La risposta europea alla crisi: i meccanismi di solidarietà finanziaria Alessio Vincenzo Liquori Direzione III Relazioni finanziarie internazionali – Ufficio IV Politiche economiche europee La crisi economica e finanziaria: profonda, complessa, lunga e globale • 2008: la crisi nasce nel settore finanziario, immediatamente esiti reali (recessione nel 2009) ma produce • Una recessione storica e globale: il tasso di crescita mondiale nel 2009 è pari allo -0,6%. Mai così basso dal dopoguerra. • A crisi globale, risposte globali: forti reazioni di tutti i paesi, soprattutto attraverso la leva fiscale, e primi esperimenti di coordinamento (il G20 di Londra 2009 e quelli successivi di Toronto e Seoul). • Nel 2010 sembrava finita, invece è durata fino a tutto il 2013 (ed è stata dura soprattutto in Europa). La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 2 Le 5 fasi della crisi economica e finanziaria 1. Agosto 2007 – Agosto 2008: la crisi è confinata al settore finanziario e principalmente negli Stati Uniti (mercato dei subprime USA). 2. Settembre 2008 – Gennaio 2009: la crisi si acuisce e compare il rischio di un collasso finanziario (Lehman Bros: 15 settembre 2008). 3. Gennaio 2009 – Agosto 2009: la crisi si estende all’economia reale e ai mercati emergenti. Stimolo fiscale per la crescita. Secondo giro di interventi per stabilizzare i mercati finanziari. 4. Estate 2009 – Inverno 2010: La crisi reale sembra finita (riprende la crescita), ma... 5. da Febbraio 2010 a… ieri?: crisi fiscale e feedback perverso tra banche e debiti sovrani in Europa. Irlanda, Portogallo, Grecia, Spagna, Cipro e crisi degli spread. La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 3 La risposta europea alla crisi: il disegno originario Una strategia (iniziale) in 4 punti: 1. il Piano europeo di ripresa economica (EERP): stimolo fiscale pari all'1,5% del PIL UE (200 miliardi) nel 2008-2009 (con buona pace del Patto di Stabilità); 2. le misure per la stabilità dei mercati finanziari: iniezioni di liquidità e meccanismi di garanzia per le banche, nuova regolamentazione (authority EBA, ESRB, ESMA); 3. la politica monetaria: allentamento della politica monetaria fuori e dentro l’area euro (dal 09/2008 al 06/2009 la BCE ha ridotto il tasso di riferimento dal 3,75% al 1,00%, politiche simili anche da UK, Svezia e altri paesi dell’UE 27); 4. l’assistenza finanziaria agli Stati (in origine): basata sull'unico, piccolo strumento della Balance of Payments Assistance e solo per gli Stati non-euro. La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 4 La risposta europea alla crisi: la stabilità finanziaria dell’area euro diventa la priorità assoluta • Le politiche di stimolo fiscale nel biennio 2008-2009 e le misure di salvataggio delle banche provocano un peggioramento generalizzato degli equilibri fiscali dei paesi europei. • Il Patto di Stabilità non tiene (scarsa credibilità dei meccanismi sanzionatori e correttivi già prima della crisi, anche per colpa dei tedeschi). • Scoppia il “bubbone” greco (febbraio 2010). • La crisi dei debiti sovrani, il circolo vizioso con le banche e il rischio di contagio rendono possibile lo scenario catastrofico, cioè la dissoluzione dell'Eurozona, la cui probabilità viene incorporata negli spread. • (Per non parlare della crisi di consenso: la dissoluzione dell'Euro non è solo un rischio, ma diventa un'opzione politica). La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 5 La storia raccontata dallo spread La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 6 Il vero bubbone infetto: la Grecia La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 7 Oggi la febbre è finita (Grecia a parte). Può risalire? La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 8 Una strategia in 4 mosse e un negoziato su 3 fronti Quattro direzioni di policy (tre di breve periodo, una di medio-lungo): 1. La regolamentazione finanziaria 2. L' equilibrio fiscale 3. Il sostegno finanziario agli Stati Membri 4. Il completamento dell'Unione economica e monetaria Tre fronti negoziali principali: 1. la Germania e i "nordici" da una parte 2. l’Italia, la Spagna e alcuni "periferici" dall’altra, spesso insieme a Commissione e BCE 3. La Francia più con i secondi che con i primi, ma a volte si smarca (Ma non manca qualcosa? E la politica monetaria? E il ruolo della BCE? Ci torneremo…) La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 9 La regolamentazione finanziaria Quando la crisi sembrava solo finanziaria e la recessione solo temporanea: • Un unico sistema di regole (cd. single rulebook) annunciato nel 2009 • 3 nuove autorità europee (dal 1 gennaio 2011) 1. European Banking Authority (EBA), per la supervisione delle banche 2. European Securities and Markets Authority (ESMA), per la supervisione dei mercati finanziari (e delle famigerate agenzie di rating) 3. European Insurance and Occupational Pensions Authority (EIOPA), per la supervisione delle assicurazioni e dei fondi pensione Ma ora c'è l'Unione bancaria, che comprende e supera questo primo approccio La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 10 L'equilibrio fiscale • Il Semestre Europeo: coordinamento delle procedure di bilancio • Il Six-pack: 5 regolamenti e 1 direttiva (per tutti i Paesi EU27, oggi EU28): rafforzamento dello SGP e introduzione della nuova MIP • Il TSCG (Treaty on Stability, Coordination and Governance), meglio noto come “Fiscal Compact” (sottoscritto da tutti tranne UK e CZ): pareggio di bilancio strutturale (noi ce l'avevamo già), regole nazionali di rango costituzionale, criteri di bilancio armonizzati • Il Two-pack: 2 regolamenti (solo per i Paesi euro), rafforzamento del coordinamento di bilancio e sorveglianza rafforzata per gli SM in difficoltà finanziaria La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 11 Il Semestre Europeo La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 3 maggio 2013 12 Six-pack • 5 Regolamenti e 1 Direttiva che rafforzano il Patto di Stabilità e Crescita: • 2 regolamenti modificano le vecchie regole sul "braccio preventivo" e sul "braccio correttivo" • 3 nuovi regolamenti introducono la Procedura per gli Squilibri Macroeconomici e la "quasi automaticità" delle sanzioni (Reverse Qualified Majority Voting, RMQV) • 1 Direttiva di armonizzazione delle regole di compilazione dei bilanci (criterio della competenza, criteri statistici, auditing indipendente) • In vigore dal 13 dicembre 2011 (la Direttiva attuata entro dicembre 2013). • Si applica a tutti gli EU28, con alcune regole specifiche per gli EU18. • Regola della spesa: il tasso di crescita della spesa pubblica primaria non può essere superiore a quello del PIL potenziale • Regola del debito: la quota eccedente il 60% del PIL deve essere ridotta in media di un ventesimo ogni anno La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 13 Treaty on Stability, Coordination and Governance (il famigerato "Fiscal Compact"). • Entrato in vigore a gennaio 2013 in 25 Paesi (tutti, tranne UK e CZ), ma è cogente solo per i Paesi euro, per gli altri lo sarà al momento dell'ingresso nella moneta unica (prima solo su base volontaria) • Maggiore visibilità e impegni consolidamento dei bilanci • Regola del bilancio in pareggio (deficit strutturale non oltre 0,5 %) nella legislazione nazionale (possibilmente a livello costituzionale) • Si ribadisce la “regola del 20esimo” e che nell’applicazione vanno considerati “tutti gli altri fattori rilevanti” (effetti del ciclo, debito privato, ecc.) politici più stringenti in materia Davvero ci vorranno più di 50 miliardi all'anno per 20 anni? E davvero abolire il Fiscal Compact è possibile/utile? La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 14 di Two-pack • 2 Regolamenti che si applicano solo ai 17 (ora 18) Paesi euro: 1. Il primo stabilisce la valutazione preventiva dei bilanci nazionali, con la possibilità della Commissione di chiedere ai singoli stati membri di modificare la legge di bilancio se viene considerata non coerente con il Patto di Stabilità e le CountrySpecific Recommendations 2. Il secondo introduce una forma di sorveglianza rafforzata (enhanced surveillance) per gli Stati membri che si trovano in forti difficoltà finanziarie o comunque a quelli che ricevono forme precauzionali di assistenza finanziaria • I parlamenti nazionali restano sovrani, ma devono considerare anche il parere esplicito della Commissione (e le pressioni politiche degli altri Stati Membri): principio della peer review e della peer pression ("soft law") La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 15 Permettete una parentesi? Equilibrio fiscale e austerità non sono la stessa cosa • In tutte le unioni e federazioni di Stati, le singole unità federate (Stati, Länder, Cantoni) hanno l’obbligo dell’equilibrio di bilancio e il divieto di finanziarsi a debito, se non per spese in conto capitale e in misura ristretta • La redistribuzione di risorse tra stati ricchi e stati poveri e il riequilibrio di parte corrente avviene grazie all’azione del bilancio federale (che può essere ovviamente finanziato a debito) • • Ma purtroppo l’Europa non è (ancora) un’unione federale • In Italia l’equilibrio di bilancio (non l’austerità!) è comunque necessario, Europa o non Europa. • • Certo, sulle ricette il dibattito è lecito (crescita o aggiustamento fiscale?). Quindi il punto non è l’ossessione tedesca per l’austerità (che pure esiste, anche per ragioni non trasparenti), ma la costruzione di un assetto europeo equilibrato e completo Per la crescita non esiste un "magic bullet" (e che Reinhart e Rogoff e il FMI abbiano sbagliato in fondo conta poco) La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 16 Verso una vera Unione Economica e Monetaria Il "Rapporto dei 4 Presidenti” (5 dicembre 2012) e il "Blueprint" della Commissione (28 novembre 2012) prefigurano un percorso di completamento dell'UEM basato su una maggiore integrazione finanziaria, su una capacità fiscale e politiche economiche comuni, su una maggiore legittimità democratica. La tabella dei tempi originaria era ambiziosa (e infatti siamo in ritardo quasi su tutto!): 1. Entro la fine del 2013: attuazione della vigilanza unica sulle banche (che invece partirà a 11/2014), l’accordo sull'armonizzazione dei sistemi nazionali di risoluzione e di garanzia dei depositi e il sistema per la ricapitalizzazione diretta delle banche da parte di ESM. 2. Fra il 2013 e il 2014: realizzazione di un’autorità comune per la risoluzione delle crisi bancarie e di un meccanismo per un maggiore coordinamento delle politiche per le riforme strutturali sulla base di accordi contrattuali, con eventuali incentivi finanziari. 3. Dopo il 2014: prevede che l’area dell’euro disponga di risorse indipendenti e centralizzate in grado di assorbire gli shock economici asimmetrici, nonché forme di mutualizzazione dei debiti sovrani, governate da una funzione del Tesoro europeo centralizzata e democraticamente legittimata. La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 17 Dalla regolamentazione finanziaria all'Unione Bancaria Di cosa parliamo quando parliamo di Unione Bancaria • un Meccanismo Unico di Supervisione (SSM), facente capo alla BCE, che vigili sul rispetto dei requisiti patrimoniali imposti dalle nuove regole basate su "Basilea III" (CRD IV/CRR, approvati a giugno 2013) • uno schema coordinato (e in futuro, unico per tutti) di risoluzione (SRM), basato su un Fondo unico per la risoluzione delle banche e da regole certe per gestire in modo imparziale i casi di bail-out e di bail-in (BRRD, Bank Recovery and Resolution Directive) • uno schema unico di garanzia dei depositi (DGS), che ora sono garantiti (fino a 100.000 euro) da fondi nazionali La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 18 La logica e i "pezzi" dell’Unione bancaria La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 19 L'Unione Bancaria ha però tempi lunghi (e l'attenuarsi della crisi non è il giusto incentivo) • Le nuove regole (CRD IV e CRR) sono state approvate definitivamente a giugno 2013 e la direttiva è stata trasposta nei 28 ordinamenti nazionali entro dicembre 2013 • SSM è stato formalmente approvato a novembre 2013 ed entrerà pienamente in vigore a novembre 2014 (dopo un anno… nel frattempo la BCE assume: fossi in voi farei domanda!) • Il "trilogo" su BRRD si è chiuso positivamente a dicembre 2013 e i testi sono stati approvati dal PE il 15 aprile 2014, ma l'attuazione prevede tempi molto lunghi, in particolare per il fondo unico di risoluzione (10 anni), e il compromesso non è sempre stato soddisfacente (duro confronto tra Parlamento e Consiglio). La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 20 Timeline dell'Unione bancaria Novembre 2014: la BCE assume la vigilanza unica sulle banche europee Dicembre 2014: nuovi capital requirements in vigore, 4,5% in azioni ordinarie + 3,5%di “conservation buffer” = 8% 1 Gennaio 2015: Fondi di Risoluzione nazionali. Liquidity Coverage Ratio (LCR): risorse liquide pari al 60% degli esborsi dei 30 giorni successivi (cresce progressivamente fino al 100% nel 2018). 1 Gennaio 2016: Fondo Unico di Risoluzione europeo, inizialmente con il 40% delle risorse dei Fondi nazionali. Bail-out vietato nell’Unione Europea, si applica solo il bail-in (salvo crisi sistemiche), crisi bancarie verranno gestite in 32 ore per evitare il contagio 1 Gennaio 2024: il Fondo Unico di Risoluzione raggiunge il 100% delle sue risorse, pari a 55 miliardi di euro La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 21 Gli interventi di sostegno finanziario 1. Il primo intervento: il prestito multilaterale alla Grecia (Greek Loan Facility Agreement, GLA) 2. La prima fase del contagio e i meccanismi temporanei: • European Financial Stability Facility (EFSF) • European Financial Stabilization Mechanism (EFSM) 3. Un firewall credibile e permanente per evitare rischi sistemici: • European Stability Mechanism (ESM) La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 22 Il Greek Loan Facility Agreement (1°programma di aiuti alla Grecia: maggio 2010) • Programma congiunto UE/FMI • 110 miliardi di aiuti in tre anni, con l’obiettivo di permettere alla Grecia il ritorno sui mercati per il 2012 Forte condizionalità e programma ambizioso: • Deficit al 3% del PIL nel 2014 • Privatizzazioni per 50 miliardi entro il 2015 Problemi evidenti dopo pochi mesi: • riduzione del pricing (effettivamente eccessivo) e prolungamento della scadenza • consapevolezza del fallimento del programma dopo poco più di un anno (luglio 2011) La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 23 Il percorso un po’ sofferto della strategia di sostegno finanziario… Con il GLA per la Grecia, considerati i segnali di rischio da altri Stati membri (l’Irlanda per prima), nascono anche i meccanismi di stabilità. Il decision making europeo non ha dato prova di grande risolutezza… i meccanismi vengono modificati e rafforzati più volte: • 10 maggio 2010: EFSF (255 miliardi) e EFSM (60 miliardi) • 21 marzo 2011: definizione del primo Trattato su ESM (500 miliardi, permanente) in sostituzione di EFSF dal 1 luglio 2013 • 21 luglio 2011: aumento della capacità di EFSF a 440 miliardi • 26 ottobre 2011: “EFSF 2.1” (leverage, nuovi strumenti di intervento); il primo emendamento su EFSF viene superato • 9 dicembre 2011: nuovo Trattato e anticipo di ESM al 1 luglio 2012 (sovrapposizione con EFSF, strumentazione copiata da EFSF 2.1) • 2 febbraio 2012: firma del secondo Trattato su ESM • 8 ottobre 2012: inaugurazione di ESM La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 24 Il meccanismo comunitario: EFSM (Regolamento CE 407/2010) Lo European Financial Stability Mechanism riproduce lo strumento della Balance of Payments Assistance, ma in forma dedicata agli Stati membri dell’euro. • 60 miliardi di capacità… • …garantiti dal bilancio comunitario (tutti i 27!) • Schema “borrowing for lending”: EFSM emette titoli a nome dell’Unione Europea e presta il ricavato al paese che chiede il sostegno finanziario • La differenza tra i tassi attivi e passivi garantisce la sostenibilità dell’operazione La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 25 Il meccanismo temporaneo dell’area euro: EFSF (schema originario: Framework Agreement) Lo European Financial Assistance Facility rappresenta un passo avanti rispetto a EFSM, sia per capacità di prestito, sia per grado di complessità finanziaria. • Costituito dalle garanzie fornite dagli allora 17 Stati membri dell’euro • Garanzie pro-quota e non solidali • 255 miliardi di capacità (dietro 440 miliardi di garanzie) • Un solo strumento: prestiti ordinari • Matched funding e nessuna strategia complessa di investimento La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 26 Le prime modifiche a EFSF (luglio 2011) Dopo gli interventi a favore dell’Irlanda (novembre 2010) e del Portogallo (maggio 2011) risulta evidente che la capacità di EFSF non è sufficiente. Negoziato tra la posizione tedesca (moral hazard) e quella dei periferici (deterrente: “the bigger is the gun, the smaller the probability to use it”). • La decisione finale è di portare a 440 miliardi la capacità effettiva di EFSF, a fronte di 780 miliardi circa di garanzie prestate • Nessun incremento di operatività (strumenti, funding, ecc.) • Un ulteriore risultato è la riduzione del pricing sui prestiti La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 27 "EFSF 2.1" (ottobre 2011) A pochi mesi di distanza un nuovo emendamento interviene sul Framework Agreement, ma questa volta le modifiche sono profonde: • Leveraging delle risorse 1. Co-Investment Fund 2. Partial Protection Certificates • Nuovi strumenti di intervento 1. Programmi precauzionali 2. Acquisto di titoli sovrani sul mercato primario 3. Acquisto di titoli sovrani sul mercato secondario 4. Ricapitalizzazione indiretta delle banche (attraverso prestiti agli stati) La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 28 EFSF: quanti soldi (o meglio: garanzie) ci abbiamo messo. Il vero costo però è l'impatto sul debito delle emissioni (circa 35 miliardi di euro in totale per l'Italia) La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 29 Il meccanismo permanente ESM: caratteristiche generali Lo European Stability Mechanism (ESM) è una Istituzione Finanziaria Internazionale indipendente (IFI), istituita con un Trattato internazionale. • Il modello è il Fondo Monetario • La sede è a Lussemburgo • Il Trattato, firmato il 2 febbraio 2012, è entrato in vigore con la ratifica del 90% degli "azionisti" • Il Meccanismo è stato inaugurato l'8 ottobre 2012 • Tutti gli Stati membri che adottano l'euro ne fanno parte (ultima la Lettonia) La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 30 Il meccanismo permanente ESM: strumenti di intervento Gli strumenti di intervento di ESM sono gli stessi introdotti per EFSF 2.1, ma senza forme di leveraging: • Programmi precauzionali • Programmi ordinari di prestito • Acquisti di titoli pubblici sul mercato primario • Acquisti di titoli pubblici sul mercato secondario • Prestiti per la ricapitalizzazione delle banche • [Ricapitalizzazione diretta delle banche] (forthcoming) La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 31 Il meccanismo permanente ESM: la governance Organo di vertice di ESM è il Board of Governors, costituito dai Ministri finanziari dei 18 paesi euro. • La regola decisionale ordinaria è il mutual agreement (una forma di unanimità leggermente depotenziata: le astensioni non contano) • Altrimenti: maggioranza qualificata dell’85% (si contano le quote di partecipazione al capitale) • Per la amministrazione corrente: Board of Directors e un Managing Director È davvero indipendente? La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 32 Il meccanismo permanente ESM: la dotazione finanziaria Mentre EFSF opera sulla base della prestazione di garanzie, in ESM è conferito del capitale: • 80 miliardi di capitale paid-in (effettivamente versato) • 620 miliardi di capitale "a chiamata" (sottoscritto, ma non versato: simile alle garanzie) • Il capitale paid-in viene versato in 5 tranche: due nel 2012, due nel 2013 e l’ultima nel 2014 (decisione di accelerare il versamento) • La capacità di prestito è di 500 miliardi di euro a regime (ossia a capitale paid-in interamente versato) La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 33 ESM: chi ci mette i soldi… soldi veri, stavolta! ESM Member Kingdom of Belgium Federal Republic of Germany Republic of Estonia Ireland Hellenic Republic Kingdom of Spain French Republic Italian Republic Republic of Cyprus Grand Duchy of Luxembourg Malta Kingdom of the Netherlands Republic of Austria Portuguese Republic Republic of Slovenia Slovak Republic Republic of Finland Total ESM key (%) 3,48 27,15 0,19 1,59 2,82 11,90 20,39 17,91 0,20 0,25 0,07 5,72 2,78 2,51 0,43 0,82 1,80 100,00 Paid-in capital Callable capital subscription subscription (billion EUR) (billion EUR) 2,78 21,56 21,72 168,31 0,15 1,15 1,27 9,87 2,25 17,46 9,52 73,80 16,31 126,39 14,33 111,06 0,16 1,22 0,20 1,55 0,06 0,45 4,57 35,45 2,23 17,26 2,01 15,56 0,34 2,65 0,66 5,11 1,44 11,14 80,00 620,00 Total capital subscription (billion EUR) 24,34 190,02 1,30 11,15 19,72 83,33 142,70 125,40 1,37 1,75 0,51 40,02 19,48 17,56 2,99 5,77 12,58 700,00 e la Lettonia…? La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 34 La transizione tra EFSF e ESM Tra il 1 luglio 2012 e il 30 giugno 2013 EFSF e ESM hanno convissuto. Durante il periodo di sovrapposizione: • ESM è stato lo strumento principale di finanziamento di nuovi programmi di sostegno a partire dal 1 luglio 2012 • EFSF è rimasto operativo solo per i programmi già esistenti a quella data • Le risorse residue di EFSF erano formalmente a disposizione per eventuali nuovi programmi di intervento, al fine di assicurare una capacità complessiva del firewall europeo (EFSF+ESM) pari a 500 miliardi Un caso particolare: la Spagna, che passa da EFSF a ESM La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 35 I programmi di assistenza • EFSF (con EFSM e FMI e, a volte, aiuti bilaterali) • Irlanda: chiuso l'8 dicembre 2013 (e senza "exit program") • Portogallo: chiuso il 18 maggio 2014 (ieri!) e senza exit program • Grecia 2 • ESM • Spagna: chiuso (e anche qui, niente exit program) • Cipro (con FMI) La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 36 Irlanda e Portogallo • • Irlanda (EFSF + EFSM + FMI + bilaterali) • 85 miliardi (17,7 EFSF + 22,5 EFSM + 22,5 FMI + 4,8 bilaterali + 17,5 fondo pensioni irlandese) • Ricapitalizzazione delle banche • Implementazione positiva: è stato il "caso di successo" Portogallo (EFSF + EFSM + FMI) • 78 miliardi (26 EFSF + 26 EFSM + 26 FMI) • Debito sovrano • Implementazione in linea con gli obiettivi, ma con qualche problema in più dell’Irlanda. Si chiude in questi giorni! La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 37 Irlanda e Portogallo: fuori dal tunnel? • L'Irlanda è tornata sui mercati, ossia ha ricominciato a finanziarsi emettendo propri titoli di debito anche a medio e lungo termine, già qualche mese prima della fine del programma • Anche il Portogallo c'è riuscito, ma a costi superiori • Nessuna "exit strategy", per evitare sanzioni reputazionali (ma in molti, compresi la BCE e la Commissione, pensavano che una linea di credito precauzionale non fosse una cattiva idea) • Siamo sicuri che i mercati stiano "prezzando bene"? IE<UK! La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 38 Il secondo programma per la Grecia Un sostegno complessivo pari a 172,6 miliardi, di cui: • 109,1 miliardi di nuovo prestito: • • • 48 per la ricapitalizzazione delle banche greche 24,4 residuo del precedente GLF 36,7 del nuovo prestito • 30 miliardi come " sweetener" per il PSI • 5,5 miliardi per pagare gli interessi maturati sui titoli swappati • 28 miliardi di contributo dal FMI (di cui 8,2 solo dopo il 2014) • Impegno complessivo di EFSF pari a 144,6 miliardi La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 39 "Come so' 'ste olive?"… • Tre ristrutturazioni del debito a breve distanza l'una dall'altra: 1. PSI di febbraio 2012 e debt buyback di dicembre 2012 2. OSI (prima gli ANFA holdings, poi i profitti SMP) • È la dimostrazione che anche uno Stato membro dell'euro può fare default. I mercati, in fondo, hanno ragione ad avere paura • La paura dei mercati auto-realizza le aspettative, come sappiamo • Lo spread non è un'invenzione della finanza cattiva e dei poteri forti per imporre l'austerità ai periferici: è un indicatore abbastanza fedele delle paure (e delle paranoie) dei mercati • Con le paure dei mercati (anche se paranoiche) bisogna fare i conti, se si ha la necessità di rifinanziare varie centinaia di miliardi di debito all'anno La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 40 Il programma per la ristrutturazione del settore bancario in Spagna Un impegno finanziario notevole, in un programma a "condizionalità limitata": • 100 miliardi di ammontare massimo inizialmente autorizzati… • …39,5 miliardi richiesti ufficialmente dalla Spagna, di cui 37 al FROB e 2,5 a SAREB (AMC, la "bad bank"). • Condizionalità limitata al settore bancario (monitoraggio BCE ed EBA, rispetto delle regole sugli aiuti di Stato) • Il programma ha funzionato (operazioni effettuate a prezzi equilibrati, programmi di ristrutturazione che funzionano, partecipazione dei privati in SAREB) e le banche spagnole ne sembrano uscite • Si è sgonfiata la bolla finanziaria, ma non quella reale: il debito pubblico spagnolo è aumentato bruscamente e la disoccupazione è a livelli da record La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 41 Last but not least: il programma per Cipro I numeri del programma: • 9 miliardi da ESM e 1 miliardo dal FMI • a differenza della Spagna è un programma completo, finalizzato non solo alle banche ma anche ai fabbisogni fiscali di Cipro, quindi a condizionalità piena (e infatti a Cipro c'è la famigerata Troika) Al di là dei numeri, la storia di Cipro offre alcune lezioni fondamentali: • l'annuncio del (folle) "Piano A" insegna che la fiducia è l'unica vera moneta: ci vogliono regole precise e ferree (garanzia dei depositi, ranking in caso di bailin, ecc.) • la semplice correttezza (almeno formale) del "Piano B" insegna che i meccanismi decisionali europei possono ancora essere fortemente inefficienti (soprattutto in casi di inaffidabilità di alcune delle parti in causa). La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 42 Quanto vale la solidarietà europea per la stabilità finanziaria? EFSM EFSF ESM Bilaterali Grecia 1 Totale risorse europee 85,6 85,6 4,8 45,0 Irlanda 22,5 17,7 Portogallo 26,0 26,0 52,0 144,6 144,6 Grecia 2 Spagna Cipro Totale risorse europee 48,5 188,3 Miliardi di euro Fonte: elaborazioni Dipartimento del Tesoro, Direzione III La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 43 39,5 39,5 9,0 9,0 48,5 90,4 375,7 Una favola che non vi ho raccontato: Draghi a difesa del castello L'azione della BCE per la stabilità dell'euro, oltre alle normali operazioni di politica monetaria ordinaria (manovre di tasso), si è svolta anche allargando i rubinetti del rifinanziamento monetario (aste a tasso fisso, ampliamento dei collateral accettati) e con alcune operazioni di mercato "non convenzionali": • Covered Bond Purchase Programme (CBPP): acquisto di obbligazioni bancarie garantite (60 miliardi nel 2009 e altri 40 nel 2011) • Long-Term Refinancing Operations (LTRO): rifinanziamento delle banche a scadenze più lunghe (6-12 mesi), tra il 2008 e il 2010 • Securities Markets Programme (SMP): acquisto di titoli sui mercati secondari, in gran parte pubblici (Irlanda, Portogallo e Grecia inizialmente, poi anche Spagna e Italia), fino al 6 settembre 2012 (quando viene annunciato OMT) • Outright Monetary Transactions (OMT): il "bazooka" sfoderato il 6 settembre 2012, che prevede acquisti illimitati di titoli pubblici sul mercato secondario nell'ambito di un programma di assistenza EFSF/ESM (anche precauzionale) che preveda acquisti sul primario, dietro specifica condizionalità La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 44 La favola è a lieto fine? Il caso OMT come paradigma • Su OMT pende un ricorso presentato da alcuni cittadini tedeschi alla loro Corte Costituzionale, che lo ha rinviato alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per una pronuncia pregiudiziale • La Corte tedesca, nel merito, accoglie di fatto le argomentazioni dei ricorrenti e l'esito del rinvio alla CGUE è incerto nella soluzione e nelle conseguenze (che potrebbero essere molto negative) • Nel merito: la teoria economica del Giudice costituzionale tedesco è sbagliata! • Molti Stati Membri sembrano intenzionati a difendere OMT di fronte alla CGUE …vediamo quale idea di Europa risulterà vincente… La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 45 Il peggio è passato? Pare di sì, ma rimangono alcuni elementi critici: • Nel sistema bancario persistono i problemi e i prossimi stress test sono attesi con qualche preoccupazione • Una sconfitta giudiziale di OMT potrebbe rimettere in moto la crisi degli spread, soprattutto se la ripresa stenta • La crisi di consenso della strategia federalista e il riflusso nazionalista e populista non aiutano… …il 25 maggio è vicino, vedremo! La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 46 Risorse e riferimenti utili • www.efsf.europa.eu • www.esm.europa.eu • http://ec.europa.eu/economy_finance/index_en.htm • www.ecb.int Per analisi e commenti: • www.voxeu.org • www.bruegel.org La risposta europea alla crisi Alessio V. Liquori – 19 maggio 2014 47 Contact details Alessio Vincenzo Liquori Tel. +39 06 47613297 Fax +39 06 47618147 E-mail: [email protected] Ministero dell’Economia e delle Finanze Dipartimento del Tesoro Direzione III – Rapporti Finanziari Internazionali Via XX Settembre, 97 - 00187 Roma www.dt.mef.gov.it
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