Presentazione del progetto ALGEBAR di Renato Carpi Genova Palazzo Tursi 4 Giugno 2014 Introduzione Sono arrivato a questo appuntamento per la presentazione pubblica del progetto ALGEBAR dopo un lungo percorso tra le persone e con le persone: persone conosciute, amici e persone che ho incontrato per la prima volta, o per effetto di collegamenti logici rispetto al ragionamento che stavo cercando di sviluppare o per effetto – talvolta – di pura casualità. Persone con diverse esperienze di lavoro e di studio, persone di generazioni diverse, di culture e religioni diverse, persone (in particolare giovani) con enormi problemi di lavoro, segnate da una condizione di lacerante incertezza economica , di precarietà. Ho compiuto un significativo viaggio antropologico e ad ogni confronto, ad ogni contatto la mia idea iniziale è stata come riplasmata. E’ stato un percorso altamente creativo, di cui ho voluto parlare perché è - per me – un importante premessa metodologica, che dovrà continuamente caratterizzare il progetto ALGEBAR. Ho cercato di comporre nella mia mente, partendo da una mia prima tessera personale, un ricco mosaico composto di una molteplicità di tessere e di colori, un mosaico che vuole mantenersi incompiuto e che proponiamo a chi è interessato perché possa essere ulteriormente arricchito da nuove sensibilità, competenze, esperienze, potremmo dire un mosaico aperto. Se - per un momento - immaginiamo di associare a questo mio mosaico la molteplicità dei mosaici che possono creare le persone che aderiscono a questo percorso, ecco che si incomincia a intravedere la possibilità di dar vita ad un embrione di comunità, una comunità aperta. Questo mio percorso personale, questi possibili molteplici percorsi personali esprimono un bisogno diffuso di nuova socialità, di nuove forme di solidarietà, esprimono l’esigenza di rispondere alla frantumazione sociale che ha segnato questo nostro tempo con iniziative di riaggregazione sociale, di creazione di nuove relazioni. Oggi nasce una nuova associazione, una realtà che vuole dare un suo contributo per creare nuova socialità. Una associazione che assume come fine fondamentale della sua azione la promozione e diffusione di conoscenza del reale, una conoscenza in grado di attivare il pensiero, una conoscenza condivisa per una progettualità condivisa. La nostra contemporaneità è segnata, in tutti i campi dell’agire umano, da cambiamenti così rapidi ed estesi da renderne quasi impossibile la comprensione in tempo utile. Il diffondersi delle nuove tecnologie dell’informazione e comunicazione, l’estendersi e l’infittirsi dei flussi migratori in tutte le direzioni, l’affermarsi di un’economia globalizzata hanno posto profondamente in crisi i tradizionali assetti sociali, politici e istituzionali. La complessità dei fenomeni in atto esige nuovi approcci conoscitivi, una nuova organizzazione dei saperi. “Non sappiamo cosa accade è questo ciò che accade” Ortega y Gasset. I problemi fondamentali e globali necessitano di una conoscenza transdisciplinare. La frantumazione delle conoscenze ha creato una sorta di solitudine della conoscenza. Probabilmente questa profonda inadeguatezza della conoscenza legata al tradizionale assetto dei saperi è all’origine della crisi del sistema formativo. Genova è il nostro punto di partenza. Vogliamo cercare di conoscere i processi in atto nella nostra città nella nostra città, per tentare di comprendere come si può contrastare il suo declino. Genova è il luogo da cui scaturisce questo nostro percorso, è il terreno da cui partiamo e su cui vogliamo sperimentare nuove modalità di conoscere, è il nostro spazio di confronto con il reale, con le reali dinamiche economiche, politiche, istituzionali culturali e artistiche. E’ il nostro luogo di sperimentazione. E’ attraverso la conoscenza di Genova, delle sue trasformazioni, che possiamo definire un nuovo paradigma interpretativo di ciò che accade a livello mondiale. Genova è il nostro necessario punto di vista, è il punto da cui partiamo per dirigere lo sguardo sul mondo. Non vogliamo guardare unicamente al nostro ombelico, questo atteggiamento non ci permetterebbe di vedere cosa accade intorno a noi, e per guardare il mondo dobbiamo usare i nostri organi di senso. E come si manifestano gli organi sensoriali di una città? Attraverso i suoi percorsi culturali, artistici, economici, politici, istituzionali, sociali,.. e anche individuali. Ogni nostra soggettività è un piccolo recettore di un più complesso organo percettivo. Percepire il mondo è interagire con esso, percepire il mondo è acquisire consapevolezza delle interazioni in atto e di quelle potenziali, percepire il mondo è anche creare nuove interazioni con il mondo. Percepire il mondo è una precondizione per poterlo conoscere, per poterlo comprendere. Conoscer e comprendere il mondo è fondamentale per mettere a fuoco una nostra strategia di vita, è fondamentale per provare a preparare il nostro futuro. Abbiamo bisogno di pensiero, di pensiero condiviso. La città, penso in particolare a Genova ma non solo, pur essendo il luogo dove si concentrano le intelligenze, i saperi, le competenze, stenta a diventare un organismo pensante, tra le altre cause, perché mancano le sinapsi, mancano i collegamenti che fanno sì che una moltitudine di neuroni si trasformi in un cervello pensante. Ci proponiamo di contribuire a creare le sinapsi, di favorire contatti, relazioni tra i molteplici mondi separati che caratterizzano la città. Per comprendere ciò che accade abbiamo bisogno di rivolgere verso la realtà una molteplicità di sguardi, gli sguardi di generazioni diverse, di diverse esperienze di lavoro e di studio, di diverse culture, di saperi diversi e di connettere le percezioni, le informazioni acquisite, potrebbe uscirne una più ricca rappresentazione del reale. Vogliamo aiutare la nostra città a confrontarsi con il mondo. Forse il superamento delle attuali difficoltà passa anche dalla consapevolezza del ruolo strategico che la città può svolgere come snodo ( economico, culturale, sociale ) tra l’Unione Europea e l’altra sponda del Mediterraneo. L’Euromediterraneo è una realtà indissolubile e il comune destino dei paesi di questa area oscilla tra associazione e barbarie. Noi vorremmo dare un contributo perché si affermi il dialogo, il confronto, perché si consideri la diversità una ricchezza, una fonte di creatività. ALGEBAR si propone di dar vita ad un osservatorio della realtà di dimensione euromediterranea, di costruire - partendo da Genova - una rete di città dell’Euromediterraneo per provare a creare un embrione di comunità dialogante, capace di elaborare una conoscenza condivisa per una condivisa progettualità. Proviamo a guardare più attentamente la realtà in cui viviamo e operiamo, proviamo a individuare le risorse umane di cui la città dispone, sosteniamo tutte quelle esperienze innovative che possono generare lavoro, una nuova qualità della vita, che possono favorire l’inclusione, la coesione sociale e il superamento della condizione di grande precarietà dei giovani. Proviamo a confrontarci con le altre città dell’Euromedirterraneo e a verificare se è possibile costruire una comune visione del futuro anche attraverso la sperimentazione di una comune progettualità. Ecco il senso del progetto ALGEBAR: dar vita a un sistema di comunicazione permanente tra città dell’Euromediterraneo, fatto di strumenti diversi, di linguaggi diversi, per condividere esperienze e progetti, per promuovere il dialogo, per provare a immaginare e a costruire un futuro di lavoro e di solidarietà. Un futuro in cui la dimensione culturale e artistica sia pienamente affermata e contribuisca in modo decisivo all’elevamento della qualità della vita sociale e individuale. Abbiamo già compiuto i primi passi in questa direzione. Per la creazione di un embrione di comunità euromediterranea dialogante. Abbiamo assunto contatti e creato primi collegamenti con altre città italiane: Milano, Torino, Trieste, Napoli e i primi contatti internazionali con l’Algeria, la Spagna, la Polonia. Questa nostra proposta sta suscitando vivo interesse e sembra cogliere un bisogno profondo di dialogo, di condivisione. Importanti realtà associative hanno espresso interesse per questo percorso, penso a Januaforum, al Festival Suq, a Nuovi Profili e al coordinamento dei cittadini ItaloMarocchini. Un’altra realtà molto interessante ha aderito a questo nostro progetto, l’Osservatorio radiotelevisivo di Pavia. Un soggetto riconosciuto a livello internazionale che sta svolgendo da diversi anni un ruolo di monitoraggio e di informazione sull’uso dei media radiofonici e televisivi nelle campagne elettorali e che sarà impegnato prossimamente in Tunisia. Partendo dalla nostra città nei mesi scorsi abbiamo in particolare messo a fuoco le problematiche inerenti la portualità e più in generale la cultura del mare; avviando primi contatti con l’Autorità Portuale genovese, con gli operatori della CULMV, con gli agenti marittimi, con l’Accademia Italiana della Marina mercantile e con il MUMA. Questo fondamentale settore della vita economica e culturale della città si è rivelato molto interessato e interessante per i processi di riorganizzazione del lavoro che sta mettendo ina atto. Il porto e la portualità hanno una naturale apertura al mondo e rappresentano per Genova un, significativo paradigma della complessità. Essendo l’obiettivo fondamentale del nostro lavoro la promozione di conoscenza condivisa per una condivisa progettualità abbiamo creato primi contatti con part importanti dell’Università e della Ricerca. Oggi intendiamo proporvi la costruzione di uno spazio aperto, vi chiediamo suggerimenti, indicazioni, temi da affrontare e naturalmente adesioni a questo nostro percorso o manifestazioni di interesse. Sta per nascere l’associazione Pensare Insieme di cui avete fra le mani una proposta di manifesto. Nei prossimi mesi proveremo a realizzare il primo numero della rivista online ALGEBAR. In ultimo con l’avvio della creazione di un sito, cercheremo di cimentarci nella creazione di un sistema comunicativo euromediterraneo. Sono obiettivi non semplici, vi chiediamo collaborazione e idee per riuscire insieme a realizzarli.
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