i vantaggi del cloud per la logistica

07/06/2014
Logistica e Management - N.245 - maggio 2014
Pag.30
(diffusione:9500, tiratura:10000)
Economie di scala e approccio
collaborativo: i vantaggi del cloud
per la logistica
A colloquio con Walter Garizio, Manager Sideup Reply e Francesco Matteo Soncini Sessa, Associate Partner Sideup Reply
II cloud computing è la prossima frontiera per la soluzioni IT.
Anche la logistica, dove il software verticale ha un ruolo di rilievo per
aumentare l'efficienza collaborativa e la visibilità fra attori coinvolti,
non fa eccezione nel raccogliere questa opportunità
1
1 cloud è un incredibile abilitatore all'accesso e alla condivisione delle informazioni; è la piattaforma naturale
per la collaborazione e l'integrazione nella catena logistica cliente/fornitore. È questo uno dei principali concetti
che emerge dall'incontro con Walter Garizio, Manager Sideup
Reply, e Francesco Matteo Soncini Sessa, Associate Partner
Sideup Reply, referenti per l'offerta software as a service in
cloud computing per la logistica.
Con l'aiuto di Sideup Reply, azienda del Gruppo Reply specializzata nella Supply Chain Execution, siamo infatti andati a
conoscere e a capire quali siano i principali vantaggi che questo nuovo paradigma possa portare alle aziende che lo scelgono, partendo dai concetti base e dalle sostanziali differenze
tra "nuvola" e IT tradizionale.
Logistica Management: Partiamo dall'inizio: quali sono le differenze tecniche fra un sistema IT tradizionale e uno erogato
in modalità cloud?
Francesco Matteo Soncini Sessa: Risponderei con una metafora. La differenza fra IT tradizionale e cloud, corrisponde a
quella che esiste fra l'utilizzo di un generatore proprio rispetto
all'allacciamento alla rete elettrica nazionale. In entrambi i casi
stiamo considerando energia elettrica, ovvero le applicazioni
software, fuor di metafora, però cambia totalmente la dimensione e l'efficienza di produzione.
La centrale produce energia elettrica in modo efficiente per
un'ampia rete di utilizzatori, il generatore locale solo per il proprietario. Dalle dimensioni di queste "centrali software" deriva
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Logistica Management | MAGGIO 2014
SIDEUP REPLY™ È L'APPLICAZIONE SOFTWARE PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO,
DISPONIBILE VIA WEB E DISTRIBUITA IN MODALITÀ A SERVIZIO.
IL MODULO CARGO WAREHOUSE SYSTEM (CWS) SI OCCUPA DI RICEZIONE DOGANALE,
SPUNTA CONTAINER E CENTRO DI CONSOLIDAMENTO.
LA FASE DI WAREHOUSE MANAGEMENT SYSTEM (WMS), CONFERISCE EFFICIENZA AL
MAGAZZINO ATTRAVERSO L'OTTIMIZZAZIONE DEI PROCESSI DI RICEVIMENTO,
IDENTIFICAZIONE, STOCCAGGIO, PICKING E SPEDIZIONE.
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
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una delle principali caratteristiche del cloud, ossia la possibilità
di beneficiare di economie di scala; dal numero di utilizzatori,
deriva invece la capacità predittiva di dimensionare l'impianto,
anche ridondato per motivi di affidabilità, per poter sempre disporre dell'energia che occorrerà al business.
Con il generatore locale invece è il singolo proprietario che deve
stimare, prevedere, acquistare e investire per tempo. L'estrapolazione del concetto porta ad affermare che, attraverso l'avvento del cloud, si può parlare di industrializzazione nella erogazione delle applicazioni software di qualsiasi natura.
Il cloud, in altre parole, è un nuovo meccanismo di distribuzione e dunque di offerta delle tradizionali applicazioni software.
Il venditore delle applicazioni può mettere a fattor comune
funzionalità ed esigenze di diversi clienti presentando così una
soluzione più standard e ricca a tutti gli utenti che vi accedono.
A questi aspetti si unisce poi il grande vantaggio competitivo legato alla distribuzione attraverso una rete standard e libera come
Proof of Delìvery (PoD)
QSIDEUP
PRESSO IL TRANSIT POINT (CWS) SI GESTISCE IL MAGAZZINO COLLI, E SI EFFETTUANO LE
FASI DI CHECK IN, SMISTAMENTO, CHECK OUT E TRANSIT POINT.
I MODULI PROOF OF DELÌVERY ( P O D ) GESTISCONO POI LA CERTIFICAZIONE CONSEGNA, LA
GESTIONE DEI PAGAMENTI E LE CONTESTAZIONI. SONO DISPONIBILI APP IN AMBIENTE
ANDORID PER DISPOSITIVI DI CAMPO.
VI È ANCHE IL MODULO POINTS OF SALE ( P O S ) CHE EFFETTUA LA LOGISTICA DEL PUNTO
VENDITA, IL CHECK IN, LO SMISTAMENTO, IL CHECK OUT E LA GESTIONE DE! RESI.
ATTRAVERSO L'AVVENTO DEL CLOUD, SI PUÒ
PARLARE DI INDUSTRIALIZZAZIONE NELLA
EROGAZIONE DELLE APPLICAZIONI SOFTWARE DI
QUALSIASI NATURA
Internet, consentendo quindi di rimuovere le barriere informative
che troppo spesso bloccano la circolazione di informazioni sulla
catena di fornitura, generando inutili costi per ritardi di consegna
0 attività di deposito non richieste.
LM: Spiegateci meglio quali sono le differenze tecniche, in termini di componenti. L'applicativo cloud si differenzia da un
applicativo tradizionale? O per esempio, se dico "web server",
dico qualcosa di cloud?
Walter Garizio: Prima di rispondere alla domanda vorrei richiamare la definizione del NIST (National Institute for Standards
and Technology) sul cloud: un insieme di servizi ICT accessibili
on-demand (quando mi servono) e in modalità self-service tramite tecnologie Internet, basati su risorse condivise, caratterizzate da rapida scalabilità e da misurabilità puntuale dei livelli
di performance, in modo da essere consumabili in modalità
pay-per-use.
Tornando alla domanda, gli ingredienti tecnologici non si differenziano sostanzialmente all'interno dei due scenari (tradizionale o
a servizio): riducendo il ragionamento ai minimi termini stiamo
parlando di una serie di server con installata un'applicazione.
Ciò che cambia è l'organizzazione architetturale: abbiamo a
disposizione più server, tìsicamente allocati in un datacenter
con virtualizzazione dell'applicazione su aree geografiche ben
distribuite, programmati e gestiti per rispondere prontamente a
esigenze di maggiori risorse o alla rottura di qualche nodo fisico.
Questo approccio, riprendendo le considerazioni di Francesco,
aumenta le performance, l'affidabilità e la continuità del servizio,
contenendo al tempo stesso i costi per il singolo utilizzatore grazie allo sfruttamento delle economie di scala. Concettualmente
è come se avessimo concentrato in un unico data center le sale
server di numerose aziende locali, mettendo a fattor comune i
costi di condizionamento, di supervisione delle macchine, delle
bollette e elettriche, dei sistemi di sicurezza e potrei continuare.
Se poi consideriamo la domanda lato utilizzatore finale, questo
perde giustamente di interesse su quali siano le componenti di
dettaglio dell'applicativo: quale sistema operativo debbano avere
1 server, quale sia il database utilizzato, quale sia il web server su
cui è installata l'applicazione e così via. Se ci pensa parliamo di
"servizi software" e non più di prodotti. L'utente deve solo concentrarsi su quali funzionalità l'applicativo gli mette a disposizione e
come queste possano generare valore per il suo business. Come
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strumento software locale, l'utente accede semplicemente al
browser internet del suo PC.
LM: Dunque l'applicativo cloud, diversamente dal modello
tradizionale, non risiede sui PC dell'utente? Bensì solo sull'infrastruttura?
FMSS: Esatto: l'applicazione "vive" sull'infrastruttura cloud che
fornisce la base di calcolo, su cui il fornitore dell'applicazione
gestisce l'erogazione del servizio software. Non solo: l'applicativo on-demand si distingue da quello tradizionale non tanto per
dove risiede, piuttosto per la tipologia di servizio che offre. Pensiamo a esempi di servizi software che utilizziamo nella vita di
tutti i giorni, come Google nelle sue varie derivazioni, piuttosto
che Dropbox per la condivisione di file e cartelle.
Gli applicativi offerti in cloud sono servizi che essenzialmente
aprono alla collaborazione e in quest'ambito producono molti
dei loro vantaggi. Se l'esigenza è quella di condividere un file o
delle immagini (ma potrebbe essere una bolla o una fattura),
è plausibile farlo in diversi modi: spostandosi fisicamente con
una chiavetta, ad esempio, oppure utilizzando un programma
di condivisione sicura online, attraverso il quale è possibile
avere in comune l'informazione con un numero di persone
SIDEUP REPLY™
'esperienza Reply nelle soluzioni di logistica nasce
fin dal 1996 con Click Reply™, oggi suite molto
conosciuta e di successo nella logistica di magazzino.
Azienda innovatrice per costituzione, Reply nel 2008 ha
cominciato a studiare il nuovo trend del cloud
computing e a metà del 2010 ha cominciato a offrire
SideUp Reply™ al mercato della logistica di Magazzino.
Progressivamente SideUp Reply™ si è esteso con lo
sviluppo di nuovi servizi e moduli fino a diventare oggi
una suite in cloud computing, per la gestione di
magazzino, servizi di warehousing e tracking
prossimi al trasporto, di efficienza
operativa nella distribuzione dei
prodotti fino alla gestione
"dell'ultimo miglio"
su terminali
mobili.
L
LA CRESCITA DEL
< CLOUD >
COMPUTING
tinnno f n p w d e mi appresemi hr pottrirkhli
f i SIDEUP
indefinito, a seconda dei parametri che stabilisco all'atto della
condivisione.
Se trasponiamo questa esigenza al nostro contesto logistico, quello
che probabilmente vorremmo mettere in comune è più spesso un
processo o una fase. Vorremmo cioè aprire una data funzione a
più fornitori o clienti. Ecco allora che se il mio software è in cloud,
si potenzia enormemente la leva della condivisione. Facendo un
esempio concreto, uno degli ultimi servizi che abbiamo attivato
è la proof of delivery, ovvero la certificazione della consegna al
cliente per garantire visibilità alle aziende anche sulla "logistica
dell'ultimo miglio", storicamente la più diffìcile. Con l'approccio
tradizionale ogni azienda deve mettere in piedi la propria soluzione e proporla ai suoi padroncini, con il cloud invece la soluzione
è unica, usata dal padroncino per più aziende. Ciascuno vede in
base ai privilegi ricevuti solo i dati di sua competenza, le informazioni sono protette ma non compartimentale. L'azienda può
decidere a chi rendere visibili quali informazioni, analogamente
a come su Dropbox posso decidere con chi condividere quale
file. Questo permette di avere un unico processo di certificazione
condiviso efluidotra azienda fornitrice, spedizioniere, padroncino
e cliente finale. Senza costi extra derivati da duplicazione delle
GLI APPLICATIVI OFFERTI IN CLOUD SONO SERVIZI
CHE ESSENZIALMENTE APRONO ALLA
COLLABORAZIONE E IN QUEST'AMBITO PRODUCONO
MOLTI DEI LORO VANTAGGI
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operazioni su più sistemi o costi occulti da mancanza di visibilità.
Si produce dunque il massimo valore aggiunto per ciascun attore
sfruttando la forza del modello cloud.
LM: Facciamo il punto: il cuore del cloud, è il cloud. E la differenza sta nel tipo di applicativo, oltre che nel modo in cui
viene erogato. Allora, il confronto è solo di tipo tecnico? Come
si fa a valutare questa opzione dal punto di vista economico?
FMSS: Dal confronto tecnico derivano le conseguenze economiche, a parità di risposte verso l'esigenza del cliente. Per chiarire il concetto vediamo un esempio: per partecipare ad una
riunione all'estero si possono seguire due strade diverse. La
prima, salire su un areo, la seconda, raggiungere i partecipanti
in videoconferenza. Entrambi rispondono allo stesso obiettivo:
partecipare alla riunione, ma con costi e benefici diversi. Una
non è sempre meglio dell'altra, ci sono incontri in cui serve la
presenza fisica, altri in cui si fa efficienza e si riducono costi ma
soprattutto tempi con la videoconferenza. Cloud e tradizionale sono due proposte diverse che aprono ciascuna una serie di
benefici peculiari. Come in ogni scelta si tratta di valutare quali
siano prò e contro legati alla specifica necessità.
La soluzione tradizionale è normalmente qualcosa che è dedicata
al singolo cliente, è installata presso di lui e usata esclusivamente
da lui. Il suo limite e beneficio sta in questo: se la scelgo è perché voglio personalizzarla e costruire un unicum perfetto per
le mie esigenze. Questo software in altre parole deve diventare
un vantaggio competitivo per il core business di chi la compra.
Questo beneficio non è ricercato nelle soluzioni cloud, che viceversa puntano su piattaforma comune che unisca il meglio
delle pratiche consolidate dall'esperienza di numerose aziende.
Se la soluzione mi serve ad esempio per gestire il magazzino, ma
non vedo in questo una caratteristica unica e differenziante della
mia offerta aziendale rispetto ai miei concorrenti, perché dovrei
spendere in costose personalizzazioni e non accedere al meglio
delle pratiche consolidate nel mio settore?
LM: Allora possiamo dire che una soluzione cloud costa meno?
FMSS: Fare delle classificazioni assolute è sempre qualcosa
di molto difficile. Sicuramente, con il software as a service in
cloud si paga in modo diverso. Certamente è possibile pagare
di meno per la maggior efficienza complessiva del sistema, perché normalmente si paga solo in base all'effettivo consumo. Ciò
che emerge con forza è che il cloud consente il passaggio da
costo fisso (licenze), a costo variabile in funzione del business
(sottoscrizioni). In particolare, ad esempio in momenti di crisi,
è possibile ridurre i costi al contrarsi dei volumi; questo non è
possibile con una soluzione tradizionale in cui ho già acquistato licenze per volumi elevati.
Altro tipico beneficio è la possibilità di seguire la stagionalità
del proprio business, riducendo il costo della soluzione software nei mesi di bassa stagionalità e quindi di volumi di business
ridotti. In generale la possibilità di risparmiare è molto concreta: se si costruisce un piano di confronto dei costi, ad esempio
su quattro anni, tra tradizionale e on demand, l'attualizzazione
dei costi mostra numericamente il risparmio. Inoltre l'offerta
pay per use tutela dai costi di obsolescenza delle componenti
di base, ad esempio la necessità di aggiornare il sistema operativo dei server.
Quello che è certo è che il cloud fornisce un modello di spesa diverso, e quindi una opportunità in più da valutare per le aziende.
Se mi aspetto un mercato incerto nel prossimo futuro, il cloud,
distribuendo i costi nel tempo, mi tutela maggiormente dai rischi.
Viceversa, se ritengo prevedibile e stabile l'andamento del mio
business nel prossimo futuro, allora investire subito in licenze e
quindi nel modello tradizionale potrebbe offrirmi dei benefici
economici su orizzonti di cinque o più anni. In un contesto variabile, come si è dimostrato essere sempre più in questi ultimi anni,
il beneficio economico del cloud è particolarmente interessante.
LM: Rimane infine la questione dei dati. L'utente alimenta
le applicazioni nel datacenter, ma il datacenter dov'è? Come
vengono gestiti i dati delle applicazioni? Sono adeguatamente
protetti?
FMSS: Si tratta di un tema articolato, perché è diverso il grado
di sicurezza da settore a settore. Gli standard utilizzati nei datacenter sono elevatissimi: forse la domanda corretta si pone in
termini di confronto tra la capacità di sicurezza di un datacenter e la capacità di sicurezza di una singola azienda. Quest'ultima è in grado di implementare sicurezza a pari livello di un datacenter cloud? Possiamo chiedercelo onestamente: quali sono
le tecniche di protezione dati che stiamo utilizzando oggi per
le nostre applicazioni aziendali esposte sul web? I grandi data
center sono di proprietà di aziende quali Amazon, Microsoft,
SAP o Telecom Italia. Si può serenamente affermare che il livello
di protezione dei dati che queste aziende erogano è superiore a
quello normalmente erogato nei data center locali. Il data center è visto da queste aziende come una linea di offerta specifica
e non come un costo necessario, come invece è vista la sala server locale. In conclusione quindi è probabile che i dati siano più
sicuri in un grande datacenter cloud, che non sul nostro server
in ufficio. L'approccio quindi che suggerisco è di non trascurare
il tema, ma anzi di chiedere e pretendere qualità e informazioni
dai vari fornitori.
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