Scuola di filosofia di Trieste

Dal 18 gennaio 2014 iniziano i corsi della Scuola di
filosofia di Trieste, che mette a frutto l’esperienza ormai
decennale del Laboratorio di filosofia contemporanea
diretto da Pier Aldo Rovatti e il lavoro di proposta teorica
della rivista “aut aut”.
La Scuola ha come obiettivo la produzione di strumenti
di pensiero per una coscienza civile e critica e si presenta
come un laboratorio di riflessione collettiva rivolto
concretamente alle diverse pratiche culturali. I corsi
consistono in lezioni frontali e laboratori seminariali,
sono aperti a tutti e rivolti agli operatori culturali, al
mondo della scuola, della sanità e della salute mentale.
I corsi di quest’anno hanno come titolo complessivo
Soggetti smarriti. La cornice di partenza è costituita dalla
domanda “che cosa resta oggi del soggetto?”, declinata
mediante un attraversamento degli attuali saperi critici
con riferimento particolare ai campi congiunti della
filosofia, della letteratura, del cinema, della psichiatria
e della psicoanalisi, e alla richiesta complessiva di senso
che attualmente li caratterizza.
GENNAIO 2014
sabato 18 gennaio
La cultura dimenticata
Il fantasma del padre
domenica 19 gennaio
La cultura dimenticata
Il fantasma del padre
MARZO 2014
sabato 1° marzo
Pasolini e la mutazione
antropologica
Mettere all’opera la
letteratura: J.M. Coetzee
domenica 2 marzo
Pasolini e la mutazione
antropologica
Mettere all’opera la
letteratura: J.M. Coetzee
sabato 15 marzo
Pasolini e la mutazione
antropologica
Mettere all’opera la
letteratura: J.M. Coetzee
domenica 16 marzo
Pasolini e la mutazione
antropologica
Mettere all’opera la
letteratura: J.M. Coetzee
La quota di iscrizione è di 150 euro (50 per gli studenti). Ai
corsisti verranno forniti materiali didattici e riconosciuto
un attestato finale di frequenza (a chi sarà presente al 70%
delle lezioni).
Per iscriversi, scaricare la domanda da
www.filolab.it
e inviarla a
[email protected]
Le domande dovranno pervenire entro il 30 novembre
2013 e saranno accolte fino all’esaurimento dei posti
disponibili.
sabato 29 marzo
Il soggetto psy
domenica 30 marzo
Il soggetto psy
MAGGIO 2014
sabato 10 maggio
Le pratiche filosofiche
domenica 11 maggio
Le pratiche filosofiche
FEBBRAIO 2014
sabato 1° febbraio
Il valore di sé e degli altri
Il fantasma del padre
domenica 2 febbraio
Il fantasma del padre
Il valore di sé e degli altri
sabato 15 febbraio
Il valore di sé e degli altri
La cultura dimenticata
domenica 16 febbraio
La cultura dimenticata
Il valore di sé e degli altri
APRILE 2014
sabato 12 aprile
Tecnologie del sé e
scrittura
domenica 13 aprile
Il pensiero cinematografico
di Deleuze
sabato 26 aprile
Il pensiero cinematografico
di Deleuze
Tecnologie del sé e
scrittura
domenica 27 aprile
Il pensiero cinematografico
di Deleuze
Tecnologie del sé e
scrittura
Scuola di filosofia di Trieste
a cura del Laboratorio di filosofia contemporanea
corsi 2014
SOGGETTI SMARRITI
Esercizi sulla nostra condizione
coordinatori dei corsi:
Sergia Adamo
Damiano Cantone
Mario Colucci
Giovanna Gallio
Raoul Kirchmayr
Massimiliano Nicoli
Pier Aldo Rovatti
Massimiliano Roveretto
Osservatorio sulle pratiche filosofiche
Le lezioni si terranno il sabato (ore 15-19) e
la domenica (ore 9-13), a settimane alterne,
con inizio sabato 18 gennaio 2014, presso la
Direzione del Dipartimento di salute mentale,
via Weiss 5, Parco di San Giovanni, Trieste
Mettere all’opera la letteratura: J.M. Coetzee
Sergia Adamo
In che modo il pensiero può mettersi all’opera attraverso
la letteratura? Che cosa significa confrontarsi, nel
presente, con un discorso istituzionalmente deputato
alla narrazione? Che margini si aprono? Quali limiti ci
costringono? Per riflettere su domande come queste il
corso prova ad attraversare l’opera di J.M. Coetzee, uno
tra i più significativi scrittori contemporanei. Lo scopo
è quello di mettere a fuoco una serie di questioni, forse
dimenticate o mai abbastanza indagate, quali l’etica della
scrittura e della lettura, il rapporto tra storia e narrazione,
il ruolo della figura intellettuale nella contemporaneità,
il realismo come problema, la possibilità di un pensiero
polifonico e intertestuale.
Il pensiero cinematografico di Gilles Deleuze
Damiano Cantone
Sono trascorsi trent’anni dalla pubblicazione dei due
libri sul cinema di Gilles Deleuze. Essi contengono
un’ipotesi sul soggetto in filosofia così eclatante
da essere passata sostanzialmente sotto silenzio, o
perlomeno da non aver avuto un seguito vero e proprio.
In un universo di immagini in movimento – afferma
Deleuze sulla scorta di Bergson – non abbiamo più
bisogno del soggetto. Piuttosto dovremmo parlare di
processi di soggettivazione, identità mobili e in continua
trasformazione che è impossibile catturare in un
concetto.
Il soggetto psy
Mario Colucci
Chi è il soggetto psy? Quello escluso dalla città e
disciplinato nelle istituzioni della psichiatria, spogliato
di beni e di identità, oppure il soggetto normalizzato
nella gestione biopolitica delle differenze e delle
anomalie? Il soggetto della psicoanalisi, eccentrico e
orfano di padronanza, oppure quello delle neuroscienze,
alternativamente performante e deficitario? Quali
parole e quali pratiche lo hanno costruito? Le
prescrizioni del trattamento morale, della repressione
manicomiale e del controllo sociale oppure la lotta per
la fine dell’internamento e il dissequestro dei corpi?
La liberazione dell’inconscio o le promesse della
farmacologia e delle tecniche comportamentali? Tecnologie del sé e scrittura
Giovanna Gallio
Il corso si propone di discutere il ruolo e l’importanza
della scrittura nei processi di soggettivazione. Da un
lato vengono esaminate le esperienze e le pratiche
della “scrittura di sé” in quanto strumento e metodo
di governo di se stessi (come scrive Foucault, una
padronanza “uguale a quella di un sovrano contro
il quale non ci sarebbero più rivolte… una sorta di
relazione politica permanente tra sé e sé”). Dall’altro,
assumendo come ambito concreto di applicazione
le cartelle cliniche, vengono indagate le dimensioni
istituzionali della scrittura di sé – taccuini, lettere,
quaderni – nelle esperienze limite dei soggetti internati
nei manicomi, avviando una riflessione critica sulle
dimensioni narrative della pratica medica e psichiatrica.
Il fantasma del padre
Raoul Kirchmayr
Ci si interroga da tempo sul tramonto della figura del
padre. L’elaborazione di questo lutto procede di pari
passo alla sua fantasmatizzazione. Definire un fantasma,
la sua struttura e comprendere quali sono i suoi effetti sul
piano immaginario e simbolico, diventa così un compito
critico attuale. Seguendo il cammino di un controverso
testo di Freud, intitolato Un bambino viene picchiato, viene
esaminata la costruzione del fantasma nella psicoanalisi
freudiana e lacaniana, per giungere a una sua lettura
filosofica con riferimenti a Lyotard, Deleuze e soprattutto
alle pagine sull’Amleto di Shakespeare in Spettri di Marx di
Derrida.
Il valore di sé e degli altri
Massimiliano Nicoli
Seguendo le analisi di Michel Foucault vengono indagate
le relazioni fra i processi storici di soggettivazione
e oggettivazione degli individui e le pratiche di
misurazione del valore di ciascuno. Di che cosa parliamo
quando invochiamo la “meritocrazia” (e la necessità di
un sistema oggettivo di valutazione che ne consegue)
come elemento dirimente della conflittualità politica e
sociale? Una domanda di questo tipo implica un’analisi
delle tecnologie di potere e di governo in cui gli individui
diventano soggetti e oggetti di una misurazione della
propria “interiorità”, finalizzata al riconoscimento
dei segni della “grazia” o del “potenziale” necessario a
produrre prestazioni adeguate rispetto agli standard di
valutazione che caratterizzano una certa società.
La cultura dimenticata
Pier Aldo Rovatti
Abbiamo dimenticato un’intera cultura, quella degli anni
sessanta e settanta, un complesso di eventi filosofici che
rappresenta le radici rimosse della nostra soggettività.
Le abbiamo censurate, estirpate in blocco come piante
maligne, con lo stigma generico dell’ideologia. Il corso
si propone due obiettivi: restituire almeno un poco
il linguaggio e i nomi di questi eventi, nomi propri e
nomi di concetti. Ma insieme tentare di rispondere al
perché di questo oblio generalizzato. Quali guadagni ci
prometterebbe il nostro attuale procedere, a occhi chiusi,
verso una forma di pensiero semplificato e “unico”?
Pasolini e la mutazione antropologica
Massimiliano Roveretto
Con l’espressione “mutazione antropologica” Pasolini si
riferiva al diffondersi, nell’Italia dei primi anni sessanta,
di “una cultura interclassista precedentemente
inesistente”, affermatasi al traino dello sviluppo
economico di quegli anni e strettamente solidale con
altri processi quali l’imporsi della lingua standard e
dei modelli di vita veicolati dalle nuove forme della
comunicazione di massa e soprattutto dalla televisione.
Il corso si interroga sulla genesi di questa tesi e sulla
funzione, costitutiva e problematica al contempo, da
essa progressivamente assunta. Inoltre si cerca di
riflettere sulle implicazioni della questione in relazione
alla figura di intellettuale incarnata da Pasolini e
all’esemplarità della sua esperienza di vita e di scrittura.
Le pratiche filosofiche
Collettivo dell’Osservatorio critico sulle pratiche
filosofiche
Il primo modulo, a cura di Pierpaolo Casarin e Silvia
Bevilacqua, mette in questione il variegato, talvolta
contraddittorio, orizzonte delle pratiche filosofiche.
Vengono analizzate la portata del fenomeno e le sue
differenti declinazioni, cercando di individuare alcune
linee critiche di percorribilità: dimensione politica e
filosofica, il tema del potere, la relazione tra infanzia
e filosofia, il ruolo del docente facilitatore. Il secondo
modulo, a cura di Alessandro Di Grazia e Annalisa
Decarli, propone un’esercitazione di cittadinanza
critica nella forma di un laboratorio sui modi e le
dinamiche dello stare assieme nei luoghi istituzionali
e di lavoro, cercando di far emergere il disagio e le
potenzialità che caratterizzano oggi tali esperienze.