TRANSLAPISINA Anche se il titolo non è molto appropriato, eccomi brevemente a raccontare la storia di un lungo allenamento. Complice il Gran Raid di fine maggio, quest’anno ho dovuto anticipare di molto le mie corse tra i monti. Venerdì 25 aprile, alle 6:00 del mattino, mi ritrovo davanti la scalinata di S.Augusta. Oggi però parto in direzione Fadalto e oltre l’incrocio per Longhere, giro a sinistra verso la borgata Crodarossa. E’ un inizio molto incerto perché oltre a dover valicare ferrovia ed autostrada nei punti giusti, dovrei riuscir a trovare il sentiero verso Forc.Zoppei. La documentazione in mio possesso non è molto aggiornata ma… fa parte dell’avventura! La giornata è positiva sia dal lato meteo che da quello della fortuna (lo sento), procedo così in tranquillità. A metà salita intercetto l’unico trial runner della vallata già in azione, si tratta di Gianni, vecchio (esperto) ecomaratoneta trevigiano. Insieme procediamo diretti al mio secondo scoglio di giornata: il Troi de Mez, dove nel 2005 durante la corsa sul TV1 fui respinto. Non riusciamo a finire la chiacchierata che ci troviamo al bivio (?). Dopo avermi detto che “probabilmente” è quello giusto, ci salutiamo. Lo ascolto, anche se tre anni fa poco più avanti ho dovuto fare dietrofront: era sparito il sentiero! Proseguo timidamente fino alla “galleria” di abeti e con grande stupore vedo continuare l’itinerario. Evidentemente l’erba alta di agosto aveva mimetizzato tutto! La traccia pianeggiante e molto panoramica mi porta ora in direzione nord. Dal fondovalle, ancora nell’ombra, salgono deboli rumori di moto molto potenti e veloci. Sul mio tracciato invece, i ruderi di vecchie casere, testimoniano la lentezza e le difficoltà della vita di un tempo. Abbagliato dalla rugiada (brina) in controluce, calpestando le ultime lingue di neve, lascio svuotare la mente. Ruoto la testa e vedo tutto il mio itinerario: quello passato e quello futuro. Inevitabilmente, ad un certo punto devo scendere, le gambe iniziano già a “pinzare” sul ripido, fortunatamente ho ormai raggiunto Caloniche (fontanella). Saluto i tranquilli abitanti e lasciata alle mie spalle la frenesia di Sella Fadalto, mi dirigo verso la salita del Gaviol. La pendenza e le gambe poco allenate non mi permettono una gran velocità. Raggiungo comunque con soddisfazione Casera Prese dove mi attende un consistente manto nevoso. Il vecchio binario lasciato dagli sciescursionisti non mi agevola molto. Procedo zigzagando cercando di evitare la neve, cosciente che prima o poi dovrò affondarla. Inciampo tra i rami, mi perdo, mi ritrovo e mi riperdo. Alla fine procedo ad occhio nel bosco. Il sole mi aiuta e senza faticare troppo, raggiungo Forc.Pizzoc. Dal belvedere ammiro tutto il percorso “già in tasca”, seguo dove “passa” il Troi tanto atteso e vedo, purtroppo, la “civiltà” giù in fondo che mi sta aspettando. Mentre inizio la discesa incontro Antonello, un compaesano, anche lui aspirante Gran Raider (si dice così?), che sale sorridendo. In discesa tengo erroneamente la destra verso Santa Giustina perdendomi gli ultimi metri di dorsale. In breve ritorno alla scalinata di S.Augusta dove ero partito. La fontanella, sempre pronta a ristorarmi, mi augura l’arrivederci. Per chi volesse provare, lo sviluppo è di circa 38 km con un dislivello di 2600m. Senza grandi ambizioni, con un discreto “mal di gambe”, ho impiegato quasi 7 ore. Flavio.
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