Documentazione ASSOPORTI (4.2 MB)

GESTIONE DEI SEDIMENTI MARINI IN AMBITO SIN-SIR
La gestione dei sedimenti all’interno dei porti in ambito SIN-SIR, potrebbe essere semplificata
individuando tre categorie di materiali:
Categoria A. Materiali con valori chimici inferiori alla colonna B, Tab.1 (suolo industriale, D.lgs 152/06),
limitatamente ai parametri base riportati nella tabella di cui alla successiva diapositiva: questi materiali possono
ottenere una «restituzione agli usi legittimi» e gestiti con procedura ordinaria, secondo le indicazioni contenute
negli emanandi allegati tecnici dell’ex. Art. 109 del D.Lgs.152/06.
Categoria B. Materiali con valori chimici superiori alla colonna B, Tab.1 (suolo industriale) limitatamente ai
parametri base riportati nella tabella di cui alla successiva diapositiva: da sottoporre a ulteriori verifiche (analisi
del pericolo ecotossicologico secondo criteri ISPRA) al fine di classificarli come A, oppure da sottoporre a
procedura di Bonifica (C).
Categoria C. Materiali da sottoporre a procedura di Bonifica: con valori chimici superiori alla colonna B, Tab. 1
(suolo industriale) , limitatamente ai parametri base riportati nella tabella di cui alla successiva diapositiva, e
ritenuti pericolosi (materiali di classe C2 di cui alla successiva tabella 1.6 ); tali materiali sono da sottoporre a
valutazione di rischio ecologico e sanitario, ai fini dell’intervento da predisporre (monitoraggio ambientale,
limitazioni d’uso, messa in sicurezza, dragaggio, ecc.), riconsiderando tutte le sostanze di cui agli Allegati I e II
della 2013/39/UE del 12.08.2013 per le quali è presunta o accertata la presenza.
Per i sedimenti presenti all’esterno dei porti in ambito SIN-SIR, il valore chimico di riferimento ai
fini della collocazione nelle categorie A, B o C, in attesa di definire valori sito specifici di
riferimento secondo i più aggiornati criteri di pericolosità ambientale definiti da ISPRA, è
rappresentato dagli attuali valori di intervento.
LISTA DEI “PARAMETRI BASE” PER ATTRIBUZIONE CATEGORIA
NUMERO
CAS
7440-38-2
7440-43-9
7440-47-3
7439-97-6
7440-02-0
7439-92-1
PARAMETRI
PP
PP
P
P
PP
50-32-8
120-12-7
206-44-0
91-20-3
PP
PP
P
P
P
309-00-2
319-84-6
319-85-7
58-89-9
PP
PP
PP
60-57-1
133-63-63
Metalli
Arsenico
Cadmio
Cromo totale
Mercurio
Nichel
Piombo
Rame
Zinco
Organostannici
Tributilstagno (Σ mono, di e tributil)
Policiclici Aromatici
IPA totali
Benzo(a)pirene
Antracene
Fluorantene
Naftalene
Pesticidi
Aldrin
Alfa esaclorocicloesano
Beta esaclorocicloesano
Gamma esaclorocicloesano lindano
DDT
DDD
DDE
Dieldrin
Diossine e Furani
Sommat. PCDD,PCDF e PCB diossina simili(T.E.)
PCB
PCB totali
Laddove i valori dei parametri base
superino il Valore chimico
precedentemente indicato, ai fini
della valutazione del rischio
ecologico e sanitario andranno
riconsiderate tutte le sostanze di cui
agli Allegati I e II della 2013/39/UE
del 12.08.2013 per le quali è
presunta o accertata la presenza.
GESTIONE ORDINARIA DEI SEDIMENTI IN AMBITO MARINO
Negli allegati tecnici al Decreto ex art. 109 sono fornite indicazioni finalizzate alla immersione in mare dei materiali dragati in ambito
portuale o costiero; a tale opzione di gestione sono da preferirsi altre opzioni prioritarie (ripascimenti, riempimenti, ecc.), secondo
criteri di verifica tecnica/economica.
Per queste ultime opzioni prioritarie la competenza autorizzativa è stata delegata alle Regioni con l’art.21 della L.179/02,
senza indicazioni tecniche da parte dello Stato; per l’immersione in mare, anch’essa delegata successivamente alle Regioni (art. 24,
Legge 35/2012), le indicazioni tecniche sarebbero quelle degli emanandi allegati al decreto ex. art. 109. Tali indicazioni andrebbero,
quindi, estese prima della loro entrata in vigore, come campo di applicazione, a tutti i sedimenti da movimentare in ambito costiero, in
modo da avere un approccio univoco e coerente sull’intero territorio nazionale, pur nel rispetto delle competenze autorizzative locali.
IMMERSIONE DELIBERATA IN MARE
in caso di impossibilità tecnica o economica
di utilizzo o smaltimento alternativo
Materiali provenienti
da area portuale
Materiali provenienti da area
marina fluviale o litoranea
MOVIMENTAZIONE IN
AMBIENTE SOMMERSO
SMALTIMENTO ALTERNATIVO
A TERRA
IMMERSIONE IN AMBIENTE
CONTERMINATO
RIEMPIMENTI IN AMBITO
PORTUALE
RIPASCIMENTO
ESCLUSIONE DELLA POSSIBILITÀ TECNICA O ECONOMICA
DI UTILIZZO ALTERNATIVO DEI MATERIALI
TALE DA GIUSTIFICARE L’IMMERSIONE DELIBERATA IN MARE
Individuazione delle opzioni di gestione dei materiali di escavo in funzione della
loro classificazione
CLASSE
OPZIONI DI GESTIONE *
A1
I. Ripascimento della spiaggia emersa e sommersa; ricostruzione di strutture naturali in ambito marino costiero, ripristino della spiaggia sommersa;
II. Riempimenti di banchine e terrapieni in ambito portuale; riempimenti di cassoni cellulari in c.a.; deposizione in strutture di contenimento;
realizzazione di nuclei di scogliere.
III. Riutilizzi a terra;
IV. Spostamento in ambiente sommerso;
V. Immersione in aree marine non costiere in caso di impossibilità tecnica o economica di utilizzo o smaltimento alternativo.
A2
I. Ricostruzione di strutture naturali in ambito marino costiero, ripristino della spiaggia sommersa
II. Riempimenti di banchine e terrapieni in ambito portuale; riempimenti di cassoni cellulari in c.a.; deposizione in strutture di contenimento;
realizzazione di nuclei di scogliere.
III. Riutilizzi a terra;
IV. Spostamento in ambiente sommerso;
V. Immersione in aree marine non costiere in caso di impossibilità tecnica o economica di utilizzo o smaltimento alternativo.
B1
I. Riutilizzi a terra;
II. Spostamento in ambiente sommerso;
III. Deposizione in strutture di contenimento che assicurino il trattenimento di tutte le frazioni granulometriche del sedimento sugli argini laterali
B2
I. Riutilizzi a terra;
II. Deposizione all’interno di strutture di contenimento che assicurino il trattenimento di tutte le frazioni granulometriche dei materiali sugli argini
laterali e sul fondo.
III. Smaltimento presso discarica a terra
C1
I. Rimozione in sicurezza che limiti l’eventuale diffusione della contaminazione e operazioni di recupero;
II. Rimozione in sicurezza e deposizione in strutture di contenimento che assicurino il trattenimento di tutte le frazioni granulometriche sugli argini
laterali e sul fondo.
III. Rimozione in sicurezza e smaltimento alternativo
C2
Materiale la cui rimozione e gestione deve essere sottoposta a procedure di particolare cautela ambientale
* Da accompagnare con specifiche e graduali attività di monitoraggio ambientale.
E’ possibile attuare operazioni di recupero che possano far variare la classe.
Le casse di colmata costituiscono una tipologia di «struttura di contenimento».
TABELLA DI
CLASSIFICAZIONE DEL
SEDIMENTO DA
INSERIRE IN UNA
NUOVA NORMATIVA
L’individuazione della classe di qualità di ciascun campione di materiale deve essere eseguita, sulla base dei
risultati delle analisi chimiche di cui alla Tabella 1.4 e della classificazione ecotossicologica di cui alla Tabella
1.5, secondo i criteri di cui alla Tabella 1.6. In alternativa, per la classificazione chimica ed ecotossicologica
nonché per la loro integrazione è possibile fare riferimento ai criteri di ponderazione integrata e ai modelli
integrati individuati nei Rapporti e/o Linee Guida pubblicati da ISPRA e reperibili sul relativo sito
istituzionale.
Tabella 1.6 - Individuazione della classe di qualità dei materiali
CLASSIFICAZIONE ECOTOSSICOLOGICA
CLASSIFICAZIONE
CHIMICA
CLASSE DI QUALITÀ DEL
MATERIALE
TOSSICITA’ DEL
CAMPIONE
TOSSICITÀ
ELUTRIATO
(Tab. 1.5)
(Tab. 1.5)
colonna A
n.c.
colonna A
n.c.
colonna B
n.c.
colonna C
colonna A o B
colonna C
colonna C
CLASSE CHIMICA
LCB: Livello Chimico di Base
LCL: Livello Chimico Limite
colonna D
colonna A o B
colonna D
colonna C o D
C1
colonna A
n.c.
A2
CLASSE ECOTOSSICOLOGICA
Colonna A: ecotossicità assente
Colonna B: ecotossicità media
Colonna C: ecotossicità alta
Colonna D: ecotossicità molto alta
colonna B
colonna A o B
colonna C
colonna A o B
colonna C
colonna C
B2
colonna D
colonna A o B
B1
colonna D
colonna C o D
C1
colonna A
colonna A
B1
colonna B
colonna A o B
B2
colonna C
colonna A o B
C1
colonna C
colonna C
colonna D
n.c.
(la tabella riportata nella
proposta attuale degli Allegati
tecnici all’ex. Art. 109
andrebbe aggiornata in tal
modo)
(Tab. 1.4)
(2)
A2
VALORI ≤ LCB
Legenda Tabella
CLASSE DI QUALITA’
La classe potrebbe essere determinata
anche con sistemi integrati più avanzati
che “pesano” in modo differente le
diverse variabili, superando il vecchio
approccio tabellare.
(1)
A1
VALORI compresi
tra LCB e LCL
VALORI ≥ LCL
B1
B2
B1
C2
(1) contenuto di pelite < 10%; (2) contenuto di pelite > 10%; n.c. non cosiderata ai fini della classificazione
OSSERVAZIONI DA CONSIDERARE:
Il sedimento marino non è mai un rifiuto, fintanto che non si intenda
“disfarsene” (discarica a terra).
Per i sedimenti di classe inferiore alla C2, riguardo la loro caratterizzazione
e classificazione sono possibili successive e ulteriori parcellizzazioni fino a
lotti minimi unitari di 300 m3 o accorpamenti fino a lotti massimi unitari di
10000 m3 al fine di agevolare la gestione operativa, anche in funzione delle
tecniche di dragaggio.
Bozza
Ipotesi di emendamento al d.d.l. A.S. n. 1676
Dopo l’art. 4 è aggiunto il seguente:
<<Art. 4-bis
1. Al fine di agevolare e velocizzare gli interventi di bonifica delle
aree marine o salmastre ricadenti nel perimetro dei Siti di Interesse
Nazionale nonché delle porzioni di siti trasferite alla competenza
regionale ai sensi dell’art. 36-bis della Legge 7 agosto 2012 n. 134,
con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del
Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell’ambiente e
della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti, ai sensi dell’articolo 17, comma 2,
della legge n. 400 del 1988, sono adottate entro novanta giorni
dalla data in vigore della legge di conversione del presente decreto,
le disposizioni di riordino e di semplificazione della materia secondo
i seguenti principi e criteri di indirizzo:
a. Individuazione dei criteri per le definizioni di area marina o
salmastra “potenzialmente contaminata”, “contaminata” e
“non contaminata” e dei pertinenti interventi di monitoraggio
ambientale, messa in sicurezza, bonifica, ecc., sulla base di
analisi di pericolosità ambientale e di rischio specifico ecologico
e sanitario e delle migliori tecniche di intervento a costi
sostenibili;
b. Coordinamento formale e sostanziale delle disposizioni vigenti,
apportando le modifiche necessarie per garantire la coerenza
giuridica, tecnica, logica e sistematica della normativa e per
adeguare, aggiornare e semplificare il linguaggio normativo;
c. Indicazione esplicita delle norme abrogate;
1
d. Proporzionalità della disciplina all’entità degli interventi da
realizzare.
2. Al fine di agevolare e velocizzare gli interventi di escavo di
fondali marini o salmastri, con il medesimo decreto del Presidente
della Repubblica di cui al precedente comma 1, sono individuate le
disposizioni di riordino e di semplificazione per la gestione dei
materiali di escavo di fondali marini o salmastri secondo i seguenti
principi e criteri di indirizzo:
a. Individuazione delle opzioni di gestione dei materiali di escavo
di fondali marini o salmastri, sulla base di analisi di
pericolosità ambientale e di rischio specifico ecologico e
sanitario e dell’efficacia ed economicità del riutilizzo o dello
smaltimento dei materiali;
b. Individuazione della autorità competenti al rilascio delle
autorizzazioni relative alle diverse opzioni di gestione dei
materiali di escavo di fondali marini o salmastri; individuazione
delle opzioni di gestione non soggette ad autorizzazione;
c. Coordinamento formale e sostanziale delle disposizioni vigenti,
apportando le modifiche necessarie per garantire la coerenza
giuridica, tecnica, logica e sistematica della normativa e per
adeguare, aggiornare e semplificare il linguaggio normativo;
d. Indicazione esplicita delle norme abrogate;
e. Proporzionalità della disciplina all’entità degli interventi da
realizzare;
f. Osservanza degli accordi e convenzioni internazionali, con
divieto di introdurre livelli di regolazione superiori a quelli
minimi previsti dall’ordinamento europeo>>.
2
13a Commissione Permanente (territorio, ambiente, beni ambientali)
Ufficio di Presidenza, 17 dicembre 2014
ASSOPORTI
Associazione dei Porti Italiani
Gestione dei sedimenti
provenienti da:
1. dragaggio dei porti
2. bonifica delle aree marine
ricadenti nei SIN-SIR
Gestione dei sedimenti provenienti dai dragaggi
Assoluta necessità di dragare i porti
• per garantire il mantenimento dei fondali
(maintenance dredging)
• per approfondire i fondali al fine di ricevere
navi più grandi (capital dredging)
Il gigantismo navale
Il gigantismo navale
Gestione dei sedimenti provenienti dai dragaggi
Riferimenti normativi
•
Art. 109 D.Lgs. 152/2006: per sedimenti marini, autorizzazione
regionale e refluimento in mare.
•
Art. 184 quater D.Lgs. 152/2006: in vigore dal 26/08/2014 – i
materiali dragati cessano di essere rifiuti a due condizioni (a seguito
trattamento rispettano CSC; è certo il sito di destinazione).
•
Art. 185, comma 3 D.Lgs 152/2006: regola generale: no rifiuti
spostati all’interno di acque superficiali e se non pericolosi.
•
Art. 39, comma 13 D.Lg 205/2010: norma specifica acque interne,
richiede rispetto delle condizioni per aversi sottoprodotto (art.
184bis D.Lgs 152/2006).
•
Art. 5bis Legge. n. 84/1994: applicazione limitata a SIN e Porti.
Gestione dei sedimenti provenienti dai dragaggi
Criticità esistenti
• quadro normativo incompleto e disorganico
• approccio meramente cautelativo che prescinde
dall’effettiva pericolosità dei sedimenti
• costi dei dragaggi elevatissimi
• tempi di intervento oltremodo lunghi
• gestione inefficiente dei sedimenti
Gestione dei sedimenti provenienti dai dragaggi
Caso di studio: il Molo Polisettoriale di Taranto
Gestione dei sedimenti provenienti dai dragaggi
Caso di studio: il Molo Polisettoriale di Taranto
300
Dredging and management cost (€/m3)
200
€ 271,00
100
€ 130.00
€ 28,00
-
€ 11,00
€ 160,00
Controlled
off-shore
dumping
CDF
Treatment
Landfill
(yellow and
red)
Landfill
(violet)
Gestione dei sedimenti provenienti dai dragaggi
Caso di studio: il Molo Polisettoriale di Taranto
Approccio cautelativo: tutti i sedimenti in vasca di colmata
cassa di colmata
mc 1.852.712
€/mc
28,00
€ 51.875.936
cassa di colmata
mc
415.818
€/mc
28,00
€ 11.642.904
smaltimento
mc
1.947
€/mc 271,00
€
527.637
€ 64.046.477
Gestione ottimale
spostamento in aree marine
mc 1.852.712
€/mc
11,00
€ 20.379.832
cassa di colmata
mc
415.818
€/mc
28,00
€ 11.642.904
smaltimento
mc
1.947
€/mc 271,00
€
527.637
€ 32.550.373
Gestione dei sedimenti provenienti dai dragaggi
Approccio proposto
• gestione dei sedimenti sulla base di:
 analisi di pericolosità ambientale
 efficacia ed economicità del riutilizzo o dello
smaltimento dei sedimenti
• semplificazione e coordinamento formale e
sostanziale delle norme vigenti
Bonifica delle aree marine ricadenti nei SIN-SIR
Principali porti ricadenti nei SIN-SIR
La Spezia
Carrara
Livorno
Piombino
Napoli
Milazzo
Augusta
Porto Torres
Crotone
Taranto
Brindisi
Manfredonia
Venezia
Trieste
Aree marine perimetrate nei SIN-SIR: 180.000 ha
Bonifica delle aree marine ricadenti nei SIN-SIR
Ulteriori criticità esistenti
• estensioni enormi delle aree perimetrate, spesso
basate su presunzioni di inquinamento e non su
oggettivi accertamenti
• confusione tra interventi di dragaggio e di bonifica
• regolazione dei dragaggi ancora più rigida
• mancata realizzazione di alcun intervento di
bonifica sulle porzioni effettivamente contaminate
Bonifica delle aree marine ricadenti nei SIN-SIR
Approccio proposto
• individuazione di nuovi criteri per la definizione di
area marina «contaminata» sulla base di:
 analisi di pericolosità ambientale
 migliori tecniche di intervento a costi sostenibili
• semplificazione e coordinamento formale e
sostanziale delle norme vigenti
È stato di recente costituito
un tavolo di lavoro tra:
• Ministero dell’Ambiente
Sottosegretario con delega alla tutela del
mare, On.le Silvia Velo
• Federazione del Mare
Assoporti, Aidim, Ancip, Ania, Assonave,
Assorimorchiatori, Collegio Capitani, Cetena,
Confitarma, Federagenti, Fedepiloti, Federpesca,
Fedespedi, Inail/ex-Ipsema, Rina, Consar e Ucina