12 42 .Primo Piano STAMPA .LA SABATO 7 GIUGNO 2014 L’inchiesta della Procura di Genova e della Dda Il viaggio delle ceneri della Tirreno Power L’accusa: traffico illegale di rifiuti. Coinvolte nove persone Retroscena MARCO RAFFA SAVONA I nchiesta di Procura di Genova e Direzione distrettuale Antimafia sul traffico di ceneri di carbone dalla centrale Tirreno Power di Vado: dalle carte d’indagine emergono nuovi elementi. Le ceneri, ufficialmente destinate a un impianto di trattamento per i cementifici, secondo l’accusa arrivavano invece in un grande capannone nel Cuneese (a Novello d’Alba) privo di impianti e personale. Qui - l’intero tragitto è stato monitorato dai carabinieri di Savona e dai colleghi genovesi - sarebbero state mescolate a terra, ricaricate sui camion e trasferite in un’altra area sempre del Cuneese (Narzole) per essere interrate illegalmente in una gigantesca discarica abusiva. Discarica che, sempre secondo la Dda di Genova, era destinata a diventare la base per un grande centro sportivo, con campi da calcio, tennis e altro, annesso a un albergo a quattro stelle, l’Hotel Victor di Narzole. Albergo, terreno-discarica (a poche decine di metri dal corso del Tanaro) e impianto di trattamento delle ceneri fanno Nell’immagine di Google l’area del Cuneese cui erano destinate le ceneri tutti riferimento alla stessa società, Il pm Giovanni Arena, che nei la «Dellatorre Fratelli srl». Secondo giorni scorsi ha notificato l’avviso di gli investigatori, tra il novembre 2011 conclusione indagini, ha contestato e il febbraio del 2013, quando venne il reato di traffico illegale di rifiuti a sequestrata l’area della discarica in nove persone tra cui l’ex capocentralocalità Chiabotti le dello stabilimendi Narzole, dai deDISCARICA NEL CUNEESE to di Vado Pasquapositi di Tirreno D’Elia e il reUfficialmente gli scarti le Power sono partisponsabile materie erano destinati prime e combustiti migliaia di caa un cementificio bili Aldo Foce. mion carichi di residui della comCoinvolti nell’accubustione del carbone: in circa 15 me- sa anche i vertici della ditta torinese si gli investigatori hanno documen- di intermediazione rifiuti «Suprema tato il trasporto, e l’interramento il- srl» di San Gillio, Giuseppe Acampa legale, di oltre 27 mila tonnellate di e Fulvio Fregnan, i soci e gestori di «ceneri leggere». fatto della «Dellatorre Fratelli», Ita- Un caso già nel 1979 Torcelloscrissealministro suirischipost-combustione 1 Del problema delle ceneri pro- dotte dalla combustione del carbone si era occupato, in tempi non sospetti (maggio 1979) un ecologista antelitteram, il pneumologo savonese Agostino Torcello, all’epoca capogruppo Dc a Quiliano, tuttora attivo con l’associazione ambientalista «Moda». Il documento in questione ha un valore quasi «storico»: è una lettera inviata agli allora ministri dell’Industria Franco Nicolazzi e della Sanità, Tina Anselmi. Tirreno Power era di là da venire e l’Enel, proprietaria della centrale di Vado, aveva chiesto di trasformare gli impianti da nafta a carbone. Le problematiche sollevate all’epoca dagli ecologisti, Torcello in prima fila, ampiamente documentate da pubblicazioni scientifiche di livello internazionale erano le stesse di 35 anni dopo, cioè oggi: vicinanza con centri intensamente popolati, rischi d’inquinamento da ossidi di zolfo, azoto, polveri, sostanze radioattive. Si parla addirittura dei filtri antipolveri, incapaci di trattenere particelle sotto i 10 micron. Torcello, nel contestare l’opportunità di una trasformazione a carbone della centrale, conclude così: «Voglio sottolineare infine la mia personale perplessità sulla soluzione del problema ceneri. Escludendo ovviamente lo smaltimento in mare o, come avviene adesso, in discariche pubbliche in maniera assurda, mi riesce difficile immaginare un’utilizzazione di tali scorie che, riferendomi agli studi che allego (un documento del Consiglio nazionale delle ricerche, ndr) presentano anche sostanze radioattive come Ra226, R18, Torio, etc. Ciò significa che quando la centrale giungerà a pieno ritmo alle 1600 tonnellate giornaliere, vi saranno contenute tonnellate di pericolosissime sostanze». lo e Livio Dellatorre (per loro anche l’accusa di gestione rifiuti non autorizzata), e il professionista cuneese Roberto Sardo, consulente in materia di ambiente e sicurezza della Dellatorre Fratelli. Il presidente del consiglio di amministrazione di Tirreno Power, Aldo Chiarini, così come i legali rappresentanti di Dellatorre e Suprema, sono indagati a loro volta dell’illecito amministrativo previsto dalla legge 152 del 2006 in materia di reati ambientali, «per non aver vigilato» in modo da impedire che venissero commessi i reati contestati. Secondo la ricostruzione della Procura i responsabili di Tirreno Power «avevano la consapevolezza che l’impianto della Dellatorre Fratelli era privo delle prescritte autorizzazioni (o comunque aveva autorizzazioni non conformi), che l’impianto non era adeguato alla produzione di conglomerati cementizi per l’assenza di idonee attrezzature e di personale specializzato. E che i rifiuti erano destinati, non al ciclo produttivo, come materie prime, ma ad essere interrati per la realizzazione di un riempimento nel terreno di proprietà della stessa Dellatorre Fratelli a Narzole». Da parte dei legali dei Dellatore si sostiene che il problema è solo di «classificazione» delle ceneri, e che il prodotto, trattato, non è pericoloso e può essere classificato, invece che «rifiuto», «materia prima secondaria». La Procura di Genova e la Dda sono di parere diametralmente opposto: si fa notare infatti che, anche se le ceneri fossero state trattate come prevede la legge (e ciò non sarebbe avvenuto), non avrebbero potuto in ogni caso finire come riempimento di una discarica, ma diventare materiali per l’edilizia. Infine ecologisti e medici oncologi, da anni, contestano anche questa soluzione ritenendola comunque estremamente pericolosa per la salute «vista la presenza nei prodotti della combustione di elementi radioattivi e sostanze nocive.
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