Provvedimento n. 1209 del 11/04/2014

Provincia di Ravenna
Piazza dei Caduti per la Libertà, 2
del 11/04/2014
Provvedimento n. 1209
Proponente: Valutazioni e
Autorizzazioni ambientali
Classificazione: 09-12 2013/16
Oggetto:
D.LGS. 152/06 E SMI - L.R. 21/04 - DGR 1113/11 - DITTA ACOMON S.R.L. AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA) PER L'IMPIANTO CHIMICO
ESISTENTE DESTINATO ALLA PRODUZIONE DI CARBONATI ORGANICI E INTERMEDI,
QUALI RAV7 (PUNTO 4.1.B ALL. VIII D.LGS. 152/06 E SMI) SITO IN COMUNE DI RAVENNA,
VIA BAIONA, N. 107/111, ISOLA 5, STABILIMENTO MULTISOCIETARIO. RINNOVO CON
MODIFICA SOSTANZIALE.
SETTORE AMBIENTE E TERRITORIO
IL DIRIGENTE
CONSIDERATO che in data 02/05/2013, con nota PG 40155 del 03/05/2013, la ditta
Acomon srl, avente sede legale in via Baiona 107, Comune di Ravenna, partita IVA
02281140398, ha presentato domanda di rinnovo con modifica sostanziale, del
provvedimento di AIA n. 413 del 31/07/2008, per lo stabilimento sito in via Baiona 107,
presso lo stabilimento multisocietario, isola 5, in Comune di Ravenna;
CONSIDERATO che dall'istruttoria svolta dal responsabile del procedimento individuato
nell'atto sopra citato PG 40155 del 03/05/2013 emerge che:

le norme che disciplinano la materia sono:
- Legge Regionale n. 21 del 11 ottobre 2004 che attribuisce alle Province le funzioni
amministrative in materia di rilascio di AIA, richiamato in particolare l’art. 11
“Rinnovo e riesame dell’autorizzazione integrata ambientale e modifica degli
impianti”;
- Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 recante “Norme in materia ambientale” e
successive modifiche e integrazioni, richiamato in particolare il Titolo III-bis della
parte seconda;
- Decreto Ministeriale 24 aprile 2008 “Modalità, anche contabili, e tariffe da
applicare in relazione alle istruttorie e ai controlli previsti dal decreto legislativo 18
febbraio 2005, n. 59, recante attuazione integrale della direttiva 96/61/CE sulla
prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento” pubblicato in Gazzetta
Ufficiale il 22 settembre 2008, in particolare l’art. 2, commi 3 e 4, l’allegato I
“Determinazione della tariffa per le istruttorie connesse a rilascio e aggiornamento
per modifica sostanziale di autorizzazione integrata ambientale, anche a seguito di
riesame” e l'allegato II "Determinazione della tariffa per le istruttorie connesse a
rinnovo di autorizzazione integrata ambientale";
- circolare regionale del 01/08/2008 PG/2008/187404 avente per oggetto
“Prevenzione e riduzione dell’inquinamento (IPPC) – Indicazioni per la gestione
delle Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate ai sensi del D.Lgs 59/05 e della
L.R. n. 21/04”, la quale fornisce gli strumenti per individuare le modifiche
sostanziali e le modifiche non sostanziali delle AIA;
- Deliberazione di Giunta Regionale n. 1913 del 17/11/2008 “Prevenzione e riduzione
integrate dell’inquinamento (IPPC) – Recepimento del tariffario nazionale da
applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal D.Lgs. n. 59/2005”
recante integrazioni e adeguamenti ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 9 del DM
24 aprile 2008, come corretta ed integrata dalla Deliberazione di Giunta Regionale
n. 155 del 16/02/2009, a sua volta corretta ed integrata dalla Deliberazione di
Giunta Regionale n. 812 del 08/06/2009;
- determinazione n. 1063 del 02/02/2011 della Direzione Generale Ambiente e Difesa
del Suolo e della Costa della Regione Emilia Romagna, avente per oggetto
"Attuazione della normativa IPPC - Indicazioni per i gestori degli impianti e le
amministrazioni provinciali per l'invio del rapporto annuale dei dati dell'anno 2010
tramite i servizi del portale IPPC-AIA", la quale individua come strumento
obbligatorio per l'invio dei report degli impianti IPPC, da effettuare entro il mese di
aprile di ogni anno, il portale IPPC-AIA;
- Deliberazione di Giunta Regionale n. 1113 del 27/07/2011 avente ad oggetto:
"Attuazione della normativa IPPC - indicazioni per i gestori degli impianti e le
amministrazioni provinciali per i rinnovi delle Autorizzazioni Integrate Ambientali
(AIA)";
- Deliberazione di Giunta Regionale n. 5249 del 20/04/2012 avente ad oggetto:
"Attuazione della normativa IPPC - indicazioni per i gestori degli impianti e gli enti
competenti per la trasmissione delle domande tramite i servizi del portale IPPC-AIA
e l'utilizzo delle ulteriori funzionalità attivate";
- Linee guida (emanate a livello nazionale dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare) o documenti BREFs, o relativi Draft di revisione, (redatti
ed emanati a livello comunitario e presenti all'indirizzo internet
http://eippcb.jrc.es/reference/ adottato dalla Commissione Europea), che prendono
in esame le specifiche attività IPPC svolte nel sito in oggetto del presente
provvedimento e le attività trasversali, comuni a tutti i settori (principi generali del
monitoraggio, migliori tecniche disponibili per le emissioni prodotte dagli
stoccaggi, migliori tecniche disponibili in materia di efficienza energetica, ecc...);

con proprio provvedimento n. 743 del 09/11/2007 è stata rilasciata l’Autorizzazione
Integrata Ambientale (AIA), ai sensi dell'art. 10 della L.R. n. 21/04, alla ditta
Acomon srl, avente sede legale ed impianto in Comune di Ravenna, via Baiona n.
107/111, presso Isola 5, sito Multisocietario, nella persona del suo legale
rappresentante, per la prosecuzione nell'impianto esistente di produzione di carbonati
organici e intermedi, quali RAV7, dell’attività di cui al punto 4.1.b - Allegato I del
D.Lgs. n. 59/05 (“Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di
base come idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi
carbossilici, esteri, perossidi, resine, epossidi”);

con successivo provvedimento n. 413 del 31/07/2008 è stata rilasciata la modifica non
sostanziale dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) sopra richiamata, ai
sensi dell'art. 10 della L.R. n. 21/04, alla ditta Acomon srl;

come sopra riportato, con nota PG 40155 del 03/05/2013 la ditta Acomon srl ha
presentato domanda di rinnovo con modifica sostanziale, del provvedimento di AIA n.
412 del 31/07/2008;

la modifica richiesta dalla Ditta Acomon srl, ricompresa nella domanda di rinnovo
dell'AIA, è relativa alla realizzazione di una nuova linea di produzione RAV7, con
incremento della sua produzione (+ 3.000 t/anno), attraverso il ripristino di impianti
disattivati di processi dismessi, con contestuale potenziamento della linea di
produzione del DAC (intermedio per la produzione del RAV7) così da poter
soddisfare l'aumento del consumo come intermedio; tale modifica si configura come
modifica sostanziale;

per il progetto preliminare di potenziamento produttivo attraverso la realizzazione
della seconda linea di produzione del RAV7, la Ditta Acomon srl ha esperito
procedura di verifica (screening) di competenza regionale, ai sensi della L.R. n.
9/1999 e smi in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), con esito
positivo di cui alla DGR n. 1476 del 15/12/2012;

a seguito della verifica di completezza negativa sulla domanda di rinnovo dell'AIA,
con nota PG 50146 del 04/06/2013 sono state richieste integrazioni ed interrotti i
termini del procedimento, come previsto nell'allegato 2 alla DGR 1113/2011 ed ai
sensi dell'art. 29-ter, comma 4, del D.Lgs 152/06 e smi;

con nota PG 55880 del 25/06/2013 la ditta Acomon srl ha presentato le integrazioni
richieste e con nota prot. n. 91809 del 22/07/2013 (nostro PG 62516 del 24/07/2013),
lo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Ravenna, ha provveduto a
comunicare l'avvio del procedimento, ai sensi di quanto previsto dalla DGR
1113/2011 e ai sensi dell'art. 29-octies del DLgs n. 152/2006 e smi;

l'azienda ha chiesto la riservatezza dei dati e allo scopo ha fornito una relazione priva
delle informazioni sensibili, dalla quale è stata estrapolata la descrizione del ciclo
produttivo riportata in allegato al presente provvedimento;

in data 31/07/2013 è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia
Romagna, l'avviso di deposito della documentazione relativa al rinnovo con modifica
sostanziale dell'AIA n. 413 del 31/07/2008 e contestualmente la ditta Acomon srl ha
provveduto alla pubblicazione dello stesso avviso su un quotidiano a diffusione locale;

con nota PG 65355 del 07/08/2013 é stata convocata la Conferenza dei Servizi come
previsto dall'art. 29-quater del D.Lgs n. 152/2006 e smi e dalla L. 241/90 e smi,
tenutasi in data 19/09/2013 ed a seguito della quale è emersa la necessità di acquisire
documentazione integrativa (nota PG 76090 del 04/10/2013); la stessa é stata
presentata dalla ditta in data 11/10/2013 e acquisita agli atti di questa Provincia con
PG 77589 del 11/10/2012;

con successiva nota PG 81519 del 29/10/2013 questa Provincia ha convocato la seduta
conclusiva della Conferenza dei Servizi per il 04/11/2013;

con nota PG 84272 del 07/11/2013 è stato acquisito il parere di ARPA in merito alla
valutazione del Piano di Monitoraggio e Controllo, successivamente integrato con
note PG 93897 del 16/12/2013 e 21466 del 28/02/2014;

con nota PG 25217 del 11/03/2014 è stato acquisito il parere del Comune di Ravenna
in merito alla compatibilità urbanistica e territoriale dell'intervento di potenziamento
oggetto della modifica sostanziale di AIA;

ai sensi di quanto previsto dalla L.R. 21/04 e dalla DGR 1113/11 con nota PG 25427
del 11/03/2014 è stato trasmesso al gestore lo schema di AIA, per il quale non sono
pervenute osservazioni;
CONSIDERATO che:
- lo stabilimento di Acomon srl sito in Comune di Ravenna, via Baiona 107/111, è
soggetto agli adempimenti previsti dagli art. 6, 7 e 8 del D.Lgs 334/99 e smi, in materia
di stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti;
relativamente agli interventi oggetto della modifica sostanziale è
stato acquisito con PG 88953 del 26/11/2013, il Parere Tecnico Conclusivo d'istruttoria
(PTC), costituito da delibera del Comitato Tecnico Regionale (CTR) ed allegata
relazione conclusiva;
DATO ATTO che sono stati assolti gli obblighi derivanti dalle disposizioni di cui al libro II
del Decreto Legislativo 6 settembre 2011, n. 159, inerenti la documentazione antimafia,
tramite comunicazione ex art. 84, comma 2, ss D.Lgs 159/2011 e smi della Prefettura di
Ravenna, acquisita al PG 79716 del 22/10/2013;
DATO ATTO che ai sensi dell'art. 29-octies, comma 1, e 29-nonies, comma 2, del D.Lgs
152/06 e smi, per il rilascio del provvedimento di rinnovo con modifica sostanziale,
l'Autorità Competente si esprime entro 150 giorni dalla presentazione dell'istanza completa,
(fatte salve le interruzioni e sospensioni dei termini per eventuali richieste di integrazioni) e
che, fino alla pronuncia dell'Autorità Competente, il gestore continua l'attività sulla base
della precedente autorizzazione;
DATO INOLTRE ATTO che con nota PG 84224 del 07/11/2013 la Provincia di Ravenna,
in seguito a richiesta della ditta Acomon srl, ha rilasciato nulla osta allo svolgimento di
prove preliminari volte alla verifica degli impianti oggetto della modifica sostanziale, da
svolgersi nel rispetto di quanto riportato nella stessa nota di nulla osta;
CONSIDERATO che il gestore è comunque tenuto al rispetto delle disposizioni contenute
nelle normative settoriali in materia di protezione dell'ambiente anche nel caso in cui non
vengano esplicitamente riportate o sostituite da prescrizioni del presente atto;
VISTA la deliberazione di Giunta Provinciale n. 1 del 08/01/2014 recante determinazioni
transitorie per la gestione dell’esercizio 2014, per cui nelle more dell’approvazione del
bilancio di previsione 2014 e del Piano Esecutivo di Gestione 2014, restano fermi gli
obiettivi ordinari predeterminati nel PEG/PDO 2013 approvato con deliberazione di Giunta
Provinciale n. 169 del 17/07/2013;
SI INFORMA che ai sensi dell’art. 13 del DLgs n. 196/2003 il titolare dei dati personali è
la Provincia di Ravenna, con sede in Piazza dei Caduti, n. 2 e che il Responsabile del
trattamento dei medesimi dati è il Dirigente del Settore Ambiente e Territorio;
VISTO l’art. 107, comma 5, del Decreto Legislativo 18 Agosto 2000, n. 267;
VISTO l'art. 4, comma 8, del regolamento di attribuzioni di competenze al Presidente della
Provincia, alla Giunta Provinciale, ai Dirigenti e al Segretario Generale che stabilisce che:
..."Ai dirigenti competono, in generale, nell'esercizio delle attribuzioni di competenza: il
rilascio, la sospensione, la revoca, la riforma, le modifiche delle licenze, delle autorizzazioni
e delle concessioni previste dalle leggi statali, regionali, dallo statuto e dai regolamenti";
SU proposta del Responsabile del procedimento (Ing. Laura Avveduti) del Servizio
Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali:
DISPONE
1.
di considerare la modifica proposta descritta nelle premesse, come
modifica sostanziale della suddetta AIA;
2.
di rinnovare, con il presente atto, ai sensi del Titolo III-bis della Parte II
del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., alla Ditta Acomon srl, avente sede legale
ed impianto in via Baiona 107, all'interno del sito multisocietario, Isola 5,
in Comune di Ravenna, partita IVA 02281140398, nella persona del suo
gestore Sig. Raffaele Moretti, l'Autorizzazione Integrata Ambientale
(AIA) per la prosecuzione e lo svolgimento delle attività di produzione di
carbonati organici e intermedi, quali RAV7, di cui al punto 4.1b
dell'Allegato VIII alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e
recepire con il medesimo, la modifica sostanziale;
3.
di vincolare l'AIA con le relative condizioni e prescrizioni di cui
all'allegato parte integrante del presente provvedimento, al rispetto delle
seguenti condizioni e prescrizioni:
3.a) la gestione e la conduzione dell'impianto IPPC, compresi gli
interventi di adeguamento/miglioramento richiesti per la
prosecuzione delle attività, devono essere attuati nel rispetto delle
condizioni e delle prescrizioni indicate nella sezione D al presente
atto;
3.b) la presente AIA è comunque soggetta a riesame qualora si verifichi
una delle condizioni previste dall’art. 29-octies, comma 4) del
D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e dall’art. 11, comma 2) della L.R. n.
21/2004;
3.c) ai sensi dell’art. 29-nonies, comma 4) del D.Lgs. n. 152/2006 e
s.m.i., nel caso in cui intervengano variazioni nella titolarità della
gestione degli impianti, il vecchio e il nuovo gestore ne danno
comunicazione, entro 30 giorni, alla Provincia di Ravenna nelle
forme dell’autocertificazione;
3.d) fatto salvo quanto specificato al paragrafo D1) della sezione D al
presente provvedimento, in caso di modifica degli impianti il gestore
comunica, alla Provincia di Ravenna, al Servizio Territoriale ARPA
di Ravenna e al Comune di Ravenna, le modifiche progettate. Tali
modifiche saranno valutate ai sensi dell’art. 11, comma 3) della L.R.
n. 21/2004 e dell’art. 29-nonies del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.;
4.
di dare atto che lo scarico di acque reflue industriali inorganiche
contenenti “sostanze pericolose”, tramite tubazione diretta, all’impianto
centralizzato di trattamento “Centro Ecologico Baiona” (linea TAPI) della
Società Herambiente spa, non regolamentato dal presente provvedimento
di AIA, è effettuato nel rispetto delle condizioni e prescrizioni riportate
nell'autorizzazione settoriale di cui al provvedimento n. 161 del
26/01/2010 e successive modifiche ed integrazioni;
5.
di stabilire che, ai sensi dell'art. 29-octies, comma 2) del D.Lgs. n.
152/2006 e s.m.i., la validità della presente AIA è fissata in anni 6 a
partire dalla data di rilascio del presente provvedimento di rinnovo. A tal
fine, almeno sei mesi prima della scadenza, il gestore deve presentare
apposita domanda di rinnovo, corredata da una relazione contenente un
aggiornamento delle informazioni di cui all'art. 29-ter, comma 1) del
D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., in conformità a quanto previsto dalla DGR
1113 del 27/07/2011; fino alla pronuncia dell'autorità competente in
merito al rinnovo, il gestore continua l'attività sulla base della precedente
AIA;
6.
di impegnare, liquidare e pagare la somma eccedente quantificata in €
2.689,5 relativa alle spese istruttorie per il rilascio del rinnovo dell’AIA
versate ai sensi del DM 24 aprile 2008 e delle DGR n. 1913/2008, n
155/2009 e n. 812/2009, con i fondi di cui all’impegno 160/1/2009
assunto all’articolo PEG 12603/106 del bilancio 2009, alla Ditta Acomon
srl partita IVA 02281140398, sul conto presso Unicredit Banca – agenzia
f.op.
Emilia
Est,
alle
coordinate
bancarie
IT16L0200802515000030091104;
7.
di trasmettere, ai sensi dell'art.10, comma 9) della L.R. n. 21/2004, la
comunicazione di avvenuto rilascio del presente provvedimento alla Ditta
interessata, precisando le modalità del ritiro del provvedimento stesso;
8.
di trasmettere copia della presente AIA, ai sensi dell'art. 10, comma 9)
della L.R.n. 21/2004, per opportuna conoscenza e per gli adempimenti di
rispettiva competenza, allo Sportello Unico per le Attività Produttive
(SUAP) del Comune di Ravenna e al Servizio Territoriale ARPA di
Ravenna;
9. di dare atto che il monitoraggio e il controllo delle condizioni dell’AIA
sono esercitate dalla Provincia di Ravenna, ai sensi dell’art. 29-decies del
D.Lgs. 152/06 e successive modifiche, avvalendosi del supporto tecnico,
scientifico e analitico di ARPA, al fine di verificare la conformità del
complesso impiantistico alle condizioni contenute nel provvedimento di
autorizzazione; la Provincia, ove rilevi situazioni di non conformità alle
condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione, procederà
secondo quanto stabilito nell’atto stesso o nelle disposizioni previste dalla
vigente normativa nazionale e regionale;
10. di rendere noto infine che copia della presente Autorizzazione Integrata
Ambientale è resa disponibile per la pubblica consultazione sul portale
IPPC-AIA (http://ippc-aia.arpa.emr.it), sul sito internet della Provincia di
Ravenna (www.provincia.ra.it), nonché presso la sede della Provincia di
Ravenna, Settore Ambiente e Territorio, piazza Caduti per la Libertà n. 2,
Ravenna e si provvederà alla pubblicazione dell'annuncio di avvenuto
rilascio sul Bollettino Ufficiale Regionale (BURER).
11. DI DARE ATTO che il rilascio della presente Autorizzazione Integrata
Ambientale è finalizzato alla realizzazione dell’obiettivo di PEG/PDO
2013 n. 326102 "Adozione di autorizzazioni e atti settoriali ambientali";
ATTESTA la regolarità e correttezza del presente atto ai sensi e per gli
effetti di quanto dispone l'art. 147 bis, comma 1, D.Lgs. 18 agosto 2000,
n. 267 e ss.mm.ii e dichiara che il presente provvedimento diverrà
esecutivo al momento dell’apposizione del visto di regolarità contabile
attestante la copertura finanziaria, ai sensi e per gli effetti di cui all’art.
151, comma 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 e
dell’articolo 10, comma 2, del vigente regolamento provinciale di
attribuzione di competenze.
Sottoscritta dal
DIRIGENTE DEL SETTORE
MALOSSI ELETTRA
con firma digitale
Il presente provvedimento è divenuto esecutivo, ai sensi e agli effetti dell'art. 151, comma 4
del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 e dell’articolo 10, comma 2, del regolamento
di attribuzione di competenze, dalla data di apposizione del visto di regolarità contabile da
parte del responsabile del servizio finanziario.
AVVERTENZE
RICORSI GIURISDIZIONALI
Contro il provvedimento, gli interessati possono sempre proporre ricorso al Tribunale
Amministrativo Regionale competente entro i termini di legge, ai sensi del D.Lgs.
02.07.2010, n. 104, decorrenti dalla data di notificazione o di comunicazione o da
quando l’interessato ne abbia avuto conoscenza ovvero ricorso straordinario al
Presidente della Repubblica entro 120 giorni , ai sensi del D.P.R. 24.11.1971, n. 1199,
decorrenti dalla data della notificazione o di comunicazione o da quando l'interessato ne
abbia avuto piena conoscenza .
Il sottoscritto ________________________ in qualità di _________________ del Settore/Servizio
_______________________________________ della Provincia di Ravenna , ATTESTA, ai sensi e
per gli effetti di cui all’art. 23, comma 2-bis, del D.Lgs 7 marzo 2005, n. 82, che la presente copia è
conforme alla determinazione n. ________ del ___________, firmata digitalmente, ai sensi dell’art.
24 del citato decreto legislativo , dal Dott. _________________________ in qualità di Dirigente del
settore AMBIENTE E TERRITORIO, comprensiva di n. ____ allegati, rispettivamente sub ___, ___,
__ e ___ , che consta di n. ___ pagine complessive, documenti tutti conservati presso questa
Provincia ai sensi di legge. Si rilascia per gli usi consentiti dalla legge.
Ravenna, __/__/_____,
TIMBRO
Firma ___________________
Provincia di Ravenna
Piazza dei Caduti per la Libertà, 2
Provvedimento n. 1209
del 11/04/2014
Proponente: Valutazioni e
Autorizzazioni ambientali
SERVIZIO RAGIONERIA
D.LGS. 152/06 E SMI - L.R. 21/04 - DGR 1113/11 - DITTA ACOMON S.R.L. - AUTORIZZAZIONE
INTEGRATA AMBIENTALE (AIA) PER L'IMPIANTO CHIMICO ESISTENTE DESTINATO ALLA
PRODUZIONE DI CARBONATI ORGANICI E INTERMEDI, QUALI RAV7 (PUNTO 4.1.B ALL. VIII
D.LGS. 152/06 E SMI) SITO IN COMUNE DI RAVENNA, VIA BAIONA, N. 107/111, ISOLA 5,
STABILIMENTO MULTISOCIETARIO. RINNOVO CON MODIFICA SOSTANZIALE.
Visto per l'assunzione dell'impegno, annotato all'apposito registro:
N.
N.
N.
Visto.
per €.
per €.
per €.
Art.P.E.G:
Art.P.E.G:
Art.P.E.G:
Int.
Int.
Int.
del bilancio
del bilancio
del bilancio
Il sottoscritto responsabile del servizio finanziario, ai sensi e agli effetti dell'art. 151, comma 4 e
147 bis, comma 1, del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 e ss.mm.ii, appone il visto di
regolarità contabile attestante la copertura finanziaria sul presente provvedimento il 14/04/2014,
pertanto lo stesso diventa esecutivo nella stessa data ai sensi dell’articolo 10, comma 2, del
regolamento di attribuzione di competenze.
Si richiamano le disposizioni di cui all’art. 9 del D.L. 1 luglio 2009 nr. 78, convertito nella Legge 3
agosto 2009 nr.102, sulla responsabilità del dirigente proponente in merito all’assenza
dell’accertamento preventivo che il programma dei pagamenti sia compatibile con le regole di
finanza pubblica.
Ravenna, 14/04/2014
Sottoscritto dal
RESPONSABILE DEL SERVIZIO FINANZIARIO
(BASSANI SILVA)
con firma digitale
Allegato
Sezione informativa – Sezione A
SEZIONE A
Sezione informativa
A1) Definizioni
AIA
Autorizzazione Integrata Ambientale; provvedimento che autorizza l'esercizio di un impianto la cui attività
rientra fra quelle riportate nell'allegato I alla Direttiva 2008/1/CE e nell'allegato VIII alla parte seconda del
D.Lgs 152/06 e smi, avente per oggetto la prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento
proveniente da dette attività, comprendendo misure intese ad evitare, ove possibile, o ridurre le emissioni
nell'aria, nell'acqua e nel suolo, comprese le misure relative ai rifiuti, per conseguire un livello elevato di
protezione dell'ambiente.
Autorità competente
L'Amministrazione che effettua la procedura relativa all’Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi delle
vigenti disposizioni normative (la Provincia di Ravenna).
Organo di controllo
Il soggetto incaricato di accertare quanto previsto dall’art. 29-decies comma 3 del D.Lgs. 152/06 Parte
Seconda (ARPA – Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente).
Gestore
Qualsiasi persona fisica o giuridica che detiene o gestisce l'impianto oppure che detiene un potere
economico determinante sull’esercizio dello stesso.
Modifica
Variazione di un impianto o progetto approvato, comprese quelle delle loro caratteristiche o del loro
funzionamento, ovvero un loro potenziamento, che possano produrre effetti sull'ambiente.
Migliori Tecniche Disponibili (MTD o BAT Best Available Techniques)
La più efficiente e avanzata fase di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l'idoneità pratica
di determinate tecniche a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad
evitare oppure, ove ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l'impatto sull'ambiente
nel suo complesso. Nel determinare le migliori tecniche disponibili, occorre tenere conto in particolare degli
elementi di cui all'allegato XI.
Si intende per:
1) tecniche: sia le tecniche impiegate sia le modalità di progettazione, costruzione, manutenzione, esercizio
e chiusura dell'impianto;
2) disponibili: le tecniche sviluppate su una scala che ne consenta l'applicazione in condizioni
economicamente e tecnicamente idonee nell'ambito del relativo comparto industriale, prendendo in
considerazione i costi e i vantaggi, indipendentemente dal fatto che siano o meno applicate o prodotte in
ambito nazionale, purché il gestore possa utilizzarle a condizioni ragionevoli;
3) migliori: le tecniche più efficaci per ottenere un elevato livello di protezione dell'ambiente nel suo
complesso.
Le rimanenti definizioni della terminologia utilizzata nella stesura della presente autorizzazione sono le
medesime di cui all’art. 5 comma 1 del D.Lgs. 152/06 e smi.
A2) Informazioni sull'impianto e autorizzazioni sostituite
L’attività di ACOMON s.r.l. oggetto della presente AIA si sviluppa all’interno dell’area chimica e industriale di
Ravenna, presso l’Isola 5 dello Stabilimento Multisocietario: si tratta di un impianto chimico destinato alla
produzione di carbonati organici e intermedi, in particolare RAV7 (dietilenglicole-bisallicarbonato), monomero
destinato alla produzione di vetri organici.
Le materie prime DMC e Alcol Allilico arrivano in stabilimento tramite autocisterne e vengono stoccate in
appositi serbatoi. Il Metanolo prodotto dalla loro reazione viene condensato, stoccato e poi distillato, al fine di
recuperare la maggior quantità possibile di DMC che viene poi riciclato in reazione. L'intermedio di reazione
(Diallicarbonato, DAC) viene distillato, stoccato e poi caricato nel reattore di produzione del RAV7.
Le acque reflue derivanti dal processo, vengono convogliate, in un ulteriore decantatore, l’eventuale
organico sedimentato viene recuperato, mentre l’acqua stramazza, viene inviata in un serbatoio e dopo
neutralizzazione con soda, viene definitivamente inviata a trattamento finale c/o Herambiente
L’impianto è dotato anche di una sezione di recupero delle peci derivanti dalla distillazione del DAC. Tale
recupero avviene attraverso apposito evaporatore che, operando in opportune condizioni di vuoto, permette
il recupero di DAC per evaporazione lasciando sul fondo le peci e una minima quantità di DAC. Il DAC
recuperato viene inviato a stoccaggio. L’acqua viene convogliata insieme alle altri correnti acquose in
1
Allegato
Sezione informativa – Sezione A
apposito serbatoio, neutralizzata e inviata ad opportuno trattamento esterno. Le peci residue sono destinate
a smaltimento per incenerimento.
La presente relazione è relativa al rinnovo con modifica sostanziale dell’Autorizzazione Integrata
Ambientale n. 743 del 09/11/2007, successivamente modificata con provvedimento n. 413 del 31/07/2008.
Tale modifica sostanziale consiste nella realizzazione di una nuova linea di produzione RAV7 (in parallelo a
quella già esistente) attraverso il ripristino di impianti disattivati di processi dismessi e nel potenziamento
contestuale anche della linea di produzione del DAC (intermedio per la produzione del RAV7).
Attività IPPC: L’attività della Ditta Acomon srl, rientra nell’Allegato VIII del Decreto Legislativo n. 152/2006 e
smi al punto 4.1, lettera b – “Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come
idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri, acetati, eteri, perossidi,
resine, epossidi". L'impianto produce carbonati organici e intermedi, in particolare il Dietilenglicolebisallilcarbonato (RAV7) un monomero diallilcarbonato destinato alla produzione di vetri organici, per una
capacità produttiva massima, in seguito alla modifica sostanziale, pari a 8.000 t/a.
Autorizzazioni comprese e sostituite:
Autorizzazione Integrata Ambientale n. 413 del 31/07/2008.
Il presente provvedimento non sostituisce, ma richiama in alcuni punti, l'autorizzazione allo scarico di acque
reflue industriali inorganiche contenenti "sostanze pericolose", unite ad acque meteoriche di dilavamento e
acque reflue domestiche, tramite tubazione diretta all'impianto di trattamento della società Herambiente spa,
Centro Ecologico Baiona, impianto TAS, linea TAPI, cointestata alle società coinsediate nello Stabilimento
Multisocietario in Comune di Ravenna (Acomon srl, Borregaard Italia spa, Carburanti del Candiano spa,
Cementerie Aldo Barbetti spa, Cray Valley Italia srl, Endura spa, ENI spa Divisione R&M, Enipower spa,
COEM spa, Yara Italia spa, CFS Europe spa, RSI scpa, Syndial spa, Versalis spa, Vinavil spa), rilasciata dal
Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna, con provvedimento n. 161 del 26/01/2010 e
successive modifiche e integrazioni, alla quale si rimanda per gli aspetti legati alle condizioni e prescrizioni
da rispettare nella gestione dello scarico.
A3) Iter istruttorio rinnovo AIA
•
02/05/2013 presentazione da parte del gestore della domanda di rinnovo di AIA con modifica
sostanziale (PG 40155 del 03/05/2013), ai sensi del combinato disposto dagli artt. 29-octies e 29nonies del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., dall’art. 11 della L.R. n. 21/2004 (con attestazione di avvenuto
pagamento in data 02/05/2013 delle relative spese istruttorie per un importo totale pari a € 6.442,50,
relativo al rinnovo più modifica sostanziale) e di quanto previsto dalla DGR 1113/2011; domanda
presentata tramite il portale regionale dedicato IPPC-AIA;
•
05/06/2013 a seguito dell'esito negativo della verifica di completezza della domanda di rinnovo AIA
con modifica sostanziale, come previsto nell'Allegato 2 alla DGR n. 1113/2011 e ai sensi dell'art. 29ter, comma 4 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., richiesta di integrazioni (PG 50146 del 04/06/2013);
•
25/06/2013 presentate le integrazioni richieste (PG 55880 del 25/06/2013), necessarie per l'avvio del
procedimento;
•
17/07/2013 comunicazione dello Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Ravenna, al
gestore, di avvio del procedimento di cui all'art. 29-quater, del D.Lgs 152/06 e smi, con nota prot. n.
89663 del 16/07/2013 (PG 61592 del 17/07/2013);
•
31/07/2013 pubblicazione su BURER della comunicazione di avvio del procedimento di rinnovo di AIA
con modifica sostanziale, ai sensi dell'Allegato 2 alla DGR n. 1113/2011;
•
31/07/2013 pubblicazione su quotidiano a diffusione locale dell'avvio del procedimento di rinnovo AIA
con modifica sostanziale, come previsto all'art. 29-nonies, comma 2, per le modifiche sostanziali;
•
attestazione di avvenuta pubblicazione all'albo pretorio della Provincia degli atti riguardanti il rinnovo
con modifica sostanziale dell'AIA;
•
07/08/2013 nota di richiesta alla Prefettura - Ufficio territoriale del Governo di Ravenna di
comunicazione ai sensi dell'art. 87 del D.Lgs 159/2011 e smi - Codice Antimafia (PG 65362 del
07/08/2013);
•
19/09/2013 svolgimento della I riunione della Conferenza dei Servizi ai sensi dell'art. 29-quater,
comma 5) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., convocata con nota PG 65355 del 07/08/2013; durante la
seduta il Comune di Ravenna ha subordinato l'espressione del parere di conformità urbanistica
2
Allegato
Sezione informativa – Sezione A
•
•
•
•
•
•
•
•
•
all'emisisone del Parere Tecnico Conclusivo (PTC) del Comitato Tecnico Regionale (CTR, ai sensi del
D.Lgs 334/99 e smi), con nota PG 72526 del 20/09/2013, acquisita agli atti della conferenza;
04/10/2013 richiesta di integrazioni alla documentazione di AIA ai sensi dell'art. 29-quater, comma 8)
del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. (PG 5682976090 del 04/10/2013);
11/10/2013 presentazione da parte del gestore della documentazione integrativa alla domanda di
rinnovo di AIA con modifica non sostanziale (PG 77589 del 11/10/2013); contestuale richiesta di di
nulla osta per l'esercizio di attività di prove preliminari relative all'attività oggetto della modifica
sostanziale, da svolgere nei mesi di novembre e dicembre;
22/10/2013 acquisizione della Comunicazione antimafia ex art. 84, comma 2, ss. D.Lgs 6 settembre
2011, n. 159 e successive modifiche, inviata dalla Prefettura - Ufficio territoriale del Governo di
Ravenna;
22/10/2013 comunicazione antimafia ex art. 84 comma 2, ss D.Lgs 159/2011 e smi (PG 79716 del
22/10/2013);
04/11/2013 svolgimento della II riunione della Conferenza dei Servizi ai sensi dell'art. 29-quater,
comma 5) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., convocata con nota PG 81519 del 29/10/2013, considerata
seduta conclusiva, durante la quale si concorda sul rilascio del nulla osta richiesto dall'azienda,
contestualmente alla presentazione delle integrazioni;
07/11/2013 rilascio del nulla osta allo svolgimento delle prove preliminari relative all'attività oggetto
della modifica sostanziale, da svolgere nei mesi di novembre e dicembre (PG 84224 del 07/11/2013);
07/11/2013 acquisizione del parere espresso dal Servizio Territoriale ARPA di Ravenna - Unità IPPCVIA relativamente al piano di monitoraggio degli impianti, ai sensi dell'art. 29-quater, comma 7) del
D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. (PG 84272 del 07/11/2013), integrato successivamente in data 12/12/2013
(PG 93897 del 16/12/2013) ed in data 28/02/2014 (PG 21466 del 28/02/2014);
10/03/2014 acquisizione del parere definitivo di compatibilità urbanistica, relativo all'intervento oggetto
della modifica sostanziale, espresso dal Comune di Ravenna (PG 25217 del 11/03/2014)
11/03/2014 trasmissione dello schema di AIA al gestore ai sensi dell'Allegato 2 alla DGR n. 1113/2011
(ns. PG 25427 del 11/03/2014): nessuna osservazione pervenuta in proposito da parte del gestore;
Con riferimento al D.Lgs. n. 334/1999 e s.m.i. in materia di pericoli di incidenti rilevanti connessi con
determinate sostanze pericolose, dal momento che l'impianto oggetto della presente AIA risulta soggetto a
notifica con presentazione del Rapporto di Sicurezza (RdS) ai sensi degli artt. 6, 7, 8, con nota prot.
n.0017900 del 05/11/2013 (nostro PG 88953 del 26/11/2013) del Ministero dell'Interno, Dipartimento dei
Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, Direzione Regionale dell'Emilia Romagna, è
stato trasmesso il parere tecnico conclusivo di istruttoria (PTC) per lo stabilimento in oggetto, relativo al
progetto denominato "ripristino impianti dismessi", sulla base del quale il Comune di Ravenna ha espresso il
proprio parere definitivo di compatibilità urbanistica, sopra richiamato.
3
Allegato
Sezione finanziaria – Sezione B
SEZIONE B
Sezione finanziaria
B1) Calcolo tariffa istruttoria per rinnovo AIA con modifica sostanziale, DM 24 aprile 2008, DGR
1913/08, DGR 155/09, DGR 812/09
DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA ISTRUTTORIA PER RINNOVO AIA
CD - Costo istruttorio per acquisizione e gestione della domanda di rinnovo, per rinnovo delle analisi delle
procedure di gestione degli impianti e per la ridefinizione delle misure relative a condizioni diverse da quelle
di normale esercizio di impianto
CD
€ 1.250
CARIA - Costo istruttorio del rinnovo per verifica del rispetto della disciplina in materia di inquinamento
atmosferico, valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo alle
emissioni in atmosfera, conduzione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "qualità
dell'aria"
Numero di fonti di emissioni in aria
Numero di sostanze inquinanti
tipicamente e significativamente
1
da 2 a 3 da 4 a 8 da 9 a 20 da 21 a 60 oltre 60
emesse dall'attività
Nessun inquinante
da 1 a 4 inquinanti
da 5 a 10 inquinanti
da 11 a 17 inquinanti
più di 17 inquinanti
€ 400
€ 750
€ 1.500
€ 1.750
€ 625
€ 1.250
€ 3.750
€ 4.000
€ 1.000
€ 2.000
€ 6.000
€ 8.000
€ 100
€ 1.500
€ 2.500
€ 8.250
€ 15.000
€ 2.250
€ 3.500
€ 10.000
€ 17.000
€ 6.000
€ 10.000
€ 16.500
€ 24.500
€ 400
CARIA
CH2O - Costo istruttorio rinnovo di verifica del rispetto della disciplina in materia di inquinamento delle acque,
valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo alle emissioni in acqua,
conduzione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "qualità delle acque"
Numero di scarichi
Numero di sostanze inquinanti tipicamente e
significativamente emesse dall'attività
1
da 2 a 3
da 4 a 8
oltre 8
Nessun inquinante
€ 25
€ 50
€ 200
da 1 a 4 inquinanti
€ 475
€ 750
€ 1.000
€ 2.500
da 5 a 7 inquinanti
€ 875
€ 1.400
€ 2.100
€ 4.000
da 8 a 12 inquinanti
€ 1.150
€ 1.900
€ 2.900
€ 5.000
da 13 a 15 inquinanti
€ 1.750
€ 3.750
€ 7.500
€ 14.500
più di 15 inquinanti
€ 2.250
€ 5.000
€ 10.000 € 15.000
CH2O
€ 1.150
CRP/RnP - Costo istruttorio rinnovo di verifica del rispetto della disciplina in materia di rifiuti e condizione della
quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "rifiuti"
Tonnellate/giorno oggetto di AIA
Tasso di conferimento
oltre 1
oltre 10
oltre 20
0
fino a 1
oltre 50
fino a 10
fino a 20 fino a 50
Rifiuti pericolosi
€0
€ 250
€ 500
€ 1.100
€ 1600
€ 2.500
Rifiuti non pericolosi
€0
€ 125
€ 250
€ 600
€ 900
€ 1.500
Deposito temporaneo
€ 300
CRP/RnP
€ 300
C5 - Costi istruttori rinnovo per verifica del rispetto della ulteriore disciplina in materia ambientale, valutazione
ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo ad altre componenti ambientali,
conduzioni della quota parte delle analisi integrate riferibili alle ulteriori componenti ambientali
4
Allegato
Sezione finanziaria – Sezione B
Ulteriore componente
ambientale da considerare
clima
acustico
CCA
€ 875
tutela
quantitativa
della risorsa
idrica
CRI
€ 1.750
campi
odori
elettromagnetici
COd
CEM
€ 1.400
€ 350
sicurezza
ripristino
del
ambientale
territorio
CRA
CST
€ 700
€ 2.800
C5 (CCA + CRI + CEM+ COd + CST + CRA)
€ 875
CSGA - Riduzione del costo istruttorio per rinnovo per analisi delle procedure di gestione degli impianti e per
la definizione delle misure relative a condizioni diverse da quelle di normale esercizio dell'impianto
determinate dalla presenza di un sistema di gestione ambientale (certificazione ISO 14001, registrazione
EMAS)
CSGA
€ 272,50
CDom - Riduzione del corso istruttorio per rinnovo per acquisizione e gestione della domanda determinate da
particolari forme di presentazione della domanda
Domanda Presentata
secondo le specifiche
con copia
fornite dall'autorità competente
informatizzata
Tipo impianto
Impianti non ricadenti nei numeri da 1) a
4) dell'allegato V del D.Lgs. 59/05
€ 500
€ 250
Centrali termiche e altri impianti di
combustione con potenza termica di
almeno 300 MW alimentati a gas
€ 1.000
€ 500
Centrali termiche e altri impianti di
combustione con potenza termica di
almeno 300 MW non alimentati
esclusivamente a gas
€ 1.000
€ 500
Impianti di cui ai numeri da 1), 3) o 4)
dell'allegato V del D.Lgs. 59/05
€ 1.000
€ 500
CDom
€ 750
Calcolo tariffa istruttoria per rinnovo AIA
Ti - tariffa istruttoria relativa a rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale
Ti = CD - CSGA - CDom + CARIA + CH2O + CRP/RnP + C5 =
= € 1.250 - 272,50 - 750,00 + 400,00 + 1.150,00 + 300 + 875 = € 2.952,50
DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA ISTRUTTORIA PER MODIFICA SOSTANZIALE AIA
CD - Costo istruttorio per acquisizione e gestione della domanda, per analisi delle procedure di gestione degli
impianti e per la definizione delle misure relative a condizioni diverse da quelle di normale esercizio di
impianto
CD
€ 2.000
CARIA - Costo istruttoria per verifica del rispetto della disciplina in materia di inquinamento atmosferico,
valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo alle emissioni in
atmosfera, conduzione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "qualità dell'aria"
Numero di fonti di emissioni in aria
Numero di sostanze inquinanti
tipicamente e significativamente
emesse dall'attività
1
da 2 a 3
Nessun inquinante
da 4 a 8
da 9 a 20
€ 200
5
da 21 a 60
oltre 60
Allegato
Sezione finanziaria – Sezione B
da 1 a 4 inquinanti
da 5 a 10 inquinanti
da 11 a 17 inquinanti
più di 17 inquinanti
€ 800
€ 1.500
€ 3.000
€ 3.500
€ 1.250
€ 2.500
€ 7.500
€ 8.000
€ 2.000
€ 4.000
€ 12.000
€ 16.000
€ 3.000
€ 5.000
€ 16.500
€ 30.000
€ 4.500
€ 7.000
€ 20.000
€ 34.000
€ 12.000
€ 20.000
€ 33.000
€ 49.000
€ 800
CARIA
CH2O - Costo istruttoria per verifica del rispetto della disciplina in materia di inquinamento delle acque,
valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo alle emissioni in acqua,
conduzione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "qualità delle acque"
Numero di scarichi
Numero di sostanze inquinanti tipicamente e
significativamente emesse dall'attività
1
da 2 a 3
da 4 a 8
oltre 8
Nessun inquinante
€ 50
€ 100
€ 400
da 1 a 4 inquinanti
€ 950
€ 1.500
€ 2.000
€ 5.000
da 5 a 7 inquinanti
€ 1.750
€ 2.800
€ 4.200
€ 8.000
da 8 a 12 inquinanti
€ 2.300
€ 3.800
€ 5.800
€ 10.000
da 13 a 15 inquinanti
€ 3.500
€ 7.500
€ 15.000 € 29.000
più di 15 inquinanti
€ 4.500
€ 10.000 € 20.000 € 30.000
CH2O
€0
CRP/RnP - Costo istruttoria per verifica del rispetto della disciplina in materia di rifiuti e condizione della quota
pare delle analisi integrate riferibili alla componente "rifiuti"
CRP/RnP (deposito temporaneo)
€0
C5 - Costi istruttori per verifica del rispetto della ulteriore disciplina in materia ambientale, valutazione ed
eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo ad altre componenti ambientali,
conduzioni della quota parte delle analisi integrate riferibili alle ulteriori componenti ambientali
Ulteriore componente
ambientale da considerare
clima
acustico
CCA
€ 1.750
tutela
quantitativa
della risorsa
idrica
CRI
€ 3.500
campi
odori
elettromagnetici
COd
CEM
€ 2.800
€ 700
sicurezza
ripristino
del
ambientale
territorio
CRA
CST
€ 1.400
€ 5.600
C5 (CCA + CRI + CEM+ COd + CST + CRA)
€0
CSGA - Riduzione del costo istruttorio per analisi delle procedure di gestione degli impianti e per la definizione
delle misure relative a condizioni diverse da quelle di normale esercizio dell'impianto determinate dalla
presenza di un sistema di gestione ambientale (certificazione ISO 14001, registrazione EMAS)
CSGA
€ 500
CDom - Riduzione del corso istruttorio per acquisizione e gestione della domanda determinate da particolari
forme di presentazione della domanda
Tipo impianto
Domanda Presentata
secondo le specifiche
con copia
fornite dall'autorità competente
informatizzata
Impianti non ricadenti nei numeri da 1) a
4) dell'allegato V del D.Lgs. 59/05
Centrali termiche e altri impianti di
combustione con potenza termica di
almeno 300 MW alimentati a gas
Centrali termiche e altri impianti di
combustione con potenza termica di
almeno 300 MW non alimentati
esclusivamente a gas
Impianti di cui ai numeri da 1), 3) o 4)
6
€ 1.000
€ 500
€ 2.000
€ 1.000
€ 2.000
€ 1.000
€ 2.000
€ 1.000
Allegato
Sezione finanziaria – Sezione B
dell'allegato V del D.Lgs. 59/05
CDom
€ 1.500
Calcolo tariffa istruttoria per modifica sostanziale
Ti - tariffa istruttoria relativa a rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale
Ti = CD - CSGA - CDom + CARIA + CH2O + CRP/RnP + C5 =
= € 2.000,00 - € 500,00 - € 1.500,00 + € 800,00 + € 0,00 + € 0,00 + € 0,00 = € 800,00
La Ditta ha provveduto, in data 02/05/2012 al versamento di un importo pari a € 4.242,00 per il rinnovo di
AIA e di un importo pari a € 2.200,00 per la modifica sostanziale, per un totale pari a € 6.442,00, a fronte di
un importo spettante pari a € 2.952,50 per il rinnovo di AIA e di un importo pari a € 800,00 per la modifica
sostanziale, per un totale pari a € 3.752,50, per cui a seguito del riconteggio della tariffa totale dovuta per il
rinnovo con modifica sostanziale, questa Provincia provvederà alla restituzione di un importo pari a €
2.689,50.
B2) FIDEJUSSIONI
Per l'attività svolta nello stabilimento Acomon srl di Ravenna, via Baiona 107/111, sito multisocietario, non è
previsto nessun tipo di garanzia finanziaria.
B3) GRADO DI COMPLESSITA' DELL'IMPIANTO (DGR 667/2005)
Ai fini del calcolo delle tariffe dei controlli programmati e per le successive modifiche non sostanziali, si
riporta di seguito il grado di complessità dell'impianto calcolato come indicato dalla DGR 667/2005.
GRADO DI COMPLESSITA' IMPIANTO
A
7
M
B
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
SEZIONE C
C - Valutazione integrata ambientale
C1) INQUADRAMENTO AMBIENTALE, TERRITORIALE E DESCRIZIONE DELL’ATTUALE ASSETTO
IMPIANTISTICO.
L’area chimica e industriale di Ravenna costituisce un Ambito Produttivo Omogeneo (APO) caratterizzato da
specifici settori di attività che hanno la chimica come principale denominatore comune, oltre alla produzione
di energia e alla fornitura di servizi ambientali in gran parte asserviti alle stesse attività produttive. L’APO
corrisponde alla maggior parte dell’area industriale di Ravenna di cui la zona portuale è parte integrante e
complementare: diverse attività si affacciano sullo specchio d’acqua portuale e nell’area chimica sono
presenti 2 banchine attrezzate per sbarco/imbarco di materie prime e/o prodotti.
Tutta l’area industriale è situata in un contesto territoriale “sensibile” e di particolare complessità per la
presenza della zona turistica lungo la costa, di una pineta litoranea e di un sistema idrico caratterizzato dalle
Pialasse Baiona e Piombone. La città di Ravenna è situata in direzione Sud-Ovest a pochi chilometri
dall’area industriale che all’estremità Nord/Nord-Ovest confina con il Parco del Delta del Po.
Elemento caratteristico dell’area chimica e industriale di Ravenna è la presenza, all’interno dell’APO, di un
Sito Multisocietario in cui sono coinsediate le seguenti aziende:
- CFS Europe (ex Borregaard Italia spa);
- Acomon s.r.l.;
- Cray Valley Italia s.r.l.;
- Herambiente spa;
- Endura spa;
- Enipower spa;
- COEM spa;
- Yara Italia spa;
- Versalis spa (ex Polimeri Europa spa ed Ecofuel spa);
- Rivoira spa;
- Ravenna Servizi Industriali scpa;
- Syndial spa;
- Vinavil spa;
che presentano connotati di connessione tecnica e funzionale fra gli impianti.
Il Sito Multisocietario si caratterizza per tutta una serie di attività ausiliarie e di servizio gestite a livello
consortile (fognature, approvvigionamento acqua industriale, sicurezza e sistemi di monitoraggio ambientale)
ovvero fornite da un gestore agli altri coinsediati (energia elettrica, vapore, gas tecnici, depurazione acque
reflue, incenerimento sfiati gassosi).
Elemento rilevante di connessione fra i soggetti coinsediati nel Sito Multisocietario è la presenza di un
depuratore centralizzato per il trattamento di tutte le acque reflue gestito dalla Società Herambiente spa
(Centro Ecologico Baiona). Per la gestione dei flussi di scarico dei singoli coinsediati verso il depuratore
centralizzato è stato definito un Regolamento Fognario, così come è regolamentato il flusso degli sfiati
gassosi di processo verso i sistemi centralizzati di combustione (torce e forno incenerimento). Al depuratore
centralizzato del Sito Multisocietario sono collegati altri 2 insediamenti produttivi attigui ed esterni (Polynt spa
e Orion Engeneering spa), mentre altri 2 insediamenti produttivi attigui (Cementerie Aldo Barbetti spa e Eni
spa Divisione Refining & Marketing) convogliano le acque reflue inorganiche e meteoriche di dilavamento
nella fognatura consortile del Sito Multisocietario che recapita al depuratore centralizzato.
2
L’impianto chimico ACOMON, avente un’estensione di circa 23.115 m , occupa parte dell’area denominata
Isola 5 all’interno dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna, sito in Via Baiona n.107/111.
C1.1) INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO E TERRITORIALE
L’area di indagine ricade all’interno dell’ U.d.P. n.5 ‘Del porto e della città’ per la quale il Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale individua i seguenti elementi ed ambiti di rispetto:
- strade storiche e/o panoramiche, quali ad es. la S.S. 67 da via Trieste a Marina di Ravenna;
- elementi della rete idrografica, quali ad es. il canale Candiano che, fatto scavare nel 1740 come nuovo
collegamento portuale per la città, attraversa a est l’U.d.P. e collega Ravenna al mare; fu progettato
espressamente come canale navigabile ed è divenuto un elemento caratterizzante della città anche dal
punto di vista paesaggistico;
- cordoni litoranei all’interno della pineta di San Vitale.
L’area di indagine ricade all’interno del Sistema della ‘Costa’ e del ‘Perimetro del Piano Regolatore del
Porto’, entrambi regolamentati dall’Art. 3.12 delle NTA, in cui viene prescritto che “le strutture portuali,
commerciali e/o industriali di interesse nazionale, le attrezzature e gli impianti ad esse connesse possono
essere realizzate nel rispetto delle disposizioni delle leggi e dei piani vigenti in materia. Nel caso in cui detti
8
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
interventi comportino degli scavi, il materiale di risulta, qualora possieda le caratteristiche potrà essere
utilizzato a fini di ripascimento”. In tutto il sistema costiero trovano anche applicazione gli indirizzi per la
gestione integrata delle zone costiere (G.I.Z.C.).
L’area di indagine risulta essere esterna alle zone in cui sussiste vincolo idrogeologico e non ricade
all’interno di alcuna area definita dal Piano Stralcio di Bacino per il Rischio Idrogeologico dell’Autorità dei
Bacini Romagnoli come soggetta a rischio di esondazione.
Inoltre tale zona rientra nell’ambito delle aree che il Piano Regolatore Portuale destina alla ristrutturazione
per attività industriali e produttive portuali e fa parte delle aree idonee per la localizzazione degli impianti di
trattamento rifiuti individuate dal PPGR che ha aggiornato la Tavola 4 del PTCP.
In base al Piano Strutturale Comunale e al Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune di Ravenna, l’area
di indagine ricade tra le ‘Aree di ristrutturazione per attività industriali e produttive portuali e fa parte
dell’ambito del Piano Unitario di Comparto “Ex Enichem” e del Piano Operativo Comunale.
Per tali aree le NTA della pianificazione comunale prevedono, tra l’altro, “la riconversione produttiva basata
su processi tecnologicamente avanzati con impatto ambientale ridotto e controllabile purché tali interventi
sugli insediamenti esistenti classificati a rischio di incidente rilevante (RIR):
1. siano rivolti al conseguimento di maggiori condizioni di sicurezza e non comportino aree di isodanno e/o
aggravio di rischio all’esterno del confine dell’insediamento;
2. non comportino aggravio al bilancio delle emissioni in atmosfera con particolare riferimento alle polveri e
agli ossidi di azoto, in conformità agli obiettivi del PRQA in riferimento all’Agglomerato Ravenna, da
verificare nell’ambito dei procedimenti di VIA/screening e/o di rilascio di AIA”.
L’area di indagine non rientra in alcun Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale e l’area
naturale più vicina è la “Piallassa della Baiona, Risega e Pontazzo”.
L’analisi degli strumenti di pianificazione vigenti non evidenzia elementi di vincolo o di attenzione in contrasto
con la modifiche in progetto. Il territorio non è interessato da possibili eventi di inondazione e non sono
presenti vincoli di tipo naturalistico.
L’intervento in progetto risulta in completo accordo con le destinazioni d’uso previste dalla pianificazione sia
provinciale che comunale, poiché l’area è oggetto di ristrutturazione per attività industriali e produttive
portuali e di riconversione produttiva basata su processi tecnologicamente avanzati con impatto ambientale
ridotto e controllabile.
In particolare, il potenziamento produttivo ottenuto attraverso la realizzazione della seconda linea di
produzione del RAV7, è stato sottoposto a procedura di verifica (screening) da parte della Regione EmiliaRomagna e la Delibera n.1476 del 15/10/2012 ha escluso di assoggettare il progetto da ulteriore procedura
di VIA a condizione che vengano rispettate alcune condizioni, tra cui la richiesta da parte di Acomon, alla
Provincia di Ravenna, di modifica dell’AIA e subordinando la realizzazione del progetto al rilascio del NOF o
parere Tecnico del CTR. Il CTR ha rilasciato nulla osta a procedere con l'avviamento e la successiva messa
in esercizio della nuova linea produttiva.
L’intervento si può qualificare quale attività di Manutenzione Straordinaria così come definita tra gli interventi
urbanistici-edilizi (Allegato A RUE 5.1.1) in quanto prevale l’aspetto di rinnovamento degli impianti e
adeguamento tecnologico di impianti esistenti e non si realizzano aumenti di superficie né vengono realizzati
nuovi fabbricati o impianti né risulta necessario variare la destinazione d’uso, in conformità al disposto
dell’Art. 3 dell’Allegato A del RUE 5.1.1. Infatti, il potenziamento produttivo verrà realizzato riattivando, con
opportuni adattamenti ed aggiornamenti tecnologici o spostando, alcune apparecchiature esistenti ubicate in
porzioni di impianto destinate a processi attualmente dismessi, che verranno integrate per ottenere un
miglioramento tecnologico con alcune nuove apparecchiature da collocare nel medesimo contesto degli
impianti esistenti.
Inoltre, l’intervento rientra nella definizione di “aumenti marginali di produttività” contenuta nella specifica
scheda del PUC Enichem, in quanto al momento dell’approvazione del suddetto PUC e della scheda
riportata nel paragrafo 1.3.4, la capacità produttiva complessiva di stabilimento era notevolmente superiore –
9.500 tonnellate/anno dal 1994 al 2005 e 14.000 tonnellate/anno dal 2005 al 2007 - sia alla capacità
produttiva autorizzata con il Provvedimento AIA del 2008 (pari a 5.000 tonnellate/anno) che a quella
realizzata con il nuovo assetto (pari a 8.000 tonnellate/anno).
Per quanto riguarda i vincoli previsti dalle NTA di RUE e POC del Comune di Ravenna e la conformità con
gli obiettivi del PRQA della Provincia di Ravenna in riferimento all’Agglomerato Ravenna, il potenziamento
produttivo non comporterà aggravio al bilancio delle emissioni in atmosfera con particolare riferimento agli
inquinanti critici individuati (polveri e ossidi di azoto), in quanto con le modifiche in progetto verrà riattivato il
punto di emissione E6 provvisto di sistema di trattamento di tipo scrubber venturi. A tale punto di emissione
verranno convogliate le aspirazioni delle prese campione previste nell’area di impianto ex-TMP dove verrà
prodotto l’intermedio DAC, e in emissione sono previste solamente Sostanze Organiche Volatili.
C1.2) INQUADRAMENTO AMBIENTALE
9
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
C1.2.1) STATO DEL CLIMA, DELL’ATMOSFERA E DI QUALITA’ DELL’ARIA
La Provincia di Ravenna, compresa fra la costa adriatica ad Est e i rilievi appenninici a Sud- Ovest è
costituita in gran parte da territorio pianeggiante e circa un quinto del territorio è costituito da rilievi di bassa,
media ed alta collina.
Nell'area pianeggiante si delineano caratteristiche simili al clima continentale, di tipo padano (clima
continentale in parte modificato dall’azione del mare Adriatico). In particolare nella zona di pianura interna si
verificano inverni piuttosto freddi, estati calde ed afose, nebbie frequenti nei mesi invernali, piogge comprese
fra i 500 e 850 mm, con i valori più scarsi nella stagione estiva, scarsa ventilazione, frequenti fenomeni
temporaleschi nel periodo aprile-settembre. Tali caratteristiche vanno gradualmente modificandosi passando
dalla pianura interna a quella costiera, in particolare a causa dell’azione mitigatrice del mare. In inverno la
zona di pianura più interna è caratterizzata da una spessa e persistente coltre di aria fredda con
sistematiche inversioni termiche associate ad intese formazioni di nebbia. In genere, dal punto di vista della
circolazione, si alternano l’anticiclone siberiano con aria fredda e relativamente secca e le formazioni
cicloniche atlantiche, portatrici di aria più umida e temperata, che inducono precipitazioni anche abbondanti.
In primavera le precipitazioni sono associate a depressioni sul Golfo di Genova e a depressioni
mediterranee che non sempre superano in intensità quelle invernali. Ad aprile–maggio tendono ad assumere
un carattere temporalesco. In estate prevale l’anticiclone delle Azzorre. In questo periodo sono presenti le
brezze di monte e di valle nella fascia di pianura pedecollinare, le brezze di mare e di terra, nella zona
costiera, mentre nella zona di pianura interna prevalgono condizioni di calma di vento. A causa dell’intenso
riscaldamento del suolo sono frequenti depressioni di origine termica che possono dar luogo a fenomeni
temporaleschi. L’autunno è caratterizzato da abbondanti e frequenti piogge e tipicamente in novembre in
molte località si verifica il massimo pluviometrico dell’anno. I venti sono prevalentemente occidentali.
Piano Provinciale di tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria della Provincia di Ravenna
Il Piano Provinciale di tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria (PRQA) della Provincia di Ravenna,
approvato con delibera del Consiglio Provinciale n. 78 del 27 luglio 2006, riprende la zonizzazione elaborata
nella Delibera regionale n. 804/2001, successivamente aggiornata nel rispetto dei criteri emanati con il
Decreto Ministeriale n. 261/2002 (Deliberazione n. 41/2004), che aveva determinato, per il territorio della
Provincia di Ravenna, una prima suddivisione in zone ed agglomerati.
Con la DGR 2001/2011 la Regione Emilia Romagna ha approvato la nuova zonizzazione elaborata in
attuazione del D.Lgs 155/2010, secondo il quale è stata effettuata la suddivisione del territorio regionale in
zone e agglomerati, classificando le diverse aree secondo i livelli di qualità dell’aria.
In Emilia Romagna, analogamente a quanto accade in tutto il bacino padano, le criticità per la qualità
dell’aria riguardano gli inquinanti PM10, PM2,5, ozono (O3) e biossido di azoto (NO2). PM10, PM2,5 e ozono
interessano pressoché l’intero territorio regionale, mentre per l’NO2 la problematica è più localizzata in
prossimità dei grandi centri urbani.
Tuttavia, le polveri fini e l’ozono sono inquinanti in parte o totalmente di origine secondaria, ovvero dovuti a
trasformazioni chimico-fisiche degli inquinanti primari, favorite da fattori meteorologici. Per il PM10 la
componente secondaria è preponderante in quanto rappresenta circa il 70% del particolato totale. Gli
inquinanti che concorrono alla formazione della componente secondaria del particolato sono ammoniaca
(NH3), ossidi di azoto (NOx), biossido di zolfo (SO2) e composti organici volatili (COV).
Secondo la nuova zonizzazione regionale, il territorio del Comune di Ravenna, e quindi l'area di interesse,
rientra in un'area di "Pianura Est" in cui si registrano superamenti del valore limite di qualità dell'aria per il
particolato PM10.
In particolare, il PRQA della Provincia di Ravenna ha evidenziato a valle delle campagne di monitoraggio e
delle successive elaborazioni, che gli inquinanti più critici per il territorio provinciale risultano essere il
biossido di azoto ed il particolato PM10.
Per quanto riguarda la conformità con gli obiettivi del PRQA della Provincia di Ravenna in riferimento al
Comune Ravenna, come già ribadito in precedenza, il potenziamento produttivo non comporterà aggravio al
bilancio delle emissioni in atmosfera con particolare riferimento agli inquinanti critici individuati (polveri e
ossidi di azoto), in quanto con le modifiche in progetto verrà riattivato il punto di emissione E6 provvisto di
sistema di trattamento di tipo scrubber venturi. A tale punto di emissione verranno convogliate le aspirazioni
delle prese campione previste nell’area di impianto ex-TMP dove verrà prodotto l’intermedio DAC ed in
emissione sono previste solamente Sostanze Organiche Volatili.
Zonizzazione acustica comunale
In data 14.03.2011 è stato adottato con deliberazione del Consiglio Comunale n.47 - P.G. 26988/11 un
aggiornamento della "Classificazione Acustica" del Comune di Ravenna, che sostituisce completamente la
classificazione acustica precedentemente adottata in data 02.07.2009. Anche con questo aggiornamento,
viene confermata all'area di interesse, la classe acustica VI (area esclusivamente industriale), con limiti di
immissione sonora di 70 dBA sia nel periodo diurno che notturno; inoltre l’area di indagine fa parte delle
‘Aree di nuovo impianto industriale in sinistra e destra Candiano’, in cui non si evidenziano particolari criticità
dal punto di vista acustico.
10
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
C1.2.2) STATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Acque superficiali
L’area di interesse è situata nel bacino idrografico del Canale Candiano, uno dei sette bacini che
appartengono, totalmente o in parte, alla Provincia di Ravenna. Tale bacino, costituito da un corpo imbrifero
2
di 385 km formato da diversi canali di bonifica, tra cui il Cerba, la Canala, il Cupa, il Pirottolo, il Fagiolo e la
Lama, presenta caratteristiche fortemente anomale rispetto ai bacini confinanti: il Canale Candiano, che
rappresenta l’asse principale del Porto di Ravenna, prima dello sbocco in mare è costituito da alvei di acqua
salata o salmastra, quali la Piallassa Baiona e la Piallassa Piombone, strettamente interagenti con il mare e
con i suoi movimenti di marea.
Il sistema idraulico quindi risulta essere diverso da un normale corso d’acqua e assimilabile ad una zona di
estuario o di piana di marea.
Il Canale Candiano gioca un ruolo fondamentale per la sopravvivenza delle Piallasse Baiona e Piombone,
costituendone infatti l’unico collegamento con il mare, e consentendone quindi il ricambio idrico.
In condizioni di tempo secco, le immissioni idrografiche di acqua provengono sostanzialmente dallo scolo
Lama Inferiore (cui si aggiunge per brevi periodi la Lama Superiore in regime di piena del Fiume Ronco),
mentre trascurabile è attualmente il contributo immesso dallo scolo Fagiolo; il ricambio idrico è assicurato
dallo sbocco diretto in mare. In tempo di pioggia, la parte alta del Canale riceve gli scarichi di scolmatura
della fognatura mista di Ravenna, lungo tutto il corso del Canale si aggiungono le acque di dilavamento dei
piazzali e delle aziende ad esso affacciate, e nella parte bassa, vicino allo sbocco, scaricano le acque
bianche di Marina di Ravenna e Porto Corsini-Marina Romea.
Rispetto ai bacini individuati con il Piano di Tutela delle Acque (PTA) regionale, nella variante al PTCP della
Provincia di Ravenna approvata in attuazione al PTA regionale si individua in aggiunta, a prescindere dalla
rispondenza letterale ai requisiti prescritti dal D.Lgs. n. 152/2006, per la rilevanza territoriale, anche l’intero
bacino imbrifero del Canale Candiano, comprensivo delle Piallasse, da assoggettare ad approfondimenti
conoscitivi che consentano le valutazioni necessarie per l’opportunità o meno di individuare l’asta del canale
come corpo idrico “di interesse”. In realtà le due Piallasse sono corpi idrici significativi in quanto acque di
transizione, ma l’intera rete di canali afferenti alle Piallasse e al Candiano non viene individuata come tale.
Data la complessità strutturale del bacino, la delicatezza degli ambienti coinvolti, e l’impossibilità di riferirsi
ad esso prescindendo dalle Piallasse, si reputa opportuno mantenere la classificazione delle Piallasse ed
assoggettare l’intero bacino del Canale Candiano ad approfondimenti d’indagine e studi specifici.
Il Canale Candiano rappresenta il recettore finale dello scarico delle acque reflue industriali contenenti anche
“sostanze pericolose” proveniente dall’impianto TAS del Centro Ecologico Baiona, il quale riceve e tratta gli
scarichi idrici di Acomon.
Dai dati rilevati nella stazione di monitoraggio della Rete Regionale posizionata sul Canale Candiano risulta
che tale corpo idrico si attesta su uno stato di qualità definito “sufficiente”(classe 3), valutato in riferimento al
solo parametro LIM, non essendo l’IBE calcolabile in ragione della natura salmastra delle acque.
Diversamente dall’asta del Candiano, le due Piallasse sono “aree sensibili” ai sensi dell’art. 91 del D.Lgs. n.
152/2006 e s.m.i.; anche per tali acque di transizione è stata predisposta a livello regionale una rete di
monitoraggio; nel comune di Ravenna ricadono inoltre anche sei stazioni appartenenti alla Rete Provinciale
(cosiddette "idrovore") deputate al monitoraggio di quanto è immesso nelle piallasse.
Diversamente dalle acque superficiali dolci e dalle acque marine-costiere, per le acque di transizione non è
ancora stato validato un metodo che dai valori analitici misurati calcoli un indice numerico riferibile ad una
scala di classificazione di qualità; sulla base di campionamenti svolti da ARPA attinenti le acque e i
sedimenti, atti a rilevare l’eventuale perdurare di condizioni anossiche che interessino oltre il 30% della
superficie del corpo idrico in esame, lo stato delle acque delle Piallasse può definirsi “buono”.
Le acque di transizione presentano tuttavia aspetti critici di notevole consistenza. La qualità ambientale della
piallassa Piomboni è fortemente condizionata dalle due immissioni principali, idrovora SAPIR e idrovora
S.Vitale. La prima soprattutto immette acque, ricche di nutrienti e ammoniaca, derivanti da insufficiente
depurazione. Il ricambio idrico governato dalla marea è quantitativamente modesto.
Anche le immissioni di nutrienti in Baiona sono quantitativamente importanti, particolarmente quelle
attraverso la Via Cupa, che porta i reflui dei depuratori di Ravenna e Russi nonché consistenti apporti di
origine agricola. Inoltre i volumi di acque prelevate dal Candiano e impiegate per il raffreddamento delle
centrali termoelettriche di Enel e di EniPower esplicano il duplice effetto di apportare altre sostanze nutrienti,
di cui sono discretamente ricchi, che vanno ad aggiungersi a quelle pervenute in piallassa per altre vie, e
influenzano le temperature.
Questa piallassa, permanentemente eutrofizzata, mantiene un equilibrio instabile che, a seconda delle
immissioni, del clima, delle maree può sconfinare facilmente in distrofia e in anossie.
Anche in considerazione della deviazione dello scarico direttamente in Canale Candiano, l’impianto TAS del
Centro Ecologico Baiona non interferisce significativamente sullo stato di fatto delle suddette aree ritenute
“sensibili” ai sensi dell’art. 91, comma 1) del D.Lgs. n. 152/2006, in quanto l’effetto in termini di estensione
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Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
spaziale dello scarico dell'impianto TAS si esaurisce a poche centinaia di metri dal punto immissione e
comunque non oltre Largo Trattaroli, non interessando quindi le Piallasse.
Acque sotterranee
Dal punto di vista idrogeologico l'area in esame presenta le caratteristiche tipiche di un ambiente costiero,
con il passaggio da acque dolci ad acque salate con l'aumentare della profondità. Il sistema acquifero
sottostante è caratterizzato dalla presenza di falde sovrapposte e, in particolare, procedendo dall'alto verso il
basso si incontrano in successione la falda freatica, alcune falde alternate a livelli di argille e falde artesiano
profonde.
Per quanto riguarda lo stato qualitativo delle acque sotterranee profonde della Provincia di Ravenna, si
distinguono alcune situazioni problematiche e una generalità di pozzi che descrivono acque profonde di
bassa qualità per cause prevalentemente naturali, in genere non dipendenti da attività antropiche.
Si tratta, infatti, di pozzi che denotano un chimismo caratteristico relativamente ai parametri ferro, azoto
ammoniacale e, talvolta, manganese, cloruri e arsenico, i cui valori caratterizzano lo stato delle acque come
“particolare”. Le determinazioni svolte da ARPA, per monitorare sia qualitativamente che quantitativamente i
corpi idrici sotterranei della Provincia, hanno rilevato tale situazione prevalentemente riferibile alla natura
geologica dei sedimenti e quindi di origine naturale.
C1.2.3) STATO DEL SUOLO E SOTTOSUOLO
Nel territorio della pianura romagnola si riconoscono i seguenti motivi strutturali principali:
- Sinclinale di S. Romualdo-Piombone;
- Anticlinali di Ravenna e di Alfonsine;
- Sinclinale romagnola;
- Anticlinale di Cotignola;
- Sinclinale di Forlì.
Dal punto di vista geomorfologico-altimetrico, la porzione orientale del territorio ravennate presenta una
morfologia pianeggiante il cui assetto è strettamente connesso all’evoluzione degli ambienti deposizionali
presenti.
Procedendo da monte verso valle si riconoscono:
- 1° sottounità litoranea. Rappresenta il più antico allineamento di cordoni dunosi. La tessitura di superficie è
prevalentemente sabbiosa, localmente argillosa e limososabbiosa.
- 2° sottounità litoranea. Rappresenta il secondo sistema di cordoni dunosi. La tessitura di superficie è
prevalentemente sabbiosa, con locali piccole aree limose o argillose.
- 3° sottounità lacustre-palustre salmastra. Rappresenta la laguna retrostante la 3° sottounità litoranea. I
terreni di superficie sono caratterizzati da tessiture prevalentemente argilloso-limose, con localmente
componente sabbiosa.
- 3° sottounità litoranea. Rappresenta il più recente sistema di cordoni litoranei; la tessitura di superficie è in
prevalenza sabbiosa e localmente limosa e argillosa.
L’area di indagine si trova nella 2° sottounità litoranea.
L’assetto altimetrico indica una superficie strettamente pianeggiante intorno al livello medio marino, anche
se in realtà l’attività antropica ha ormai obliterato l’assetto altimetrico originale.
C1.3) DESCRIZIONE DELL’ASSETTO IMPIANTISTICO
C1.3.1) ATTUALI LINEE PRODUTTIVE
Per quanto riguarda le attuali linee produttive esercite presso lo stabilimento si distinguono in:
1. produzione di RAV7; il ciclo produttivo del RAV7 è schematizzato nella seguente figura 1 e si articola
secondo le fasi di:
a) ricevimento e stoccaggio materie prime in ingresso;
b) sintesi del DAC (Diallil-carbonato);
c) distillazione del DAC e del MAC (Metilallil-carbonato);
d) scarico filtro MSB1 con recupero DAC dalle peci;
e) recupero DMC (Dimetil-carbonato) e purificazione;
f) sintesi del RAV7;
g) purificazione dei prodotti di reazione;
h) recupero dell’organico dalle acque di lavaggio;
i) anidrificazione DAC / RAV7 e loro parziale separazione;
j) separazione frazione residua DAC da RAV7;
2. produzione di RAVolution PO; il ciclo produttivo del RAVolution PO è schematizzato nella seguente
figura 2. Il RAVolution PO è un monomero ottico che viene prodotto con due differenti gradi di viscosità,
in base alle materie prime impiegate nel processo;
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Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
3. etichettatura di RAVolution IS; l’attività di etichettatura del RAVolution IS è schematizzata nella seguente
figura 3. Il RAVolution IS è costituito da metilene-bis-(4-cicloesilisocianato) e viene acquistato,
confezionato e conservato senza alcuna manipolazione presso il Magazzino M2.
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Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
Figura 1 - schema a blocchi - produzione RAV7 prima della attivazione della seconda linea
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Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
Figura 2 - schema a blocchi - produzione RAVolution PO
Figura 3 - schema a blocchi - etichettatura RAVolution IS
C1.4) ADEGUAMENTI E MODIFICHE
Acomon ha intenzione di realizzare una nuova linea di produzione RAV7 (in parallelo a quella già esistente),
ripristinando impianti disattivati di processi dismessi, e di potenziare contestualmente anche la linea di
produzione del DAC (intermedio per la produzione del RAV7) così da poter soddisfare l’aumento del
consumo come intermedio.
Nella nuova linea produttiva, le fasi di lavorazione saranno analoghe a quelle dell’esistente processo di
sintesi del RAV7 e l’assetto finale di stabilimento vedrà:
1. il potenziamento della sezione di produzione di DAC, per produrre il fabbisogno di intermedio da
alimentare alle due linee di produzione del RAV7;
2. la linea esistente di produzione RAV7 che rimarrà invariata e verrà esercita prediligendo la produzione
del grado RAV7 AT (grado standard);
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Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
3. la nuova linea di produzione RAV7 verrà utilizzata per la produzione dei gradi speciali (prevalentemente
RAV7 NG, RAV7 MC, RAV 755T) e, se necessario, potrà integrare la produzione del grado standard
RAV7 AT.
Le linee di produzione verranno quindi gestite in funzione delle esigenze di mercato che sono in continua
evoluzione e in progressivo aumento.
La realizzazione della nuova linea produttiva comporterà alcune attività articolate secondo le seguenti
macro-fasi principali:
a. lavori di smontaggio e preparazione;
b. lavori civili;
c. lavori meccanici;
d. lavori elettrici e strumentali;
e. attività di collaudo;
nella tabella seguente sono riportate le tempistiche previste dal cronoprogramma delle attività, già
presentato in sede di screening regionale, prevedendo una durata per lo svolgimento dei lavori di circa 8
mesi:
Macro attività
Smontaggio e preparazione
Lavori civili
Lavori meccanici
Lavori elettrici e strumentali
Attività di collaudo
Mese 1
Mese 2
Mese 3
16
Mese 4
Mese 5
Mese 6
Mese 7
Mese 8
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
Figura 4 - schema a blocchi - produzione RAV7 sulle due linee
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Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
Il potenziamento produttivo precedentemente descritto, comporta un cambiamento dell'assetto delle
emissioni in atmosfera. Al punto esistente E67A2 verranno convogliate le aspirazioni delle tramogge di
carico dei reattori e delle prese campione della nuova linea di produzione, senza influenzarne le
caratteristiche fisiche (portata, sezione e altezza) e senza modificarne il sistema di abbattimento (scrubber a
umido). Le aspirazioni delle prese campione previste per la produzione del DAC (intermedio) della nuova
linea, invece, saranno convogliate ad un punto di emissione E6, fisicamente esistente ma fino ad ora
inattivo, che verrà riattivato.
Inoltre una seconda linea di infustamento, per soddisfare le esigenze logistiche di spedizione del prodotto
finito ai clienti finali Acomon, andrà ad aggiungersi a quella esistente presso il magazzino M1, servito da un
sistema di aspirazione che convoglia l'aria all'esterno: le emissioni risultano entrambe (linea vecchia e linea
nuova) convogliate nel punto di emissione autorizzato E67A2.
C2) VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI E CRITICITA' INDIVIDUATE, OPZIONI CONSIDERATE E
PROPOSTA DEL GESTORE (solo per impianti nuovi)
Gli impatti ambientali generati dalle attività sopra descritte sono riassumibili come di seguito indicato.
1. Materie prime
Si riporta di seguito l’elenco di materie prime e prodotti finiti caratteristici delle linee produttive di Acomon,
compresa la nuova linea RAV7.
Produzione di RAV7 (sulle due linee produttive)
Materie prime:
- Alcool Allilico;
- Dimetilcarbonato;
- Altri Polialcoli.
Prodotti finiti:
- RAV7;
- AZEOsolve.
Produzione di RAVolution PO
Materie prime: Polioli
Prodotti finiti: RAVolution PO
Etichettatura di RAVolution IS
Prodotti finiti: RAVolution IS
Nel periodo di validità dell'AIA il consumo delle materie prime del processo produttivo del RAV7, sulla linea
esistente, è costantemente aumentato. A fronte dell'incremento della produzione del RAV7 è aumentata
anche la produzione dell'AZEOsolve.
I consumi specifici delle materie prime vengono raccolti con cadenza mensile e registrati in file di sistema,
anche suddivisi per grado di prodotto e, ad oggi, si attestano su valori consolidati.
2. Emissioni in atmosfera
Emissioni convogliate
Nelle condizioni attuali presso lo stabilimento Acomon risulta attivo un unico punto di emissione considerato
significativo, E67A2, aspirazione generale, sul quale vengono svolti controlli analitici semestrali con
campionamenti effettuati da un laboratorio esterno qualificato; inoltre l’efficienza della colonnina di
abbattimento (MSX61) posta a monte del punto di emissione viene controllata annualmente.
In seguito della dismissione delle 3 linee produttive HEP, ANOX20 e TMP, avvenuta nel 2007, all’impianto di
aspirazione generale (punto di emissione E67A2) vengono convogliate le correnti gassose provenienti dal
decantatore acque organiche (VC3), dalla tramoggia di carico del reattore pilota per la produzione del
RAVolution (R101), dalla tramoggia di carico del reattore per la sintesi del RAV7 (RB2) e dal magazzino
infestamento M1.
A seguito della modifica sostanziale le aspirazioni delle tramogge di carico dei reattori e delle prese
campione della nuova linea di produzione RAV7, collocate nell’area dell’"impianto polifunzionale”, saranno
convogliate all’esistente punto di emissione E67A2, provvisto di scrubber ad umido per il trattamento degli
effluenti, senza necessità di variare i parametri quali-quantitativi già autorizzati per lo stesso punto.
Le aspirazioni delle prese campione previste nell’area dell’impianto ex TMP, dove é prevista la produzione
del DAC (intermedio), saranno invece convogliate a un punto di emissione attualmente disattivato
(identificato come E6) che verrà riattivato mantenendo il sistema di trattamento di tipo scrubber venturi di cui
è già provvisto.
Tale punto di emissione E6 é collocato sul lato ovest dell’area di impianto ex TMP, ad un’altezza di 13 m e
con un diametro di 30 cm; poiché nel nuovo assetto riceverà e tratterà le aspirazioni delle linee di produzione
18
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
del DAC che non utilizzano prodotti solidi, gli inquinanti previsti in emissione sono costituiti dalle sole
Sostanze Organiche Volatili (SOV).
Inoltre sono presenti emissioni provenienti dalle cappe di aspirazione dei laboratori analisi e ricerca, afferenti
ai punti di emissione denominati ESN70, ESN71, ESN72, ESN73, ESN74, ESN75, ESN76, ESN77, ESN78,
ESN79, ESN80, ESN81, ESN82, ESN83A, ESN83B.
Presso l’impianto si trovano anche unità di refrigerazione ad ammoniaca ed a freon ecologici che hanno lo
scopo di raffreddare la salamoia (soluzione acquosa di carbonato di potassio al 33%), utilizzata nelle
apparecchiature di processo (condensatori, serpentini dei reattori, ecc.) dell’impianto RAV7.
In particolare, il gruppo di raffreddamento ad ammoniaca è ubicato all’interno di un locale dotato di sensori
per il rilevamento delle fughe di ammoniaca e di un ventilatore d'aspirazione (con scorta installata) collegato
ad un abbattitore dedicato, funzionante ad acqua acida.
Il locale in cui è ubicato il gruppo di raffreddamento ad ammoniaca è dotato di un ventilatore d'aspirazione
(con scorta installata). Tale impianto, in condizioni normali, comporta un’emissione che si può qualificare
come "proveniente da sfiati e ricambi d'aria esclusivamente adibiti alla protezione e alla sicurezza degli
ambienti di lavoro", pertanto ricadente nel disposto del comma 5 dell’Art.272 del D.Lgs. 152/2006 e smi.
In situazioni d’emergenza quali malfunzionamenti o guasti, invece, è prevista l’attivazione del sistema di
abbattimento dedicato, funzionante ad acqua acida, attraverso il quale vengono fatti passare i gas scaricati
prima dell’immissione in atmosfera.
I flussi gassosi di scarto (continui e di emergenza) provenienti da serbatoi, reattori, colonne, etc.
dell’impianto Acomon, comprensivo della nuova linea produttiva RAV7, si caratterizzano quali sfiati gassosi
non clorurati e sono convogliati al sistema Rete Torce e Forno Incenerimento Sfiati (FIS) di cui è dotato lo
Stabilimento Multisocietario di Ravenna, per la successiva termodistruzione.
Va precisato che l’impianto è collegato al sistema integrato Rete Torce – Forno FIS nel modo seguente:
• gli scarichi di esercizio (sfiati di processo) di tutte le valvole di sfiato dai punti di bonifica delle
linee/apparecchiature e le valvole di sfiato dell’impianto (sfiati di processo), compresa la nuova linea
produttiva RAV7, sono di norma destinati al Forno FIS, come tutti gli sfiati dei serbatoi di stoccaggio delle
materie prime/intermedi; in caso di problemi al FIS, vengono indirizzati alla Torcia isola 19 - Torcia A;
• tutte le emissioni e gli sfiati provenienti dall’Impianto Pilota sono indirizzati all'isola 25 - Torcia B; per
impianto pilota si identifica quello che viene utilizzato prevalentemente per la produzione a richiesta del
RAVolution PO, ma viste le dimensioni delle apparecchiature, in caso di necessità, potrebbe essere
utilizzato per la produzione e sperimentazione di piccole campionature e/o prove industriali di prodotti di
nuovo sviluppo;
• gli scarichi di emergenza posti a sicurezza delle apparecchiature contenenti sostanze pericolose (PSV e
dischi di rottura), delle linee di produzione RAV7 e dei serbatoi di stoccaggio materie prime/intermedi, sono
convogliate nella rete degli sfiati emergenza, Torcia isola 25 - Torcia B, così come le apparecchiature
facenti parte dell’impianto pilota (sintesi RAVolution PO);
I due sistemi Rete Torce e Forno FIS, sono complementari ed integrati, garantendo, la Rete Torce, la
termodistruzione anche degli sfiati destinati, di norma, al FIS in caso di fermata o blocco di quest’ultimo
(isola 19); la Rete Torce è gestita dalla Società consortile Ravenna Servizi Industriali (RSI, a cui è in capo la
relativa autorizzazione provvedimento n. 3468 del 13/10/2011), mentre il Forno FIS è gestito dalla Società
Herambiente (a cui è in capo l'AIA n. 3811 del 04/12/2013).
Emissioni diffuse
Vi sono alcuni serbatoi contenenti materie prime (DEG) o prodotto finito (RAV7) inertizzati con azoto e dotati
di valvole PVRV con sfiato direttamente in atmosfera. La quantificazione delle emissioni diffuse da tali
serbatoi con software TANKS porta ai risultati di seguito indicati.
Serbatoio
Contenuto
Emissione annua SOV
(kg/anno)
SA2
SX2
VD1
VD2
VD3
Totale
DEG
DEG
RAV7
RAV7
RAV7
0,054
0,054
0,039
0,039
0,039
0,225
Per quanto riguarda le emissioni diffuse da serbatoi con sfiato in atmosfera tramite valvola PVRV, nello
scenario post operam, si registrano alcune minime variazioni dovute al cambio del contenuto di alcuni dei
suddetti serbatoi ed ad un nuovo serbatoio (SX101). L’incremento delle emissioni diffuse calcolate con
19
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
software TANKS, rispetto allo scenario ante operam é pari a 0,155 kg/anno e i valori assoluti rimangono
estremamente bassi (frazione del chilogrammo/anno).
3. Prelievi idrici
Lo stabilimento Acomon sfrutta la risorsa idrica per tre utilizzi differenti: acqua ad uso industriale, acqua
demineralizzata e acqua potabile per le utenze civili (servizi igienici, docce, uffici, sale controllo, ecc...).
L'acqua ad uso industriale (acqua per la rete antincendio) viene fornita da RSI ed in capo alla stessa società
risulta la gestione della distribuzione e della stessa rete di distribuzione ed il suo consumo dipende
essenzialmente dal numero di dispositivi antincendio presenti (naspi, idranti, ecc.) e dalla relativa gestione
durante il periodo invernale, a causa delle ‘norme antigelo’.
Nel processo produttivo è utilizzata l'acqua demineralizzata fornita da RSI, ed il suo consumo dipende dalla
produttività dell'impianto; in seguito all'attivazione della nuova linea di produzione RAV7, subirà un
incremento (stimabile in circa il 30%).
L'acqua potabile è utilizzata per le utenze civili, consumo legato alle presenze in stabilimento, e per
l'alimentazione dei dispositivi di emergenza (docce e lavaocchi), i quali devono essere mantenuti attivi anche
nei periodi invernali, generando un incremento dei consumi legato alle cautele antirottura e antigelo
(mantenimento di una maggior portata nella rete di adduzione) fondamentali per tali dispositivi.
4. Scarichi idrici
Nel sito produttivo sono presenti 2 flussi di scarico di acque reflue (organiche e inorganiche), entrambi
destinati a trattamento nell’impianto centralizzato di depurazione TAS della Società Herambiente, Centro
Ecologico Baiona: tali scarichi, ai sensi di quanto previsto all’art.108 del D.Lgs. 152/2006 e smi sono
riconducibili alla fattispecie di “scarichi parziali” di sostanze pericolose da sottoporre a regolamentazione ai
limiti di batteria nel punto di consegna al trattamento da parte della Società Herambiente, secondo quanto
previsto dal predetto decreto e dalla DGR 1053/2003 in materia di scarichi di sostanze pericolose.
È utile precisare che nel caso in cui si verificasse lo sversamento di un generico prodotto pericoloso nella
rete fognaria organica aziendale, il sistema fognario è stato progettato e strutturato in modo da poter essere
isolato dalla rete fognaria consortile dello Stabilimento Multisocietario.
In particolare, è possibile bloccare l’invio del refluo verso la rete fognaria di Stabilimento sia da sala controllo
(chiudendo le valvole di regolazione del flusso) sia fermando manualmente le pompe di rilancio: in caso di
necessità, è quindi possibile inviare ad opportuno smaltimento il prodotto fuoriuscito mediante autospurgo.
Le acque reflue industriali organiche contenenti “sostanze pericolose” vengono inviate, tramite tubazione
diretta, all’impianto centralizzato di trattamento (Centro Ecologico Baiona, TAS, linea TAPO) della Società
Herambiente attraverso la rete fognaria, denominata linea 3, presente nello Stabilimento Multisocietario, di
proprietà della società RSI.
In tale rete fognaria confluiscono le acque reflue industriali organiche derivanti da tutti gli impianti chimici del
Sito Multisocietario, per essere convogliate alla vasca di raccolta denominata S1 individuata come punto di
consegna finale all’impianto centralizzato di trattamento del flusso unitario delle Società Coinsediate
(escluse Rivoira, Yara Italia, Versalis e R.S.I.). Dalla vasca di raccolta S1 il flusso unitario di acque reflue
organiche viene rilanciato all’impianto TAS per il trattamento chimico-fisico-biologico nella sezione TAPO.
Per ciascun utente della rete fognaria delle acque di processo organiche e azotate sono individuati pozzetti
di consegna, in cui è univocamente associata la responsabilità dello stesso utente allo scarico: il punto di
consegna ai limiti di batteria delle acque reflue organiche per Acomon è rappresentato dal pozzetto GL
OC14.
Le acque reflue industriali inorganiche, invece, sono rappresentate dalle acque meteoriche di dilavamento e
dalle acque reflue domestiche dei servizi igienici.
Tali reflui, contenenti “sostanze pericolose”, vengono inviati tramite tubazione diretta all’impianto
centralizzato di trattamento (Centro Ecologico Baiona, TAS, linea TAPI) della Società Herambiente
attraverso la rete fognaria, denominata linea 4, presente nello Stabilimento Multisocietario, di proprietà e
gestione della Società Consortile RSI.
Per tale tipo di acque tutte le Società Coinsediate consegnano gli scarichi da trattare in diversi punti della
rete, assumendo la responsabilità condivisa della qualità dei reflui recapitanti nel punto finale del sistema
fognario al punto di consegna all’impianto TAS: i pozzetti di consegna delle acque reflue inorganiche di
Acomon sono rappresentati dai pozzetti GL_01, GL_02 e GL_03.
La rete fognaria unitaria convoglia le acque reflue industriali inorganiche alla vasca di raccolta denominata
S5, che viene assunta come punto di consegna del flusso cointestato ai limiti di batteria con l’impianto
centralizzato di depurazione; dalla vasca di raccolta S5 il flusso unitario di acque reflue inorganiche delle
Società Coinsediate viene rilanciato all’impianto TAS per il trattamento chimico-fisico nella sezione TAPI.
Per quanto riguarda gli aspetti di gestione delle acque reflue a livello di insediamento Multisocietario, si
segnala che le ditte coinsediate nel Sito Multisocietario e la Società Herambiente hanno redatto e sottoscritto
il “Regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche
20
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
dell’insediamento multisocietario di Ravenna convogliate agli impianti di trattamento della Società
Herambiente” (in seguito denominato Regolamento Fognario) Ultima revisione: Edizione 4 – Settembre
2012. Tale regolamento viene assunto a riferimento ai fini della regolamentazione degli scarichi idrici
parziali, definisce le modalità operative, le competenze e la regolamentazione dei singoli flussi di scarico
delle acque reflue industriali di ciascuna Società presente nel Sito Multisocietario, l’identificazione dei
pozzetti di prelevamento al limite di batteria (pozzetti di consegna) e le omologhe che le acque reflue
industriali organiche e inorganiche devono rispettare per l’accettazione all’impianto TAS del Centro
Ecologico Baiona, oltre ai programmi di monitoraggio e la gestione delle anomalie/emergenze.
Le schede di omologa ufficiali per gli scarichi idrici di Acomon e i metodi analitici di riferimento sono inoltre
riportati nell’Allegato 10 della documentazione di rinnovo con modifica sostanziale dell’AIA.
Sul pozzetto OC14 vengono condotti gli autocontrolli previsti dal “Piano di Controllo del sistema delle reti
fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell’insediamento Multisocietario di Ravenna”,
relativamente ai campioni di acque reflue prelevate secondo i criteri, le modalità e le frequenze previste
nell’Allegato 8 al Regolamento stesso.
Per quanto riguarda le acque reflue inorganiche, annualmente le Società Coinsediate come Acomon inviano
una relazione inerente i propri pozzetti di assegnazione alla Società RSI che le trasmette successivamente
alla Provincia di Ravenna al fine di caratterizzare il flusso cointestato secondo le prescrizioni del
Provvedimento autorizzativo n.161 del 26/01/2010 e sue successive modifiche e integrazioni.
5. Emissioni sonore
L’area di ubicazione dello stabilimento ricade in classe acustica VI (area esclusivamente industriale), con
limiti di immissione sonora di 70 dBA sia nel periodo diurno che notturno.
Inoltre, tutti i recettori potenzialmente esposti alle emissioni sonore provenienti da Acomon sono riconducibili
alla classe VI in quanto interni allo Stabilimento Multisocietario di Ravenna e il limite di zona VI dista dai
confini dell’impianto in oggetto non meno di 500 m.
Dalle indagini svolte non si evidenziano problematiche sotto l’aspetto dell’inquinamento acustico connesso
all’esercizio dell’impianto.
Come riportato nella Valutazione Previsionale di Impatto Acustico redatta ai sensi della D.G.R. n.673/2004
allegata allo screening e ripresentata nell’Allegato 6 della presente domanda AIA, il clima acustico misurato
in prossimità dei confini di proprietà è risultato, allo stato attuale, influenzato maggiormente dall’attività
industriale degli stabilimenti limitrofi.
I rilievi fonometrici, effettuati in continuo e con la tecnica a spot presso i confini di proprietà, hanno
evidenziato che il clima acustico e l’impatto generato dall’attività oggetto di studio sono conformi alla
normativa vigente.
6. Gestione rifiuti
I rifiuti prodotti in impianto sono principalmente i seguenti (elenco non esaustivo)
Descrizione rifiuto
Altri fondi e residui di reazione
Emulsioni non clorurate
Altri oli per circuiti idraulici
Imballaggi in legno
Imballaggi in plastica
Assorbenti, materiali filtranti, stracci, indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose
Imballi contaminati da sostanze pericolose
Ferro e acciaio (rottami vari)
Carta e cartone
Rifiuti solidi urbani
Codice
CER
070708*
130105*
130113*
150103
150102
150202*
150110*
170405
200101
200301
La gestione dei rifiuti prodotti dal processo produttivo e dalle attività di supporto è regolamentata
internamente da apposita procedura facente parte del Sistema di Gestione Ambientale aziendale, inoltre le
quantità di rifiuti effettivamente prodotte vengono rilevate mediante apposite registrazioni. Per tutte le
tipologie di rifiuti prodotti, in attesa del conferimento a terzi per le opportune operazioni di
recupero/smaltimento, viene effettuato il deposito temporaneo presso le apposite aree pavimentate dello
stabilimento o all’interno dei serbatoi (nel caso dei rifiuti liquidi quali fondi e residui di reazione) dotati di
idonei bacini di contenimento adeguatamente dimensionati.
Di seguito si riportano i quantitativi di rifiuti prodotti negli anni 2008-2012, distinti tra pericolosi e non
pericolosi
21
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
2008 (t)
48
106
Rifiuti pericolosi
Rifiuti non pericolosi
2009 (t)
16
18
2010 (t)
39
34
2011 (t)
78
14
2012 (t)
68
36
L’aumento del quantitativo di rifiuti prodotti a partire dal 2010 è dovuto, in parte, a campagne manutentive
occasionali e, in parte, alle operazioni di diluizione del RAV7 proveniente da altro stabilimento.
Rifiuti prodotti per t di prodotto
Rifiuti pericolosi
Rifiuti non pericolosi
2008
0,011
0,025
2009
0,004
0,005
2010
0,008
0,007
2011
0,015
0,003
2012
0,014
0,008
A fronte dell’incremento dei rifiuti prodotti negli ultimi anni, Acomon si è impegnata ad aumentare la
percentuale degli stessi inviati a recupero invece che a smaltimento: nel 2009 la percentuale inviata a
recupero era pari al 39%, incrementata fino al 75% del 2012. È possibile evidenziare come nel corso del
2012 la produzione di rifiuti si sia stabilizzata, portando soprattutto ad un incremento della produzione dei
rifiuti non pericolosi (ferro e acciaio) dovuti all’attività preparatoria per il progetto di espansione della capacità
produttiva.
Una ulteriore azione promossa dalla Ditta per ridurre il proprio impatto in termini di rifiuti ha riguardato alcune
campagne specifiche in cui parte del prodotto è stato infustato nelle medesime bonze inviate da Pasadena,
riducendo così l’entità degli imballi pericolosi trattati come rifiuti, oppure l’invio di tali bonze a ditte
specializzate nella rigenerazione degli imballi, permettendo il loro riutilizzo senza nuova produzione di
imballaggi.
7. Energia
In stabilimento si consumano energia elettrica e vapore entrambi forniti da ENIPower spa attraverso un
impianto a ciclo combinato (turbogas) presente all’interno dello Stabilimento Multisocietario. Il vapore è
fornito a due livelli termici (a 18 e a 4,5 barG) e il consumo viene misurato da appositi contatori posti
all’ingresso del sito.
Il consumo di vapore si è stabilizzato negli ultimi anni, mentre si regista un aumento del consumo di energia
elettrica. In seguito all'attivazione della nuova linea RAV7 il consumo di vapore subirà un incremento di circa
il 60%, pur mantenendo inalterati i consumi specifici cioè i consumi per unità di prodotto. Inoltre verrà
introdotto un nuovo livello termico (8 barG).
Si sottolinea che, già da alcuni anni, la condensa derivante dall’utilizzo del vapore viene riutilizzata
dall’impianto di produzione delle acque (RSI) ai fini del recupero energetico: i dati mostrano nel complesso
una progressiva diminuzione del consumo energetico specifico di stabilimento che si spiega con la
razionalizzazione dell’uso dell’energia in concomitanza con l’ottimizzazione del processo.
8. Indicatori di performance
Gli indicatori che rendono conto della performance ambientale dell’impianto e possono pertanto essere
utilizzati come indicatori indiretti di impatto ambientale, sono stati già individuati nella prima AIA e vengono
riportati nella tabella seguente
Indicatore
produzione specifica di rifiuti
riferito all'unità di prodotto finito
indice di recupero rifiuti
scarico di acque organiche di
processo specifico
riferito all'unità di prodotto finito
COD scaricato specifico
riferito all'unità di prodotto finito
consumo idrico specifico
riferito all'unità di prodotto finito
consumo energetico specifico
riferito all'unità di prodotto finito
Unità di misura
trifiuti prodotti/tprodotto
2008
0,037
2009
0,009
2010
0,015
2011
0,018
2012
0,022
trifiuti a recupero/trifiuti prodotti
3
m acque organiche di processo
scaricate/tprodotto
0,654
6,514
0,382
7,150
0,745
9,419
0,361
9,553
0,727
9,954
kgCOD scaricato/tprodotto
44.880
51.122
51.659
53.915
40.423
3,674
3,567
4,193
4,166
4,596
0,542
0,578
0,602
0,578
0,592
m
3
acque consumate/tprodotto
TEP/tprodotto
9. Rischio di Incidente Rilevante (RIR)
Con riferimento al D.Lgs. n. 334/1999 e s.m.i. in materia di pericoli di incidenti rilevanti connessi con
determinate sostanze pericolose, l'impianto oggetto della presente AIA risulta soggetto a notifica con
presentazione del Rapporto di Sicurezza (RdS) ai sensi degli artt. 6, 7, 8; considerate le sostanze pericolose
detenute e i relativi quantitativi massimi previsti, le sostanze che fanno rientrare l'insediamento in esame fra
22
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
quelli a potenziale rischio di incidente rilevante sono quelle classificate come tossiche e pericolose per
l'ambiente.
Successivamente all’invio del Rapporto di Sicurezza nel 2005 sul quale si è conclusa l’istruttoria nel 2007,
sono stati emessi i seguenti documenti:
- Dichiarazione di Non aggravio del pre-esistente livello di rischio di incidente rilevante ai sensi del D.M.
09/08/2000, per cambio di destinazione d’uso del serbatoio S1002 da stoccaggio acetone e stoccaggio
DMC-Isola 5, Parco serbatoi infiammabili (agosto 2007);
- Rapporto Preliminare di Sicurezza, per il progetto “Incremento stoccaggio RAV7” (gennaio 2009);
- Dichiarazione di Non aggravio del pre-esistente livello di rischio di incidente rilevante ai sensi del D.M.
09/08/2000, per produzione di circa 150 tonnellate/anno di un nuovo prodotto nell’impianto pilota e
stoccaggio di una nuova sostanza tossica (febbraio 2009);
- Ottenimento del “Nulla-Osta di Fattibilità” per il progetto “Incremento stoccaggio RAV7” (Verbale C.T.R.
Emilia-Romagna n.277 del 17/09/2009);
- Rapporto di Sicurezza Definitivo per la fase Progetto Particolareggiato “Incremento stoccaggio RAV7”
(agosto 2010), seguito da Verbale C.T.R. Emilia-Romagna n.287 del 02/02/2011 e da Verbale C.T.R.
Emilia-Romagna n.288 del 23/02/2011;
- Revisione quinquennale del Rapporto di Sicurezza (ottobre 2011);
- Dichiarazione di Non aggravio del pre-esistente livello di rischio di incidente rilevante per cambio d’uso
del serbatoio S1005, da cicloesano ad alcol allilico (febbraio 2012);
- Rapporto Preliminare di sicurezza per il progetto “Ripristino di impianti dismessi”;
- Integrazioni al RDS preliminare richiesti con Verbale C.T.R. n.299 del 02/05/2012;
- Rapporto di sicurezza definitivo relativo al progetto di Ripristino di impianti dismessi (febbraio 2013) e
relativo Parere Tecnico Conclusivo (prot. n. 0017900 del 05/11/2013 del CTR), con indicazione degli
scenari incidentali previsti con conseguenze esterne all'insediamento multisocietario (tutti ricompresi
all'interno delle aree di danno determinate da un solo top event, rilascio di alcool allilico per perdita
significativa da flangia - fase gas), delle relative distanze di danno e delle categorie territoriali compatibili
con lo stabilimento.
Tutti gli obblighi di cui al D.Lgs. n. 334/99 e smi risultano pertanto assolti, inclusi l'aggiornamento della
notifica (prot. EHS/2013/109 del 24/12/2013, nostro PG 96306 del 31/12/2013) e della “Scheda di
informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori” (prot. EHS/2014/003 del 14/01/2014,
nostro PG 3703 del 17/01/2014), presentate in seguito alla conclusione dell'iter istruttorio relativo al progetto
Ripristino di impianti dismessi.
C3)
VALUTAZIONE DELLE OPZIONI E DELL'ASSETTO IMPIANTISTICO PROPOSTI DAL GESTORE
CON IDENTIFICAZIONE DELL'ASSETTO IMPIANTISTICO RISPONDENTE AI REQUISITI IPPC
(POSIZIONAMENTO DELL’IMPIANTO RISPETTO ALLE MTD)
Per la valutazione integrata delle prestazioni ambientali i riferimenti da adottare sono stati tratti dai:
► BREF Comunitario del quale risulta disponibile la versione finale datata Agosto 2006 “Reference
Document on Best Available Techniques for the Manufacture of Organic Fine Chemicals”;
► BREF Comunitario del quale risulta disponibile la versione finale datata Luglio 2006 "Reference
Document on Best Available Techniques on Emissions from Storage";
► BREF Comunitario del quale risulta disponibile la versione finale datata Luglio 2003 “Reference
Document on the General Principles of Monitoring” e “Linee guida recanti criteri per l’individuazione e
l’utilizzazione delle Migliori Tecniche Disponibili – LINEE GUIDA IN MATERIA DI SISTEMI DI
MONITORAGGIO“, contenute nell’Allegato II del Decreto 31 Gennaio 2005 del Ministero dell’Ambiente e
della Tutela del Territorio.
► BREF Comunitario del quale risulta disponibile la versione finale datata Febbrario 2009 “Reference
Document on Best Available Techniques for Energy Efficency".
Le MTD da adottare nell’insediamento, individuate prendendo a riferimento i documenti sopra indicati, sono
di seguito elencate, raggruppate per tematica e tipo di lavorazione.
Per la valutazione integrata delle prestazioni ambientali dello stabilimento, il documento di riferimento
individuato è il ‘Reference Document on Best Available Techniques for Manufacture of Organic Fine
Chemicals’ (OFC) adottato nell’agosto 2006.
Il comparto degli OFC, che comprende sia imprese di piccole dimensioni che grandi multinazionali, produce
una gamma di sostanze chimiche - solitamente in quantità ridotte e con un elevato valore aggiunto principalmente mediante processi produttivi discontinui in impianti polivalenti (ad es. coloranti e pigmenti,
prodotti fitosanitari e biocidi, prodottifarmaceutici, esplosivi organici, intermedi organici, tensioattivi speciali,
aromi, fragranze,feromoni, plastificanti, vitamine, sbiancanti ottici e ritardanti di fiamma).
23
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
I clienti finali corrispondono, generalmente, a industrie chimiche operanti in diversi mercati, che acquistano
prodotti a specifica (in base alla loro formulazione chimica) o a comportamento (in relazione alla loro
prestazione).
All’interno del suddetto BRef non viene fissata alcuna soglia specifica di demarcazione per la produzione su
grande scala, pertanto è sottinteso che gli stabilimenti interessati possano disporre anche di linee adibite alla
produzione discontinua, semi-discontinua o continua di prodotti chimici su più grande scala.
A fronte dell’eterogeneità del comparto, dell’ampio spettro di sostanze chimiche prodotte e dell’enorme
varietà delle sostanze che possono essere contenute nelle emissioni, risulta pertanto difficile inventariare
tutte le emissioni prodotte dal comparto OFC.
Sebbene, però, i prodotti e gli intermedi organici della chimica fine risultino estremamente differenziati sotto il
profilo chimico, in realtà il numero di operazioni/processi impiegati è ragionevolmente contenuto e
comprende: il carico/scarico di reagenti e solventi, l’inertizzazione, le reazioni, le cristallizzazioni, le
separazioni di fase, le filtrazioni, la distillazione, il lavaggio del prodotto. In molti casi si rendono necessarie
operazioni di raffreddamento, riscaldamento o l’applicazione del vuoto o di pressione. Gli inevitabili flussi di
rifiuti risultanti da questi processi sono trattati mediante sistemi di recupero/abbattimento o sono smaltiti.
I principali problemi ambientali connessi al comparto OFC sono le emissioni di COV, le acque reflue con
possibile elevato contenuto di composti organici non degradabili, i volumi relativamente elevati di solventi
esausti e l’elevata incidenza di rifiuti non riciclabili.
(Nelle tabelle seguenti si confrontano le BAT riportate nel capitolo 5 del BREF citato con la situazione di Acomon, indicando gli eventuali
interventi di adeguamento in essere o in progetto)
Manufacture of Organic Fine Chemicals
BAT
• Integrazione degli aspetti ambientali
nello sviluppo del processo
• Fornire
una
traccia
verificabile
dell’integrazione, in sede di sviluppo del
processo,
delle
problematiche
ambientali, sanitarie e della sicurezza.
• Valutare in modo articolato la sicurezza
della normale attività operativa, tenendo
conto degli effetti di eventuali deviazioni
del processo chimico e delle modalità di
esercizio dell’impianto.
• Istituire ed attuare procedure e
provvedimenti tecnici per limitare i rischi
inerenti alla manipolazione e allo
stoccaggio di sostanze pericolose,
nonché offrire una sufficiente ed
adeguata formazione agli addetti che
manipolano sostanze pericolose.
• Progettare i nuovi impianti in modo da
minimizzare le emissioni.
• Progettare,
costruire,
gestire
e
mantenere gli impianti - ove sono
trattate sostanze (in genere liquidi)
potenzialmente contaminanti per il
terreno e le acque sotterranee – in
condizioni
di
esercizio
tali
da
minimizzare il rischio di eventuali
dispersioni accidentali.
• Le strutture devono essere a tenuta
ermetica, stabili e in grado di resistere
ad
eventuali
forti
sollecitazioni
meccaniche, termiche o chimiche.
• Prevedere dispositivi per la tempestiva
e sicura rilevazione di possibili perdite.
• Disporre di contenitori di sufficiente
capacità per evitare sversamenti e
perdite di sostanze; acqua per
l’estinzione di eventuali incendi e di
depositi
delle
acque
superficiali
contaminate ai fini del loro trattamento o
smaltimento.
Contenimento delle fonti e tenuta delle
apparecchiature
• Contenere e isolare le fonti, chiudendo
eventuali aperture al fine di minimizzare
eventuali emissioni incontrollate.
• Le
operazioni
di
essicazione
Prevenzione e minimizzazione
Posizione ditta
Adeguamento
L’implementazione di nuove tecnologie,
nuovi impianti e qualsiasi variazioni
organizzativa viene gestita attraverso una
serie di procedure che permettono, a
diversi livelli, di valutare l’impatto sulla
salute e la sicurezza dei lavoratori,
l’impatto ambientale e la sicurezza
intrinseca (come ad esempio MOC
management
of
change
e
ACOM_PG_218).
La manipolazione di sostanze pericolose
avviene in area pavimentata in modo da
avere
il
minor
impatto
possibile
sull’ecosistema, e lo stoccaggio prevede
adeguati bacini di contenimento e/o il
convogliamento nella rete fognaria dei
reflui organici con la possibilità di
intercettare
l’invio
delle
acque
a
trattamento.
I bacini di contenimento vengono
monitorati settimanalmente da operatori
nell'ambito del controllo operativo previsto
da SGA.
Viene messo a disposizione anche il
materiale
assorbente/tappetini
per
l’interdizione delle fogne con controllo
mensile e registrazione facente parte del
SGA.
Sono implementate apposite procedure
per reagire alle situazioni di emergenza.
Mensilmente
si
verifica,
attraverso
apposite
simulazioni,
la
conoscenza/applicabilità delle stesse.
Le precedenti azioni verranno confermate
ed attuate anche con la modifica
sostanziale
riguardante
l’incremento
produttivo di RAV7.
Ok
Tutte le apparecchiature di impianto sono
a tenuta con gli organi di sicurezza
adeguatamente dimensionati e convogliati
in impianto di abbattimento (Torcia).
Gli sfiati di processo, dovuti alla normale
conduzione sono convogliati nella rete FIS
Il collettore generale convogliato al FIS
verrà servito di un misuratore di O2 atto a
garantire la determinazione della quantità;
il valore verrà monitorato costantemente e
con relative soglie di allarme.
24
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
dovrebbero essere condotte all’interno
di circuiti chiusi, che prevedano tra
l’altro dei condensatori per il recupero
dei solventi.
• Rimettere in circolo i vapori di processo
laddove possibile nel rispetto delle
specifiche di purezza.
• Al fine di minimizzare la portata massica
chiudere tutte le aperture superflue per
evitare l’aspirazione, da parte delle
apparecchiature di processo, dell’aria
verso i sistemi di raccolta dei gas.
• Assicurare
la
tenuta
delle
apparecchiature
di
processo,
in
particolare modo dei serbatoi.
• Ricorrere all’inertizzazione per shock
anziché
all’inertizzazione
continua.
Quest’ultimo procedimento è tuttavia
ammesso per ragioni di sicurezza, ad
es. nei casi in cui i processi generano
O2 od in cui i processi esigono
un’ulteriore carica di materiale dopo
l’inertizzazione.
Configurazione dei condensatori di
distillazione
Minimizzare la portata massica delle
emissioni
gassose
risultanti
dalle
operazioni di distillazione, scegliendo la
configurazione ottimale del condensatore.
Aggiunta di liquidi nei serbatoi,
minimizzazione dei picchi
• Aggiungere liquidi ai serbatoi dal basso
o mediante tubo immerso, a meno che
ciò non sia possibile per ragioni di
sicurezza o a causa delle reazioni
chimiche. In tal caso, se si aggiunge il
liquido dall’alto orientando il tubo verso
la parete, si riducono gli schizzi prodotti
dall’urto con la superficie del liquido già
presente e, conseguentemente, il carico
organico del gas spostato.
• Nel caso in cui nei serbatoi si debbano
aggiungere sostanze organiche sia
solide che liquide, utilizzare i solidi
come strato di copertura, qualora la
differenza di densità favorisca la
riduzione del carico organico nel gas
spostato, a meno che questo sia
impossibile per ragioni di sicurezza e/o
a causa delle reazioni chimiche.
• Minimizzare l'accumulo di carichi e
portate di picco ed i risultanti picchi di
concentrazione
delle
emissioni,
ottimizzando ad es. lo schema di
produzione e applicando filtri di
livellamento.
Tecniche alternative per il work-up dei
prodotti
• Evitare le acque madri di elevata
salinità o effettuare il work-up delle
acque madri con tecniche alternative di
separazione, avvalendosi ad es. di
processi con membrane, processi con
solventi, dell’estrazione dei reagenti
oppure non isolando gli intermedi.
• Effettuare il lavaggio controcorrente dei
prodotti, laddove la scala di produzione
di stabilimento.
Il processo e i serbatoi di stoccaggio delle
materie prime sono mantenuti in ambiente
inerte attraverso flussaggio di azoto per
consentire la normale movimentazione dei
fluidi. Tale procedura consente inoltre agli
sfiati provenienti da altri impianti di
stabilimento di non rientrare nel nostro
collettore.
Nella totalità degli stoccaggi il sistema di
inertizzazione (con azoto) prevede una
valvola di reintegro ed una di sfiato; in
condizioni statiche il sistema non consuma
azoto e non sfiata gas.
Le precedenti azioni verranno confermate
ed attuate anche con la modifica
sostanziale
riguardante
l’incremento
produttivo di RAV7, che comporta la
riattivazione del punto di emissione E6.
Attualmente il sistema di misurazione è sul
collettore della prima linea produzione
RAV 7; verrà valutata la possibilità di
posizionarlo sul collettore generale in
modo da misurare anche la “seconda
linea”
I condensatori sono calcolati con una % di
sovradimensionamento
rispetto
al
necessario e con la configurazione tale a
ottimizzare l’efficienza dello scambio
termico. Sono inoltre presenti e post
condensatori al fine di ridurre al minimo il
materiale convogliato a sintema FIS e
riciclare i solventi condensati.
Per
monitorare
l’efficienza
degli
scambiatori principali, sulle linee di sfiato
sono montati indicatori di temperatura con
segnale a distanza in sala-controllo.
Le precedenti azioni verranno confermate
ed attuate anche con la modifica
sostanziale
riguardante
l’incremento
produttivo di RAV7.
I serbatoi di stoccaggio vengono caricati
dal basso oppure con getto dall’alto
direzionato verso le pareti, anche per
ridurre l’effetto delle cariche elettrostatiche
sui liquidi puri.
Il sistema di sfiati è comune a tutte le
apparecchiature,
per
cui
la
compensazione
dei
picchi
avviene
attraverso un sistema di equilibrazione tra
le diverse apparecchiature di impianto il
che permette di mantenere un flusso
costante nel collettore comune.
Le precedenti azioni verranno confermate
anche con la modifica sostanziale
riguardante l’incremento produttivo di
RAV7.
Ok
L’attuale processo di produzione prevede
un lavaggio del grezzo di reazione con
acqua demineralizzata al fine di garantire
la qualità finale del prodotto.
Le precedenti azioni verranno confermate
anche con la modifica sostanziale
riguardante l’incremento produttivo di
RAV7.
È stato implementato il riciclo parziale di
acqua (secondo lavaggio), relativamente
alla seconda linea (nella linea oggetto di
modifica sostanziale, essendo gestita a
batch il primo lavaggio del batch
successivo utilizza l’ultimo lavaggio del
batch precedente).
25
Ok
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
giustifichi l’applicazione di questa
tecnica.
Vuoto, raffreddamento e pulizia
• Creare il vuoto senza usare acqua,
utilizzando ad es. pompe a secco,
pompe ad anello liquido con solvente
quale liquido di servizio o pompe ad
anello liquido a circuito chiuso. Qualora
tuttavia queste tecniche siano applicabili
solo limitatamente, si può ricorrere ad
iniettori di vapore o a pompe ad anello
d'acqua.
• Per i processi discontinui fissare
procedure
ben
definite
per
la
determinazione
del
punto
finale
desiderato della reazione.
• Ricorrere al raffreddamento indiretto.
Tale tecnica non può tuttavia essere
impiegata per i processi che richiedono
l’aggiunta di acqua o ghiaccio per un
sicuro controllo della temperatura, o in
caso di sbalzi di temperatura o di shock
termici. Il raffreddamento diretto può
inoltre essere necessario per controllare
reazioni fuggitive (‘run away’) o nel caso
in cui vi sia il rischio di blocco degli
scambiatori di calore.
• Prevedere un'operazione di risciacquo
preliminare
al
risciacquo/pulizia
dell’apparecchiatura, minimizzando così
il carico organico delle acque di
lavaggio. Nel caso che nelle condotte
siano spesso introdotti materiali diversi,
un’altra opzione è il ricorso al piggaggio
(pigging) per ridurre le perdite di
prodotto nel corso delle operazioni di
pulizia.
BAT
Le pompe che movimentano fluidi
pericolosi e volatili sono di norma a
trascinamento magnetico, le tenute degli
agitatori sono tenute meccaniche doppie.
Per la conduzione del processo è presente
in azienda un manuale di processo che
riporta tutte le specifiche di produzione e le
condizioni dei parametri critici/sensibili per
la determinazione della conclusione dei
batch di processo. Sono inoltre presenti
allarmi di soglia e di blocco in modo da
prevenire le condizioni di anomalia.
Tutti i raffreddamenti sono indiretti.
Le precedenti azioni verranno confermate
anche con la modifica sostanziale
riguardante l’incremento produttivo di
RAV7.
Ok.
Si precisa che tutte le pompe del vuoto
relative al progetto di ampliamento della
capacità con la seconda linea sono del
tipo “a secco”
Gestione e trattamento dei flussi in uscita (gas, liquidi, rifiuti)
Posizione ditta
Adeguamento
Analisi dei bilanci di massa e di processo dei flussi
Elaborare dei bilanci annuali di massa per
i composti organici volatili (COV),
compresi gli idrocarburi clorurati (CHC), il
carbonio organico totale (TOC) o la
domanda chimica di ossigeno (COD), gli
alogeni organici adsorbibili (AOX) o gli
alogeni organici estraibili (EOX) ed i
metalli pesanti.
Elaborare analisi approfondite del flusso
degli output, per individuarne l’origine e
determinare una serie di parametri
fondamentali, ai fini di un’adeguata
gestione e trattamento delle emissioni
gassose, dei flussi di acque reflue e delle
scorie.
Determinare almeno i valori relativi ai
parametri indicati di seguito, dei flussi delle
acque reflue, salvo il caso in cui questi non
siano pertinenti sotto il profilo scientifico:
• Volume per batch
• Numero di batch annui
• Volume giornaliero
• Volume annuo
• COD o TOC
• BOD5
• pH
• Bioeliminabilità
• Inibizione biologica, compresa la
nitrificazione
e qualora attesi
• AOX
• CHCs
• Solventi
• Metalli pesanti
• N totale
• P totale
Le emissioni in atmosfera (SOV totali e
polveri) provenienti da E67A2 vengono
monitorate da laboratorio esterno con
cadenza semestrale; il registro delle
emissioni è vidimato. Tali azioni verranno
implementate anche per il punto di
emissione E6 che verrà riattivato in
seguito
alla
modifica
sostanziale
riguardante l’incremento produttivo di
RAV7.
Il valore di COD è controllato giornalmente
da autocontrolli interni, inoltre tutti gli
inquinanti presenti nelle acque reflue
vengono determinate da laboratorio
esterno secondo la periodicità prevista dal
Regolamento Fognario.
Nel file di autocontrollo del COD vengono
riportate anche le portate giornaliere
dell’acqua inviata a TAS e mensilmente
viene monitorato l’indice di acqua inviata a
trattamento su tonnellate di produzione.
La produzione è in continuo per la linea
esistente di produzione del RAV7, invece
sulla nuova linea di produzione introdotta
con la modifica sostanziale si opererà a
batch.
26
Ok
Ok
Ok
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
• Cloruro
• Bromuro
• SO4-2
• Tossicità residua
Per le emissioni in atmosfera
• Monitorare l'andamento delle emissioni,
che riflette le modalità operative del
processo produttivo.
• Qualora
s’impieghino
sistemi
di
abbattimento/recupero non ossidanti,
ricorrere a sistemi di monitoraggio in
continuo (quale ad es. il rivelatore a
ionizzazione di fiamma - FID), in cui i
gas esausti provenienti da vari processi
sono trattati in un sistema di
abbattimento centralizzato.
• Monitorare
le
singole
sostanze
potenzialmente tossiche per l'ambiente
nel caso queste siano rilasciate.
Valutazione dei volumi dei flussi dei gas
esausti dalle apparecchiature di processo
ai sistemi di recupero/abbattimento.
Per le caratteristiche quali-quantitative del
processo non è previsto un sistema di
controllo in continuo delle emissioni in
atmosfera,
ma
si
eseguono
semestralmente analisi puntiformi per SOV
e polveri, come prescritto nell’AIA.
Annualmente viene verificato lo stato di
efficienza della colonnina di abbattimento
ad acqua (ugelli tappati).
Le precedenti azioni verranno confermate
anche per E6, punto di emissione riattivato
con la modifica sostanziale riguardante
l’incremento produttivo di RAV7.
È stato implementato il sistema di
registrazione delle attività di manutenzione
della
colonnina
di
abbattimento
aspirazione generale.
È presente un misuratore solo del flusso
inviato a FIS, che viene monitorato
mensilmente e riportato su file di gestione
come produzione su tonnellata di prodotto
finito.
Le emissioni in atmosfera da E67A2
vengono misurate semestralmente in
occasione delle analisi puntuali prescritte
in AIA; analogamente si procederà per il
punto di emissione E6 da riattivare con la
modifica
sostanziale
riguardante
l’incremento produttivo di RAV7.
Ok
Riutilizzo dei solventi
Riutilizzare i solventi, per quanto possibile
nel rispetto delle specifiche di purezza.
A tale scopo si utilizza per i 'batch'
successivi il solvente dei batch di un
precedente
ciclo
di
produzione,
raccogliendo i solventi esausti, affinché
siano depurati in sito od in altra sede, al
fine della reintroduzione nel processo o del
loro reimpiego per la produzione di calore
in sito o altrove.
Tutti i solventi/ reagenti utilizzati in
eccesso vengono recuperati nei batch
successivi (alcol allilico, DAC).
L’alcol
allilico
prodotto
nella
trasformazione dell’intermedio di processo
DAC viene riciclato nella sintesi primaria
del DAC:
1. AA+DMC→DAC+MEOH;
2. DAC+DEG→RAV7+AA
Le precedenti azioni verranno confermate
anche con la modifica sostanziale
riguardante l’incremento produttivo di
RAV7.
Ok
Trattamento dei gas esausti
Tecniche di recupero/abbattimento dei VOC e livelli di emissione conseguibili
Selezionare
il
sistema
di Tutti gli sfiati di processo vengono
Ok
recupero/abbattimento tenendo conto del inviati a sistema
seguente schema di flusso
FIS/Torcia di
stabilimento.
Le precedenti azioni
verranno confermate
anche con la modifica
sostanziale
riguardante
l’incremento
produttivo di RAV7
Non applicabile
Recupero/abbattimento dei COV con
tecniche non ossidanti: livelli di
emissioni realizzabili
Nel caso si utilizzino tecniche non
ossidanti di recupero o abbattimento dei
COV, ridurre le emissioni ai livelli indicati
alla tabella seguente
27
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
Parametro
Livello
medio
di
emissione da fonti
localizzate *
C organico
0,1 kg C/ora o 20 mg
3
totale
C/m **
* Il periodo medio si riferisce al profilo delle
emissioni, i livelli si riferiscono al gas asciutto e Nm3
**Il livello di concentrazione si riferisce alle portate
senza diluizione con, ad es. flussi provenienti dalla
ventilazione del locale o dell’edificio
Recupero/abbattimento
dei
COV
attraverso ossidazione/incenerimento
termico od ossidazione catalitica: livelli
di emissioni realizzabili
Nel
caso
si
utilizzino
l’ossidazione/incenerimento termico o
l’ossidazione catalitica, ridurre le emissioni
dei COV ai livelli indicati alla tabella
seguente
Ossidazione/ince
Portata
nerimento
massica
termico
od
media
ossidazione
kg C/ora
catalitica
C organico totale
<0,05
o
Il tempo medio si riferisce al profilo delle
3
livelli si riferiscono al gas asciutto e Nm
Invio a FIS/Torcia di stabilimento
(confermato anche per la nuova linea di
produzione RAV7).
Ok
Conc.
media
3
mg C/m
<5
emissioni, i
Tecniche di recupero/abbattimento NOx
Nel caso di ossidazione/incenerimento termico
o di ossidazione catalitica, ottenere i livelli di
emissione di NOX indicati alla tabella
seguente, applicando dove necessario un
sistema DeNOx (riduzione catalitica SCR o
riduzione selettiva non catalitica SNCR) o lo
svolgimento della combustione in due fasi
Fonte
Processi
di
produzion
e chimici,
ad es.
nitrazione
, recupero
di acidi
esausti
Media
kg/ora*
0,03÷1,
7
Media
mg/m3*
7÷220**
Osservazioni
Il valore
inferiore si
riferisce a input
di modesta
entità nel
sistema di
rimozione a
umido
(scrubbing) e
con H2O quale
scrubber. Con
livelli di carico
elevati, i valori
inferiori non
sono realizzabili
neppure
utilizzando
l’H2O2
Ossidazio
0,1÷0,3
13÷50***
ne/incene
rimento
termico,
ossidazio
ne
catalitica
Ossidazio
25÷150**
Valori inferiori
ne/incene
*
con SCR, valori
rimento
superiori con
termico,
SNCR
ossidazio
ne
catalitica,
input di
composti
organici
azotati
* NOX espressi come NO2, il periodo medio si riferisce
al profilo delle emissioni
3
** Livelli relativi al gas asciutto e a Nm
3
*** Livelli relativi al gas asciutto e a Nm
Il processo produttivo non implica la
produzione di NOx; in ogni caso è
previsto l'invio, degli scarichi di
esercizio, a FIS/Torcia di stabilimento
(confermato anche per la nuova linea
di produzione RAV7).
Per i gas esausti da processi di produzione
chimica, ottenere i livelli di emissione di NOX
indicati alla tabella al punto precedente,
applicando dove necessario tecniche di
trattamento quali la rimozione a umido
(scrubbing) o serie di separatori in cascata
(scrubber cascade) aventi quale mezzo di
rimozione l’H2O e/o H2O2.
Recupero/abbattimento di HCl, Cl2, HBr, NH3, SOx, particolato e cianuri
Raggiungere, nelle emissioni, livelli di
Non applicabile
concentrazione di HCl compresi tra 0,2÷7,5
mg/m3, o 0,001÷0.08 kg/ora, applicando dove
28
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
necessario tecniche di trattamento quali la
rimozione a umido (scrubbing) aventi quale
mezzo di rimozione l’H2O e/o H2O2.
Raggiungere, nelle emisisoni, livelli di
concentrazione di Cl2 compresi tra 0,1÷1
mg/m3, applicando dove necessario tecniche
di
trattamento
quali
l'assorbimento
dell'eccesso di cloro e/o la rimozione a umido
(scrubbing) avente quale mezzo di rimozione
NaHSO3.
Raggiungere, nelle emissioni, livelli di
concentrazione di HBr <1 mg/m3, applicando
dove necessario tecniche di trattamento quali
la rimozione a umido (scrubbing) avente quale
mezzo di rimozione H2O o NaOH.
Raggiungere, nelle emissioni, livelli di
concentrazione di NH3 compresi tra 0,1÷10
mg/m3, o 0,001÷0,1 kg/ora, applicando dove
necessario tecniche di trattamento quali la
rimozione a umido (scrubbing) avente quale
mezzo di rimozione H2O.
Ragguingere "fughe", "scivolamenti", di NH3
dai sistemi SCR o SNCR <2 mg/m3 o <0,02
kg/ora.
Raggiungere, nelle emissioni, livelli di
concentrazione di SOx compresi tra 1÷15
mg/m3, o 0,001÷0,1 kg/ora, applicando dove
necessario tecniche di trattamento quali la
rimozione a umido (scrubbing) avente quale
mezzo di rimozione H2O o NaOH.
Raggiungere, nelle emisisoni, livelli di
concentrazione di particolato pari a 0,05÷5
mg/m3 o 0,001÷0,1 kg/ora applicando dove
necessario dispositivi quali filtri a manica o
sacco, filtri in tessuto, cicloni, la rimozione a
umido (scrubbing) o la precipitazione
elettrostatica umida (WESP).
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Rimozione ad umido delle polveri
prima delle emissioni all’atmosfera da
E67A2. Sul punto di emissione E6, che
verrà riattivato in seguito alla modifica
sostanziale riguardante l’incremento
produttivo di RAV7, è presente un
sistema di trattamento di tipo scrubber
venturi che servirà per l’abbattimento
delle SOV emesse.
Ok
Non applicabile
Rimuovere dai gas esausti i cianuri liberi e
raggiungere livelli di emissione di 1 mg/m3 o 3
g/ora.
Gestione e trattamento dei flussi di acque reflue
Segregare e trattare preliminarmente o
smaltire le acque madri derivanti dalle
alogenazioni e dalle solfoclorurazioni.
Trattare preliminarmente i flussi di acque
reflue contenenti livelli tali di sostanze
biologicamente attive da comportare un
rischio per l’operazione di trattamento cui
dovrebbero
essere
normalmente
sottoposte o per l’ambiente ricettore in cui
verranno rilasciate.
Segregare e raccogliere separatamente gli
acidi esausti, provenienti ad es. dai
processi di sulfonazione o di nitrazione, ai
fini del recupero in sito o all’esterno, o
applicare le migliori tecniche disponibili per
il pretrattamento dei carichi organici
refrattari.
Segregare e trattare preliminarmente i
flussi di acque reflue contenenti carichi
organici refrattari significativi in base ai
parametri qui esposti. I carichi organici
refrattari non sono significativi qualora il
flusso delle acque reflue presenti una
capacità di eliminazione mediante metodi
biologici ('bioeliminabilità’) superiore all’80
- 90% circa. Qualora tale capacità sia
inferiore, il carico organico refrattario non è
significativo se associato a valori di TOC
inferiori a circa 7,5 - 40 kg per batch o
giornalieri. Per quanto riguarda i flussi di
acque reflue segregati, si considera BAT
raggiungere
tassi
complessivi
di
eliminazione del COD >95%, abbinando il
pretrattamento al trattamento biologico.
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Tutte le acque reflue di processo vengono
inviate
a
trattamento
esterno
(HERAmbiente).
Prima dell’invio a trattamento viene
normalizzato il valore di pH, entro il limite
di omologa.
Le precedenti azioni verranno confermate
ed applicate anche con la modifica
sostanziale
riguardante
l’incremento
produttivo di RAV7.
29
Ok
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
Rimozione dei solventi
• Recuperare i solventi dai flussi di acque
reflue, al fine del loro reimpiego in sito o
in altra sede, nel caso in cui i costi di
trattamento e d’acquisto di nuovi
solventi superino i costi di recupero e
purificazione. A tal fine si impiegano
tecniche quali lo strippaggio (stripping),
la distillazione/rettificazione, l’estrazione
o una combinazione di tali tecniche.
• Recuperare i solventi dai flussi di acque
reflue ai fini della loro valorizzazione a
scopi termici, nel caso in cui il bilancio
energetico evidenzi la possibilità di
sostituire i combustibili naturali nel loro
complesso.
Eliminazione dei composti alogenati dai
flussi di acque reflue
• Eliminare i CHC estraibili dai flussi di
acque reflue, ricorrendo ad es. allo
strippaggio (stripping), alla rettificazione
o all’estrazione per raggiungere livelli di
concentrazione cumulata <1 mg/l in
uscita al pretrattamento o <0,1 in
ingresso al trattamento biologico in sito
o in ingresso al sistema di pubblica
fognatura.
• Pretrattare i flussi di acque reflue
contenenti carichi significativi di AOX
(composti organici alogenati assorbibili),
per raggiungere livelli di media annuale
compresi tra 0,5 e 8,5, all’ingresso
dell’impianto di trattamento biologico
delle acque reflue in sito o all’ingresso
del sistema di pubblica fognatura.
Eliminazione dei metalli pesanti dai
flussi di acque reflue
Pretrattare i flussi di acque reflue
contenenti significativi livelli di metalli
pesanti o composti di metalli pesanti
provenienti dai processi in cui questi sono
appositamente usati, per raggiungere le
concentrazioni
riportate
di
seguito,
all’ingresso dell’impianto di trattamento
biologico dei reflui o all’ingresso del
sistema di pubblica fognatura
Paramet
ro
Cu
Livelli di media
annuale
0,03÷0,4 mg/l
Cr
0,04÷0,3 mg/l
Ni
0,03÷0,3 mg/l
Zn
0,1÷0,5 mg/l
Le acque di lavaggio del prodotto vengono
decantate e la fase organica più pesante
viene separata per smiscelazione e
riciclata.
Le precedenti azioni verranno confermate
ed applicate anche con la modifica
sostanziale
riguardante
l’incremento
produttivo di RAV7.
Ok
Non applicabile
Non applicabile
Osservazioni
I valori superiori
sono
associati
all’impiego
deliberato di metalli
pesanti
o
di
composti di metalli
pesanti in numerosi
processi,
con
pretrattamento dei
flussi risultanti di
reflui
Nel caso si dimostri di poter realizzare
livelli di eliminazione equivalenti, rispetto al
trattamento preliminare abbinato a quello
biologico delle acque reflue, ci si può
avvalere unicamente di quest’ultimo se ciò
permette di eliminare i metalli pesanti da
tutti gli effluenti, a condizione che il
trattamento biologico sia effettuato in loco
e che i fanghi di trattamento siano
inceneriti.
Cianuri liberi
• Ricondizionare i flussi di reflui
contenenti cianuri liberi, per sostituire le
materie prime ove tecnicamente
possibile.
• Pretrattare i flussi di acque reflue
contenenti carichi significativi di cianuri,
raggiungendo un tenore di cianuri pari o
inferiore a 1 mg/l del flusso di acque
Non applicabile
30
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
reflue trattate, o effettuare la
biodegradazione in condizioni sicure in
un impianto di trattamento biologico
delle acque reflue.
Trattamento biologico delle acque
reflue
• Trattare, in impianti di trattamento
biologico delle acque reflue, gli effluenti
con un importante carico organico, quali
i flussi di acque reflue provenienti dai
processi di produzione o le acque di
risciacquo e lavaggio.
• Assicurare che il trattamento delle
acque reflue in un impianto comune sia
nel complesso efficace quanto il
trattamento in sito.
• Sfruttare al massimo il potenziale di
biodegradazione
dell’insieme
degli
effluenti per raggiungere valori di
eliminazione della BOD superiori al 99%
e livelli medi annui di emissione BOD
compresi tra 1 - 18 mg/l. I livelli si
riferiscono agli effluenti dopo il
trattamento biologico senza diluizione,
ad es. mediante la miscelazione con
acque di raffreddamento.
• Raggiungere i livelli di emissione
riportati di seguito
Parametro
COD
P tot
Valori
(media
annua *)
12÷250 mg/l
0,2÷1,5 mg/l
N inorganico
2÷20 mg/l
AOX
0,1÷1,7 mg/l
Cu
0,007÷0,1
mg/l
0,004÷0,05
mg/l
0,01÷0,05
mg/l
0,1 mg/l
10÷20 mg/l
Cr
Ni
Zn
Solidi
sospesi
LIDF
Tutte le acque reflue di processo vengono
inviate
a
trattamento
esterno
(HERAmbiente).
Prima dell’invio a trattamento viene
normalizzato il valore di pH, entro il limite
di omologa.
Con
cadenza
semestrale
vengono
monitorati tutti gli inquinanti presenti nelle
acque reflue inviate a trattamento.
Le precedenti azioni verranno confermate
ed attuate anche con la modifica
sostanziale
riguardante
l’incremento
produttivo di RAV7.
Ok
Tutte le acque reflue di processo vengono
inviate
a
trattamento
esterno
(HERAmbiente).
Prima dell’invio a trattamento viene
normalizzato il valore di pH, entro il limite
di omologa.
Con
cadenza
semestrale
vengono
Ok
Osservazioni
Il valore superiore
è associato alla
produzione
di
composti
prevalentemente
fosforici
Il valore superiore
è associato alla
produzione
di
composti organici
prevalentemente
azotati
o
da
processi, quali ad
es.
la
fermentazione
Il valore superiore
è
associato
a
numerose
produzioni
con
notevole tenore di
AOX
ed
al
pretrattamento di
flussi di acque
reflue
con
significativi carichi
di AOX
Il valore superiore
è
associato
all’impiego
consapevole
di
metalli
1÷2 fattore
La
tossicità
è
diluizione
anche espressa in
termini di tossicità
2÷4 fattore
per
l'ambiente
diluizione
acquatico
(livelli
LIDA
1÷8 fattore
CE50
)
diluizione
LIDL
3÷16 fattore
diluizione
LIDEU
1,5 fattore
diluizione
* I livelli si riferiscono agli effluenti dopo il
trattamento biologico senza diluizione, ad es. senza
il mescolamento con acque di raffreddamento
LIDD
Monitoraggio degli effluenti totali
• Monitorare regolarmente la totalità degli
effluenti in entrata ed in uscita
dall’impianto di trattamento biologico
delle acque reflue.
• Effettuare, a cadenza regolare, il
monitoraggio biologico degli effluenti
31
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
totali
dopo
il
loro
trattamento
nell’apposito impianto biologico, qualora
si
utilizzino
o
producano,
intenzionalmente o meno, sostanze
potenzialmente tossiche per l’ambiente.
Nel caso vi siano problemi di tossicità
residua (ad es. in caso di fluttuazioni del
rendimento dell’impianto di trattamento
biologico delle acque reflue riconducibili
a cicli di produzione critici).
• Ricorrere al monitoraggio telematico
della
tossicità in
parallelo alla
misurazione telematica del TOC.
BAT
Implementare un Sistema di Gestione
Ambientale (SGA), specifico per la realtà
produttiva in esame, che preveda :
• la definizione di una politica ambientale
da parte della Direzione (stabilire gli
obblighi della Direzione rappresenta
una condizione preliminare per il
successo
dell’implementazione
dell’intero SGA);
• la pianificazione e la stesura delle
procedure necessarie;
• l'implementazione
delle
procedure,
facendo attenzione a:
- struttura e responsabilità,
- formazione,
consapevolezza
e
competenza,
- comunicazione,
- partecipazione del personale,
- documentazione,
- controllo dell’efficienza del processo,
- programma di mantenimento,
- responsabilità
e
risposta
alle
emergenze,
- conformità
alla
legislazione di
salvaguardia ambientale;
• la verifica della performance e
l’effettuazione di azioni correttive,
facendo attenzione a:
- monitoraggio e misure,
- azioni correttive e preventive,
- archiviazione dei verbali,
- attività di audit interni indipendenti
per verificare l’efficacia e l’efficienza
del SGA,
• -riesame della direzione.
Altri 3 ulteriori aspetti complementari ai
precedenti, ma non vincolanti per la
conformità alle BAT, sono :
• esame e validazione del SGA da parte
di un ente terzo indipendente;
• stesura e pubblicazione (con possibile
validazione esterna) di un periodico
rapporto ambientale che descriva tutti
gli
aspetti
ambientali
significativi
dell’insediamento, dal quale emerga un
confronto tra gli obiettivi prefissati e
raggiunti in campo ambientale e di
settore;
• implementazione e adesione volontaria
ai sistemi internazionali EMAS e/o ISO
14001:2004, in modo da acquisire
maggiore credibilità per il proprio SGA.
Ciò vale soprattutto per l’EMAS,
comunque sistemi non standardizzati di
gestione ambientale possono risultare
ugualmente efficaci ed efficienti se
correttamente
organizzati
e
implementati.
monitorati tutti gli inquinanti presenti nelle
acque reflue inviate a trattamento.
Le precedenti azioni verranno confermate
ed attuate anche con la modifica
sostanziale
riguardante
l’incremento
produttivo di RAV7.
Sistema di gestione ambientale
Posizione ditta
Adeguamento
Ok
Il Sistema di Gestione Ambientale UNI EN
ISO 14000:2007 di ACOMON è certificato
dal 29/05/2003 con il N° 5963. ACOMON
partecipa,
inoltre,
al
progetto
di
registrazione EMAS dell’APO di Ravenna
EFFICIENZA ENERGETICA
32
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
BAT
Miglioramento dell'efficienza energetica a livello di impianto
Posizione ditta
Adeguamento
Gestione dell'efficienza energetica
Mettere in atto e aderire ad un sistema di
gestione
dell'efficienza
energetica
(ENEMS) che comporta le caratteristiche
sottoelencate, in funzione della situazione
locale:
• impegno della dirigenza;
• definizione, da parte dalla dirigenza, di
una politica in materia di efficienza
energetica per l'impianto;
• pianificazione e definizioni di obiettivi e
traguardi intermedi;
• applicazione e funzionamento delle
procedure, con particolare riferimento a:
struttura e responsabilità del personale;
formazione,
sensibilizzazione
e
competenza;
comunicazione;
coinvolgimento
del
personale;
documentazione; controllo efficiente dei
processi; programmi di manutenzione;
preparazione alle emergenze e risposte;
garanzia di conformità alla legislazione
e agli accordi in materia di efficienza
energetica (ove esistano);
• valutazioni
comparative
(benchmarking);
• controllo delle prestazioni e adozione di
azioni
correttive
con
particolare
riferimento a: monitoraggio e misure;
azioni
preventive
e
correttive;
mantenimento archivi; audit interno
indipendente
(se
possibile)
per
determinare se il sistema ENEMS
corrisponde alle disposizioni previste e
se è stato messo in atto e soggetto a
manutenzione correttamente;
• riesame dell'ENEMS da parte della
dirigenza e verifica della sua costante
idoneità, adeguatezza ed efficacia;
• nella progettazione di una nuova unità,
considerazione dell'impatto ambientale
derivante dalla dismissione;
• sviluppo di tecnologie per l'efficienza
energetica e aggiornamento sugli
sviluppi delle tecniche nel settore.
Un
sistema
ENEMS
può
anche
comprendere
le
seguenti
attività
facoltative:
• preparazione e pubblicazione (con e
senza convalida esterna) di una
dichiarazione periodica sull'efficienza
energetica,
che
permetta
una
comparazione rispetto agli obiettivi e ai
traguardi fissati di anno in anno;
• esame e convalida esterna del sistema
di gestione e della procedura di audit;
• messa in atto e adesione ad un sistema
volontario di gestione, riconosciuto a
livello nazionale o internazionale, per
l'efficienza energetica.
Miglioramento ambientale costante
Ridurre al minimo l'impatto ambientale di
un impianto pianificando gli interventi e gli
investimenti in maniera integrata e
articolandoli sul breve, medio e lungo
termine, tenendo conto del rapporto costibenefici e degli effetti incrociati.
Per tutti gli impianti le decisioni riguardanti
la pianificazione e gli investimenti devono
prendere in esame l'obiettivo complessivo
di lungo termine di ridurre l'impatto
ambientale
dell'operazione.
Il
miglioramento può essere graduale, e non
necessariamente lineare, e deve tener
La gestione dell’efficienza energetica è
parte integrante del SGA. I consumi
energetici (vapore e energia) vengono
riportati nel file di gestione e mensilmente
viene monitorato l’indice di TEP su
tonnellate di produzione.
È presente un sistema di accensione e
spegnimento comandato da sistema
crepuscolare e astronomico.
Che permette di ottimizzare l’uso delle luci
nella parte esterna.
33
OK
Sostituzione dell’impianto di illuminazione
con lampade da 36 W contro le attuali da
40 W per la zona di impianto produttivo;
analoga sostituzione con lampade da 14
W contro gli attuali 20 W per la zona
ufficio.
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
conto degli effetti incrociati, come il
maggior consumo di energia connesso alla
riduzione dell'inquinamento atmosferico.
Non è possibile eliminare completamente
gli impatti ambientali e in alcune occasioni
il rapporto costi-benefici delle misure potrà
essere esiguo o nullo. Occorre tuttavia
tenere presente che nel tempo la
redditività può cambiare.
Individuazione degli aspetti connessi
all'efficienza energetica di un impianto
e possibilità di risparmio energetico
• Individuare attraverso un audit gli
aspetti di un impianto che incidono
sull'efficienza energetica. È importante
che l'audit sia compatibile con
l'approccio sistemico. Da applicare a
tutti gli impianti esistenti e prima di
programmare
ammodernamenti
o
nuove costruzioni. L'audit può essere
interno o esterno.
• Garantire che l'audit individui i seguenti
elementi:
- consumo e tipo di energia utilizzata
nell'impianto, nei sistemi che lo
costituiscono e nei processi,
- apparecchiature che consumano
energia, tipo e quantità di energia
utilizzata nell'impianto,
- possibilità di ridurre al minimo il
consumo di energia, ad esempio
provvedendo a:
- contenere/ridurre
i
tempi
di
esercizio dell'impianto, ad esempio
spegnendolo
se
non
viene
utilizzato,
- garantire il massimo isolamento
possibile,
- ottimizzare i servizi, i sistemi e i
processi associati (si veda la BAT
per i sistemi che consumano
energia)
- possibilità di utilizzare fonti alternative
o di garantire un uso più efficiente
dell'energia, in particolare l'energia in
eccesso proveniente da altri processi
e/o sistemi,
- possibilità di utilizzare l'energia in
eccesso in altri processi e/o sistemi,
- possibilità di migliorare la qualità del
calore.
• Utilizzare gli strumenti o le metodologie
più adatti per individuare e quantificare
l'ottimizzazione
dell'energia,
ad
esempio:
- modelli e bilanci energetici, database,
- tecniche quali la metodologia della
pinch analysis, l'analisi exergetica o
dell'entalpia
o
le
analisi
termoeconomiche,
- stime e calcoli.
• Individuare
le
opportunità
per
ottimizzare il recupero dell'energia
nell'impianto, tra i vari sistemi
dell'impianto e/o con dei terzi. Questa
BAT può trovare applicazione solo se
esiste la possibilità di utilizzare
adeguatamente il tipo di calore in
eccesso recuperabile, nelle quantità
disponibili.
L’ottimizzazione dei consumi energetici
all’interno dello stabilimento è una buona
prassi
assodata,
ricordando
che
l’alimentazione è vincolata ad altra società
dello Stabilimento Multisocietario.
Ok
Controllo degli scarichi di condensa per
verifica della quantità di vapore disperso
ed implementazione di eventuale piano di
mitigazione e miglioramento delle perdite.
Approccio sistemico alla gestione
dell'energia
• Ottimizzare l'efficienza energetica con
un approccio sistemico alla gestione
dell'energia dell'impianto. Tra i sistemi
che
è
possibile
prendere
in
34
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
considerazione ai fini dell'ottimizzazione
in generale figurano i seguenti:
- unità di processo (si vedano i BREF
settoriali),
- sistemi di riscaldamento quali:
- vapore,
- acqua calda,
- sistemi di raffreddamento e vuoto (si
veda il BREF sui sistemi di
raffreddamento industriali),
- sistemi a motore quali:
- aria compressa,
- pompe,
- sistemi di illuminazione,
- sistemi di essiccazione, separazione
e concentrazione.
Istituzione e riesame degli obiettivi e
degli indicatori di efficienza energetica
• Istituire
indicatori
di
efficienza
energetica procedendo a:
- individuare indicatori adeguati di
efficienza energetica per un dato
impianto e, se necessario, per i
singoli processi, sistemi e/o unità, e
misurarne le variazioni nel tempo o
dopo l'applicazione di misure a favore
dell'efficienza energetica;
- individuare e registrare i limiti
opportuni associati agli indicatori;
- individuare e registrare i fattori che
possono far variare l'efficienza
energetica
dei
corrispondenti
processi, sistemi e/o unità.
I dati sull'energia secondaria o finale sono
in genere utilizzati per monitorare le
situazioni in corso. In alcuni casi è
possibile utilizzare più di un indicatore
dell'energia secondaria o finale per
ciascun processo (ad esempio, sia vapore
che elettricità). Se si decide di utilizzare (o
variare) i vettori di energia e le
apparecchiature tecniche, come indicatore
si
può
anche
utilizzare
l'energia
secondaria o finale. È tuttavia possibile
utilizzare altri indicatori come l'energia
primaria o il bilancio del carbonio per tener
conto dell'efficienza di produzione di un
vettore dell'energia secondaria e dei suoi
effetti incrociati, in funzione delle
circostanze locali.
Valutazione
comparativa
(benchmarking)
Effettuare
sistematicamente
delle
comparazioni periodiche con i parametri di
riferimento (o benchmarks) settoriali,
nazionali o regionali, ove esistano dati
convalidati.
Il periodo che intercorre tra due valutazioni
comparative dipende dal settore ma in
genere è di vari anni: i dati dei parametri,
infatti, non cambiano rapidamente o in
maniera significativa nell'arco di poco
tempo.
Progettazione ai fini dell'efficienza
energetica (EED)
• Ottimizzare l'efficienza energetica al
momento della progettazione di un
nuovo impianto, sistema o unità o prima
di procedere ad un ammodernamento
importante; a tal fine:
- è necessario avviare la progettazione
ai fini dell'efficienza energetica fin
dalle prime fasi della progettazione
concettuale/di base, anche se non
sono stati completamente definiti gli
investimenti previsti; inoltre, tale
progettazione deve essere integrata
anche nelle procedure di appalto;
Verifica mensile dei consumi energetici
(vapore ed energia)
Ok
Non applicabile
Nella scelta, seppure limitata delle
attrezzature si applicano le migliori
tecniche possibili compatibilmente con
l’impatto economico.
35
Ok
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
- occorre sviluppare e/o scegliere le
tecnologie per l'efficienza energetica;
- può essere necessario raccogliere
altri dati nell'ambito del lavoro di
progettazione, oppure separatamente
per integrare i dati esistenti o colmare
le lacune in termini di conoscenze;
- l'attività di progettazione ai fini
dell'efficienza energetica deve essere
svolta da un esperto in campo
energetico;
- la mappatura iniziale del consumo
energetico dovrebbe tener conto
anche delle parti all'interno delle
organizzazioni che partecipano al
progetto che incideranno sul futuro
consumo energetico e si dovrà
ottimizzare l'attività EED con loro (le
parti in questione possono essere, ad
esempio, il personale dell'impianto
esistente incaricato di specificare i
parametri operativi).
Se all'interno dell'azienda non vi sono
competenze in materia di efficienza
energetica (ad esempio nel caso di
industrie a bassa intensità energetica),
è opportuno rivolgersi a specialisti
esterni.
Maggiore integrazione dei processi
Ottimizzare l'impiego di energia tra vari
processi o sistemi all'interno di un impianto
o con terzi.
Mantenere lo slancio delle iniziative
finalizzate all'efficienza energetica
• Mantenere "lo slancio" del programma a
favore dell'efficienza energetica con
varie tecniche, quali:
- la messa in atto di un sistema
specifico di gestione dell'energia;
- una contabilità dell'energia basata su
valori reali (cioè misurati), che
imponga l'onore e l'onere
dell'efficienza energetica
sull'utente/chi paga la bolletta;
- la creazione di centri di profitto
nell'ambito dell'efficienza energetica;
- la valutazione comparativa;
- una nuova visione dei sistemi di
gestione esistenti;
- l'utilizzo di tecniche per la gestione
dei cambiamenti organizzativi.
Tecniche come quelle descritte ai primi tre
punti precedenti si applicano sulla base
dei dati presentati nei rispettivi capitoli. Le
tecniche come le ultime tre dovrebbero
applicarsi ad una distanza di tempo
sufficiente per poter valutare i risultati
ottenuti nell'ambito del programma per
l'efficienza energetica, cioè vari anni.
Mantenimento delle competenze
• Mantenere le competenze in materia di
efficienza energetica e di sistemi che
utilizzano l'energia con tecniche quali:
- assunzione di personale qualificato
e/o formazione del personale. La
formazione può essere impartita da
personale interno, da esperti esterni,
attraverso corsi ufficiali o con attività
di autoapprendimento/sviluppo;
- esercizi periodici in cui il personale
viene messo a disposizione per
svolgere controlli programmati o
specifici (negli impianti in cui
abitualmente opera o in altri);
- messa a disposizione delle risorse
interne disponibili tra vari siti;
- ricorso a consulenti competenti per
controlli programmati;
La gestione delle linee di distribuzione del
vapore è affidata ad RSI (consorziate) in
modo da avere la massima efficienza con
la riduzione degli sprechi.
Come misura di recupero energetico, la
condensa derivante dall’utilizzo del vapore
viene
riutilizzata
dall’impianto
di
produzione delle acque (RSI).
Come da SGA
Ok
Ok
Ok
36
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
- esternalizzazione di sistemi e/o
funzioni specializzati.
Controllo efficace dei processi
Come da SGA
Ok
• Garantire la realizzazione di controlli
efficaci dei processi procedendo a:
- mettere
in
atto
sistemi
che
garantiscono che le procedure siano
conosciute, capite e rispettate;
- garantire che vengano individuati i
principali parametri di prestazione,
che vengano ottimizzati ai fini
dell'efficienza energetica e che
vengano monitorati;
- documentare
o
registrare
tali
parametri.
Manutenzione
Piano di controllo verifica e taratura dei Ok
• Effettuare la manutenzione degli misuratori fiscali di vapore (annuale).
impianti al fine di ottimizzarne
l'efficienza energetica applicando tutte
le tecniche descritte di seguito:
- conferire chiaramente i compiti di
pianificazione ed esecuzione della
manutenzione;
- definire un programma strutturato di
manutenzione basato sulle
descrizioni tecniche delle
apparecchiature, norme ecc. e sugli
eventuali guasti delle
apparecchiature e le relative
conseguenze. Può essere opportuno
programmare alcune operazioni di
manutenzione nei periodi di chiusura
dell'impianto;
- integrare il programma di
manutenzione con opportuni sistemi
di registrazione e prove diagnostiche;
- individuare, nel corso della
manutenzione ordinaria o in
occasione di guasti e/o anomalie,
eventuali perdite di efficienza
energetica o punti in cui sia possibile
ottenere dei miglioramenti;
- individuare perdite, guasti, usure e
altro che possano avere ripercussioni
o limitare l'uso dell'energia e
provvedere a porvi rimedio al più
presto.
La decisione di effettuare le riparazioni
tempestivamente deve essere presa
tenendo conto anche della necessità di
mantenere la qualità del prodotto e la
stabilità del processo e degli aspetti legati
alla salute e alla sicurezza.
Monitoraggio e misura
Controllo periodico dei misuratori fiscali del Ok
Istituire
e
mantenere
procedure vapore.
documentate volte a monitorare e Il parametro è un controllo di processo
misurare periodicamente i principali continuo (DCS)
elementi che caratterizzano le operazioni e
le attività che possono presentare notevoli
ripercussioni sull'efficienza energetica. Nel
prosieguo del documento vengono
illustrate alcune tecniche adatte allo
scopo.
Le BAT generiche di cui sopra sottolineano l'importanza di considerare l'impianto nel suo insieme e a valutare il fabbisogno e le finalità
dei vari sistemi, le energie associate e le rispettive interazioni. Tali tecniche comprendono anche:
- l'analisi e la valutazione comparativa del sistema e delle sue prestazioni;
- la pianificazione di interventi e investimenti per ottimizzare l'efficienza energetica alla luce del rapporto costi-benefici e degli effetti
incrociati;
- per i sistemi nuovi, l'ottimizzazione dell'efficienza energetica a livello di progettazione dell'impianto, dell'unità o del sistema e di
scelta dei processi;
- per i sistemi esistenti, l'ottimizzazione dell'efficienza energetica del sistema nell'ambito del suo funzionamento e della gestione,
comprese le attività periodiche di monitoraggio e manutenzione.
BAT per l'efficienza energetica in sistemi, processi, attività o attrezzature che consumano energia
Le BAT che seguono partono pertanto dal presupposto che le suddette BAT generiche si applichino anche ai sistemi sotto elencati
nell'ambito della rispettiva ottimizzazione.
BAT
Combustione
Posizione ditta
37
Adeguamento
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
Presenza di impianti di cogenerazione
Riduzione del flusso di gas emessi dalla
combustione riducendo gli eccessi d’aria
Abbassamento della temperatura dei gas
di scarico attraverso:
1. Dimensionamento per il massimo delle
prestazioni con un fattore di sicurezza
per sovraccarico.
2. Aumento dello scambio di calore di
processo
aumentando
sia
il
coefficiente di scambio (ad es.
installando dispositivi che aumentino
la turbolenza del fluido di scambio
termico) oppure aumentando o
migliorando la superficie di scambio
termico.
3. Recupero del calore dai gas esausti
attraverso un ulteriore processo (per
es. produzione di vapore con utilizzo di
economizzatori).
4. Installazione di scambiatori di calore
per il preriscaldamento di aria o di
acqua o di combustibile, che utilizzino
il calore dei fumi esausti.
5. Pulizia delle superfici di scambio
termico dai residui di combustione
(ceneri, particolato carbonioso) al fine
di mantenere un’alta efficienza di
scambio termico
Preriscaldamento del gas di combustione
con i gas di scarico, riducendone la
temperatura di uscita
Presenza di bruciatori rigenerativi e
recuperativi
Sistemi automatizzati di regolazione dei
bruciatori al fine di controllare la
combustione attraverso il monitoraggio e
controllo del flusso d’aria e di combustibile,
del tenore di ossigeno nei gas di scarico e
la richiesta di calore
Scelta del combustibile che deve essere
motivata
in
relazione
alle
sue
caratteristiche: potere calorifico, eccesso
di aria richiesto, eventuali combustibili da
fonti rinnovabili. Si fa notare che l’uso di
combustibili non fossili è maggiormente
sostenibile, anche se l’energia in uso è
inferiore.
Uso di ossigeno come comburente in
alternativa all’aria
Riduzione delle perdite di calore mediante
isolamento: in fase di installazione degli
impianti prevedere adeguati isolamenti
delle camere di combustione e delle
tubazioni
degli
impianti
termici,
predisponendo
un
loro
controllo,
manutenzione ed eventuali sostituzioni
quando degradati.
Riduzione delle perdite di calore dalle
porte di accesso alla camera di
combustione: perdite di calore si possono
verificare per irraggiamento durante
l’apertura di portelli d’ispezione, di
carico/scarico o mantenuti aperti per
esigenze produttive dei forni. In particolare
per impianti che funzionano a più di 500°C
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Sistemi a vapore
Ottimizzazione del risparmio energetico
nella progettazione e nell’installazione
delle linee di distribuzione del vapore.
Utilizzo di turbine in contropressione
invece di valvole di riduzione di pressione
del vapore al fine di limitare le perdite di
energia, se la potenzialità dell’impianto e i
costi giustificano l’uso di una turbina.
Miglioramento delle procedure operative e
di controllo della caldaia
Il vapore è fornito da società esterna,
coinsediata; per le linee di arrivo (utenze),
Acomon provvede alla coibentazione.
Non applicabile
Non applicabile
38
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
Utilizzo dei controlli sequenziali delle
caldaie nei siti in cui sono presenti più
caldaie. In tali casi deve essere analizzata
la domanda di vapore e le caldaie in uso,
per ottimizzare l’uso dell’energia riducendo
i cicli brevi delle stesse caldaie
Installazione di una serranda di isolamento
sui fumi esausti della caldaia. Da applicare
quando due o più caldaie sono collegate
ad un unico camino. Ciò evita, a caldaia
ferma, movimento di aria in convezione
naturale dentro e fuori alla caldaia,
limitando quindi le perdite energetiche.
Preriscaldamento
dell’acqua
di
alimentazione
Prevenzione e rimozione dei depositi sulle
superfici di scambio termico
Minimizzazione degli svuotamenti della
caldaia attraverso miglioramenti nel
trattamento dell’acqua di alimentazione.
Installazione di un sistema automatico di
dissoluzione dei solidi formatisi.
Ripristino del refrattario della caldaia
Ottimizzazione
dei
dispositivi
di
deareazione che rimuovono i gas
dall’acqua di alimentazione.
Minimizzazione delle perdite dovute a cicli
di funzionamento brevi delle caldaie
Programma di manutenzione delle caldaie.
Chiusura delle linee inutilizzate di trasporto
del vapore, eliminazione delle perdite nelle
tubazioni
Isolamento termico delle tubazioni del
vapore e della condensa di ritorno,
comprese valvole, apparecchi, ecc...
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Non applicabile
Tutte le linee e le apparecchiature
collegate al vapore sono adeguatamente
coibentate.
Verrà effettuata una valutazione tecnicoeconomica sulla fattibilità di migliorare
l’isolamento termico delle valvole e della
strumentazione.
Verrà effettuata una valutazione tecnicoeconomica sulla fattibilità di controllare gli
scarichi di condensa per verifica della
quantità
di
vapore
disperso
ed
implementazione di eventuale piano di
mitigazione e miglioramento delle perdite.
La condensa derivante dall’utilizzo del
vapore viene riutilizzata dall’impianto di
produzione delle acque (RSI) ai fini del
recupero energetico:
OK
Implementazione di un programma di
controllo e riparazione delle trappole per
vapore.
Collettamento
riutilizzo
delle
condense
per
il
Verrà effettuata una valutazione tecnicoeconomica sulla fattibilità di realizzazione
di apposito progetto per il recupero di
vapore da scarichi di condensa ad alta
pressione.
Non applicabile
Riutilizzo del vapore che si forma quando il
condensato ad alta pressione subisce
un’espansione. (flash steam)
Recupero dell’energia a seguito di scarico
rapido della caldaia (blowdown).
Recupero di calore
Mantenere l'efficienza degli scambiatori di
calore tramite:
a) monitoraggio periodico dell'efficienza
b) prevenzione o eliminazione delle
incrostazioni
Tutti gli scambiatori sono dotati di
strumentazione con segnale a distanza
che permette di valutare l’efficienza delle
macchine. In caso di riduzione della resa
si procede a manutenzione e eliminazione
delle incrostazioni.
Cogenerazione
Cercare soluzioni per la cogenerazione
(richiesta di calore e potenza elettrica),
all'interno dell'impianto e/o all'esterno (con
terzi)
Non applicabile
Alimentazione elettrica fornita
Aumentare il fattore di potenza, utilizzando
le seguenti tecniche, se e dove applicabili:
- Installazione di condensatori nei circuiti
a corrente alternata al fine di diminuire la
potenza reattiva.
- Minimizzazione delle condizioni di
minimo carico dei motori elettrici.
- Evitare
il
funzionamento
dell’apparecchiatura
oltre
la
sua
Attualmente l’attività di diminuzione della
potenza reattiva è condotta direttamente
dal gestore che fornisce l’alimentazione
elettrica.
In fase di progettazione vengono analizzati
e acquistati motori elettrici in base alla
tensione disponibile, conseguentemente i
cavi di potenza, morsettiere, ecc.. saranno
39
Studio di un progetto che valuti costi
benefici di un eventuale rifasamento
elettrico
In caso di sostituzione o acquisto di nuovi
motori elettrici si prediligono motori con
maggiore efficienza energetica
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
tensione nominale
- Quando si sostituiscono motori elettrici,
utilizzare motori ad efficienza energetica
- Applicazione di filtri per l’eliminazione
-
delle armoniche prodotte da alcuni
carichi non lineari.
Ottimizzare l’efficienza della fornitura di
potenza elettrica, utilizzando le seguenti
tecniche, se e dove applicabili:
- Assicurarsi che i cavi siano
dimensionati per la potenza elettrica
richiesta
- Mantenere i trasformatori di linea ad
un carico operativo oltre il 40-50%. Per
gli impianti esistenti applicarlo se il
fattore di carico è inferiore al 40%. In
caso
di
sostituzione
prevedere
trasformatori a basse perdite e
predisporre un carico del 40-75%.
- Installare trasformatori ad alta
efficienza e basse perdite
Collocare i dispositivi con richieste di
corrente elevata vicino alle sorgenti di
potenza (per es. trasformatori).
dimensionati in base alle potenze
elettriche richieste. Analoga verifica e
attività viene svolta nel caso di
sostituzione dei motori.
I trasformatori presenti in azienda sono
stati progettati ed installati per la copertura
di 4 impianti produttivi. Per cui non si
prevedono sostituzioni a breve termine;
l’avvio della linea oggetto di modifica
sostanziale si provvederà a valutare il
fattore di carico.
Motori elettrici
Ottimizzare i motori elettrici nel seguente
ordine:
- Ottimizzare tutto il sistema di cui i motori
fanno parte (ad esempio, il sistema di
raffreddamento).
- Ottimizzare i motori del sistema secondo
i nuovi requisiti di carico a utilizzando
una o più delle seguenti tecniche, se e
dove applicabili:
a. Utilizzo di motori ad efficienza
energetica (EEM)
b. Dimensionamento adeguato dei
motori
c. Installazione di inverter (variabile
speed drivers VSD).
d. Installare trasmissioni e riduttori ad
alta efficienza.
e. Prediligere la connessione diretta
senza trasmissioni.
f. Prediligere cinghie sincrone al posto di
cinghie a V.
g. Prediligere ingranaggi elicoidali al
posto di ingranaggi a vite senza fine.
h. Riparare i motori secondo procedure
che ne garantiscano la medesima
efficienza energetica oppure prevedere
la sostituzione con motori ad efficienza
energetica.
i.
Evitare
le
sostituzioni
degli
avvolgimenti o utilizzare aziende di
manutenzione certificate.
j. Verificare il mantenimento dei
parametri di potenza dell’impianto.
k. Prevedere manutenzione periodica,
ingrassaggio
e
calibrazione
dei
dispositivi.
- Una volta ottimizzati i sistemi che
consumano energia, ottimizzare i motori
(non ancora ottimizzati) secondo i criteri
seguenti:
- dare priorità alla sostituzione dei
motori non ottimizzati che sono in
esercizio per oltre 2000 ore l'anno con
motori a efficienza energetica (EEMs);
- dotare di variatori di velocità (VSDs) i
motori elettrici che funzionano con un
carico variabile e che per oltre il 20%
del tempo di esercizio operano a meno
del 50% della loro capacità e sono in
esercizio per più di 2000 ore l'anno.
In fase di progettazione vengono condotti
appositi studi per ottimizzare il sistema.
In fase di progettazione vengono analizzati
e acquistati motori elettrici in base alla
tensione disponibile,
nel
caso
di
motori
che
hanno
funzionamento costante sono già presenti
gli inverter, non sono invece stati installati
su quelli che lavorano in discontinuità.,
(bilancio costi benefici)
Già attuato per la maggior parte delle
pompe presenti in linea produttiva.
La manutenzione dei motori viene
eseguita da ditte terze specializzate, e
possibilmente certificate.
Sono presenti all’interno della cabina
elettrica due misuratori di potenza che
permettono la il controllo della potenza
dell’impianto.
L’attività manutentiva è parte del SGA.
Ad oggi la gran parte dei motori elettrici
non hanno funzionamento continuo (es
motori che alimentano le pompe di scarico
delle cisterne, agitatori ecc..), per cui il
bilancio sulle ore di utilizzo non sarebbe
possibile eseguirlo correttamente.
L’eventuale sostituzione del motore
elettrico avviene in caso di rottura o
segnalazione di possibile difformità
durante le attività di controllo e/o
manutenzione. I motori più sensibili sono
40
In caso di sostituzione o acquisto di nuovi
motori elettrici si prediligono motori con
maggiore efficienza energetica
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
dotati di scorta.
Sistemi ad aria compressa
Ottimizzare i sistemi ad aria compressa
(CAS) utilizzando le seguenti tecniche, se
e dove applicabili:
a. Progettazione del sistema a pressioni
multiple (es. due reti a valori diversi di
pressione) qualora i dispositivi di
utilizzo richiedano aria compressa a
pressione
diversa,
volume
di
stoccaggio
dell’aria
compressa,
dimensionamento delle tubazioni di
distribuzione dell’aria compressa e il
posizionamento del compressore.
b. Ammodernamento dei compressori
per aumentare il risparmio energetico.
c. Migliorare
il
raffreddamento,
la
deumidificazione e il filtraggio.
d. Ridurre le perdite di pressione per
attrito (per esempio aumentando il
diametro dei condotti).
e. Miglioramento dei sistemi (motori ad
elevata efficienza, controlli di velocità
sui motori).
f. Utilizzare sistemi di controllo, in
particolare nelle installazioni con multicompressori per aria compressa.
g. Recuperare il calore sviluppato dai
compressori, per altre funzioni ad
esempio per riscaldamento di aria o
acqua tramite scambiatori di calore.
h. Utilizzare aria fredda esterna come
presa d’aria in aspirazione anziché
l’aria a temperatura maggiore di un
ambiente chiuso in cui è installato il
compressore.
i. Il serbatoio di stoccaggio dell’aria
compressa deve essere installato
vicino agli utilizzi di aria compressa
altamente fluttuanti.
j. Riduzione delle perdite di aria
compressa attraverso una buona
manutenzione
dei
sistemi
e
effettuazione di test che stimino le
quantità di perdite di aria compressa.
Sostituzione e manutenzione dei filtri con
maggiore frequenza al fine di limitare le
perdite di carico.
Non applicabile
Sistemi di pompaggio
Ottimizzare i sistemi di pompaggio
utilizzando le seguenti tecniche, se e dove
applicabili:
a. Nella progettazione evitare la scelta di
pompe sovradimensionate. Per quelle
esistenti valutare i costi/benefici di una
eventuale sostituzione.
b. Nella
progettazione
selezionare
correttamente l’accoppiamento della
pompa con il motore necessario al suo
funzionamento.
c. Nella progettazione tener conto delle
perdite di carico del circuito al fine
della scelta della pompa.
d. Prevedere adeguati sistemi di controllo
e regolazione di portata e prevalenza
dei sistemi di pompaggio:
- Disconnettere eventuali pompe
inutilizzate.
- Valutare l’utilizzo di inverter (non
applicabile per flussi costanti).
- Utilizzo di pompe multiple controllate
in alternativa da inverter, by-pass, o
valvole.
e. Effettuare una regolare manutenzione.
Qualora una manutenzione non
programmata
diventi
eccessiva,
In fase di progettazione vengono valutate
pompe in grado di garantire una curva di
lavoro adeguata al processo.
In taluni casi il motore elettrico viene
dimensionato al fine di garantire il corretto
funzionamento della pompa all’interno
dell’intera curva di lavoro.
Non sono presenti batterie complesse di
pompaggio.
41
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
valutare i seguenti aspetti: cavitazione,
guarnizioni, pompa non adatta a
quell’utilizzo.
f. Nel
sistema
di
distribuzione
minimizzare il numero di valvole e
discontinuità
nelle
tubazioni,
compatibilmente con le esigenze di
operatività e manutenzione.
Nel sistema di distribuzione evitare il più
possibile l’utilizzo di curve (specialmente
se strette) e assicurarsi che il diametro
delle tubazioni non sia troppo piccolo
Sistemi HVAC (Heating Ventilation and Air conditioning - ventilazione, riscaldamento e aria condizionata)
HVAC sono sistemi composti da differenti componenti, per alcuni dei quali le BAT sono state indicate nei punti precedenti: per il
riscaldamento, per il pompaggio fluidi, per scambiatori e pompe di calore, per ventilazione e riscaldamento/raffreddamento degli
ambienti.
Ottimizzare i sistemi HVAC ricorrendo alle Il sistema di riscaldamento e raffrescamnto Per eliminare l’eventuale presenza di
tecniche descritte di seguito:
è legato al sistema produttivo.
polveri all’interno delle condotte di
- Progettazione integrata dei sistemi di Ciò sta ad indicare che il condizionamento areazione verrà implementato lo studio di
ventilazione con identificazione delle viene eseguito mediante l’utilizzo del ciclo un progetto per innalzare il punto di
aree da assoggettare a ventilazione frigorifero di alimentazione all’impianto e il aspirazione della palazzina uffici.
riscaldamento mediante vapore a 4,5
generale, specifica o di processo.
- Nella progettazione ottimizzare numero, BarG
periodicità
annuale
vengono
forma e dimensione delle bocchette Con
ispezionate ed eventualmente puliti i
d’aerazione.
condotti di areazione presenti, nonché i
- Utilizzare ventilatori ad alta efficienza e filtri presenti sulle bocche di areazione
progettati per lavorare nelle condizioni
operative ottimali.
- Buona gestione del flusso d’aria,
prevedendo un doppio flusso di
ventilazione in base alle esigenze.
- Progettare i sistemi di aerazione con
condotti circolari di dimensioni sufficienti,
evitando lunghe tratte ed ostacoli quali
curve e restringimenti di sezione.
- Nella
progettazione
considerare
l’installazione di inverter per i motori
elettrici.
- Utilizzare sistemi di controllo automatici.
Integrazione
con
un
sistema
centralizzato di gestione.
- Nella
progettazione
valutare
l’integrazione del filtraggio dell’aria
all’interno dei condotti e del recupero di
calore dall’aria esausta.
- Nella progettazione ridurre il fabbisogno
di
riscaldamento/raffreddamento
attraverso: l’isolamento degli edifici e
delle vetrature, la riduzione delle
infiltrazioni d’aria, l’installazione di porte
automatizzate e impianti di regolazione
della temperatura, ridurre il set-point
della temperatura nel riscaldamento e
alzare il set-point nel raffreddamento.
- Migliorare l’efficienza dei sistemi di
riscaldamento attraverso: il recupero del
calore smaltito, l’utilizzo di pompe di
calore, installazione di impianti di
riscaldamento specifici per alcune aree e
abbassando
contestualmente
la
temperatura di esercizio dell’impianto
generale in modo da evitare il
riscaldamento di aree non occupate.
- Migliorare l’efficienza dei sistemi di
raffreddamento implementando il “free
cooling” (aria di raffreddamento esterna).
- Interrompere il funzionamento della
ventilazione, quando possibile.
- Garantire l’ermeticità del sistema e
controllare gli accoppiamenti e le
giunture.
Verificare i flussi d’aria e il bilanciamento
del sistema, l’efficienza di riciclo aria, le
perdite di pressione, la pulizia e
sostituzione dei filtri.
42
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
Illuminazione
Ottimizzare i sistemi di illuminazione
artificiali utilizzando le seguenti tecniche,
se e dove applicabili:a. Identificare i
requisiti di illuminazione in termini di
intensità e contenuto spettrale richiesti. b.
Pianificare spazi e attività in modo da
ottimizzare l’utilizzo della luce naturale. c.
Selezionare apparecchi di illuminazione
specifici per gli usi prefissati. d. Utilizzare
sistemi di controllo dell’illuminazione quali
sensori, timer, ecc.;e. Addestrare il
personale ad un uso efficiente degli
apparecchi di illuminazione.
È presente un sistema di accensione e
spegnimento comandato da sistema
crepuscolare e astronomico.
Che permette di ottimizzare l’uso delle luci
nella parte esterna.
L’ottimizzazione
dell’uso
della
luce
artificiale è parte integrante del SGA. Le
postazioni di lavoro sono tutte studiate n
modo da avere, in conformità con la
migliore
ergonomia,
la
migliore
illuminazione naturale.
Sostituzione dell’impianto di illuminazione
con lampade da 36 W contro le attuali da
40 W per la zona di impianto produttivo;
analoga sostituzione con lampade da 14
W contro gli attuali 20 W per la zona ufficio
Processi di essiccazione, separazione e concentrazione
Ottimizzare i sistemi di essiccazione,
separazione e concentrazione utilizzando
le seguenti tecniche, se e dove applicabili:
a) Selezionare la tecnologia ottimale o
una combinazione di tecnologie di
separazione.
b) Usare calore in eccesso da altri
processi, qualora disponibile.
c) Utilizzo di processi meccanici quali per
esempio: filtrazione, filtrazione a
membrana al fine di raggiungere un
alto livello di essiccazione al più basso
consumo energetico.
d) Utilizzo di processi termici, per
esempio:essiccamento
con
riscaldamento diretto, essiccamento
con
riscaldamento
indiretto,
concentrazione con evaporatori a
multiplo effetto.
e) Essiccamento
diretto
(per
convezione).
f) Essiccamento diretto con vapore
surriscaldato.
g) Recupero
del
calore
(incluso
compressione meccanica del vapore
(MVR) e pompe di calore).
h) Ottimizzazione dell’isolamento termico
del sistema di essiccazione, comprese
eventuali tubazioni del vapore e della
condensa di ritorno.
i) Utilizzo di processi ad energia radiante
(irraggiamento): o infrarosso (IR) o alta
frequenza (HF) o microwave (MW).
Automazione
dei
processi
di
essiccamento.
Non applicabile
EMISSIONI DALLE ATTIVITA' DI STOCCAGGIO E MOVIMENTAZIONE DI SOSTANZE ANCHE
PERICOLOSE
Operazioni di scarico, stoccaggio e movimentazione di sostanze liquide e gas liquefatti
BAT
Posizione ditta
Adeguamento
Realizzare la progettazione dei serbatoi
considerando:
- le caratteristiche chimico-fisiche delle
sostanze stoccate;
- come è gestito il deposito, qual è livello
di strumentazione necessario, quanti
operatori sono necessari, e quale sarà il
loro carico di lavoro;
- come gli operatori vengono informati
sulle deviazioni dalle normali condizioni
di processo (allarmi);
- la tipologia di protezione del serbatoio
da eventi anomali (istruzioni di
sicurezza, sistemi di blocco, dispositivi
di scarico della pressione, rilevazione
perdite, sistemi di contenimento, ecc.);
- quali equipaggiamenti devono essere
installati, in base alle norme di buona
tecnica e alle esperienze pregresse
(materiali da costruzione, tipologia delle
I serbatoi sono in acciaio al carbonio o
acciaio inossidabile a seconda della
sostanza stoccata (prodotto finito in
acciaio inossidabile, materie prime o
solventi, non corrosivi, acciaio al
carbonio).
Le operazioni di collegamento dei tank ai
serbatoi di stoccaggio, per il travaso, sono
eseguite da personale di Produzione
ACOMON ed il travaso è monitorato dalla
sala controllo attraverso i controlli a DCS
di livelli, pressione e temperatura.
Tutti i serbatoi contenenti sostanze
tossiche sono dotati di valvole HV on-off
attuate, azionabili sia tramite DCS (Sala
controllo) sia da pulsanti in loco e relativo
allarme a DCS. Sono inoltre presenti nei
bacini di contenimento degli stessi
esposimetri con rilancio dell’allarme in sala
controllo.
43
Ok
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
valvole,ecc.);
- il piano di manutenzione e controllo da
implementare e le soluzioni da adottare
per rendere agevoli le attività di
manutenzione e controllo (accessi,
configurazioni, ecc.);
- la modalità di gestione delle situazioni di
emergenza (distanza da altri serbatoi,
dagli impianti e dal confine di
stabilimento,
sistema
antincendio,
accessi per le squadre di emergenza
come i Vigili del Fuoco).
Adottare un sistema di manutenzione e
controllo basato sull’analisi dei rischi,
utilizzando il rischio e l’affidabilità come
approccio di manutenzione.
Suddividere il lavoro di controllo in
ispezioni di routine, ispezioni esterne con
apparecchiature in servizio e ispezioni
interne con apparecchiature fuori servizio.
Nella costruzione di nuovi serbatoi,
selezionarne accuratamente collocazione
e layout.
Utilizzare serbatoi fuori terra operanti a
pressione atmosferica; nel caso di
stoccaggio di liquidi infiammabili da
realizzarsi in un sito con spazi ristretti,
possono considerarsi anche serbatoi
interrati.
Per i gas liquefatti possono essere
considerati anche: serbatoi sotterranei,
sfere o serbatoi tumulati, a seconda del
volume da stoccare.
Applicare ai serbatoi un colore che rifletta
almeno il 70% delle radiazioni termiche e
solari ovvero applicare schermi solari sui
serbatoi fuori terra contenenti sostanze
volatili.
Ridurre le emissioni in atmosfera derivanti
dalle operazioni di scarico, stoccaggio e
movimentazione delle sostanze che hanno
significativi impatti ambientali negativi.
Stimare, mediante modelli di calcolo le
emissioni di SOV, laddove sia previsto
risultino
significative;
può
risultare
necessario convalidare il modello di
calcolo mediante misure.
I serbatoi sono situati prevalentemente
nell’area sud dell’isola, sufficientemente
lontani dalle attività produttive. Sono
inoltre facilmente accessibili dai mezzi
delle squadre di emergenza in caso di
necessità.
Tutti i serbatoi sono dotati di livello
continuo, sonda di alto livello e indicatore
di pressione con segnale a DCS (sala
controllo), con i conseguenti allarmi.
I nuovi serbatoi sono progettati per
resistere al vuoto e minimizzare l’effetto di
errori operativi.
Da SGS sicurezza vengono controllati
dalla Produzione i sistemi di polmonazione
dei serbatoi (reintegro azoto e sfiati) Il
controllo periodico delle valvole di
sicurezza è effettuato da parte delle
Aziende USL con la periodicità prevista
dalla legge (D.M. n.329 del 01.12.2004).
Le apparecchiature a pressione sono
normalmente dotate di sistemi di
regolazione e controllo della pressione che
intervengono preventivamente rispetto alle
valvole di sicurezza (PSV), intervenendo
sulle cause dell’anomalia mediante organi
di regolazione e/o di blocco.
Per i sistemi di blocco “critici”, nell’ambito
del Sistema di gestione della Sicurezza,
esiste una procedura apposita che
prevede
la
verifica
periodica
di
funzionamento ottimale con impianto in
marcia eseguita da personale preposto di
tutte le apparecchiature considerate
critiche ai fini della sicurezza.
Verifica decennale con esecuzione di
controlli non distruttivi; in particolare
vengono effettuati:
- controlli spessimetrici e difettoscopici,
- controlli con liquidi penetranti,
- controlli magnetoscopici,
- controllo visivo.
Per i sistemi di blocco “critici”, nell’ambito
del Sistema di gestione della Sicurezza,
esiste una procedura apposita che
prevede
la
verifica
periodica
di
funzionamento ottimale con impianto in
marcia eseguita da personale preposto di
tutte le apparecchiature considerate
critiche ai fini della sicurezza.
Verranno valutati collocazione e layout in
caso di costruzione di nuovi serbatoi
Ok
Ok
Ok
Non sono presenti serbatoi interrati, e tutte
le sostanze sono allo stato liquido.
Molti dei serbatoi risultano coibentati per
protezione antincendio (calcolo della
valvola di sicurezza). Su i rimanenti in
acciaio al carbonio è stata applicata
apposita verniciatura di colore bianco.
Lo scarico viene eseguito sempre
convogliando gli sfiati al combustore di
Herambiente (FIS). Lo spiazzamento del
tank cisterna viene normalmente eseguito
mediante azoto.
I flussi gassosi di scarto (continui e di
emergenza) sono destinati al sistema Rete
Torce e Forno Incenerimento Sfiati (FIS) di
cui è dotato lo Stabilimento Multisocietario
di Ravenna per la termodistruzione degli
44
Ok
Ok
Ok
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
I serbatoi a cielo aperto vengono utilizzati,
ad esempio, per lo stoccaggio dei liquami
in ambito agricolo oppure per lo
stoccaggio di acqua e altri liquidi non
infiammabili o non volatili in ambito
industriale. Se si verificano emissioni in
atmosfera, è necessario coprire i serbatoi
mediante l'applicazione di:
- copertura galleggiante,
- copertura flessibile o telonata,
- copertura rigida.
Si può, inoltre, ottenere un’ulteriore
riduzione delle emissioni installando un
sistema di trattamento dei vapori; il tipo di
copertura e la necessità di installare il
sistema di trattamento vapore dipendono
dai prodotti immagazzinati e vanno stabiliti
caso per caso.
Per prevenire la sedimentazione del
prodotto stoccato ed evitare ulteriori
operazioni di pulizia, ad esempio nel caso
di sospensioni, è necessario mescolare
periodicamente il prodotto stoccato.
I serbatoi a tetto galleggiante vengono
impiegati per lo stoccaggio di prodotti
come, ad esempio, il petrolio greggio. Per
ridurre le emissioni in atmosfera del 97%
(rispetto a un semplice serbatoio a tetto
fisso) è necessario che almeno per il 95%
della circonferenza del serbatoio la
distanza tra il tetto e la parete inferiore non
superi 3,2 mm e che siano installate
guarnizioni di chiusura; si può ottenere
una riduzione fino al 99,5% delle emissioni
(rispetto a un semplice serbatoio a tetto
fisso) installando sistemi di guarnizioni
primarie e secondarie. È comunque
necessario valutare i sistemi di tenuta in
base all’affidabilità e alla conseguente
riduzione dei costi di manutenzione nel
tempo.
I tetti galleggianti possono essere a
contatto diretto (a due piani), o senza
contatto.
Misure supplementari per ridurre le
emissioni sono:
- applicare un galleggiante al palo guida
scanalato;
- applicare un manicotto al palo guida
scanalato e/o l’applicazione di “calze”
sulle gambe del tetto.
Nel caso di condizioni meteorologiche
avverse, come vento forte, pioggia o neve,
è necessario utilizzare una cupola.
I serbatoi a tetto fisso vengono utilizzati
per lo stoccaggio di liquidi infiammabili,
prodotti petroliferi e sostanze chimiche a
diverso grado di tossicità.
Per lo stoccaggio di sostanze infiammabili
realizzato in serbatoi chiusi, prevedere un
sistema di trattamento dei vapori ovvero
una copertura galleggiante interna (a
contatto diretto e non) nel caso di
sostanze
non
volatili
tossiche,
cancerogene, mutagene e teratogene. Il
sistema di trattamento dei vapori va scelto
caso per caso in base a vari fattori (costo,
tossicità del prodotto stoccato, efficienza di
sfiati gassosi non clorurati continui e
discontinui (occasionali e/o di emergenza).
Vi sono alcuni serbatoi contenenti materie
prime (DEG) o prodotto finito (RAV7)
inertizzati con azoto e dotati di valvole
PVRV con sfiato direttamente in
atmosfera. La quantificazione delle
emissioni diffuse da tali serbatoi con
software TANKS porta ai risultati totali di
0,225 Kg/anno.
Non sono presenti serbatoi a cielo aperto
Non sono presenti
galleggiante.
serbatoi
a
tetto
Tutti i serbatoi sono in atmosfera inerte e
le valvole di sicurezza, in caso di
azionamento, sono convogliate in Torcia di
stabilimento.
I
sistemi
di
inertizzazione
delle
apparecchiature ed i trasferimenti sono
automaticamente controllati mediante loop
di controllo costituiti da PCV (valvole
autoregolatrici di pressione) e/o PIC
(indicatori-controllori di pressione).
Tutti i recipienti in pressione sono protetti
mediante valvole di sicurezza o dischi di
rottura i cui scarichi sono convogliati a
blowdown (torcia) pertanto in caso di
45
Ok
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
abbattimento, quantità di emissioni diffuse,
possibilità di riciclare il prodotto o di
recuperare energia) ma deve garantire un
abbattimento di almeno il 98% (rispetto a
un semplice serbatoio a tetto fisso senza
trattamento).
Per i serbatoi di volume inferiore a 50 m3,
applicare una valvola di scarico settata al
valore di pressione maggiore possibile,
compatibilmente
con
i
criteri
di
progettazione del serbatoio.
I serbatoi orizzontali atmosferici vengono
utilizzati per lo stoccaggio di liquidi
infiammabili e prodotti petroliferi e chimici
con diverso grado di infiammabilità e
tossicità. I serbatoi orizzontali rispetto ai
serbatoi verticali possono operare a
pressioni più elevate.
Per lo stoccaggio di sostanze volatili
tossiche, cancerogene, mutagene e
teratogene, prevedere un sistema di
trattamento dei vapori.
Per le altre sostanze, prevedere una,
ovvero un’opportuna combinazione, delle
seguenti tecniche in base al prodotto
stoccato:
- valvole termoioniche,
- regolatori di pressione per pressioni
ridotte,
- serbatoio per lo stoccaggio del vapore,
- opportuno sistema di trattamento dei
vapori.
I serbatoi in pressione vengono utilizzati
per lo stoccaggio di gas liquefatti, dai
prodotti non infiammabili a quelli
infiammabili e altamente tossici.
Le uniche emissioni in atmosfera, in
condizioni di normale funzionamento, sono
date dagli sfiati che possono essere trattati
e/o recuperati con un sistema a circuito
chiuso.
Nel caso di serbatoi a tetto mobile per
ridurre le emissioni in atmosfera occorre:
- utilizzare
serbatoi
a
membrana
flessibile, dotati di valvole di sicurezza o
valvole a vuoto,
- utilizzare serbatoi a tetto mobile dotati di
valvole di sicurezza o valvole a vuoto e
collegati a un sistema di trattamento dei
vapori.
Per la sezione trattamento vapori la
tecnologia deve essere decisa caso per
caso.
Durante il normale funzionamento dei
serbatoi refrigerati non si verificano
emissioni in atmosfera significative.
I serbatoi interrati e quelli tumulati
vengono utilizzati soprattutto per lo
stoccaggio di prodotti infiammabili.
Per lo stoccaggio di sostanze volatili
tossiche, cancerogene, mutagene e
teratogene prevedere un sistema di
trattamento dei vapori.
Per le altre sostanze, prevedere una,
ovvero un’opportuna combinazione, delle
seguenti tecniche in base al prodotto
stoccato:
- valvole termoioniche,
- regolatori di pressione per pressioni
ridotte,
- serbatoio per lo stoccaggio del vapore,
- opportuno sistema di trattamento dei
vapori.
Per la sezione trattamento vapori la
tecnologia deve essere decisa caso per
caso.
Adottare tutte le misure necessarie per
prevenire e limitare le conseguenze degli
apertura non si verificano rilasci di
prodotto in ambiente. Il sistema della torcia
è gestito da RSI.
Sono presenti serbatoi orizzontali solo per
ragioni di layout, le modalità di
trattamento/controllo sono analoghe ai
serbatoi verticali.
Le emissioni dei serbatoi in pressioni
contenti sostanze infiammabili e/o tossiche
sono convogliate nella rete sfiati FIS di
stabilimento.
Ok
Non sono presenti serbatoi a tetto mobile.
Non sono presenti serbatoi refrigerati
Politica per la salute, la sicurezza e la
prevenzione degli incidenti rilevanti rev 1.
46
Ok
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
incidenti rilevanti secondo quanto previsto
dalla Direttiva 96/82/CE sul controllo dei
pericoli di incidenti rilevanti connessi con
determinate sostanze pericolose, recepita
a livello nazionale dal D.Lgs. n. 334/99 e
s.m.i..
Gli stabilimenti a rischio di incidente
rilevante devono adottare una politica di
prevenzione degli incidenti rilevanti e un
sistema di gestione di sicurezza.
Gli stabilimenti che detengono grandi
quantità di prodotti pericolosi, cosiddetti
“stabilimenti
grandi
rischi”,
devono
redigere un rapporto di sicurezza e un
piano di emergenza del sito, nonché
mantenere aggiornato l’elenco delle
sostanze pericolose detenute.
Prevenire incidenti e infortuni adottando un
Sistema di Gestione della Sicurezza
(SGS) che includa:
- assegnazione
di
compiti
e
responsabilità;
- accertamento del rischio di incidenti
rilevanti;
- assegnazione di procedure di lavoro;
- implementazione di piani di emergenza;
- monitoraggio del SGS;
- valutazione periodica della politica
adottata
Implementare
e
adottare
misure
organizzative, nonché addestrare e istruire
i lavoratori affinché siano in grado di
eseguire in sicurezza le operazioni in
impianto.
04 febbraio 2013
Rapporto di sicurezza rev. 4 (Febbraio
2013).
Il SGS prevede:
- organigramma e ORDINE DI SERVIZIO
Nr. 01-2010 che identifica le funzioni e
le dipendenze relativamente nonché le
responsabilità in materia di sicurezza ed
ambiente
- Rapporto di sicurezza febbraio 2013
- il manuale del SGS, le procedure e le
istruzioni di lavoro specifiche per alcune
attività;
- le registrazioni previste;
- il PEI rev. 1.05 del 05/11/2013;
- audit interni regolati da procedura
interna ACOM_PG_130 rav 1.04 del
4/2/2013
- il riesame della direzione annuale.
Le
modalità
di
formazione
ed
addestramento del personale, a tutti i livelli
ed attività, sono specificate nel Manuale
SGS e nella Procedura Gestionale
ACOM_PG_131.
L'iter formativo dei dipendenti che operano
all'interno della società è finalizzato a
promuoverne le capacità, le conoscenze e
la crescita professionale. In particolare, il
personale direttivo è formato da tecnici
addestrati esperti per:
- applicare i criteri suggeriti dalla
professionalità e dall’esperienza, atti a
impedire errori tecnici e/o umani;
- impartire istruzioni per la migliore
conduzione dell’unità di produzione, per
la manutenzione e per gli altri compiti
specifici;
- predisporre le misure di sicurezza
necessarie e vigilare affinché vengano
rispettate e/o attuate;
- coordinare le operazioni per la messa in
sicurezza dell’unità produttiva di propria
competenza, in caso di anomalie.
Gli
operatori
di
Stabilimento,
opportunamente formati e consapevoli
delle generalità e delle particolarità del
ciclo produttivo, sono addestrati per:
- eseguire le operazioni di conduzione,
avviamento e fermata in condizioni di
marcia normale ed emergenza (con
riferimento agli scenari incidentali
individuati dall’analisi di rischio);
- applicare le misure di sicurezza disposte
dal personale direttivo atte a prevenire i
rischi di incidenti e/o infortuni;
- usare correttamente i dispositivi di
protezione e le attrezzature di lavoro;
- addestrare il personale nuovo che,
prima dell’inserimento, segue un ciclo di
apprendimento affiancato dal personale
esperto.
Il personale di nuovo inserimento viene
inizialmente addestrato con specifici
programmi formativi.
47
Ok
Ok
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
La corrosione rappresenta una delle
principali cause di malfunzionamenti delle
attrezzature; per prevenire tale fenomeno:
- selezionare il materiale di costruzione
del serbatoio resistente alla sostanza
stoccata;
- applicare
metodi
di
costruzione
adeguati;
- prevenire l’infiltrazione all’interno del
serbatoio delle acque meteoriche o di
drenaggio, e nell’eventualità procedere
alla rimozione dell’acqua accumulata
nel serbatoio stesso;
- adottare sistemi di raccolta delle acque
meteoriche,
che
preveda
lo
svuotamento controllato dei bacini di
contenimento;
- effettuare attività di manutenzione
preventiva dei serbatoi;
- aggiungere, dove possibile, inibitori di
corrosione o protezioni catodiche al
serbatoio
Prevenire il riempimento eccessivo del
serbatoio
adottando
le
seguenti
strumentazioni e procedure:
- installazione di misuratori di livello e
pressione con installazione di allarmi
e/o valvole a chiusura automatica;
- implementazione di istruzioni operative
specifiche
alla
prevenzione
dell’eccessivo
riempimento
del
serbatoio durante l’operazione di carico;
- disponibilità di una capacità sufficiente a
ricevere il contenuto.
Gli allarmi richiedono interventi manuali,
appropriate
procedure
e
valvole
automatiche capaci di prevedere le
condizioni anomale di processo.
Con particolare riguardo ai serbatoi
contenenti sostanze liquide pericolose
ovvero che posso causare potenziale
inquinamento del suolo e delle acque,
rilevare le perdite tramite:
- sistema di barriera di prevenzione
rilasci;
- controlli di inventario;
- metodi di emissione acustici;
- monitoraggio dei vapori di scarico.
Per valutare il rischio di emissioni nel
suolo da un serbatoio fuori terra,
orizzontale e verticale, contenente prodotti
liquidi si considerano le perdite dal fondo
del serbatoio o dalle guarnizioni di
collegamento del fondo e delle pareti:
l’obiettivo è raggiungere un “livello di
rischio trascurabile” di inquinamento del
suolo.
In alcuni casi, tuttavia, caso per caso,
potrebbe essere sufficiente raggiungere un
“livello di rischio accettabile”.
Con particolare riguardo ai serbatoi fuori
terra
contenenti
sostanze
liquide
pericolose ovvero che posso causare
I lavoratori vengono successivamente
affiancati a personale esperto, nella fase
iniziale dell'attività lavorativa.
Gli addetti alla manutenzione sono
addestrati per:
- eseguire i lavori a regola d'arte;
- conoscere i rischi specifici degli impianti;
- usare correttamente i mezzi di
protezione e le attrezzature di lavoro.
Annualmente
vengono
formulati
i
programmi
di
formazione
ed
addestramento “on the job” per il
personale dei vari reparti/unità di
Stabilimento in accordo alla periodicità ed
ai requisiti stabiliti dal DM 16.03.98.
L’unica sostanza corrosiva presente è
NaOH, stoccata in apposito serbatoio
acciaio inossidabile.
I serbatoi sono in acciaio al carbonio o
acciaio inossidabile a seconda della
sostanza stoccata (prodotti finiti in acciaio
inossidabile, materie prime o solventi, non
corrosivi, acciaio al carbonio).
È previsto dal SGS il controllo e lo
svuotamento da parte del personale di
produzione dei bacini di contenimento, in
caso di precipitazioni meteoriche.
Tutti i serbatoi sono dotati di livello
continuo e sonda di alto livello con segnale
a DCS (sala controllo), con i conseguenti
allarmi.
Un’eventuale eccedenza di sostanza viene
convogliata nel blow-down (BD1) senza
determinare un rilascio in ambiente.
I serbatoi sono contenuti all’interno di
adeguati bacini di contenimento in grado di
contenerne il contenuto. All’interno dei
bacini sono posizionati all’interno esplosi
metri per la rilevazione delle sostanze.
Sul fondo dei serbatoi, contenuti tutti nei
bacini, sono presenti HV di fondo con
allarme in sala controllo e possibilità di
chiusura in manuale. Inoltre la superficie è
tutta pavimentata con pendenze verso la
fogna organica di stabilimento.
Presenti bacini di contenimento adeguati.
È inoltre presente un blocco della pompa d
rilancio delle acque all’impianto di
48
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
potenziale inquinamento del suolo e delle
acque,
prevedere
un
sistema
di
contenimento secondario quale:
- bacino di contenimento attorno ai
serbatoi a parete singola;
- serbatoi a doppia parete
- serbatoi
a
doppia
parete
con
monitoraggio dello scarico di fondo
Nel caso di serbatoi esistenti, per la
determinazione della migliore barriera
impermeabile applicabile tra:
- membrana flessibile (HDPE);
- fondo in argilla;
- superficie d’asfalto;
- superficie di calcestruzzo;
adottare un metodo basato sull’analisi di
rischio, tenendo in considerazione la
significatività
del
rischio
derivante
dall’eventuale sversamento.
Lo stesso tipo di approccio può essere
applicato anche per determinare se è
sufficiente
una
parziale
impermeabilizzazione del bacino di
contenimento ovvero risulti necessaria
quella totale.
Aree infiammabili e punti di innesco
(Direttiva ATEX 199/92/CE).
Applicare misure di protezione al fuoco
come:
- rivestimenti o vernici resistenti al fuoco;
- muri resistenti alle fiamme (solo per
piccoli serbatoi)
- sistemi di raffreddamento ad acqua
Implementare le attrezzature e le misure di
prevenzione dal fuoco in accordo con i
Vigili del Fuoco.
Prevedere un contenimento delle acque di
estinzione contaminate in considerazione
del tipo di sostanze stoccate e
dell’eventuale prossimità di corsi d’acqua;
per sostanze tossiche, cancerogene e
pericolose, il contenimento deve essere
totale.
Prevenire incidenti e infortuni nello
stoccaggio di prodotti pericolosi imballati,
adottando un Sistema di Gestione della
Sicurezza (SGS), che dovrà essere
approfondito in base ai quantitativi
stoccati, alle specifiche frasi di rischio dei
prodotti e all’ubicazione degli stoccaggi.
In ogni caso, è comunque necessario
procedere alla valutazione dei rischi.
È necessario nominare delle figure
preposte
al
funzionamento
dello
stoccaggio
e
prevedere
adeguati
programmi di formazione e aggiornamento
trattamento nel caso in cui ci fosse perdita
delle pompe poste al di fuori dei bacini.
Le zone adibite allo scarico di prodotti
infiammabili da automezzo dispongono di
pavimentazione e cordolature atte al
contenimento di sversamenti a terra.
La zona pompe e l’area delle pensiline per
lo scarico delle autobotti, sono interamente
pavimentate e realizzate con pendenze e
cordolature
di
contenimento
che
circoscrivono
l'area
interessata
da
eventuali spandimenti convogliandoli fuori
dalla piazzola di sosta dentro appositi
bacini di raccolta e eventuale rilancio in
fognatura organici ad impianto di
trattamento.
Sono presenti in particolare valvole di
sezionamento attuate on-off e/o valvole
manuali.
I bacini sono in calcestruzzo e convogliano
i reflui, eventualmente raccolti, tutti in
fogna organica di stabilimento (a
trattamento non in acque superficiali). È
inoltre
presente
un
serbatoio
di
contenimento nel caso in cui debba essere
intercettato l’invio dell’acqua a trattamento.
Tutte le zone/fabbricati classificate a
rischio esplosione secondo la direttiva
ATEX sono identificate e segnalate.
I serbatoi di stoccaggio dei prodotti
infiammabili (PS 5 lato sud) sono coperti
da una rete tappi fusibili ad acqua.
CPI rilasciato nel 2010 ora nuova
domanda
per
modifica
situazione
impiantistica.
Rete antincendio di stabilimento copertura
dell’isola mediante i seguenti dispositivi:
- naspi,
- idranti sopra suolo;
- monitori brandeggianti;
- estintori
- rete tappi fusibili/diluvi
- impianto a schiuma
Presente un serbatoio per il contenimento
delle acque organiche con blocco della
pompa di rilancio delle acque a impianto di
trattamento.
Le
acque
in
uscita
dall’impianto non vanno in acque
superficiali.
Acquisto di sistemi per l’utilizzo dei naspi
soprasuolo (manichetta e lancia)
Le materie prime sono tutte stoccate in
serbatoi, mentre il prodotto finito viene
stoccato in magazzini interni confezionato
in fusti da 245 kg o bonze da 1135 kg.
La movimentazione avviene con l’ausilio di
carrello elevatore utilizzabile solo da
personale formato ed addestrato. È stata
effettuata la valutazione dei rischi ai sensi
del d.lgs. 81/2008 ed è stato redatto il
DVR come previsto dalla normativa in
materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Le attività di scarico e carico delle
cisterne/tank sono prioritariamente affidate
all’operatore giornaliero qualificato. Tutti gli
operatori di produzione sono comunque
Si sottolinea, comunque, che il DVR
(Documento Valutazione dei Rischi) viene
aggiornato in base a quanto previsto
dall’art.29 del d.lgs. 81/2008
49
Ok
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
rispetto alle procedure di emergenza,
inoltre occorre informare tutto il personale
di stabilimento in merito ai rischi dovuti allo
stoccaggio di prodotti pericolosi imballati e
alle misure di prevenzione e protezione
adottate in base alle differenti situazioni di
pericolo.
Lo stoccaggio di prodotti pericolosi
imballati deve avvenire all’interno di un
locale dedicato oppure all’interno di
un’area dotata di tettoia.
Se i quantitativi stoccati sono inferiori ai
2500 l o kg, si può usare una cella di
stoccaggio.
Le aree o i locali dedicati allo stoccaggio di
prodotti pericolosi imballati vanno ubicati a
distanze adeguate dagli altri stoccaggi di
stabilimento, da fonti di innesco e da edifici
interni
ed
esterni,
utilizzando
eventualmente muri tagliafuoco.
Procedere alla suddivisione e alla
separazione fisica dei prodotti non
compatibili.
Installare un bacino di contenimento per i
serbatoi di stoccaggio dei prodotti liquidi,
valutando in base al tipo di prodotto
stoccato e all’ubicazione le dimensioni di
tale bacino.
Installare un sistema di contenimento delle
perdite e degli agenti estintori contaminati
nelle aree o nei locali dedicati allo
stoccaggio, valutando in base al tipo di
prodotto stoccato, ai quantitativi, al tipo di
imballaggio usato e ai sistemi antincendio
il tipo e le dimensioni del sistema.
Nel caso di nuovi impianti utilizzare
tubazioni fuori terra chiuse, per gli impianti
esistenti in cui sono presenti tubazioni
interrate programmare adeguati interventi
di manutenzione.
Le flange rappresentano sorgenti di
emissioni fuggitive e il loro numero va
minimizzato sostituendole con connessioni
saldate,
compatibilmente
con
la
manutenzione delle apparecchiature e la
flessibilità dei sistemi di trasferimento
presenti.
Misure specifiche per le flange riguardano:
- l’impiego di flange cieche nelle parti di
impianto più scarsamente utilizzate per
evitare aperture accidentali,
- l’impiego di tappi al posto delle valvole
sulle linee aperte,
- scegliere le guarnizioni in base alle
condizioni di processo,
- installare e montare correttamente i
sistemi di fissaggio,
- utilizzare
guarnizioni
ad
elevata
affidabilità per tubazioni di trasferimento
di sostanze pericolose, tossiche o
cancerogene.
In presenza di prodotti corrosivi, è
necessario progettare e utilizzare tubazioni
adeguate,
programmare
un’adeguata
manutenzione e, quando possibile,
applicare un rivestimento interno oppure
inibitori di corrosione.
Per impedire fenomeni di corrosione
esterna delle tubazioni, applicare uno o più
strati di vernice protettiva a seconda delle
condizioni di utilizzo e dell’ubicazione del
sito (ad esempio vicino al mare).
Per ridurre le emissioni durante le
operazioni di carico e scarico di prodotti
volatili da mezzi come camion o navi,
utilizzare sistemi di bilanciamento dei
vapori ottimizzati in base al tipo di prodotto
movimentato e al volume di sostanza
abili nell’esecuzione di tali attività.
Vengono eseguite prove di emergenza
con cadenza mensile e registrate su
apposito registro.
Sono
inoltre
eseguite
prove
di
evacuazione generali con cadenza
semestrale.
Le materie prime sono stoccate in appositi
serbatoi e il prodotto finito confezionato è
stoccato in magazzini e/o tettoie all’interno
dello stabilimento Acomon.
Ok
Il parco serbatoi infiammabili è situato sul
lato sud dell’isola lontano dai magazzini di
infustamento stoccaggio, prodotto finito.
Non è valutabile l’effetto domino in quanto
le tettoie/magazzini di stoccaggio sono
strutture isolate.
Presenti
bacini
di
contenimento
adeguatamente dimensionati.
Per tutta la superficie sono dislocati
estintori a CO2 e manichette che
permettono un adeguato intervento in caso
di incendio.
L’ara risulta completamente pavimentata e
il convogliamento di eventuali perdite nella
rete fognaria organica.
L’unica rete interrata è l’Acqua Antincendio
in gestione al consorzio Multisocietario.
Le specifiche delle guarnizioni sono
definite sulla base delle sostanze e delle
condizioni
operative
(pressione
temperatura ecc..).
Le guarnizioni di nuova generazione sono
certificate a bassa emissione TA-LUFT.
Le flange cieche vengono applicate in
caso di esercizio della linea o per
interventi manutentivi di intercettazione
apparecchiature.
Le linee in acciaio al carbonio sono
adeguatamente protette dalla corrosione
esterna mediante cicli di verniciatura.
Lo scarico viene eseguito sempre
convogliando gli sfiati al combustore di
Herambiente (FIS).
Lo spiazzamento del tank cisterna viene
normalmente eseguito mediante azoto.
50
Nel caso di sostituzione verranno
acquistate guarnizioni certificate a bassa
emissione.
Verrà inserito all’interno del SGS un
controllo periodico sulla presenza dei tappi
sulle valvole spurgo.
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
rilasciato.
Le valvole vanno scelte in base al tipo di
processo svolto; in fase di monitoraggio ci
si deve concentrare sulle valvole che
operano in condizioni più critiche (come le
valvole di ritegno nel caso di operazioni
continue).
Per la movimentazione di prodotti
pericolosi, tossici o cancerogeni sono da
preferire valvole a soffietto e a diaframma;
vanno utilizzate valvole di sfogo per i
sistemi di stoccaggio, trasporto o
trattamento dei vapori.
La progettazione, l'installazione e il
funzionamento di pompe o compressori
influenzano
pesantemente
la
vita
potenziale e l'affidabilità del sistema di
tenuta. Alcune delle principali tecniche che
costituiscono BAT sono:
- corretto fissaggio del gruppo pompa o
compressore alla sua piastra di base o
telaio,
- seguire le raccomandazioni dei fornitori
nell’installazione e nel montaggio delle
varie parti del sistema (tubazioni, \),
- progettare correttamente le tubazioni di
aspirazione per ridurre al minimo lo
squilibrio idraulico,
- progettare correttamente il sistema per
ottenere equilibrio tra le parti rotanti,
- verificare la funzionalità di pompe e
compressori prima dello start-up,
- far funzionare pompe e compressori
nelle condizioni di utilizzo per cui sono
state progettate in modo da ottenere un
rendimento ottimale,
- il livello della testa di aspirazione netta
positiva disponibile deve essere sempre
al di sopra della pompa o compressore,
- effettuare la manutenzione periodica di
apparecchiature rotanti e sistemi di
tenuta,
operando
riparazioni
o
sostituzioni quando necessario.
Scegliere e utilizzare pompe e guarnizioni
adeguate al tipo di processo svolto,
preferibilmente sistemi ermetici come
pompe a motore in scatola, pompe
accoppiate magneticamente, pompe con
più tenute meccaniche e una tempra o
tampone sistema, pompe con più tenute
meccaniche e guarnizioni a secco per
l'atmosfera, diaframma pompe o pompe a
soffietto.
Nel caso di compressori utilizzati per
trasferire gas non tossici è BAT impiegare
sistemi meccanici di tenuta applicare
lubrificati a gas.
Nel caso di compressori utilizzati per
trasferire gas non tossici è BAT utilizzare
guarniture doppie con barriera di liquido o
gas e un sistema di spurgo sul lato
processo con un gas inerte tampone.
Nel caso di pressioni in gioco molto
elevate, è BAT impiegare guarniture triple.
Per i punti di campionamento in caso di
prodotti volatili, è BAT utilizzare una
valvola di campionamento a pistone o una
valvola a spillo e una valvola di blocco. Se
è presente un sistema di spurgo, è BAT
utilizzare linee di campionamento a
circuito chiuso.
La scelta delle valvole è stata eseguita in
base alle condizioni di processo e alla
sostanza utilizzata.
Sono installate opportune valvole di
ritegno per evitare inquinamento e travasi
tra le diverse apparecchiature.
Le guarnizioni utilizzate sono tutte
certificate ad bassa emissione.
In caso di movimentazione di prodotti
infiammabili
o
tossici,
sono
prevalentemente utilizzate pompe a
trascinamento magnetico.
Il requisito minimo richiesto è la tenuta
meccanica
doppia
con
fluido
di
sbarramento.
Attualmente i campionamenti vengono
effettuati con l’ausilio di un sistema di
aspirazione locale convogliata al punto di
aspirazione autorizzato E67A2.
Analoga situazione sarà implementata con
l’avviamento della sezione di impianto
oggetto di modifiche che prevederà la
riattivazione del punto di aspirazione E6.
51
Verrà effettuata una valutazione tecnicoeconomica sulla fattibilità di adottare
sistemi a circuito chiuso per il
campionamento delle sostanze più
pericolose. Ad oggi considerando le analisi
annuali
condotte
sull’esposizione
lavoratori, la frequenza di campionamento
e l’entità dell’emissione, non sono mai stati
adottati sistemi di campionamento a
circuito chiuso ma solo aspirazione
localizzata (tubo corrugato con invio nel
collettore comune e convogliato nella
colonnina di abbattimento in E67A2)
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
BAT
Operazioni di scarico, stoccaggio e movimentazione di materiali solidi
Posizione ditta
Adeguamento
Prevedere la copertura del deposito di
materiali solidi ad esempio mediante sili,
bunker, tramogge e container, per
eliminare l’influenza del vento e prevenire
la formazione di polveri come misura
primaria.
Lo stoccaggio in cumuli all’aperto può
essere l’unica soluzione per grandi
quantità di materiale umidificabile o non
sensibile al vento.
Prevedere ispezioni visive regolari o
continue dei depositi all’aperto per
controllare se si sviluppano significative
emissioni diffuse polverulente, verificando
l’adeguatezza delle misure preventive
adottate.
Per gli stoccaggi all’aperto a lungo termine
prevedere una, ovvero un’opportuna
combinazione, delle seguenti tecniche:
- inumidire la superficie dei cumuli
utilizzando sostanze polvere vincolanti
durevoli,
- coprire la superficie dei cumuli
(copertura impermeabile),
- solidificare la superficie dei cumuli,
- coprire d’erba la superficie dei cumuli.
Per gli stoccaggi all’aperto a breve termine
prevedere una, ovvero un’opportuna
combinazione, delle seguenti tecniche:
- inumidire la superficie utilizzando
sostanze polverose durevoli,
- inumidire la superficie dei cumuli con
acqua,
- coprire la superficie dei cumuli
(copertura impermeabile).
Misure supplementari per ridurre le
emissioni diffuse polverulente imputabili
agli stoccaggi all’aperto (sia a lungo che a
breve termine) risultano:
- disporre l’asse longitudinale dei cumuli
parallelamente alla direzione prevalente
del vento;
- prevedere
una
piantumazione
protettiva, un frangivento ovvero cumuli
sopravento, per ridurre la velocità del
vento;
- realizzare, per quanto possibile, lo
stoccaggio in un unico cumulo piuttosto
che molteplici, realizzando così una
minore superficie libera (due depositi in
cumuli, dello stesso ammontare di uno,
presentano superficie libera maggiore
del 26%);
- realizzare depositi con muri di sostegno
per ridurre la superficie libera, questo
comporta una riduzione delle emissioni;
- polveri diffuse, la loro riduzione è
massimizzata se il muro viene
posizionato sopravento al cumulo,
disporre i cumuli all’interno di muri di
protezione.
Prevenire le dispersioni di polveri derivanti
dalle attività di carico/scarico all’aria
aperta, programmando il trasferimento, se
possibile, quando la velocità del vento è
bassa.
La movimentazione discontinua (mediante
pala
ovvero
autocarro)
genera
tendenzialmente
emissioni
diffuse
polverulente più significative rispetto alle
operazioni di movimentazione continue
realizzate mediante nastri trasportatori.
Prevedere quindi distanze di trasporto
brevi e, laddove possibile, utilizzare
sistemi di trasporto in continuo.
Tutte non applicabili perchè non sono
presenti cumuli di materiale stoccato
all’aperto e i materiali non vengono
movimentati sfusi ma con imballi dedicati,
quindi non ci sono materiali solidi stoccati
o movimentati che potrebbero originare
emissioni di carattere polverulento.
Sono presenti materie prime polverulente,
che arrivano in imballi chiusi da 20 Kg
massimo. Sono stoccate in apposite tettoie
o in impianto in prossimità delle tramogge
di carico con ventilazione convogliata.
La movimentazione degli imballi non
prevede
movimentazione
diretta
di
polvere.
52
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
Quando si utilizzano pale meccaniche per
la
movimentazione
di
sostanze
polverulente, ridurre l’altezza di caduta e
scegliere la posizione migliore durante lo
scarico nell’autocarro.
Ridurre la velocità dei veicoli di transito nel
sito per ridurre le polveri che possono
essere sollevate.
Realizzare superfici pavimentate, di
cemento o asfalto, per strade usate solo
da autocarri e autoveicoli, per facilitarne la
pulizia.
Pulire le strade pavimentate.
Pulire gli pneumatici dei veicoli.
Minimizzare la velocità e l’altezza di
caduta libera durante le operazioni di
carico e scarico dei materiali solidi,
adottando le seguenti tecniche:
- installazione di diaframmi all’interno
della condotta di carico;
- applicazione di un regolatore alla fine
della condotta per regolare la velocità di
uscita;
- applicazione di una cascata (es.
tramogge);
- applicazione di uno scivolo con un
angolo di pendenza minimo.
Ad esclusione del caso di scarico di
materiali solidi non sensibili al moto (per
cui non si ha un’altezza critica di caduta
libera), per minimizzare l’altezza di caduta
dei materiali solidi, realizzare lo sbocco
dello scaricatore vicino all’estremità
superficiale del materiale già accumulato
ovvero sul fondo di esso, adottando le
seguenti tecniche:
- altezza delle condotte di riempimento
regolabili;
- altezza dei tubi di riempimento
regolabili;
- altezza dei tubi di cascata regolabili.
Per materiali solidi non sensibili o poco
agli
spostamenti
o
per
quelli
moderatamente sensibili agli spostamenti
però bagnabili, utilizzare un nastro
trasportatore quale sistema di trasporto,
prevedendo una ovvero un’opportuna
combinazione delle seguenti tecniche:
- protezioni laterali per il vento;
- vaporizzatori e ugelli di acqua ai punti di
trasferimento;
- cinghia pulente.
In funzione della sostanza da movimentare
e dell’ubicazione, per materiali solidi non
bagnabili altamente e moderatamente
sensibili agli spostamenti, applicare
trasportatori chiusi o tipologie in cui il
materiale trasportato è racchiuso dalla
cinghia stessa, come:
- trasporti pneumatici;
- trasportatore a catena;
- trasportatore a coclea;
- trasportatore a nastro tubolare;
- trasportatore a nastro doppio
oppure un nastro trasportatore chiuso
senza pulegge di supporto, come:
- nastro trasportatore aereo
- trasportatore a basso attrito.
Per ridurre i consumi energetici imputabili
al
funzionamento
di
un
nastro
trasportatore, applicare:
- buona progettazione del trasportatore,
incluse pulegge e spazi per contenerle,
- esatta tolleranza di installazione,
- cinghia con bassa resistenza alla
rotazione.
53
Allegato
Sezione di valutazione integrata ambientale – Sezione C
Si segnala che le BAT individuate dal BRef per le seguenti modalità di stoccaggio:
- Bacini e lagune,
- Cavità minerarie a pressione atmosferica,
- Cavità minerarie pressurizzate,
- Cavità saline,
- Stoccaggio galleggiante,
non risultano applicabili allo stabilimento ACOMON.
54
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
SEZIONE D
SEZIONE DI ADEGUAMENTO IMPIANTO E SUE CONDIZIONI DI ESERCIZIO
D1)
PIANO D’ADEGUAMENTO E MIGLIORAMENTO E SUA CRONOLOGIA - CONDIZIONI, LIMITI E
PRESCRIZIONI DA RISPETTARE FINO ALLA DATA DI COMUNICAZIONE DI FINE LAVORI DI
ADEGUAMENTO
Dalla valutazione integrata delle prestazioni ambientali dell'impianto di cui alla sezione C si evince una
sostanziale conformità rispetto alle Migliori Tecniche Disponibili (MTD) di settore e durante la visita ispettiva,
il cui rapporto PGRA/2011/2889 del 13/04/2011 è stato trasmesso da ARPA con nota ns PG 35727 del
13/04/2011, è stato verificato lo stato di aggiornamento del Piano di Adeguamento, riportato alla relativa
sezione di valutazione, nel provvedimento di AIA n. 413 del 31/07/2008 (paragrafo D dell'allegato al
provvedimento); nello stesso rapporto vengono indicati all'azienda interventi ed azioni rivolte ad un
miglioramento della gestione dell'impianto:
a) in riferimento ai punti di emissione in atmosfera, deve essere migliorata la segnaletica degli stessi;
b) in merito alla presenza di toluene nella rete delle acque reflue inorganiche, la ditta deve presentare una
relazione contenente l'individuazione della potenziale causa e gli eventuali autocontrolli successivi atti
ad indentificarla;
c) il report annuale relativo al 2010 deve essere integrato e corretto in merito alla parte scarichi idrici
(tabella pag 5 di 16) e nel grafico relativo alle emissioni in atmosfera;
con nota Prot. n. EHS/2011/037/RM/cc, acquisita al nostro PG 54056 del 21/06/2011, la ditta Acomon srl ha
dato riscontro alle raccomandazioni sopra riportate, fornendo la documentazione richiesta alle lettere b) e c)
e presentando, contestualmente, la documentazione inerente l'anomalia riscontrata in merito alle condizioni
dello scarico alla rete fognaria dei reflui organici, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento Fognario di
Sito, regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche
dell'insediamento multisocietario di Ravenna convogliate agli impianti di Herambiente spa.
Per quanto riguarda interventi di miglioramento, su proposta ed in accordo con l'azienda, anche in
applicazione di quanto previsto dalle Migliori Tecniche Disponibili (BAT riportate al paragrafo C3), si ritiene
comunque opportuno specificare il Piano di Miglioramento che segue:
1. Entro il 31/12/2014, il collettore generale convogliato al FIS verrà servito di un misuratore di O2 atto a
garantirne la misurazione della quantità; il valore verrà monitorato costantemente e con relative soglie di
allarme.
2. Entro 1 anno dal rilascio del rinnovo di AIA, al fine di migliorare l'efficienza energetica degli impianti,
verrà previsto un controllo degli scarichi di condensa per verificare la quantità di vapore disperso ed
implementare un eventuale piano di mitigazione e miglioramento delle perdite.
3. Entro il 31/12/2014, per ridurre le emissioni fuggitive dalle tubazioni in cui transitano materie prime,
sostanze o prodotti, nel caso di sostituzione delle guarnizioni, le nuove devono essere certificate a bassa
emissione. Inoltre all’interno del SGS (Sistema di Gestione della Sicurezza) deve essere inserito un
controllo periodico della presenza dei tappi sulle valvole spurgo.
4. Entro 1 anno dal rilascio della presente AIA effettuare una valutazione tecnico-economica sulla possibile
adozione di sistemi a circuito chiuso per il campionamento delle sostanze più pericolose.
5. Aggiornamento del Sistema di Gestione Ambientale in seguito alla realizzazione degli interventi di
modifica sostanziale relativi all'incremento produttivo di RAV7.
6. Sostituzione dell’impianto di illuminazione con lampade da 36 W contro le attuali da 40 W per la zona di
impianto produttivo entro 1 anno dal rilascio del rinnovo di A.I.A; sostituzione con lampade da 14 W
contro gli attuali 20 W per la zona ufficio entro 2 anni dal rilascio del rinnovo di AIA.
7. Avviamento dell’impiego di distillazione sotto vuoto per il trattamento delle peci durante la distillazione del
DAC al fine di ridurre i consumi idrici di acqua demi producendo, di conseguenza, un minor quantitativo di
reflui in uscita da questa fase del processo entro 2 anni dal rilascio del rinnovo di AIA.
8. Installazione di esplosimetri sulle linee vapore dei prodotti tossici e su tutti i bacini dei serbatoi contenenti
prodotti tossici, quale ulteriore misura di intervento in situazioni di emergenza, prima dell’avvio
dell’impianto della nuova linea oggetto della modifica.
9. Pavimentazione dell’intera area interessata dal passaggio delle linee di processo esistenti e connesse
con la realizzazione della modifica sostanziale (porzione di terreno su cui insiste l’attuale pipe rack che
collega il parco serbatoi Sud con l’impianto di produzione) quale ulteriore misura di contenimento del
rischio in situazioni prima dell’avvio dell’impianto.
55
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
10. Implementazione di alcune attività relative alla riduzione delle emissioni diffuse, ovvero:
- analisi e stima delle emissioni diffuse e fuggitive associate allo stabilimento ACOMON attraverso
l’utilizzo di software e, successivamente, attraverso misurazioni in campo secondo le norme tecniche
di riferimento entro 2 anni dal rilascio del rinnovo di AIA;
- impiego di guarnizioni certificate TUV a bassa emissione per le nuove installazioni (connesse con la
realizzazione degli interventi di modifica sostanziale riguardante l’incremento produttivo di RAV7) e in
occasione di sostituzione di installazioni esistenti;
- convogliamento dell’emissione dell’infustamento RAV 7 nel punto autorizzato E67A2 prima dell’avio
dell’impianto.
11. Convogliamento delle fosse settiche del GL01 e GL03 nella corrente organica entro 2 anni dal rilascio del
rinnovo di AIA.
Al fine di perseguire un continuo miglioramento delle performances ambientali dell’insediamento produttivo,
dovrà comunque essere mantenuto attivo e aggiornato il Sistema di Gestione Ambientale conforme alla
norma UNI EN ISO 14001:2004 di cui la Ditta è già in possesso.
Dovrà altresì essere garantita continuità al programma di miglioramento della compatibilità ambientale
dell’Ambito Produttivo Omogeneo (APO) costituito dall’area chimica e industriale di Ravenna, che la Ditta ha
intrapreso partecipando ad un accordo volontario con le Pubbliche Amministrazioni orientato alla
registrazione EMAS d’Area per le Aziende dell’APO. In proposito, nonostante la registrazione EMAS abbia
subito un rallentamento (modifiche introdotte dal Regolamento "EMAS III", rinnovo del Comitato nazionale
EMAS), sono proseguite le attività di raccolta dati per la stesura della Dichiarazione Ambientale dell'APO,
nonchè iniziative di informazione verso i portatori di interesse locali.
56
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
D2)
CONDIZIONI GENERALI E SPECIFICHE PER L’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO
D2.1) Finalità
Quanto riportato nei successivi paragrafi della sezione D, definisce le condizioni e prescrizioni che il gestore
deve rispettare nello svolgimento delle attività nel sito produttivo in oggetto; è importante ricordare che ogni
variazione o modifica degli impianti, della loro gestione (per quanto definito nel presente atto), delle
condizioni di funzionamento riportate nei paragrafi successivi e dello svolgimento di tutte le attività di
monitoraggio previste, deve essere tempestivamente comunicata per mezzo del portale IPPC-AIA, come
previsto dalle DGR 1113/2011 e 5249/2012: tale comunicazione costituisce domanda di modifica dell'AIA, da
valutare ai sensi dell'art. 29-nonies del D.Lgs 152/06 e smi.
In merito agli opportuni requisiti di controllo, secondo quanto riportato nei paragrafi e sottoparagrafi della
sezione D parte integrante della presente AIA, dedicati al monitoraggio, si dovrà provvedere a verifiche
periodiche come ivi indicato.
Ove previsto e ritenuto necessario, nel seguito si provvede a regolamentare anche le situazioni diverse dal
funzionamento a regime, prevedendo le eventuali misure da adottare.
D2.2) Condizioni relative alla gestione dell’impianto
L’impianto deve essere gestito nel rispetto di quanto riportato al paragrafo C3, in relazione alle BAT
applicabili allo stesso, e secondo tutte le procedure di carattere gestionale inserite nel Sistema di Gestione
Ambientale dell’azienda.
D2.3) Comunicazioni e requisiti di notifica e informazione
Come previsto dal D.Lgs 152/06 e successive modifiche, artt. 29-sexies e 29-undecies, e dalla normativa
regionale, deve essere redatta annualmente una relazione descrittiva del monitoraggio effettuato ai sensi
del Piano di Monitoraggio, contenente la verifica di conformità rispetto ai limiti puntuali ad alle prescrizioni
contenute nel presente atto autorizzativo. La relazione dovrà essere inviata entro il 30 aprile dell’anno
successivo, alla Provincia di Ravenna, al Servizio Territoriale di ARPA ed al Comune di Ravenna.
In attuazione dei contenuti della Determinazione n. 1063 del 02/02/2011 della Direzione Generale Ambiente
e Difesa del Suolo e della Costa della Regione Emilia Romagna, avente per oggetto "Attuazione della
normativa IPPC - Indicazioni per i gestori degli impianti e le amministrazioni provinciali per l'invio del rapporto
annuale dei dati dell'anno 2010 tramite i servizi del portale IPPC-AIA", si comunica che a partire dal mese di
aprile 2011, lo strumento obbligatorio per l'invio dei report annuali degli impianti IPPC è il portale
IPPC-AIA; il caricamento sul portale dei file elaborati dai gestori deve avvenire con le modalità riportate
nell'allegato 1 di detta determinazione e sostituisce la trasmissione cartacea agli enti sopra richiamati.
Una volta disponibili saranno forniti al gestore i modelli standard per il reporting dei dati. Fino a quel
momento i dati del monitoraggio vengono forniti sulla base di formati standard eventualmente già in uso
ovvero su modelli predisposti dal gestore stesso.
Nel caso in cui si verifichino delle particolari circostanze quali superamenti dei limiti di emissione, emissioni
accidentali non controllate da punti non esplicitamente regolamentati dall’AIA, malfunzionamenti e fuori uso
dei sistemi di controllo e monitoraggio, incidenti ambientali ed igienico sanitari, situazioni di emergenza o di
esercizio eccezionali, oltre a mettere in atto le procedure previste dal piano di emergenza, occorrerà
avvertire la Provincia di Ravenna, l’AUSL, l’ARPA territorialmente competente e il Comune di riferimento nel
più breve tempo possibile anche rivolgendosi ai servizi di pubblica emergenza (al di fuori degli orari di ufficio)
e per le vie brevi con contatto telefonico diretto.
57
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
D2.4) EMISSIONI IN ATMOSFERA (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di
notifica specifici)
D2.4.1 Aspetti generali
I valori limite di emissione e le prescrizioni che la Ditta è tenuta a rispettare sono individuati sulla base di:
• criteri per l’autorizzazione e il controllo delle emissioni inquinanti in atmosfera approvati dal CRIAER;
• Migliori Tecniche Disponibili individuate sulla base dei criteri citati al precedente paragrafo C;
• specifiche tecniche indicate dalla Ditta in merito ai processi e all’efficienza dei sistemi di abbattimento;
• valutazione dei dati degli autocontrolli dell'azienda forniti attraverso i report annuali.
Nelle eventuali modifiche dell’impianto, il gestore deve preferire le scelte impiantistiche che permettano di:
• ottimizzare l’utilizzo delle risorse ambientali e dell’energia;
• ridurre la produzione di rifiuti, soprattutto pericolosi;
• ottimizzare i recuperi comunque intesi;
• diminuire le emissioni in atmosfera con particolare riferimento ai parametri NOx e polveri.
D2.4.2 Emissioni Convogliate
Per le emissioni in atmosfera provenienti dall’impianto di produzione di carbonati organici o intermedi, i limiti
e le prescrizioni che la Ditta Acomon è tenuta a rispettare sono di seguito indicati.
Limiti emissioni
I limiti risultano i seguenti, in condizione di “normale funzionamento” così come definito nel D.Lgs. n. 152/06
e smi (art. 268 definizioni bb) cc) dd) ee)): il numero delle ore in cui l’impianto è in funzione, con l’esclusione
dei periodi di avviamento e di arresto e dei periodi di guasto, salvo diversamente stabilito dalle normative
adottate ai sensi dell’art. 271, comma 3, o della autorizzazione (art. 271, comma 14 e art. 273, comma 8 del
D.Lgs. n. 152/06).
Punto di emissione E67A2 - modificata
IMPIANTO DI PRODUZIONE RAV7 – Aspirazione generale polveri (scrubber ad umido)
Portata massima
Altezza minima
Temperatura
Durata
Sezione
4.500
7
ambiente
24
0,098
3
Nm /h
m
°C
h/g
2
m
Concentrazione massima ammessa di inquinanti:
3
Polveri
Sostanze Organiche Volatili Totali
10 mg/Nm
3
60 mg/Nm
Punto di emissione E6 - nuovo
IMPIANTO DI PRODUZIONE RAV7 – Aspirazione generale polveri (scrubber ad umido tipo Venturi)
Portata massima
Altezza minima
Temperatura
Durata
Sezione
4.500
13
ambiente
24
0,071
3
Nm /h
m
°C
h/g
2
m
Concentrazione massima ammessa di inquinanti:
Sostanze Organiche Volatili Totali
60 mg/Nm
3
Si prende altresì atto delle emissioni provenienti dalle cappe di aspirazione dei laboratori analisi e ricerca,
afferenti ai punti di emissione denominati ESN70, ESN71, ESN72, ESN73, ESN74, ESN75, ESN76, ESN77,
ESN78, ESN79, ESN80, ESN81, ESN82, ESN83A, ESN83B, per cui non si indicano limiti specifici.
58
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
I flussi gassosi di scarto (continui e di emergenza) provenienti dall’impianto sono destinati al sistema Rete
Torce e Forno Incenerimento Sfiati (FIS) di cui è dotato lo Stabilimento Multisocietario di Ravenna per la
termodistruzione di una serie di sfiati gassosi non clorurati continui e discontinui (occasionali ovvero di
emergenza). I due sistemi (Rete Torce e Forno FIS) sono complementari ed integrati garantendo, la Rete
Torce, la termodistruzione anche degli sfiati destinati, di norma, al FIS in caso di fermata o blocco di
quest’ultimo (isola 19); la Rete Torce è gestita dalla Società consortile Ravenna Servizi Industriali (RSI, a cui
è in capo la relativa autorizzazione provvedimento n. 3468 del 13/10/2011), mentre il Forno FIS è gestito
dalla Società Herambiente spa (a cui è in capo la relativa autorizzazione AIA n. 3811 del 04/12/2013).
L’impianto Acomon è collegato al sistema integrato Rete Torce – Forno FIS come di seguito specificato:
• gli scarichi di esercizio di tutte le valvole di sfiato dai punti di bonifica delle linee/apparecchiature e le
valvole di sfiato dell’impianto (sfiati di processo), compresa la nuova linea produttiva RAV7, sono di norma
destinati al Forno FIS;
• tutte le emissioni e gli sfiati provenienti dall’Impianto Pilota sono indirizzati alla Torcia Isola 25; per
impianto pilota si identifica quello che viene utilizzato prevalentemente per la produzione a richiesta del
RAVolution PO, ma viste le dimensioni delle apparecchiature, in caso di necessità, potrebbe essere
utilizzato per la produzione e sperimentazione di piccole campionature e/o prove industriali di prodotti di
nuovo sviluppo;
• gli scarichi di emergenza posti a sicurezza delle apparecchiature contenenti sostanze pericolose (PSV e
dischi di rottura), compresa la nuova linea di produzione RAV7, sono convogliate nella rete degli sfiati
emergenza (torcia isola 25), così come le apparecchiature facenti parte dell’impianto pilota (sintesi
RAVolution PO);
• tutti i serbatoi di stoccaggio delle materie prime/intermedi sono convogliati al Forno FIS.
Con nota PG 84224 del 07/11/2013 è stato concesso nulla osta alla fase di verifica degli impianti soggetti a
modifica sostanziale (avviamento e messa in esercizio della nuova linea di produzione RAV7), la quale
prevede lo svolgimento di prove di avviamento delle apparecchiature, sintesi e purificazione fino
all'ottenimento del prodotto finito, su cui effettuare verifiche di qualità. Durante lo svolgimento di tali prove
(novembre 2013 - gennaio 2014) viene fermata l'attuale linea di produzione, come riportato anche al punto 2
delle prescrizioni seguenti.
Prescrizioni
1. Terminati i lavori di installazione della nuova linea produttiva, a conclusione delle prove preliminari, come
previste da nulla osta PG 84224 del 07/11/2013, prima di dare inizio alla messa in esercizio degli
impianti, deve essere data comunicazione alla Provincia di Ravenna, ad ARPA e al Comune di
Ravenna.
2. Durante lo svolgimento delle prove preliminari, come previste da nulla osta PG 84224 del 07/11/2013,
deve essere in funzione solo la linea oggetto di revamping (nuova linea produzione RAV7) e tutti i
dispositivi atti alla gestione di eventuali emergenze, devono essere attivi e mantenuti tali anche per la
linea produttiva esistente, temporaneamente inattiva.
3. Entro il 30/06/2014, per il punto di emissione E6, devono essere espletate le procedure previste dall’art.
269, comma 5, del D.Lgs 152/06 all’atto della messa a regime degli impianti. In tale senso, la Ditta deve
provvedere ad effettuare almeno tre autocontrolli alle emissioni a partire dalla data fissata per la messa
a regime per un periodo di 10 giorni.
4. La data, l’orario, il risultato delle misure di autocontrollo, le caratteristiche di funzionamento esistenti nel
corso dei prelievi dovranno essere annotati su un apposito registro con pagine numerate e bollate dal
Servizio Territoriale di ARPA – Distretto Ravenna e firmato dal responsabile dell’impianto, a disposizione
degli organi di controllo competenti.
5. In merito al funzionamento del gruppo di raffreddamento ad ammoniaca e a freon, deve essere data
comunicazione alla Provincia di Ravenna e ad ARPA, di ogni attivazione del sistema di abbattimento ad
umido (acqua acida), a servizio del ventilatore d'aspirazione; di tali attivazioni deve anche essere tenuta
opportuna registrazione.
Monitoraggio
Emissione
Parametri
Frequenza
Registrazione
E67A2
Polveri
SOV
SOV
Annuale
Annuale
Annuale
Rapporti di prova emessi dal laboratorio, da
tenere a disposizione degli organi di controllo.
I dati sono da riportare ed elaborare nel
report annuale.
E6
59
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
Requisiti di notifica specifici
In caso di emissioni in atmosfera accidentali non prevedibili dovrà essere data comunicazione a mezzo fax
nel più breve tempo possibile alla Provincia di Ravenna e all’ARPA territorialmente competente, e comunque
nel rispetto di quanto stabilito nella relativa procedura di emergenza del SGA.
In caso di incidenti che prevedano l’attivazione del Piano di Emergenza Interno, la comunicazione agli enti
competenti deve essere effettuata secondo quanto previsto nel piano stesso, anche nel rispetto di quanto
stabilito nella relativa procedura di emergenza del SGA.
Con sufficiente anticipo, devono essere comunicate ad ARPA le date previste per gli
autocontrolli/campionamenti delle emissioni in atmosfera.
D2.4.3 Emissioni diffuse
Nell'impianto in oggetto non sono presenti sorgenti di emissioni diffuse.
D2.4.4 Emissioni fuggitive
Per la quantificazione delle emissioni fuggitive, intese come quelle emissioni risultanti da una perdita
graduale di tenuta di una parte delle apparecchiature destinate a contenere/movimentare un fluido (liquido o
gassoso), ad oggi si è proceduto partendo da una stima del numero di sorgenti e da una valutazione del
tempo di funzionamento medio e, tramite l’applicazione di fattori di emissione riconosciuti nella letteratura di
settore, si è potuto risalire al quantitativo di composti organici volatili emessi nell’anno.
Si faccia riferimento anche a quanto previsto nel paragrafo D1) Piano di adeguamento e miglioramento al
punto 7.
D2.4.5 Emissioni eccezionali in condizioni prevedibili
Il processo in esame non presenta casi prevedibili di emissioni eccezionali che richiedano specifiche
procedure di controllo
D2.5) EMISSIONI IN ACQUA (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di notifica
specifici)
Aspetti generali
Nel sito produttivo in esame si individuano 2 flussi di scarico di acque reflue, entrambi destinati a trattamento
nell’impianto centralizzato di depurazione TAS, Centro Ecologico Baiona, della Società Herambiente spa,
che ai sensi di quanto previsto dall’art. 108 del D.Lgs. n. 152/06 sono riconducibili alla fattispecie di “scarichi
parziali” di sostanze pericolose da sottoporre a regolamentazione ai limiti di batteria (piè d’impianto) nel
punto di consegna al trattamento da parte della Società Herambiente spa, secondo quanto previsto dal
predetto decreto in materia di scarichi di sostanze pericolose.
60
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
altri coinsediati
Versalis
Rivoira
Coem
Yara
Italia
Ravenna Servizi
Industriali
linea 3
Acomon
OC 14
Reflui interni Herambiente F2/F3/FIS
+ trattamento rifiuti ATB
linea 1
CFS Europe (ex Borregaard
Italia)
Vinavil
linea 2
Endura
Versalis (ex
Ecofuel)
Polynt
Herambiente
S 20
TAPO
Fognatura acque “bianche” inorganiche
Cray Valley Italia –
- CFS Europe – Versalis (ex Ecofuel) –
- Endura - Enipower – Acomon - Coem – Yara Italia –
Versalis –
- Ravenna Servizi Industriali –
- Rivoira – Syndial - Vinavil
Cementerie
Aldo Barbetti
ENI
Scarico
in
Canale
Candiano
Herambiente
linea 4
S 5
S 33
TAPI
Orion
Engeneered
(ex Evonik)
Degussa
Polynt
Sfioro in canaletta
acque meteoriche
Scarico
in
Canale Cupa
Acque di
raffreddamento
Enipower
- Figura 1Schema Sistema Fognario dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna
Scarichi idrici parziali della Società Acomon s.r.l.
verso l’impianto centralizzato di trattamento della Società Herambiente spa
Figura 2
Planimetria della rete fognaria delle acque di processo organiche
dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna - Società Acomon s.r.l. (ex Chemtura, Isola 5)
61
Pialassa
Baiona
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
Figura 3
Planimetria della rete fognaria delle acque di processo inorganiche
dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna - Società Acomon s.r.l. (Isola 5)
In particolare, con riferimento allo schema riportato in figura 1:
• Scarico di acque reflue industriali organiche contenenti “sostanze pericolose”, tramite tubazione
diretta, all’impianto centralizzato di trattamento TAS (linea TAPO), Centro Ecologico Baiona, della
Società Herambiente spa
La rete fognaria denominata linea 3 presente nello Stabilimento Multisocietario, di proprietà della Società
Consortile R.S.I., dove confluiscono le acque reflue industriali organiche derivanti dalle società
coinsediate, tra cui Acomon srl, convoglia le stesse all’impianto TAS della Società Herambiente per il
trattamento chimico-fisico-biologico nella sezione TAPO.
Per ciascun utente della rete fognaria delle acque di processo organiche è individuato un singolo pozzetto
di consegna, in cui è univocamente associata la responsabilità dello stesso utente allo scarico.
Il punto di consegna ai limiti di batteria della Società Acomon srl, sulla linea 3, è rappresentato dal
pozzetto OC14.
• Scarico di acque reflue industriali inorganiche contenenti “sostanze pericolose”, tramite tubazione
diretta, all’impianto centralizzato di trattamento TAS (linea TAPI), Centro Ecologico Baiona, della
Società Herambiente
La rete fognaria denominata linea 4 presente nello Stabilimento Multisocietario, di proprietà della Società
Consortile R.S.I., dove confluiscono le acque reflue industriali inorganiche costituite da acque di processo
inorganiche (acque di raffreddamento, acque di lavaggio aree/impianti, acque di spurgo, ecc.), unite a
acque reflue domestiche e alle acque meteoriche di dilavamento di tutte le società coinsediate e altre,
convoglia le stesse alla vasca di raccolta denominata S5. Dalla vasca S5 che viene assunta come punto di
consegna del flusso cointestato ai limiti di batteria (P22), le acque reflue industriali inorganiche sono
inviate all’impianto centralizzato TAS della Società Herambiente per il trattamento chimico-fisico nella
sezione TAPI. Lo scarico del flusso cointesto è regolamentato dalla autorizzazione settoriale rilasciata
dalla Provincia di Ravenna a tutte le Società Coinsediate dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna
(provvedimento n. 161 del 26/01/2010 e smi).
Per ciascun utente della rete fognaria delle acque di processo inorganiche sono individuati i pozzetti di
consegna, in cui sono univocamente associate la responsabilità dello stesso utente agli scarichi.
I punti di consegna ai limiti di batteria della Società Acomon srl, sulla linea 4, sono rappresentati dai
pozzetti GL_01, GL_02 e GL_03.
Le ditte coinsediate nel Sito Multisocietario e la Società Herambiente hanno redatto e sottoscritto il
“Regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche
dell’insediamento multisocietario di Ravenna convogliate agli impianti di trattamento della Società
Herambiente” (in seguito denominato Regolamento Fognario) Ultima revisione: Edizione 4 – Settembre
2012. Copia originale del Regolamento vigente è depositata presso la Provincia di Ravenna e il Servizio
Territoriale di ARPA Ravenna.
Ai fini della regolamentazione degli scarichi idrici parziali delle ditte coinsediate verso l’impianto centralizzato
di trattamento della Società Herambiente, viene assunto a riferimento tale regolamento, che definisce le
62
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
modalità operative, le competenze e la regolamentazione dei singoli flussi di scarico delle acque reflue
industriali di ciascuna Società presente nel Sito Multisocietario, l’identificazione dei pozzetti di prelevamento
al limite di batteria (pozzetti di consegna) e le omologhe che le acque reflue industriali organiche e
inorganiche devono rispettare per l’accettazione all’impianto TAS del Centro Ecologico Baiona, oltre ai
programmi di monitoraggio e la gestione delle anomalie/emergenze. I suddetti scarichi di acque reflue
industriali organiche e inorganiche provenienti dall’impianto chimico Acomon srl, tramite tubazione diretta,
all’impianto di trattamento TAS del Centro Ecologico Baiona della Società Herambiente dovranno essere
effettuati nel rispetto delle condizioni e prescrizioni di seguito indicate.
Limiti e prescrizioni
1. Lo scarico di acque reflue industriali organiche contenenti “sostanze pericolose”, tramite
tubazione diretta, all’impianto centralizzato di trattamento “Centro Ecologico Baiona” (linea
TAPO) della Società Herambiente deve essere effettuato nel rispetto delle seguenti condizioni e
prescrizioni:
a. lo scarico delle acque reflue industriali organiche della Società Acomon al punto di consegna OC14
ai limiti di batteria verso l’impianto centralizzato di trattamento della Società Herambiente è costituito
da un flusso indifferenziato di acque di processo organiche contenenti “sostanze pericolose” in
concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità strumentale; nello stesso sistema fognario che
convoglia le acque industriali di processo possono altresì essere convogliati flussi occasionali, ma
comunque programmati, secondo i criteri del Regolamento Fognario provenienti dai cosidetti wellpoint installati in aree di pertinenza della Società Acomon all’interno dello Stabilimento
Multisocietario in occasione di lavori di escavazione e/o bonifiche suoli; il flusso di acque reflue
industriali organiche a valle del pozzetto OC14 confluisce a sua volta nella linea fognaria 3 a cui
conferiscono anche altri gestori coinsediati nel sito multisocietario;
b. il punto di consegna di acque reflue industriali organiche, verso l’impianto centralizzato di
trattamento della Società Herambiente, è identificato nel pozzetto OC14, come indicato nello
schema riportato in figura 2, parte integrante del presente provvedimento;
c. lo scarico nel punto di consegna sopracitato è qualificato come “scarico parziale” di sostanze
pericolose ai sensi dell’art. 108 del D.Lgs. n. 152/06 e della DGR. n. 1053/03;
d. l’elenco delle “sostanze pericolose” presenti in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità delle
metodiche di rilevamento è indicato nella Tabella 1 sotto riportata con indicati i relativi limiti di
rilevabilità da assumere (sono i limiti di rilevabilità stabiliti da ARPA per definire la presenza o meno
delle sostanze pericolose negli scarichi delle acque reflue industriali)
Sostanza pericolosa
Idrocarburi totali
Limite di rilevabilità (mg/l)
0,05
Tabella 1
e. lo scarico delle acque reflue industriali organiche contenenti sostanze pericolose, nel punto ufficiale
di prelevamento OC14, dovrà rispettare i valori limite di emissione per le sostanze pericolose e per
i parametri specifici (alcool allilico) così come indicati nella Tabella 2 sotto riportata (già caratterizzati
e definiti nell’omologa di accettazione del flusso stabilita dalla ditta Acomon con Herambiente); oltre
alle sostanze pericolose, con la presente AIA, viene regolamentato, al fine di garantire la
compatibilità delle acque reflue industriali organiche scaricate, con la capacità di trattamento
dell’impianto di Herambiente, anche il valore di emissione del parametro specifico Alcool Allilico:
Sostanza pericolosa/parametri specifici
Idrocarburi totali
Alcool allilico (parametro specifico)
Limite di emissione (mg/l)
10
5.500 (omologa 2012)
Tabella 2
f.
in caso di aggiornamento dell’omologa, questo dovrà essere oggetto di preventiva comunicazione e
valutazione ai sensi dell'art. 29-nonies del D.Lgs 152/06 e smi e delle indicazioni contenute nella
circolare regionale del 01/08/2008 PG/2008/187404 avente per oggetto “Prevenzione e riduzione
dell’inquinamento (IPPC) – Indicazioni per la gestione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali
rilasciate ai sensi del D.Lgs 59/05 e della L.R. n. 21/04”, la quale fornisce gli strumenti per
individuare le modifiche sostanziali e le modifiche non sostanziali delle AIA;
in tal senso dovrà essere presentata opportuna documentazione allegata:
- relazione riportante la motivazione tecnica per la quale si richiede la modifica, in cui viene data
evidenza della capacità di trattamento dell'impianto TAS, linea TAPO, nel caso in cui
l'aggiornamento dell'omologa riguardi modifiche ai valori massimi di accettazione per le
sostanze pericolose e per i parametri specifici indicati in Tabella 2;
63
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
-
semplice relazione riportante la motivazione tecnica per la quale si richiede la modifica, nel caso
in cui l'aggiornamento dell'omologa non riguardi variazioni ai valori massimi di accettazione per
le sostanze pericolose e per i parametri specifici indicati in Tabella 2;
g. il punto ufficiale di prelevamento OC14, ai fini del controllo, va mantenuto costantemente accessibile
a disposizione degli organi di vigilanza; su di esso va garantita una periodica attività di
manutenzione e sorveglianza per mantenere una costante efficienza del sistema;
h. sul punto di prelievo OC14 è installato un campionatore automatico, oltre ad un misuratore di
portata; su di essi dovrà essere garantita periodica attività di manutenzione per mantenere efficiente
e funzionante il sistema. La misura di portata viene effettuata, tramite misuratore continuo, anche
all’interno dei limiti di batteria della Società Herambiente, sulla linea 3. Sempre all’interno dei limiti di
batteria della linea di trattamento TAPO sulla stessa linea 3, la Società Herambiente provvede,
tramite campionatore automatico, al controllo delle sostanze pericolose;
i. il punto di prelievo OC14 è indicato nella figura 2, sopra riportata (stralcio della planimetria di cui
punto successivo allegata al Regolamento Fognario);
j. eventuali aggiornamenti della planimetria della rete fognaria denominata “Mappa guida nel
campionamento degli scarichi liquidi di Stabilimento (fogne di processo) - Disegno RSI N. RA-GB1121-E-06000-A" rev. 4 del 22.08.2012 allegata al Regolamento Fognario (che va resa disponibile
agli agenti accertatori in caso di eventuale controllo) devono essere comunicati ai sensi dell'art. 29nonies del D.Lgs 152/06 e smi e della circolare regionale del 01/08/2008 PG/2008/187404 avente
per oggetto “Prevenzione e riduzione dell’inquinamento (IPPC) – Indicazioni per la gestione delle
Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate ai sensi del D.Lgs 59/05 e della L.R. n. 21/04”;
k. ogni eventuale variazione strutturale che modifichi permanentemente il regime o la qualità dello
scarico nel punto OC14, in relazione alle sostanze pericolose o ai parametri specifici indicati in
tabella 1, deve essere comunicata ai sensi dell'art. 29-nonies del D.Lgs 152/06 e smi e della
circolare regionale del 01/08/2008 PG/2008/187404 avente per oggetto “Prevenzione e riduzione
dell’inquinamento (IPPC) – Indicazioni per la gestione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali
rilasciate ai sensi del D.Lgs 59/05 e della L.R. n. 21/04”, presentando una relazione in cui venga
esplicitata la motivazione tecnica per la quale si richiede tale modifica e venga data evidenza della
capacità di trattamento da parte dell’impianto ricevente.
2. Lo scarico di acque reflue industriali inorganiche contenenti “sostanze pericolose”, tramite tubazione
diretta, all’impianto centralizzato di trattamento “Centro Ecologico Baiona” (linea TAPI) della Società
Herambiente deve essere effettuato nel rispetto delle condizioni e prescrizioni riportate nel
provvedimento n. 161 del 26/01/2010 e smi.
Monitoraggio e controllo
Punto di
campionamento
Tipo di campionamento
OC14
Automatico nelle 3 ore
Frequenza dei controlli
Mensile
Trimestrale
Parametri da determinare
Alcool allilico
Idrocarburi totali
Si prende atto che, con frequenza programmata, sono previsti autocontrolli aziendali delle acque reflue
industriali organiche come indicato nel “Piano di Controllo del sistema delle reti fognarie delle acque reflue
industriali e meteoriche dell’insediamento multisocietario di Ravenna” allegato al Regolamento Fognario.
Requisiti di notifica specifici
1. Nel caso in cui si verifichino imprevisti tecnici che modifichino provvisoriamente il regime e la qualità
dello scarico nel punto OC14, in relazione alle sostanze pericolose, ne va data immediata
comunicazione alla Provincia di Ravenna e all’ARPA. presentando una relazione in cui vengano
esplicitate le cause che hanno determinato tali modifiche e gli interventi intrapresi al riguardo per il
normale ripristino dello scarico; nello stesso Regolamento sono altresì codificati i diversi casi
riconducibili ad anomalie e/o emergenze che possono determinare impatti sullo scarico finale del
depuratore centralizzato. Per tali evenienze, che devono essere comunicate alla Provincia di Ravenna e
all’ARPA, vengono definiti i criteri e le procedure di intervento.
2. Qualora nel corso delle verifiche e degli autocontrolli svolti dalla Ditta venga rilevato il superamento di un
valore limite stabilito dalla presente autorizzazione relativo alle sostanze pericolose e/o ai parametri
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Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
specifici, dovrà esserne data comunicazione, nel più breve tempo possibile, alla Provincia di Ravenna e
ad ARPA; insieme con la comunicazione, ovvero a seguire nel minimo tempo tecnico, dovranno altresì
essere documentate le cause di tale superamento e le azioni correttive poste in essere per rientrare nei
limiti previsti dall’autorizzazione.
D2.6) EMISSIONI NEL SUOLO (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di
notifica specifici)
Aspetti generali
L'attività in oggetto non prevede nessuna emissione nel suolo. Potenziali impatti su suolo e sottosuolo
potrebbero derivare da sversamenti e perdite accidentali di sostanze (materie prime e/o prodotti finiti)
detenuti in stabilimento.
Tutti i serbatoi fuori terra (non sono presenti serbatoi interrati) sono in acciaio al carbonio o acciaio
inossidabile a seconda della sostanza stoccata, dotati di livello continuo, sonda di alto livello e indicatore di
pressione con segnale a DCS (sala controllo), con i conseguenti allarmi.
I serbatoi sono contenuti all’interno di adeguati bacini di contenimento in grado di contenerne il contenuto,
realizzati in calcestruzzo e convogliano i reflui, eventualmente raccolti, tutti in fogna organica di stabilimento
(a trattamento non in acque superficiali). All’interno dei bacini sono posizionati all’interno esplosimetri per la
rilevazione delle sostanze. È inoltre presente un serbatoio di contenimento nel caso in cui debba essere
intercettato l’invio dell’acqua a trattamento.
Per le restanti caratteristiche dei serbatoi e per la gestione della movimentazione delle sostanze si faccia
riferimento al paragrafo C3, BAT relative alle attività di stoccaggio e movimentazione delle sostanze anche
pericolose.
Requisiti di notifica specifici
Nessun requisito di notifica specifico.
D2.7)
RUMORE (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di notifica specifici)
Aspetti generali
L’area di ubicazione dello stabilimento ricade in classe acustica VI (area esclusivamente industriale), con
limiti di immissione sonora di 70 dBA sia nel periodo diurno che notturno.
Inoltre, tutti i recettori potenzialmente esposti alle emissioni sonore provenienti dallo stabilimento Acomon
sono riconducibili alla classe VI in quanto interni allo Stabilimento Multisocietario di Ravenna e il limite di
zona VI dista dai confini dell’impianto chimico in oggetto non meno di 500 m.
Dalle indagini svolte non si evidenziano problematiche sotto l’aspetto dell’inquinamento acustico connesso
all’esercizio dell’impianto.
I rilievi fonometrici, effettuati in continuo e con la tecnica a spot presso i confini di proprietà, hanno
evidenziato che il clima acustico e l’impatto generato dall’attività oggetto di studio sono conformi alla
normativa vigente.
Prescrizioni
1. Nel caso di modifiche sostanziali dell’impianto, devono essere effettuati campionamenti fonometrici e
aggiornata la valutazione di impatto acustico, trasmettendo la relazione agli organi competenti (Provincia
di Ravenna, ARPA).
Requisiti di notifica specifici
Nessun requisito di notifica specifico.
D2.8) GESTIONE DEI RIFIUTI (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di notifica
specifici)
Aspetti generali
La gestione dei rifiuti prodotti dal processo produttivo e dalle attività di supporto è regolamentata
internamente da apposita procedura facente parte del Sistema di Gestione Ambientale aziendale
(ACOM_PG_214), inoltre le quantità di rifiuti effettivamente prodotte vengono rilevate mediante apposite
registrazioni.
Per tutte le tipologie di rifiuti prodotti, in attesa del conferimento a terzi per le opportune operazioni di
recupero/smaltimento, viene effettuato il deposito temporaneo (attuato in conformità a quanto previsto
dall’art. 183, comma 1, lettera bb) del D.Lgs. n. 152/06 e smi) presso le apposite aree pavimentate dello
stabilimento o all’interno dei serbatoi (nel caso dei rifiuti liquidi quali fondi e residui di reazione) dotati di
idonei bacini di contenimento adeguatamente dimensionati.
65
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
I rifiuti verranno gestiti secondo le buone tecniche, in particolare il loro stoccaggio/deposito non deve
generare in alcun modo contaminazioni del suolo o delle acque, in conformità a quanto previsto dalla
procedura gestionale del SGA.
La classificazione e la gestione dei rifiuti prodotti dallo stabilimento deve avvenire secondo i criteri stabiliti
nella Parte IV del d.lgs. 152/2006 e s.m.i. anche attraverso l'utilizzo di determinazioni di carattere analitico.
La classificazione e gestione dei rifiuti deve avvenire secondo i criteri del D.Lgs 152/06 e smi.
Monitoraggio
Si riportano le seguenti indicazioni per i rifiuti prodotti
Aspetto ambientale
Aree di stoccaggio
rifiuti e registro rifiuti
Rifiuti
prodotti
(pericolosi
e
non
pericolosi)
Monitoraggio
Verifica dell'idoneità
delle aree di stoccaggio
Quantitativi distinti per
tipologia (pericolosi e
non pericolosi)
Frequenza
Mensile
Annuale
Modalità di registrazione
Su apposito
registro/foglio di lavoro
Report annuale come
previsto al paragrafo
D2.2
D2.9) CONSUMI IDRICI (aspetti generali, limiti, prescrizioni, monitoraggio, requisiti di notifica
specifici)
Aspetti generali
L'azienda ha come fonte d’approvvigionamento idrico l'acquedotto comunale e la relativa fornitura avviene
tramite R.S.I..
L’acqua demineralizzata è quella utilizzata nel processo produttivo, l’acqua industriale e l’acqua potabile
sono invece connesse alla gestione delle utenze.
Monitoraggio
Approvvigionamento idrico
3
Acqua potabile (m /anno)
3
Acqua industriale (m /anno)
3
Acqua demineralizzata (m /anno)
Frequenza
Semestrale
Mensile
Mensile
Modalità di registrazione
Report annuale come previsto al paragrafo D2.2
D2.10) ENERGIA
Il gestore, attraverso gli strumenti gestionali in suo possesso, deve utilizzare in modo ottimale l’energia, con
particolare riguardo alle MTD.
Nell’intero impianto in esame si individuano sia utenze termiche che elettriche: consumi di energia elettrica e
vapore, entrambi forniti da Enipower spa, attraverso l'impianto all'interno del sito Multisocietario. Non si
individuano limiti e prescrizioni specifici, ma si riportano nel seguito le attività di monitoraggio.
Monitoraggio
Energia consumata
Consumo totale di energia elettrica
(kWh/anno)
Consumo totale di vapore (t/anno)
Frequenza
mensile
Modalità di registrazione
Report annuale come previsto al paragrafo D2.2
D2.11) MATERIE PRIME, SOSTANZE DI SERVIZIO/AUSILIARIE E PRODOTTI FINITI
Le materie prime, sostanze di servizio/ausiliarie e prodotti finiti allo stato liquido, detenute in contenitori fissi
o mobili, devono essere stoccate in idonee aree segregate, al fine di assicurare il confinamento di eventuali
perdite, nel caso di eventi accidentali, e un loro corretto smaltimento.
Monitoraggio
Materia prima/sostanza
Alcool allilico
DMC
DAC
Namet
DIETILENGLICOLE
MONOETILENGLICOLE
Frequenza
mensile
mensile
mensile
mensile
mensile
mensile
66
Modalità di registrazione
Report annuale come
previsto al paragrafo D2.2
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
Prodotto finito
RAV7 (anche per diverso
grado)
Azeosolve
Ravolution PO
Frequenza
mensile
mensile
mensile
Modalità di registrazione
Report annuale come
previsto al paragrafo D2.2
D2.12) PREPARAZIONE ALL'EMERGENZA
Con riferimento al Sistema di Gestione Ambientale (SGA) già adottato dalla Ditta, integrato con la parte
riguardante il Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS) previsto dal D.Lgs. n. 334/99 e s.m.i., tutte le
emergenze devono essere gestite secondo le procedure individuate nel suddetto Sistema, compresa la
preparazione del personale; a tale scopo con cadenza annuale andrà aggiornato il SGA.
In caso di emergenza ambientale, il gestore deve immediatamente provvedere agli interventi di primo
contenimento del danno informando dell’accaduto la Provincia di Ravenna e l’ARPA, telefonicamente e via
fax; successivamente il gestore è tenuto ad effettuare gli opportuni interventi di bonifica.
D2.13) DISMISSIONE E RIPRISTINO DEL SITO
All’atto della cessazione dell’attività, il sito su cui insiste lo stabilimento dovrà essere ripristinato ai sensi della
normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale, tenendo conto delle potenziali fonti
permanenti di inquinamento del suolo e del sottosuolo ovvero degli eventi accidentali che potrebbero essersi
manifestati durante l’esercizio.
Allo scopo prima di effettuare le operazioni di ripristino del sito, la Ditta dovrà comunicare alla Provincia di
Ravenna un progetto comprensivo degli interventi previsti per lo stesso, la riqualificazione ambientale ed il
cronoprogramma di dismissione, accompagnato da un piano di indagini atte a caratterizzare la qualità dei
suoli e delle acque sotterranee delle aree dismesse e a definire gli eventuali interventi di bonifica, nel quadro
delle indicazioni e degli obblighi dettati dalla Parte IV del D.Lgs. 152/06 e smi.
In ogni caso il gestore dovrà provvedere a:
• lasciare il sito in sicurezza;
• svuotare vasche, serbatoi, contenitori, reti di raccolta acque reflue (canalette, fognature) provvedendo ad
un corretto recupero ovvero smaltimento del contenuto;
• rimuovere tutti i rifiuti provvedendo ad un corretto recupero ovvero smaltimento degli stessi.
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Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
D3)
PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL'IMPIANTO
D3.1) Criteri generali di monitoraggio e interpretazione dei dati, monitoraggi specifici, esecuzione e
revisione del piano
Il monitoraggio è mirato principalmente a:
- verifica del rispetto dei valori di emissione previsti dall'AIA e dalla normativa ambientale vigente;
- raccolta dati per la valutazione della corretta applicazione delle procedure di carattere gestionale.
La documentazione presentata costituente il Piano di Monitoraggio è vincolante al fine della presentazione
dei dati relativi alle attività indicate nel presente allegato per le singole matrici monitorate. Qualsiasi
variazione in relazione alle metodiche analitiche, strumentazione, modalità di rilevazione, ecc... dovranno
essere tempestivamente comunicate all’Autorità competente e ad ARPA: tale comunicazione costituisce
domanda di modifica del Piano di Monitoraggio, da comunicare e valutare ai sensi dell'art. 29-nonies del
D.Lgs 152/06 e smi.
Tutte le verifiche analitiche e gestionali svolte in difformità a quanto previsto dalla presente AIA verranno
considerate non accettabili e dovranno essere ripresentate nel rispetto di quanto sopra indicato.
Gli impianti dovranno essere eserciti secondo le procedure di carattere gestionale inserite nel SGA,
opportunamente modificate, ove necessario, secondo quanto stabilito nel presente provvedimento.
Si ritiene opportuno ed indispensabile evidenziare la necessità di adeguati interventi di manutenzione degli
impianti comprese le strutture responsabili di emissioni sonore, di formazione del personale e di
registrazione delle utilities.
Il gestore deve attuare il Piano di Monitoraggio e Controllo rispettando frequenza, tipologia e modalità dei
diversi parametri da controllare.
Il gestore è tenuto a mantenere in efficienza i sistemi di misura relativi al Piano di Monitoraggio e Controllo,
provvedendo periodicamente alla loro manutenzione e alla loro riparazione nel più breve tempo possibile.
L'azienda deve assicurarsi di entrare in possesso degli esiti analitici degli autocontrolli in tempi ragionevoli,
compatibili con i tempi tecnici necessari all'effettuazione delle analisi stesse. L'azienda inoltre è tenuta alla
immediata segnalazione di valori fuori limite, informando Provincia ed ARPA in caso di eventuale ripetizione
della prestazione analitica a conferma dato.
I rapporti di prova riportanti la data, l’orario, il punto di campionamento, il risultato delle misure di
autocontrollo (con relative soglie) e le caratteristiche di funzionamento dell’impianto nel corso dei prelievi,
dovranno essere firmati dal responsabile dell’impianto e andranno conservati e mantenuti a disposizione
degli organi di controllo competenti.
ARPA può effettuare il controllo programmato in contemporanea agli autocontrolli del Gestore. A tal fine lo
stesso dovrà comunicare tramite fax ad ARPA (Distretto territorialmente competente), con sufficiente
anticipo, le date previste per gli autocontrolli/campionamenti riguardo le emissioni in atmosfera e il
rumore.
In merito alla presentazione annuale dei dati del monitoraggio, si fa presente che la relazione (report
annuale previsto al paragrafo D2.2) deve riportare una valutazione puntuale dei monitoraggi effettuati
evidenziando le anomalie riscontrate, le eventuali azioni correttive e le indagini svolte sulle cause; i rapporti
analitici relativi alle emissioni in atmosfera andranno allegati; l’andamento degli indicatori di efficienza andrà
valutato e commentato; le tabelle riassuntive dei monitoraggi svolti dovranno essere complete delle unità di
misura dei parametri analizzati.
D3.1.1) Emissioni in atmosfera
Modalità operative
Per la verifica dei limiti, fatte salve le future determinazioni del Ministero dell’Ambiente ai sensi dell’art. 271
comma 17, dovranno essere utilizzati dei format specifici di ritorno delle informazioni, oltre ai risultati degli
autocontrolli; in particolare possono essere considerate ottimali le informazioni previste ed indicate dal
Rapporto ISTISAN 91/41, punto 7, ovvero:
- ditta, impianto, fase di processo, condizioni di marcia e caratteristiche dell'emissione;
- data del controllo;
- area della sezione di campionamento, temperatura, umidità e velocità dell’effluente;
- portata volumetrica e percentuale di ossigeno misurata;
- metodo di campionamento ed analisi, durata del campionamento;
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Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
- risultati della misura: sostanza determinata, concentrazione e unità di misura;
- condizioni di normalizzazione dei risultati della misura;
- autovalutazione di conformità/non conformità al valore limite.
Tali informazioni possono essere anche riportate in documenti quali verbali di prelievo, schede di misura e
campionamento alle emissioni, ecc. che vengono allegati ai rapporti di prova o ai rapporti tecnici.
I risultati dei controlli e la relativa relazione tecnica, previsti dal Piano di autocontrollo, devono essere tenuti a
disposizione degli Enti di Controllo (ARPA, Provincia, ecc.).
Tale relazione tecnica dovrà contenere le valutazioni in merito al rispetto o meno dei valori limite autorizzati.
Accessibilità e caratteristiche del punto di prelievo
I sistemi di accesso degli operatori ai punti di prelievo e misura manuali e automatici devono garantire il
rispetto delle norme previste in materia di sicurezza ed igiene del lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/08 e
successive modifiche.
L’azienda dovrà fornire tutte le informazioni sui pericoli e rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui opererà
il personale incaricato di eseguire prelievi e misure alle emissioni. L’azienda deve garantire l’adeguatezza di
coperture, postazioni e piattaforme di lavoro e altri piani di transito sopraelevati, in relazione al carico
massimo sopportabile. Le scale di accesso e la relativa postazione di lavoro devono consentire il trasporto e
la manovra della strumentazione di prelievo e misura.
Il percorso di accesso alle postazioni di lavoro deve essere definito ed identificato nonché privo di buche,
sporgenze pericolose o di materiali che ostacolino la circolazione. I lati aperti di piani di transito sopraelevati
(tetti, terrazzi, passerelle, ecc.) devono essere dotati di parapetti normali secondo definizioni di legge. Le
zone non calpestabili devono essere interdette al transito o rese sicure mediante coperture o passerelle
adeguate.
I punti di prelievo collocati in quota devono essere accessibili mediante scale fisse a gradini oppure scale
fisse a pioli: non sono considerate idonee scale portatili. Le scale fisse verticali a pioli devono essere dotate
di gabbia di protezione con maglie di dimensioni adeguate ad impedire la caduta verso l’esterno. Nel caso di
scale molto alte, il percorso deve essere suddiviso, mediante ripiani intermedi, in varie tratte di altezza non
superiore a 8-9 metri. Qualora si renda necessario il sollevamento di attrezzature al punto di prelievo, per i
punti collocati in quota e raggiungibili mediante scale fisse verticali a pioli, la ditta deve mettere a
disposizione degli operatori le seguenti strutture:
Quota superiore a 5 m
Quota superiore a 15 m
sistema manuale di sollevamento delle apparecchiature utilizzate per i controlli
(es: carrucola con fune idonea) provvista di idoneo sistema di blocco
sistema di sollevamento elettrico (argano o verricello) provvisto di sistema
frenante
La postazione di lavoro deve avere dimensioni, caratteristiche di resistenza e protezione verso il vuoto tali da
garantire il normale movimento delle persone in condizioni di sicurezza. In particolare le piattaforme di lavoro
devono essere dotate di: parapetto normale su tutti i lati, piano di calpestio orizzontale ed antisdrucciolo e
possibilmente dotate di protezione contro gli agenti atmosferici. Per i punti di prelievo ad altezze non
superiori a 5m possono essere utilizzati ponti a torre su ruote costruiti secondo i requisiti previsti dalle
normative vigenti e dotati di parapetto normale su tutti i lati o altri idonei dispositivi di sollevamento
rispondenti ai requisiti previsti dalle normative in materia di prevenzione dagli infortuni e igiene del lavoro. I
punti di prelievo devono comunque essere raggiungibili mediante sistemi e/o attrezzature che garantiscano
equivalenti condizioni di sicurezza.
Si ritiene idoneo l’impiego di una piattaforma mobile che dovrà essere in ogni momento disponibile presso lo
stabilimento per le operazioni di campionamento da parte degli Enti preposti al controllo.
Punto di prelievo: attrezzatura e collocazione
(riferimento metodi UNI 10169 – UNI EN 13284-1)
Ogni emissione deve essere numerata ed identificata univocamente con scritta indelebile in
prossimità del punto di prelievo.
I punti di prelievo devono essere collocati in tratti rettilinei di condotto a sezione regolare (circolare o
rettangolare), preferibilmente verticali, lontano da ostacoli, curve o qualsiasi discontinuità che possa
influenzare il moto dell’effluente. Per garantire la condizione di stazionarietà necessaria alla esecuzione delle
misure e campionamenti, la collocazione del punto di prelievo deve rispettare le condizioni imposte dalle
norme tecniche di riferimento (UNI 10169 e UNI EN 13284-1); le citate norme tecniche prevedono che le
condizioni di stazionarietà e uniformità siano comunque garantite quando il punto di prelievo è collocato:
ad almeno 5 diametri idraulici a valle ed almeno 2 diametri idraulici a monte di qualsiasi discontinuità; nel
caso di sfogo diretto in atmosfera dopo il punto di prelievo, il tratto rettilineo finale deve essere di almeno 5
diametri idraulici.
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Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
Il rispetto dei requisiti di stazionarietà e uniformità, necessari alla esecuzione delle misure e campionamenti,
può essere ottenuto anche ricorrendo alle soluzioni previste dalla norma UNI 10169 (ad esempio: piastre
forate, deflettori, correttori di flusso, ecc.). E’ facoltà dell’Autorità Competente richiedere eventuali modifiche
del punto di prelievo scelto qualora in fase di misura se ne riscontri la inadeguatezza.
In funzione delle dimensioni del condotto devono essere previsti uno o più punti di prelievo. Il numero di
punti di prelievo è stabilito sulla base della tabella seguente:
Condotti circolari
diametro (m)
N° punti di prelievo
fino a 1 m
1
da 1 m a 2 m
2 (posizionati a 90°)
superiore a 2 m
3 (posizionati a 60°)
lato minore (m)
fino a 0,5 m
da 0,5 m a 1 m
superiore a 1 m
Condotti rettangolari
N° punti di prelievo
1 al centro del lato
2
al centro dei segmenti uguali
in cui è suddiviso il lato
3
Ogni punto di prelievo deve essere attrezzato con bocchettone di diametro interno almeno da 3 pollici
filettato internamente e deve sporgere per circa 50 mm dalla parete. I punti di prelievo devono essere
collocati ad almeno 1 metro di altezza rispetto al piano di calpestio della postazione di lavoro.
Limiti di emissione ed incertezza delle misurazioni
I valori limite di emissione espressi in concentrazione, salvo diversamente disposto dall’autorizzazione, sono
stabiliti con riferimento al funzionamento dell’impianto nelle condizioni di esercizio più gravose e si intendono
stabiliti come media oraria. Per la verifica di conformità ai limiti di emissione si dovrà quindi far riferimento a
misurazioni o campionamenti della durata pari ad un periodo temporale di un’ora di funzionamento
dell’impianto produttivo nelle condizioni di esercizio più gravose.
Ai fini del rispetto dei valori limite autorizzati, i risultati analitici dei controlli/autocontrolli eseguiti devono
riportare indicazione del metodo utilizzato e dell’incertezza della misurazione al 95% di probabilità, così
come descritta e documentata nel metodo stesso. Qualora nel metodo utilizzato non sia esplicitamente
documentata l’entità dell’incertezza di misura, essa può essere valutata sperimentalmente in prossimità del
valore limite di emissione e non deve essere generalmente superiore al valore indicato nelle norme tecniche
(Manuale Unichim n.158/1988 "Strategie di campionamento e criteri di valutazione delle emissioni” e
Rapporto ISTISAN 91/41 “Criteri generali per il controllo delle emissioni”) che indicano per metodi di
campionamento e analisi di tipo manuale un’incertezza pari al 30% del risultato e per metodi automatici
un’incertezza pari al 10% del risultato. Sono fatte salve valutazioni su metodi di campionamento ed analisi
caratterizzati da incertezze di entità maggiore preventivamente esposte/discusse con l’autorità di controllo.
Nel caso di misurazioni discontinue eseguite con metodi automatici che utilizzano strumentazioni a lettura
diretta, la concentrazione deve essere calcolata come media di almeno 3 letture consecutive e riferita, anche
in questo caso, ad un’ora di funzionamento dell’impianto produttivo nelle condizioni di esercizio più gravose.
Il risultato di un controllo è da considerare superiore al valore limite autorizzato quando l’estremo inferiore
dell’intervallo di confidenza della misura (cioè l’intervallo corrispondente a “Risultato Misurazione ±
Incertezza di Misura”) risulta superiore al valore limite autorizzato.
Metodi di campionamento e misura
Per la verifica dei valori limite di emissione con metodi di misura manuali devono essere utilizzati:
- metodi UNI EN / UNI / UNICHIM
- metodi normati e/o ufficiali
- altri metodi solo se preventivamente concordati con l’Autorità Competente.
I metodi ritenuti idonei alla determinazione delle portate degli effluenti e delle concentrazioni degli inquinanti
per i quali sono stabiliti limiti di emissione, sono riportati nella tabella seguente; altri metodi possono essere
ammessi solo se preventivamente concordati con l’Autorità Competente sentita l’Autorità Competente per il
Controllo (ARPA).
Per gli inquinanti riportati potranno inoltre essere utilizzati i metodi indicati dall’ente di normazione come
sostitutivi dei metodi riportati in tabella nonché altri metodi emessi da UNI specificatamente per le misure in
emissione da sorgente fissa dell’inquinante stesso.
Metodi manuali di campionamento e analisi di emissioni
Parametro/Inquinante
Metodi indicati
Criteri generali per la scelta dei punti di misura e
UNI 10169 e UNI EN 13284-1
campionamento
Portata e Temperatura emissione
Polveri o Materiale Particellare
Composti Organici Volatili (espressi come carbonio
UNI 10169 sostituita da 16911-1
UNI EN 13284-1
3
UNI EN 12619 (<20mg/Nm )
70
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
Organico Totale)
Composti Organici Volatili (con caratterizzazione e
determinazione dei singoli composti)
3
UNI EN 13526 (>20 mg/Nm )
UNI EN 13649 (in caso di ricerca di composti
estremamente volatili prevedere il raffreddamento
della fiala durante il campionamento e/o doppia fiala
di prelievo o, in alternativa, campionamento in
sacche di materiale inerte tipo tedlar, nalophan
posticipando l'adsorbimento su fiala, in condizioni
controllate, in laboratorio).
D3.1.2) Emissioni in acqua
Modalità operative
Il campionamento ufficiale sul punto OC14 da parte degli organi di controllo, viene effettuato tramite prelievo
di un campione medio nell'arco di 3 (tre) ore, che risulta essere rappresentativo della qualità delle acque
reflue industriali organiche scaricate nella linea fognaria 3.
Le modalità di campionamento devono essere riportate in apposita modulistica (scheda identificativa del
prelievo) e le operazioni di campionamento dovranno avvenire in sicurezza nel rispetto del D.Lgs 81/08 e
smi, deve essere inoltre resa disponibile, se necessaria, idonea attrezzatura (DPI) per gli organi di controllo.
Per quanto riguarda, invece, le attività di autocontrollo che il gestore deve effettuare, si faccia riferimento a
quanto contenuto nel Regolamento Fognario, già richiamato al paragrafo D2.5 Emissioni in acqua; in esso
vengono definite le modalità operative, le competenze e la regolamentazione dei singoli flussi di scarico
delle acque reflue industriali di ciascuna Società coinsediata, l'identificazione dei pozzetti di prelevamento al
limite di batteria (pozzetti di consegna) e i valori limite di immissione che le acque reflue industriali devono
rispettare per l'accettazione all'impianto TAS del Centro Ecologico Baiona di Herambiente spa, oltre ai
programmi di monitoraggio.
Nel Regolamento risulta disposta apposita procedura per la gestione delle attività di controllo e monitoraggio
interne degli scarichi idrici, nonché di eventuali situazioni anomale o di emergenza.
Nel caso di scarichi idrici di emergenza dovuti a rotture, errori di manovra, malfunzionamenti di
apparecchiature, parallelamente alle attività necessarie per intercettare e arginare lo sversamento, viene
avvisato l'impianto centralizzato di trattamento di Herambiente con un fonogramma che individua la fogna
interessata e riporta una stima dell'entità del flusso di scarico, la durata, le sostanze inquinati, ecc...
Per quanto concerne gli scarichi delle acque meteoriche di dilavamento in acque superficiali, si ritiene
rappresentativo effettuare un campionamento di tipo istantaneo.
Verifica di conformità e rispetto dei limiti
Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata allo scarico sia in maniera continua che
periodica deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura l’incertezza della misura con un
coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato.
Qualora non fosse indicata l’incertezza della misura eseguita si prenderà in considerazione il valore assoluto
della misura per il confronto con il limite stabilito.
I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare insieme al valore del parametro analitico il
metodo utilizzato e la relativa incertezza (P95%) conformi devono riportare oltre all’esito analitico anche le
condizioni di assetto dell’impianto durante l’esecuzione del rilievo se pertinenti.
Il risultato di un controllo è da considerare superiore al valore limite autorizzato quando l’estremo inferiore
dell’intervallo di confidenza della misura (cioè l’intervallo corrispondente a “Risultato Misurazione ±
Incertezza di Misura”) risulta superiore al valore limite autorizzato.
Per quanto concerne i metodi presentati nel Piano di Monitoraggio, si ribadisce che al momento della
presentazione dei rapporti di prova relativi a quanto previsto nel Piano stesso, dovrà essere data evidenza
dell’incertezza estesa associata al dato analitico.
Si rammenta altresì che l’incertezza estesa deve essere compatibile con i coefficienti di variazione (Cv) di
ripetibilità indicati nei Metodi ufficiali.
D3.1.3) Rifiuti
Metodiche, verifica di conformità e rispetto dei limiti
I rifiuti verranno gestiti secondo le buone tecniche, in particolare il loro stoccaggio/deposito non provocherà
in alcun modo contaminazioni del suolo o delle acque, in conformità a quanto previsto dalla procedura
gestionale del SGA.
La classificazione e la gestione dei rifiuti prodotti dallo stabilimento avviene secondo i criteri stabiliti nella
Parte IV del d.lgs. 152/2006 e s.m.i..
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Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
D3.1.4) Indicatori di prestazione
Gli indicatori di prestazione ambientale utilizzati come indicatori indiretti di impatto ambientale sono:
Aspetto ambientale coinvolto
Atmosfera
Acque (scarichi e consumi)
Rifiuti
Energia
Parametro
Emissioni in atmosfera (kgSOV/tprodotto; polveri/tprodotto)
3
Scarico di acque organiche di processo specifico (m acque
organiche di processo scaricate/tprodotto)
COD scaricato specifico (kgCOD scaricato/tprodotto)
3
Consumo idrico specifico (m acque consumate/tprodotto)
produzione specifica di rifiuti (trifiuti prodotti/tprodotto)
indice di recupero rifiuti (trifiuti a recupero/trifiuti prodotti)
consumo energetico specifico (TEP/tprodotto)
I valori degli indicatori di performance ambientale sopra riportati devono essere determinati su base annua, il
loro calcolo deve essere accompagnato da una analisi, da cui si evinca la conformità dell'impianto rispetto a
quanto definito nei Bref di settore.
I dati devono essere resi disponibili alle autorità di controllo e riportati nel report annuale (previsto al
paragrafo D2.2), come anche indicato al paragrafo D3.1.
72
Allegato
Sezione adeguamento impianto e sue condizioni di esercizio - Sezione D
D3.2) Autocontrolli, controlli programmati e loro costo
La regolamentazione degli autocontrolli per le diverse matrici ambientali inserite nel Piano di Monitoraggio
che l'azienda deve attuare, con le frequenze, le metodiche, ecc... è riportata nei paragrafi precedenti.
Per quanto riguarda, invece, i controlli programmati, effettuati dall'organo di vigilanza (ARPA), si ritiene
adeguata una periodicità di controllo triennale con visita ispettiva mirata a:
- verifica dell'applicazione di quanto previsto nel Piano di Monitoraggio,
- verifica della corretta applicazione del Piano di Adeguamento e Miglioramento;
- verifica degli indicatori di prestazione ambientale dell'impianto;
- controllo dei dati relativi al consumo di risorse, materie prime e di servizio/ausiliarie con particolare
riguardo all'utilizzo di sostanze pericolose;
- controllo delle modalità con cui vengono effettuati gli scarichi di acque reflue industriali organiche e
inorganiche, tramite tubazioni dirette, all’impianto centralizzato di depurazione, anche ricorrendo
eventualmente ad un prelievo (per ricerca sostanze pericolose e parametri specifici)
- verifica delle analisi effettuate sulle acque reflue industriali organiche e inorganiche, destinate a
trattamento rispettivamente alla linea TAPO e alla linea TAPI dell’impianto centralizzato di depurazione,
con particolare riguardo alle sostanze pericolose e ai parametri specifici;
- il controllo del registro degli autocontrolli delle emissioni in atmosfera con eventuale prelievo di campioni
ai camini;
- controllo della documentazione attestante gli interventi di controllo e manutenzione degli impianti di
abbattimento;
- il controllo del registro di carico/scarico rifiuti;
nel caso di modifiche impiantistiche che prevedono l'inserimento di nuove e significative fonti di emissioni
sonore, da comunicare e valutare ai sensi dell'art. 29-nonies del D.Lgs 152/06 e smi, è prevista una verifica
ispettiva mirata.
Le periodicità riportate sono comunque da ritenersi indicative e da valutarsi anche in base alle risultanze
contenute nei report annuali che la Ditta è tenuta a presentare (tramite il portale regionale IPPC-AIA), come
da prescrizioni e da Piano di Monitoraggio, alla Provincia e all’ARPA.
Qualora fosse necessario l’impiego di particolari attrezzature o dispositivi di protezione ai fini della sicurezza,
per agevolare lo svolgimento dell’intervento di campionamento o ispezione, si prescrive che tale attrezzatura
o DPI sia messa a disposizione dei Tecnici di Arpa.
Le spese occorrenti per le attività di controllo programmato da parte dell’Organo di Vigilanza (ARPA)
previste nel Piano di Controllo dell’impianto, oltre alla verifica del Piano di Adeguamento, sono a carico del
Gestore e saranno determinate secondo quanto previsto nel Piano stesso.
Il corrispettivo economico relativo al Piano di Controllo verrà valutato in base alle tariffe fissate dalla
normativa vigente Decreto Ministeriale 24 aprile 2008 “Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare
in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59,
recante attuazione integrale della direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e riduzione integrate
dell’inquinamento”, come modificato ed adeguato dalla Delibera di Giunta Regionale n. 1913 del
17/11/2008 e sue successive modifiche (Delibera di Giunta Regionale n. 155 del 16/02/2009 e Delibera
di Giunta Regionale n. 812 del 08/06/2009).
Il versamento dovrà essere effettuato a favore di ARPA ER secondo le modalità opportunamente
comunicate dalla Provincia di Ravenna.
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Allegato
Sezione indicazioni gestionali - Sezione E
SEZIONE E
SEZIONE INDICAZIONI GESTIONALI
1. L’impianto deve essere gestito secondo tutte le procedure di carattere gestionale inserite nel Sistema di
Gestione Ambientale dell’azienda.
2. Si ritiene opportuno e indispensabile evidenziare la necessità di adeguati interventi di manutenzione degli
impianti comprese le strutture responsabili di emissioni sonore, di formazione del personale e di
registrazione delle utilities (utenze).
3. L’impianto deve essere condotto con modalità e mezzi tecnici atti ad evitare pericoli per l’ambiente ed il
personale addetto.
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Allegato
SCHEDA DI OMOLOGA ACQUE DI PROCESSO ORGANICHE
Società Acomon s.r.l. (pozzetto OC14)
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Allegato
SCHEDA DI OMOLOGA ACQUE DI PROCESSO INORGANICHE
Flusso Cointestato (vasca S5)
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Allegato
SCHEDA DI OMOLOGA ACQUE DI PROCESSO INORGANICHE
Flusso Cointestato (vasca S5)
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