CORSO DI CHIMICA per l’Ambiente Lezione del 13 Giugno 2014 Il valore del Potenziali standard di riduzione (E°) permette anche di calcolare la differenza di potenziale tra gli elettrodi di una pila in condizioni standard. Ad esempio nel caso della sistema Cu (E° = +0,34 volt) e Zn (E° = -0,77 volt), la differenza di potenziale è ∆ E ° = (0,34 – ( – 0,77 volt)) = 1,11 volt Legge di Nernst Il Potenziali di riduzione (E) dipende da temperatura, pressione parziale di eventuali specie gassose e concentrazione degli ioni in soluzione. La legge di Nernst permette di calcolare il potenziale in condizioni non standard: E = E° – ( R x T) / (n x F) ln [rid] / [ox] R è la costante universale dei gas, T è la temperatura assoluta, n è il numero di elettroni scambiati e F è il Faraday unità di misura della capacità elettrica Legge di Nernst Applichiamo la legge di Nernst al sistema Cu / Zn: E = +0,34 – ( R x T) / (2 x F) ln ( 1 / [Cu2+] ) E = -0,77 – ( R x T) / (2 x F) ln ( 1 / [Zn2+] ) ∆ E = +0,34 – ( R x T) / (2 x F) ln ( 1 / [Cu2+] ) ( -0,77 – ( R x T) / (2 x F) ln ( 1 / [Zn2+] )) = 1,11 – ( R x T) / (2 x F) ln ([Zn2+] / [Cu2+] ) Legge di Nernst Analizzando l’andamento del potenziale durante il funzionamento della pila, si osserva che il potenziale reale dell’elettrodo del rame diminuisce mentre quello dello zinco aumenta: E = +0,34 – [( R x T) / (2 x F)] ln ( 1 / [Cu2+] ) E = -0,77 – [( R x T) / (2 x F)] ln ( 1 / [Zn2+] ) Il rame si riduce per cui [Cu2+] diminuisce ed il contributo logaritmico aumenta mentre lo zinco si ossida per cui [Zn2+] aumenta ed il contributo logaritmico diminuisce. Legge di Nernst Come conseguenza di questo fenomeno che è intrinseco al funzionamento di questa come di ogni altra pila, la differenza di potenziale diminuisce proporzionalmente all’uso della batteria che cesserà di erogare corrente quando ∆ E = 0 E = 1,11 – ( R x T) / (2 x F) ln ([Zn2+] / [Cu2+] ) =0 ln ([Zn2+] / [Cu2+] ) =1,11 / [( R x T) / (2 x F)] Legge di Nernst ln ([Zn2+] / [Cu2+] ) = 1,11 / [ ( R x T) / (2 x F) ] Ipotizzando una temperatura di 298 K, sostituendo ad R e F i valori nelle opportune dimensioni e convertendo il logaritmo da naturale a decimale, si ricava che ( R x T) / F) = 0,0592 Sostituendo: log ([Zn2+] / [Cu2+] ) = 1,11 / 0,0592 / 2 [Zn2+] / [Cu2+] = 10 ≈37 Un tale rapporto (10 37) indica una situazione teorica in quanto se la pila fosse stata inizialmente in condizioni standard ([Zn2+] = [Cu2+] ) = 1,00 M , essa dovrebbe continuare a funzionare anche quando nel semielemento di Cu fosse rimasto un solo ione Cu2+. Nella realtà le pile smettono di essere utili molto prima: diventano inutilizzabili quando il flusso di elettroni diventa troppo debole da rendere utilizzabile la corrente nel circuito esterno. Immaginiamo di sistemare in un apposito recipiente un sale fuso. Essendo un composto ionico, allo stato liquido saranno presenti gli ioni che formano il sale con la possibilità di muoversi come è caratteristico delle particelle allo stato liquido. A questo punto introduciamo nella massa liquida due elettrodi metalli collegati ad una batteria. Gli ioni cominceranno a muoversi secondo la loro carica in direzione del polo di segno opposto. Ma una volta arrivati a contatto del metallo? Se la differenza di potenziale tra gli elettrodi è maggiore della differenza tra i potenziali standard di riduzione si mette in moto un processo ossido-riduttivo. Al polo negativo (catodo) avvengono reazioni di riduzione Na+ Al polo positivo (anodo) avvengono reazioni di ossidazione Cl- Cella Elettrolitica Ipotizziamo che si tratti di NaCl: Na+ + e- <=> Na E° = -2,71 V Cl2 + 2 e- <=> 2 Cl- E° = +1,358 V Se tra i due poli si impone un ∆E° di almeno 4,068 V si hanno le reazioni: Al CATODO: Na+ + e- <=> Na All’ANODO: 2 Cl- <=> Cl2 + 2 e- Il processo chimico che si realizza è l’opposto di quello spontaneo ed è per questo che si deve spendere energia per farlo avvenire. La direzione di passaggio della corrente è tale da portare elettroni la dove servono per il processo chimico (Na+ + e- <=> Na ) ed allontanarli da dove si formano in base alla reazione di ossidazione (2 Cl<=> Cl2 + 2 e-). Il flusso in due direzioni opposte degli ioni di carica opposta chiude il circuito in quanto è, di fatto, un trasporto netto di cariche elettriche in una direzione definita. Il processo elettrolitico è, in alcuni casi, l’unico sistema per preparare alcune sostanze. Ad esempio, se si considerano due elementi come Li o F, si osserva che il processo di ossido riduzione generato da una corrente elettrica è l’unico che permette la preparazione di Li metallico o F gassoso. Infatti i valori dei potenziali standard di riduzione sono: Li+ + e- <=> Li- E° = -3,05 V F2 + 2 e- <=> 2 F- E° = +2,87 V Sono gli estremi dei potenziali standard osservati in natura. Se alla semireazione Li+ + e- <=> Li corrisponde un potenziale E° = -3,05 V che è il più basso in assoluto, vuol dire che non esiste nessuna sostanza capace di ridurre in una reazione chimica lo ione Li+ a Li metallico. Analogamente non esiste nessuna sostanza capace di ossidare lo ione F- a F2 gassoso dato che il potenziale (E° = +2,87 V) è il massimo tra quelli noti. Poiché in natura i due elementi si trovano solo sotto forma ionica non esiste un processo chimico capace di produrre le due sostanze allo stato elementare che solo ottenibili solo attraverso un processo elettrolitico. Una volta che il sale è stato sciolto in acqua gli ioni di segno opposto si separano ed in presenza di un campo elettrico si muovono verso gli elettrodi di segno opposto. Uno dei problemi legati ai processi elettrolitici è la necessità di mantenere grosse quantità di materia a temperature elevate in quanto i solidi ionici hanno temperature di fusione attorno ai 600°/800 ° C. Esiste un altro sistema in cui i solidi ionici si dissociano in ioni in condizioni tali in cui queste particelle hanno libertà di movimento Questo si verifica quando un sale viene sciolto in acqua. Questo tipo di tecnologia ha un limite che nasce dalla presenza dell’acqua che può dar due processi ossidoriduttivi: 2 H2O + 2 e- <=> H2 + 2 OH- E° = -0,83 V O2 + 4 H+ + 4 e- <=> 2 H2O E° = +1,23 V Questi due processi sono sempre possibili in quanto gli elettrodi sono a contatto con il solvente e, quindi, entrano in competizione con i processi ossido riduttivi degli ioni presenti in soluzione. Ad esempio se si ha una soluzione di CuCl2 si possono avere ai due elettrodi le seguenti reazioni: Al CATODO (dove avvengono le reazioni di riduzione): 2 H2O + 2 e- <=> H2 + 2 OHCu2+ + 2 e- <=> Cu E° = -0,83 V E° = +0,34 V All’ ANODO (dove avvengono le reazioni di ossidazione): 2 Cl- <=> Cl2 + 2 e- E° = +1,36 V 2 H O <=> O + 4 H+ + 4 e- E° = +1,23 V Il potenziale da imporre ai due elettrodi per fare avvenire il processo di elettrolisi è dato dalla differenza tra i potenziali standard. Per cui i quattro possibili processi richiedono quattro differenti potenziali: CATODO ANODO ∆E° Cu <> Cu Cl- <> Cl2 +1,36 - 0,34 = 1,02 V Cu2+ <> Cu H2O <> O2 +1,23 - 0,34 = 0,89 V H2O <> H2 Cl- <> Cl2 +1,36 + 0,83 = 2,19 V H2O <> H2 H2O <> O2 +1,23 + 0,83 =2,06 V 2+ Poiché può avvenire un solo processo si tratta di stabilire un criterio che permetta di stabilire quale è il processo che realmente si verifica. Se si immagina di iniziare da ∆E = 0 e poi aumentare la differenza di potenziale appare naturale immaginare che si avvierà per primo il processo che richiede la minima differenza di potenziale perché questa è la condizione che si verifica per prima durante l’esperimento. Il criterio di selezione è semplice: Tra tutti i possibili processi che si possono verificare agli elettrodi, si sviluppa quello che richiede la minor differenza di potenziale. In pratica al CATODO si riduce la specie che ha il più alto potenziale di riduzione. All’ANODO si ossida la specie che ha il più basso potenziale di riduzione La Produzione di Alluminio L’Alluminio è oggi uno dei metalli che ha il più largo impiego tecnologico. Lo troviamo impiegato per produrre lattine, infissi, parti di aerei o di vetture. La produzione mondiale di alluminio metallico si aggira attorno ai 24 milioni di tonnellate. Questa sua diffusione dipende dal fatto che è abbondante nella crosta terrestre di cui costituisce circa l’8% e che costituisce circa il 52,9% del suo minerale (Bauxite, Al O ) principale. 2 3 La Produzione di Alluminio Se si considera quello che accadeva poco più di cento anni fa, si scopre che nel 1886 la produzione mondiale di Al era di circa 45 Kg ed era considerato un metallo prezioso al punto di essere venduto allo stesso prezzo dell’ argento. Evidentemente l’abbondanza di un elemento non è un dato sufficiente se non si dispone di un efficiente sistema di preparazione che permetta di passare dal minerale all’elemento puro. La Produzione di Alluminio In genere quando si dispone di un ossido di un metallo si ricorre ad un metodo di preparazione del metallo che viene chiamato pirometallurgico. In pratica si riduce l’ossido a metallo con un opportuno riducente. Ad esempio: Fe2O3 + 2 C <=> 2 Fe + CO + CO2 Questo processo è noto da migliaia di anni. La Produzione di Alluminio Un processo di tal genere non è possibile per la preparazione dell’ Alluminio metallico poiché l’ossido di alluminio si scalda con molta fatica e fonde ad una temperatura così elevata (2040° C) da rendere inutilizzabili i processi di riduzione. Un’alternativa potrebbe essere un processo elettrolitico sulla massa fusa che contiene ioni Al3+ ed ioni O2-. Come abbiamo visto un processo di questo tipo richiede la riduzione degli ioni Al3+ al CATODO. In linea di principio il metodo può funzionare ma nella pratica le cose vanno diversamente. Il fatto è che industrialmente si cerca di utilizzare non un prodotto chimico puro ma, se possibile, il minerale senza troppi processi intermedi. La Bauxite (Al2O3) contiene Fe e Si come impurezze e questo complica le cose. Se controlliamo i potenziali di riduzione, scopriamo che: Al3+ + 3 e- <=> Al E°= -1,706 V Fe3+ + 3 e- <=> Fe E° = -0,037 V SiO2 + 4 H++ 4e- <=> Si + 2H2O E° =-0,840 V La regola che governa i processi di riduzione al catodo dice: Si riduce la coppia che ha il potenziale standard di riduzione più alto. In base ai potenziali si riduce, pertanto, lo ione Fe3+ a Fe (E° = -0,037 V), poi, una volta ridotto tutto il ferro, ha la reazione da SiO2 a Si (E° = -0,840 V) e solo successivamente si avrebbe la reazione da Al3+ a Al (E° = -1,706 V). Il prodotto di un simile processo sarebbe comunque un metallo altamente impuro e quindi scarsamente utilizzabile per impieghi di alta tecnologia. Da qui la difficoltà di produzione di alluminio fino a quando non fu messo a punto un sistema semplice di purificazione della Bauxite che, eliminando le impurezze, permettesse l’applicazione del processo elettrolitico. Processo Bayer La bauxite viene miscelata con NaOH ed inserita in un'autoclave chiamato "digestore", viene arricchita ulteriormente di NaOH in soluzione e, quindi, portata nelle opportune condizioni di reazione (temperatura 180 ÷ 200°C e pressione 1500 atm. In tali condizioni NaOH dissolve la bauxite: il solo alluminio scioglie come alluminato sodico. Al2O3+ 2 NaOH ⇔ Na2OAl2O3 + H2O + RESIDUI Processo Bayer La silice presente nella bauxite forma con NaOH e con parte dell’allumina un silicato di formula SiO2Al2O3Na2O che è insolubile come pure l’ossido ferrico (Fe2O3) e all’ossido di titanio (TiO2) che pertanto si raccolgono come residui (chiamati fanghi rossi) sul fondo dell’autoclave. Essendo insolubili, tali residui si possono eliminare per sedimentazione e filtrazione. L'inerte così ottenuto viene lavato al fine di recuperarne gli elementi chimici residui Processo Bayer In un contenitore, costantemente agitato e gradualmente raffreddato (100 h), avviene la reazione di idrolisi: l’alluminato di sodio si decompone portando alla formazione allumina idrata (Al2O3× H2O): Na2OAl2O3 + Al2O3× 3H2O ⇔ 2Al2O3× H2O + 2NaOH Al2O3× H2O ⇔ Al2O3 + H2O Processo Bayer L’allumina idrata, dopo filtrazione e lavaggio viene calcinata in forni rotativi a 1100÷ 1200°C, e si ottiene così allumina α di elevata purezza (99.5÷ 99.6%) in forma di polvere bianca molto fine, inerte ed igroscopica. La soluzione di soda caustica viene, invece, recuperata e riutilizzata nelle produzioni successive. Il consumo energetico del processo è valutabile nell'equivalente di 0,4 ÷ 0,5 t di carbone per ogni tonnellata di Al2O3 prodotta. Processo Elettrolitico L'allumina calcinata, ottenuta dal processo chimico, è sostanzialmente priva di quelle impurità che impedivano l’applicazione di un processo elettrolitico. A questo punto si può procedere alla produzione del metallo utilizzando delle celle elettrolitiche collegate in serie ad un generatore di corrente diretta. Legge di Faraday La legge di Faraday stabilisce: Il numero di moli di prodotto formato dalla corrente elettrica è stechiometricamente equivalente al numero di moli di elettroni forniti dal circuito Nel nostro caso, se la semireazione è: Al3+ + 3 e- Al Per produrre 1 mole di Al occorrono 3 moli di elettroni. Legge di Faraday Un elettrone ha una carica di 1,69x10-19 C, per cui 1 mole di elettroni avrà una carica di: 1,69x10-19 x 6,022x10+23 = 96485 C Per sapere quando in un circuito elettrico sono passati C, basta ricordare la legge: Carica Fornita = Intensità di corrente x Tempo 1 C = 1 Ampere x 1 secondo Legge di Faraday Prendiamo il caso dell’alluminio: Al3+ + 3 e- Al Per ottenere una mole di Al occorrono: 3 x 96485 C Cioè occorre far passare una corrente di circa 295000 A x 1 s oppure una corrente di 1 A x 295000 s. Scegliendo una soluzione intermedia si potrebbe pensare ad una corrente di 100 A x 2950 s Si producono in 59 minuti ben 27 g di Al!!! Processo Elettrolitico 1) refrattario; 2) crosta solida di allumina e criolite; 3) anodo di carbone; 4) elettrolita fuso; 5) alluminio fuso; 6) suola conduttrice di carbone grafitato. Processo Elettrolitico Queste celle contengono di criolite (3NaF·AlF3) fusa, nella quale avviene la vera e propria dissoluzione dell'allumina, utilizzata per ridurre la temperatura di funzionamento delle cella elettrolitica a valori accettabili (960 ÷ 980° C) e per ottenere la giusta densità e conduttività del bagno necessarie alla separazione dell'alluminio In modo schematico e riassuntivo si può dire che durante l'elettrolisi si verifica quanto segue: 2Al2O3 + 3C ⇔ 4×Al + 3× CO2 Normalmente si opera, fra gli elettrodi, con una tensione di circa 5 ÷ 6 V. Industrialmente, per ragioni economiche, vengono poste in serie 100 ÷ 150 celle per formare un gruppo alimentato in corrente continua di 500 ÷ 900 V. La corrente che attraversa ogni cella giunge a valori di 100.000 A. In conclusione per la produzione di 1 kg di Al con il processo elettrolitico sono necessari dai 17 ai 20 kW di energia (oltre quella impiegata nel processo Bayer per la trasformazione della bauxite in allumina). Ne deriva una forte dipendenza del costo totale dal costo dell'energia, essendo relativamente poco incidente il costo della materia prima. In definitiva per la produzione di 1 kg di Al con titolo 99.6%, sono necessari circa 20 ÷ 25 kWh e 4 kg di bauxite Riciclaggio dell’Alluminio L’alluminio recuperato viene pressato in balle. Arrivato in fabbrica le balle vengono frantumate in pezzi di piccole dimensioni e separate da eventuali residui metallici estranei (di tipo ferroso) tramite un separatore magnetico. Successivamente il rottame viene trattato ad una temperatura di 500 °C allo scopo di liberarlo da vernici ed altre sostanze aderenti. Riciclaggio dell’Alluminio Il metallo viene quindi fuso, passato in un forno di attesa oscillante dove viene mantenuto fuso, per venire infine colato in lingotti, che serviranno per produrre nuovi oggetti e laminati. Per ottenere 1 kg di Al pronto per l'uso dal rottame servono solo 1,0 -1,25 kWh, contro i 20 - 25 kWh necessari partendo dal minerale, senza tener conto del minore impatto ambientale non dovendo estrarre altro minerale.
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