CRT Milano /Centro Ricerche Teatrali presenta

Paolo Rossi
in
ARLECCHINO
produzione CRT Milano | Centro Ricerche Teatrali
Il titolo di questo spettacolo potrebbe anche essere Opinioni di un Arlecchino, sicuramente influenzato dal romanzo di
Heinrich Böll. Così è. Capitano nella vita libri nei quali è inevitabile identificarsi con la vita del protagonista. E capita
anche che ti venga voglia di riraccontarla, raccontando te stesso o viceversa. Certo, nell’opera di Böll, il clown si
serviva di una maschera per far critica ad un paese che stava nel cuore di un miracolo economico; per il mio
Arlecchino la situazione è capovolta. Ma il percorso di certi comici – quando scelgono di essere voce fuori dal coro e
anche se ognuno prende la propria strada - parte comunque dalla stessa via.
Del resto spesso dietro ad un racconto, una commedia, un film, si nasconde la struttura di un’altra commedia, di un
altro racconto, di un altro film. Nel mio mestiere, ho imparato che quando arriva qualcuno a propormi un’idea che non
ha mai avuto nessuno, subito devo rispondere: se non l’ha avuta nessuno, un motivo ci dovrà pur essere!
Il mio Arlecchino, anche se suggestionato da un racconto, è una questione molto personale. Anni fa Giorgio Strehler,
con cui ebbi l’onore di collaborare nei suoi ultimi anni di vita, mi spinse a confrontarmi con questa maschera. Mi diede
alcuni consigli illuminanti: “cerca di adattare al saltimbanco i tuoi monologhi da stand-up. Che cosa resterà? Da lì
improvvisa e assembla… non essere filologico, fallo tuo, se proprio vuoi pensa al primo Arlecchino, quello che andava e
veniva dall’aldilà all’aldiquà, più infernale e sulfureo”.
Il destino non volle che si portasse a compimento questa impresa, ma ora si ripresenta l’occasione e chiaramente
tengo a mente quei consigli lontani.
Non solo.
Voglio approfondire un mio modo di vedere e far conoscere il teatro popolare… Così come ho fatto nei miei ultimi
lavori, come ho descritto nel mio libro “La commedia è finita”.
Per questo nel mio Arlecchino saranno presenti l’attore, il personaggio – o se volete la maschera, anche senza
maschera – e la persona che lo interpreta.
Sarà uno spettacolo del tipo in prova. Assieme ad un paio di compagni d’avventura, saltimbanchi musicanti,
cercheremo di immaginare insieme al pubblico come adattare a commedia dell’arte il nostro mestiere e anche parte
del nostro repertorio; come possiamo trovare nuove strade, dati i tempi in cui vivono i nostri teatri.
Come capitò a molte compagnie nei tempi d’oro della commedia dell’arte, queste strade potrebbero portare anche
all’estero, oppure per strada, punto e basta.
Il canovaccio avrà un tormentone: ma se andassimo in una birreria di Amburgo, come potremmo adeguare Arlecchino
a quel luogo per sbarcare il lunario?
E se andassimo a Las Vegas? O a Khartoum? E così via… Alla fine sarà il pubblico che deciderà se dobbiamo rimanere o
è meglio andare chissà dove.
Lo spettacolo sarà un assemblaggio di monologhi, canzoni in divenire, fatti personali, ricordi, sogni, storiellette e
riflessioni sia sulla professione del comico oggi sia su quel che accade nel nostro Paese.
Quindi molta improvvisazione, interazione con il pubblico, per cui come sempre sarà uno spettacolo ogni sera sempre
differente. Parental Advisory – Explicit Lyrics.
Paolo Rossi
Paolo Rossi, nato nel 1953 a Monfalcone, milanese d’adozione, spazia da trent’anni dai club ai grandi
palcoscenici, dal teatro tradizionale al cabaret, dalla televisione al tendone da circo.
Esordisce come attore nel 1978 in Histoire du Soldat, regia di Dario Fo. A lungo con la compagnia del Teatro
Dell’Elfo, alla fine degli anni ’80 si impone sulla scena con uno stile personale e riconoscibile con gli
spettacoli Recital e Chiamatemi Kowalski. È del 1995 Il Circo di Paolo Rossi, spettacolo itinerante, che si
sposta con una carovana e una serie di tendoni per tutta Italia insieme a 18 persone tra musicisti e
attori/mimi. Seguono Rabelais (1996); Romeo & Juliet - Serata di Delirio Organizzato (1998); Questa Sera si
Recita Molière - Dramma da ridere in due atti (2003). Tra il 2002 e il 2004 è in tournée con Il Signor Rossi e
la Costituzione – Adunata Popolare di Delirio Organizzato e nel 2004-2005 con Il Signor Rossi contro
l’Impero del male. Nel 2007 porta in teatro I Giocatori, liberamente ispirato al celebre romanzo di
Dostoevskij, e nello stesso anno canta al Festival di Sanremo In Italia si sta male (si sta bene anziché no) di
Rino Gaetano. Nel 2008 ritorna sulla scena con Sulla strada ancora e nel 2010 debutta con il titolo Il Mistero
Buffo, nella versione pop 2.0. A novembre 2012 debutta con L’amore è un cane blu, la conquista dell’Est.
Per la televisione lavora a più riprese: dal 1992 con Su la Testa su Rai3: nel 1994-1995, partecipa a Il
Laureato di Piero Chiambretti sempre su Rai3; nel 1997-98 conduce Scatafascio, su Italia1. Nel 2007 è
ospite fisso della trasmissione Che tempo che fa di Fabio Fazio. A maggio 2012 Sky gli dedica uno spazio in
tre puntate per il suo spettacolo Confessioni di un cabarettista di m.