Muore il datore di lavoro, gli operai sul lastrico

Data: venerdì 23 maggio 2014 Testata:
IL CASO
l'Adige
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E senza la risoluzione del contratto non hanno diritto agli ammortizzatori
Muore il datore di lavoro,
gli operai sul lastrico
Da mesi non ricevono più lo stipendio
LORENZO BASSO
Senza stipendio da più quasi
tre mesi mesi, sprovvisti di documentazione reddituale e privi di un datore di lavoro con cui
avviare una vertenza, otto operai del comparto edile trentino
si sono trovati in una situazione paradossale, in cui il contratto a tempo indeterminato,
ambito da tanti in tempo di crisi, è diventato un vincolo apparentemente indissolubile, un
ostacolo ad una nuova vita lavorativa. Degne di un romanzo
di Kafka, le traversie di questi
lavoratori iniziano lo scorso
marzo, con l’improvvisa scomparsa del titolare dell’azienda
in cui erano impiegati, una ditta di pittura e cappotti termici
di Martignano. Da allora, essi
non si vedono più accreditare
lo stipendio e, malgrado il rapporto lavorativo non sia mai
stato interrotto, non ricevono
comunicazioni sulla propria posizione contributiva. Inoltre, a
causa delle condizioni di lieve
indebitamento dell’azienda, intitolata ad un’unica persona, le
procedure di successione si allungano, gli eredi accettano il
lascito con beneficio di inventario, e, di fatto, nessuno dei
soggetti interessati si assume
la responsabilità di occuparsi
dei lavoratori a contratto.
Insomma, pur disponendo di
un impiego stabile, questi otto
operai non lavorano, non percepiscono retribuzione, non accedono agli ammortizzatori sociali e, per giunta, non possono cercare un nuovo impiego.
«L’azienda Filippi e Detassis Srl
- ci ha spiegato Fulvio Giaimo,
segretario della Federazione
nazionale dei lavoratori edili
(Feneal-Uil) - era associata ad
una sola persona, Marco Filip-
pi, deceduta lo scorso marzo
per un infarto. Inizialmente gli
impiegati hanno lasciato il tempo agli eredi per far fronte al
lutto, attendendo che si concludessero le pratiche di successione. Tuttavia, nonostante l’azienda sia florida, i famigliari hanno deciso di accettare l’eredità con beneficio di inventario in ragione di alcune
posizioni aperte nei confronti
di banche o di fornitori. Il problema, ora, è che nessuno svincola questi lavoratori dal contratto precedente, la paga non
arriva e non vengono emessi i
Cud per le dichiarazioni dei redditi».
Secondo il sindacalista, l’unico
ente che potrebbe risolvere la
situazione sarebbe l’Assocazione degli artigiani, che però non
ha ancora preso alcun provvedimento. Per il momento, è
esclusa la possibilità di una recessione unilaterale dal contratto, perché questo non permetterebbe ai lavoratori di accedere agli ammortizzatori sociali.
L’unica strada perseguibile,
quindi, è quella delle dimissioni per giusta causa. «Inizieremo questo tipo di procedura ha detto Giaimo - dato che
l’azienda non retribuisce più i
propri dipendenti. Tuttavia, il
tempo richiesto per questo
provvedimenti si annuncia molto lungo e la vertenza verrà portata avanti nei confronti di una
datore mancante».
Nel frattempo i lavoratori iniziano ad accusare difficoltà economiche. «Chiediamo almeno ha concluso Andrea Netek, uno
degli interessati - di poter accedere agli ammortizzatori per
pagare l’affitto e fare la spesa».