Workshop di progettazione Università Iuav di Venezia (DCP

Workshop di progettazione
Università Iuav di Venezia (DCP) | Fondazione Francesco Fabbri
3-11 ottobre 2014
Info e programma dettagliato su http://www.recyclevenetolab.it/
3/10 | Ore 13.30 | Fondazione
F. Fabbri, Pieve di Soligo
Apertura lavori e presentazione
aree di progetto
6-10/10 | Università Iuav
di Venezia (Ex Cotonificio,
aule O1/O2)
Sessioni di lavoro
4-5/10
Sopralluoghi presso le aree
di progetto
11/10 | Ore 9.00 | Fondazione
F. Fabbri, Pieve di Soligo
Mostra conclusiva e dibattito
Docenti: Aldo Aymonino, Renato Bocchi, Fernanda De Maio, Lorenzo Fabian, Alberto Ferlenga, Viviana
Ferrario, Luigi Latini, Mario Lupano, Carlo Magnani, Sara Marini, Ezio Micelli, Stefano Munarin, Giuseppe
Piperata, Micol Roversi Monaco, Maria Chiara Tosi, Margherita Vanore, Paola Viganò Assegnisti: Matteo
Aimini, Elisa Beordo, Giuseppe Caldarola, Giulia Ciliberto, Ettore Donadoni, Claudia Faraone, Irene Guida,
Andrea Iorio, Emanuel Lancerini, Ethel Lotto, Giulia Mazzorin, Flavia Pastò, Claudia Pirina, Cristina Renzoni,
Sissi Roselli, Vincenza Santangelo, Luca Velo, Francesca Zannovello Ospiti: Mauro Berta (PoliTO), Claudio
Bertorelli (FFF), Aldo Bonomi (Aaster), Marzio Favero (Sindaco di Montebelluna), Latitude (BE – IT), Roberto
Masiero (FFF), Chiara Merlini (PoliMI), Mosé Ricci (Univ. GE), Franco Zagari (Roma)
Le “energie” della valle
del Piave
Paesaggio e infrastruttura
del Pedemonte
Dalle retrovie ai campi
di battaglia
L’ Ostiglia fra lo Zero
e il Dese
Piave: Paesaggi fluviali
in produzione
Il workshop indaga le potenzialità offerte dalla valle del Piave
quale sistema di produzione di
energia pulita, riconoscendo il
ruolo fondamentale delle nuove
tecnologie applicate allo sviluppo di tracciati e sistemi produttivi locali, che diano un valore
aggiunto all’offerta turistica e
alla fruibilità dei luoghi stessi,
anche attraverso il mantenimento del collegamento ferroviario “Venezia-Cortina”.
Sempre più il paesaggio del
“pedemonte” va configurandosi
come un nuovo modello insediativo a carattere polinucleare,
potenzialmente una “città-paesaggio” attraente sia per la qualità della vita residenziale sia
per il valore del tempo libero: la
proposta è quella di coniugare
smart land con piedmont, sfruttando virtuosamente le potenzialità offerte dal rapporto fra
pianura e montagna.
Il riciclo del sedime ferroviario
dismesso della linea Montebelluna-Susegana offre l’occasione per la proposta di nuovi
itinerari di visita relativi all’area del Montello: dalle retrovie
alle trincee di prima linea, le
vestigia della Grande Guerra
suggeriscono modalità inedite
di interpretare e percorrere un
territorio segnato da una complessa stratificazione di storia,
storie e memorie.
Scopo del workshop sarà l’analisi del territorio scandito dal
passaggio della linea ferroviaria
dismessa Treviso-Ostiglia, trasformata in una pista ciclabile
nel corso dell’ultimo decennio
dalle amministrazioni locali. In
particolare, l’area delimitata dai
fiumi Zero e Dese sarà interessata dal progetto di una rete di
percorsi e itinerari orientata a
valorizzarne l’elevato potenziale paesaggistico.
Il Piave attraversa il Veneto dalle zone delle vette alpine alla
foce del mare, rappresentando
sin dall’antichità lo scenario di
una produzione che si è progressivamente evoluta rinnovandosi a livello sia di tecniche
che di strategie. Obiettivo del
workshop sarà l’individuazione
di scenari sostenibili per la riqualificazione del contesto fluviale e delle sue odierne forme
di produzione.
Urbs in Horto
Spazi e forme della
mobilità tra ferro e acqua
Trama pubblica lungo
il Marzenego
Veniceland
Tessile Pedemontano
e Temporary Hosting
La ricerca si occupa della valorizzazione di un capitale spaziale che necessita di essere
parzialmente ripensato: alcune
imprese all’avanguardia, insieme ad alcune fondazioni per
l’arte contemporanea, hanno
mostrato la capacità di farsi promotrici di un processo
di riqualificazione “dal basso”
diventando laboratori per una
possibile trasformazione della
città diffusa.
Il tracciato fluviale del Bacchiglione, nel tratto compreso tra
Schio, Vicenza e Padova, diventa campo di sperimentazione
di nuovi approcci progettuali in
grado di coniugare interventi per
la messa in sicurezza del territorio dal punto di vista idrogeologico con ipotesi di revisione dello
spazio della mobilità, soprattutto attraverso l’integrazione ferro-bici e la dotazione di attrezzature legate al cicloturismo.
La riflessione sul riciclo dei sistemi insediativi propri della
città diffusa spinge a esplorare
nuove configurazioni territoriali
assumendo la trama pubblica come punto di partenza: gli
edifici, gli spazi e i percorsi disseminati nell’area centrale veneta, lungo il fiume Marzenego,
diventano strumento di supporto e collegamento tra sistemi
insediativi fra loro altrimenti
frammentati e discontinui.
Venezia torna ad essere una
nuova realtà produttiva (di cose
e saperi), il suo paesaggio può
ospitare nuove terre per l’architettura. Luoghi in abbandono
possono essere riciclati, così
come l’idea stessa della città
(replicabile in altri continenti),
nuove vere terre possono concretizzarsi attraverso l’accumulo di scarti. In Veniceland trovano spazio altri dialoghi tra arte,
turismo e industria.
Contatti ravvicinati con ciò che
pulsa del sistema manifatturiero tessile, ma anche con gli
archivi e ciò che resta di un passato eroico. Esercizi di storytelling svolti con gli strumenti del
design del tessuto e della moda.
Il workshop sperimenta il modello del temporary hosting per
creativi, inteso come incursione
temporanea e acceleratore di
scambi fra realtà manifatturiere,
talenti e idee innovative.