Periodico gratuito a diffusione interna - Sped. in Abb. Postale 70% - Cagliari anno 20. n° 1. 2014 Periodico dell’Associazione Seniores Alatel Telecom Italia Sardegna RADUNO ALATEL Oro-sei...! ALATEL associazione nazionale “ seniores Direttore Responsabile Saverio Carta Redazione Giampiero Podda Giacomo Degortes Giacomo Mulliri Hanno collaborato a questo numero Jean Podt Saverio Carta Jean Jacques Minò Andrea Polo Giangiorgio Pulixi Tonino Lobina Speranza Garau Rosetta Branca Giacomo Degortes Giacomo Mulliri Per le fotografie Rosetta Branca Remo Orrù Beppe Pintus Sergio Pizzoni Sergio Sorrentino Realizzazione editoriale Associazione Seniores ALATEL Telecom Italia Sardegna Autorizzazione del Tribunale di Cagliari n° 8 del 19/02/1997 Stampa Scuola Sarda Editrice Via delle Serre - Residenza Le Onde Quartucciu (Ca) Tel. 070 884419 - Fax 070 8807156 [email protected] alatel ” gruppo telecom italia consiglio regionale della sardegna sommario anno 20 - n. 1 - giugno 2014 3 EDITORIALE 4 RACCONTI Il Diciannovenne e le Signorine del 10 Salvatore l’Africano A spasso per Cagliari Il nonno che si faceva dare del lei 11 VITA ASSOCIATIVA Un’altra “Stella al merito del lavoro” Quest’anno siamo a quota “20”... Riunione del consiglio nazionale Riunione del consiglio direttivo regionale Saluto al Presidente “emerito” Programma 2014 18 L’ANGOLO DEL LIBRO Una brutta storia 20 L’ANGOLO DELLA FOTO 21 L’ANGOLO DELLA MUSICA I Beatles 22 L’ANGOLO COTTURA Pennette con zucchine e “fiori di zucchine” 23 OFFERTE Agevolazioni tariffarie per internet Chiuso in tipografia il 10.06.2014 Consiglio Regionale Seniores ALATEL Sardegna Presidente: Dott. Giacomo Degortes Presidente onorario: Dott. Federico Oppo Vice Presidente: Dott. Saverio Carta Consiglieri: Remo Orrù Gian Piero Podda Segretario: Sergio Pizzoni Sindaci: Rag. Efisio Paderi Rag. Anna Maria Garau Fiduciari: Giacomo Mulliri - Cagliari Luigi Salis - Nuoro Rosa Branca - Sassari Sede regionale Seniores ALATEL Sardegna 09128 - CAGLIARI Via Boiardo, 12 - C.F.: 96293680581 Tel. Presidente 0704883268 Tel. Segreteria 0704083900 Fax 0704083791 - 0703495327 Numero Verde 800 012777 C.c. postale: 11984093 Codice IBAN: IT 14 C 07601 04800 000011984093 (Banco Posta) Intestazione del Conto Corrente: ALATEL Associazione Lavoratori Anziani Telecom Via Boiardo 12 09128 Cagliari Presidio: Lunedì - Martedì - Mercoledì Giovedì - Venerdì ore 15.00 - 18.00 e-mail: [email protected] [email protected] Il filo di Arianna incipit Giacomo Degortes Presidente Alatel Sardegna 3 Q uesta volta tocca a me aprire questo numero della nostra rivista come nuovo presidente dell’ALATEL Sardegna quale successore dell’ing. Antonio Orgiana. Infatti dopo le elezioni svolte nel settembre dello scorso anno il Consiglio Direttivo Regionale eletto ha ritenuto di segnalare il mio nome alla Telecom, a cui compete come di consueto proporre il nuovo presidente. Nel mese di febbraio di quest’anno quindi in presenza del presidente nazionale dr. Antonio Zappi e del sindaco dr. Enrico Casini il consiglio ha provveduto a nominarmi presidente per il triennio 2014-2017. In altra pagina della rivista troverete un piccolo resoconto di tale incontro. Esprimo quindi il mio ringraziamento al Consiglio Direttivo per aver pensato a me per la carica e la Telecom per aver accolto tale richiesta. Ho aderito con piacere alla proposta, non poco hanno influito sulla mia decisione il ricordo dei miei anni di servizio ma anche il desiderio di poter partecipare sebbene in altro modo alla vita della Telecom anzi alla vita dei colleghi con cui ho condiviso anni di lavoro oltre il piacere di rivedere colleghi persi di vista da tanto tempo (anche per la mia permanenza a Roma negli ultimi sette anni di servizio). Un particolare ringraziamento va all’ing. Orgiana che si è fatto carico nel triennio passato (più un anno di proroga) della presidenza fungendo da punto di riferimento grazie alla sua lunga permanenza in Telecom e la sua profonda conoscenza della società. Speriamo che continui a supportarci. Orgiana ha lasciato un gruppo coeso che opera con spirito di servizio verso i soci e loro familiari (senza dimenticare gli aggregati). Come di consueto in seconda di copertina trovate tutti i riferimenti per entrare in contatto con noi. All’interno troverete anche un breve resoconto della riunione del Comitato Direttivo Nazionale svoltosi a marzo a Roma a cui ho partecipato ed in cui si è provveduto a rinnovare tutte le cariche sociali. La mia prima impressione entrando in questo gruppo è di una grande passione dei membri del CDR nel rendersi utili ai colleghi che a noi si rivolgono fornendo supporto per varie tematiche (assilt, dichiarazione dei redditi, agevolazioni telefoniche, ecc) ma anche organizzando incontri gite e viaggi anche di grande impegno organizzativo; tutte occasioni per continuare a vedere colleghi e amici che ci sono stati compagni di viaggio durante gli anni di servizio. Ho riscontrato una notevole partecipazione da parte dei soci che ammontano a circa 500 con altrettanti “dormienti” che speriamo di riavere tra noi. A tutte queste persone quindi un ringraziamento per credere in questa associazione, e l’assicurazione che da parte mia ci sarà tutto l’impegno a favorire le occasioni di incontro tra soci così da non disperdere il senso di appartenenza che ci ha legati e ancora ci lega tutti alla società, da quando si chiamava TETI (io non c’ero! Ma le sorelle di mio padre hanno avuto una lunga militanza come telefoniste in quel di Olbia) poi SIP e infine TELECOM. e ditoriale Editoriale 4 P rima di arrivare al ragazzo diciannovenne che dà il titolo a questo breve mio scritto, occorre fare una premessa temporale antecedente “i diciannove anni”. Sono nato a Quartu S. Elena nel 1945 e all’età di 2 anni rimasi orfano di padre a causa una grave malattia contratta negli anni della 2a guerra mondiale mentre prestava il Servizio Militare nell’Esercito. Non sto ad elencare le molte avversità che da questo triste evento cascarono addosso sia a me che a tutta la famiglia in quanto mia madre (rimase vedova all’età di 32 anni con tre figli piccoli). Da tutto ciò voglio prendere la parte favorevole dell’accaduto; all’età di 16 anni venni contattato dal Ministero della Difesa per frequentare una Scuola Statale per 3 anni destinata agli orfani di guerra). La Scuola raccoglieva molte attività professionali Scuola di via Macinghi Strozzi. ed io, che per la comprensibile necessità di aiutaLobina Tonino è il secondo in basso da sinistra. re la mia famiglia già lavoravo dall’età di 14 anni di Tonino Lobina r acconti Il Diciannovenne e le Signorine del 10 come “apprendista operatore cinematografico”, scelsi elettrotecnica/elettronica perché già pratico di manopole e interruttori. Tutto bene, escluso che mi trovai catapultato al di là del mare e a molte centinaia di Km. dalla famiglia. Ricorderò sempre la targa all’ingresso della scuola Scuola Professionale Statale Collegio Aldo Fiorini LECCE Eh! Si, proprio Lecce, la città che mi diede il primo approccio con l’Azienda Telefonica tramite le così dette “Signorine del 10”. Infatti essendo lontano dal luogo di residenza (14 ore di nave + 11 ore di treno), avevo la necessità di comunicare con la mia famiglia, (e il telefono era una grande invenzione), con gli amici e perché no anche con l’amorosa….. Per tre interi anni scolastici, (dal settembre del 1961 al giugno 1964) fui un cliente assiduo, non tanto dell’Azienda Telefonica (che in quella zona si chiamava SET), ma di quelle voci femminili con le quali interloquivo. La prima volta che chiamai il 10 (dal telefono dell’infermeria) fu una grande emozione: dopo che feci la mia richiesta, la “Signorina” mi chiese quanti “anni avessi”. Alla mia risposta mi chiese ancora: vuoi parlare con la mamma? Naturalmente risposi di sì Lei aggiunse che mi avrebbe richiamato non prima di 2 ore; invece dopo appena 3 quarti d’ora la stessa voce mi disse che c’era mia mamma in linea ed io la ringraziai infinitamente. Tutto ciò, anche se adolescente, mi fece capire che dietro quella voce non c’era solo una persona che cercava di fare il suo dovere, ma anche una ragazza, una signorina o una signora che fosse dai contorni molto umani. Col passare del tempo, tutte le mie emozioni e timidezze di fronte al telefono quasi sparirono, ma mi rimase l’incognita di cosa ci fosse dietro quelle voci provenienti quasi da un’altra parte del mondo irraggiungibile e misterioso. r acconti 5 Portai a termine i tre anni di do irraggiungibile era così tanta studi con ottimo profitto, tanche invece di chiamare la Capo to da guadagnarmi una borsa Sala al telefono varcai quella di studio per ogni anno scoporta per confermare il ripristino lastico e finalmente rientrai di persona. a casa, ma avevo un chiodo Mai l’avessi fatto, mi trovai in fisso, le “Signorine del 10”….. mezzo ad una sfilza di Tavoli Cominciai quindi ad inviare di Commutazione (così si chiatante richieste di assunzione mavano) allineati con tutte le tra cui l’ENEL, la RAI e natu“Signorine del 10” che mi scruralmente, inclusi anche, la Sotavano dalla testa ai piedi, ed cietà Telefonica di allora che in fondo alla sala una scrivania nella nostra Zona era la Sociedove operava la Capo Sala. tà Telefonica Tirrena-TETI. Non vi dico il mio stato d’animo. Non trascorse molto tempo Dall’emozione, stavo per ritorche ricevetti una lettera di nare in centrale quando una invito per presentarmi in via voce dal mio intimo mi disse: Cima a Cagliari, sede dell’ATonino datti una mossa, porta a zienda. termine questa prima prova. Mi si stavano aprendo le porPresi il coraggio a due mani, te del lavoro e come da prasmisi il turbo e andai dritto verso Carlini Rita, Franca Todde, Lidia Burgio, si mi presentai nell’ufficio di la Capo Sala senza girarmi né a un responsabile aziendale Marcella Noviello, Suella Iolanda. destra né a sinistra. per un colloquio. Dopo poco tempo cominciai a Mi trovai davanti una persocapire cosa fosse quel “mondo”. na molto seria, determinata, ma di grande uma- Sul tavolo si accende una spia e quella spia si nità. Questa persona era il Dott. Dessy (sarà spegne solo infilando uno spinotto sotto la sede l’unico nome che faccio e lo ringrazio perché mi della spia stessa: in quel momento avviene una diede una fiducia enorme). trasformazione di una persona con tutti i suoi proTempo dieci giorni e venni inviato a Roma il blemi grandi e piccoli, che diventa soltanto… la 04/10/1964 per il corso di assunzione nelle Tra- “Signorina del 10”. smissioni. Oggi tutti siamo cresciuti e vediamo le cose in Finito il corso in data 28/05/1965 rimasi a Roma maniera più realistica, ma confesso di essermi un ancora per due settimane circa. po’ emozionato nello scrivere queste poche righe; Al rientro a casa non feci nemmeno in tempo di anche se una parte dei tecnici non dava la giusta disfare le valigie (come son cambiati i tempi), che misura alla figura dell’Operatrice di Commutaziola mattina del 16 giugno venne un tecnico di cen- ne, la verità è che le “Signorine” sono state una trale a prelevarmi e accompagnarmi direttamente delle colonne portanti dell’Azienda: erano sempre sul posto di lavoro in Via Cima. in prima linea….. Ma ecco che al secondo giorno di lavoro, il desti- Non mi resta che dire un grazie alle ragazze di no mette in gioco il “Diciannovenne e le Signorine allora e di essere orgoglioso di averle avute come del 10”. colleghe. Squilla il telefono di servizio –Pronto? – Centrale Trasmissioni, rispondo io dandomi un tono. – Sono la Capo Sala di commutazione – Sono il nuovo assunto, mi dica – Abbiamo il manuale 2 di Milano interrotto – Bene, appena lo ripristino la richiamo. Rispondo cercando di mascherare l’emozione aggiunta alla inesperienza lavorativa. Ma tant’è mi feci coraggio e in breve tempo sistemai il guasto. A questo punto guardai la porta che separava la centrale e la sala commutazione; dovevo dare risposta che il circuito era stato ripristinato. Ebbene, la mia curiosità per scoprire quel mon- 6 S alvatore l’“Africano” ma tutti in paese, ad Ales, lo chiamavano “Licu”. Mio padre Salvatore Garau era nato ad Ales (Ca), il paese che ha dato i natali ad Antonio Gramsci, nel 1902, esattamente il 2 di agosto. Non era però dell’ideologia di Gramsci. Visse ad Ales fino all’età di 34 anni (con una parentesi di servizio militare a Trieste nella Guardia di Finanza, dove, per il freddo, rischiò il congelamento delle dita dei piedi). Dopo la licenza liceale si impiegò presso l’esattoria di Ales. Nel 1936, morta la madre, Speranza, andò volontario civile in Africa Orientale alla ricerca di un lavoro. “Allungheremo lo stivale fino all’Africa Orientale” noto motivetto dell’epoca. Il suo credo politico era, ed è sempre stato, La famiglia Garau con le piccole Speranza e Annamaria di Speranza Garau r acconti Salvatore l’Africano il Fascismo. L’Etiopia, nel 1936 era stata dichiarata annessa all’Italia. L’Amministrazione italiana durò dal 1936 al 1941, quando, nella seconda Guerra Mondiale, le truppe britanniche occuparono l’intera Etiopia vincendo a Cheren (Eritrea), all’Amba Alagi, dove il vicerè Amedeo d’Aosta fu costretto a cedere con l’onore delle armi, e per ultimo a Gondar, città storica dell’Abissinia. Il Negus, Hailè Selassiè, salito al trono nel 1931 dopo la morte dell’imperatrice Zauditu, rientrò ad Addis Abeba, al seguito delle truppe britanniche. Mia mamma, invece, era nata nel 1916 a Lavagno (Vr) e viveva con la famiglia a San Giacomo (pochi chilometri dalla città di Verona). Tra i 18 e i 22 anni faceva la maestra d’asilo presso la parrocchia più vicina al Vago. A San Giacomo vi era una grande villa del professor G. Battiato (zio del cantante e musicista Franco), persona molto colta, che chiese a mia nonna se mia madre poteva posare come modella per il suo quadro “Lisetta e la calza”. Lei ci raccontava che questo professore l’avrebbe voluta sposare, ma a mia madre non piaceva, e perciò colse l’occasione di andare in Africa Orientale, invitata dal fratello Carabiniere arrivato in Africa nel 1936 con le truppe di occupazione italiane. Partì, naturalmente non da sola, insieme ad un fratello, una sorella e il di lei fidanzato, alla ricerca di un lavoro che allora come oggi mancava in Italia, e grazie al fratello Carabiniere nel 1938 si sistemò a Quorum, in pieno lago Ascianghi, dove trovò lavoro in un ristorante. E qui, proprio Salvatore, mio padre, andava a mangiare e non ci mise molto a notare questa bellissima veneta di 22 anni di nome Elisabetta, mia madre: fu amore a prima vista e nel 1939, il 2 settembre, si sposarono con il parere contrario dei fratelli: “… che cosa ne sai di quello lì, che viene dalla Sardegna… figurati…”. Erano felici all’Asmara, all’epoca città 7 sopravvissuto. Ed è lì che mio padre fece un voto alla Madonna di Pompei, che poi sciolse, una volta rimpatriati. Riuscì comunque ad arrivare all’Asmara (pesava 44 chili e un metro e settanta di altezza). Mia madre non lo riconobbe: ebbe frequenti episodi di febbre alta, di delirio, a causa sicuramente dello shock, per la durissima prova superata. Riuscirono a vivere in qualche modo, ospiti della sorella di mia madre, cercando un lavoro senza purtroppo trovare nulla. Si trasferirono allora ad Addicaiè, e mio padre da buon sardo, si associò ad un indigeno pastore di capre, mettendosi a lavorare il latte, producendo soprattutto formaggio. Nel 1944, il 17 gennaio, nacque la seconda figlia Anna Maria mentre mio padre riuscì finalmente a trovare un impiego presso l’aeroporto dell’Asmara, in quanto se la cavava con l’inglese, imparato, sempre in Africa, da un amico greco. Ma la popolazione locale era in pieno fermento. Guerre di religione soprattutto e pericolo di vita per tutti gli italiani, considerati “invasori”. C’erano gli “scifta”, gruppi di terroristi che entravano nelle abitazioni e uccidevano r acconti dell’Eritrea, oggi Etiopia, in una casa tutta loro; Babbo lavorava in un ente pubblico, al Ministero degli Affari Economici e Finanziari, e mamma faceva la casalinga. Anche la sorella di mia madre e il fidanzato, si sposarono e rimasero in Africa fino al 1980 quando rientrarono in Italia ormai anziani e sofferenti, ospiti di una casa di riposo costruita a Bari su interessamento del compianto Aldo Moro per i profughi Italiani dell’Eritrea, ma questa è un’altra storia. Nel 1940, il 6 giugno, quattro giorni prima dell’inizio della seconda Guerra Mondiale, nacque la prima figlia Speranza, mentre Babbo venne richiamato nella Guardia di Finanza e, come tutti i soldati italiani, fece la sua parte in una guerra impari, quasi senza armi, utilizzando bottiglie molotov contro un nemico ben più agguerrito. Dopo gli avvenimenti bellici succitati, il territorio passò sotto il dominio britannico e la famigliola venne trasferita al campo sfollamento di Saganeiti, un paese lontano dalla città, in un capannone militare. C’era il coprifuoco tutte le notti, i bombardamenti erano a catena, e gli Inglesi rastrellavano i prigionieri imbarcandoli sulle navi per inviarli ai campi di prigionia: la nave Nuova Scozia fu colpita dal fuoco amico e affondò con molti prigionieri Italiani. Durante quella retata, Babbo si trovava fuori dalla sua caserma in quanto era andato a caccia per procurare qualcosa da mangiare e si salvò. Ma purtroppo, anche se diversi giorni dopo, venne catturato e fece 40 giorni di prigionia in un campo di concentramento; riuscì però a scappare, con altri due compagni in mezzo a varie peripezie. In un territorio pieno di insidie, quasi senza cibo né acqua camminavano la notte fermandosi durante il giorno per il gran caldo sotto qualche parvenza d’ombra (forse alberi). Attraversarono addirittura un deserto pietroso ed persino un campo minato. Mio padre, accortosi dello scampato pericolo ed in preda ad una profonda disperazione, non sapendo che direzione prendere, si guardò intorno e vide su una collinetta (amba) una croce. Credette fosse una missione cristiana e si diresse in quella direzione. Fù costretto a proseguire da solo, anche perché uno dei fuggitivi morì e l’altro non fù più in grado di camminare. Una volta raggiunta la meta, si accorse che non c’era più la croce e neanche la missione (miraggio!!!), però trovò l’acqua. Incontrò anche un indigeno con un asinello e gli chiese di andare a recuperare il compagno r acconti 8 senza pietà non risparmiando nessuno. Nel 1949, esattamente il 15 di agosto, venimmo imbarcati a Massaua, sul Mar Rosso, mi pare sul “Toscana”, come profughi, per Napoli. Sbarcati a Napoli, prima tappa Pompei a sciogliere il voto, poi nel Veneto dai parenti di mia madre e successivamente a Cagliari, ospiti di una sorella di mio padre; infine ad Ales nella casa dei genitori paterni. Babbo era rimasto nella GG.FF, e faceva la spola tutte le settimane tra Ales a Cagliari, venendoci a trovare nei fine settimana. Nel 1951, il primo luglio, nacque mio fratello. Dal Veneto venne a trovarci mia nonna Luigia (l’unica nonna conosciuta da noi nipoti), e si trattenne un intero anno. Nel 1953 dopo varie domande di alloggio, in quanto profughi, ci assegnarono una casa, e babbo riuscì a trovare un impiego da civile presso l’Ispettorato del Lavoro di Cagliari. Nel 1967 andò in pensione e nel 1973 morì a soli 71 anni. Sono ricordi molto vaghi e sicuramente imprecisi, ma avevo solo 9 anni quando siamo rientrati dall’Africa, e mia sorella appena 5. Il racconto ci è stato riportato prevalentemente da mia madre, che morì a Cagliari nel 2002 all’età di 86 anni…….. Questa è una parte della storia della mia famiglia, simile a molte storie di altre famiglie italiane che allora riuscirono a risollevarsi dalla grande tragedia della guerra e dal disordine italiano. Spero che, questo mio racconto sia di buon auspicio, perché si possa raggiungere quella serenità che i nostri genitori seppero conquistare per loro e per i loro figli. S pesso mi capita nelle belle giornate primaverili, di andare a bighellonare per i vari Rioni storici di Cagliari; i miei preferiti sono il Castello e Stampace. Il primo perché è pieno di storia, il secondo perché mi riporta agli anni della mia infanzia essendo nato in via Carlo Buragna, e vissuto tra piazza Yenne e via Ospedale: più “stampacino” o “cuccuru cottu” di così? Questa volta voglio parlarvi del Castello e comincerei a chiamarlo con il suo nome storico: “Casteddu de susu” e ricorderei anche il nomignolo che si erano conquistati i suoi abitanti che venivano chiamati “piscia furrungonis” o “piscia tinteris”. Il primo non ha bisogno di commenti, in quanto i furrungonis sono gli angoli, mentre il secondo era derivato dal fatto che gli alunni delle scuole, quando stava per terminare l’inchiostro dei calamai, lo allungavano con la pipì. Ciò premesso cominciamo la visita partendo dal Giardino Pubblico e troviamo la “porta de s’avanzada” che immette in Piazza Arsenale. di Saverio Carta A spasso per Cagliari Sulla destra troviamo la “porta dell’arsenale” (oggi Cittadella dei Musei) eretta nel 1825 su progetto dell’architetto militare Conte Carlo Boyl di Putifigari. Qui nell’arsenale, venivano forgiate e custodite le armi e fu anche fusa la statua di Carlo Felice che in origine doveva essere eretta in Piazza Martiri, ma dopo dieci anni fu invece collocata in Piazza Yenne ad indicare l’inizio della statale che prese appunto il nome del Re (anche per la statua ci sono stati tempi lunghi….). L’arsenale in seguito fu adibito a Distretto Militare e attualmente a sede museale. Di fronte vediamo la porta Cristina che immette in viale Buocammino. Da piazza Arsenale, si entra in Castello attraverso il “portico della zecca o delle seziate”(sedute) con l’omonimo palazzo nel quale si tenevano le sedute degli stamenti che erano tre: l’ecclesiastico, che comprendeva le dignità e gli enti ecclesiastici o i loro procuratori; il militare, di cui facevano parte non solo i militari, ma tutti i nobili e i cavalieri; il reale, che comprendeva i rappresentanti delle sette città regie (Cagliari, Sassari, Alghero, 9 ca. Subito a ridosso del Duomo separato da un vicolo, si erge l’Arcivescovado, dove è possibile vedere nelle sale interne la storia dell’archidiocesi attraverso i ritratti dei principali prelati. Sulla sinistra del Duomo c’è il palazzo viceregio che fu abitato dai viceré spagnoli, dai consoli e dalla famiglia reale dei Savoia con Carlo Emanuele IV nel 1799, da Vittorio Emanuele I nel 1806 e da Carlo Felice da principe e Re. In questo palazzo nacque la principessa Cristina oggi innalzata agli onori dell’altare. Col passare degli anni il palazzo divenne sede della Prefettura e della provincia: nel salone delle feste si tiene il 1° maggio la cerimonia della consegna delle stelle al merito del lavoro. Infine nella piazza troviamo il “palazzo de su comunu becciu”, sul cui portone c’è una lapide che ricorda il passaggio in città di Carlo V nella sua spedizione contro Tunisi nel 1535. In seguito al trasferimento del comune a palazzo Bacaredda in via Roma, il palazzo fu adibito a scuola elementare e in tempi più recenti a conservatorio di musica: nella piccola sala dei concerti si potevano ascoltare musiche da camera. Oggi è diventato sede dei Musei Civici. Nella piazza antistante il palazzo sbucavano alcuni vicoli che la collegavano con via Genovesi e uno di questi era nominato “sa ruga de calabraga” dove risiedevano le donne dell’amore facile e a poco prezzo: il nome della strada non richiede spiegazioni….. r acconti Oristano, Iglesias, Bosa, Castello Aragonese). In esso si tenevano anche le sedute del viceré durante le quali i condannati potevano esporre le loro richieste o chiedere la grazia. A tal proposito l’Arciconfraternita di S. Restituta poteva chiedere condoni o grazie tre volte all’anno. Per le seziate del Venerdì Santo si poteva chiedere la grazia per un condannato a morte. A fianco del Palazzo c’è la Torre di S. Pancrazio o “sa turri de santu Fancrau”, costruita dai Pisani nei primi del 1300 e alta 30 metri divisa in quattro piani. In origine era chiusa da tutti i lati e adibita a prigione. Quando un condannato veniva portato alla torre era accompagnato oltre che dalle guardie anche da un fabbro che gli serrava una catena alla caviglia assicurando l’altro capo al muro rendendo molto difficile al recluso la possibilità di movimento. Vi fu anche incarcerato per 2 anni Brancaleone Doria marito di Eleonora d’Arborea. In cima era stata collocata “sa campana mala” che con i suoi rintocchi scandiva l’esecuzioni capitali. Il Generale La Marmora sempre sulla sommità aveva fatto costruire un pilastrino in alabastro come segnale trigonometrico per le triangolazioni dell’Isola. A destra della torre c’è il palazzo del conservatorio delle orfanelle o della previdenza, voluto dai Savoia, il fondatore fu Emanuele III e Carlo Felice assegnò l’edificio al Conservatorio trasferendolo dalla vecchia sede di Santa Croce. Le orfanelle di buona famiglia e le poverelle venivano educate nella pietà ed istruite “nei primissimi rudimenti dell’umano sapere” come diceva il Canonico Spano. Qui insegnò dal 1885 al 1889 Suor Giuseppina Nicoli, oggi beatificata. Dentro il Palazzo esisteva un pozzo per l’approvvigionamento idrico del Castello. Di fronte si trova la scalinata che porta all’ingresso del vecchio museo archeologico oggi chiuso. Ai bei tempi della mia scuola media, quando si faceva “vela” e soprattutto d’inverno, il museo era tappa obbligata per due motivi: si stava al caldo e non si rischiava di essere “cuccati” da qualche familiare o professore. La piazza compresa tra gli edifici suddetti si chiama piazza dell’Indipendenzae da essa si dipartono tre strade: via La Marmora, via Cannelles e via Martini. Quest’ultima ha avuto in precedenza diversi nomi “carrer de Santa Maria”, la prima parte, e “carrer Palau” la seconda nel tratto dal palazzo Regio all’Arcivescovado. Nella via Martini all’interno dell’asilo Umberto e Margherita, c’è la piccola chiesa di S. Lucia, dono nel 1539 del viceré alle clarisse. Finalmente si arriva a “piazza de sa seu”, o piazza della Cattedrale la cui facciata ha cambiato stile tre volte, prima pisana poi barocca e infine quella attuale neo romani- r acconti 10 C i sono persone che passano nella tua vita per un tempo relativamente breve, ma nonostante questo la segnano profondamente, magari senza che noi stessi ce ne si renda conto. Uno di questi è stato mio nonno Cosimo. Classe 1896, ferroviere di lunga data, è stato padre di 11 figli, l’ultimo mio padre, dai quali si è sempre fatto dare del lei, come si usava un tempo nella Sardegna interna, dove la mia famiglia ha le sue radici. Non era certo un uomo di cultura, imparò a leggere e scrivere per bene da adulto, ma proprio per quello capiva il valore dell’istruzione e volle che tutti i suoi figli studiassero, maschi e femmine, e riuscì a farne laureare un buon numero. Tutti lo ricordano come un uomo severo i cui occhi si inumidirono solo alla laurea di mio padre, quando capì di essere riuscito, lui umile ferroviere, a fare per bene il suo mestiere di genitore, o almeno di averlo fatto al massimo delle proprie capacità, ma non resse l’emozione che gli causò il complimento e la stretta di mano di quel professore della facoltà di medicina che, avvolto nella sua toga nera col collo di ermellino, scese dalla cattedra per complimentarsi con lui per la tesi del figlio. Figlio a cui mio nonno semplicemente regalò una pacca sulla spalla e una frase in dialetto che è rimasta negli annali della mia famiglia: “Bravo, hai fatto il tuo dovere”. Mio padre la seppe apprezzare più di qualunque altro regalo gli avessero potuto mai fare. di Andrea Polo Il nonno che si faceva dare del lei Per me, però, nonno Cosimo era tutt’altro. Lui, cui ben 11 figli negarono il piacere di avere un nipote che portava il suo nome, si autoconvinse che il mio fosse stato scelto in memoria di una sua sorella, Andreana, morta giovane; questo bastò perché con me si creasse un rapporto diverso. Per me era normale stargli sulle ginocchia o che lui mi prendesse in braccio (cosa che mai aveva fatto, se non in rarissime occasioni istituzionali, anche con miei fratelli o miei cugini e di cui la mia zia maggiore si sorprendeva ogni volta) e i pochi anni in cui ci incontrammo, questo continuò ad avvenire fra lo stupore generale. Inutile precisarlo, io gli davo del tu. Un giorno nonno Cosimo se ne andò e io, a quasi 35 anni di distanza, ho ancora netta l’immagine di lui e della stanza in cui lo vidi per l’ultima volta; sdraiato nel suo letto, con una flebo che a me bambino parve enorme e di cui ho chiari i colori. Ma soprattutto ricordo l’ultimo sorriso che mi regalò e con cui, per sempre, ci salutammo. Volle comunque lasciarmi qualcosa di tangibile, e io oggi conservo il bell’orologio da taschino che le Ferrovie dello Stato gli regalarono quando andò in pensione e che faceva sempre capolino dal suo panciotto. Ma mi ha lasciato molto altro di intangibile, forse nel suo esempio, forse nei geni, ma se oggi sono l’uomo e il padre che sono lo devo anche a lui; però nonno Cosimo, non volermene, Marco e Giovanni mi danno del tu. Jean Podt A 11 nche quest’anno si è svolta il 1° Maggio la cerimonia del conferimento dell’Onorificenza al Merito del Lavoro per premiare la perizia, laboriosità e buona condotta morale dei lavoratori dipendenti da imprese pubbliche o private. Tali lavoratori come recita il decreto emanato dal Presidente della Repubblica su designazione del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, debbono essere cittadini italiani che abbiano prestato attività lavorativa ininterrottamente per un periodo minimo di venticinque anni alle dipendenze della stessa azienda o di trent’anni alle dipendenze di aziende diverse o lavoratori italiani all’estero, senza l’osservanza dei predetti limiti di anzianità, e che (naturalmente) non abbiano pendenze penali di qualsiasi tipo. Per la nostra Azienda, quest’anno è stata premiata la collega Giuseppina SINI il cui curriculum aziendale è il seguente: Nata a Cagliari, conseguita la maturità Scientifica nell’anno 1980 e assunta in SIP (sede di Cagliari, via Boiardo 12), il 9/03/1988, in qualità di “operatrice addetta ai servizi d’utenza” c/o CLSUT Cagliari servizio 12-187punto SIP e Centralino. Nel 1994 viene assegnata alla posizione di lavoro di “Capo turno addetta ai servizi d’utenza” 12-187, con responsabilità di gestione delle risorse in organico al Servizio. Nel 1996 è inquadrata nella figura professionale di “Assistente” in servizio c/o CLSUT Cagliari. Nel 1998 passa alla figura di Supervisor al VTCC (Vendita Telefonica Customer Care), nei Servizi commerciali 187 e per la gestione dei crediti e reclami. Nel 1998, come Supervisor del Servizio 12, assume anche la gestione delle sale remotizzate di Milano est. Nel 2000 viene inquadrata nella figura professionale di “Assistente Senior” e le viene attribuito il superiore Livello inquadramentale 5. Dal 2006 svolge l’attività di Supervisore dell’AODA Servizio 1254 Cagliari, gestendo collaboratori in sede e in Telelavoro domiciliare per la Sardegna. Pertanto, come si evince dallo sviluppo di carriera, la Signora SINI, dopo il suo ingresso in Azienda come semplice Addetta e Operatrice, ha rapidamente e progressivamente assunto responsabilità sempre maggiori, in termini di risorse umane gestite e di business aziendale, dimostrando sempre costante impegno, determinazione nel perseguimento degli obiettivi assegnati, ma curando al contempo le relazioni interpersonali, con colleghi e collaboratori, fino a diventare, per tutti, uno stimato modello e punto di riferimento professionale e umano. La cerimonia si è svolta nel Palazzo della Provincia con la partecipazione del Prefetto, del Sindaco di Cagliari e della Presidente della Provincia; in rappresentanza dell’Alatel Sardegna, v ita associativa di Un’altra “Stella al merito del lavoro” per la Telecom erano presenti il Presidente Giacomo Degortes e il Segretario Sergio Pizzoni. A nome di tutti i suoi Colleghi facciamo i più fervidi auguri a Giuseppina. v associativa r ita acconti Cogliamo l’occasione per pubblicare l’elenco, non aggiornato e per questo chiediamo la collaborazione dei lettori per le eventuali mancanze che pubblicheremo tempestivamente, dei Colleghi che sono stati insigniti della decorazione negli anni precedenti che salutiamo e ricordiamo sempre con affetto: Alvau Raffaela, Amici Marcello, Banditelli Ro- berto, Brau Paolo, D’angelo Orani Luisa, Deiana Giorgio, Gabriellini Giovanni, Galletta Giancarlo, Gallisai Rosanna, Garau Anna Maria, Gaviano Carlo, Lai Salvatore, Maccioni Giuseppe, Marini Francesco, Moro Mario Stefano, Paderi Efisio, Pes Angela, Pizzoni Sergio, Pusci Orlando, Sulis Gabriele, Virdis Salvatore, Virgilio Antonio, Zaccheddu Marco, Zuncheddu Salvatore. 12 Escursione a: Calasetta, Carloforte, S. Antioco e Santadi F inalmente abbiamo potuto realizzare la tanto attesa gita a Calasetta, Carloforte, S. Antioco e Santadi che per vari motivi, gli anni scorsi, abbiamo dovuto rinviare. Sinceramente sono tanto contenta della riuscita positiva, visto l’entusiasmo dei partecipanti. È stato un grande arricchimento di conoscenza, perché quasi tutti non eravamo mai stati in quelle località; e pensare che con una brava guida, la scoperta a S. Antioco di Rosetta Branca Programma 2014 sezione di Sassari del grandioso Museo Archeologico, del Tophet, del Villaggio Ipogeo e del Torrino è stata una rivelazione straordinaria. A Carloforte, cittadina molto carina, avremmo potuto godere di più se non ci fosse stato un fortissimo vento e il nostro socio Franco Gherardini non sia stato bene, perché, per fare qualche foto, è andato sul ponte del traghetto, gli si è bloccata la digestione e si è ridotto ad uno “straccio” assistito però molto amorevolmente dalla moglie Rosanna. A Santadi inoltre, abbiamo visitato le Grotte di Is Zuddas che, con nostra sorpresa, offrivano un vero spettacolo unico e indimenticabile. Dulcis in fundo, con nostra soddisfazione, dobbiamo dire che tutti i pasti sono stati ottimi, vari e di nostro gradimento. Così come l’albergo è stato trovato da tutti molto confortevole. Alla prossima! Ciao, ciao a tutti. Rosetta. di Jean Podt Vi vogliamo confermare la località dell’evento OROSEI, l’Hotel prescelto “Hotel Marina Beach Resort”, le date stabilite 25-26-27-28 Settembre 2014, le escursioni programmate: 1)A Galtellì, noto in letteratura come “Galte” dal più celebre dei romanzi di Grazia Deledda Canne al vento, che le valse il premio Nobel, e una breve visita guidata del centro storico. 2)A Orosei per la visita del centro storico della Cittadina e del museo Guiso “dei teatrini”. 3)A Cala Gonone per la visita dell’Acquario e, se il mare ce lo consentirà, tenteremo per l’ennesima volta, di visitare la Grotta del Bue Marino. Ribadiamo le quote di partecipazione previste: Socio: 220,00 € Coniuge e Socio ANLA: 260,00 € Aggregato: 280,00 € (di cui 20 € per Tessera ANLA) In tanti avete provveduto a prenotarvi e per poterci permettere una precisa organizzazione del Raduno vi preghiamo di provvedere al pagamento dell’anticipo e del saldo che come previsto dovrà essere versato entro il 30 Giugno. I Colleghi saranno divisi in due Gruppi e in maniera alternata potranno effettuare le escursioni che, ripetiamo, sono facoltative. Non mancheranno i momenti di riunione, primo fra tutti il saluto del Presidente, l’Assemblea generale dei Soci per discutere i problemi della nostra Associazione, la possibilità di assistere alla Messa, la Domenica in Spiaggia, e... l’animazione con spettacoli e danze. Vi aspettiamo. Visitate il nostro sito www.alatel.it troverete tutti i particolari delle nostre iniziative 13 E sì cari Colleghi, quest’anno 2014 siamo arrivati a quota 20. Sono infatti venti i Raduni Regionali che dal 1995 (per l’esattezza svoltosi a Baia di Nora) sono stati celebrati dalla nostra Associazione. Così recita la lettera invitavi con il volantino del XX RADUNO REGIONALE. v ita associativa Quest’anno siamo a quota “20”... v ita associativa 14 I due presidenti: Dott. Zappi, Presidente nazionale e Dott. Degortes, Presidente regionale Riunione del consiglio nazionale Nei giorni 17 e 18 marzo si è tenuta Roma, presso la sede Telecom di via di Val Cannuta 182 la riunione del Consiglio Direttivo Nazionale ALATEL per il rinnovo di tutte le cariche nazionali essendo decadute tutte le precedenti a causa della scomparsa del Presidente nazionale ing. TUCCI. È stato eletto presidente per acclamazione il dr. Antonio ZAPPI che già dal 2012 reggeva l’associazione. Il presidente che rimarrà in carica tre anni ha proposto le altre cariche nazionale di cui diamo i nomi di seguito: Comitato esecutivo presieduto dallo stesso dr. Zappi e composto da: Benzoni Fiorenzo presidente ALATEL Lombardia; D’ormea Amedeo presidente ALATEL Campania; Gareri Antonio presidente ALATEL Calabria; Molinari Giovanni presidente ALATEL MarcheUmbria; Pasquini Giancarlo presidente ALATEL Lazio; Traballo-Togna Carlo presidente ALATELPiemonte. Benzoni e D’ormea sono stati nominati vice presidenti. Le altre nomine sono state: Segretario generale Panzolini Franco; vice segretario generale Fontana Franco; Segretario amministrativo Casini Enrico. Il collegio sindacale e composto da: Festa Guido membro presidente; Zaccaria Pietro membro effettivo; Lampis Livio membro effettivo; Cleri Pasquale membro supplente; Lucarelli Cesare membro supplente. Il comitato dei probiviri composto da: D’eletto Orazio presidente; Caro-Giuli Liberatore membro; Martella Giorgio membro. Nel corso della giornata del 17 marzo sono state esposte da dr. Benzoni le linee guida per il triennio 2014-2016 frutto del lavoro di gruppi di lavoro a cui hanno partecipato sia alcuni presidenti regionali ALATEL che membri del comitato nazionale. Il giorno 18 marzo è stato caratterizzato dalla presenza dell’amministratore delegato della Telecom dr. Marco Patuano e del responsabile di People Value (già risorse del personale) TELECOM dr. Mario Diloreto. Il dr. Patuano ha esposto gli ultimi sei mesi delle vicende TELECOM soffermandosi sui rapporti col socio di maggioranza TELEFONICA connessi alla consociata brasiliana. A conclusione dell’incontro il dr. Patuano è stato nominato, su proposta del dr. Zappi, presidente onorario dell’ALATEL. Hanno partecipato all’incontro in rappresentanza dell’ASSILT il presidente Carta (nostro iscritto) il vice presidente Benedetti e il direttore amministrativo Casnelli, e in rappresentanza dell’ASSIDA il presidente Attolini ed il vice presidente Turturici. v ita associativa 15 Riunione del consiglio direttivo regionale Il giorno 10 febbraio si è svolta a Cagliari presso la sede di via Boiardo la riunione del nuovo Consiglio Direttivo Regionale ALATEL a cui ha partecipato il dr. Antonio Zappi presidente nazionale e il dr Enrico Casini presidente del collegio sindacale. Il Consiglio ha approvato il rendiconto 2013 ed ha provveduto a nominare, su indicazione della TELECOM, presidente regionale per il triennio 2014-2016 Giacomo Degortes che ha sostituito l’ing. Antonio Orgiana. A seguire su proposta del neo presidente sono stati riconfermati il dr. Saverio Carta vice presidente e Sergio Pizzoni segretario ed è stata approvata la richiesta da sottoporre al Consiglio Nazionale di rinnovare la carica di presidente regionale onorario al dr. Federico Oppo. Inoltre il dr. Saverio Carta è stato confermato anche Direttore Responsabile della rivista “Il filo di Arianna”. Saluto al Presidente “Emerito” E si cari colleghi avete letto bene: anche noi, pur non essendo particolarmente indifferenti ai piaceri della vita, alla passione per la cultura e ahimè! ai piaceri della buona tavola come ampiamente descritto nelle pagine destinate alle passeggiate fuoriporta, abbiamo un Presidente Emerito. Nonostante i solleciti e le invocazioni che da tante parti della Sardegna sono pervenute affinché proseguisse il suo mandato mantenendo la sua prestigiosa carica, il nostro Presidente non ha imitato il suo Collega più famoso al Colle (benché sia più giovane di lui di ben tre anni…). Ma tant’è, il nostro Antonio Ing. Orgiana ha deciso che, anche se continuerà a seguirci e incoraggiarci, sia ora di dare spazio ai giovani in una sorta di “autorottamazione”. È stata una decisione che il Consiglio ha accettato proponendo come avete letto nei precedenti articoli, il Dott. Giacomo Degortes, che pur avendo il difetto di avere lo stesso nome del nostro “Mino”, speriamo non ne abbia altri. Durante una breve Cerimonia svoltasi nel corso di una riunione del CDR, è stata consegnata una foto con cornice al Presidente Orgiana ringraziandolo per la sua autorevole, simpatica e fruttuosa collaborazione condannandolo al ruolo di: Presidente Emerito. 16 S. ANTIOCO Il 22 di Febbraio abbiamo iniziato le “passeggiate” previste dal programma con la visita a S. Antioco. Siam partiti di buon ora (come al solito) e dopo un’ora e mezza di percorso in Bus siamo arrivati al Porto di S. Antioco dove era in corso la vendita del pescato da parte dei pescatori locali: ah! se avessimo portato da casa le nostre borse frigo, avremmo comprato tutti i tipi di pesce del nostro Mediterraneo…. Ma il nostro obiettivo erano i Fenici e poco dopo ci siamo ritrovati davanti al Museo: divisi in due gruppi e guidati da due preparatissime Guide, abbiamo visitato il Magnifico Museo (tra l’altro appena ristrutturato), il Tophet e il Villaggio ipogeo. I Colleghi hanno apprezzato sia i siti che le spiegazioni delle “guide” e alla fine rispondendo al richiamo tipico del “candu si pappara” ci siamo recati, forse precipitati, S. Antioco S. Antioco di Giacomo Mulliri v ita associativa Programma 2014 Escursioni Turi-gastro-culturali al Ristorante “da Silvana”; qui come da regola non scritta ma tipica del visitatore di S. Antioco abbiamo potuto gustare un ricco pranzo di mare: antipasti di gamberetti, cozze, orziadas, ecc. ecc.; primi: spaghetti allo scoglio e spaghetti alle vongole; secondi: grigliata mista di anguille e pesci vari con frittura mista; il tutto innaffiato da un fresco vino bianco che, pur se non ce ne sia stato il bisogno, ha vivacizzato ancor di più il Gruppo dei partecipanti. Abbiamo poi visitato le catacombe, dove qualcuno (sarà stato il vino galeotto? Boh?) ha dimenticato il borsello (carico di soldi).Meno male che l’attesa per il suo ritrovamento è stata allietata dalle barzellette abituali di Carmela e Tonino con la new-entry a sorpresa di Luisa. E ciao a tutti. PAU Il 22 di Marzo, invece, solita partenza di buon’ora, la destinazione del nostro Pullman è stata Pau, paese dell’ossidiana, situato alle pendici del monte Arci nel centro della Sardegna. Durante le circa due ore di viaggio, Giampiero, per tenere buona la comitiva, ci ha erudito sia sul paese che sull’ossidiana, una roccia vulcanica che è prodotta da un rapido raffreddamento della lava. Ma questa ossidiana l’abbiamo vista non appena arrivati a Pau nel museo dedicato interamente a questa roccia vetrosa chiamata nell’antichità ORO NERO. Una guida molto brava ci ha illustrato alcune qualità di ossidiana, la lavorazione e il suo impiego molto prima della nascita di Cristo. Poi la stessa guida ci ha accompagnati in una sentiero nella zona di “su sennixeddu”, che porta sulla sommità del Monte Arci, il cui fondo è cosparso di pezzi e schegge di ossidiana e ai lati una foresta di querce da sughero. Ci siamo divertiti a scoprire i frammenti più grandi, più strani e più belli e anche qui, qualcuno ha trovato dei funghi porcini strepitosi; tutto però chiaramente protetto e salvaguardato dagli enti preposti, vero? Una volta saziata la fame di cultura il grido ormai famoso del “candu si pappara”,ci ha portato a Gonnostramatza all’Agriturismo Terra Usanna delle Fattorie Cuscusa, vicino al paese, ma, ahimè, l’agriturismo, lontano dal pullman …. Come al solito, non ci siamo persi d’animo, e antipasti, primi e secondi innaffiati dal vino bianco e rosso Pau LACONI È il 12 Aprile e come programmato partiamo verso Laconi paese di S. Ignazio. Ci dividiamo in due gruppi e visitiamo il Museo della Statuaria Preistorica della Sardegna ospitato presso la Casa Aimerich, ultima dimora dei Marchesi di Laconi. Il Palazzo è stato progettato nell’Ottocento dall’Architetto Gaetano Cima, lo stesso che progettò l’Ospedale Civile di Cagliari. Il Museo si articola in 11 sale tra il primo e secondo piano dedicate ai Menhir ritrovati in varie zone della Sardegna. Sono statue di grande interesse culturale visitate principalmente dagli stranieri. Abbiamo poi visitato la casa Natale di Frà Ignazio che è il Santo Sardo più venerato dell’isola; a Laconi, per la sua festa di fine Agosto, arrivano pellegrini da tutte le parti della Sardegna. Subito dopo è stata la volta del Parco Aimerich dove esistono le rovine di un vecchio Castello. Il Parco, che è una vera bellezza, non l’abbiamo potuto visitare perché la pioggia ce lo ha impedito. La consueta sorpresa c’è stata nel tragitto di circa 9 chilometri per raggiungere l’Agriturismo “Genna Corte” con una Laconi Arborea me guide; prima di inoltrarci nel cuore produttivo ci siamo divertiti “mascherandoci” con le tute bianche indossate, non per proteggere noi, ma la qualità del latte. Dopo varie degustazioni e acquisti di latticini, alle 13.00 precise, come da nostra tradizione e puntualità da orologi svizzeri, abbiamo iniziato il pranzo presso il Ristorante ”La Tanca”: antipasti di terra e di mare, primi piatti di terra e di mare, secondi sempre di terra e di mare, contorni, frutta dessert ecc. ecc. Una lezione culturale di circa 4 ore…. Finalmente alle 17.00 ci hanno congedato per raggiunti limiti di pazienza e così, considerando che Arborea rappresenta un polo agricolo molto importante per le coltivazioni di eccellenza, abbiamo voluto assaggiare le famose fragole. Tutti le hanno gradite e ne hanno fatto incetta e dopo aver riempito le sporte e il bagagliaio del nostro valoroso pullman, siamo rientrati alle nostre “stalle”. All’anno prossimo. 17 ci hanno fatto ricuperare in breve tempo (circa tre ore) le forze per comprare dai banchi di vendita della fattoria ricotta, formaggi, salumi, vino e persino asparagi e gureu (cardo selvatico). Anche qui c’è stata la sorpresa in quanto il pullman al momento di partire non ne ha voluto sapere di rimettersi in moto, rendendo necessario l’arrivo di un altro Bus da Cagliari che celermente ci ha riportato a casa sani e salvi. Alla prossima. ARBOREA È il 12 Maggio e l’ultima passeggiata per i paesi della Sardegna ci ha visto arrivare ad Arborea. Perché Arborea? Perché in ossequio ai nostri itinerari turigastro culturali, dopo tanto vino, acqua e olio gustati nelle località di S.Antioco, Pau e Laconi, abbiamo voluto conoscere il latte attraverso il ciclo produttivo della 3A (Assegnatari, Associati, Arborea). Nello stabilimento, che vede impegnate circa 250 persone tutti i giorni, festivi compresi, si lavora la maggior quantità di latte di tutta la Sardegna, circa 600 mila litri di latte vaccino al giorno. Anche se parte della produzione è esportata fuori Regione verso altri marchi (Granarolo, Parmalat), il latte Arborea è distribuito in tutta la nostra Regione. Abbiamo perciò visitato lo stabilimento lattiero/caseario accompagnati da un esperto casaro e due gentilissi- v ita associativa strada stretta e tortuosa con curve a gomito e strapiombi che ha causato un silenzio nel pullman, ma all’arrivo un bellissimo panorama e un buon pranzo ha rallegrato la compagnia che al ritorno ha mostrato segni di apprezzamento per l’iniziativa che ha unito il sacro al profano. Dopo la foto di rito ai bordi niente di meno di una piscina, siamo tornati tutti a casa. 18 L a bambina non credeva ai propri occhi. Si rigirò la bambola tra le mani con uno sguardo eccitato e incredulo allo stesso tempo. Guardò il bimbo che gliel’aveva regalata e sorrise. «Ma������������������������� è davvero per me?» chiese la piccola, che si chiamava Donna. Il piccoletto, otto anni e una faccia da monello, annuì. «Solo per te, bellezza». Donna scoppiò a ridere, gli gettò le braccia al collo e lo strinse forte. Biagio era il suo migliore amico e sapeva più di chiunque altro quanto lei desiderasse quella bambola. Ma i suoi non potevano permettersi di sprecare soldi per stupidi giocattoli: loro non le regalavano mai nulla. Biagio, invece, era diverso. Era la persona più generosa che conoscesse, oltre a essere il bambino più coraggioso e sveglio del quartiere. Anche la famiglia di Biagio era povera, e Donna non aveva la minima idea di dove l’amichetto potesse aver trovato i soldi per quel regalo: di sicuro nemmeno i suoi avrebbero sprecato soldi per una bambola. Ma il fatto che avesse pensato a lei, che le avesse donato ciò che più desiderava, la faceva sentire speciale come mai prima in vita sua. «Non potevo sopportare che tutte le tue amiche ce l’avessero e tu no…» disse Biagio, assaporando il profumo dolce dei capelli dell’amica. «Tu te la meriti molto più di loro». Sciogliendosi dall’abbraccio, Donna chiuse gli occhi e lo baciò sulle labbra. Un bacio improvviso e tenero. Un bacio da bambini. Biagio, sentendo la morbida consistenza delle labbra della bimba, provò un brivido di piacere che lo fece tremare, lo fece sentire grande, e anche lui di Piergiorgio Pulixi l’ angolo della libro Una brutta storia socchiuse gli occhi come aveva visto fare nei film alla tv. In quel momento, nel parco immerso nella luce soffusa della sera, tutto sembrava perfetto, come in un sogno. Ma bastò un urlo per rovinare tutto. «Eccoli qua i piccioncini!». Biagio aprì gli occhi e si girò di scatto. Conosceva quella voce. Istintivamente chiuse i pugni e i suoi occhioni celesti si ridussero a due fessure. «Eccolo il ladro e la sua fidanzatina» lo schernì un ragazzino grasso sugli undici anni, raggiungendolo insieme ad altre due brutte facce brufolose. «Lo sa la tua ragazza che quella bambola è rubata? Scommetto proprio di no…». «Cosa volete? Andatevene» ringhiò Biagio, incassando la testa tra le spalle come un pugile in miniatura. «Ce ne andremo solo quando mi sarò ripreso la bambola che hai rubato a mia sorella, piccolo delinquente che non sei altro. Sei un ladro schifoso, e i ladri come te vanno bastonati». Donna sussultò e strinse a sé la bambola per lo spavento. Sì, aveva sperato che Biagio non l’avesse rubata, ma ora della bambola non gliene importava più niente. Voleva soltanto che quei ragazzini se ne andassero. «Ripeti un’altra volta quello che hai detto, ciccione, e ti spacco la faccia» soffiò Biagio, guardando torvo l’undicenne che l’aveva accusato. «Biagio, lascia perdere… Diamogli la bambola e andiamocene». «No». «Ascolta la tua amica, se non vuoi che ti ammazziamo di botte» lo minacciò uno dei tre ragazzini, sputando per terra. niente» rispose Biagio. La sua voce era sicura come quella di un uomo. «Promettimelo». «Promesso». I due bambini si presero per mano e si avviarono verso casa………………………. 19 Con questo prologo inizia il poliziesco “Una brutta storia” di Piergiorgio Pulixi, figlio del nostro collega Giangiorgio. Piergiorgio è nato a Cagliari nel 1982. Fa parte del collettivo di scrittura Sabot creato da Massimo Carlotto di cui è allievo. Insieme allo stesso Carlotto e ai Sabot ha pubblicato Perdas de Fogu, (edizioni E/O 2008), e singolarmente il romanzo sulla schiavitù sessuale Un amore sporco inserito nel trittico noir Donne a Perdere (edizioni E/O 2010). Nel 2012 ha pubblicato “Una brutta storia”, (Edizioni E/O). secondo classificato al “PREMIO CAMAIORE LETTERATURA GIALLA 2013”. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati sul Manifesto e Micromega. È uno degli autori presenti nell’antologia contro il femminicidio “Nessuna più” e in “Delitti d’acqua dolce”. Nel 2014 pubblica “La notte delle pantere” (Edizioni E/O), il ritorno di Biagio Mazzeo, il poliziotto protagonista di “Una brutta storia”. l’ angolo della libro «Vieni e provaci, se hai il coraggio». I tre teppistelli rimasero interdetti dalla temerarietà del monello. «Tu vuoi proprio una lezione coi fiocchi» disse il ragazzino grasso, e���������������������������� si avvicinò a Biagio, spalleggiato dagli amici. Donna fece un passo avanti e porse la bambola ai piccoli teppisti. «Eccola, prendetela e andatevene» disse con voce incrinata dalla paura. Biagio, che nonostante fosse più grande di lei di un anno era di qualche centimetro più basso, le fece ritrarre il braccio e la difese col proprio corpo. «La bambola è tua, Donna. Non gli devi dare proprio nulla, capito?». «Spacchiamogli la faccia, a questo ladro!» disse il ragazzino grasso. Biagio lo fulminò con i suoi occhi freddi, e dalla tasca dei pantaloni estrasse un coltello a serramanico. Lo aprì e fece scintillare la lama davanti agli occhi dei teppistelli, che impallidirono. Donna arretrò spaventata. Mai si sarebbe sognata di pensare che il suo amico del cuore potesse girare con un coltello nascosto nei calzoni. «Allora? Cosa state aspettando?» sorrise Biagio, facendo segno con la lama ai tre di farsi sotto. «Questo è pazzo!» disse uno dei teppistelli, ���������������� intimorito. «La bambola è sua, punto. Se avete qualcosa da dire, io sono qui…». «Tu sei matto, Mazzeo…». Biagio Mazzeo alzò il mento con aria di sfida e fece un passo avanti col coltello stretto in pugno. I tre arretrarono e poi si diedero alla fuga, intimiditi più dal suo sguardo che dalla lama affilata del temperino. «Codardi…» sogghignò il monello grattandosi la gola e richiudendo l’arma che aveva rubato al padre. Quando si voltò verso di lei, Donna fu spaventata dalla strana luce che brillava nei suoi occhi. «Stai tranquilla. Non ci daranno più fastidio…». «È vero che l’hai rubata?». Biagio non rispose e sostenne il suo sguardo. Donna gli si fece vicino e l’abbracciò di nuovo, questa volta ancora più forte. «Sai cosa ti dico? Non me ne importa niente… Grazie, Biagio». «Di niente, bellezza» ribatté lui, arruffandole i capelli. Donna sorrise. In fondo le piaceva che Biagio la chiamasse in quel modo. «Ho avuto paura, prima…» confessò. «Finché ci sarò io non dovrai aver paura di l’ angolo della foto 1° Fila: Neve Girau, Dolores Congiu, Nazaria Carta, Maria Pia Sanna, Maria Pia Zedda, 2° Fila: Wanda Erriu, Franca Pinna, Rina Gagliega 20 Colleghi di Sassari a Sennori Colleghi di Nuoro. In piedi: Podda Giampiero, Floris Salvatore, Demurtas Melchiorre, Scanu Antonio, Balata Salvatore, Tolu Daniele, Accosciati: Fancello Bardilio, Sanna Antonello, Murru Ernesto, Murdeu Giuseppe Jean Podt And I Love Her (Beatles) And I Love Her I give her all my love That’s all i do And if you saw my love You’d love her too I love her She gives me ev’rything And tenderly The kiss my lover brings She brings to me And i love her A love like ours Could never die As long as i Have you near me Bright are the stars that shine Dark is the sky I know this love of mine Will never die And i love her Bright are the stars that shine Dark is the sky I know this love of mine Will never die And i love her Le do tutto il mio amore Ecco cosa faccio E se vedessi il mio amore La ameresti anche tu La amo Lei mi da tutto E affettuosamente Il bacio che la mia amorosa porta con se Lo porta a me E la amo Un amore come il nostro Non potrebbe morire mai Finché ti ho Vicina a me Brillanti sono le stelle che splendono Buio è il cielo So che questo mio amore Non morirà mai E la amo Brillanti sono le stelle che splendono Buio è il cielo So che questo mio amore Non morirà mai E la amo 21 The Beatles soprannominati The Fab Four (I favolosi quattro), sono stati un gruppo rock britannico, originario di Liverpool e attivo dal 1960 al 1970. La formazione, composta da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, ha segnato un’epoca nella musica, nel costume, nella moda e nella pop art. Risale al 1964, proprio 50 anni fa, la prima trasferta intercontinentale in terra statunitense e la produzione del loro film A Hard Day’s Night e del LP omonimo che fece da colonna sonora al film, del quale And I Love Her fa parte. E And I Love Her è la prima ballata di Paul McCartney, composta nel periodo in cui il musicista abitava a Wimpole Street presso la famiglia Asher, e la canzone è stata sempre considerata una dedica d’amore a Jane Asher, con cui Paul aveva una relazione sentimentale. l’ angolo della musica di I Beatles The Fab Four l’ angolo cottura Pennette con zucchine e “fiori di zucchine” A cura dello “Chef de cuisine” Jean Jacques Minò 22 Ingredienti per 4 persone: • 300 gr. di mezze penne rigate • 4 zucchine piccole • 8 fiori di zucchina • 1 spicchio d’aglio • formaggio grana q.b. • olio extra vergine q.b. Preparazione 1. Grattugiare le zucchine a lame larghe e rosolare con un po’ d’olio e l’aglio. 2. Tagliare a pezzetti 4 fiori di zucchina e aggiungerli alle zucchine appena rosolate. 3. Passare in padella ben calda gli altri fiori aperti e mondati dai pistilli, e un po’ di buccia di zucchina tagliata a fettine. 4. Cuocere in acqua salata le mezze penne. 5. Mettere in padella un mestolo di acqua di cottura. 6. Versare la pasta sul composto e mantecare. 7. Aggiungere i fiori di zucchina con i listarelli appena scottati e versare nel piatto di portata. 8. Cospargere di formaggio grana e... ...bon appetit TUTTO - INTERNET SENZA LIMITI o fferte Pubblichiamo il comunicato presente sul sito Alatel nazionale www.alatel.it relativo alle agevolazioni per internet. Tutto Contributo di attivazione Offerta 39 euro. Attivazione Offerta GRATIS anziché 79 euro per i nuovi Clienti ADSL o che passano a Telecom da un altro Operatore. Per i nuovi impianti, attivazione Linea GRATIS anziché 96,80 euro. Per i rientri in Telecom Italia il contributo di 96,80 è gratuito se si rimane in Telecom Italia almeno per 24 mesi. Come aderire. Scarica l'Informativa per la privacy Telecom Italia. Scarica il modello per la richiesta dell'offerta. Internet Senza Limiti ti offre: • velocità di navigazione (download) fino a 7 Mega e di trasmissione (upload) fino a 384 Kbps. Controlla se la tua linea rientra nel Piano Anti Digital Divide di Telecom Italia su verifica copertura • traffico Internet incluso • linea telefonica di casa + ATTIVAZIONE GRATIS se resti 24 mesi! • telefonate a 0 cent verso tutti i fissi nazionali e 16 €cent di scatto alla risposta • 1 ora al mese di chiamate gratis verso tutti i telefoni fissi internazionali (zone 1-2-3-4-5) • 1 ora al mese di chiamate verso tutti i cellulari internazionali (zone 1-2-3-4-5) allo stesso prezzo dei nazionali • 300 SMS al mese da inviare tramite webmail, pari a 10 SMS al giorno (dall’11° SMS il costo è di 15,13 cent, IVA inclusa, per l'invio a ogni destinatario) e solo da linea ADSL Telecom Italia Antivirus + Firewall incluso! In più sono inclusi gratuitamente negli abbonamenti diversi Servizi, tra cui: • Alice Mail, casella di posta da 3 Giga con protezione Antivirus e Antispam • Internet Pay per acquistare online contenuti digitali con addebito dei costi sul Conto Telecom Italia(confronta aggiornamenti periodici su sito telecomitalia.it). (1) Si considerano i cellulari TIM, Vodafone, Wind, H3G, Noverca e Lycamobile e gli operatori mobili virtuali che utilizzano la loro rete, come ad esempio CoopVoce, Tiscali Mobile, PosteMobile e Fastweb Mobile. Ti ricordiamo che sei tenuto ad utilizzare l’Offerta secondo buona fede e correttezza astenendoti dal conseguire vantaggi diversi da quelli connessi alla normale comunicazione interpersonale, secondo quanto previsto dall’art. 13 delle Condizioni Generali di Abbonamento al Servizio Telefonico di Base. Per quanto riguarda il traffico uscente verso cellulari nazionali si presume un uso conforme ai suddetti principi, il rispetto dei seguenti parametri: • traffico giornaliero uscente non superiore a 300 minuti; • traffico mensile uscente non superiore a 1500 minuti. Continua l’offerta della Telecom per i Soci Alatel come riportato sul sito www.alatel.it 23 TUTTO ti offre: • velocità di navigazione (download) fino a 7 Mega e di trasmissione (upload) fino a 384 Kbps. • traffico Internet incluso • linea telefonica base • chiamate gratis a qualsiasi ora e senza limiti verso tutti i telefoni fissi nazionali • chiamate gratis a qualsiasi ora e senza limiti verso tutti i cellulari nazionali(1) • 300 SMS al mese da inviare tramite webmail, pari a 10 SMS al giorno (dall’11° SMS il costo è di 15,13 cent, IVA inclusa, per l'invio a ogni destinatario) e solo da linea ADSL Telecom Italia • Modem ADSL Wi-Fi N, GRATIS per 1 anno se richiesto online (poi a 3,03 €/mese) • assistenza tecnica telefonica gratuita tramite il Servizio Clienti 187 Raduno Orosei 2009
© Copyright 2024 ExpyDoc