COSENZA In vendita esclusivamente con Cronache del Garantista (Edizione Nazionale) - Prezzo di vendita Cronache del Garantista + Cronache del Garantista Calabria 1 euro DIRETTO DA PIERO SANSONETTI ANNO XIX NUMERO 92 GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE 2014 1.00 EURO calabria 40918 9 778109 029000 LA STORIA RUMORS DAL PALAZZO «Io, infettata in ospedale costretta ad aspettare la carità dello Stato» Il nome della coordinatrice di Fi sarebbe tra quelli in lizza per occupare un posto nel parlamentino dei togati Santelli al Csm? Lei smentisce VENEZIANO PAGINA 4 TRIPEPI A PAGINA 3 SOVERATO - VIAGGIO TRA LE “NEFANDEZZE” ISTITUZIONALI Così la commissaria sfrattò i bimbi dall’asilo La scuola materna della cittadina del Catanzarese è stata chiusa con un colpo di forbici. Aperta nel 1970, era un punto di riferimento per la città intera. Il motivo della soppressione? Per il prefetto erano soldi buttati. Inutili le proteste Primi giorni di asilo per molti bimbi ma non per tutti. Per i piccoli da zero a tre anni che fino a un anno fa frequentavano l'asilo nido “La Coccinella” di Soverato la campanella non suonerà. L'istituto, fiore all'occhiello dell'educazione infantile della città fin dagli anni '70, è stato infatti chiuso per delibera della commissaria, la viceprefetta Maria Virginia Riz- zo, che ha governato un anno la cittadina jonica, dalla caduta della giunta pidiellina nel maggio 2013 alle nuove elezioni dello scorso maggio. Solo dodici mesi, quindi, che però sono bastati a compiere alcuni atti che rimarranno indelebili, come appunto la delibera dell'agosto 2013 che ha decretato la fine di uno storico servizio sociale come l'asilo nido. PITTELLI A PAGINA 5 COSENZA/LA RIVELAZIONE Spuntano due nuovi pentiti nnLE NOMINE ASP (FUORILEGGE) Gli innominabili del “Sistema” sanitario... di DAVIDE VARÌ La festa alla Sanità calabrese continua senza colpo ferire. Una Giunta ormai moribonda ha infatti passato una notte intera a spartirsi le poltrone delle aziende sanitarie ignorando allegramente il “consiglio” della ministra Lorenzin e fottendosene della delegittimazione politica. E’ quasi superfluo ricordare, infatti, che quella stessa Giunta è senza governatore da aprile scorso, senza contare che tra meno di un mese sarà a casa per via delle elezioni che hanno provato in tutti i modi di evitare. Ma perché la facente funzioni Stasi e soci hanno deciso di forzare, di nominare i nuovi commissari delle Asp (ognuno di loro ha un padrino politico) nonostante il veto del ministro e rischiando addirittura di siglare un atto fuorilegge? Semplice: la Sanità è troppo importante per lasciarla nella mani di chi verrà dopo. E’ lì, nella Sanità, che si annida il grumo di potere che ha fatto la fortuna dei nostri politici. Assunzioni, clientele e soldi, tanti soldi. E’ un “Sistema”, ed è per questo che “lorsignori” non possono mollarla. Insomma, la Sanità calabrese è servita a mantenere un blocco di potere politico-affaristico-imprenditoriale grazie al quale sopravvive buona parte della nostra classe dirigente. E questo nonostante il piano di rientro e nonostante il commissariamento. Di più: la nottata delle poltrone delle Asp dimostra ancora di più che il commissariamento, di fatto, è funzionale a quel sistema. Del resto lo ha spiegato bene il professor Cavicchi: «Col commissariamento le regioni hanno tagliato sui diritti, in genere dei più deboli, per mantenere i loro prevalenti interessi politico-clientelari», scriveva pochi giorni fa sulle nostre pagine. Insomma, il piano di rientro gestito dalla Regione ha tagliato servizi e mantenuto privilegi. Ha fatto carne di porco del diritto alla salute dei calabresi per tutelare gli interessi di quel blocco di potere basato su clientele e affari. Affari veri se consideriamo che non più tardi di qualche mese fa il presidente della commissione bilancio del Senato spiegava, dati alla mano, che nella Sanità c’è un giro di affari illecito del valore di 35 miliardi di euro. Insomma, il peso della corruzione nella Sanità è pari, grosso modo, al fatturato annuo della ’ndrangheta. (E forse non è un caso). Ma la cosa ancora più ridicola è che il governo, per cercare di arginare questa cattedrale del malaffare costruita sulla pelle dei cittadini (la pelle vera, visto che parliamo di Sanità) ha affidato il controllo del commissariamento a chi, negli anni, ha beneficiato di quel sistema. Insomma, i controllati nominano i controllori. Ed è proprio quello che è accaduto nel blitz consumato in Giunta la scorsa notte. Vincenzo ed Ernesto Foggetti, padre e figlio, avrebbero deciso di saltare insieme il fosso avviando la collaborazione con i magistrati della Dda Due nuovi pentiti nel Cosentino: Vincenzo ed Ernesto Foggetti, padre e figlio di 47 e 26 anni, avrebbero deciso di saltare il fosso avviando la collaborazione con la Dda di Catanzaro. I due erano stati arrestati in agosto per un traffico internazionale di auto di lusso. Grazie al loro contributo, la magistratura antimafia punta a ricostruire i nuovi equilibri di mafia in terra bruzia e a mettere a fuoco responsabilità e dinamiche che hanno condotto alla sparizione di Luca Bruni, fratello di Michele “Bella Bella”, scomparso per lupara bianca nel 2012. GALLO E CAMBARERI A PAGINA 4 LA SERIE DELLA BORROMEO LA MOSTRA DI BRUNEAU L’artista dello scandalo torna a Reggio AMANTEA Sgomberate le ville dei boss LA PROPOSTA Fondamentale non sbagliare il risanamento di ENRICO CATERINI ed ETTORE JORIO In Calabria i Comuni dissestati crescono in progressione geometrica, tanto da potere via via traguardare un valore a tre cifre. Quelli con i conti in affanno sono infatti innumerevoli e, allo stato, abbastanza reticenti nel testimoniare la debolezza dei loro bilanci. Su tutto, v’è la necessità di mettere a posto i conti pubblici di Comuni e Regioni. SCARPINO A PAGINA 6 Il docufilm anti-’ndrangheta della contessina Non sorprenda che a parlare delle femmine delle famiglie reali malavitose sia una blasonata vera, Beatrice Borromeo, autrice di “Lady ’ndrangheta”, due docufilm prodotti per Skytg24 sulle boss calabresi. Lavoro che ha preso forma dalla sua tesi di master alla Columbia e da alcune conversazioni con Nicola Gratteri che l’ha introdotta nell’affascinante mondo delle ’ndrine. MONTEFORTE A PAGINA 16 LAX A PAGINA 16 GIOIOSA J. L’INFORMATIVA Il medico di Locri agganciato per i latitanti FILIPPONE A PAG 6 PAGINA 5 incalabria giovedì 18 settembre 2014 cronache del garantista 5 I bimbi sfrattati dall’asilo Continua il viaggio tra le “nefandezze” dei commissari. A Soverato il viceprefetto ha chiuso la storica scuola dell’infanzia perché, a suo dire, costava troppo. Ma poi ha assunto un addetto stampa L’entrata dell’asilo “La coccinella” con le serrande abbassate. Inutile la mobilitazione dei genitori dei piccoli, la commissaria è andata avanti per la sua strada LA REPLICA «Io sotto usura dei clan? È falso, la verità è diversa ed è già emersa in aula» È falso, tendenzioso e diffamante quanto e come attribuitomi ieri (martedì 16 settembre) nell’articolo dal titolo “Montalti sotto usura dei clan”, a firma Ilario Filippone, a pagina 3 del quotidiano regionale “Il Garantista”. La verità, peraltro già emersa in sedi giudiziarie, certifica una ricostruzione dei fatti completamente diversa da quella riportata. Il cronista, con preoccupante disinvoltura, fornisce un resoconto giornalistico che, sin dal titolo preferito, pone in essere un’attività lesiva della mia immagine e dignità. La vicenda presa ad esame dal cronista, è infatti, la stessa nella quale la mia persona risulta parte lesa in un procedimento penale, partito da una denuncia sporta dal sottoscritto per lo smarrimento di titoli di credito che l’autorità giudiziaria ha riconosciuto esser stati volgarmente falsificati ed usati da terzi. Per questi motivi, ho già dato mandato al mio legale di fiducia, avvocato Riccardo Adamo, perché vengano avviate tutte le necessarie iniziative a tutela della mia onorabilità. Paolo Montalti Quanto da me scritto è figlio di un documento ufficiale inglobato tra le carte dell'ultima inchiesta della Guardia di finanza, "Bacinella", un'indagine coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. (il. fil.) DI TERESA PITTELLI Primi giorni di asilo per molti bimbi ma non per tutti. Per i piccoli da zero a tre anni che fino a un anno fa frequentavano l'asilo nido “La Coccinella” di Soverato la campanella non suonerà. L'istitu12 MESI to, fiore all'ocIl commissariamento è chiello dell'educazione infantile durato solo dodici mesi, della città fin dama sono stati sufficienti gli anni '70, è staa compiere alcuni atti to infatti chiuso che rimarranno indelebili per delibera della commissaria, la viceprefetta Maria Virginia Rizzo, che ha governato un anno la cittadina jonica, dalla caduta della giunta pidiellina nel maggio 2013 alle nuove elezioni dello scorso maggio. Solo dodici mesi, quindi, che però sono bastati a compiere alcuni atti che rimarranno indele- bili, come appunto la delibera dell'agosto 2013 che ha decretato la fine di uno storico servizio sociale come l'asilo nido, e il trasferimento del personale, tra cui due educatrici e una cuoca, in nuove mansioni da impiegate comunali o donne delle pulizie. Le ragioni addotte dalla Rizzo per giustificare un provvedimento che ha suscitato in- L’ANALISI Risanamento degli Enti Fondamentale non sbagliare di ENRICO CATERINI ED ETTORE JORIO zione TrasPArenza, godute gratuitamente dai Comuni di Lamezia Terme, Corigliano Calabro, Acri e Cosenza (per In Calabria i Comuni dissestati cre- rimanere ai Comuni di una certa conscono in progressione geometrica, tanto sistenza demografica), hanno certificada potere via via traguardare un valore to due cose: l’apertura dei Sindaci al a tre cifre. Quelli con i conti in affanno recepimento dei tanti cambiamenti e la sono infatti innumedisponibilità della burevoli e, allo stato, ab- FORMAZIONE rocrazia ad accettare bastanza reticenti nel volentieri una formatestimoniare la debo- È necessaria una scuola zione specifica, attralezza dei loro bilanci. per i sindaci che accompagni verso la traduzione Su tutto, v’è la ne- la nascita di un ceto partecipata della ricessità di mettere a amministrativo degno cerca da scientifica in posto i conti pubblici di questo nome applicata. di Comuni e Regioni, Lamezia Terme ha componenti essenziacosì superato l’impasli di quella Repubblica alla quale fa ri- se del dissesto; Corigliano Calabro ha ferimento il bilancio consolidato dello registrato l’approvazione del riequiliStato, da spendere a livello comunita- brio triennale, ex art. 193 del TUEL; rio. Acri ha elaborato e riproposto, ex artt. Da qui, la Fondazione TrasPArenza, 243 bis-quater, un piano di riequilibrio costituita allo scopo di avviare le gio- ritenuto dal medesimo credibile a tal vani eccellenze ad un lavoro professio- punto da proporre il proprio risananale di significativo spessore. mento in otto anni (unico caso in CalaUn risultato cui pervenire attraverso bria e tra i pochi in Italia); Cosenza, graun utile trasferimento dei saperi neces- zie alla disponibilità costruttiva del sinsari da attuarsi, prima, in favore dei daco Occhiuto, affronta un percorso neolaureati di qualità e, successiva- “sperimentale” che, se ben recepito damente, degli amministratori locali in gli organi e uffici competenti, potrebbe difficoltà. favorire agevoli “imitazioni” (purché La continua “decretazione” dei dis- non maldestre) in Comuni simili (come sesti comunali sancita dalla Sezione re- Rende) e dovrebbe conseguire la condigionale di controllo della Corte dei con- visione della Sezione regionale di conti per la Calabria - vuoi in relazione alla trollo della Corte dei conti per la Caladisciplina del c.d. dissesto guidato vuoi bria e, dunque, spianare le porte al riin conseguenza della bocciatura dei sanamento reale delle casse cosentine. tentativi di riequilibrio esperiti dagli coUna generazione di sindaci, questa, muni - conferma la necessità di assi- che si adopera e perviene alle soluzioni curare alle autonomie locali il necessa- piuttosto che sedersi sui problemi ovrio contributo formativo. vero intervenire con procedure imperCon questo viene fuori l’esigenza di corribili e/o inadeguate, spesso intercreare a regime una “scuola per Sinda- cettate da altre realtà più o meno conci”, finalizzata a generare un ceto am- finanti. ministrativo degno di questo nome e A ben vedere, in Calabria ci sono le capace di riportare in bonis un sistema iniziative utili, i soggetti istituzionali che è divenuto un colabrodo sotto il giusti, le burocrazie utili, le situazioni profilo economico-finanziario. rimediabili e, perché no, un Magistrato Le esperienze vissute dalla Fonda- contabile che ha dimostrato di essere, in tema di riequilibrio del sistema municipalistico, il più attivo e attento del Paese, tanto da avere originato il maggiore interessamento e impegno, sulla materia specifica, delle Sezioni riunite della Corte dei conti, in speciale composizione. Siffatte considerazioni tornano utili anche in relazione agli adempimenti cui tutti i Comuni saranno chiamati a decorrere dall’1 gennaio 2015, con l’adozione della contabilità finanziaria potenziata, intesa ad omogeneizzare il sistema contabile della Repubblica e a privilegiare la verità della cassa in sostituzione della “malleabile” competenza. Con il d. lgs. n° 126/2014, pubblicato in G.U. il 28 agosto scorso, è stata introdotta una terza tipologia di risanamento, che offre la soluzione alla “mendacità” che ha caratterizzato per anni la gestione dei residui. Quella brutta abitudine delle amministrazioni comunali di dimostrare di essere ricchi mantenendo in cassaforte titoli scaduti e non affatto esigibili. Con il prossimo rendiconto 2014 (aprile 2015), ogni giunta municipale dovrà lavare in pubblico i propri panni sporchi. Dovrà fare emergere, pena lo scioglimento del Consiglio, i residui attivi inesigibili e quelli passivi “impagabili” e, conseguentemente, smaltire il disavanzo di amministrazione determinato nei dieci anni successivi. Un obbligo, questo, che dovrebbe contribuire a rendere trasparenti i bilanci municipali nonché a misurare la capacità amministrativa di sindaci, assessori e della burocrazia interessata. Una sfida da raccogliere nell’interesse dell’unità giuridica ed economica della Repubblica, ma anche nell’ottica di rendere trasparente il “tesoro” comunale alle collettività amministrate, chiamate spesso a pagare a scatola chiusa. proprietà del Comune che ospitava l'asilo, con il suo giardino, la sua luminosa sala giochi e gli altri locali attrezzati per i piccoli, è stata poco dopo destinata a un non meglio precisato “centro polifunzionale” da finanziare con fondi Por. Un provvedimento in contraddizione con quanto promesso dalla stessa Rizzo. Che anche a fronte delle proteste aveva prospettato un'eventuale ripresa dell'attività nel futuro prossimo, grazie ai fondi del Piano di azione e coesione – cosiddetto Pac cura – destinati proprio al mantenimento dei nidi comunali da parte di enti in difficoltà economiche. Ma dopo un anno di riapertura non si parla più. E una volta che il dado è tratto non sarà una passeggiata convincere la nuova amministrazione, alle prese con un difficile piano di riequilibrio a dignazione in molta parte della co- un passo dal dissesto finanziario, munità, culminata in una manife- a riaprire la struttura. Almeno a stazione di piazza il 26 luglio 2013, breve. Facendo due conti, comunerano economiche. “Il Comune è que, qualche ex amministratore costretto alla chiusura a causa dei aveva calcolato che il costo magsuoi squilibri finanziari”, spiegava giore dell'asilo nido, pari a circa la Rizzo in una lettera di risposta 200 mila euro all'anno, era quello alle mamme che chiedevano spie- del personale, tutto in organico cogazioni. Nel corso munale e dei mesi precedenti IL CASO quindi non il comitato genitori “tagliabile”. aveva offerto ai fun- La struttura, attiva dagli anni Quel che si è zionari comunali va- ‘70, era un punto di risparmiato, rie proposte per te- riferimento per l’intera città quindi, sono nere l'asilo in vita, Era attrezzata, luminosa, le spese per considerandolo una e ricca di attività educative utenze e risorsa da potenziamensa dei re. Proposte evidenbimbi, che temente ignorate. Ma quando si to- rapportate alle entrate date dalla glie un importante servizio di wel- retta mensile ammonterebbero a fare ai cittadini, l'unico criterio che poche migliaia di euro. Più o meno guida la scelta tra le attività da ta- le stesse impiegate dalla commisgliare e quelle da mandare avanti saria per arruolare, su base fiduciapuò essere esclusivamente quello ria, un addetto stampa per la durafinanziario? La bella struttura di ta del suo incarico. ROSARNO Le ruspe a casa dei Pesce e il fallimento della politica I Pesce non pensavano a una demolizione imminente o ritenevano di poter evitarla del tutto. Non si comprende altrimenti la scelta di lasciare, nella villa abusiva rasa al suolo in 3 giorni, strumenti di lavoro e infissi anche costosi. Attrezzi agricoli abbandonati, porte e finestre pregiate non smontate, rimasti dopo lo sgombero del 2011. L’ennesima sfida allo Stato, oppure la convinzione che per demolire sarebbero passati altri anni dopo gli 11 trascorsi? Un quesito che fotografa l’esito contraddittorio di un’operazione di ripristino del territorio che, possibile dal 2003, è stata rimandata per via di contenziosi giudiziari, gare d’appalto deserte e del lassismo della politica. L’accelerazione che gli ex proprietari forse non prevedevano è arrivata da parte del Comune che ha verificato la disponibilità della ditta del testimone di giustizia Gaetano Saffioti ad eseguire i lavori. Poi, c’è voluta una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza, convocata dal prefetto Sammartino dopo che il suo ufficio ha preso in mano la pratica. Questa avocazione, straordinaria vista la mafiosità di chi ha tentato di non privarsi del bene in area archeologica, potrebbe diventare un iter ordinario nella provincia: sono 16 le future demolizioni blindate da calanderizzare. Servirebbe dunque un’analisi approfondita dello storico inghippo burocra- tico e del prolungato disinteresse dell’imprenditoria che, nel caso di Rosarno, mentre hanno indotto il sindaco Elisabetta Tripodi e Saffioti a venire meno alla consegna della «riservatezza fino a iter concluso» - imposta in una nota della prefettura, resa definitivamente superata dalla sacrosanta insistenza delle domande dei cronisti – hanno spinto le associazioni Libera e Legambiente a scrivere in una nota «guardiamo con interesse all'attività della prefettura sul fronte delle demolizioni». Alle imprese che abdicano, ai Comuni che demandano allo Stato, alla prefettura che interviene senza il Genio Militare, sembra dunque doversi abituare nel silenzio della politica e degli organismi di categoria. Uno schema stabile che a Rosarno poteva essere evitato. La prima gara deserta risale al 2010, quando l’ente era guidato dai commissari dopo lo scioglimento per mafia del Consiglio. Un altro appalto non venne aggiudicato nel 2011, anche qui per mancanza di ditte, inducendo il sindaco Tripodi a scrivere al prefetto Piscitelli che così rispondeva: «Si invita la S.V. ad avviare a soluzione la problematica attraverso l’esperimento di una seconda gara o, nel caso in cui sussistano i presupposti, l’affidamento a trattativa privata ad una ditta tecnicamente idonea». Un invito galleggiato altri 3 anni. Agostino Pantano
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