PAOLO CHIUSOLE & GABRIELE DEIMICHEI CORSO APICOLTURA 2014 COME INIZIARE SECONDA LEZIONE MORI - MARTEDÌ 11/03/2014 COME INIZIARE • Definizioni e informazioni di base (da C.C.,C.P., leggi e regolamenti locali e nazionali, …) • Razze di api in commercio, pregi, difetti, adattamento al nostro territorio, come e cosa comperare (nuclei, pacchi d’ape, …) • Dove e come posizionare l’apiario • Proteggere l’apiario • Programmare e gestire le api • Attrezzature, dotazione minima per iniziare • Principali essenze di interesse apistico Prima di tutto fissiamo alcuni concetti… Per l’art. 2135 del C.C. l’apicoltore è imprenditore agricolo. ‘E’ imprenditore agricolo chi esercita una attività diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all’allevamento del bestiame e attività connesse.’ Per quanto riguarda l’apicoltura la legge 24.12.2004 n.313 precisa: Art. 2 – (Definizioni). 1.La conduzione zootecnica delle api, denominata “apicoltura”, è considerata a tutti gli effetti attività agricola ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile, anche se non correlata necessariamente alla gestione del terreno. 2.Sono considerati prodotti agricoli: il miele, la cera d’api, la pappa reale o gelatina reale, il polline, il propoli, il veleno d’ape, le api e le api regine, l’idromele e l’aceto di miele. Art. 3 - (Apicoltore e imprenditore apistico). 1.È apicoltore chiunque detiene e conduce alveari. 2.È imprenditore apistico chiunque detiene e conduce alveari ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile. 3.È apicoltore professionista chiunque esercita l’attività di cui al comma 2 a titolo principale. Il fatto che l’attività non sia esercitata a titolo principale non esime dal rispetto della normativa fiscale se l’attività e svolta non per autoproduzione. Sciamatura Per recuperare uno sciame potrebbe essere necessario accedere al fondo altrui. Questa materia è regolata da due articoli del C.C. Art. 843 del C.C. – Accesso al fondo altrui •Il proprietario deve permettere l’accesso e il passaggio nel suo fondo, sempre che ne venga riconosciuta la necessità, al fine di costruire o riparare un muro o altra opera propria del vicino oppure comune. •Se l’accesso cagiona danno, è dovuta una adeguata indennità. •Il proprietario deve parimenti permettere l’accesso a chi vuole riprendere la cosa sua che vi si trovi accidentalmente o l’animale che vi si sia riparato sfuggendo alla custodia. Il proprietario può impedire l’accesso consegnando la cosa o l’animale. Sciamatura Art. 924 del C.C. – Riguarda espressamente gli sciami di api Il proprietario di sciami di api ha diritto d’inseguirli sul fondo altrui, ma deve indennità per il danno cagionato al fondo; se non li ha inseguiti entro due giorni o ha cessato durante due giorni d’inseguirli, può prenderli e ritenerli il proprietario del fondo. Osservazioni: questo articolo per essendo vigente risulta però di difficile applicabilità per entrambe le parti coinvolte in quanto risulta difficile poter dimostrare il giorno esatto della sciamatura ovvero la rinuncia alla cattura dello sciame da parte del proprietario se trascorsi i 2 giorni (di solito gli sciami non rimangono più di 2 giorni …) La cattura di uno sciame non proprio potrebbe esporre al rischio di denuncia per sottrazione di animale… Ingresso non autorizzato in fondo altrui La materia è regolata da: Art. 637 del C.P. – Ingresso abusivo nel fondo altrui Chiunque senza necessità [c.c. 842, 843, 924, 925] entra nel fondo altrui recinto da fosso, da siepe viva o da un altro stabile riparo è punito, a querela della persona offesa [c.p. 120; c.p.p. 336], con la multa fino a euro 103.00 Osservazione: si procede su querela del proprietario del fondo. Per questo è opportuno avvisare prima di procedere a entrare nel fondo almeno con una telefonata. Se questo si oppone allora si fa presente che si ha il diritto di entrare per recuperare lo sciame. Se questo si oppone ancora si coinvolge un pubblico ufficiale (vigili, carabinieri,..) per certificare la presenza dello sciame al fine di un eventuale azione legale (ma di solito questo non succede..) Sottrazione di beni o animali La materia è regolata da: Art. 624 del C.P. – Furto Chiunque s'impossessa della cosa mobile [c.p. 631] altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 154 a euro 516 Primi obblighi dell’apicoltore L’attività di apicoltura in Provincia di Trento è normata dalla legge provinciale 11 marzo 2008, n. 2 (Norme per la tutela e la promozione dell'apicoltura) e D.P.P. 08.08.2012 – Regolamento attuazione della LP 11.03.2008. All’art. 4 della LP si prescrive l’obbligo di denuncia degli alveari al Servizio Veterinario dell’APSS. L’art. 2 del Regolamento prevede l’obbligo di Comunicazione dell’avvio dell’attività al Servizio Veterinario di Zona dell’APSS. (successivamente l’obbligo di denuncia permane nel periodo che va dal 1 ottobre al 30 novembre di ogni anno). Osservazione: all’atto dell’acquisto di un alveare il venditore deve fornire un certificato sanitario che ha validità di 10 giorni. In questo lasso di tempo deve essere fatta la comunicazione di insediamento del nuovo apiario. Distanze minime degli apiari da… La legge 24.12.2004, n. 313 nell’art. 8 ha previsto l’introduzione nel Codice Civile dell’art. 896bis che stabilisce: Gli apiari devono essere collocati a non meno di dieci metri da strade di pubblico transito e a non meno di cinque metri dai confini di proprietà pubbliche o private. Il rispetto delle distanze di cui al primo comma non è obbligatorio se tra l’apiario e i luoghi ivi indicati esistono dislivelli di almeno due metri e se sono interposti, senza soluzione di continuità, muri, siepi o altri ripari idonei a non consentire il passaggio delle api. Tali ripari devono avere una altezza di almeno due metri. Sono comunque fatti salvi gli accordi tra le parti interessate. Nel caso di accertata presenza di impianti industriali saccariferi, gli apiari devono rispettare una distanza minima di un chilometro dai suddetti luoghi di produzione” Varietà di api: razze ed ecotipi Prima dell’arrivo della varroa, secondo alcune ricerche condotte dal dott. Paolo Fontana, in Trentino la popolazione apistica era costituita da un ecotipo derivante dalla ligustica nei fondovalle mentre man mano che si saliva di quota si consolidava una popolazione di ape nera molto simile a quella del Tirolo. Dopo l’arrivo della varroa, la conseguente ecatombe di alveari e l’arrivo di alveari da tutto il resto d’Italia per il ripopolamento, si sono perse le peculiarità del “nostri” ecotipi. Attualmente in Trentino sono presenti ceppi derivati dalle ligustiche soprattutto nella nostra valle e nel Basso Sarca. Più a Nord e nelle valli sicuramente la Carnica ha preso il soporavvento. Sporadicamente sono presenti ibridi di Buckfast che qualche apicoltore cerca di sperimentare, peraltro con risultati non “sconvolgenti”. Come e cosa acquistare per iniziare Si consiglia di evitare l’acquisto fuori zona perché solitamente manca il contatto tra produttore delle api ed acquirente finale. Questo concede al produttore l’alibi per mettere in atto anche comportamenti sanitari non corretti le cui conseguenze ricadranno poi sull’acquirente. Inoltre con api allevate nel proprio territorio si dovrebbero vere maggiori garanzie di adattabilità. Non dimentichiamoci di farci consegnare un certificato sanitario in corso di validità firmato da un veterinario dell’APSS o libero professionista. Per acquistare api si può procedere all’acquisto di: Alveare completo su 10 telai: dovrebbe garantire l’immediata produttività, ma si tratta di una soluzione costosa e spesso si trovano da apicoltori che hanno deciso di ridurre il numero di arnie possedute. Attenzione agli aspetti sanitari. Probabile regina vecchia. Probabile cera da sostituire, possibilità residui nella cera e sulle arnie. Costo indicativo circa 200 euro per api più il costo dell’arnia. Nucleo: alveare ridotto costituito da 5-6 favi con almeno 3 favi di covata opercolata. La regina può essere dell’anno o dell’anno precedente. Si sconsiglia la regina dell’anno perché in aprile sono fecondate in fretta e i telai di covata non sono prodotti da lei. Hanno bisogno di tempo per adattarsi e spesso le regine vengono sostituite. I nuclei allevati in Trentino nei primi mesi dell’anno si trovano solo con le regine dell’anno precedente! Contrariamente a quanto si può pensare, la regina dell’anno precedente è la scelta migliore perché si tratta di una regina matura e collaudata nel pieno vigore. Costo variabile a seconda del periodo che cala all’avanzare della stagione si può arrivare anche a 120-130 euro ad inizio aprile per calare fino a 100 euro a finea prile-inizio maggio. Pacco di api: È la soluzione più economica ma non è detto che sia la più valida. Le api arrivano (1,,5 kg circa) in una scatola con ampie superfici retate per consentire la ventilazione e senza favi. Possono essere orfani o con regina dell’anno che arriva all’interno di una gabbietta da trasporto collocata all’interno delle api. I pacchi d’ape all’inizio della stagione non sono prodotti in Trentino e arrivano dal Sud Italia. Sono stati introdotti come metodo meno rischioso di invio (eventuali problematiche vengono eliminate togliendo i favi). Svantaggio devono ricostruirsi tutto il nido per cui arrivano in produzione se va bene l’anno successivo. Costo indicativo attorno ai 50-60 euro, cui vanno aggiunti il costo dei telai altri 10 euro per paragonarli d un nucleo di 5 telai. Installazione di un apiario Tipi di postazioni Le postazioni si dividono in: • permanenti: l’unico apiario per chi fa apicoltura stanziale, ovvero l’apiario invernale per chi fa nomadismo • provvisorie: postazioni che vengono spostate in base al raccolto che si va a cercare • mobili: una particolarità di postazione provvisoria utilizzata da aziende medio grandi. DOVE POSIZIONARE UN APIARIO La posizione ideale per un arnia è un luogo soleggiato d’inverno e fresco d’estate (ad esempio sotto un Albero con foglie caduche). La sua orientazione dovrà essere sud – sud est, in modo da essere colpita dai primi raggi di sole del mattino per stimolare le bottinatrici ad uscire nel momento in cui i fiori hanno il maggior contenuto di nettare. La posizione di un alveare nell'apiario può essere: • permanentemente buona • temporaneamente buona • permanentemente cattiva • temporaneamente cattiva Un apiario deve avere un facile accesso con un automezzo Criteri di scelta di una postazione • L’apiario possibilmente deve essere posto al riparo dei venti dominanti, in luoghi non umidi, con disponibilità di acqua; • Sono assolutamente da preferire le postazioni soleggiate già al mattino presto e magari in ombra nella serata. • Si deve cercare di posizionare le arnie con l’apertura rivolta a sud o sud – est (un muro dietro le arnie che protegge dai venti da Nord sarebbe l’ideale). NORD - NW SI SI SI NO NO DISPOSIZIONE DELLE ARNIE NELL’APIARIO NORD- NW 5m 5m BUONA NO OTTIMALE • Occorre valutare anche le fonti nettarifere e pollinifere e la loro distanza dal luogo prescelto. • Se si hanno le api in montagna è meglio preferire un apiario più in basso dalle fonti di raccolta così le api possono fare i percorsi in salita scariche e riposate e quelli in discesa più stanche ma cariche di polline e nettare. • Occorre valutare anche la distanza dall’abitazione e il costo economico che implicano i vari trasferimenti. • Utili in prossimità dell’apiario sono anche alberi di piccola taglia dove potrebbero posarsi gli sciami appena usciti dall’arnia. • Il terreno dove collocare le arnie non deve essere troppo in pendenza per permettere all’apicoltore di lavorare comodamente. • Non è da trascurare anche una via di fuga, utile per scappare in caso di agressione da parte delle api. • Il fondo dovrebbe essere raggiungibile con automezzi per trasportare i materiali e gli alveari con facilità ma al contempo sufficientemente protetto per impedire il furto degli alveari • Nelle vicinanze dell’apiario dovrebbe essere installato un cartello riportante i dati identificativi dell’azienda (codice APSS) ed eventualmente il n. di telefono dell’apicoltore • In Italia per gli apiari sotto le 50 arnie non è previsto alcun vincolo sulle distanze (fatte salve eventuali norme di carattere locale). • Se la distanza fra le arnie e il confine del fondo altrui non è sufficiente o se i vicini non sono propensi ad accettare la presenza di eventuali api che possono giungere anche nel loro fondo, è consigliabile almeno piantare delle siepi o posare una rete con maglie fini alta almeno due metri così dal alzare il volo delle api (si tenga presente che in Italia vige ancora un vecchio regolamento che non permetterebbe di allevare api nei centri abitati. La questione è controversa ed alcuni comuni ne approfittano per emanare ulteriori regolamenti tendenti a proibire questa pratica). • L’apiario deve essere sempre tenuto in ordine e ben pulito e con l’erba tagliata. Disposizione delle arnie • Le arnie vanno mantenute sollevate da terra di almeno 30/40 cm per preservarle dall’umidità. • Si possono utilizzare dei mattoni con travetti in legno o dei cavalletti in ferro • Ogni apicoltore stabilisce l’altezza delle arnie anche in base alla sua (la parte superiore del nido dovrebbe trovarsi più o meno all’altezza della cintola). • Le api sono molto sensibili alle vibrazioni per cui il piano d’appoggio deve essere ben fermo, occorre lavorare con cautela per non mettere in agitazione anche le api delle arnie vicine. • Molte arnie tutte uguali e allineate in lunghe file facilitano la deriva. Questo fenomeno è legato al fatto che le bottinatrici al ritorno del raccolto trovano difficoltà a riconoscere la propria arnia e tendono a spostarsi su quelle esterne. Postazioni tipiche in stazioni di fecondazione di api regine. Il posizionamento senza allineamenti, i colori, il diverso orientamento, riducono il pericolo di errori da parte delle regine al ritorno dai voli propedeutici alla fecondazione Protezione dell’apiario Tra i nemici delle api possiamo annoverare: • l’orso • picchio (danni alle arnie soprattutto a quelle di polistirolo) • roditori che si cibano delle scorte • altri mammiferi (tasso, toporagno, …) • uccelli insettivori • altri insetti: vespe e calabroni e, ultimo arrivato dalla Cina, il calabrone asiatico” o vespa velutina. Tra i danni provocati da tutti questi animali solo quelli provocati dall’orso al patrimonio zootecnico ed apistico sono soggetti a rimborso da parte della PAT con modalità che sono in corso di revisione. Solo per il territorio in destra Adige viene fornito il materiale per la realizzazione di recinzioni elettrificate con varie formule di finanziamento) http://www.orso.provincia.tn.it/danni_risarcimento_prevenzione/pagina24.html Recinto elettrificato Questo è lo schema di funzionamento di un generico recinto elettrificato. Protezione dall’orso e altri grossi selvatici L’unico modo per proteggere gli apiari e gli allevamenti è il recinto elettrificato. Recinto elettrificato antiorso Il servizio Foreste e Fauna della PAT fornisce le seguenti indicazioni per la realizzazione del recinto. Danni da picchio Protezione dai roditori Questi predatori entrano nell’alveare esclusivamente in inverno in presenza di ridotta attività delle api. L’alveare si protegge posizionando una griglia dentata davanti alla porticina dell’alveare. Gestione dell’attività nell’apiario Le principali operazioni gestionali in apiario si possono essenzialmente ricondurre a: •prime visite a fine inverno e preparazione per la stagione produttiva (fine febbraio-marzo) •posa del primo melario (aprile) •visite di controllo per il contenimento della sciamatura (aprile- maggio) •posa e raccolta dei melari (maggio-luglio) •preparazione degli alveari per i trattamenti estivi antivarroa (blocco della covata, asportazione della covata, ecc. - metà luglio) •trattamenti tampone estivi (fine luglio-prima decade di agosto) •inizio fase di pre-invernamento con nutrizione integrativa per costituzione scorte (fine agosto-settembre) •controllo orfanità, rinforzo, riunificazione famiglie deboli (fine settembreottobre) •restringimento delle colonie, isolamento, invernamento (fine ottobrenovembre) Registrazione delle osservazioni di campagna Nella gestione pratica dell’apiario risulta importante mantenere traccia del comportamento della colonia controllando vari aspetti. I tecnici della sezione di apidologia della fondazione Mach hanno individuato una serie di parametri significativi da controllare in ogni visita. Per agevolare questo lavoro hanno predisposto due libretti uno da utilizzare in campo in occasione di ogni visita, il secondo viene poi elaborato in sede riprendendo i dati dal primo quaderno e riorganizzandoli colonia per colonia. QUADERNI DI CAMPO PER APICOLTORI IL GRUPPO APICOLTURA E APIDOLOGIA DELLA FEM-CTT HA PREPARATO PER GLI APICOLTORI DUE QUADERNI CHE PERMETTONO AGLI APICOLTORI DI REGISTRARE E ORGANIZZARE LE OOSERVAZIONI FATTE IN APIARIO. DATI Scopo del quaderno La moderna apicoltura, in seguito alle nuove malattie delle api, ha sempre più bisogno di programmazione e di verifiche. Il gruppo apicoltura del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach ha pensato di fare cosa utile agli apicoltori trentini, fornendo due strumenti semplici ma accurati con cui registrare le osservazioni che ogni apicoltore svolge quando controlla il proprio apiario. Si tratta di due quaderni di campo. Questo, denominato Quaderno visite apiari, permette all’apicoltore di registrare lo stato di ogni alveare e le operazioni su esso compiute ad ogni visita. Registrare lo stato delle colonie ad ogni visita in apiario, segnando se c’è covata, se ci sono uova, se la regina si è vista, se la colonia ha scorte, può sembrare oneroso, ma permette di avere sotto controllo le proprie api e aiuta l’apicoltore a verificare i singoli aspetti di ogni alveare. Il quaderno vuole inoltre stimolare l’apicoltore a verificare lo stato sanitario delle colonie oltre che il loro valore produttivo. I dati raccolti in questo quaderno potranno poi essere organizzati per colonia nel secondo, denominato Quaderno colonie, registrando con agio in azienda i dati raccolti in ogni visita in apiario. In questo modo sarà facile seguire lo sviluppo, la produttività e la storia sanitaria di ogni colonia. NUMERO ARNIA E CODICE DELLA COLONIA OGNI RIGA CORRISPONDE AD UNA COLONIA SIGLE E DATI DEI DIVERSI APIARI GESTITI CODICI DEI CEPPI O RAZZE ALLEVATI E ULTIMO NUMERO USATO PER RAZZA/CEPPO Scopo del quaderno Il Quaderno colonie, serve per trascrivere (comodamente in azienda) i dati raccolti nel Quaderno visite apiari. I dati saranno dunque organizzati per colonia permettendo all’apicoltore di programmare le attività da svolgere di volta in volta. Sarà poi un’utile strumento soprattutto per la selezione delle proprie api rendendo facile individuare le colonie che hanno avuto una migliore ripresa primaverile, una produzione notevole, un comportamento docile e che non abbiano avuto particolari problemi sanitari. Solo con questi dati si potrà attuare un corretto piano di selezione all’interno del proprio apiario. Inoltre avere una serie di dati sullo stato delle colonie, permette di ricostruire gli eventi che potrebbero aver provocato malattie più o meno gravi. Il quaderno poi potrà servire per mettere in atto un corretto piano sanitario. Sarà inoltre di grande utilità, permettendo di fornire un quadro esaustivo delle proprie colonie, agli specialisti (esperti apistici delle associazioni o dei servizi sanitari ma soprattutto veterinari incaricati dei controlli periodici) che potranno visitare l’apiario durante attività di consulenza o di prevenzione malattie. Anche questo quaderno, che va compilato in azienda, dovrà essere portato in apiario dall’apicoltore, per avere sottomano la situazione ancor prima di aprire le arnie, e per verificare i progressi delle proprie colonie.. I DATI RIPORTATI SONO GLI STESSI DEL QUADERNO VISITE IN APIARIO OGNI DOPPIA PAGINA APERTA CORRISPONDE AD UNA COLONIA OGNI RIGA CORRISPONDE AD UN RILIEVO IN UNA DETERMINATA DATA SIGLE E DATI DEI DIVERSI APIARI GESTITI CODICI DEI CEPPI O RAZZE ALLEVATI E ULTIMO NUMERO USATO PER RAZZA/CEPPO • Grazie per l’attenzione
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