analisi bibliometrica e sviluppo di un framework interpretativo

Facoltà di Ingegneria
Relazione per il conseguimento della
laurea in Ingegneria Gestionale
Origine ed evoluzione del filone dell'innovazione
collaborativa: analisi bibliometrica e sviluppo di un
framework interpretativo
Relatori:
Prof. Antonella Martini
Ing. Francesco P. Appio
Candidato:
Dario Bartolini
Sessione di laurea del 22/7/2014
Anno accademico 2013/2014
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Abstract (Italiano)
La presente tesi si focalizza sull’area dei Virtual Organization Breeding Environment (VBE) in un’ottica di
innovazione collaborativa. Relativamente a questo ambito di tesi, il principale obiettivo del lavoro presentato
è quello di rispondere a tre domande di ricerca (RQs):
1. Quali sono le aree di conoscenza che hanno originato l’ambito di ricerca?
2. Quale intellectual structure é alla base dell’origine e dello sviluppo dell’ambito di ricerca?
3. Quale modello concettuale, interpretativo della letteratura analizzata, puó essere sviluppato?
Per far luce su questi argomenti sono stati selezionati i principali contributi scientifici (in lingua inglese)
mediante l’utilizzo di motori di ricerca specializzati. È stato creato un database con gli articoli selezionati e
sono state condotte analisi bibliometriche e di diversità per rispondere alle RQs.
Le analisi bibliometriche sono state condotte con il software VOSviewer, che consente di creare mappe
bibliometriche e di condurre analisi di clustering.
A valle del processo di analisi, sono state individuate due principali aree di conoscenza che hanno dato
origine all’ambito di ricerca e la struttura di tale ambito è stata mappata secondo diverse prospettive.
È stata condotta un’analisi della letteratura basata sugli articoli selezionati ed è stato elaborato un framework
interpretativo. I contributi dei diversi autori sono stati mappati sulla base di questo modello concettuale.
Infine, sono state discusse le conclusioni e le future implicazioni.
Abstract (English)
This thesis focuses on the research topic of Virtual Organization Breeding Environment (VBE) taken from a
collaborative innovation standpoint. Concerning this research topic, this work aims at finding out an answer
to three specific research questions:
1. Which knowledge areas gave rise to this research topic?
2. Which intellectual structure lays the theoretical and empirical foundations for this research topic?
3. Which conceptual model may be identified in order to interpret such foundations?
To shed light on them, major scientific contributions (in English) were selected through the use of
specialized search engines.
A database with the selected items has been created and bibliometric and diversity analyses, performed.
Bibliometric analyses were conducted with the software VOSviewer, which created clustered maps.
Downstream of the analysis process, two main areas of knowledge that gave rise to the field of research have
been identified; subsequently, the structure of these areas has been mapped according to different
perspectives.
We carried out a literature review based on selected items and developed an interpretive framework. The
contributions of the various authors have been mapped on the basis of this framework.
Finally, findings and avenues for future research have been discussed.
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1. Contesto e obiettivi del lavoro
L`ambito di ricerca del lavoro di tesi é il filone dell’innovazione collaborativa, definita come la creazione di
innovazioni attraverso la condivisione di idee, conoscenze, competenze ed opportunità che sono identificabili
oltre i confini delle singole imprese.
In particolare, l’ambito considerato può essere definito da tre parole chiave:
 Collaborative Innovation (CI);
 Virtual Breeding Environment (VBE);
 Collaborative Network (CN).
Figura 1. Ambito della ricerca
La collaborative innovation fa da sfondo alle altre due – piu specifiche – parole chiave (Figura 1).
Il VBE si configura come un'associazione di organizzazioni - e loro relative istituzioni di supporto – che,
aderendo ad una collaborazione di lungo termine, prevede l'adozione di principi operativi ed infrastrutture
comuni. L'obiettivo principale del VBE é quello di migliorare la predisposizione verso la rapida
configurazione di alleanze temporanee al fine di collaborare con potenziali Organizzazioni Virtuali (VO).
Nella fattispecie, quando un membro del VBE (che agisce come broker) identifica un’opportunità di
collaborazione, un sottoinsieme di organizzazioni (del VBE) può essere selezionato per formare una VO.
Il CN é costituito da una varietá di attori (es., organizzazioni, persone) che sono per lo piú autonomi,
distribuiti geograficamente, ed eterogenei in termini di: ambiente in cui operano, cultura, capitale sociale, ed
obiettivi. Nonostante ció, essi collaborano per raggiungere obiettivi comuni, supportati da un network di
computers. A differenza di altre tipologie di network, il CN ha alla base una forte intenzionalitá degli attori
coinvolti, derivante dalla condivisione di una visione unitaria; tale visione emerge dalla convinzione, da
parte degli stessi, che unendo le forze si possano raggiungere obiettivi che sarebbe stato troppo difficile, se
non costoso, conseguire con azioni individuali.
Su questi tre pilastri di basa l’analisi che é stata condotta nell’ambito del progetto di tesi.
L’obiettivo del lavoro è quello di rispondere alle seguenti domande di ricerca:
1. Antecedenti: individuazione delle aree di conoscenza che hanno dato origine all’ambito di ricerca e
analisi dei collegamenti fra di esse.
2. Intellectual structure: analisi della struttura dell’ambito di ricerca, sui due piani seguenti:
a. Contenuto: identificazione dei temi di ricerca e della loro evoluzione temporale
b. Network: analisi dell’evoluzione della rete di relazioni su più livelli (autori, distribuzione
geografica, centri di ricerca)
3. Framework: elaborazione di un modello interpretativo della letteratura analizzata.
Nella sezione 2 sarà presentata la metodologia utilizzata; di seguito, i risultati ottenuti ed i futuri sviluppi.
3
2. Metodologia
Il primo passo necessario per il raggiungimento degli obiettivi è stato quello di creare un database contenente
i principali contributi accademici inerenti all’ambito di ricerca considerato. Le fasi necessarie alla
costruzione del database sono state le seguenti (Tabella 1):
Tabella 1. Fasi per la costruzione del database
Fase
Ricerca
Scrematura
Download
Selezione finale
Descrizione
Sono stati ricercati articoli riguardanti il tema di interesse attraverso motori di ricerca
specializzati (EBSCO, Scopus, Web of Science) mediante l’inserimento di parole chiave.
È stata presa visione degli abstract degli articoli così trovati per selezionare quelli
potenzialmente più significativi ai fini degli obiettivi del lavoro. Se la lettura dell’abstract
era convincente, veniva effettuata una panoramica preliminare dell’articolo e qualora anche
questa fosse risultata rilevante, si procedeva alla successiva fase di download.
È stato effettuato il download degli articoli che hanno superato la fase di scrematura per
poterli studiare. Il numero di articoli inizialmente ottenuti dopo la fase di scrematura era
compreso fra 150 e 160.
È stata eseguita un’ultima fase di selezione per individuare i migliori e i più pertinenti fra
gli articoli ottenuti dopo le fasi precedenti. I criteri in base ai quali è stata fatta questa
selezione finale sono i seguenti:
 Referenze: un articolo citato molto spesso dagli altri è senza dubbio uno dei
principali punti di riferimento degli studi sul tema;
 Completezza e specificità: per essere selezionato, un articolo deve analizzare il
tema in modo esaustivo e completo oppure trattare un suo argomento specifico che
non è adeguatamente considerato nella maggior parte degli altri articoli, altrimenti
non aggiunge nulla al materiale già visionato;
 Interpretazione: un articolo che elabora ipotesi, suggerimenti e che interpreta i
risultati di ricerche empiriche, fornendo chiare indicazioni in merito a valutazioni
negative o positive, ha maggior valore aggiunto di un articolo che presenta - o si
limita a riportare - teorie generali presenti in altri articoli;
 Tipo di contributo: un articolo che fornisce un contributo sia empirico che teorico
agli studi sul tema è di maggior interesse rispetto ad un articolo che tratta lo stesso
ambito e fornisce solo una delle due tipologie di contributo (a meno che questo
articolo non risponda al criterio di specificità scritto in precedenza);
 Localizzazione geografica: gli articoli vengono selezionati in modo da contenere
ricerche svolte in diversi paesi, per evitare di trarre conclusioni applicabili ad una
realtà ristretta ed essere piú rappresentativi della diversitá delle culture studiate;
 Data di pubblicazione: nei rari casi di due articoli considerati equivalenti, viene
scelto il più recente perché fornirà statistiche più aggiornate.
Al termine del processo di selezione finale sono stati individuati 112 articoli che sono stati
utilizzati per costruire il database finale su cui sono state svolte le analisi successive.
Una volta selezionati gli articoli è stato creato il database servendosi di due programmi (EndNote ed Excel)
per renderlo più accessibile e facilmente mappabile, così da poterlo analizzare (Tabella 2).
Tabella 2. Programmi utilizzati per la costruzione del database
Programmi
EndNote
Caratteristiche
Il programma permette di estrarre i dati degli articoli salvati nell’apposito formato e di inserirli
in una libreria virtuale.
In questo modo per ogni articolo presente nel database sono subito visibili i seguenti campi:
 Autore
 Anno
 Titolo
 Journal
 Keyword
 Abstract
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Schedatura
con Word
Excel
Cliccando su ogni articolo è inoltre possibile visualizzare il relativo file PDF (con l’articolo
completo) caricato anch’esso nella libreria che funge quindi concretamente anche da database
per gli articoli reperiti online.
Per ognuno degli articoli è stata redatta una scheda.
In ogni scheda sono presenti le seguenti voci:
 Titolo dell’articolo
 Oggetto dello studio
 Filoni teorici
 Definizione del costrutto e sua operazionalizzazione
 Aspetti metodologici
 Risultati ottenuti
 Commenti
 Open questions
Questa fase di schedatura è servita per analizzare ogni singolo articolo nel dettaglio, prima di
svolgere le analisi complessive su tutto il database.
È stato creato un file Excel contenente per ogni articolo gli stessi campi visibili su EndNote
con in più altre informazioni aggiuntive derivate dal processo di schedatura degli articoli.
I campi aggiuntivi per ogni articolo presenti sul database creato con Excel sono:
 Theoretical streams (filoni teorici)
 Livello di analisi (individuo, impresa, inter-firm o altro)
 Tipo di contributo (empirico o teorico)
 Link di collegamento alla relativa scheda
 Collocazione nel framework concettuale (questo campo è stato compilato
successivamente, dopo l’elaborazione del framework interpretativo della letteratura
che costituisce uno degli obiettivi del lavoro).
Una volta completato il database con le relative informazioni ho potuto iniziare la fase centrale della tesi:
applicare delle metodologie specifiche per dare una risposta alle domande di ricerca che costituiscono i 3
obiettivi del lavoro (Tabella 3).
Tabella 3. Research Questions e Metodologia
METODOLOGIA SPECIFICA PER RQs
Research Question
RQ1: Antecedenti
Input
Dati sulle references
degli articoli presenti
nel database.
Metodo
Le references degli articoli che
costituiscono il database sono state
trattate con il programma BibExcel, il cui
scopo è quello di formattarle in un file
che può essere letto da un altro
programma: VOSviewer. Questo secondo
programma è un software che ho
utilizzato
per
svolgere
analisi
bibliometriche, cioè analisi volte a
mappare
la
conoscenza
relativa
all’ambito considerato.
É stato scelto VOSviewer perché è uno
dei migliori sotware di analisi
bibliometrica in circolazione in quanto
non solo consente di visualizzare mappe
di co-citazioni, ma anche di fare analisi
di clustering.
Gli articoli sono stati divisi in 4 finestre
temporali:
1. 2003-2005
2. 2006-2008
3. 2009-2010
4. 2011-2013
Ogni mappa bibliometrica creata con
Output
Mappe bibliometriche
delle references relative
agli articoli del database.
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RQ2:
Intellectual
structure
 Contenuto
 Network
RQ3:
Framework
Dati sugli articoli del
database relativi a:
 Autori
 Titolo
 Abstract
 Journal
 Organization
Mappa bibliometrica
sulle references creata
per la prima research
question e schede degli
articoli.
VOSviewer è stata considerata in base
alle varie finestre temporali, aggregando i
dati per vedere l’evoluzione nel tempo
della mappa bibliometrica stessa, fino a
giungere a quella completa che considera
tutte le finestre temporali (e dunque la
totalità degli articoli del database).
I risultati sono stati interpretati per
rispondere alla research question.
I dati presenti nel database sono stati
trattati in modo da poter essere leggibili
per VOSviewer. Sono state create due
tipologie di mappe bibliometriche:
 Mappe basate su corpo del testo
per rispondere al primo punto
della research question (relativo
ai contenuti e ai temi trattati)
 Mappe basate su network per
rispondere al secondo punto
della research question (relativo
ai vari livelli di analisi: autori,
geografia, istituzioni).
Anche in questo caso le mappe sono state
create seguendo la logica delle finestre
temporali.
I risultati sono stati interpretati per
rispondere alla research question.
È stata svolta una cluster analysis sulla
mappa bibliometrica basata sulle
references. I cluster sono stati aggregati
sulla base dell’analisi dei loro contenuti.
Una volta interpretati i contenuti e
stabiliti i cluster finali è stata svolta su di
essi un’analisi di diversità.
I risultati sono stati interpretati e
confrontati con quanto era emerso nella
fase di schedatura.
Mappe bibliometriche
basate su corpo del testo
(titolo
e
abstract).
Mappe bibliometriche
basate
su
network
(autori,
journal,
organization).
Framework
interpretativo
letteratura.
della
La metodologia applicata nella presente tesi può essere estesa anche ad altri ambiti, in diversi contesti. Si
pensi ad esempio all’analisi brevettuale ed ai 40 principi inventivi del TRIZ: questi ultimi sono stati elaborati
attraverso la ricerca di elementi comuni ai diversi brevetti esistenti, nel tentativo di individuare dei fili
conduttori o delle basi di conoscenza comuni che sono state poi sintetizzate nei 40 principi teorizzati.
Questo è del tutto simile al lavoro presentato in questa relazione: sono stati utilizzati appositi strumenti di
supporto per l’individuazione di aree di conoscenza e correlazioni fra di esse relativamente ad un
determinato ambito di ricerca, in un’ottica di evoluzione temporale.
3. Risultati
In questa sezione vengono riportati i principali risultati ottenuti in relazione agli obiettivi del presente lavoro
di tesi.
3.1. Risultati su RQ1 (antecedenti)
L’osservazione delle mappe bibliometriche realizzate con VOSviewer mostra l’esistenza di due aree di
conoscenza distinte fra di loro, che sono contraddistinte da un colore rosso che ne segnala la maggiore
densità di elementi (Figura 2).
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Figura 2. Mappa basata sulle references
Entrando nel dettaglio di entrambi questi nuclei è possibile vedere quali autori facciano parte dell’una e
dell’altra area.
Nella fattispecie gli autori che compongono la prima area (quella che si trova a sinistra guardando la mappa)
si occupano soprattutto di tematiche relative all’Innovation Management, mentre quelli che fanno parte della
seconda area (a destra) sono attivi nell’ambito dell’Operation Management.
Il risultato di questa analisi evidenzia quindi l’esistenza di queste due sfere di conoscenza, le quali
rimangono abbastanza indipendenti l’una dall’altra.
Dall’immagine si vede infatti che il collegamento fra le due aree con elevata densità è abbastanza debole.
L’autore che più spesso funge da collegamento fra le due sfere di conoscenza è Camarinha-Matos, il quale è
anche il primo autore del database per numero di articoli presenti.
Dall’analisi effettuata con questa mappa possiamo quindi trarre due conclusioni principali:
1. Gli ambiti dell’Innovation Management e dell’Operation Management costituiscono ad oggi due
filoni di ricerca abbastanza distinti, che fanno capo a basi di conoscenza diverse fra di loro.
2. Esiste un ristretto numero di autori (di cui il principale è Camarinha-Matos) che attinge ad entrambe
le basi di conoscenza, costituendo un collegamento fra i due filoni di ricerca.
Dall’analisi temporale svolta osservando la stessa mappa secondo le 4 finestre temporali risulta che
inizialmente non erano presenti due nuclei di conoscenza separati come adesso, probabilmente perché in
realtà tale conoscenza rispetto a questi argomenti era ancora scarsa e/o dispersa. Con il passare del tempo,
invece, la conoscenza si é consolidata intorno alle due aree che si possono osservare nella Figura 2.
3.2. Risultati su RQ2 (intellectual structure)
Questa research question è divisa in due punti: il primo relativo ai topics e alla loro evoluzione, il secondo
relativo ai network.
Dall’analisi temporale svolta sulle mappe bibliometriche basate sul corpo del testo si evince che la
delineazione di filoni di ricerca definiti (relativamente alle tematiche trattate nella presente tesi) avviene
soltanto dopo il 2008.
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Nelle mappe relative ai periodi precedenti, le aree con maggiore densità di contributi acccademici sono
sparse, mentre nella mappa che comprende tutti gli articoli del database fino al 2013 sono facilmente visibili
le zone con elevata presenza di contributi in corrispondenza di alcuni temi chiave (Figura 3).
Figura 3. Mappa basata sul corpo del testo
Topics principali:
CNO
VO
CN
Co-innovation; customer community.
Collaborative product development; collaborative intensity; competence modeling; collaborative toolkit.
Innovation performance; innovation network; collaborative benefit; alignment; trust.
Relativamente ai network, invece, la prima mappa ad essere creata è stata quella relativa ai collegamenti fra
gli autori (Figura 4). Come si può vedere dall’immagine seguente, l’autore principale per numero di
contributi è Camarinha-Matos, da cui si originano la maggior parte dei collegamenti verso gli altri autori.
Figura 4. Mappa basata su co-citation degli autori
Questa mappa conferma il ruolo centrale di Camarinha-Matos come collegamento fra i diversi contributi
accademici inerenti all’ambito di ricerca, ruolo che era stato rilevato anche nell’analisi della mappa relativa
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alle references, nella quale proprio Camarinha-Matos fungeva da collegamento fra le due sfere di conoscenza
relative all’Innovation Management e all’Operations Management.
Dall’osservazione delle altre mappe bibliometriche create è inoltre possibile valutare gli articoli del database
in termini di provenienza geografica e di istituzioni (Figura 5). In particolare i primi contributi scientifici (in
ordine cronologico) del database provengono dagli istituti universitari di Amsterdam, come si può vedere
nella figura seguente che mostra la densità di elementi in relazione alla provenienza per gli articoli compresi
fra il 2003 e il 2005.
Figura 5. Mappa basata sulle organizzazioni (solo 2003-2005)
Nnel corso degli anni ha invece avuto un peso sempre maggiore l’università di Lisbona, soprattutto grazie ai
contributi di Camarinha-Matos (Figura 6).
Nella prossima immagine viene riportata la mappa bibliometrica basata sulle organizzazioni da cui
provengono gli articoli comprensiva anche dei paper successivi al 2005.
Figura 6. Mappa basata sulle organizzazioni (fino al 2013)
È facilmente visibile l’area con maggior densità in corrispondenza dell’università di Lisbona.
9
In generale figurano nella mappa organizzazioni di tutto il mondo, ma spesso ognuna di esse contribuisce
con un solo articolo o due.
Le organizzazioni più attive sui temi trattati in questa tesi sono dunque Europee e si trovano in Portogallo e
in Olanda.
3.3. Framework interpretativo
Dallo studio della mappa basata sulle references sono stati individuati 6 cluster relativi ad altrettanti ambiti di
ricerca in cui può essere suddivisa la base di conoscenza su cui poggiano gli articoli del database. I cluster
individuati sono:
1. Collaborative innovation network
2. ICT enabling factors
3. Collaborative network and breeding environment (conoscenza proveniente dall’operation
management)
4. Managing VO
5. Collaborative networked organization
6. Alignment management aspect to VBE
L’individuazione di questi cluster ha permesso di capire quali sono le aree che devono essere contemplate da
un modello concettuale di riferimento relativo alla letteratura su questi argomenti. Per elaborare il framework
sono state quindi utilizzate queste informazioni integrandole con quelle ottenute dalla schedatura degli
articoli. In seguito a queste operazioni è stato elaborato il seguente framework interpretativo (Figura 7).
Figura 7. Framework interpretativo
La Figura 7 rappresenta il modello concettuale sulla base di cui sono stati interpretati e mappati i vari
articoli. L’analisi quantitativa svolta con il software bibliometrico è stata interpretata anche in base all’analisi
qualitativa della letteratura svolta leggendo i singoli articoli e redigendone le singole schede. Il framework si
basa su una logica di tipo Input-Process-Output, ovvero identifica il principale oggetto dell’analisi come un
processo individuandone gli elementi in ingresso e quelli in uscita. In questo caso i blocchi A e B sono gli
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input, il blocco C è il macroprocesso VBE che comprende varie tematiche ed infine il blocco F costituisce gli
outcome del blocco C, con un’azione di feedback sul blocco A. In particolare i primi 2 cluster scaturiti dalla
mappa delle references sono quelli che contribuiscono in maniera più sostanziale al blocco A del framework.
Il cluster 3 è quello più centrato sul VBE in sé (macroblocco C del framework), mentre i cluster 4 e 5
contribuiscono ai singoli blocchi C2 e C1 del framework che sono inglobati nel macroblocco relativo al
VBE. Il cluster 6 infine è quello che contribuisce maggiormente agli elementi del blocco D, il quale è sempre
incluso nel macroblocco VBE. Sui cluster individuati è stata anche condotta un’analisi di diversità il cui
scopo è capire il grado di significatività con cui tali cluster sono differenti fra di loro i termini di journal.
Le analisi di diversità sono state condotte calcolando per ogni cluster l’indice non parametrico di ShannonWiener (indicativo della composizione di ogni cluster in quanto a diversità, ricchezza, e proporzione di
riviste) ed eseguendo un quasi t-test che confronta i cluster a coppie proprio sulla base di tale indice.
Successivamente, ad ogni indice di Shannon-Wiener é stata applicata la procedura di stima jack-knife,
riducendo così la probabilità di trattare indicatori non distorti. I risultati dei test effettuati sono riassunti nella
tabella 4.
Tabella 4. Risultati delle analisi di diversità
H'1 jk
(2.846)
H'2 jk
(3.185)
H'3 jk
(3.036)
H'4 jk
(2.799)
H'5 jk
(2.458)
H'6 jk
H'1 jk
H'2 jk
H'3 jk
H'4 jk
H'5 jk
H'6 jk
(2.846)
(3.185)
(3.036)
(2.799)
(2.458)
(2.348)
**
-
ns
ns
-
**
**
ns
-
***
***
***
**
-
***
***
***
***
ns
-
(2.348)
p<.01***; p<.05**; p<.0.1*; ns=not significant.
H’ é il simbolo dell’indice di Shannon-Wiener, dove: 1≤ H’≤4.5.
Il pedice “jk” indica che a tutti gli indici H’ é stata applicata la procedura di stima jack-knife.
In parentesi sono indicati i valori degli indicatori Shannon-Wiener intra-cluster.
I risultati indicano che i cluster hanno un elevato grado di diversità interna e, nella maggioranza dei
casi, sono significativamente diversi fra di loro; potenzialmente, essi costituiscono sei paradigmi di
conoscenza coesistenti. Questo risultato giustifica ulteriormente la suddivisione in cluster e quindi
anche i blocchi che compongono il framework concettuale. Ogni singolo blocco del framework è
stato analizzato in un apposito paragrafo della tesi, valutando i contributi della letteratura ad esso
relativi e le loro implicazioni.
4. Conclusioni e futuri sviluppi
L’evoluzione dell’innovazione collaborativa passa attraverso lo sviluppo dei VBE, i quali si definiscono
come associazioni di organizzazioni (con le relative istituzioni a supporto) che aderiscono ad una
cooperazione a lungo termine e adottano principi operativi e infrastrutture comuni, con il principale obiettivo
di migliorare la preparazione nel configurare rapidamente alleanze temporanee (che possono concretizzarsi
nella creazione di VO) per rispondere a specifiche opportunità di business. La loro ragion d’essere muove
dalla considerazione del bisogno sempre più consistente di una nuova generazione di ambienti di lavoro
collaborativi, poiché l’ambiente globale, dinamico e ipercompetitivo cambia l’impatto della collaborazione
sul business. Per riuscire a rispondere a queste necessità, la creazione del VBE ed il suo mantenimento non
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possono prescindere da determinati elementi che costituiscono dei supporti fondamentali o addirittura dei
prerequisiti alla base di questi ambienti virtuali e pertanto possono essere classificati come fattori abilitanti.
La letteratura individua 3 principali categorie di enabling factors:
1. Fattori abilitanti di natura tecnologica
2. Fattori abilitanti relativi al comportamento
3. Fattori abilitanti relativi alle forme di collaborazione
La creazione e l’efficace operatività dei VBE dipende quindi fortemente dall’impiego di tecnologie ICT e
dalla maturità delle imprese partecipanti nei processi di collaborazione inter-aziendale.
Questo tipo di alleanze può portare alle organizzazioni che vi aderiscono numerosi vantaggi, di cui i
principali sono:
 Sviluppo di nuovi prodotti o servizi
 Nuovi mercati
 Vantaggi legati alla co-innovation (rischi e risorse condivise e maggiori probabilità di innovazioni
riuscite)
 Diffusione più rapida delle soluzioni
 Miglior sviluppo delle capacità e delle competenze
 Possibilità di promuovere nuove tecnologie
 Incentivi economici da parte dei governi
 Miglior competitività (derivante dai punti precedenti)
Oltre ai benefici percepiti delle aziende vi sono altri punti di vista che possono essere considerati, come ad
esempio quelli relativi a 2 importanti categorie di stakeholder: i clienti e i fornitori. In generale i clienti si
aspettano una maggior possibilità di customizzazione dei prodotti, grazie alla maggior flessibilità delle
aziende e all’utilizzo di network in cui i clienti stessi potrebbero essere coinvolti per contribuire
all’innovazione. Dal lato fornitori, oltre ai ritorni economici per i prodotti approvvigionati e per il contributo
nei processi di NPD (new product development), si generano anche altri tipi di benefici legati alla
reputazione e all’acquisizione di conoscenze. Oltre ai vantaggi appena elencati, il mondo dei VBE porta con
sé anche nuove sfide e nuove problematiche da affrontare. I membri di un VBE sono infatti entità autonome
ed eterogenee che provengono solitamente da diverse aree geografiche, ciascuna con una diversa cultura
aziendale e di conseguenza con un proprio set di valori che non necessariamente coincide con quello delle
altre organizzazioni facenti parte dell’ambiente virtuale. Sorge quindi un problema di allineamento del set di
valori: le diverse organizzazioni dovrebbero cioè convergere verso la generazione di un value system
condiviso da tutto il VBE. Anche la valutazione della performance è un ambito che assume nuovi connotati
nell’ottica del VBE. La performance di un’organizzazione dipende infatti anche dall’operato delle altre, ma
non solo: esiste una performance globale dell’ambiente virtuale, cioè un livello di prestazione complessivo
del VBE nell’adempiere al proprio compito di formazione delle imprese finalizzata alla creazione di VO
relative alle singole opportunità di business. In questo nuovo contesto anche il processo di selezione dei
partner subisce dei mutamenti. I membri del VBE sono autonomi e indipendenti, senza che vi siano aziende
dominanti in grado di forzare le altre a prendere determinate decisioni.
Le considerazioni presenti in questo lavoro di tesi si basano sui principali contributi scientifici attualmente
disponibili, ma l’ambito di ricerca relativo a queste tematiche è ad oggi solo parzialmente esplorato. In futuro
molte ricerche, sia di tipo teorico che di tipo empirico, saranno ancora condotte per approfondire la
conoscenza inerente agli ambienti di lavoro virtuali, che continuano ad evolvere e a cambiare il volto
dell’innovazione collaborativa.
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