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Catastalmente il lotto interessato dal progetto ricade nel F. di M. n°191 Svil. Z, particelle 67, 68. Lo studio è stato commissionato al sottoscritto geologo Dott. Roberto Gallo (O.R.G.S. n°1363) dalla Soc. Invitalia Attività Produttive S.p.A. di Roma, finalizzato alla ricostruzione dei rapporti stratigrafici tra le singole unità litotecniche costituenti il suolo di fondazione e alla loro caratterizzazione geotecnica e sismica secondo la nuova normativa vigente NORMATIVA NAZIONALE: - art.13 L. 02/02/1974 n°64 “Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche”; - O.P.C.M. n°3274, 20/03/03 e ss. mm. e ii. “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”; - D.M.14/01/08 “Norme Tecniche per le Costruzioni. Istruzioni per l’applicazione delle norme tecniche di cui al D.M. del 14 gennaio 2008”. NORMATIVA REGIONALE: - Circ. A.R.T.A. Regione Siciliana n°57027 del 15 Ottobre 2012 (G.U.R.S. n°47 del 2/11/2012) che abroga e sostituisce dallo scorso 1/11/2012 la precedente circ.2222 del 31/01/95 “Studi geologici per la redazione di strumenti urbanistici”; - Del. G. Reg. Sicil. n°408, 19/12/03 “Individuazione, formazione ed aggiornamento del l'elenco delle zone sismiche ed adempimenti connessi al recepimento ed all'attuazione dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274”; A tali obiettivi si è giunti tramite un primo lavoro di rilevamento geologico di superficie esteso ad un intorno significativo del sito e ad una successiva campagna di indagini dirette e indirette del sottosuolo. 3 TAV.01 - STRALCIO PLANIMETRICO CATASTALE (scala 1:2.000) Ditta: Soc. INVITALIA ATTIVITA’ PRODUTTIVE SpA Progetto: Opere di valorizzazione del polo museale di Trapani Museo Archeologico Regionale «Baglio Anselmi» Loc.: L.mare Boeo - Comune di MARSALA (Tp) F.M. n°191 Svil. Z - p.lle 67, 68 La campagna di indagini è stata subordinata alla realizzazione di n°2 saggi archeologici (SA1, SA2 ubicati come da planimetrie allegate) eseguiti a mano senza l’utilizzo di mezzi meccanici secondo prescrizione della locale S.I. con nota n°8014 del 31/10/2013. Il sottoscritto geologo si è incaricato di seguire la campagna di saggi per delega della committente società Invitalia Attività Produttive S.p.A. e all’uopo ha incaricato la ditta Michele Sciacca di Marsala (Tp). I saggi sono stati eseguiti nei gg. 18-19-21-22-25 Novembre scorsi sotto il controllo del personale tecnico-scientifico dell’Unità Operativa VIII per i Beni Archeologici, Dott.ssa Rossella Giglio, in collaborazione con il direttore e con il personale del Servizio Parco Archeologico di Marsala che hanno rilevato la presenza di testimonianze archeologiche in entrambi i saggi. Dopo accurato rilievo topografico delle strutture archeologiche si è proceduto in data 3 Dicembre c.a. al riempimento degli scavi previa stesa di “tessuto non tessuto” a protezione delle strutture medesime secondo le prescrizioni della Dott.ssa R. Giglio e in ultimo si è provveduto al ripristino delle superfici (ripristino della coltre di terreno vegetale nel SA1 e ripiastrellamento nel SA2). Ultimati i saggi, lo stesso 25 Novembre, dopo la verifica condotta dalla Dott.ssa R. Giglio che ha richiesto l’allargamento del saggio SA1 per una più accurata analisi, la stessa ha consentito allo scrivente l’inizio della campagna d’indagini geognostiche affidata alla ditta Trivelsicilia di Castelli Domenico & C. s.n.c. di Mazara del Vallo (Tp) In particolare questa si è articolata attraverso la realizzazione di n°2 sondaggi geognostici a rotazione e carotaggio continuo (SG1, SG2) con macchina perforatrice MAIT GEA spinti a profondità rispettivamente di m 6.00 e m 6.30 dal piano di calpestio. Contestualmente alle fasi di scavo archeologico il sottoscritto aveva nel frattempo realizzato e diretto una campagna di indagini sismiche a rifrazione, MASW e passiva a stazione singola affidate alla ditta Geo3 s.a.s. di A. Ardagna & C. di Gibellina (Tp) I risultati delle indagini geognostiche e sismiche sono riportato nei successivi paragrafi. Il lavoro è stato supportato dai numerosi dati disponibili nella letteratura di settore e dalla affermata esperienza dello scrivente che da un ventennio opera nel territorio marsalese. L’analisi delle sequenze lito e sismo-stratigrafiche emerse da precedenti indagini e da quelle testé eseguite hanno contribuito a fornire informazioni sugli spessori e sulle caratteristiche fisiche e meccaniche delle coltri di copertura e del substrato, su tutta l’estensione dell’area del Baglio Anselmi. Contestualmente, la correlazione di questi risultati con i rilevamenti geologici ufficiali (Carta Geologica “Paceco” – Fg. 605, ISPRA) ha consentito la ricostruzione del modello geologico di base di questo territorio e della sequenza stratigrafica locale. 4 Un contributo alle conclusioni del presente lavoro è stato fornito anche dall’analisi strutturale macroscopica del manufatto “Baglio Anselmi” effettuato con vari tecnici professionisti impiegati nella struttura museale, oltre a varie testimonianze bibliografiche (“Marsala: il territorio”, G. Alagna, Sigma Edizioni – “Marsala e Lilibeo: due città in una”, R. Giglio, Centro Stampa Rubino). Nel rispetto delle normative succitate è stata, altresì, prodotta la seguente cartografia di analisi, su base cartografica C.T.R. in scala 1:10.000 dell.A.R.T.A. Reg. Siciliana: CARTOGRAFIA DI ANALISI a) “carta geologica” (scala 1:25.000 - scala 1:5.000) nella quale si riportano tutti i litotipi affioranti, il loro andamento geometrico, la stratigrafia ed eventuali elementi strutturali, corredata da una colonna litostratigrafica che evidenzia i rapporti tra le singole unità litologiche. Per la simbologia di questa carta si è fatto riferimento all’allegato “B” della circ. reg. 57027/2012, tratto dalla “Guida al rilevamento della Carta Geologica d’Italia” in scala 1:50.000 (1992) del Servizio Geologico Nazionale e i successivi aggiornamenti pubblicati sui Quaderni del progetto CARG (Cartografia Geologica e Geotematica) pubblicati da ISPRA; b) “carta litotecnica” (scala 1:500) in cui si raggruppano i litotipi presenti in base alle loro caratteristiche fisico-meccaniche, per cui si individuano gli elementi che possono determinare un particolare tipo di comportamento geomeccanico. Essa è, inoltre, corredata di una colonna litotecnica che fornisce indicazioni circa i rapporti stratigrafici delle unità litotecniche. Queste si distinguono in due insiemi, l’uno relativo al substrato, l’altro alle coperture secondo l’allegato “D” della “Guida schematica alla definizione di unità litotecniche” della circ. reg. succitata. Per le coltri di copertura si individuano: l’origine dei frammenti, la loro dimensione e forma, la presenza di frazione fine, la compattazione o l’eventuale cementazione e lo spessore. c) “carta delle indagini” (scala 1.200) in cui si rappresentano sia le indagini geognostiche e sismiche che gli scavi archeologici. La raccolta delle indagini viene effettuata per un’area più estesa di quella oggetto di studio per comprendere e documentare nella loro completezza il modello geologico preliminare e i fenomeni naturali che possono interessare l’area e avere implicazioni di M.S.. Si allegano inoltre n°2 stralci della seguente cartografia di supporto del P.A.I., D.P.R. n°86 del 27/3/2007 (G.U. del 29/06/2007 n°29) che approva il “PIANO STRAORDINARIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO” dell’area territoriale compresa tra il bacino idrografico del F. Birgi e il bacino idrografico del F. Mazaro e comprendente i territori comunali di Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino (052). d) “carta dei dissesti del P.A.I.” (A.R.T.A. – Reg. Siciliana) in cui si evidenziano eventuali dissesti, la loro natura e lo stato di attività nell’area di riferimento ricadente nel F°605140 del C.T.R. in scala 1.20.000. 5 e) “carta delle pericolosità geologiche del P.A.I.” (A.R.T.A. – Reg. Siciliana) in cui si identificano sub-zone con eventuali condizioni di pericolosità e rischio geologico nell’area di riferimento ricadente nel F°605140 del C.T.R. in scala 1.20.000 e se ne classifica il grado. 2. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI ARCHITETTONICI L’intervento progettuale che si vuole realizzare all'interno della sala espositiva “Nave Punica” prevede in primis la demolizione degli elementi di sostegno in cemento armato della struttura della nave stessa, assimilabili a plinti fuori terra, giudicati troppo pesanti; la struttura attuale, infatti, non consente i visitatori di percepire da vicino i reperti della nave. La composizione architettonica che si propone è quella di creare una "promenade" che circonda il manufatto, con una pendenza massima dell’8% al fine di garantirne la completa accessibilità in ogni sua parte. Il percorso espositivo, come da elaborati grafici allegati, avrà uno sviluppo lineare di circa 73 m; la nuova passerella sarà realizzata con un telaio di elementi verticali costituiti da elementi scatolari quadripartiti in acciaio nella porzione frontale che fiancheggia la ricostruzione dello scafo, controventati da altrettante travature leggere e trasversali, che avranno la funzione di sostegno a sbalzo dello stesso scafo nella parte bassa, in sostituzione dei vecchi " plinti" di supporto. Pertanto la porzione inferiore del telaio avrà la funzione di sostegno della struttura della ricostruzione dello scafo, mentre la parte alta (posta a quota 2,08 m), in vetro temperato, sarà la quota ideale di percezione visiva, che consentirà ai visitatori di apprezzare a distanza ravvicinata i particolari dei reperti rinvenuti; la parte restante della "promenade architettonica" sarà realizzato in doghe di legno antiscivolo, con lo scopo di ricostruire idealmente la memoria materica della "nave punica". Infine la struttura che si vuole realizzare, sarà direttamente affacciata su un tappeto interattivo che evoca il mare. La nuova struttura internamente “abbraccia” la Nave Punica ed esternamente diventa elemento di narrazione per i visitatori, che saranno accompagnati nel loro percorso conoscitivo, da pannelli didascalici e da pannelli multimediali, agganciati agli elementi verticali del telaio scatolare in acciaio. 3. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E LINEAMENTI GEOMORFOLOGICI Il Baglio Anselmi sede del Museo Archeologico è ubicato nel lungomare Boeo, nel cuore della città moderna e allo stesso tempo dell’area archeologica della città lilibetana, in prossimità del capo Boeo che costituisce uno dei tre vertici geografici della regione Sicilia, quello Ovest; la stele identificativa del capo dista in linea d’aria poco meno di 200 m in direzione NO. Il baricentro del manufatto ricade nel punto geografico identificato approssimativamente dalle seguenti coordinate: 6 # . 8. − ! ∃#− ∃∀(#(%3 0) ∀∃#≅− !≅(∀≅3 Α.0) ∀≅%#∀Β− !≅∃(#Β3 Α.Α ∀≅%Β !Χ− !≅∃(Β %Χ3 La linea di costa, rocciosa e debolmente frastagliata, si sviluppa in senso NO-SE a una ventina di metri di distanza dal baglio. Il contesto morfologico è quello del locale litorale a costa bassa e rocciosa, ben visibile al di sotto di una coltre detritica di apporto antropico recente. Tale sistema geomorfologico è il risultato di un lungo processo di peneplanazione ancor oggi attivo su tutto il versante meridionale della Sicilia ed è, pertanto, da considerarsi piuttosto maturo e in una fase di sostanziale equilibrio. Il graduale processo di antropizzazione ha però alterato l’antico profilo di questo territorio, modellandolo secondo le esigenze insediative e raccordandolo al profilo geomorfologico tipico del territorio marsalese caratterizzato da grandi spianate calcarenitiche terrazzate in più ordini dolcemente degradanti verso mare. L’originario profilo è stato nel tempo rialzato da più livelli sovrapposti di insediamenti antropici il primo dei quali, fenicio-punico, si fa risalire ad oltre 2500 anni fa. Alla originaria superficie strutturale dei terrazzi d’abrasione marina si sono gradualmente sovrapposte coltri di detriti e di sedimenti eluviali e colluviali che hanno sollevato la superficie topografica da un livello prossimo a quello del mare (circa zero topografico) a circa 6-7 m in corrispondenza del Baglio. Se in corrispondenza del fronte litorale questi depositi, in giacitura caotica e non soggetti alla pressione di carichi litostatici, sono soggetti ad una potenziale erosione marina, in corrispondenza del Baglio e delle altre costruzioni, questi depositi si sono negli anni addensati per il carico delle strutture stesse e del loro stesso peso, iniziando un lento processo di litificazione che le rende oggi piuttosto stabili. Pertanto, se si esclude il fronte direttamente esposto al mare, nel ristretto ambito del sito di progetto non si riconoscono condizioni, potenziali e/o in atto, di rischio o pericolosità geomorfologiche, forme d’erosione o anomalie morfologiche 7 TAV.02 - COROGRAFIA I.G.M.I. (scala 1:25.000) Ditta: Soc. INVITALIA ATTIVITA’ PRODUTTIVE SpA Progetto: Opere di valorizzazione del polo museale di Trapani Museo Archeologico Regionale «Baglio Anselmi» Loc.: L.mare Boeo - Comune di MARSALA (Tp) Carta d’Italia; Foglio n°256 - Quadrante II - Orientamento N.E. “MARSALA” 0 500 KM 256 II N.E. Marsala UTM: 33S 273460 E - 4186850 N G.D.: 12.426900°E - 37.801000°N G.M.D.: 12°25.610' E - 37°48.060' N G.M.S.: 12°25'37.00" E - 37°48'03.50" N 257 III N.O. Paolini Tav.03 - C . . . OROGRAFIA C T R (scala 1:25.000) Ditta: Soc. INVITALIA ATTIVITA’ PRODUTTIVE SpA Progetto: Opere di valorizzazione del polo museale di Trapani Museo Archeologico Regionale «Baglio Anselmi» Loc.: L.mare Boeo - Comune di MARSALA (Tp) C.T.R.-ARTA Reg. Sicil. Fg nn°605140 0 UTM: 33S 273460 E - 4186850 N G.D.: 37° 801000°N - 12.426900°E G.M.D.: 12°25.610' E - 37°48.060' G.M.S.: 12°25'37.00" E - 37°48'03.50" N 605140 617020 500 KM TAV. 04 - CARTA GEOLOGICA (scala 1:25.000) Ditta: Soc. INVITALIA ATTIVITA’ PRODUTTIVE SpA Progetto: Opere di valorizzazione del polo museale di Trapani - Museo Archeologico Regionale «Baglio Anselmi» Loc.: L.mare Boeo - Comune di MARSALA (Tp) C.T.R.-ARTA Reg. Sicil. Fg nn°605140 0 500 CARTA GEOLOGICA (scala 1:5.000) KM UTM: 33S 273460 E - 4186850 N G.D.: 12.426900°E - 37.801000°N G.M.D.: 12°25.610' E - 37°48.060' N G.M.S.: 12°25'37.00" E - 37°48'03.50" N AFLg2 AFLg2 MRS AFLb2 AFLb2 MRS RIP 605140 617020 Schema dei rapporti stratigrafici AFLg2 (scala 1:1.000) AFLg2 AFLb2 AFLb2 RIP L.f. SG MRS E1 NO RIP 605140 SIMBOLOGIA DESCRIZIONE 617020 Infrastrutture antropiche: porti, banchine. RIP Terreni di apporto antropico costituiti da sabbie limose giallo brune con inclusioni di cocci, pezzame calcarenitico e ciottoli eterogenici ed eterometrici, talora addensati. (Recente-Attuale) AFLg2 AFLb2 Depositi eluviali e colluviali di colore grigiastro costituiti da limi, sabbie e ghiaie variamente frammisti (AFLb2); depositi di spiaggia e di cordone litorale (AFLg2). Ambiente continentale. Sintema di capo Plaia - Subsintema Mozia. (Olocene) MRS Conglomerati, calciruditi, calcareniti bioclastiche a stratificazione incrociata, di colore da giallo paglierino a ocraceo, a vario grado di cementazione con macrofauna. A luoghi presenza di lenti sabbioso-argillose. Limite inferiore costituito da superficie di inconformità con rapporti di «onlap» sui terreni pelitici piu antichi. Ambiente di sedimentazione costiero di profondità compreso tra 10 e 20 m in condizioni climatiche calde e in prossimità di Posidonia. Pleistocene inferiore (Emiliano-Siciliano) NO Supersintema Noemi: Raggruppa depositi emipelagici, neritici e litorali generalmente sommersi nei settori di piattaforma continentale (NO). Presenti oltre m 15 di profondità dal p.c.. Ininfluenti ai fini di progetto. (Piacenziano-Ioniano) Ubicazione sito di progetto 0 SIMBOLOGIA SGE1 M M DESCRIZIONE Traccia di profilo rappresentativo dell’insieme opere-terreni di fondazione Baglio Anselmi Per i riferimenti topografici si è fatto riferimento al Foglio 256, Quadrante II, Orientamento N.E. “MARSALA” dell’I.G.M.I. e ai Fogli nn. 605140, 617020 della C.T.R. - Reg. Siciliana (scala 1:10.000). 4. C ARATTERISTICHE I DROGEOLOGICHE La buona permeabilità delle varie coltri affioranti detritiche ed eluviali/colluviali e delle sottostanti calcareniti determina la rapida infiltrazione delle acque meteoriche e l’accumulo delle stesse nel locale acquifero a pelo libero, il cui l.f. si imposta più o meno alla quota dello zero topografico (prof. min. di m.5.50 dal p.c.). La generale permeabilità delle litologie affioranti inibisce il ruscellamento e la formazione di una vera e propria idrografia superficiale, che è praticamente assente nell’ambito di tutta l’area urbana marsalese La circolazione idrica sotterranea per lo più potrebbe risultare rallentata verticalmente e lateralmente dalle coltri eluviali un po’ meno permeabili delle coltri detritiche. In ogni caso la ragguardevole profondità nel sottosuolo degli strati saturi scongiura che un’eventuale risalita della falda, che in area litorale è per lo più subordinata al moto ondoso e delle maree, possa in qualche modo interferire con i piani di fondazione delle opere in progetto. 5. I NDAGINI G EOGNOSTICHE . M ETODOLOGIE E R ISULTATI Per la determinazione della sequenza stratigrafica e delle peculiarità fisico-meccaniche del sottosuolo di fondazione, in accordo con la committenza, si è proceduto alla realizzazione di una campagna di indagini geognostiche che garantisse al tempo stesso una minima invasività dei luoghi di elevato interesse archeologico-culturale e una sufficiente caratterizzazione geotecnica del sottosuolo di fondazione. Come enunciato in fase di rappresentazione del progetto, a parte vari interventi di valorizzazione del sito, l’intervento preminente consiste di fatto nella realizzazione di una “promenade” attorno ai resti archeologici della nave punica e prevede sostanzialmente una modesta variazione dei carichi, con la sostituzione dei pesanti plinti di fondazione in c.c. messi in opera negli anni 80 con una struttura più funzionale e leggera: la nuova passerella sarà realizzata con un telaio di elementi verticali costituiti da elementi scatolari quadripartiti in acciaio nella porzione frontale che fiancheggia la ricostruzione dello scafo, controventati da altrettante travature leggere e trasversali, che avranno la funzione di sostegno a sbalzo dello stesso scafo nella parte bassa, in sostituzione dei vecchi " plinti" di supporto. Si tratta quindi di un intervento che non apporterebbe nel complesso un significativo aumento dei carichi attualmente agenti sul pavimento del baglio. 8 Inoltre, un’accurata analisi alle strutture portanti del manufatto condotta con l’ausilio dei tecnici operanti nel polo museale, la cui costruzione risale alla seconda metà del XIV secolo, non ha fatto emergere anomalie, deformazioni o lesioni in atto che possano ricondursi a un’alterazione delle condizioni di equilibrio dell’insieme strutture-terreno. Con queste premesse, come diffusamente illustrato nella cartografia di analisi allegata, la campagna si è articolata attraverso la realizzazione di una campagna di indagini geognostiche constante, in sequenza temporale, da: - n°2 scavi archeologici “a mano” senza l’utilizzo di mezzi meccanici come da prescrizione della locale S.I. (prot. 8014 del 31/10/2013) denominati SA1 e SA2 ubicati come da Carta delle Indagini allegata e spinti rispettivamente fino a 2.80 m e 2.20 m dall’originario piano di calpestio; - n°2 sondaggi geognostici a rotazione e carotaggio continuo e prove SPT con macchina perforatrice MAIT GEA della ditta Trivelsicilia di Castelli Domenico & C. s.n.c. di Mazara del Vallo (Tp), denominati SG1 e SG2 ubicati come da Carta delle Indagini allegata e spinti fino a quota di interesse rispettivamente a 6.00 m e 6.30 m dall’originario piano di calpestio. In particolare seguendo le prescrizioni della S.I., la quota di approccio del sondaggio SG1 è la quota di fondo scavo del saggio archeologico SA1 (-2.50 m da p.c.); mentre il sondaggio SG2 è stato realizzato a ridosso dello scavo SA2, ad una distanza di circa 1.0 m dal fronte NE dello scavo stesso, a partire dalla quota di calpestio (marciapiede di pertinenza del Museo Archeologico); L’indagine geognostica ha consentito il prelievo di campioni disturbati o parzialmente disturbati che sono stati opportunamente raccolti in cassette catalogatrici attualmente detenute, sigillate, all’interno della struttura museale a disposizione della committenza per eventuale analisi. Le stratigrafie emerse da scavi e sondaggi sono riportate nelle allegate colonne litostratigrafiche/litotecniche e possono cosi riassumersi: SG1 da p.c. a -0.50/0.80 m (f.s. SA1) = Si riconoscono n°3 livelli sovrapposti di spessore decimetrico di detriti di varia natura. Dopo una sottile copertura di terreno agrario, si riscontra un livello di cocci di terracotta di epoca recentissima caoticamente disposti che giacciono su un ulteriore livello di sfabricidi di prevalente natura calcarenitica, anch’esso di recentissima messa in posto. Non presente nel 9 sottosuolo di fondazione e di nessuna importanza archeologica. Ininfluente. da p.c. a -0.50/0.80 m a m.2.50/2.80 (f.s. SA1) = Sedimenti eluviali/colluviali di colore grigio chiaro con inclusioni di cocci di terracotta e ceramica. Prevale una facies di limi sabbiosi incoerenti, debolmente addensati. Geotecnicamente si classificano come terre sciolte, con debole resistenza al taglio (E2c). Si riscontrano solo in corrispondenza dello Scavo Archeologico SA1 fino a circa m 2.50 di prof. dalla quota di calpestio, dove vengono scavati a mano. Non sono presenti nel sottosuolo di fondazione e pertanto ci si esime dal procedere ad una classificazione geotecnica di dettaglio. Giace su un substrato rigido calciruditico/calcarenitico verosimilmente in posto. da 2.50/2.80 m (f.s. SA1) a 6.00 m da p.c. = Calciruditi/calcareniti del locale «sintema» di Marsala (MRS), verosimilmente in posto, per lo più debolmente cementate, porose e permeabili, sede di falda che si attesta a circa m.5.50 di profondità dal p.c. Geotecnicamente è da considerarsi un litotipo lapideo per quanto tenero (weak rock) con valori minimi di carico a rottura σ=1000 kPa (E3.1-E3.2). La presenza di sottili intercalazioni fratturate o di sabbie sciolte induce prudenzialmente ad assumere questo substrato come un terreno granulare incoerente, con buona resistenza al taglio confermata dal rifiuto all’avanzamento delle prove SPT eseguite in corrispondenza dei livelli non cementati. Cautelativamente possono assumersi come stime approssimate per difetto i valori dei parametri geotecnici attribuiti alla coltre di detrito calcarenitico E1c riscontrata nel sondaggio SG2: Cu (coesione efficace) = 0 t/mq; φ (angolo di attrito interno) =28°4'; γ (peso unità di volume) =1.89 t/mc; Categ. Sottosuolo = B - Categ. Topogrfica = T1 10 SG2 da p.c. (marciapiede) a -2.00 m = Terreni di apporto antropico costituiti da sabbie limose giallobrune con inclusioni di cocci, pezzame calcarenitico e ciottoli eterogenici ed eterometrici, talora addensati, granulometricamente classificabili come una sabbia sciolta con debole frazione limosa (E1c). Geotecnicamente si tratta di un terreno per lo più sciolto, in subordine debolmente coesivo (Cu=0 t/mq) con discreti angoli di resistenza al taglio (f=28°4'). Si riscontra in corrispondenza del sondaggio SG2 con una facies poco addensata e con inclusioni di cocci e frammenti lapidei arrotondati e a spigoli vivi di varia natura, fino a circa m 2.00 di prof. dalla quota di calpestio. La stessa facies più addensata e compressa con trovanti lapidei, costituisce substrato di fondazione della passerella in progetto all’interno del baglio, dove giace direttamente sulle calcareniti in posto, presenti a partire da circa m 4.00 di profondità dal piano di calpestio. In corrispondenza del SG2 questa coltre giace su terreni e strutture antropiche archeologiche presenti da m 2.00 a m 4.30 di prof. dal piano di calpestio. Ai principali parametri geotecnici possono attribuirsi i valori determinati dalle prove SPT elaborati con applicazione software Win-Din di cui si allegano in calce le tabelle riassuntive dei risultati. Cu (coesione efficace) = 0 t/mq; φ (angolo di attrito interno) =28°4'; γ (peso unità di volume) =1.89 t/mc; Categ. Sottosuolo = B - Categ. Topogrfica = T1 da -2.00 m a -2.50 m. da p.c.= Struttura antropica valutata dalla S.I. di rilevante interesse archeologico composta da un mosaico di blocchi calcarenitici giustapposti a costituire verosimilmente una struttura muraria; da -2.50 m a -4.00 m. da p.c.= Detrito di origine antropica costituito da terre di colore da grigiobruno a bruno-rossastre umide e addensate con inclusioni di ciottoli eterogenei ed eterometrici, cocci di terracotta e frammenti di manufatti; 11 da -4.00 m a -6.30 m. da p.c.= Calciruditi/calcareniti del locale «sintema» di Marsala (MRS), verosimilmente in posto, per lo più debolmente cementate, porose e permeabili, sede di falda che si attesta a circa m.5.50 di profondità dal p.c. Geotecnicamente è da considerarsi un litotipo lapideo per quanto tenero (weak rock) con valori minimi di carico a rottura σ=1000 kPa (E3.1-E3.2). La presenza di sottili intercalazioni fratturate o di sabbie sciolte induce prudenzialmente ad assumere questo substrato come un terreno granulare incoerente, con buona resistenza al taglio confermata dal rifiuto all’avanzamento delle prove SPT eseguite in corrispondenza dei livelli non cementati. Cautelativamente possono assumersi come stime approssimate per difetto i valori dei parametri geotecnici attribuiti alla coltre di detrito calcarenitico E1c riscontrata nel sondaggio SG2: Cu (coesione efficace) = 0 t/mq; φ (angolo di attrito interno) =28°4'; γ (peso unità di volume) =1.89 t/mc; Categ. Sottosuolo = B - Categ. Topogrfica = T1 6. I NDAGINI G EOSISMICHE . M ETODOLOGIE E R ISULTATI In ossequio alle direttive dell’O.P.C.M. 3274/2003 e della circ. A.R.T.A. n°57027 del 15/10/2012, sono state attenzionate le problematiche riguardanti il fattore pericolosità sismica locale, che rappresenta il primo passo per la riduzione del rischio sismico. La pericolosità sismica, intesa come la misura dello scuotimento al suolo atteso in un dato sito, è legata, oltre che alle caratteristiche sismotettoniche dell’area ed alla propagazione delle onde, anche alle caratteristiche geologiche locali. E’ noto, infatti, che in occasione di eventi sismici di una certa rilevanza, si verificano effetti connessi a particolari condizioni geologico-geomorfologiche che producono danni anche molto diversificati su edifici di caratteristiche strutturali analoghe, situati anche a breve distanza. E’ stata all’uopo pianificata una campagna di indagini sismiche che, col supporto delle correlazioni con le sequenze stratigrafiche emerse dai sondaggi, ha anche agevolato il lavoro di ricostruzione del modello geologico e litotecnico locale. 12 MODULO SONDAGGI PENETROMETRICI 1/ 2 Operatore Indagine Note1 Inizio/ Fine Esecuzione Geognostica Carot.Continuo inizio sondaggio dal fondo dello scavo archeologico a m 2.50 prof. da p.c. 25-11-2013 Responsabile Sondaggio Tipo Carotaggio Tipo Sonda Coordinate X Y Geol. Dott. Roberto Gallo SG1 Continuo Disturbato MAIT GEA 33S 273502E-4186871N Livelli decimetrici di terre di riporto di varia natura con inclusioni di cocci, ghiaie e frammenti lapidei (scavo a mano) 20 40 60 80 100 Falda Piezometro (P) o Inclinometro (I) Altre prove 0 S.P.T. (n° Colpi) Altre prove %Carotaggio R.Q.D. Pagina Cass. Catalog. Quota Metodo Stabilizzaz. Descrizione Scala (mt) Litologia Certificato n° Metodo Perforazione 5.00 m slm Campioni Quota Ass. P.C. m 6.00 Vane Test kg/ cmq Profondità raggiunta Pocket Test kg/ cmq Committente INVITALIA Att. Prod. SpA - ROMA 0.60 1 2 3 4 5 6 Spessa coltre di sedimenti eluviali/colluviali di colore grigio chiaro con inclusioni di cocci di terracotta e ceramica. Si tratta di un limo sabbioso incoerente e debolmente addensato (scavo a mano). Calcarenite/calcirudite di colore giallo paglierino, debolmente cementata, porosa e permeabile (possibili conci giustapposti per opere antropiche) con sottile letto di sabbie (a - m.4.30). Da m 4.50 inizia una facies più cementata soggetta a frantumazione in fase di carotaggio (calcarenite in posto). Roccia tenera (weak rock) assimilabile cautelativamente ad un'arenaria incoerente ma con discreta resistenza al taglio. 2.50 5-R 2.50 PA 19-R 4.30 PA 5.50 6.00 7 8 9 Campioni: S-Pareti Sottili, O-Osterberg, M-Mazier, R-Rimaneggiato , Rs-Rimaneggiato da SPT Piezometro: ATA-Tubo Aperto, CSG-Casagrande Sonda: MAIT GEA Perforazione: CS-Carotiere Semplice, CD-Carotiere Doppio, EC-Elica Continua Stabilizzazione: RM-Rivestimento Metallico, FB-Fanghi Betonitici Prove SPT: PA-Punta Aperta, PC-Punta Chiusa Carotaggio: Continuo Disturbato Sperimentatore Responsabile MODULO SONDAGGI PENETROMETRICI 2/ 2 Operatore Indagine Note1 Inizio/ Fine Esecuzione Geognostica Carot.Continuo sondaggio eseguito dalla quota marciapiede a ridosso dello scavo SA2 25-11-2013 Responsabile Sondaggio Tipo Carotaggio Tipo Sonda Coordinate X Y Geol. Dott. Roberto Gallo SG2 Continuo Disturbato MAIT GEA Coltre di detrito di origine antropica costituito da una sabbia limosa di colore da bruno-grigiastro a giallastro, umida, incoerente e debolmente addensata, con inclusioni di cocci e frammenti lapidei eterogenei ed eterometrici. 2 Struttura antropica (pavimento) in conci di calcarenite mediamente cementata. Si frantuma in fase di campionamento. 3 5 6 7 Detrito di origine antropica costituito da terre colore da grigio-bruno a bruno-rossastre umide e addensate con inclusioni di ciottoli eterogeni ed eterometrici, cocci di terracotta e frammenti di manufatti antropici. Passaggio a calcarenite/calcirudite più o meno cementata, porosa e permeabile, soggetta a frantumazione in fase di carotaggio (calcarenite in posto). Roccia tenera (weak rock) assimilabile cautelativamente ad un'arenaria incoerente ma 20 40 60 80 100 Falda Piezometro (P) o Inclinometro (I) Altre prove S.P.T. (n° Colpi) Altre prove 0 1 4 %Carotaggio R.Q.D. Pagina Cass. Catalog. Quota Metodo Stabilizzaz. Descrizione Scala (mt) Litologia Certificato n° Metodo Perforazione 5.00 m slm Campioni Quota Ass. P.C. m 6.00 Vane Test kg/ cmq Profondità raggiunta INVITALIA Att. Prod. SpA - ROMA Pocket Test kg/ cmq Committente 3-3-3 0.50 PA 6-4-4 0.95 PA 2.00 2.50 4.30 5.50 6.30 8 9 Campioni: S-Pareti Sottili, O-Osterberg, M-Mazier, R-Rimaneggiato , Rs-Rimaneggiato da SPT Piezometro: ATA-Tubo Aperto, CSG-Casagrande Sonda: MAIT GEA Perforazione: CS-Carotiere Semplice, CD-Carotiere Doppio, EC-Elica Continua Stabilizzazione: RM-Rivestimento Metallico, FB-Fanghi Betonitici Prove SPT: PA-Punta Aperta, PC-Punta Chiusa Carotaggio: Continuo Disturbato Sperimentatore Responsabile Riferimento: anselmi PENETROMETRO DINAMICO IN USO : S.P.T. standard Classificazione ISSMFE (1988) dei penetrometri dinamici TIPO Sigla riferimento Peso Massa Battente M (kg) Leggero DPL (Light) Medio DPM (Medium) Pesante DPH (Heavy) Super pesante DPSH (Super Heavy) 10 < M M < 40 40 M < 60 M 60 10 CARATTERISTICHE TECNICHE : S.P.T. standard PESO MASSA BATTENTE ALTEZZA CADUTA LIBERA PESO SISTEMA BATTUTA DIAMETRO PUNTA CONICA AREA BASE PUNTA CONICA ANGOLO APERTURA PUNTA LUNGHEZZA DELLE ASTE PESO ASTE PER METRO PROF. GIUNZIONE 1ª ASTA AVANZAMENTO PUNTA NUMERO DI COLPI PUNTA RIVESTIMENTO / FANGHI M H Ms D A = = = = = = La = Ma = P1 = = N = NO ENERGIA SPECIFICA x COLPO COEFF.TEORICO DI ENERGIA Q t 63.50 kg 0.75 m 180.00 kg 51.00 mm 20.43 cm² 60 ° 1.00 m 8.00 kg 1.00 m 0.15 m N(15) Relativo ad un avanzamento di 15 cm = (MH)/(A) = 15.54 kg/cm²( prova SPT : Qspt = 7.83 kg/cm² ) = Q/Qspt = 1.985 ( teoricamente : Nspt = t N) Valutazione resistenza dinamica alla punta Rpd [funzione del numero di colpi N] (FORMULA OLANDESE) : Rpd = M² H / [A e (M+P)] = M² H N / [A (M+P)] Rpd = resistenza dinamica punta [ area A] e = infissione per colpo = / N M = peso massa battente (altezza caduta H) P = peso totale aste e sistema battuta UNITA' di MISURA (conversioni) 1 kg/cm² = 0.098067 MPa 1 MPa = 1 MN/m² = 10.197 kg/cm² 1 bar = 1.0197 kg/cm² = 0.1 MPa 1 kN = 0.001 MN = 101.97 kg Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820 Riferimento: anselmi PROVA PENETROMETRICA DINAMICA DIAGRAMMA NUMERO COLPI PUNTA - Rpd - indagine : - cantiere : - località : Baglio Anselmi SG2 Marsala (TP) n° 1 Scala 1: 50 - data : - quota inizio : - prof. falda : 27/11/2013 0 0.00 m da quota inizio N = N(15) numero di colpi penetrazione punta - avanzamento = 15 Rpd (kg/cm²) 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 1 10 100 m Falda :0.00m 1000 m 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 6 6 7 7 8 8 9 9 10 10 - PENETROMETRO DINAMICO tipo : S.P.T. standard - M (massa battente)= 63.50 kg - H (altezza caduta)= 0.75 m - A (area punta)= 20.43 cm² - D(diam. punta)= 51.00 mm - Uso rivestimento / fanghi iniezione : NO - Numero Colpi Punta N = N(15) [ = 15 cm ] Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820 Riferimento: anselmi PROVA PENETROMETRICA DINAMICA ELABORAZIONE STATISTICA - indagine : - cantiere : - località : - note : Baglio Anselmi SG2 Marsala (TP) n° 1 - data : - quota inizio : - prof. falda : - pagina : n° Profondità (m) PARAMETRO ELABORAZIONE STATISTICA M 27/11/2013 0 0.00 m da quota inizio 1 VCA Nspt min Max ½(M+min) s M-s M+s 1 0.00 0.45 N Rpd 1.0 3.9 0 0 3 12 0.5 2.0 ------- ------- ------- 1 4 1.99 2 2 0.45 0.75 N Rpd 3.0 11.8 3 12 3 12 3.0 11.8 ------- ------- ------- 3 12 1.99 6 3 0.75 1.05 N Rpd 3.0 11.8 0 0 6 24 1.5 5.9 ------- ------- ------- 3 12 1.99 6 4 1.05 1.35 N Rpd 4.0 15.2 4 15 4 15 4.0 15.2 ------- ------- ------- 4 15 1.99 8 M: valore medio min: valore minimo Max: valore massimo s: scarto quadratico medio N: numero Colpi Punta prova penetrometrica dinamica (avanzamento = 15 cm ) Rpd: resistenza dinamica alla punta (kg/cm²) Nspt: numero colpi prova SPT (avanzamento = 15 cm ) Coefficiente correlazione con prova SPT (valore teorico t = 1.98) Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820 Riferimento: anselmi Nspt - PARAMETRI GEOTECNICI - indagine : - cantiere : - località : - note : Baglio Anselmi SG2 Marsala (TP) n° Prof.(m) 1 2 3 4 0.00 0.45 0.75 1.05 - data : - quota inizio : - prof. falda : - pagina : LITOLOGIA 0.45 0.75 1.05 1.35 Nspt: numero di colpi prova SPT (avanzamento Nspt 2 6 6 8 NATURA GRANULARE 27/11/2013 0 0.00 m da quota inizio 1 NATURA COESIVA DR ø' E' Ysat Yd Cu Ysat W ---21.7 ---28.3 ---28.4 ---29.2 ---238 ---253 ---1.89 ---1.91 ---1.43 ---1.46 ---0.38 ---0.50 ---1.85 ---1.87 ---37 ---35 e ---1.000 ---0.945 = 30 cm ) DR % = densità relativa ø' (°) = angolo di attrito efficace e (-) = indice dei vuoti Cu (kg/cm²) = coesione non drenata E' (kg/cm²) = modulo di deformazione drenato W% = contenuto d'acqua Ysat, Yd (t/m³) = peso di volume saturo e secco (rispettivamente) del terreno TAV. 05 - CARTA LITOTECNICA (scala 1:500) Simbologia Ditta: Soc. INVITALIA ATTIVITA’ PRODUTTIVE SpA Progetto: Opere di valorizzazione del polo museale di Trapani Museo Archeologico Regionale «Baglio Anselmi» Loc.: L.mare Boeo - Comune di MARSALA (Tp) 0 M E1c COPERTURA 1 Terreni di apporto antropico costituiti da sabbie limose giallo-brune con inclusioni di cocci, pezzame calcarenitico e ciottoli eterogenici ed eterometrici, talora addensati, granulometricamente classificabili come una sabbia sciolta con debole frazione limosa (E1c). Geotecnicamente si tratta di un terreno per lo più sciolto, in subordine debolmente coesivo (Cu=0 t/mq) con discreti angoli di resistenza al taglio (f=28°4'). Si riscontra in corrispondenza del sondaggio SG2 con una facies poco addensata e con inclusioni di cocci e frammenti lapidei arrotondati e a spigoli vivi di varia natura, fino a circa m 2.00 di prof. dalla quota di calpestio. La stessa facies più addensata e compressa con trovanti lapidei, costituisce substrato di fondazione della passerella in progetto all’interno del baglio, dove giace direttamente sulle calcareniti in posto, presenti a partire da circa m 4.00 di profondità dal piano di calpestio. In corrispondenza del SG2 questa coltre giace su terreni e strutture antropiche archeologiche presenti da m 2.00 a m 4.30 di prof. dal piano di calpestio. Substrato di fondazione. E2c COPERTURA 1 Sedimenti eluviali/colluviali di colore grigio chiaro con inclusioni di cocci di terracotta e ceramica. Prevale una facies di limi sabbiosi incoerenti, debolmente addensati. Geotecnicamente si classificano come terre sciolte, con debole resistenza al taglio (E2c). Si riscontrano solo in corrispondenza dello Scavo Archeologico SA1 fino a circa m 2.50 di prof. dalla quota di calpestio, dove vengono scavati a mano secondo le prescrizioni della locale S.I.. Essendo ininfluenti ai fini di progetto ci si esime dal procedere ad una classificazione geotecnica di dettaglio. In corrispondenza del SG1 questa coltre giace sul substrato calcarenitico. E3.1 E3.2 SUBSTRATO A partire da circa m 4.00 di profondità dal piano di calpestio le indagini sismiche con il supporto della correlazione con le indagini geognostiche eseguite all’esterno del baglio, attestano la presenza di un substrato rigido costituito dalle calciruditi/calcareniti del locale «sintema» di Marsala (MRS), per lo più debolmente cementate, porose e permeabili, sede di falda che si attesta a circa m.5.50 di profondità dal p.c. Geotecnicamente è da considerarsi un litotipo lapideo per quanto tenero (weak rock) con valori minimi di carico a rottura s=1000 kPa (E3.1-E3.2). La presenza di sottili intercalazioni fratturate o di sabbie sciolte induce prudenzialmente ad assumere questo substrato come un terreno granulare incoerente, con buona resistenza al taglio confermata dal rifiuto all’avanzamento delle prove SPT eseguite in corrispondenza dei livelli non cementati. Cautelativamente possono assumersi come stime approssimate per difetto i valori dei parametri geotecnici attribuiti alla soprastante coltre di detrito E1c (Cu=0 t/mq; f=28°4'). M E2c E1c SG E- A Descrizione Guida schematica alla definizione di unità litotecniche - Allegato D (circ. 15/10/2012 - prot. n°57027) E2c A LDA SGE_A TRA CCIA DI P ROFILO LITOSTRA TIGRA FICO SG E RIM E TRA ZIONE E_ A A GLIO NSE LM I Schema dei Rapporti tra Unità Litotecniche (scala 1:1.000) E2c E1c E3.1 E3.2 E1c L.f. E3.1-E3.2 TAV.07 - PROFILO LITOSTRATIGRAFICO RAPPRESENTATIVO EDIFICIO-TERRENO DI FONDAZIONE (scala 1:100) Ditta: Soc. INVITALIA ATTIVITA’ PRODUTTIVE SpA Progetto: Opere di valorizzazione del polo museale di Trapani - Museo Archeologico Regionale «Baglio Anselmi» Loc.: L.mare Boeo - Comune di MARSALA (Tp) STRALCIO PLANIMETRICO DI PROGETTO (scala 1:1.000) A Descrizione Simbologia E1c Guida schematica alla definizione di unità litotecniche - Allegato D (circ. 15/10/2012 - prot. n°57027) COPERTURA 1 Coltre detritica costituita da un battuto di sabbie e pezzame calcarenitico analoga per composizione alla facies riscontrata nel SG2 più addensata e compatta; granulometricamente classificabile come una sabbia sciolta con debole frazione limosa (E1c). Geotecnicamente deve assumersi come terreno incoerente, in subordine debolmente coesivo, con discreti angoli di resistenza al taglio; le prospezioni sismiche, ben correlate con le sequenze stratigrafiche emerse dai sondaggi, ne attestano la presenza fino al passaggio al bedrock calcarenitico a circa m.4.00 di profondità dal piano di calpestio. I parametri geotecnici possono riassumersi come segue: Cu (coesione efficace) = 0 t/mq; f (angolo di attrito interno) =28°4'; g (peso unità di volume) =1.89 t/mc; Categ. Sottosuolo = B - Categ. Topogrfica = T1 SUBSTRATO A E3.1 E3.2 Biocalcareniti e biocalciruditi più o meno cementate con sottili intercalazioni di livelli arenaceo-limosi debolmente coesivi afferenti ai terrazzi marini pleistocenici (Sintema di Marsala). Geotecnicamente è da considerarsi un litotipo lapideo per quanto tenero (weak rock) con valori minimi di carico a rottura s=1000 kPa (E3.1-E3.2), tuttavia vista la presenza di sottili intercalazioni arenacee non cementate o di livelli fratturati si assimila cautelativamente ad un terreno granulare incoerente con buona resistenza al taglio confermata dal rifiuto all’avanzamento delle prove SPT eseguite in corrispondenza dei livelli non cementati. Cautelativamente possono assumersi come stime approssimate per difetto i valori dei parametri geotecnici attribuiti alla soprastante coltre di detrito E1c. Presenta una permeabilità per porosità da medio-bassa a medio-alta ed è sede di una falda a pelo libero il cui livello statico si assesta ad una profondità minima di m.5,50 dal piano calpestio (ininfluente). A LDA SGE_A TRA CCIA DI P ROFILO LITOSTRA TIGRA FICO E RIM E TRA Z IONE A GLIO NSE LM I A A Profondità (mt da P0) 7,00 fnd 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 L.M. F Detta campagna si è articolata attraverso la realizzazione delle seguenti prospezioni: - n°2 stendimenti di sismica a rifrazione, realizzati all’interno e all’esterno del baglio, ubicati come da allegata Carta delle Indagini, ampiamente descritti nell’allegata relazione sismica a cura della ditta esecutrice Geo3 s.a.s. di A. Ardagna & C. di Gibellina (Tp) e alla quale si rimanda per i dettagli sulla metodologia dell’indagine e dei risultati; - n°1 indagine MASW con stendimento di 18 m realizzato all’interno del baglio in corrispondenza del tratto della sala destinato all’insediamento della “promenade” che ha consentito la classificazione sismica del sottosuolo di progetto; - n°2 prospezioni di sismica passiva a stazione singola con Tromino, eseguiti dal sottoscritto all’esterno del baglio, in prossimità del sondaggio SG1 per la deteminazione della frequenza di risonanza dei suoli di fondazione. Pur rimandando per i dettagli alle allegate relazioni descrittive delle prospezioni si riassumono di seguito i valori dei parametri sismici richiesti dalla normativa vigente: Ai sensi delle nuove NTC, la definizione delle onde trasversali (S) ha permesso la determinazione del parametro Vs30 e la caratterizzazione sismica dei terreni con relativi moduli elastici. La restituzione dei dati, con relativa interpretazione del profilo sismico, è riportata in dettaglio nelle relazioni sismiche allegate - Indagine Sismica Passiva Tromografica; - Indagine Sismica MASW; - Indagine Sismica a Rifrazione. All’uopo occorre rimarcare che il valore di Vs30 adottato per la classificazione sismica del sottosuolo di fondazione è quello ricavato dalla prospezione sismica MASW condotta dalla ditta Geo3 in quanto il valore dello stesso parametro emerso dalle prospezioni Grilla 44_1 e Grilla 45_1 è risultato sottostimato e comunque eseguito in corrispondenza delle coltri eluviali meno elastiche all’esterno del fabbricato. Il valore di Vs30 viene determinato applicando la seguente relazione, = = Il risultato è pari a: Vs30 = 497.44 m/sec. Pertanto, secondo la classificazione sismica del D.M.14/01/2008 riportata nella tabella allegata, il suolo di fondazione del sito indagato può classificarsi come CATEGORIA B, ovvero “Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di 13 Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSTP,30>50 nei terreni a grana grossa e cu,30>250kPa nei terreni a grana fina”. Ai fini, poi, della verifica degli S.L.U. e degli S.L.E., il contesto geomorfologico del sito indagato deve comprendersi nella CATEGORIA TOPOGRAFICA T1 (superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media “i” 15°). Nella caso specifico, valutate le dimensioni e i materiali e le tecniche costruttive dell’edificio oggetto di ampliamento, la prospezione non ha fornito valori di F0 significativi ai fini ingegneristici. TABELLA RIEPILOGATIVA DELLE NUOVA CLASSIFICAZIONE SISMICA DEI SUOLI DI FONDAZIONE SECONDO D.M.14/01/2008 CAT. DESCRIZIONE A Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m B C D Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSTP,30>50 nei terreni a grana grossa e cu,30>250kPa nei terreni a grana fina Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15<NSPT,30< 50 nei terreni a grana grossa e 70<cu,30<250kPa nei terreni a grana fina) Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 inferiori a 180 m/s (ovvero NSPT,30< 15 nei terreni a grana grossa e cu,30<70 kPa nei terreni a grana fina) E Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento (cn Vs>800/m/s) S1 Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs30 inferiori a 100 m/s (ovvero 10<cu,30<20kPa), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche S2 Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive, o qualsiasi altra categoria di terreno non classificabile nei tipi precedenti 14 TAV.08 - CARTA DELLE INDAGINI (scala 1:200) Ditta: Soc. INVITALIA ATTIVITA’ PRODUTTIVE SpA Progetto: Opere di valorizzazione del polo museale di Trapani Museo Archeologico Regionale «Baglio Anselmi» Loc.: L.mare Boeo - Comune di MARSALA (Tp) 0 50 m. 100 m. 150 m. 200 m. MW RZ SG1 SPT1a,b HVSR1 HVSR2 SA1 SIMBOLOGIA SGE-A SPT SG1 DESCRIZIONE TRA CCIA DI SE Z IONE GE OLOGICA P ROSP E TTO A) ONDA GGIO A CA ROTA GGIO CONTINUO CON P ROVA IN FORO MW RZ ROSP E Z IONE DI SISM ICA P A SSIVA A STA Z IONE SINGOLA ROM INO HVSR1 SGE_A MW RZ SG2 SPT2a,b SA ROFILO SISM ICO A RIFRA ZIONE E P ROFILO SISM ICO A GGI A RCHE OLOGICI P RE LIM INA RI ! SA2 RE A LIB E RA CON TE RRE NO DI RIP ORTO M ISTO A VE GE TA LE " A RCIA P IE DE TRUTTURA SE P OLTA COM P OSTA DA P I # A SSISE DI B LOCCHI CA LCA RE NITICI SOVRA P P OSTI TRUTTURA SE P OLTA COM P OSTA DA B LOCCHI CA LCA RE NITICI GIA LLA STRI GIUSTA P P OSTI 7. PERICOLOSITÀ GEOLOGICHE E VERIFICA VINCOLI Il lotto su cui insiste il Baglio Anselmi è ubicato in area urbana marsalese, nel locale lungomare Boeo, in area di interesse archeologico. Il contesto morfologico è quello di un litorale a costa bassa e rocciosa, ormai intensamente antropizzato.. Un’analisi strutturale di massima del baglio non fa emergere anomalie, lesioni, deformazioni nelle strutture portanti che possano essere ricondotti ad un’alterazione delle originarie condizioni di equilibrio edificio-terreno. Sono evidenti per lo più sugli intonaci i segni dell’azione meccanica erosiva dei venti (in questa zona, soffiano con costanza e intensità prevalentemente dal I e dal III quadrante) e abrasiva da parte delle sabbie quarzose trasportate dai venti, oltre che dell’azione chimica operata dall’elevata frazione di H2O e NaCl contenuta nell’aria in un siffatto ambiente. A seguito della consultazione della relazione del P.A.I. e dei relativi allegati, aggiunti in calce, si dichiara quanto segue: Il baglio Anselmi sede del Museo Archeologico Regionale, oggetto del progetto di valorizzazione descritto in premessa, descritto in catasto al F. di M. n°191 Svil. Z, p.lla nn°67 non rientra tra le aree a “Rischio e Pericolosità Geomorfologiche” R1-R2-R3-R4 individuate dal D.P.R. n°86 del 27/3/2007 (G.U. del 29/06/2007 n°29) che approva il “PIANO STRAORDINARIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO” dell’area territoriale compresa tra il bacino idrografico del F. Birgi e il bacino idrografico del F. Mazaro e comprendente i territori comunali di Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino. Non ricade inoltre in aree indicate dallo stesso P.A.I. come sito d’attenzione. 8. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il presente studio è stato rivolto a fornire una visione il più possibile ampia delle condizioni litostratigrafiche e litotecniche del sito di progetto e le relative campagne di indagini geognostiche e prospezioni sismiche hanno fornito tutte le informazioni necessarie e sufficienti per una progettazione a regola d’arte e in ossequio alle normative vigenti in territorio regionale e nazionale. Un accurato lavoro di rilevamento geologico, unitamente all’analisi della cartografia ufficiale, ha consentito l’elaborazione di un valido modello geologico di base finalizzato ad identificare eventuali zone di rischio e pericolosità geologica. E’ stata quindi redatta una cartografia tecnica completa, nella quale si riassumono tutte le peculiarità geomorfologiche e litotecniche dell’area rilevata; sono stati ricostruiti anche due stralci della Carta dei Dissesti e della Carta delle Pericolosità e del Rischio Geomorfologico, allegati del P.A.I. (PIANO STRALCIO DI BACINO PER 15 TAV.09 - CARTA DEI DISSESTI (stralcio - scala 1:20.000) Ditta: Soc. INVITALIA ATTIVITA’ PRODUTTIVE SpA Progetto: Opere di valorizzazione del polo museale di Trapani - Museo Archeologico Regionale «Baglio Anselmi» Loc.: L.mare Boeo - Comune di MARSALA (Tp) C.T.R.-ARTA Reg. Sicil. Fg nn°605140 0 $ ITO DI P ROGE TTO (&& M %&&& M %(&& M '&&& M N 605140 TAV.10 - CARTA DEL RISCHIO E DELLA PERICOLOSITÀ GEOLOGICA (stralcio - scala 1:20.000) Ditta: Soc. INVITALIA ATTIVITA’ PRODUTTIVE SpA Progetto: Opere di valorizzazione del polo museale di Trapani - Museo Archeologico Regionale «Baglio Anselmi» Loc.: L.mare Boeo - Comune di MARSALA (Tp) C.T.R.-ARTA Reg. Sicil. Fg nn°605140 0 -++ M *+++ M *-++ M ,+++ M N ) ITO DI P ROGE TTO 605140 L’ASSETTO IDROGEOLOGICO - A.R.T.A. Reg. Sicil.) che verificano l’assenza di pericolosità geomorfologiche nell’area del baglio Anselmi.. L’osservazione di superficie dei principali elementi morfologici ha permesso di ritenere, i terreni indagati, parte di un sistema geomorfologico decisamente stabile quale l’estesa piana calcarenitica di Marsala. Il sito di progetto ricade a margine di questa piana in corrispondenza di un’area litorale il cui profilo morfologico, alterato da successivi insediamenti antropici iniziati a partire da circa 2500 anni fa, si connota per lo più per il gradino artificiale determinato dall’accumulo di una coltre di detriti e di sedimenti eluviali/colluviali che in prossimità del baglio è prossima a 6.00/7.00 m. Il modello geologico ricostruito, in corrispondenza del sito di progetto, prevede la presenza di due ordini di litotipi sovrapposti: una copertura di detrito costituito da sabbie umide e addensate con trovanti lapidei, ampiamente descritto nei precedenti paragrafi, e un substrato di calciruditi/calcareniti afferibili al sintema di Marsala, veromilmente in posto, geotecnicamente considerabili come un unicum litotecnico al quale si attribuiscono i seguenti parametri geotecnici, ottenuti per lo più dall’elaborazione di prove SPT, cautelativamente stimati per difetto: Parametro Valore Cu (coesione efficace) 0 t/mq φ (angolo di attrito interno) 28°4' γ (peso unità di volume) 1.89 t/mc Categ. Sottosuolo B Categ. Topografica T1 L’elevata permeabilità delle coltri e del substrato determina la rapida infiltrazione delle acque meteoriche e l’accumulo delle stesse nel locale acquifero a pelo libero il cui l.f. si imposta più o meno alla quota dello zero topografico (prof. min. di m.5.50 dal p.c.). La ragguardevole profondità nel sottosuolo degli strati saturi scongiura che un’eventuale risalita della falda, che in area litorale è per lo più subordinata al moto ondoso e delle maree, possa in qualche modo interferire con i piani di fondazione delle opere in progetto. A partire dalla pericolosità sismica di base e classificato il sito dal punto di vista topografico (T1) e sismico (C), considerata la tipologia dell’edificio in progetto, la sua vita nominale e la classe d’uso, i parametri espressi consentiranno al progettista la determinazione delle azioni di progetto in area sismica secondo le indicazioni delle NTC 2008. 16 Da tutto quanto osservato, si ritiene che il sito di progetto sia idoneo all’intervento proposto qualora vengano seguite le indicazioni fornite nel presente lavoro e le disposizioni delle NTC. Non presenta particolari anomalie geologiche, geomorfologiche o idrogeologiche e non ricade in aree vincolate o a rischio, né in siti d’attenzione. Si lascia, comunque, al tecnico la verifica delle condizioni di sicurezza nei confronti degli S.L.E. e degli S.L.U. secondo le indicazioni delle succitate NTC (D.M. 14/01/2008). MARSALA (TP), Novembre 2013 Il Geologo Dott. Roberto Gallo 17 BIBLIOGRAFIA CARTA GEOLOGICA D’ITALIA – FG. 605 “PACECO” – ISPRA PIANO TUTELA DELLE ACQUE AI SENSI DEL D. LGS. 11/05/99 N°52 - Commissario Delegato per l’Emergenza Rifiuti e la Tutela delle Acque – Reg. Siciliana. PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DELLA REGIONE SICILIA (P.A.I.) – Assessorato Territorio e Ambiente – Dip. Territorio e Ambiente – Reg. Siciliana (Anno 2004). Marsala: il territorio”, G. Alagna, Sigma Edizioni. Marsala e Lilibeo: due città in una”, R. Giglio, Centro Stampa Rubino. 18 allegati - - Indagine Sismica MASW - Indagine Sismica a Rifrazione Tabelle Win-Din: Elaborazione Prove Penetrometriche Dinamiche - Documentazione Fotografica. 19 Laboratorio associato n. 124 . UTORIZ Z A TO A I SE NSI DE L DPR 06/06/01 N / 012 A RT/ 39 - N . P ROT/ 3345 DE L 25/06/2010 OGGETTO D EI LAVORI Polo Museale di Trapani – Progetto delle Opere di valorizzazione del Polo Museale di Trapani – Museo Archeologico Regionale “Baglio Anselmi” COM M I TTEN TE Dott. Geol Roberto Gallo c/ o Ministero dei Beni Culturali e del Turismo I N D AGI N E SI SM I CA M ASW I NDI CE PREMESSA STRUMENTAZIONE UTILIZZATA INDAGINI MASW E CARATTERIZZAZIONE DEI TERRENI CONCLUSIONI 1 PREMESSA Su incarico ricevuto da parte del committente Dott. Geol Roberto Gallo c/ o Ministero dei Beni Culturali e del Turismo è stata eseguita una indagine sismica di tipo MASW a supporto dei lavori per il Polo Museale di Trapani – Progetto delle Opere di valorizzazione del Polo Museale di Trapani – Museo Archeologico Regionale “Baglio Anselmi”. Le considerazioni che vengono riportate di seguito sono il risultato delle indagini sismiche effettuate, della verifica e del rilevamento dei litotipi affioranti nell’area in esame ed in una porzione significativamente estesa al contorno. La campagna di indagine ha previsto l’esecuzione di n° 01 stendimento sismico denominato T1 di lunghezza pari a 18 m. La presente metodologia ha permesso di evidenziare semi-quantitativamente le geometrie del substrato identificando discontinuità presenti e legate a probabili variazioni litologiche. 2 1. STRUMENTAZI ONE UTI LI ZZATA La strumentazione utilizzata è costituita da: - sismografo Ambrogeo Echo 12-24/2002 - 24 canali – 16/24 bit che permette l’acquisizione e rappresentazione degli impulsi sismici su PC consentendo una prima operazione di filtraggio e taratura dei dati in sito; i segnali sismici ottenuti vengono registrati simultaneamente sul disco fisso del PC. Inoltre, lo strumento è dotato di sistema di controllo analogico/digitale dei guadagni con funzione di sommatoria dei segnali sismici che consente di ottimizzare il rapporto segnale-rumore; - geofoni 4.5 Hz verticali del tipo elettromagnetico a bobina mobile (con relativo cavo di collegamento a 24 connettori) che consentono di convertire in segnali elettrici gli spostamenti delle onde sismiche all’interno del terreno; - cavi sismici ad attacco multipolare muniti di connettori CANNON 27 poli; - unità esterna di immagazzinamento e memorizzazione dati che permette la verifica dei segnali in situ con possibilità di eventuale trattamento e filtraggio dati L’ “energizzazione” delle onde nel terreno, è stata realizzata mediante massa battente del peso di 8 kg su apposita piastra metallica opportunamente collocata sullo stesso. Il software di acquisizione e interfaccia dati utilizzato durante l’esecuzione degli stendimenti sismici è AMBROGEO ECHO 24/2002 vers. Sept. 2005 3 3. I NDAGI NI MASW E CARATTERI ZZAZI ONE DEI TERRENI Per l’esecuzione dello stendimento sono stati utilizzati 12 geofoni con passo 0.75 metri per un totale di 18 metri lineari con quattro offset complessivi rispettivamente posti a ±0.75 e ±1.50 metri . Le Nuove Norme Tecniche sulle Costruzioni (NTC 14 gennaio 2008), la normativa tecnica europea gli Eurocodici EC 7 e EC 8 e le più avanzate normative internazionali disciplinano la progettazione e la costruzione di nuovi edifici soggetti ad azioni sismiche e la valutazione della sicurezza e degli interventi di adeguamento su edifici soggetti al medesimo tipo di azioni. Tale norma ha lo scopo di assicurare che in caso di evento sismico sia protetta la vita umana, siano limitati i danni e rimangano funzionanti le strutture essenziali agli interventi di protezione civile. Fra le novità più importanti della nuova normativa tecnica in materia di progettazione antisismica: Estensione della zonazione sismica a tutto il territorio nazionale L’abbandono del metodo delle tensioni ammissibili in favore del metodo di verifica agli stati limite su edifici soggetti al medesimo tipo di azioni Una maggiore attenzione verso una corretta modellazione strutturale L’apertura verso analisi di tipo non lineare Ci adegua allo standard europeo e mondiale La nuova normativa ha introdotto la classificazione dei suoli per la definizione dell’azione sismica di progetto in 5+2 categorie sulla base della VS30 Il profilo delle onde di taglio Vs nei primi 30 m di profondità risulta necessario per: valutare l’azione sismica di progetto al livello delle fondazioni di qualunque struttura valutare il rischio di liquefazione del terreno in sito valutare rischi di instabilità dei pendii e/o delle opere di sostegno valutare i cedimenti dei rilevati stradali, delle opere di sostegno, delle fondazioni degli edifici valutare la trasmissione delle vibrazioni generate dai treni, dalle macchine vibranti, 4 dalle esplosioni in superficie o in sotterraneo, dal traffico veicolare Il parametro VS30 è il parametro geofisico che rappresenta meglio la variabilità geotecnica dei materiali geologici presenti nel sottosuolo: rappresenta la velocità media di propagazione delle onde S entro 30 metri di profondità. È calcolato mediante la seguente espressione 30 VS30 N HI ¦V I 1 I Dove: Vi: velocità delle onde S dello strato i-esimo hi: spessore in metri dello strato i-esimo N: numero di strati presenti nei primi 30 metri In base al valore della VS30 si identificano le seguenti 5 categorie del suolo di fondazione (Classificazione del tipo di suolo secondo NTC 14 gennaio 2008): Suolo A Descrizione geotecnica Vs30( m/ s) Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30 > 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 metri >800 Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti B con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360÷800 m/s ( ovvero Nstp,30 > 50 nei terreni a grana 360÷800 grossa e Cu30 > 250 KPa nei terreni a grana fine). Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti C con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 180÷360 m/s (ovvero15 < Nstp,30 < 50 nei terreni a 180÷360 grana grossa e 70 < Cu30 < 250 KPa nei terreni a grana fine). Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o terreni a grana fina scarsamente consistenti, D con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 < 180 m/s (ovvero Nstp,30 < 15 nei terreni a grana grossa e Cu30 < <180 70 KPa nei terreni a grana fine). E Terreni dei sottosuoli di tipo C o D con spessore non superiore a 20 metri posti sul substrato di riferimento (con Vs > 800 m/s). Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs30 < 100 m/s ( ovvero 10 KPa < CU, S1 30 < 20 KPa , che includono uno strato di almeno 8 metri di terreni a grana fina di bassa consistenza, oppure che includono <100 almeno 3 metri di torba o di argille altamente organiche. S2 Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi altra categoria di sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti. 5 Le tecniche investigative per l’acquisizione di questo parametro sono essenzialmente di tre tipi: • Prove in foro (down hole e cross hole); • Profili sismici (riflessione o rifrazione) con geofoni orizzontali ed energizzatori di onde SH; • Modellazione del sottosuolo mediante l’analisi delle onde di Rayleigh (SASW,MASW e Refraction Microtremor) e l’impiego di geofoni verticali. La tecnica MASW, utilizzata per il presente studio, consente una modellazione del sottosuolo mediante l’analisi delle onde di Rayleigh. Le onde di Rayleigh sono generate dall’interazione tra onde di pressione (P) e le onde di taglio verticali (SV) ogni qualvolta esiste una superficie libera in un mezzo omogeneo ed isotropo. Alla superficie libera hanno moto ellittico retrogrado (moto antiorario) che si inverte ad una profondità di /2 : possono esser viste come la sovrapposizione di due componenti separate, una longitudinale e l’altra trasversale, che si propagano lungo la superficie con la stessa velocità ma con differente attenuazione con la profondità. Tali onde vengono considerate perché la percentuale di energia convertita in onde di Rayleigh è di gran lunga predominante (67%) rispetto a quella coinvolta nella generazione e propagazione delle onde P (7%) ed S (26%). La propagazione delle onde di Rayleigh – anche se influenzata dalla Vp e della 6 densità - è funzione innanzitutto della VS (parametro di fondamentale importanza nella caratterizzazione geotecnica di un sito). La tecnica MASW può essere schematizzata in tre punti: acquisizione dei dati di campo: utilizzo di una sorgente attiva per l’energizzazione, acquisizione dei dati con comuni geofoni a componente verticale particolarmente sensibili alle basse frequenze, geofoni da 4.5 Hz, registrazione simultanea di 12 o più canali. determinazione della Curva di Dispersione (valutazione dello spettro di velocità); inversione della curva di dispersione interpretata per ottenere il profilo verticale delle Vs che descrive la variazione di Vs con la profondità. Nelle pagine seguenti si riportano i tabulati ed i grafici della stesa MASW eseguita. 7 CONCLUSI ONI Dai valori delle velocità di propagazione delle onde sismiche nonché dalla forma delle varie dromocrone, assimilabile più ad una spezzata che ad una curva, e considerando i risultati delle stese MASW, emerge che il sottosuolo dell'area indagata è così costituito (si riporta di seguito una tabella riassuntiva): STESA SI SMI CA T1 STESA SI SMI CA T1 STRATO 1 (MEDIO - BASSO GRADO DI CONSISTENZA + SPESSORE RIDOTTO DI ALTERAZIONE) 2 (MEDIO-BUONO GRADO DI CONSISTENZA) STESA SI SMI CA MASW Vs30( m/ sec) Velocità Media delle Onde Sismiche Secondarie m/ sec SPESSORE – metri - litologia 294.21 2.66 - litotipi di medio - bassa consistenza 533.28 Possibile tipo di Suolo 6ND 7 - litotipi di medio - buona consistenza DESCRIZIONE GEOTECNICA Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da un T1 497.44 B graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360÷800 m/s ( ovvero Nstp,30 > 50 nei terreni a grana grossa e Cu30 > 250 KPa nei terreni a grana fine). 8 SCHEDA RIEPILOGATIVA DELL’INDAGINE SISMICA ESEGUITA Tipo Prospezione: Nome stendimento Ubicazione Strumento utilizzato Operatore N° canali utilizzati /bit conversione segnale A/D Geofoni verticali modello/marca Geofoni orizzontali modello/marca Lunghezza stendimento Interdistanza geofonica onde P/Raylegh Interdistanza geofonica onde S n. tiri eseguiti onde P n. tiri eseguiti onde S Sistema di energizzazione Lunghezza finestra acquisizione msec Filtro applicato Funzioni sommatorie applicate Programma utilizzato per acquisizione Programma utilizzato per elaborazione dati Allegati al presente documento SI SMI CA A DOWN RI FRAZI ONE HOLE T1 VEDI PLANI METRI A ALLEGATA AMBROGEO ECHO 24/ 2004 Geol. A. Ardagna, Geol. F. Di Pietra 24/ 24 MASW x R.T. Clark a bobina mobile frequenza 4.5 Hz 18 metri + offset 0.75 – 1.50 m 0.75 metri 2 Massa battente 8 kg 2 sec. 500-700 Hz si Ambrogeo echo 2004 utility vers. Sept. 2005 geopsy - Dinver ( Sesarray) – Vscope 2.2.82 Sezioni interpretative Tracce sismogrammi DOCUMENTAZI ONE FOTOGRAFI CA 9 CURVE DI DISPERSIONE RELATIVE AI 2 SEGNALI OTTENUTI DALLE DIVERSE CONFIGURAZIONI DI ENERGIZZAZIONE (SCOPPI) STENDIMENTO MASW S1 10 PROFILO VERTICALE DELLE VELOCITA’ OTTENUTE DALL’INTERPRETAZIONE DELLE CURVE SOPRASTANTI STENDI MENTO MASW S1 11 SISMICA T2/MASW T1 G1 G24 UBICAZIONE INDAGINE SISMICA TOMOGRAFICA T2 E INDAGINE MASW T1 SU STRALCIO PLANIMETRICO IN SCALA 1:200 Laboratorio associato n. 124 8 UTORIZ Z A TO A I SE NSI DE L DPR 06/06/01 N 9 :;< A RT9 =9 - N . P ROT9 ==>? DE L 25/06/2010 OGGETTO D EI LAVORI Polo Museale di Trapani – Progetto delle Opere di valorizzazione del Polo Museale di Trapani – Museo Archeologico Regionale “Baglio Anselmi” COM M I TTEN TE Dott. Geol Roberto Gallo c/ o Ministero dei Beni Culturali e del Turismo I N D AGI N E SI SM I CA A RI FRAZI ON E I NDI CE 1. Premessa 2. Metodologia sismica a rifrazione 3. Strumentazione utilizzata 4. I nterpretazione dei risultati ottenuti 4.1. Analisi dei profili sismici ALLEGATI - profili sismo stratigrafici in elaborazione tomografica onde P; - ubicazione indagini si stralcio planimetrico; - documentazione fotografica. 1 1. PREMESSA Su incarico ricevuto dal Dott. Geol Roberto Gallo c/ o Ministero dei Beni Culturali e del Turismo è stata eseguita una campagna di indagini sismiche a rifrazione a supporto dei “Polo Museale di Trapani – Progetto delle Opere di valorizzazione del Polo Museale di Trapani – Museo Archeologico Regionale “Baglio Anselmi”. Le considerazioni che vengono riportate di seguito sono il risultato delle indagini sismiche effettuate, della verifica e del rilevamento dei litotipi affioranti nell’area in esame ed in una porzione significativamente estesa al contorno. La campagna di indagine ha previsto l’esecuzione di n° 02 stendimenti di sismica a rifrazione denominato T01/T02, con passo geofonico adottato rispettivamente 1.5 m e 0.75 m, in accordo con le prescrizioni fornite dalla D. L. La configurazione geometrica dello stendimento ha permesso di ottenere profondità medie di indagine variabili e comunque generalmente non inferiori ai 5.00 metri dal p.c.. Ai fini dell’interpretazione dei dati è stata eseguita dapprima una elaborazione mediante metodologia G.R.M. , successivamente i segnali filtrati e trattati sono stati elaborati e restituiti con tecnica tomografica Pertanto è stato necessario realizzare almeno n° 7 energizzazioni (o “scoppi”) di cui due esterni allo stendimento sismico. La presente metodologia ha permesso di evidenziare semiquantitativamente le geometrie del substrato identificando discontinuità presenti e legate a probabili variazioni litologiche. Dalle tracce sismiche ottenute, riportate nella presente relazione, sono state estrapolate le velocità delle onde longitudinali (onde P), i cui tempi di arrivo ai vari geofoni sono stati riportati in un grafico che consente di ricavare una correlazione spazio – tempo ( dromocrone). E’ stato inoltre eseguito un rilievo plano altimetrico dei geofoni permettendo di tarare la profondità dei rifrattori rispetto al posizionamento dei geofoni stessi. 2 2. METODOLOGI A SI SMI CA A RI FRAZI ONE Le indagini geosismiche sono state realizzate avvalendosi del metodo sismico a rifrazione che utilizza la determinazione della velocità di propagazione delle onde longitudinali (onde P) e trasversali (onde S) nel sottosuolo. Tali onde vengono generate, e si propagano nel terreno, ogniqualvolta quest'ultimo venga sottoposto a sollecitazioni sia di tipo naturale sia artificiale. Nel caso in esame sono stati creati artificialmente degli impulsi mediante l'utilizzo di una massa battente o energizzatore sismico “mini bang”. Quando il suolo viene “energizzato” artificialmente si propagano in esso diversi tipi di onde sismiche, da quelle superficiali di maggiore ampiezza, a quelle più veloci longitudinali (onde P) ed ancora a quelle trasversali (onde S). Per i nostri scopi, sono state utilizzate solamente le onde P. Mediante questo tipo di indagine si può risalire alla composizione litologica di massima dei terreni con indicazione dei relativi spessori. Un limite, invece, è costituito dal fenomeno di mascheramento dovuto all'impossibilità di rivelare strati a bassa velocità sottostanti a strati con velocità più elevate o, ancora, di riconoscere livelli stratigrafici di spessore esiguo. La presenza di uno strato a bassa velocità, o di eventuali cavità, introduce errori nella valutazione della profondità dei rifrattori più profondi. Tali errori possono essere corretti mediante punti di taratura ricavati tramite sondaggi geognostici o con altri tipologie di indagini dirette. 3 3. STRUMENTAZI ONE UTI LI ZZATA La strumentazione utilizzata è costituita da: - sismografo Ambrogeo Echo 12-24/ 2002 - 24 canali – 16/ 24 bit che permette l’acquisizione e rappresentazione degli impulsi sismici su PC consentendo una prima operazione di filtraggio e taratura dei dati in sito; i segnali sismici ottenuti vengono registrati simultaneamente sul disco fisso del PC. Inoltre, lo strumento è dotato di sistema di controllo analogico/digitale dei guadagni con funzione di sommatoria dei segnali sismici che consente di ottimizzare il rapporto segnalerumore; - geofoni 10 Hz verticali del tipo elettromagnetico a bobina mobile (con relativo cavo di collegamento a 24 connettori) che consentono di convertire in segnali elettrici gli spostamenti delle onde sismiche all’interno del terreno; - cavi sismici ad attacco multipolare muniti di connettori CANNON 27 poli; - unità esterna di immagazzinamento e memorizzazione dati che permette la verifica dei segnali in situ con possibilità di eventuale trattamento e filtraggio dati L’ “energizzazione” delle onde di compressione (onde P) nel terreno, è stata realizzata mediante massa battente del peso di 10 kg su apposita piastra metallica opportunamente collocata sullo stesso. Inoltre laddove problematiche di propagazione del segnale non hanno permesso di individuare chiaramente i treni d’onda ricercati è stata utilizzata una sorgente sismica costituita da un energizzatore (cannoncino Sismico) modello “ISOTTA” calibro 8 debitamente ancorato sul terreno attraverso un preforo realizzato tramite sonda elicoidale manovrata a mano. Il software di acquisizione e interfaccia dati utilizzato durante l’esecuzione degli stendimenti sismici è AMBROGEO ECHO 24/ 2002 vers. Sept. 2005. 4 4. I NTERPRETAZI ONE DEI RI SULTATI OTTENUTI L’analisi dei sismogrammi e la successiva rappresentazione grafica dei primi arrivi (onde P) registrati dai geofoni (dromocrone) e dei treni successivi di onde di taglio (onde S), hanno permesso di interpretare i dati ottenuti. I picking effettuati sulle tracce sismiche (dopo opportuno filtraggio e normalizzazione dei segnali) sono stati trattati dapprima con software IntersismGeo&soft® utilizzando il metodo GRM; successivamente le tracce acquisite sono state dapprima convertite in formato idoneo all’elaborazione tomografica attraverso software VSCOPE® vers. 2.2.82 quindi poi elaborati con la metodologia predetta attraverso software REYFRACT® ; quest’ultimo software utilizza un algoritmo SIRT per la restituzione dei dati. Nello specifico, mentre il software che si rifà al metodo reciproco generalizzato ( G.R.M.) consente di determinare la profondità e le irregolarità dell’interfaccia dei rifrattori non permettendo differenziazioni ulteriori, la metodologia tomografica permette di potere meglio apprezzare variazioni laterali e verticali di velocità utilizzando algoritmi di calcolo più completi rispetto alla metodologia GRM. Pertanto l’elaborazione tomografica, a dispetto della metodologia GRM, non permette di definire vere e proprie “superfici” di strati rifrattori, bensì potere apprezzare vere e proprie variazioni graduali di velocità sia lateralmente che verticalmente 5 4.1 Analisi dei profili sismici Stendimento sismico a rifrazione T01 La restituzione tomografica dei dati ottenuti sul presente sondaggio ha permesso di individuare la presenza di tre unità sismiche di seguito brevemente descritte: - una prima unità sismica superficiale, ad andamento irregolare, riconducibile ad uno spessore aerato superficiale di medio scarsa consistenza con spessore medio di circa 2.5 m e con velocità delle onde primarie (ONDE P) comprese tra 300 e 500 m/ sec; - una seconda unità sismica, anch’essa ad andamento irregolare, riconducibile ad una unità sismostratigrafica di media consistenza che si estende fino a circa 8.0 m dal p.c. con velocità di propagazione delle onde primarie (ONDE P) variabili tra 500-1000 m/ sec. - una terza e ultima unità sismica, riconducibile ad una unità sismostratigrafica di buona consistenza con velocità di propagazione delle onde primarie (ONDE P) variabili tra 1000-1900 m/ sec. 6 1 2 3 4 BN K E LE A SE L %, H M K E RROR L HI ITE RA TIONS G F T1, DE J 0 NSE LM I BC A @ A GLIO 5 6 7 -5 -10 1500 1500 -15 20 25 30 E ZIONE SISM ICA OM OGRA FICA R P F B F NSE LM O G A A GLIO 35 QE 15 O 10 J 5 @ 0 2500 2400 2300 2200 2100 2000 1900 1800 1700 1600 1500 1400 1300 1200 1100 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 SCHEDA RI EPI LOGATI VA DELL’I NDAGI NE SI SMI CA ESEGUI TA Tipo Prospezione: Nome stendimento Ubicazione Strumento utilizzato Operatore N° canali utilizzati / bit conversione segnale A/ D Geofoni verticali modello/ marca Geofoni orizzontali modello/ marca Lunghezza stendimento I nterdistanza geofonica onde P I nterdistanza geofonica onde S n. tiri eseguiti onde P n. tiri eseguiti onde S Sistema di energizzazione Lunghezza finestra acquisizione msec Filtro applicato Funzioni sommatorie applicate Programma utilizzato per acquisizione Programma utilizzato per elaborazione dati Allegati al presente documento SISMICA A x DOWN MASW RIFRAZIONE HOLE T01 VEDI PLANIMETRIA ALLEGATA AMBROGEO ECHO 24/2004 Geol. Jr Filippo Di Pietra – Geol. A. Ardagna 24/24 R.T. CLARK a bobina mobile frequenza 10 Hz Xx 36 metri onde P + offset 1.5m – 3.0 m 1.5 metri Xx 07 Xx Massa battente 10 kg, - cannoncino sismico “ISOTTA” 200 msec 500-700 Hz Si Ambrogeo echo 2004 utility vers. Sept. 2005 Intersism (Geo&Soft) – Vscope 2.2.82 – Reyfract vers. 6.2 Sezioni interpretative onde P DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA 7 Stendimento sismico a rifrazione T02 La restituzione tomografica dei dati ottenuti sul presente sondaggio ha permesso di individuare la presenza di tre unità sismiche di seguito brevemente descritte: - una prima unità sismica superficiale, ad andamento irregolare, riconducibile ad uno spessore aerato superficiale di media consistenza con spessore medio di circa 1.2 m e con velocità delle onde primarie (ONDE P) comprese tra 500 e 800 m/ sec; - una seconda unità sismica, anch’essa ad andamento irregolare, riconducibile ad una unità sismostratigrafica di media consistenza che si estende fino a circa 2.3 m dal p.c. con velocità di propagazione delle onde primarie (ONDE P) variabili tra 800-1500 m/ sec. - una terza e ultima unità sismica, riconducibile ad una unità sismostratigrafica di buona consistenza con velocità di propagazione delle onde primarie (ONDE P) variabili tra 1500-1500 m/ sec. 8 OM OGRA FICA ] [\ Y E Z IONE SISM ICA Z U X UV NSE LM O W T S A GLIO SCHEDA RI EPI LOGATI VA DELL’I NDAGI NE SI SMI CA ESEGUI TA Tipo Prospezione: Nome stendimento Ubicazione Strumento utilizzato Operatore N° canali utilizzati / bit conversione segnale A/ D Geofoni verticali modello/ marca Geofoni orizzontali modello/ marca Lunghezza stendimento I nterdistanza geofonica onde P I nterdistanza geofonica onde S n. tiri eseguiti onde P n. tiri eseguiti onde S Sistema di energizzazione Lunghezza finestra acquisizione msec Filtro applicato Funzioni sommatorie applicate Programma utilizzato per acquisizione Programma utilizzato per elaborazione dati Allegati al presente documento SISMICA A x DOWN MASW RIFRAZIONE HOLE T02 VEDI PLANIMETRIA ALLEGATA AMBROGEO ECHO 24/2004 Geol. Jr Filippo Di Pietra – Geol. A. Ardagna 24/24 R.T. CLARK a bobina mobile frequenza 10 Hz Xx 18 metri onde P + offset 0.75 m – 1.5 m 0.75 metri Xx 07 Xx Massa battente 10 kg, - cannoncino sismico “ISOTTA” 200 msec 500-700 Hz Si Ambrogeo echo 2004 utility vers. Sept. 2005 Intersism (Geo&Soft) – Vscope 2.2.82 – Reyfract vers. 6.2 Sezioni interpretative onde P DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA 9 G1 SISMICA T1 G24 UBICAZIONE INDAGINE SISMICA TOMOGRAFICA T1 SU STRALCIO PLANIMETRICO IN SCALA 1:500 SISMICA T2/MASW T1 G1 G24 UBICAZIONE INDAGINE SISMICA TOMOGRAFICA T2 E INDAGINE MASW T1 SU STRALCIO PLANIMETRICO IN SCALA 1:200
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