La Voce di San Rocco 2014 - Santuario San Rocco Torrepaduli

La Voce di San Rocco
Torrepaduli
LA VOCE DI SAN ROCCO
50º di matrimonio
di Piccinno Paolo
e Melissano Camilla
50º di matrimonio
di Attanasio Fernando
e Urbano Vittoria
50º di matrimonio
di Tamborrino Rocco
e Rollo Adelfia
Paiano Alessia
battezzata il 16 marzo 2014
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LA VOCE DI SAN ROCCO
Innamorati di Gesù
C’è un canto dove nel ritornello si ri- veremo solo l’aria, poiché non risultiapete più volte: innamorati di Gesù. Vi mo credibili. Vediamo l’esempio di
confesso che è necessario fare uno papa Francesco, le sue parole fanno presforzo per abituare l’orecchio e il cuo- sa sulla gente, quel che dice lo vive in
re a tale espressione. Ma mi son detto: prima persona, in altre parole è un inin fondo ha ragione. Difatti, se Gesù è namorato di Gesù, e si vede. Espresil nostro bene, il nostro unico bene, vuol sione meravigliosa: L’incontro con
dire che il nostro rapporto con lui è un Gesù ti cambia la vita. L’incontro con
rapporto sponsale: di due cuori, ap- Gesù ti riempie il cuore di gioia.
punto, innamorati che
Quanto è doloroso
si incontrano e si amacostatare che il mondo
no. Se non si arriva a
viaggia,invece,all’opquesto convincimenposto: dice pace e si fa
to, la nostra fede in lui
guerra; dice giustizia
è sempre qualcosa di
ma di giustizia nepstaccato, di superficiapure l’ombra; dice lile. Perciò, coscienti
bertà ed è succube di
della sua amorosa pretante passioni; dice
senza, tutta la vita deve
cultura e bene comutrasformarsi in una
ne e si mercanteggiacontinua dichiarazione
no interessi a non fid’amore. Ha senso così
nire.
il comandamento delRiconoscendo Lui
l’amore:” ama Dio e
al primo posto nella
ama il prossimo”. Se
nostra vita significa,
manca questo altre reperciò, non cadere in
altà prenderanno il
Porticina SS.mo Sacramento.
questa trappola. Il crisopravvento e divenI discepoli di Emmaus
stiano non è un “semteranno essenziali quali per esempio il denaro, il successo, plice cliente di cerimonie religiose” è un
il potere, il piacere. Quattro idoli da- testimone che vive nel mondo i valori
vanti ai quali , purtroppo, la società at- del Vangelo. Amare Gesù, allora, situale volentieri si prostra in adorazio- gnifica: appartenere a lui, col cuore e
ne. “Cristiani per battesimo, pagani con la vita così come succede tra due innella vita”, ciò può accadere anche a noi, namorati.
se non stiamo attenti !
Rocco di Montpellier ha deciso di enSe non si è innamorati di Gesù, in- trare a far parte di questa schiera… e si
fatti, tutta la nostra vita di fede risul- è trovato bene!
ta quasi del tutto inutile. Anche se ci
Sac. Mario Ciullo
batteremo per i valori evangelici, smuoRettore
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LA VOCE DI SAN ROCCO
La pietà popolare,
tesoro da valorizzare
La pietà popolare è un problema o
una risorsa? Così si introduce un bravo vescovo della Calabria Mons. Luigi Renzo nella sua recente Lettera pastorale in ordine al fatto che la pietà popolare ha
sempre prestato un particolare servizio di evangelizzazione nella vita della Chiesa.
Non un problema, quindi,
ma una grande risorsa da tener presente e da valorizzare. Continua il vescovo:
“Siamo dinanzi ad
usi, costumi, tradizioni, segni di
una storia d’altri
tempi; un passato
che non va dimenticato, ma
migliorato e purificato nei suoi
aspetti, recuperando
l’umanità di Cristo che è
sempre partito dal vissuto
degli uomini per guidarli verso
gli orizzonti dell’amore che libera”. La
pietà popolare è religione del cuore,
non dell’esteriorità. Se formata ed
evangelizzata, può essere uno spazio
di incontro con Cristo, è una modalità legittima di vivere la fede, un modo
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di sentirsi parte della Chiesa. Tutto sta,
dice ancora il vescovo, ad orientare
tutta la pietà popolare verso la vera
fede nel Dio di Gesù Cristo. Si
rende necessario,allora, lo stile della carità e della misericordia. Non una pietà popolare bistrattata, bastonata o
ferita, ma accompagnata,purificata con un lavoro paziente e perseverante,non aspettandosi immediati
risultati, finché
non si delinea la
vita dell’uomo
nuovo evangelico
che ormai gusta
la gioia di appartenere a Cristo e
di vivere insieme
agli altri e per gli
altri. Nel sottolineare la centralità della formazione delle
coscienze per l’inculturazione della fede, mons. Renzo, osserva che: “solo la ricomposizione tra fede e vita, culto e
vita, possono costituire la base dissodata per una nuova evangelizzazione
che abbia come scopo la definitiva salvezza dell’uomo”.
Rosafio Rossella
LA VOCE DI SAN ROCCO
Il tradizionale tamburello
protagonista della festa
Il 4 gennaio 2014 è stata inaugurata
su largo san Rocco una targa ricordo
(foto) alla memoria di Amedeo De Rosa,
fondatore dei tamburellisti di Torrepaduli. Che significato ha il tamburello e
qual è il legame con san Rocco? Da stu-
no del tamburello si intreccia e quasi si
confonde con questa antica devozione.
Certamente i pellegrini e i devoti, giunti al Santuario da ogni dove, dovendo attendere l’alba del 16 per la prima messa, complice anche la calura estiva, trascorrevano la nottata all’aperto allietati dall’incalzante suono del tamburello
e dell’organo a bocca.
Il devoto e il pellegrino vivono fortemente insieme e non slegate queste
emozioni, risalenti ai tempi passati, ma
ancora oggi presenti soprattutto in chi
ha fede. Certo se il tamburello serve solo
per gozzoviglie e ubriachezze si ricade
nel paganesimo di antica data, se invece serve per socializzare, dare un tono
di sano divertimento, la stessa festa
diventa occasione di vera e autentica devozione. San Rocco, quindi, non disdegna il suono del tamburello, ma, ne rimane fortemente dispiaciuto, se tutto si
esaurisce nello stordimento di una nottata intera senza una preghiera rivolta
a Lui e al Signore con cuore sincero.
di fatti è ormai pacifico che il tamburello
risale a epoche remote, come si evince
da immagini trovate su vasi di terracotta
con chiaro riferimento alla cultura ellenistica e quindi pagana. Possiamo allora dire che dal punto di vista religioso non c’è un vero e proprio legame con
san Rocco, ma, a onor del vero, la notte del 15 agosto fino all’alba del 16, il suo5
LA VOCE DI SAN ROCCO
La tradizione
dei presepi in santuario
Spesso e volentieri, con l’approssimarsi del Natale, anche nel nostro santuario, in tempi passati e recenti, si è voluto allestire il presepe per suscitare nei
fedeli pellegrini e devoti quel pensiero
nutrito di tanto affetto verso Gesù Bambino, salvatore e redentore del mondo.
Quest’anno (Natale 2013), l’impegno per costruire il presepe è gravato sui
bravi ministranti della nostra parrocchia, alle loro educatrici e ai loro genitori.
Non vi dispiacerà,a questo punto se
farò un piccolo commento per capire
meglio quello che si è voluto rappresentare, così come si vede anche nella
foto: è riconoscibile la facciata del santuario perché è da lì che bisogna partire, con la fede nel cuore, ed arrivare insieme ai magi a Betlemme dove è nato
Gesù. Dal santuario a Betlemme è
necessario, però, percorrere un sentiero illuminato da tante luci. Nel
caso queste luci dovessero spegnersi durante il cammino, sarebbe molto rischioso, si andrebbe difatti di
qua e di là senza raggiungere mai la
meta. Attenzione, perciò, a tenere
sempre accese queste luci che illu-
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minano il cammino fino a Betlemme: la
luce della fede, la luce della speranza, la
luce della carità (a proposito di carità,
i ragazzi hanno voluto dare le offerte per
il presepe per ultimare la costruzione di
una scuola per i bambini del Ruanda,
intitolata alla memoria del caro dottore Cherubino Inguscio). Da non spegnere mai anche la luce dell’accoglienza, della solidarietà, la luce dell’amicizia, la luce di un sorriso, il quale non costa quanto l’elettricità, ma fa più luce.
I nostri bravi ragazzi, allora, ci esortano a non spegnere mai le luci che dal
santuario di san Rocco portano a Betlemme… si rimarrebbe al buio. E il
buio, fa paura! Meglio cercare Gesù, dal
momento che è lui la luce vera che illumina ogni uomo.
Gnoni Concetta
LA VOCE DI SAN ROCCO
Una devozione
tanto antica e tanto nuova
La pietà popolare verso s.Rocco si è
molto presto diffusa sul nostro territorio, in continuità, senza allentamenti e soste, fino ad oggi.
Come mai questo fascino contagioso? La risposta ci
viene dalla vita vissuta da san Rocco e
più precisamente, dal
segreto che lo rende
meraviglioso e interessante, anche nelle
situazioni più pesanti e drammatiche, ossia la sua santità, la
sua forza nell’amore,
il suo intenso contatto con Cristo crocifisso. In primo luogo,
san Rocco ricorda il
meraviglioso progetto che dall’eternità
Dio ha fissato per noi:
quello della santità,
ossia dell’intima comunione di vita
con il Signore Gesù, “la vera vite” feconda di cui noi siamo “i tralci”. Il signore ci ha creati per cose grandi.
Un altro richiamo ci viene dalla
“forza della fede” di san Rocco, quella fede che ci rende sinceri, rinnovatori della società e del mondo, trascinatori e promotori della pace. Ci man-
ca la fede, la fede adulta , matura! Viviamo poco di Dio e molto del mondo:
viviamo una vita spirituale debole,
manca quella vita di fede e di Cristo in
noi.
Ecco il messaggio formidabile e disarmante che ci viene dal caro san
Rocco: se le famiglie, le singole persone, i gruppi, le comunità, avessero
fede totale nella misericordia e provvidenza di Dio, davvero qualcosa di
nuovo e di bello potrebbe modificare
il volto della nostra società.
De Donatis Anna Mina
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LA VOCE DI SAN ROCCO
Festa di San Rocco 2014
SOLENNE NOVENA DI S. ROCCO
dal 6 al 14 agosto 2014
Ogni giorno:
ore 6,00: Lodi mattutine e Santa Messa cantata.
ore 7,30: S. Messa.
ore 8,30: S. Messa.
ore 18,30: Rosario, Vespri, Santa Messa con predicazione.
Sabato 9 agosto:
ore 19,00: Celebrazione Comunitaria del Sacramento dell’Unzione
degli Infermi.
Domenica 10 Agosto:
Sante Messe: ore 6,00 - 7,30 - 8,30 - 19,00 - 20,00.
Giovedì 14 Agosto:
Processione “Aux flambeaux” ore 20,30.
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LA VOCE DI SAN ROCCO
VENERDÌ 15 AGOSTO
Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al cielo:
Sante Messe: ore 6,00 - 7,00 - 8,00 - 9,00 - 10,00;
ore 18,00 - 19,00 - 20,00;
ore 9,00 in Chiesa Madre;
ore 21.00: Processione in onore di San Rocco.
Sabato 16 AGOSTO: SOLENNITÀ di SAN ROCCO
Sante Messe: ore 5,00 - 6,00 - 7,00 - 8,00 - 9,00.
ore 10,30: Processione con la statua del Santo
dal Santuario in Chiesa Madre.
Ore 11,00: S. Messa presieduta dal Vescovo
Sante Messe in Chiesa Madre: ore 17,30 - 18,30 - 19,30.
Domenica 17 Agosto:
Sante Messe in Chiesa Madre: ore 7,00 - 8,00 /ore 18,30 - 19,30.
Lunedì 18 Agosto:
Sante Messe in Chiesa Madre: ore 7,30 - 9,00 / ore 18,30 - 19,30.
Martedì 19 Agosto:
Sante Messe in Chiesa Madre: ore 7,30 - 9,00 / ore 18,30 - 19,30.
Dal 6 al 19 agosto saranno disponibili i Sacerdoti per le Confessioni.
Domenica 21 settembre 2014:
FESTA
DEI QUARANTA
ore 17,00: Processione
ore 18,00: Santa Messa
presso il Santuario.
La Festa civile
è organizzata
dal Comitato
Festa di San Rocco,
facendo affidamento
al generoso
contributo di tutti.
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LA VOCE DI SAN ROCCO
Folclore “Mediterraneo”
nella festa di San Rocco
Cultura e folclore, festa e devozione per San Rocco, nelle contrade dei
Paesi che si affacciano sul Mare Mediterraneo. Nel nome di Santo Pellegrino, in un Convegno Internazionale a Lisbona, nel mite autunno atlantico del 2013, di quell’antico popolo di
navigatori. Nella terra del “fado”, anche il Santuario di Torrepaduli, con
una relazione nell’Auditorium del
Museo Nazionale della Farmacia, ha
esposto le peculiarità di una devozione diffusa in tutto il mondo. In Italia,
infatti, sono oltre tremila gli edifici sacri, tra chiese, cappelle e oratori, dedicati dalla viva devozione popolare al
Santo di Montpellier, San Rocco. Innumerevoli sono le feste patronali in
tutta la Penisola, quasi duecento sono
celebrate ogni anno da intere comunità cittadine, dedicate nel solo Meridione al Santo; in circa 150 centri urbani, di regioni diverse, poi, si registrano tradizioni popolari nel Sud
d’Italia legate al culto del Santo degli
appestati. E proprio attorno al culto di
San Rocco, la devozione popolare
trova il modo di gestire originali forme di fruizione del momento festivo
con le mostre-mercato, le luminarie,
le processioni, i fuochi pirotecnici, le
bande musicali e le fanfare, le bancarelle (oggi i moderni stands) i pubblici concerti musicali. Tra le più im10
portanti modalità di svolgimento della “festa”, sono presenti interessanti
forme coreutico-musicali legate alla ricorrenza festiva di San Rocco. La
danza, come la musica, è un linguaggio comune a tutti i popoli della Terra. Essa è insieme una forma d’arte ed
una manifestazione degli intimi sentimenti umani. Nel Sud d’Italia, nel Salento in particolare, tra le danze etniche salentine la più nota è il ballo della pizzica-pizzica: uno soltanto, quello praticato presso di Torrepaduli
(Lecce) é mirabilmente collegato al
culto di San Rocco, storicamente qui
presente almeno sin dal 1531: una
danza-duello tra due ballerini uomini, ritmato e simbolico, ripetuto in
centinaia di “ronde” (gruppi di duellanti e suonatori di tamburello e armonica ) per l’intera “notte di San Rocco”, tra il 15 e 16 agosto di ogni anno,
sull’immenso spiazzo del Santuario.
Dal 2008, l’evento è anche sottolineato
dalla “Fondazione Notte di San Rocco. Pizzica, tamburello e scherma in
ronde” con un “concertone” di rilevanza nazionale. Le modalità espressive del la pizzica tarantata, della pizzica de core e della pizzica scherma (o
del Santuario di Torrepaduli, hanno in
comune il ritmo ossessivo della danza al vibrare del tamburello, la musica strumentale (armonica a bocca, vio-
LA VOCE DI SAN ROCCO
lino, fisarmonica, chitarra, ecc.), danzatori in composizione multipla
(uomo-donna, uomo-uomo). Solo la
terza, la pizzica scherma di Torrepaduli, si esprime in stretto rapporto con
il culto ferragostano di San Rocco.
La tradizione della danza risanatrice, nell’Italia Meridionale si è mantenuta intatta nei secoli insieme all’uso
del ballo della tarantella. Nel XVIII secolo essa era diventata una danza sociale polivalente e grandi musicisti europei, come Liszt, Chopin, Barazzini,
Popper, Mendellsson e Casella, ne
hanno effettuato mirabili ricostruzioni in forme artistiche per orchestra
e canto. Alla sua tradizione ha contribuito anche il cinema italiano con
i registi Mingozzi (1962), E. Winspeare (1996 e 2000), D. Marengo, alcune fiction televisive e soprattutto
l’Orchestra “Notte della Taranta”. Gli
studi degli ultimi 30 anni hanno illuminato la conoscenza dell’origine terapeutica della musica collegata al culto di San Paolo. Del resto il Salento è
la grande “terra del rimorso”, con le ricerche di De Martino, che ha documentato il fenomeno delle tarantate e
della loro guarigione. Negli scritti del
Riccio e negli studi di P. De Giorgi e
di A. Fasiello, si rivendicano presenze di tarantate “rurali” e “urbane” e il
morso e ri-morso del Salento sono
l’emblema simbolico dei nuovi disagi
che il ritmo della musica tenta di ricacciare dalle insidie del quotidiano.
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LA VOCE DI SAN ROCCO
Se la prima forma di pizzica, quella
tarantata, esprime una danza collegata al culto di San Paolo di Galatina,
in cui una donna riesce a guarire dalla trance con la musica di violino, armonica e tamburello, la seconda, la
pizzica de core, è tipica del corteggiamento tra uomo e donna ed è riproposta nel ballo delle feste popolari de i tanti Gruppi Musicali di musica folk, presenti in Italia Meridionale. La terza forma di pizzica-scherma,
quella praticata e da noi studiata a
Torrepaduli (come nella monografia
del 2007, “La Pizzica scherma di Torrepaduli. San Rocco, la festa, il mito,
il Santuario”), ci riporta alla riflessione
sugli studi rocchiani nel Meridione
d’Italia, che puntano alla riscoperta
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delle radici culturali europee, secondo la traccia del reticolo viario, lasciato
nella storia, tra Roma e Canterbury,
Santiago di Compostela e Gerusalemme: e Torrepaduli, per essere posta tra Otranto e S. Maria di Leuca, sul
tratto terminale della Via Francigena,
portava pellegrini e crociati da Roma
in Terra Santa. In questo ambito gli
studi, anche accademici compiuti
nel Meridione d’Italia, mirano a definire, tra l’altro, la mappatura del tratto pugliese della Via Francigena e
collegare tutti i centri rocchiani del
Meridione per innescare nuove forme
di turismo religioso,favorite dal Consiglio d’Europa, perché si riannodi
quel filo storico spezzato, tra Roma e
Istambul, riavvicinando le culture
LA VOCE DI SAN ROCCO
dell’Occidente e dell’Oriente. Nella
pizzica scherma di Torrepaduli ricompaiono le fasi di un antico duello
rusticano: la provocazione, l’attacco, la
difesa, le finte, i colpi proibiti, da gestire senza mai voltare le spalle al ballerino avversario. Dal tramonto all’alba, di
fronte alla Chiesa di San Rocco, si suona e si danza ininterrottamente, al ritmo dei tamburelli, della fisarmonica e
dell’armonica a bocca, mentre spettatori
e curiosi si riuniscono in cerchio, dette
“ronde”, nelle quali due uomini, senza
alcuna arma roteano le proprie mani,
come le braccia, affondando colpi e parandoli. I due sfidanti si muovono “come
se “ avessero un coltello nella mano destra. Uno affonda l’assalto, l’altro “toccato” si ritira: la gente applaude il vincitore. E tutto ricomincia con un altro
duello tra sfidanti diversi. Questa “danza-scherma” è un sopravvissuto rituale
di un antico rito di sfida al coltello, tramutatosi in pura azione mimata senza
l’arma, rappresentata dal dito indice e
dal dito medio protesi, in cui rimane
però lo scopo di “toccare” l’avversario e
di eliminarlo dal cerchio, o “ronda”. Nel
gergo della malavita, curiosamente, la
parola “scherma” significa “elemosinare”. E il gesto veloce del mendicante che
stende la mano, assume la rapidità di
uno schermitore di fioretto, chiamato in
gergo “spadaccino”. Tuttavia il fenomeno della “danza scherma” salentina
non si ricollega alle danze popolari dette “delle spade” o “moresche”, molto diffuse nelle’Europa Meridionale già nel
XVI secolo e nate come una vera danza
marziale o di corteggiamento. Ma quando “schermatori” vecchi e giovani si presentano nella “ronda”, danno spettaco-
lo, non si dimenticano di “essere in
scena”, in uno spazio tempo non quotidiano. Nella notte del Santo, dal tramonto del 15 agosto all’alba del 16, essi
trascinano tutti, duellanti e suonatori,
curiosi e spettatori, dove nessuno è indifferente al ritmo dei tamburelli, e vivono “la notte di San Rocco”, sotto l’ala
del Santuario, moderna Arca immobile su un oceano di teste, in compagnia
dei devoti e delle stelle. Da Lisbona, dunque, anche Torrepaduli richiama nella
celebrazione della “festa” la necessità di
individuare e favorire nuove forme di turismo culturale associato, per la conoscenza e l’integrazione tra matrici storico-culturali diverse di turisti-pellegrini, autentici nuovi “viatores”, protagonisti di aggregazione e unità in campo di relazioni internazionali.
La “grande ronda” (coacervo spaziotemporale di suonatori e di danzatori)
di Torrepaduli, è in linea perfetta con
uno dei criteri fondanti per il riconoscimento, in campo europeo, di “itinerario culturale”, che prevede “l’organizzazione di attività con gruppi di giovani che favoriscano scambi volti a sviluppare il concetto di cittadinanza europea, arricchita dalle sue diversità”. E
ciò che avviene ogni anno, davanti alla
Chiesa-Santuario di San Rocco, con
migliaia di giovani in centinaia di “ronde”, con l’infuriare del “ballo di San Rocco”, nel quale ogni danzatore-spettatore, all’apice della fruizione del momento
festivo, è parte di quel “laboratorio delle diversità”, che la stessa Nostra Europa ci ricorda di edificare nella pace e nella concordia tra i popoli.
Ermanno INGUSCIO
Società Storia Patria per la Puglia
13
LA VOCE DI SAN ROCCO
Notizie dal Santuario
Innumerevoli grazie salgono al Signore per intercessione di san Rocco.
Lo si evince dal Registro dei devoti
presente nella cappella del santo.
Qualche stralcio:
- S. Rocco, proteggi la mia bimba e
la mia famiglia. Grazie per tutto quello che hai fatto per noi. Continua a
starci vicino.
- Mi sei venuto in sogno qualche tempo
fa chiedendomi di venire a trovarti. Ec1) In santuario si sta pensando ad un
rinnovo dei banchi. Già più di
qualche devoto ha chiesto di voler offrire un banco dedicandolo a san Rocco o ai propri cari defunti. Volendo
possiamo imitarli, tenuto conto che in
tutto i banchi in chiesa saranno più di
cinquanta.
2) In data 7 gennaio 2014, una numerosa delegazione, proveniente dalla Grecia, in occasione di una visitaculturale nella “grecìa salentina”, ha
fatto tappa anche presso il nostro
santuario di San Rocco. L’interprete ha
informato la comitiva sulla nostra
bella festa, ha illustrato l’antica tradizione del tamburello, della pizzica e
del significato della cosiddetta danza
delle spade che ogni anno ha luogo la
notte tra il 15 ed il 16 di Agosto.
3) Il 16 febbraio 2014 si è concluso in
Santuario l’itinerario di preparazione al Sacramento del matrimonio
14
comi. Proteggi la mia
famiglia.
- San Rocco, aiutami ad affrontare
questa vita con più
serenità, aiutami a
superare tutti i momenti difficili che la
vita presenta.
- Intercedi per me
con Gesù e la Madonna affinchè possa essere in grado di ringraziarli ogni
giorno della mia vita e chiudere gli occhi, quando sarà il momento, circondata da tutti i miei figli e dal loro
affetto. Grazie. Una mamma.
per otto coppie di fidanzati. Ha presieduto la liturgia Padre Charles De
Micheli, un sacerdote ruandese incardinato nella nostra Diocesi.
4) Avvisiamo gli abbonati che inviano un bonifico tramite l’ufficio postale, di indicare con precisione il proprio indirizzo nella causale. Grazie.
LA VOCE DI SAN ROCCO
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50
Davanti a San Rocco
Pellegrino dell’Assoluto, San Rocco,
amico fedele di Gesù, aiutami.
Tienimi sempre per mano,
se sono stanco e pensieroso,
se sono triste e solo,
tu, tienimi per mano.
Tu che sei stato luce d’amore
nel mondo,
donami la forza di essere vicino a Gesù,
come lo sei stato tu.
Coprimi con la tua protezione,
allontana da me ogni male,
ricolma l’anima mia d’ogni bene.
Amen
A cura di: Rossella Rosafio • Stampa dei c.c.p.: Falcone Andreina
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Anno LXV n. 1 - Agosto 2014
La Voce di San Rocco - 73040 Torrepaduli (Lecce)
Per contattare il Santuario
il numero telefonico è il seguente: 342 0026841
Reg. presso il Tribunale di Lecce
Direttore Responsabile: Tiziana Stefanizzi
Conto Corrente Postale n.
12665733
In copertina: Nuova vetrata, Cappella San Rocco, realizzata da Giosuè Imperiale
In ultima di copertina: Festa di San Rocco 2013 (Ph Pierpaolo Stradiotti)
Stampa: Editrice Salentina - Galatina (Le)
Spedizione in abb. postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Lecce