lavori procedevano, la Città di Torino ha deciso di promuovere la nascita dei
Comitati di Cantiere, dove i cittadini nominati sulla base di elezioni democratiche in ogni quartiere,
si sono confrontati con i tecnici per individuare le soluzioni migliori ai problemi di chi abita le case
in corso di ristrutturazione. Nelle tre aree della Città interessate dai Contratti di quartiere i cantieri
procedono con tempi diversi, legati alle differenze tra i tipi di intervento previsti. In Via Ghedini i lavori
sono ancora in corso. In Via Parenzo sono ormai giunti al termine e in Via Dina, sebbene non ancora
conclusi, sono a buon punto e speriamo si concludano rapidamente.
In questi anni di presenza nei quartieri, l’impegno della Città e dell’Atc non ha certamente risolto
tutti i problemi degli abitanti, ma oltre a riqualificare edifici e spazi pubblici, ha aperto canali di comunicazione tra le persone, aiutandole a partecipare alla vita collettiva della città. Una risorsa quasi
invisibile ma preziosa, che può servire oggi e in futuro.
Elvi Rossi
Presidente ATC Torino
I Contratti di Quartiere sono stati, in questi ultimi anni, i più importanti interventi di riqualificazione
che abbiano coinvolto il patrimonio immobiliare delle case popolari di Torino e provincia. Si è trattato
di vere e proprie trasformazioni che hanno coinvolto sia l’aspetto esteriore delle case che i rapporti di
collaborazione tra gli abitanti e con Atc. La riqualificazione architettonica e la concreta collaborazione ai lavori da parte dei residenti hanno contribuito a cambiare l’aspetto estetico delle case popolari
ma anche ad affermare la percezione che nelle case popolari vivono persone che hanno a cuore
l’ambiente in cui vivono e si danno da fare per migliorarlo. Questi cantieri hanno fatto sì che le am1
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ministrazioni, Atc e la Città di Torino
in primis non venissero più percepite
come un’autorità astratta che impone
cambiamenti dall’alto, ma come luoghi dove lavorano persone: architetti,
tecnici, funzionari, capaci di ascoltare le esigenze dei cittadini di fronte
ad eventuali criticità da risolvere. Da
questo punto di vista il lavoro non è
mai finito, ma credo si sia fatto un importante passo avanti. Dall’esperienza di via Dina, in particolare, abbiamo
imparato che interventi di questo tipo
sono un primo passo per combattere quel senso di vulnerabilità, fragilità e abbandono che spesso provano
gli abitanti delle periferie. Tuttavia,
occorre ribadire che le riqualificazioni non bastano. Sebbene Atc abbia
istituzionalmente il compito di fornire e gestire abitazioni per le fasce
deboli della popolazione, è del tutto
evidente che per superare le difficoltà spesso la casa non sia sufficiente,
ma occorra fornire un supporto sociointegrato a persone che, per fragilità,
solitudine, anzianità, hanno difficoltà ad affrontare il vivere quotidiano.
L’esperienza positiva dello sportello
dell’accompagnamento sociale lo ha
certamente dimostrato.
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CONTRATTO DI QUARTIERE
DI VIA DINA 2004-2013
Nell’area di via Giacomo Dina, nel
quartiere di Mirafiori Nord a Torino, a
partire dal 2004 e per oltre un decennio, è stato condotto un intervento di
rigenerazione urbana, con un investimento pubblico di quasi 7 milioni di
euro per azioni di riqualificazione edilizia ed urbanistica, affiancate da un
percorso per promuovere la partecipazione dei cittadini. La città di Torino
infatti, proseguendo nella direzione
imboccata alla fine degli anno ’90
che vedeva nel coinvolgimento della
comunità locale un elemento qualificante degli interventi di rigenerazione delle proprie periferie, ha deciso
di sostenere gli interventi materiali
con una serie di azioni immateriali ricomprese all’interno di un Piano
di Accompagnamento Sociale (PAS).
Il progetto realizzato nell’ambito del
secondo bando Contratti di Quartiere
(CdQ) promosso dal Ministero delle Infrastrutture, in stretta collaborazione con l’Agenzia Territoriale per
la Casa (ATC) di Torino, ha previsto
interventi per la manutenzione straordinaria di due complessi di edilizia
residenziale pubblica, per la riqualificazione di aree verdi e spazi pubblici,
per il recupero di strutture dismesse
destinate a servizi di utilità pubblica.
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I NUMERI
L’area del CdQ è compresa nel quadrilatero delimitato da Corso Tazzoli,
corso Siracusa, via Bernardo De Canal e corso Giovanni Agnelli.
Si tratta di un’area posta a ridosso
della Fiat Mirafiori, che è caratterizzata da una forte componente di edilizia pubblica. Gli interventi principali
si sono concentrati su un gruppo di
edifici chiamati Quartieri M2 e S2.
Il primo fu realizzato negli anni ’20, è
costituito da due isolati compresi tra
Corso Agnelli, corso Tazzoli, via Eleonora d’Arborea e via Dina, ciascuno
dei quali è composto da otto edifici
di tre o quattro piani, con un ampio
cortile interno progettato come spazio della socializzazione. Il secondo è
invece compreso tra via San Remo,
via Dina, Corso Siracusa e Corso Tazzoli. Ecco alcuni numeri che aiutano a
comprendere il contesto:
• Superficie dell’area CdQ: 22 ha
• Numero di abitanti: 3678
• Numero di alloggi complessivo:
1950
• Percentuale di alloggi di Edilizia
Residenziale Pubblica (ERP): 89%
• Numero di complessi ERP coinvolti dai lavori: 5
• Numero di alloggi: 560
• Numero di residenti: 936
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LE TRASFORMAZIONI
I due principali assi di intervento del
CdQ sono stati:
1. la riqualificazione fisica degli
spazi abitativi con:
a) interventi di recupero, restauro
conservativo e sperimentali sui tre
complessi di edilizia residenziale pubblica; b) recupero funzionale di alcuni
appartamenti da destinare a nuovi residenti; c) riqualificazione dei cortili e
delle aree pertinenziali; d) recupero di
due aree destinate a verde pubblico
2. gli interventi di natura sociale
ed economica per:
a) favorire una migliore qualità della
vita delle persone anziane; b) stimolare il protagonismo giovanile; c) creare
opportunità di lavoro; d) qualificare
l’area da un punto di vista commerciale.
In tale ambito edifici degli anni ‘20 e
degli anni 50’ hanno visto una radicale trasformazione, con la realizzazione
di nuovi ascensori, di serre bioclimatiche, interventi sugli impianti idrici e
gas degli alloggi, la ristrutturazione
completa di 60 alloggi e la risistemazione dei cortili comuni.
Grazie al CdQ è stata riqualificato il
giardino di via d’Arborea e sono state
recuperate due strutture comunali in
disuso da destinare ad attività a carattere sociale.
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LE DIFFICOLTA’ DI UN
QUARTIERE COMPLESSO
L’area di via Dina è caratterizzata da
disagio sociale e i dati statistici fotografano l’immagine di un quartiere
con una popolazione prevalentemente anziana e sola e un elevato numero
di famiglie seguite dai servizi sociali.
Per questo nella quotidianità la convivenza di forme diverse di disagio
produce spesso comportamenti conflittuali e difficoltà di comunicazione.
I rumori, gli animali domestici, il parcheggio nei cortili, il deposito dei rifiuti, diventano occasioni di dissidio che
generano sensazioni di insicurezza,
impedendo una convivenza serena.
Allo stesso tempo però, è proprio in
questi contesti che si creano e si
rafforzano con più facilità le relazioni
di vicinato, la solidarietà reciproca e
la condivisione dei problemi. Energie
positive e voglia di fare delle persone
che spesso necessitano un sostegno
per esprimersi e trovare i canali ascolto, senza i quali si generano ulteriori
sfiducia e perdita di motivazione.
Su questi elementi ha fatto leva il Piano di Accompagnamento Sociale per
facilitare i lavori edilizi e urbanistici,
intervenendo sulla dimensione sociale per gestire le complesse dinamiche
che si sono create.
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L’ ACCOMPAGNAMENTO
SOCIALE
La città di Torino ha affiancato agli
interventi di trasformazione urbanistica e manutenzione straordinaria, un
Piano di Accompagnamento Sociale
(PAS) secondo uno schema consolidato e sviluppato a partire dalla fine
degli anni ’90 in differenti ambiti del
territorio cittadino, fra i quali val la
pena ricordare:
• 3 Programmi di recupero urbano:
via Artom, via Ivrea e corso Grosseto;
• 3 Contratti di quartiere oltre a
quello di via Dina: via Arquata, via
Ghedini e via Parenzo;
• 1 Programma Integrato Comunitario URBAN II, per lo sviluppo di
Mirafiori nord;
• 8 Azioni di sviluppo locale partecipato a: Falchera, Porta Palazzo,
San Donato, San Paolo-Cenisia,
San Salvario, Corso Taranto, Zona
Montebianco, Lucento-Vallette.
Il PAS, che viene affidato attraverso una gara pubblica a soggetti del
privato sociale organizzati in equipe
multidisciplinari, prevede la realizzazione di azioni rivolte a:
• informare costantemente i cittadini su gli interventi previsti e sul
loro stato di avanzamento;
• raccogliere nell’area oggetto
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•
•
•
•
•
dell’intervento il contributo di
idee, competenze ed esperienze
per riprogettare aree soggette a
recupero o risistemazione;
fornire informazioni sulle fonti di
finanziamento comunale, regionale, europeo e sostenere gli abitanti dell’area nella realizzazione
di proposte volte allo sviluppo locale;
raccogliere e mediare i conflitti in
merito agli interventi di trasformazione edilizia e urbanistica;
collaborare e cooperare con la
comunità e le reti sociali e commerciali dell’area al fine di sostenere e valorizzare la loro attività;
favorire la circolazione e l’integrazione delle informazioni tra i diversi enti e soggetti coinvolti dal
progetto;
gestire uno sportello di ascolto per
garantire una presenza costante
sul territorio degli accompagnatori sociali che ha permesso loro di
accreditarsi come “soggetto terzo” per tutta la durata dei lavori.
Il PAS, una volta portato a termine il
proprio compito, ha lasciato alla comunità locale il patrimonio di conoscenze e saperi acquisito nel tempo.
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SVILUPPO DI COMUNITA’ E
CAPITALE SOCIALE
Il principio alla base del Piano di Accompagnamento Sociale al CdQ è
che sia necessario affrontare il tema
dello sviluppo delle comunità locali
partendo dall’attenzione alle dinamiche sociali che si instaurano al loro
interno, tanto più in un territorio considerato da sempre periferico rispetto al centro, ma che per svilupparsi
e crescere deve superare il dualismo
centro-periferia.
Per questa ragione l’obiettivo è stato
quello dell’accrescimento del capitale
sociale come elemento fondamentale e necessario alla partecipazione
dei cittadini al Contratto di Quartiere,
attribuendogli il significato di capitale
relazionale di ciascun individuo, capace di trasformarsi in una rete di relazioni sociali, che determinano delle
occasioni e delle opportunità per la
comunità nel suo complesso.
Uno degli strumenti utilizzati è stato
quello dell’ascolto attivo che ha rappresentato per gli operatori di comunità impiegati nell’accompagnamento
sociale, una modalità di rapportarsi
con gli abitanti coinvolti instaurando
relazioni di fiducia, partendo dal presupposto che fino a che non ci si
sente ascoltati non si è disponibili ad
ascoltare.
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IL LABORATORIO DINA
Accogliere, ascoltare, informare, indirizzare, coinvolgere. Queste in sintesi le attività del laboratorio del CdQ,
un locale portineria a piano terra, affacciato sui cortili delle case, che è
stato punto di riferimento per tutta la
durata dei lavori. I suoi spazi hanno
accolto dalle segnalazioni agli incontri
di progettazione partecipata, dalle riunioni con le realtà associative locali
agli incontri periodici del team di accompagnamento. I suoi locali sono
stati la sede del Comitato di Cantiere - il gruppo di inquilini che ha svolto azioni di monitoraggio, supporto
e mediazioni rispetto alle lavorazioni
edilizie – e qui i cittadini hanno potuto
incontrare i tecnici e gli amministratori in momenti di confronto liberi o
strutturati.
E’ stato il front-office per le relazioni
con i cittadini, da cui sono passate
storie, difficoltà e successi legati ad
un cantiere che per un decennio ha
convissuto con la quotidianità delle
famiglie.
Il laboratorio è stato tutto questo, ma
soprattutto il luogo dove si sono costruiti i rapporti fiduciari con e tra le
persone, fondamentali per la gestione di un sistema sociale complesso.
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COMUNICAZIONE E
INFORMAZIONE
Informare costantemente gli abitanti
con una presenza continua nei luoghi
di ritrovo, sulla strada, l’ausilio di materiale informativo e l’utilizzo sistematico del dialogo per costruire relazioni
dirette e fiduciarie con le persone.
Ma anche garantire la trasparenza, il
diritto all’informazione, l’accesso alla
documentazione prodotta nel corso
del CdQ.
Queste sono le finalità generali
dell’attività di informazione e comunicazione. Gli obiettivi specifici sono
stati invece:
• promuovere la conoscenza, la
condivisione e la partecipazione
dei cittadini alla trasformazioni;
• esplicitare la possibilità di incidere
sui progetti di riqualificazione;
• socializzare il più possibile le conoscenze;
• favorire la comprensibilità di tutte
le fasi, comprese quelle più strettamente tecniche;
• assicurare la circolarità e la disponibilità in qualunque momento sullo stato di avanzamento del
processo.
Ecco perché la comunicazione è stata interpretata come un’infrastruttura
funzionale a tutte le aree nelle quali si
sono dispiegate le azioni previste dal
percorso di rigenerazione.
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SEGRETARIATO SOCIALE
DI PROSSIMITÀ
L’accompagnamento è stato pensato
anche per fornire attività di segretariato sociale: ascoltare ed accogliere
le problematiche dei cittadini, orientarle ai diversi servizi, rendere i problemi dei singoli occasioni di riflessione da sottoporre in modo costruttivo
ai diversi interlocutori istituzionali fra i
quali la Circoscrizione 2, l’Atc, l’Asl e
i Servizi Sociali.
È stato un servizio radicato nel territorio, di prossimità, che si è posto
come una presenza istituzionale, un
presidio che ha avuto il compito di
consolidare il rapporto tra istituzioni
e cittadini, ma anche quello di fornire letture aggiornate e articolate delle
dinamiche sociali del territorio.
Cura ed attenzioni sono state dedicate alla costruzione di relazioni con i
diversi soggetti, della realtà sociale,
produttiva e istituzionali anche attraverso la partecipazione al Tavolo di
Progettazione Unificata e agli specifici gruppi di lavoro progettuali. La presenza dello Sportello Atc, gestito dal
responsabile d’area all’interno dei locali del laboratorio Dina, ha facilitato
lo scambio di informazioni e la cooperazione rispetto alle azioni ed alle
questioni legate al tema dell’abitare.
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ACCOMPAGNATORE SOCIALE:
UNA GIORNATA NORMALE
[Esterno giorno. Pomeriggio autunnale soleggiato. Cortile-giardino di
un condominio di periferia.]
L’accompagnatore sociale, il signor
U, sulla trentina, cammina lungo un
marciapiede sul quale si affacciano
degli edifici.
[Voce maschile] CAPO!
L’uomo si volta e vede a una decina
di metri, alla finestra di un piano rialzato, un signore settantenne. È il
signor T.
U: Buongiorno signor T., come va?
Il signor T. gli fa cenno con la mano di
avvicinarsi. L’uomo si avvicina.
T: Senti, ho tutto il muro della cucina
bagnato. Così non si può andare avanti.
Bisogna fare qualcosa. Pensa che devo
staccare la luce perché se no va tutto in
cortocircuito!
U: Arriva dal suo alloggio o dall’alloggio
di sopra?
T: No, non arriva dal mio. Arriva da quello
di sopra. Non so che cosa hanno fatto.
Sono nuovi, hanno rifatto il bagno da
poco. Ogni volta che aprono l’acqua mi
scende giù dal muro della cucina.
U: È già andato a dirglielo?
T: A chi?
U: A quelli di sopra.
T: Sì, sono andato. C’era la signora, che
non apre a nessuno, mi ha detto che lo
diceva a suo marito. Una sera è venuto il
marito - di giorno non c’è mai - e mi ha
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detto che la perdita non arriva da loro,
perché hanno appena rifatto tutto nuovo.
Io gliel’ho fatto vedere che è tutto fiorito
e che è bagnato.
U: E cosa le ha detto?
T: Ha detto che è colpa di quello a fianco.
U: E quello a fianco?
T: L’ha visto anche lui, ma mi ha detto
che non ha nessun tubo in quella parete, che là c’ha la camera da letto. Entra!
Così vedi anche tu come sono combinato.
U: No guardi, devo rientrare in ufficio che
mi stanno già aspettando che abbiamo
un sopralluogo. Piuttosto, da quant’è
che c’è questa perdita
T: Eh, ormai è quasi un mese.
U: UN MESE?!? Ma l’ha già chiamato il
numero verde di Atc?
T: No, ma fammi una cortesia: diglielo tu
a quelli di Atc.
U: Eh no, bisogna fare la chiamata al numero verde.
T: Non me la puoi fare tu? Fammi questo
favore, dai.
U: Non è che non voglio fare un favore, ma è che devono essere gli abitanti
a fare la chiamata. Noi possiamo anche
mandare una lettera con il computer per
ricordarglielo, ma se non c’è prima una
chiamata registrata al numero verde loro
non mandano nessuno.
T: Qual’è il numero verde?
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U: Va beh, senta, entro un attimo così
glielo scrivo.
T: Eh, così vedi anche la perdita. Ti apro
la porta.
L’uomo entra nelle scale e poi nell’alloggio.
[Interno giorno. Nell’ingresso di un alloggio]
T: Scusa per il disordine. Stavo mettendo
un po’ a posto.
U: Non si preoccupi.
T: Ecco, guarda! Dimmi un po’ tu! Vedi?
A volte stacco la luce perché ho paura
che vada tutto in cortocircuito. Ma se
devo andare via qualche giorno... volevo
andare a trovare una mia cugina a Belluno che non vedo da quarant’anni, io sono
di quelle parti, la mia famiglia è rimasta
tutta là. Ma come faccio ad andare? Non
posso mica lasciare la casa in questo
stato!
U: Allora, mi dia un foglietto che le scrivo
il numero verde di ATC. E poi lo chiama
subito, eh! Non aspetti domani.
T: Ma mi risponde qualcuno?
U: Ma sì che le rispondono. Deve solo
avere un po’ di pazienza che magari ci
sono dei momenti in cui ci sono tante
chiamate. Se vede che dopo tre minuti
c’è ancora la musichetta, mette giù e riprova dopo mezz’oretta. All’inizio c’è una
voce registrata che…
T: Ma si parla con qualcuno?
U: Sì, c’è un operatore. Solo all’inizio
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c’è una voce registrata. Senta cosa deve
fare: lei ascolta la voce e poi schiaccia il
“2”, che è il numero per le manutenzioni.
Quando poi prende la linea ha due minuti
di tempo – dopo due minuti cade la linea
- e in quei due minuti…
T: Non me la puoi fare tu questa chiamata?
U: No, deve farla lei. Anche perché poi
le chiedono i suoi dati e deve spiegare
quando è iniziata la perdita e tutto il resto.
T: Ma come faccio a spiegare tutto in
due minuti?
U: Lei deve solo dire chi è lei, dove abita, il suo recapito telefonico e qual è il
problema. Deve dire: “Io sono il signor T.,
abito in Via Dina 63”, dice il numero del
suo alloggio, “il mio numero di telefono
è”, e dice il suo numero di telefono, “c’è
una perdita in cucina che arriva dall’alloggio di sopra”, e dice anche il nome di
chi abita nell’alloggio di sopra. Quanto
ci abbiamo messo? Trenta secondi. Due
minuti bastano e avanzano.
T: Allora devo chiamare il numero verde?
U: Sì. È l’unico sistema, altrimenti non
mandano nessuno. E poi quando capitano queste cose non deve aspettare un
mese! Piuttosto passi dal nostro ufficio,
tanto siamo qua a cinquanta metri....
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GLI EVENTI E L’ANIMAZIONE
TERRITORIALE
Le azioni di animazione territoriale realizzate nell’area del CdQ sono state
immaginate per incrementare il grado
di sensibilizzazione e di partecipazione della comunità locale attorno al
tema della riqualificazione edilizia ed
urbanistica.
Ma allo stesso tempo sono servite
anche ad acquisire in modo sistematico informazioni quantitative e qualitative relative agli elementi di forza
e di debolezza del territorio. Infatti
particolare attenzione è stata riposta
nel ricercare tutte le risorse disponibili nella comunità locale, intesa non
solo come dimensione geografica o
amministrativa, ma come soggetto
auto–organizzante del proprio sviluppo grazie all’aumento degli spazi di
partecipazione.
In questa prospettiva sono le risorse
territoriali, le piccole economie locali,
le reti di relazioni attive sul territorio, le
aggregazioni territoriali di attori sociali
ad assumere un rinnovato protagonismo. La dimensione locale diviene
quindi un laboratorio di progettualità
e di sviluppo, dove per sviluppo non si
è inteso soltanto un insieme di variabili socio-economiche, ma anche la
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crescita del senso di essere una comunità, di capitale sociale, di fiducia
e di partecipazione.
È con queste logiche che sono stati
realizzati tutti gli eventi dei 10 anni di
Accompagnamento Sociale, immaginati per rispondere a due logiche prevalenti:
• portare la città in via Dina e cioè
dare visibilità agli interventi realizzati nell’ambito del CdQ e presentando questa porzione di territorio
cittadino come appetibile sotto
vari punti di vista;
• incrementare la rete delle relazioni
all’interno dell’ambito di via Dina.
Ecco allora il cinema all’aperto, gli
spettacoli musicali con gruppi giovanili cittadini e del quartiere, le mostre
fotografiche e i workshop di fotografia
sociale, la partecipazione agli eventi
promossi dalla Città come la Festa
dei Vicini di Casa, gli incontri per gli
scambi di auguri a fine anno, gli eventi per sottolineare momenti particolari
nello sviluppo dell’attività di cantiere,
le iniziative per sostenere e dare visbilità a quelle realtà associative del
quartiere che vogliono investire sulla
comunità locale.
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LO SVILUPPO
LOCALE
Una progettualità per la rigenerazione urbana non può prescindere da
un investimento sullo sviluppo locale,
sul sostegno alle attività economiche
e al commercio, l’incremento dell’ occupazione, la creazione d’ impresa.
Viste le criticità dell’area, per ottenere
azioni significative è stato impostato
un lavoro per mettere a frutto le peculiarità dei diversi soggetti istituzionali che operano in questo ambito: la
Circoscrizione 2 con le sue politiche
di sviluppo commerciale e occupazionale e con il progetto dell’Incubatore
civico, la Divisione Lavoro della Città
con lo Sportello Unico delle Attività Produttive e con il Centro Lavoro
la possibilità di promuovere la legge
266/97 attraverso i suoi specifici progetti.
Inoltre l’accompagnamento sociale si
è dedicato a:
• identificare la disponibilità di attività produttive ad inserire tirocini
o percorsi formativi;
• indirizzare e accompagnare al
Centro lavoro soggetti in cerca di
occupazione;
• condividere e interpretare con il
Tavolo sull’ occupazione le nuove
difficoltà dei residenti riguardanti
il lavoro e l’ occupazione.
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MONITORAGGIO
CONTINUO
Per garantire un controllo continuo
sulle azioni del Piano di Accompagnamento sociale, è stato attivato
uno specifico monitoraggio articolato
in 3 principali fasi ricorsive: la verifica di coerenza con le finalità generali
del CdQ individuate dalla Città, l’evidenziazione del raggiungimento degli
obiettivi attesi e loro quantificazione,
l’analisi di efficacia e di efficienza rispetto agli indicatori definiti. Gli obiettivi principali sono stati quelli di:
• monitorare lo stato di avanzamento degli interventi previsti dal contratto di quartiere e quindi soprattutto quelli a carattere edilizio,
urbanistico e sociale;
• monitorare il raggiungimento degli
obiettivi di sostenibilità;
• definire gli eventuali correttivi da
apportare alle azioni sulla base
degli scostamenti dai target individuati;
• acquisire gli elementi di base per
consentire una efficiente comunicazione interna/esterna all’area
stessa del CdQ.
Tutti gli elementi raccolti in questa
fase sono stati utilizzati nel corso degli incontri del Comitato di Cantiere,
sia per essere validati che per essere
condivisi e diffusi il più possibile.
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UN CANTIERE INVASIVO
E I SUOI PROBLEMI
Realizzare i nuovi impianti previsti dal
progetto all’interno di 360 alloggi, ha
necessitato molte giornate lavorative
e comportato inevitabili disagi ad una
popolazione prevalentemente anziana e sola, con situazioni complesse
e differenti all’interno di ogni alloggio,
che potevano pregiudicare in ogni il
rispetto dei tempi previsti.
A complicare la situazione l’invasività
dei lavori e i ritardi dovuti alle difficoltà - generali e non legate al cantiere - delle imprese esecutrici, hanno
contribuito ad aumentare il disagio
e l’insofferenza nei confronti di una
ristrutturazione la cui logica spesso
non veniva compresa a fondo.
Anticipare i problemi è stata la chiave per gestire questi problemi, ridurre
la conflittualità e facilitare il regolare
prosieguo delle lavorazioni. Per fare
ciò è stato necessario raccogliere informazioni, analizzarle e comunicarle
con linguaggio adeguato ai residenti,
incontrarli casa per casa, concordare
appuntamenti e valutare l’impatto sul
nucleo famigliare, dando vita ad una
vera e propria Direzione Sociale dei
lavori, che ha affiancato in maniera
informale la Direzione Lavori di ATC.
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LA DIREZIONE SOCIALE
E IL COMITATO DI CANTIERE
Costituito da un gruppo di abitanti
residenti, il Comitato di Cantiere è il
soggetto che ha rappresentato gli abitanti nei momenti di confronto con la
Direzione Lavori di Atc.
Attivato nel 2009 attraverso una votazione cui sono stati chiamati tutti
i residenti aventi diritto, ha portato
all’elezione di otto rappresentanti per
ogni complesso edilizio. Il suo compito è stato di monitorare lo stato di
avanzamento lavori, segnalando problematiche e facendo da interfaccia
tra la direzione tecnica e gli altri abitanti. Attraverso il Comitato è stato
possibile superare la diffidenza e le
incomprensioni tra i tecnici ed i cittadini promuovendo l’incontro ed il
confronto a volte su ogni singola lavorazioni.
Questa modalità di lavoro ha portato
benefici a entrambe le parti. Ha facilitato la gestione del cantiere alla Direzione Lavori di ATC, velocizzando la
realizzazione degli interventi e garantendo un monitoraggio costante sulla
qualità delle lavorazioni in corso.
Dal canto loro i residenti hanno avuto
la possibilità di porre direttamente ai
tecnici le loro questioni, con incontri nei cortili o momenti assembleari,
nei quali venivano affrontate e risolte
questioni specifiche.
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CREDITI
Pubblicazione realizzata dall’ATI incaricata del servizio di accompagnamento
Cooperativa Sociale Giuliano Accomazzi, DEMO - Ambiente e Territorio, Sportidea-Caleidos
Equipe di Accompagnamento Sociale
Osman Arrobbio - Andrea Biondello - Marco Boscaglia - Chiara Colombo - Luca De Felice - Isabella De Vecchi
Umberto Forno - Giulia Giordano - Simona Grondona - Federico Guiati - Mariangela Marcucci - Raoul Saccorotti
- Davide Tabor
Fotografie
Federico Guiati - Giulio Di Meo (ideatore e coordinatore dei workshop di fotografia sociale realizzato a Mirafiori)
- Giuliana Antrilli - Jessica Ariano - Francesca Bettera - Maurizio De Conti - Renato Miletti - Nicola Sacco
Alla realizzazione del CdQ hanno contribuito
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Regione Piemonte
Atc Torino
Città di Torino
Servizio Rigenerazione Urbana e Integrazione
Direzione Edilizia Residenziale Pubblica
Servizio Urbanizzazioni
Servizio Edilizia Abitativa Pubblica
Servizio Edilizia Scolastica
Servizio Edifici Municipali
Servizio Arredo Urbano
Servizio Politiche Giovanili
Direzione Lavoro, Sviluppo, Fondi Europei e Smart City
Polizia Municipale – Nucleo di Prossimità
Circoscizione 2
Servizio Sociale Circoscrizionale
Educativa Territoriale Minori
Centro d’incontro per anziani
CentroDentro
Urban Mirafiori Nord - Cascina Roccafranca
Servizio Civile Nazionale Volontariato
Servizio Civile Giovani Immigrati Torino
Altri soggetti
Scuola Primaria Mazzarello - Liceo Artistico Cottini - ASL Torino 1 - AMIAT - Parrocchia del Redentore - Alloggio
4 - Associazione Formeduca - Associzione Laboratorio Urbano Mente Locale - Bocciofila di via C. Del Prete
- Associazione Documè - Associazione Un progetto al femminile - Cooperativa sociale Ecosol - Cooperativa sociale Esserci - Cooperativa sciale LaValdocco - Centro ragazzi Lilliput
I rappresentanti del Comitato di Cantiere
Gianfranco Mei - Luigina Morgillo - Giuseppina Nestola - Franco Pozzato - Tommaso Sabbetti - Dorina Sanduc Francesco Trifirò
Un ricordo sentito a Domenico De Paoli e a Domenico Grande
Un ringraziamento particolare a tutti gli abitanti dell’area del Contratto di Quartiere
Stampato presso la tipografia La Grafica Nuova - Torino - Gennaio 2014
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