Provincia di Ravenna Piazza dei Caduti per la Libertà, 2 del 11/04/2014 Provvedimento n. 1209 Proponente: Valutazioni e Autorizzazioni ambientali Classificazione: 09-12 2013/16 Oggetto: D.LGS. 152/06 E SMI - L.R. 21/04 - DGR 1113/11 - DITTA ACOMON S.R.L. AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA) PER L'IMPIANTO CHIMICO ESISTENTE DESTINATO ALLA PRODUZIONE DI CARBONATI ORGANICI E INTERMEDI, QUALI RAV7 (PUNTO 4.1.B ALL. VIII D.LGS. 152/06 E SMI) SITO IN COMUNE DI RAVENNA, VIA BAIONA, N. 107/111, ISOLA 5, STABILIMENTO MULTISOCIETARIO. RINNOVO CON MODIFICA SOSTANZIALE. SETTORE AMBIENTE E TERRITORIO IL DIRIGENTE CONSIDERATO che in data 02/05/2013, con nota PG 40155 del 03/05/2013, la ditta Acomon srl, avente sede legale in via Baiona 107, Comune di Ravenna, partita IVA 02281140398, ha presentato domanda di rinnovo con modifica sostanziale, del provvedimento di AIA n. 413 del 31/07/2008, per lo stabilimento sito in via Baiona 107, presso lo stabilimento multisocietario, isola 5, in Comune di Ravenna; CONSIDERATO che dall'istruttoria svolta dal responsabile del procedimento individuato nell'atto sopra citato PG 40155 del 03/05/2013 emerge che: le norme che disciplinano la materia sono: - Legge Regionale n. 21 del 11 ottobre 2004 che attribuisce alle Province le funzioni amministrative in materia di rilascio di AIA, richiamato in particolare l’art. 11 “Rinnovo e riesame dell’autorizzazione integrata ambientale e modifica degli impianti”; - Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 recante “Norme in materia ambientale” e successive modifiche e integrazioni, richiamato in particolare il Titolo III-bis della parte seconda; - Decreto Ministeriale 24 aprile 2008 “Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie e ai controlli previsti dal decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, recante attuazione integrale della direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento” pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 settembre 2008, in particolare l’art. 2, commi 3 e 4, l’allegato I “Determinazione della tariffa per le istruttorie connesse a rilascio e aggiornamento per modifica sostanziale di autorizzazione integrata ambientale, anche a seguito di riesame” e l'allegato II "Determinazione della tariffa per le istruttorie connesse a rinnovo di autorizzazione integrata ambientale"; - circolare regionale del 01/08/2008 PG/2008/187404 avente per oggetto “Prevenzione e riduzione dell’inquinamento (IPPC) – Indicazioni per la gestione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate ai sensi del D.Lgs 59/05 e della L.R. n. 21/04”, la quale fornisce gli strumenti per individuare le modifiche sostanziali e le modifiche non sostanziali delle AIA; - Deliberazione di Giunta Regionale n. 1913 del 17/11/2008 “Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento (IPPC) – Recepimento del tariffario nazionale da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal D.Lgs. n. 59/2005” recante integrazioni e adeguamenti ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 9 del DM 24 aprile 2008, come corretta ed integrata dalla Deliberazione di Giunta Regionale n. 155 del 16/02/2009, a sua volta corretta ed integrata dalla Deliberazione di Giunta Regionale n. 812 del 08/06/2009; - determinazione n. 1063 del 02/02/2011 della Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa della Regione Emilia Romagna, avente per oggetto "Attuazione della normativa IPPC - Indicazioni per i gestori degli impianti e le amministrazioni provinciali per l'invio del rapporto annuale dei dati dell'anno 2010 tramite i servizi del portale IPPC-AIA", la quale individua come strumento obbligatorio per l'invio dei report degli impianti IPPC, da effettuare entro il mese di aprile di ogni anno, il portale IPPC-AIA; - Deliberazione di Giunta Regionale n. 1113 del 27/07/2011 avente ad oggetto: "Attuazione della normativa IPPC - indicazioni per i gestori degli impianti e le amministrazioni provinciali per i rinnovi delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA)"; - Deliberazione di Giunta Regionale n. 5249 del 20/04/2012 avente ad oggetto: "Attuazione della normativa IPPC - indicazioni per i gestori degli impianti e gli enti competenti per la trasmissione delle domande tramite i servizi del portale IPPC-AIA e l'utilizzo delle ulteriori funzionalità attivate"; - Linee guida (emanate a livello nazionale dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) o documenti BREFs, o relativi Draft di revisione, (redatti ed emanati a livello comunitario e presenti all'indirizzo internet http://eippcb.jrc.es/reference/ adottato dalla Commissione Europea), che prendono in esame le specifiche attività IPPC svolte nel sito in oggetto del presente provvedimento e le attività trasversali, comuni a tutti i settori (principi generali del monitoraggio, migliori tecniche disponibili per le emissioni prodotte dagli stoccaggi, migliori tecniche disponibili in materia di efficienza energetica, ecc...); con proprio provvedimento n. 743 del 09/11/2007 è stata rilasciata l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), ai sensi dell'art. 10 della L.R. n. 21/04, alla ditta Acomon srl, avente sede legale ed impianto in Comune di Ravenna, via Baiona n. 107/111, presso Isola 5, sito Multisocietario, nella persona del suo legale rappresentante, per la prosecuzione nell'impianto esistente di produzione di carbonati organici e intermedi, quali RAV7, dell’attività di cui al punto 4.1.b - Allegato I del D.Lgs. n. 59/05 (“Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri, perossidi, resine, epossidi”); con successivo provvedimento n. 413 del 31/07/2008 è stata rilasciata la modifica non sostanziale dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) sopra richiamata, ai sensi dell'art. 10 della L.R. n. 21/04, alla ditta Acomon srl; come sopra riportato, con nota PG 40155 del 03/05/2013 la ditta Acomon srl ha presentato domanda di rinnovo con modifica sostanziale, del provvedimento di AIA n. 412 del 31/07/2008; la modifica richiesta dalla Ditta Acomon srl, ricompresa nella domanda di rinnovo dell'AIA, è relativa alla realizzazione di una nuova linea di produzione RAV7, con incremento della sua produzione (+ 3.000 t/anno), attraverso il ripristino di impianti disattivati di processi dismessi, con contestuale potenziamento della linea di produzione del DAC (intermedio per la produzione del RAV7) così da poter soddisfare l'aumento del consumo come intermedio; tale modifica si configura come modifica sostanziale; per il progetto preliminare di potenziamento produttivo attraverso la realizzazione della seconda linea di produzione del RAV7, la Ditta Acomon srl ha esperito procedura di verifica (screening) di competenza regionale, ai sensi della L.R. n. 9/1999 e smi in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), con esito positivo di cui alla DGR n. 1476 del 15/12/2012; a seguito della verifica di completezza negativa sulla domanda di rinnovo dell'AIA, con nota PG 50146 del 04/06/2013 sono state richieste integrazioni ed interrotti i termini del procedimento, come previsto nell'allegato 2 alla DGR 1113/2011 ed ai sensi dell'art. 29-ter, comma 4, del D.Lgs 152/06 e smi; con nota PG 55880 del 25/06/2013 la ditta Acomon srl ha presentato le integrazioni richieste e con nota prot. n. 91809 del 22/07/2013 (nostro PG 62516 del 24/07/2013), lo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Ravenna, ha provveduto a comunicare l'avvio del procedimento, ai sensi di quanto previsto dalla DGR 1113/2011 e ai sensi dell'art. 29-octies del DLgs n. 152/2006 e smi; l'azienda ha chiesto la riservatezza dei dati e allo scopo ha fornito una relazione priva delle informazioni sensibili, dalla quale è stata estrapolata la descrizione del ciclo produttivo riportata in allegato al presente provvedimento; in data 31/07/2013 è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna, l'avviso di deposito della documentazione relativa al rinnovo con modifica sostanziale dell'AIA n. 413 del 31/07/2008 e contestualmente la ditta Acomon srl ha provveduto alla pubblicazione dello stesso avviso su un quotidiano a diffusione locale; con nota PG 65355 del 07/08/2013 é stata convocata la Conferenza dei Servizi come previsto dall'art. 29-quater del D.Lgs n. 152/2006 e smi e dalla L. 241/90 e smi, tenutasi in data 19/09/2013 ed a seguito della quale è emersa la necessità di acquisire documentazione integrativa (nota PG 76090 del 04/10/2013); la stessa é stata presentata dalla ditta in data 11/10/2013 e acquisita agli atti di questa Provincia con PG 77589 del 11/10/2012; con successiva nota PG 81519 del 29/10/2013 questa Provincia ha convocato la seduta conclusiva della Conferenza dei Servizi per il 04/11/2013; con nota PG 84272 del 07/11/2013 è stato acquisito il parere di ARPA in merito alla valutazione del Piano di Monitoraggio e Controllo, successivamente integrato con note PG 93897 del 16/12/2013 e 21466 del 28/02/2014; con nota PG 25217 del 11/03/2014 è stato acquisito il parere del Comune di Ravenna in merito alla compatibilità urbanistica e territoriale dell'intervento di potenziamento oggetto della modifica sostanziale di AIA; ai sensi di quanto previsto dalla L.R. 21/04 e dalla DGR 1113/11 con nota PG 25427 del 11/03/2014 è stato trasmesso al gestore lo schema di AIA, per il quale non sono pervenute osservazioni; CONSIDERATO che: - lo stabilimento di Acomon srl sito in Comune di Ravenna, via Baiona 107/111, è soggetto agli adempimenti previsti dagli art. 6, 7 e 8 del D.Lgs 334/99 e smi, in materia di stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti; relativamente agli interventi oggetto della modifica sostanziale è stato acquisito con PG 88953 del 26/11/2013, il Parere Tecnico Conclusivo d'istruttoria (PTC), costituito da delibera del Comitato Tecnico Regionale (CTR) ed allegata relazione conclusiva; DATO ATTO che sono stati assolti gli obblighi derivanti dalle disposizioni di cui al libro II del Decreto Legislativo 6 settembre 2011, n. 159, inerenti la documentazione antimafia, tramite comunicazione ex art. 84, comma 2, ss D.Lgs 159/2011 e smi della Prefettura di Ravenna, acquisita al PG 79716 del 22/10/2013; DATO ATTO che ai sensi dell'art. 29-octies, comma 1, e 29-nonies, comma 2, del D.Lgs 152/06 e smi, per il rilascio del provvedimento di rinnovo con modifica sostanziale, l'Autorità Competente si esprime entro 150 giorni dalla presentazione dell'istanza completa, (fatte salve le interruzioni e sospensioni dei termini per eventuali richieste di integrazioni) e che, fino alla pronuncia dell'Autorità Competente, il gestore continua l'attività sulla base della precedente autorizzazione; DATO INOLTRE ATTO che con nota PG 84224 del 07/11/2013 la Provincia di Ravenna, in seguito a richiesta della ditta Acomon srl, ha rilasciato nulla osta allo svolgimento di prove preliminari volte alla verifica degli impianti oggetto della modifica sostanziale, da svolgersi nel rispetto di quanto riportato nella stessa nota di nulla osta; CONSIDERATO che il gestore è comunque tenuto al rispetto delle disposizioni contenute nelle normative settoriali in materia di protezione dell'ambiente anche nel caso in cui non vengano esplicitamente riportate o sostituite da prescrizioni del presente atto; VISTA la deliberazione di Giunta Provinciale n. 1 del 08/01/2014 recante determinazioni transitorie per la gestione dell’esercizio 2014, per cui nelle more dell’approvazione del bilancio di previsione 2014 e del Piano Esecutivo di Gestione 2014, restano fermi gli obiettivi ordinari predeterminati nel PEG/PDO 2013 approvato con deliberazione di Giunta Provinciale n. 169 del 17/07/2013; SI INFORMA che ai sensi dell’art. 13 del DLgs n. 196/2003 il titolare dei dati personali è la Provincia di Ravenna, con sede in Piazza dei Caduti, n. 2 e che il Responsabile del trattamento dei medesimi dati è il Dirigente del Settore Ambiente e Territorio; VISTO l’art. 107, comma 5, del Decreto Legislativo 18 Agosto 2000, n. 267; VISTO l'art. 4, comma 8, del regolamento di attribuzioni di competenze al Presidente della Provincia, alla Giunta Provinciale, ai Dirigenti e al Segretario Generale che stabilisce che: ..."Ai dirigenti competono, in generale, nell'esercizio delle attribuzioni di competenza: il rilascio, la sospensione, la revoca, la riforma, le modifiche delle licenze, delle autorizzazioni e delle concessioni previste dalle leggi statali, regionali, dallo statuto e dai regolamenti"; SU proposta del Responsabile del procedimento (Ing. Laura Avveduti) del Servizio Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali: DISPONE 1. di considerare la modifica proposta descritta nelle premesse, come modifica sostanziale della suddetta AIA; 2. di rinnovare, con il presente atto, ai sensi del Titolo III-bis della Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., alla Ditta Acomon srl, avente sede legale ed impianto in via Baiona 107, all'interno del sito multisocietario, Isola 5, in Comune di Ravenna, partita IVA 02281140398, nella persona del suo gestore Sig. Raffaele Moretti, l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per la prosecuzione e lo svolgimento delle attività di produzione di carbonati organici e intermedi, quali RAV7, di cui al punto 4.1b dell'Allegato VIII alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e recepire con il medesimo, la modifica sostanziale; 3. di vincolare l'AIA con le relative condizioni e prescrizioni di cui all'allegato parte integrante del presente provvedimento, al rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: 3.a) la gestione e la conduzione dell'impianto IPPC, compresi gli interventi di adeguamento/miglioramento richiesti per la prosecuzione delle attività, devono essere attuati nel rispetto delle condizioni e delle prescrizioni indicate nella sezione D al presente atto; 3.b) la presente AIA è comunque soggetta a riesame qualora si verifichi una delle condizioni previste dall’art. 29-octies, comma 4) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e dall’art. 11, comma 2) della L.R. n. 21/2004; 3.c) ai sensi dell’art. 29-nonies, comma 4) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., nel caso in cui intervengano variazioni nella titolarità della gestione degli impianti, il vecchio e il nuovo gestore ne danno comunicazione, entro 30 giorni, alla Provincia di Ravenna nelle forme dell’autocertificazione; 3.d) fatto salvo quanto specificato al paragrafo D1) della sezione D al presente provvedimento, in caso di modifica degli impianti il gestore comunica, alla Provincia di Ravenna, al Servizio Territoriale ARPA di Ravenna e al Comune di Ravenna, le modifiche progettate. Tali modifiche saranno valutate ai sensi dell’art. 11, comma 3) della L.R. n. 21/2004 e dell’art. 29-nonies del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.; 4. di dare atto che lo scarico di acque reflue industriali inorganiche contenenti “sostanze pericolose”, tramite tubazione diretta, all’impianto centralizzato di trattamento “Centro Ecologico Baiona” (linea TAPI) della Società Herambiente spa, non regolamentato dal presente provvedimento di AIA, è effettuato nel rispetto delle condizioni e prescrizioni riportate nell'autorizzazione settoriale di cui al provvedimento n. 161 del 26/01/2010 e successive modifiche ed integrazioni; 5. di stabilire che, ai sensi dell'art. 29-octies, comma 2) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., la validità della presente AIA è fissata in anni 6 a partire dalla data di rilascio del presente provvedimento di rinnovo. A tal fine, almeno sei mesi prima della scadenza, il gestore deve presentare apposita domanda di rinnovo, corredata da una relazione contenente un aggiornamento delle informazioni di cui all'art. 29-ter, comma 1) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., in conformità a quanto previsto dalla DGR 1113 del 27/07/2011; fino alla pronuncia dell'autorità competente in merito al rinnovo, il gestore continua l'attività sulla base della precedente AIA; 6. di impegnare, liquidare e pagare la somma eccedente quantificata in € 2.689,5 relativa alle spese istruttorie per il rilascio del rinnovo dell’AIA versate ai sensi del DM 24 aprile 2008 e delle DGR n. 1913/2008, n 155/2009 e n. 812/2009, con i fondi di cui all’impegno 160/1/2009 assunto all’articolo PEG 12603/106 del bilancio 2009, alla Ditta Acomon srl partita IVA 02281140398, sul conto presso Unicredit Banca – agenzia f.op. Emilia Est, alle coordinate bancarie IT16L0200802515000030091104; 7. di trasmettere, ai sensi dell'art.10, comma 9) della L.R. n. 21/2004, la comunicazione di avvenuto rilascio del presente provvedimento alla Ditta interessata, precisando le modalità del ritiro del provvedimento stesso; 8. di trasmettere copia della presente AIA, ai sensi dell'art. 10, comma 9) della L.R.n. 21/2004, per opportuna conoscenza e per gli adempimenti di rispettiva competenza, allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune di Ravenna e al Servizio Territoriale ARPA di Ravenna; 9. di dare atto che il monitoraggio e il controllo delle condizioni dell’AIA sono esercitate dalla Provincia di Ravenna, ai sensi dell’art. 29-decies del D.Lgs. 152/06 e successive modifiche, avvalendosi del supporto tecnico, scientifico e analitico di ARPA, al fine di verificare la conformità del complesso impiantistico alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione; la Provincia, ove rilevi situazioni di non conformità alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione, procederà secondo quanto stabilito nell’atto stesso o nelle disposizioni previste dalla vigente normativa nazionale e regionale; 10. di rendere noto infine che copia della presente Autorizzazione Integrata Ambientale è resa disponibile per la pubblica consultazione sul portale IPPC-AIA (http://ippc-aia.arpa.emr.it), sul sito internet della Provincia di Ravenna (www.provincia.ra.it), nonché presso la sede della Provincia di Ravenna, Settore Ambiente e Territorio, piazza Caduti per la Libertà n. 2, Ravenna e si provvederà alla pubblicazione dell'annuncio di avvenuto rilascio sul Bollettino Ufficiale Regionale (BURER). 11. DI DARE ATTO che il rilascio della presente Autorizzazione Integrata Ambientale è finalizzato alla realizzazione dell’obiettivo di PEG/PDO 2013 n. 326102 "Adozione di autorizzazioni e atti settoriali ambientali"; ATTESTA la regolarità e correttezza del presente atto ai sensi e per gli effetti di quanto dispone l'art. 147 bis, comma 1, D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 e ss.mm.ii e dichiara che il presente provvedimento diverrà esecutivo al momento dell’apposizione del visto di regolarità contabile attestante la copertura finanziaria, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 151, comma 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 e dell’articolo 10, comma 2, del vigente regolamento provinciale di attribuzione di competenze. Sottoscritta dal DIRIGENTE DEL SETTORE MALOSSI ELETTRA con firma digitale Il presente provvedimento è divenuto esecutivo, ai sensi e agli effetti dell'art. 151, comma 4 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 e dell’articolo 10, comma 2, del regolamento di attribuzione di competenze, dalla data di apposizione del visto di regolarità contabile da parte del responsabile del servizio finanziario. AVVERTENZE RICORSI GIURISDIZIONALI Contro il provvedimento, gli interessati possono sempre proporre ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale competente entro i termini di legge, ai sensi del D.Lgs. 02.07.2010, n. 104, decorrenti dalla data di notificazione o di comunicazione o da quando l’interessato ne abbia avuto conoscenza ovvero ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni , ai sensi del D.P.R. 24.11.1971, n. 1199, decorrenti dalla data della notificazione o di comunicazione o da quando l'interessato ne abbia avuto piena conoscenza . Il sottoscritto ________________________ in qualità di _________________ del Settore/Servizio _______________________________________ della Provincia di Ravenna , ATTESTA, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 23, comma 2-bis, del D.Lgs 7 marzo 2005, n. 82, che la presente copia è conforme alla determinazione n. ________ del ___________, firmata digitalmente, ai sensi dell’art. 24 del citato decreto legislativo , dal Dott. _________________________ in qualità di Dirigente del settore AMBIENTE E TERRITORIO, comprensiva di n. ____ allegati, rispettivamente sub ___, ___, __ e ___ , che consta di n. ___ pagine complessive, documenti tutti conservati presso questa Provincia ai sensi di legge. Si rilascia per gli usi consentiti dalla legge. Ravenna, __/__/_____, TIMBRO Firma ___________________ Provincia di Ravenna Piazza dei Caduti per la Libertà, 2 Provvedimento n. 1209 del 11/04/2014 Proponente: Valutazioni e Autorizzazioni ambientali SERVIZIO RAGIONERIA D.LGS. 152/06 E SMI - L.R. 21/04 - DGR 1113/11 - DITTA ACOMON S.R.L. - AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA) PER L'IMPIANTO CHIMICO ESISTENTE DESTINATO ALLA PRODUZIONE DI CARBONATI ORGANICI E INTERMEDI, QUALI RAV7 (PUNTO 4.1.B ALL. VIII D.LGS. 152/06 E SMI) SITO IN COMUNE DI RAVENNA, VIA BAIONA, N. 107/111, ISOLA 5, STABILIMENTO MULTISOCIETARIO. RINNOVO CON MODIFICA SOSTANZIALE. Visto per l'assunzione dell'impegno, annotato all'apposito registro: N. N. N. Visto. per €. per €. per €. Art.P.E.G: Art.P.E.G: Art.P.E.G: Int. Int. Int. del bilancio del bilancio del bilancio Il sottoscritto responsabile del servizio finanziario, ai sensi e agli effetti dell'art. 151, comma 4 e 147 bis, comma 1, del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 e ss.mm.ii, appone il visto di regolarità contabile attestante la copertura finanziaria sul presente provvedimento il 14/04/2014, pertanto lo stesso diventa esecutivo nella stessa data ai sensi dell’articolo 10, comma 2, del regolamento di attribuzione di competenze. Si richiamano le disposizioni di cui all’art. 9 del D.L. 1 luglio 2009 nr. 78, convertito nella Legge 3 agosto 2009 nr.102, sulla responsabilità del dirigente proponente in merito all’assenza dell’accertamento preventivo che il programma dei pagamenti sia compatibile con le regole di finanza pubblica. Ravenna, 14/04/2014 Sottoscritto dal RESPONSABILE DEL SERVIZIO FINANZIARIO (BASSANI SILVA) con firma digitale Allegato Sezione informativa – Sezione A SEZIONE A Sezione informativa A1) Definizioni AIA Autorizzazione Integrata Ambientale; provvedimento che autorizza l'esercizio di un impianto la cui attività rientra fra quelle riportate nell'allegato I alla Direttiva 2008/1/CE e nell'allegato VIII alla parte seconda del D.Lgs 152/06 e smi, avente per oggetto la prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento proveniente da dette attività, comprendendo misure intese ad evitare, ove possibile, o ridurre le emissioni nell'aria, nell'acqua e nel suolo, comprese le misure relative ai rifiuti, per conseguire un livello elevato di protezione dell'ambiente. Autorità competente L'Amministrazione che effettua la procedura relativa all’Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi delle vigenti disposizioni normative (la Provincia di Ravenna). Organo di controllo Il soggetto incaricato di accertare quanto previsto dall’art. 29-decies comma 3 del D.Lgs. 152/06 Parte Seconda (ARPA – Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente). Gestore Qualsiasi persona fisica o giuridica che detiene o gestisce l'impianto oppure che detiene un potere economico determinante sull’esercizio dello stesso. Modifica Variazione di un impianto o progetto approvato, comprese quelle delle loro caratteristiche o del loro funzionamento, ovvero un loro potenziamento, che possano produrre effetti sull'ambiente. Migliori Tecniche Disponibili (MTD o BAT Best Available Techniques) La più efficiente e avanzata fase di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l'idoneità pratica di determinate tecniche a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad evitare oppure, ove ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l'impatto sull'ambiente nel suo complesso. Nel determinare le migliori tecniche disponibili, occorre tenere conto in particolare degli elementi di cui all'allegato XI. Si intende per: 1) tecniche: sia le tecniche impiegate sia le modalità di progettazione, costruzione, manutenzione, esercizio e chiusura dell'impianto; 2) disponibili: le tecniche sviluppate su una scala che ne consenta l'applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente idonee nell'ambito del relativo comparto industriale, prendendo in considerazione i costi e i vantaggi, indipendentemente dal fatto che siano o meno applicate o prodotte in ambito nazionale, purché il gestore possa utilizzarle a condizioni ragionevoli; 3) migliori: le tecniche più efficaci per ottenere un elevato livello di protezione dell'ambiente nel suo complesso. Le rimanenti definizioni della terminologia utilizzata nella stesura della presente autorizzazione sono le medesime di cui all’art. 5 comma 1 del D.Lgs. 152/06 e smi. A2) Informazioni sull'impianto e autorizzazioni sostituite L’attività di ACOMON s.r.l. oggetto della presente AIA si sviluppa all’interno dell’area chimica e industriale di Ravenna, presso l’Isola 5 dello Stabilimento Multisocietario: si tratta di un impianto chimico destinato alla produzione di carbonati organici e intermedi, in particolare RAV7 (dietilenglicole-bisallicarbonato), monomero destinato alla produzione di vetri organici. Le materie prime DMC e Alcol Allilico arrivano in stabilimento tramite autocisterne e vengono stoccate in appositi serbatoi. Il Metanolo prodotto dalla loro reazione viene condensato, stoccato e poi distillato, al fine di recuperare la maggior quantità possibile di DMC che viene poi riciclato in reazione. L'intermedio di reazione (Diallicarbonato, DAC) viene distillato, stoccato e poi caricato nel reattore di produzione del RAV7. Le acque reflue derivanti dal processo, vengono convogliate, in un ulteriore decantatore, l’eventuale organico sedimentato viene recuperato, mentre l’acqua stramazza, viene inviata in un serbatoio e dopo neutralizzazione con soda, viene definitivamente inviata a trattamento finale c/o Herambiente L’impianto è dotato anche di una sezione di recupero delle peci derivanti dalla distillazione del DAC. Tale recupero avviene attraverso apposito evaporatore che, operando in opportune condizioni di vuoto, permette il recupero di DAC per evaporazione lasciando sul fondo le peci e una minima quantità di DAC. Il DAC recuperato viene inviato a stoccaggio. L’acqua viene convogliata insieme alle altri correnti acquose in 1 Allegato Sezione informativa – Sezione A apposito serbatoio, neutralizzata e inviata ad opportuno trattamento esterno. Le peci residue sono destinate a smaltimento per incenerimento. La presente relazione è relativa al rinnovo con modifica sostanziale dell’Autorizzazione Integrata Ambientale n. 743 del 09/11/2007, successivamente modificata con provvedimento n. 413 del 31/07/2008. Tale modifica sostanziale consiste nella realizzazione di una nuova linea di produzione RAV7 (in parallelo a quella già esistente) attraverso il ripristino di impianti disattivati di processi dismessi e nel potenziamento contestuale anche della linea di produzione del DAC (intermedio per la produzione del RAV7). Attività IPPC: L’attività della Ditta Acomon srl, rientra nell’Allegato VIII del Decreto Legislativo n. 152/2006 e smi al punto 4.1, lettera b – “Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri, acetati, eteri, perossidi, resine, epossidi". L'impianto produce carbonati organici e intermedi, in particolare il Dietilenglicolebisallilcarbonato (RAV7) un monomero diallilcarbonato destinato alla produzione di vetri organici, per una capacità produttiva massima, in seguito alla modifica sostanziale, pari a 8.000 t/a. Autorizzazioni comprese e sostituite: Autorizzazione Integrata Ambientale n. 413 del 31/07/2008. Il presente provvedimento non sostituisce, ma richiama in alcuni punti, l'autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali inorganiche contenenti "sostanze pericolose", unite ad acque meteoriche di dilavamento e acque reflue domestiche, tramite tubazione diretta all'impianto di trattamento della società Herambiente spa, Centro Ecologico Baiona, impianto TAS, linea TAPI, cointestata alle società coinsediate nello Stabilimento Multisocietario in Comune di Ravenna (Acomon srl, Borregaard Italia spa, Carburanti del Candiano spa, Cementerie Aldo Barbetti spa, Cray Valley Italia srl, Endura spa, ENI spa Divisione R&M, Enipower spa, COEM spa, Yara Italia spa, CFS Europe spa, RSI scpa, Syndial spa, Versalis spa, Vinavil spa), rilasciata dal Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna, con provvedimento n. 161 del 26/01/2010 e successive modifiche e integrazioni, alla quale si rimanda per gli aspetti legati alle condizioni e prescrizioni da rispettare nella gestione dello scarico. A3) Iter istruttorio rinnovo AIA • 02/05/2013 presentazione da parte del gestore della domanda di rinnovo di AIA con modifica sostanziale (PG 40155 del 03/05/2013), ai sensi del combinato disposto dagli artt. 29-octies e 29nonies del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., dall’art. 11 della L.R. n. 21/2004 (con attestazione di avvenuto pagamento in data 02/05/2013 delle relative spese istruttorie per un importo totale pari a € 6.442,50, relativo al rinnovo più modifica sostanziale) e di quanto previsto dalla DGR 1113/2011; domanda presentata tramite il portale regionale dedicato IPPC-AIA; • 05/06/2013 a seguito dell'esito negativo della verifica di completezza della domanda di rinnovo AIA con modifica sostanziale, come previsto nell'Allegato 2 alla DGR n. 1113/2011 e ai sensi dell'art. 29ter, comma 4 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., richiesta di integrazioni (PG 50146 del 04/06/2013); • 25/06/2013 presentate le integrazioni richieste (PG 55880 del 25/06/2013), necessarie per l'avvio del procedimento; • 17/07/2013 comunicazione dello Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Ravenna, al gestore, di avvio del procedimento di cui all'art. 29-quater, del D.Lgs 152/06 e smi, con nota prot. n. 89663 del 16/07/2013 (PG 61592 del 17/07/2013); • 31/07/2013 pubblicazione su BURER della comunicazione di avvio del procedimento di rinnovo di AIA con modifica sostanziale, ai sensi dell'Allegato 2 alla DGR n. 1113/2011; • 31/07/2013 pubblicazione su quotidiano a diffusione locale dell'avvio del procedimento di rinnovo AIA con modifica sostanziale, come previsto all'art. 29-nonies, comma 2, per le modifiche sostanziali; • attestazione di avvenuta pubblicazione all'albo pretorio della Provincia degli atti riguardanti il rinnovo con modifica sostanziale dell'AIA; • 07/08/2013 nota di richiesta alla Prefettura - Ufficio territoriale del Governo di Ravenna di comunicazione ai sensi dell'art. 87 del D.Lgs 159/2011 e smi - Codice Antimafia (PG 65362 del 07/08/2013); • 19/09/2013 svolgimento della I riunione della Conferenza dei Servizi ai sensi dell'art. 29-quater, comma 5) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., convocata con nota PG 65355 del 07/08/2013; durante la seduta il Comune di Ravenna ha subordinato l'espressione del parere di conformità urbanistica 2 Allegato Sezione informativa – Sezione A • • • • • • • • • all'emisisone del Parere Tecnico Conclusivo (PTC) del Comitato Tecnico Regionale (CTR, ai sensi del D.Lgs 334/99 e smi), con nota PG 72526 del 20/09/2013, acquisita agli atti della conferenza; 04/10/2013 richiesta di integrazioni alla documentazione di AIA ai sensi dell'art. 29-quater, comma 8) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. (PG 5682976090 del 04/10/2013); 11/10/2013 presentazione da parte del gestore della documentazione integrativa alla domanda di rinnovo di AIA con modifica non sostanziale (PG 77589 del 11/10/2013); contestuale richiesta di di nulla osta per l'esercizio di attività di prove preliminari relative all'attività oggetto della modifica sostanziale, da svolgere nei mesi di novembre e dicembre; 22/10/2013 acquisizione della Comunicazione antimafia ex art. 84, comma 2, ss. D.Lgs 6 settembre 2011, n. 159 e successive modifiche, inviata dalla Prefettura - Ufficio territoriale del Governo di Ravenna; 22/10/2013 comunicazione antimafia ex art. 84 comma 2, ss D.Lgs 159/2011 e smi (PG 79716 del 22/10/2013); 04/11/2013 svolgimento della II riunione della Conferenza dei Servizi ai sensi dell'art. 29-quater, comma 5) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., convocata con nota PG 81519 del 29/10/2013, considerata seduta conclusiva, durante la quale si concorda sul rilascio del nulla osta richiesto dall'azienda, contestualmente alla presentazione delle integrazioni; 07/11/2013 rilascio del nulla osta allo svolgimento delle prove preliminari relative all'attività oggetto della modifica sostanziale, da svolgere nei mesi di novembre e dicembre (PG 84224 del 07/11/2013); 07/11/2013 acquisizione del parere espresso dal Servizio Territoriale ARPA di Ravenna - Unità IPPCVIA relativamente al piano di monitoraggio degli impianti, ai sensi dell'art. 29-quater, comma 7) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. (PG 84272 del 07/11/2013), integrato successivamente in data 12/12/2013 (PG 93897 del 16/12/2013) ed in data 28/02/2014 (PG 21466 del 28/02/2014); 10/03/2014 acquisizione del parere definitivo di compatibilità urbanistica, relativo all'intervento oggetto della modifica sostanziale, espresso dal Comune di Ravenna (PG 25217 del 11/03/2014) 11/03/2014 trasmissione dello schema di AIA al gestore ai sensi dell'Allegato 2 alla DGR n. 1113/2011 (ns. PG 25427 del 11/03/2014): nessuna osservazione pervenuta in proposito da parte del gestore; Con riferimento al D.Lgs. n. 334/1999 e s.m.i. in materia di pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, dal momento che l'impianto oggetto della presente AIA risulta soggetto a notifica con presentazione del Rapporto di Sicurezza (RdS) ai sensi degli artt. 6, 7, 8, con nota prot. n.0017900 del 05/11/2013 (nostro PG 88953 del 26/11/2013) del Ministero dell'Interno, Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, Direzione Regionale dell'Emilia Romagna, è stato trasmesso il parere tecnico conclusivo di istruttoria (PTC) per lo stabilimento in oggetto, relativo al progetto denominato "ripristino impianti dismessi", sulla base del quale il Comune di Ravenna ha espresso il proprio parere definitivo di compatibilità urbanistica, sopra richiamato. 3 Allegato Sezione finanziaria – Sezione B SEZIONE B Sezione finanziaria B1) Calcolo tariffa istruttoria per rinnovo AIA con modifica sostanziale, DM 24 aprile 2008, DGR 1913/08, DGR 155/09, DGR 812/09 DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA ISTRUTTORIA PER RINNOVO AIA CD - Costo istruttorio per acquisizione e gestione della domanda di rinnovo, per rinnovo delle analisi delle procedure di gestione degli impianti e per la ridefinizione delle misure relative a condizioni diverse da quelle di normale esercizio di impianto CD € 1.250 CARIA - Costo istruttorio del rinnovo per verifica del rispetto della disciplina in materia di inquinamento atmosferico, valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo alle emissioni in atmosfera, conduzione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "qualità dell'aria" Numero di fonti di emissioni in aria Numero di sostanze inquinanti tipicamente e significativamente 1 da 2 a 3 da 4 a 8 da 9 a 20 da 21 a 60 oltre 60 emesse dall'attività Nessun inquinante da 1 a 4 inquinanti da 5 a 10 inquinanti da 11 a 17 inquinanti più di 17 inquinanti € 400 € 750 € 1.500 € 1.750 € 625 € 1.250 € 3.750 € 4.000 € 1.000 € 2.000 € 6.000 € 8.000 € 100 € 1.500 € 2.500 € 8.250 € 15.000 € 2.250 € 3.500 € 10.000 € 17.000 € 6.000 € 10.000 € 16.500 € 24.500 € 400 CARIA CH2O - Costo istruttorio rinnovo di verifica del rispetto della disciplina in materia di inquinamento delle acque, valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo alle emissioni in acqua, conduzione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "qualità delle acque" Numero di scarichi Numero di sostanze inquinanti tipicamente e significativamente emesse dall'attività 1 da 2 a 3 da 4 a 8 oltre 8 Nessun inquinante € 25 € 50 € 200 da 1 a 4 inquinanti € 475 € 750 € 1.000 € 2.500 da 5 a 7 inquinanti € 875 € 1.400 € 2.100 € 4.000 da 8 a 12 inquinanti € 1.150 € 1.900 € 2.900 € 5.000 da 13 a 15 inquinanti € 1.750 € 3.750 € 7.500 € 14.500 più di 15 inquinanti € 2.250 € 5.000 € 10.000 € 15.000 CH2O € 1.150 CRP/RnP - Costo istruttorio rinnovo di verifica del rispetto della disciplina in materia di rifiuti e condizione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "rifiuti" Tonnellate/giorno oggetto di AIA Tasso di conferimento oltre 1 oltre 10 oltre 20 0 fino a 1 oltre 50 fino a 10 fino a 20 fino a 50 Rifiuti pericolosi €0 € 250 € 500 € 1.100 € 1600 € 2.500 Rifiuti non pericolosi €0 € 125 € 250 € 600 € 900 € 1.500 Deposito temporaneo € 300 CRP/RnP € 300 C5 - Costi istruttori rinnovo per verifica del rispetto della ulteriore disciplina in materia ambientale, valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo ad altre componenti ambientali, conduzioni della quota parte delle analisi integrate riferibili alle ulteriori componenti ambientali 4 Allegato Sezione finanziaria – Sezione B Ulteriore componente ambientale da considerare clima acustico CCA € 875 tutela quantitativa della risorsa idrica CRI € 1.750 campi odori elettromagnetici COd CEM € 1.400 € 350 sicurezza ripristino del ambientale territorio CRA CST € 700 € 2.800 C5 (CCA + CRI + CEM+ COd + CST + CRA) € 875 CSGA - Riduzione del costo istruttorio per rinnovo per analisi delle procedure di gestione degli impianti e per la definizione delle misure relative a condizioni diverse da quelle di normale esercizio dell'impianto determinate dalla presenza di un sistema di gestione ambientale (certificazione ISO 14001, registrazione EMAS) CSGA € 272,50 CDom - Riduzione del corso istruttorio per rinnovo per acquisizione e gestione della domanda determinate da particolari forme di presentazione della domanda Domanda Presentata secondo le specifiche con copia fornite dall'autorità competente informatizzata Tipo impianto Impianti non ricadenti nei numeri da 1) a 4) dell'allegato V del D.Lgs. 59/05 € 500 € 250 Centrali termiche e altri impianti di combustione con potenza termica di almeno 300 MW alimentati a gas € 1.000 € 500 Centrali termiche e altri impianti di combustione con potenza termica di almeno 300 MW non alimentati esclusivamente a gas € 1.000 € 500 Impianti di cui ai numeri da 1), 3) o 4) dell'allegato V del D.Lgs. 59/05 € 1.000 € 500 CDom € 750 Calcolo tariffa istruttoria per rinnovo AIA Ti - tariffa istruttoria relativa a rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale Ti = CD - CSGA - CDom + CARIA + CH2O + CRP/RnP + C5 = = € 1.250 - 272,50 - 750,00 + 400,00 + 1.150,00 + 300 + 875 = € 2.952,50 DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA ISTRUTTORIA PER MODIFICA SOSTANZIALE AIA CD - Costo istruttorio per acquisizione e gestione della domanda, per analisi delle procedure di gestione degli impianti e per la definizione delle misure relative a condizioni diverse da quelle di normale esercizio di impianto CD € 2.000 CARIA - Costo istruttoria per verifica del rispetto della disciplina in materia di inquinamento atmosferico, valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo alle emissioni in atmosfera, conduzione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "qualità dell'aria" Numero di fonti di emissioni in aria Numero di sostanze inquinanti tipicamente e significativamente emesse dall'attività 1 da 2 a 3 Nessun inquinante da 4 a 8 da 9 a 20 € 200 5 da 21 a 60 oltre 60 Allegato Sezione finanziaria – Sezione B da 1 a 4 inquinanti da 5 a 10 inquinanti da 11 a 17 inquinanti più di 17 inquinanti € 800 € 1.500 € 3.000 € 3.500 € 1.250 € 2.500 € 7.500 € 8.000 € 2.000 € 4.000 € 12.000 € 16.000 € 3.000 € 5.000 € 16.500 € 30.000 € 4.500 € 7.000 € 20.000 € 34.000 € 12.000 € 20.000 € 33.000 € 49.000 € 800 CARIA CH2O - Costo istruttoria per verifica del rispetto della disciplina in materia di inquinamento delle acque, valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo alle emissioni in acqua, conduzione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "qualità delle acque" Numero di scarichi Numero di sostanze inquinanti tipicamente e significativamente emesse dall'attività 1 da 2 a 3 da 4 a 8 oltre 8 Nessun inquinante € 50 € 100 € 400 da 1 a 4 inquinanti € 950 € 1.500 € 2.000 € 5.000 da 5 a 7 inquinanti € 1.750 € 2.800 € 4.200 € 8.000 da 8 a 12 inquinanti € 2.300 € 3.800 € 5.800 € 10.000 da 13 a 15 inquinanti € 3.500 € 7.500 € 15.000 € 29.000 più di 15 inquinanti € 4.500 € 10.000 € 20.000 € 30.000 CH2O €0 CRP/RnP - Costo istruttoria per verifica del rispetto della disciplina in materia di rifiuti e condizione della quota pare delle analisi integrate riferibili alla componente "rifiuti" CRP/RnP (deposito temporaneo) €0 C5 - Costi istruttori per verifica del rispetto della ulteriore disciplina in materia ambientale, valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo ad altre componenti ambientali, conduzioni della quota parte delle analisi integrate riferibili alle ulteriori componenti ambientali Ulteriore componente ambientale da considerare clima acustico CCA € 1.750 tutela quantitativa della risorsa idrica CRI € 3.500 campi odori elettromagnetici COd CEM € 2.800 € 700 sicurezza ripristino del ambientale territorio CRA CST € 1.400 € 5.600 C5 (CCA + CRI + CEM+ COd + CST + CRA) €0 CSGA - Riduzione del costo istruttorio per analisi delle procedure di gestione degli impianti e per la definizione delle misure relative a condizioni diverse da quelle di normale esercizio dell'impianto determinate dalla presenza di un sistema di gestione ambientale (certificazione ISO 14001, registrazione EMAS) CSGA € 500 CDom - Riduzione del corso istruttorio per acquisizione e gestione della domanda determinate da particolari forme di presentazione della domanda Tipo impianto Domanda Presentata secondo le specifiche con copia fornite dall'autorità competente informatizzata Impianti non ricadenti nei numeri da 1) a 4) dell'allegato V del D.Lgs. 59/05 Centrali termiche e altri impianti di combustione con potenza termica di almeno 300 MW alimentati a gas Centrali termiche e altri impianti di combustione con potenza termica di almeno 300 MW non alimentati esclusivamente a gas Impianti di cui ai numeri da 1), 3) o 4) 6 € 1.000 € 500 € 2.000 € 1.000 € 2.000 € 1.000 € 2.000 € 1.000 Allegato Sezione finanziaria – Sezione B dell'allegato V del D.Lgs. 59/05 CDom € 1.500 Calcolo tariffa istruttoria per modifica sostanziale Ti - tariffa istruttoria relativa a rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale Ti = CD - CSGA - CDom + CARIA + CH2O + CRP/RnP + C5 = = € 2.000,00 - € 500,00 - € 1.500,00 + € 800,00 + € 0,00 + € 0,00 + € 0,00 = € 800,00 La Ditta ha provveduto, in data 02/05/2012 al versamento di un importo pari a € 4.242,00 per il rinnovo di AIA e di un importo pari a € 2.200,00 per la modifica sostanziale, per un totale pari a € 6.442,00, a fronte di un importo spettante pari a € 2.952,50 per il rinnovo di AIA e di un importo pari a € 800,00 per la modifica sostanziale, per un totale pari a € 3.752,50, per cui a seguito del riconteggio della tariffa totale dovuta per il rinnovo con modifica sostanziale, questa Provincia provvederà alla restituzione di un importo pari a € 2.689,50. B2) FIDEJUSSIONI Per l'attività svolta nello stabilimento Acomon srl di Ravenna, via Baiona 107/111, sito multisocietario, non è previsto nessun tipo di garanzia finanziaria. B3) GRADO DI COMPLESSITA' DELL'IMPIANTO (DGR 667/2005) Ai fini del calcolo delle tariffe dei controlli programmati e per le successive modifiche non sostanziali, si riporta di seguito il grado di complessità dell'impianto calcolato come indicato dalla DGR 667/2005. GRADO DI COMPLESSITA' IMPIANTO A 7 M B Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C SEZIONE C C - Valutazione integrata ambientale C1) INQUADRAMENTO AMBIENTALE, TERRITORIALE E DESCRIZIONE DELL’ATTUALE ASSETTO IMPIANTISTICO. L’area chimica e industriale di Ravenna costituisce un Ambito Produttivo Omogeneo (APO) caratterizzato da specifici settori di attività che hanno la chimica come principale denominatore comune, oltre alla produzione di energia e alla fornitura di servizi ambientali in gran parte asserviti alle stesse attività produttive. L’APO corrisponde alla maggior parte dell’area industriale di Ravenna di cui la zona portuale è parte integrante e complementare: diverse attività si affacciano sullo specchio d’acqua portuale e nell’area chimica sono presenti 2 banchine attrezzate per sbarco/imbarco di materie prime e/o prodotti. Tutta l’area industriale è situata in un contesto territoriale “sensibile” e di particolare complessità per la presenza della zona turistica lungo la costa, di una pineta litoranea e di un sistema idrico caratterizzato dalle Pialasse Baiona e Piombone. La città di Ravenna è situata in direzione Sud-Ovest a pochi chilometri dall’area industriale che all’estremità Nord/Nord-Ovest confina con il Parco del Delta del Po. Elemento caratteristico dell’area chimica e industriale di Ravenna è la presenza, all’interno dell’APO, di un Sito Multisocietario in cui sono coinsediate le seguenti aziende: - CFS Europe (ex Borregaard Italia spa); - Acomon s.r.l.; - Cray Valley Italia s.r.l.; - Herambiente spa; - Endura spa; - Enipower spa; - COEM spa; - Yara Italia spa; - Versalis spa (ex Polimeri Europa spa ed Ecofuel spa); - Rivoira spa; - Ravenna Servizi Industriali scpa; - Syndial spa; - Vinavil spa; che presentano connotati di connessione tecnica e funzionale fra gli impianti. Il Sito Multisocietario si caratterizza per tutta una serie di attività ausiliarie e di servizio gestite a livello consortile (fognature, approvvigionamento acqua industriale, sicurezza e sistemi di monitoraggio ambientale) ovvero fornite da un gestore agli altri coinsediati (energia elettrica, vapore, gas tecnici, depurazione acque reflue, incenerimento sfiati gassosi). Elemento rilevante di connessione fra i soggetti coinsediati nel Sito Multisocietario è la presenza di un depuratore centralizzato per il trattamento di tutte le acque reflue gestito dalla Società Herambiente spa (Centro Ecologico Baiona). Per la gestione dei flussi di scarico dei singoli coinsediati verso il depuratore centralizzato è stato definito un Regolamento Fognario, così come è regolamentato il flusso degli sfiati gassosi di processo verso i sistemi centralizzati di combustione (torce e forno incenerimento). Al depuratore centralizzato del Sito Multisocietario sono collegati altri 2 insediamenti produttivi attigui ed esterni (Polynt spa e Orion Engeneering spa), mentre altri 2 insediamenti produttivi attigui (Cementerie Aldo Barbetti spa e Eni spa Divisione Refining & Marketing) convogliano le acque reflue inorganiche e meteoriche di dilavamento nella fognatura consortile del Sito Multisocietario che recapita al depuratore centralizzato. 2 L’impianto chimico ACOMON, avente un’estensione di circa 23.115 m , occupa parte dell’area denominata Isola 5 all’interno dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna, sito in Via Baiona n.107/111. C1.1) INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO E TERRITORIALE L’area di indagine ricade all’interno dell’ U.d.P. n.5 ‘Del porto e della città’ per la quale il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale individua i seguenti elementi ed ambiti di rispetto: - strade storiche e/o panoramiche, quali ad es. la S.S. 67 da via Trieste a Marina di Ravenna; - elementi della rete idrografica, quali ad es. il canale Candiano che, fatto scavare nel 1740 come nuovo collegamento portuale per la città, attraversa a est l’U.d.P. e collega Ravenna al mare; fu progettato espressamente come canale navigabile ed è divenuto un elemento caratterizzante della città anche dal punto di vista paesaggistico; - cordoni litoranei all’interno della pineta di San Vitale. L’area di indagine ricade all’interno del Sistema della ‘Costa’ e del ‘Perimetro del Piano Regolatore del Porto’, entrambi regolamentati dall’Art. 3.12 delle NTA, in cui viene prescritto che “le strutture portuali, commerciali e/o industriali di interesse nazionale, le attrezzature e gli impianti ad esse connesse possono essere realizzate nel rispetto delle disposizioni delle leggi e dei piani vigenti in materia. Nel caso in cui detti 8 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C interventi comportino degli scavi, il materiale di risulta, qualora possieda le caratteristiche potrà essere utilizzato a fini di ripascimento”. In tutto il sistema costiero trovano anche applicazione gli indirizzi per la gestione integrata delle zone costiere (G.I.Z.C.). L’area di indagine risulta essere esterna alle zone in cui sussiste vincolo idrogeologico e non ricade all’interno di alcuna area definita dal Piano Stralcio di Bacino per il Rischio Idrogeologico dell’Autorità dei Bacini Romagnoli come soggetta a rischio di esondazione. Inoltre tale zona rientra nell’ambito delle aree che il Piano Regolatore Portuale destina alla ristrutturazione per attività industriali e produttive portuali e fa parte delle aree idonee per la localizzazione degli impianti di trattamento rifiuti individuate dal PPGR che ha aggiornato la Tavola 4 del PTCP. In base al Piano Strutturale Comunale e al Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune di Ravenna, l’area di indagine ricade tra le ‘Aree di ristrutturazione per attività industriali e produttive portuali e fa parte dell’ambito del Piano Unitario di Comparto “Ex Enichem” e del Piano Operativo Comunale. Per tali aree le NTA della pianificazione comunale prevedono, tra l’altro, “la riconversione produttiva basata su processi tecnologicamente avanzati con impatto ambientale ridotto e controllabile purché tali interventi sugli insediamenti esistenti classificati a rischio di incidente rilevante (RIR): 1. siano rivolti al conseguimento di maggiori condizioni di sicurezza e non comportino aree di isodanno e/o aggravio di rischio all’esterno del confine dell’insediamento; 2. non comportino aggravio al bilancio delle emissioni in atmosfera con particolare riferimento alle polveri e agli ossidi di azoto, in conformità agli obiettivi del PRQA in riferimento all’Agglomerato Ravenna, da verificare nell’ambito dei procedimenti di VIA/screening e/o di rilascio di AIA”. L’area di indagine non rientra in alcun Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale e l’area naturale più vicina è la “Piallassa della Baiona, Risega e Pontazzo”. L’analisi degli strumenti di pianificazione vigenti non evidenzia elementi di vincolo o di attenzione in contrasto con la modifiche in progetto. Il territorio non è interessato da possibili eventi di inondazione e non sono presenti vincoli di tipo naturalistico. L’intervento in progetto risulta in completo accordo con le destinazioni d’uso previste dalla pianificazione sia provinciale che comunale, poiché l’area è oggetto di ristrutturazione per attività industriali e produttive portuali e di riconversione produttiva basata su processi tecnologicamente avanzati con impatto ambientale ridotto e controllabile. In particolare, il potenziamento produttivo ottenuto attraverso la realizzazione della seconda linea di produzione del RAV7, è stato sottoposto a procedura di verifica (screening) da parte della Regione EmiliaRomagna e la Delibera n.1476 del 15/10/2012 ha escluso di assoggettare il progetto da ulteriore procedura di VIA a condizione che vengano rispettate alcune condizioni, tra cui la richiesta da parte di Acomon, alla Provincia di Ravenna, di modifica dell’AIA e subordinando la realizzazione del progetto al rilascio del NOF o parere Tecnico del CTR. Il CTR ha rilasciato nulla osta a procedere con l'avviamento e la successiva messa in esercizio della nuova linea produttiva. L’intervento si può qualificare quale attività di Manutenzione Straordinaria così come definita tra gli interventi urbanistici-edilizi (Allegato A RUE 5.1.1) in quanto prevale l’aspetto di rinnovamento degli impianti e adeguamento tecnologico di impianti esistenti e non si realizzano aumenti di superficie né vengono realizzati nuovi fabbricati o impianti né risulta necessario variare la destinazione d’uso, in conformità al disposto dell’Art. 3 dell’Allegato A del RUE 5.1.1. Infatti, il potenziamento produttivo verrà realizzato riattivando, con opportuni adattamenti ed aggiornamenti tecnologici o spostando, alcune apparecchiature esistenti ubicate in porzioni di impianto destinate a processi attualmente dismessi, che verranno integrate per ottenere un miglioramento tecnologico con alcune nuove apparecchiature da collocare nel medesimo contesto degli impianti esistenti. Inoltre, l’intervento rientra nella definizione di “aumenti marginali di produttività” contenuta nella specifica scheda del PUC Enichem, in quanto al momento dell’approvazione del suddetto PUC e della scheda riportata nel paragrafo 1.3.4, la capacità produttiva complessiva di stabilimento era notevolmente superiore – 9.500 tonnellate/anno dal 1994 al 2005 e 14.000 tonnellate/anno dal 2005 al 2007 - sia alla capacità produttiva autorizzata con il Provvedimento AIA del 2008 (pari a 5.000 tonnellate/anno) che a quella realizzata con il nuovo assetto (pari a 8.000 tonnellate/anno). Per quanto riguarda i vincoli previsti dalle NTA di RUE e POC del Comune di Ravenna e la conformità con gli obiettivi del PRQA della Provincia di Ravenna in riferimento all’Agglomerato Ravenna, il potenziamento produttivo non comporterà aggravio al bilancio delle emissioni in atmosfera con particolare riferimento agli inquinanti critici individuati (polveri e ossidi di azoto), in quanto con le modifiche in progetto verrà riattivato il punto di emissione E6 provvisto di sistema di trattamento di tipo scrubber venturi. A tale punto di emissione verranno convogliate le aspirazioni delle prese campione previste nell’area di impianto ex-TMP dove verrà prodotto l’intermedio DAC, e in emissione sono previste solamente Sostanze Organiche Volatili. C1.2) INQUADRAMENTO AMBIENTALE 9 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C C1.2.1) STATO DEL CLIMA, DELL’ATMOSFERA E DI QUALITA’ DELL’ARIA La Provincia di Ravenna, compresa fra la costa adriatica ad Est e i rilievi appenninici a Sud- Ovest è costituita in gran parte da territorio pianeggiante e circa un quinto del territorio è costituito da rilievi di bassa, media ed alta collina. Nell'area pianeggiante si delineano caratteristiche simili al clima continentale, di tipo padano (clima continentale in parte modificato dall’azione del mare Adriatico). In particolare nella zona di pianura interna si verificano inverni piuttosto freddi, estati calde ed afose, nebbie frequenti nei mesi invernali, piogge comprese fra i 500 e 850 mm, con i valori più scarsi nella stagione estiva, scarsa ventilazione, frequenti fenomeni temporaleschi nel periodo aprile-settembre. Tali caratteristiche vanno gradualmente modificandosi passando dalla pianura interna a quella costiera, in particolare a causa dell’azione mitigatrice del mare. In inverno la zona di pianura più interna è caratterizzata da una spessa e persistente coltre di aria fredda con sistematiche inversioni termiche associate ad intese formazioni di nebbia. In genere, dal punto di vista della circolazione, si alternano l’anticiclone siberiano con aria fredda e relativamente secca e le formazioni cicloniche atlantiche, portatrici di aria più umida e temperata, che inducono precipitazioni anche abbondanti. In primavera le precipitazioni sono associate a depressioni sul Golfo di Genova e a depressioni mediterranee che non sempre superano in intensità quelle invernali. Ad aprile–maggio tendono ad assumere un carattere temporalesco. In estate prevale l’anticiclone delle Azzorre. In questo periodo sono presenti le brezze di monte e di valle nella fascia di pianura pedecollinare, le brezze di mare e di terra, nella zona costiera, mentre nella zona di pianura interna prevalgono condizioni di calma di vento. A causa dell’intenso riscaldamento del suolo sono frequenti depressioni di origine termica che possono dar luogo a fenomeni temporaleschi. L’autunno è caratterizzato da abbondanti e frequenti piogge e tipicamente in novembre in molte località si verifica il massimo pluviometrico dell’anno. I venti sono prevalentemente occidentali. Piano Provinciale di tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria della Provincia di Ravenna Il Piano Provinciale di tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria (PRQA) della Provincia di Ravenna, approvato con delibera del Consiglio Provinciale n. 78 del 27 luglio 2006, riprende la zonizzazione elaborata nella Delibera regionale n. 804/2001, successivamente aggiornata nel rispetto dei criteri emanati con il Decreto Ministeriale n. 261/2002 (Deliberazione n. 41/2004), che aveva determinato, per il territorio della Provincia di Ravenna, una prima suddivisione in zone ed agglomerati. Con la DGR 2001/2011 la Regione Emilia Romagna ha approvato la nuova zonizzazione elaborata in attuazione del D.Lgs 155/2010, secondo il quale è stata effettuata la suddivisione del territorio regionale in zone e agglomerati, classificando le diverse aree secondo i livelli di qualità dell’aria. In Emilia Romagna, analogamente a quanto accade in tutto il bacino padano, le criticità per la qualità dell’aria riguardano gli inquinanti PM10, PM2,5, ozono (O3) e biossido di azoto (NO2). PM10, PM2,5 e ozono interessano pressoché l’intero territorio regionale, mentre per l’NO2 la problematica è più localizzata in prossimità dei grandi centri urbani. Tuttavia, le polveri fini e l’ozono sono inquinanti in parte o totalmente di origine secondaria, ovvero dovuti a trasformazioni chimico-fisiche degli inquinanti primari, favorite da fattori meteorologici. Per il PM10 la componente secondaria è preponderante in quanto rappresenta circa il 70% del particolato totale. Gli inquinanti che concorrono alla formazione della componente secondaria del particolato sono ammoniaca (NH3), ossidi di azoto (NOx), biossido di zolfo (SO2) e composti organici volatili (COV). Secondo la nuova zonizzazione regionale, il territorio del Comune di Ravenna, e quindi l'area di interesse, rientra in un'area di "Pianura Est" in cui si registrano superamenti del valore limite di qualità dell'aria per il particolato PM10. In particolare, il PRQA della Provincia di Ravenna ha evidenziato a valle delle campagne di monitoraggio e delle successive elaborazioni, che gli inquinanti più critici per il territorio provinciale risultano essere il biossido di azoto ed il particolato PM10. Per quanto riguarda la conformità con gli obiettivi del PRQA della Provincia di Ravenna in riferimento al Comune Ravenna, come già ribadito in precedenza, il potenziamento produttivo non comporterà aggravio al bilancio delle emissioni in atmosfera con particolare riferimento agli inquinanti critici individuati (polveri e ossidi di azoto), in quanto con le modifiche in progetto verrà riattivato il punto di emissione E6 provvisto di sistema di trattamento di tipo scrubber venturi. A tale punto di emissione verranno convogliate le aspirazioni delle prese campione previste nell’area di impianto ex-TMP dove verrà prodotto l’intermedio DAC ed in emissione sono previste solamente Sostanze Organiche Volatili. Zonizzazione acustica comunale In data 14.03.2011 è stato adottato con deliberazione del Consiglio Comunale n.47 - P.G. 26988/11 un aggiornamento della "Classificazione Acustica" del Comune di Ravenna, che sostituisce completamente la classificazione acustica precedentemente adottata in data 02.07.2009. Anche con questo aggiornamento, viene confermata all'area di interesse, la classe acustica VI (area esclusivamente industriale), con limiti di immissione sonora di 70 dBA sia nel periodo diurno che notturno; inoltre l’area di indagine fa parte delle ‘Aree di nuovo impianto industriale in sinistra e destra Candiano’, in cui non si evidenziano particolari criticità dal punto di vista acustico. 10 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C C1.2.2) STATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Acque superficiali L’area di interesse è situata nel bacino idrografico del Canale Candiano, uno dei sette bacini che appartengono, totalmente o in parte, alla Provincia di Ravenna. Tale bacino, costituito da un corpo imbrifero 2 di 385 km formato da diversi canali di bonifica, tra cui il Cerba, la Canala, il Cupa, il Pirottolo, il Fagiolo e la Lama, presenta caratteristiche fortemente anomale rispetto ai bacini confinanti: il Canale Candiano, che rappresenta l’asse principale del Porto di Ravenna, prima dello sbocco in mare è costituito da alvei di acqua salata o salmastra, quali la Piallassa Baiona e la Piallassa Piombone, strettamente interagenti con il mare e con i suoi movimenti di marea. Il sistema idraulico quindi risulta essere diverso da un normale corso d’acqua e assimilabile ad una zona di estuario o di piana di marea. Il Canale Candiano gioca un ruolo fondamentale per la sopravvivenza delle Piallasse Baiona e Piombone, costituendone infatti l’unico collegamento con il mare, e consentendone quindi il ricambio idrico. In condizioni di tempo secco, le immissioni idrografiche di acqua provengono sostanzialmente dallo scolo Lama Inferiore (cui si aggiunge per brevi periodi la Lama Superiore in regime di piena del Fiume Ronco), mentre trascurabile è attualmente il contributo immesso dallo scolo Fagiolo; il ricambio idrico è assicurato dallo sbocco diretto in mare. In tempo di pioggia, la parte alta del Canale riceve gli scarichi di scolmatura della fognatura mista di Ravenna, lungo tutto il corso del Canale si aggiungono le acque di dilavamento dei piazzali e delle aziende ad esso affacciate, e nella parte bassa, vicino allo sbocco, scaricano le acque bianche di Marina di Ravenna e Porto Corsini-Marina Romea. Rispetto ai bacini individuati con il Piano di Tutela delle Acque (PTA) regionale, nella variante al PTCP della Provincia di Ravenna approvata in attuazione al PTA regionale si individua in aggiunta, a prescindere dalla rispondenza letterale ai requisiti prescritti dal D.Lgs. n. 152/2006, per la rilevanza territoriale, anche l’intero bacino imbrifero del Canale Candiano, comprensivo delle Piallasse, da assoggettare ad approfondimenti conoscitivi che consentano le valutazioni necessarie per l’opportunità o meno di individuare l’asta del canale come corpo idrico “di interesse”. In realtà le due Piallasse sono corpi idrici significativi in quanto acque di transizione, ma l’intera rete di canali afferenti alle Piallasse e al Candiano non viene individuata come tale. Data la complessità strutturale del bacino, la delicatezza degli ambienti coinvolti, e l’impossibilità di riferirsi ad esso prescindendo dalle Piallasse, si reputa opportuno mantenere la classificazione delle Piallasse ed assoggettare l’intero bacino del Canale Candiano ad approfondimenti d’indagine e studi specifici. Il Canale Candiano rappresenta il recettore finale dello scarico delle acque reflue industriali contenenti anche “sostanze pericolose” proveniente dall’impianto TAS del Centro Ecologico Baiona, il quale riceve e tratta gli scarichi idrici di Acomon. Dai dati rilevati nella stazione di monitoraggio della Rete Regionale posizionata sul Canale Candiano risulta che tale corpo idrico si attesta su uno stato di qualità definito “sufficiente”(classe 3), valutato in riferimento al solo parametro LIM, non essendo l’IBE calcolabile in ragione della natura salmastra delle acque. Diversamente dall’asta del Candiano, le due Piallasse sono “aree sensibili” ai sensi dell’art. 91 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.; anche per tali acque di transizione è stata predisposta a livello regionale una rete di monitoraggio; nel comune di Ravenna ricadono inoltre anche sei stazioni appartenenti alla Rete Provinciale (cosiddette "idrovore") deputate al monitoraggio di quanto è immesso nelle piallasse. Diversamente dalle acque superficiali dolci e dalle acque marine-costiere, per le acque di transizione non è ancora stato validato un metodo che dai valori analitici misurati calcoli un indice numerico riferibile ad una scala di classificazione di qualità; sulla base di campionamenti svolti da ARPA attinenti le acque e i sedimenti, atti a rilevare l’eventuale perdurare di condizioni anossiche che interessino oltre il 30% della superficie del corpo idrico in esame, lo stato delle acque delle Piallasse può definirsi “buono”. Le acque di transizione presentano tuttavia aspetti critici di notevole consistenza. La qualità ambientale della piallassa Piomboni è fortemente condizionata dalle due immissioni principali, idrovora SAPIR e idrovora S.Vitale. La prima soprattutto immette acque, ricche di nutrienti e ammoniaca, derivanti da insufficiente depurazione. Il ricambio idrico governato dalla marea è quantitativamente modesto. Anche le immissioni di nutrienti in Baiona sono quantitativamente importanti, particolarmente quelle attraverso la Via Cupa, che porta i reflui dei depuratori di Ravenna e Russi nonché consistenti apporti di origine agricola. Inoltre i volumi di acque prelevate dal Candiano e impiegate per il raffreddamento delle centrali termoelettriche di Enel e di EniPower esplicano il duplice effetto di apportare altre sostanze nutrienti, di cui sono discretamente ricchi, che vanno ad aggiungersi a quelle pervenute in piallassa per altre vie, e influenzano le temperature. Questa piallassa, permanentemente eutrofizzata, mantiene un equilibrio instabile che, a seconda delle immissioni, del clima, delle maree può sconfinare facilmente in distrofia e in anossie. Anche in considerazione della deviazione dello scarico direttamente in Canale Candiano, l’impianto TAS del Centro Ecologico Baiona non interferisce significativamente sullo stato di fatto delle suddette aree ritenute “sensibili” ai sensi dell’art. 91, comma 1) del D.Lgs. n. 152/2006, in quanto l’effetto in termini di estensione 11 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C spaziale dello scarico dell'impianto TAS si esaurisce a poche centinaia di metri dal punto immissione e comunque non oltre Largo Trattaroli, non interessando quindi le Piallasse. Acque sotterranee Dal punto di vista idrogeologico l'area in esame presenta le caratteristiche tipiche di un ambiente costiero, con il passaggio da acque dolci ad acque salate con l'aumentare della profondità. Il sistema acquifero sottostante è caratterizzato dalla presenza di falde sovrapposte e, in particolare, procedendo dall'alto verso il basso si incontrano in successione la falda freatica, alcune falde alternate a livelli di argille e falde artesiano profonde. Per quanto riguarda lo stato qualitativo delle acque sotterranee profonde della Provincia di Ravenna, si distinguono alcune situazioni problematiche e una generalità di pozzi che descrivono acque profonde di bassa qualità per cause prevalentemente naturali, in genere non dipendenti da attività antropiche. Si tratta, infatti, di pozzi che denotano un chimismo caratteristico relativamente ai parametri ferro, azoto ammoniacale e, talvolta, manganese, cloruri e arsenico, i cui valori caratterizzano lo stato delle acque come “particolare”. Le determinazioni svolte da ARPA, per monitorare sia qualitativamente che quantitativamente i corpi idrici sotterranei della Provincia, hanno rilevato tale situazione prevalentemente riferibile alla natura geologica dei sedimenti e quindi di origine naturale. C1.2.3) STATO DEL SUOLO E SOTTOSUOLO Nel territorio della pianura romagnola si riconoscono i seguenti motivi strutturali principali: - Sinclinale di S. Romualdo-Piombone; - Anticlinali di Ravenna e di Alfonsine; - Sinclinale romagnola; - Anticlinale di Cotignola; - Sinclinale di Forlì. Dal punto di vista geomorfologico-altimetrico, la porzione orientale del territorio ravennate presenta una morfologia pianeggiante il cui assetto è strettamente connesso all’evoluzione degli ambienti deposizionali presenti. Procedendo da monte verso valle si riconoscono: - 1° sottounità litoranea. Rappresenta il più antico allineamento di cordoni dunosi. La tessitura di superficie è prevalentemente sabbiosa, localmente argillosa e limososabbiosa. - 2° sottounità litoranea. Rappresenta il secondo sistema di cordoni dunosi. La tessitura di superficie è prevalentemente sabbiosa, con locali piccole aree limose o argillose. - 3° sottounità lacustre-palustre salmastra. Rappresenta la laguna retrostante la 3° sottounità litoranea. I terreni di superficie sono caratterizzati da tessiture prevalentemente argilloso-limose, con localmente componente sabbiosa. - 3° sottounità litoranea. Rappresenta il più recente sistema di cordoni litoranei; la tessitura di superficie è in prevalenza sabbiosa e localmente limosa e argillosa. L’area di indagine si trova nella 2° sottounità litoranea. L’assetto altimetrico indica una superficie strettamente pianeggiante intorno al livello medio marino, anche se in realtà l’attività antropica ha ormai obliterato l’assetto altimetrico originale. C1.3) DESCRIZIONE DELL’ASSETTO IMPIANTISTICO C1.3.1) ATTUALI LINEE PRODUTTIVE Per quanto riguarda le attuali linee produttive esercite presso lo stabilimento si distinguono in: 1. produzione di RAV7; il ciclo produttivo del RAV7 è schematizzato nella seguente figura 1 e si articola secondo le fasi di: a) ricevimento e stoccaggio materie prime in ingresso; b) sintesi del DAC (Diallil-carbonato); c) distillazione del DAC e del MAC (Metilallil-carbonato); d) scarico filtro MSB1 con recupero DAC dalle peci; e) recupero DMC (Dimetil-carbonato) e purificazione; f) sintesi del RAV7; g) purificazione dei prodotti di reazione; h) recupero dell’organico dalle acque di lavaggio; i) anidrificazione DAC / RAV7 e loro parziale separazione; j) separazione frazione residua DAC da RAV7; 2. produzione di RAVolution PO; il ciclo produttivo del RAVolution PO è schematizzato nella seguente figura 2. Il RAVolution PO è un monomero ottico che viene prodotto con due differenti gradi di viscosità, in base alle materie prime impiegate nel processo; 12 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C 3. etichettatura di RAVolution IS; l’attività di etichettatura del RAVolution IS è schematizzata nella seguente figura 3. Il RAVolution IS è costituito da metilene-bis-(4-cicloesilisocianato) e viene acquistato, confezionato e conservato senza alcuna manipolazione presso il Magazzino M2. 13 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C Figura 1 - schema a blocchi - produzione RAV7 prima della attivazione della seconda linea 14 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C Figura 2 - schema a blocchi - produzione RAVolution PO Figura 3 - schema a blocchi - etichettatura RAVolution IS C1.4) ADEGUAMENTI E MODIFICHE Acomon ha intenzione di realizzare una nuova linea di produzione RAV7 (in parallelo a quella già esistente), ripristinando impianti disattivati di processi dismessi, e di potenziare contestualmente anche la linea di produzione del DAC (intermedio per la produzione del RAV7) così da poter soddisfare l’aumento del consumo come intermedio. Nella nuova linea produttiva, le fasi di lavorazione saranno analoghe a quelle dell’esistente processo di sintesi del RAV7 e l’assetto finale di stabilimento vedrà: 1. il potenziamento della sezione di produzione di DAC, per produrre il fabbisogno di intermedio da alimentare alle due linee di produzione del RAV7; 2. la linea esistente di produzione RAV7 che rimarrà invariata e verrà esercita prediligendo la produzione del grado RAV7 AT (grado standard); 15 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C 3. la nuova linea di produzione RAV7 verrà utilizzata per la produzione dei gradi speciali (prevalentemente RAV7 NG, RAV7 MC, RAV 755T) e, se necessario, potrà integrare la produzione del grado standard RAV7 AT. Le linee di produzione verranno quindi gestite in funzione delle esigenze di mercato che sono in continua evoluzione e in progressivo aumento. La realizzazione della nuova linea produttiva comporterà alcune attività articolate secondo le seguenti macro-fasi principali: a. lavori di smontaggio e preparazione; b. lavori civili; c. lavori meccanici; d. lavori elettrici e strumentali; e. attività di collaudo; nella tabella seguente sono riportate le tempistiche previste dal cronoprogramma delle attività, già presentato in sede di screening regionale, prevedendo una durata per lo svolgimento dei lavori di circa 8 mesi: Macro attività Smontaggio e preparazione Lavori civili Lavori meccanici Lavori elettrici e strumentali Attività di collaudo Mese 1 Mese 2 Mese 3 16 Mese 4 Mese 5 Mese 6 Mese 7 Mese 8 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C Figura 4 - schema a blocchi - produzione RAV7 sulle due linee 17 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C Il potenziamento produttivo precedentemente descritto, comporta un cambiamento dell'assetto delle emissioni in atmosfera. Al punto esistente E67A2 verranno convogliate le aspirazioni delle tramogge di carico dei reattori e delle prese campione della nuova linea di produzione, senza influenzarne le caratteristiche fisiche (portata, sezione e altezza) e senza modificarne il sistema di abbattimento (scrubber a umido). Le aspirazioni delle prese campione previste per la produzione del DAC (intermedio) della nuova linea, invece, saranno convogliate ad un punto di emissione E6, fisicamente esistente ma fino ad ora inattivo, che verrà riattivato. Inoltre una seconda linea di infustamento, per soddisfare le esigenze logistiche di spedizione del prodotto finito ai clienti finali Acomon, andrà ad aggiungersi a quella esistente presso il magazzino M1, servito da un sistema di aspirazione che convoglia l'aria all'esterno: le emissioni risultano entrambe (linea vecchia e linea nuova) convogliate nel punto di emissione autorizzato E67A2. C2) VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI E CRITICITA' INDIVIDUATE, OPZIONI CONSIDERATE E PROPOSTA DEL GESTORE (solo per impianti nuovi) Gli impatti ambientali generati dalle attività sopra descritte sono riassumibili come di seguito indicato. 1. Materie prime Si riporta di seguito l’elenco di materie prime e prodotti finiti caratteristici delle linee produttive di Acomon, compresa la nuova linea RAV7. Produzione di RAV7 (sulle due linee produttive) Materie prime: - Alcool Allilico; - Dimetilcarbonato; - Altri Polialcoli. Prodotti finiti: - RAV7; - AZEOsolve. Produzione di RAVolution PO Materie prime: Polioli Prodotti finiti: RAVolution PO Etichettatura di RAVolution IS Prodotti finiti: RAVolution IS Nel periodo di validità dell'AIA il consumo delle materie prime del processo produttivo del RAV7, sulla linea esistente, è costantemente aumentato. A fronte dell'incremento della produzione del RAV7 è aumentata anche la produzione dell'AZEOsolve. I consumi specifici delle materie prime vengono raccolti con cadenza mensile e registrati in file di sistema, anche suddivisi per grado di prodotto e, ad oggi, si attestano su valori consolidati. 2. Emissioni in atmosfera Emissioni convogliate Nelle condizioni attuali presso lo stabilimento Acomon risulta attivo un unico punto di emissione considerato significativo, E67A2, aspirazione generale, sul quale vengono svolti controlli analitici semestrali con campionamenti effettuati da un laboratorio esterno qualificato; inoltre l’efficienza della colonnina di abbattimento (MSX61) posta a monte del punto di emissione viene controllata annualmente. In seguito della dismissione delle 3 linee produttive HEP, ANOX20 e TMP, avvenuta nel 2007, all’impianto di aspirazione generale (punto di emissione E67A2) vengono convogliate le correnti gassose provenienti dal decantatore acque organiche (VC3), dalla tramoggia di carico del reattore pilota per la produzione del RAVolution (R101), dalla tramoggia di carico del reattore per la sintesi del RAV7 (RB2) e dal magazzino infestamento M1. A seguito della modifica sostanziale le aspirazioni delle tramogge di carico dei reattori e delle prese campione della nuova linea di produzione RAV7, collocate nell’area dell’"impianto polifunzionale”, saranno convogliate all’esistente punto di emissione E67A2, provvisto di scrubber ad umido per il trattamento degli effluenti, senza necessità di variare i parametri quali-quantitativi già autorizzati per lo stesso punto. Le aspirazioni delle prese campione previste nell’area dell’impianto ex TMP, dove é prevista la produzione del DAC (intermedio), saranno invece convogliate a un punto di emissione attualmente disattivato (identificato come E6) che verrà riattivato mantenendo il sistema di trattamento di tipo scrubber venturi di cui è già provvisto. Tale punto di emissione E6 é collocato sul lato ovest dell’area di impianto ex TMP, ad un’altezza di 13 m e con un diametro di 30 cm; poiché nel nuovo assetto riceverà e tratterà le aspirazioni delle linee di produzione 18 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C del DAC che non utilizzano prodotti solidi, gli inquinanti previsti in emissione sono costituiti dalle sole Sostanze Organiche Volatili (SOV). Inoltre sono presenti emissioni provenienti dalle cappe di aspirazione dei laboratori analisi e ricerca, afferenti ai punti di emissione denominati ESN70, ESN71, ESN72, ESN73, ESN74, ESN75, ESN76, ESN77, ESN78, ESN79, ESN80, ESN81, ESN82, ESN83A, ESN83B. Presso l’impianto si trovano anche unità di refrigerazione ad ammoniaca ed a freon ecologici che hanno lo scopo di raffreddare la salamoia (soluzione acquosa di carbonato di potassio al 33%), utilizzata nelle apparecchiature di processo (condensatori, serpentini dei reattori, ecc.) dell’impianto RAV7. In particolare, il gruppo di raffreddamento ad ammoniaca è ubicato all’interno di un locale dotato di sensori per il rilevamento delle fughe di ammoniaca e di un ventilatore d'aspirazione (con scorta installata) collegato ad un abbattitore dedicato, funzionante ad acqua acida. Il locale in cui è ubicato il gruppo di raffreddamento ad ammoniaca è dotato di un ventilatore d'aspirazione (con scorta installata). Tale impianto, in condizioni normali, comporta un’emissione che si può qualificare come "proveniente da sfiati e ricambi d'aria esclusivamente adibiti alla protezione e alla sicurezza degli ambienti di lavoro", pertanto ricadente nel disposto del comma 5 dell’Art.272 del D.Lgs. 152/2006 e smi. In situazioni d’emergenza quali malfunzionamenti o guasti, invece, è prevista l’attivazione del sistema di abbattimento dedicato, funzionante ad acqua acida, attraverso il quale vengono fatti passare i gas scaricati prima dell’immissione in atmosfera. I flussi gassosi di scarto (continui e di emergenza) provenienti da serbatoi, reattori, colonne, etc. dell’impianto Acomon, comprensivo della nuova linea produttiva RAV7, si caratterizzano quali sfiati gassosi non clorurati e sono convogliati al sistema Rete Torce e Forno Incenerimento Sfiati (FIS) di cui è dotato lo Stabilimento Multisocietario di Ravenna, per la successiva termodistruzione. Va precisato che l’impianto è collegato al sistema integrato Rete Torce – Forno FIS nel modo seguente: • gli scarichi di esercizio (sfiati di processo) di tutte le valvole di sfiato dai punti di bonifica delle linee/apparecchiature e le valvole di sfiato dell’impianto (sfiati di processo), compresa la nuova linea produttiva RAV7, sono di norma destinati al Forno FIS, come tutti gli sfiati dei serbatoi di stoccaggio delle materie prime/intermedi; in caso di problemi al FIS, vengono indirizzati alla Torcia isola 19 - Torcia A; • tutte le emissioni e gli sfiati provenienti dall’Impianto Pilota sono indirizzati all'isola 25 - Torcia B; per impianto pilota si identifica quello che viene utilizzato prevalentemente per la produzione a richiesta del RAVolution PO, ma viste le dimensioni delle apparecchiature, in caso di necessità, potrebbe essere utilizzato per la produzione e sperimentazione di piccole campionature e/o prove industriali di prodotti di nuovo sviluppo; • gli scarichi di emergenza posti a sicurezza delle apparecchiature contenenti sostanze pericolose (PSV e dischi di rottura), delle linee di produzione RAV7 e dei serbatoi di stoccaggio materie prime/intermedi, sono convogliate nella rete degli sfiati emergenza, Torcia isola 25 - Torcia B, così come le apparecchiature facenti parte dell’impianto pilota (sintesi RAVolution PO); I due sistemi Rete Torce e Forno FIS, sono complementari ed integrati, garantendo, la Rete Torce, la termodistruzione anche degli sfiati destinati, di norma, al FIS in caso di fermata o blocco di quest’ultimo (isola 19); la Rete Torce è gestita dalla Società consortile Ravenna Servizi Industriali (RSI, a cui è in capo la relativa autorizzazione provvedimento n. 3468 del 13/10/2011), mentre il Forno FIS è gestito dalla Società Herambiente (a cui è in capo l'AIA n. 3811 del 04/12/2013). Emissioni diffuse Vi sono alcuni serbatoi contenenti materie prime (DEG) o prodotto finito (RAV7) inertizzati con azoto e dotati di valvole PVRV con sfiato direttamente in atmosfera. La quantificazione delle emissioni diffuse da tali serbatoi con software TANKS porta ai risultati di seguito indicati. Serbatoio Contenuto Emissione annua SOV (kg/anno) SA2 SX2 VD1 VD2 VD3 Totale DEG DEG RAV7 RAV7 RAV7 0,054 0,054 0,039 0,039 0,039 0,225 Per quanto riguarda le emissioni diffuse da serbatoi con sfiato in atmosfera tramite valvola PVRV, nello scenario post operam, si registrano alcune minime variazioni dovute al cambio del contenuto di alcuni dei suddetti serbatoi ed ad un nuovo serbatoio (SX101). L’incremento delle emissioni diffuse calcolate con 19 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C software TANKS, rispetto allo scenario ante operam é pari a 0,155 kg/anno e i valori assoluti rimangono estremamente bassi (frazione del chilogrammo/anno). 3. Prelievi idrici Lo stabilimento Acomon sfrutta la risorsa idrica per tre utilizzi differenti: acqua ad uso industriale, acqua demineralizzata e acqua potabile per le utenze civili (servizi igienici, docce, uffici, sale controllo, ecc...). L'acqua ad uso industriale (acqua per la rete antincendio) viene fornita da RSI ed in capo alla stessa società risulta la gestione della distribuzione e della stessa rete di distribuzione ed il suo consumo dipende essenzialmente dal numero di dispositivi antincendio presenti (naspi, idranti, ecc.) e dalla relativa gestione durante il periodo invernale, a causa delle ‘norme antigelo’. Nel processo produttivo è utilizzata l'acqua demineralizzata fornita da RSI, ed il suo consumo dipende dalla produttività dell'impianto; in seguito all'attivazione della nuova linea di produzione RAV7, subirà un incremento (stimabile in circa il 30%). L'acqua potabile è utilizzata per le utenze civili, consumo legato alle presenze in stabilimento, e per l'alimentazione dei dispositivi di emergenza (docce e lavaocchi), i quali devono essere mantenuti attivi anche nei periodi invernali, generando un incremento dei consumi legato alle cautele antirottura e antigelo (mantenimento di una maggior portata nella rete di adduzione) fondamentali per tali dispositivi. 4. Scarichi idrici Nel sito produttivo sono presenti 2 flussi di scarico di acque reflue (organiche e inorganiche), entrambi destinati a trattamento nell’impianto centralizzato di depurazione TAS della Società Herambiente, Centro Ecologico Baiona: tali scarichi, ai sensi di quanto previsto all’art.108 del D.Lgs. 152/2006 e smi sono riconducibili alla fattispecie di “scarichi parziali” di sostanze pericolose da sottoporre a regolamentazione ai limiti di batteria nel punto di consegna al trattamento da parte della Società Herambiente, secondo quanto previsto dal predetto decreto e dalla DGR 1053/2003 in materia di scarichi di sostanze pericolose. È utile precisare che nel caso in cui si verificasse lo sversamento di un generico prodotto pericoloso nella rete fognaria organica aziendale, il sistema fognario è stato progettato e strutturato in modo da poter essere isolato dalla rete fognaria consortile dello Stabilimento Multisocietario. In particolare, è possibile bloccare l’invio del refluo verso la rete fognaria di Stabilimento sia da sala controllo (chiudendo le valvole di regolazione del flusso) sia fermando manualmente le pompe di rilancio: in caso di necessità, è quindi possibile inviare ad opportuno smaltimento il prodotto fuoriuscito mediante autospurgo. Le acque reflue industriali organiche contenenti “sostanze pericolose” vengono inviate, tramite tubazione diretta, all’impianto centralizzato di trattamento (Centro Ecologico Baiona, TAS, linea TAPO) della Società Herambiente attraverso la rete fognaria, denominata linea 3, presente nello Stabilimento Multisocietario, di proprietà della società RSI. In tale rete fognaria confluiscono le acque reflue industriali organiche derivanti da tutti gli impianti chimici del Sito Multisocietario, per essere convogliate alla vasca di raccolta denominata S1 individuata come punto di consegna finale all’impianto centralizzato di trattamento del flusso unitario delle Società Coinsediate (escluse Rivoira, Yara Italia, Versalis e R.S.I.). Dalla vasca di raccolta S1 il flusso unitario di acque reflue organiche viene rilanciato all’impianto TAS per il trattamento chimico-fisico-biologico nella sezione TAPO. Per ciascun utente della rete fognaria delle acque di processo organiche e azotate sono individuati pozzetti di consegna, in cui è univocamente associata la responsabilità dello stesso utente allo scarico: il punto di consegna ai limiti di batteria delle acque reflue organiche per Acomon è rappresentato dal pozzetto GL OC14. Le acque reflue industriali inorganiche, invece, sono rappresentate dalle acque meteoriche di dilavamento e dalle acque reflue domestiche dei servizi igienici. Tali reflui, contenenti “sostanze pericolose”, vengono inviati tramite tubazione diretta all’impianto centralizzato di trattamento (Centro Ecologico Baiona, TAS, linea TAPI) della Società Herambiente attraverso la rete fognaria, denominata linea 4, presente nello Stabilimento Multisocietario, di proprietà e gestione della Società Consortile RSI. Per tale tipo di acque tutte le Società Coinsediate consegnano gli scarichi da trattare in diversi punti della rete, assumendo la responsabilità condivisa della qualità dei reflui recapitanti nel punto finale del sistema fognario al punto di consegna all’impianto TAS: i pozzetti di consegna delle acque reflue inorganiche di Acomon sono rappresentati dai pozzetti GL_01, GL_02 e GL_03. La rete fognaria unitaria convoglia le acque reflue industriali inorganiche alla vasca di raccolta denominata S5, che viene assunta come punto di consegna del flusso cointestato ai limiti di batteria con l’impianto centralizzato di depurazione; dalla vasca di raccolta S5 il flusso unitario di acque reflue inorganiche delle Società Coinsediate viene rilanciato all’impianto TAS per il trattamento chimico-fisico nella sezione TAPI. Per quanto riguarda gli aspetti di gestione delle acque reflue a livello di insediamento Multisocietario, si segnala che le ditte coinsediate nel Sito Multisocietario e la Società Herambiente hanno redatto e sottoscritto il “Regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche 20 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C dell’insediamento multisocietario di Ravenna convogliate agli impianti di trattamento della Società Herambiente” (in seguito denominato Regolamento Fognario) Ultima revisione: Edizione 4 – Settembre 2012. Tale regolamento viene assunto a riferimento ai fini della regolamentazione degli scarichi idrici parziali, definisce le modalità operative, le competenze e la regolamentazione dei singoli flussi di scarico delle acque reflue industriali di ciascuna Società presente nel Sito Multisocietario, l’identificazione dei pozzetti di prelevamento al limite di batteria (pozzetti di consegna) e le omologhe che le acque reflue industriali organiche e inorganiche devono rispettare per l’accettazione all’impianto TAS del Centro Ecologico Baiona, oltre ai programmi di monitoraggio e la gestione delle anomalie/emergenze. Le schede di omologa ufficiali per gli scarichi idrici di Acomon e i metodi analitici di riferimento sono inoltre riportati nell’Allegato 10 della documentazione di rinnovo con modifica sostanziale dell’AIA. Sul pozzetto OC14 vengono condotti gli autocontrolli previsti dal “Piano di Controllo del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell’insediamento Multisocietario di Ravenna”, relativamente ai campioni di acque reflue prelevate secondo i criteri, le modalità e le frequenze previste nell’Allegato 8 al Regolamento stesso. Per quanto riguarda le acque reflue inorganiche, annualmente le Società Coinsediate come Acomon inviano una relazione inerente i propri pozzetti di assegnazione alla Società RSI che le trasmette successivamente alla Provincia di Ravenna al fine di caratterizzare il flusso cointestato secondo le prescrizioni del Provvedimento autorizzativo n.161 del 26/01/2010 e sue successive modifiche e integrazioni. 5. Emissioni sonore L’area di ubicazione dello stabilimento ricade in classe acustica VI (area esclusivamente industriale), con limiti di immissione sonora di 70 dBA sia nel periodo diurno che notturno. Inoltre, tutti i recettori potenzialmente esposti alle emissioni sonore provenienti da Acomon sono riconducibili alla classe VI in quanto interni allo Stabilimento Multisocietario di Ravenna e il limite di zona VI dista dai confini dell’impianto in oggetto non meno di 500 m. Dalle indagini svolte non si evidenziano problematiche sotto l’aspetto dell’inquinamento acustico connesso all’esercizio dell’impianto. Come riportato nella Valutazione Previsionale di Impatto Acustico redatta ai sensi della D.G.R. n.673/2004 allegata allo screening e ripresentata nell’Allegato 6 della presente domanda AIA, il clima acustico misurato in prossimità dei confini di proprietà è risultato, allo stato attuale, influenzato maggiormente dall’attività industriale degli stabilimenti limitrofi. I rilievi fonometrici, effettuati in continuo e con la tecnica a spot presso i confini di proprietà, hanno evidenziato che il clima acustico e l’impatto generato dall’attività oggetto di studio sono conformi alla normativa vigente. 6. Gestione rifiuti I rifiuti prodotti in impianto sono principalmente i seguenti (elenco non esaustivo) Descrizione rifiuto Altri fondi e residui di reazione Emulsioni non clorurate Altri oli per circuiti idraulici Imballaggi in legno Imballaggi in plastica Assorbenti, materiali filtranti, stracci, indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose Imballi contaminati da sostanze pericolose Ferro e acciaio (rottami vari) Carta e cartone Rifiuti solidi urbani Codice CER 070708* 130105* 130113* 150103 150102 150202* 150110* 170405 200101 200301 La gestione dei rifiuti prodotti dal processo produttivo e dalle attività di supporto è regolamentata internamente da apposita procedura facente parte del Sistema di Gestione Ambientale aziendale, inoltre le quantità di rifiuti effettivamente prodotte vengono rilevate mediante apposite registrazioni. Per tutte le tipologie di rifiuti prodotti, in attesa del conferimento a terzi per le opportune operazioni di recupero/smaltimento, viene effettuato il deposito temporaneo presso le apposite aree pavimentate dello stabilimento o all’interno dei serbatoi (nel caso dei rifiuti liquidi quali fondi e residui di reazione) dotati di idonei bacini di contenimento adeguatamente dimensionati. Di seguito si riportano i quantitativi di rifiuti prodotti negli anni 2008-2012, distinti tra pericolosi e non pericolosi 21 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C 2008 (t) 48 106 Rifiuti pericolosi Rifiuti non pericolosi 2009 (t) 16 18 2010 (t) 39 34 2011 (t) 78 14 2012 (t) 68 36 L’aumento del quantitativo di rifiuti prodotti a partire dal 2010 è dovuto, in parte, a campagne manutentive occasionali e, in parte, alle operazioni di diluizione del RAV7 proveniente da altro stabilimento. Rifiuti prodotti per t di prodotto Rifiuti pericolosi Rifiuti non pericolosi 2008 0,011 0,025 2009 0,004 0,005 2010 0,008 0,007 2011 0,015 0,003 2012 0,014 0,008 A fronte dell’incremento dei rifiuti prodotti negli ultimi anni, Acomon si è impegnata ad aumentare la percentuale degli stessi inviati a recupero invece che a smaltimento: nel 2009 la percentuale inviata a recupero era pari al 39%, incrementata fino al 75% del 2012. È possibile evidenziare come nel corso del 2012 la produzione di rifiuti si sia stabilizzata, portando soprattutto ad un incremento della produzione dei rifiuti non pericolosi (ferro e acciaio) dovuti all’attività preparatoria per il progetto di espansione della capacità produttiva. Una ulteriore azione promossa dalla Ditta per ridurre il proprio impatto in termini di rifiuti ha riguardato alcune campagne specifiche in cui parte del prodotto è stato infustato nelle medesime bonze inviate da Pasadena, riducendo così l’entità degli imballi pericolosi trattati come rifiuti, oppure l’invio di tali bonze a ditte specializzate nella rigenerazione degli imballi, permettendo il loro riutilizzo senza nuova produzione di imballaggi. 7. Energia In stabilimento si consumano energia elettrica e vapore entrambi forniti da ENIPower spa attraverso un impianto a ciclo combinato (turbogas) presente all’interno dello Stabilimento Multisocietario. Il vapore è fornito a due livelli termici (a 18 e a 4,5 barG) e il consumo viene misurato da appositi contatori posti all’ingresso del sito. Il consumo di vapore si è stabilizzato negli ultimi anni, mentre si regista un aumento del consumo di energia elettrica. In seguito all'attivazione della nuova linea RAV7 il consumo di vapore subirà un incremento di circa il 60%, pur mantenendo inalterati i consumi specifici cioè i consumi per unità di prodotto. Inoltre verrà introdotto un nuovo livello termico (8 barG). Si sottolinea che, già da alcuni anni, la condensa derivante dall’utilizzo del vapore viene riutilizzata dall’impianto di produzione delle acque (RSI) ai fini del recupero energetico: i dati mostrano nel complesso una progressiva diminuzione del consumo energetico specifico di stabilimento che si spiega con la razionalizzazione dell’uso dell’energia in concomitanza con l’ottimizzazione del processo. 8. Indicatori di performance Gli indicatori che rendono conto della performance ambientale dell’impianto e possono pertanto essere utilizzati come indicatori indiretti di impatto ambientale, sono stati già individuati nella prima AIA e vengono riportati nella tabella seguente Indicatore produzione specifica di rifiuti riferito all'unità di prodotto finito indice di recupero rifiuti scarico di acque organiche di processo specifico riferito all'unità di prodotto finito COD scaricato specifico riferito all'unità di prodotto finito consumo idrico specifico riferito all'unità di prodotto finito consumo energetico specifico riferito all'unità di prodotto finito Unità di misura trifiuti prodotti/tprodotto 2008 0,037 2009 0,009 2010 0,015 2011 0,018 2012 0,022 trifiuti a recupero/trifiuti prodotti 3 m acque organiche di processo scaricate/tprodotto 0,654 6,514 0,382 7,150 0,745 9,419 0,361 9,553 0,727 9,954 kgCOD scaricato/tprodotto 44.880 51.122 51.659 53.915 40.423 3,674 3,567 4,193 4,166 4,596 0,542 0,578 0,602 0,578 0,592 m 3 acque consumate/tprodotto TEP/tprodotto 9. Rischio di Incidente Rilevante (RIR) Con riferimento al D.Lgs. n. 334/1999 e s.m.i. in materia di pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, l'impianto oggetto della presente AIA risulta soggetto a notifica con presentazione del Rapporto di Sicurezza (RdS) ai sensi degli artt. 6, 7, 8; considerate le sostanze pericolose detenute e i relativi quantitativi massimi previsti, le sostanze che fanno rientrare l'insediamento in esame fra 22 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C quelli a potenziale rischio di incidente rilevante sono quelle classificate come tossiche e pericolose per l'ambiente. Successivamente all’invio del Rapporto di Sicurezza nel 2005 sul quale si è conclusa l’istruttoria nel 2007, sono stati emessi i seguenti documenti: - Dichiarazione di Non aggravio del pre-esistente livello di rischio di incidente rilevante ai sensi del D.M. 09/08/2000, per cambio di destinazione d’uso del serbatoio S1002 da stoccaggio acetone e stoccaggio DMC-Isola 5, Parco serbatoi infiammabili (agosto 2007); - Rapporto Preliminare di Sicurezza, per il progetto “Incremento stoccaggio RAV7” (gennaio 2009); - Dichiarazione di Non aggravio del pre-esistente livello di rischio di incidente rilevante ai sensi del D.M. 09/08/2000, per produzione di circa 150 tonnellate/anno di un nuovo prodotto nell’impianto pilota e stoccaggio di una nuova sostanza tossica (febbraio 2009); - Ottenimento del “Nulla-Osta di Fattibilità” per il progetto “Incremento stoccaggio RAV7” (Verbale C.T.R. Emilia-Romagna n.277 del 17/09/2009); - Rapporto di Sicurezza Definitivo per la fase Progetto Particolareggiato “Incremento stoccaggio RAV7” (agosto 2010), seguito da Verbale C.T.R. Emilia-Romagna n.287 del 02/02/2011 e da Verbale C.T.R. Emilia-Romagna n.288 del 23/02/2011; - Revisione quinquennale del Rapporto di Sicurezza (ottobre 2011); - Dichiarazione di Non aggravio del pre-esistente livello di rischio di incidente rilevante per cambio d’uso del serbatoio S1005, da cicloesano ad alcol allilico (febbraio 2012); - Rapporto Preliminare di sicurezza per il progetto “Ripristino di impianti dismessi”; - Integrazioni al RDS preliminare richiesti con Verbale C.T.R. n.299 del 02/05/2012; - Rapporto di sicurezza definitivo relativo al progetto di Ripristino di impianti dismessi (febbraio 2013) e relativo Parere Tecnico Conclusivo (prot. n. 0017900 del 05/11/2013 del CTR), con indicazione degli scenari incidentali previsti con conseguenze esterne all'insediamento multisocietario (tutti ricompresi all'interno delle aree di danno determinate da un solo top event, rilascio di alcool allilico per perdita significativa da flangia - fase gas), delle relative distanze di danno e delle categorie territoriali compatibili con lo stabilimento. Tutti gli obblighi di cui al D.Lgs. n. 334/99 e smi risultano pertanto assolti, inclusi l'aggiornamento della notifica (prot. EHS/2013/109 del 24/12/2013, nostro PG 96306 del 31/12/2013) e della “Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori” (prot. EHS/2014/003 del 14/01/2014, nostro PG 3703 del 17/01/2014), presentate in seguito alla conclusione dell'iter istruttorio relativo al progetto Ripristino di impianti dismessi. C3) VALUTAZIONE DELLE OPZIONI E DELL'ASSETTO IMPIANTISTICO PROPOSTI DAL GESTORE CON IDENTIFICAZIONE DELL'ASSETTO IMPIANTISTICO RISPONDENTE AI REQUISITI IPPC (POSIZIONAMENTO DELL’IMPIANTO RISPETTO ALLE MTD) Per la valutazione integrata delle prestazioni ambientali i riferimenti da adottare sono stati tratti dai: ► BREF Comunitario del quale risulta disponibile la versione finale datata Agosto 2006 “Reference Document on Best Available Techniques for the Manufacture of Organic Fine Chemicals”; ► BREF Comunitario del quale risulta disponibile la versione finale datata Luglio 2006 "Reference Document on Best Available Techniques on Emissions from Storage"; ► BREF Comunitario del quale risulta disponibile la versione finale datata Luglio 2003 “Reference Document on the General Principles of Monitoring” e “Linee guida recanti criteri per l’individuazione e l’utilizzazione delle Migliori Tecniche Disponibili – LINEE GUIDA IN MATERIA DI SISTEMI DI MONITORAGGIO“, contenute nell’Allegato II del Decreto 31 Gennaio 2005 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. ► BREF Comunitario del quale risulta disponibile la versione finale datata Febbrario 2009 “Reference Document on Best Available Techniques for Energy Efficency". Le MTD da adottare nell’insediamento, individuate prendendo a riferimento i documenti sopra indicati, sono di seguito elencate, raggruppate per tematica e tipo di lavorazione. Per la valutazione integrata delle prestazioni ambientali dello stabilimento, il documento di riferimento individuato è il ‘Reference Document on Best Available Techniques for Manufacture of Organic Fine Chemicals’ (OFC) adottato nell’agosto 2006. Il comparto degli OFC, che comprende sia imprese di piccole dimensioni che grandi multinazionali, produce una gamma di sostanze chimiche - solitamente in quantità ridotte e con un elevato valore aggiunto principalmente mediante processi produttivi discontinui in impianti polivalenti (ad es. coloranti e pigmenti, prodotti fitosanitari e biocidi, prodottifarmaceutici, esplosivi organici, intermedi organici, tensioattivi speciali, aromi, fragranze,feromoni, plastificanti, vitamine, sbiancanti ottici e ritardanti di fiamma). 23 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C I clienti finali corrispondono, generalmente, a industrie chimiche operanti in diversi mercati, che acquistano prodotti a specifica (in base alla loro formulazione chimica) o a comportamento (in relazione alla loro prestazione). All’interno del suddetto BRef non viene fissata alcuna soglia specifica di demarcazione per la produzione su grande scala, pertanto è sottinteso che gli stabilimenti interessati possano disporre anche di linee adibite alla produzione discontinua, semi-discontinua o continua di prodotti chimici su più grande scala. A fronte dell’eterogeneità del comparto, dell’ampio spettro di sostanze chimiche prodotte e dell’enorme varietà delle sostanze che possono essere contenute nelle emissioni, risulta pertanto difficile inventariare tutte le emissioni prodotte dal comparto OFC. Sebbene, però, i prodotti e gli intermedi organici della chimica fine risultino estremamente differenziati sotto il profilo chimico, in realtà il numero di operazioni/processi impiegati è ragionevolmente contenuto e comprende: il carico/scarico di reagenti e solventi, l’inertizzazione, le reazioni, le cristallizzazioni, le separazioni di fase, le filtrazioni, la distillazione, il lavaggio del prodotto. In molti casi si rendono necessarie operazioni di raffreddamento, riscaldamento o l’applicazione del vuoto o di pressione. Gli inevitabili flussi di rifiuti risultanti da questi processi sono trattati mediante sistemi di recupero/abbattimento o sono smaltiti. I principali problemi ambientali connessi al comparto OFC sono le emissioni di COV, le acque reflue con possibile elevato contenuto di composti organici non degradabili, i volumi relativamente elevati di solventi esausti e l’elevata incidenza di rifiuti non riciclabili. (Nelle tabelle seguenti si confrontano le BAT riportate nel capitolo 5 del BREF citato con la situazione di Acomon, indicando gli eventuali interventi di adeguamento in essere o in progetto) Manufacture of Organic Fine Chemicals BAT • Integrazione degli aspetti ambientali nello sviluppo del processo • Fornire una traccia verificabile dell’integrazione, in sede di sviluppo del processo, delle problematiche ambientali, sanitarie e della sicurezza. • Valutare in modo articolato la sicurezza della normale attività operativa, tenendo conto degli effetti di eventuali deviazioni del processo chimico e delle modalità di esercizio dell’impianto. • Istituire ed attuare procedure e provvedimenti tecnici per limitare i rischi inerenti alla manipolazione e allo stoccaggio di sostanze pericolose, nonché offrire una sufficiente ed adeguata formazione agli addetti che manipolano sostanze pericolose. • Progettare i nuovi impianti in modo da minimizzare le emissioni. • Progettare, costruire, gestire e mantenere gli impianti - ove sono trattate sostanze (in genere liquidi) potenzialmente contaminanti per il terreno e le acque sotterranee – in condizioni di esercizio tali da minimizzare il rischio di eventuali dispersioni accidentali. • Le strutture devono essere a tenuta ermetica, stabili e in grado di resistere ad eventuali forti sollecitazioni meccaniche, termiche o chimiche. • Prevedere dispositivi per la tempestiva e sicura rilevazione di possibili perdite. • Disporre di contenitori di sufficiente capacità per evitare sversamenti e perdite di sostanze; acqua per l’estinzione di eventuali incendi e di depositi delle acque superficiali contaminate ai fini del loro trattamento o smaltimento. Contenimento delle fonti e tenuta delle apparecchiature • Contenere e isolare le fonti, chiudendo eventuali aperture al fine di minimizzare eventuali emissioni incontrollate. • Le operazioni di essicazione Prevenzione e minimizzazione Posizione ditta Adeguamento L’implementazione di nuove tecnologie, nuovi impianti e qualsiasi variazioni organizzativa viene gestita attraverso una serie di procedure che permettono, a diversi livelli, di valutare l’impatto sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, l’impatto ambientale e la sicurezza intrinseca (come ad esempio MOC management of change e ACOM_PG_218). La manipolazione di sostanze pericolose avviene in area pavimentata in modo da avere il minor impatto possibile sull’ecosistema, e lo stoccaggio prevede adeguati bacini di contenimento e/o il convogliamento nella rete fognaria dei reflui organici con la possibilità di intercettare l’invio delle acque a trattamento. I bacini di contenimento vengono monitorati settimanalmente da operatori nell'ambito del controllo operativo previsto da SGA. Viene messo a disposizione anche il materiale assorbente/tappetini per l’interdizione delle fogne con controllo mensile e registrazione facente parte del SGA. Sono implementate apposite procedure per reagire alle situazioni di emergenza. Mensilmente si verifica, attraverso apposite simulazioni, la conoscenza/applicabilità delle stesse. Le precedenti azioni verranno confermate ed attuate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. Ok Tutte le apparecchiature di impianto sono a tenuta con gli organi di sicurezza adeguatamente dimensionati e convogliati in impianto di abbattimento (Torcia). Gli sfiati di processo, dovuti alla normale conduzione sono convogliati nella rete FIS Il collettore generale convogliato al FIS verrà servito di un misuratore di O2 atto a garantire la determinazione della quantità; il valore verrà monitorato costantemente e con relative soglie di allarme. 24 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C dovrebbero essere condotte all’interno di circuiti chiusi, che prevedano tra l’altro dei condensatori per il recupero dei solventi. • Rimettere in circolo i vapori di processo laddove possibile nel rispetto delle specifiche di purezza. • Al fine di minimizzare la portata massica chiudere tutte le aperture superflue per evitare l’aspirazione, da parte delle apparecchiature di processo, dell’aria verso i sistemi di raccolta dei gas. • Assicurare la tenuta delle apparecchiature di processo, in particolare modo dei serbatoi. • Ricorrere all’inertizzazione per shock anziché all’inertizzazione continua. Quest’ultimo procedimento è tuttavia ammesso per ragioni di sicurezza, ad es. nei casi in cui i processi generano O2 od in cui i processi esigono un’ulteriore carica di materiale dopo l’inertizzazione. Configurazione dei condensatori di distillazione Minimizzare la portata massica delle emissioni gassose risultanti dalle operazioni di distillazione, scegliendo la configurazione ottimale del condensatore. Aggiunta di liquidi nei serbatoi, minimizzazione dei picchi • Aggiungere liquidi ai serbatoi dal basso o mediante tubo immerso, a meno che ciò non sia possibile per ragioni di sicurezza o a causa delle reazioni chimiche. In tal caso, se si aggiunge il liquido dall’alto orientando il tubo verso la parete, si riducono gli schizzi prodotti dall’urto con la superficie del liquido già presente e, conseguentemente, il carico organico del gas spostato. • Nel caso in cui nei serbatoi si debbano aggiungere sostanze organiche sia solide che liquide, utilizzare i solidi come strato di copertura, qualora la differenza di densità favorisca la riduzione del carico organico nel gas spostato, a meno che questo sia impossibile per ragioni di sicurezza e/o a causa delle reazioni chimiche. • Minimizzare l'accumulo di carichi e portate di picco ed i risultanti picchi di concentrazione delle emissioni, ottimizzando ad es. lo schema di produzione e applicando filtri di livellamento. Tecniche alternative per il work-up dei prodotti • Evitare le acque madri di elevata salinità o effettuare il work-up delle acque madri con tecniche alternative di separazione, avvalendosi ad es. di processi con membrane, processi con solventi, dell’estrazione dei reagenti oppure non isolando gli intermedi. • Effettuare il lavaggio controcorrente dei prodotti, laddove la scala di produzione di stabilimento. Il processo e i serbatoi di stoccaggio delle materie prime sono mantenuti in ambiente inerte attraverso flussaggio di azoto per consentire la normale movimentazione dei fluidi. Tale procedura consente inoltre agli sfiati provenienti da altri impianti di stabilimento di non rientrare nel nostro collettore. Nella totalità degli stoccaggi il sistema di inertizzazione (con azoto) prevede una valvola di reintegro ed una di sfiato; in condizioni statiche il sistema non consuma azoto e non sfiata gas. Le precedenti azioni verranno confermate ed attuate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7, che comporta la riattivazione del punto di emissione E6. Attualmente il sistema di misurazione è sul collettore della prima linea produzione RAV 7; verrà valutata la possibilità di posizionarlo sul collettore generale in modo da misurare anche la “seconda linea” I condensatori sono calcolati con una % di sovradimensionamento rispetto al necessario e con la configurazione tale a ottimizzare l’efficienza dello scambio termico. Sono inoltre presenti e post condensatori al fine di ridurre al minimo il materiale convogliato a sintema FIS e riciclare i solventi condensati. Per monitorare l’efficienza degli scambiatori principali, sulle linee di sfiato sono montati indicatori di temperatura con segnale a distanza in sala-controllo. Le precedenti azioni verranno confermate ed attuate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. I serbatoi di stoccaggio vengono caricati dal basso oppure con getto dall’alto direzionato verso le pareti, anche per ridurre l’effetto delle cariche elettrostatiche sui liquidi puri. Il sistema di sfiati è comune a tutte le apparecchiature, per cui la compensazione dei picchi avviene attraverso un sistema di equilibrazione tra le diverse apparecchiature di impianto il che permette di mantenere un flusso costante nel collettore comune. Le precedenti azioni verranno confermate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. Ok L’attuale processo di produzione prevede un lavaggio del grezzo di reazione con acqua demineralizzata al fine di garantire la qualità finale del prodotto. Le precedenti azioni verranno confermate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. È stato implementato il riciclo parziale di acqua (secondo lavaggio), relativamente alla seconda linea (nella linea oggetto di modifica sostanziale, essendo gestita a batch il primo lavaggio del batch successivo utilizza l’ultimo lavaggio del batch precedente). 25 Ok Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C giustifichi l’applicazione di questa tecnica. Vuoto, raffreddamento e pulizia • Creare il vuoto senza usare acqua, utilizzando ad es. pompe a secco, pompe ad anello liquido con solvente quale liquido di servizio o pompe ad anello liquido a circuito chiuso. Qualora tuttavia queste tecniche siano applicabili solo limitatamente, si può ricorrere ad iniettori di vapore o a pompe ad anello d'acqua. • Per i processi discontinui fissare procedure ben definite per la determinazione del punto finale desiderato della reazione. • Ricorrere al raffreddamento indiretto. Tale tecnica non può tuttavia essere impiegata per i processi che richiedono l’aggiunta di acqua o ghiaccio per un sicuro controllo della temperatura, o in caso di sbalzi di temperatura o di shock termici. Il raffreddamento diretto può inoltre essere necessario per controllare reazioni fuggitive (‘run away’) o nel caso in cui vi sia il rischio di blocco degli scambiatori di calore. • Prevedere un'operazione di risciacquo preliminare al risciacquo/pulizia dell’apparecchiatura, minimizzando così il carico organico delle acque di lavaggio. Nel caso che nelle condotte siano spesso introdotti materiali diversi, un’altra opzione è il ricorso al piggaggio (pigging) per ridurre le perdite di prodotto nel corso delle operazioni di pulizia. BAT Le pompe che movimentano fluidi pericolosi e volatili sono di norma a trascinamento magnetico, le tenute degli agitatori sono tenute meccaniche doppie. Per la conduzione del processo è presente in azienda un manuale di processo che riporta tutte le specifiche di produzione e le condizioni dei parametri critici/sensibili per la determinazione della conclusione dei batch di processo. Sono inoltre presenti allarmi di soglia e di blocco in modo da prevenire le condizioni di anomalia. Tutti i raffreddamenti sono indiretti. Le precedenti azioni verranno confermate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. Ok. Si precisa che tutte le pompe del vuoto relative al progetto di ampliamento della capacità con la seconda linea sono del tipo “a secco” Gestione e trattamento dei flussi in uscita (gas, liquidi, rifiuti) Posizione ditta Adeguamento Analisi dei bilanci di massa e di processo dei flussi Elaborare dei bilanci annuali di massa per i composti organici volatili (COV), compresi gli idrocarburi clorurati (CHC), il carbonio organico totale (TOC) o la domanda chimica di ossigeno (COD), gli alogeni organici adsorbibili (AOX) o gli alogeni organici estraibili (EOX) ed i metalli pesanti. Elaborare analisi approfondite del flusso degli output, per individuarne l’origine e determinare una serie di parametri fondamentali, ai fini di un’adeguata gestione e trattamento delle emissioni gassose, dei flussi di acque reflue e delle scorie. Determinare almeno i valori relativi ai parametri indicati di seguito, dei flussi delle acque reflue, salvo il caso in cui questi non siano pertinenti sotto il profilo scientifico: • Volume per batch • Numero di batch annui • Volume giornaliero • Volume annuo • COD o TOC • BOD5 • pH • Bioeliminabilità • Inibizione biologica, compresa la nitrificazione e qualora attesi • AOX • CHCs • Solventi • Metalli pesanti • N totale • P totale Le emissioni in atmosfera (SOV totali e polveri) provenienti da E67A2 vengono monitorate da laboratorio esterno con cadenza semestrale; il registro delle emissioni è vidimato. Tali azioni verranno implementate anche per il punto di emissione E6 che verrà riattivato in seguito alla modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. Il valore di COD è controllato giornalmente da autocontrolli interni, inoltre tutti gli inquinanti presenti nelle acque reflue vengono determinate da laboratorio esterno secondo la periodicità prevista dal Regolamento Fognario. Nel file di autocontrollo del COD vengono riportate anche le portate giornaliere dell’acqua inviata a TAS e mensilmente viene monitorato l’indice di acqua inviata a trattamento su tonnellate di produzione. La produzione è in continuo per la linea esistente di produzione del RAV7, invece sulla nuova linea di produzione introdotta con la modifica sostanziale si opererà a batch. 26 Ok Ok Ok Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C • Cloruro • Bromuro • SO4-2 • Tossicità residua Per le emissioni in atmosfera • Monitorare l'andamento delle emissioni, che riflette le modalità operative del processo produttivo. • Qualora s’impieghino sistemi di abbattimento/recupero non ossidanti, ricorrere a sistemi di monitoraggio in continuo (quale ad es. il rivelatore a ionizzazione di fiamma - FID), in cui i gas esausti provenienti da vari processi sono trattati in un sistema di abbattimento centralizzato. • Monitorare le singole sostanze potenzialmente tossiche per l'ambiente nel caso queste siano rilasciate. Valutazione dei volumi dei flussi dei gas esausti dalle apparecchiature di processo ai sistemi di recupero/abbattimento. Per le caratteristiche quali-quantitative del processo non è previsto un sistema di controllo in continuo delle emissioni in atmosfera, ma si eseguono semestralmente analisi puntiformi per SOV e polveri, come prescritto nell’AIA. Annualmente viene verificato lo stato di efficienza della colonnina di abbattimento ad acqua (ugelli tappati). Le precedenti azioni verranno confermate anche per E6, punto di emissione riattivato con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. È stato implementato il sistema di registrazione delle attività di manutenzione della colonnina di abbattimento aspirazione generale. È presente un misuratore solo del flusso inviato a FIS, che viene monitorato mensilmente e riportato su file di gestione come produzione su tonnellata di prodotto finito. Le emissioni in atmosfera da E67A2 vengono misurate semestralmente in occasione delle analisi puntuali prescritte in AIA; analogamente si procederà per il punto di emissione E6 da riattivare con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. Ok Riutilizzo dei solventi Riutilizzare i solventi, per quanto possibile nel rispetto delle specifiche di purezza. A tale scopo si utilizza per i 'batch' successivi il solvente dei batch di un precedente ciclo di produzione, raccogliendo i solventi esausti, affinché siano depurati in sito od in altra sede, al fine della reintroduzione nel processo o del loro reimpiego per la produzione di calore in sito o altrove. Tutti i solventi/ reagenti utilizzati in eccesso vengono recuperati nei batch successivi (alcol allilico, DAC). L’alcol allilico prodotto nella trasformazione dell’intermedio di processo DAC viene riciclato nella sintesi primaria del DAC: 1. AA+DMC→DAC+MEOH; 2. DAC+DEG→RAV7+AA Le precedenti azioni verranno confermate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. Ok Trattamento dei gas esausti Tecniche di recupero/abbattimento dei VOC e livelli di emissione conseguibili Selezionare il sistema di Tutti gli sfiati di processo vengono Ok recupero/abbattimento tenendo conto del inviati a sistema seguente schema di flusso FIS/Torcia di stabilimento. Le precedenti azioni verranno confermate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7 Non applicabile Recupero/abbattimento dei COV con tecniche non ossidanti: livelli di emissioni realizzabili Nel caso si utilizzino tecniche non ossidanti di recupero o abbattimento dei COV, ridurre le emissioni ai livelli indicati alla tabella seguente 27 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C Parametro Livello medio di emissione da fonti localizzate * C organico 0,1 kg C/ora o 20 mg 3 totale C/m ** * Il periodo medio si riferisce al profilo delle emissioni, i livelli si riferiscono al gas asciutto e Nm3 **Il livello di concentrazione si riferisce alle portate senza diluizione con, ad es. flussi provenienti dalla ventilazione del locale o dell’edificio Recupero/abbattimento dei COV attraverso ossidazione/incenerimento termico od ossidazione catalitica: livelli di emissioni realizzabili Nel caso si utilizzino l’ossidazione/incenerimento termico o l’ossidazione catalitica, ridurre le emissioni dei COV ai livelli indicati alla tabella seguente Ossidazione/ince Portata nerimento massica termico od media ossidazione kg C/ora catalitica C organico totale <0,05 o Il tempo medio si riferisce al profilo delle 3 livelli si riferiscono al gas asciutto e Nm Invio a FIS/Torcia di stabilimento (confermato anche per la nuova linea di produzione RAV7). Ok Conc. media 3 mg C/m <5 emissioni, i Tecniche di recupero/abbattimento NOx Nel caso di ossidazione/incenerimento termico o di ossidazione catalitica, ottenere i livelli di emissione di NOX indicati alla tabella seguente, applicando dove necessario un sistema DeNOx (riduzione catalitica SCR o riduzione selettiva non catalitica SNCR) o lo svolgimento della combustione in due fasi Fonte Processi di produzion e chimici, ad es. nitrazione , recupero di acidi esausti Media kg/ora* 0,03÷1, 7 Media mg/m3* 7÷220** Osservazioni Il valore inferiore si riferisce a input di modesta entità nel sistema di rimozione a umido (scrubbing) e con H2O quale scrubber. Con livelli di carico elevati, i valori inferiori non sono realizzabili neppure utilizzando l’H2O2 Ossidazio 0,1÷0,3 13÷50*** ne/incene rimento termico, ossidazio ne catalitica Ossidazio 25÷150** Valori inferiori ne/incene * con SCR, valori rimento superiori con termico, SNCR ossidazio ne catalitica, input di composti organici azotati * NOX espressi come NO2, il periodo medio si riferisce al profilo delle emissioni 3 ** Livelli relativi al gas asciutto e a Nm 3 *** Livelli relativi al gas asciutto e a Nm Il processo produttivo non implica la produzione di NOx; in ogni caso è previsto l'invio, degli scarichi di esercizio, a FIS/Torcia di stabilimento (confermato anche per la nuova linea di produzione RAV7). Per i gas esausti da processi di produzione chimica, ottenere i livelli di emissione di NOX indicati alla tabella al punto precedente, applicando dove necessario tecniche di trattamento quali la rimozione a umido (scrubbing) o serie di separatori in cascata (scrubber cascade) aventi quale mezzo di rimozione l’H2O e/o H2O2. Recupero/abbattimento di HCl, Cl2, HBr, NH3, SOx, particolato e cianuri Raggiungere, nelle emissioni, livelli di Non applicabile concentrazione di HCl compresi tra 0,2÷7,5 mg/m3, o 0,001÷0.08 kg/ora, applicando dove 28 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C necessario tecniche di trattamento quali la rimozione a umido (scrubbing) aventi quale mezzo di rimozione l’H2O e/o H2O2. Raggiungere, nelle emisisoni, livelli di concentrazione di Cl2 compresi tra 0,1÷1 mg/m3, applicando dove necessario tecniche di trattamento quali l'assorbimento dell'eccesso di cloro e/o la rimozione a umido (scrubbing) avente quale mezzo di rimozione NaHSO3. Raggiungere, nelle emissioni, livelli di concentrazione di HBr <1 mg/m3, applicando dove necessario tecniche di trattamento quali la rimozione a umido (scrubbing) avente quale mezzo di rimozione H2O o NaOH. Raggiungere, nelle emissioni, livelli di concentrazione di NH3 compresi tra 0,1÷10 mg/m3, o 0,001÷0,1 kg/ora, applicando dove necessario tecniche di trattamento quali la rimozione a umido (scrubbing) avente quale mezzo di rimozione H2O. Ragguingere "fughe", "scivolamenti", di NH3 dai sistemi SCR o SNCR <2 mg/m3 o <0,02 kg/ora. Raggiungere, nelle emissioni, livelli di concentrazione di SOx compresi tra 1÷15 mg/m3, o 0,001÷0,1 kg/ora, applicando dove necessario tecniche di trattamento quali la rimozione a umido (scrubbing) avente quale mezzo di rimozione H2O o NaOH. Raggiungere, nelle emisisoni, livelli di concentrazione di particolato pari a 0,05÷5 mg/m3 o 0,001÷0,1 kg/ora applicando dove necessario dispositivi quali filtri a manica o sacco, filtri in tessuto, cicloni, la rimozione a umido (scrubbing) o la precipitazione elettrostatica umida (WESP). Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Rimozione ad umido delle polveri prima delle emissioni all’atmosfera da E67A2. Sul punto di emissione E6, che verrà riattivato in seguito alla modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7, è presente un sistema di trattamento di tipo scrubber venturi che servirà per l’abbattimento delle SOV emesse. Ok Non applicabile Rimuovere dai gas esausti i cianuri liberi e raggiungere livelli di emissione di 1 mg/m3 o 3 g/ora. Gestione e trattamento dei flussi di acque reflue Segregare e trattare preliminarmente o smaltire le acque madri derivanti dalle alogenazioni e dalle solfoclorurazioni. Trattare preliminarmente i flussi di acque reflue contenenti livelli tali di sostanze biologicamente attive da comportare un rischio per l’operazione di trattamento cui dovrebbero essere normalmente sottoposte o per l’ambiente ricettore in cui verranno rilasciate. Segregare e raccogliere separatamente gli acidi esausti, provenienti ad es. dai processi di sulfonazione o di nitrazione, ai fini del recupero in sito o all’esterno, o applicare le migliori tecniche disponibili per il pretrattamento dei carichi organici refrattari. Segregare e trattare preliminarmente i flussi di acque reflue contenenti carichi organici refrattari significativi in base ai parametri qui esposti. I carichi organici refrattari non sono significativi qualora il flusso delle acque reflue presenti una capacità di eliminazione mediante metodi biologici ('bioeliminabilità’) superiore all’80 - 90% circa. Qualora tale capacità sia inferiore, il carico organico refrattario non è significativo se associato a valori di TOC inferiori a circa 7,5 - 40 kg per batch o giornalieri. Per quanto riguarda i flussi di acque reflue segregati, si considera BAT raggiungere tassi complessivi di eliminazione del COD >95%, abbinando il pretrattamento al trattamento biologico. Non applicabile Non applicabile Non applicabile Tutte le acque reflue di processo vengono inviate a trattamento esterno (HERAmbiente). Prima dell’invio a trattamento viene normalizzato il valore di pH, entro il limite di omologa. Le precedenti azioni verranno confermate ed applicate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. 29 Ok Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C Rimozione dei solventi • Recuperare i solventi dai flussi di acque reflue, al fine del loro reimpiego in sito o in altra sede, nel caso in cui i costi di trattamento e d’acquisto di nuovi solventi superino i costi di recupero e purificazione. A tal fine si impiegano tecniche quali lo strippaggio (stripping), la distillazione/rettificazione, l’estrazione o una combinazione di tali tecniche. • Recuperare i solventi dai flussi di acque reflue ai fini della loro valorizzazione a scopi termici, nel caso in cui il bilancio energetico evidenzi la possibilità di sostituire i combustibili naturali nel loro complesso. Eliminazione dei composti alogenati dai flussi di acque reflue • Eliminare i CHC estraibili dai flussi di acque reflue, ricorrendo ad es. allo strippaggio (stripping), alla rettificazione o all’estrazione per raggiungere livelli di concentrazione cumulata <1 mg/l in uscita al pretrattamento o <0,1 in ingresso al trattamento biologico in sito o in ingresso al sistema di pubblica fognatura. • Pretrattare i flussi di acque reflue contenenti carichi significativi di AOX (composti organici alogenati assorbibili), per raggiungere livelli di media annuale compresi tra 0,5 e 8,5, all’ingresso dell’impianto di trattamento biologico delle acque reflue in sito o all’ingresso del sistema di pubblica fognatura. Eliminazione dei metalli pesanti dai flussi di acque reflue Pretrattare i flussi di acque reflue contenenti significativi livelli di metalli pesanti o composti di metalli pesanti provenienti dai processi in cui questi sono appositamente usati, per raggiungere le concentrazioni riportate di seguito, all’ingresso dell’impianto di trattamento biologico dei reflui o all’ingresso del sistema di pubblica fognatura Paramet ro Cu Livelli di media annuale 0,03÷0,4 mg/l Cr 0,04÷0,3 mg/l Ni 0,03÷0,3 mg/l Zn 0,1÷0,5 mg/l Le acque di lavaggio del prodotto vengono decantate e la fase organica più pesante viene separata per smiscelazione e riciclata. Le precedenti azioni verranno confermate ed applicate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. Ok Non applicabile Non applicabile Osservazioni I valori superiori sono associati all’impiego deliberato di metalli pesanti o di composti di metalli pesanti in numerosi processi, con pretrattamento dei flussi risultanti di reflui Nel caso si dimostri di poter realizzare livelli di eliminazione equivalenti, rispetto al trattamento preliminare abbinato a quello biologico delle acque reflue, ci si può avvalere unicamente di quest’ultimo se ciò permette di eliminare i metalli pesanti da tutti gli effluenti, a condizione che il trattamento biologico sia effettuato in loco e che i fanghi di trattamento siano inceneriti. Cianuri liberi • Ricondizionare i flussi di reflui contenenti cianuri liberi, per sostituire le materie prime ove tecnicamente possibile. • Pretrattare i flussi di acque reflue contenenti carichi significativi di cianuri, raggiungendo un tenore di cianuri pari o inferiore a 1 mg/l del flusso di acque Non applicabile 30 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C reflue trattate, o effettuare la biodegradazione in condizioni sicure in un impianto di trattamento biologico delle acque reflue. Trattamento biologico delle acque reflue • Trattare, in impianti di trattamento biologico delle acque reflue, gli effluenti con un importante carico organico, quali i flussi di acque reflue provenienti dai processi di produzione o le acque di risciacquo e lavaggio. • Assicurare che il trattamento delle acque reflue in un impianto comune sia nel complesso efficace quanto il trattamento in sito. • Sfruttare al massimo il potenziale di biodegradazione dell’insieme degli effluenti per raggiungere valori di eliminazione della BOD superiori al 99% e livelli medi annui di emissione BOD compresi tra 1 - 18 mg/l. I livelli si riferiscono agli effluenti dopo il trattamento biologico senza diluizione, ad es. mediante la miscelazione con acque di raffreddamento. • Raggiungere i livelli di emissione riportati di seguito Parametro COD P tot Valori (media annua *) 12÷250 mg/l 0,2÷1,5 mg/l N inorganico 2÷20 mg/l AOX 0,1÷1,7 mg/l Cu 0,007÷0,1 mg/l 0,004÷0,05 mg/l 0,01÷0,05 mg/l 0,1 mg/l 10÷20 mg/l Cr Ni Zn Solidi sospesi LIDF Tutte le acque reflue di processo vengono inviate a trattamento esterno (HERAmbiente). Prima dell’invio a trattamento viene normalizzato il valore di pH, entro il limite di omologa. Con cadenza semestrale vengono monitorati tutti gli inquinanti presenti nelle acque reflue inviate a trattamento. Le precedenti azioni verranno confermate ed attuate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. Ok Tutte le acque reflue di processo vengono inviate a trattamento esterno (HERAmbiente). Prima dell’invio a trattamento viene normalizzato il valore di pH, entro il limite di omologa. Con cadenza semestrale vengono Ok Osservazioni Il valore superiore è associato alla produzione di composti prevalentemente fosforici Il valore superiore è associato alla produzione di composti organici prevalentemente azotati o da processi, quali ad es. la fermentazione Il valore superiore è associato a numerose produzioni con notevole tenore di AOX ed al pretrattamento di flussi di acque reflue con significativi carichi di AOX Il valore superiore è associato all’impiego consapevole di metalli 1÷2 fattore La tossicità è diluizione anche espressa in termini di tossicità 2÷4 fattore per l'ambiente diluizione acquatico (livelli LIDA 1÷8 fattore CE50 ) diluizione LIDL 3÷16 fattore diluizione LIDEU 1,5 fattore diluizione * I livelli si riferiscono agli effluenti dopo il trattamento biologico senza diluizione, ad es. senza il mescolamento con acque di raffreddamento LIDD Monitoraggio degli effluenti totali • Monitorare regolarmente la totalità degli effluenti in entrata ed in uscita dall’impianto di trattamento biologico delle acque reflue. • Effettuare, a cadenza regolare, il monitoraggio biologico degli effluenti 31 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C totali dopo il loro trattamento nell’apposito impianto biologico, qualora si utilizzino o producano, intenzionalmente o meno, sostanze potenzialmente tossiche per l’ambiente. Nel caso vi siano problemi di tossicità residua (ad es. in caso di fluttuazioni del rendimento dell’impianto di trattamento biologico delle acque reflue riconducibili a cicli di produzione critici). • Ricorrere al monitoraggio telematico della tossicità in parallelo alla misurazione telematica del TOC. BAT Implementare un Sistema di Gestione Ambientale (SGA), specifico per la realtà produttiva in esame, che preveda : • la definizione di una politica ambientale da parte della Direzione (stabilire gli obblighi della Direzione rappresenta una condizione preliminare per il successo dell’implementazione dell’intero SGA); • la pianificazione e la stesura delle procedure necessarie; • l'implementazione delle procedure, facendo attenzione a: - struttura e responsabilità, - formazione, consapevolezza e competenza, - comunicazione, - partecipazione del personale, - documentazione, - controllo dell’efficienza del processo, - programma di mantenimento, - responsabilità e risposta alle emergenze, - conformità alla legislazione di salvaguardia ambientale; • la verifica della performance e l’effettuazione di azioni correttive, facendo attenzione a: - monitoraggio e misure, - azioni correttive e preventive, - archiviazione dei verbali, - attività di audit interni indipendenti per verificare l’efficacia e l’efficienza del SGA, • -riesame della direzione. Altri 3 ulteriori aspetti complementari ai precedenti, ma non vincolanti per la conformità alle BAT, sono : • esame e validazione del SGA da parte di un ente terzo indipendente; • stesura e pubblicazione (con possibile validazione esterna) di un periodico rapporto ambientale che descriva tutti gli aspetti ambientali significativi dell’insediamento, dal quale emerga un confronto tra gli obiettivi prefissati e raggiunti in campo ambientale e di settore; • implementazione e adesione volontaria ai sistemi internazionali EMAS e/o ISO 14001:2004, in modo da acquisire maggiore credibilità per il proprio SGA. Ciò vale soprattutto per l’EMAS, comunque sistemi non standardizzati di gestione ambientale possono risultare ugualmente efficaci ed efficienti se correttamente organizzati e implementati. monitorati tutti gli inquinanti presenti nelle acque reflue inviate a trattamento. Le precedenti azioni verranno confermate ed attuate anche con la modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7. Sistema di gestione ambientale Posizione ditta Adeguamento Ok Il Sistema di Gestione Ambientale UNI EN ISO 14000:2007 di ACOMON è certificato dal 29/05/2003 con il N° 5963. ACOMON partecipa, inoltre, al progetto di registrazione EMAS dell’APO di Ravenna EFFICIENZA ENERGETICA 32 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C BAT Miglioramento dell'efficienza energetica a livello di impianto Posizione ditta Adeguamento Gestione dell'efficienza energetica Mettere in atto e aderire ad un sistema di gestione dell'efficienza energetica (ENEMS) che comporta le caratteristiche sottoelencate, in funzione della situazione locale: • impegno della dirigenza; • definizione, da parte dalla dirigenza, di una politica in materia di efficienza energetica per l'impianto; • pianificazione e definizioni di obiettivi e traguardi intermedi; • applicazione e funzionamento delle procedure, con particolare riferimento a: struttura e responsabilità del personale; formazione, sensibilizzazione e competenza; comunicazione; coinvolgimento del personale; documentazione; controllo efficiente dei processi; programmi di manutenzione; preparazione alle emergenze e risposte; garanzia di conformità alla legislazione e agli accordi in materia di efficienza energetica (ove esistano); • valutazioni comparative (benchmarking); • controllo delle prestazioni e adozione di azioni correttive con particolare riferimento a: monitoraggio e misure; azioni preventive e correttive; mantenimento archivi; audit interno indipendente (se possibile) per determinare se il sistema ENEMS corrisponde alle disposizioni previste e se è stato messo in atto e soggetto a manutenzione correttamente; • riesame dell'ENEMS da parte della dirigenza e verifica della sua costante idoneità, adeguatezza ed efficacia; • nella progettazione di una nuova unità, considerazione dell'impatto ambientale derivante dalla dismissione; • sviluppo di tecnologie per l'efficienza energetica e aggiornamento sugli sviluppi delle tecniche nel settore. Un sistema ENEMS può anche comprendere le seguenti attività facoltative: • preparazione e pubblicazione (con e senza convalida esterna) di una dichiarazione periodica sull'efficienza energetica, che permetta una comparazione rispetto agli obiettivi e ai traguardi fissati di anno in anno; • esame e convalida esterna del sistema di gestione e della procedura di audit; • messa in atto e adesione ad un sistema volontario di gestione, riconosciuto a livello nazionale o internazionale, per l'efficienza energetica. Miglioramento ambientale costante Ridurre al minimo l'impatto ambientale di un impianto pianificando gli interventi e gli investimenti in maniera integrata e articolandoli sul breve, medio e lungo termine, tenendo conto del rapporto costibenefici e degli effetti incrociati. Per tutti gli impianti le decisioni riguardanti la pianificazione e gli investimenti devono prendere in esame l'obiettivo complessivo di lungo termine di ridurre l'impatto ambientale dell'operazione. Il miglioramento può essere graduale, e non necessariamente lineare, e deve tener La gestione dell’efficienza energetica è parte integrante del SGA. I consumi energetici (vapore e energia) vengono riportati nel file di gestione e mensilmente viene monitorato l’indice di TEP su tonnellate di produzione. È presente un sistema di accensione e spegnimento comandato da sistema crepuscolare e astronomico. Che permette di ottimizzare l’uso delle luci nella parte esterna. 33 OK Sostituzione dell’impianto di illuminazione con lampade da 36 W contro le attuali da 40 W per la zona di impianto produttivo; analoga sostituzione con lampade da 14 W contro gli attuali 20 W per la zona ufficio. Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C conto degli effetti incrociati, come il maggior consumo di energia connesso alla riduzione dell'inquinamento atmosferico. Non è possibile eliminare completamente gli impatti ambientali e in alcune occasioni il rapporto costi-benefici delle misure potrà essere esiguo o nullo. Occorre tuttavia tenere presente che nel tempo la redditività può cambiare. Individuazione degli aspetti connessi all'efficienza energetica di un impianto e possibilità di risparmio energetico • Individuare attraverso un audit gli aspetti di un impianto che incidono sull'efficienza energetica. È importante che l'audit sia compatibile con l'approccio sistemico. Da applicare a tutti gli impianti esistenti e prima di programmare ammodernamenti o nuove costruzioni. L'audit può essere interno o esterno. • Garantire che l'audit individui i seguenti elementi: - consumo e tipo di energia utilizzata nell'impianto, nei sistemi che lo costituiscono e nei processi, - apparecchiature che consumano energia, tipo e quantità di energia utilizzata nell'impianto, - possibilità di ridurre al minimo il consumo di energia, ad esempio provvedendo a: - contenere/ridurre i tempi di esercizio dell'impianto, ad esempio spegnendolo se non viene utilizzato, - garantire il massimo isolamento possibile, - ottimizzare i servizi, i sistemi e i processi associati (si veda la BAT per i sistemi che consumano energia) - possibilità di utilizzare fonti alternative o di garantire un uso più efficiente dell'energia, in particolare l'energia in eccesso proveniente da altri processi e/o sistemi, - possibilità di utilizzare l'energia in eccesso in altri processi e/o sistemi, - possibilità di migliorare la qualità del calore. • Utilizzare gli strumenti o le metodologie più adatti per individuare e quantificare l'ottimizzazione dell'energia, ad esempio: - modelli e bilanci energetici, database, - tecniche quali la metodologia della pinch analysis, l'analisi exergetica o dell'entalpia o le analisi termoeconomiche, - stime e calcoli. • Individuare le opportunità per ottimizzare il recupero dell'energia nell'impianto, tra i vari sistemi dell'impianto e/o con dei terzi. Questa BAT può trovare applicazione solo se esiste la possibilità di utilizzare adeguatamente il tipo di calore in eccesso recuperabile, nelle quantità disponibili. L’ottimizzazione dei consumi energetici all’interno dello stabilimento è una buona prassi assodata, ricordando che l’alimentazione è vincolata ad altra società dello Stabilimento Multisocietario. Ok Controllo degli scarichi di condensa per verifica della quantità di vapore disperso ed implementazione di eventuale piano di mitigazione e miglioramento delle perdite. Approccio sistemico alla gestione dell'energia • Ottimizzare l'efficienza energetica con un approccio sistemico alla gestione dell'energia dell'impianto. Tra i sistemi che è possibile prendere in 34 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C considerazione ai fini dell'ottimizzazione in generale figurano i seguenti: - unità di processo (si vedano i BREF settoriali), - sistemi di riscaldamento quali: - vapore, - acqua calda, - sistemi di raffreddamento e vuoto (si veda il BREF sui sistemi di raffreddamento industriali), - sistemi a motore quali: - aria compressa, - pompe, - sistemi di illuminazione, - sistemi di essiccazione, separazione e concentrazione. Istituzione e riesame degli obiettivi e degli indicatori di efficienza energetica • Istituire indicatori di efficienza energetica procedendo a: - individuare indicatori adeguati di efficienza energetica per un dato impianto e, se necessario, per i singoli processi, sistemi e/o unità, e misurarne le variazioni nel tempo o dopo l'applicazione di misure a favore dell'efficienza energetica; - individuare e registrare i limiti opportuni associati agli indicatori; - individuare e registrare i fattori che possono far variare l'efficienza energetica dei corrispondenti processi, sistemi e/o unità. I dati sull'energia secondaria o finale sono in genere utilizzati per monitorare le situazioni in corso. In alcuni casi è possibile utilizzare più di un indicatore dell'energia secondaria o finale per ciascun processo (ad esempio, sia vapore che elettricità). Se si decide di utilizzare (o variare) i vettori di energia e le apparecchiature tecniche, come indicatore si può anche utilizzare l'energia secondaria o finale. È tuttavia possibile utilizzare altri indicatori come l'energia primaria o il bilancio del carbonio per tener conto dell'efficienza di produzione di un vettore dell'energia secondaria e dei suoi effetti incrociati, in funzione delle circostanze locali. Valutazione comparativa (benchmarking) Effettuare sistematicamente delle comparazioni periodiche con i parametri di riferimento (o benchmarks) settoriali, nazionali o regionali, ove esistano dati convalidati. Il periodo che intercorre tra due valutazioni comparative dipende dal settore ma in genere è di vari anni: i dati dei parametri, infatti, non cambiano rapidamente o in maniera significativa nell'arco di poco tempo. Progettazione ai fini dell'efficienza energetica (EED) • Ottimizzare l'efficienza energetica al momento della progettazione di un nuovo impianto, sistema o unità o prima di procedere ad un ammodernamento importante; a tal fine: - è necessario avviare la progettazione ai fini dell'efficienza energetica fin dalle prime fasi della progettazione concettuale/di base, anche se non sono stati completamente definiti gli investimenti previsti; inoltre, tale progettazione deve essere integrata anche nelle procedure di appalto; Verifica mensile dei consumi energetici (vapore ed energia) Ok Non applicabile Nella scelta, seppure limitata delle attrezzature si applicano le migliori tecniche possibili compatibilmente con l’impatto economico. 35 Ok Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C - occorre sviluppare e/o scegliere le tecnologie per l'efficienza energetica; - può essere necessario raccogliere altri dati nell'ambito del lavoro di progettazione, oppure separatamente per integrare i dati esistenti o colmare le lacune in termini di conoscenze; - l'attività di progettazione ai fini dell'efficienza energetica deve essere svolta da un esperto in campo energetico; - la mappatura iniziale del consumo energetico dovrebbe tener conto anche delle parti all'interno delle organizzazioni che partecipano al progetto che incideranno sul futuro consumo energetico e si dovrà ottimizzare l'attività EED con loro (le parti in questione possono essere, ad esempio, il personale dell'impianto esistente incaricato di specificare i parametri operativi). Se all'interno dell'azienda non vi sono competenze in materia di efficienza energetica (ad esempio nel caso di industrie a bassa intensità energetica), è opportuno rivolgersi a specialisti esterni. Maggiore integrazione dei processi Ottimizzare l'impiego di energia tra vari processi o sistemi all'interno di un impianto o con terzi. Mantenere lo slancio delle iniziative finalizzate all'efficienza energetica • Mantenere "lo slancio" del programma a favore dell'efficienza energetica con varie tecniche, quali: - la messa in atto di un sistema specifico di gestione dell'energia; - una contabilità dell'energia basata su valori reali (cioè misurati), che imponga l'onore e l'onere dell'efficienza energetica sull'utente/chi paga la bolletta; - la creazione di centri di profitto nell'ambito dell'efficienza energetica; - la valutazione comparativa; - una nuova visione dei sistemi di gestione esistenti; - l'utilizzo di tecniche per la gestione dei cambiamenti organizzativi. Tecniche come quelle descritte ai primi tre punti precedenti si applicano sulla base dei dati presentati nei rispettivi capitoli. Le tecniche come le ultime tre dovrebbero applicarsi ad una distanza di tempo sufficiente per poter valutare i risultati ottenuti nell'ambito del programma per l'efficienza energetica, cioè vari anni. Mantenimento delle competenze • Mantenere le competenze in materia di efficienza energetica e di sistemi che utilizzano l'energia con tecniche quali: - assunzione di personale qualificato e/o formazione del personale. La formazione può essere impartita da personale interno, da esperti esterni, attraverso corsi ufficiali o con attività di autoapprendimento/sviluppo; - esercizi periodici in cui il personale viene messo a disposizione per svolgere controlli programmati o specifici (negli impianti in cui abitualmente opera o in altri); - messa a disposizione delle risorse interne disponibili tra vari siti; - ricorso a consulenti competenti per controlli programmati; La gestione delle linee di distribuzione del vapore è affidata ad RSI (consorziate) in modo da avere la massima efficienza con la riduzione degli sprechi. Come misura di recupero energetico, la condensa derivante dall’utilizzo del vapore viene riutilizzata dall’impianto di produzione delle acque (RSI). Come da SGA Ok Ok Ok 36 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C - esternalizzazione di sistemi e/o funzioni specializzati. Controllo efficace dei processi Come da SGA Ok • Garantire la realizzazione di controlli efficaci dei processi procedendo a: - mettere in atto sistemi che garantiscono che le procedure siano conosciute, capite e rispettate; - garantire che vengano individuati i principali parametri di prestazione, che vengano ottimizzati ai fini dell'efficienza energetica e che vengano monitorati; - documentare o registrare tali parametri. Manutenzione Piano di controllo verifica e taratura dei Ok • Effettuare la manutenzione degli misuratori fiscali di vapore (annuale). impianti al fine di ottimizzarne l'efficienza energetica applicando tutte le tecniche descritte di seguito: - conferire chiaramente i compiti di pianificazione ed esecuzione della manutenzione; - definire un programma strutturato di manutenzione basato sulle descrizioni tecniche delle apparecchiature, norme ecc. e sugli eventuali guasti delle apparecchiature e le relative conseguenze. Può essere opportuno programmare alcune operazioni di manutenzione nei periodi di chiusura dell'impianto; - integrare il programma di manutenzione con opportuni sistemi di registrazione e prove diagnostiche; - individuare, nel corso della manutenzione ordinaria o in occasione di guasti e/o anomalie, eventuali perdite di efficienza energetica o punti in cui sia possibile ottenere dei miglioramenti; - individuare perdite, guasti, usure e altro che possano avere ripercussioni o limitare l'uso dell'energia e provvedere a porvi rimedio al più presto. La decisione di effettuare le riparazioni tempestivamente deve essere presa tenendo conto anche della necessità di mantenere la qualità del prodotto e la stabilità del processo e degli aspetti legati alla salute e alla sicurezza. Monitoraggio e misura Controllo periodico dei misuratori fiscali del Ok Istituire e mantenere procedure vapore. documentate volte a monitorare e Il parametro è un controllo di processo misurare periodicamente i principali continuo (DCS) elementi che caratterizzano le operazioni e le attività che possono presentare notevoli ripercussioni sull'efficienza energetica. Nel prosieguo del documento vengono illustrate alcune tecniche adatte allo scopo. Le BAT generiche di cui sopra sottolineano l'importanza di considerare l'impianto nel suo insieme e a valutare il fabbisogno e le finalità dei vari sistemi, le energie associate e le rispettive interazioni. Tali tecniche comprendono anche: - l'analisi e la valutazione comparativa del sistema e delle sue prestazioni; - la pianificazione di interventi e investimenti per ottimizzare l'efficienza energetica alla luce del rapporto costi-benefici e degli effetti incrociati; - per i sistemi nuovi, l'ottimizzazione dell'efficienza energetica a livello di progettazione dell'impianto, dell'unità o del sistema e di scelta dei processi; - per i sistemi esistenti, l'ottimizzazione dell'efficienza energetica del sistema nell'ambito del suo funzionamento e della gestione, comprese le attività periodiche di monitoraggio e manutenzione. BAT per l'efficienza energetica in sistemi, processi, attività o attrezzature che consumano energia Le BAT che seguono partono pertanto dal presupposto che le suddette BAT generiche si applichino anche ai sistemi sotto elencati nell'ambito della rispettiva ottimizzazione. BAT Combustione Posizione ditta 37 Adeguamento Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C Presenza di impianti di cogenerazione Riduzione del flusso di gas emessi dalla combustione riducendo gli eccessi d’aria Abbassamento della temperatura dei gas di scarico attraverso: 1. Dimensionamento per il massimo delle prestazioni con un fattore di sicurezza per sovraccarico. 2. Aumento dello scambio di calore di processo aumentando sia il coefficiente di scambio (ad es. installando dispositivi che aumentino la turbolenza del fluido di scambio termico) oppure aumentando o migliorando la superficie di scambio termico. 3. Recupero del calore dai gas esausti attraverso un ulteriore processo (per es. produzione di vapore con utilizzo di economizzatori). 4. Installazione di scambiatori di calore per il preriscaldamento di aria o di acqua o di combustibile, che utilizzino il calore dei fumi esausti. 5. Pulizia delle superfici di scambio termico dai residui di combustione (ceneri, particolato carbonioso) al fine di mantenere un’alta efficienza di scambio termico Preriscaldamento del gas di combustione con i gas di scarico, riducendone la temperatura di uscita Presenza di bruciatori rigenerativi e recuperativi Sistemi automatizzati di regolazione dei bruciatori al fine di controllare la combustione attraverso il monitoraggio e controllo del flusso d’aria e di combustibile, del tenore di ossigeno nei gas di scarico e la richiesta di calore Scelta del combustibile che deve essere motivata in relazione alle sue caratteristiche: potere calorifico, eccesso di aria richiesto, eventuali combustibili da fonti rinnovabili. Si fa notare che l’uso di combustibili non fossili è maggiormente sostenibile, anche se l’energia in uso è inferiore. Uso di ossigeno come comburente in alternativa all’aria Riduzione delle perdite di calore mediante isolamento: in fase di installazione degli impianti prevedere adeguati isolamenti delle camere di combustione e delle tubazioni degli impianti termici, predisponendo un loro controllo, manutenzione ed eventuali sostituzioni quando degradati. Riduzione delle perdite di calore dalle porte di accesso alla camera di combustione: perdite di calore si possono verificare per irraggiamento durante l’apertura di portelli d’ispezione, di carico/scarico o mantenuti aperti per esigenze produttive dei forni. In particolare per impianti che funzionano a più di 500°C Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Sistemi a vapore Ottimizzazione del risparmio energetico nella progettazione e nell’installazione delle linee di distribuzione del vapore. Utilizzo di turbine in contropressione invece di valvole di riduzione di pressione del vapore al fine di limitare le perdite di energia, se la potenzialità dell’impianto e i costi giustificano l’uso di una turbina. Miglioramento delle procedure operative e di controllo della caldaia Il vapore è fornito da società esterna, coinsediata; per le linee di arrivo (utenze), Acomon provvede alla coibentazione. Non applicabile Non applicabile 38 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C Utilizzo dei controlli sequenziali delle caldaie nei siti in cui sono presenti più caldaie. In tali casi deve essere analizzata la domanda di vapore e le caldaie in uso, per ottimizzare l’uso dell’energia riducendo i cicli brevi delle stesse caldaie Installazione di una serranda di isolamento sui fumi esausti della caldaia. Da applicare quando due o più caldaie sono collegate ad un unico camino. Ciò evita, a caldaia ferma, movimento di aria in convezione naturale dentro e fuori alla caldaia, limitando quindi le perdite energetiche. Preriscaldamento dell’acqua di alimentazione Prevenzione e rimozione dei depositi sulle superfici di scambio termico Minimizzazione degli svuotamenti della caldaia attraverso miglioramenti nel trattamento dell’acqua di alimentazione. Installazione di un sistema automatico di dissoluzione dei solidi formatisi. Ripristino del refrattario della caldaia Ottimizzazione dei dispositivi di deareazione che rimuovono i gas dall’acqua di alimentazione. Minimizzazione delle perdite dovute a cicli di funzionamento brevi delle caldaie Programma di manutenzione delle caldaie. Chiusura delle linee inutilizzate di trasporto del vapore, eliminazione delle perdite nelle tubazioni Isolamento termico delle tubazioni del vapore e della condensa di ritorno, comprese valvole, apparecchi, ecc... Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Non applicabile Tutte le linee e le apparecchiature collegate al vapore sono adeguatamente coibentate. Verrà effettuata una valutazione tecnicoeconomica sulla fattibilità di migliorare l’isolamento termico delle valvole e della strumentazione. Verrà effettuata una valutazione tecnicoeconomica sulla fattibilità di controllare gli scarichi di condensa per verifica della quantità di vapore disperso ed implementazione di eventuale piano di mitigazione e miglioramento delle perdite. La condensa derivante dall’utilizzo del vapore viene riutilizzata dall’impianto di produzione delle acque (RSI) ai fini del recupero energetico: OK Implementazione di un programma di controllo e riparazione delle trappole per vapore. Collettamento riutilizzo delle condense per il Verrà effettuata una valutazione tecnicoeconomica sulla fattibilità di realizzazione di apposito progetto per il recupero di vapore da scarichi di condensa ad alta pressione. Non applicabile Riutilizzo del vapore che si forma quando il condensato ad alta pressione subisce un’espansione. (flash steam) Recupero dell’energia a seguito di scarico rapido della caldaia (blowdown). Recupero di calore Mantenere l'efficienza degli scambiatori di calore tramite: a) monitoraggio periodico dell'efficienza b) prevenzione o eliminazione delle incrostazioni Tutti gli scambiatori sono dotati di strumentazione con segnale a distanza che permette di valutare l’efficienza delle macchine. In caso di riduzione della resa si procede a manutenzione e eliminazione delle incrostazioni. Cogenerazione Cercare soluzioni per la cogenerazione (richiesta di calore e potenza elettrica), all'interno dell'impianto e/o all'esterno (con terzi) Non applicabile Alimentazione elettrica fornita Aumentare il fattore di potenza, utilizzando le seguenti tecniche, se e dove applicabili: - Installazione di condensatori nei circuiti a corrente alternata al fine di diminuire la potenza reattiva. - Minimizzazione delle condizioni di minimo carico dei motori elettrici. - Evitare il funzionamento dell’apparecchiatura oltre la sua Attualmente l’attività di diminuzione della potenza reattiva è condotta direttamente dal gestore che fornisce l’alimentazione elettrica. In fase di progettazione vengono analizzati e acquistati motori elettrici in base alla tensione disponibile, conseguentemente i cavi di potenza, morsettiere, ecc.. saranno 39 Studio di un progetto che valuti costi benefici di un eventuale rifasamento elettrico In caso di sostituzione o acquisto di nuovi motori elettrici si prediligono motori con maggiore efficienza energetica Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C tensione nominale - Quando si sostituiscono motori elettrici, utilizzare motori ad efficienza energetica - Applicazione di filtri per l’eliminazione - delle armoniche prodotte da alcuni carichi non lineari. Ottimizzare l’efficienza della fornitura di potenza elettrica, utilizzando le seguenti tecniche, se e dove applicabili: - Assicurarsi che i cavi siano dimensionati per la potenza elettrica richiesta - Mantenere i trasformatori di linea ad un carico operativo oltre il 40-50%. Per gli impianti esistenti applicarlo se il fattore di carico è inferiore al 40%. In caso di sostituzione prevedere trasformatori a basse perdite e predisporre un carico del 40-75%. - Installare trasformatori ad alta efficienza e basse perdite Collocare i dispositivi con richieste di corrente elevata vicino alle sorgenti di potenza (per es. trasformatori). dimensionati in base alle potenze elettriche richieste. Analoga verifica e attività viene svolta nel caso di sostituzione dei motori. I trasformatori presenti in azienda sono stati progettati ed installati per la copertura di 4 impianti produttivi. Per cui non si prevedono sostituzioni a breve termine; l’avvio della linea oggetto di modifica sostanziale si provvederà a valutare il fattore di carico. Motori elettrici Ottimizzare i motori elettrici nel seguente ordine: - Ottimizzare tutto il sistema di cui i motori fanno parte (ad esempio, il sistema di raffreddamento). - Ottimizzare i motori del sistema secondo i nuovi requisiti di carico a utilizzando una o più delle seguenti tecniche, se e dove applicabili: a. Utilizzo di motori ad efficienza energetica (EEM) b. Dimensionamento adeguato dei motori c. Installazione di inverter (variabile speed drivers VSD). d. Installare trasmissioni e riduttori ad alta efficienza. e. Prediligere la connessione diretta senza trasmissioni. f. Prediligere cinghie sincrone al posto di cinghie a V. g. Prediligere ingranaggi elicoidali al posto di ingranaggi a vite senza fine. h. Riparare i motori secondo procedure che ne garantiscano la medesima efficienza energetica oppure prevedere la sostituzione con motori ad efficienza energetica. i. Evitare le sostituzioni degli avvolgimenti o utilizzare aziende di manutenzione certificate. j. Verificare il mantenimento dei parametri di potenza dell’impianto. k. Prevedere manutenzione periodica, ingrassaggio e calibrazione dei dispositivi. - Una volta ottimizzati i sistemi che consumano energia, ottimizzare i motori (non ancora ottimizzati) secondo i criteri seguenti: - dare priorità alla sostituzione dei motori non ottimizzati che sono in esercizio per oltre 2000 ore l'anno con motori a efficienza energetica (EEMs); - dotare di variatori di velocità (VSDs) i motori elettrici che funzionano con un carico variabile e che per oltre il 20% del tempo di esercizio operano a meno del 50% della loro capacità e sono in esercizio per più di 2000 ore l'anno. In fase di progettazione vengono condotti appositi studi per ottimizzare il sistema. In fase di progettazione vengono analizzati e acquistati motori elettrici in base alla tensione disponibile, nel caso di motori che hanno funzionamento costante sono già presenti gli inverter, non sono invece stati installati su quelli che lavorano in discontinuità., (bilancio costi benefici) Già attuato per la maggior parte delle pompe presenti in linea produttiva. La manutenzione dei motori viene eseguita da ditte terze specializzate, e possibilmente certificate. Sono presenti all’interno della cabina elettrica due misuratori di potenza che permettono la il controllo della potenza dell’impianto. L’attività manutentiva è parte del SGA. Ad oggi la gran parte dei motori elettrici non hanno funzionamento continuo (es motori che alimentano le pompe di scarico delle cisterne, agitatori ecc..), per cui il bilancio sulle ore di utilizzo non sarebbe possibile eseguirlo correttamente. L’eventuale sostituzione del motore elettrico avviene in caso di rottura o segnalazione di possibile difformità durante le attività di controllo e/o manutenzione. I motori più sensibili sono 40 In caso di sostituzione o acquisto di nuovi motori elettrici si prediligono motori con maggiore efficienza energetica Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C dotati di scorta. Sistemi ad aria compressa Ottimizzare i sistemi ad aria compressa (CAS) utilizzando le seguenti tecniche, se e dove applicabili: a. Progettazione del sistema a pressioni multiple (es. due reti a valori diversi di pressione) qualora i dispositivi di utilizzo richiedano aria compressa a pressione diversa, volume di stoccaggio dell’aria compressa, dimensionamento delle tubazioni di distribuzione dell’aria compressa e il posizionamento del compressore. b. Ammodernamento dei compressori per aumentare il risparmio energetico. c. Migliorare il raffreddamento, la deumidificazione e il filtraggio. d. Ridurre le perdite di pressione per attrito (per esempio aumentando il diametro dei condotti). e. Miglioramento dei sistemi (motori ad elevata efficienza, controlli di velocità sui motori). f. Utilizzare sistemi di controllo, in particolare nelle installazioni con multicompressori per aria compressa. g. Recuperare il calore sviluppato dai compressori, per altre funzioni ad esempio per riscaldamento di aria o acqua tramite scambiatori di calore. h. Utilizzare aria fredda esterna come presa d’aria in aspirazione anziché l’aria a temperatura maggiore di un ambiente chiuso in cui è installato il compressore. i. Il serbatoio di stoccaggio dell’aria compressa deve essere installato vicino agli utilizzi di aria compressa altamente fluttuanti. j. Riduzione delle perdite di aria compressa attraverso una buona manutenzione dei sistemi e effettuazione di test che stimino le quantità di perdite di aria compressa. Sostituzione e manutenzione dei filtri con maggiore frequenza al fine di limitare le perdite di carico. Non applicabile Sistemi di pompaggio Ottimizzare i sistemi di pompaggio utilizzando le seguenti tecniche, se e dove applicabili: a. Nella progettazione evitare la scelta di pompe sovradimensionate. Per quelle esistenti valutare i costi/benefici di una eventuale sostituzione. b. Nella progettazione selezionare correttamente l’accoppiamento della pompa con il motore necessario al suo funzionamento. c. Nella progettazione tener conto delle perdite di carico del circuito al fine della scelta della pompa. d. Prevedere adeguati sistemi di controllo e regolazione di portata e prevalenza dei sistemi di pompaggio: - Disconnettere eventuali pompe inutilizzate. - Valutare l’utilizzo di inverter (non applicabile per flussi costanti). - Utilizzo di pompe multiple controllate in alternativa da inverter, by-pass, o valvole. e. Effettuare una regolare manutenzione. Qualora una manutenzione non programmata diventi eccessiva, In fase di progettazione vengono valutate pompe in grado di garantire una curva di lavoro adeguata al processo. In taluni casi il motore elettrico viene dimensionato al fine di garantire il corretto funzionamento della pompa all’interno dell’intera curva di lavoro. Non sono presenti batterie complesse di pompaggio. 41 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C valutare i seguenti aspetti: cavitazione, guarnizioni, pompa non adatta a quell’utilizzo. f. Nel sistema di distribuzione minimizzare il numero di valvole e discontinuità nelle tubazioni, compatibilmente con le esigenze di operatività e manutenzione. Nel sistema di distribuzione evitare il più possibile l’utilizzo di curve (specialmente se strette) e assicurarsi che il diametro delle tubazioni non sia troppo piccolo Sistemi HVAC (Heating Ventilation and Air conditioning - ventilazione, riscaldamento e aria condizionata) HVAC sono sistemi composti da differenti componenti, per alcuni dei quali le BAT sono state indicate nei punti precedenti: per il riscaldamento, per il pompaggio fluidi, per scambiatori e pompe di calore, per ventilazione e riscaldamento/raffreddamento degli ambienti. Ottimizzare i sistemi HVAC ricorrendo alle Il sistema di riscaldamento e raffrescamnto Per eliminare l’eventuale presenza di tecniche descritte di seguito: è legato al sistema produttivo. polveri all’interno delle condotte di - Progettazione integrata dei sistemi di Ciò sta ad indicare che il condizionamento areazione verrà implementato lo studio di ventilazione con identificazione delle viene eseguito mediante l’utilizzo del ciclo un progetto per innalzare il punto di aree da assoggettare a ventilazione frigorifero di alimentazione all’impianto e il aspirazione della palazzina uffici. riscaldamento mediante vapore a 4,5 generale, specifica o di processo. - Nella progettazione ottimizzare numero, BarG periodicità annuale vengono forma e dimensione delle bocchette Con ispezionate ed eventualmente puliti i d’aerazione. condotti di areazione presenti, nonché i - Utilizzare ventilatori ad alta efficienza e filtri presenti sulle bocche di areazione progettati per lavorare nelle condizioni operative ottimali. - Buona gestione del flusso d’aria, prevedendo un doppio flusso di ventilazione in base alle esigenze. - Progettare i sistemi di aerazione con condotti circolari di dimensioni sufficienti, evitando lunghe tratte ed ostacoli quali curve e restringimenti di sezione. - Nella progettazione considerare l’installazione di inverter per i motori elettrici. - Utilizzare sistemi di controllo automatici. Integrazione con un sistema centralizzato di gestione. - Nella progettazione valutare l’integrazione del filtraggio dell’aria all’interno dei condotti e del recupero di calore dall’aria esausta. - Nella progettazione ridurre il fabbisogno di riscaldamento/raffreddamento attraverso: l’isolamento degli edifici e delle vetrature, la riduzione delle infiltrazioni d’aria, l’installazione di porte automatizzate e impianti di regolazione della temperatura, ridurre il set-point della temperatura nel riscaldamento e alzare il set-point nel raffreddamento. - Migliorare l’efficienza dei sistemi di riscaldamento attraverso: il recupero del calore smaltito, l’utilizzo di pompe di calore, installazione di impianti di riscaldamento specifici per alcune aree e abbassando contestualmente la temperatura di esercizio dell’impianto generale in modo da evitare il riscaldamento di aree non occupate. - Migliorare l’efficienza dei sistemi di raffreddamento implementando il “free cooling” (aria di raffreddamento esterna). - Interrompere il funzionamento della ventilazione, quando possibile. - Garantire l’ermeticità del sistema e controllare gli accoppiamenti e le giunture. Verificare i flussi d’aria e il bilanciamento del sistema, l’efficienza di riciclo aria, le perdite di pressione, la pulizia e sostituzione dei filtri. 42 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C Illuminazione Ottimizzare i sistemi di illuminazione artificiali utilizzando le seguenti tecniche, se e dove applicabili:a. Identificare i requisiti di illuminazione in termini di intensità e contenuto spettrale richiesti. b. Pianificare spazi e attività in modo da ottimizzare l’utilizzo della luce naturale. c. Selezionare apparecchi di illuminazione specifici per gli usi prefissati. d. Utilizzare sistemi di controllo dell’illuminazione quali sensori, timer, ecc.;e. Addestrare il personale ad un uso efficiente degli apparecchi di illuminazione. È presente un sistema di accensione e spegnimento comandato da sistema crepuscolare e astronomico. Che permette di ottimizzare l’uso delle luci nella parte esterna. L’ottimizzazione dell’uso della luce artificiale è parte integrante del SGA. Le postazioni di lavoro sono tutte studiate n modo da avere, in conformità con la migliore ergonomia, la migliore illuminazione naturale. Sostituzione dell’impianto di illuminazione con lampade da 36 W contro le attuali da 40 W per la zona di impianto produttivo; analoga sostituzione con lampade da 14 W contro gli attuali 20 W per la zona ufficio Processi di essiccazione, separazione e concentrazione Ottimizzare i sistemi di essiccazione, separazione e concentrazione utilizzando le seguenti tecniche, se e dove applicabili: a) Selezionare la tecnologia ottimale o una combinazione di tecnologie di separazione. b) Usare calore in eccesso da altri processi, qualora disponibile. c) Utilizzo di processi meccanici quali per esempio: filtrazione, filtrazione a membrana al fine di raggiungere un alto livello di essiccazione al più basso consumo energetico. d) Utilizzo di processi termici, per esempio:essiccamento con riscaldamento diretto, essiccamento con riscaldamento indiretto, concentrazione con evaporatori a multiplo effetto. e) Essiccamento diretto (per convezione). f) Essiccamento diretto con vapore surriscaldato. g) Recupero del calore (incluso compressione meccanica del vapore (MVR) e pompe di calore). h) Ottimizzazione dell’isolamento termico del sistema di essiccazione, comprese eventuali tubazioni del vapore e della condensa di ritorno. i) Utilizzo di processi ad energia radiante (irraggiamento): o infrarosso (IR) o alta frequenza (HF) o microwave (MW). Automazione dei processi di essiccamento. Non applicabile EMISSIONI DALLE ATTIVITA' DI STOCCAGGIO E MOVIMENTAZIONE DI SOSTANZE ANCHE PERICOLOSE Operazioni di scarico, stoccaggio e movimentazione di sostanze liquide e gas liquefatti BAT Posizione ditta Adeguamento Realizzare la progettazione dei serbatoi considerando: - le caratteristiche chimico-fisiche delle sostanze stoccate; - come è gestito il deposito, qual è livello di strumentazione necessario, quanti operatori sono necessari, e quale sarà il loro carico di lavoro; - come gli operatori vengono informati sulle deviazioni dalle normali condizioni di processo (allarmi); - la tipologia di protezione del serbatoio da eventi anomali (istruzioni di sicurezza, sistemi di blocco, dispositivi di scarico della pressione, rilevazione perdite, sistemi di contenimento, ecc.); - quali equipaggiamenti devono essere installati, in base alle norme di buona tecnica e alle esperienze pregresse (materiali da costruzione, tipologia delle I serbatoi sono in acciaio al carbonio o acciaio inossidabile a seconda della sostanza stoccata (prodotto finito in acciaio inossidabile, materie prime o solventi, non corrosivi, acciaio al carbonio). Le operazioni di collegamento dei tank ai serbatoi di stoccaggio, per il travaso, sono eseguite da personale di Produzione ACOMON ed il travaso è monitorato dalla sala controllo attraverso i controlli a DCS di livelli, pressione e temperatura. Tutti i serbatoi contenenti sostanze tossiche sono dotati di valvole HV on-off attuate, azionabili sia tramite DCS (Sala controllo) sia da pulsanti in loco e relativo allarme a DCS. Sono inoltre presenti nei bacini di contenimento degli stessi esposimetri con rilancio dell’allarme in sala controllo. 43 Ok Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C valvole,ecc.); - il piano di manutenzione e controllo da implementare e le soluzioni da adottare per rendere agevoli le attività di manutenzione e controllo (accessi, configurazioni, ecc.); - la modalità di gestione delle situazioni di emergenza (distanza da altri serbatoi, dagli impianti e dal confine di stabilimento, sistema antincendio, accessi per le squadre di emergenza come i Vigili del Fuoco). Adottare un sistema di manutenzione e controllo basato sull’analisi dei rischi, utilizzando il rischio e l’affidabilità come approccio di manutenzione. Suddividere il lavoro di controllo in ispezioni di routine, ispezioni esterne con apparecchiature in servizio e ispezioni interne con apparecchiature fuori servizio. Nella costruzione di nuovi serbatoi, selezionarne accuratamente collocazione e layout. Utilizzare serbatoi fuori terra operanti a pressione atmosferica; nel caso di stoccaggio di liquidi infiammabili da realizzarsi in un sito con spazi ristretti, possono considerarsi anche serbatoi interrati. Per i gas liquefatti possono essere considerati anche: serbatoi sotterranei, sfere o serbatoi tumulati, a seconda del volume da stoccare. Applicare ai serbatoi un colore che rifletta almeno il 70% delle radiazioni termiche e solari ovvero applicare schermi solari sui serbatoi fuori terra contenenti sostanze volatili. Ridurre le emissioni in atmosfera derivanti dalle operazioni di scarico, stoccaggio e movimentazione delle sostanze che hanno significativi impatti ambientali negativi. Stimare, mediante modelli di calcolo le emissioni di SOV, laddove sia previsto risultino significative; può risultare necessario convalidare il modello di calcolo mediante misure. I serbatoi sono situati prevalentemente nell’area sud dell’isola, sufficientemente lontani dalle attività produttive. Sono inoltre facilmente accessibili dai mezzi delle squadre di emergenza in caso di necessità. Tutti i serbatoi sono dotati di livello continuo, sonda di alto livello e indicatore di pressione con segnale a DCS (sala controllo), con i conseguenti allarmi. I nuovi serbatoi sono progettati per resistere al vuoto e minimizzare l’effetto di errori operativi. Da SGS sicurezza vengono controllati dalla Produzione i sistemi di polmonazione dei serbatoi (reintegro azoto e sfiati) Il controllo periodico delle valvole di sicurezza è effettuato da parte delle Aziende USL con la periodicità prevista dalla legge (D.M. n.329 del 01.12.2004). Le apparecchiature a pressione sono normalmente dotate di sistemi di regolazione e controllo della pressione che intervengono preventivamente rispetto alle valvole di sicurezza (PSV), intervenendo sulle cause dell’anomalia mediante organi di regolazione e/o di blocco. Per i sistemi di blocco “critici”, nell’ambito del Sistema di gestione della Sicurezza, esiste una procedura apposita che prevede la verifica periodica di funzionamento ottimale con impianto in marcia eseguita da personale preposto di tutte le apparecchiature considerate critiche ai fini della sicurezza. Verifica decennale con esecuzione di controlli non distruttivi; in particolare vengono effettuati: - controlli spessimetrici e difettoscopici, - controlli con liquidi penetranti, - controlli magnetoscopici, - controllo visivo. Per i sistemi di blocco “critici”, nell’ambito del Sistema di gestione della Sicurezza, esiste una procedura apposita che prevede la verifica periodica di funzionamento ottimale con impianto in marcia eseguita da personale preposto di tutte le apparecchiature considerate critiche ai fini della sicurezza. Verranno valutati collocazione e layout in caso di costruzione di nuovi serbatoi Ok Ok Ok Non sono presenti serbatoi interrati, e tutte le sostanze sono allo stato liquido. Molti dei serbatoi risultano coibentati per protezione antincendio (calcolo della valvola di sicurezza). Su i rimanenti in acciaio al carbonio è stata applicata apposita verniciatura di colore bianco. Lo scarico viene eseguito sempre convogliando gli sfiati al combustore di Herambiente (FIS). Lo spiazzamento del tank cisterna viene normalmente eseguito mediante azoto. I flussi gassosi di scarto (continui e di emergenza) sono destinati al sistema Rete Torce e Forno Incenerimento Sfiati (FIS) di cui è dotato lo Stabilimento Multisocietario di Ravenna per la termodistruzione degli 44 Ok Ok Ok Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C I serbatoi a cielo aperto vengono utilizzati, ad esempio, per lo stoccaggio dei liquami in ambito agricolo oppure per lo stoccaggio di acqua e altri liquidi non infiammabili o non volatili in ambito industriale. Se si verificano emissioni in atmosfera, è necessario coprire i serbatoi mediante l'applicazione di: - copertura galleggiante, - copertura flessibile o telonata, - copertura rigida. Si può, inoltre, ottenere un’ulteriore riduzione delle emissioni installando un sistema di trattamento dei vapori; il tipo di copertura e la necessità di installare il sistema di trattamento vapore dipendono dai prodotti immagazzinati e vanno stabiliti caso per caso. Per prevenire la sedimentazione del prodotto stoccato ed evitare ulteriori operazioni di pulizia, ad esempio nel caso di sospensioni, è necessario mescolare periodicamente il prodotto stoccato. I serbatoi a tetto galleggiante vengono impiegati per lo stoccaggio di prodotti come, ad esempio, il petrolio greggio. Per ridurre le emissioni in atmosfera del 97% (rispetto a un semplice serbatoio a tetto fisso) è necessario che almeno per il 95% della circonferenza del serbatoio la distanza tra il tetto e la parete inferiore non superi 3,2 mm e che siano installate guarnizioni di chiusura; si può ottenere una riduzione fino al 99,5% delle emissioni (rispetto a un semplice serbatoio a tetto fisso) installando sistemi di guarnizioni primarie e secondarie. È comunque necessario valutare i sistemi di tenuta in base all’affidabilità e alla conseguente riduzione dei costi di manutenzione nel tempo. I tetti galleggianti possono essere a contatto diretto (a due piani), o senza contatto. Misure supplementari per ridurre le emissioni sono: - applicare un galleggiante al palo guida scanalato; - applicare un manicotto al palo guida scanalato e/o l’applicazione di “calze” sulle gambe del tetto. Nel caso di condizioni meteorologiche avverse, come vento forte, pioggia o neve, è necessario utilizzare una cupola. I serbatoi a tetto fisso vengono utilizzati per lo stoccaggio di liquidi infiammabili, prodotti petroliferi e sostanze chimiche a diverso grado di tossicità. Per lo stoccaggio di sostanze infiammabili realizzato in serbatoi chiusi, prevedere un sistema di trattamento dei vapori ovvero una copertura galleggiante interna (a contatto diretto e non) nel caso di sostanze non volatili tossiche, cancerogene, mutagene e teratogene. Il sistema di trattamento dei vapori va scelto caso per caso in base a vari fattori (costo, tossicità del prodotto stoccato, efficienza di sfiati gassosi non clorurati continui e discontinui (occasionali e/o di emergenza). Vi sono alcuni serbatoi contenenti materie prime (DEG) o prodotto finito (RAV7) inertizzati con azoto e dotati di valvole PVRV con sfiato direttamente in atmosfera. La quantificazione delle emissioni diffuse da tali serbatoi con software TANKS porta ai risultati totali di 0,225 Kg/anno. Non sono presenti serbatoi a cielo aperto Non sono presenti galleggiante. serbatoi a tetto Tutti i serbatoi sono in atmosfera inerte e le valvole di sicurezza, in caso di azionamento, sono convogliate in Torcia di stabilimento. I sistemi di inertizzazione delle apparecchiature ed i trasferimenti sono automaticamente controllati mediante loop di controllo costituiti da PCV (valvole autoregolatrici di pressione) e/o PIC (indicatori-controllori di pressione). Tutti i recipienti in pressione sono protetti mediante valvole di sicurezza o dischi di rottura i cui scarichi sono convogliati a blowdown (torcia) pertanto in caso di 45 Ok Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C abbattimento, quantità di emissioni diffuse, possibilità di riciclare il prodotto o di recuperare energia) ma deve garantire un abbattimento di almeno il 98% (rispetto a un semplice serbatoio a tetto fisso senza trattamento). Per i serbatoi di volume inferiore a 50 m3, applicare una valvola di scarico settata al valore di pressione maggiore possibile, compatibilmente con i criteri di progettazione del serbatoio. I serbatoi orizzontali atmosferici vengono utilizzati per lo stoccaggio di liquidi infiammabili e prodotti petroliferi e chimici con diverso grado di infiammabilità e tossicità. I serbatoi orizzontali rispetto ai serbatoi verticali possono operare a pressioni più elevate. Per lo stoccaggio di sostanze volatili tossiche, cancerogene, mutagene e teratogene, prevedere un sistema di trattamento dei vapori. Per le altre sostanze, prevedere una, ovvero un’opportuna combinazione, delle seguenti tecniche in base al prodotto stoccato: - valvole termoioniche, - regolatori di pressione per pressioni ridotte, - serbatoio per lo stoccaggio del vapore, - opportuno sistema di trattamento dei vapori. I serbatoi in pressione vengono utilizzati per lo stoccaggio di gas liquefatti, dai prodotti non infiammabili a quelli infiammabili e altamente tossici. Le uniche emissioni in atmosfera, in condizioni di normale funzionamento, sono date dagli sfiati che possono essere trattati e/o recuperati con un sistema a circuito chiuso. Nel caso di serbatoi a tetto mobile per ridurre le emissioni in atmosfera occorre: - utilizzare serbatoi a membrana flessibile, dotati di valvole di sicurezza o valvole a vuoto, - utilizzare serbatoi a tetto mobile dotati di valvole di sicurezza o valvole a vuoto e collegati a un sistema di trattamento dei vapori. Per la sezione trattamento vapori la tecnologia deve essere decisa caso per caso. Durante il normale funzionamento dei serbatoi refrigerati non si verificano emissioni in atmosfera significative. I serbatoi interrati e quelli tumulati vengono utilizzati soprattutto per lo stoccaggio di prodotti infiammabili. Per lo stoccaggio di sostanze volatili tossiche, cancerogene, mutagene e teratogene prevedere un sistema di trattamento dei vapori. Per le altre sostanze, prevedere una, ovvero un’opportuna combinazione, delle seguenti tecniche in base al prodotto stoccato: - valvole termoioniche, - regolatori di pressione per pressioni ridotte, - serbatoio per lo stoccaggio del vapore, - opportuno sistema di trattamento dei vapori. Per la sezione trattamento vapori la tecnologia deve essere decisa caso per caso. Adottare tutte le misure necessarie per prevenire e limitare le conseguenze degli apertura non si verificano rilasci di prodotto in ambiente. Il sistema della torcia è gestito da RSI. Sono presenti serbatoi orizzontali solo per ragioni di layout, le modalità di trattamento/controllo sono analoghe ai serbatoi verticali. Le emissioni dei serbatoi in pressioni contenti sostanze infiammabili e/o tossiche sono convogliate nella rete sfiati FIS di stabilimento. Ok Non sono presenti serbatoi a tetto mobile. Non sono presenti serbatoi refrigerati Politica per la salute, la sicurezza e la prevenzione degli incidenti rilevanti rev 1. 46 Ok Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C incidenti rilevanti secondo quanto previsto dalla Direttiva 96/82/CE sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, recepita a livello nazionale dal D.Lgs. n. 334/99 e s.m.i.. Gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante devono adottare una politica di prevenzione degli incidenti rilevanti e un sistema di gestione di sicurezza. Gli stabilimenti che detengono grandi quantità di prodotti pericolosi, cosiddetti “stabilimenti grandi rischi”, devono redigere un rapporto di sicurezza e un piano di emergenza del sito, nonché mantenere aggiornato l’elenco delle sostanze pericolose detenute. Prevenire incidenti e infortuni adottando un Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS) che includa: - assegnazione di compiti e responsabilità; - accertamento del rischio di incidenti rilevanti; - assegnazione di procedure di lavoro; - implementazione di piani di emergenza; - monitoraggio del SGS; - valutazione periodica della politica adottata Implementare e adottare misure organizzative, nonché addestrare e istruire i lavoratori affinché siano in grado di eseguire in sicurezza le operazioni in impianto. 04 febbraio 2013 Rapporto di sicurezza rev. 4 (Febbraio 2013). Il SGS prevede: - organigramma e ORDINE DI SERVIZIO Nr. 01-2010 che identifica le funzioni e le dipendenze relativamente nonché le responsabilità in materia di sicurezza ed ambiente - Rapporto di sicurezza febbraio 2013 - il manuale del SGS, le procedure e le istruzioni di lavoro specifiche per alcune attività; - le registrazioni previste; - il PEI rev. 1.05 del 05/11/2013; - audit interni regolati da procedura interna ACOM_PG_130 rav 1.04 del 4/2/2013 - il riesame della direzione annuale. Le modalità di formazione ed addestramento del personale, a tutti i livelli ed attività, sono specificate nel Manuale SGS e nella Procedura Gestionale ACOM_PG_131. L'iter formativo dei dipendenti che operano all'interno della società è finalizzato a promuoverne le capacità, le conoscenze e la crescita professionale. In particolare, il personale direttivo è formato da tecnici addestrati esperti per: - applicare i criteri suggeriti dalla professionalità e dall’esperienza, atti a impedire errori tecnici e/o umani; - impartire istruzioni per la migliore conduzione dell’unità di produzione, per la manutenzione e per gli altri compiti specifici; - predisporre le misure di sicurezza necessarie e vigilare affinché vengano rispettate e/o attuate; - coordinare le operazioni per la messa in sicurezza dell’unità produttiva di propria competenza, in caso di anomalie. Gli operatori di Stabilimento, opportunamente formati e consapevoli delle generalità e delle particolarità del ciclo produttivo, sono addestrati per: - eseguire le operazioni di conduzione, avviamento e fermata in condizioni di marcia normale ed emergenza (con riferimento agli scenari incidentali individuati dall’analisi di rischio); - applicare le misure di sicurezza disposte dal personale direttivo atte a prevenire i rischi di incidenti e/o infortuni; - usare correttamente i dispositivi di protezione e le attrezzature di lavoro; - addestrare il personale nuovo che, prima dell’inserimento, segue un ciclo di apprendimento affiancato dal personale esperto. Il personale di nuovo inserimento viene inizialmente addestrato con specifici programmi formativi. 47 Ok Ok Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C La corrosione rappresenta una delle principali cause di malfunzionamenti delle attrezzature; per prevenire tale fenomeno: - selezionare il materiale di costruzione del serbatoio resistente alla sostanza stoccata; - applicare metodi di costruzione adeguati; - prevenire l’infiltrazione all’interno del serbatoio delle acque meteoriche o di drenaggio, e nell’eventualità procedere alla rimozione dell’acqua accumulata nel serbatoio stesso; - adottare sistemi di raccolta delle acque meteoriche, che preveda lo svuotamento controllato dei bacini di contenimento; - effettuare attività di manutenzione preventiva dei serbatoi; - aggiungere, dove possibile, inibitori di corrosione o protezioni catodiche al serbatoio Prevenire il riempimento eccessivo del serbatoio adottando le seguenti strumentazioni e procedure: - installazione di misuratori di livello e pressione con installazione di allarmi e/o valvole a chiusura automatica; - implementazione di istruzioni operative specifiche alla prevenzione dell’eccessivo riempimento del serbatoio durante l’operazione di carico; - disponibilità di una capacità sufficiente a ricevere il contenuto. Gli allarmi richiedono interventi manuali, appropriate procedure e valvole automatiche capaci di prevedere le condizioni anomale di processo. Con particolare riguardo ai serbatoi contenenti sostanze liquide pericolose ovvero che posso causare potenziale inquinamento del suolo e delle acque, rilevare le perdite tramite: - sistema di barriera di prevenzione rilasci; - controlli di inventario; - metodi di emissione acustici; - monitoraggio dei vapori di scarico. Per valutare il rischio di emissioni nel suolo da un serbatoio fuori terra, orizzontale e verticale, contenente prodotti liquidi si considerano le perdite dal fondo del serbatoio o dalle guarnizioni di collegamento del fondo e delle pareti: l’obiettivo è raggiungere un “livello di rischio trascurabile” di inquinamento del suolo. In alcuni casi, tuttavia, caso per caso, potrebbe essere sufficiente raggiungere un “livello di rischio accettabile”. Con particolare riguardo ai serbatoi fuori terra contenenti sostanze liquide pericolose ovvero che posso causare I lavoratori vengono successivamente affiancati a personale esperto, nella fase iniziale dell'attività lavorativa. Gli addetti alla manutenzione sono addestrati per: - eseguire i lavori a regola d'arte; - conoscere i rischi specifici degli impianti; - usare correttamente i mezzi di protezione e le attrezzature di lavoro. Annualmente vengono formulati i programmi di formazione ed addestramento “on the job” per il personale dei vari reparti/unità di Stabilimento in accordo alla periodicità ed ai requisiti stabiliti dal DM 16.03.98. L’unica sostanza corrosiva presente è NaOH, stoccata in apposito serbatoio acciaio inossidabile. I serbatoi sono in acciaio al carbonio o acciaio inossidabile a seconda della sostanza stoccata (prodotti finiti in acciaio inossidabile, materie prime o solventi, non corrosivi, acciaio al carbonio). È previsto dal SGS il controllo e lo svuotamento da parte del personale di produzione dei bacini di contenimento, in caso di precipitazioni meteoriche. Tutti i serbatoi sono dotati di livello continuo e sonda di alto livello con segnale a DCS (sala controllo), con i conseguenti allarmi. Un’eventuale eccedenza di sostanza viene convogliata nel blow-down (BD1) senza determinare un rilascio in ambiente. I serbatoi sono contenuti all’interno di adeguati bacini di contenimento in grado di contenerne il contenuto. All’interno dei bacini sono posizionati all’interno esplosi metri per la rilevazione delle sostanze. Sul fondo dei serbatoi, contenuti tutti nei bacini, sono presenti HV di fondo con allarme in sala controllo e possibilità di chiusura in manuale. Inoltre la superficie è tutta pavimentata con pendenze verso la fogna organica di stabilimento. Presenti bacini di contenimento adeguati. È inoltre presente un blocco della pompa d rilancio delle acque all’impianto di 48 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C potenziale inquinamento del suolo e delle acque, prevedere un sistema di contenimento secondario quale: - bacino di contenimento attorno ai serbatoi a parete singola; - serbatoi a doppia parete - serbatoi a doppia parete con monitoraggio dello scarico di fondo Nel caso di serbatoi esistenti, per la determinazione della migliore barriera impermeabile applicabile tra: - membrana flessibile (HDPE); - fondo in argilla; - superficie d’asfalto; - superficie di calcestruzzo; adottare un metodo basato sull’analisi di rischio, tenendo in considerazione la significatività del rischio derivante dall’eventuale sversamento. Lo stesso tipo di approccio può essere applicato anche per determinare se è sufficiente una parziale impermeabilizzazione del bacino di contenimento ovvero risulti necessaria quella totale. Aree infiammabili e punti di innesco (Direttiva ATEX 199/92/CE). Applicare misure di protezione al fuoco come: - rivestimenti o vernici resistenti al fuoco; - muri resistenti alle fiamme (solo per piccoli serbatoi) - sistemi di raffreddamento ad acqua Implementare le attrezzature e le misure di prevenzione dal fuoco in accordo con i Vigili del Fuoco. Prevedere un contenimento delle acque di estinzione contaminate in considerazione del tipo di sostanze stoccate e dell’eventuale prossimità di corsi d’acqua; per sostanze tossiche, cancerogene e pericolose, il contenimento deve essere totale. Prevenire incidenti e infortuni nello stoccaggio di prodotti pericolosi imballati, adottando un Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS), che dovrà essere approfondito in base ai quantitativi stoccati, alle specifiche frasi di rischio dei prodotti e all’ubicazione degli stoccaggi. In ogni caso, è comunque necessario procedere alla valutazione dei rischi. È necessario nominare delle figure preposte al funzionamento dello stoccaggio e prevedere adeguati programmi di formazione e aggiornamento trattamento nel caso in cui ci fosse perdita delle pompe poste al di fuori dei bacini. Le zone adibite allo scarico di prodotti infiammabili da automezzo dispongono di pavimentazione e cordolature atte al contenimento di sversamenti a terra. La zona pompe e l’area delle pensiline per lo scarico delle autobotti, sono interamente pavimentate e realizzate con pendenze e cordolature di contenimento che circoscrivono l'area interessata da eventuali spandimenti convogliandoli fuori dalla piazzola di sosta dentro appositi bacini di raccolta e eventuale rilancio in fognatura organici ad impianto di trattamento. Sono presenti in particolare valvole di sezionamento attuate on-off e/o valvole manuali. I bacini sono in calcestruzzo e convogliano i reflui, eventualmente raccolti, tutti in fogna organica di stabilimento (a trattamento non in acque superficiali). È inoltre presente un serbatoio di contenimento nel caso in cui debba essere intercettato l’invio dell’acqua a trattamento. Tutte le zone/fabbricati classificate a rischio esplosione secondo la direttiva ATEX sono identificate e segnalate. I serbatoi di stoccaggio dei prodotti infiammabili (PS 5 lato sud) sono coperti da una rete tappi fusibili ad acqua. CPI rilasciato nel 2010 ora nuova domanda per modifica situazione impiantistica. Rete antincendio di stabilimento copertura dell’isola mediante i seguenti dispositivi: - naspi, - idranti sopra suolo; - monitori brandeggianti; - estintori - rete tappi fusibili/diluvi - impianto a schiuma Presente un serbatoio per il contenimento delle acque organiche con blocco della pompa di rilancio delle acque a impianto di trattamento. Le acque in uscita dall’impianto non vanno in acque superficiali. Acquisto di sistemi per l’utilizzo dei naspi soprasuolo (manichetta e lancia) Le materie prime sono tutte stoccate in serbatoi, mentre il prodotto finito viene stoccato in magazzini interni confezionato in fusti da 245 kg o bonze da 1135 kg. La movimentazione avviene con l’ausilio di carrello elevatore utilizzabile solo da personale formato ed addestrato. È stata effettuata la valutazione dei rischi ai sensi del d.lgs. 81/2008 ed è stato redatto il DVR come previsto dalla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Le attività di scarico e carico delle cisterne/tank sono prioritariamente affidate all’operatore giornaliero qualificato. Tutti gli operatori di produzione sono comunque Si sottolinea, comunque, che il DVR (Documento Valutazione dei Rischi) viene aggiornato in base a quanto previsto dall’art.29 del d.lgs. 81/2008 49 Ok Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C rispetto alle procedure di emergenza, inoltre occorre informare tutto il personale di stabilimento in merito ai rischi dovuti allo stoccaggio di prodotti pericolosi imballati e alle misure di prevenzione e protezione adottate in base alle differenti situazioni di pericolo. Lo stoccaggio di prodotti pericolosi imballati deve avvenire all’interno di un locale dedicato oppure all’interno di un’area dotata di tettoia. Se i quantitativi stoccati sono inferiori ai 2500 l o kg, si può usare una cella di stoccaggio. Le aree o i locali dedicati allo stoccaggio di prodotti pericolosi imballati vanno ubicati a distanze adeguate dagli altri stoccaggi di stabilimento, da fonti di innesco e da edifici interni ed esterni, utilizzando eventualmente muri tagliafuoco. Procedere alla suddivisione e alla separazione fisica dei prodotti non compatibili. Installare un bacino di contenimento per i serbatoi di stoccaggio dei prodotti liquidi, valutando in base al tipo di prodotto stoccato e all’ubicazione le dimensioni di tale bacino. Installare un sistema di contenimento delle perdite e degli agenti estintori contaminati nelle aree o nei locali dedicati allo stoccaggio, valutando in base al tipo di prodotto stoccato, ai quantitativi, al tipo di imballaggio usato e ai sistemi antincendio il tipo e le dimensioni del sistema. Nel caso di nuovi impianti utilizzare tubazioni fuori terra chiuse, per gli impianti esistenti in cui sono presenti tubazioni interrate programmare adeguati interventi di manutenzione. Le flange rappresentano sorgenti di emissioni fuggitive e il loro numero va minimizzato sostituendole con connessioni saldate, compatibilmente con la manutenzione delle apparecchiature e la flessibilità dei sistemi di trasferimento presenti. Misure specifiche per le flange riguardano: - l’impiego di flange cieche nelle parti di impianto più scarsamente utilizzate per evitare aperture accidentali, - l’impiego di tappi al posto delle valvole sulle linee aperte, - scegliere le guarnizioni in base alle condizioni di processo, - installare e montare correttamente i sistemi di fissaggio, - utilizzare guarnizioni ad elevata affidabilità per tubazioni di trasferimento di sostanze pericolose, tossiche o cancerogene. In presenza di prodotti corrosivi, è necessario progettare e utilizzare tubazioni adeguate, programmare un’adeguata manutenzione e, quando possibile, applicare un rivestimento interno oppure inibitori di corrosione. Per impedire fenomeni di corrosione esterna delle tubazioni, applicare uno o più strati di vernice protettiva a seconda delle condizioni di utilizzo e dell’ubicazione del sito (ad esempio vicino al mare). Per ridurre le emissioni durante le operazioni di carico e scarico di prodotti volatili da mezzi come camion o navi, utilizzare sistemi di bilanciamento dei vapori ottimizzati in base al tipo di prodotto movimentato e al volume di sostanza abili nell’esecuzione di tali attività. Vengono eseguite prove di emergenza con cadenza mensile e registrate su apposito registro. Sono inoltre eseguite prove di evacuazione generali con cadenza semestrale. Le materie prime sono stoccate in appositi serbatoi e il prodotto finito confezionato è stoccato in magazzini e/o tettoie all’interno dello stabilimento Acomon. Ok Il parco serbatoi infiammabili è situato sul lato sud dell’isola lontano dai magazzini di infustamento stoccaggio, prodotto finito. Non è valutabile l’effetto domino in quanto le tettoie/magazzini di stoccaggio sono strutture isolate. Presenti bacini di contenimento adeguatamente dimensionati. Per tutta la superficie sono dislocati estintori a CO2 e manichette che permettono un adeguato intervento in caso di incendio. L’ara risulta completamente pavimentata e il convogliamento di eventuali perdite nella rete fognaria organica. L’unica rete interrata è l’Acqua Antincendio in gestione al consorzio Multisocietario. Le specifiche delle guarnizioni sono definite sulla base delle sostanze e delle condizioni operative (pressione temperatura ecc..). Le guarnizioni di nuova generazione sono certificate a bassa emissione TA-LUFT. Le flange cieche vengono applicate in caso di esercizio della linea o per interventi manutentivi di intercettazione apparecchiature. Le linee in acciaio al carbonio sono adeguatamente protette dalla corrosione esterna mediante cicli di verniciatura. Lo scarico viene eseguito sempre convogliando gli sfiati al combustore di Herambiente (FIS). Lo spiazzamento del tank cisterna viene normalmente eseguito mediante azoto. 50 Nel caso di sostituzione verranno acquistate guarnizioni certificate a bassa emissione. Verrà inserito all’interno del SGS un controllo periodico sulla presenza dei tappi sulle valvole spurgo. Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C rilasciato. Le valvole vanno scelte in base al tipo di processo svolto; in fase di monitoraggio ci si deve concentrare sulle valvole che operano in condizioni più critiche (come le valvole di ritegno nel caso di operazioni continue). Per la movimentazione di prodotti pericolosi, tossici o cancerogeni sono da preferire valvole a soffietto e a diaframma; vanno utilizzate valvole di sfogo per i sistemi di stoccaggio, trasporto o trattamento dei vapori. La progettazione, l'installazione e il funzionamento di pompe o compressori influenzano pesantemente la vita potenziale e l'affidabilità del sistema di tenuta. Alcune delle principali tecniche che costituiscono BAT sono: - corretto fissaggio del gruppo pompa o compressore alla sua piastra di base o telaio, - seguire le raccomandazioni dei fornitori nell’installazione e nel montaggio delle varie parti del sistema (tubazioni, \), - progettare correttamente le tubazioni di aspirazione per ridurre al minimo lo squilibrio idraulico, - progettare correttamente il sistema per ottenere equilibrio tra le parti rotanti, - verificare la funzionalità di pompe e compressori prima dello start-up, - far funzionare pompe e compressori nelle condizioni di utilizzo per cui sono state progettate in modo da ottenere un rendimento ottimale, - il livello della testa di aspirazione netta positiva disponibile deve essere sempre al di sopra della pompa o compressore, - effettuare la manutenzione periodica di apparecchiature rotanti e sistemi di tenuta, operando riparazioni o sostituzioni quando necessario. Scegliere e utilizzare pompe e guarnizioni adeguate al tipo di processo svolto, preferibilmente sistemi ermetici come pompe a motore in scatola, pompe accoppiate magneticamente, pompe con più tenute meccaniche e una tempra o tampone sistema, pompe con più tenute meccaniche e guarnizioni a secco per l'atmosfera, diaframma pompe o pompe a soffietto. Nel caso di compressori utilizzati per trasferire gas non tossici è BAT impiegare sistemi meccanici di tenuta applicare lubrificati a gas. Nel caso di compressori utilizzati per trasferire gas non tossici è BAT utilizzare guarniture doppie con barriera di liquido o gas e un sistema di spurgo sul lato processo con un gas inerte tampone. Nel caso di pressioni in gioco molto elevate, è BAT impiegare guarniture triple. Per i punti di campionamento in caso di prodotti volatili, è BAT utilizzare una valvola di campionamento a pistone o una valvola a spillo e una valvola di blocco. Se è presente un sistema di spurgo, è BAT utilizzare linee di campionamento a circuito chiuso. La scelta delle valvole è stata eseguita in base alle condizioni di processo e alla sostanza utilizzata. Sono installate opportune valvole di ritegno per evitare inquinamento e travasi tra le diverse apparecchiature. Le guarnizioni utilizzate sono tutte certificate ad bassa emissione. In caso di movimentazione di prodotti infiammabili o tossici, sono prevalentemente utilizzate pompe a trascinamento magnetico. Il requisito minimo richiesto è la tenuta meccanica doppia con fluido di sbarramento. Attualmente i campionamenti vengono effettuati con l’ausilio di un sistema di aspirazione locale convogliata al punto di aspirazione autorizzato E67A2. Analoga situazione sarà implementata con l’avviamento della sezione di impianto oggetto di modifiche che prevederà la riattivazione del punto di aspirazione E6. 51 Verrà effettuata una valutazione tecnicoeconomica sulla fattibilità di adottare sistemi a circuito chiuso per il campionamento delle sostanze più pericolose. Ad oggi considerando le analisi annuali condotte sull’esposizione lavoratori, la frequenza di campionamento e l’entità dell’emissione, non sono mai stati adottati sistemi di campionamento a circuito chiuso ma solo aspirazione localizzata (tubo corrugato con invio nel collettore comune e convogliato nella colonnina di abbattimento in E67A2) Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C BAT Operazioni di scarico, stoccaggio e movimentazione di materiali solidi Posizione ditta Adeguamento Prevedere la copertura del deposito di materiali solidi ad esempio mediante sili, bunker, tramogge e container, per eliminare l’influenza del vento e prevenire la formazione di polveri come misura primaria. Lo stoccaggio in cumuli all’aperto può essere l’unica soluzione per grandi quantità di materiale umidificabile o non sensibile al vento. Prevedere ispezioni visive regolari o continue dei depositi all’aperto per controllare se si sviluppano significative emissioni diffuse polverulente, verificando l’adeguatezza delle misure preventive adottate. Per gli stoccaggi all’aperto a lungo termine prevedere una, ovvero un’opportuna combinazione, delle seguenti tecniche: - inumidire la superficie dei cumuli utilizzando sostanze polvere vincolanti durevoli, - coprire la superficie dei cumuli (copertura impermeabile), - solidificare la superficie dei cumuli, - coprire d’erba la superficie dei cumuli. Per gli stoccaggi all’aperto a breve termine prevedere una, ovvero un’opportuna combinazione, delle seguenti tecniche: - inumidire la superficie utilizzando sostanze polverose durevoli, - inumidire la superficie dei cumuli con acqua, - coprire la superficie dei cumuli (copertura impermeabile). Misure supplementari per ridurre le emissioni diffuse polverulente imputabili agli stoccaggi all’aperto (sia a lungo che a breve termine) risultano: - disporre l’asse longitudinale dei cumuli parallelamente alla direzione prevalente del vento; - prevedere una piantumazione protettiva, un frangivento ovvero cumuli sopravento, per ridurre la velocità del vento; - realizzare, per quanto possibile, lo stoccaggio in un unico cumulo piuttosto che molteplici, realizzando così una minore superficie libera (due depositi in cumuli, dello stesso ammontare di uno, presentano superficie libera maggiore del 26%); - realizzare depositi con muri di sostegno per ridurre la superficie libera, questo comporta una riduzione delle emissioni; - polveri diffuse, la loro riduzione è massimizzata se il muro viene posizionato sopravento al cumulo, disporre i cumuli all’interno di muri di protezione. Prevenire le dispersioni di polveri derivanti dalle attività di carico/scarico all’aria aperta, programmando il trasferimento, se possibile, quando la velocità del vento è bassa. La movimentazione discontinua (mediante pala ovvero autocarro) genera tendenzialmente emissioni diffuse polverulente più significative rispetto alle operazioni di movimentazione continue realizzate mediante nastri trasportatori. Prevedere quindi distanze di trasporto brevi e, laddove possibile, utilizzare sistemi di trasporto in continuo. Tutte non applicabili perchè non sono presenti cumuli di materiale stoccato all’aperto e i materiali non vengono movimentati sfusi ma con imballi dedicati, quindi non ci sono materiali solidi stoccati o movimentati che potrebbero originare emissioni di carattere polverulento. Sono presenti materie prime polverulente, che arrivano in imballi chiusi da 20 Kg massimo. Sono stoccate in apposite tettoie o in impianto in prossimità delle tramogge di carico con ventilazione convogliata. La movimentazione degli imballi non prevede movimentazione diretta di polvere. 52 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C Quando si utilizzano pale meccaniche per la movimentazione di sostanze polverulente, ridurre l’altezza di caduta e scegliere la posizione migliore durante lo scarico nell’autocarro. Ridurre la velocità dei veicoli di transito nel sito per ridurre le polveri che possono essere sollevate. Realizzare superfici pavimentate, di cemento o asfalto, per strade usate solo da autocarri e autoveicoli, per facilitarne la pulizia. Pulire le strade pavimentate. Pulire gli pneumatici dei veicoli. Minimizzare la velocità e l’altezza di caduta libera durante le operazioni di carico e scarico dei materiali solidi, adottando le seguenti tecniche: - installazione di diaframmi all’interno della condotta di carico; - applicazione di un regolatore alla fine della condotta per regolare la velocità di uscita; - applicazione di una cascata (es. tramogge); - applicazione di uno scivolo con un angolo di pendenza minimo. Ad esclusione del caso di scarico di materiali solidi non sensibili al moto (per cui non si ha un’altezza critica di caduta libera), per minimizzare l’altezza di caduta dei materiali solidi, realizzare lo sbocco dello scaricatore vicino all’estremità superficiale del materiale già accumulato ovvero sul fondo di esso, adottando le seguenti tecniche: - altezza delle condotte di riempimento regolabili; - altezza dei tubi di riempimento regolabili; - altezza dei tubi di cascata regolabili. Per materiali solidi non sensibili o poco agli spostamenti o per quelli moderatamente sensibili agli spostamenti però bagnabili, utilizzare un nastro trasportatore quale sistema di trasporto, prevedendo una ovvero un’opportuna combinazione delle seguenti tecniche: - protezioni laterali per il vento; - vaporizzatori e ugelli di acqua ai punti di trasferimento; - cinghia pulente. In funzione della sostanza da movimentare e dell’ubicazione, per materiali solidi non bagnabili altamente e moderatamente sensibili agli spostamenti, applicare trasportatori chiusi o tipologie in cui il materiale trasportato è racchiuso dalla cinghia stessa, come: - trasporti pneumatici; - trasportatore a catena; - trasportatore a coclea; - trasportatore a nastro tubolare; - trasportatore a nastro doppio oppure un nastro trasportatore chiuso senza pulegge di supporto, come: - nastro trasportatore aereo - trasportatore a basso attrito. Per ridurre i consumi energetici imputabili al funzionamento di un nastro trasportatore, applicare: - buona progettazione del trasportatore, incluse pulegge e spazi per contenerle, - esatta tolleranza di installazione, - cinghia con bassa resistenza alla rotazione. 53 Allegato Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C Si segnala che le BAT individuate dal BRef per le seguenti modalità di stoccaggio: - Bacini e lagune, - Cavità minerarie a pressione atmosferica, - Cavità minerarie pressurizzate, - Cavità saline, - Stoccaggio galleggiante, non risultano applicabili allo stabilimento ACOMON. 54 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D SEZIONE D SEZIONE DI ADEGUAMENTO IMPIANTO E SUE CONDIZIONI DI ESERCIZIO D1) PIANO D’ADEGUAMENTO E MIGLIORAMENTO E SUA CRONOLOGIA - CONDIZIONI, LIMITI E PRESCRIZIONI DA RISPETTARE FINO ALLA DATA DI COMUNICAZIONE DI FINE LAVORI DI ADEGUAMENTO Dalla valutazione integrata delle prestazioni ambientali dell'impianto di cui alla sezione C si evince una sostanziale conformità rispetto alle Migliori Tecniche Disponibili (MTD) di settore e durante la visita ispettiva, il cui rapporto PGRA/2011/2889 del 13/04/2011 è stato trasmesso da ARPA con nota ns PG 35727 del 13/04/2011, è stato verificato lo stato di aggiornamento del Piano di Adeguamento, riportato alla relativa sezione di valutazione, nel provvedimento di AIA n. 413 del 31/07/2008 (paragrafo D dell'allegato al provvedimento); nello stesso rapporto vengono indicati all'azienda interventi ed azioni rivolte ad un miglioramento della gestione dell'impianto: a) in riferimento ai punti di emissione in atmosfera, deve essere migliorata la segnaletica degli stessi; b) in merito alla presenza di toluene nella rete delle acque reflue inorganiche, la ditta deve presentare una relazione contenente l'individuazione della potenziale causa e gli eventuali autocontrolli successivi atti ad indentificarla; c) il report annuale relativo al 2010 deve essere integrato e corretto in merito alla parte scarichi idrici (tabella pag 5 di 16) e nel grafico relativo alle emissioni in atmosfera; con nota Prot. n. EHS/2011/037/RM/cc, acquisita al nostro PG 54056 del 21/06/2011, la ditta Acomon srl ha dato riscontro alle raccomandazioni sopra riportate, fornendo la documentazione richiesta alle lettere b) e c) e presentando, contestualmente, la documentazione inerente l'anomalia riscontrata in merito alle condizioni dello scarico alla rete fognaria dei reflui organici, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento Fognario di Sito, regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell'insediamento multisocietario di Ravenna convogliate agli impianti di Herambiente spa. Per quanto riguarda interventi di miglioramento, su proposta ed in accordo con l'azienda, anche in applicazione di quanto previsto dalle Migliori Tecniche Disponibili (BAT riportate al paragrafo C3), si ritiene comunque opportuno specificare il Piano di Miglioramento che segue: 1. Entro il 31/12/2014, il collettore generale convogliato al FIS verrà servito di un misuratore di O2 atto a garantirne la misurazione della quantità; il valore verrà monitorato costantemente e con relative soglie di allarme. 2. Entro 1 anno dal rilascio del rinnovo di AIA, al fine di migliorare l'efficienza energetica degli impianti, verrà previsto un controllo degli scarichi di condensa per verificare la quantità di vapore disperso ed implementare un eventuale piano di mitigazione e miglioramento delle perdite. 3. Entro il 31/12/2014, per ridurre le emissioni fuggitive dalle tubazioni in cui transitano materie prime, sostanze o prodotti, nel caso di sostituzione delle guarnizioni, le nuove devono essere certificate a bassa emissione. Inoltre all’interno del SGS (Sistema di Gestione della Sicurezza) deve essere inserito un controllo periodico della presenza dei tappi sulle valvole spurgo. 4. Entro 1 anno dal rilascio della presente AIA effettuare una valutazione tecnico-economica sulla possibile adozione di sistemi a circuito chiuso per il campionamento delle sostanze più pericolose. 5. Aggiornamento del Sistema di Gestione Ambientale in seguito alla realizzazione degli interventi di modifica sostanziale relativi all'incremento produttivo di RAV7. 6. Sostituzione dell’impianto di illuminazione con lampade da 36 W contro le attuali da 40 W per la zona di impianto produttivo entro 1 anno dal rilascio del rinnovo di A.I.A; sostituzione con lampade da 14 W contro gli attuali 20 W per la zona ufficio entro 2 anni dal rilascio del rinnovo di AIA. 7. Avviamento dell’impiego di distillazione sotto vuoto per il trattamento delle peci durante la distillazione del DAC al fine di ridurre i consumi idrici di acqua demi producendo, di conseguenza, un minor quantitativo di reflui in uscita da questa fase del processo entro 2 anni dal rilascio del rinnovo di AIA. 8. Installazione di esplosimetri sulle linee vapore dei prodotti tossici e su tutti i bacini dei serbatoi contenenti prodotti tossici, quale ulteriore misura di intervento in situazioni di emergenza, prima dell’avvio dell’impianto della nuova linea oggetto della modifica. 9. Pavimentazione dell’intera area interessata dal passaggio delle linee di processo esistenti e connesse con la realizzazione della modifica sostanziale (porzione di terreno su cui insiste l’attuale pipe rack che collega il parco serbatoi Sud con l’impianto di produzione) quale ulteriore misura di contenimento del rischio in situazioni prima dell’avvio dell’impianto. 55 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D 10. Implementazione di alcune attività relative alla riduzione delle emissioni diffuse, ovvero: - analisi e stima delle emissioni diffuse e fuggitive associate allo stabilimento ACOMON attraverso l’utilizzo di software e, successivamente, attraverso misurazioni in campo secondo le norme tecniche di riferimento entro 2 anni dal rilascio del rinnovo di AIA; - impiego di guarnizioni certificate TUV a bassa emissione per le nuove installazioni (connesse con la realizzazione degli interventi di modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7) e in occasione di sostituzione di installazioni esistenti; - convogliamento dell’emissione dell’infustamento RAV 7 nel punto autorizzato E67A2 prima dell’avio dell’impianto. 11. Convogliamento delle fosse settiche del GL01 e GL03 nella corrente organica entro 2 anni dal rilascio del rinnovo di AIA. Al fine di perseguire un continuo miglioramento delle performances ambientali dell’insediamento produttivo, dovrà comunque essere mantenuto attivo e aggiornato il Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma UNI EN ISO 14001:2004 di cui la Ditta è già in possesso. Dovrà altresì essere garantita continuità al programma di miglioramento della compatibilità ambientale dell’Ambito Produttivo Omogeneo (APO) costituito dall’area chimica e industriale di Ravenna, che la Ditta ha intrapreso partecipando ad un accordo volontario con le Pubbliche Amministrazioni orientato alla registrazione EMAS d’Area per le Aziende dell’APO. In proposito, nonostante la registrazione EMAS abbia subito un rallentamento (modifiche introdotte dal Regolamento "EMAS III", rinnovo del Comitato nazionale EMAS), sono proseguite le attività di raccolta dati per la stesura della Dichiarazione Ambientale dell'APO, nonchè iniziative di informazione verso i portatori di interesse locali. 56 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D D2) CONDIZIONI GENERALI E SPECIFICHE PER L’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO D2.1) Finalità Quanto riportato nei successivi paragrafi della sezione D, definisce le condizioni e prescrizioni che il gestore deve rispettare nello svolgimento delle attività nel sito produttivo in oggetto; è importante ricordare che ogni variazione o modifica degli impianti, della loro gestione (per quanto definito nel presente atto), delle condizioni di funzionamento riportate nei paragrafi successivi e dello svolgimento di tutte le attività di monitoraggio previste, deve essere tempestivamente comunicata per mezzo del portale IPPC-AIA, come previsto dalle DGR 1113/2011 e 5249/2012: tale comunicazione costituisce domanda di modifica dell'AIA, da valutare ai sensi dell'art. 29-nonies del D.Lgs 152/06 e smi. In merito agli opportuni requisiti di controllo, secondo quanto riportato nei paragrafi e sottoparagrafi della sezione D parte integrante della presente AIA, dedicati al monitoraggio, si dovrà provvedere a verifiche periodiche come ivi indicato. Ove previsto e ritenuto necessario, nel seguito si provvede a regolamentare anche le situazioni diverse dal funzionamento a regime, prevedendo le eventuali misure da adottare. D2.2) Condizioni relative alla gestione dell’impianto L’impianto deve essere gestito nel rispetto di quanto riportato al paragrafo C3, in relazione alle BAT applicabili allo stesso, e secondo tutte le procedure di carattere gestionale inserite nel Sistema di Gestione Ambientale dell’azienda. D2.3) Comunicazioni e requisiti di notifica e informazione Come previsto dal D.Lgs 152/06 e successive modifiche, artt. 29-sexies e 29-undecies, e dalla normativa regionale, deve essere redatta annualmente una relazione descrittiva del monitoraggio effettuato ai sensi del Piano di Monitoraggio, contenente la verifica di conformità rispetto ai limiti puntuali ad alle prescrizioni contenute nel presente atto autorizzativo. La relazione dovrà essere inviata entro il 30 aprile dell’anno successivo, alla Provincia di Ravenna, al Servizio Territoriale di ARPA ed al Comune di Ravenna. In attuazione dei contenuti della Determinazione n. 1063 del 02/02/2011 della Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa della Regione Emilia Romagna, avente per oggetto "Attuazione della normativa IPPC - Indicazioni per i gestori degli impianti e le amministrazioni provinciali per l'invio del rapporto annuale dei dati dell'anno 2010 tramite i servizi del portale IPPC-AIA", si comunica che a partire dal mese di aprile 2011, lo strumento obbligatorio per l'invio dei report annuali degli impianti IPPC è il portale IPPC-AIA; il caricamento sul portale dei file elaborati dai gestori deve avvenire con le modalità riportate nell'allegato 1 di detta determinazione e sostituisce la trasmissione cartacea agli enti sopra richiamati. Una volta disponibili saranno forniti al gestore i modelli standard per il reporting dei dati. Fino a quel momento i dati del monitoraggio vengono forniti sulla base di formati standard eventualmente già in uso ovvero su modelli predisposti dal gestore stesso. Nel caso in cui si verifichino delle particolari circostanze quali superamenti dei limiti di emissione, emissioni accidentali non controllate da punti non esplicitamente regolamentati dall’AIA, malfunzionamenti e fuori uso dei sistemi di controllo e monitoraggio, incidenti ambientali ed igienico sanitari, situazioni di emergenza o di esercizio eccezionali, oltre a mettere in atto le procedure previste dal piano di emergenza, occorrerà avvertire la Provincia di Ravenna, l’AUSL, l’ARPA territorialmente competente e il Comune di riferimento nel più breve tempo possibile anche rivolgendosi ai servizi di pubblica emergenza (al di fuori degli orari di ufficio) e per le vie brevi con contatto telefonico diretto. 57 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D D2.4) EMISSIONI IN ATMOSFERA (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di notifica specifici) D2.4.1 Aspetti generali I valori limite di emissione e le prescrizioni che la Ditta è tenuta a rispettare sono individuati sulla base di: • criteri per l’autorizzazione e il controllo delle emissioni inquinanti in atmosfera approvati dal CRIAER; • Migliori Tecniche Disponibili individuate sulla base dei criteri citati al precedente paragrafo C; • specifiche tecniche indicate dalla Ditta in merito ai processi e all’efficienza dei sistemi di abbattimento; • valutazione dei dati degli autocontrolli dell'azienda forniti attraverso i report annuali. Nelle eventuali modifiche dell’impianto, il gestore deve preferire le scelte impiantistiche che permettano di: • ottimizzare l’utilizzo delle risorse ambientali e dell’energia; • ridurre la produzione di rifiuti, soprattutto pericolosi; • ottimizzare i recuperi comunque intesi; • diminuire le emissioni in atmosfera con particolare riferimento ai parametri NOx e polveri. D2.4.2 Emissioni Convogliate Per le emissioni in atmosfera provenienti dall’impianto di produzione di carbonati organici o intermedi, i limiti e le prescrizioni che la Ditta Acomon è tenuta a rispettare sono di seguito indicati. Limiti emissioni I limiti risultano i seguenti, in condizione di “normale funzionamento” così come definito nel D.Lgs. n. 152/06 e smi (art. 268 definizioni bb) cc) dd) ee)): il numero delle ore in cui l’impianto è in funzione, con l’esclusione dei periodi di avviamento e di arresto e dei periodi di guasto, salvo diversamente stabilito dalle normative adottate ai sensi dell’art. 271, comma 3, o della autorizzazione (art. 271, comma 14 e art. 273, comma 8 del D.Lgs. n. 152/06). Punto di emissione E67A2 - modificata IMPIANTO DI PRODUZIONE RAV7 – Aspirazione generale polveri (scrubber ad umido) Portata massima Altezza minima Temperatura Durata Sezione 4.500 7 ambiente 24 0,098 3 Nm /h m °C h/g 2 m Concentrazione massima ammessa di inquinanti: 3 Polveri Sostanze Organiche Volatili Totali 10 mg/Nm 3 60 mg/Nm Punto di emissione E6 - nuovo IMPIANTO DI PRODUZIONE RAV7 – Aspirazione generale polveri (scrubber ad umido tipo Venturi) Portata massima Altezza minima Temperatura Durata Sezione 4.500 13 ambiente 24 0,071 3 Nm /h m °C h/g 2 m Concentrazione massima ammessa di inquinanti: Sostanze Organiche Volatili Totali 60 mg/Nm 3 Si prende altresì atto delle emissioni provenienti dalle cappe di aspirazione dei laboratori analisi e ricerca, afferenti ai punti di emissione denominati ESN70, ESN71, ESN72, ESN73, ESN74, ESN75, ESN76, ESN77, ESN78, ESN79, ESN80, ESN81, ESN82, ESN83A, ESN83B, per cui non si indicano limiti specifici. 58 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D I flussi gassosi di scarto (continui e di emergenza) provenienti dall’impianto sono destinati al sistema Rete Torce e Forno Incenerimento Sfiati (FIS) di cui è dotato lo Stabilimento Multisocietario di Ravenna per la termodistruzione di una serie di sfiati gassosi non clorurati continui e discontinui (occasionali ovvero di emergenza). I due sistemi (Rete Torce e Forno FIS) sono complementari ed integrati garantendo, la Rete Torce, la termodistruzione anche degli sfiati destinati, di norma, al FIS in caso di fermata o blocco di quest’ultimo (isola 19); la Rete Torce è gestita dalla Società consortile Ravenna Servizi Industriali (RSI, a cui è in capo la relativa autorizzazione provvedimento n. 3468 del 13/10/2011), mentre il Forno FIS è gestito dalla Società Herambiente spa (a cui è in capo la relativa autorizzazione AIA n. 3811 del 04/12/2013). L’impianto Acomon è collegato al sistema integrato Rete Torce – Forno FIS come di seguito specificato: • gli scarichi di esercizio di tutte le valvole di sfiato dai punti di bonifica delle linee/apparecchiature e le valvole di sfiato dell’impianto (sfiati di processo), compresa la nuova linea produttiva RAV7, sono di norma destinati al Forno FIS; • tutte le emissioni e gli sfiati provenienti dall’Impianto Pilota sono indirizzati alla Torcia Isola 25; per impianto pilota si identifica quello che viene utilizzato prevalentemente per la produzione a richiesta del RAVolution PO, ma viste le dimensioni delle apparecchiature, in caso di necessità, potrebbe essere utilizzato per la produzione e sperimentazione di piccole campionature e/o prove industriali di prodotti di nuovo sviluppo; • gli scarichi di emergenza posti a sicurezza delle apparecchiature contenenti sostanze pericolose (PSV e dischi di rottura), compresa la nuova linea di produzione RAV7, sono convogliate nella rete degli sfiati emergenza (torcia isola 25), così come le apparecchiature facenti parte dell’impianto pilota (sintesi RAVolution PO); • tutti i serbatoi di stoccaggio delle materie prime/intermedi sono convogliati al Forno FIS. Con nota PG 84224 del 07/11/2013 è stato concesso nulla osta alla fase di verifica degli impianti soggetti a modifica sostanziale (avviamento e messa in esercizio della nuova linea di produzione RAV7), la quale prevede lo svolgimento di prove di avviamento delle apparecchiature, sintesi e purificazione fino all'ottenimento del prodotto finito, su cui effettuare verifiche di qualità. Durante lo svolgimento di tali prove (novembre 2013 - gennaio 2014) viene fermata l'attuale linea di produzione, come riportato anche al punto 2 delle prescrizioni seguenti. Prescrizioni 1. Terminati i lavori di installazione della nuova linea produttiva, a conclusione delle prove preliminari, come previste da nulla osta PG 84224 del 07/11/2013, prima di dare inizio alla messa in esercizio degli impianti, deve essere data comunicazione alla Provincia di Ravenna, ad ARPA e al Comune di Ravenna. 2. Durante lo svolgimento delle prove preliminari, come previste da nulla osta PG 84224 del 07/11/2013, deve essere in funzione solo la linea oggetto di revamping (nuova linea produzione RAV7) e tutti i dispositivi atti alla gestione di eventuali emergenze, devono essere attivi e mantenuti tali anche per la linea produttiva esistente, temporaneamente inattiva. 3. Entro il 30/06/2014, per il punto di emissione E6, devono essere espletate le procedure previste dall’art. 269, comma 5, del D.Lgs 152/06 all’atto della messa a regime degli impianti. In tale senso, la Ditta deve provvedere ad effettuare almeno tre autocontrolli alle emissioni a partire dalla data fissata per la messa a regime per un periodo di 10 giorni. 4. La data, l’orario, il risultato delle misure di autocontrollo, le caratteristiche di funzionamento esistenti nel corso dei prelievi dovranno essere annotati su un apposito registro con pagine numerate e bollate dal Servizio Territoriale di ARPA – Distretto Ravenna e firmato dal responsabile dell’impianto, a disposizione degli organi di controllo competenti. 5. In merito al funzionamento del gruppo di raffreddamento ad ammoniaca e a freon, deve essere data comunicazione alla Provincia di Ravenna e ad ARPA, di ogni attivazione del sistema di abbattimento ad umido (acqua acida), a servizio del ventilatore d'aspirazione; di tali attivazioni deve anche essere tenuta opportuna registrazione. Monitoraggio Emissione Parametri Frequenza Registrazione E67A2 Polveri SOV SOV Annuale Annuale Annuale Rapporti di prova emessi dal laboratorio, da tenere a disposizione degli organi di controllo. I dati sono da riportare ed elaborare nel report annuale. E6 59 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D Requisiti di notifica specifici In caso di emissioni in atmosfera accidentali non prevedibili dovrà essere data comunicazione a mezzo fax nel più breve tempo possibile alla Provincia di Ravenna e all’ARPA territorialmente competente, e comunque nel rispetto di quanto stabilito nella relativa procedura di emergenza del SGA. In caso di incidenti che prevedano l’attivazione del Piano di Emergenza Interno, la comunicazione agli enti competenti deve essere effettuata secondo quanto previsto nel piano stesso, anche nel rispetto di quanto stabilito nella relativa procedura di emergenza del SGA. Con sufficiente anticipo, devono essere comunicate ad ARPA le date previste per gli autocontrolli/campionamenti delle emissioni in atmosfera. D2.4.3 Emissioni diffuse Nell'impianto in oggetto non sono presenti sorgenti di emissioni diffuse. D2.4.4 Emissioni fuggitive Per la quantificazione delle emissioni fuggitive, intese come quelle emissioni risultanti da una perdita graduale di tenuta di una parte delle apparecchiature destinate a contenere/movimentare un fluido (liquido o gassoso), ad oggi si è proceduto partendo da una stima del numero di sorgenti e da una valutazione del tempo di funzionamento medio e, tramite l’applicazione di fattori di emissione riconosciuti nella letteratura di settore, si è potuto risalire al quantitativo di composti organici volatili emessi nell’anno. Si faccia riferimento anche a quanto previsto nel paragrafo D1) Piano di adeguamento e miglioramento al punto 7. D2.4.5 Emissioni eccezionali in condizioni prevedibili Il processo in esame non presenta casi prevedibili di emissioni eccezionali che richiedano specifiche procedure di controllo D2.5) EMISSIONI IN ACQUA (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di notifica specifici) Aspetti generali Nel sito produttivo in esame si individuano 2 flussi di scarico di acque reflue, entrambi destinati a trattamento nell’impianto centralizzato di depurazione TAS, Centro Ecologico Baiona, della Società Herambiente spa, che ai sensi di quanto previsto dall’art. 108 del D.Lgs. n. 152/06 sono riconducibili alla fattispecie di “scarichi parziali” di sostanze pericolose da sottoporre a regolamentazione ai limiti di batteria (piè d’impianto) nel punto di consegna al trattamento da parte della Società Herambiente spa, secondo quanto previsto dal predetto decreto in materia di scarichi di sostanze pericolose. 60 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D altri coinsediati Versalis Rivoira Coem Yara Italia Ravenna Servizi Industriali linea 3 Acomon OC 14 Reflui interni Herambiente F2/F3/FIS + trattamento rifiuti ATB linea 1 CFS Europe (ex Borregaard Italia) Vinavil linea 2 Endura Versalis (ex Ecofuel) Polynt Herambiente S 20 TAPO Fognatura acque “bianche” inorganiche Cray Valley Italia – - CFS Europe – Versalis (ex Ecofuel) – - Endura - Enipower – Acomon - Coem – Yara Italia – Versalis – - Ravenna Servizi Industriali – - Rivoira – Syndial - Vinavil Cementerie Aldo Barbetti ENI Scarico in Canale Candiano Herambiente linea 4 S 5 S 33 TAPI Orion Engeneered (ex Evonik) Degussa Polynt Sfioro in canaletta acque meteoriche Scarico in Canale Cupa Acque di raffreddamento Enipower - Figura 1Schema Sistema Fognario dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna Scarichi idrici parziali della Società Acomon s.r.l. verso l’impianto centralizzato di trattamento della Società Herambiente spa Figura 2 Planimetria della rete fognaria delle acque di processo organiche dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna - Società Acomon s.r.l. (ex Chemtura, Isola 5) 61 Pialassa Baiona Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D Figura 3 Planimetria della rete fognaria delle acque di processo inorganiche dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna - Società Acomon s.r.l. (Isola 5) In particolare, con riferimento allo schema riportato in figura 1: • Scarico di acque reflue industriali organiche contenenti “sostanze pericolose”, tramite tubazione diretta, all’impianto centralizzato di trattamento TAS (linea TAPO), Centro Ecologico Baiona, della Società Herambiente spa La rete fognaria denominata linea 3 presente nello Stabilimento Multisocietario, di proprietà della Società Consortile R.S.I., dove confluiscono le acque reflue industriali organiche derivanti dalle società coinsediate, tra cui Acomon srl, convoglia le stesse all’impianto TAS della Società Herambiente per il trattamento chimico-fisico-biologico nella sezione TAPO. Per ciascun utente della rete fognaria delle acque di processo organiche è individuato un singolo pozzetto di consegna, in cui è univocamente associata la responsabilità dello stesso utente allo scarico. Il punto di consegna ai limiti di batteria della Società Acomon srl, sulla linea 3, è rappresentato dal pozzetto OC14. • Scarico di acque reflue industriali inorganiche contenenti “sostanze pericolose”, tramite tubazione diretta, all’impianto centralizzato di trattamento TAS (linea TAPI), Centro Ecologico Baiona, della Società Herambiente La rete fognaria denominata linea 4 presente nello Stabilimento Multisocietario, di proprietà della Società Consortile R.S.I., dove confluiscono le acque reflue industriali inorganiche costituite da acque di processo inorganiche (acque di raffreddamento, acque di lavaggio aree/impianti, acque di spurgo, ecc.), unite a acque reflue domestiche e alle acque meteoriche di dilavamento di tutte le società coinsediate e altre, convoglia le stesse alla vasca di raccolta denominata S5. Dalla vasca S5 che viene assunta come punto di consegna del flusso cointestato ai limiti di batteria (P22), le acque reflue industriali inorganiche sono inviate all’impianto centralizzato TAS della Società Herambiente per il trattamento chimico-fisico nella sezione TAPI. Lo scarico del flusso cointesto è regolamentato dalla autorizzazione settoriale rilasciata dalla Provincia di Ravenna a tutte le Società Coinsediate dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna (provvedimento n. 161 del 26/01/2010 e smi). Per ciascun utente della rete fognaria delle acque di processo inorganiche sono individuati i pozzetti di consegna, in cui sono univocamente associate la responsabilità dello stesso utente agli scarichi. I punti di consegna ai limiti di batteria della Società Acomon srl, sulla linea 4, sono rappresentati dai pozzetti GL_01, GL_02 e GL_03. Le ditte coinsediate nel Sito Multisocietario e la Società Herambiente hanno redatto e sottoscritto il “Regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell’insediamento multisocietario di Ravenna convogliate agli impianti di trattamento della Società Herambiente” (in seguito denominato Regolamento Fognario) Ultima revisione: Edizione 4 – Settembre 2012. Copia originale del Regolamento vigente è depositata presso la Provincia di Ravenna e il Servizio Territoriale di ARPA Ravenna. Ai fini della regolamentazione degli scarichi idrici parziali delle ditte coinsediate verso l’impianto centralizzato di trattamento della Società Herambiente, viene assunto a riferimento tale regolamento, che definisce le 62 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D modalità operative, le competenze e la regolamentazione dei singoli flussi di scarico delle acque reflue industriali di ciascuna Società presente nel Sito Multisocietario, l’identificazione dei pozzetti di prelevamento al limite di batteria (pozzetti di consegna) e le omologhe che le acque reflue industriali organiche e inorganiche devono rispettare per l’accettazione all’impianto TAS del Centro Ecologico Baiona, oltre ai programmi di monitoraggio e la gestione delle anomalie/emergenze. I suddetti scarichi di acque reflue industriali organiche e inorganiche provenienti dall’impianto chimico Acomon srl, tramite tubazione diretta, all’impianto di trattamento TAS del Centro Ecologico Baiona della Società Herambiente dovranno essere effettuati nel rispetto delle condizioni e prescrizioni di seguito indicate. Limiti e prescrizioni 1. Lo scarico di acque reflue industriali organiche contenenti “sostanze pericolose”, tramite tubazione diretta, all’impianto centralizzato di trattamento “Centro Ecologico Baiona” (linea TAPO) della Società Herambiente deve essere effettuato nel rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: a. lo scarico delle acque reflue industriali organiche della Società Acomon al punto di consegna OC14 ai limiti di batteria verso l’impianto centralizzato di trattamento della Società Herambiente è costituito da un flusso indifferenziato di acque di processo organiche contenenti “sostanze pericolose” in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità strumentale; nello stesso sistema fognario che convoglia le acque industriali di processo possono altresì essere convogliati flussi occasionali, ma comunque programmati, secondo i criteri del Regolamento Fognario provenienti dai cosidetti wellpoint installati in aree di pertinenza della Società Acomon all’interno dello Stabilimento Multisocietario in occasione di lavori di escavazione e/o bonifiche suoli; il flusso di acque reflue industriali organiche a valle del pozzetto OC14 confluisce a sua volta nella linea fognaria 3 a cui conferiscono anche altri gestori coinsediati nel sito multisocietario; b. il punto di consegna di acque reflue industriali organiche, verso l’impianto centralizzato di trattamento della Società Herambiente, è identificato nel pozzetto OC14, come indicato nello schema riportato in figura 2, parte integrante del presente provvedimento; c. lo scarico nel punto di consegna sopracitato è qualificato come “scarico parziale” di sostanze pericolose ai sensi dell’art. 108 del D.Lgs. n. 152/06 e della DGR. n. 1053/03; d. l’elenco delle “sostanze pericolose” presenti in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità delle metodiche di rilevamento è indicato nella Tabella 1 sotto riportata con indicati i relativi limiti di rilevabilità da assumere (sono i limiti di rilevabilità stabiliti da ARPA per definire la presenza o meno delle sostanze pericolose negli scarichi delle acque reflue industriali) Sostanza pericolosa Idrocarburi totali Limite di rilevabilità (mg/l) 0,05 Tabella 1 e. lo scarico delle acque reflue industriali organiche contenenti sostanze pericolose, nel punto ufficiale di prelevamento OC14, dovrà rispettare i valori limite di emissione per le sostanze pericolose e per i parametri specifici (alcool allilico) così come indicati nella Tabella 2 sotto riportata (già caratterizzati e definiti nell’omologa di accettazione del flusso stabilita dalla ditta Acomon con Herambiente); oltre alle sostanze pericolose, con la presente AIA, viene regolamentato, al fine di garantire la compatibilità delle acque reflue industriali organiche scaricate, con la capacità di trattamento dell’impianto di Herambiente, anche il valore di emissione del parametro specifico Alcool Allilico: Sostanza pericolosa/parametri specifici Idrocarburi totali Alcool allilico (parametro specifico) Limite di emissione (mg/l) 10 5.500 (omologa 2012) Tabella 2 f. in caso di aggiornamento dell’omologa, questo dovrà essere oggetto di preventiva comunicazione e valutazione ai sensi dell'art. 29-nonies del D.Lgs 152/06 e smi e delle indicazioni contenute nella circolare regionale del 01/08/2008 PG/2008/187404 avente per oggetto “Prevenzione e riduzione dell’inquinamento (IPPC) – Indicazioni per la gestione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate ai sensi del D.Lgs 59/05 e della L.R. n. 21/04”, la quale fornisce gli strumenti per individuare le modifiche sostanziali e le modifiche non sostanziali delle AIA; in tal senso dovrà essere presentata opportuna documentazione allegata: - relazione riportante la motivazione tecnica per la quale si richiede la modifica, in cui viene data evidenza della capacità di trattamento dell'impianto TAS, linea TAPO, nel caso in cui l'aggiornamento dell'omologa riguardi modifiche ai valori massimi di accettazione per le sostanze pericolose e per i parametri specifici indicati in Tabella 2; 63 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D - semplice relazione riportante la motivazione tecnica per la quale si richiede la modifica, nel caso in cui l'aggiornamento dell'omologa non riguardi variazioni ai valori massimi di accettazione per le sostanze pericolose e per i parametri specifici indicati in Tabella 2; g. il punto ufficiale di prelevamento OC14, ai fini del controllo, va mantenuto costantemente accessibile a disposizione degli organi di vigilanza; su di esso va garantita una periodica attività di manutenzione e sorveglianza per mantenere una costante efficienza del sistema; h. sul punto di prelievo OC14 è installato un campionatore automatico, oltre ad un misuratore di portata; su di essi dovrà essere garantita periodica attività di manutenzione per mantenere efficiente e funzionante il sistema. La misura di portata viene effettuata, tramite misuratore continuo, anche all’interno dei limiti di batteria della Società Herambiente, sulla linea 3. Sempre all’interno dei limiti di batteria della linea di trattamento TAPO sulla stessa linea 3, la Società Herambiente provvede, tramite campionatore automatico, al controllo delle sostanze pericolose; i. il punto di prelievo OC14 è indicato nella figura 2, sopra riportata (stralcio della planimetria di cui punto successivo allegata al Regolamento Fognario); j. eventuali aggiornamenti della planimetria della rete fognaria denominata “Mappa guida nel campionamento degli scarichi liquidi di Stabilimento (fogne di processo) - Disegno RSI N. RA-GB1121-E-06000-A" rev. 4 del 22.08.2012 allegata al Regolamento Fognario (che va resa disponibile agli agenti accertatori in caso di eventuale controllo) devono essere comunicati ai sensi dell'art. 29nonies del D.Lgs 152/06 e smi e della circolare regionale del 01/08/2008 PG/2008/187404 avente per oggetto “Prevenzione e riduzione dell’inquinamento (IPPC) – Indicazioni per la gestione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate ai sensi del D.Lgs 59/05 e della L.R. n. 21/04”; k. ogni eventuale variazione strutturale che modifichi permanentemente il regime o la qualità dello scarico nel punto OC14, in relazione alle sostanze pericolose o ai parametri specifici indicati in tabella 1, deve essere comunicata ai sensi dell'art. 29-nonies del D.Lgs 152/06 e smi e della circolare regionale del 01/08/2008 PG/2008/187404 avente per oggetto “Prevenzione e riduzione dell’inquinamento (IPPC) – Indicazioni per la gestione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate ai sensi del D.Lgs 59/05 e della L.R. n. 21/04”, presentando una relazione in cui venga esplicitata la motivazione tecnica per la quale si richiede tale modifica e venga data evidenza della capacità di trattamento da parte dell’impianto ricevente. 2. Lo scarico di acque reflue industriali inorganiche contenenti “sostanze pericolose”, tramite tubazione diretta, all’impianto centralizzato di trattamento “Centro Ecologico Baiona” (linea TAPI) della Società Herambiente deve essere effettuato nel rispetto delle condizioni e prescrizioni riportate nel provvedimento n. 161 del 26/01/2010 e smi. Monitoraggio e controllo Punto di campionamento Tipo di campionamento OC14 Automatico nelle 3 ore Frequenza dei controlli Mensile Trimestrale Parametri da determinare Alcool allilico Idrocarburi totali Si prende atto che, con frequenza programmata, sono previsti autocontrolli aziendali delle acque reflue industriali organiche come indicato nel “Piano di Controllo del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell’insediamento multisocietario di Ravenna” allegato al Regolamento Fognario. Requisiti di notifica specifici 1. Nel caso in cui si verifichino imprevisti tecnici che modifichino provvisoriamente il regime e la qualità dello scarico nel punto OC14, in relazione alle sostanze pericolose, ne va data immediata comunicazione alla Provincia di Ravenna e all’ARPA. presentando una relazione in cui vengano esplicitate le cause che hanno determinato tali modifiche e gli interventi intrapresi al riguardo per il normale ripristino dello scarico; nello stesso Regolamento sono altresì codificati i diversi casi riconducibili ad anomalie e/o emergenze che possono determinare impatti sullo scarico finale del depuratore centralizzato. Per tali evenienze, che devono essere comunicate alla Provincia di Ravenna e all’ARPA, vengono definiti i criteri e le procedure di intervento. 2. Qualora nel corso delle verifiche e degli autocontrolli svolti dalla Ditta venga rilevato il superamento di un valore limite stabilito dalla presente autorizzazione relativo alle sostanze pericolose e/o ai parametri 64 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D specifici, dovrà esserne data comunicazione, nel più breve tempo possibile, alla Provincia di Ravenna e ad ARPA; insieme con la comunicazione, ovvero a seguire nel minimo tempo tecnico, dovranno altresì essere documentate le cause di tale superamento e le azioni correttive poste in essere per rientrare nei limiti previsti dall’autorizzazione. D2.6) EMISSIONI NEL SUOLO (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di notifica specifici) Aspetti generali L'attività in oggetto non prevede nessuna emissione nel suolo. Potenziali impatti su suolo e sottosuolo potrebbero derivare da sversamenti e perdite accidentali di sostanze (materie prime e/o prodotti finiti) detenuti in stabilimento. Tutti i serbatoi fuori terra (non sono presenti serbatoi interrati) sono in acciaio al carbonio o acciaio inossidabile a seconda della sostanza stoccata, dotati di livello continuo, sonda di alto livello e indicatore di pressione con segnale a DCS (sala controllo), con i conseguenti allarmi. I serbatoi sono contenuti all’interno di adeguati bacini di contenimento in grado di contenerne il contenuto, realizzati in calcestruzzo e convogliano i reflui, eventualmente raccolti, tutti in fogna organica di stabilimento (a trattamento non in acque superficiali). All’interno dei bacini sono posizionati all’interno esplosimetri per la rilevazione delle sostanze. È inoltre presente un serbatoio di contenimento nel caso in cui debba essere intercettato l’invio dell’acqua a trattamento. Per le restanti caratteristiche dei serbatoi e per la gestione della movimentazione delle sostanze si faccia riferimento al paragrafo C3, BAT relative alle attività di stoccaggio e movimentazione delle sostanze anche pericolose. Requisiti di notifica specifici Nessun requisito di notifica specifico. D2.7) RUMORE (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di notifica specifici) Aspetti generali L’area di ubicazione dello stabilimento ricade in classe acustica VI (area esclusivamente industriale), con limiti di immissione sonora di 70 dBA sia nel periodo diurno che notturno. Inoltre, tutti i recettori potenzialmente esposti alle emissioni sonore provenienti dallo stabilimento Acomon sono riconducibili alla classe VI in quanto interni allo Stabilimento Multisocietario di Ravenna e il limite di zona VI dista dai confini dell’impianto chimico in oggetto non meno di 500 m. Dalle indagini svolte non si evidenziano problematiche sotto l’aspetto dell’inquinamento acustico connesso all’esercizio dell’impianto. I rilievi fonometrici, effettuati in continuo e con la tecnica a spot presso i confini di proprietà, hanno evidenziato che il clima acustico e l’impatto generato dall’attività oggetto di studio sono conformi alla normativa vigente. Prescrizioni 1. Nel caso di modifiche sostanziali dell’impianto, devono essere effettuati campionamenti fonometrici e aggiornata la valutazione di impatto acustico, trasmettendo la relazione agli organi competenti (Provincia di Ravenna, ARPA). Requisiti di notifica specifici Nessun requisito di notifica specifico. D2.8) GESTIONE DEI RIFIUTI (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di notifica specifici) Aspetti generali La gestione dei rifiuti prodotti dal processo produttivo e dalle attività di supporto è regolamentata internamente da apposita procedura facente parte del Sistema di Gestione Ambientale aziendale (ACOM_PG_214), inoltre le quantità di rifiuti effettivamente prodotte vengono rilevate mediante apposite registrazioni. Per tutte le tipologie di rifiuti prodotti, in attesa del conferimento a terzi per le opportune operazioni di recupero/smaltimento, viene effettuato il deposito temporaneo (attuato in conformità a quanto previsto dall’art. 183, comma 1, lettera bb) del D.Lgs. n. 152/06 e smi) presso le apposite aree pavimentate dello stabilimento o all’interno dei serbatoi (nel caso dei rifiuti liquidi quali fondi e residui di reazione) dotati di idonei bacini di contenimento adeguatamente dimensionati. 65 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D I rifiuti verranno gestiti secondo le buone tecniche, in particolare il loro stoccaggio/deposito non deve generare in alcun modo contaminazioni del suolo o delle acque, in conformità a quanto previsto dalla procedura gestionale del SGA. La classificazione e la gestione dei rifiuti prodotti dallo stabilimento deve avvenire secondo i criteri stabiliti nella Parte IV del d.lgs. 152/2006 e s.m.i. anche attraverso l'utilizzo di determinazioni di carattere analitico. La classificazione e gestione dei rifiuti deve avvenire secondo i criteri del D.Lgs 152/06 e smi. Monitoraggio Si riportano le seguenti indicazioni per i rifiuti prodotti Aspetto ambientale Aree di stoccaggio rifiuti e registro rifiuti Rifiuti prodotti (pericolosi e non pericolosi) Monitoraggio Verifica dell'idoneità delle aree di stoccaggio Quantitativi distinti per tipologia (pericolosi e non pericolosi) Frequenza Mensile Annuale Modalità di registrazione Su apposito registro/foglio di lavoro Report annuale come previsto al paragrafo D2.2 D2.9) CONSUMI IDRICI (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di notifica specifici) Aspetti generali L'azienda ha come fonte d’approvvigionamento idrico l'acquedotto comunale e la relativa fornitura avviene tramite R.S.I.. L’acqua demineralizzata è quella utilizzata nel processo produttivo, l’acqua industriale e l’acqua potabile sono invece connesse alla gestione delle utenze. Monitoraggio Approvvigionamento idrico 3 Acqua potabile (m /anno) 3 Acqua industriale (m /anno) 3 Acqua demineralizzata (m /anno) Frequenza Semestrale Mensile Mensile Modalità di registrazione Report annuale come previsto al paragrafo D2.2 D2.10) ENERGIA Il gestore, attraverso gli strumenti gestionali in suo possesso, deve utilizzare in modo ottimale l’energia, con particolare riguardo alle MTD. Nell’intero impianto in esame si individuano sia utenze termiche che elettriche: consumi di energia elettrica e vapore, entrambi forniti da Enipower spa, attraverso l'impianto all'interno del sito Multisocietario. Non si individuano limiti e prescrizioni specifici, ma si riportano nel seguito le attività di monitoraggio. Monitoraggio Energia consumata Consumo totale di energia elettrica (kWh/anno) Consumo totale di vapore (t/anno) Frequenza mensile Modalità di registrazione Report annuale come previsto al paragrafo D2.2 D2.11) MATERIE PRIME, SOSTANZE DI SERVIZIO/AUSILIARIE E PRODOTTI FINITI Le materie prime, sostanze di servizio/ausiliarie e prodotti finiti allo stato liquido, detenute in contenitori fissi o mobili, devono essere stoccate in idonee aree segregate, al fine di assicurare il confinamento di eventuali perdite, nel caso di eventi accidentali, e un loro corretto smaltimento. Monitoraggio Materia prima/sostanza Alcool allilico DMC DAC Namet DIETILENGLICOLE MONOETILENGLICOLE Frequenza mensile mensile mensile mensile mensile mensile 66 Modalità di registrazione Report annuale come previsto al paragrafo D2.2 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D Prodotto finito RAV7 (anche per diverso grado) Azeosolve Ravolution PO Frequenza mensile mensile mensile Modalità di registrazione Report annuale come previsto al paragrafo D2.2 D2.12) PREPARAZIONE ALL'EMERGENZA Con riferimento al Sistema di Gestione Ambientale (SGA) già adottato dalla Ditta, integrato con la parte riguardante il Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS) previsto dal D.Lgs. n. 334/99 e s.m.i., tutte le emergenze devono essere gestite secondo le procedure individuate nel suddetto Sistema, compresa la preparazione del personale; a tale scopo con cadenza annuale andrà aggiornato il SGA. In caso di emergenza ambientale, il gestore deve immediatamente provvedere agli interventi di primo contenimento del danno informando dell’accaduto la Provincia di Ravenna e l’ARPA, telefonicamente e via fax; successivamente il gestore è tenuto ad effettuare gli opportuni interventi di bonifica. D2.13) DISMISSIONE E RIPRISTINO DEL SITO All’atto della cessazione dell’attività, il sito su cui insiste lo stabilimento dovrà essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale, tenendo conto delle potenziali fonti permanenti di inquinamento del suolo e del sottosuolo ovvero degli eventi accidentali che potrebbero essersi manifestati durante l’esercizio. Allo scopo prima di effettuare le operazioni di ripristino del sito, la Ditta dovrà comunicare alla Provincia di Ravenna un progetto comprensivo degli interventi previsti per lo stesso, la riqualificazione ambientale ed il cronoprogramma di dismissione, accompagnato da un piano di indagini atte a caratterizzare la qualità dei suoli e delle acque sotterranee delle aree dismesse e a definire gli eventuali interventi di bonifica, nel quadro delle indicazioni e degli obblighi dettati dalla Parte IV del D.Lgs. 152/06 e smi. In ogni caso il gestore dovrà provvedere a: • lasciare il sito in sicurezza; • svuotare vasche, serbatoi, contenitori, reti di raccolta acque reflue (canalette, fognature) provvedendo ad un corretto recupero ovvero smaltimento del contenuto; • rimuovere tutti i rifiuti provvedendo ad un corretto recupero ovvero smaltimento degli stessi. 67 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D D3) PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL'IMPIANTO D3.1) Criteri generali di monitoraggio e interpretazione dei dati, monitoraggi specifici, esecuzione e revisione del piano Il monitoraggio è mirato principalmente a: - verifica del rispetto dei valori di emissione previsti dall'AIA e dalla normativa ambientale vigente; - raccolta dati per la valutazione della corretta applicazione delle procedure di carattere gestionale. La documentazione presentata costituente il Piano di Monitoraggio è vincolante al fine della presentazione dei dati relativi alle attività indicate nel presente allegato per le singole matrici monitorate. Qualsiasi variazione in relazione alle metodiche analitiche, strumentazione, modalità di rilevazione, ecc... dovranno essere tempestivamente comunicate all’Autorità competente e ad ARPA: tale comunicazione costituisce domanda di modifica del Piano di Monitoraggio, da comunicare e valutare ai sensi dell'art. 29-nonies del D.Lgs 152/06 e smi. Tutte le verifiche analitiche e gestionali svolte in difformità a quanto previsto dalla presente AIA verranno considerate non accettabili e dovranno essere ripresentate nel rispetto di quanto sopra indicato. Gli impianti dovranno essere eserciti secondo le procedure di carattere gestionale inserite nel SGA, opportunamente modificate, ove necessario, secondo quanto stabilito nel presente provvedimento. Si ritiene opportuno ed indispensabile evidenziare la necessità di adeguati interventi di manutenzione degli impianti comprese le strutture responsabili di emissioni sonore, di formazione del personale e di registrazione delle utilities. Il gestore deve attuare il Piano di Monitoraggio e Controllo rispettando frequenza, tipologia e modalità dei diversi parametri da controllare. Il gestore è tenuto a mantenere in efficienza i sistemi di misura relativi al Piano di Monitoraggio e Controllo, provvedendo periodicamente alla loro manutenzione e alla loro riparazione nel più breve tempo possibile. L'azienda deve assicurarsi di entrare in possesso degli esiti analitici degli autocontrolli in tempi ragionevoli, compatibili con i tempi tecnici necessari all'effettuazione delle analisi stesse. L'azienda inoltre è tenuta alla immediata segnalazione di valori fuori limite, informando Provincia ed ARPA in caso di eventuale ripetizione della prestazione analitica a conferma dato. I rapporti di prova riportanti la data, l’orario, il punto di campionamento, il risultato delle misure di autocontrollo (con relative soglie) e le caratteristiche di funzionamento dell’impianto nel corso dei prelievi, dovranno essere firmati dal responsabile dell’impianto e andranno conservati e mantenuti a disposizione degli organi di controllo competenti. ARPA può effettuare il controllo programmato in contemporanea agli autocontrolli del Gestore. A tal fine lo stesso dovrà comunicare tramite fax ad ARPA (Distretto territorialmente competente), con sufficiente anticipo, le date previste per gli autocontrolli/campionamenti riguardo le emissioni in atmosfera e il rumore. In merito alla presentazione annuale dei dati del monitoraggio, si fa presente che la relazione (report annuale previsto al paragrafo D2.2) deve riportare una valutazione puntuale dei monitoraggi effettuati evidenziando le anomalie riscontrate, le eventuali azioni correttive e le indagini svolte sulle cause; i rapporti analitici relativi alle emissioni in atmosfera andranno allegati; l’andamento degli indicatori di efficienza andrà valutato e commentato; le tabelle riassuntive dei monitoraggi svolti dovranno essere complete delle unità di misura dei parametri analizzati. D3.1.1) Emissioni in atmosfera Modalità operative Per la verifica dei limiti, fatte salve le future determinazioni del Ministero dell’Ambiente ai sensi dell’art. 271 comma 17, dovranno essere utilizzati dei format specifici di ritorno delle informazioni, oltre ai risultati degli autocontrolli; in particolare possono essere considerate ottimali le informazioni previste ed indicate dal Rapporto ISTISAN 91/41, punto 7, ovvero: - ditta, impianto, fase di processo, condizioni di marcia e caratteristiche dell'emissione; - data del controllo; - area della sezione di campionamento, temperatura, umidità e velocità dell’effluente; - portata volumetrica e percentuale di ossigeno misurata; - metodo di campionamento ed analisi, durata del campionamento; 68 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D - risultati della misura: sostanza determinata, concentrazione e unità di misura; - condizioni di normalizzazione dei risultati della misura; - autovalutazione di conformità/non conformità al valore limite. Tali informazioni possono essere anche riportate in documenti quali verbali di prelievo, schede di misura e campionamento alle emissioni, ecc. che vengono allegati ai rapporti di prova o ai rapporti tecnici. I risultati dei controlli e la relativa relazione tecnica, previsti dal Piano di autocontrollo, devono essere tenuti a disposizione degli Enti di Controllo (ARPA, Provincia, ecc.). Tale relazione tecnica dovrà contenere le valutazioni in merito al rispetto o meno dei valori limite autorizzati. Accessibilità e caratteristiche del punto di prelievo I sistemi di accesso degli operatori ai punti di prelievo e misura manuali e automatici devono garantire il rispetto delle norme previste in materia di sicurezza ed igiene del lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/08 e successive modifiche. L’azienda dovrà fornire tutte le informazioni sui pericoli e rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui opererà il personale incaricato di eseguire prelievi e misure alle emissioni. L’azienda deve garantire l’adeguatezza di coperture, postazioni e piattaforme di lavoro e altri piani di transito sopraelevati, in relazione al carico massimo sopportabile. Le scale di accesso e la relativa postazione di lavoro devono consentire il trasporto e la manovra della strumentazione di prelievo e misura. Il percorso di accesso alle postazioni di lavoro deve essere definito ed identificato nonché privo di buche, sporgenze pericolose o di materiali che ostacolino la circolazione. I lati aperti di piani di transito sopraelevati (tetti, terrazzi, passerelle, ecc.) devono essere dotati di parapetti normali secondo definizioni di legge. Le zone non calpestabili devono essere interdette al transito o rese sicure mediante coperture o passerelle adeguate. I punti di prelievo collocati in quota devono essere accessibili mediante scale fisse a gradini oppure scale fisse a pioli: non sono considerate idonee scale portatili. Le scale fisse verticali a pioli devono essere dotate di gabbia di protezione con maglie di dimensioni adeguate ad impedire la caduta verso l’esterno. Nel caso di scale molto alte, il percorso deve essere suddiviso, mediante ripiani intermedi, in varie tratte di altezza non superiore a 8-9 metri. Qualora si renda necessario il sollevamento di attrezzature al punto di prelievo, per i punti collocati in quota e raggiungibili mediante scale fisse verticali a pioli, la ditta deve mettere a disposizione degli operatori le seguenti strutture: Quota superiore a 5 m Quota superiore a 15 m sistema manuale di sollevamento delle apparecchiature utilizzate per i controlli (es: carrucola con fune idonea) provvista di idoneo sistema di blocco sistema di sollevamento elettrico (argano o verricello) provvisto di sistema frenante La postazione di lavoro deve avere dimensioni, caratteristiche di resistenza e protezione verso il vuoto tali da garantire il normale movimento delle persone in condizioni di sicurezza. In particolare le piattaforme di lavoro devono essere dotate di: parapetto normale su tutti i lati, piano di calpestio orizzontale ed antisdrucciolo e possibilmente dotate di protezione contro gli agenti atmosferici. Per i punti di prelievo ad altezze non superiori a 5m possono essere utilizzati ponti a torre su ruote costruiti secondo i requisiti previsti dalle normative vigenti e dotati di parapetto normale su tutti i lati o altri idonei dispositivi di sollevamento rispondenti ai requisiti previsti dalle normative in materia di prevenzione dagli infortuni e igiene del lavoro. I punti di prelievo devono comunque essere raggiungibili mediante sistemi e/o attrezzature che garantiscano equivalenti condizioni di sicurezza. Si ritiene idoneo l’impiego di una piattaforma mobile che dovrà essere in ogni momento disponibile presso lo stabilimento per le operazioni di campionamento da parte degli Enti preposti al controllo. Punto di prelievo: attrezzatura e collocazione (riferimento metodi UNI 10169 – UNI EN 13284-1) Ogni emissione deve essere numerata ed identificata univocamente con scritta indelebile in prossimità del punto di prelievo. I punti di prelievo devono essere collocati in tratti rettilinei di condotto a sezione regolare (circolare o rettangolare), preferibilmente verticali, lontano da ostacoli, curve o qualsiasi discontinuità che possa influenzare il moto dell’effluente. Per garantire la condizione di stazionarietà necessaria alla esecuzione delle misure e campionamenti, la collocazione del punto di prelievo deve rispettare le condizioni imposte dalle norme tecniche di riferimento (UNI 10169 e UNI EN 13284-1); le citate norme tecniche prevedono che le condizioni di stazionarietà e uniformità siano comunque garantite quando il punto di prelievo è collocato: ad almeno 5 diametri idraulici a valle ed almeno 2 diametri idraulici a monte di qualsiasi discontinuità; nel caso di sfogo diretto in atmosfera dopo il punto di prelievo, il tratto rettilineo finale deve essere di almeno 5 diametri idraulici. 69 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D Il rispetto dei requisiti di stazionarietà e uniformità, necessari alla esecuzione delle misure e campionamenti, può essere ottenuto anche ricorrendo alle soluzioni previste dalla norma UNI 10169 (ad esempio: piastre forate, deflettori, correttori di flusso, ecc.). E’ facoltà dell’Autorità Competente richiedere eventuali modifiche del punto di prelievo scelto qualora in fase di misura se ne riscontri la inadeguatezza. In funzione delle dimensioni del condotto devono essere previsti uno o più punti di prelievo. Il numero di punti di prelievo è stabilito sulla base della tabella seguente: Condotti circolari diametro (m) N° punti di prelievo fino a 1 m 1 da 1 m a 2 m 2 (posizionati a 90°) superiore a 2 m 3 (posizionati a 60°) lato minore (m) fino a 0,5 m da 0,5 m a 1 m superiore a 1 m Condotti rettangolari N° punti di prelievo 1 al centro del lato 2 al centro dei segmenti uguali in cui è suddiviso il lato 3 Ogni punto di prelievo deve essere attrezzato con bocchettone di diametro interno almeno da 3 pollici filettato internamente e deve sporgere per circa 50 mm dalla parete. I punti di prelievo devono essere collocati ad almeno 1 metro di altezza rispetto al piano di calpestio della postazione di lavoro. Limiti di emissione ed incertezza delle misurazioni I valori limite di emissione espressi in concentrazione, salvo diversamente disposto dall’autorizzazione, sono stabiliti con riferimento al funzionamento dell’impianto nelle condizioni di esercizio più gravose e si intendono stabiliti come media oraria. Per la verifica di conformità ai limiti di emissione si dovrà quindi far riferimento a misurazioni o campionamenti della durata pari ad un periodo temporale di un’ora di funzionamento dell’impianto produttivo nelle condizioni di esercizio più gravose. Ai fini del rispetto dei valori limite autorizzati, i risultati analitici dei controlli/autocontrolli eseguiti devono riportare indicazione del metodo utilizzato e dell’incertezza della misurazione al 95% di probabilità, così come descritta e documentata nel metodo stesso. Qualora nel metodo utilizzato non sia esplicitamente documentata l’entità dell’incertezza di misura, essa può essere valutata sperimentalmente in prossimità del valore limite di emissione e non deve essere generalmente superiore al valore indicato nelle norme tecniche (Manuale Unichim n.158/1988 "Strategie di campionamento e criteri di valutazione delle emissioni” e Rapporto ISTISAN 91/41 “Criteri generali per il controllo delle emissioni”) che indicano per metodi di campionamento e analisi di tipo manuale un’incertezza pari al 30% del risultato e per metodi automatici un’incertezza pari al 10% del risultato. Sono fatte salve valutazioni su metodi di campionamento ed analisi caratterizzati da incertezze di entità maggiore preventivamente esposte/discusse con l’autorità di controllo. Nel caso di misurazioni discontinue eseguite con metodi automatici che utilizzano strumentazioni a lettura diretta, la concentrazione deve essere calcolata come media di almeno 3 letture consecutive e riferita, anche in questo caso, ad un’ora di funzionamento dell’impianto produttivo nelle condizioni di esercizio più gravose. Il risultato di un controllo è da considerare superiore al valore limite autorizzato quando l’estremo inferiore dell’intervallo di confidenza della misura (cioè l’intervallo corrispondente a “Risultato Misurazione ± Incertezza di Misura”) risulta superiore al valore limite autorizzato. Metodi di campionamento e misura Per la verifica dei valori limite di emissione con metodi di misura manuali devono essere utilizzati: - metodi UNI EN / UNI / UNICHIM - metodi normati e/o ufficiali - altri metodi solo se preventivamente concordati con l’Autorità Competente. I metodi ritenuti idonei alla determinazione delle portate degli effluenti e delle concentrazioni degli inquinanti per i quali sono stabiliti limiti di emissione, sono riportati nella tabella seguente; altri metodi possono essere ammessi solo se preventivamente concordati con l’Autorità Competente sentita l’Autorità Competente per il Controllo (ARPA). Per gli inquinanti riportati potranno inoltre essere utilizzati i metodi indicati dall’ente di normazione come sostitutivi dei metodi riportati in tabella nonché altri metodi emessi da UNI specificatamente per le misure in emissione da sorgente fissa dell’inquinante stesso. Metodi manuali di campionamento e analisi di emissioni Parametro/Inquinante Metodi indicati Criteri generali per la scelta dei punti di misura e UNI 10169 e UNI EN 13284-1 campionamento Portata e Temperatura emissione Polveri o Materiale Particellare Composti Organici Volatili (espressi come carbonio UNI 10169 sostituita da 16911-1 UNI EN 13284-1 3 UNI EN 12619 (<20mg/Nm ) 70 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D Organico Totale) Composti Organici Volatili (con caratterizzazione e determinazione dei singoli composti) 3 UNI EN 13526 (>20 mg/Nm ) UNI EN 13649 (in caso di ricerca di composti estremamente volatili prevedere il raffreddamento della fiala durante il campionamento e/o doppia fiala di prelievo o, in alternativa, campionamento in sacche di materiale inerte tipo tedlar, nalophan posticipando l'adsorbimento su fiala, in condizioni controllate, in laboratorio). D3.1.2) Emissioni in acqua Modalità operative Il campionamento ufficiale sul punto OC14 da parte degli organi di controllo, viene effettuato tramite prelievo di un campione medio nell'arco di 3 (tre) ore, che risulta essere rappresentativo della qualità delle acque reflue industriali organiche scaricate nella linea fognaria 3. Le modalità di campionamento devono essere riportate in apposita modulistica (scheda identificativa del prelievo) e le operazioni di campionamento dovranno avvenire in sicurezza nel rispetto del D.Lgs 81/08 e smi, deve essere inoltre resa disponibile, se necessaria, idonea attrezzatura (DPI) per gli organi di controllo. Per quanto riguarda, invece, le attività di autocontrollo che il gestore deve effettuare, si faccia riferimento a quanto contenuto nel Regolamento Fognario, già richiamato al paragrafo D2.5 Emissioni in acqua; in esso vengono definite le modalità operative, le competenze e la regolamentazione dei singoli flussi di scarico delle acque reflue industriali di ciascuna Società coinsediata, l'identificazione dei pozzetti di prelevamento al limite di batteria (pozzetti di consegna) e i valori limite di immissione che le acque reflue industriali devono rispettare per l'accettazione all'impianto TAS del Centro Ecologico Baiona di Herambiente spa, oltre ai programmi di monitoraggio. Nel Regolamento risulta disposta apposita procedura per la gestione delle attività di controllo e monitoraggio interne degli scarichi idrici, nonché di eventuali situazioni anomale o di emergenza. Nel caso di scarichi idrici di emergenza dovuti a rotture, errori di manovra, malfunzionamenti di apparecchiature, parallelamente alle attività necessarie per intercettare e arginare lo sversamento, viene avvisato l'impianto centralizzato di trattamento di Herambiente con un fonogramma che individua la fogna interessata e riporta una stima dell'entità del flusso di scarico, la durata, le sostanze inquinati, ecc... Per quanto concerne gli scarichi delle acque meteoriche di dilavamento in acque superficiali, si ritiene rappresentativo effettuare un campionamento di tipo istantaneo. Verifica di conformità e rispetto dei limiti Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata allo scarico sia in maniera continua che periodica deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura l’incertezza della misura con un coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato. Qualora non fosse indicata l’incertezza della misura eseguita si prenderà in considerazione il valore assoluto della misura per il confronto con il limite stabilito. I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare insieme al valore del parametro analitico il metodo utilizzato e la relativa incertezza (P95%) conformi devono riportare oltre all’esito analitico anche le condizioni di assetto dell’impianto durante l’esecuzione del rilievo se pertinenti. Il risultato di un controllo è da considerare superiore al valore limite autorizzato quando l’estremo inferiore dell’intervallo di confidenza della misura (cioè l’intervallo corrispondente a “Risultato Misurazione ± Incertezza di Misura”) risulta superiore al valore limite autorizzato. Per quanto concerne i metodi presentati nel Piano di Monitoraggio, si ribadisce che al momento della presentazione dei rapporti di prova relativi a quanto previsto nel Piano stesso, dovrà essere data evidenza dell’incertezza estesa associata al dato analitico. Si rammenta altresì che l’incertezza estesa deve essere compatibile con i coefficienti di variazione (Cv) di ripetibilità indicati nei Metodi ufficiali. D3.1.3) Rifiuti Metodiche, verifica di conformità e rispetto dei limiti I rifiuti verranno gestiti secondo le buone tecniche, in particolare il loro stoccaggio/deposito non provocherà in alcun modo contaminazioni del suolo o delle acque, in conformità a quanto previsto dalla procedura gestionale del SGA. La classificazione e la gestione dei rifiuti prodotti dallo stabilimento avviene secondo i criteri stabiliti nella Parte IV del d.lgs. 152/2006 e s.m.i.. 71 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D D3.1.4) Indicatori di prestazione Gli indicatori di prestazione ambientale utilizzati come indicatori indiretti di impatto ambientale sono: Aspetto ambientale coinvolto Atmosfera Acque (scarichi e consumi) Rifiuti Energia Parametro Emissioni in atmosfera (kgSOV/tprodotto; polveri/tprodotto) 3 Scarico di acque organiche di processo specifico (m acque organiche di processo scaricate/tprodotto) COD scaricato specifico (kgCOD scaricato/tprodotto) 3 Consumo idrico specifico (m acque consumate/tprodotto) produzione specifica di rifiuti (trifiuti prodotti/tprodotto) indice di recupero rifiuti (trifiuti a recupero/trifiuti prodotti) consumo energetico specifico (TEP/tprodotto) I valori degli indicatori di performance ambientale sopra riportati devono essere determinati su base annua, il loro calcolo deve essere accompagnato da una analisi, da cui si evinca la conformità dell'impianto rispetto a quanto definito nei Bref di settore. I dati devono essere resi disponibili alle autorità di controllo e riportati nel report annuale (previsto al paragrafo D2.2), come anche indicato al paragrafo D3.1. 72 Allegato Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D D3.2) Autocontrolli, controlli programmati e loro costo La regolamentazione degli autocontrolli per le diverse matrici ambientali inserite nel Piano di Monitoraggio che l'azienda deve attuare, con le frequenze, le metodiche, ecc... è riportata nei paragrafi precedenti. Per quanto riguarda, invece, i controlli programmati, effettuati dall'organo di vigilanza (ARPA), si ritiene adeguata una periodicità di controllo triennale con visita ispettiva mirata a: - verifica dell'applicazione di quanto previsto nel Piano di Monitoraggio, - verifica della corretta applicazione del Piano di Adeguamento e Miglioramento; - verifica degli indicatori di prestazione ambientale dell'impianto; - controllo dei dati relativi al consumo di risorse, materie prime e di servizio/ausiliarie con particolare riguardo all'utilizzo di sostanze pericolose; - controllo delle modalità con cui vengono effettuati gli scarichi di acque reflue industriali organiche e inorganiche, tramite tubazioni dirette, all’impianto centralizzato di depurazione, anche ricorrendo eventualmente ad un prelievo (per ricerca sostanze pericolose e parametri specifici) - verifica delle analisi effettuate sulle acque reflue industriali organiche e inorganiche, destinate a trattamento rispettivamente alla linea TAPO e alla linea TAPI dell’impianto centralizzato di depurazione, con particolare riguardo alle sostanze pericolose e ai parametri specifici; - il controllo del registro degli autocontrolli delle emissioni in atmosfera con eventuale prelievo di campioni ai camini; - controllo della documentazione attestante gli interventi di controllo e manutenzione degli impianti di abbattimento; - il controllo del registro di carico/scarico rifiuti; nel caso di modifiche impiantistiche che prevedono l'inserimento di nuove e significative fonti di emissioni sonore, da comunicare e valutare ai sensi dell'art. 29-nonies del D.Lgs 152/06 e smi, è prevista una verifica ispettiva mirata. Le periodicità riportate sono comunque da ritenersi indicative e da valutarsi anche in base alle risultanze contenute nei report annuali che la Ditta è tenuta a presentare (tramite il portale regionale IPPC-AIA), come da prescrizioni e da Piano di Monitoraggio, alla Provincia e all’ARPA. Qualora fosse necessario l’impiego di particolari attrezzature o dispositivi di protezione ai fini della sicurezza, per agevolare lo svolgimento dell’intervento di campionamento o ispezione, si prescrive che tale attrezzatura o DPI sia messa a disposizione dei Tecnici di Arpa. Le spese occorrenti per le attività di controllo programmato da parte dell’Organo di Vigilanza (ARPA) previste nel Piano di Controllo dell’impianto, oltre alla verifica del Piano di Adeguamento, sono a carico del Gestore e saranno determinate secondo quanto previsto nel Piano stesso. Il corrispettivo economico relativo al Piano di Controllo verrà valutato in base alle tariffe fissate dalla normativa vigente Decreto Ministeriale 24 aprile 2008 “Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, recante attuazione integrale della direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento”, come modificato ed adeguato dalla Delibera di Giunta Regionale n. 1913 del 17/11/2008 e sue successive modifiche (Delibera di Giunta Regionale n. 155 del 16/02/2009 e Delibera di Giunta Regionale n. 812 del 08/06/2009). Il versamento dovrà essere effettuato a favore di ARPA ER secondo le modalità opportunamente comunicate dalla Provincia di Ravenna. 73 Allegato Sezione indicazioni gestionali - Sezione E SEZIONE E SEZIONE INDICAZIONI GESTIONALI 1. L’impianto deve essere gestito secondo tutte le procedure di carattere gestionale inserite nel Sistema di Gestione Ambientale dell’azienda. 2. Si ritiene opportuno e indispensabile evidenziare la necessità di adeguati interventi di manutenzione degli impianti comprese le strutture responsabili di emissioni sonore, di formazione del personale e di registrazione delle utilities (utenze). 3. L’impianto deve essere condotto con modalità e mezzi tecnici atti ad evitare pericoli per l’ambiente ed il personale addetto. 74 Allegato SCHEDA DI OMOLOGA ACQUE DI PROCESSO ORGANICHE Società Acomon s.r.l. (pozzetto OC14) 75 Allegato SCHEDA DI OMOLOGA ACQUE DI PROCESSO INORGANICHE Flusso Cointestato (vasca S5) 76 Allegato SCHEDA DI OMOLOGA ACQUE DI PROCESSO INORGANICHE Flusso Cointestato (vasca S5) 77
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