La Voce di San Rocco Torrepaduli LA VOCE DI SAN ROCCO 50º di matrimonio di Piccinno Paolo e Melissano Camilla 50º di matrimonio di Attanasio Fernando e Urbano Vittoria 50º di matrimonio di Tamborrino Rocco e Rollo Adelfia Paiano Alessia battezzata il 16 marzo 2014 2 LA VOCE DI SAN ROCCO Innamorati di Gesù C’è un canto dove nel ritornello si ri- veremo solo l’aria, poiché non risultiapete più volte: innamorati di Gesù. Vi mo credibili. Vediamo l’esempio di confesso che è necessario fare uno papa Francesco, le sue parole fanno presforzo per abituare l’orecchio e il cuo- sa sulla gente, quel che dice lo vive in re a tale espressione. Ma mi son detto: prima persona, in altre parole è un inin fondo ha ragione. Difatti, se Gesù è namorato di Gesù, e si vede. Espresil nostro bene, il nostro unico bene, vuol sione meravigliosa: L’incontro con dire che il nostro rapporto con lui è un Gesù ti cambia la vita. L’incontro con rapporto sponsale: di due cuori, ap- Gesù ti riempie il cuore di gioia. punto, innamorati che Quanto è doloroso si incontrano e si amacostatare che il mondo no. Se non si arriva a viaggia,invece,all’opquesto convincimenposto: dice pace e si fa to, la nostra fede in lui guerra; dice giustizia è sempre qualcosa di ma di giustizia nepstaccato, di superficiapure l’ombra; dice lile. Perciò, coscienti bertà ed è succube di della sua amorosa pretante passioni; dice senza, tutta la vita deve cultura e bene comutrasformarsi in una ne e si mercanteggiacontinua dichiarazione no interessi a non fid’amore. Ha senso così nire. il comandamento delRiconoscendo Lui l’amore:” ama Dio e al primo posto nella ama il prossimo”. Se nostra vita significa, manca questo altre reperciò, non cadere in altà prenderanno il Porticina SS.mo Sacramento. questa trappola. Il crisopravvento e divenI discepoli di Emmaus stiano non è un “semteranno essenziali quali per esempio il denaro, il successo, plice cliente di cerimonie religiose” è un il potere, il piacere. Quattro idoli da- testimone che vive nel mondo i valori vanti ai quali , purtroppo, la società at- del Vangelo. Amare Gesù, allora, situale volentieri si prostra in adorazio- gnifica: appartenere a lui, col cuore e ne. “Cristiani per battesimo, pagani con la vita così come succede tra due innella vita”, ciò può accadere anche a noi, namorati. se non stiamo attenti ! Rocco di Montpellier ha deciso di enSe non si è innamorati di Gesù, in- trare a far parte di questa schiera… e si fatti, tutta la nostra vita di fede risul- è trovato bene! ta quasi del tutto inutile. Anche se ci Sac. Mario Ciullo batteremo per i valori evangelici, smuoRettore 3 LA VOCE DI SAN ROCCO La pietà popolare, tesoro da valorizzare La pietà popolare è un problema o una risorsa? Così si introduce un bravo vescovo della Calabria Mons. Luigi Renzo nella sua recente Lettera pastorale in ordine al fatto che la pietà popolare ha sempre prestato un particolare servizio di evangelizzazione nella vita della Chiesa. Non un problema, quindi, ma una grande risorsa da tener presente e da valorizzare. Continua il vescovo: “Siamo dinanzi ad usi, costumi, tradizioni, segni di una storia d’altri tempi; un passato che non va dimenticato, ma migliorato e purificato nei suoi aspetti, recuperando l’umanità di Cristo che è sempre partito dal vissuto degli uomini per guidarli verso gli orizzonti dell’amore che libera”. La pietà popolare è religione del cuore, non dell’esteriorità. Se formata ed evangelizzata, può essere uno spazio di incontro con Cristo, è una modalità legittima di vivere la fede, un modo 4 di sentirsi parte della Chiesa. Tutto sta, dice ancora il vescovo, ad orientare tutta la pietà popolare verso la vera fede nel Dio di Gesù Cristo. Si rende necessario,allora, lo stile della carità e della misericordia. Non una pietà popolare bistrattata, bastonata o ferita, ma accompagnata,purificata con un lavoro paziente e perseverante,non aspettandosi immediati risultati, finché non si delinea la vita dell’uomo nuovo evangelico che ormai gusta la gioia di appartenere a Cristo e di vivere insieme agli altri e per gli altri. Nel sottolineare la centralità della formazione delle coscienze per l’inculturazione della fede, mons. Renzo, osserva che: “solo la ricomposizione tra fede e vita, culto e vita, possono costituire la base dissodata per una nuova evangelizzazione che abbia come scopo la definitiva salvezza dell’uomo”. Rosafio Rossella LA VOCE DI SAN ROCCO Il tradizionale tamburello protagonista della festa Il 4 gennaio 2014 è stata inaugurata su largo san Rocco una targa ricordo (foto) alla memoria di Amedeo De Rosa, fondatore dei tamburellisti di Torrepaduli. Che significato ha il tamburello e qual è il legame con san Rocco? Da stu- no del tamburello si intreccia e quasi si confonde con questa antica devozione. Certamente i pellegrini e i devoti, giunti al Santuario da ogni dove, dovendo attendere l’alba del 16 per la prima messa, complice anche la calura estiva, trascorrevano la nottata all’aperto allietati dall’incalzante suono del tamburello e dell’organo a bocca. Il devoto e il pellegrino vivono fortemente insieme e non slegate queste emozioni, risalenti ai tempi passati, ma ancora oggi presenti soprattutto in chi ha fede. Certo se il tamburello serve solo per gozzoviglie e ubriachezze si ricade nel paganesimo di antica data, se invece serve per socializzare, dare un tono di sano divertimento, la stessa festa diventa occasione di vera e autentica devozione. San Rocco, quindi, non disdegna il suono del tamburello, ma, ne rimane fortemente dispiaciuto, se tutto si esaurisce nello stordimento di una nottata intera senza una preghiera rivolta a Lui e al Signore con cuore sincero. di fatti è ormai pacifico che il tamburello risale a epoche remote, come si evince da immagini trovate su vasi di terracotta con chiaro riferimento alla cultura ellenistica e quindi pagana. Possiamo allora dire che dal punto di vista religioso non c’è un vero e proprio legame con san Rocco, ma, a onor del vero, la notte del 15 agosto fino all’alba del 16, il suo5 LA VOCE DI SAN ROCCO La tradizione dei presepi in santuario Spesso e volentieri, con l’approssimarsi del Natale, anche nel nostro santuario, in tempi passati e recenti, si è voluto allestire il presepe per suscitare nei fedeli pellegrini e devoti quel pensiero nutrito di tanto affetto verso Gesù Bambino, salvatore e redentore del mondo. Quest’anno (Natale 2013), l’impegno per costruire il presepe è gravato sui bravi ministranti della nostra parrocchia, alle loro educatrici e ai loro genitori. Non vi dispiacerà,a questo punto se farò un piccolo commento per capire meglio quello che si è voluto rappresentare, così come si vede anche nella foto: è riconoscibile la facciata del santuario perché è da lì che bisogna partire, con la fede nel cuore, ed arrivare insieme ai magi a Betlemme dove è nato Gesù. Dal santuario a Betlemme è necessario, però, percorrere un sentiero illuminato da tante luci. Nel caso queste luci dovessero spegnersi durante il cammino, sarebbe molto rischioso, si andrebbe difatti di qua e di là senza raggiungere mai la meta. Attenzione, perciò, a tenere sempre accese queste luci che illu- 6 minano il cammino fino a Betlemme: la luce della fede, la luce della speranza, la luce della carità (a proposito di carità, i ragazzi hanno voluto dare le offerte per il presepe per ultimare la costruzione di una scuola per i bambini del Ruanda, intitolata alla memoria del caro dottore Cherubino Inguscio). Da non spegnere mai anche la luce dell’accoglienza, della solidarietà, la luce dell’amicizia, la luce di un sorriso, il quale non costa quanto l’elettricità, ma fa più luce. I nostri bravi ragazzi, allora, ci esortano a non spegnere mai le luci che dal santuario di san Rocco portano a Betlemme… si rimarrebbe al buio. E il buio, fa paura! Meglio cercare Gesù, dal momento che è lui la luce vera che illumina ogni uomo. Gnoni Concetta LA VOCE DI SAN ROCCO Una devozione tanto antica e tanto nuova La pietà popolare verso s.Rocco si è molto presto diffusa sul nostro territorio, in continuità, senza allentamenti e soste, fino ad oggi. Come mai questo fascino contagioso? La risposta ci viene dalla vita vissuta da san Rocco e più precisamente, dal segreto che lo rende meraviglioso e interessante, anche nelle situazioni più pesanti e drammatiche, ossia la sua santità, la sua forza nell’amore, il suo intenso contatto con Cristo crocifisso. In primo luogo, san Rocco ricorda il meraviglioso progetto che dall’eternità Dio ha fissato per noi: quello della santità, ossia dell’intima comunione di vita con il Signore Gesù, “la vera vite” feconda di cui noi siamo “i tralci”. Il signore ci ha creati per cose grandi. Un altro richiamo ci viene dalla “forza della fede” di san Rocco, quella fede che ci rende sinceri, rinnovatori della società e del mondo, trascinatori e promotori della pace. Ci man- ca la fede, la fede adulta , matura! Viviamo poco di Dio e molto del mondo: viviamo una vita spirituale debole, manca quella vita di fede e di Cristo in noi. Ecco il messaggio formidabile e disarmante che ci viene dal caro san Rocco: se le famiglie, le singole persone, i gruppi, le comunità, avessero fede totale nella misericordia e provvidenza di Dio, davvero qualcosa di nuovo e di bello potrebbe modificare il volto della nostra società. De Donatis Anna Mina 7 LA VOCE DI SAN ROCCO Festa di San Rocco 2014 SOLENNE NOVENA DI S. ROCCO dal 6 al 14 agosto 2014 Ogni giorno: ore 6,00: Lodi mattutine e Santa Messa cantata. ore 7,30: S. Messa. ore 8,30: S. Messa. ore 18,30: Rosario, Vespri, Santa Messa con predicazione. Sabato 9 agosto: ore 19,00: Celebrazione Comunitaria del Sacramento dell’Unzione degli Infermi. Domenica 10 Agosto: Sante Messe: ore 6,00 - 7,30 - 8,30 - 19,00 - 20,00. Giovedì 14 Agosto: Processione “Aux flambeaux” ore 20,30. 8 LA VOCE DI SAN ROCCO VENERDÌ 15 AGOSTO Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al cielo: Sante Messe: ore 6,00 - 7,00 - 8,00 - 9,00 - 10,00; ore 18,00 - 19,00 - 20,00; ore 9,00 in Chiesa Madre; ore 21.00: Processione in onore di San Rocco. Sabato 16 AGOSTO: SOLENNITÀ di SAN ROCCO Sante Messe: ore 5,00 - 6,00 - 7,00 - 8,00 - 9,00. ore 10,30: Processione con la statua del Santo dal Santuario in Chiesa Madre. Ore 11,00: S. Messa presieduta dal Vescovo Sante Messe in Chiesa Madre: ore 17,30 - 18,30 - 19,30. Domenica 17 Agosto: Sante Messe in Chiesa Madre: ore 7,00 - 8,00 /ore 18,30 - 19,30. Lunedì 18 Agosto: Sante Messe in Chiesa Madre: ore 7,30 - 9,00 / ore 18,30 - 19,30. Martedì 19 Agosto: Sante Messe in Chiesa Madre: ore 7,30 - 9,00 / ore 18,30 - 19,30. Dal 6 al 19 agosto saranno disponibili i Sacerdoti per le Confessioni. Domenica 21 settembre 2014: FESTA DEI QUARANTA ore 17,00: Processione ore 18,00: Santa Messa presso il Santuario. La Festa civile è organizzata dal Comitato Festa di San Rocco, facendo affidamento al generoso contributo di tutti. 9 LA VOCE DI SAN ROCCO Folclore “Mediterraneo” nella festa di San Rocco Cultura e folclore, festa e devozione per San Rocco, nelle contrade dei Paesi che si affacciano sul Mare Mediterraneo. Nel nome di Santo Pellegrino, in un Convegno Internazionale a Lisbona, nel mite autunno atlantico del 2013, di quell’antico popolo di navigatori. Nella terra del “fado”, anche il Santuario di Torrepaduli, con una relazione nell’Auditorium del Museo Nazionale della Farmacia, ha esposto le peculiarità di una devozione diffusa in tutto il mondo. In Italia, infatti, sono oltre tremila gli edifici sacri, tra chiese, cappelle e oratori, dedicati dalla viva devozione popolare al Santo di Montpellier, San Rocco. Innumerevoli sono le feste patronali in tutta la Penisola, quasi duecento sono celebrate ogni anno da intere comunità cittadine, dedicate nel solo Meridione al Santo; in circa 150 centri urbani, di regioni diverse, poi, si registrano tradizioni popolari nel Sud d’Italia legate al culto del Santo degli appestati. E proprio attorno al culto di San Rocco, la devozione popolare trova il modo di gestire originali forme di fruizione del momento festivo con le mostre-mercato, le luminarie, le processioni, i fuochi pirotecnici, le bande musicali e le fanfare, le bancarelle (oggi i moderni stands) i pubblici concerti musicali. Tra le più im10 portanti modalità di svolgimento della “festa”, sono presenti interessanti forme coreutico-musicali legate alla ricorrenza festiva di San Rocco. La danza, come la musica, è un linguaggio comune a tutti i popoli della Terra. Essa è insieme una forma d’arte ed una manifestazione degli intimi sentimenti umani. Nel Sud d’Italia, nel Salento in particolare, tra le danze etniche salentine la più nota è il ballo della pizzica-pizzica: uno soltanto, quello praticato presso di Torrepaduli (Lecce) é mirabilmente collegato al culto di San Rocco, storicamente qui presente almeno sin dal 1531: una danza-duello tra due ballerini uomini, ritmato e simbolico, ripetuto in centinaia di “ronde” (gruppi di duellanti e suonatori di tamburello e armonica ) per l’intera “notte di San Rocco”, tra il 15 e 16 agosto di ogni anno, sull’immenso spiazzo del Santuario. Dal 2008, l’evento è anche sottolineato dalla “Fondazione Notte di San Rocco. Pizzica, tamburello e scherma in ronde” con un “concertone” di rilevanza nazionale. Le modalità espressive del la pizzica tarantata, della pizzica de core e della pizzica scherma (o del Santuario di Torrepaduli, hanno in comune il ritmo ossessivo della danza al vibrare del tamburello, la musica strumentale (armonica a bocca, vio- LA VOCE DI SAN ROCCO lino, fisarmonica, chitarra, ecc.), danzatori in composizione multipla (uomo-donna, uomo-uomo). Solo la terza, la pizzica scherma di Torrepaduli, si esprime in stretto rapporto con il culto ferragostano di San Rocco. La tradizione della danza risanatrice, nell’Italia Meridionale si è mantenuta intatta nei secoli insieme all’uso del ballo della tarantella. Nel XVIII secolo essa era diventata una danza sociale polivalente e grandi musicisti europei, come Liszt, Chopin, Barazzini, Popper, Mendellsson e Casella, ne hanno effettuato mirabili ricostruzioni in forme artistiche per orchestra e canto. Alla sua tradizione ha contribuito anche il cinema italiano con i registi Mingozzi (1962), E. Winspeare (1996 e 2000), D. Marengo, alcune fiction televisive e soprattutto l’Orchestra “Notte della Taranta”. Gli studi degli ultimi 30 anni hanno illuminato la conoscenza dell’origine terapeutica della musica collegata al culto di San Paolo. Del resto il Salento è la grande “terra del rimorso”, con le ricerche di De Martino, che ha documentato il fenomeno delle tarantate e della loro guarigione. Negli scritti del Riccio e negli studi di P. De Giorgi e di A. Fasiello, si rivendicano presenze di tarantate “rurali” e “urbane” e il morso e ri-morso del Salento sono l’emblema simbolico dei nuovi disagi che il ritmo della musica tenta di ricacciare dalle insidie del quotidiano. 11 LA VOCE DI SAN ROCCO Se la prima forma di pizzica, quella tarantata, esprime una danza collegata al culto di San Paolo di Galatina, in cui una donna riesce a guarire dalla trance con la musica di violino, armonica e tamburello, la seconda, la pizzica de core, è tipica del corteggiamento tra uomo e donna ed è riproposta nel ballo delle feste popolari de i tanti Gruppi Musicali di musica folk, presenti in Italia Meridionale. La terza forma di pizzica-scherma, quella praticata e da noi studiata a Torrepaduli (come nella monografia del 2007, “La Pizzica scherma di Torrepaduli. San Rocco, la festa, il mito, il Santuario”), ci riporta alla riflessione sugli studi rocchiani nel Meridione d’Italia, che puntano alla riscoperta 12 delle radici culturali europee, secondo la traccia del reticolo viario, lasciato nella storia, tra Roma e Canterbury, Santiago di Compostela e Gerusalemme: e Torrepaduli, per essere posta tra Otranto e S. Maria di Leuca, sul tratto terminale della Via Francigena, portava pellegrini e crociati da Roma in Terra Santa. In questo ambito gli studi, anche accademici compiuti nel Meridione d’Italia, mirano a definire, tra l’altro, la mappatura del tratto pugliese della Via Francigena e collegare tutti i centri rocchiani del Meridione per innescare nuove forme di turismo religioso,favorite dal Consiglio d’Europa, perché si riannodi quel filo storico spezzato, tra Roma e Istambul, riavvicinando le culture LA VOCE DI SAN ROCCO dell’Occidente e dell’Oriente. Nella pizzica scherma di Torrepaduli ricompaiono le fasi di un antico duello rusticano: la provocazione, l’attacco, la difesa, le finte, i colpi proibiti, da gestire senza mai voltare le spalle al ballerino avversario. Dal tramonto all’alba, di fronte alla Chiesa di San Rocco, si suona e si danza ininterrottamente, al ritmo dei tamburelli, della fisarmonica e dell’armonica a bocca, mentre spettatori e curiosi si riuniscono in cerchio, dette “ronde”, nelle quali due uomini, senza alcuna arma roteano le proprie mani, come le braccia, affondando colpi e parandoli. I due sfidanti si muovono “come se “ avessero un coltello nella mano destra. Uno affonda l’assalto, l’altro “toccato” si ritira: la gente applaude il vincitore. E tutto ricomincia con un altro duello tra sfidanti diversi. Questa “danza-scherma” è un sopravvissuto rituale di un antico rito di sfida al coltello, tramutatosi in pura azione mimata senza l’arma, rappresentata dal dito indice e dal dito medio protesi, in cui rimane però lo scopo di “toccare” l’avversario e di eliminarlo dal cerchio, o “ronda”. Nel gergo della malavita, curiosamente, la parola “scherma” significa “elemosinare”. E il gesto veloce del mendicante che stende la mano, assume la rapidità di uno schermitore di fioretto, chiamato in gergo “spadaccino”. Tuttavia il fenomeno della “danza scherma” salentina non si ricollega alle danze popolari dette “delle spade” o “moresche”, molto diffuse nelle’Europa Meridionale già nel XVI secolo e nate come una vera danza marziale o di corteggiamento. Ma quando “schermatori” vecchi e giovani si presentano nella “ronda”, danno spettaco- lo, non si dimenticano di “essere in scena”, in uno spazio tempo non quotidiano. Nella notte del Santo, dal tramonto del 15 agosto all’alba del 16, essi trascinano tutti, duellanti e suonatori, curiosi e spettatori, dove nessuno è indifferente al ritmo dei tamburelli, e vivono “la notte di San Rocco”, sotto l’ala del Santuario, moderna Arca immobile su un oceano di teste, in compagnia dei devoti e delle stelle. Da Lisbona, dunque, anche Torrepaduli richiama nella celebrazione della “festa” la necessità di individuare e favorire nuove forme di turismo culturale associato, per la conoscenza e l’integrazione tra matrici storico-culturali diverse di turisti-pellegrini, autentici nuovi “viatores”, protagonisti di aggregazione e unità in campo di relazioni internazionali. La “grande ronda” (coacervo spaziotemporale di suonatori e di danzatori) di Torrepaduli, è in linea perfetta con uno dei criteri fondanti per il riconoscimento, in campo europeo, di “itinerario culturale”, che prevede “l’organizzazione di attività con gruppi di giovani che favoriscano scambi volti a sviluppare il concetto di cittadinanza europea, arricchita dalle sue diversità”. E ciò che avviene ogni anno, davanti alla Chiesa-Santuario di San Rocco, con migliaia di giovani in centinaia di “ronde”, con l’infuriare del “ballo di San Rocco”, nel quale ogni danzatore-spettatore, all’apice della fruizione del momento festivo, è parte di quel “laboratorio delle diversità”, che la stessa Nostra Europa ci ricorda di edificare nella pace e nella concordia tra i popoli. Ermanno INGUSCIO Società Storia Patria per la Puglia 13 LA VOCE DI SAN ROCCO Notizie dal Santuario Innumerevoli grazie salgono al Signore per intercessione di san Rocco. Lo si evince dal Registro dei devoti presente nella cappella del santo. Qualche stralcio: - S. Rocco, proteggi la mia bimba e la mia famiglia. Grazie per tutto quello che hai fatto per noi. Continua a starci vicino. - Mi sei venuto in sogno qualche tempo fa chiedendomi di venire a trovarti. Ec1) In santuario si sta pensando ad un rinnovo dei banchi. Già più di qualche devoto ha chiesto di voler offrire un banco dedicandolo a san Rocco o ai propri cari defunti. Volendo possiamo imitarli, tenuto conto che in tutto i banchi in chiesa saranno più di cinquanta. 2) In data 7 gennaio 2014, una numerosa delegazione, proveniente dalla Grecia, in occasione di una visitaculturale nella “grecìa salentina”, ha fatto tappa anche presso il nostro santuario di San Rocco. L’interprete ha informato la comitiva sulla nostra bella festa, ha illustrato l’antica tradizione del tamburello, della pizzica e del significato della cosiddetta danza delle spade che ogni anno ha luogo la notte tra il 15 ed il 16 di Agosto. 3) Il 16 febbraio 2014 si è concluso in Santuario l’itinerario di preparazione al Sacramento del matrimonio 14 comi. Proteggi la mia famiglia. - San Rocco, aiutami ad affrontare questa vita con più serenità, aiutami a superare tutti i momenti difficili che la vita presenta. - Intercedi per me con Gesù e la Madonna affinchè possa essere in grado di ringraziarli ogni giorno della mia vita e chiudere gli occhi, quando sarà il momento, circondata da tutti i miei figli e dal loro affetto. Grazie. Una mamma. per otto coppie di fidanzati. Ha presieduto la liturgia Padre Charles De Micheli, un sacerdote ruandese incardinato nella nostra Diocesi. 4) Avvisiamo gli abbonati che inviano un bonifico tramite l’ufficio postale, di indicare con precisione il proprio indirizzo nella causale. Grazie. LA VOCE DI SAN ROCCO Offerte attraverso c.c.p. “Pro Opera San Rocco” in t Caputo Antonio - Matino 50 Casarano Paolo - Roma 50 De Mitri Teresa - Bagnolo del Salento 60 Di Paola Roca - Casarano 50 Farina Fortunato - Casarano 50 Meleleo Agostino - Parabita 50 N.N. 50 N.N. 50 Orlando Angela - Casarano 50 Passabì Ediano - Lecce 50 Solidoro Donato - Taranto 110 Tarantino Maria - Roma 50 Davanti a San Rocco Pellegrino dell’Assoluto, San Rocco, amico fedele di Gesù, aiutami. Tienimi sempre per mano, se sono stanco e pensieroso, se sono triste e solo, tu, tienimi per mano. Tu che sei stato luce d’amore nel mondo, donami la forza di essere vicino a Gesù, come lo sei stato tu. Coprimi con la tua protezione, allontana da me ogni male, ricolma l’anima mia d’ogni bene. Amen A cura di: Rossella Rosafio • Stampa dei c.c.p.: Falcone Andreina 15 Anno LXV n. 1 - Agosto 2014 La Voce di San Rocco - 73040 Torrepaduli (Lecce) Per contattare il Santuario il numero telefonico è il seguente: 342 0026841 Reg. presso il Tribunale di Lecce Direttore Responsabile: Tiziana Stefanizzi Conto Corrente Postale n. 12665733 In copertina: Nuova vetrata, Cappella San Rocco, realizzata da Giosuè Imperiale In ultima di copertina: Festa di San Rocco 2013 (Ph Pierpaolo Stradiotti) Stampa: Editrice Salentina - Galatina (Le) Spedizione in abb. postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Lecce
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