MERCOLEDÌ 23 APRILE 2014 ANNO 139 - N. 96 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 Società Se dove fai la spesa racconta chi sei La figlia di Bernstein «Papà amava Mahler e i Beatles» Con il Corriere Romanzi d’Europa Secondo libro: Saramago di Elvira Serra a pagina 24 di Valerio Cappelli a pagina 37 In edicola a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano IL CREDITO TRA STATI UNITI ED EUROPA Chiesta la fiducia sul decreto. Riforma del Senato, i Cinque Stelle con i ribelli del Pd UNA LEZIONE ALLO SPORTELLO Tensioni nel governo sul lavoro di ALBERTO ALESINA e FRANCESCO GIAVAZZI Ncd: sarà battaglia. Renzi: parole da campagna elettorale a ragione, forse la più importante, che spiega perché i Paesi dell’euro stanno impiegando tanto più tempo degli Stati Uniti ad uscire dalla crisi riguarda le banche e, in particolare, la mancanza di credito. Questo è accaduto perché, negli interventi di politica economica successivi alla crisi, abbiamo fatto le cose nell’ordine sbagliato. Abbiamo cercato di ridurre i debiti e i deficit dei conti pubblici, dimenticandoci o quasi delle banche. Ma senza credito un’economia non funziona e quindi non cresce, e senza crescita rimettere in ordine i conti è molto difficile. Una banca può fare nuovi prestiti se ha sufficiente capitale. Se lo ha perso, come è accaduto durante la crisi finanziaria e la lunga recessione che l’ha seguita, e non lo ricostituisce, non solo non farà nuovi prestiti, ridurrà anche le linee di credito concesse in passato. Il governo federale degli Stati Uniti ha prima obbligato gli istituti di credito a ricostituire il capitale perduto durante la crisi, solo dopo si è occupato della finanza pubblica. In Europa le banche sono ancora piu importanti. Negli Stati Uniti solo metà del credito alle imprese viene dalle banche (il resto direttamente dai mercati tramite azioni e obbligazioni) mentre in Europa è oltre l’80%. L’Europa quindi si sarebbe dovuta preoccupare ancor di più e ancor prima delle proprie banche. Ma non l’ha fatto e ora ne paga le conseguenze. Ricapitalizzare le banche è difficile perché il nuovo capitale riduce il valore delle azioni possedute dai vecchi azionisti, e questi, comprensibilmente, si oppongono. Il governo di Washington già nel 2009 intervenne in modo deciso: o le banche trovavano nuovo capitale oppure il governo federale sarebbe intervenuto acquistando esso stesso le loro azioni. La paura di trovarsi un funzionario del Tesoro americano nel consiglio di amministrazione (alla Goldman Sachs è successo per qualche mese) ha messo a tacere le resistenze dei vecchi azionisti. In Europa invece non è accaduto: per due motivi. Innanzitutto i vecchi azionisti delle banche, ciascuno nel proprio Paese, erano molto potenti: per esempio le fondazioni bancarie in Spagna e in Italia, i governi dei Länder in Germania. Quando hanno sottoscritto aumenti di capitale lo hanno fatto con il contagocce. Nelle scorse settimane la Federal Reserve di Washington ha imposto agli otto maggiori istituti americani un capitale pari ad almeno il 5% del totale dei loro investimenti, senza entrare nel dettaglio di quanto essi fossero rischiosi. In Europa siamo intorno al 3%. Il secondo motivo è che l’Europa non ha un governo federale come quello di Washington, capace di prevalere sugli interessi «locali». In Italia qualche segnale di cambiamento si intravede con il ritorno di interesse da parte degli investitori internazionali, americani in particolare. E qualcosa, soprattutto dopo gli interventi della Bce, si è mosso anche sul fronte della maggiore disponibilità di credito per le imprese. In qualche modo anche i recenti aumenti di capitale vanno nella giusta direzione. Ma ancora non basta. Per ricapitalizzare le banche è necessario spostare le decisioni lontano dalle capitali europee, e quindi dagli interessi che ne frenano i governi. Per questo la legge sull’Unione bancaria europea è la decisione più importante che l’Ue ha preso da quando fu introdotto l’euro. Decreto sul lavoro, il governo ha chiesto la fiducia. Il Nuovo centrodestra: la voteremo alla Camera, ma sarà battaglia al Senato. Il premier Renzi: parole da campagna elettorale. Riforma del Senato: i Cinque Stelle con i ribelli del Pd. Gli euroscettici LA VERITÀ IN UN VOTO (CHE ANDRÀ LETTO BENE) di FRANCO VENTURINI Giannelli In primo piano N Boschi: a un passo dall’ultimo miglio per uscire dalla palude DA PAGINA 2 A PAGINA 11 PIÙ DELLA FRETTA POTÉ LA PAURA la LETTERA del MINISTRO A PAGINA 34 di MASSIMO FRANCO Partita del Cuore, il premier non gioca dopo le polemiche I l paradosso è che oggi il decreto sul lavoro verrà approvato dalla Camera, perché il governo ha posto la questione di fiducia. Ma tra pochi giorni, probabilmente, sarà cambiato al Senato perché uno dei partiti della maggioranza, il Nuovo centrodestra, è contrario. di MARCO CREMONESI A PAGINA 9 on è sbagliato guardare con timore al risultato che euroscettici di varia natura otterranno alle elezioni del 25 maggio, ma è insufficiente e potrebbe diventare suicida se il segnale lanciato dalle urne non fosse raccolto dall’Europa e trasformato in volontà di cambiamento. Un editoriale del Financial Times ricordava ieri il giudizio espresso da Giorgio Napolitano in febbraio, parlando al Parlamento europeo che ora deve essere rinnovato dai cittadini elettori: «Siamo al momento della verità per l’unità e per il futuro dell’Europa» . CONTINUA A PAGINA 9 CONTINUA A PAGINA 34 Cortei dei sikh dalla Lombardia al Lazio: «Ingiusto trattenerli lì» Dossier da Abu Dhabi, trattativa sulle risorse Salvataggio Alitalia La frenata di Etihad per lo scoglio dei debiti RAFFAELE RASTELLI L 40 4 2 3> In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 Gli indiani d’Italia D in piazza per i marò al Veneto a Milano, all’Emilia e giù fino a Latina: le comunità degli immigrati indiani hanno fatto sentire la loro voce per chiedere al Paese d’origine la liberazione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò trattenuti in India dal febbraio 2012. (Nella foto, la manifestazione della comunità sikh a Cremona). A PAGINA 16 di CLAUDIO DEL FRATE A PAGINA 27 Ducci CONTINUA A PAGINA 34 Parigi Anne Sinclair e le voci su Strauss-Kahn seduttore: negava, era convincente Il desiderio di non credere ai tradimenti di STEFANO MONTEFIORI L ui, il traditore, negava, era convincente. E lei, la tradita, non voleva crederci. Anne Sinclair racconta di essersi sempre fidata di Dominique Strauss-Kahn, ex direttore del Fondo monetario internazionale, arrestato a New York nel maggio del 2011 con l’accusa di tentata violenza ai danni di una cameriera dell’hotel dove alloggiava. Il caso si chiuse pochi mesi dopo ma la candidatura alle presidenziali francesi di Dsk fu comunque bruciata. A PAGINA 14 - A PAGINA 34 il commento di Lella Ravasi Il nodo della gestione dei circa 400 milioni di euro di debiti nei confronti del sistema bancario, l’aumento di capitale, gli esuberi di personale: è ancora in salita la trattativa tra Alitalia ed Etihad. Nel corso del consiglio di amministrazione di ieri dell’ex compagnia di bandiera, il vettore degli Emirati Arabi ha presentato un dossier sulle ragioni che l’hanno spinto a ritardare un’offerta. Un’eventuale apertura della compagnia di Abu Dhabi sulla questione debiti sarebbe subordinata alla condizione che l’iniezione di risorse sia destinata interamente a nuove iniziative. In altri termini, Etihad non intende figurare come una ciambella di salvataggio di Alitalia. Lo Stato e i segreti La scalata Stragi, le carte accessibili a tutti «Lo dovevamo alle vittime» Il botulino infiamma la Borsa Lanciata un’Opa miliardaria di VIRGINIA PICCOLILLO di MASSIMO GAGGI A PAGINA 11 A PAGINA 29 Fisco e controlli Lo Spesometro su 5 milioni di contribuenti di ISIDORO TROVATO I mprese, professionisti, commercianti e artigiani hanno comunicato ieri al Fisco le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese e ricevute. L’obbligo riguarda 5 milioni di partite Iva; da questo sono esclusi i contribuenti minimi, esonerati dall’invio. Gli effetti dello Spesometro si vedranno presto. A PAGINA 5 Baccaro, L. Salvia 2 Primo Piano Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il governo Le tensioni Voto di fiducia sul lavoro Ncd: sarà battaglia al Senato Salta la mediazione: duello tra alfaniani e sinistra pd Renzi: discussioni da campagna elettorale, ma serve l’ok ROMA — Il governo metterà la fiducia sul decreto legge sul lavoro, su cui si voterà a partire da giovedì. Decisione che ha fatto seguito a una tempestosa riunione di maggioranza, nella quale si sono scontrati il Partito democratico e il Nuovo Centrodestra. A nulla è valso il tentativo di mediazione del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Il Nuovo Centrodestra voterà la fiducia, ma annuncia battaglia al Senato, dove il testo approderà a pochi giorni dalle elezioni europee. E sul caso interviene il premier Matteo Renzi: «Sono questioni di dettagli, tipiche di un momento in cui si vuole fare campagna elettorale, ma noi vogliamo governare. Discutano quanto vogliano, ma si chiuda rapidamente l’accordo». Il testo del decreto era stato cambiato in commissione Lavoro, suscitando le proteste del Nuovo Centrodestra e di Scelta civica. Ieri, a poche ore dall’arrivo del testo in aula a Montecitorio, si è tenuto un Il confronto Si sono fronteggiati, tra gli altri, due ex ministri del Lavoro con passati molto diversi: Cesare Damiano (con Prodi) e Maurizio Sacconi (con Berlusconi) vertice per provare una mediazione. Si fronteggiavano, tra gli altri, due ex ministri del Lavoro con passati molto diversi: Cesare Damiano (con Romano Prodi) e Maurizio Sacconi (con Silvio Berlusconi). Quest’ultimo ha portato sul tavolo alcune proposte di modifica. Il testo passato in Commissione prevedeva, come sanzione nel caso in cui l’azienda non rispettasse il limite del 20 per cento di contratti a tempo determinato, la trasformazione delle eccedenze in contratto a tempo indeterminato. Sacconi ha chiesto che la sanzione fos- 279 se invece solo pecuniaria. Altra richiesta di modifica: la formazione dell’apprendistato, prevista inizialmente come pubblica (delle Regioni), in pubblica o privata, a scelta del datore di lavoro. A queste due richieste si è aggiunta quella di Andrea Romano, Scelta civica, con l’impegno ad adottare il contratto unico di inserimento a tutele progressive. La risposta del Pd, per bocca del capogruppo Roberto Speranza, è stata: se volete quelle tre modifiche, dovete anche accettare di far scendere da 5 a 4 il numero massimo dei contratti a i voti favorevoli ottenuti dall’esecutivo alla Camera dei deputati alla fiducia posta sul decreto «salva Roma» lo scorso 10 aprile. La votazione ha fatto registrare soltanto un contrario e un astenuto. La maggioranza può vantare a Montecitorio, tra gli altri, 293 deputati del Pd, 28 del Nuovo centrodestra, 27 di Scelta civica tempo determinato possibili in 36 mesi(erano già scesi da 8 a 5 in Commissione). Diverse le interpretazioni delle parti in campo. Secondo il Pd, il ministro Poletti avrebbe proposto che venissero adottate tutte e quattro le proposte, ottenendo il no di Sacconi. Bocciato dal Ncd anche un secondo tentativo di mediazione del ministro, quello di adottare solo la modifica delle sanzioni (proposta da Sacconi) e quella sul contratto unico (proposta da Romano). Per Sacconi è stato il Pd «a opporsi alla mediazione di Poletti». Ma Romano attacca: «Non è stato il Pd a dire di no a Poletti, a far saltare l’accordo sono stati la sinistra di Damiano e Sacconi. Anzi quando ho visto quest’ultimo mi sono preoccupato e ho capito che sarebbe stato difficile arrivare a una mediazione. È stato uno scontro ideologico e un anticipo di campagna elettorale». Damiano respinge l’accusa di un doppio Pd: «Gli emendamenti non sono della sinistra pd, sono stati votati da tutto il partito». «È stato un compromesso dentro il partito» conferma Speranza: «Il Pd è unito, non c’è nessuna ala estremista». Il capogruppo democratico è comunque ottimista: «Il grosso è fatto, le posizioni non sono poi così distanti. Un ulteriore sforzo e si arriverà a un’intesa». E lo stesso Poletti conferma: «Le distanze non sono incolmabili, ma bisogna fare in fretta». Critici i sindacati. Per la Cgil è stato «un errore la scelta del decreto». Per Luigi Angeletti (Uil), «bisognerebbe fare in modo che con i contratti a termine, i lavoratori guadagnassero di più che con i contratti a tempo indeterminato». E Luigi Bonanni (Cisl) attacca: «Quando la politica si intromette sui temi del lavoro fa solo pasticci ideologici». Preannunciano battaglia in Senato, le opposizioni, Forza Italia, Sel e Movimento 5 Stelle. Alessandro Trocino I nodi tra i partiti della maggioranza 1 2 Lavoratori a termine: Apprendistato il limite e le sanzioni e formazione Il testo sul lavoro passato in Commissione prevede che, nel caso un’azienda non rispetti il limite del 20% di contratti a tempo determinato sul totale dei lavoratori, la quota in eccesso sia assunta a tempo indeterminato. Ncd ha chiesto invece che la sanzione sia solo pecuniaria Tensioni nella maggioranza anche sull’apprendistato. Il decreto del governo prevedeva inizialmente che la formazione legata a questo tipo di contratto fosse in carico alle Regioni, quindi pubblica. Il Nuovo centrodestra ha chiesto che possa essere anche privata (a scelta del datore di lavoro) © RIPRODUZIONE RISERVATA Le misure Contratti e apprendistato Con il continuo tira e molla aziende senza certezze Incertezza Sulle proroghe continui cambiamenti nell’iter del decreto E lo scontro non è finito ROMA — La storia del decreto Poletti è tormentata fin dall’inizio. Il provvedimento fu approvato dal Consiglio dei ministri del 12 marzo. Ma finì in Gazzetta Ufficiale 8 giorni dopo, il 20. Nel comunicato del governo si spiegava che il decreto legge prevedeva l’aumento da 12 a 36 mesi della durata del contratto a termine libero, quello cioè per il quale le aziende non devono indicare la causale, il motivo per il quale lo fanno. Nel testo di entrata in Consiglio dei ministri non erano previsti limiti al numero di proroghe possibili per questo tipo di contratto. Immediatamente da sinistra, partiti e sindacati, si scagliarono contro la precarizzazione, facendo l’esempio di contratti settimanali, se non giornalieri, prorogabili all’infinito nell’arco dei 3 anni, tanto che qualche giorno dopo il governo precisò che nel testo finale del decreto era stato messo un limite alle proroghe: non più di 8. Il testo cancellava anche alcuni vincoli sull’apprendistato: l’obbligo di formazione anche fuori dall’azienda e di assumere parte degli apprendisti per prenderne altri. La liberalizzazione dei contratti a termine oltre i 12 mesi e la sburocratizzazione dell’apprendistato vanno incontro alle richieste delle imprese. E sembrano sostenute dai dati. Non più dell’1,5% dei contratti a termine stipulati in Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 L’arrivo in stazione Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ieri al suo arrivo in treno alla Stazione Termini di Roma, dopo aver trascorso la Pasqua con la sua famiglia a Pontassieve (Ansa) Il retroscena Da Alfano sms ai suoi: sono in aereo, evitate di fare cadere il governo Poletti si sfoga con Sacconi: avete ragione, cambieremo Ma ora si teme sul Jobs Act I renziani contro la «commissione cgil» a Montecitorio ROMA — Per ora l’unica cosa precaria è il testo del decreto sul lavoro, che il governo ha blindato alla Camera in attesa di cambiarlo al Senato. È il battesimo del «rottamatore» con i bizantinismi della politica, un’esperienza di cui Renzi avrebbe fatto volentieri a meno. Se non fosse che il premier ha la sua quota parte di responsabilità rispetto a quanto è accaduto ieri a Montecitorio, dove la maggioranza si è spaccata, costringendo infine Palazzo Chigi a porre la fiducia. L’irritazione del presidente del Consiglio per la piega che stavano prendendo gli eventi è cresciuta nell’arco della giornata, e poco è valso spiegare in corso d’opera ai suoi interlocutori che «così si sta danneggiando l’immagine del governo», o tentare in seguito di derubricare l’incidente, avvisando di non aver partecipato alla liturgia del vertice di maggioranza, perché impegnato con Delrio a preparare un vertice europeo sulla gestione dei fondi comunitari. Se ha deciso di farsi intervistare dal Tg1, La giornata a Montecitorio Democratici I deputati del Partito democratico Cesare Damiano e Gianni Cuperlo mentre si confrontano nell’aula della Camera durante l’esame del decreto Lavoro (Ansa) L’errore tattico Il governo si è reso conto dell’errore tattico di non aver trovato un compromesso prima di arrivare alla Camera 3 4 Il contratto unico a tutele crescenti Tempo determinato, il tetto massimo Alle richieste di Ncd si è aggiunta una proposta di Scelta civica. Andrea Romano ha chiesto che sia introdotto il contratto unico di inserimento con tutele progressive. Una misura di cui si parlava anche nei primi annunci sul Jobs Act. Il governo punta verso la semplificazione, ma per ora non al contratto unico In cambio delle modifiche, il Partito democratico, per bocca del capogruppo Speranza, ha chiesto di abbassare da 5 a 4 il numero massimo dei contratti a tempo determinato possibili in 36 mesi. Il limite era già sceso in Commissione: nella prima versione del testo si parlava di 8 possibili contratti un anno superano infatti i 12 mesi, segno che le aziende fanno ricorso quasi esclusivamente a quelli senza causale. Allungarne la durata fino a tre anni, dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, darà maggiori possibilità di essere assunti in pianta stabile, considerando che negli ultimi anni circa il 70% degli avviamenti al lavoro avviene col contratto a termine. Con l’apprendistato invece si realizza meno del 3% degli ingressi al lavoro. Anche qui, a sentire le aziende, per colpa dei troppi vincoli che scoraggiano questo tipo di contratto. Il decreto Poletti ha cominciato il suo iter parlamentare nella commissione Lavoro della Camera, presieduta dall’ex ministro Cesare Damiano, dell’ala sinistra del Pd, contraria a Matteo Renzi, ala che egemonizza la stessa commissione. Non è stato difficile quindi per Damiano far passare modifiche importanti, con via libera, va detto, dello stesso governo, che ha fatto buon viso a cattivo gioco. Modifiche continue che lasciano nell’incertezza le aziende. Le proroghe possibili del contratto a termine senza causale sono scese da 8 a 5, con la specifica è stato per parare il colpo e scaricare sulle forze della sua coalizione le «inutili forzature» e le «bandierine elettoralistiche». E non c’è dubbio che questi elementi abbiano influito nello scontro, ma le mosse di Renzi — quella politica e quella mediatica — sono state la conseguenza di un errore tattico, siccome la mediazione del governo andava fatta prima che il decreto arrivasse in Parlamento e non due ore prima che approdasse nell’Aula di Montecitorio. A quel punto la logica del muro contro muro ha preso il sopravvento, cristallizzando le distanze nella maggioranza emerse la settimana scorsa alla Camera in commissione Lavoro, che non a caso i renziani hanno ribattezzato «commissione Cgil»: in quella sede — forte dei numeri — la sinistra del Pd ha ribaltato lo schema del provvedimento, lanciando un messaggio a Renzi (e Poletti) che sul decreto aveva messo la faccia (e la firma). Ed è vero che il Nuovo centrodestra oggi dovrà votare la fiducia a un testo «indigesto», ma è altrettanto vero che gli alfaniani hanno sfruttato il colpo di mano della minoranza democratica per imbastirci un pezzo di campagna elettorale e prepararsi Pentastellati I banchi dei 5 Stelle: i deputati avevano chiesto di rinviare il testo del decreto Lavoro in Commissione, ma l’Aula ha respinto la richiesta con 22 voti di differenza (Ansa) Forzisti Renata Polverini e il capogruppo azzurro Renato Brunetta, che ha commentato la fiducia sul decreto: «Serve solo a rinviare al Senato modifiche che non si conoscono» (Benvegnù-Guaitoli) alla rivincita in Senato, dove i numeri giocano a loro vantaggio. Le versioni sul vertice sono contrastanti, ogni partecipante accusa l’altro di aver fatto saltare la trattativa. Ma è nota — e non da ieri — l’ostilità dell’ex ministro (di centrosinistra) Damiano verso l’attuale titolare del Welfare (anche lui di centrosinistra) Poletti. Meno noto è che Poletti nelle scorse settimane abbia più volte chiesto una mano a un altro ex ministro del Lavoro (però di centrodestra), Sacconi, affinché — con una serie di dichiarazioni — arginasse l’offensiva della sinistra democratica. E ieri, dopo il patatrac, Poletti — che è il padre della riforma — si è sfogato proprio con Sacconi: «Avete ragione, abbiamo ragione. Vorrà dire che cambieremo il testo al Senato». Nel frattempo, magari, a Palazzo Chigi si mediterà più approfonditamente se sia il caso di offrire a Damiano la prestigiosissima poltrona dell’Inail o addirittura quella dell’Inps. Una cosa è comunque certa, l’esecutivo non rischia nulla. Ce n’è traccia in un sms inviato da Alfano in mattinata ai capigruppo ncd, alla vigilia della riunione di maggioranza: «Sarò in aereo per un paio di ore, evitate nel frattempo di fare cadere il governo», aveva scritto per evitare sorprese. Risposta a stretto giro della De Girolamo: «#angelinostaisereno»... Insomma, più che nel Palazzo, è nel Paese che regna l’incertezza, perché è evidente che gli imprenditori non assumeranno forza lavoro prima della conversione in legge di un decreto dal testo ancora precario. Sono altri i problemi del premier. Uno è di immagine, dato che — per dirla con Sacconi — «Renzi non può fare annunci blairiani e poi accettare leggi jospiniane». L’altro è di strategia nell’azione in Parlamento. Quanto accaduto ieri sul decreto è rimediabile: al Senato il testo sarà modificato e tornerà poi alla Camera per una fiducia di ratifica. Ma se questo è l’antipasto, cosa accadrà sul Jobs act? Il capo del governo non potrà permettersi simili passi falsi. Perciò Guerini, vice segretario del Pd e braccio destro del premier nel partito, avvisa che sulla legge delega «sarà necessaria una riflessione seria»: «Si discuterà per cercare di migliorarne il testo, a patto però di non snaturarne il profilo». È un segnale lanciato a tutti, sebbene sembri indirizzato soprattutto alla minoranza democratica. Sarà un caso, ma per evitare le forche caudine della «commissione Cgil» a Montecitorio, l’esame del Jobs act inizierà a palazzo Madama, lì dove Renzi è invece minacciato su un’altra riforma: quella del Senato. Per la prima volta i grillini hanno deciso di far politica nel Palazzo, e pur di far saltare il banco tentano di saldarsi ai «dissidenti» del Pd e di Forza Italia sul testo «eretico» presentato dal democratico Chiti, contro cui ieri sera al Tg1 Renzi si è scagliato. Ma per ora il premier non dovrebbe aver problemi, dato che l’asse con Berlusconi regge: alla Camera la legge sul conflitto d’interessi è stata assegnata al forzista Sisto. AVVIAMENTI CON CONTRATTO DI LAVORO DIPENDENTE A TEMPO DETERMINATO SECONDO LA DURATA (IV trimestre 2013, in %) 43,5 35,3 Oltre i 12 mesi è necessario indicare la causale per il contratto a termine 19,9 COMPOSIZIONE DEGLI OCCUPATI DIPENDENTI PER TIPO DI CONTRATTO Tasso di stabilizzazione in12 mesi Incidenza sul totale degli 86,8 occupati dipendenti Da 4 a 12 mesi Oltre 1 anno 20,5 23,5 Tasso in uscita dal lavoro a termine verso la disoccupazione STORICO DELL’INCIDENZA DEL LAVORO A TERMINE SUGLI INGRESSI (in %) 43,2 41,6 40,4 40,2 44,4 43,6 36,3 1,3 Da 2 a 3 mesi INDICATORI DI MOBILITÀ DEL LAVORO A TEMPO DETERMINATO (in %) (Valori medi annuali, in %) 13,2 A TEMPO DETERMINATO A TEMPO INDETERMINATO Dato provvisorio 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Isfol che il tetto vale come limite massimo complessivo nei 36 mesi, anche se vi dovessero essere più contratti distinti fatti alla stessa persona, mentre prima in teoria le 8 proroghe si potevano intendere per ogni singolo contratto. Inoltre il testo uscito dalla commissione prevede che nel caso in cui l’azienda superi il li- In Senato Il ministro sta tentando una mediazione che potrebbe essere recepita in commissione Lavoro al Senato, a guida Ncd Francesco Verderami © RIPRODUZIONE RISERVATA I numeri Fino a 1 mese 3 mite di legge del 20% di contratti a termine sul totale dei dipendenti, scatti la sanzione dell’assunzione a tempo indeterminato. Infine, si rafforza il diritto di precedenza nelle assunzioni per le donne con contratto a termine in maternità. Sull’apprendistato viene reintrodotto un vincolo, ma più morbido, stabilendo che le aziende con più di 30 dipendenti possono prendere altri apprendisti solo dopo aver assunto il 20% dei precedenti, e si stabilisce nuovamente che accanto alla formazione aziendale ci debba essere anche quella pubblica. Queste modifiche sono osteggiate da Ncd, che chiede di tornare al testo origi- nario. Ieri Poletti ha tentato una mediazione. Ha proposto di attenuare la sanzione sui contratti a termine oltre il 20% dei dipendenti (multa anziché obbligo di assunzione), di rendere facoltativa la formazione pubblica e di rafforzare il richiamo alla necessità di introdurre il contratto di inserimento a tutele crescenti (che lo stesso governo propone, ma nel disegno di legge delega che accompagna il decreto). Damiano, però, ha chiesto di aggiungervi anche la riduzione da 5 a 4 del tetto alle proroghe e l’accordo è saltato. È probabile che al Senato, dove il presidente della commissione Lavoro è Maurizio Sacconi, anche lui ex ministro ma di Ncd e dove il Pd non è così forte, il testo recepisca i cambiamenti suggeriti da Poletti ieri. E venga approvato con la fiducia per poi tornare a Montecitorio per l’ultimo voto, anche qui con la fiducia. Fiducie necessarie per farcela a convertire il decreto prima che, il 19 maggio, decada. E per evitare ulteriori modifiche che metterebbero in crisi la maggioranza. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 Il governo Le tasse Lo spesometro vale per 5 milioni di contribuenti Il capo degli 007 Lampone: esame per 400 milioni di operazioni, la privacy sarà garantita Bonus di 80 euro Solo per il 2014 fino a 24 mila euro ROMA — È questione di ore la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto sul bonus da 80 euro per riuscire a mettere in moto per tempo l’adeguamento delle buste-paga. Ieri il premier ha confermato al Tg1 che i soldi «arriveranno a partire da maggio e per sempre». Quanto alle accuse di Forza Italia e M5Stelle, Renzi ha risposto: «Certi Soloni parlano di elemosina elettorale ma vorrei vedere loro campare con mille euro. Si poteva fare meglio? Può darsi ma loro stanno alle chiacchiere». Intanto nell’ultima versione del decreto legge approvato venerdì scorso, circolata ieri, vengono confermate le modifiche agli sgravi Irpef rispetto al testo entrato a Palazzo Chigi. Il bonus sarà pieno, 80 euro netti in più al mese, per tutti i lavoratori dipendenti che guadagnano tra gli 8 mila e i 24 mila euro lordi l’anno. Nella fascia di reddito compresa fra i 24 e i 26 mila si ridurrà al crescere del reddito ma la bozza certifica che questo avverrà in modo ancora più veloce rispetto a quanto previsto nei testi precedenti, in modo da rendere il meccanismo meno costoso. Mentre restano escluse le persone che guadagnano di meno 8 mila euro l’anno che non pagano l’Irpef (incapienti). Viene confermato anche che, almeno per il momento, il bonus si applica «per il solo periodo d’imposta 2014», rinviando l’estensione per il 2015 alla prossima legge di Stabilità. Il meccanismo sarà quello del credito d’imposta, con Stabilizzazione il datore di lavoro che anticipa al dipendente gli 80 Il rinnovo nel 2015 dipenderà dai contenuti euro recuperandoli su imposte e contributi previdella prossima denziali. legge di Stabilità Scorrendo la bozza, una piccola modifica riguarda le aliquote dell’Irap che nel 2015 dovrebbero essere fissate al 4,50% (e non 4,40) per le imprese concessionarie diverse da quelle autostradali e al 5,70% (non 5,60) per quelle di assicurazione. Nuovo anche il rinvio dell’incremento del prelievo fiscale sui prodotti da fumo dal 20 aprile al 15 luglio prossimo con effetto dal 1° agosto. Confermata la cancellazione dei tagli alla Sanità che ammontavano a 730 milioni nel 2014 e 1.300 nel 2015 sul Fondo nazionale. Mentre la Difesa contribuisce con 400 anziché 500 milioni. Del tutto assente l’articolo che imponeva la rivisitazione di tutte le agevolazioni alle imprese, soprattutto a autotrasporto e Ferrovie, che avrebbe dovuto valere più di un miliardo, interamente sostituito dal saldo in un anno anziché tre dell’imposta sulla rivalutazione dei beni d’impresa e dal riordino delle agevolazioni agricole. Infine pare saltato nell’articolato che riguarda il tetto da 240 mila euro ai compensi dei dirigenti della P. a. (valore della misura 40 milioni) il riferimento esplicito alla categoria dei magistrati, su cui pure Renzi ha molto insistito nella conferenza stampa. Un refuso? Antonella Baccaro Lorenzo Salvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Il termine ultimo è scaduto alla mezzanotte di ieri ma gli effetti dello spesometro li vedremo tra un po’ di tempo. Ieri imprese, professionisti, commercianti e artigiani hanno comunicato al fisco le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese e ricevute. L’obbligo, introdotto dal decreto legge 16/2012, riguarda potenzialmente più di 5 milioni di partite Iva; da questo dato vanno però esclusi i contribuenti minimi, che sono esonerati dall’invio. Numeri alla mano, a gennaio gli operatori coinvolti sono stati 4,9 milioni. Non è la prima volta che gli operatori si confrontano con questo strumento fiscale. Per questo è possibile fare qualche previsione sulla base dell’esperienza delle operazioni relative al 2012 . «Già entro il 31 gennaio gli operatori ci hanno comunicato i dati relativi alle fatture del 2012 emesse e ricevute senza limiti di importo oltre ai dati relativi alle operazioni sopra i 3.600 euro senza obbligo di fattura (cioè con emissione di scontrino o ricevuta fiscale) — spiega Salvatore Lampone, il capo degli 007 del Fisco — . In totale ci sono state comunicate circa 400 milioni di operazioni. Una mole importante di dati, che va ad arricchire il nostro patrimonio informativo e serve per effettuare e migliorare, insieme alle altre informazioni in nostro possesso, le nostre analisi di rischio evasione». Il dubbio (accompagnato da qualche ansia) è quello legato al modo in cui l’Agenzia delle entrate utilizzerà questi dati: «Si tratta di due blocchi differenti di informazioni— afferma Lampone —. I dati che riguardano le La scadenza Ieri la prima scadenza per professionisti, imprese e lavoratori autonomi soggetti a partita Iva operazioni tra operatori economici verranno incrociati con le altre informazioni disponibili nelle nostre banche dati. In questo modo effettueremo controlli più mirati sui volumi d’affari dichiarati dalle imprese». Lo spesometro però intercetterà anche gli acquisti fatti dai contribuenti che avranno speso da 3.600 euro in su. «In quel caso — precisa direttore centrale accertamento dell’Agenzia delle entrate — i dati andranno a integrare quelli in possesso dell’Agenzia anche ai fini della ricostruzione sintetica del reddito, ossia del redditometro. La cosa importante da sottolineare è che in ogni caso si tratta di dati che di per sé non comportano alcun controllo automatico, nel senso che si tratta di informazioni che, incrociate con le altre presenti in Anagrafe (possesso di immobili, auto, leasing, operazioni internazionali) vanno solo a supporto delle analisi di rischio». E la privacy? «I dati sono trattati attraverso particolari sistemi di elaborazione. L’accesso e il trattamento sono regolati da misure che consentono la consultazione a pochi addetti ai controlli, in possesso di una doppia chiave di accesso, previa autorizzazione, in maniera profilata e tracciata». Isidoro Trovato © RIPRODUZIONE RISERVATA Le misure del decreto Irpef DISEGNI DI FABIO SIRONI L’ultima bozza del decreto Niente bonus agli incapienti 1 Il bonus in busta paga di 80 euro netti riguarda i dipendenti che hanno un reddito lordo annuo tra 8 mila e 24 mila euro. Agli incapienti niente bonus Il taglio dell’Irap al 3,5% 2 Per il 2014 il governo ha previsto una riduzione dell’aliquota Irap dal 3,9% al 3,75%. Dal 2015 l’aliquota scenderà al 3,5% Le quote di Bankitalia 3 L’imposta sostitutiva che le banche devono pagare per la rivalutazione a bilancio delle quote che possiedono di Bankitalia passa dal 12 al 26% Rendite e conti al 26% 4 La tassazione sulle rendite finanziarie passa dal 20% al 26% e riguarda anche i conti correnti postali e bancari. Restano esclusi i titoli di Stato Il caso Dopo l’apertura di un centro commerciale a La Spezia nel giorno di Pasquetta COOP E CGIL, SINISTRA DIVISA DA DUE CULTURE DEL LAVORO Cgil e Lega Coop in Liguria sono arrivati ai ferri corti con tanto di scioperi, picchetti e contromosse padronali. Il casus belli era rappresentato dall’apertura del centro commerciale «Le Terrazze» anche il giorno di Pasquetta. La Coop la voleva fortemente mentre la Filcams-Cgil era nettamente contraria, in linea con le direttive del sindacato nazionale. Da qui la proclamazione dello sciopero dei dipendenti e la decisione della Coop di comandare al lavoro i capireparto del negozio di Sarzana e di paracadutarli in quel di La Spezia. Il risultato, almeno in apparenza, ha lasciato tutti sulle proprie posizioni: i sindacalisti hanno picchettato l’ingresso, lo sciopero è ampiamente riuscito ma il centro commerciale ha funzionato regolarmente e ha visto anche una buona frequentazione da parte dei consumatori. In attesa del Primo Maggio, giorno nel quale il copione potrebbe ripetersi vale però la pena riflettere sul caso di La Spezia perché insieme ad alcuni aspetti contingenti ne presenta altri di più lungo periodo. La querelle sull’apertura festiva dei negozi non riguarda solo le Coop bensì è un fronte aperto tra tutta la grande distribuzione e i sindacati. I toni dello scontro sono piuttosto concitati e mentre da parte degli imprenditori la discussione è limitata all’ambito delle convenienze di business, chi si oppone alle aperture chiama in causa va- lori più profondi come la coesione familiare e il valore religioso della festa. Messa così non se ne esce e infatti si procede tra scioperi e agitazioni senza trovare un terreno comune di riflessione e di negoziato. Il caso spezzino testimonia però anche altro ovvero come i conflitti nel campo della sinistra si stiano acuendo. I consumi ristagnano e la grande distribuzione fatica, la crisi del mattone spinge le imprese a ristrutturarsi, la logica del massimo ribasso crea condizioni di concorrenza sleale nella logistica e in ognuno di questi settori la Lega Coop si trova a fare i conti con una Cgil giudicata troppo rigida e oltranzista. Da parte sua il sindacato sospetta che le Coop si comportino ormai come la Confindustria e «usino il costo del lavoro come unica variabile economica» (parole di Susanna Camusso). La circostanza che vede al dicastero del Lavoro un ex Coop, Giuliano Poletti, per di più in un governo il cui premier ha dichiarato di voler ridurre il peso dei sindacati, rende tutto più ultimativo. Finora non c’è stato ancora un vero duello in diretta tra Poletti e Camusso ma ci siamo andati vicino. Lungo tutta la gestazione del decreto lavoro, in discussione ora in Parlamento, la Cgil ha accusato il ministro di voler estendere la precarietà. E al congresso di Firenze della Cgil Trasporto la segretaria della Cgil è andata anche oltre: ha attaccato duramente il ministro anche nella sua veste di ex presidente della Lega Coop, imputandogli rigidità tutte padronali nella stipula dei contratti di categoria e chiedendogli a muso duro di varare una nuova legge sulla cooperazione. Visto che quella che c’è non riesce ad arginare il fenomeno delle cosiddette cooperative spurie. Poletti per ora non ha replicato con gli stessi toni anche perché punta prioritariamente all’approvazione parlamentare del decreto e a Montecitorio in posizioni-chiave ci sono due ex esponenti della Cgil, Cesare Damiano e Guglielmo Epifani, il cui giudizio conta tantissimo. Dario Di Vico © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano italia: 51575551575557 Il governo Le riforme Boschi a «Vanity Fair» Il volto privato del ministro: sogno un compagno e 3 figli A Palazzo Madama 5 Stelle con i ribelli pd: sì al testo di Chiti Maria Elena Boschi, 33 anni, ieri alla Camera (Ansa): il ministro alle Riforme e ai Rapporti con il Parlamento oggi è sulla copertina di Vanity Fair, a cui ha concesso un’intervista: «Figli? Ne vorrei tre. A volte penso di essere già in grave ritardo. Desidero molto trovare un compagno. Sono single da un anno e la vita di coppia mi manca. Torno tardi dal lavoro, la casa è sempre vuota, sono lì da sola a bermi una tazza di latte e magari ho passato la giornata a discutere di emendamenti con uno dell’opposizione. Vorrei almeno trascorrere il tempo libero con qualcuno con cui sognare un futuro insieme». Oltre a parlare delle riforme del governo, Boschi risponde alle critiche ricevute: «Cerco di reagire col sorriso. Però se un attacco viene da una donna mi ferisce di più». E sulle adozioni alle coppie gay: «Niente in contrario in linea teorica, ma spesso si usa il tema per far saltare il tavolo della discussione sulla parità dei diritti». © RIPRODUZIONE RISERVATA «Con alcune correzioni lo sosterremo» Il «richiamo» Il M5S chiede che gli elettori possano sostituire un parlamentare a legislatura in corso L’asse trasversale Sull’eleggibilità dei futuri senatori si è formato un asse trasversale che va da Forza Italia a Sel come nella proposta del governo del nuovo Titolo V, e indebolire le funzioni di garanzia del Senato. Si rischia di impoverire la nostra democrazia». E ora la proposta di Chiti trova anche il favore del Movimento 5 Stelle: «Con una serie di miglioramenti, siamo pronti a sostenerlo», ha reso noto il capogruppo a Palazzo Madama, Maurizio Buccarella. Chiedendo però modifiche consistenti come «referendum propositivi senza quorum e l’istituto del recall, cioè la possibilità che gli elettori di un collegio sostituiscano un parlamentare in corso di legislatura, come avviene in California e altri stati Usa». Mentre Renzi dichiara di non rinunciare a paletti come Senato non elettivo, niente voto sul Bilancio, niente indennità, oltre a quello di Chiti altri 48 dei 52 disegni di legge presentati prevedono invece almeno l’elezione diretta dei futuri senatori. Su questo tema si è formato così un asse trasversale che va da Forza Italia (dove Lucio Malan ricorre a una nota citazione fantozziana per far sapere che non voterà il testo del governo) a Sel, e passando anche per alcuni componenti di Scelta civica. E anche il Nuovo centrodestra si associa: «Avevamo presentato un ddl precedente a quello dell’esecutivo in cui si superava l’attuale bicameralismo perfetto pur mantenendo un Senato elettivo», è la dichiarazione di Andrea Augello. Non che ci siano «fronde», ha aggiunto, però «secondo noi ci sono gli spazi per un miglioramento del testo». E alcuni senatori di FI starebbe facendo pressioni per un nuovo incontro chiarificatore Berlusconi-Renzi. Inoltre, stando a quanto affermato dal relatore di minoranza Roberto Calderoli (Lega Nord), ieri in Commissione l’unico intervento a sostegno del testo governativo sarebbe stato quello di Isabella De Monte, pd di fede renziana. Mentre, sempre dal Pd, Miguel Gotor è intervenuto dicendo che «l’esecutivo avrebbe fatto meglio a non porre questo paletto come condizione non negoziabile, per di più legandola alla presunta gratuità del Senato. Tanto più che sarebbe difficile spiegare all’opinione pubblica il fallimento dell’intero processo di riforma con l’argomento che non si è voluto un Senato elettivo, ossia che non si è voluto dare la parola al popolo... Anche se si mantenesse l’elezione diretta dei senatori, potrebbero essere garantiti i medesimi obiettivi di risparmio». E la presidente della commissione, Anna Finocchiaro (ancora Pd), prevedendo la definizione di un testo base per la prossima settimana, ha lanciato un appello: «La discussione è ricca e approfondita. Stressare i nostri lavori oggi con tensioni su tempi o modalità della discussione non mi sembra utile». R.R. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ex dc e l’elezione del sindaco De Mita e la corsa a Nusco «Ci sto pensando» «La razionalità mi dice di farlo ma poi...». Ciriaco De Mita parla così delle sua eventuale candidatura a sindaco di Nusco (Avellino), il borgo dell’Alta Irpinia dove l’ex segretario della Dc ed ex presidente del Consiglio è nato 86 anni fa. Il progetto di una sua corsa alle Amministrative, nato all’indomani di una pubblica assemblea in cui De Mita si era confrontato con i dirigenti locali del Pd, si proponeva di ricomporre lo storico dissidio che per decenni a Nusco ha visto contrapposti ex democristiani ed ex comunisti attraverso la costituzione di una fondazione in cui elaborare progetti per la crescita delle comunità dell’Alta Irpinia. Ora però il percorso sembra essersi incagliato proprio sulla eventuale candidatura a primo cittadino di De Mita. Giovanni Marino, dirigente del locale Pd e cugino di primo grado dell’ex premier, ha proposto un candidato condiviso ma l’Udc di Nusco non ha per il momento dato risposte. A pochi giorni dalla presentazione delle liste si profilano dunque due formazioni, una delle quali, civica, si contrapporrebbe a quella che potrebbe essere guidata da De Mita che però non ha ancora sciolto la riserva: «Sento forte l’idea di adoperarmi in prima persona per rimettere insieme la comunità dell’Alta Irpinia». © RIPRODUZIONE RISERVATA 148 52 esponenti dovrebbero formare il nuovo Senato, tra governatori, presidenti di Province autonome, sindaci di capoluogo, consiglieri regionali e altri primi cittadini scelti dai loro colleghi. Il Colle dovrebbe nominarne 21 i disegni di legge sulla riforma del Senato che sono stati presentati a Palazzo Madama: di questi, ben 49 prevedono l’elezione diretta dei membri. La discussione generale sui 52 ddl è iniziata ieri e dovrebbe chiudersi oggi marinayachting.it ROMA — È battaglia sempre più dura sulla riforma del Senato, che ieri è tornata in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama e sulla quale il presidente del Consiglio Matteo Renzi continua a volere il primo sì entro le prossime Europee: «Mi ci gioco la faccia. Alcuni senatori sono alla ricerca della visibilità, è comprensibile ma la politica è un’altra cosa». Rispondendo picche al ministro Maria Elena Boschi, Vannino Chiti non ha ritirato il proprio disegno di legge, che prevede fra l’altro l’elezione diretta dei senatori: «Servono equilibri fra le istituzioni e i poteri — ha spiegato il senatore del Pd —. Non si può avere per la Camera una legge ipermaggioritaria come è l’Italicum, competenze centralizzate, Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera L’intervista L’ex presidente della Camera: «Serve un equo rimborso spese» Violante: governatori e sindaci in Aula? Il Senato non può essere un dopo lavoro ROMA — Comincia dicendo che l’elezione diretta dei futuri nuovi senatori sarebbe un errore, perché sarebbe impossibile escluderli dal voto di fiducia al governo. Però poi Luciano Violante prosegue suggerendo parecchie modifiche per il disegno di legge sulla riforma del Senato presentato dal governo. A partire dalla necessità di introdurre un meccanismo di «bilanciamento rispetto alla Camera che sarà eletta con un siste- ma ultra-maggioritario». Con quale strumento? «Il Senato deve essere messo in grado di richiamare in tempi certi e definiti tutte le leggi approvate dalla Camera. Deve partecipare pienamente all’approvazione delle leggi costituzionali ed elettorali. Deve inoltre esercitare le funzioni che il Trattato europeo attribuisce a ciascuna camera nazionale ed è la sede giusta per la valutazione delle politiche pubbliche. Al Senato, inoltre, dovrebbe essere riconosciuto il potere di ricorrere preventivamente alla Corte Costituzionale, dopo l’approvazione di una legge e prima della sua promulgazione, come accade in Francia. C’è poi un eccessivo squilibrio numerico tra Camera e Senato. Il partito che vince, infatti, otterrebbe da solo un numero di deputati superiore al doppio di tutto il Senato. Uno squilibrio grave in occasione dell’elezione del presidente della Repubblica». Aumentare il numero «tout court»? «Quando i cittadini votano per i consigli regionali e comunali, potrebbero anche scegliere da un’apposita lista alcuni rappresentanti preposti esclusivamente all’elezione del capo dello Stato, qualora il mandato presidenziale scada entro il termine della legislatura regionale». E i 21 senatori nominati dal Quirinale? «Per l’integrazione di soggetti esterni e con competenze rilevanti in campo scientifico e umanistico, preferirei un meccanismo di cooptazione: i senatori eletti eleggerebbero a loro volta un certo numero di loro colleghi sulla base di brevi liste preparate da organismi come Cnr, Accademia dei Lincei, Conferenza dei Rettori». Il Senato potrebbe avere voce anche sulla legge di Bilancio? «Potrebbe richiamare tutte le leggi. La Camera avrebbe la parola definitiva, ma per le leggi di bilancio le obiezioni del Senato L’alternativa potrebbero essere superate solo con il voto della maggioranza Sarebbe meglio assoluta dei deputati». incaricare Ritiene che i nuovi senatori sarebbero in grado di ottempe- consiglieri regionali rare al doppio ruolo di parla- e comunali mentari e amministratori locali? «Il disegno del governo non propone un Senato dopo-lavoro. Perciò trovo difficile conciliare i ruoli di presidente di una grande Regione o di sindaco di una grande città con quello di senatore. Forse sarebbe meglio pensare a consiglieri regionali e comunali. Tanto più che sindaci e presidenti fanno già parte delle Conferenze Stato-Regione e Autonomie». Indennità sì, indennità no? «Non esiste un Senato i cui componenti non ricevano indennità. Serve almeno un equo rimborso spese». Dei 52 disegni di legge sulla riforma del Senato presentati a Palazzo Madama, 49 prevedono l’elezione diretta dei suoi membri. «Non condivido, ma la questione va affrontata. L’elezione diretta dovrebbe comportare la possibilità del voto di fiducia, ma a questo punto la riforma sarebbe inutile». La riforma del Senato potrà vedere la luce, in prima lettura, prima delle prossime Europee? «Mi auguro che si possa avere almeno l’approvazione della commissione Affari costituzionali. Ne va della nostra credibilità. Per questo il dialogo tra governo e gruppi parlamentari è indispensabile, senza pregiudizi per nessuno». ❜❜ Daria Gorodisky © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 italia: 51575551575557 BOLOGNA FIRENZE GENOVA LEGNANO MILANO PORTO CERVO ROMA TORINO MADRID TOKIO SEOUL 7 8 Primo Piano Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Al lavoro per la comunità I partiti Le sfide Campagna anti premier, la scelta di Berlusconi: è un veterosocialista Forse già oggi o domani i servizi sociali La polemica Storace sfida l’«alleato» Mastella «Iniziativa anti Mastella proposta da La Destra». Francesco Storace presenta così la sua partecipazione alla manifestazione di Forza Italia di martedì 29 a Napoli a sostegno di Enzo Rivellini, candidato alle Europee. «Occorre evitare l’elezione di Mastella», ha detto il leader della Destra, che ha da qualche settimana ritrovato l’intesa con il partito di Berlusconi. Storace ha messo nero su bianco il suo pensiero al riguardo nell’edizione di ieri del Giornale d’Italia online. E rivolgendosi al diretto interessato — candidato con Forza Italia nella circoscrizione dell’Italia meridionale — ha scritto: «Forse pensa che si tratti di uno scherzo, ma probabilmente ha capito male». L’ex governatore ha rincarato la dose: «Non me ne frega nulla che sia candidato con Forza Italia, il suo nome va comunque iscritto tra gli invotabili di questa competizione elettorale». Storace fa qualche nome dei candidati per cui si spenderà nella circoscrizione meridionale (Campania, Calabria, Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia). Ma il suo obiettivo — visto che alle elezioni europee del 25 maggio si esprimono le preferenze — è l’ex ministro della Giustizia: «Tutti tranne Mastella». Perché? Storace tira fuori un episodio di anni prima, che lo riguarda direttamente: «Il garantista per sé Mastella è stato forcaiolosissimo nei miei confronti, quando da ministro della Giustizia ci mise pochi minuti, anzi appena 48 ore, a mandarmi sotto inchiesta per la polemica con Napolitano». Storace ricorda che il 23 giugno sarà interrogato dal tribunale di Roma. «E poi, con una sentenza che per alcuni è gia scritta, rischierò una sanzione penale molto elevata», conclude il leader della Destra. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Potrebbe anche succedere oggi. O magari accadrà domani entro la mattinata, visto che nel primo pomeriggio viaggerà (forse in treno) alla volta di Roma, dove lo attende l’appuntamento col salotto di Bruno Vespa. Più difficile invece che succeda venerdì, anniversario della Liberazione. Sia come sia, prima del fine settimana probabilmente Silvio Berlusconi La figlia Barbara Berlusconi, in un’intervista di febbraio pubblicata ieri: non ci sentiamo sicuri in Italia varcherà per la prima volta i cancelli della Fondazione Sacra Famiglia. Di certo c’è che entro il 25 aprile l’ex premier, condannato in via definitiva per la sentenza Mediaset dello scorso agosto, dovrà firmare (davanti al responsabile dell’Ufficio dell’esecuzione penale esterna) il verbale delle prescrizioni stabilite dal Tribunale di sorveglianza. Sarà il primo «step» dell’esecuzione della pena principale a cui è stato condannato dopo la sentenza dello scorso agosto. E potrebbe plasticamente avvenire proprio lì, nel centro per anziani alle porte di Milano dov’è stato assegnato in prova ai servizi sociali. Ma mentre si prepara al primo impatto con la sua «nuova vita», l’ex Cavaliere rimane chiuso ad Arcore, dove sta mettendo a punto i tasselli di una campagna elettorale ormai pronta per partire. C’è un concetto spot, tra gli altri, che Berlusconi ha coniato insieme al suo consigliere politico Giovanni Toti e che potrebbe usare domani pomeriggio, quando registrerà la puntata di Porta a Porta. Ed è questo: «Renzi fa finta di essere un liberale. In realtà si sta dimostrando un veterosocialista». Perché, è il messaggio che Forza Italia ha intenzione di lanciare per bocca del suo leader, «il governo darà sì 80 euro a una piccola parte del Paese». Ma, è la subordinata berlusconiana, «si alzano le tasse sulla casa e vengono colpiti i risparmi delle famiglie a basso reddito». Il resto sarà condito dall’evergreen sull’«Europa che così com’è non va bene», in cui è diventato «difficile starci». Un’Europa, per dirla con Toti, «dove solo la Germania guadagna e tutti gli altri perdono». Chiunque l’abbia visto racconta di un Berlusconi motivato. Licia Ronzulli, che ha trascorso ad Arcore la giornata di Pasquetta, la mette 1 2 4 3 Ai servizi sociali 1) L’attore Christian Slater nel carcere di La Verne nel ‘98, condannato per aggressione come 2) il rapper Chris Brown, a Los Angeles nel 2013 (foto da splashnewsonline); 3) la top model Naomi Campbell, condannata per aver lanciato il cellulare alla sua domestica 4) il cantante Boy George, condannato per droga, entrambi ai servizi sociali a New York nel 2006 così, nei centoquaranta caratteri imposti da Twitter. «I sondaggi sono come le previsioni del tempo, non ci azzeccano mai. Berlusconi inizierà la sua campagna elettorale e Forza Italia volerà». Vero o meno che sia l’auspicio, resta il fatto che il «fu Cavaliere» si prepara a invadere tv pubbliche e private. Dopo la partecipazione al programma di Vespa, il calendario prevede interviste senza soluzione di continuità. Nel week-end sono previste quelle con Studio Aperto e Tg4. Poi, all’inizio della prossima settimana, che coinciderà con la manifestazione di apertura della campagna elettorale (a Roma), toccherà ai tg della Rai. C’è un piano talk show ancora da ultimare. Ma sono aperte trattative esplorative con Enrico Mentana e Lucia Annunziata, con Michele Santoro (l’ultima data utile è il primo maggio) e col programma che sostituirà Servizio Pubblico, condotto da Giulia Innocenzi. E in arrivo c’è anche una web-tv, «Tv della libertà», che partirà a brevissimo. La linea del Piave è fissata: attaccare Renzi sulla politica economi- ca, difendere le riforme, rimanere il più possibile lontano dall’attacco ai giudici. «Non ci sentiamo sicuri in Italia. Nostro padre è perseguitato da una giustizia faziosa», ha detto Barbara Berlusconi in un’intervista rilasciata a inizio febbraio all’edizione spagnola di Vanity Fair ma diffusa solo ieri. Segno che due mesi fa la terzogenita dell’ex premier stava davvero preparando il terreno per una discesa in campo? L’interrogativo rimane. Anzi, ritorna. Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA La strategia Le possibili ricadute sull’affidamento alle Europee: l’astensionismo è più diffuso in altre fasce di età La frontiera dei seniores per tenere alle urne po ma si giocherà questa carta: non sarà decisiva ma può agganciare un segmento della società». Non è solo una questione di numeri, ma del messaggio ormai differente che trasmettono Renzi e Berlusconi: «Basta dire — sorride il sociologo Domenico De Masi — che uno va nelle scuole una volta alla settimana e l’altro, sempre una volta alla settimana, sarà costretto ad andare all’ospizio». Ovvio, secondo De Masi, che le scelte (di Renzi) o la necessità (di Berlusconi) spingeranno i due leader a cercare «zone di elettorato diverse». Secondo De Masi, per esempio, «è chiarissima la volontà di Renzi di rivolgersi all’elettorato femminile». Allo stesso modo, sostiene, Berlusconi potrebbe privilegiare gli elettori «di una certa età e, al di là di come la pensi io, come sociologo sono contento: donne e anziani sono stati a lungo marginalizza- A Forza Italia 3 voti su dieci over 65 De Rita: la linea dell’ex premier può mantenere il suo orto elettorale MILANO — Un anno fa, parlando in una casa di riposo vicino a Bergamo, Berlusconi disse: «Ho portato le mie cose, se mi volete resto qui con voi». Applausi, sorrisi e una naturale empatia con gli ospiti. Il contesto ora è diverso — il servizio sociale da prestare una volta alla settimana nella struttura di Cesano Boscone— ma la pena potrebbe trasformarsi in un’occasione per rinsaldare la sintonia di Forza Italia con l’elettorato più anziano. Per tutti i partiti la platea di potenziali elettori dai 65 anni in poi si allarga costantemente: i dati dell’Istat del 2012 dicono che la popolazione in quella fascia è passata, in dieci anni, dal 18,7% a quasi il 21% del totale. Si può poi supporre che, per ragioni storiche e di formazione personale, gli anziani anche alle prossime Europee voteranno un po’ di più rispetto ad altre età dove, dicono i sondaggi, l’astensionismo rischia di aumentare. Tutto questo può diventare per il leader di Forza Italia una strategia politica? «L’elettorato ormai è una marmellata — risponde il presidente del Censis Giuseppe De Rita — i vecchi insediamenti territoriali non valgono più e nemmeno le differenze di voto per età hanno grande significato: se quella di Berlusconi verso gli anziani è una strategia, è comunque difensiva, per mantenere un proprio orto elettorale». Forza Italia raccoglie nella fascia di età oltre i 65 anni la parte maggiore dei suoi consensi ed è, secondo le ultime rilevazioni sulle intenzioni di voto dell’istituto di ricerche Ipsos (illustrate nel grafico) il secondo partito dietro al Pd solo quando l’asticella dell’età si alza (con il 29% tra chi ha più di 65 anni). Fino ai 54 invece, gli azzurri sarebbero terzi, dietro anche al Movimento Cinque Stelle. «Ma Berlusconi vince — sostiene De Rita — solo quando parla alla società intera, come quando lanciò l’abolizione dell’Ici o dell’Imu: una casa più o meno ce l’hanno tutti e un grande partito prevale se le sue proposte hanno una dimensione collettiva». Il presidente del Censis è comunque incuriosito da quello che potrebbe accadere nei prossimi giorni: «Ha pochissimo tem- ti: se però a queste attenzioni non si accompagnano le scelte, questi corteggiamenti improvvisi non sono credibili: sono furbizie della politica, populismi». Il consenso per Berlusconi tra gli elettori più anziani non è una novità per i sondaggisti: «Anche vent’anni fa era così — ricorda Nicola Piepoli — e un fattore determinante fu, allora, la televisione commerciale». «Si può dire — aggiunge Roberto Weber dell’istituto di ricerche Ixè — che i telespettatori delle sue tv siano invecchiati insieme a lui». Il presidente di Tecné Carlo Buttaroni avanza un ulteriore elemento: «Ci sono ormai vaste masse di elettorato fluttuante — Grillo, per esempio, un giorno ha un cifra e il giorno dopo un’altra —. In questo contesto gli anziani hanno un comportamento elettorale più stabile e, tutto sommato, sono stati travolti di *2008,9, 13 – i dati si riferiscono al Popolo della Libertà Per le Politiche i dati sono relativi alla Camera L’analisi Andamento Forza Italia Politiche 30,6 37,4* Europee 21 20,6 21,6* 25,2 20,9 1994 1996 1999 2001 2004 2006 2008 2009 2013 Il voto tra gli over 65 1,4% Sinistra totale 1,4% Sc. Civ 2% Sel 3,6% Ncd 6,1% Lega 6,3% M5S 7,3% 29,2% 43,8% FI Pdl Altri Gli elettori azzurri nelle diverse fasce di età 16,4% 20,1% 18,9% 22,1% 24,7% 29,2% 18-24 anni 25-34 35-44 45-54 55-54 65 e più Fonte: Dati Ipsos relativi a rilevazioni di fine marzo sulle intenzioni di voto I sondaggi «Ci sono masse di elettorato fluttuante, il voto degli anziani è più stabile: per Berlusconi può essere un vantaggio» 23,7 20% 1994 35,3* 29,4 meno dalla crisi rispetto ad altre classi anagrafiche, più arrabbiate: mantenere i propri elettori anziani per Berlusconi sarebbe già un vantaggio». I sociologi guardano la stessa questione da un altro punto di vista: «Poiché la classica divisione in classi per interpretare la società non funziona più e nemmeno esiste in Italia una vera questione religiosa — argomenta Mauro Magatti docente di Sociologia alla Cattolica di Milano — la politica attraverso il discorso sulle età cerca una strada per parlare ai gruppi e non solo ai singoli: è un lavoro che ha senso». A definire un anziano, secondo Magatti, «concorrono alcuni fattori: la condizione di pensionato e l’attenzione a temi specifici, come la sanità o la sicurezza». La sicurezza, appunto, è stata per anni una cassaforte per il consenso del centrodestra. Ora però il leader di Forza Italia, con il servizio CORRIERE DELLA SERA sociale a Cesano Boscone, pensa di rivolgersi agli anziani come gruppo sociale: «Può funzionare — osserva Domenico De Masi — la società ha un senso di colpa perché non si occupa a sufficienza dei vecchi e i sensi di colpa sono un ottimo campo per il marketing politico. Ma sugli anziani —conclude — c’è un equivoco enorme, come se tutti lo diventassimo allo scoccare del 65esimo anno: e chi l’ha deciso? Quella è un’età molto fertile, attiva, e la politica, per parlare a quella fascia, farebbe meglio ad aggiornare i suoi parametri». Massimo Rebotti © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 # Il caso Azzurri e 5 Stelle contro la partecipazione a sei giorni dal voto Il gadget Partita del cuore per Emergency Renzi non sarà in campo Cecilia Strada: ho chiesto che la politica resti fuori MILANO — «Ma che mi frega? Che ne so? Mi sto occupando di tutt’altro». Gino Strada risponde dal Sudan. Sbrigativo. E lontano, lontanissimo dalla politica politicante. Alla fine, in serata, sembra chiaro che il presidente del Consiglio Matteo Renzi non parteciperà alla Partita del cuore contro la Nazionale cantanti. Perché lui si è rimesso alla decisione di Emergency. E l’associazione di medici di guerra ha chiesto alla politica, attraverso la presidente Cecilia Strada, il passo indietro. Ma intanto, il caso era già montato. La partita a cui avrebbe dovuto partecipare il premier si svolgerà infatti il 19 maggio a Firenze con trasmissione da parte della Rai. A sei giorni dall’Election day che vedrà i cittadini al voto per le Europee e i fiorentini alle urne per il successore di Renzi: Dario Nardella, che definire fedelissimo del capo del governo è poco. E così, ecco Maurizio Gasparri (Forza Italia) mettere nero su bianco L’assedio mediatico L’ex Cavaliere e quelle popstar ai servizi sociali Affidamento ai servizi sociali. All’estero è una pratica diffusa e se la stampa se ne occupa è perché vi è incappata una qualche stella della musica, del cinema o dello sport, che, per risarcire la società dell’errore commesso, deve dedicare alla comunità ore di lavoro socialmente utile. È accaduto alle celebrità nelle foto in alto e a tanti altri, dall’attrice Lindsay Lohan (recidiva) all’attaccante della Juventus Carlos Tevez, che spazzò le strade in Inghilterra dopo essere stato fermato con la patente scaduta. I lavori socialmente utili dei politici, in seguito a condanne, hanno generalmente una eco più discreta. In Italia ci sono stati i casi nella Prima Repubblica: tra i più noti quello dell’ex segretario dc Arnaldo Forlani, condannato nel processo per le tangenti Enimont, che prestò servizio alla Caritas, o dell’ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, condannato per finanziamento illecito ai partiti, che fu assegnato a una comunità di accoglienza. Casi comunque diversi da quello di Silvio Berlusconi: allora si trattava di politici ormai fuori gioco, senza più ruoli. Il presidente di Forza Italia è invece un leader che farà almeno in parte la campagna elettorale, con il proprio nome che ancora campeggia nel simbolo del partito. Anche per questa ragione il primo giorno del servizio sociale di Berlusconi a Cesano Boscone avrà probabilmente la stessa attenzione mediatica che, all’estero, si riserva ad attori e cantanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il fondatore Gino Strada: «A me la cosa non scandalizza, anzi, l’attenzione delle istituzioni mi fa piacere» un’interpellanza al governo e il direttore di Rai1 Giancarlo Leone spiegare di essere in attesa di conoscere ufficialmente la «composizione delle squadre in campo» per non incorrere nei rigori della «pervasiva normativa sulla par condicio». Mentre il Movimento 5 Stelle, attraverso il presidente della commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico, ritiene «inammissibile» che — con Renzi in campo — la partita possa essere trasmessa dal servizio pubblico. In ogni caso, che il premier giochi o non giochi alla Partita del cuore non sembra colpire molto il fondatore dell’associazione di medici di guerra: «A me interessa una cosa sola: dopo vent’anni di attività di Emergency, la nazionale cantanti ci ha proposto questa partita per raccogliere fondi e pubblicizzare le attività dell’associazione». All’Huffington Post, Gino Strada dice che sarebbe «una follia dire che Renzi non possa giocare la Partita del cuore, d’altronde ha già partecipato gli anni scorsi». Con il Corriere, è appena un po’ meno netto: «A me la cosa non scandalizza particolarmente. Anzi: un segno di attenzione da parte delle istituzioni non può che farmi piacere, visto che in passato siamo stati oggetto di Le formazioni Il premier si rimette alla scelta dell’associazione La presidente: ho dato le formazioni, senza politici Allo stadio per beneficenza Dall’alto: Massimo D’Alema e Sergio Cofferati alla Partita del cuore nel ‘96; Enrico Letta e Maurizio Lupi nel 2011; Francesco Boccia con la Nazionale parlamentari (Olycom) ostilità e magari pure di boicottaggio... ». Però, la partecipazione del premier mette in difficoltà l’associazione per le cure alle vittime delle zone di guerra. Volontari spesso pochissimo propensi a fare sconti alla politica, ivi inclusa quella della nuova sinistra di governo. E così, i social network sono pieni di proteste contro quello che in parecchi interpretano come un inatteso endorsement all’esecutivo e al suo (atletico?) presidente. La palla passa a Cecilia Strada, figlia del carismatico Gino nonché presidente di Emergency. Lei è assai più presente in Italia del genitore sempre lontano. E forse più sensibile al sentire di un volontariato che vuole restare lontano dalla politica. E così, dopo una giornata complicata, spiega che l’associazione preferirebbe «che i politici non scendessero in campo». Intorno alla guida di Emergency c’è chi racconta che il premier si sarebbe fatto vivo già due volte con l’associazione, garantendo che, se la cosa creasse problemi, lui sarebbe pronto a non scendere in campo. Ad ogni modo, Cecilia Strada sembra aver dato ascolto alle perplessità d e i vo l o n ta r i : «Vogliamo davvero ringraziare il gesto del presidente del Consiglio, che abbiamo interpretato come un segno di attenzione non scontato. Ma, appunto, è meglio se la partita rimane lontana dalla politica». Dallo staff di Renzi si fa presente che nonostante l’oggi premier abbia già giocato alle partite di Parma e Torino, il capo del governo si rimetterà alle decisioni di Emergency: «Tutto si vuole tranne che risultare inopportuni». E così, alla fine, Renzi rinuncia a scendere in campo con Roberto Baggio, Giancarlo Antognoni e Gabriel Batistuta. Spiega ancora Cecilia Strada: «Abbiamo consegnato le formazioni alla Rai e dentro non ci sono nomi delle istituzioni o di esponenti politici: ora potremo parlare soltanto del nostro lavoro». Marco Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il commento PIÙ DELLA FRETTA DI PALAZZO CHIGI POTÉ LA PAURA SEGUE DALLA PRIMA Si tratta di uno dei casi più eclatanti nei quali l’esigenza di velocità propugnata da Palazzo Chigi prevale a scapito della chiarezza. L’imperativo renziano «avanti come un treno» non sarà smentito, anzi riceverà un’altra celebrazione. Il ricorso alla questione di fiducia, tuttavia, segnala i rischi politici di questa fretta strategica. Dice che altrimenti il governo non riuscirebbe a tenere unita la propria coalizione. E non tanto per i capricci di Angelino Alfano. L’episodio ripropone piuttosto il rapporto irrisolto tra Matteo Renzi e la sinistra del «suo» Pd, in minoranza nel partito ma non nel sindacato e in Parlamento, dove conta e pesa. Le modifiche apportate al decreto in commissione sono una vittoria degli avversari interni del premier, e dunque un elemento di riflessione non solo per gli alleati: un’inquietudine che per il Ncd è accentuata dal timore di un insuccesso alle europee di fine maggio. Alfano è in una posizione scomoda. Si ritrova schiacciato dall’asse istituzionale tra il premier e Forza Italia. Soffre per l’immagine di comparsa in quello che viene percepito, a torto o a ragione, come una sorta di «monocolore Renzi». E deve fare i conti con un Silvio Berlusconi che da una parte ipoteca e appoggia l’agenda del governo; dall’altra se ne distanzia sempre più in materia economica. Per questo è costretto ad alzare la voce e a non cedere alle pressioni per un accordo immediato. Il decreto sul lavoro è considerato un precedente e un segnale d’allarme da non sottovalutare. L’aspetto «tecnico», e cioè la ne- Il voto La velocità renziana non sarà smentita: ma il ricorso alla fiducia sul decreto lavoro segnala diversi rischi politici cessità di approvare il provvedimento prima del 20 maggio, giorno in cui decadrebbe, va rispettato; non sopravvalutato, però. L’impressione è che il Pd abbia in realtà imposto la sua visione anche all’esecutivo, con uno sguardo alle urne europee e all’elettorato; e che sul pericolo di mostrarsi a corto di numeri parlamentari, «senza maggioranza», come dicono le opposizioni, abbia prevalso la volontà di fotografare i rapporti di forza emersi a Montecitorio. La convinzione di Renzi è che tanto alla fine le resistenze saranno superate in nome del realismo. Probabilmente la sua è un’analisi corretta: almeno fino al voto eu- ropeo. Esiste una tregua di fatto nella coalizione, che tende a considerare le contraddizioni comunque superabili pur di garantire la stabilità. Bisogna vedere, però, se gli ostacoli accantonati oggi non siano destinati a riemergere di colpo dopo l’appuntamento di fine maggio; e ad avvolgere e imprigionare tutta l’impalcatura riformista costruita dal premier. Il fatto che il decreto sul lavoro debba andare al Senato, e lì possa essere modificato, dà argomenti ai fautori della fine del bicameralismo. Ma in questo caso, forse, non li ha dati solo a loro. Massimo Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA Mussolini e la cintura luminosa «Bisogna adeguarsi ai tempi...», ha spiegato con ironia Alessandra Mussolini, senatrice azzurra candidata alle elezioni europee del 25 maggio, mostrando ieri un nuovo gadget scovato per la sua campagna elettorale: una cintura che ha per fibbia un piccolo display luminoso — a led, con carattere blu — sul quale scorre senza sosta la scritta Forza Italia. La parlamentare ieri ha fatto sfoggio in televisione di quest’ultima novità per la campagna elettorale, mentre veniva intervistata nello studio di SkyTg24. Dopo averla indossata in vita, la candidata di Forza Italia alle Europee — nella circoscrizione del Centro Italia — l’ha portata anche intorno al collo (nella foto). © RIPRODUZIONE RISERVATA «Servizio pubblico» Santoro: Silvio da me? Possibile Il nuovo duello tv potrebbe ripetersi a un anno di distanza. Michele Santoro e Silvio Berlusconi di nuovo insieme in uno studio televisivo, durante la campagna elettorale per le Europee. «Al momento non è calendarizzata una presenza di Silvio Berlusconi a Servizio Pubblico. Non ci sono ancora stati i contatti necessari ma chiaramente non lo escludo affatto — ha detto il giornalista —. Tra l’altro a breve annunceremo delle novità nella nostra programmazione per la campagna elettorale, con l’arrivo del programma di Giulia Innocenzi, e quella magari sarà la sede per dire di più». Lo scorso anno la puntata di Servizio Pubblico con l’ex premier ospite fece segnare un record con 8.670.000 spettatori, pari al 33,58% di share. «No, un ascolto così alto non me lo aspettavo», aveva commentato il giorno dopo il leader di Forza Italia, durante la registrazione di Telecamere. Berlusconi aveva spiegato: «Ieri arrivando da Santoro gli ho detto: questa sera lei fa il record. Ma degli ascolti così proprio non me li aspettavo». © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 I partiti Il caso «Insulti e violenza fisica, il Parlamento mi ha scosso Ho pensato di lasciare» Bombassei: c’è ancora bisogno di Scelta civica Il premier sterilizzi il potere di ricatto della Cgil ROMA — Non ha fatto salti di gioia quando Renzi è approdato a Palazzo Chigi, lo stile del presidente del Consiglio non lo convince, eppure spera che Renzi la sua scommessa la vinca: «È scaltro, mi lascia ancora un pò perplesso, ma se riuscisse a sterilizzare il potere di ricatto della Cgil e a restituirci un sindacato “tedesco” allora avrebbe fatto un miracolo, e questo Paese un enorme passo avanti». Alberto Bombassei, classe 1940, è un imprenditore prestato alla politica. Proprietario della Brembo (sistemi frenanti per auto e moto, stabilimenti in 35 Paesi, oltre un miliardo e mezzo di fatturato), è stato eletto con Scelta civica, ne è diventato presidente dopo le dimissioni di Mario Monti, ora è soltanto un deputato: «Credo ancora nel progetto, ma non ho più il tempo di seguire da vicino la vita del partito, do il mio contributo a Montecitorio». In realtà da Scelta civica si è allontanato lasciando la presidenza dopo appena cinque mesi, ma di questo non ha voglia di parlare. I «personalismi» del partito sono un argomento che si è lasciato alle spalle. Ex vicepresidente di Confindustria (è stato ad un passo da vincere la corsa contro Squinzi), Bombassei gira oggi per i corridoi del Transatlantico ancora con l’aria del novizio e con qualche disagio. Perché disagio? «Durante le giornate convulse dell’“assalto” alla Boldrini un ragazzo del Movimento 5 Stelle mi ha insultato saltando sul banco. Mi ha detto “taci tu che sei qui a difendere gli interessi di quelli come te!” Ne sono uscito scosso. Ho fatto trattative difficili e incontri duri ma uno così, quasi fisicamente violento e dentro il Parlamento, mi è sembrato fosse troppo per me. Ho riflettuto se lasciare tutto o rilanciare. Ho pensato che quella fosse l’espressione della cultura prevalente del Paese: in Italia gli imprenditori o sono eroi o malfattori». ❜❜ Eroi o malfattori Non scappo. In Italia gli imprenditori sono eroi o malfattori: voglio cambiare questa percezione È ancora qui, ha deciso di restare. «Voglio cambiare in Parlamento e nel Paese la percezione del ruolo dell’industria e degli imprenditori. Non sono di quelli che scappano. Ho una media di presenze al voto del 25%, so che è poco, ma cerco di esserci nei momenti fondamentali e di partecipare il più possibile ai lavori della commissione di cui faccio parte». Eppure resta deluso dall’esperienza politica, perché? «Sì, se la valuto dalla capacità di incidere del Parlamento. Sono testardo e non ci credevo, e ho dovuto toccare con mano quanto sia difficile. No, se penso che oggi ho più strumenti per dare meglio il mio piccolo contributo, è evidente che il sistema non funziona, tutti dobbiamo cercare degli anticorpi». Non solo i grillini, in tanti guardano voi imprenditori come classe che si è fatta solo i fatti propri. «C’è gente che ci guarda come eroi, quelli che nella crisi si indebitano per non licenziare i dipendenti. E c’è chi ci giudica malfattori, ritenendo che pensiamo solo alla nostra ricchezza. Mai veniamo considerati per quello che siamo nella stragrande maggioranza Chi è La carriera Alberto Bombassei, vicentino, classe 1940, imprenditore e dirigente d’azienda, ex vicepresidente per le relazioni industriali, gli affari sociali e la previdenza della Confindustria, è stato eletto alla Camera lo scorso febbraio con il partito di Mario Monti, Scelta civica dei casi: una risorsa, un fondamentale tassello dello sviluppo del Paese. C’è ancora una diffusa cultura antimprenditoriale che ad esempio anche nella cattolicissima Spagna non esiste più». Che classe politica ha trovato in Parlamento? «Beh, se tra gli imprenditori qualche eroe, voi dei media, lo trovate ancora, per i politici la situazione è peggiore. Non esagero se dico che sono considerati tutti, o quasi, malfattori! È ovvio che non è così, lo posso testimoniare da dentro. C’è tanta qualità che fatica ad affermarsi. Ma sono fiducioso che quanto sta succedendo ci possa davvero portare a una nuova fase». A Bergamo, dunque a casa sua, Scelta civica ha preso il 20%. Ora rischia di restare fuori dal Parlamento europeo. Cosa è successo? «Io credo che per Scelta civica nel concetto montiano del termine ci sia ancora spazio. Siamo quelli del riformismo liberale e radicale. In Italia c’è bisogno di un partito come il nostro. Portiamo avanti un dna politico che Renzi fatica a perseguire per il potere di ricatto della Cgil, spero che dia un bello scossone allo status quo, alla cultura corporativa e al populismo antieuro e antisistema. Se ci riesce avremo un Pd davvero socialdemocratico». Con Monti Alberto Bombassei e Mario Monti a Roma lo scorso 17 gennaio, sul palco per l’assemblea nazionale di Scelta civica (Blow-up) Marco Galluzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA Colpito da un aneurisma all’aorta Pannella operato d’urgenza È in prognosi riservata La solidarietà di Napolitano ROMA — «Ciao Rita, oggi chiudi tu il partito. Io vado a casa, mi sento un po’ sfasato». Non erano nemmeno le nove, lunedì sera quando Marco Pannella ha lasciato la sede del suo partito, il partito Radicale. Non succede, di solito. Di solito è lui, il comandante, che ogni giorno abbandona la nave per ultimo, subito dopo la segretaria Rita Bernardini, quando ormai la sera lascia il posto alla notte. Ma la sera di Pasquetta Pannella non ha fatto in tempo a tornare a casa. Una telefonata, laconica: «Rita, sto male». Non è uno che si lamenta, Pannella. Rita Bernardini non ha esitato. Non c’era da esitare. E la tappa alla clinica della Mercede è servita soltanto per una diagnosi veloce: Marco Pannella aveva bisogno di un’operaz i o n e , u r g e n t e . Av e v a un’aneurisma all’aorta addominale. C’era soltanto da sbrigarsi. La corsa nella notte fa approdare il leader radicale al Policlinico Gemelli, quello dove vengono ricoverati i papi. Quello dove opera il chirurgo vascolare Francesco Snider, compagno di classe di Mario Draghi e Luca Cordero di Montezemolo, ma, soprattutto, compagno di classe di Paolo Vigevano, il fondatore di Radio radicale. Una ri-protesizzazione aortica, un by pass femorale: non è la prima volta che Marco Pannella finisce sotto ai ferri per questioni di simi- Il leader radicale In politica Marco Pannella, classe 1930, nel ‘55 è tra i fondatori del Partito radicale. Deputato ed europarlamentare di lungo corso, con i metodi della lotta politica nonviolenta, come lo sciopero della fame e della sete, è protagonista di tante battaglie civili: dal divorzio all’aborto, dall’eutanasia all’antiproibizionismo, fino al sovraffollamento delle carceri (nella foto LaPresse al sit-in dello scorso marzo a Roma per amnistia e indulto) le importanza. Nel 1998 di by-pass ne aveva avuti quattro, un’operazione al cuore dopo una crisi ischemica, una fragilità vascolare a livello cerebrale e cardiaco. Una vita spericolata, fatta di troppe sigarette, e digiuni che non si contano più. Una vita che dal 1998 ad oggi ha continuato ad essere spericolata. E ora che al traguardo degli 84 anni Marco Pannella ha subito questa delicata operazione, il dilemma dei medici del Gemelli rimane: che fare? Di norma, si attendono 48 ore per sciogliere la prognosi ma — secondo fonti mediche — il quadro clinico lascia ben sperare. Un paziente «tradi- Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 Le misure La scelta Alla scrivania Il premier Matteo Renzi a Palazzo Chigi mentre firma il decreto: una foto postata sui vari social network Pubblici gli atti sulle stragi «Un dovere verso le vittime» Renzi firma e twitta la direttiva. Grillo: bluff mediatico Il provvedimento I fatti di sangue Con il decreto firmato ieri, il governo toglie il riserbo sugli atti relativi ai fatti di Ustica (‘80), Peteano (‘72), Italicus (‘74), Piazza Fontana (‘69), Piazza della Loggia (‘74), Gioia Tauro (‘70), stazione di Bologna (‘80, foto in basso) e Rapido 904 (‘84) L’Archivio di Stato I documenti, dal più antico al più recente, verranno versati dalle varie amministrazioni all’Archivio di Stato superando l’ostacolo posto dal limite minimo dei 40 anni previsti dalla legge ROMA — Firmato e twittato. «Abbiamo “declassificato” i documenti su alcune delle pagine più oscure della storia italiana». Così Matteo Renzi ha annunciato ieri l’avvio della sua «glasnost»: una direttiva che toglie il riserbo sugli atti relativi alle stragi di Ustica, di Peteano, dell’Italicus, di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, di Gioia Tauro, della stazione di Bologna e del Rapido 904. Non è la chiave di volta per risolvere i misteri d’Italia. Il segreto di Stato sulle stragi non c’è. E queste pagine sono già state a disposizione delle procure e delle commissioni d’inchiesta. Ma fare in modo che il cittadino possa avere accesso, in anticipo, a carte riservate sulla storia delle stragi è La crisi in Regione zionale» rimarrebbe ancora tutta la giornata di oggi in terapia intensiva, poi un paio di giorni di reparto. Ma lui rispetterà le indicazioni dei medici ? Ad occuparsi della salute dello storico combattente radicale sono stati in tantissimi fra gli uomini politici, ma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto di più: ha telefonato ai medici del Policlinico Gemelli e ha chiesto direttamente informazioni sullo stato di salute di Pannella. Poi ha contattato anche Rita Bernardini e le ha affidato «l’espressione della sua affettuosa solidarietà all’amico Marco». Su Twitter è girato l’hashtag #ForzaMarco, lanciato dalla presidente dei Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, seguita a ruota da messaggi trasversali di Pier Ferdinando Casini, Maurizio Gasparri, Debora Serracchiani e il segretario della Lega Matteo Salvini. Un solo grido: «Forza Marco». Una sola incitazione: «Non mollare». Non molla Marco Pannella. Sveglio e senza tubi nel naso dentro il reparto di terapia intensiva anche se, come vuole la prassi, la prognosi per lui rimane riservata. La prudenza è soprattutto per un uomo che ha fatto della battaglia attraverso il fisico la sua battaglia non violenta, che è partita negli anni Settanta per l’affermazione di diritti civili come aborto e divorzio e approdata al ventunesimo secolo con un tema ricorrente: la condizione delle carceri. Anche lunedì sera l’appello di Pannella era stato proprio per l’indulto. Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA Valle d’Aosta azzerata la giunta Giunta azzerata e crisi politica più che mai aperta in Valle d’Aosta. Ieri tutti e otto gli assessori hanno presentato le dimissioni: in carica rimane solo il presidente Augusto Rollandin. La giornata di ieri è l’esito di una vicenda iniziata lo scorso 26 marzo, quando il Consiglio regionale ha approvato — con voto segreto e un franco tiratore — una risoluzione con cui si «invita» tutta la giunta alle dimissioni. Successivamente la minoranza ha fatto mancare per due volte in numero legale in Consiglio (su 35 seggi, gli autonomisti dell’Union Valdotaine e i suoi alleati al governo del movimento centrista Stella Alpina ne hanno 18), creando di fatto una impasse difficile da sciogliere. In Valle d’Aosta la legge elettorale prevede che per sostituire un governo debba essere presentata una «mozione di sfiducia costruttiva», cioè un atto in cui sono indicati i nomi della nuova giunta. Oggi le dimissioni saranno comunicate e ratificate dal Consiglio regionale. Da qui in poi si prospettano diversi scenari, ma con un orizzonte temporale ben definito: per trovare una soluzione ci saranno 60 giorni di tempo, oltre i quali il ritorno alle urne diventerà d’obbligo. © RIPRODUZIONE RISERVATA un’iniziativa di trasparenza, auspicata dal sottosegretario ai Servizi Marco Minniti e dal capo dell’intelligence Giampiero Massolo, capace di suscitare una vasta eco. Assieme a qualche critica, prima fra tutte quella di Beppe Grillo che parla di «bluff mediatico». «Sarà pubblicato solo ciò che è già pubblico da anni», rimarca, e paragona Renzi all’ex presidente Usa Ronald Reagan che «pur di farsi eleggere, promise di rivelare I tempi Massolo: l’intelligence attuerà subito le misure. Ma per vedere le prime carte serviranno mesi la verità sugli Ufo». E il leghista Roberto Maroni rincara: «Abolisce un segreto di Stato che è già stato abolito 7 anni fa». Certo è che quel tweet con la foto della direttiva appena firmata ha attirato molto l’attenzione del web e non solo. Ma se lo stesso Renzi sottolinea di «aver preso atto che non esiste segreto di Stato in materia» di stragi, cosa contengono quelle carte declassificate? Il premier parla di «una mole enorme di documenti». E ci tiene a sottolineare che si tratta di un «atto di dovere nei confronti dei familiari delle vittime di episodi che restano una macchia oscura nella nostra memoria comune». Ma spiega che è l’avvio di un percorso che renderà «in tempi ragionevoli» conoscibili i docu- menti che verranno «versati all’Archivio di Stato». In largo anticipo sui tempi previsti, attualmente 40 anni dalla fine dell’utilizzo dei documenti, che può avvenire anche molto tempo dopo l’evento. Il direttore del Dis Massolo annuncia che l’«intelligence attuerà subito la direttiva. Una commissione “ad hoc”, presieduta dal Dis e formata da rappresentanti delle due Agenzie, lavorerà con speditezza e massima attenzione al lavoro portato avanti negli anni dalla nostra intelligence, per darle rapida e concreta applicazione». Ma ci vorranno mesi per cominciare a vedere le prime carte riversate all’Archivio di Stato dalle varie amministrazioni. Secondo la direttiva, si procederà alla consegna partendo dai documenti più vecchi a quelli più recenti. Ma il segnale del «cambio di verso» è stato accolto con soddisfazione dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, come «importante e positiva decisione». Per la pd Rosa Calipari: «La trasparenza è un atto dovuto. Anche se questo atto non esaurisce il buco nero di ombre, reticenze e depistaggi». D’accordo anche il pd Felice Casson: «Non ci sarà nessuna novità. Ma l’intenzione è positiva perché può portare ad abbreviare i tempi di desecretazione di atti dei servizi segreti, che possono riguardare anche carabinieri o polizia, utili ad accertare fatti del passato». Scettica Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione familiari delle vittime di Ustica: «È uno slogan vecchio e molto usato». E Giovanna Maggiani Chelli, delle vittime di via dei Georgofili: «Ci sono solo documenti nascosti in qualche cassetto. E soprattutto ci sono persone che non vogliono parlare». Paolo Guzzanti (FI) auspica che vengano desecretati i documenti della commissione Mitrokhin da lui presieduta: «Se tutti gli italiani potranno leggere il frutto di 4 anni di lavoro della commissione dirò: “Bene Renzi”». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Esteri Strategie In difficoltà con la Russia e in Medio Oriente, gli Usa guardano all’Asia La partita d’Oriente Tappe e obiettivi del viaggio di Obama Importazioni Usa Esportazioni Usa Bilancio commerciale con gli Usa 25 aprile Pressing sulla Corea del Nord per il dossier nucleare. Obama dovrà anche tentare di stemperare le tensioni tra i due maggiori alleati Usa nell'area, Corea del Sud e Giappone GIAPPONE 146,4 In miliardi di dollari 70 -76,3 COREA DEL SUD 62,3 DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Appena insediato alla Casa Bianca, all’inizio del 2009, Barack Obama mandò il suo segretario di Stato, Hillary Clinton, in missione in Asia e riservò al primo ministro giapponese Taro Aso l’onore della prima visita ufficiale al nuovo presidente Usa. Un’apertura verso Oriente che fece subito ingelosire l’Europa, abituata alla «special relationship» transatlantica. Ma il nuovo leader, nato alle Hawaii e cresciuto in Indonesia, guardava con calore e naturalezza al Pacifico come al luogo delle sue radici. Attitudini personali, certo, ma il cambio di atteggiamento fu in primo luogo il frutto dei primi lavori degli analisti di Obama che denunciavano: «America sbilanciata verso il Medio Oriente e l’Asia Centrale dov’è impegnata quasi tutta la sua forza militare, proprio mentre nell’Asia Orientale stanno avvenendo i cambiamenti economici e sociali più rilevanti della storia dell’umanità». Da lì la decisione del presidente di cambiare rotta, focalizzando la strategia americana soprattutto sul Pacifico e l’Estremo Oriente. Quattro anni dopo quella svolta, il nuovo viaggio di Obama in Asia — il presidente è partito ieri sera per Tokyo — serve a ridare vigore a una politica che, abbastanza nitida nella sua impostazione iniziale, è andata man mano assumendo connotati sempre più confusi per diversi fattori concomitanti: in primo luogo l’esplodere di crisi in altre aeree del mondo — dalla guerra civile in Siria all’aggressione russa all’Ucraina — che ha costretto Obama a rivedere di nuovo le sue priorità; poi l’estrema complessità del quadro geopolitico e storico dell’Estremo Oriente, che costringe gli Usa a fare i conti con frizioni e conflitti nell’area che nascono dall’espansionismo cinese, dagli imprevedibili comportamenti dell’eccentrico dittatore della Corea del Nord, ma anche dal risorgente nazionalismo giapponese, mentre perfino tra gli alleati dell’America si sprigionano di continuo scintille. Benché tutti e due minacciati dalla Cina, ad esempio, Giappone e Corea del Sud vivono una stagione di tensioni crescenti. Il terzo ordine di problemi è di tipo economico ed ha un no- Le basi militari Usa Gli scambi commerciali 41,5 -20,6 2 1 Seul Oggi e domani Le idee annunciate... Il Giappone vorrebbe maggior appoggio Usa nella disputa con la Cina sulle isole Senkaku (per i cinesi Diaoyu). Per gli accordi di libero scambio nel Pacifico (la Trans-Pacific Partnership), manca l’intesa tra i due Paesi sulle tariffe di automobili e di prodotti agricoli ❜❜ Il discorso La nostra nuova attenzione sulla regione riflette una verità fondamentale: l’America è stata e sarà sempre una nazione del Pacifico GIAPPONE PPONE Tokyo COREA DEL SUD Abitanti: 127,6 milioni Soldati Usa: 50.000 Abitanti: 48,6 milioni Soldati Usa: 28.500 MALAYSIA 25,9 12,9 -13,1 CINA Okinawa Abitanti: 1,35 miliardi Barack Obama, 2011 Isole Senkaku (in giapponese) o Diaoyu (in cinese) FILIPPINE 8,4 9,2 -0,8 CINA 28-29 aprile 122 Isole Scarborough 440,4 -318,4 26-27 aprile Prima visita di un presidente Usa dal 1966. Obama è interessato a rafforzare i legami con questo Paese emergente anche per negoziare la sua adesione alla Trans-Pacific Partnership. I malesi sono preoccupati per le esercitazioni navali cinesi al largo delle proprie coste 4 Manila 3 ... e i risultati sul campo Lunedì verrà annunciato unn accordo con le Filippine che darà a navi e aerei ell'area Usa il più ampio accesso nell'area ton ha chiuso dal 1992, quando Washington accordo la sua base a Subic Bay. L’accordo è destinato a infastidire la Cina, sputa in rotta con Manila per la disputa sulle isole Scarborough FILIPPINE Abitanti: 96,5 milioni Kuala Lumpur MALAYSIA Abitanti: 29,5 milioni Il presidente Usa Barack Obama C CDS Missione: riconquistare il Pacifico Obama salda l’alleanza anti-cinese Financial Times «L’incapacità dell’amministrazione Obama di mantenere l’attenzione sull’Asia è aggravata dalla presenza di Kerry, ossessionato dalla questione israelo-palestinese», scrive Gideon Rachman Accordi commerciali e rassicurazioni militari per i Paesi amici me: Tpp. L’alleanza commerciale transpacifica avrebbe dovuto funzionare da collante tra gli Stati Uniti e gli altri alleati asiatici, coinvolgendo anche Canada e Australia: un’area di libero scambio pari al 40 per cento del commercio mondiale capace di diventare un blocco anche politico, capace di comprimere e condizionare la stessa Cina. Ma anche la Trans Pacific Partnership, l’alleanza teoricamente più facile da condurre in porto, segna il passo: per le difficoltà di Obama che non ha ottenuto da un Congresso diviso il «fast track», la «corsia veloce» per l’approvazione del trattato commerciale, ma anche perché, no- L’ultima volta di Bill e Hillary A Tokyo nel 1996 Hillary in versione first lady stringe la mano all’imperatore giapponese Akihito durante la visita con Bill Clinton presidente nell’aprile del 1996. E’ stata l’ultima visita di Stato di un presidente americano a Tokyo (Ap) nostante decenni di rapido sviluppo del commercio mondiale, il protezionismo rimane forte in molti mercati. A partite proprio dal Giappone che resiste all’apertura alle carni americane e protegge ostinatamente i suoi produttori di riso. La missione di Obama, che dopo il Giappone visiterà la Corea del Sud, le Filippine e la Malaysia (tre alleati e un Paese amico ma senza un legame stretto con gli Usa) serve a rassicurare i partner, ribadendo l’impegno degli Usa a difendere gli alleati da qualunque aggressione, ma anche a cercare di riavviare il negoziato commerciale. Il presidente americano, poi, vuole favorire la ricerca di una soluzione delle dispute territoriali della Cina coi suoi vicini attraverso negoziati anziché attraverso pericolose prove di forza. Ma qui ha le mani parzialmente legate dalle antiche, profondissime rivalità tra i Paesi dell’area e dalla diffidenza della Cina che vive la missione di Obama in Estremo Oriente come un «grand tour» 40% del commercio mondiale: tanto comprenderebbe l’alleanza commerciale trans-pacifica 4 I Paesi che toccherà il tour in Asia di Barack Obama: Giappone, Corea del Sud, Filippine e Malaysia del contenimento delle ambizioni della Cina. Quello di Obama è diventato un lavoro pressoché impossibile. Se rassicura militarmente gli alleati provoca reazioni furiose della Cina come quella sperimentata dal capo del Pentagono, Chuck Hagel, nel suo recente viaggio a Pechino. Se insiste sui toni conciliatori alimenta il sospetto dei partner che in caso di attacco in Asia, l’America potrebbe anche non intervenire in difesa dei suoi alleati con sufficiente vigore. L’aggressione russa all’Ucraina accentua i timori: Obama potrebbe essere costretto ad occuparsi soprattutto di Putin anche durante il suo tour tra le capitali asiatiche. E qui gli alleati dell’America temono che l’aggressività di Mosca possa spingere anche Pechino a osare di più nel conflitto coi suoi vicini, contando sul fatto che Washington farà di tutto per evitare di essere presa tra due fuochi. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA Los Angeles Times «L’amministrazione Obama è stata più volte allontanata dall’Asia da crisi in Ucraina, in Medio Oriente e interne, con ansia degli alleati regionali» Washington Post «Obama ha fatto progressi nello spostare priorità e risorse in Asia: ciò non implica abbandonare alleati e impegni altrove ma cogliere opportunità cruciali» (Tom Donilon, ex consigliere per la sicurezza nazionale) Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Esteri 13 italia: 51575551575557 Il provvedimento Come i tatari, in 300 potranno riavere i beni confiscati Putin riabilita (70 anni dopo) anche gli italiani di Crimea Mosca riconosce le loro sofferenze sotto Stalin MOSCA — Deportati da Stalin in Asia centrale, privati di tutti i loro averi, sballottati da un Paese all’altro, i pochi sopravvissuti della colonia italiana in Crimea potranno ora vedersi riconoscere dalla Russia lo status di perseguitati politici. E ottenere almeno un qualche compenso, per non parlare della restituzione delle case perse, ove questo sarà possibile. Vladimir Putin ha firmato nei giorni scorsi un decreto per la riabilitazione dei tatari di Crimea e di altre popolazioni che vennero deportate da Stalin durante la Seconda guerra mondiale con l’accusa di aver collaborato col nemico. Nel decreto sono citate varie etnie, ma non gli italiani che fanno parte di una piccola minoranza arrivata sul Mar Nero in varie ondate, a cominciare dall’epoca di Caterina la Grande. Il Cremlino ha però confermato ieri al Corriere che anche i neo-cittadini russi di etnia italiana potranno beneficiare delle norme sulla riabilitazione delle vittime delle repressioni staliniane. In particolare, ci è stato spiegato, si applicherà a loro la legge 1761/1 del 18 ottobre 1991 che prevede misure per le «vittime delle repressioni politiche». Potranno avere indennizzi specifici e la restituzione dei beni confisca- Le tappe I ritratti Italiani di Crimea fotografati con i ritratti dei loro avi nei giorni dell’annessione alla Russia (Foto Corriere di Puglia e Lucania) ti, comprese le case quando queste non siano state distrutte in guerra o nazionalizzate. Una buona notizia in un periodo di grande angoscia. Che viene accolta con grande cautela da coloro che ancora abitano nella penisola appena passata dall’Ucraina alla Federazione Russa. Fino ad oggi Kiev non ha mai riconosciuto la persecuzione di queste popolazioni, compresi i tatari che sono circa trecentomila. «Spe- riamo che possa finalmente venircene qualche cosa di positivo», sospira Galina Scolarino, presidentessa dell’associazione degli italiani di Crimea. Il grosso della migrazione avvenne nell’Ottocento, quando molti (soprattutto dalla Puglia) arrivarono qui per coltivare la terra. Erano concentrati in particolare a Kerch, sullo stretto che separa il Mar Nero dal Mare d’Azov. Il punto dove oggi i russi progettano di co- Migrazione Gli italiani, soprattutto pugliesi, iniziarono ad arrivare in Crimea nell’Ottocento per coltivare la terra Deportazione Nel ‘42 Stalin deportò migliaia di italiani in Kazakistan: ne sopravviverà il 20% Ritorno Negli anni 50 alcuni tornarono i Crimea ma senza riottenere i loro beni. La comunità ora è di circa 300 persone Anche Biden in Ucraina struire un ponte per collegare direttamente la Crimea alla regione di Krasnodar. Il 29 gennaio 1942, dopo che i sovietici avevano riconquistato quella parte della Crimea, Stalin ordinò la deportazione degli italiani, accusati di aver collaborato con l’invasore. Migliaia di famiglie furono caricate su navi e poi su carri bestiame per essere trasportati in Kazakistan. Quelli che arrivarono vivi finirono nella steppa di Akmolinsk (l’attuale capitale Astana) e Karaganda. Abbandonati a sé stessi o inquadrati in squadre di lavoro forzato. Dopo la morte del tiranno, molti poterono tornare in Crimea, ma non ottennero mai la restituzione dei loro beni. Ora Putin, dopo l’annessione della penisola, tenta di vincere anche le resistenze esistenti fra le minoranze, a cominciare dai tatari che si sono espressi contro l’annessione. Il decreto varato mirerebbe, secondo alcune interpretazioni, a riconoscere a questa popolazione il diritto a mantenere le terre che hanno occupato illegalmente dopo il ritorno. Per rendere il provvedimento più generale, Putin ha deciso di citare esplicitamente alcune delle altre popolazioni vittime delle persecuzioni in quest’area: armeni, bulgari, greci e tedeschi. Ora sappiamo che anche gli italiani (sarebbero meno di 300) potranno vedere riconosciute ufficialmente le loro sofferenze. Rimane aperta la questione di riottenere la cittadinanza italiana. Ma questa è un’altra storia. Fabrizio Dragosei @Drag6 Kiev: nuove azioni antiterrorismo KIEV — Il presidente ucraino Oleksandr Turchynov ieri ha annunciato la ripresa delle «operazioni antiterrorismo» nell’Est del Paese in mano ai filorussi, dopo la scoperta di due cadaveri con segni di tortura a Sloviansk. «I terroristi che tengono l’area di Donetsk in ostaggio hanno passato il segno», ha detto. Poco prima si era incontrato con il vicepresidente Usa John Biden (a sin. nella foto Epa),che al termine del colloquio si è appellato a Mosca perché «agisca per mettere fine alla crisi». Ma Vladimir Putin non pare voler cedere e aumenta la repressione anche in patria. Ieri il noto blogger oppositore Alexei Navalny è stato condannato a una multa per calunnia, un verdetto che potrebbe preludere a un suo ritorno in carcere. © RIPRODUZIONE RISERVATA Offerta valida per contratti fino al 30/04/2014 per Ford B-MAX 1.4 90CV. Solo per vetture in stock, grazie al contributo dei Ford Partner. 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Nipote del più grande mercante d’arte del XX secolo Paul Rosenberg, famosa giornalista televisiva negli anni Ottanta, oggi direttrice del Huffington Post francese, Anne Sinclair è diventata celebre nel mondo come la donna che sosteneva con coraggio il marito nel momento della L’inizio Il 14 maggio 2011 Dominique Strauss-Kahn è arrestato a New York con l’accusa di tentata violenza ai danni di una cameriera dell'hotel Sofitel dove alloggiava (foto). Quattro giorni dopo si dimette da direttore del Fmi e dopo due gli sono concessi gli arresti domiciliari con una cauzione di 6 milioni La conclusione Incongruenze nella deposizione della donna portano alla chiusura del caso nell’agosto 2011 ma la candidatura alle presidenziali di Dsk per i socialisti è comunque bruciata. Anche la causa civile con la cameriera si chiude a fine 2012 con un indennizzo Malignità «Le chiacchiere sono fatte per distruggere, per uccidere e rovinare. Ho scelto di ignorarle» sua discesa agli inferi, la compagna fedele che rimase al fianco dell’allora direttore del Fondo monetario internazionale, trascinato in manette davanti al giudice con l’accusa di avere violentato la cameriera Nafissatou Diallo al Sofitel di New York, il 14 maggio 2011. Sinclair, oggi 65enne, non aveva mai parlato dei giorni che sconvolsero le loro vite e la politica francese. Lo ha fatto per la prima volta ieri sera, in un’intervista rilasciata all’amico giornalista Laurent Delahousse e trasmessa dal canale pubblico francese France 2. «Quando ho sposato Dominique sapevo che era un seduttore — ha detto —. Questo sì, lo sapevo. E poi, naturalmente, nella vita pubblica ci sono le voci. Ma le voci sono fatte per distruggere, per uccidere, per rovinare, dunque ho scelto di ignorarle». Dominique Strauss-Kahn era destinato, secondo i sondaggi, a stravincere le primarie socialiste e a diventare presidente della Repubblica, nelle elezioni della primavera 2012. Anne Sinclair sarebbe stata première dame. Pochi minuti di follia hanno travolto quello scenario, spinto inaspettatamente all’Eliseo François Hollande e Valérie Trierweiler, e rivelato una vita intera di avances pesanti, accuse di molestie, orge con prostitute, scelte sessuali che poi «DSK» ha rivendicato come legittimo libertinaggio anche davanti ai magistrati francesi, ma che gli sono costate un processo ancora in corso (quello dell’Hotel Carlton di Lille), la fine della carriera politica e del matrimonio. L’anno scorso, dopo il divorzio, Anne Sinclair ha cominciato una nuova relazione con lo storico Pierre Nora. Anne Sinclair e Dominique Strauss-Kahn si sono incontrati per la prima volta nell’ottobre 1988, quando lei all’apice del successo, giornalista tv seguita regolarmente da 10 milioni di francesi, invitò nella trasmissio- ne «Questions à domicile» quell’ancora oscuro presidente della commissione Finanze per dibattere con Alain Juppé. «DSK» fu formidabile per disinvoltura e intelligenza, Sinclair rimase affascinata e i due, entrambi già sposati con figli, cominciarono a frequentarsi. Nel 1991 il matrimonio. Vent’anni dopo, il disastro del Sofitel. Come ha potuto ignorare le infedeltà del marito? «Qualche volta ho avuto dei dubbi. Spesso ho finito per chiedergli se le cose che si dicevano i erano vere o no. Lui sapeva smentire, e rassicurarmi. Che ci crediate o no, io non sapevo». La sera del 14 maggio, Anne Sinclair a Parigi va alla festa di compleanno del cantante Patrick Bruel. Gli invitati le parlano della imminente candidatura del marito alle presidenziali, lei non si tira indietro e dice che se diventerà première dame cercherà di fare qualcosa per migliorare le condizioni nelle carceri. Prima di mezzanotte torna a casa, la mattina seguente aspetta il ritorno di Dominique. Nel cuore della notte, invece, la telefonata da New York dell’avvocato William Taylor: suo marito si trova agli arresti in un commissariato di Harlem. «È stato uno scandalo monumentale, gigantesco. Me ne sono resa conto subito — dice Anne Sinclair —. Ogni tanto mi dico ho davvero vissuto quella storia, o è stato solo un incubo? Ho visto mio marito con i ceppi ai piedi in prigione. Tutto è stato violento». Le accuse di stupro erano lontane anni luce dall’immagine che aveva di suo marito? «Sì. Non ho mai creduto che fossero fondate. E non lo credo neanche ora». I Protocolli I «Protocolli dei Savi di Sion» sono un falso storico prodotto dall’Okhrana, la polizia segreta dello zar, agli inizi del ’900. Da allora sono alla base del mito che vuole gli ebrei «complottare per dominare il mondo» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Perché faticare per trovare la propria strada nel mondo, per capirlo o magari provare a cambiarlo se non ci piace? Più rassicurante e comodo pensare che la partita è truccata, che «loro», coloro che detengono davvero il potere dietro la farsa della democrazia, nascondono la verità. C’è un po’ di questo atteggiamento nelle ricorrenti affermazioni elettorali del Front National contro «il partito unico Umps» (unione dei due avversari Ump e Ps), e anche nel notevole successo delle teorie di complotto nelle scuole di Francia. Un anno fa, uno studio del think tank britannico Counterpoint suggeriva che la metà dei francesi crede alle idee di cospirazione. Oggi Le Monde ha compiuto un viaggio nella scuola della République, e lo ha significativamente intitolato «Maturità, indirizzo complotto»: se i politici tradizionali perdono prestigio e credibilità, lo stesso accade a insegnanti e media. La Storia, in quanto «ufficiale», non può dire la verità. Giornali e tv, in quanto espressione del «sistema», non sono mai attendibili. E quindi tanti ragazzi francesi che presto passeranno il Bac, esame simile alla Maturità italiana, preferiscono pensare che il mondo è stato, è e sarà retto dagli Illuminati. Ripescati da Dan Brown, immessi nella cultura popolare dal «Codice da Vinci», gli Illuminati sarebbero gli adepti di una società segreta fondata in Baviera nel Settecento con lo scopo di affidare il mondo al governo occulto di una élite di plutocrati senza patria. Nella declinazione oggi in voga nei movimenti populisti europei e secondo l’inchiesta di Le Monde nelle di FABIO CAVALERA E pensare che Jim Messina e David Axelrod hanno lavorato entrambi per il democratico Obama, portandolo per due volte alla Casa Bianca grazie alle loro aggressive strategie di marketing elettorale. Architetti di immagine, di stile e di linguaggio, artisti della comunicazione politica. Illusionisti capaci di vendere ciò che non c’è e di nascondere ciò che c’è, abilissimi creatori di carriere e di leader, ispiratori e suggeritori di presidenti. E’ arrivato il momento del divorzio. Chi l’avrebbe mai pensato? Tutta colpa di David Cameron e di Ed Miliband, di conservatori e laburisti britannici, se i due registi del consenso obamiano, con i rispettivi armamenti di manipolazione, si ritrovano adesso su barricate opposte: le elezioni del 2015 nel Regno Unito che indicheranno il nuovo © RIPRODUZIONE RISERVATA Insieme Axelrod e Messina L’Aids è artificiale L’Aids non sarebbe una malattia «naturale» ma un virus artificiale creato in laboratorio in funzione anti-gay. Da chi? Dagli scienziati dell’esercito statunitense, da ricercatori russi o anche dalla Cia Gli uomini lucertola Dodici milioni di americani sono convinti che la Terra sia stata invasa da una razza aliena, specie di lucertoloni capaci di celarsi dietro fattezze umane. I leader sarebbero George Bush Jr e i reali inglesi L’11 Settembre Una delle ultime teorie a «invadere» Internet è quella che sostiene come l’attentato alle Torri Gemelle sia stato ordito dagli stessi americani con la complicità «degli ebrei» per «danneggiare l’Islam» Gli Illuminati che hanno conquistato i licei francesi Sempre più studenti credono che esista un’élite segreta che domina il mondo Il «divorzio» degli obamiani: ora al servizio di Tory e laburisti Stefano Montefiori New York Anne Sinclair e Dominique Strauss-Kahn nel giugno 2011 Teorie del complotto La denuncia di «Le Monde», le difficoltà degli insegnanti. Dalla Le Pen a Rihanna, tutto finisce nel filone cospirazionista Gli Illuminati Gli Illuminati (presunta setta nata nel XVIII secolo in Baviera) sarebbero dietro il complotto per un Nuovo ordine da raggiungere attraverso i leader mondiali attuali e il «controllo della mente» ✒ scuole francesi, gli Illuminati sono indistintamente quelli che si ritrovano a Bilderberg, che mettono in scena l’inesistente conquista della Luna o organizzano l’11 settembre; sono quelli che in passato hanno lucrato sulla tratta degli schiavi e adesso tengono nascosta la cura del cancro, quelli che piazzano microchip sottopelle o fanno sparire il volo MH370 delle Malaysian Airlines. Nel 2002 Thierry Meyssan — un francese — ha scritto «L’incredibile menzogna-Nessun aereo è caduto sul Pentagono» (edito in Italia da Fan- dango), bestseller mondiale e pietra miliare della letteratura cospirazionista. Oggi i suoi connazionali, amici ed eredi spirituali, sono il comico antisemita Dieudonné e il suo ideologo Alain Soral, fondatore del movimento «Égalité & Réconciliation» che predica la riconciliazione tra le frange a suo dire ugualmente sfruttate della popolazione, francesi cattolici e musulmani uniti contro i miliardari ebrei e i burocrati di Bruxelles. Tanti ragazzi non conoscono questi deliri. Si accontentano di guardare i video di Katy Perry o Rihanna alla ri- A Londra «Manifesti razzisti» E’ polemica LONDRA — Una nuova campagna pubblicitaria dello Ukip, il partito britannico antieuropeo guidato da Nigel Farage, è accusata di razzismo. I manifesti per le elezioni europee del 22 maggio lanciano messaggi contro la Ue («Chi gestisce davvero questo Paese?») e gli immigrati affermando che rubano il lavoro ai britannici. cerca di riferimenti subliminali agli Illuminati, dove la «umbrella» della canzone è la cupola segreta che governa il mondo, o comprano le magliette del marchio Ünkut fondato dal rapper francese Booba che strizza l’occhio alla subcultura cospirazionista. Benedicte G., professoressa di francese, storia e geografia in un liceo professionale di Nanterre, racconta: «I miei allievi mi hanno chiamato più di una volta Illuminati, l’ultima perché avevo una collana con un triangolo, è grottesco». Al di là del folklore, «molti sentono di essere presi in trappola da un sapere che l’élite vorrebbe imporre loro e noi, in quanto insegnanti e detentori di autorità, siamo i rappresentanti di questa élite (..). Credere che i media, i politici, i loro professori mentano, li deresponsabilizza. Se ne infischiano del loro avvenire, perché tanto secondo loro tutti dicono menzogne». Non sarà la prima volta che degli adolescenti coltivano quel dolce nichilismo che porta a sentirsi soli contro il mondo ostile. La novità forse sta nel fatto che oggi questi sentimenti sono poi coltivati e canalizzati da partiti politici che fanno dall’avversione generica alle élite e al sistema la loro ragion d’essere. Altro che il rock e i presunti messaggi satanici di un tempo: la contro-cultura oggi comincia con gli Illuminati sui banchi di scuola, e finisce nei Parlamenti. S. Mont. @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA inquilino di Downing Street (le europee sono un test, importante ma non decisivo, una tappa di avvicinamento al sprint finale). David Cameron arruola il democratico Jim Messina, quarantacinquenne del Colorado, il quale si è già dimenticato di essere democratico e giura: «Ho sempre ammirato il premier tory». Doppio «tradimento»: quello di Cameron che si mette nelle mani di uno spin doctor democratico e non repubblicano. E quello di Jim Messina che salta il fossato per illuminare il conservatore Cameron. Ma si sa: ciò che conta non sono il colore e la casacca del padrone, piuttosto come farlo vincere visto che è parecchio giù nei sondaggi. Ed Miliband non può essere da meno. I laburisti, nelle rilevazioni, sono davanti ma il giovane Ed non è che sfondi. E allora si affida a «The Axe», il picconatore David Axelrod, cinquantanovenne newyorkese che promette: «Miliband dispensa passione ed è ciò che fa la differenza». Situazione paradossale. Conservatori e laburisti si consegnano agli americani, agli uomini di Obama, maestri di pragmatismo e di colpi bassi nelle campagne elettorali. E non è da meno il liberaldemocratico Nick Clegg che rischia grosso e convoca al suo capezzale un «prestigiatore famoso», Ryan Coetzee, quarantenne sudafricano, il terzo incomodo fra Jim Messina e David Axelrod. I partiti britannici appaltano all’estero le loro strategie. Globalizzazione del mercato politico, si dirà. Certo. Ma è anche il sintomo di una malattia: in casa mancano idee forti. Non resta che aprire le porte ai maghi del consenso americani e sudafricani. @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Nigeria Esteri 15 italia: 51575551575557 Andavano a scuola nonostante i divieti imposti dai Boko Haram: svanite nelle foreste controllate dai miliziani. L’esercito diffonde false notizie, ma non le cerca Lago Ciad Stato di Borno Duecento familiari armati di archi, frecce e disperazione hanno vagato per ore nella foresta di Sambisa. «Abbiamo camminato per 25 chilometri senza vedere il cielo, un pastore ci ha detto che eravamo sulla strada giusta ma che era pericoloso andare avanti. La foresta è troppo grande, troppo fitta: alla fine siamo tornati indietro. E i soldati, i soldati dov’erano?». Così un padre, Mallam Amos Chiroma, ha parlato al governatore Kashim Shettima che l’altro giorno è andato a Chibok, cittadina a maggioranza cristiana nello Stato nigeriano di Borno, per vedere quel che resta della scuola femminile razziata dagli estremisti islamici di Boko Haram. A una settimana dal sequestro di massa forse più incredibile della storia, le autorità litigano ancora sul numero degli ostaggi. I genitori hanno stilato la lista delle studentesse scomparse dal collegio la notte degli esami: ne mancano all’appello 234 dai 15 ai 18 anni, mentre 45 sono riuscite a fuggire. Spezzoni di racconti sulla stampa nigeriana: alcune si sono salvate saltando dai camion. Altre hanno chiesto di andare in bagno e si sono dileguate nella boscaglia. Alcune, una volta raggiunto il campo di prigionia, hanno ricevuto l’ordine di raccogliere fogliame per pulire i piatti e ne hanno approfittato per tentare la fuga. Sono così tante che i rapitori si possono permettere di perderne qualcuna o di giocare con la loro vita. Liatu, 23 anni, cristiana, ha raccontato alla Bbc di come è scappata un paio di mesi fa da un campo nella foresta. Un altro sequestro, lo stesso copione: «Gli uomini di Boko Haram hanno sgozzato 50 prigionieri. Mi hanno risparmiato. Un miliziano ha detto che gli piacevo e che dovevo convertirmi all’Islam per sposarlo. Il giorno dopo un altro ha detto a me e ad altre sei compagne che si muore una volta sola, e che se volevamo potevamo provare a scappare. Ci ha indicato una vecchia Volkswagen. Ci siamo buttate dentro, Qui il 14 aprile sono state rapite 234 studentesse Maiduguri C I A D Chibok Abuja N I G E R I A Lagos Golfo di Guinea Port Harcourt C A M E R U N D’ARCO A scuola Un edificio scolastico distrutto a Maiduguri (Afp). A destra: la scuola dove sono state rapite le ragazze Le 234 ragazze rapite prima degli esami Prelevate di notte dai jihadisti, di loro si è persa ogni traccia «Ora sono schiave del sesso» loro ci hanno inseguito in moto sparandoci addosso. Dopo una corsa pazzesca siamo arrivate sullo stradone, in salvo: solo allora ho capito che le 3 ragazze sui sedili posteriori erano tutte morte». Anche le studentesse scampate al sequestro di Chibok «ce l’hanno fatta da sole, nessuna è stata liberata dall’esercito» va ripetendo la preside Asabe Kwambura, che accusa i militari di aver mentito. La settimana scorsa nella capitale Abuja un generale portavoce dell’esercito aveva dichiarato chiusa la vicenda: «Quasi tutte libere, con i rapitori ne restano solo otto». La rabbia dei genitori: «Mentono sulla pelle delle nostre figlie, non c’è insulto peggiore». Nei giorni seguenti la Difesa ha dovuto rettificare. Il governatore Shettima ha protestato per la poca sicurezza nelle regioni nord-orientali, per quelle ragazze destinate a diventare «schiave sessuali, cuoche e sguattere dei ragazzi di Boko Haram». Il presidente della Nigeria Goodluck Jonathan ha minacciato il governatore: «E se ritirassimo tutti i soldati?». Il capo di Boko Haram, Abubakar Shekau, in un nuovo video ha deriso il presidente Buonafortuna: «Troppo piccolo per noi». Ci vuole un secondo con Google Earth per planare su Chibok (o Chibuk). Un posto fuori dal mondo: Borno è uno dei 3 Stati dove da un anno c’è lo stato d’emergenza. Comunicazioni cellulari bloccate, collegamenti ridotti, strade insicure. Nella foresta di Sambisa e tra le montagne lungo il confine ci sono le roccaforti dei ribelli. In quella zona è probabile che siano tenuti prigionieri anche i missionari italiani rapiti nel vicino Camerun alcune settimane fa. A fine marzo in un’operazione delle forze speciali sostenute dai caccia dell’aviazione sarebbero morti 2mila miliziani. Ma chi ci crede alle notizie ufficiali? Di certo Boko Haram ha attac- La parola Boko Haram ‘‘ Il termine popolare con cui è chiamata la «Congregazione della gente della tradizione e della jihad», fondata in Nigeria nel 2002 da Mohammed Yusef, significa «l’educazione occidentale è peccato». Boko in lingua Hausa vuol dire più precisamente alfabeto latino (dall’inglese book, libro), haram in arabo significa peccato. Il gruppo estremista islamico è infatti ferocemente contrario a ogni «contaminazione occidentale» cato indisturbato Chibok con diversi veicoli e una quarantina di moto, dalle 9 di sera alle 3 del mattino. Kalashnikov e divise militari. Nella scuola pubblica (makarantun boko, in lingua hausa) le studentesse erano tornate per gli esami di fine anno. I miliziani di Boko Haram («vietata l’educazione occidentale») hanno svegliato le ragazze nei dormitori fingendosi soldati: «La scuola è sotto attacco, vi portiamo in salvo». E invece sono cadute in trappola. Secondo l’Onu la Nigeria è in coda alle classifiche mondiali di scolarità: 10 milioni di minori non vanno a scuola come dovrebbero. Quanti tra quei genitori armati di archi e frecce nella foresta di Sambisa avranno rimpianto di non avere figlie analfabete. Michele Farina @mfarina9 © RIPRODUZIONE RISERVATA Offerta valida per contratti fino al 30/04/2014 per Ford C-MAX 1.0 EcoBoost 100CV Start&Stop. Solo per vetture in stock, grazie al contributo dei Ford Partner. IPT e contributo per lo smaltimento pneumatici esclusi. Ford C-MAX: consumi da 4.4 a 6.6 litri/100 km (ciclo misto); emissioni CO2 da 114 a 159 g/km. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Esempio di finanziamento per Ford C-MAX EcoBoost a € 16.750. Anticipo zero (grazie al contributo dei Ford Partner), 24 quote da € 389,85, escluse spese incasso Rid € 3,00, più quota finale denominata VFG pari a € 9.030,00. Importo totale del credito di € 17.567,27 comprensivo dei servizi facoltativi Guida Protetta, Assicurazione vita, Invalidità e disoccupazione. Totale da rimborsare € 18.458,40. Spese gestione pratica € 300. Imposta di bollo in misura di legge all'interno della prima quota mensile. TAN 2,95%, TAEG 4,60%. Solo per i concessionari aderenti all’iniziativa. Salvo approvazione FCE Bank plc. Documentazione precontrattuale in concessionaria. Per condizioni e termini dell'offerta finanziaria e delle coperture assicurative fare riferimento alla brochure informativa disponibile presso il FordP artner o sul sitowww.fordcredit.it. Le immagini presentate sono a titolo puramente illustrativo e possono contenere accessori a pagamento. TORNANO I FORD BLUE DAYS DAL 17 AL 30 APRILE I GIORNI MIGLIORI PER SCEGLIERE LA TUA NUOVA FORD. 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E loro, gli immigrati divenuti braccianti, addetti alla cura del bestiame nella stalle della Pianura padana, domestici delle belle case di città hanno messo la loro faccia per protestare contro la madrepatria. Sorprende l’uscita allo scoperto da parte delle comunità indiane, sorprendono le dimensioni che la campagna ha assunto, andando in crescendo con il classico effetto valanga. I primi echi risalgono alla fine di marzo quando a Milano viene organizzata una manifestazione pubblica a sostengo di Latorre e Girone: c’è una raccolta di firme, un presidio di piazza Fontana quando a sorpresa compare una folta delegazione (circa 300 persone) degli indiani residenti a Milano. Portano una lettera indirizzata al sindaco Giuliano Pisapia con in calce 5 mila firme di loro connazionali residenti in città in cui si chiede il rilascio dei militari ita- Vicenza Serenissimi, il leader rifiuta la libertà Solidali Il corteo dei sikh della provincia di Cremona con le foto dei marò prigionieri a Nuova Delhi (foto Rastelli) Gli indiani d’Italia scendono in piazza per chiedere la liberazione dei marò Manifestazioni in Lombardia, Veneto e Lazio: «Usati a fini politici» L’attesa Massimiliano Latorre (a destra) e Salvatore Girone sono trattenuti in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori il 15 febbraio 2012 al largo del Kerala. Il 28 marzo la Corte Suprema indiana ha ammesso il loro ricorso contro la competenza dell’India sulla vicenda liani. Negli stessi giorni in provincia di Verona centinaia di fedeli sikh che lavorano nelle campagne della zona si uniscono a una manifestazione a favore dei marò. «Il governo indiano faccia chiarezza sulla vicenda» chiedono come un sol uomo. È solo l’inizio. A metà aprile, in coincidenza con una serie di festività religiose indiane, le iniziative si moltiplicano e crescono di dimensione. A Pessina Cremonese, dove sorge il più grande tempio sikh d’Europa, gli immigrati indiani organizzano una petizione rivolta al governo del loro Paese sempre per ottenere il ritorno a casa dei marò; la sottoscrizione sfonda in breve quota 10 mila adesioni e la foto di Girone e Latorre viene portata in processione assieme alle statue delle divinità in- diane. L’apoteosi arriva sabato scorso, quando a scendere in piazza è la comunità di Brescia, una delle più numerose di tutta Italia. I sari dorati delle donne, i turbanti degli uomini, i petali lanciati dal cielo con un elicottero formano un serpentone immenso e coloratissimo di ben 20 mila persone che sfilano dietro uno striscione con la scritta «I marò subito a casa». «Riteniamo che il trattamento riservato a due soldati sia ingiusto — dichiara Kolovinder Il portavoce «Gli estremisti indù stanno sfruttando la vicenda. Noi siamo sikh, diversi da loro» Singh, portavoce degli indiani di Brescia — indipendentemente dalla loro nazionalità. Se hanno commesso dei reati siano processati, ma non in quel modo e soprattutto senza tenerli separati dalle loro famiglie». Facciamo notare a Singh che a Nuova Delhi le autorità la pensano diversamente e che anzi c’è chi ritiene sia stato usato un trattamento di favore per due accusati di duplice omicidio... «Laggiù c’è di mezzo la politica, la vicenda dei marò viene usata per scopi propagandistici specialmente dagli estremisti indù. Ma noi siamo sikh e l’85% dei morti per l’indipendenza indiana erano nostri fratelli». Claudio Del Frate @cdelfrate © RIPRODUZIONE RISERVATA L’emergenza Il ministero dell’Interno conferma che l’operazione «Mare Nostrum» proseguirà, ma cambieranno le regole Il Viminale: 50 migranti in più per ogni provincia Il timore di dover fronteggiare 100 mila arrivi Già impegnati tutti i soldi messi a disposizione ROMA — Reperimento di cinquanta nuovi posti in ogni provincia per fare fronte a possibili emergenze legate agli sbarchi di migranti, allestimento di nuove commissioni per la valutazione delle domande di asilo in modo da dimezzare i tempi di risposta. Si muove su un doppio binario l’azione del Viminale in materia di immigrazione. E i tecnici fanno i conti in vista del consiglio dei ministri che dovrà decidere se e come portare avanti l’operazione «Mare Nostrum» che prevede un impiego straordinario di uomini e mezzi per il soccorso in mare. Monta il dibattito politico, ma monta soprattutto la preoccupazione per una possibile ondata di profughi nelle prossime settimane, quando le condizioni di bel tempo faranno presumibilmente intensificare l’attività degli scafisti e quindi le partenze dal Nord Africa e in particolare dalle coste della Libia. Nessuno si sbilancia ufficialmente, ma le stime dicono che si potrebbe dover fronteggiare 100 mila arrivi, tenendo conto che in questi primi quattro mesi del 2014 1.161 I migranti sbarcati nella sola giornata del 21 aprile, uno dei contingenti più elevati dall’inizio dell’anno. In totale sono 22.050 gli stranieri approdati sulle coste italiane dall’inizio del 2014 siamo già ben oltre i 20 mila, vale a dire più della metà di quanti erano giunti in tutto il 2013. Il calcolo è presto fatto: fino a ieri erano sbarcate 22.050 persone, lo stesso giorno di un anno fa erano appena 3.223. E dunque, come ha sottolineato il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione nell’ultima conferenza Stato-Regioni, «è necessario che ognuno faccia la propria parte, mettendo a disposizione nuove strutture per l’accoglienza». La direttiva inviata ai prefetti dal ministro Angelino Alfano qualche giorno fa impone di mettere a disposizione i posti aggiuntivi indicando tempi e modi del reperimento degli alloggi e soprattutto le organizzazioni alle quali si pensa di affidarsi. E di predisporre nuove procedure per l’esame delle domande di asilo visto che, come ha spiegato il ministro al Parlamento la scorsa settimana, «nel 2013 sono arrivate 27 mila istanze e nel primo trimestre di quest’anno sono già 13 mila, con un incremento del 140 per cento». Ma bisogna anche reperire nuove risorse visto che i 140 milioni di euro già sbloccati dal ministero del Tesoro sono stati impegnati e per la gestione dei migranti si spendono 35 euro al giorno per straniero, ai quali si devono aggiungere i costi per il personale amministrativo e della polizia. E poi c’è la missione «Mare Nostrum» con 9 milioni di euro al mese che sono praticamente finiti. «Indietro al momento non 5.033 Gli stranieri arrivati in Italia dall’inizio dell’anno che hanno dichiarato di essere eritrei. Si tratta della nazionalità più diffusa tra quanti sono riusciti a compiere la traversata 35 La spesa, in euro, che lo Stato italiano sostiene ogni giorno per ogni migrante sbarcato. Ad essa vanno aggiunti i costi per il personale di polizia e per i mezzi impegnati nei controlli Courmayeur Al via i lavori del muro anti frana La frana che minaccia La Palud (evacuata) di Courmayeur è parte di un fronte meno instabile di quasi 9 milioni di metri cubi, dice il capo della Protezione civile Franco Gabrielli in visita in Val d’Aosta (foto). Al via i lavori del vallo di protezione. si torna — avverte il viceministro all’Interno Filippo Bubbico — ma è chiaro che si tratta di un’operazione a tempo e una decisione potrà essere presa in accordo con l’Europa quando l’Italia assumerà la presidenza Ue». La linea è la stessa del titolare del Viminale Alfano, ma non è escluso che il dispositivo possa essere modificato anche prima. Ieri il presidente della commissione Affari esteri del Senato Pierferdinando Casini e quello della Difesa Nicola Latorre hanno deciso di chiedere agli uffici di presidenza e quindi al presidente Pietro Grasso l’avvio di un’indagine conoscitiva sull’intervento che viene svolto nel Mediterraneo con l’impiego di navi e aerei dedicati esclusivamente al pattugliamento del mare e al soccorso dei migranti. Servirà a stabilire l’adeguatezza del dispositivo e soprattutto a valutare se sia necessario rivedere le procedure e le regole di ingaggio per evitare — come sta accadendo in alcuni casi — di rincorrere i falsi allarmi degli scafisti che spesso costringono le navi ad oltrepassare le acque internazionali per andare a prendere i barconi pieni di gente. Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Niente, non vuole uscire dal carcere. Nonostante le porte siano per lui praticamente aperte, nel senso che dopo la liberazione dei colleghi «patrioti» basterebbero un paio di carte bollate e sarebbe fuori anche lui, e nonostante il suo avvocato cerchi di convincerlo «perché non è possibile che in questa situazione mi resti dentro il cliente», ebbene nonostante tutto il leader dei Serenissimi Luigi Faccia ha detto no: «Voglio che sia lo Stato italiano a liberarmi riconoscendo l’illegittima detenzione». Caso raro nella storia della Repubblica italiana di detenuto che rinuncia alla libertà, Faccia attende dunque nella cella peraltro di isolamento del penitenziario di Vicenza qualcosa che difficilmente arriverà: un mea culpa di Roma, il nemico giurato. Un po’ visionario, un po’ idealista, un po’ aspirante eroe «e un pocheto anca fulminà» dicono i veneti più pratici. Il sessantenne padovano di Conselve era stato arrestato lo scorso 2 aprile per associazione eversiva con finalità di terrorismo e per la fabbricazione della «ruspaarmata» con la quale gli indipendentisti avrebbero dovuto fare la rivoluzione (la procura di Brescia aveva chiesto la custodia cautelare per 24, alcuni visitati ieri in carcere a Verona da Matteo Salvini). Accusa cancellata venerdì scorso dal Riesame di Brescia che ha scarcerato chi l’aveva chiesto. Non lui, che ha pensato ora di scrivere una lettera all’International Committee of the Red cross, Ginevra, e alla Croce rossa regionale di Jesolo. «Affinché vogliate visitare il prigioniero di guerra Luigi Faccia, servitore della Veneta Serenissima Repubblica, detenuto in sfregio alle norme di diritto internazionale e dei principi di autodeterminazione dei popoli.... Chiede altresì di monitorare la situazione nell’area veneta temendo che la repressione in atto possa provocare gravi conseguenze». L’avvocato Alessandro Zagonel, suo difensore: «Mi trovo in difficoltà perché io ho il dovere di chiedere la liberazione ma non posso imporgliela. Non mi resta che prendere tempo, aspettando le decisioni del tribunale veneto dichiarato ora competente». Faccia: «L’Italia diga: go sbaglià». E da Roma replicano: «StaiSerenissimoLuigi». Andrea Pasqualetto © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Cronache 17 italia: 51575551575557 Como Riconosciuto un danno di cinquantamila euro Come funziona il test Il padre trovato e perso 1 per uno sbaglio dell’esame sul Dna Si preleva un campione organico (sangue, urina, capelli oppure saliva) del presunto padre e del figlio 2 Il campione ottenuto viene introdotto in una «fotocopiatrice molecolare» che riproduce in milioni di copie la regione di Dna da analizzare PADRE 3 I frammenti di Dna amplificati vengono separati per dimensione; il risultato che si ottiene assomiglia a un codice a barre 4 I profili vengono Il profilo è uguale confrontati per verificare la presenza, nel «corredo» del figlio, delle caratteristiche genetiche del padre putativo Dna del campione In tribunale ESTRANEO Il profilo del Dna risulta diverso in alcuni o molti particolari L’ospedale dovrà risarcire il ragazzo COMO — Quanto vale un padre? Cinquantamila euro. Stefano oggi ha 14 anni e i ricordi di quei suoi primi tre anni di vita, quando accanto alla mamma c’era sempre anche quello che per tutti era il padre, sono confusi. La donna all’epoca in cui rimase incinta non aveva una relazione stabile e, una volta dato alla luce il bambino, era stato il test del Dna ad accertare che al 99,9% quello era il papà. Lui aveva accettato la situazione e, pur non convivendo con la donna, trascorreva molto tempo con il figlio. Poi, di colpo, nel 2003 tutto si era spezzato e il padre era sparito. Un nuovo test del Dna aveva accertato che il primo era sbagliato e, nonostante il legame che si era 600 99,9 Euro È il costo medio di un esame del Dna secondo le tariffe delle agenzie private specializzate, negli Stati Uniti varia tra i 500 e i 700 dollari Per cento L’affidabilità di un test del Dna. Negli ultimi anni le tecniche si sono evolute e il margine di errore è ormai vicino allo zero Salerno La procura apre un’inchiesta Una donna di 48 anni partorisce due gemelli con il cesareo e muore NAPOLI — La Procura della Repubblica di Nocera Inferiore ha aperto un fascicolo sulla morte di una donna di 48 anni di Sarno, all’ottavo mese di gravidanza, avvenuta l’altra notte. Il pubblico ministero Roberto Lenza ha disposto che sul corpo della donna venga effettuata l’autopsia, già fissata per domani mattina, per chiarire le cause del decesso e decidere quindi se archiviare o procedere con una ipotesi di reato. Toccherà quindi al medico legale Giovanni Zotti, incaricato di svolgere l’esame, dare il primo responso su una vicenda che al momento è ancora per molti versi incomprensibile. La donna morta si chiamava Dora Russo, e chi la conosceva la chiamava Dorina. La gravidanza che stava portando avanti, secondo le prime testimonianze raccolte dal magistrato inquirente, era stata tutt’altro che semplice. Probabilmente a causa dell’età, o di altri fattori che al momento non sono stati ancora individuati, l’aveva costretta a lunghi periodi di riposo forzato, e negli ultimi giorni erano sopravvenuti importanti dolori tra la zona toracica e lo stomaco e notevoli difficoltà respiratorie. Forse per un’ernia iatale dovuta proprio alla gravidanza, oppure perché portava in grembo non uno ma due figli, e uno dei gemelli pare avesse assunto una posizione che non aiutava affatto la madre a superare lo stato di malessere che sempre più stava prendendo il sopravvento. L’altra notte la situazione è precipitata. Accompagnata da una ambulanza e dal marito, Dorina Russo è arrivata intorno alle 3,30 all’ospedale di Sarno, «Vittime di Villa Malta», chiamato così in memoria di medici, infermieri e pazienti che persero la vita nel nosocomio del quartiere Episcopio, travolto nella notte del 5 maggio 1998 dalla frana del monte Pizzo d’Alvano, che provocò una enorme catastrofe nei paesi di Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici. Al Pronto soccorso del «Vittime di Villa Malta» i medici si sono resi conto immediatamente che le condizioni della donna erano disperate. Accusava gravissime difficoltà respiratorie e i sanitari hanno deciso di trasferirla immediatamente in sala operatoria per un disperato tentativo di salvarle la vita e nello stesso tempo di far nascere i due gemellini prima che le condizioni della madre pregiudicassero irrimediabilmente anche la loro vita. L’obiettivo dei medici è stato raggiunto per metà. Attraverso un parto cesareo i bambini sono nati e, per quanto prematuri, sono in buone condizioni, ora ricoverati uno a Salerno e uno a Battipaglia. Ma per la madre non c’è stato nulla da fare. Il marito non ha sporto alcuna denuncia, ma è stato il pm Lenza — non appena ricevuta la segnalazione dalla polizia giudiziaria, informata a sua volta dall’ospedale — ad aprire d’ufficio un fascicolo. F. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA Wall Street Journal «Le italiane non fanno più figli» «Sempre più italiane decidono di non fare figli». Motivo? «Un mercato del lavoro precario» e politiche sociali che non aiutano chi ha bambini. A scriverlo è il Wall Street Journal che mette a confronto il tasso di maternità del nostro Paese con quelli degli altri: se in Italia una donna su quattro «termina l’età fertile senza fare figli», scrive il giornale, «negli Usa il dato è del 14% e in Francia al 10». © RIPRODUZIONE RISERVATA creato (dicono anche che, per uno strano scherzo del destino, i due si somigliassero), lui non ne aveva più voluto sapere ed era sparito. Forse sollevato da una responsabilità che non aveva cercato, di certo incurante del trauma che avrebbe creato a quel bambino che lo chiamava «papà». Ora, a distanza di undici anni, la Corte d’appello di Milano, confermando la sentenza di primo grado, ha stabilito che quella perdita è equivalente a un lutto («interruzione del vincolo parentale»), e deve essere risarcita a Stefano — che oggi vive con la mamma e il compagno di lei — con quasi cinquantamila euro. Somma che dovrà pagare l’ospedale Sant’Anna di EMANUELE LAMEDICA EMA Como per quel test sbagliato che aveva dato a un bambino un padre sbagliato. «Per oltre tre anni — sottolinea Giovanna Petazzi, avvocato della madre — il bambino ha avuto a tutti gli effetti un padre e se quell’errore non fosse stato fatto forse non avrebbe mai avuto un papà ma, anche se può sembrare paradossale, sarebbe stata sicuramente una condizione meno traumatica rispetto a quella vissuta dal bambino per colpa di quel test sbagliato». Non è chiaro che cosa abbia spinto l’uomo a chiedere un nuovo esame del Dna dopo tre anni in cui nessuno aveva più sollevato dubbi. Di certo già nel processo di primo grado era emerso che l’ospedale Sant’Anna non aveva le strutture adatte per effettuare i prelievi e gli esami e per questo motivo è stato riconosciuto re- sponsabile dell’errore. La difesa aveva chiesto un risarcimento superiore a centomila euro, il doppio rispetto a quanto imposto dai giudici in appello. «Ora — dice l’avvocato Petazzi — stiamo valutando il ricorso in Cassazione. Per quantificare il danno sono state utilizzate le tabelle di riferimento delle lesioni comuni. Credo però che questo caso sia diverso, abbia una peculiarità per cui non può essere accomunato ad altre situazioni. Il danno dovrebbe essere valutato in modo specifico facendo riferimento all’interruzione del vincolo parentale, che la Corte ha riconosciuto, ammettendo però che non può essere risarcito separatamente perché il padre non è morto». Anna Campaniello Luigi Corvi © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Crediamo che anche il migliore dei materiali possa essere sempre migliorato: Super Titanio 5 volte più resistente del normale titanio Collezione da 178 a 298 euro 5 volte più resistente del normale titanio 40% più leggero dell’acciaio inox Vetro Zaffiro, prezioso ed inscalfibile Energia inesauribile grazie alla carica luce € 298 Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Università A Padova record di idonei. Polemiche a Bari La data e i quiz difficili Voti più bassi ai test di medicina Respinto il 42 per cento dei candidati Bocciata la data, rimandato a settembre il contenuto, promossi i ragazzi. O almeno quei 10 mila — dei 63 mila che due settimane fa si sono sottoposti alla roulette del test — che da settembre potranno studiare medicina. Il ministero dell’Istruzione ha pubblicato i risultati: punteggi in ordine decrescente e per materia, senza i nomi dei candidati, ma con codici che identificano la prova e l’ateneo. Subito è partita la caccia al più bravo (un ragazzo di Torino che ha totalizzato 80,50 punti su 90). Alle percentuali più alte di idonei (Padova sul podio, con il 71,9%, davanti a Milano Statale con il 71,8%, Udine 71,7%, Milano Bicocca 70,6%, Modena e Reggio Emilia 70,5%). E ai voti migliori: ancora Padova in prima fila, con 15 studenti nei primi 100, poi Bologna con 11, Milano Statale con 10. Chi è andato a cercare l’esito dei candidati di Bari, sull’eco delle «gravissime irregolarità» denunciate dalle associazioni degli studenti (la vicenda del plico manomesso, su cui è in corso un’indagine), ne ha trovati ben sei tra i cento migliori. «Un dato anomalo, lo scorso anno erano zero», dice Gianluca Scuccimarra, dell’Unione degli universitari. «In media con i risultati di altri esami, come le selezioni per San Raffaele e Cattolica», sostiene invece il rettore, Antonio Uricchio. Che si è detto «sgomento per la vicenda», che al momento, però «non è risultata funzionale ad alterare i risultati della prova». Ma intanto, per il test in inglese della prossima settimana, il Magnifico dell’Aldo Moro preannuncia «misure di controllo straordinarie». Il dato che pesa di più è l’ab- 63 La storia Cronache 19 italia: 51575551575557 mila Gli aspiranti camici bianchi che hanno partecipato al test l’8 aprile bassamento del livello complessivo: quest’anno i migliori 1.000 candidati hanno superato il test con un punteggio medio di 54,30, contro 62,58 dello scorso anno; circa il 42% (erano il 28%) sono risultati insufficienti, cioè non hanno raggiunto il minimo di 20 punti. La «pecora nera» della classifica ha rimediato un -13.30. A pesare è stata la data dell’esame: nel cuore della preparazione per la maturità. Ma anche il tenore dei quiz, «inadatti a misurare la propensione di un aspirante medico alla professione», sostiene Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Bergamo. Perplesso per le domande di cultura generale e per certi quesiti di logica («inutili rompicapo, che premiano chi ha passato più tempo ad allenarsi al test»), lo scienziato contesta anche le domande «di indirizzo», che hanno registrato risultati peggiori del 2013. «Alcune facilissime, altre impossibili», dice. «Trappole che pretendono conoscenze che si acquisiranno nel corso degli studi, non idonee a indagare qualità attitudinali e psicologiche che occorrono per curare i pazienti». Sotto accusa soprattutto le domande di biologia: così difficili da risultare, secondo alcuni, inutili ai fini di una selezione dal momento che molti non le hanno neanche affrontate e dunque hanno finito per non «fare punteggio». E intanto, tra proteste degli studenti che minacciano ricorsi e si danno appuntamento davanti a policlinici universitari, c’è chi come Francesca, da Canicattì («250esima di tutt’Italia», racconta felice), ha già pronta la valigia: ha sostenuto la prova a Roma, alla Sapienza, e ora ha l’ammissione in tasca, ancor prima di aver superato l’esame di Stato. Che adesso non la preoccupa più: «Studierò, ma senza ammazzarmi — dice —. Devo organizzare il trasferimento a Roma. Sto per cambiare vita». D’ARCO I dati 58,5% La quota di aspiranti medici che è risultata idonea (almeno 20 punti) al test di ammissione In quali atenei ci sono stati più idonei 71,9% 71,8% 71,7% 70,6% 70,5% Padova Milano - Statale Udine Milano - Bicocca Modena e R. Emilia E in quali meno 36,8% 39,3% 40,8% 46% 46,5% Catanzaro Sassari Molise Messina Foggia DOVE HANNO FATTO IL TEST I MIGLIORI CENTO STUDENTI D’ITALIA 15 Padova 11 10 Bologna Milano - Statale Foggia Messina 9 8 Pavia Roma - La Sapienza Perugia Roma - T. Vergata 6 Bari Milano - Bicocca Pisa Napoli - Federico II Brescia Verona 5 5 4 4 Torino Vercelli Catania L’Aquila Udine Insubria 3 3 Genova IL PUNTEGGIO MEDIO Su tutti i candidati 27,54 23,07 2013 Fra gli idonei 3 2 2 2 2 Palermo 2014 33,85 30,27 1 1 1 1 1 1 80,5 punti Il risultato più alto È stato ottenuto a Torino Il no del giudice che può fermare chi «evita» l’esame Qualcuno li ha già tirati fuori quei volantini che invitano a studiare Medicina all’estero. In Albania. In Romania. In Svizzera. Niente test d’ammissione. O, almeno, «non così difficile come in Italia». Qualche migliaio di euro di spesa. Un inconveniente geografico: bisogna traslocare. Ma è un sacrificio che si può anche fare. Perché la speranza è quella di chiedere l’iscrizione in un ateneo italiano uno o due anni dopo. Aggirando così il test d’ingresso. E se qualche università fa problemi? Si va al Tribunale amministrativo regionale. Una delle ultime sentenze è della terza sezione (bis) del Tar del Lazio. Dà ragione a una studentessa italiana che chiedeva di trasferirsi — senza test — da Tirana a Roma-Tor Vergata. I programmi di studio sono uguali, hanno stabilito i giudici: la giovane va ammessa. Vittoria? Mica tanto. Perché poi arriva la sentenza della sesta sezione del Consiglio di Stato. Che respinge il ricorso di uno studente, italiano anche lui, alla facoltà di Odontoiatria e protesi dentaria di Arad, Romania. Lo studente chiede di trasferirsi all’ateneo dell’Aquila. Il rettore abruzzese dice no: «Così si aggira il test d’ammissione», spiega. Il giovane fa causa. Il caso approda a Roma. E qui i giudici si esprimono. Con parole nette. Il passaggio in Italia? Si può fare solo se si passa la prova d’ingresso. E il passaggio non vale soltanto per il primo anno, ma anche per quelli successivi. Il motivo? «Se si consentisse l’iscrizione di studenti provenienti da università straniere — scrivono i giudici —, chiunque non abbia superato l’esame di ammissione potrebbe immatricolarsi presso un ateneo straniero e chiedere, l’anno successivo, il trasferimento presso un’università italiana. Gli effetti elusivi sarebbero evidenti, mettendo a rischio la stessa effettività della funzione selettiva e di programmazione». Insomma, anche nei ricorsi — come nei test — è un po’ una lotteria. Leonard Berberi @leonard_berberi Antonella De Gregorio @antdegre © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: ministero dell’Istruzione Non amava né studiare né la scuola, adesso è introverso e fobico. I colpi alla testa gli hanno fatto sviluppare una sindrome quasi unica Genio della matematica dopo un trauma L’uomo che disegna a mano i frattali istruite, spesso portatrici di qualche deficit intellettivo, e tuttavia capaci di eseguire calcoli difficilissimi o di ripetere interi libri al contrario. Secondo Treffert il savantismo può essere congenito o acquisito, si presenta più spesso nei maschi che nelle femmine, in una significativa minoranza delle persone affette da autismo e in una minima frazione di quelle colpite da danni cerebrali o ritardo mentale. Le loro abilità sono meccaniche ma ci sembrano eccezionali perché normalmente potrebbero essere inibite da altre funzio- Ex patito di body building, una rissa in un bar gli ha cambiato la vita di ANNA MELDOLESI L Primo anno all’estero a missione di Jason Padgett nella vita era divertirsi. Gonfiare i bicipiti, scolpirsi i capelli col gel, tirare tardi nei bar. Poi improvvisamente tutto è cambiato. Nella mente di questo trentunenne americano allergico ai libri si è acceso un sesto senso per la matematica. La chiamano sindrome da savantismo acquisito e si calcola che in tutto il mondo esistano solo una quarantina di persone che ne sono state colpite. Nel caso di Jason il verbo colpire è particolarmente azzeccato: l’evento che lo ha trasformato è stata una spietata sequenza di pugni alla testa sferrati da un paio di sconosciuti in un locale notturno. Il ragazzo è caduto a terra, ha perso i sensi e quando si è ripreso ogni cosa aveva iniziato a splendere di una luce strana. L’incredibile storia del bodybuilder tramutato in cervellone viene raccontata in un libro appena pubblicato oltreoceano. Titolo: «Struck by genius», che è come dire fulminato dal genio. Sottotitolo: «Come un trauma cerebrale mi ha reso un prodigio della matematica». Lo firma lo stesso Padgett insieme a Maureen Seaberg, la scrittrice che lo ha convinto a sottoporsi ai test medici che hanno confermato le sue nuove capacità. La parola Frattale ‘‘ È una figura geometrica dotata di simmetrie interne che si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse. Non cambia aspetto anche se visto con una lente d’ingrandimento. Questa caratteristica è spesso chiamata autosimilarità. Il termine frattale venne coniato nel 1975 da Benoît Mandelbrot e deriva dal latino fractus (rotto, spezzato), così come il termine frazione. Il suo mondo Alcuni esempi di frattali disegnati da Jason e pubblicati su Facebook Ma è possibile che la nostra testa sia come uno di quei vecchi apparecchi elettronici che funzionavano meglio dopo aver preso una botta? Quel che sappiamo è che Padgett ha abbandonato il college perché non gli piaceva studiare ma era tutt’altro che stupido. Prima dell’aggressione di 12 anni fa era esibizionista, socievole e spensierato. Dopo è diventato introverso e fobico, ossessionato dai germi. Ma gli è successo anche qualcosa di straordinario. I suoi sensi si sono fusi. I movimenti sono diventati fotogrammi e tracce luminose colorate. Oggi vede poligoni ovun- que. La panna versata nel caffè del mattino disegna una spirale. Le foglie degli alberi sono teoremi di Pitagora. La luce riflessa è un inno al pi greco. Jason ha la rarissima dote di saper disegnare a mano i frattali, affascinanti figure che restano uguali anche osservate con la lente di ingrandimento, perché si ripetono allo stesso modo su scale diverse. E per capire l’universo che gli si è spalancato davanti, alla fine si è messo a studiare fisica e matematica. A certificare la sua sindrome è arrivato Darold Treffert, il più grande specialista di quelli che nell’800 venivano chiamati «idiot savant». Persone non Protagonista Jason Padgett (sopra, in una foto del suo profilo Facebook), 31 anni. Dopo un’aggressione gli è stata diagnosticata la sindrome del «savantismo» I sensi I suoi sensi si sono fusi, i movimenti sono diventati fotogrammi, tracce luminose colorate, poligoni e spirali ni superiori. Forse traumi e anomalie possono rendere queste informazioni di basso livello più accessibili, forse il resto del cervello si attiva di più per compensare il deficit. Quanto a Jason, i test hanno individuato un danno all’emisfero cerebrale destro e una super attivazione del lobo parietale sinistro. La sua nuova vita, come quella di altri illustri pazienti che hanno fatto la storia delle neuroscienze, rappresenta una finestra aperta sulla plasticità del cervello, sulle diverse forme di intelligenza, sul potenziale umano. Ma è presto per concludere che in tutti noi c’è un genio assopito pronto a svegliarsi. E comunque se c’è assomiglia più al protagonista di Rain Man o a Pico della Mirandola che a Einstein. @annameldolesi © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Cronache Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Verso la canonizzazione LA VITA SPECIALE DEL PAPA UMILE Giovanni XXIII diceva: io Vicario di Cristo? Non sono degno Andò via coinvolgendo per la prima volta tutti gli uomini Gli articoli sui due Pontefici In occasione dell’imminente canonizzazione di papa Giovanni XXIII e di papa Giovanni Paolo II, domenica 27 aprile, il Corriere della Sera propone due articoli firmati dal filosofo Michael Novak, studioso di entrambi i Papi. Novak ripropone l’omelia in onore di papa Giovanni XXIII pronunciata dal cardinale Léon-Joseph Suenens del Belgio davanti ai 2.700 vescovi raccolti nella Basilica di San Pietro all’apertura del lavori della Seconda Sessione del Concilio Vaticano II. L’omelia ripercorre la vita di papa Giovanni XXIII così come i padri del Concilio — e il mondo intero — l’avevano conosciuto. Questo ricordo di papa Giovanni, il pontefice ispiratore del Concilio Vaticano, che trae spunto dall’omelia di LéonJoseph Suenens, è una rievocazione concreta e commovente del «Papa buono» che prepara la strada all’imminente canonizzazione, introducendo sulla scena uno dei due protagonisti. Il testo dell’omelia venne raccolto quasi in contemporanea con l’evento e pubblicato nel libro di Michael Novak sul Concilio Vaticano II, La chiesa aperta (1964), capitolo 2, pp. 17-28. Ristampato nel 2002 da Transaction Publishers, New Brunswick, New Jersey, Usa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ciò che unisce papa Giovanni XXIII e papa Giovanni Paolo II — e rende così significativa la loro prossima canonizzazione — è l’impegno condiviso nel lanciare e completare il Concilio Vaticano II (1961-1965). Il Concilio fu voluto da papa Giovanni XXIII, e il compito di riscattarlo dalla minaccia di una crescente banalizzazione spettò a Giovanni Paolo II. Senza Giovanni XXIII non ci sarebbe stato alcun Concilio, senza di lui la Chiesa non avrebbe avuto la forza di tramandarlo alle future generazioni. Durante gli anni che seguirono il Concilio, forse, nessun vescovo al mondo seppe sfruttarne il lascito con altrettanto fervore del Papa polacco, Giovanni Paolo II di Cracovia. Nello spirito del Concilio, egli seppe mobilitare la sua nazione, credenti e non credenti, per prepararsi al compito storico di sgretolare la Cortina di ferro del totalitarismo che troppo a lungo aveva diviso la civiltà contemporanea. Giovanni Paolo II — nel nome stesso il vescovo polacco volle ricollegarsi ai due grandi Papi del Concilio, Giovanni e Paolo — si sforzò di traghettare verso il futuro l’eredità del Concilio per rafforzare la fede, il coraggio e l’unità dei cattolici. Giovanni Paolo II seppe radicare il Concilio nella storia, sia spiritualmente che politicamente. E fu il Concilio ad unire questi due grandi santi. Iniziamo da Giovanni XXIII. di MICHAEL NOVAK G iovanni XXIII visse tutta la sua vita secondo i principi del Concilio Vaticano II. In un pontificato durato appena cinque anni, dal 1958 al 1963, fece balenare la possibilità della riunificazione di tutti i cristiani. Seppe parlare ugualmente ai credenti e ai non credenti, e fu compreso da tutti. Divenne il punto di riferimento della Chiesa cattolica romana e attraverso di lui, come attraverso un prisma, l’amore di Dio per l’uomo arrivò a toccare e a incendiare milioni di cuori nel mondo. In un battito di ciglia, diventò quello che la Chiesa tutta deve aspirare a essere. Indicò la strada da seguire ai vescovi. Ispirò i sacerdoti nella cura delle anime e mostrò ai fedeli come avvicinarsi ai loro pastori. Papa Giovanni viveva il Vangelo e insegnava con l’esempio. Molto più arduo era per lui impartire ammonimenti affinché i fedeli facessero una vita consona ai principi delle Sacre Scritture. Per molti, la sua vita fu un istruttivo esempio, anche più importante degli stessi precetti che uscirono dal Concilio. La forza spirituale di papa Giovanni fu una costante della sua vita e fu avvertita dai padri conciliari anche durante la Seconda Sessione, successiva alla sua scomparsa. Il 21 novembre, il primo relatore, il vescovo spagnolo Jaime Flores Martin esordì con un commento sull’unità dei cristiani: «Questo progetto ci conduce sul sentiero dell’ecumenismo che tanto fu caro a papa Giovanni XXIII». Il 28 ottobre, uno dei giorni più importanti del Concilio, e in una delle occasioni in cui Paolo VI si affacciò nel salone dei lavori, il cardinale belga Léon-Joseph Suenens venne invitato a commemorare papa Giovanni, e lo fece in modo tanto accorato e incisivo da rendere indimenticabile la presenza attiva del defunto Pontefice in seno al Concilio. Salendo sul pulpito di San Pietro, alla presenza dei patriarchi, cardinali, arcivescovi e vescovi di tutto il mondo, assieme a qualche centinaio di laici, il cardinale pronunciò un’omelia in cui disse tra l’altro: «Quando venne eletto, Giovanni XXIII era apparso un “Papa di transizione”. E difatti si rivelò di transizione, ma non nel significato previsto né nell’accezione ordinaria del termine. Nel giudizio della Storia, egli resta indubbiamente il Pontefice che spalancò una nuova era alla Chiesa e gettò le basi per la transizione dal Ventesimo al Ventunesimo secolo» (...) «Ciascuno dei Padri conciliari conserva ben vivo nel suo cuore il ricordo del nostro ultimo incontro con lui, qui, proprio in questo luogo, accanto alla tomba di Pietro. Ciascuno di noi, mentre lui ci ascoltava, si chiedeva: “È questo l’addio? Il Santo Padre, che ora ci parla, rivedrà mai i suoi figlioli?”. Ci rendevamo conto di raccogliere la sua estrema esortazione, come nell’Ultima Cena...» (...) «La morte di Giovanni XXIII è stata preziosa anche agli occhi del mondo. Il Papa l’ha trasformata in una proclamazione finale di fede e di speranza» (...) «Quando udì piangere attorno al letto i membri della sua famiglia pontificia, il Papa protestò: Chi è l’autore Michael Novak (foto) è un filosofo americano cattolico, giornalista, scrittore e diplomatico. Autore di più di 25 libri sulla filosofia e la teologia della cultura, assistette alla Seconda Sessione del Concilio Vaticano II, ed è studioso del papato di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II È stato anche consigliere del presidente americano Ronald Reagan, ha servito come ambasciatore Usa alla Commissione Onu sui diritti dell’uomo nel 1981 e nel 1982, e ha guidato la delegazione Usa alla Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa nel 1986 “Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria”» (...) «Se volessimo racchiudere la sua essenza in una sola parola, a mio avviso si potrebbe dire che in Giovanni XXIII la natura e la grazia produssero una sintesi vivente. Tutto in lui scaturiva da un’unica sorgente». Patriarca di Venezia fresco di nomina — ricordava il cardinale Suenens nella sua omelia — papa Roncalli si presentò così ai fedeli: «Desidero parlarvi con la più grande apertura di cuore e con molta franchezza di parola. Sono state dette e scritte cose che sorpassano di molto i miei meriti. Mi presento umilmente da me stesso. Come ogni altro uomo che vive quaggiù, provengo da una famiglia e da un punto L’incontro Papa Giovanni XXIII con il suo successore Giovanni Montini (in basso a sinistra) che sarebbe diventato poi il futuro Paolo VI il 21 giugno 1963 ben determinato, con la grazia di una buona salute fisica, con un po’ di buon senso da farmi vedere presto e chiaro nelle cose; con una disposizione all’amore degli uomini, che mi tiene fedele alla legge del Vangelo e rispettoso del diritto mio e degli altri, che mi impedisce di far del male a chicchessia, che mi incoraggia a far del bene a tutti» (...) «Vengo dall’umiltà e fui educato a una povertà contenta e benedetta, che ha poche esigenze, che protegge il fiorire delle virtù più nobili e più alte e prepara alle elevate ascensioni della vita... ma la Provvidenza ha voluto avviarmi per altre strade prima di giungere qui. Mi trasse dal mio villaggio nativo e mi fece percorrere le vie del mondo in Oriente e in Occidente, accostandomi a genti di religioni e di ideologie diverse, a contatto coi problemi sociali acuti e minacciosi e conservandomi la calma e l’equilibrio dell’indagine e dell’apprezzamento, sempre preoccupato, salva la fermezza ai principi del credo cattolico e della morale, più di ciò che unisce che di quello che separa e suscita contrasti». Nessuno — ricordava ancora il cardinale Suenens — restò sorpreso nel leggere nel suo diario personale riflessioni come la seguente: «Si sono concluse le celebrazioni per il mio giubileo sacerdotale, che si sono tenute qui a Sofia e a Sotto il Monte. Quale imbarazzo per me! Un’infinità di preti già deceduti o ancora vivi dopo venticinque anni di sacerdozio hanno compiuto meraviglie nell’apostolato e nella santificazione delle anime. E io, che cosa ho Il timore «Non abbiamo motivo di temere, il timore nasce dalla mancanza di fede», sostenne all’apertura del Concilio contro i critici e profeti di sventura fatto? Gesù mio, pietà! Ma, mentre mi umilio per la pochezza o il nulla compiuto sino ad ora, alzo gli occhi al futuro. Resta sempre una luce davanti a me; resta sempre la speranza di fare il bene. E così riprendo in mano il pastorale, che d’ora in poi sarà il pastorale della vecchiaia, e vado avanti, incontro a tutto quello che mi riserva il Signore» (Sofia, 30 ottobre 1929). «Vicario di Cristo? Ah! Non sono degno di questo titolo, io, il povero figlio di Battista e Marianna Roncalli, due buoni cristiani, certo, ma così umili e modesti» (15 agosto 1961). Giovanni XXIII voleva fortemente il Concilio. Diceva che tale desiderio era ispirato dallo Spirito Santo, che lo invitava a raccogliere a Roma tutti i vescovi del mondo. All’apertura, egli fece una pacata dichiarazione circa il suo «completo disaccordo con tutti i Vaticano Pronto il piano sicurezza: droni, oltre 1.500 uomini e alta tecnologia In cinque milioni all’evento di domenica ROMA — Il primo a informarsi — e a voler informare il pubblico Usa — sui livelli di sicurezza a Roma nei prossimi giorni è stato un network americano che ieri mattina ha visitato la Questura. E oggi il questore Massimo Mazza presidierà la prima riunione ufficiale in previsione delle celebrazioni per la canonizzazione di due Papi — Roncalli e Wojtyla — domenica prossima in Vaticano, con un’appendice in programma per il giorno successivo. Un’altra messa che prolungherà la permanenza dei pellegrini di altre 24 ore. 19 I capi di Stato che sono attesi in Vaticano tra il 26 e il 27 aprile per la cerimonia di canonizzazione dei due Papi. A questi si aggiungono le 61 delegazioni in rappresentanza di 54 Paesi, 24 premier e 23 ministri Saranno migliaia gli operatori delle forze dell’ordine impegnati nella vigilanza della Capitale per un evento di portata mondiale. L’ordine tassativo per tutti è «far fare bella figura alla città, vetrina d’Italia». Ma basta pensare che gli investigatori ragionano su presenze che — solo nel fine settimana — raggiungeranno i 5 milioni di visitatori, fra turisti e pellegrini, per capire il livello di mobilitazione del personale. Licenze e permessi concessi solo in caso di estrema necessità, turni rinforzati — con massicci ricorsi agli straordi- nari —, agenti e militari in trasferta a Roma da tutte le regioni. Saranno oltre 1.500 gli uomini e le donne in divisa e in borghese impegnati ogni giorno, da domani, solo nei servizi di controllo del territorio per la canonizzazione dei pontefici e per le scorte alle decine di delegazioni straniere che parteciperanno. Roma al centro del mondo, e quindi anche obiettivo privilegiato per chi ha intenzione di farsi notare. L’Antiterrorismo è in allerta, non solo con l’intelligence, ma anche con Digos e Ros che monitorano gli Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 ❜❜ Cronache 21 italia: 51575551575557 Fui educato a una povertà contenta e benedetta, che ha poche esigenze, che protegge il fiorire delle virtù più nobili Alzo gli occhi al futuro Resta sempre una luce davanti a me, resta sempre la speranza di fare il bene Dal suo diario personale (Sofia, 30 ottobre 1929) profeti di sventura che prevedono immancabili disastri». Aggiunse: «Non abbiamo motivo di temere; il timore nasce dalla mancanza di fede». Giovanni XXIII non sapeva esattamente come sarebbero andate le cose. «Quando si tratta di un Concilio — disse una volta sorridendo — siamo tutti novizi. Lo Spirito Santo sarà presente quando i vescovi si riuniranno: staremo a vedere». Difatti, per lui — come indicava il cardinale Suenens nella sua omelia — «il Concilio non era un incontro dei vescovi con il Papa, ovvero un incontro orizzontale», ma innanzitutto — e soprattutto — «l’adunata collettiva dell’intero collegio episcopale con lo Spirito Santo, un incontro verticale, un’apertura totale all’immenso scaturire dello Spirito Santo, una specie di nuova Pentecoste...». Chi non ricorda — disse ancora Suenens — quella visita al carcere di Rebibbia a Roma? «Tra i detenuti, vi erano due assassini. Dopo aver ascoltato il Santo Padre, uno di loro gli si avvicinò e gli chiese: “Le parole di speranza che lei ha pronunciato valgono anche per me, che sono un grande peccatore?”. Il Papa rispose spalancando le braccia e stringendolo lungamente al cuore. Questo detenuto è certamente simbolo dell’intera umanità, così vicina al cuore di Giovanni XXIII». Disse papa Roncalli nel 1934, mentre si apprestava a lasciare la Bulgaria: «Fratelli miei non vi dimenticate di me perché sempre e comunque resterò un sincero amico della Bulgaria. Secondo un’antica tradi- In Vaticano Papa Giovanni XXIII nel suo studio in Vaticano Angelo Giuseppe Roncalli venne ordinato sacerdote a 22 anni e mezzo (foto Ansa) ❜❜ in tutte le sue espressioni; per cui anche nelle istituzioni umane non si riesce ad innovare verso il meglio che agendo dal di dentro di esse gradualmente». Il suo stesso cammino, prima di salire al soglio pontificio, fu segnato da progressi graduali. Il Sinodo di Roma, di cui fu eletto a capo nel 1959, non si affrettò in alcun modo a «spalancare le finestre», come fece successivamente il Concilio. Giovanni XXIII appose il suo nome all’anacronistica direttiva Veterum Sapientiae, che imponeva l’insegnamento in latino in tutti i seminari. Fece emanare dal Santo Ufficio un monitum — ancorché assai blando — contro l’opera di Teilhard de Chardin. Quando i padri conciliari elessero pochissimi membri della Curia alle commissioni conciliari, intervenne di persona assegnando a molti di loro i seggi a lui riservati in ciascuna commissione, e nominando un cardinale a presiedere su ognuna di esse. Consentì a un uomo della Curia di ricoprire l’incarico di segretario generale del Concilio. Superando innumerevoli ostacoli, riuscì a mettere in piedi il suo Concilio e ad aprire la Chiesa seguendo l’esempio di Cristo, senza chiedere al mondo di accettarlo, bensì aprendosi la strada nel mondo così com’è. Tenne lo sguardo fisso sull’essenziale e comprese come fare per realizzare i suoi sogni in modo graduale. Ci sono mille modi per esprimere la verità. Quando Dio decise di rivelare agli uomini il segreto della loro vita e la natura della Sua propria vita, lo fece tramite il Verbo: ma quel Verbo non Le lacrime «Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria», disse protestando a chi gli stava vicino poco prima di morire Con i bimbi Il Pontefice, nel 1958, visita a sorpresa i piccoli ricoverati all’ospedale «Bambino Gesù» di Roma ambienti più caldi del fondamentalismo islamico e dell’antagonismo, senza contare le schegge impazzite, i cani sciolti che potrebbero creare problemi. La sicurezza viaggia su due livelli: quella in strada e quella investigativa. Per la prima saranno utilizzati anche strumenti ad altissima tecnologia per rendere impermeabile la Capitale a qualsiasi genere di infiltrazione. Come accaduto in passato, anche di recente, potrebbero entrare in gioco sistemi di controllo satellitare, droni configurati per scenari urbani, intercettazioni radio-cellulari e largo uso di jammer (dispositivi ideati per neutralizzare anche le frequenze dei telecomandi) per isolare le zone rosse che saranno create attorno al Vatica- no. Può sembrare fantascienza, anche esagerato, ma così non è. L’attenzione è massima: scrematura degli arrivi — con verifica dell’identità — negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, al porto di Civitavecchia, ai caselli autostradali. Secondo screening sui terminali delle strutture ricettive (hotel, bed&breakfast, ostelli, case vacanze). Terzo filtro perquisizioni a campione di perso- I controlli Dal monitoraggio sugli arrivi alle strade, dalle strutture ricettive alle telecamere: diversi i livelli di controllo ne e bagagli considerati sospetti. Rinforzati i team antisabotaggio, rimesse in funzione tutte le circa 2 mila telecamere per la videosorveglianza puntate in centro, nella zona di San Pietro e a Trastevere. Blindati le stazioni ferroviarie, i mezzi pubblici e le fermate della metropolitana, ma anche i musei. Divieto di sorvolo dell’area urbana anche ai voli di linea. E se da un lato si cercherà di contrastare l’offensiva dei borseggiatori e dei venditori ambulanti — per loro sarà un’occasione irripetibile — dall’altra gli investigatori sono concentrati soprattutto sull’allerta terrorismo. Con la consegna di evitare qualsiasi sorpresa. Rinaldo Frignani © RIPRODUZIONE RISERVATA zione dell’Irlanda cattolica, la vigilia di Natale ogni famiglia mette una candela accesa sul davanzale, per mostrare il cammino a San Giuseppe e alla Beata Vergine, e per segnalare che lì risiede una famiglia pronta ad accoglierli. Dovunque sarò, anche in capo al mondo, qualsiasi bulgaro che si troverà lontano dalla sua patria e passerà davanti alla mia casa troverà sul davanzale una candela accesa. Se busserà, la porta si aprirà, che sia cattolico o ortodosso. Un fratello dalla Bulgaria, basteranno queste parole. Sarà il benvenuto e troverà nella mia casa la più calorosa e affettuosa ospitalità. Un invito rivolto a tutti gli uomini di buona volontà». La presenza di papa Giovanni in mezzo ai padri conciliari resta viva non solo nel discorso del cardinal Suenens, ma anche nei ricordi, nel cuore e nell’ispirazione di molti di loro e degli innumerevoli periti (esperti di teologia) che li accompagnavano. Giovanni XXIII dimostrò che un uomo, un sacerdote, un Pontefice, poteva vivere nel secolo Ventesimo e che, nonostante tutte le ambiguità e i compromessi della Storia, sapeva parlare agli uomini di Cristo negli accenti di Cristo, con gesti e azioni che richiamavano alla mente la vita di Cristo. Semplice, umile, buono, per tanti anni ritenuto temporeggiatore, timido e poi improvvisamente coraggioso e attivo, papa Giovanni visse, soprattutto, la sua vita speciale. Certo, ci sono molti modi di essere se stessi quanti sono gli uomini sulla terra. Giovanni XXIII capiva benissimo la saggezza del compromesso. «Non mancano anime particolarmente dotate di generosità — scrisse nell’enciclica Pacem in Terris — che, trovandosi di fronte a situazioni nelle quali le esigenze della giustizia non sono soddisfatte o non lo sono in grado sufficiente, si sentono accese dal desiderio di innovare, superando con un balzo solo tutte le tappe; come volessero far ricorso a qualcosa che può rassomigliare alla rivoluzione. Non si dimentichi che la gradualità è la legge della vita era un libro o una scuola di pensiero, bensì la vita del Suo stesso Figlio. Così papa Giovanni, come il Verbo da lui servito, ci ha rivelato il mistero dei nostri tempi e del nostro destino, non con un libro o una scuola di pensiero, ma con la sua vita. La vita viene prima di ogni lezione. La lunga agonia di papa Giovanni è rimasta incisa nel ricordo di tutti coloro che ne furono testimoni. Per la prima volta nella storia dell’umanità, tutto il mondo cristiano, e non solo, si sentì coinvolto negli ultimi giorni di vita del suo Pontefice, consapevole della sua statura di uomo di Chiesa, seguace di Cristo, che offriva le sue sofferenze per ognuno di loro, per amore del Concilio e per la pace. «Ogni giorno è buono per morire», aveva detto. «Ho fatto i bagagli». Ogni quarto d’ora, negli Stati Uniti, i notiziari seguirono il cammino di quest’uomo verso la morte. Il mondo si raccolse nel dolore, nel lutto e nell’amore. Gli uomini assistevano a una buona morte e condividevano insieme la morte di un uomo buono. (Traduzione di Rita Baldassarre) © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Cronache 23 italia: 51575551575557 Il libro Esce con il «Corriere della Sera» il volume scritto dall’avvocata con la giornalista Giusi Fasano Due maschere e la mano di un bambino Il viaggio di Lucia per riprendersi la vita La donna sfigurata con l’acido racconta la sua storia e i suoi progetti L’iniziativa Chi è Lucia Annibali è un’avvocata urbinate di 36 anni. La sera del 16 aprile 2013 è stata aggredita con l’acido mentre rientrava nella sua casa di Pesaro, dopo aver trascorso la serata in palestra. Per l’agguato che l’ha sfigurata sono stati condannati in tre: l’ex fidanzato Luca Varani come mandante e due albanesi come esecutori L’autobiografia Da domani sarà in edicola con il Corriere della Sera al prezzo di 12,90 euro (in libreria a 15 euro) «Io ci sono, la mia storia di non amore», libro autobiografico scritto da Lucia con la giornalista del Corriere della Sera Giusi Fasano. Nel libro (Rizzoli, 272 pagine) Lucia racconta il calvario dei molti interventi chirurgici subiti e la sua rinascita di MICHELA MANTOVAN L e maschere sono due. La prima va indossata durante il giorno. È di silicone ed è tenuta ferma da due elastici neri: sopra Lucia può infilare gli occhiali ma non potrebbe mai mangiare. La seconda maschera, la «morbida», entra in gioco dopo cena e con quella Lucia ci dorme: è un mefisto, color carne, come quelli indossati dai poliziotti o dai carabinieri che hanno arrestato un mafioso e non devono farsi riconoscere. Tutto questo per almeno 20 ore al giorno: la pelle che sta guarendo è bianchissima, liscia, fragile. È una pelle da bambola, di aspetto mutevole e ancora incerto, in parte nuova e in parte scolpita da ustioni e cicatrici di cicatrici. Fino a oggi gli interventi al viso e alla mano destra sono stati 11. omicidio, e nel futuro, per provare a pensare cosa fare di bello e di buono della sua vita. È un viaggio al centro del dolore costruito su due livelli. C’è il racconto dei fatti, fatti che sono anche scritti nelle carte del processo che ha portato Luca Varani alla condanna a vent’anni in primo grado. Definirlo ex fidanzato, anche se è vero, è fastidioso. Il secondo codice è il più misterioso e inedito, perché è La regola delle tre ore Per un mese e mezzo dal ricovero Lucia ha sempre e solo contato fino a tre: la distanza in ore tra una cura e l’altra una tela sottilissima il cui ordìto sono i dettagli. Infinitesimali, squallidi, commoventi. Un dettaglio è, per esempio, il nuovo modo di misurare il tempo. Subito dopo il ricovero, e per il mese e mezzo a seguire, Lucia ha sempre e soltanto contato fino a tre, cioè la distanza di ore tra una applicazione di collirio e di crema e l’altra. Le avevano già detto che quasi certamente sarebbe rimasta cieca. I grandi ustionati come Lu- cia non possono né piangere né ridere. Tante volte abbiamo letto o sentito dire che le lacrime «bruciano». Infatti è vero: sono salate e sembrano fuoco sulle cicatrici di innesti di pelle. Ma non si può neanche ridere se, come è accaduto a Lucia, la strada seguita dall’acido ha sciolto gli angoli della bocca, riducendo il diametro del suo sorriso. Lei lo sa bene e lo racconta per un solo motivo: dopo non molto tempo ha cercato di farlo. E poi ci è riuscita. Le cure, il processo: la ricostruzione di un corpo e di una vita, la costruzione di una verità processuale. In mezzo deposizioni, interrogatori e un continuo andare e tornare dal Centro grandi ustionati di Parma. In Io ci sono è tutto descritto talmente tanto e talmente bene che fa soffrire. Bianca e fragile Oggi la sua pelle è quella di una bambola, bianca e fragile, in parte nuova e in parte scolpita da cicatrici Simbolo A sinistra Lucia Annibali oggi (fotografata da Mattia Zoppellaro / Agenzia Contrasto per Io donna, il settimanale del Corriere della Sera). Sopra, Lucia con la maschera di silicone (che ha indossato di giorno fino allo scorso febbraio) per far aderire la pelle al viso. Ora ne ha una che lascia più spazio a occhi e bocca Lucia Annibali ha 36 anni, compiuti il 18 settembre, già con questo nuovo aspetto. Il 16 aprile di un anno fa due albanesi assoldati da Luca Varani, coetaneo, avvocato civilista di Pesaro, le hanno cambiato il destino gettandole addosso dell’acido. In Io ci sono, la mia storia di non amore (Rizzoli, da domani in edicola con il Corriere della Sera a 12,90 euro, in libreria a 15 euro), un libro di 272 pagine scritto con la giornalista del Corriere della Sera Giusi Fasano, Lucia racconta tutto quello che è capitato da allora. Ma va anche un po’ più in là: nel passato, per trovare le radici della storia d’amore che è diventata un tentato Dettagli, ancora dettagli. Come questa scheggia di vita: siamo in estate, Lucia è tornata ancora una volta per una operazione. Le palpebre devono essere reinnestate. Dovrà restare ferma nel letto per cinque giorni, con gli occhi cuciti. C’è un nuovo compagno di stanza, come sempre... «Resto sola finché nel letto accanto arriva un bambino che non ha nemmeno due anni. Si è ustionato con il caffè e siccome sua madre dorme qui con lui, gli infermieri hanno aggiunto un letto e gli spazi si sono molto ridotti. Praticamente ci si tocca. “Questo bimbo sta cercando di darti la mano” dice mia madre dopo averlo visto avvicinare il braccino più volte verso il mio letto. Allungo la mano sinistra verso di lui e aspetto. Ovviamente è un invito che non può ignorare. Sento le sue piccole dita accarezzare le mie e il linguaggio universale del gioco ci fa diventare amici in un minuto. Il gioco è questo: ogni tanto lui allunga la manina e mi tocca, io fingo di scappare dal suo contatto e lui ride per riprovarci un istante dopo e vedere, come direbbe Jannacci, l’effetto che fa». A Lucia nessuno, tranne una volta durante una conferenza stampa, ha mai osato chiedere se intendesse perdonare l’uomo che l’ha sfigurata. Il che è strano, in genere è una delle curiosità più ricorrenti nei confronti di chi esce dalla cronaca nera ed entra nella nostra vita. «Non ne voglio parlare. Delle volte mi ha fatto pena, questo sì», è stata la risposta. Lei pensa che non si possa, che non abbia senso usare la categoria del perdono per chiudere la traiettoria innescata da un gesto «miserabile». Ma certo non è arbitrario o sbagliato leggere nella sua totale, inspiegabile assenza di odio l’esistenza e la forza della compassione. Ora davvero ogni maschera è caduta. Per tutti e per sempre. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il brano «La prima volta davanti allo specchio C’è un’altra persona che mi guarda da lì» ❜❜ Oggi è il giorno spartiacque. Se la visita di controllo va bene, possiamo lasciare l’appartamento a Parma e tornare tutti a casa, e non c’è un solo motivo per credere che qualcosa non funzioni. Quindi arrivo in ospedale con la certezza che la mia nuova vita a Urbino mi stia aspettando già per domani. A pensarci bene, non ho molta voglia di andar via da qui. Non so se voglio uscire da questa campana di vetro che finora mi ha così protetto. Qui mi sento al sicuro. Entro nella sala medicazioni e trovo un’infermiera che mi insegna a lavarmi il viso. D’ora in poi dovrò fare da sola: serve molta delicatezza e una grande attenzione, mi spiega. Chiedo a lei e al Califfo se per favore posso tornare a casa sbendata: ne ho abbastanza delle fasciature sulla faccia. Dice di sì, posso farlo. In questi giorni sono migliorata molto con gli occhi, ma vedo ancora male e perciò capisco più col tatto che con la vista quanto sapone liquido devo usare per lavarmi, perché l’infermiera me ne versa un po’ nel palmo della mano sinistra. «Vado?». «Vai». Per la prima volta le dita delle mie mani, avvolte da una schiuma morbida, sfiorano la pelle del viso, la sentono ferita, la accarezzano. Mi viene in mente un paesaggio marziano; i polpastrelli percorrono croste che forse una volta sono stati crateri di piccoli vulcani; individuano solchi che, chissà, magari erano fiumiciattoli; toccano increspature dove un tempo c’era sicuramente dell’acqua. «Un tempo era un pianeta vivo, la mia faccia. E adesso? Cosa sarà rimasto?» mi domando all’improvviso come se finora mi fossi dimenticata di farmi questa domanda. Sospiro. Chiamo a raccolta tutto il coraggio che posso e lo chiedo: «C’è uno specchio?». Il cuore accelera il ritmo. Mi tocca rispolverare il vecchio mantra: «Va tutto bene, Luci. Tranquilla». Il Califfo si piazza in mezzo alle mie emozioni: «Se vuole lo specchio c’è, sì. Ma allora facciamo entrare anche la mamma, che dice? Così vede anche lei come deve fare i lavaggi...». «D’accordo, facciamola entrare.» Un minuto dopo Lella è accanto a me. Sento la sua commozione perché, dopo tutto questo tempo, per la prima volta rivede la mia faccia. E dev’essere parecchio cambiata da com’era la sera del 16 aprile. Altro sospiro: «Dai, datemi L’appuntamento Lunedì al Corriere l’incontro con i lettori Un incontro per un libro speciale. Per il lancio di «Io ci sono, la mia storia di non amore», Lucia Annibali e Giusi Fasano lunedì 28 aprile incontreranno i lettori a Milano, nella sede del Corriere della Sera. Con loro, a presentare il libro, ci sarà Barbara Stefanelli, vicedirettore del Corriere. L’evento, che sarà accompagnato dalle letture di Emily Capozucca, è organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera, dal blog La27Ora e da Rizzoli con il sostegno di Fondazione Cariplo. L’appuntamento è per le ore 18 nella sede del Corriere, in Sala Buzzati (via Balzan 3, angolo via San Marco 21). L’ingresso è libero, solo con prenotazione (per informazioni telefono 02.87387707, email [email protected], sul web fondazionecorriere.it e 27esimaora.corriere.it). © RIPRODUZIONE RISERVATA questo specchio». C’è un’altra persona lì dentro. Come il maleficio di una fiaba, lo specchio mi restituisce un’immagine nella quale non mi riconosco. Mi studio per un po’ di minuti in silenzio, qua e là vedo il colore della pelle un po’ più scuro, metto a fuoco le croste che avevo sentito poco prima sotto le dita e il dettaglio che noto più di tutti è il naso. «Manca un pezzo» penso, ma apro bocca sfumando il concetto: «Mi pare di vedere che questo naso non è un granché». Nessuno fiata. Dev’essere la mia bacchetta magica: si è mossa e qui si sono fermati tutti. Immobili. Ci sono parole sospese attorno a me. Sento addosso il peso delle sensazioni degli altri. Mia madre, il Califfo, l’infermiera: come se tutti i loro pensieri ruotassero in una sola girandola nella mia testa. Si aspettano una reazione, una frase, un commento. È un momento troppo importante per non meritare nemmeno una lacrima, una domanda, una parola... «Di’ qualcosa, Luci» scuoto il mio mutismo. «Be’, secondo me con la frangia starei meglio» è la prima frase che mi viene in mente. E la bacchetta magica spezza l’incantesimo. L’infermiera scoppia a ridere, il dottor Caleffi saluta e abbandona la stanza e io potrei scommettere su che cosa sta pensando mentre esce: «Lucia ha superato la prova». Me lo dice una didascalia che vedo solo io sulla sua testa, quella sì, nitida. Lucia Annibali (con Giusi Fasano) © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Cronache Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Consumi Un profilo Facebook prende di mira i clienti di una catena alimentare di lusso Gli acquisti tra passione, mode ed emotività L’ex tronista nullatenente girava con la Bentley ILLUSTRAZIONE DI ALBERTO RUGGIERI Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Quelle che ti fanno scegliere un negozio al posto di un altro, pure se si tratta di cibo. Anzi, soprattutto di cibo. Perché oggi più che mai la dimensione identitaria passa attraverso il consumo alimentare (se ne sono accorti gli autori dei format televisivi, evidentemente): siamo ciò che mangiamo; siamo ciò che mostriamo di acquistare. Poco importa se si rischia l’accusa di snobismo. I clienti della catena britannica di supermercati del lusso Waitrose sono appena stati presi di mira su Facebook da chi spiattella sulla Rete le loro conversazioni: «Tesoro, mi raccomando, prendi le olive kalamata. Sul serio... Mica beviamo un Lambrusco!»; «Cara, corri a prendere il controfiletto per il cane»; «Amore, il dolce per la festa sceglilo che possa sembrare fatto in casa». Gli oltre duecentomila «mi piace» di «Overheard in Waitrose» (sentito da Waitrose), diventano quasi una certificazione di qualità delle scelte del consumatore. Non necessariamente con la puzza sotto il naso. «La crisi c’è, e la disponibilità economica non è più quella di un tempo. Ma le logiche che stanno dietro a una scelta sono soprattutto tre: compro lo stesso, ma meno; compro lo stesso, a meno; compro di meno, ma lo voglio di qualità», spiega Vincenzo Russo, che dal 2007 coordina l’Osservatorio sui consumi alimentari e comunicazione dello Iulm di Milano ed è anche direttore scientifico del laboratorio di ricerca neuroscientifica e neuromarketing sui processi di comunicazione e consumo. «Scegliamo di andare in un centro alimentare piuttosto che in un altro per raccontare a noi stessi e agli altri chi siamo e chi vogliamo essere», dice. E se a parità di distanza privilegiamo un supermercato a un altro apparentemente simile è perché siamo guidati «da una motivazione emotiva: andiamo dove ci sentiamo meglio». Un dato di base non può essere trascurato: il 38 per cento degli italiani va nel punto vendita più conveniente, il discount è l’unico tipo di canale a essere cresciuto ed è frequente la migrazione da un supermercato all’altro alla ricerca dello sconto. «Detto questo, siamo ancora spinti all’acquisto dalla passione: politica, ideologica, religiosa. Per fortuna c’è molta trasversalità: esiste il consumatore oculato, che ha ridimensionato il suo portafogli, Evasore totale Oculata, salutista o classista Quello che la spesa dice di noi La scelta di dove compriamo il cibo traccia nuove linee sociali La marmellata di arance bio come un accessorio di lusso Il sociologo «C’è anche molta trasversalità, le persone risparmiano ma, se si tratta di bere del tè, si comportano da duchi» ma quando si tratta di bere un tè si comporta da vero duca», racconta il sociologo dei consumi Enrico Finzi. È lui ad abbozzare delle percentuali per ogni categoria di cliente: il 7% ideologico («fa la spesa dalla Coop come se fosse un’opzione di voto»); il 15% salutista («sono persone con particolari esigenze perché ammalate o semplicemente ipocondriache!»); un altro 7% «green», verde («e anche un po’ mania- cale, aggiungerei»); poco meno del 10% classista («che se non compra le cose da Peck non è in pace con se stesso»); l’8% è spinto da motivazioni di tipo religioso («sono soprattutto gli immigrati islamici»). C’è spazio per una fascia trasversale, che si muove in modo indipendente: fa il grosso della spesa vicino a casa — perché trasportare sei bottiglie d’acqua a mano non è comodo — poi però la marmellata Pompei Uno scooter negli Scavi C’era anche uno scooter negli Scavi. La foto, appena resa pubblica, riaccende le polemiche su Pompei, dopo quelle per i restauri inadeguati delle domus denunciati dal Corriere del Mezzogiorno, che ha dedicato una serie di articoli alla «malaconservazione» di Pompei. Sulla presenza del motorino negli scavi indagano ora i carabinieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA di arance amare bio con cannella e pezzi di mandorle la vuole di qualità, e se la va a cercare altrove. «In questo caso abbiamo bisogno di identificare un luogo che percettivamente costituisca per noi una garanzia», aggiunge Vincenzo Russo. È così, per esempio, che si spiega il successo di Eataly, la catena che non ha puntato certo su un target preciso: a passeggio tra i suoi scaffali si possono trovare specialisti, gourmet, impiegati o ragazzi. «I nostri punti vendita più centrali, come a Milano e a Firenze, sono diventati luoghi di ritrovo: per noi il tema fondamentale è far diventare “figo” comportarsi bene, rispettare la Madre Terra, i produttori, gli animali. E a tutti ripetiamo di non comprare troppo», analizza il patron Oscar Farinetti. Affermazione a rischio, sulla pagina Facebook che ridicolizza i clienti di Waitrose quando acquistano i migliori mirtilli con il contagocce: «Non prenderne tanti, ci dobbiamo solo decorare il cervo!». All’imperativo non si sfugge: dimmi cosa compri e ti dirò chi sei. Elvira Serra @elvira_serra © RIPRODUZIONE RISERVATA UDINE — Non aveva mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi pur tenendo un tenore di vita estremamente sfarzoso. La Guardia di finanza di Udine ha sequestrato due auto di lusso, una Bentley Continental GT del valore di listino di circa 200 mila euro e una Range Rover di circa 50 mila euro a un amico di Fabrizio Corona, il friulano Fabio Frassinelli. Apparentemente nullatenente, era stato sottoposto a controlli dell’Agenzia delle entrate che gli aveva contestato un’evasione sul reddito per oltre 180 mila euro in tre anni. Nel 2008 il friulano era già balzato alle cronache giudiziarie per essere stato arrestato (e poi completamente scagionato) insieme a Corona per una vicenda di dollari falsi. Noto in città per essere stato visto spesso anche in passato al volante di auto di lusso, aveva partecipato alla trasmissione televisiva «Uomini e Donne». A incastrare Fabio Frassinelli sono state le numerose multe, una settantina, tutte regolarmente pagate, per violazioni al Codice della strada che gli sono state nel tempo verbalizzate da diverse forze dell’ordine per violazioni al Codice della strada commesse al volante delle sue vetture. Durante una di queste verbalizzazioni, i militari della Guardia di finanza si sono insospettiti dalla targa estera della Bentley di cui Frassinelli dichiarava di non essere proprietario, esibendo un foglio a firma di un cittadino rumeno, già residente in Germania, titolare di un autosalone, che se ne attribuiva la proprietà ma ne autorizzava l’uso al giovane friulano. Dagli accertamenti condotti con la motorizzazione tedesca è risultato che la vettura e la targa erano stati radiati dal registro tedesco, non se ne conosce il motivo, e che l’auto era priva di copertura assicurativa. Il Range Rover era invece intestato alla nonna quasi ottantenne dell’indagato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Cronache 25 italia: 51575551575557 Ecologia Ieri la Giornata mondiale della Terra: al centro le città sostenibili di bio-ingegneri e architetti Riciclatori di scarpe e guide vegane La rivoluzione dei mestieri verdi In Italia sono tre milioni i lavori per l’ambiente: generano il 10% del Pil L’idea non poteva non veni- Gli autoscatti re a un imprenditore con un passato da atleta. Sempre più I «selfie» mandati alla Nasa gente corre, sempreGli piùautoscatti scar- da tutto il mondo pe si acquistano e si consumaper mandati celebrare Alcuni dei «selfie» no, sempre più ne risente l’inla Giornata alla Nasa da tutto quinamento del pianeta. della Terra il mondo«Ci per celebrare vogliono 150 anni perché unadella Terra la Giornata calzatura diventi torba» calcola Nicolas Meletiou, origine USA greche e un’azienda che smaltisce rifiuti da ufficio. Perché non farlo anche con le scarpe da ginnastica? Ecco così che nasce «Esosport», una sfida prima ancora che un progetto di business. «Raccogliamo le scarpe gratuitamente, seTO EGIT pariamo la canapa dalla gomma, le trituriamo e creiamo il nuovo materiale con cui realizzare pavimenti per i parchi giochi». Quattro anni fa il primo paio racITALIA FRANCIA colto, ieri il contatore era arrivato a 85.223. I bambini possono già saltare sulle «scarpe riciclate» al Boschetto di Opera, GIAPPON E nel Milanese, o nel AUSTRIA giardino di viale Guidoni a Firenze, inaugurato a febbraio, uno degli ultimi atti di Matteo Renzi sindaco. Un problema può diUSA ventare una risorsa (e offrire opportunità di lavoro). USA È questa la chiave della «green economy», come dire che si può sfruttare la crisi per costruire un mondo migliore. A partire dalla nostre «città» per renderle più verdi, tema doCINA minante della Giornata della Terra che si è celebrata ieri in tutto il mondo, come si fa da 44 anni. L’Organizzazione internazionale del lavoro ha stimato che i nuovi mestieri legati alla transizione dall’era del petrolio all’economia dell’ambiente lavoratori verdi in Italia (il potrà generare dai 15 ai 60 mi- 13,3% dell’occupazione totalioni di nuovi posti di lavoro le); 328 mila aziende (il 22%) in vent’anni. Forbice, in veri- nell’industria e nei servizi che tà, piuttosto ampia, ma cifre dal 2008 a oggi «hanno invecomunque con il segno posi- stito, o lo faranno quest’anno, tivo, la tendenza è indiscutibi- in tecnologie green». Non sole. Più precisi i dati di «Gree- lo: le aziende «ecologiche» nitaly 2013», l’ultimo rappor- hanno la tendenza ad assumeto di Unioncamere e Fonda- re di più, a scegliere giovani zione Symbola: tre milioni i sotto i trent’anni, a puntare AUSTRALIA EGITTO GRECIA ITALIA IRAQ AUSTRALIA USA GRECIA USA TRINIDAD E TOBAGO ITALIA REGNO UNITO SUDAFRICA BRASILE NICARAGUA O REGNO UNIT ITALIA ARGENTINA La stima Il passaggio dall’era del petrolio all’economia dell’ambiente potrà generare fino a 60 milioni di nuovi posti di lavoro in 20 anni. Le imprese verdi tendono ad assumere di più e a scegliere i giovani sulla ricerca, a cercare sbocchi all’estero. Cifre che sorprendono, una fotografia di una realtà in crescita se si considera che alla «green economy» si devono 100,8 miliardi di valore aggiunto, il 10,6 per cento dell’economia nazionale. Le occupazioni legate allo sviluppo sostenibile offrono sempre maggiori opportuni- Gaarder a «Sette» tà, un fenomeno trasversale che tocca tutti i settori produttivi. Le nuove città verdi, per esempio, impongono progettisti in grado di utilizzare materiali nuovi e ridurre gli spechi: nascono figure come il «manager della programmazione energetica», si moltiplicano i master in bio-architettura e bio-edilizia. Il Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri stima che entro il 2020 più del 20% dei neo ingegneri potrebbe lavorare nell’edilizia verde. Città significa mobilità. Pochi sanno che dal 1998 la legge Ronchi ha previsto che gli enti pubblici con più di 300 dipendenti e le imprese che ne hanno oltre 800, si dotino di un «mobility manager»: un signore che ti deve suggerire qual è il mezzo più economico ed efficente per arrivare al lavoro, così da evitare le code e non esagerare con i gas serra. Un lavoro green può essere rivoluzionario anche perché, semplicemente, riscopre l’antico: Saverio Denti, nelle campagne di Reggio Emilia, è andato a recuperare le vecchie ricette dell’assenzio, per produrre non la «bevanda maledetta» dell’Ottocento ma un buon distillato. Mario Cicero, nel Palermitano, continua la tradizione dei raccoglitori di manna, con tecniche nuove e il rispetto per la natura dei nonni. Le nuove sensibilità crescono anche a tavola. I vegetariani sono in aumento, e anche coloro che fanno una scelta più estrema, rifiutando tutti i prodotti di origine animale, come latte e uova. Roberta Bartocci, nutrizionista e vegana, tre anni fa si è inventata il mestiere di «veg coach», e ha pure registrato il marchio. «Cosa faccio? Do consigli, porto le persone in cucina o a fare la spesa». Gli affari vanno bene. «Ormai non riesco a stare dietro alle richieste» ammette. Innovazione e opportunità, anche questa è la «green economy». Annalisa Balloi, da biologa e ricercatrice alla Statale di Milano, grazie ai batteri ha messo su una start up ed è diventata imprenditrice: i suoi microorganismi sono in grado non solo di proteggere le api e produrre più miele, ma anche di pulire, con un metodo originale, le opere d’arte in modo «bio». La tradizione salvata dai mestieri del futuro. Riccardo Bruno Il pianeta salvato dai bambini «Il mio trisavolo si spostava in dromedario. Il mio bisnonno guidava una Mercedes e il mio nonno girava il mondo a bordo di un jumbo. Ed eccoci tornati ai dromedari. Il petrolio è stato una disgrazia». A parlare è uno dei protagonisti di Il mondo di Anna, il nuovo romanzo di Jostein Gaarder in uscita dopodomani per Longanesi). Dopo aver reso la filosofia accessibile a tutti con Il mondo di Sofia (e venti milioni di copie vendute in tutto il mondo), lo scrittore norvegese ha deciso di affrontare il tema dell’ecologia, con una storia ambientata nel 2082, quando la Scandinavia è ormai un deserto, le foreste amazzoniche sono scomparse, intere nazioni sono sprofondate negli oceani diventati acidi e invivibili. «Gli scienziati spiegano le loro ricerche con dati e modelli. Io ho usato le emozioni per mostrare i pericoli che corrono i nostri bisnipoti», spiega Gaarder in un’intervista esclusiva sul nuovo romanzo e i pericoli di una catastrofe ambientale a Sette, il magazine del Corriere della Sera in edicola venerdì (sopra, la copertina). Gaarder è molto critico anche con la sua patria, la Norvegia, la cui economia è dipendente dal petrolio, e lancia un appello alle nazioni più ricche: «Dobbiamo comprendere che i Paesi poveri hanno diritto allo sviluppo e non hanno ancora cominciato a inquinare veramente — dice a Sette —. L’Europa e gli Stati Uniti, viceversa, stanno inquinando l’atmosfera da più di 200 anni. Noi abbiamo il dovere morale di sviluppare le tecnologie verdi». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Bruxelles Dal 2021 i test sui consumi di carburante: adeguarsi ai parametri Ue costerà ai produttori 10 miliardi, ma i tedeschi hanno già ottenuto una proroga I nuovi limiti alle emissioni delle auto e il «no» della Germania L’automobile entra in uno stanzone anonimo pieno di rilevatori che simulano la strada. Procede lentamente con i finestrini sigillati, con l’aria condizionata e il riscaldamento spenti. Come se fosse sempre primavera. Dentro non c’è il navigatore satellitare, la radio è muta. Così vengono calcolati i consumi di benzina e gasolio. I dati sono omologati dai costruttori stessi, che è un po’ come chiedere all’oste se il vino è buono. Negli Stati Uniti e in Giappone le rilevazioni le fanno enti indipendenti, da noi no. L’Europa ha deciso di cambiare e adeguarsi al resto del mondo. Era ora. Il test, infatti, risale agli anni 70, quando il Muro di Berlino era ancora in piedi. Sembra una farsa. E in effetti lo è ma è perfettamente legale. Il risultato è che i numeri sbandierati nelle pubblicità sono tutti sballati: su strada le automobili consumano molto di più che in laboratorio. «È irrealistico. Abbiamo calcolato che nelle nostre prove (effettuate tutte rigorosamente in pista) negli ultimi 2-3 anni i consumi dei nuovi modelli sono in media più alti del 40% rispetto ai valori dichiarati dai costruttori — spiega Gianluca Le prove Pellegrini (Quattroruote): «Oggi i consumi sono in media superiori del 40% rispetto a quelli dichiarati» Pellegrini, neodirettore di Quattroruote — e la percentuale può salire addirittura al 70% nel caso delle ibride, che per loro natura sono avvantaggiate nei test in laboratorio». Da Bruxelles prevedono che dal 2017 entri in vigore il nuovo sistema di misurazione «Wltc 3»: «Darà risultati sicuramente più aderenti alla realtà: è stato aumentato il “percorso” in autostrada e sono state introdotte tante novità, anche se i dati rilevati in un laboratorio non potranno mai essere uguali a quelli in strada. Quest’ultimi sono influenzati da moltissimi fattori: dal “piede” del pilota alla temperatura» sottolinea Pellegrini. Ma sarebbe comunque un bel passo avanti per i consumatori. La nuova prova però spaventa soprattutto la Germania, con i suoi produttori di «macchinoni», Audi, Bmw e Mercedes in prima fila. Meno le altre Case europee, da Fiat a Renault e Peugeot che fanno modelli più piccoli e quindi meno inquinanti. I tedeschi temono che le nuove norme possano penalizzarli e colpire i floridi bilanci delle loro aziende. Il «conto» per mettersi in regola con l’ambiente — secondo i calcoli di alcuni analisti — ammonta per tutti a dieci miliardi di euro. Cifre da brividi per un’industria da sempre ascoltata dalla cancelliera Angela Merkel. A Bruxelles con un’abile manovra la Germania è riuscita a posticipare di un anno l’introduzione dei nuovi limiti sulle emissioni di CO2 : tutte le automobili dal 2021 dovranno rispettare il tetto di 95 g/km di CO2 (il livello di un’utilitaria 95 10 Grammi a chilometro: è il nuovo limite di anidride carbonica che potrà emettere ogni auto dal 2021. Oggi il tetto è di 130 grammi a chilometro Miliardi il costo, in euro, che dovrà sostenere l’industria dell’auto per adeguarsi ai nuovi limiti su consumi ed emissioni previsti dall’Unione Europea per intenderci) dai 130 di adesso. Una riduzione di quasi il 27%. Ma il meccanismo di calcolo è molto complesso: si tiene conto della media e non del singolo modello. Funziona più o meno così: se metto in vendita un Suv tremila di cilindrata che supera la soglia di 95 g/km CO2 dovrò compensare con una vettura super-ecologica. Magari un’ elettrica che vale come due auto normali. E se il nuovo test partirà nel 2017 come da programma, raggiungere la soglia dei 95 g/km sarà ancora più difficile. La battaglia dei consumi è solo all’inizio. Daniele Sparisci danielesparisci © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 27 italia: 51575551575557 # Economia `V `ii ÀÃi /- > ÃiÌÌ>> >L 1VÀi`Ì > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]n£ ä]än Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £Î]£{ Ó]ÈÈ Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]Îä ä]ÓÈ Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ £££]ÎÈ Ó]äÇ Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]nÓ ä]Σ Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££È]£Ó Î]Îä £ iÕÀ £]În£Ç `>À ä]Óǯ i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° ÓÓä{ iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° ÓÓä{ iÌÌ ¯ Ó£°Îx]Î{ £]{¯ e `À> È°Èn£]ÇÈ ä]nx¯ e /- Ì° - >Ài ÓΰÎÇÈ]ä £]{x¯ e À>VvÀÌi °Èää]ä Ó]äÓ¯ e /- Ì°-Ì>À £°{È{]ä£ £]ǯ e *>À} >V{ä® {°{n{]Ó£ £]£n¯ e £ iÕÀ ä]nÓäx ÃÌiÀi ä]{ȯ Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]Ç ä]£Î Ü ià £È°xx£]xÈ ä]ÈÓ¯ e } } ÓÓ°ÇÎä]Èn ä]£Î¯ £ iÕÀ £]ÓÓ£{ vÀ° ÃÛ° Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £ä{]n{ Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££Ó]££ ä]n{ £]xx Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £äÎ]{ä Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££x]Ç{ VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]££ Î]Σ Î]{È ä]xä >Ã`>µ {°£ÈÇ]ÎÇ £]££¯ e / i® £{°Înn]ÇÇ ä]nx¯ £ iÕÀ ]äÓx VÀ°ÃÛi° ä]£n¯ -E* xää £°nn{]x ä]Èn¯ e >`À` £ä°{ÎÇ]nä £ iÕÀ £]xÓ£n `°V>° ä]ÓÓ¯ Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££x]än Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££È]xÓ Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ £££]Ç £]x Ó]än Ó]xÇ VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]ä{ VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ ]£ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ää]n{ ä]ÈÎ ä]Ç£ £]äÓ La lente £]{£¯ e £ iÕÀ £{£]Èää Þi ä]än¯ e ä]ÎÓ¯ e Il consiglio Il nodo della conversione dei crediti in azioni e l’aumento. Migliorano i conti rispetto al 2013 BURGO PREPARA IL PIANO Salvataggio Alitalia, frenata di Etihad PER RINEGOZIARE IL DEBITO Dai debiti al personale. I soci italiani al lavoro per uscire dallo stallo E ntro il compleanno numero 110, che ricorre il prossimo anno, dovrà aver rinegoziato il debito da quasi un miliardo di euro (950 milioni circa) contratto con tre grandi banche italiane, Intesa, Unicredit e Mediobanca con quest’ultima al 22% nel capitale, una quota che affianca la maggioranza del 50,59% in mano alla famiglia Marchi. Scade nel 2015 la gran parte dell’esposizione con il sistema bancario delle ex Cartiere Burgo, fondate nel 1905 da un giovane ingegnere piemontese, Luigi Burgo, e oggi più note, anche in Europa, con il nome di Burgo Group. Per il produttore italiano di carta (e di energia, tecnologia, cellulosa ligninsolfonati) non è certo il primo passaggio critico nella sua lunga storia, che ha incluso anche la Borsa, ma certo per l’amministratore delegato Paolo Mattei si profilano mesi impegnativi. Il tavolo con le banche è già aperto e il clima dei primi incontri è stato definito «collaborativo» al quartier generale di Altavilla Vicentina. Base della trattativa con i banchieri sarà il nuovo piano industriale atteso in tempi brevi, entro maggio. Ma forse già a fine mese, in occasione dell’approvazione del bilancio, potrebbero essere presentate le linee guida, obiettivi industriali e finanziari. I ricavi 2013 sarebbero in lieve flessione sui 2,5 miliardi dell’anno precedente e con essi anche il margine operativo lordo comunque pari a circa 100 milioni. Anche l’indebitamento ha subìto una riduzione sotto il miliardo a 950 milioni circa. La crisi del settore in tutto il mondo, l’assestamento del fatturato e la minor redditività del gruppo che conta stabilimenti anche all’estero non hanno impedito il recupero in alcune aree. Tra le buone notizie, il rafforzamento delle vendite di carta con legno per l’editoria. Paola Pica @paolapica © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Alcune certezze e la consegna del silenzio in una delle fasi più delicate per il destino di Alitalia. Il consiglio di amministrazione di ieri è stato il primo all’indomani delle dure condizioni avanzate da Etihad per restare al tavolo del negoziato con l’ex compagnia di bandiera. Nel corso della riunione sarebbe stato presentato il documento in cui la società emiratina ha illustrato le ragioni che l’hanno spinta a ritardare un’offerta. Il nodo principale, del resto, è legato alla gestione dei circa 400 milioni di euro di debiti nei confronti del sistema bancario. Un’eventuale apertura di Etihad sarebbe, infatti, incardinata e subordinata alla condizione che l’iniezione di nuove risorse vada interamente a servizio di nuove iniziative. In altri termini, il vettore di Abu Dhabi non intende figurare come una ciambella di salvataggio, accollandosi debiti e pregressi fiscali. Fonti vicine al ministero dell’Economia segnalano che ieri «purtroppo» non ci sono state novità di rilievo, tranne la conferma che le condizioni di Etihad sono improntate a fermezza e durezza difficilmente aggirabili. Ai soci italiani, d’altra parte, non sfugge quanto sia ridotta al lumicino la possibilità di intavolare discussioni per contenere le pretese della contraparte. Anche la ritrosia dei due istituti maggiormente esposti nell’operazione, Unicredit ma soprattutto Intesa Sanpaolo, nelle ultime ore avrebbe perso di mordente. Si sta facendo, insomma, strada il convincimento che buona parte dei debiti dovrà essere convertita in capitale della so- D’ARCO I soci Aura Holding 0,92 12 Capital spa 0,95 Finanziaria di part. e inv. 1,18 G & C. Holding 1,24 Pirelli & Co spa 2,67 Macca srl 3,69 Odissea srl 3,90 Fire spa 4,28 Af/Klm 7,08 Intesa Sanpaolo 20,59 Poste spa 19,48 Atlantia 7,44 Ceo Gabriele Del Torchio Immsi 10,19 Unicredit 12,99 cietà guidata da Gabriele Del Torchio. Tanto che ieri per evitare sbavature e fibrillazioni nella trattativa avviata nel novembre scorso, ai partecipanti al consiglio di amministrazione è stato suggerito il più assoluto silenzio. Al termine dell’incontro, durato poco più di due ore, Alitalia ha sintetizzato in poche righe l’impegno Marcegaglia spa 0,75% Loris Fontana 0,59% Toto spa 0,41% Thsa 0,41% Fondiaria Sai 0,35% Equinocse Sarl 0,30% Solido Holding 0,21% Acqua Marcia Fin. 0,14% Gfmc srl 0,14% Vitrociset spa 0,10% del board. In una nota è stato spiegato che il «consiglio ha esaminato l’andamento economico gestionale dei primi mesi dell’anno, in miglioramento rispetto al 2013 ed in linea con le previsioni di piano. L’amministratore delegato ha inoltre illustrato ai consiglieri lo stato delle relazioni con Etihad». Sul tappeto restano gli elementi segnalati Il gruppo di Legnano Asta Franco Tosi, vince chi taglia meno Sarà pubblicato la settimana prossima sui principali quotidiani l’avviso di vendita della Franco Tosi Meccanica di Legnano, lo storico marchio delle turbine a vapore oggi in amministrazione straordinaria. Di fatto si tratterà della cessione di un ramo d’azienda perché gli immobili e l’area (350 mila metri quadrati di cui 250 coperti) saranno venduti in un secondo tempo con diritto di prelazione riservato a chi nel frattempo avrà acquisito l’attività. Le offerte saranno vincolati. Non sarà fissata alcuna base d’asta ma chi avrà accesso alla cosiddetta «data room» potrà conoscere una perizia giurata sul valore dell’azienda. Le offerte dovranno pervenire entro il 30 giugno prossimo. Entro luglio l’assegnazione. Il bando è riservato ad aziende con un fatturato medio negli ultimi tre anni non inferiore ai 50 milioni. Per quanto riguarda le regole con cui sarà scelto il vincitore, 50 punti dipenderanno dal prezzo, 30 dalle garanzie immediate sull’occupazione, 20 dal piano industriale (di cui 10 legati alla capacità di assumere nel giro di due anni). nella documentazione elaborata dal management di Etihad. Secondo indiscrezioni, finora non confermate, l’ordine di grandezza degli esuberi stimati è di 2.500-3.000 unità. Un taglio di questa entità preoccupa governo e sindacati che monitorano la situazione senza, peraltro, avere facoltà di incidere nella partita. Oltre agli esuberi nella lettera di Etihad è stato fatto cenno ai contenziosi di Alitalia con le compagnie Air One e Wind Jet. In assenza di visibilità e chiarezza sulle dimensioni delle cause legali e degli eventuali rimborsi che potrebbero scaturirne da Abu Dhabi hanno scelto una soluzione semplice: la manleva sul contenzioso pregresso. Una clausola difficile da digerire per quegli azionisti che vorrebbero sfilarsi da Alitalia limitando i danni. Tanto più considerata la diversa natura degli azionisti: da una parte le banche, dall’altra i soci industriali. Un’ulteriore questione che sta a cuore a Etihad riguarda il progetto di integrazione con il sistema Alta Velocità sulla rete ferroviaria. Altrettanto determinata la visione sul destino di Linate e Malpensa. Nello scalo cittadino milanese Alitalia ha liberato una serie di slot sulla tratta RomaMilano, che Etihad intenderebbe riconvertire in nuove destinazioni verso città e capitali europee. Per quanto riguarda Malpensa l’obiettivo è di ridurne i volumi di traffico verso destinazioni intercontinentali, dirottando, insomma, i flussi verso lo scalo di Fiumicino. Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA Le domande Esodati, la scadenza il 16 giugno Chi appartiene alla cosiddetta «quinta tranche degli esodati» può presentare la domanda entro il 16 giugno. Lo stabilisce il Ministero del Lavoro nella circolare «10/2014». Le domande, come ricorda «Italia Oggi», vanno presentate all’Inps da parte dei lavoratori appartenenti alle seguenti casistiche: - autorizzati alla prosecuzione volontaria prima del 4 dicembre 2011; - in mobilità ordinaria al 4 dicembre 2011 e poi autorizzati alla volontaria; - autorizzati alla prosecuzione volontaria prima del 4 dicembre 2011, ancorché al 6 dicembre 2011 non abbiano un contributo volontario. Devono invece presentare la domanda alla direzione territoriale del lavoro, sempre entro il 16 giugno: - i lavoratori il cui rapporto si è risolto entro il 30 giugno 2012 per accordi individuali o d’incentivo all’esodo entro il 31 dicembre 2011; - il cui rapporto si è risolto dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012 per accordi individuali o d’incentivo all’esodo stipulati entro il 31 dicembre 2011; - o il cui rapporto sia cessato per risoluzione unilaterale tra il primo gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Imprese e credito Per la legge Sabatini richieste oltre quota mezzo miliardo L’industria riparte da macchine e robot Ordini su del 79%, corsa alle agevolazioni 15,2% MILANO — Più 79,3%. Di tanto sono aumentati gli ordini di macchine utensili nei primi tre mesi di quest’anno. Parliamo degli ordini provenienti da imprese manifatturiere italiane. Un dato che odora di ripresa. Se si considerano quelli complessivi — italiani e stranieri — l’aumento medio risulta del 15,2% (questo perché l’incremento degli impegni all’acquisto esteri si è fermato a un più 5,7). Il segnale è incoraggiante. Tre i fattori che hanno contribuito. Il primo: i segnali di ripresa del manifatturiero. Già registrati dall’Istat (a febbraio, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, le aziende che fabbricano macchinari e attrezzature hanno registrato aumenti del fatturato del 5,1%) e riconfermati dal centro ricerche Intesa Sanpaolo. Il secondo fattore: il settore macchine utensili è in una situazione di crisi drastica da sei anni, le aziende che da oltre un lustro non cambiano i macchinari a questo punto non possono più riman- Mercato interno Negli ultimi sei anni le commesse erano calate in modo drastico: meno 75% rispetto al 2007 dare. Il terzo: le agevolazioni garantite a chi investe in macchinari dal governo Letta attraverso la legge Sabatini-bis, in vigore dal primo aprile, cominciano a portare qualche effetto. «Non c’è dubbio, il segnale è positivo» tira un sospiro di sollievo Luigi Galdabini, presidente di Ucimu-sistemi per produrre, l’associazione dei costruttori di macchine utensili, robot, automazione. Galdabini invita però a una lettura attenta dei dati: «Rispetto al 2007, a fine 2013 gli ordini esteri erano più bassi del 20%, una percentuale tutto sommato accettabile tenendo conto del contesto. Gli ordini italiani, invece, fatto 100 quelli del 2010, erano a quota 217 nel 2007 e sono scesi a 75,7 nel 2013. Il calo e stato talmente rilevante e drammatico, che oggi una forma di recupero è inevitabile: chi vuole stare sul mercato è costretto a investire sui macchinari». La cautela dell’Ucimu è dovuta anche al fatto che in questi ultimi anni le false ripartenze non sono mancate. «E’ come essere sulle montagne russe. Gli ordini sembrano in ripresa, poi ci si trova di nuovo in discesa. Speriamo che questa volta sia diverso», aggiunge Galdabini. Certo il settore delle macchine utensili è ampio. Quali sono gli ambiti in recupero? «Fermissi- Il tasso di crescita su base annuale degli ordini di macchine utensili nel primo trimestre del 2014 2,5 miliardi, il plafond per la nuova legge Sabatini Il governo: raddoppio se a fine anno sarà esaurito mo il settore delle energie rinnovabili, stabile l’automotive, in crescita l’aeronautica», risponde il presidente Ucimu. Per quanto riguarda la Sabbatini bis, le domande già depositate sono duemila, per finanziamenti pari a 655 milioni di euro. In tutto sono disponibili 2,5 miliardi di crediti agevolati da erogare da qui al dicembre 2016 (ma il ministero dello Sviluppo ha già detto che i fondi potrebbero raddoppiare). Possono fare domanda le imprese che vogliono acquistare beni strumentali destinati alla produzione. Il tasso dei prestiti proposto dalle banche sarà abbattuto del 2,75%. L’aumento degli ordini dei primi tre mesi del 2014 fa pensare che molte aziende abbiano deciso di cogliere l’opportunità. Rita Querzé rquerze © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 REGIONE SICILIANA AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA POLICLINICO “PAOLO GIACCONE” Oggetto: Realizzazione dei servizi di controllo dei Progetti di formazione di Fondartigianato, il Fondo Interprofessionale per la formazione continua costituito da Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai, Cgil, Cisl, Uil. L’importo complessivo a base di gara è di Euro 350.000,00 (Trecentocinquantamila/euro) IVA esclusa. Criterio Aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi del D.Lgs. 163/2006. Gli interessati dovranno far pervenire le loro offerte entro le ore 12.00 del giorno 20/06/2014 al Fondo Artigianato Formazione - Via di S. Croce in Gerusalemme, 63 ROMA Cap.00185. Le modalità di partecipazione alla gara, i requisiti tecnici e i criteri di aggiudicazione si trovano nel disciplinare di gara pubblicato sul sito: www.fondartigianato.it unitamente ai documenti tecnici e schema di contratto. Il bando di gara è stato pubblicato sulla Gue n. S/77 in data 18/04/2014 e pubblicato sulla Guri n. 46 del 23/04/2014. Per eventuali informazioni rivolgersi ai seguenti recapiti: tel. 06 - 70454100 Fax: 06-77260374 e-mail: [email protected]. IL VICE PRESIDENTE Giovanna Altieri CONSIP S.p.A. a socio unico CONSIP S.p.A. a socio unico Via Isonzo, n. 19/E 00198 - Roma AVVISO PER ESTRATTO DEL BANDO DI GARA E’ indetta una gara a procedura aperta ai sensi del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i. dalla Consip S.p.A. per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile - per l’affidamento del Servizio di revisione contabile ai sensi del DPCM 14 settembre 2012 e dei servizi connessi - in unico lotto ID 1450. La gara è aggiudicata secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’importo massimo del Contatto, al netto di IVA, è pari a Euro 1.500.000,00 (unmilionecinquecentomila/00). Termine di presentazione delle offerte: entro le ore 12:00 del giorno 06/06/2014. Il testo integrale del bando di gara è stato pubblicato sulle GUUE e sulla GURI alle quali è stato inviato il 10/04/2014 e può essere consultato e prelevato (unitamente alla documentazione di gara) su: www.consip.it e www.protezionecivile.gov.it. L’Amministratore Delegato (Dott. Domenico Casalino) Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Isonzo, n. 19/E 00198 - Roma Avviso per estratto Consip S.p.A. ha rettificato il punto II.1.1), riportante i CIG, del Bando di Gara per la conclusione di un Accordo Quadro ex art. 59 del D.Lgs. n. 163/2006 per la fornitura, il trasporto ed il montaggio di Soluzioni Abitative in Emergenza ed i servizi ad esse connessi - Edizione 2 (ID 1490) - Lotto 1: CIG 5681171A9C; Lotto 2: CIG 5681176EBB; Lotto 3: CIG 56811823B2. Il testo integrale dell’avviso di rettifica e tutta la documentazione inerente la procedura è stato pubblicato sulle GUUE e sulla GURI alle quali è stato inviato il 18/04/2014 e può essere consultato sui siti, www.consip.it e www.protezionecivile.gov.it. Dott. Domenico Casalino (L’Amministratore Delegato) LINEE LECCO SPA Piazza Bione 15 - Lecco Tel. 0341.359911 - Fax 0341.359920 AVVISO DI GARA DESERTA Oggetto: procedura ristretta relativa alla cessione d’Azienda di Linee Lecco S.p.a. richiamata dalle Deliberazioni del Consiglio Comunale di Lecco n. 16 del 25 e 26 marzo 2013 e n. 75 del 04.11.2013. Con verbale del 31.03.2014 la gara di cui all’oggetto è stata dichiarata deserta, per mancanza di offerte. Lecco, 07.04.2014 L’Amministratore Unico di Linee Lecco Spa Dott. Ing. Renato Muratore AVVISO POST INFORMAZIONE - ESITO DELLA GARA a) Amministrazione aggiudicatrice: AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA POLICLINICO “PAOLO GIACCONE” AREA PROVVEDITORATO - VIA ENRICO TOTI N. 76 - 90128 PALERMO TELEFONO 091/6555505 - TELEFAX 091/6555502. b) Procedura di aggiudicazione: Procedura aperta. c) Oggetto dell’appalto: Fornitura di sostanze viscoelastiche per l’Unità Operativa di Oculistica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone”, articolata in 5 lotti. d) Criterio di aggiudicazione: Art. 83 del D.LGS n. 163/2006, in favore del concorrente che avrà presentato l’offerta economicamente più vantaggiosa. e) Numero di soggetti partecipanti: 6. f) Data di aggiudicazione: Deliberazione C.S. n. 258 del 18 marzo 2014. g) Imprese aggiudicatarie: 1) ALCON Italia S.p.A., con sede legale a Milano - C.A.P. 20143 - in Viale Giulio Richard n. 1/B; in possesso del Codice Fiscale e Partita I.V.A. 074335060152 la fornitura del Lotto N. 1: Viscoelastico dispersivo - CIG: 5227994520 per un importo complessivo triennale di € 68.400,00 = I.V.A. ESCLUSA; 2) Impresa Biomed s.a.s. di Giuseppe Di Vincenzo & C., con sede legale a Palermo C.A.P. 90135 - in Via A. Telesino n. 15; in possesso del Codice Fiscale e Partita I.V.A. 03847710823, la fornitura del Lotto N. 3: Viscoelastico dispersivo coesivo - CIG: 522801781A per un importo complessivo triennale di € 21.060,00 = I.V.A. ESCLUSA; 3) Impresa AMO Italy s.r.l., con sede legale a Roma - C.A.P. 00143 - in Via Pio Emanuelli n. 1; in possesso del Codice Fiscale e Partita I.V.A. 07121831007, la fornitura del Lotto N. 4: Viscoelastico coesivo - CIG: 5228043D8D per un importo complessivo triennale di € 1.440,00 = I.V.A. ESCLUSA; 4) i seguenti Lotti non sono stati aggiudicati, per assenza di offerte valide i seguenti lotti, e pertanto, sono da considerarsi deserti: LOTTO n. 2: VISCOELASTICO COESIVO VISCOADATTATIVO - CIG: 5228002888. LOTTO N. 5: VISCOELASTICO COESIVO VISCOADATTATIVO - CIG: 5228050357. h) Ulteriori informazioni potranno essere richieste direttamente al Responsabile del Procedimento Dott. Aldo ALBANO telefono 091/6555500 - 3357783230. IL COMMISSARIO STRAORDINARIO - Dott. Renato LI DONNI REGIONE TOSCANA ESTAV Nord-Ovest COMUNE DI GENOVA STAZIONE UNICA APPALTANTE DEL COMUNE Via Garibaldi 9 – 16124 Genova • [email protected] • ESTRATTO DI AVVISO DI GARA Si rende noto che il giorno 22/05/2014 ore 9,30 presso una sala del Comune di Genova avrà luogo una procedura aperta per l’affidamento del servizio di pulizia presso gli asili nido del Comune di Genova (appalto verde) suddiviso in due lotti, da aggiudicarsi con le modalità di cui all’art. 83 del D.Lgs. 163/2006, per l’importo complessivo di Euro 880.000,00 oltre Euro 8.800,00 per oneri di sicurezza da interferenze, non soggetti a ribasso il tutto oltre IVA. Le offerte, complete della documentazione richiesta dal bando di gara, dovranno pervenire entro il 20/05/2014 ore 12,00. Il bando integrale è stato inviato alla G.U.C.E., pubblicato sulla G.U.R.I., affisso all'Albo Pretorio del Comune nonché, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 70 comma 9 del D.Lgs. 163/2006, scaricabile dai siti internet www.serviziocontrattipubblici.it www.appaltiliguria.it www.comune.genova.it IL DIRIGENTE Dott.ssa Cinzia MARINO Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Sede legale: Via Carlo Bo n. 1 - 20143 MILANO c.f.:80071270153 Telefono 02891412518 - Telefax 02891412319 AVVISO DI GARA Viene indetta la seguente gara di lavori: Procedura aperta per l’affidamento dei lavori di ristrutturazione e rifunzionalizzazione della Cascina Moncucco Via Moncucco 29/31 - Milano, ai sensi dell’art. 3 comma i lettera A) del DM 26/2011 - CIG: 5704987035 - CUP: H46B13000010008. Importo a base d’asta: € 5.595.418,82= + I.V.A. di cui € 228.565,10 = per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso d’asta. Categoria prevalente: OG2 - € 1.537.194,79=. Altre Categorie (scorporabili): OS6 - € 1.394.719,03=; OS7 -€ 1.146.440,15=; OG11 - € 1.517.064,55=. Durata in giorni dei lavori dell’appalto: 540 giorni successivi, naturali e consecutivi a decorrere dalla data del verbale di consegna dei lavori. Il criterio di aggiudicazione sarà quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa (art. 83 del D.L. 163/06) secondo i seguenti criteri: offerta economica= 30 punti - offerta tecnica= 70 punti. Il sopralluogo, da effettuare nelle modalità e nei termini indicati nel disciplinare di gara, è obbligatorio. Accesso elettronico delle informazioni (URL): https://gare.i-faber.com. Presentazione per via elettronica di offerte e richieste di partecipazione (URL): https://gare.i-faber.com. Le offerte, redatte in lingua italiana, dovranno pervenire esclusivamente in modalità telematica entro le ore 12,00 del giorno 06/06/2014. Termine per il ricevimento delle richieste dei documenti tecnici riservati (DVD) e della richiesta di sopralluogo: le ore 17,00 del giorno 23/05/2014. Termine per il ricevimento, esclusivamente in modalità telematica, delle richieste di chiarimento: le ore 12,00 del giorno 30/05/2014. Apertura delle offerte: le ore 10,30 del giorno 11/06/2014 presso la sede dell’Università IULM Via Carlo Bo 1 Milano. Il bando integrale di gara è stato inviato per la pubblicazione alla GUUE il giorno 14.04.2014. Il bando integrale di gara è stato inviato per la pubblicazione alla GURI il giorno 17.04.2014. Il bando integrale di gara è altresì disponibile all’indirizzo internet www.iulm.it e sul sito dell’Osservatorio Regionale Contratti Pubblici Regione Lombardia. IL PRESIDENTE DELLA LIBERA UNIVERSITA’ DI LINGUE E COMUNICAZIONE IULM E R.U.P. DI GARA DOTT. GIUSEPPE DI LELLA REGIONE TOSCANA ESTAV Nord-Ovest Sede Legale: via Cocchi, 7/9 Loc. Ospedaletto - 56121 PISA AVVISO DI GARA PER ESTRATTO L’ESTAV Nord Ovest Toscana indice una procedura aperta, svolta con modalità telematica, ai sensi del D. Lgs 163/06, per l’affidamento del servizio di trasferimento salme/cadaveri per A.O.U. Pisana e Fondazione T. G. Monasterio. Le offerte dovranno pervenire telematicamente, nel rispetto delle modalità specificate nella documentazione di gara, entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 30/5/2014 (termine perentorio). Il bando integrale di gara è stato trasmesso alla G.U.U.E. il giorno 9/4/2014. La documentazione di gara è disponibile sul profilo della stazione appaltante al seguente indirizzo: https://start.e.toscana.it/estav-nordovest e sul sito inte882703rnet all’indirizzo www.estav-nordovest.toscana.it. Per ulteriori informazioni tel. 0584.6059663. Le offerte non vincolano l’Estav Nord Ovest. Il Direttore del Dipartimento Acquisizione Beni e Servizi Dott. Massimo Santini TRIBUNALE DI FROSINONE CONCORDATO PREVENTIVO AREA INDUSTRIE CERAMICHE S.R.L. (n. 4/13) IL COMMISSARIO GIUDIZIALE AVVISA che, all’esito della proposta di Concordato Preventivo (n. 4/13) presentata dalla AREA INDUSTRIE CERAMICHE s.r.l. (con sede legale in Anagni, Località Selciatella snc, codice fiscale 03254330362), il Tribunale di Frosinone, con decreto del 6 marzo 2014, ha dichiarato aperta la relativa procedura. La convocazione dei creditori, inizialmente prevista per il 4 aprile 2014, è fissata, all’esito di proroga concessa dal Tribunale, per il giorno 17 giugno 2014, ore 10,00, nell’ufficio del Sig. G.D., Dott. Sandro Venarubea, presso il Palazzo di Giustizia di Frosinone, Via Fedele Calvosa. La proposta del concordato ed il decreto di apertura della procedura sono visionabili presso la Cancelleria del Tribunale di Frosinone. Il Commissario Giudiziale - Avv. Alfredo Sica Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Ente per i Servizi Tecnico - Amministrativi di Area Vasta Sede Legale: Via cocchi 7/9 Loc. Ospedaletto - 56121 Pisa ESITO DI GARA PER ESTRATTO Si rende noto che ESTAV NORD OVEST con Determinazione n. 445 del 08.04.2014 ha aggiudicato la seguente procedura di gara: “Procedura aperta per l’affidamento del servizio di ristorazione per l’Azienda USL 5 di Pisa, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, l’Auxilium Vitae di Volterra e il Centro Direzionale e Magazzino Farmaceutico Estav Nord Ovest” all’ATI Alisea Soc. Consortile e Cir Food Soc. Cooperativa per un importo di € 40.196.376,34 + IVA per 6 anni. Tutti gli atti sono disponibili sul sito Aziendale: http;//www.estav-nordovest.toscana.it/determine.php. Il Direttore del Dipartimento Acquisizione Beni e Servizi Dott. Massimo Santini COMUNE DI NAPOLI SACUAG AREA GARE LAVORI ESTRATTO BANDO DI GARA CIG: LOTTO I: 5581971430 LOTTO II: 5582022E43 LOTTO III: 558208309E Si avvisa che è stato pubblicato sulla Guri n. 44 del 16/04/14 il bando di gara “Lavori di manutenzione straordinaria dei parchi, in 3 lotti - lotto I: Troisi-De Filippo; lotto II: Camaldoli-Scampia; lotto III: G. ErricoS.Gennaro-Re Ladislao” (Delibera G.C. n. 781/2013 e Determina Dirigenziale n. 44/2013) - Importo complessivo (somma degli importi dei tre lotti): € 695.737,44 Scadenza offerte: Lotto I (27/05/14, ore 12.00) - Lotto II (28/05/14, ore 12.00) Lotto III (29/05/14, ore 12.00) Bando integrale sul sito www.comune.napoli.it/bandi. Il Dirigente - dott.ssa Roberta Sivo AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA FEDERICO II AVVISO ESITI DI GARA Questa Azienda con deliberazione n. 177 del 11.04.2014 ha aggiudicato la fornitura, articolata in lotti, di rotoli di carta igienica e bobine di carta asciugatutto I lotto - CIG 4182734549 e rotoli di carta per lettino visita II lotto - CIG 5474905288 occorrente alle varie strutture assistenziali dell’A.O.U. alla società 3.M.C. S.p.A., con sede legale in Capurso (BA) ex SS.100 Km. 11,200 Z.I., per l’importo complessivo, per l’intera durata biennale, di € 298.160,00 oltre IVA, comprensivo del costo degli oneri della sicurezza derivante dai rischi di natura interferenziali pari ad € 0,00. Società partecipanti: n. 8 - Società ammesse: n. 8. RUP: sig. Diego Scordo. Il bando è stato inviato all’U.P.U.C.E. in data 15.04.2014 al n. 2014-050571. Il Direttore Generale - F.to Giovanni Persico ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI Alla luce delle informazioni oggi disponibili, si informano i SignoriAzionisti che l’Assemblea, indetta per i giorni 28, 29 e 30 aprile 2014, sarà rimessa in seconda convocazione in sede ordinaria ed in terza convocazione in sede straordinaria, e si terrà pertanto alle ore 9.00 di mercoledì 30 aprile 2014 in Trieste, Molo Bersaglieri 3, presso il Palazzo dei Congressi della Stazione Marittima. Assicurazioni Generali S.p.A. Società costituita nel 1831 a Trieste. Capitale sociale € 1.556.873.283,00 interamente versato. Sede legale in Trieste, piazza Duca degli Abruzzi, 2. Codice fiscale e Registro imprese 00079760328. Iscritta al numero 1.00003 dell’Albo delle imprese di assicurazione e riassicurazione. Capogruppo del Gruppo Generali, iscritto al numero 026 dell’Albo dei gruppi assicurativi. Sezione Fallimentare Alitalia Linee Aeree Italiane S.p.A. in a.s. REGIONE SICILIANA AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE - TRAPANI Amministrazione Straordinaria n. 1/08 - Subprocedimento n. 1/08-5 - R.G. 2889/14 Estratto del ricorso ex art. 36, comma 2 L.F. per la riforma del provvedimento del Tribunale di Roma, Sez. Fallimentare, G.D. dott. Umberto Gentili del 08/01/2014. Aeroporti di Roma S.p.A., rappresentata e difesa dall’avv. Giuseppe Berti ed elettivamente domiciliata nel suo studio in Roma, Via Abruzzi n. 3, con atto del 16/01/2014, ha proposto ricorso ex art. 36, comma 2 L.F. per la riforma del provvedimento del Tribunale di Roma, Sez. Fallimentare, G.D. dott. Umberto Gentili del 08/01/2014, con il quale il predetto G.D. ha rigettato il reclamo proposto da Aeroporti di Roma S.p.A., ai sensi degli artt. 110, comma 3 e 36 L.F., contro il primo piano di riparto parziale di Alitalia - Linee Aeree Italiane S.p.A. in A.S. depositato in data 04-22/04/2013, chiedendo la modifica di tale piano di riparto per una parte dei crediti vantati dalla Società che sono stati degradati da rango privilegiato speciale a rango chirografario a causa della ritenuta incapienza dei conti speciali del ricavato dalle vendite degli aeromobili. Con provvedimento del 04-05/02/2014, il Presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma ha designato quale relatore il Giudice dott.ssa Anna Maria Soldi, fissando per la comparizione delle parti dinanzi al Collegio in camera di consiglio l’udienza del 18/02/2014. All’udienza del 18/02/2014, il Collegio composto dai sigg.ri Magistrati dott.ssa Giovanna Russo (Presidente), dott. Giuseppe Di Salvo (Giudice) e dott.ssa Anna Maria Soldi (Giudice relatore) ha rinviato all’udienza del 10/06/2014, ore 12:30, autorizzando la notifica alle parti indicate già reclamanti nonché per pubblici proclami a tutti gli altri controinteressati entro il 30/04/2014. Con provvedimento in data 04/03/2014, il Presidente del Tribunale di Roma ha autorizzato la notificazione per estratto dei predetti ricorso ex art. 36, comma 2 L.F., decreto di fissazione e verbale d’udienza nelle forme di cui all’art. 150, comma 3 c.p.c. per i creditori privilegiati controinteressati non costituiti e con pubblicazione, per estratto e in caratteri visibili, una sola volta sul quotidiano “Il Corriere della Sera” e in versione integrale sul sito della procedura di Amministrazione Straordinaria. avv. Giuseppe Berti ESTRATTO DELL’AVVISO DI GARA Questa Azienda ai sensi del D. Lgs. n. 163/06 ha indetto gara a procedura aperta per la fornitura triennale di defibrillatori impiantabili e relativi accessori, suddivisi in 20 lotti ed occorrenti alle UU.OO. di Cardiologia dei PP.OO di Trapani, Marsala e Castelvetrano dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, per l’importo presunto di €. 11.406.900,00 oltre I.V.A.. Le ditte interessate dovranno far pervenire a questa Amministrazione le offerte con le modalità prescritte nel bando di gara pubblicato sulla G.U.R.S. n. 15 del 11/04/14 e sul sito web dell’Azienda: www.asptrapani.it. Per eventuali informazioni rivolgersi, nelle ore d’Ufficio, al Settore Provveditorato ed Economato (Tel.: 0923/805322287 - Fax 0923/25180). IL COMMISSARIO STRAORDINARIO f.to (Dr. Fabrizio De Nicola) TRIBUNALE CIVILE DI ROMA ISTITUTO NAZIONALE PER L’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO AVVISO DI GARA PER ESTRATTO L’INAIL - Servizio Centrale Acquisti - P.le G. Pastore, 6 - 00144 ROMA rende noto che in data 19 marzo 2014 è stata aggiudicata definitivamente all’impresa “Burgo Distribuzione srl”, la procedura negoziata per la stipula di un accordo quadro per la fornitura di carta per la Tipografia di Milano (Gara n. 2/2014) con i seguenti ribassi sul prezzo minimo per ogni tipologia di carta rilevabili dai listini pubblicati mensilmente dalla Camera di Commercio di Milano: 4,1% per il Lotto 1 CIG 5519837995; 6,1% per il Lotto 2 CIG 5519900D91. L’avviso di gara esperita in forma integrale è pubblicato sulla GURI - Sez. Contratti - n. 45 del 18.04.2014, nonché sul sito Internet www.inail.it. SERVIZIO CENTRALE ACQUISTI IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO f.to DR. CIRO DANIELI COMUNE DI CALTAGIRONE AREA I IL RUP Ai sensi e per gli effetti dell’art. 224 comma 1 lettera c) D.Lgs. n. 163/2006 e successive modifiche ed integrazioni RENDE NOTO Che per cinquantadue giorni consecutivi a decorrere dalla data di pubblicazione del presente avviso sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, si trovano pubblicati sul sito istituzionale dell’Ente www.comune.caltagirone.ct.it gli atti del Bando di gara, a procedura aperta ai sensi degli artt. n. 3 e 55 del succitato Decreto, relativi a “PO-FESR 2007-2013 Misura 3.3.3.3. - Progetto per migliorare la fruizione e la sostenibilità turistica del Centro Storico di Caltagirone. Fornitura e posa in opera di sistemi informativi e segnaletica turistica”. Atti approvati con D.D. n. 118 del 01.04.2014. Caltagirone, 23 aprile 2014 IL RUP Dott.ssa Giovanna Terranova PILA S.P.A. Frazione Pila n. 16 - 11020 Gressan (AO) Tel. +390165.235130. - Fax +390165.364345 www.pila.it AVVISO DI VENDITA DI IMMOBILI PILA S.p.A., con sede legale in frazione Pila n.16 nel Comune di Gressan (AO), piena proprietà dei seguenti immobili: LOTTO UNICO Unità immobiliari site nel territorio del Comune di Saint Christophe (AO), località Grand Chemin, facenti parte di un complesso condominiale ad uso commerciale direzionale, elevantesi ad un piano fuori terra, oltre ad un piano seminterrato. Le seguenti unità immobiliari risultano censite al Catasto Fabbricati come segue: censite al Catasto Fabbricati, intestata alla Società venditrice, come segue: Foglio 36 numero 228 subalterno 50 - Località Grand Chemin - piano T - categoria A/10 - classe U consistenza vani 14,5 - rendita catastale euro 5.653,91; Foglio 36 numero 228 subalterno 91 - Località Grand Chemin - piano T - categoria C/6 - classe U - consistenza 16 mq. - rendita catastale euro 68,59; Foglio 36 numero 228 subalterno 92 - Località Grand Chemin - piano T - categoria C/6 - classe U - consistenza 29 mq. - rendita catastale euro 124,31; Foglio 36 numero 228 subalterno 130 - Località Grand Chemin - piano T - categoria C/6 - classe U consistenza 14 mq. - rendita catastale euro 60,01; Foglio 36 numero 228 subalterno 131 Località Grand Chemin - piano T - categoria C/6 - classe U - consistenza 14 mq. - rendita catastale euro 60,01; Foglio 36 numero 228 subalterno 132 - Località Grand Chemin - piano T categoria C/6 - classe U - consistenza 13 mq. rendita catastale euro 55,73; Foglio 36 numero 228 subalterno 147 - Località Grand Chemin piano T - categoria C/2 - classe U - consistenza 12 mq. - rendita catastale euro 34,09. Prezzo a base d’asta: € 858.000,00 (I.V.A. esclusa). Vendita all’asta: 30 maggio 2014, ore 14:00 Per partecipare all’asta pubblica l’offerta deve pervenire, entro e non oltre le ore 12:00 del 30 maggio 2014, presso la sede amministrativa della società al seguente recapito Pila S.p.A. strada Pont Suaz n.4, 11100 Aosta. L’avviso di vendita integrale ed i relativi patti e condizioni di vendita sono visionabili sul sito www.pila.it. Per eventuali richieste di chiarimento rivolgersi esclusivamente via fax al n. 0165/364345 o via email all’indirizzo [email protected]. Il responsabile del procedimento è l’ing. Fabio JUNOD. Istituto Superiore di Sanità V.le Regina Elena, n. 299 - 00161 - Roma ESTRATTO AVVISO DI ESITO DI GARA D’APPALTO Si rende noto - ai sensi dell’art. 65 del D.Lgs n. 163/2006 e s.m.i. - che è stata aggiudicata la “Procedura aperta per la fornitura, nella forma della somministrazione, ripartita in due lotti, di gas compressi con relativi servizi accessori, azoto liquido e argon liquido con noleggio dei relativi contenitori criogenici per il fabbisogno dell’Istituto Superiore di Sanità. Lotto 1: gas compressi (CIG: 5476034635); Lotto 2: azoto liquido e argon liquido con relativi contenitori criogenici (CIG: 54761115C0)”. L’Avviso relativo agli appalti aggiudicati è stato inviato per la necessaria pubblicazione alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in data 18/04/2014 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana in data 23/04/2014 e sui siti informatici di cui all’art. 66, comma 7, del D.Lgs n. 163/2006 e s.m.i.. Si dichiara, inoltre, che copia dell’Avviso è affissa all’Albo dell’Istituto Superiore di Sanità, ed è accessibile in Internet all’indirizzo: http://www.iss.it alla voce “Lavorare all’ISS”, sezione “Bandi di gara”. Ulteriori informazioni potranno essere richieste all’Ufficio III - R.E. (Contratti, servizi e spese in economia, contratti all’estero) dell’Istituto Superiore di Sanità (tel. n. 06/49903627 - fax 06/49387132). IL DIRETTORE DELL’UFFICIO III - R.E. (Dott. Alessandro VALENTE) Comune di Montelupo Fiorentino Si rende noto che la procedura aperta telematica per l’appalto della somministrazione di derrate alimentari per la refezione delle scuole, della residenza anziani e dei nidi d’infanzia è stata aggiudicata, relativamente al Lotto 1 all’impresa Alessio Carni snc di Monsummano Terme (PT) per euro 167.953,20 (iva esclusa), relativamente al lotto 2 all’impresa Panificio Perillo snc di Ponsacco (PI) per euro 78.661,50 (iva esclusa), relativamente al lotto 3 all’impresa Ricci Forniture Alimentari di Ravenna per euro 342.076,07 (iva esclusa). Montelupo Fiorentino, 14/04/2014 Il Responsabile del Procedimento - dr.ssa Luisa Bugetti © Basso Cannarsa ESTRATTO DI BANDO DI GARA FONDO ARTIGIANATO FORMAZIONE IL VINCITORE DI IL PRIMO TALENT SHOW PER SCRIT TORI Susanna Tamaro “Savic ha tutto quello che gli serve: lo sguardo, il cuore, l’istinto, l’ironia, il senso del ritmo.” “Un romanzo forte, autentico: un mondo nel quale i sentimenti hanno ancora un senso.” Andrea De Carlo Giancarlo De Cataldo “Una sensibilità non comune, difficile da incontrare.” Taiye Selasi DAL 16 APRILE A € 12,90 IN LIBRERIA CON BOMPIANI E IN EDICOLA * CON CORRIERE DELLA SERA * in aggiunta al prezzo del quotidiano. Servizio clienti 02 63797 510 “La vecchia Europa esiste ancora.” Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Economia 29 italia: 51575551575557 Parla l’amministratore delegato Bulcke La fabbrica di Piombino Si spegne «Afo4», l’ultimo altoforno Lucchini PIOMBINO — Afo4 sarà spento stanotte. E quando il fumo dell’ultima ciminiera sarà scomparso, la città dell’acciaio si addormenterà. Sembra fantascienza, invece è il racconto realistico e impietoso della «maledetta fermata», lo stop mai avvenuto prima dell’altoforno delle Acciaierie Lucchini, nome in codice Afo 4 appunto, il simbolo della città dell’acciaio, Piombino, e del suo comprensorio, secondo polo siderurgico d’Italia. È l’epilogo di una vertenza durata anni, la storia di un’industria una volta simbolo dell’aristocrazia operaia, passata da più mani (Ilva, Lucchini) e da molte promesse: quella russa, rivelatasi poi fallimentare della Severstal e infine quella araba del presunto magnate giordano Khaled al Habahbeh, sorriso smagliante, promesse d’investimento da capogiro (sino a 3 miliardi) al centro di un’indagine della procura per falso e turbativa L’impianto Lo stabilimento Lucchini di Piombino. Una fabbrica con 2.350 operai d’asta. I 2350 operai andranno avanti per un anno grazie a un contratto di solidarietà strappato al ministero dello Sviluppo, gli altri quasi duemila dell’indotto finiranno in cassa integrazione. Sul futuro, però, non c’è certezza. Afo4 sarà «caricato in bianco», ovvero addormentato. «Ma se non sarà risvegliato entro un mese morirà e dovrà essere sostituito con costi enormi», dice il sindaco di Piombino Gianni Anselmi. Non era mai accaduto nella storia quasi bicentenaria della «grande ciminiera». Una lenta eutanasia che avrebbe risvolti imprevedibili. «Paragonabili per Piombino e la Val di Cornia a un disastro naturale — continua Anselmi —. Il gettito fiscale si ridurrebbe drasticamente, gli aiuti sociali salirebbero vertiginosamente». I rimedi? Il primo sarebbe quello di avere il relitto della Concordia, un centinaio di milioni attesi come l’ossigeno. «E poi iniziare un lavoro costante di smantellamento di navi militari e civili». E la vecchia Lucchini? E l’acciaio del romanzo di Silvia Avallone e della Bella Vita, il film di Paolo Virzì? «Stiamo lavorando all’accordo di programma che dovrà essere pronto prima del 30 aprile, l’ultimo giorno delle manifestazioni d’interesse», dice Luciano Gabrielli, segretario della Fiom. Marco Gasperetti © RIPRODUZIONE RISERVATA Farmaci Pfizer guarda AstraZeneca, Novartis compra da Glaxo e Lilly Assalto in Borsa al botulino Opa da 47 miliardi di dollari Valeant lancia l’offerta con il raider Ackman su Allergan DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Quarantasette miliardi di dollari per conquistare le chiavi del regno del Botox: è questa l’offerta fatta ieri dalla canadese Valeant Pharmaceuticals per acquisire Allergan, la società californiana che produce l’antirughe sottocutaneo. Una vera e propria scalata, visto che l’offerta non è stata concordata con gli amministratori dell’aziendabersaglio. Ma, rispetto ai casi visti fin qui, stavolta c’è una novità: Valeant può contare sull’appoggio di una “quinta colonna” in Allergan . Si tratta di William Ackman gran condottiero di hedge fund che con la sua società, Pershing Square, è il terrore di ogni consiglio d’amministrazione che finisce nel suo mirino. Prototipo del finanziere «attivista», Ackman ha già gettato lo scompiglio in molte delle aziende che ha attaccato, ultima Herbalife. Lo schema classico in questi casi prevede che il fondo che interviene in modo aggressivo acquisti una quota della società cercando poi di cambiarne i vertici o forzando gli amministratori a mutare strategia, a vendere qualche «asset» del gruppo o a scindere rami d’impresa con l’obiettivo di «creare valore» per gli azionisti. Stavolta Ackman ha I numeri di Allergan Le vendite nel mondo I ricavi per area geografica 47% 17% Prodotti oftalmici Botox terapeutico 15% 6,2 Botox cosmetico Dati in miliardi di dollari Nord America Europa, Africa, Medio Oriente Asia America latina 4,2 4,6 5,1 5,5 6,2 miliardi di dollari (+12%) 8% nel 2013 Estetica facciale 6% Estetica al seno 5% 2% Cura della pelle Latisse 2009 2010 2011 2012 seguito uno schema diverso che può diventare un precedente per tutto il sistema finanziario: saltando un passaggio, il fondo attivista entra nel capitale ma poi si allea con un partner esterno al quale cerca di vendere l’intera società. Una dinamica completamente nuova che solleva anche nuovi problemi regolamentari relativi al conflitto d’interessi. Che Ackman fosse interessato ad Allergan si sapeva da tempo, ma il finanziere aveva mantenuto i suoi acquisti sotto il 5% del capitale, la soglia che impone a un azionista di uscire allo scoperto. Poi l’altro ieri, il fondo Pershing ha informato le autorità di aver raggiunto, con un blitz delle ulti- 2013 D’ARCO Fonte: Allergan me settimane, il 9,7% del capitale: di fatto Ackman ha investito 4 miliardi di dollari per diventare il primo azionista di Allergan. Ma non lo ha fatto da solo: adesso si scopre che da mesi il fondo di- scuteva con Valeant l’assalto alla società del Botox. Il gruppo canadese, basato nel Quebec, ha dimensioni simili alla società che sta scalando e un analogo valore di Borsa. Specializzata in Utile e vendite sotto le attese McDonald’s cambierà menu McDonald’s paga il calo dei consumi sul mercato interno, e chiude il primo trimestre con un utile netto in calo di 1,2 miliardi di dollari (contro 1,27) e vendite in flessione dell’1,7%. Ricavi in linea a 6,7 miliardi. Don Thomson, il Ceo del gigante del fast food, ha detto agli analisti di non temere la concorrenza ma sottolinea che ora va rafforzata l’offerta menu. prodotti dermatologici e in medicinali per le patologie nervose, Valeant da tempio punta ad espandersi nella cura del corpo con acquisizioni come quella di Bausch & Lomb (lenti a contatto). Ora, con Allergan, addirittura raddoppia. O, almeno ci prova, perché l’operazione potrebbe anche fallire sul piano finanziario o inciampare sulle questioni regolamentari. Gli analisti fanno notare che l’offerta di Valeant in “cash” e in titoli (48,30 dollari per azione in denaro più 0,83 azioni della società canadese per ogni azione Allergan acquistata), portano a valorizzare il titolo Allergan fino a quasi 153 dollari per azione: il 7% in più della chiusura di Borsa di lunedì. Ma da settimane il titolo galoppa: l’offerta fatta ieri è, ad esempio, superiore del 31% al valore che il titolo aveva solo il 10 aprile scorso, il giorno prima del superamento della soglia del 5% da parte di Pershing Square. Ackman da tempo pensava di attaccare Allergan, ma non aveva il partner giusto. Poi, inn autunno assunse William Doyle, un suo compagno di studi alla Harvard Business School, che è amico di Michael Pearson, l’amministratore delegato di Valeant. Ackman e Pearson si sono incontrati all’inizio dell’anno. Il manager della società canadese raccontò dei suoi tentativi, falliti, di entrare in Allergan: non era riuscito ad «ammorbidire» il suo consiglio d’amministrazione. «Eccoci qua, siamo qui per questo», deve avergli risposto il condottiero degli «hedge fund». Il resto è cronaca di questi giorni. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA Bilanci e debiti Accordo per una bad bank da due miliardi con il fondo Kkr e Alvarez&Marsal per industria e servizi Intesa-Unicredit, la svolta dell’alleanza nei crediti MILANO — Intesa Sanpaolo e Unicredit decidono di lavorare assieme nella gestione dei crediti deteriorati, con una mossa che per la prima volta vede alleati i due colossi del credito. Ma guai a chiamarla «bad bank»: quello che le strutture dell’istituto guidato da Carlo Messina e di quello di Federico Ghizzoni stanno mettendo a punto è un veicolo cui conferire i crediti da ristrutturare di poco più di una decina di aziende industriali e di servizi, italiane e di taglia medio-grande, per poterli gestire al meglio, anche con apporti di capitale fresco e in alcuni casi anche con un cambio manageriale, per aiutarle nel rilancio e quindi nel rimborso del debito. Nell’operazione sono coinvolte due colossi americani come il fondo di private equity Kkr, che fornirà in gran parte i capitali necessari (si parla di al- Intesa Il ceo Carlo Messina Unicredit Il ceo Federico Ghizzoni cune centinaia di milioni di euro), e la società di consulenza Alvarez & Marsal, esperta in tournaround aziendali. I consulenti sono gli studi legali Paul Hastings e D’Urso Gatti Bianchi e lo studio fiscale Di Tanno. Il passo avanti nell’operazione — già resa nota a febbraio — è avvenuto con la firma da parte degli stessi amministratori delegati di un «memorandum of understanding», un protocollo d’intesa in vista della messa in opera del progetto, verosimilmente entro l’estate. Il lavoro degli istituti e dei due partner stranieri è ora concentrato sulla scelta delle aziende da ristrutturare — e dei relativi crediti da conferire — e nell’identificazione della forma giuridica (una sgr, uno special purpose vehicle, o una cartolarizzazione). Su questi aspetti sono in corso anche confronti con la Banca d’Ita- lia, essendo la prima volta che si mette in piedi una soluzione di questo tipo, che va incontro alle sollecitazioni di Palazzo Koch circa una soluzione privata al problema dei crediti deteriorati. Sia Intesa Sanpaolo sia Unicredit hanno realizzato nell’ultimo bilancio una sorta di «bad bank interna» in cui sono stati conferiti i crediti deriotati: Intesa mira a dimezzare in quattro anni 46 miliardi di attivi «non core», tra cui 27 miliardi di sofferenze, mentre Unicredit ha individuato un portafoglio «non core» di circa 87 miliardi di crediti, per due terzi deteriorati. Secondo fonti vicine alle banche nel nuovo veicolo con Kkr e Alvarez & Marsal dovrebbero essere conferiti crediti per un totale di 2 miliardi di euro. Le aziende debitrici saranno selezionate sulla base di due criteri: devono essere esposte verso entrambe le banche, i cui crediti dovranno rappresentare la maggioranza dell’indebitamento complessivo. Sono ammessi crediti in sofferenza ma non di società soggette a procedure concorsuali. Attualmente è allo studio una simulazione su alcune società che potrebbero essere oggetto di trasferimento. Tra i rumors dei mesi scorsi compariva anche l’Alitalia, ma dovrebbe restare fuori dal perimetro in quanto è già in una fase di ristrutturazione (come anche Sorgenia). Il «ristruttura-aziende», essendo un metodo di intervento, è aperto anche ad altre banche, qualora volessero conferire i crediti, ma anche alle stesse Intesa Sanpaolo e Unicredit, se volessero partecipare anche con una quota capitale (eventualmente convertendo gli stessi crediti). Fabrizio Massaro fabriziomassar0 © RIPRODUZIONE RISERVATA In Italia Paul Bulcke, belga, classe 1954, è il Ceo della Nestlé dal 2007 ed è in Italia per inaugurare la nuova sede di Milano Assago «Perugina, flessibilità senza precari Buitoni, pizza globale Ecco i piani di Nestlé» Il primo messaggio è rivolto ai sindacati: «Non abbiamo nessuna volontà di stravolgere i contratti di lavoro vogliamo solo adeguare il modello produttivo alle esigenze della stagionalità». Il secondo al mondo del business: «Proveremo a fare di Pizza Buitoni un caso di successo internazionale come è stata l’acqua Sanpellegrino». Il terzo alla politica italiana: «Bene il rinnovamento della leadership ma bisogna crederci». Paul Bulcke, belga, classe 1954, è il Ceo della Nestlè dal 2007 ed è in Italia per inaugurare la nuova sede di Milano Assago che ospiterà il quartier generale della Nestlé Italia e 1.300 dei suoi dipendenti. Il caso ha voluto che il vernissage cadesse in un momento critico per l’immagine della multinazionale accusata dai sindacati di voler precarizzare il lavoro trasformando i contratti a tempo indeterminato in stagionali. Bulcke replica: «Puntiamo ad avere con i nostri dipendenti una relazione di lungo termine e vogliamo solo discutere come adattarci alle nuove necessità delle attività in cui siamo impegnati. Le voci circolate sulla dismissione dei contratti a tempo indeterminato sono assolutamente infondate, onoreremo i nostri impegni e siamo aperti al dialogo». Il merito del contenzioso riguarda il lavoro e la flessibilità della prestazione dei lavoratori assunti a tempo indeterminato negli stabilimenti dei gelati (Parma e Ferentino) e della cioccolata (Perugia). Si sta ragionando — da parte dell’azienda — su come evitare gli esuberi nella curva bassa di produzione rimodulando gli orari settimanali o incentivando il part time, ma sempre nell’ambito dell’utilizzo di contratti a tempo indeterminato. Per Nestlé l’Italia rappresenta per vendite il nono mercato ma come dimostrano le straordinarie esperienze di Sanpellegrino e Perugina la multinazionale svizzera ha contribuito a fare di due marchi italiani dei brand di assoluta rilevanza mondiale incrementando così significativamente il nostro export. «Il made in Italy — dice Bulcke — ha un grande seguito fuori dalle vostre frontiere. Vuol dire creatività, stile, design ed estetica. Fareste bene a credere di più in voi stessi, ad essere orgogliosi della vostra tradizione imprenditoriale. Per quanto ci riguarda pensiamo che Pizza Buitoni posIndustria tricolore sa rappresentare un caso di successo analogo a Il Made in Italy ha con ampie un grande seguito Sanpellegrino possibilità di sviluppo in Europa e negli Usa». Il oltre frontiera manager belga sostiene Dovreste esserne che se il gruppo è stato orgogliosi capace di costruire il successo Sanpellegrino con un prodotto tutto sommato semplice come l’acqua conferendo al brand requisiti di eleganza e raffinatezza e qualcosa di genere si può fare anche con Buitoni: «E io personalmente adoro la pizza». In Italia Nestlè ha 17 impianti produttivi sui quali,nel corso del triennio passato, ha investito 200 milioni e per il 2014-2015 è prevista la conferma degli stessi livelli. In più l’impianto della pizza è a Benevento e la Nestlé ha più volte confermato di essere orgogliosa di lavorare in Campania, tanto è vero che proprio in questi giorni è partito in loco un piano di assunzioni. Bulcke conferma che il suo gruppo parteciperà all’Expo 2015 «in stretto rapporto con il padiglione svizzero» perché è interessato a presidiare le tematiche dello sviluppo economico e della nutrizione. «Una parte del mondo cerca un approvvigionamento quantitativo e l’altra qualitativo e noi che abbiamo 460 stabilimenti nel pianeta siamo pienamente coinvolti da questa sfida». In linea con questa responsabilizzazione Nestlè ha lanciato anche un programma di youth employment a livello europeo. Ma non è compito delle autorità comunitarie e dei governi tentare di incrementare l’occupazione? «Sono le aziende a creare i posti di lavoro, non i governi. I tassi di disoccupazione giovanile sono insostenibili per le nostre società e vogliamo contribuire creando occupazione. In questo modo cerchiamo di motivare i governi ad affrontare il problema, tocca a loro disegnare la cornice e alle aziende dipingere il quadro». Arriviamo all’Italia e ai cambiamenti che la attraversano. «Il vostro Paese come l’Europa ha prove difficili davanti a sé e il rinnovamento della leadership avvenuto con il governo Renzi non può che aiutare a implementare una serie di azioni correttive. Dovreste però crederci di più, non dovete pensare di attraversare un declino irreversibile. Avete risorse e creatività per riprendervi così come stanno facendo Peasi come la Spagna e il Portogallo, oltre alla stessa Grecia, che non hanno le vostre risorse. Noi siamo da sempre in Italia anche se non è stato sempre facile. Abbiamo passato i nostri temporali ma crediamo nella ripresa. Del resto quando è iniziata la crisi nel 2008 non ci siamo impauriti e non ci siamo assentati per prenderci un anno sabbatico». ❜❜ Dario Di Vico © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89 [email protected] Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AZ F. Best Cedola DIS 16/04 EUR 5,094 5,093 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Asia Consumer Demand A 17/04 USD 13,850 13,790 PS - Bond Opportunities A 17/04 EUR 162,450 162,460 AZ F. Best Equity 16/04 EUR 5,048 5,031 Asia Consumer Demand A-Dis 17/04 USD 13,500 13,450 PS - Bond Opportunities B 17/04 EUR 121,110 121,120 AZ F. Bond Target 2015 ACC 16/04 EUR 5,962 5,960 Asia Infrastructure A 17/04 USD 13,820 13,760 PS - Dynamic Core Portfolio A 17/04 EUR 98,790 98,780 AZ F. Bond Target 2015 DIS 16/04 EUR 5,469 5,468 Asian Bond A-Dis M 17/04 USD 10,130 10,118 ASIAN OPP CAP RET EUR 17/04 EUR 11,799 11,769 PS - EOS A 15/04 EUR 132,780 135,980 PS - Equilibrium A 17/04 EUR 100,660 100,580 PS - Fixed Inc Absolute Return A 17/04 EUR 98,890 98,950 Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] Nome Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Nome AZ F. Bond Target 2016 ACC 16/04 EUR 5,361 5,346 Balanced-Risk Allocation A 17/04 EUR 14,690 14,670 FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR 17/04 EUR 109,858 109,398 AcomeA America (A1) 17/04 EUR 16,092 16,071 AZ F. Bond Target 2016 DIS 16/04 EUR 5,083 5,069 Bluesky Global Strategy A 16/04 USD 1502,585 1502,752 Em. Loc. Cur. Debt A 17/04 USD 14,878 14,877 FLEX STRATEGY RET EUR 17/04 EUR 91,946 91,930 AcomeA America (A2) 17/04 EUR 16,588 16,566 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 16/04 EUR 5,109 5,094 Bond Euro A 16/04 EUR 1239,172 1239,237 Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M 17/04 USD 9,527 9,526 HIGH GROWTH CAP RET EUR 17/04 EUR 121,920 121,450 PS - Global Dynamic Opp A 17/04 EUR 101,040 100,050 AcomeA Asia Pacifico (A1) 17/04 EUR 4,071 4,073 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS 16/04 EUR 5,109 5,094 Bond Euro B 16/04 EUR 1198,219 1198,293 Em. Mkt Corp Bd A 17/04 USD 12,054 12,047 ITALY CAP RET A EUR 17/04 EUR 26,038 25,964 PS - Global Dynamic Opp B 17/04 EUR 101,200 100,210 AcomeA Asia Pacifico (A2) 17/04 EUR 4,182 4,185 AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 16/04 EUR 5,608 5,607 Bond Risk A 16/04 EUR 1435,979 1436,336 Euro Corp. Bond A 17/04 EUR 16,519 16,517 SHORT DURATION CAP RET EUR 17/04 EUR 904,502 904,349 PS - Inter. Equity Quant A 17/04 EUR 107,690 106,480 AcomeA Breve Termine (A1) 17/04 EUR 14,647 14,644 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 16/04 EUR 5,189 5,187 Bond Risk B 16/04 EUR 1375,955 1376,314 Euro Corp. Bond A-Dis M 17/04 EUR 12,587 12,585 PS - Inter. Equity Quant B 17/04 EUR 109,850 108,620 AcomeA Breve Termine (A2) 17/04 EUR 14,802 14,799 AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 16/04 EUR 5,837 5,834 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 16/04 EUR 1628,603 1628,315 Euro Short Term Bond A 17/04 EUR 10,903 10,905 PS - Liquidity A 17/04 EUR 124,570 124,570 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 16/04 EUR 1568,182 1567,922 European Bond A-Dis PS - Opportunistic Growth A 17/04 EUR 95,110 95,160 CompAM Fund - SB Bond B 15/04 EUR 1068,162 1069,224 Glob. Bond A-Dis PS - Opportunistic Growth B 17/04 EUR 100,240 100,300 PS - Podium Flex A 17/04 EUR 84,970 84,980 PS - Podium Flex C 17/04 USD 83,800 83,810 PS - Prestige A 15/04 EUR 98,930 100,580 PS - Quintessenza A 15/04 EUR 101,850 102,970 PS - Quintessenza B 15/04 EUR 104,920 106,060 PS - Target A 15/04 EUR 105,750 105,710 PS - Target B 15/04 EUR 105,740 105,700 PS - Titan Aggressive A 15/04 EUR 103,400 104,310 PS - Total Return A 17/04 EUR 101,510 101,700 PS - Total Return B 17/04 EUR 95,000 95,170 PS - Valeur Income A 17/04 EUR 110,260 110,280 PS - Value A 15/04 EUR 102,220 103,470 PS - Value B 15/04 EUR 104,370 105,640 AcomeA ETF Attivo (A1) AcomeA ETF Attivo (A2) 17/04 EUR 4,524 17/04 EUR 4,498 4,631 4,604 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 16/04 EUR AZ F. Cash 12 Mesi 16/04 EUR 5,498 5,346 5,495 5,346 17/04 EUR 5,600 17/04 USD 5,787 5,597 5,788 AcomeA Eurobbligazionario (A1) 17/04 EUR 17,193 17,192 AZ F. Cash Overnight 16/04 EUR 5,254 5,253 CompAM Fund - SB Equity B 15/04 EUR 1105,836 1111,806 Glob. Equity Income A 17/04 USD 60,170 59,810 AcomeA Eurobbligazionario (A2) 17/04 EUR 17,384 17,382 AZ F. Cat Bond ACC 14/04 EUR 5,304 5,304 CompAM Fund - SB Flexible B 15/04 EUR 1004,235 1007,626 Glob. Equity Income A-Dis 17/04 USD 15,150 15,060 AcomeA Europa (A1) 17/04 EUR 13,320 13,214 AZ F. Cat Bond DIS 14/04 EUR 5,286 5,286 European Equity A 16/04 EUR 1401,675 1384,723 Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 17/04 USD 11,321 11,315 AcomeA Europa (A2) 17/04 EUR 13,648 13,540 AZ F. CGM Opport Corp Bd 16/04 EUR 6,026 6,026 European Equity B 16/04 EUR 1327,591 1311,554 Glob. Structured Equity A-Dis 17/04 USD 40,260 39,920 AcomeA Globale (A1) 17/04 EUR 11,155 11,115 AZ F. CGM Opport European 16/04 EUR 6,662 6,669 Multiman. Bal. A 15/04 EUR 115,229 115,362 Glob. Targeted Ret. A 17/04 EUR 10,341 10,333 AcomeA Globale (A2) 17/04 EUR 11,563 11,521 AZ F. CGM Opport Global 16/04 EUR 6,195 6,161 Multiman. Bal. M 15/04 EUR 114,732 114,862 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A 17/04 EUR 12,844 12,840 AcomeA Italia (A1) 17/04 EUR 21,577 21,431 AZ F. CGM Opport Gov Bd 16/04 EUR 5,529 5,526 71,964 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis 17/04 EUR 11,738 11,735 AcomeA Italia (A2) 17/04 EUR 22,131 21,982 AZ F. Commodity Trading 16/04 EUR 4,409 4,401 Greater China Eq. A 17/04 USD 44,710 44,670 AcomeA Liquidità (A1) 17/04 EUR 8,904 8,906 AZ F. Conservative 16/04 EUR 6,459 6,437 India Equity E 17/04 EUR 27,230 26,950 AcomeA Liquidità (A2) 17/04 EUR 8,905 8,907 AZ F. Core Brands 16/04 EUR 5,544 5,510 Japanese Eq. Advantage A 17/04 JPY 2937,000 2922,000 AcomeA Paesi Emergenti (A1) 17/04 EUR 6,392 6,350 AZ F. Corporate Premium ACC 16/04 EUR 5,525 5,519 Pan European Eq. A 17/04 EUR 17,290 17,150 AcomeA Paesi Emergenti (A2) 17/04 EUR 6,565 6,522 AZ F. Corporate Premium DIS 16/04 EUR 5,251 5,245 Pan European Eq. A-Dis 17/04 EUR 15,600 15,480 Pan European Eq. Inc. A-Dis 17/04 EUR 11,450 11,370 Pan European High Inc A 17/04 EUR 18,580 18,560 Pan European High Inc A-Dis 17/04 EUR 13,510 13,500 Pan European Struct. Eq. A 17/04 EUR 13,660 13,550 Pan European Struct. Eq. A-Dis 17/04 EUR 12,990 12,880 Renminbi Fix. Inc. A 17/04 USD 10,617 10,607 Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis 17/04 EUR 9,299 9,299 US Equity A EH 17/04 EUR 14,080 13,970 US High Yield Bond A 17/04 USD 11,787 11,786 AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 17/04 EUR 3,915 3,903 AZ F. Dividend Premium ACC 16/04 EUR 5,573 5,528 AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 17/04 EUR 4,029 4,017 AZ F. Dividend Premium DIS 16/04 EUR 4,929 4,889 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A 09/04 EUR 72,490 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M 09/04 EUR 75,478 74,920 Multiman.Target Alpha A 09/04 EUR 105,161 106,053 DB Platinum AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 17/04 EUR 5,201 5,187 AZ F. Emer. Mkt Asia 16/04 EUR 5,705 Agriculture Euro R1C A 16/04 EUR 67,210 67,490 Comm Euro R1C A 17/04 EUR 112,960 112,840 Comm Harvest R3C E 17/04 EUR 73,960 73,900 5,705 AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 17/04 EUR 5,303 5,289 AZ F. Emer. Mkt Europe 16/04 EUR 3,036 3,040 AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 17/04 EUR 6,168 6,155 AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. 16/04 EUR 4,811 4,799 AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 17/04 EUR 6,301 6,288 AZ F. European Dynamic 16/04 EUR 5,163 5,139 AcomeA Performance (A1) 17/04 EUR 21,603 21,541 AZ F. European Trend 16/04 EUR 3,263 3,217 AcomeA Performance (A2) 17/04 EUR 21,912 21,848 AZ F. Formula 1 Absolute 16/04 EUR 5,310 5,221 AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC 31/03 EUR 5,578 5,572 Currency Returns Plus R1C 17/04 EUR 936,240 935,580 DB Platinum IV 17/04 EUR Croci Euro R1C B AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 Invictus Global Bond Fd 15/04 EUR 16/04 EUR Invictus Macro Fd Sol Invictus Absolute Return 17/04 EUR 106,410 80,131 103,767 31/03 EUR 16/04 EUR 5,535 4,737 Croci Japan R1C B 17/04 JPY 8031,780 8008,750 Croci US R1C B 17/04 USD 164,470 164,280 Dyn. Cash R1C A 17/04 EUR 101,530 101,530 Paulson Global R1C E 09/04 EUR 6234,110 6246,040 Sovereign Plus R1C A 16/04 EUR 107,430 107,520 Systematic Alpha R1C A 16/04 EUR 10229,430 10220,040 US High Yield Bond A-Dis M 4,723 AZ F. Formula Target 2015 ACC 16/04 EUR 6,021 6,004 79,767 AZ F. Formula Target 2015 DIS 16/04 EUR 5,528 5,512 AZ F. Formula 1 Conserv. 16/04 EUR 4,938 4,923 AZ F. Global Curr&Rates ACC 16/04 EUR 4,346 4,345 AZ F. Global Curr&Rates DIS 16/04 EUR 4,095 4,093 AZ F. Global Sukuk ACC 14/04 EUR 4,925 4,960 AZ F. Global Sukuk DIS 14/04 EUR 4,925 4,960 AZ F. Hybrid Bonds ACC 16/04 EUR 5,234 5,232 AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 AZ F. Hybrid Bonds DIS 16/04 EUR 5,124 5,122 17/04 USD 17/04 USD US Value Equity A 17/04 USD US Value Equity A-Dis 10,738 30,920 29,560 Orazio Conservative A 17/04 EUR 100,240 100,150 Sparta Agressive A 17/04 EUR 101,780 101,320 WM Biotech A 17/04 EUR 134,880 135,430 WM Biotech I 17/04 EUR 1372,280 1377,780 www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Augustum Corp Bd A 17/04 EUR 189,000 188,930 NM Augustum High Qual Bd A 17/04 EUR 145,560 145,540 NM Balanced World Cons A 17/04 EUR 134,030 133,420 NM Euro Bonds Short Term A 17/04 EUR 138,100 138,140 NM Euro Equities A 17/04 EUR 47,000 46,680 NM Global Equities EUR hdg A 17/04 EUR 70,440 70,470 NM Inflation Linked Bond Europe A 17/04 EUR 104,920 105,040 NM Italian Diversified Bond A 17/04 EUR 111,310 111,270 NM Italian Diversified Bond I 17/04 EUR 113,590 113,540 NM Large Europe Corp A 17/04 EUR 134,680 134,790 NM Market Timing A 17/04 EUR 105,070 104,720 NM Market Timing I 17/04 EUR 105,770 105,420 NM Q7 Active Eq. Int. A 17/04 EUR 60,990 60,950 NM Q7 Globalflex A 17/04 EUR 104,530 104,950 NM Total Return Flexible A 17/04 EUR 121,790 121,620 NM VolActive A 17/04 EUR 97,820 97,550 NM VolActive I 17/04 EUR 98,240 97,970 10,737 30,610 29,270 www.pegasocapitalsicav.com Strategic Bond Inst. C 17/04 EUR 106,610 106,550 Strategic Bond Inst. C hdg 17/04 USD 106,780 106,710 Strategic Bond Retail C 17/04 EUR 105,240 105,170 Strategic Bond Retail C hdg 17/04 USD 105,350 105,280 Strategic Trend Inst. C 17/04 EUR 103,620 103,450 Strategic Trend Retail C 17/04 EUR 101,540 101,370 Fondo Donatello-Michelangelo Due 31/12 EUR 51470,165 52927,939 Fondo Donatello-Tulipano 31/12 EUR 46691,916 47475,755 Fondo Donatello-Margherita 31/12 EUR 27926,454 27116,197 Fondo Donatello-David 31/12 EUR 58259,864 57863,932 Fondo Tiziano Comparto Venere 31/12 EUR 468728,464 477314,036 Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 EUR Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com Fondi Unit Linked 16/04 Flex Equity 100 www.azimut.it - [email protected] 116,220 5,529 106,388 105,025 116,590 www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 Kairos Multi-Str. A 28/02 EUR 873230,021 867189,677 Kairos Multi-Str. B 28/02 EUR 571552,756 567856,932 Kairos Multi-Str. I 28/02 EUR 588092,605 583827,444 Global Equity 16/04 5,398 EUR Maximum 16/04 5,175 EUR Progress 16/04 6,379 EUR Azimut Dinamico 16/04 EUR 26,308 26,191 AZ F. Income ACC 16/04 EUR 6,301 6,293 Azimut Formula 1 Absolute 16/04 EUR 7,110 6,981 AZ F. Income DIS 16/04 EUR 5,814 5,806 Azimut Formula 1 Conserv 16/04 EUR 6,869 6,846 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 16/04 EUR 4,540 4,540 Azimut Formula Target 2013 16/04 EUR 6,915 6,902 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 16/04 EUR 4,256 4,256 KAIROS INTERNATIONAL SICAV Azimut Formula Target 2014 16/04 EUR 6,713 6,693 AZ F. Institutional Target 16/04 EUR 5,525 5,507 KIS - America A-USD 16/04 USD 268,330 265,670 AZ F. Italian Trend 16/04 EUR 3,759 3,649 KIS - America P 16/04 EUR 188,640 186,780 KIS - America X 16/04 EUR 189,710 187,830 16/04 Quality www.sorgentegroup.com 10,979 EUR Kairos Multi-Str. P 28/02 EUR 537063,412 533738,745 Kairos Income 17/04 EUR 6,803 6,803 Kairos Small Cap 17/04 EUR 10,413 10,388 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I 17/04 EUR 109,580 109,050 AUGUSTUM G.A.M.E.S. A 17/04 EUR 111,640 111,370 AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 17/04 EUR 148,300 147,940 7,000 EUR Azimut Garanzia 16/04 EUR 12,892 12,893 Azimut Prev. Com. Crescita 31/03 EUR 11,031 10,988 AZ F. Lira Plus ACC 16/04 EUR 4,810 4,806 ABS- I 28/02 EUR 14994,109 14690,218 16/04 EUR 4,711 4,707 ABSOLUTE RETURN EUROPA 11/04 EUR 4958,253 5032,437 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C 31/03 EUR 11,042 10,996 AZ F. Lira Plus DIS Azimut Prev. Com. Equilibrato 31/03 EUR 12,092 12,045 AZ F. Macro Dynamic 16/04 EUR 5,966 5,954 BOND-A 28/02 EUR 721205,818 703354,240 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 31/03 EUR 12,098 12,048 AZ F. Opportunities 16/04 EUR 5,090 5,089 BOND-B 28/02 EUR 721205,818 703354,240 Azimut Prev. Com. Garantito 31/03 EUR 10,923 10,877 AZ F. Pacific Trend 16/04 EUR 4,000 3,940 EQUITY- I 31/03 EUR 608277,667 608644,044 Azimut Prev. Com. Protetto 31/03 EUR 11,865 11,873 AZ F. Patriot ACC 16/04 EUR 6,561 6,548 PRINCIPAL FINANCE 1 31/12 EUR Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C 31/03 EUR 11,872 11,879 AZ F. Patriot DIS 16/04 EUR 6,089 Azimut Prev. Com. Obbli. 31/03 EUR 10,177 10,127 AZ F. Qbond 16/04 EUR 5,225 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C 31/03 EUR 10,177 10,127 AZ F. Qinternational 16/04 EUR Azimut Reddito Euro 16/04 EUR 17,532 17,506 AZ F. QProtection Azimut Reddito Usa 16/04 EUR 5,968 5,962 Azimut Scudo 16/04 EUR 8,713 Azimut Solidity 16/04 EUR Azimut Strategic Trend 2451,889 2506,583 Numero verde 800 124811 [email protected] Nextam Bilanciato 17/04 EUR 6,849 6,829 Nextam Obblig. Misto 17/04 EUR 7,363 7,362 BInver International A 17/04 EUR 6,350 6,324 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 17/04 EUR 5,432 5,422 Asian Equity B 17/04 EUR 95,100 95,030 CITIC Securities China Fd A 17/04 EUR 4,992 5,002 Asian Equity B 17/04 USD 133,500 133,400 Fidela A 17/04 EUR 5,493 5,470 Emerg Mkts Equity 17/04 USD 445,050 442,160 Income A 17/04 EUR 5,683 5,684 Emerg Mkts Equity Hdg 17/04 EUR 434,730 431,910 International Equity A 17/04 EUR 6,964 6,960 European Equity 17/04 EUR 279,330 277,110 Italian Selection A 17/04 EUR 7,124 7,067 European Equity B 17/04 USD 345,280 342,550 Liquidity A 17/04 EUR 5,340 5,340 Greater China Equity B 17/04 EUR 110,540 109,970 Multimanager American Eq.A 17/04 EUR 4,696 4,665 Greater China Equity B 17/04 USD 157,400 156,580 70,080 KIS - Bond A-USD 16/04 USD 170,510 170,480 KIS - Bond D 16/04 EUR 122,160 122,150 KIS - Bond P 16/04 EUR 126,210 126,190 KIS - Bond Plus A Dist 16/04 EUR 128,030 127,970 KIS - Bond Plus D 16/04 EUR 129,940 129,890 6,077 KIS - Bond Plus P 16/04 EUR 131,880 131,830 5,211 KIS - Dynamic A-USD 16/04 USD 173,950 174,000 5,067 5,040 KIS - Dynamic D 16/04 EUR 121,170 121,210 16/04 EUR 5,190 5,167 KIS - Dynamic P 16/04 EUR 123,400 123,440 AZ F. Qtrend 16/04 EUR 4,891 4,836 KIS - Emerging Mkts A 16/04 EUR 121,960 121,760 8,706 AZ F. Renminbi Opport 16/04 EUR 5,254 5,255 Dividendo Arancio 17/04 EUR 48,580 48,540 KIS - Emerging Mkts D 16/04 EUR 120,520 120,330 8,831 8,822 AZ F. Reserve Short Term 16/04 EUR 6,301 6,301 Convertibile Arancio 17/04 EUR 60,800 60,830 KIS - Europa D 16/04 EUR 122,690 120,620 Multimanager Asia Pacific Eq.A 17/04 EUR 4,426 4,420 Growth Opportunities 17/04 USD 69,950 16/04 EUR 6,225 6,183 AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 16/04 EUR 5,089 5,090 Cedola Arancio 17/04 EUR 58,360 58,420 KIS - Europa P 16/04 EUR 124,710 122,600 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 17/04 EUR 4,160 4,145 Growth Opportunities Hdg 17/04 EUR 76,620 76,760 Azimut Trend America 16/04 EUR 12,320 12,185 AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 16/04 EUR 5,011 5,012 Borsa Protetta Agosto 16/04 EUR 61,760 61,810 KIS - Europa X 16/04 EUR 125,190 123,070 Multimanager European Eq.A 17/04 EUR 4,489 4,447 Japanese Equity 17/04 JPY 123,860 123,690 Azimut Trend Europa 16/04 EUR 13,121 12,957 AZ F. Solidity ACC 16/04 EUR 6,001 5,996 Borsa Protetta Febbraio 16/04 EUR 60,210 60,230 KIS - Global Bond P 16/04 EUR 102,030 101,940 Strategic A 17/04 EUR 5,182 5,181 Japanese Equity B 17/04 USD 122,850 122,680 Azimut Trend Italia 16/04 EUR 19,093 18,489 AZ F. Solidity DIS 16/04 EUR 5,606 5,602 Borsa Protetta Maggio 16/04 EUR 62,770 62,740 KIS - Income D 16/04 EUR 104,190 104,180 Usa Value Fund A 17/04 EUR 5,830 5,851 Japanese Equity Hdg 17/04 EUR 161,080 160,870 Azimut Trend Pacifico 16/04 EUR 6,647 6,547 AZ F. Strategic Trend 16/04 EUR 5,723 5,684 Borsa Protetta Novembre 16/04 EUR 60,690 60,850 KIS - Income P 16/04 EUR 107,710 107,710 Ver Capital Credit Fd A 17/04 EUR 5,544 5,542 Swiss Equity 17/04 CHF 130,240 129,260 16/04 EUR 5,043 5,031 Inflazione Più Arancio 17/04 EUR 56,130 56,240 KIS - Italia P 16/04 EUR 135,370 133,080 Swiss Equity Hdg 17/04 EUR 98,870 98,130 US Equity 17/04 USD 163,730 162,280 US Equity Hdg 17/04 EUR 180,250 178,660 61951,842 59550,161 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Azimut Trend Tassi 16/04 EUR 10,210 10,196 AZ F. Top Rating ACC Azimut Trend 16/04 EUR 27,428 27,185 AZ F. Top Rating DIS 16/04 EUR 5,043 5,031 Mattone Arancio 17/04 EUR 44,120 43,890 KIS - Italia X 16/04 EUR 133,840 132,020 AZ F. Trend 16/04 EUR 6,019 5,962 Profilo Dinamico Arancio 17/04 EUR 63,910 63,260 KIS - Key 16/04 EUR 136,700 136,260 AZ F. US Income 16/04 EUR 5,401 5,397 Profilo Equilibrato Arancio 17/04 EUR 61,630 61,220 KIS - Key X 16/04 EUR 137,300 136,850 AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 AZ F. Active Selection 16/04 EUR 5,383 5,345 Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] AZ F. Active Strategy 16/04 EUR 5,052 5,063 Profilo Moderato Arancio 17/04 EUR 57,990 57,820 KIS - Multi-Str. UCITS A USD 16/04 USD 151,550 150,960 AZ F. Alpha Man. Credit 16/04 EUR 5,454 5,454 Top Italia Arancio 17/04 EUR 51,200 51,020 KIS - Multi-Str. UCITS D 16/04 EUR 111,430 111,000 PS - 3P Cosmic A 17/04 EUR 74,740 AZ F. Alpha Man. Equity 16/04 EUR 4,739 4,731 KIS - Multi-Str. UCITS P 16/04 EUR 114,160 113,710 PS - 3P Cosmic C 17/04 CHF 74,010 74,400 AZ F. Alpha Man. Them. 16/04 EUR 3,481 3,484 Abs. UK Dynamic Fd P1 22/04 GBP 1,489 1,487 KIS - Multi-Str. UCITS X 16/04 EUR 114,930 114,480 PS - Absolute Return A 17/04 EUR 112,270 112,120 AZ F. American Trend 16/04 EUR 3,120 3,086 Abs. UK Dynamic Fd P1 H 22/04 EUR 1,637 1,634 KIS - Selection D 16/04 EUR 123,380 122,770 PS - Absolute Return B 17/04 EUR 118,370 118,220 AZ F. Asset Plus 16/04 EUR 5,503 5,503 Abs. UK Dynamic Fd P2 22/04 GBP 1,522 1,519 KIS - Selection P 16/04 EUR 125,260 124,650 PS - Algo Flex A 17/04 EUR 109,360 108,930 AZ F. Asset Power 16/04 EUR 5,312 5,309 Abs. UK Dynamic Fd P2 H 22/04 EUR 1,705 1,702 KIS - Selection X 16/04 EUR 124,890 124,390 PS - Algo Flex B 17/04 EUR 104,350 103,930 AZ F. Asset Timing 16/04 EUR 5,023 5,023 UK Abs. Target Fd P1 22/04 GBP 1,206 1,205 Invesco Funds KIS - Sm. Cap D 16/04 EUR 99,820 98,710 PS - Best Global Managers A 15/04 EUR 102,830 104,030 AZ F. Best Bond 16/04 EUR 5,343 5,341 UK Abs Target Fd P2 22/04 EUR 1,152 1,151 Asia Balanced A 17/04 USD 24,590 24,460 KIS - Sm. Cap P 16/04 EUR 104,500 103,330 PS - Best Global Managers B 15/04 EUR 106,510 107,730 AZ F. Best Cedola ACC 16/04 EUR 5,633 5,632 UK Abs Target Fd P2 22/04 GBP 1,235 1,234 Asia Balanced A-Dis 17/04 USD 16,170 16,090 KIS - Target 2014 X 16/04 EUR 102,190 102,180 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 17/04 EUR 107,200 107,150 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it www.vitruviussicav.com 75,170 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 8a+ Eiger 17/04 EUR 6,157 6,079 8a+ Gran Paradiso 17/04 EUR 5,244 5,233 8a+ Latemar 17/04 EUR 5,965 5,949 8a+ Matterhorn 11/04 EUR 843967,149 864179,082 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 1335186B Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari BALZO DI TELECOM E FIAT IL RATING UBS FRENA ENI Il cellulare cambia insegna, Nokia sarà Microsoft Mobile di GIACOMO FERRARI Le Borse europee hanno confermato l’intonazione positiva di giovedì scorso, ultimo giorno prima della lunga pausa festiva, chiudendo tutte in rialzo, favorite anche dal buon avvio di Wall Street. E in particolare ha brillato Piazza Affari, con l’indice Ftse-Mib in progresso dell’1,49%, seconda migliore performance dopo il +2,02% del Dax 30 di Francoforte. Completa il quadro il nuovo miglioramento dello spread Bund-Btp, sceso a 155 punti base. Nel paniere dei titoli principali spicca soprattutto Telecom Italia (+4,03%) fresca di rinnovo del cda. Segue Fiat (+3,54%) che ha superato la soglia dei 9 euro, mentre Yoox è cresciuta del 3,28% e Azimut ha proseguito la corsa della vigilia con una nuova variazione positiva del 2,79%. Premiate inoltre Unicredit (+2,62%) e Intesa Sanpaolo (+2,06%) dopo la lettera d’intenti per una struttura comune destinata a gestire i crediti in ristrutturazione di entrambi gli istituti. Soltanto tre, infine, e in misura limitata, i segni meno: Eni (-0,27%) penalizzata dal taglio di rating da parte di Ubs; Tod’s (-0,1%) che ha pagato la riduzione del target price decisa da Nomura, e Popolare Milano con un calo quasi insignificante (-0,07%). © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° (f.mas.) Sparisce un marchio storico della telefonia cellulare: Nokia diventa Microsoft Mobile. La cancellazione del brand che ha segnato un’epoca della telefonia mobile non è ancora ufficiale: l’indiscrezione nasce non da una spettacolare fuga di notizie ma da un atto burocratico piuttosto banale come la comunicazione che il colosso Usa ha mandato ai fornitori della società acquisita di intestare le prossime fatture non più a Nokia ma a «Microsoft Mobile». Il passaggio di insegne dovrebbe avvenire con la finalizzazione dell’acquisizione da 5,44 miliardi di euro del colosso finlandese prevista per il 25 aprile. Sic transit gloria mundi: bisognerà ora vedere se «Microsoft Mobile» riuscirà a vincere la scommessa di acquisire lo stesso appeal che aveva il vecchio Nokia, e che ora hanno sul pubblico di tutto il mondo i dominatori del mercato, Apple e Samsung. © RIPRODUZIONE RISERVATA Enel alla ricerca del gas in Grecia (fr.bas.) L’Enel ha chiesto l’autorizzazione per condurre esplorazioni in tre aree onshore nella parte occidentale della Grecia. Lo ha reso noto il ministero dell’Energia di Atene. Se il governo dovesse accogliere la richiesta, darà comunque a gruppi rivali di Enel 90 giorni di tempo per presentare proposte alternative. Il colosso dell’energia sta cercando nuove opportunità di esplorazione ma che costino poco e con profili di spesa flessibili. Hanno queste caratteristiche tre Paesi: la Grecia, la Spagna e l’Italia, per i quali il gruppo ha chiesto autorizzazioni per condurre esplorazioni. Le stime di spesa per le analisi geologiche e la mappatura di eventuali idrocarburi nel sottosuolo greco dovrebbero aggirarsi intorno ad alcuni milioni di euro. Nel 2001 l’ungherese Mol e la greca Hellenic Petroleum cercarono invano giacimenti di petrolio e gas in due delle aree in cui ora vuole cimentarsi Enel. Tuttavia il gruppo italiano ritiene che vi siano possibilità interessanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA I soci di A2A a caccia del bookrunner senza conflitto di interessi (fr.bas.) Il tempo stringe. I Comuni di Milano e Brescia, soci di maggioranza di A2A, vogliono collocare il 5,12% della multiutility lombarda entro fine maggio e ieri hanno aperto il bando di selezione del bookrunner che si chiuderà giovedì 8, quando saranno selezionati cinque potenziali candidati considerati idonei per svolgere il compito di coordinare l’accelerated book building. Per la scelta definitiva del bookrunner sarà richiesta anche un’offerta economica. Il Comune di Milano, inoltre, si riserva la possibilità di nominare un ulteriore advisor «indipendente», che supporterà le amministrazioni per valutare l’andamento dell’operazione e la sua convenienza sotto tutti i profili. Per evitare potenziali conflitti di interesse, l’incarico di bookrunner non potrà essere assegnato a soggetti che detengano direttamente o attraverso controllate una quota superiore allo 0,5% di A2A. ä]x{ Ó]Ç £]ää ³ä]È ³{]Óx ä]Çn{ ³£]Çn ³Îä]ÇÈ Ç]x ³ä]£ ³Î]Îä £]Ènä ³ä]£ ³În]ÎÈ ä]Ç{ ³Ó]Èä ³ÓÇ]ÈÓ £]äxä p ³Î]£x ]xx ³ä]Ó£ ³ÓÓ]ää ä]ä{ä ³£ä]ää Ó£]{Î ä]ää£ ³Ó]£Ç ³n]n£ ä]Çä£ p p p ä] ³£Î]ÓÎ Î]ÓÎ{ ³£]Óä ³£n]xx ä]{ä ³£]Óx ³££]Èä Î]È ³Ó]nä p {]äxä ³ä]£Î Ó]Ç£ Ç]xÎx p p p £]ÇÓ ³Î]È{ ä]ääx p ³Ó]£{ £]Çn£ ³ä]ÎÓ ³£]n È]È£ä ³Ó]££ ³£{]Îx £È]Î£ä ³ä]ÈÎ ³£È]nÎ È]£Óä ³ä]n{ ³{]Îx £ä]Çää ä]Ó{ ³Î]ÇÎ £x]äää ³Ó]Ç ³£n]ÇÇ £]nÓä ³{]än ³Óx]ÇÎ È]Îää ³Ó]nÎ £]äx Ó£]ÓÓä ³£]Ó{ ³Ó£]Î ££]xÇä ³£]xÈ ³ÓÎ]£ È]xää ³ä]{Ç ³ÓÈ]ÎÇ {]äÓn ³ä]Ç ³xä]äÓ n]ÇÓ p p p ³ä]ÓÈ ³£]È{ Ó]£Óä ³{]ȳÓ{]{x ä]nÓÎ ³x]xÈ ³È]Î £ä]£ää £]än ³ÓÓ]£{ ä]Îä Ó]ä{ ³Èä]ÈÇ £]äÎÇ ä]xÈ ³Î{]£Ó ä]룂 £]xÓ ³£Ó]Î{ Î]££Ó ³x]n ³Çn]£{ ä]x£ä ä]äÇ ³xÎ]nÈ ä]{Îä p p p ä]γ££È]nx ä]£ ³ä]Çx ³{È]xx Ó]£{ ³£]Ó ³În]ÇÈ Ó]äÎn ³ä]xä ³£ä]än È]Ó{x ä]£ ³]äÓ ]xÎä ³n]È ³£]Óä ä]Óx ³ä]{x ³£x]än 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Con il governo Renzi che punta a rimborsare quanto prima i crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione, la piccola Banca Sistema — che delle inefficienze dello Stato verso i fornitori privati ha fatto il proprio core business — prova a diversificare il raggio di azione. Non più solo il subentro nei crediti commerciali verso la p.a. e depositi vincolati e conti correnti, ma anche l’acquisto, la gestione e il recupero dei crediti in sofferenza. Si tratta di un primo passo in un campo complementare a quello originario, realizzato acquistando quote rilevanti in due realtà piemontesi del non performing loan e del recupero crediti, Candia spa e St.Ing spa (quest’ultima ha anche il 40% della prima). L’operazione vale pochi milioni di euro per il 20% di Candia e il 30% di St.Ing, due società riconducibili agli imprenditori cuneesi Stefano Inguscio e Davide Graneris. Oltre a entrare nel capitale, alle due società l’istituto guidato da Gianluca Garbi ha garantito linee di credito tra 50 e 100 milioni. L’acquisizione è resa possibile anche dall’andamento positivo della banca. I soci dell’istituto nato dalle ceneri della vecchia Banca Sintesi e controllato da Royal Bank of Scotland e dalle fondazioni Sicilia, Pisa Cr Alessandria (oltre che dal management) hanno approvato i conti del 2013 chiusi con 12,2 milioni di utili (da 8,1 dell’anno prima) e un margine di intermediazione di 36,6 milioni (+55%) a fronte di un attivo consolidato raddoppiato a 2 miliardi di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA >Ì > VÕÀ> `i½>}iâ> }À>ÃÌV> ,>`VÀ° iÌi ÕÀii\ ÛiÃÌ °° > -V>`iâ> À *À° iÌÌ Anche Banca Sistema nel business dei crediti in sofferenza +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® £]££ä Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]nÇÓ Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]n{ä VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® Óä]ÈÎä VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]ä{È VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]Î{ä 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Murakami (1949) uscito venerdì scorso a Tokyo (200 mila la tiratura iniziale, subito salita a 300 mila): una raccolta di racconti, cinque già usciti separatamente più un inedito, pubblicata in Giappone da Bungei Shunju (in Italia i libri di Murakami sono editi da Einaudi). Scenari Gian Arturo Ferrari ripercorre la storia di un’invenzione che comincia molto prima della stampa. E spiega perché in futuro convivranno forme diverse di PAOLO DI STEFANO D iciamolo pure, la tentazione, trovandosi tra le mani il Libro di Gian Arturo Ferrari e scorrendone rapidamente l’indice, è quella di andare subito alle conclusioni, per capire che cosa ne dice del futuro del libro un conoscitore di lungo corso come Ferrari, che dopo l’esordio in redazione alla Boringhieri ha diretto la Rizzoli e per un paio di decenni la Mondadori fino a diventare l’uomo più influente dell’editoria italiana. Tentazione a cui vale la pena resistere, perché il discorso sul libro si sviluppa in modo tale che le conclusioni emergano lentamente dalle premesse storiche. Non una storia del libro, però: Ferrari ci tiene a precisarlo, «questa non è una storia del libro, ma una riflessione su alcuni suoi aspetti, ovvi e meno ovvi». Diciamo che in genere gli aspetti che potrebbero apparire ovvi Ferrari li discute, li capovolge, li mostra in una luce inattesa. Non c’è niente di più discusso (male) e (pre)giudicato del mondo del libro. E se ognuno si sente autorizzato a dire la sua, Ferrari insegna a diffidare degli apocalittici e degli ottimisti, dei nostalgici e degli entusiasti, di categorie come Bene e Male applicate al passato, al presente e al futuro dell’editoria. Risalire alle origini non è un capriccio archeologico, ma la premessa per cogliere, senza paraocchi, le sfumature dell’oggi. Ferrari individua, nel corso della storia, tre svolte, che producono altrettanti Libri: il libro manoscritto, il libro a stampa e il libro digitale. È una storia che parte con la metafora del mo- Sugli scaffali La saggistica e la narrativa saranno l’ultima barriera della carta, il baluardo del lettore forte Dal manoscritto all’ebook: la creatività degli uomini si accende sempre con i grandi cambiamenti tecnologici contabili e amministrative e dalla necessità di archiviazione: «Duole dirlo, ma la culla della nostra cultura è stata un magazzino». Il che offre la possibilità di ricordare che tutt’oggi circa metà del mercato mondiale è fatto di libri «per necessità»: repertori, elenchi matematici, depositi di informazioni, enciclopedie, leggi... Anzi, è questo il business migliore. Ferrari si guarda bene dal cadere nel tranello comune che è l’effetto metonimia, cioè la tendenza a confondere la parte per il tutto, avvertendo che il libro non si inaugura con la stampa. E poi: ovvio che non è solo il romanzo, ma una galassia testuale declinata in varie vesti e in molteplici generi e sottogeneri. E da buon filosofo della scienza qual è, si sofferma sugli aspetti tecnici: sul passaggio dal papiro alla pergamena e dalla pergamena alla carta, con i relativi aggiustamenti e gli effetti stimolanti che queste svolte e invenzioni hanno comportato. L’introduzione della scrittura alfabetica in Grecia produce una grande fioritura di «pre libri o libri che dir si voglia»: così dopo la metà del Quattrocento l’avvento della stampa (il cui segreto è essenzialmente nelle «arti del metallo») provocherà una diffusione enorme di libri; simmetricamente l’era digitale registrerà una moltiplicazione testuale, «più di post libri verrebbe da dire che di libri veri e propri». Nessuna meraviglia, insomma, la creatività degli uomini si accende sempre in coincidenza con i grandi cambiamenti tecnologici. Intanto, va detto che nel millennio che separa la tarda antichità dalla comparsa della stampa il libro da «immoto deposito di sapere» diventa «una cosa viva, vitale (...), che partecipa, si muove e interagisce con la vita degli uomini, con le loro intenzioni, con le loro passioni, con il loro modo d’esse- Ilja Efimovic Repin (1844-1930), Lev Tolstoj legge nella foresta (1893, olio su tela), Mosca, Tretyakov State Gallery ✒ saico e con la stessa immagine, curiosamente, si chiude, per ripartire: «Il libro non è un’invenzione come la macchina a vapore o il telefono, qualcosa che prima non c’era e dopo c’è (...). È piuttosto un mosaico che si compone nel tempo e in cui ogni nuova tessera non soltanto aggiunge qualcosa, ma cambia il disegno d’insieme, la figura complessiva. A partire con la prima e ineludibile tessera, che è la scrittura». Le figure degli scribi, dell’autore, del lettore, infine (attorno al 500 a.C.) del libro ne sono alcune delle tante conseguenze. L’argomentazione, stringente e insieme molto colloquiale di Ferrari, coglie da subito alcune opposizioni che percorrono i secoli per non dire i millenni, e che si ritrovano ancora intatte ai nostri giorni. Si potrebbe leggere il Libro seguendo queste polarizzazioni: testualità-libro, immagine-scrittura, fisicità o pesantezza-leggerezza, contenuto-forma, lentezza-velocità, totalità-parzialità, alto-basso, originalecopia, cultura-business... Sono binomi su cui ancora oggi si dibatte, schierandosi su un fronte o sull’altro, come paladini del Bene e del Male, ma che sono insiti da sempre nella trasmissione della cultura, sin da quando il testo non si era ancora profilato come libro («possono esistere civiltà testuali senza libri»). Il Libro è pieno di sorprese: per esempio, quando si scopre che la prima scrittura, indecifrata, che nasce con i logogrammi nella città sumera di Uruk (tra il 3259 e il 3100 a.C.), è ispirata da esigenze Le tre età del libro: il testo continua a sfidare ottimisti e apocalittici il brano Scomposto, disgregato, ibridato: la leggerezza che fa bene ❜❜ A di GIAN ARTURO FERRARI ll’inizio, per raccontare com’è nato il libro, ne abbiamo parlato come di un mosaico che si veniva componendo nel tempo, nei millenni e nei secoli. Quel mosaico si è infranto. Non nel senso che è stato o che sarà distrutto, ma nel senso che è venuta meno l’unicità del disegno che lo teneva insieme. Forzando un po’ la metafora, si potrebbe dire che il mosaico si è trasformato in un caleidoscopio dove le singole tessere si compongono e ricompongono per dar vita a nuovi disegni. Tutte le linee di forza che possiamo vedere all’opera tendono non a eliminare il libro, ma a scomporlo, disgregarlo e a riutilizzarne gli elementi in maniera non di diminuirlo, ma di potenziarlo per un verso e di renderlo meno arcigno per l’altro. Il libro è stato e ancora è la forma più complessa della testualità che mai abbiamo conosciuto. La più vasta, la più articolata, a volte — perché non riconoscerlo — la più pesante. Non è un peccato mortale né una colpa di lesa maestà cercare di dargli più agilità, più leggerezza. In un futuro, che va oltre le nostre oneste prospettive e rischia di rientrare invece nelle aborrite previsioni, è probabile che il libro si troverà a convivere con molte forme (molte delle quali informi) di testualità. Riuscirà, nel brulicare d’infiniti e minuscoli replicanti, a sopravvivere? Forte non solo della sua antica nobiltà, ma di qualcosa che solo lui riesce a dare? È molto probabile di sì. Sopravvivere sopravvivrà. Il punto è in quale posizione. Ancora centrale o marginale, messo da parte, in un angolo magari molto dignitoso, ma comunque a lato, fuori dalla corrente impetuosa delle altre testualità e delle altre infinite forme di comunicazione? Nel proliferare di ibridi che, come abbiamo avuto modo di vedere, si sono già installati alla vetta e alla base della montagna dei libri c’è una tendenza che merita di essere sottolineata. Quella di dare ai libri una dimensione performativa, di associarli, connetterli e, appunto, ibridarli con la parola parlata, con la visione, con la presenza fisica, con una forma di messa in scena, di azione. È del resto un fenomeno molto diffuso e tipico degli ultimi vent’anni, che sta alla radice dei festival di approfondimento culturale come delle trasmissioni televisive dedicate ai libri come ancora di quel culto dell’autore cui abbiamo già accennato. Sbagliano probabilmente i conservatori a vedere in questo un cedimento alla civiltà dell’immagine e il conseguente trionfo della superficialità. Più importante e tutto positivo è invece lo sforzo di dare più vita al libro, di attribuirgli una consistenza fisica e una presenza, di farlo rientrare nel mondo sensibile. © 2014 BOLLATI BORINGHIERI EDITORE, TORINO re». Oggetto che trasmette affetti, sentimenti, emozioni. Non è strano, dunque, che si carichi di valori che lo distinguono da altri oggetti di consumo, fino a cadere nelle grinfie di ardenti agiografi. Il Libro è un libro di sottili passaggi, per esempio quelli che appartengono alla seconda fase (della stampa), dove si impone, con la copiatura (in poco tempo) potenzialmente illimitata, il trasferimento del testo in un nuovo mezzo, vera e propria svolta che fa ri-nascere il libro immettendolo nella sfera degli oggetti, delle merci. E dividendo il mondo della cultura tra editi e inediti, con le conseguenze (anche psicologiche) che conosciamo. Nascono il tipografo, il libraio, soprattutto l’editore, la figura più innovativa, cui spetta il compito di scegliere, di investire e di pubblicare, regalando prestigio al «suo» autore. E si afferma quello che Ferrari chiama il «pathos della novità». Il meglio non è più nel prima, ma nel futuro: presupposto dell’editoria industriale moderna, che dirotterà l’attenzione dalla cerchia ristretta di un lettore più o meno identificabile a priori alla dimensione indifferenziata del mercato. Con lo spostamento coassiale dal valore-autore al valore-fruitore. Siamo già arrivati, facendo a piè pari brutali salti da gigante, al più recente campo di «tensioni» in cui il libro vive (sopravvive, anzi sopravviveva) in difficile equilibrio tra spinte e controspinte. Sempre di opposizioni si tratta, se si pensa al libro come creatura ibrida ispirata al contempo da una aspirazione ideale e da una urgenza economica: Dio e Mammona insieme, una specie di mostro guidato dall’imperativo di vendere l’anima a tutti i costi. Con il definitivo trionfo di Mammona, l’editore diventa l’anello debole della catena, la selezione cede alle richieste del marketing, che vorrebbe replicare all’infinito i successi, e per di più a breve termine. Una fenomenologia che ben conosciamo, ma che Ferrari illustra con occhio scientifico, non senza qualche punta amara: per esempio laddove segnala il tramonto della grande casa editrice come orchestra, il cui direttore (l’editore) detta (dettava) i tempi. «I libri hanno costituito l’impalcatura Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 IN PAGINA ✒ Le voci sottovoce dei poeti di VIVIAN LAMARQUE Le voci sottovoce dei poeti nuovi riescono a farsi udire nel rumore dell’oggi? Riescono a farsi leggere? A ottenere attenzione, giudizi, pareri? Ricordiamo le celebri cartoline postali che Andrea Zanzotto IGNACIO DIAZ DE RABAGO (1950), BIBLIOTECA DI BABELE XI (2013, INSTALLAZIONE, MADRID, CIRCULO DE BELLAS ARTES) L’autore dell’interiorità degli uomini, li hanno prima attratti e poi costretti a una mimesi che si trasformava in autocostruzione», scrive Ferrari. Che cosa ne rimarrà nel nuovo mondo digitale? L’ideologia totalizzante (totalitaria?) della rete — con la sua «utopia concreta», l’orizzontalità, l’ambizione monopolistica, la negazione della professionalità, l’abolizione del diritto d’autore, la pretesa della non-selezione — si oppone a tutto ciò che il libro ha rappresentato. Quale futuro, dunque? Niente catastrofismi. Non più libri, fisicamente riconoscibili come tali, ma «forme testuali» dai molteplici futuri. Qualche ipotesi in breve? L’editoria scientifica e professionale è già consegnata al digitale, ha realizzato la disgregazione dell’unità del In rete L’editoria scientifica è già consegnata al digitale, un mix di servizi e informazioni in aggiornamento perpetuo libro tradizionale: dunque, «non più libri ma un mix di prodotti», di servizi ad alto livello, di informazioni in aggiornamento perpetuo. È qui il grande business. Un gradino più in basso — ma con enormi prospettive di sviluppo proporzionate alle speranze di un boom dell’alfabetizzazione mondiale — c’è il cosiddetto educational (l’istruzione primaria, secondaria e universitaria), non del tutto globale ma «localizzato» nei diversi Stati: un’editoria «plurinazionale» destinata a trovare il veicolo migliore nell’ebook educativo, il vero «strumento di emancipazione dall’ignoranza». Saranno i Paesi emergenti le culle dei nativi digitali, secondo Ferrari. La varia, intesa come saggistica e fiction, sarà l’ultima barriera del libro-libro di carta, identificato come status dal passato glorioso. Ma non sempre e non per sempre: già i cosiddetti «libroidi» vivono una vita ibrida. La saggistica sperimenterà interessanti formule tra scrittura e multimedialità. Per i romanzi (di qualità) sarà l’addio più lungo: la libreria tradizionale conserva ancora il fascino della scoperta. Difficile che gli algoritmi facciano innamorare il lettore forte come gli scaffali di un bel negozio. Il mosaico si è infranto, ne nascerà un caleidoscopio, in cui quel «gesto di ottimismo e di fiducia che è in sé il libro» troverà una sua (marginale) collocazione: «Il libro è uno scambio del meglio che abbiamo e che riceviamo. Il libro è un dono». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il saggio di cui si parla in queste pagine, e da cui è tratto il brano pubblicato nella pagina accanto, Libro, di Gian Arturo Ferrari (edito da Bollati Boringhieri nella collana «I sampietrini», pagine 215, € 10), sarà in libreria dal 30 aprile, e verrà presentato al Salone internazionale del libro di Torino domenica 11 maggio, nel dibattito «I destini del libro», cui parteciperà lo stesso Ferrari in una conversazione con Stefano Mauri (alle ore 15, in Sala Blu) Gian Arturo Ferrari è nato a Gallarate (in provincia di Varese) il 4 febbraio 1944. La sua è una vita interamente dedicata all’editoria, dopo gli inizi accademici: è stato infatti docente all’Università di Pavia, e dopo gli inizi editoriali in Boringhieri, è divenuto dapprima direttore del settore libri di Rizzoli, e quindi, nel 1997, è stato nominato direttore generale della divisione libri del gruppo Mondadori, ruolo di grande influenza che ha occupato fino al 2009. Ha presieduto fino alla fine del marzo di quest’anno il «Centro per il libro e per la lettura» (Cepell), istituto autonomo del Ministero per i beni e le attività culturali, carica alla quale è stato ora nominato Romano Montroni, divenuto presidente il 1° aprile. Il ministro Dario Franceschini ha però chiesto a Gian Arturo Ferrari di restare in carica in qualità di presidente del Comitato scientifico dell’istituto Cultura 33 italia: 51575551575557 usava per rispondere a noi giovani in cerca di lumi, e le belle lettere in carta leggera di Giovanni Raboni; Antonio Porta usava il telefono, altri ricevevano nel bar sotto casa. Se, grazie a loro, si aprivano le porte delle riviste più serie il cammino del giovane poeta poteva ben iniziare. Molte di queste riviste hanno dovuto chiudere, una ha aperto: il Quadernario. Almanacco di Poesia (edizioni LietoColle, pagine 294, € 20) a cura di Maurizio Cucchi, da sempre attento a quel che si muove in versi; redattori Mary Tolusso, Alberto Pellegatta, Fabrizio Bernini; Valeria Poggi coordina il tutto. Nel primo numero, dodici poeti esordienti, dieci poeti affermati e una monografia di Maria Piccoli su Giuseppe Piccoli. Una sezione è dedicata agli stranieri: Michael Donaghy, Antonio Gamoneda, Marko Kravos, Titos Patrikios e Peter Robinson. © RIPRODUZIONE RISERVATA Romanzo Il Novecento a perdifiato ne «I lanciafiamme» di Rachel Kushner (Ponte alle Grazie) La centaura più veloce del mondo Dagli arditi ai brigatisti, il viaggio in Italia dell’americana Reno di LIVIA MANERA cheggiate davanti ai bar della mafia a Little Italy; è la promessa di aumentare la durata del piacere delle creme afrodisiache in vendita nei sex shop di Times Square; sono i quattrocento e oltre chilometri all’ora con cui Reno diventa nel 1976 la ragazza più veloce del mondo a bordo di un bolide firmato Valera. Ed è naturalmente anche il tempo dell’amore, sospeso nell’attesa, vibrante nell’incertezza, tra Reno e un artista di successo che si chiama appunto Sandro Valera, la cui azienda di famiglia — un incrocio tra Fiat, Pirelli e Guzzi — è in quel momento, in Italia, al centro di scioperi, proteste, cortei, molotov e lacrimogeni. Facendo di Reno un’eroina alla Henry James — nel senso di una ragazza ingenua e lontana da casa che si sottomette a una sorta di diseducazione sentimentale — Kushner usa il suo sguardo per darci un senso acuto del tempo presente: l’eccitazione delle moto più veloci del mondo, le traiet- C ome si scrive oggi un romanzo sul Tempo, sul Tempo e sul suo corollario, la Velocità? La risposta della giovane scrittrice americana che avevamo scoperto sei anni fa con il notevole Telex da Cuba, è un libro spiazzante. Nel nuovo romanzo I lanciafiamme, che Ponte alle Grazie pubblica nella bella e non facile traduzione di Stefano Valenti, Rachel Kushner risponde inanellando a perdifiato storie che vanno dalle esperienze degli arditi con i loro micidiali lanciafiamme all’epoca di d’Annunzio alle corse delle motociclette sulle montagne di sale dello Utah, alla nascita della Land Art nell’America degli anni Sessanta, al radicalismo artistico della New York degli anni Settanta, a quello politico dei nostri anni di piombo, alla foto del cadavere di Mara Cagol che, pochi mesi dopo la sua uccisione in uno scontro a fuoco con la polizia, diventa un’opera d’arte esposta in una galleria di New York. Di fronte a un romanzo ambizioso come I lanciafiamme, il primo istinto è quello di chiedersi: ma cosa ne sa una ragazza americana come Kushner della malinconia e della rabbia degli anni Settanta in Italia, quando, mentre Moro giaceva morto nel cofano di un’automobile, lei era una bambina dai capelli rossi che scorazzava per i campi dell’Oregon? La risposta è che Kushner non solo sa: ne sa abbastanza per ambientare una parte del romanzo in luoghi chiave come le fabbriche del Nord in ebollizione, lo storico «covo» di via dei Volsci a Roma o, in un flashback che ci riporta agli anni Trenta, il bar Aragno di via del Corso dove i ricchi figli della borghesia fascista progettavano motori e i loro amici artisti ne trasformavano il rombo in poesie inaudite. Kushner intuisce anche, però, che per lasciare il segno deve trasformare quei fatti in storie: storie vere, storie inventate, storie iperboliche, storie documentate, storie irresistibili che formano la strada su cui il suo libro corre a tutta velocità attraversando con una prosa sensibile alla sensualità e alla bellezza, settant’anni di radicalismo politico e artistico, dalla Prima guerra mondiale al Minimalismo alle fughe dei brigatisti sugli sci attraverso le nevi del Monte Bianco. Miti contemporanei Il libro mette in scena il Tempo e il suo corollario indispensabile, la Velocità, attraverso bolidi italiani Futurismo Gerardo Dottori (1884-1977), Motociclista (1914, olio su tela, particolare, collezione privata) Il collettore di tutte queste storie è una bionda di 23 anni che si chiama Reno e viene dal Nevada, la quale vende la sua moto Valera di fabbricazione italiana per trasferirsi a New York a fare l’artista. Siamo alla metà degli anni Settanta: il cuore di gran parte del romanzo. Gli artisti vivono in loft sgangherati e romantici intorno alla Bowery, le gallerie hanno cominciato a colonizzare West Broadway, e tutti i gesti e le parole nell’ambiente dell’arte devono essere radicali: l’artista che vende un’opera a un collezionista corre a comprarsi cento paia di jeans e cinquecento magliette e giura che non farà mai più un bucato; la giovane donna che non ha un’idea migliore si prende a pugni in faccia in un bar affollato, dando luogo a una performance masochista; le ragazze di buona famiglia estromesse dalla Factory di Warhol tornano da mamma e papà a Park Avenue e si buttano dal tetto. Qui il Tempo è quello registrato dai sensi di Reno: è l’attesa degli autisti delle limousine par- torie degli artisti lanciati nel mercato, l’ascesa e il declino delle fortune, la rapidità con cui gli amori nascono e si schiantano. Scartata per un’altra ragazza da Sandro Valera durante il viaggio in Italia che avrebbe dovuto essere il suo Grand Tour, Reno scappa in lacrime a Roma, dove si lascia coinvolgere in azioni clandestine che condurranno al rapimento e all’uccisione del capo della Valera. Ma è un finale ambiguo ad attendere il lettore alla fine di queste cinquecento pagine che si leggono d’un fiato: un finale coerente con il clima di sospensione di un romanzo che s’interroga sul soggetto dell’autenticità, su cosa sia l’arte, sull’estetica della ricchezza, sul pragmatismo della povertà e sulla funzione fondamentale che il Tempo occupa nelle nostre transitorie vite. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro «I lanciafiamme» di Rachel Kushner, edito da Ponte alle Grazie, pagine 566, 18,60 Il progetto Oggi nel carcere romano di Rebibbia parte il progetto «CO2» Il laboratorio di Franco Mussida: la musica non è solo suono, è vita di ROBERTA SCORRANESE C i sono luoghi dove i sensi rischiano di congelarsi. Laghi ghiacciati di parole (non dette). Sono le carceri, frigoriferi delle emozioni. Proprio in questi luoghi dove le atrofie sentimentali sono una minaccia costante, Franco Mussida ha scelto di portare la Musica. «Con la M maiuscola, mi raccomando, perché qui parliamo di una concezione più profonda dell’ascolto — racconta il musicista-scultore, che spiega: — L’idea è venuta a me e a Gino Paoli anni fa, quando ci siamo detti: perché in carcere ci sono le biblioteche e non le audioteche?». Ecco allora il progetto CO2 (nome mutuato da uno degli elementi indispensabili per respirare): laboratori musicali in quattro istituti di pena italiani, Monza, Opera, Rebibbia femminile e Secondigliano. Oggi a Rebibbia l’avvio ufficiale di questa sperimentazione (nella foto), con l’intervento dello stesso musicista, di Gino Paoli e Gaetano Blandini, presidente e direttore generale della Siae (istituzione che ha promosso il progetto, insieme al ministero di Grazia e giustizia e a Luigi Pa- gano, vicecapo vicario del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria). Respirare, si diceva. Anche quando a volte il presente soffoca. «Le audioteche — spiega Mussida — funzioneranno come laboratori con duplice scopo: da una parte far conoscere ai detenuti la Musica, ovvero quel potere capace di far emergere gli stati d’animo. E dall’altra, analizzare proprio il loro sentire, andare a fondo». Come? Prendendo le mosse dall’interessante libro che Mussida ha pubblicato per Skira, La musica ignorata. In particolare, nell’ultima parte, l’artista ha analizzato Il racconto della prin- cipessa indiana, un raga (antica struttura musicale dell’India) di quasi duemila anni fa. Da questo ascolto (lui parla di «osservazione della Musica») si risale a un moto dell’animo, a una condizione emozionale. «Per tre anni, ogni giorno ciascuno di loro avrà accesso a una speciale audioteca — dice Mussida — divisa non solo per generi musicali, ma per grandi stati d’animo. I detenuti potranno accedervi direttamente selezionando lo stato d’animo che vivono in quel momento o quello che desiderano evocare, scegliendo il genere che desiderano: dalla classica al rock passando per il jazz. Il resto lo farà la Musica». Accanto, la compilazione di uno speciale questionario, che lega i brani a nove stati d’animo, dalla gioia all’inquietudine. I suoni si associano così a modi di sentire personali. Già, la «Musica creatrice», chiamata a rivestire un ruolo che va oltre l’intrattenimento. In fondo, il lavoro che ha impegnato Mussida negli ultimi anni (con le sue ormai famose «stazioni d’ascolto»). La speranza? «Che il progetto possa allargarsi. E aiutare sempre più persone». © RIPRODUZIONE RISERVATA ROBERTO FINZI L’ONESTO PORCO STORIA DI UNA DIFFAMAZIONE 11€ 00 , 2 EDIZIONI “Come ogni diffamazione, pure quella del porco – ci dice questo amabile, lieve e profondo libro – è una menzogna, un’ingiustizia.” Dall’introduzione di C l a udi o M a g ri s IN LIBRERIA E IN EBOOK 34 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile LE ISTITUZIONI E GLI EUROSCETTICI ✒ Beh, sì, capita. Che non si sappia di tradimenti coniugali di cui tutti parlano. Che si abbia bisogno di credere a una verità particolare, opposta a quella che è agli occhi del mondo. Che si tenga alto un ideale a cui affidarsi, e che lo si faccia contro ogni evidenza, perché non si può pensare di essersi sbagliate. Forse lo si fa per un amore così totale e assoluto che tutto può «perdonare» (personalmente avrei molto da ridire sul «perdono» come qualità, ma non è questo il caso) ma forse c’è al fondo un amore di sé che non tollera l’inganno da parte dell’altro. In fondo Donna Elvira sa eppure non sa, è disposta a ricredersi quando si ritrova a confrontarsi con la tragica banalità della serialità di Don Giovanni: «Ah ti ritrovo alfin perfido mostro», eppure di fronte al catalogo delle belle amate dal padrone è più forte la speranza di essere l’unica. Capita a donne belle, intelligenti, persone che non rientrano nella categoria sdolcinata di una soap opera; forse il bisogno di Donna Elvira alberga al fondo della dipendenza femminile da un uomo che appare forte e dominatore, potente socialmente, e quindi sessualmente. Le «altre» fanno eventualmente parte di un giro di rivali precedenti. Come si può pensare non solo di essersi sbagliate, ma anche di essere state travolte dal ridicolo e dal tragico che tutta la vicenda ha comportato? Il bisogno di Anne Sinclair di credere al marito, di essere come dice lei stessa «al di sopra dei pettegolezzi», di non abbassarsi alle chiacchiere che comunque circondavano la figura di lui, ha in sé qualcosa di profondo che rimanda a una passione d’amore, forse, che vela lo sguardo, che cambia la visione. Sono gli altri a sbagliare, a imbrogliare, a voltare le carte, a inventare complotti. Ed è la serietà e bellezza di lei ad avere fatto vacillare a tratti l’accusa contro il marito; lei era con lui, nel tempo in cui la giustizia americana procedeva a costruire il processo. Ma è proprio la psicologia di Don Giovanni, di cui Dominique Strauss Kahn è un esemplare interessante, a non potersi sottrarre alla sfida onnipotente tra sessualità, potere, angoscia di morte. Come può una donna che non ha visto in faccia il narcisismo radicale di lui all’improvviso prendere coscienza della tela di inganni in cui è finita? Capita. A lei, come a molte altre donne, disposte a non vedere, per salvare forse un oggetto d’amore, ma forse ancora più a fondo per proteggere se stesse dalla catastrofe dell’ideale. Lella Ravasi © RIPRODUZIONE RISERVATA TROPPI LUOGHI COMUNI SUI SINGLE SONO ANCHE PENSIONATI E SEPARATI ✒ Matteo Renzi ha già individuato il prossimo obiettivo da colpire in nome di una maggiore «giustizia sociale». Lo ha annunciato in un’intervista rilasciata all’indomani dell’approvazione del decreto che ha introdotto un bonus per i lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito tra gli 8 mila e i 26 mila euro. «Negli 80 euro che noi daremo da maggio — ha osservato —, c’è un elemento di debolezza. Ottanta euro dati ad un single hanno un impatto diverso rispetto ad un padre di famiglia monoreddito con 4 figli. Dobbiamo porci questo problema». Sono d’accordo: bisogna porsi il problema di capire di chi stiamo parlando. Ma il single che ha in mente il premier, e che si macchia della colpa di essere trattato meglio di un padre di famiglia, non è meglio individuato. È un single e basta. E per il semplice fatto di esserlo è un gaudente, uno che sta meglio di un padre di quattro figli. Eppure basterebbe leggere non dico un trattato di sociologia ma gli ultimi dati dell’Istat per capire che c’è single e single. Ad esempio sono single anche quei 295 mila che, secondo l’istituto di statistica, non hanno avuto alcun reddito da lavoro nel 2013. Si tratta di circa un quarto del totale. E sono considerati single a tutti gli effetti anche i 184 mila genitori separati con figli che si sono ritrovati senza un reddito. L’Istat osserva che in genere, per sopravvivere, queste persone prive di risorse fanno affidamento sulle pensioni di qualcuno dei membri del nucleo familiare. Che nel caso dei single però possono essere solo i genitori. Qualcuno dovrebbe ricordare che sono single, ma non vanno certamente in giro a farsi degli aperitivi, i tanti anziani rimasti soli che vivono della loro pensione. E sappiamo bene che in Italia il 91,3% dei pensionati prende meno di 2.500 euro al mese. Cosa vogliamo dire? Che nella prossima campagna sarebbe più giusto considerare le persone in base al reddito (magari quello effettivo, che non sempre è quello dichiarato) e non in base al solo status civile. Se invece l’obiettivo è perseguire i gaudenti, tanto vale mettere una tassa sugli aperitivi. E godersi l’effetto che fa. SEGUE DALLA PRIMA di FRANCO VENTURINI SEGUE DALLA PRIMA Di questo infatti si tratta, e di questo si tratterà anche se il verdetto elettorale dovesse alla fine risultare meno minaccioso di quanto anticipato sin qui (gli ultimi sondaggi, tutti da verificare, attribuiscono un piccolissimo vantaggio ai Popolari sui Socialisti, e collocano a grande distanza populisti ed euroscettici che potrebbero formare un loro gruppo soltanto con accordi di alleanza). Ma sarebbe egualmente il totale dei voti di protesta anti-europeista e anti-euro a suonare l’allarme, sarebbe l’avanzata dei partiti eurofobi in molti Paesi della Ue a modificare gli equilibri tracciando una potenziale rotta di collisione tra europeismo e democrazia elettorale, sarebbe insomma un lacerante grido di dolore strumentalizzato da settori politici non più trascurabili a porre l’Europa davanti a una scelta determinante: fingere il successo e non far nulla annunciando così il proprio definitivo declino, oppure reagire, rispondere nel limite del possibile all’inquietudine dei suoi popoli, promuovere con energia la crescita e l’occupazione anche a costo di strappare quelle marginali «flessibilità» che a Berlino e ad altri non piacciono, imparare (e sarebbe sempre troppo tardi) a comunicare anche oltre le élite, ricordare a chi li ha dimenticati i motivi profondi che sono all’origine del processo europeista, contraddire argomenti alla mano (il che richiede una maggiore preparazione delle classi dirigenti) la propaganda degli «anti» e di chi li usa , vegliare sulla trasparenza e sul funzionamento delle istituzioni comuni. E tra le istituzioni che dopo le elezioni dovranno (o dovrebbero) lanciare un concreto segnale di cambiamento ci sono proprio il Parlamento e la Commissione. Il Parlamento in questi ultimi anni ha sfruttato, anche se in parte, i nuovi poteri di intervento che gli sono stati attribuiti dal Trattato di Lisbona. Ma ad inseguire la sua reputazione c’è il ricordo di candidature espresse dalle convenienze consociative della politica interna, ci sono i guadagni eccessivi per i parlamentari (soprattutto italiani), c’è la scarsa frequentazione talvolta proprio da parte dei maggiormente privilegiati, capaci di calcolare quale minima attività garantisce la concessione piena dei compensi. Di tali comportamenti, che si sono peraltro andati riducendo, sono responsabili gli individui, non certo l’Europa. Ma l’Europa può modificare le regole, renderle più stringenti, e se possibile farlo sapere ai popoli indignati e talvolta ignoranti in senso tecnico, perché non informati. La futura presidenza della Commissione (anch’essa sarà rinnovata, durante il semestre di presidenza italiana) è un esempio perfetto delle opportunità e dei pericoli che l’Europa dovrà affrontare nei prossimi mesi. Il Trattato di Lisbona dice che a designare il successore di Barroso saranno i governi, «tenendo conto» del verdetto elettorale del 25 maggio. Una grande novità in termini di democrazia diretta? Forse sì e forse no. Perché sul prescelto verrà sì chiamato a pronunciarsi il nuovo Parlamento, ma senza potere di veto. E sarà sempre il Consiglio, quello dei capi di governo, a decidere. Qualora il designato coincida con la formazione vincitrice delle elezioni del 25 maggio (per esempio prima vincono i popolari e poi viene scelto il loro candidato Juncker) , si potrà esaltare l’applicazione del Trattato di Lisbona. Ma si dirà una mezza bugia, perché se il 25 maggio vincessero i socialisti ben difficilmente il loro candidato Schultz otterrebbe il fuoco verde di Angela Merkel e diventerebbe presidente della Commissione. Ci sono troppi interessi nazionali e c’è troppo poco coraggio, nell’Europa che oggi deve finire di fronteggiare la crisi della sua moneta unica. Il punto d’arrivo dell’Europa federale resta valido e risolverebbe non pochi problemi che si dimostrano ben ardui da superare. Ma questo non è tempo di progetti lontani. L’Europa è intergovernativa e tale resterà nel tempo prevedibile, anche se elementi come il controllo centralizzato dei bilanci o l’unione bancaria (da completare) rappresentano tasselli di un federalismo per ora non confessabile. Il tempo è invece quello della ripresa economica e del sollievo sociale che deve accompagnarla, e non esiste un unico «modello» per perseguire ovunque questi obbiettivi. Se l’Europa ripartisse da questa constatazione il suo sarebbe un enorme passo avanti. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA RIFORMA COSTITUZIONALE Tre mosse per uscire dalla palude di MARIA ELENA BOSCHI Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA LE BANCHE TRA STATI UNITI ED EUROPA UNA LEZIONE ALLO SPORTELLO L’aspetto centrale della nuova legge — approvata una settimana fa dal Parlamento europeo, forse la prima volta che l’assemblea di Strasburgo discute e vara una legge davvero rilevante — è lo spostamento delle decisioni dai governi e dalle banche centrali dei singoli Paesi alla Bce — che diviene responsabile della vigilanza sulle 130 maggiori banche europee — e ad una nuova istituzione, il Fondo per la risoluzione delle crisi bancarie, che verrà progressivamente alimentato da contributi delle banche. La nuova legge sposta le decisioni al livello sovranazionale stabilendo che spetti alla Banca centrale europea decidere se un istituto si trovi nelle condizioni critiche previste per l’avvio delle procedure di risoluzione. La possibilità che interessi nazionali blocchino, attraverso il Consiglio europeo, le decisioni della Bce è limitata in quanto il Consiglio può intervenire solo se richiesto dalla Commissione europea — che per farlo dovrebbe opporsi a una decisione della Bce, evento assai improbabile. È quindi Francoforte che deciderà di quanto nuovo capitale una banca ha bisogno, e in che misura vecchi azionisti e creditori Strasburgo, credibilità da riconquistare La verità di un voto che andrà letto bene CHIARA DATTOLA ANNE SINCLAIR COME DONNA ELVIRA LA SINDROME CHE NASCONDE GLI INGANNI (esclusi i clienti i cui depositi sono garantiti fino a 100 mila euro) debbano partecipare accettando delle perdite. Non era mai accaduto che gli azionisti e i creditori di una banca potessero essere chiamati a subire le conseguenze di una cattiva gestione. Finora grazie ai loro appoggi politici si erano sempre salvati. La crisi finanziaria del 2008-2009 aveva reso palesi le tante manchevolezze insite in un’imperfetta costruzione della moneta unica, e più in generale dell’Unione Europea. Finalmente si sta riparando a uno dei guasti iniziali, anche se con notevole ritardo. Un’unione monetaria è fragile senza un’unione bancaria cosi come un mercato unico è impossibile senza un controllo europeo sulla concorrenza, una funzione che l’Europa assolve bene. Anche per quanto riguarda la finanza pubblica l’Europa e il suo Parlamento diventeranno sempre piu centrali. Ecco perché le prossime elezioni europee sono importanti e gli elettori dovranno scegliere persone oneste e preparate. Fino ad ora il Parlamento europeo ha fatto ben poco. Ora le cose potrebbero cambiare. Alberto Alesina Francesco Giavazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA C aro direttore, il suo colloquio con il Presidente della Repubblica mi ha colpita come cittadina. La gratitudine verso il Capo dello Stato non è più sufficiente: occorre realizzare le riforme di cui si parla da anni. Come ministro, allora, provo a fare un rapido punto della situazione sulla riforma costituzionale proposta dal Governo. Senza trascurare che nel frattempo la legge elettorale ha passato la prima lettura della Camera e il 25 maggio non voteremo più per le Province grazie alla Legge Delrio. Possiamo dividere il testo attualmente all’esame del Senato in tre capitoli. Cominciamo dalle cose che tutti giudicano giuste e facili — che però nessuno ha mai fatto — e cioè dall’abolizione del Cnel. Questa scelta si inserisce peraltro di un più vasto programma di semplificazione del quadro politico e di riduzione dei costi del potere: l’anticasta non può diventare un’ideologia, ma mi sembrano primi passi fondamentali la drastica diminuzione delle spese per auto blu, la riduzione delle metrature degli uffici pubblici, il tetto agli stipendi dei dirigenti che lavorano con l’amministrazione. Il secondo. Prendiamo atto del fallimento della riforma del Titolo V (approvata nell’ottobre 2001, ndr) e chiariamo le responsabilità tra Regioni e Stato. Quante aziende hanno evitato di investire in Italia per la mancanza di chiarezza nelle competenze tra Roma e i territori? È normale una legislazione costituzionale in cui il conflitto istituzionale è permanente? No. La stragrande maggioranza delle forze politiche è d’accordo sulla propo- sta di un nuovo Titolo V come avanzata dal Governo. Mi permetterà di dire che questo è un passo in avanti significativo, agevolato dall’ottimo lavoro della Commissione dei 35. Abbiamo aggiunto un elemento di moralità nelle retribuzioni e nei rimborsi dei consiglieri regionali, atteso non solo dall’opinione pubblica. Il terzo è il Senato. Una maggioranza ampia concorda sul superamento del bicameralismo perfetto: il Senato non potrà più dare la fiducia, né votare il bilancio. Tutti condividono — almeno a parole — la necessità di ridurre il numero dei parlamentari. E una maggioranza schiacciante ha dato la disponibilità a individuare nel Senato un luogo alto di confronto sulle relazioni con l’Europa e con i territori, incentrando la composizione dell’Aula su rappresentanti di Regioni e Comuni, integrati da personalità individuate dal Presidente della Repubblica, senza alcuna indennità. Su questo punto — e solo su questo — si è aperta un dura polemica. Che naturalmente non sottovaluto, né circoscrivo, ma che colpisce solo una parte di un complesso testo di riforma costituzionale. Si può e si deve ancora discutere, naturalmente. Abbiamo dato la disponibilità ad individuare un parametro perché le Regioni si sentano più correttamente rappresentate, secondo il principio per cui la Lombardia non può avere gli stessi senatori del Molise. Qualcuno ha chiesto di ridurre il numero dei componenti designati dal Presidente della Repubblica. In questo scenario insistere per l’elezione diretta di una piccola parte dei Senatori assume le caratteristiche più di un tentativo di bloccare la riforma che non l’affermazione di un valore imprescindibile. Il fatto che la proposta venga da parte della minoranza interna del Pd è poi particolarmente stupefacente, essendo proprio la minoranza Pd quella che ha chiesto e ottenuto alla Camera di eliminare dall’Italicum ogni riferimento alla legge elettorale del Senato proprio in forza dell’assunto per il quale il Senato non sarebbe mai stato elettivo. Anche per questo il Pd ha proposto una posizione che è in linea con le tesi dell’Ulivo del 1996, con le tesi del Governo Prodi nel 2006, con le proposte di Renzi alle primarie del 2013: possiamo essere accusati di tutto, ma su questo punto non abbiamo cambiato idea noi. Un ultimo passaggio, infine, sul metodo. Abbiamo scelto una strada non convenzionale. E lo stiamo facendo come Governo su tutti i provvedimenti più importanti. Quando abbiamo pronto un testo lo presentiamo in bozza e per venti giorni lo proponiamo alla discussione. Non abbiamo paura delle idee e per queste le apriamo al dibattito di tutti. Una sola cosa ci sta a cuore: discutere con tutti, ma poi decidere. Da anni l’Italia è ferma nella palude. Il dibattito è bello, dà stimoli, arricchisce: ma poi la politica ha il compito di decidere, altrimenti è mera accademia. Sulle riforme costituzionali siamo veramente a un passo da un risultato storico. Fare questo ultimo miglio è fondamentale anche per dare una risposta al gesto di generosità del Presidente Napolitano. Ministro per le Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 35 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere GIORNALISMO INGLESE E ITALIANO DUE STORIE ALQUANTO DIVERSE Risponde Sergio Romano Rileggendo L’inviato speciale di Evelyn Waugh mi è tornato in mente Il deserto dei tartari di Dino Buzzati. Waugh prende in giro il giornalismo inglese, sempre alla ricerca dello scoop. A Buzzati, invece, le lunghe attese in redazione per il fatto di cronaca sul quale cimentarsi in un articolo gli hanno suggerito l’esperienza di Giovanni Drogo, ossessionato da un nemico che non arriva. Entrambi i romanzi prendono spunto da due tradizioni giornalistiche: pericolosamente anticonformista quella inglese, stancamente conformista quella italiana. So che il fatto è alla base del buon giornalismo, ma se dovessi scegliere preferisco in fondo la prima delle due tradizioni. E lei? Piero Heinze, Bruxelles COMMISSIONE EUROPEA Fiscal compact Perché non si parla della tegola che sta per cadere sulle nostre teste ovvero del patto scellerato chiamato fiscal compact che il parlamento ha votato (con pochissime eccezioni) all’epoca del governo Monti? Sembra che la Commissione europea, dopo le elezioni europee ovviamente, per dare una formale attuazione al fiscal compact, si prepari ad attuare un provvedimento che preveda un prelievo forzoso del gettito fiscale per un importo pari a un ventesimo del debito pubblico, prelievo da attuarsi in via diretta tagliando fuori le autorità degli Stati membri. Per l’Italia un prelievo forzoso di 55 miliardi di euro l’anno per 20 anni, ovvero 1.000 euro a persona compresi vecchi e bambini... Maria Morrone avv.mariamorrone@ tiscali.it Il quadro è molto meno fosco. La regola del fiscal compact entra in vigore tre anni dopo l’uscita dalla procedura Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Caro Heinze, uzzati scrisse il Deserto dei tartari in epoca fascista, alla fine degli anni Trenta (il libro apparve nel 1940), quando occorreva spesso attendere, prima di dare una notizia, la famigerata «velina» del ministero della Cultura popolare. Il confronto con il giornalismo inglese degli anni Trenta sarebbe quindi improprio. Ma le differenze tra i due giornalismi esistono e sono soprattutto storiche. Il giornalismo inglese nacque nel Settecento, dopo la Gloriosa rivoluzione del 1688, in un clima di straordinaria effervescenza intellettuale e sociale. I primi giornalisti sono saggisti e polemisti che cercano la baruffa e vanno a caccia di lettori con analisi, commenti, attacchi e denunce. La B di deficit eccessivo, vale a dire, per quanto concerne l’Italia, nel 2016. Al momento dell’applicazione, tuttavia, la Commissione dovrà tenere conto di una serie di attenuanti fra cui il numero e la qualità delle riforme che saranno state adottate dal Paese indebitato. La riduzione del debito è un nostro interesse, le riforme anche. Credo che questi interessi prevalgano su ogni altra considerazione. rivoluzione industriale e le guerre napoleoniche creano una nuova borghesia, allargano la platea dei lettori, favoriscono la nascita dei primi giornali moderni. Verso la metà dell’Ottocento, all’epoca della Guerra di Crimea, il Times di Londra stampava ogni giorno circa 40.000 copie. La crescita dell’Impero britannico suscita maggiore interesse per le notizie internazionali. La scoperta del telegrafo accorcia enormemente i tempi di trasmissione di una notizia. L’agenzia Reuter fu fondata da un immigrato tedesco, ma sarebbe potuta nascere soltanto in Gran Bretagna. Da quel momento il alcuni milioni di disperati ogni giorno ossessionati da come arrivare, non a fine mese, ma a fine serata. Se si vuole che ripartano i consumi bisogna aiutare coloro che hanno difficoltà a sopravvivere. Antonio Montoro, Biella QUEGLI 80 EURO IN PIÙ / 1 QUEGLI 80 EURO IN PIÙ / 2 Chi ne ha bisogno Bonus o malus? Sono convinto che chi ha un lavoro avrebbe rinunciato volentieri agli 80 euro a favore dei pensionati, cassintegrati, disoccupati e licenziati in mobilità. In Italia vi sono Solo i lavoratori dipendenti riceverebbero il decantato bonus di 80 euro. Gli ex lavoratori, cioè quelli ora pensionati, sono stati dimenticati dal governo. Il La tua opinione su sonar.corriere.it Il ministro Padoan: il bonus deve restare, così le famiglie torneranno a spendere. Siete d’accordo? giornalismo inglese può essere aggressivo, polemico e scandalistico, ma anche pacato, informato e affidabile. In Italia, nel Settecento e sino alla metà dell’Ottocento, il giornalismo deve fare i conti con regimi illiberali e autoritari. I moti del 1848 cambiano la scena politica e favoriscono lo sviluppo della stampa. Ma i giornali italiani nati da allora hanno quasi sempre una matrice politica o ideologica. Qualche uomo politico diventa giornalista per meglio raggiungere i suoi obiettivi. È il caso di Cavour, fondatore del Risorgimento, di Mazzini, fondatore dell’Italia del popolo, di Mussolini, direttore dell’Avanti! e fondatore del Popolo d’Italia. Nel panorama democratico occidentale, l’Italia è ancora, probabilmente, uno dei Paesi con il più alto numero di testate che fanno capo a un partito, a un movimento, a una confessione religiosa, a un’associazione d’interessi. Questo stato di cose tende a creare un giornalismo conformista e reticente, se non addirittura schierato. I giornali che possono essere considerati tali (non faccio i nomi perché sarei in conflitto d’interessi) non sono molti. Quanto alla ricerca della notizia, caro Heinze, suppongo che lei si riferisca al giornalismo investigativo. Conosciamo le sue virtù e i suoi trionfi, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Ma conosciamo anche i suoi vizi e le sue intemperanze. Dopo gli scandali di News of the World mi chiedo se non vi siano casi in cui sarebbe meglio aspettare la notizia piuttosto che cercare impazientemente di crearla. governo si è ricordato, invece, di loro con l’aumento della trattenuta dal 20% al 26% sui conti correnti che i pensionati sono stati obbligati ad aprire per ricevere la pensione. Grazie, Renzi: riceveranno soltanto un malus! i confini di regioni e Stati, il ministero dell’Istruzione ha deciso di assegnare l’insegnamento della geografia negli istituti tecnici e professionali anche a chi ha titoli per insegnare scienze e materie letterarie. Ciò in barba a coloro i quali sono in linea con il rigoroso curriculum per l’insegnamento della disciplina. Ora vedremo se i docenti di geografia, per compensazione, potranno insegnare scienze e lettere... Mario De Florio, Caserta ISTITUTI TECNICI Docenti di geografia La scuola viene presa a calci, ancora una volta. In un’epoca in cui le conoscenze geografiche appaiono sempre più basilari per la formazione degli studenti come cittadini, per l’interpretazione di un mondo sempre più globalizzato in cui i fenomeni sociali, culturali ed economici scavalcano sistematicamente SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Sono partiti i controlli dello spesometro. Serviranno a combattere l’evasione fiscale? 62 No 38 © RIPRODUZIONE RISERVATA Sergio Mantovani, Cremona I PROMESSI SPOSI La lettura su Radio 3 Rai Un plauso a Radio 3 Rai che ha iniziato a trasmettere ogni giorno, alle 17, la lettura «integrale» de I promessi sposi. Peccato che già alla seconda puntata il lettore — il peraltro ottimo Fabrizio Gifuni — abbia saltato il finale del I capitolo, cioè l’ultimo capoverso. Ma la lettura non doveva essere «integrale»? Bruno Pellegrino Bresso (Mi) Interventi & Repliche Medici: ricette e sprechi Un lettore si è lamentato perché l’Inps di Trento non avrebbe accolto in tempi rapidi la sua richiesta di cambiamento della banca per l’accredito della pensione (Corriere, 17 aprile). Egli aveva presentato la richiesta il 17 settembre 2013 e la sede Inps ha provveduto: dal novembre 2013 la pensione è stata accredita presso la banca richiesta. Allo stato delle cose, dunque, è difficile comprendere quale sia il problema del lettore. L’Ufficio Relazioni con il Pubblico-Urp (tel. 0461.886.527) dell’Inps di Trento è a disposizione per tutti i chiarimenti necessari. Il governo ha chiesto di segnalare gli sprechi ed eccone uno. Sono un medico di medicina generale e scrivo mensilmente circa 2.000 ricette di cui 1.500 con prescrizioni di farmaci. Dal 1° gennaio 2005, le ricette Asl sono su fogli formato A5 con la banda per la lettura ottica. Nonostante ognuna riporti 5 righe per le prescrizioni, la norma vigente (quella preesistente alla lettura ottica) prevede che al massimo si prescrivano 2 confezioni di farmaci (eccezionalmente 3, se il paziente è esente per patologia). Anche nelle prescrizioni non farmaceutiche vi sono restrizioni: per esempio, per 8 sedute di laserterapia al ginocchio destro e 8 al sinistro, bisogna fare 2 ricette. Raddoppiando le possibilità prescrittive su ogni ricetta, un medico come me scriverebbe 500 ricette in meno ogni mese. La restrizione comporta uno spreco sia per le Asl, sia per noi e la modifica non costerebbe nulla. Giorgio Papetti [email protected] CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli La lettera «Nomine femminili» (Corriere, 20 aprile) sostiene che le donne devono avere uguale numero dei posti di comando degli uomini. Le donne sono in numero inferiore agli uomini nei posti di lavoro e quindi potrebbero salire nei AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Alessandro Bompieri Tuttifrutti di Gian Antonio Stella Giordano Bruno o Lior L’importanza del nome S e avesse letto di quella bambina milanese di sette mesi che non ha ancora un nome perché l’anagrafe non accetta quello deciso dal papà e dalla mamma, Gaetano Salvemini avrebbe scrollato la testa ridacchiando. E gli sarebbe tornata in mente una storia che raccontò un secolo fa: «Io sono debitore ad una signora italiana, dimorante oggi in Boston (Massachusetts), di un aneddoto che non ho il coraggio di risparmiare al lettore. Suo padre, un romano, andò in chiesa per far battezzare un neonato. Il parroco gli domandò che nome volesse dare a suo figlio. La risposta fu: «Giordano Bruno». «Giordano Bruno? Impossibile! È il nome di un eretico, di un frate sfratato che fu condannato a morte dal Santo Uffizio!» «Io sono il padre; ho il diritto di dare il nome a mio figlio, e voglio chiamarlo Giordano Bruno. Se non vuoi chiamarlo così, me lo porto a casa senza battesimo». Il parroco non poteva lasciare il bambino senza battesimo, e non poteva dargli un nome di quel genere. Ebbe un lampo di genio: «Vediamo un po’: cerchiamo di accomodarla. Invece di battezzarlo col nome di Giordano Bruno, lo chiamerò Bruno Giordano». Fa’ come vuoi. Tu lo chiami Bruno Giordano qui, e io lo chiamerò Giordano Bruno a casa». I nomi un po’ «eccentrici» rispetto, a quelli più usati, in realtà, sono occasione di risse, polemiche politiche e cause giudiziarie da molto prima che quei due genitori milanesi di religione ebraica si ribellassero («siamo disposti ad arrivare anche in Cassazione») al rifiuto dell’anagrafe milanese di chiamare la loro figlia Lior (in ebraico significa «Mia Luce») perIl fascismo ché non è chiaro se si tratti di un cambiava nome maschile o femminile. Cond’ufficio i nomi fusione in qualche modo esistente nel mondo ebraico se è vero sgraditi: Soviet anche che portano quel nome, oltre a molte donne, anche un cestista diventava Mario (Lior Eliyahu), un calciatore (Lior Refaelov) e un cantante, Lior Attar. Nel libro Il nome e la storia, Stefano Pivato racconta che, in base alla legge dell’8 marzo 1928 («norme per disciplinare la imposizione dei nomi nelle denunce delle nascite») e al regio decreto del 9 luglio 1939, regole che dettano in larga parte anche i comportamenti degli uffici attuali, la burocrazia fascista cambiò migliaia di nomi: 889 soltanto all’anagrafe dei 54 comuni oggetto dell’analisi dello storico. Alfreda Comunarda diventò Alfreda Maria, Anarchia diventò Concetta, Anarchico Gallo Settimio diventò Settimio, Atea diventò Alda, Libera diventò Loriana, Ribella diventò Bice, Scioperina diventò Pierina e Troschi (che doveva il nome a un papà ammiratore di Lev Trotzkji) diventò Gino. Indimenticabile la varietà di nomi imposti a tutti quelli che si chiamavano Soviet, anagraficamente ribattezzati, così, a capriccio, Ernesto o Ferruccio, Mario o Crescentino... Quanto alle «Sovietta», diventarono Bruna o Maria. Una inaccettabile e barbarica intromissione nella vita personale delle famiglie, sia chiaro. Degna di un regime come quello fascista. Resta tuttavia una curiosità: come era venuto in mente, a quel signore di Cagli, in provincia di Pesaro, di chiamare suo figlio «Soviet Russo Internazionale» e a quell’altro di Sant’Agata sul Santerno di chiamarlo Primomaggio? ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 12,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONDIRETTORE E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Vincino Richiesta all’Inps subito accordata Marco Zanotelli, direttore regionale Inps per il Trentino Alto Adige @ Conte abbraccia Asamoah Nella didascalia della foto pubblicata ieri a pagina 41 Antonio Conte abbraccia Asamoah e non Pogba. Ci scusiamo. EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Como € 1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. Corsera + IoDon- na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013 La tiratura di martedì 22 aprile è stata di 392.484 copie € 2,00; Hong Kong HK$ 45; Thailandia THB 190; Turchia TL 6,5; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 600; U.S.A. USD 4,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. 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Romanzi, novelle e teatro” € 9,30; con “English da Zero” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 36 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 37 italia: 51575551575557 ❜❜ Spettacoli Dimenticava le offese Mi mancano tanto i suoi abbracci e i suoi scherzi L’intervista Pubblicata l’opera del compositore in 59 cd «Malinconico ed estroverso, non si fermava mai: era la sua qualità e il suo difetto» Insieme L ra mondiale, una biografia di Thomas Jefferson e poemetti di James Merrill». Come fu influenzato dalle sue origini ebraiche? «È una questione enorme. Suo padre, Sam Bernstein, era molto religioso. Mio padre ha raccontato il suo complicato rapporto con il giudaismo nelle Sinfonie Jeremiah e Kaddish, nei Salmi Chichester e nella Messa». Stravinskij, per la sua sospensione tra classica e musical, descrisse suo padre come il supermarket della musica. «Se ne fosse stato offeso, non ce l’avrebbe detto. Non portava rancore, dimenticava le offese». Era un abile divulgatore, celebri le sue lezioni filmate ai bambini alla Carnegie Hall e al Lincoln Center. «Aveva un desiderio insaziabile di insegnare. Il suo metodo, Artful Learning, è tuttora usato nelle scuole americane. Voleva condividere con una generosità senza limiti ciò che sapeva. Aveva l’entusiasmo di un ragazzo, e a volte ci sono stati fraintendimenti, come quando si disse che fece incontrare in casa membri delle Pantere Nere (il movimento afro rivoluzionario, ndr) con le signore bene di New York. Conosceva il greco antico e il latino, usò il Simposio di Platone per la sua Serenata. Adorava l’Italia e la sua gente, Zeffirelli era suo amico, il suo primo concerto a Roma lo tenne nel 1950». Le ha mai parlato delle sue idee sessualmente libere? «Era un argomento complicato per lui. Da una parte voleva esprimersi liberamente, dall’altra era condizionato dall’idea di dover crescere noi figli e dalla cultura in cui era immerso». Forse il suo rimpianto maggiore fu quello di non essere considerato come compositore allo stesso modo che come direttore? «A me dedicò Quiet Girl, una canzone da Wonderful Town; West Side Story ancora oggi è uno dei musical più eseguiti nei licei Usa... Però sì, è probabile». Che cosa le manca di suo padre? «I suoi abbracci e i suoi scherzi». eonard Bernstein, mio padre: «Era molto affettuoso in famiglia, sempre pronto a raccontare storie o a leggerci Lewis Carroll o un sonetto di Shakespeare che amava. Gli piaceva averci intorno, con mio fratello e mia sorella, e spesso ci portava in tour con lui e la New York Philharmonic». La scrittrice e produttrice tv Jamie Bernstein, una delle figlie del grande direttore e compositore, scomparso nel 1990, ricorda questo gigante della musica in occasione del monumentale box di 59 cd intitolato «Leonard Bernstein Collection» appena uscito per Deutsche Grammophon: «È il suo magnifico testamento musicale. Uno dei suoi maggiori meriti fu di aver reso popolare Gustav Mahler». In contrasto con l’idea della vulcanica personalità di suo padre, il cantante René Kollo ha detto che tendeva alla malinconia e la sua ispirazione nasceva dalla depressione. «Papà era come scisso in due, in lui convivevano due anime: quella contemplativa, spesso malinconica, che se ne stava tutta la notte a scrivere musica nel suo studio; e quella estroversa che collezionava amici ovunque andasse, e intratteneva gli ospiti al pianoforte a casa finché l’ultimo se ne fosse andato. Poteva suonare i Beatles, Mozart o uno spot appena ascoltato in tv. Il risultato, in entrambe le personalità, era che non dormiva. Era frenetico, non si fermava mai, e questa era la sua qualità e il suo difetto». Chi era sua madre? «Si chiamava Felicia Montealegre, è morta giovane, nel 1978. Era cresciuta in Cile, dove studiò piano con il grande Claudio Arrau. Quando sbarcò negli Usa diventò attrice televisiva. Era bella, elegante, aristocratica, ma con un malvagio senso dell’humour, al primo contatto la gente ne era impaurita. Si conobbero a un party. Mia madre si mise ai suoi piedi e lo nutrì con un gambero». Che cosa le disse papà del celebre video del making of di «West Side Story» in cui José Carreras, unico latino del cast, a un certo punto bestemmiò? In una foto degli anni 50, la piccola Jamie Bernstein sorride al fianco del padre Leonard (1918 – 1990), mentre il compositore lavora al piano, mostrando di non essere affatto intimorita dal genio paterno. Sopra, la scrittrice e produttrice tv Jamie Bernstein, 61 anni, in una recente immagine La doppia anima di Bernstein «Papà amava Mahler e i Beatles» La figlia Jamie: aveva un desiderio insaziabile di insegnare «West Side Story» Da sinistra, Tatiana Troyanos, Leonard Bernstein, Kiri Te Kanawa e José Carreras nel making of di West Side Story. Una bestemmia del tenore fece pentire Bernstein della scelta «Carreras nel ruolo di Tony fu un grave errore, non solo per il suo accento spagnolo. Mio padre aveva in mente un altro cantante, ma non ci fu tempo per rimediare». Chi amava nella musica? «Christa Ludwig, Marilyn Horne. E Maria Callas, anche se mi era ignoto il celebre aneddoto del foruncolo che le impedì di indossare l’abito per la Sonnambula alla Scala. Isaac Stern, Lukas Foss e Slava Rostropovich erano suoi amici. Poi amava i direttori che aveva aiutato all’inizio della loro carriera, Ozawa e Tilson Thomas. E oggi rivedeva la sua energia, gioia e intensità intellettuale sul podio in Gustavo Dudamel. Quanto alla rivalità con Karajan, era più divertente che minacciosa, negli ultimi anni i rapporti tra loro si fecero più stretti». A New York viveva al Dakota, vicino al Central Park, nello stesso palazzo di John Lennon. «Eravamo lì quando gli spararono. ❜❜ Sul tenore Carreras nel ruolo di Tony fu un grave errore Ci vedevamo spesso con Lennon, è stato terribile. Papà, come dice John Lennon in Imagine, voleva provare a trasformare il mondo in un posto migliore. Ascoltava ogni genere di musica, i Rolling Stones, i Supremes, Michael Jackson, Elvis Presley e soprattutto i Beatles... Non così tanto Bob Dylan, la cui voce nasale non lo scaldava». Nei suoi ultimi giorni, i giornali americani scrissero che si rifiutò di vedere e parlare con la gente. «Non è del tutto vero. Ma era molto malato, spossato, privo di energia per poter incontrare persone. Sul comodino c’erano una novella di Philip Roth, Shakespeare, la storia della Prima guer- Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Spettacoli 39 italia: 51575551575557 Il personaggio Al Crt di Milano lo spettacolo firmato dalla nipote Roberta Rossi, la rosa blu e quel talento che inventò la mitica Lambretta L’attore: a teatro ripercorro la storia del visionario Torre MILANO — Vespa o Lambretta? «Lambretta, s’intende…». Nell’eterna sfida tra i due mitici scooter, Paolo Rossi non ha dubbi. «La Lambretta era fantastica. Grintosa, ma anche tranquilla. Un cavallo docile da spingere al galoppo per sentire il vento in faccia, o al trotto per goderti il paesaggio. E poi era disegnata meglio. Del resto chi l’ha ideata, Pier Luigi Torre, era un genio. Di quelli veri». Ingegnere, matematico, botanico. «E anche sognatore, visionario, idealista. Uno di quei talenti fuori dalle righe che questo Paese non riconosce mai. Difatti se ne andò in solitudine, dimenticato, rinchiuso in un ospedale psichiatrico». E proprio da quest’ultima tappa, Rossi inizierà a ripercorrere la folle storia di una «beautiful mind» lo spettacolo di cui Paolo Rossi sarà protagonista dal 13 maggio al Teatro dell’Arte di Milano prodotto dal Crt in convergenza creativa con Triennale Design Museum, si intitolerà Il colore è una variabile dell’infinito. Un «varietà teatrale e musicale» che nasce assieme a un libro dallo stesso titolo (Baldini & Castoldi), entrambi firmati da Roberta Torre, regista di cinema e teatro, nonché nipote di Pier Luigi. «Un nonno molto speciale. Dolce ma anche distante. Geniale ma impreparato dal punto di vista affettivo», lo ricorda lei che ora gli rende omaggio rievocandolo tra storia e memoria con quel suo stile pop, grottesco e allucinato, già messo in pratica in film come Tano da morire o I baci mai dati. Così quel luogo di reclusione dove il nonno Torre passò gli ultimi anni si trasformerà sulla scena in luogo della fantasia, dei miraggi, delle alluci- nazioni. «Dove tutto prenderà il volo, compreso me e la Lambretta — anticipa Rossi —. Dentro quell’universo surreale, un po’ alla Tim Burton, incontrerò l’ingegner Torre. Ne indosserò i panni e li getterò via, entrando e uscendo da un personaggio davvero straordinario e inafferrabile. Inventore di uno scooter rivoluzionario, icona di un’Italia alla vigilia del boom, oggetto del desiderio di generazioni di giovani e persino celebrato dal Quar- Il caso Il progettista Ingegnere Pier Luigi Torre (1902 – 1989) è l’ingegnere che ideò la Lambretta. Già autore di progetti pionieristici durante la Seconda guerra mondiale, nel 1946 venne chiamato dalla Innocenti per realizzare uno scooter a costi contenuti che entrerà in produzione nel 1947 tetto Cetra nella loro “Lambretta Twist”. Ma anche progettatore con Alessandro Marchetti dell’idrovolante simbolo dell’aeronautica militare e della tecnologia nazionale durante il fascismo. Lui stesso protagonista della trasvolata Roma-New York, quando 24 “macchine volanti” sorvolarono la Statua della Libertà». Era anche amico di Balbo. Che rapporti aveva con il fascismo? «Ci dovette convivere ma non era certo affine al regime. Come altri artisti, per la musica penso a Shostakovich durante lo stalinismo, mise in pratica le sue idee nel momento storico in cui viveva». E le idee erano davvero tante. Scomparso nel 1989 a 87 anni, Pier Luigi Torre è stato anche l’anticipatore della «scatola nera» degli aerei, studioso di fotografia tridimensionale, innamorato della musica, ossessionato dai numeri… «Difatti i fili di un àbaco innescheranno in scena una serie di calcoli e logaritmi sempre più intricati e astrusi… Ma forse la sua impresa più assurda e poetica è stata proprio quella rosa blu. Il segno di una delicatezza interiore e di una solitudine laceran- ❜❜ Poesia ❜❜ Dimenticato La sua impresa più poetica è stata la realizzazione di un fiore con quel colore Rinchiuso in un ospedale psichiatrico, se ne andò in solitudine sempre pronta a sfidare l’impossibile. Come inventare un sogno su due ruote, progettare aerei per trasvolare l’Atlantico, creare la rosa che non c’è. Invisibile in natura, ma non a lui. Che tanto brigò con innesti e alchimie vegetali da riuscire a far sbocciare quel fiore utopico nel giardino della sua villa di Stresa. Perché, ripeteva quel Piccolo Principe ossessionato dalla bellezza dei numeri e della natura: «Se l’infinito racchiude ogni colore, anche il blu ne farà parte. Basta cercarlo e… voilà, ecco a voi la rosa blu». Per questa ragione te. La magnifica conclusione di una favola triste». Alla fine che effetto le fa salire su quella Lambretta? «Da brivido. Con le due ruote ho una storia molto complicata. Adoravo andare in moto finché, era il maggio del ‘73, Renzo Pasolini morì nell’incidente di Monza dove perse la vita anche Saarinen. Per me fu uno choc terribile. Da quel giorno ho sempre avuto una paura pazzesca delle moto. Solo il teatro mi poteva spingere, pur se per finta, a riprovare a salire in sella. La conferma che il mestiere dell’attore è terapeutico. Non è retorica dire che il teatro salva la vita. Senza il teatro mi avrebbero arrestato vent’anni fa». In sella Paolo Rossi (60 anni) è il protagonista dello spettacolo «Il colore è una variabile dell’infinito» diretto da Roberta Torre (51, a destra), in scena a Milano dal 13 maggio Giuseppina Manin © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Dopo aver chiamato in causa Singer, il regista di «X-Men», il 31enne Michael Egan fa altri tre nomi: c’era un giro di minorenni Pedofilia, l’aspirante attore che accusa Hollywood U n giro di pedofili a Hollywood. Lo denuncia Michael Egan III, un ragazzo che anni fa aveva cercato, senza poi aver successo, una carriera nel mondo del cinema. uno dei vertici delle tv Disney. «Non augurerei nemmeno al mio peggior nemico di passare quello che ho passato io da ragazzino», ha detto Egan. Tutti e quattro, stando al legale del ragazzo, a fi- ne anni Novanta avevano messo in piedi «un sordido giro sessuale» che coinvolgeva minorenni. Singer gli avrebbe promesso ruoli nei suoi film e altri aiuti nella carriera in cambio della sua La madre «Non è una questione di soldi, lo facciamo per avere giustizia» L’altro giorno il 31enne aveva denunciato Bryan Singer, regista di X-Men, Superman Returns e I soliti sospetti, con l’accusa di averlo molestato quando aveva 17 anni. Egan ieri ha chiamato in causa davanti alla Corte federale delle Hawaii altri tre potenti dello showbiz americano: Garth R. Ancier, dirigente di Fox, Nbc e Bbc, Gary Wayne Goddard, fondatore di una società che gestisce parchi divertimento e hotel, e David Alexander Neuman, Lacrime Michael Egan, 31 anni, e la madre Bonnie Mound in conferenza disponibilità sessuale. I quattro, stando al memoriale depositato, organizzavano festini, a Los Angeles e alle Hawaii, in cui droga e alcol venivano usati per poi abusare delle vittime. La causa arriva a pochi giorni dal lancio di X Men Giorni di un futuro passato. Il settimo episodio della saga dei supereroi Marvel sarà nelle sale statunitensi il 23 maggio e vede il ritorno alla regia di Singer, già dietro la macchina da presa nei primi due capitoli. Nel cast della pellicola ci sono Hugh Jackman, Ian McKellen, Halle Berry e Jennifer Lawrence. Singer, tramite i propri avvocati, ha definito la causa «assurda e diffamatoria» e a sua discolpa avrebbe presentato documenti e testimonianze per dimostrare che nei giorni delle supposte violenze si trovava altrove. Egan ha raccontato di aver cercato di arginare i traumi causati dalla tragica esperienza con l’alcol. Superata la Chi è L’autore Bryan Singer (foto), classe 1965, ha debuttato come regista nel 1993 con «Public Access». Fra i suoi successi «X-Men», «I soliti sospetti», e «Superman Returns» La saga «X-Men» è la saga che racconta dei supereroi della Marvel. Singer ha diretto i primi due capitoli, nel 2000 e nel 2003. Il 23 maggio esce il settimo episodio, «Giorni di un futuro passato» di nuovo con Singer alla regia dipendenza l’anno scorso grazie alla terapia, avrebbe trovato la forza di denunciare il caso. «Non avrete un’altra possibilità per far del male ad altre vittime. Non avrete la possibilità di far del male a un altro bambino», così ha dichiarato al Daily News rivolgendosi ai quattro accusati. Il suo difensore, Jeff Herman, ha già lavorato a casi simili nel mondo dello spettacolo. «È un segreto che conoscono tutti — ha detto —. I ragazzini vengono abusati, l’industria va avanti e la gente ha paura di parlare». La madre di Egan, Bonnie Mound, in lacrime alla conferenza stampa in cui il figlio ha raccontato la sua storia, ha risposto a chi accusa la famiglia di aver montato il caso: «Non è una questione di soldi, ma un modo per disarmare questi pedofili che usano la loro ricchezza per sfuggire alla giustizia». R. S. © RIPRODUZIONE RISERVATA I colossi tv Usa in guerra contro un’antenna per computer I l sistema televisivo, da anni nell’ansia di restare al passo con le nuove tecnologie, rischia di essere messo in crisi dalla più antica delle scoperte in questo campo: un’antenna. Una piccola antenna grande più o meno come un bottone ma contro cui si sono scagliati colossi come Abc, Cbs, Nbc e Fox. Una battaglia legale arrivata alla Corte Suprema degli Stati Uniti, la cui sentenza — che di certo non sarà l’ultima — farà scuola, perché stabilirà se una società come Aereo fa qualcosa di legale (come sostengono gli avvocati dell’azienda) o no (come invece sostengono tutti quelli delle emittenti), ridistribuendo i contenuti delle reti televisive sui computer, gli smartphone e i tablet dei loro abbonati. Aereo, tramite le sue antenne, capta i segnali televisivi gratuiti attraverso le onde radio e li ridistribuisce sfruttando il web sui supporti di chi si è abbonato al servizio, per otto dollari al mese. Questo, per ora, in undici città degli Stati Uniti, tra cui New York e Boston. Secondo le emittenti, la società di Chet Kanojia (nella foto) starebbe violando il diritto d’autore e rubando i loro contenuti visto che non paga tasse di ridistribuzione (come fanno i sistemi via cavo e satellitari). Uno dei nodi che la Corte deve sciogliere sta nello stabilire se Aereo proponga riproduzioni pubbliche o private di contenuti coperti da diritto d’autore. Kanojia è convinto che siano private visto che è il consumatore a decidere se e quale programma vedere (o registrare): la start-up si limita a fornire — temporaneamente e da una postazione remota — l’antenna, a un solo cliente per volta, riproducendo quello che accade con le tv casalinghe che appunto captano i segnali delle reti gratuite. Insomma, Aereo non venderebbe i programmi ma solo l’affitto dell’antenna. «Le emittenti non possono ostacolare l’innovazione — ha dichiarato Kanojia —. Internet sta cambiando tutto, piaccia o no». Se Aereo dovesse vincere la causa, i grandi gruppi televisivi riceverebbero un colpo memorabile visto che i ricavi generati dalla ritrasmissione dei contenuti rappresentano una fetta considerevole dei loro guadagni. In diversi hanno già annunciato che smetteranno di trasmettere attraverso le onde radio. Tutti, in ogni caso, continueranno la battaglia contro questa piccola ma ingombrante antenna. Chiara Maffioletti © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sport Rossi si allena con i compagni Sempre più vicino il recupero di Giuseppe Rossi, che ieri è tornato ad allenarsi con i compagni. «Pepito» ha preso parte alla partitella provando anche qualche contrasto. L’obiettivo della Fiorentina è quello di avere la punta in campo per la finale di Coppa Italia contro il Napoli il 3 maggio e, soprattutto, di permettere a Rossi di continuare a sognare il Mondiale. Uomini con la valigia Luis Enrique Allena il Celta Vigo. In Spagna è considerato il candidato numero 1 alla panchina del Barcellona (LaPresse) Laurent Blanc Vincerà il campionato francese, ma pesa il k.o. in Champions. Il Psg sta pensando di cambiare (Action Images) Luciano Spalletti Esonerato dallo Zenit San Pietroburgo è in attesa di rimettersi in gioco su una panchina importante (Epa) Rudi Garcia La Roma vuole tenerlo a tutti i costi, ma se arrivasse una grande offerta, soprattutto da Parigi, potrebbe partire (Ansa) Claudio Ranieri La sua avventura al Monaco sembra finita, la proprietà sta cercando un tecnico di grande nome (Afp) Jürgen Klopp Lo vogliono in Spagna, Francia e Inghilterra, lui continua a dire che resterà a Dortmund ma potrebbe anche cambiare idea (Afp) Roberto Mancini Ha un contratto con il Galatasaray ma se arrivasse un’offerta di un certo tipo lascerebbe Istanbul (Afp) Panchine In Francia e in Inghilterra sono iniziate manovre e trattative che riguardano anche diversi tecnici italiani Effetto domino Un fantasma si aggira per l’Europa e ha gli occhi spiritati di David Moyes: «The Wrong One», quello sbagliato, secondo la sintetica definizione dei tifosi dello United. Là dove c’era il regno di Sir Ferguson, pochi mesi dopo ci sono solo macerie fumanti. Il caos per adesso è gestito in pantaloncini corti da Ryan Giggs, ma per la nota teoria dell’effetto-farfalla, la rivoluzione della Manchester rossa può avere ricadute in mezza Europa. Una delle panchine più prestigiose è vuota, affascinante ma poco accogliente come un saloon dopo una scazzottata. E come sempre quando qualcuno cade giù per terra, il girotondo degli allenatori riparte in grande stile: oltre ai Diavoli rossi (di vergogna), anche il Barcellona, il Psg e il Manchester City sono orientati a cambiare di nuovo guida tecnica nel giro di pochi mesi, ammettendo — ognuno a modo suo — di non aver trovato l’uomo giusto in Martino, Blanc e Pellegrini. L’Arsenal del magnifico perdente Wenger, il Tottenham già scottato dal costoso fallimento di Villas Boas, il ricchissimo Monaco e il Marsiglia (che ha scelto Bielsa) vogliono portare aria nuova nelle lore case. E tutto questo movimento può avere effetti anche sul nostro calcio, che sarà diventato periferico, ma dal punto di vista tattico resta un riferimento: i risultati di Conte e la rinascita romana di Garcia non passano certo inosservati, senza dimenticare il curriculum di tecnici come Spalletti, lasciato a casa dallo Zenit, e di Mancini, parcheggiato al Galatasaray. Se Alex Ferguson ci ha messo tre anni e mezzo per vincere il primo trofeo con lo United, il suo erede e connazionale Moyes passerà alla storia come l’artefice della peggior stagione del Manchester dal 1981: undici sconfitte e settimo posto in Premier, eliminazione, pur senza sbracare, in Champions nei quarti contro il Bayern. Quanto basta per cambiare. Perché oggi fallire una stagione costa troppo. Anche per questo Ferguson stavolta avrà poco peso nella scelta del nuovo tecnico. Il sogno, relativamente a basso costo, dei proprietari americani dello United è che Giggs possa essere il Guardiola di Old Trafford: ha vinto tutto con il club, ne conosce ogni segreto, ma allo stesso tempo non ha alcuna esperienza come manager e rappresenta un rischio che forse non ci si può permettere, specie Lo United cerca un nuovo allenatore per sostituire Moyes, ma sono tanti i grandi club che vogliono cambiare Barcellona, City, Monaco e Psg dopo aver sborsato una decina di milioni per la buonuscita di Moyes. L’allenatore più ricercato del momento, il tedesco Jürgen Klopp del Borussia Dortmund, si è subito smarcato, come aveva fatto con il Barcellona: «Lo United è un grande club e sento familiarità con i suoi meravigliosi tifosi. Ma il mio impegno per il Borussia Dortmund e il suo pubblico non si può rompere». Louis Van Gaal, c.t. uscente dell’Olanda, potrebbe essere il candidato più credibile. Dopo aver vinto in Olanda, Spagna e Germania, a 62 anni sarebbe un debuttante per la Premier League: la sfida a colpi di ego contundente con José Mourinho diventerebbe uno degli spettacoli più forti nel prossimo cartellone. Anche se le alternative non mancano. Dall’emergente Martinez dell’Everton (l’uomo che ha preso il posto di Moyes e ne ha causato l’esonero), ad altri 15 sconfitte in stagione dello United di Moyes. Il bilancio: 51 partite, 27 vinte, 9 pareggiate e 15 perse (11 in campionato) 1 trofeo vinto da Moyes allo United (il Community Shield, la Supercoppa). Ferguson ne aveva vinti 38 tecnici del girotondo: tutti quelli che hanno bisogno di carisma per tornare a vincere vogliono uno come Diego Simeone. Perché bisogna anche convincere. E magari sorprendere. Farlo con squadre outsider come Borussia o Atletico per certi versi è più semplice. Anche se tutti vorrebbero avere i problemi di Martino, che lascerà il Barcellona, magari a un ex canterano come Luis Enrique. O i turbamenti dell’ingegner Pellegrini, che rischia ormai di perdere in volata la Premier League e di conseguenza anche la panchina dorata del Manchester City. Situazione simile a quella di Laurent Blanc, che pure il campionato lo sta per vincere con il Psg. Anche l’ex c.t. della Francia è messo in discussione, ma sempre meno di Claudio Ranieri al Monaco, club senza la tradizione di altri ma con una discreta capacità di spesa, dicia- Cambio David Moyes, ex manager dello United. Sopra a destra, Ryan Giggs, lo sostituirà fino a fine stagione (Action Images, Sport Images) mo: se è vero che nel Principato hanno pensato a Conte, non si può escludere nulla. Come è naturale che un francese sulla breccia, Rudi Garcia, sia soppesato attentamente dai nuovi ricchi della Ligue 1. E non solo. Perché prima è giusto dimostrare qualcosa di significativo. Di Guardiola — sicuro al Bayern, come Mourinho al Chelsea e Ancelotti al Real — ce n’è uno. Tutti gli altri debuttanti rischiano di essere messi in discussione ogni giorno, un po’ come Clarence Seedorf al Milan. Giggs forse non avrà tempo nemmeno per le critiche. Perché queste panchine che girano a grande velocità causano mal di testa e vuoti di memoria. Ma restano un sogno da realizzare. Una sfida, in cui nessuno dei prescelti pensa per un attimo di poter essere «quello sbagliato». Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Pallone e diritti tv Il presidente del Coni, Malagò, ha censurato gli sprechi del passato. La storia dei club di A e B gli dà ragione Il calcio delle cicale: 5,9 miliardi di euro in fumo MILANO — È stato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a lanciare il sasso nello stagno. Lo ha fatto lunedì a Radiorai: «Il calcio italiano non ha i soldi degli sceicchi; quasi ne faccio una malattia, se penso che quando avevamo il vento in poppa, invece di spendere e spandere in ingaggi favolosi a giocatori non eccelsi, i presidenti avrebbero potuto investire qualche milione per fare un mutuo e rifare lo stadio». Vale allora la pena di ricordare che nel periodo compreso fra il 1° luglio 1999 e il 30 giugno 2010, le società di A hanno incassato dalla cessione dei diritti tv 5.909 milioni di euro (5.060 milioni per i diritti criptati e 849 per i diritti in chiaro) e hanno presentato un debito vicino ai 2.000 Affare a rovescio Gaizka Mendieta, acquistato dalla Lazio nel 2001 per 43 milioni di euro: 20 presenze e zero gol (Gmt) milioni di euro. Il 1999 è l’anno in cui i diritti criptati diventano soggettivi sulla spinta dell’allora presidente della Roma, Franco Sensi, che si era battuto perché la vendita centralizzata riguardasse soltanto i diritti in chiaro (quelli di «90° minuto», Coppa Italia, «Tutto il calcio»). Dal 1° luglio 2010 i diritti criptati sono tornati ad essere collettivi (legge Melandri, primavera 2007), con la Lega che ha affidato la vendita di tutti i diritti tv a un advisor, Infront. La tv è sempre stata una specie di Eldorado per il calcio italiano, da quando nel giugno 1981, l’interesse di Canale 5 aveva posto fine alla famosa formula, dopo un tempo di una partita di A: «La trasmissione è stata effettuata con la collaborazione della Lega nazionale calcio». Nel 1990, la Lega era riuscita a vendere i diritti di A e B per 324 miliardi di lire per tre anni. Nel periodo 1996-1999, le 38 società erano riuscite a portare a casa 1.198 miliardi di lire fra diritti in chiaro (Rai) e criptati con la na- scita di Telecalcio (270 miliardi), cioè la possibilità di vedere la partita di una squadra in diretta. L’introduzione dei diritti individuali ha rivoluzionato lo scenario. Nella prima stagione (1999-2000), le società di A e B avevano incassato l’equivalente di 401 milioni di euro, cifra salita a 687 milioni nel 2008-2009, grazie anche all’introduzione del digitale terrestre (gennaio 2005). La contrattazione individuale ha creato forti diseguaglianze e infinite polemiche fra i club. Un Undici anni d’oro Quasi sei miliardi di euro è la cifra incassata dai club fra il 1999 e il 2010 esempio. Nel campionato 20072008, la Juve aveva incassato 92 milioni, l’Inter 87, il Milan 84, l’Atalanta 14, l’Empoli 12 e il Siena 11. Al di là di questo aspetto conflittuale, la domanda è: come sono stati utilizzati questi soldi dalle società? Nel modo indicato da Malagò. Juve a parte, nessuno ha pensato di destinare una fetta dei ricavi alla costruzione di uno stadio di proprietà. Non solo, ma l’improvvisa ricchezza ha prodotto una scarsissima differenziazione delle entrate, al punto che i diritti tv hanno finito per diventare la più importante fonte di ricchezza e hanno ridotto l’attenzione per altri possibili introiti (merchandising, impegno contro la contraffazione dei marchi, aumento delle presenze negli stadi, sem- Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Sport 41 italia: 51575551575557 Difende la «quenelle»: multato Nba, Popovich coach dell’anno Boxe, Briggs si «candida» Yannick Sagbo, attaccante dell’Hull, è stato multato dalla Football Association di 15 mila sterline per aver preso le difese di Nicolas Anelka, che il 28 dicembre esultò con la «quenelle» dopo una doppietta al West Ham. Il gesto antisemita era già costato ad Anelka la rescissione del contratto con il West Bromwich Albion, 5 giornate di squalifica e 80 mila sterline di multa. Gregg Popovich, 65 anni, coach dei San Antonio Spurs, la squadra di Marco Belinelli, è stato eletto allenatore dell’anno della Nba. Popovich ha guidato gli Spurs al miglior record, 62 vittorie e 20 sconfitte, che garantirà alla squadra di San Antonio il vantaggio del campo nei playoff. Popovich era già stato eletto coach dell’anno nel 2003 e nel 2012. L’ex campione dei massimi Shannon Briggs ha interrotto la conferenza stampa di presentazione del match tra il detentore del titolo Wladimir Klitschko e l’australiano Alex Leapai (in programma sabato a Oberhausen), rivendicando il diritto di sfidare il campione. Nel 2010 Briggs perse un incontro valido per il titolo Wbc contro Vitali Klitschko, fratello di Wladimir. Champions Il Chelsea perde subito Cech e Terry nel finale e limita i danni Manuel Pellegrini Al Real Madrid è durato una stagione, al Manchester City, se non arriveranno trofei, rischia di ripetere l’esperienza (Epa) Louis Van Gaal Guiderà l’Olanda in Brasile, poi vorrebbe tornare al club, per gli inglesi è il favorito alla panchina dello United (Reuters) Milan Festa per Kakà De Sciglio: «Il Real? Non si sa mai» Richiesto Il tedesco Klopp è uno dei più richiesti ma lui continua a ripetere di non avere intenzione di lasciare il Borussia Dortmund MILANO — Mentre Seedorf si prepara al rush finale del campionato (quattro gare per provare a tenersi il Milan a partire dalla trasferta di Roma venerdì), a Milanello si pensa già al futuro. Ieri Kakà (foto) ha compiuto 32 anni: lo hanno festeggiato i tifosi (con una torta), la Uefa con un tweet e i compagni. Carlos Miguel Adair, presidente del San Paolo, ha confessato la propria ambizione: «È solo uno il nome che voglio davvero: Ricardo Kakà. Sarebbe un sogno riportarlo a casa, lui ha il volto da San Paolo, piace ai tifosi, sorride sempre, segna e gioca bene, ma non ho i soldi per competere con i club straricchi. Vedremo». Ma ogni giorno crescono le quotazioni di una permanenza di Riccardino a Milano. Non altrettanto si può dire di Mattia De Sciglio che ieri ai microfoni di Sky non ha Estimatori Garcia ha molti estimatori e anche Conte potrebbe ricevere offerte interessanti. Mancini e Spalletti stanno alla finestra pre più vuoti). E a partire dal 1999 si è scatenata la corsa all’acquisto al rialzo dei giocatori, soprattutto stranieri (molti con storie misteriose, perché i fuoriclasse sono sempre investimenti), a un allargamento sconsiderato delle rose, a una lievitazione infinita degli ingaggi dei giocatori. I quali hanno fatto a gara ad alzare il livello delle richieste economiche, per continui ritocchi di ingaggio (anche due in una sola stagione). In A, gli stipendi sono stati distribuiti a pioggia, offrendo cifre fuori mercato alla fascia mediana dei giocatori: strappare un triennale ha significato mettersi a posto per due generazioni. In più c’è stata Calciopoli. E il risultato finale è che i soldi sono finiti. I fuoriclasse vanno altrove e chi c’è rischia di dover partire. I club stranieri ringraziano. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA escluso l’eventualità di una partenza a fine stagione: «Sicuramente fa molto piacere ricevere l’interesse di squadre come il Real Madrid. Mi auguro di continuare a giocare nel Milan e che torni ad essere competitivo come negli anni passati, ma nel calcio non si sa mai. Se il club dovesse decidere di cedermi per questioni economiche, valuterei le offerte». Il terzino 21 enne vale almeno 20 milioni di euro: la sua vendita potrebbe rendersi necessaria a fine campionato per finanziare la prossima campagna acquisti (considerando che l’anno venturo mancheranno i proventi della Champions). Nei prossimi giorni Galliani inizierà a discutere con la Samp per la comproprietà di Poli: interlocutore il suo ex d.s. Braida. In recupero El Shaarawy, ieri in campo per 45’ nell’amichevole con la Vergiatese (ha segnato anche un gol). Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA Il catenaccio di Mourinho ferma la carica dell’Atletico Finisce 0-0, verdetto rimandato alla sfida di Londra DAL NOSTRO INVIATO MADRID — Se la squadra migliore è quella che non prende gol, il Chelsea rischia seriamente di vincere la Champions League la sera del 24 maggio a Lisbona. Mourinho esce dal Vicente Calderon senza danni apparenti, alla fine di novanta minuti in cui la sua unica preoccupazione è conservare l’inviolabilità della porta prima affidata a Cech e poi, dopo l’infortunio del portiere ceco, al vecchio Mark Schwarzer, 42 anni il prossimo 6 ottobre, portiere dell’Australia al Mondiale 2006 e al primo anno a Londra. Quel diavolo di Mou rinuncia completamente a giocare. Il suo 4-3-3 è in realtà un 4-1-4-1 con Obi Mikel sistemato davanti alla difesa, David Luiz e lo stesso Lampard abili a rinculare sino nel cuore della propria area, mentre gli esterni si spolmonano per coprire le incursioni dei terzini spagnoli. Così il talentuoso Willian quasi si snatura per rincorrere Juanfran come un mediano qualsiasi e Ramires aspetta le folate di Filipe Luis. Il Chelsea gioca in un fazzoletto, occupando bene la propria metà campo, facendo densità e confondendo le idee ai vogliosi Colchoneros che attaccano dall’inizio alla fine senza trovare un varco. Simeone, forse prevedendo la tattica di José, sceglie la fantasia di Diego dietro l’altro Diego, il temutissimo Costa, con l’intenzione di scompaginare l’impianto difensivo inglese. Missione fallita. Il Chelsea è un muro: corto, stretto, impenetrabile. Fa giocare gli avversari, ma non li lascia quasi mai tirare in porta. L’Atletico ci prova sia sugli esterni che provando la soluzione centrale. È tutto inutile. E lo Atletico Madrid Chelsea 0 0 ATLETICO MADRID (4-4-1-1): Courtois 6; Juanfran 6, Miranda 6, Godin 6, Filipe Luis 6,5; Raul Garcia 5,5 (Villa s.v. 41’ s.t.), Gabi 6, Mario Suarez 6 (Sosa s.v. 35’ s.t.), Koke 6,5; Diego 6,5 (Arda Turan 6 15’ s.t.); Diego Costa 5,5. All.: Simeone 6. CHELSEA (4-1-4-1): Cech s.v. (Schwarzer 6,5 18’ p.t.); Azpilicueta 6, Cahill 7, Terry 7 (Schurrle s.v. 28’ s.t.), Cole 6; Mikel 6,5; Ramires 5, David Luiz 7, Lampard 6,5, Willian 6, (Demba Ba s.v. 49’ s.t.); Torres 6. All.: Mourinho 6. Arbitro: Eriksson (Svezia) 5 Ammoniti: Lampard, Gabi, Obi Mikel, Miranda, Demba Ba. Recuperi: 4’più 5’. Duello aereo Daviz Luiz contende un pallone a Diego Ribas (Epa) spettacolo non è quello fantascientifico che è lecito aspettarsi da una semifinale di Champions. Ma a Mourinho, fischiato e insultato dagli spagnoli e osannato dai suoi tifosi, interessa poco. A lui preme solo il risultato. Lo 0-0, il peggiore tra i migliori risultati possibili in tra- sferta, non lo lascia tranquillo per il ritorno, ma consente al portoghese di giocarsi la finale nella sua tana, a Stamford Bridge, con un piccolo vantaggio. Peraltro l’infortunio di Cech non è di poco conto. Il portiere, travolto da Raul Garcia spinto da David Luiz, si fa male alla spalla Simeone ci prova La squadra di Simeone ci prova ma non passa, mercoledì il ritorno La situazione Semifinali Andata Ieri Atletico Madrid-Chelsea 0-0 Oggi ore 20.45 Real Madrid-Bayern Monaco (Retequattro, Premium Calcio, Sky Sport 1, Sky Calcio 1) Semifinali Ritorno Martedì 29 aprile Bayern Monaco-Real Madrid Mercoledì 30 aprile Chelsea-Atletico Madrid Finale Lisbona, Estadio da Luz sabato 24 maggio destra dopo un quarto d’ora, viene portato in ospedale per accertamenti e il responso è una mazzata: stagione finita. E nell’ultimo spicchio di partita si fa male anche Terry, pilastro della difesa, costretto ad uscire per una distorsione alla caviglia, provocata sempre da David Luiz, con problemi anche al legamento del ginocchio sinistro. Anche per lui la stagione è probabilmente finita. Acciaccato, il Chelsea resiste. Attento, ordinato, grintoso. Con l’elmetto in testa, come in guerra. Non per caso i Blues hanno la miglior difesa della Premier e anche la migliore della Champions League con appena sette reti al passivo. L’Atletico ci prova dall’inizio alla fine, ma non passa. Anzi per la precisione non crea neppure una vera palla gol in novanta minuti. Un tiro fiacco di Diego nel recupero del primo tempo, un altro dello stesso brasiliano all’inizio della ripresa e una punizione insidiosa di Gabi ad un quarto d’ora dalla fine. Gli ultimi minuti sono un assalto all’arma bianca. Ma il fortino regge. Con i titolari e con i rincalzi. E ora la bilancia del pronostico pende decisamente dalla parte dei Blues, anche se Simeone mercoledì a Londra venderà cara la pelle. Mou, alla fine, sorride sornione. «Non volevo lo 0-0, ma soprattutto non volevo prendere gol e dover rincorrere tra una settimana». Il primo round è suo. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA L’altra sfida Il Real ha vinto il nono trofeo 12 anni fa e non può sbagliare contro il Bayern di Guardiola Ancelotti alle prese con l’ossessione «Decima» DAL NOSTRO INVIATO MADRID — Facce scavate, sguardi tesi, occhi cerchiati. Alla Casa Blanca la Decima è un’ossessione che divora l’anima. Solo Carletto, l’uomo che ha addomesticato Berlusconi, è placido e sorridente. «Niente ossessione, solo un’occasione», lo slogan di Ancelotti, dimagrito, quasi un figurino dentro la tuta arancione, sopracciglio altissimo dopo l’ultimo allenamento del Madrid a Valdebebas che certifica la presenza di Cristiano Ronaldo stasera al Bernabeu contro il Bayern Monaco. Ci siamo. Non è più il momento delle parole, ma dei fatti. E dietro l’orgoglio madridista si scorge l’ansia, la preoccupazione, persino la paura di un popolo intero che insegue la decima coppa da oltre dieci anni, dodici per la precisione (ultimo successo il 15 maggio 2002, 2-1 con il Bayer Leverkusen). Il Bayern, che la Champions l’ha appena vinta e con il Madrid è andato spesso a nozze, qui viene considerato «la bestia negra». Serve il sorriso intrigante di Ancelotti, il perfetto anti Mourinho, a calmare le ansie dei Bianchi: «Casomai sono io la bestia nera dei tedeschi», scherza, ma non troppo. Perché Carletto, contro gli imbattibili, non ha mai perso: quattro vittorie e due pareggi il conto dei precedenti. «La decima non è un’ossessione, ma l’obiettivo nostro e del club. Coppia Carlo Ancelotti, 54 anni, e Cristiano Ronaldo, 29 (Ansa) Però, per centrarla, dobbiamo prima raggiungere la finale». Dopo tre semifinali consecutive perse un po’ di prudenza è d’obbligo. Un passo alla volta, dunque. «Stasera il Bernabeu ci darà una mano, ma la partita decisiva, quella che in cui ci giocheremo tutto, sarà martedì in Baviera». Il Real è pronto. Con un Ronaldo in più. «Non vogliamo correre rischi e per questo, qualche ora prima della partita, faremo un provino definitivo. Ma ho buone sensazioni e lui anche». Cristiano torna dopo 20 giorni e un infortunio alla coscia sinistra, ma ci sarà anche Bale che in queste ore ha combattuto con una specie di infida influenza. «Loro sono i campioni e sono i logici favoriti», spiega Carletto che la Champions l’ha vinta due volte con il Milan e adesso sogna di ripetersi. «Per essere all’altezza il Real dovrà essere perfetto: attenzione in difesa, qualità in attacco, soprattutto equilibrio in ogni fase della gara». Non ha mai affrontato Guardiola e la cosa lo fa un po’ ridere: «È strano perché non siamo sulla cresta dell’onda da qualche giorno. Spero solo che la prima volta sia buona per me e per il Real» e mentre lo dice strizza l’occhio. Se è nervoso lo nasconde bene. La sfida del Bernabeu è considerata la finale anticipata, forse meno passionale ma assai più tecnica rispetto ad Atletico-Chelsea. «Guardiola ha cercato di portare al Bayern la propria filosofia, anche se non è facile cambiare la cultura di un Paese: i tedeschi sono diversi dall’anno scorso, giocano un calcio più tecnico e sono imprevedibili. Hanno vinto la Bundesliga già da un pezzo e hanno avuto tempo per preparare questa sfida». Ma proprio dopo aver stradominato il campionato, hanno staccato la spina. Pep, che come Ancelotti ha vinto due volte la coppa con le grandi orecchie (sulla panchina del Barcellona) e non ha mai perso a Madrid, sorride a chi parla di Bayern in difficoltà: «Avevamo smarrito lo spirito giusto, ora lo abbiamo ritrovato e siamo in forma». Se lo dice perché lo deve dire o perché è vero, lo capiremo stasera. Carletto alza le spalle e il sopracciglio. Lui è pronto per andare a caccia della decima. La magnifica ossessione di un popolo. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE esperta referenziata impiegata ufficio commerciale customer care with problem solving ordini offerte inglese francese windows mac offresi 331.12.23.422 ABILE impiegata tecnico-commerciale offresi part-time. Pluriennale esperienza settore illuminazione, arredamento e allestimenti. Offerte commerciali; ufficio acquisti, gestione fornitori, Autocad. Tel. 333.14.37.804 ADDETTA paghe contributi pluriennale esperienza offresi. 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Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 Sport 43 italia: 51575551575557 Ciclismo, partito il Giro del Trentino. Oggi la Freccia Vallone Cancellata l’era Armstrong, condannato anche il suo «cerchio magico» I sette Tour de France erano già stati cancellati nel 2012. Da ieri tutta l’era Lance Armstrong è formalmente sepolta nella vergogna. Merito delle 112 pagine con cui l’Agenzia Antidoping Americana (Usada) ha sancito e motivato la squalifica degli spalleggiatori del texano dopo la «più complessa azione antidoping mai svolta nella storia dello sport». Radiati Armstrong e i suoi consulenti medici Ferrari e Del Moral, restavano da giudicare altri tre suoi sodali: l’onnipotente direttore sportivo belga Johan Bruyneel, il preparatore «Pepe» Marti e il dottor Pedro Celaya, Cin cin Lance Armstrong brinda con il suo ex d.s. Johan Bruyneel: tutte le vittorie conquistate in coppia, comprese quelle al Tour sono state cancellate (Bettini) spagnoli, accusati di aver «procurato e somministrato doping, coperto e incoraggiato» Armstrong e i suoi compagni. Travolti dalle testimonianze di una quindicina di loro atleti, Bruyneel e Celaya hanno provato a smontare la giurisdizione dell’Usada, sostenendo che la condanna li avrebbe esposti a richieste di risarcimento milionarie. Marti ha tentato invece di respingere le accuse. Risultato: dieci anni di squalifica al direttore sportivo, otto ai due spagnoli. A sorpresa, un manipolo di noti giornalisti sportivi spagnoli ha testimoniato a favore di Celaya mentre a difendere Pepe Marti (per anni allenatore di Contador) è arrivato l’ex campione olimpico Samuel Sanchez. Tornando al ciclismo del presente, oggi si disputa la 78ª Freccia Vallone, grande classica delle Ardenne (dalle 14 diretta su Eurosport). Corsa vinta ben 18 volte dagli italiani che non partono da Bastogne come favoriti, a dispetto dei buoni nomi al via, da Nibali a Cunego da Ulissi a «nonno» Rebellin. In prima linea gli spagnoli (col vincitore uscente Moreno, Valverde e Purito Rodriguez, ripresosi dopo la brutta caduta di domenica scorsa in Olanda) e il belga Gilbert che dopo aver trionfato nell’Amstel punta ripetere la «tripletta» con Freccia e Liegi che gli riuscì nel 2011. Decisiva, come sempre, l’ascesa finale al ripido muro di Huy. Intanto ieri è partito il Giro del Trentino, classica prova generale del Giro d’Italia. Nella cronosquadre di Riva del Garda vittoria all’americana Bmc di Cadel Evans, con maglia di leader assegnata al trentino Daniel Oss. Seconda la Net App, terzo il Team Sky di Sir Bradley Wiggins. Classifica corta, battaglia già oggi sul duro arrivo in salita di San Giacomo di Brentonico. Marco Bonarrigo © RIPRODUZIONE RISERVATA Basket Oggi a Tel Aviv gara 4 di Eurolega. La EA7 deve vincere per sognare la Final Four. Melli: «Serve l’impresa» Galoppo Milano, cuore e orgoglio per sbancare il Maccabi Da gregario a capitano La favola di Orpello La situazione Banchi: «Siamo stati sotto le nostre possibilità» TEL AVIV — Soltanto una sera. È quel che rimane alla EA7 Armani per coltivare la speranza di farla franca alla severa frontiera israeliana, dove ha già pagato pesantissimo dazio in gara 3, che ha portato il Maccabi sul 2-1, pronto a chiudere il conto e negare a Milano il sogno di una Final Four casalinga. Sullo Yad-Elijahu sventola bandiera gialla, il Maccabi ha messo l’Armani in quarantena. Sbarcarla questa sera sarà soprattutto questione di orgoglio, poiché la prima gara in Israele sembra aver definito gerarchie piuttosto rigide. «La serie prevede ancora una possibilità, per ribaltare la sensazione che oggi il Maccabi abbia tutto e noi niente — esordisce Luca Banchi —. In gara 3 abbiamo commesso errori di comunicazione (traduciamo noi con: interruzione del flusso di gioco) e su questo campo è pericolosissimo sbagliare». Gli israeliani, adesso, sembrano avere il destino in mano? «Nel bene come nel male, nelle due gare a Milano abbiamo dimostrato continuità — dice Banchi —. A Tel Aviv non è successo. Saranno state le condizioni ambientali, oppure gli aspetti tecnici e quelli fisici. La verità è che in queste partite stiamo accumulando il patrimonio del nostro futuro, ma sotto casa, ma Schortsanitis e Tyus. Però non abbiamo perso la fiducia per questa sera». «Oggi serve un’impresa con la I iniziale gigantesca –—fa eco Nicolò Melli —. E ricordarsi che siamo passati su campi difficili come il Pireo e Istanbul contro il Fenerbahçe, in partite importanti anche se non da ultima spiaggia come questa». Con due centri complementari, il largo (Big Sofo) e il verticale (Tyus), il Maccabi ha mangiato il cuore di Milano? «No, se si intende che gara 3 mi ha lasciato un senso di impotenza — riprende Luca Banchi —. Frustrazione, quella sì. Per essere stati in campo al di sotto delle nostre possibilità». Ma questo Maccabi, è poi così forte? Non Quarti di finali Oggi a Tel Aviv, ore 19.45 (tv Fox Sports 2) Maccabi-EA7 Milano Serie: 2-1 Maccabi Gara 5 (eventuale) venerdì ore 20.45 a Milano. Panathinaikos-Cska Mosca Serie: 2-1 Cska Mosca. Olympiacos Pireo-Real Madrid Serie 2-1 Real Madrid. La serie tra Barcellona e Galatasaray si è chiusa sul 3-0 per i catalani, già qualificati alle Final Four Final Four Si disputeranno a Milano dal 16 al 18 maggio L’assillo del coach «Sconfitti da aspetti tattici, fisici o, semplicemente, non abbiamo armi per annullare Schortsanitis» Duello David Moss,30 anni, della EA7 Milano, cerca di sfuggire alla marcatura di Devin Smith,31, guardia del Maccabi (Ansa) non abbiamo ancora certezze passate». Ci pensa un attimo, il coach milanese, poi aggiunge: «Il Maccabi non è additato come squadra di grande difesa, ma a questo livello la differenza la fa la tattica, e probabilmente le due partite in casa nostra hanno dato più indicazioni a lo- 4/25 I tiri da tre dell’Ea7 lunedì sera: uno dei motivi della sconfitta ro su di noi, che a noi su di loro. Oppure è tutto ancor più semplice: non abbiamo armi per annullare Big Sofo Schortsanitis». E da questo forse discende il peccato originale, quel funesto 4/25 da 3 punti. Alla sbarra chiamiamo Daniel Hackett, con il suo bel 2/8: «Non siamo riusciti a imporre il nostro gioco e questo ci ha disorientato spingendoci a forzare i tiri. Mentre loro sul perimetro hanno due ottimi giocatori come Rice ed Hickman, e un tiratore spietato come Bluthental. E sotto canestro non è che hanno il garzone della pizzeria sarà più che altro fascinazione dell’ambiente? «Se ha partecipato a 9 delle ultime edizioni dei playoff di Eurolega, qualcosa vorrà dire. Se prendiamo i nomi, ad esempio, anche il Fenerbahçe può sembrare più forte. Ma non è ai nomi che bisogna guardare, bensì ai valori. Non tanto al talento ma al prodotto. La differenza la fa l’identità, il senso di appartenenza, qualcosa di simile a quello che personalmente ho provato a Siena. Per questo il Maccabi sarà sempre fortissimo… ». Werther Pedrazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Tripla crisi Il ferrarista soffre Alonso, Sebastian viene regolarmente battuto in pista da Ricciardo e Nico fa lo scudiero di Hamilton Raikkonen, Vettel e Rosberg i tre uomini in barca della F1 Nico Rosberg, Sebastian Vettel, Kimi Raikkonen: tre uomini in barca. In crisi. Alla faccia dei cognomi, dei curriculum, del pronostico. Il verdetto, dopo soli quattro Gp, è severo, sono diversi i termini degli affanni. Rosberg è in testa al mondiale. Motivo: il ritiro di Hamilton nella gara d’avvio, in Australia, gara che Nico vinse. Poi, dietro sempre: tre secondi posti contro le tre vittorie di Gino-Lewis, una lezione di talento e grinta, subita in Bahrain, distacchi imbarazzanti a Shangai. Trattandosi della coppia Mercedes, il confronto rischia di qualificare Rosberg come secondo dentro una corsa per due soli piloti, anche se sul piatto potranno pesare cali di lucidità di Hamilton, già visti in passato, così come la conclamata costanza di Rosberg. Ma anche dentro la Casa tedesca sembrano convinti che l’inglesino sia maturato e capace di liberare in pianta stabile il suo tocco raffinato, al contrario di Nico, non abbastanza cattivo per cavarsela nel duello, non in grado volare alla stessa altezza del partner. Nulla ancora pregiudica classifica e opportunità. Ma sul piano della reputazione siamo a un passo da ridimensionamento. Un dato che potrebbe dare indirizzo diverso alla carriera. Vettel. Non si trova, fatica, ha perso il celeberrimo «fattore C» che l’ha accompagnato per anni. La Red Bull, pur di sostenerlo nel confronto con Ricciardo, pasticcia persino con le strategie; la classifica iridata, come per Rosberg, lo piazza davanti al compagno (+9); la pista evidenzia tre sconfitte nel confronto diretto, evidenti quanto impietose. Ricciardo guida agevolmente una macchina con meno grip, è abituato a faticare sopra monoposto più rudimentali, compresa la Toro Rosso del 2013, ha approcciato la propria sfida con la mentalità giusta: attaccare invece di subire il carisma di un capitano campione del mondo. Ma Seb non diventato Vettel per caso: tocca sospendere il giudizio. Per rispetto, per dargli tempo di rintracciare ciò che lo portò in alto, subito e bene. Musi lunghi Da sinistra, Kimi Raikkonen, 34 anni; Sebastian Vettel, 26; e Nico Rosberg, 28. Il primo non tiene il passo di Alonso, il secondo quello di Ricciardo, il terzo deve vedersela con Hamilton (LaPresse, Epa, Colombo) Testa libera, l’orgoglio di chi ha sul petto i gradi da generale e uno stile adattato a una realtà tecnica nin del tutto decifrata. Raikkonen. Beh,11 punti contro i 41 di Alonso. Mai in lotta, spesso lontano da un passo rassicurante per se stesso e per la Ferrari. Era una coppia a rischio. È una coppia sciolta. Kimi passa per Findus ma è molto emotivo, ben più di Alonso la cui personalità — fortissima — subisce e patisce. Soprattutto, mostra difficoltà quando si tratta di «guidare sopra i problemi», specialità tipica di Schumi, per citare un pilota forte a tempo pieno. Anche qui, serve tempo. A Raikkonen soprattutto. Resistendo a chi già comincia a fare confronti con Massa, evento dato per assurdo sino a ieri; cercando equilibrio in condizione di minore aderenza. Ciò che gli permette di liberare una stoffa non si sa mai, definitivamente, se pregiatissima o solo buona. Giorgio Terruzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Una vita da mediano, canterebbe Ligabue del galoppatore Orpello: tutta una gioventù da gregario a fare il battistrada per il più stimato compagno di scuderia Wild Wolf, solo che poi spesso accadeva che il presunto n.1 della scuderia «Effevi» non rendesse come nelle attese, e che invece il suo generoso battistrada a momenti riuscisse ancora a resistere agli avversari nonostante lo sforzo anticipato. E così, poco a poco, da anziano il coriaceo 5 anni Orpello s’è emancipato, si è guadagnato i galloni di capitano anziché di gregario, e a Pasqua a San Siro è addirittura entrato nella storia dell’«Ambrosiano» vincendo per il secondo anno consecutivo questo tradizionale primo Gran Premio della stagione italiana del galoppo. Due chilometri dal finale avvincente, nel quale un impeccabile Fabio Branca (campione dei jockey italiani nel 2005) alle redini di Orpello ha respinto al fotofinish il disperato assalto del jockey francese Mikael Barzalona (prima monta della scuderia dello sceicco del Dubai, e più giovane vincitore di Derby di Epsom a soli 19 anni) in sella all’altro cavallo italiano Occhio della Mente, allenato da Endo Botti e cioè proprio dal cugino dello Stefano trainer di Orpello. Un duello in famiglia, dunque, nel quale il 30enne Branca, per stile e compostezza ed efficacia di monta, ha surclassato il più muscolare e disordinato forcing di Barzalona, difendendo sin sul palo d’arrivo una corta ma preziosa testa di vantaggio per il vecchio Orpello, al solito «mascherato» con il suo caratteristico paraocchi gialloblu della «Effevi». La scuderia, insieme anche qui all’allenatore Stefano Botti e al fantino Fabio Branca, con i puledri di 3 anni e mezzi fratelli Dylan Mouth e Final Score ha poi trionfato pure nei Premi «Emanuele Filiberto» e «Alberto Zanoletti da Rozzano», cioè le due prove di preparazione al «Derby» per il maschio e alle «Oaks» per la femmina: curiosamente entrambi sono figli dello stallone irlandese Dylan Thomas, che nel 2006-2007 spopolò tra l’altro nel «Derby» d’Irlanda, nella «Corsa dei Diamanti» ad Ascot, e a Parigi nell’«Arc de Triomphe». Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 "Puoi versare lacrime perché è morto / o puoi sorridere perché ha vissuto / puoi chiudere gli occhi e pregare che torni indietro / o puoi aprire gli occhi / e guardare quello che ha lasciato". (Poeta inglese) Con immenso dolore e profonda tristezza Silvana e Giovanni con Alessandra, Silvia e Nicoletta, insieme alla nuora Simona, annunciano che è mancato il loro adorato marito e padre Corrado Zaini Hai arricchito le nostre vite con lamore, la bontà, la generosità, lonestà, il rispetto e lumiltà.- In azienda ne rimpiangeremo la passione per il lavoro, la serietà, la saggezza, lacutezza.- Tutti porteremo nelle nostre vite questi valori che ci hai insegnato.- Un ringraziamento a tutti coloro che gli hanno voluto bene.- Un sentito ringraziamento anche a tutto il personale medico e paramedico del reparto rialzato della Clinica Villa Toniolo, in particolare al Professor Ricci, al Professor Galassi e a Suor Brandina che hanno seguito Corrado con professionalità e cortesia.- Grazie.Il rito funebre avrà luogo mercoledì 23 aprile 2014 con camera ardente dalle ore 14 alle ore 16 presso la FATRO a Ozzano Emilia (BO) e i funerali alle ore 16.30 presso la chiesa santuario del Crocifisso piazza XX Settembre, Castel San Pietro Terme (BO). - Castel San Pietro Terme, 23 aprile 2014. Le società di distribuzione italiane Vetefar e Centro Agrovete partecipano al dolore per la scomparsa del Presidente della FATRO Farmaceutici papà Corrado La famiglia Stortoni partecipa, con dolore, al lutto dei famigliari per la perdita del e si stringono con affetto al grande dolore della famiglia. - Ozzano Emilia, 23 aprile 2014. La Fondazione Bruno Maria Zaini partecipa al dolore per la perdita del presidente della FATRO Farmaceutici Dott. Corrado Zaini Grazie a lui la fondazione sostiene attività di ricerca medica e iniziative per il progresso di Paesi in via di sviluppo. - Ozzano Emilia, 23 aprile 2014. La Bayer S.p.A. nella persona del Dottor Giampiero Vantellino, Responsabile Divisione Animal Health - Bayer Health Care, partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa del I dipendenti della FATRO Farmaceutici degli stabilimenti di Ozzano Emilia (BO) partecipano al grande dolore per la perdita del loro amato presidente Dott. Corrado Zaini e si stringono con affetto intorno ai familiari e in particolare a Silvana e Giovanni.- La sua presenza e i suoi insegnamenti faranno sempre parte del nostro lavoro quotidiano nellazienda da lui fondata. - Ozzano Emilia, 23 aprile 2014. I componenti del Consiglio di Amministrazione della FATRO Farmaceutici profondamente addolorati per la scomparsa dellamato presidente e fondatore Dott. Corrado Zaini Dottor Honoris Causa si stringono intorno ai familiari in questo momento di grande dolore.- Gli insegnamenti e lesempio del Dottor Zaini saranno la rotta e lo stimolo per dare un grande futuro allazienda da lui fondata. - Ozzano Emilia, 23 aprile 2014. Le società ATI e Ternova (gruppo FATRO) si stringono alla famiglia nel grande dolore per la scomparsa del presidente Dott. Corrado Zaini - Bologna, 23 aprile 2014. Le società estere FATRO Iberica Spagna, FATRO Avico Grecia, FATRO Polska Polonia, Biopharm Repubblica Ceca, FATRO Von Franken Argentina, FATRO Fedagro Uruguay, FATRO Stallen India e FATRO Intermed si uniscono al profondo dolore per la scomparsa del Presidente e fondatore della FATRO Farmaceutici Dott. Corrado Zaini Grazie alla sua serietà e capacità imprenditoriali ha portato lindustria farmaceutica veterinaria italiana nel mondo. - Ozzano Emilia, 23 aprile 2014. Ci stringiamo forte a Carlo nel ricordo del suo papà Nini - Milano, 22 aprile 2014. Carlo e Noris con Virginia e Lavinia abbracciano forte Melina e Valentina per la scomparsa della mamma Antonia (Nini) Mulas Renata Wirz è vicina a Melina e Valentina Mulas e ai loro figli e ricorda Nini Partecipano al lutto: Enrico Castellani e la sua famiglia. Carmengloria Morales. Federico Sardella. Antonella Zazzera con Marco. Dott. Corrado Zaini Fausta - Milano, 22 aprile 2014. I dipendenti della Transavia S.r.l. partecipano commossi al grande dolore per la scomparsa del Presidente della Fatro S.p.A. La famiglia Maveri legata da lunga e affettuosa amicizia, si stringe commossa a Franz, Luca e Cristina per la perdita di Dott. Corrado Zaini Fausta - Limito di Pioltello, 22 aprile 2014. - Milano, 22 aprile 2014. Carla e Toni Fiorentino partecipano al dolore di Silvana e Giovanni per la scomparsa del loro caro Sinceramente affranti Maurizio e Patrizia Ciampella sono vicini alla famiglia nel ricordo della carissima N.D. Dott. Corrado Zaini - Otranto, 22 aprile 2014. La casa editrice Le Point Veterinaire Italie partecipa al dolore per la scomparsa dello stimato Presidente della Fatro Dott. Corrado Zaini - Milano, 22 aprile 2014. il Fausta Bagatti Valsecchi - Milano, 22 aprile 2014. La Fondazione e lAssociazione Amici del Museo Bagatti Valsecchi, le volontarie tutte e il personale del museo, prendono viva parte al cordoglio dei familiari per limprovvisa scomparsa della signora Fausta Bagatti Valsecchi Studer Il 22 aprile si è spento tra laffetto dei suoi cari Prof. Dott. Luigi Fontana - Milano, 22 aprile 2014. Il Presidente, la Direzione e i soci del Club degli Orafi Italia si associano al dolore della famiglia per la scomparsa della Baronessa Fausta Studer Bagatti Valsecchi - Milano, 22 aprile 2014. Nando, Gabriele, Sara, Daniela annunciano con estremo dolore la morte improvvisa di Mariarosa Scaramuzza Vidoni Bianca Maria e Ottavio addolorati, si stringono con affetto a Daniela, Giulia, Ada e Luisa, piangendo la scomparsa dellamato cognato Prof. Luigi Fontana - Milano, 22 aprile 2014. Prof. Luigi Fontana Il Consiglio Direttivo e tutti i soci della Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica partecipano con profondo dolore alla scomparsa del Prof. Luigi Fontana del quale ricordano con affetto gli insegnamenti, la dedizione e la disponibilità di un grande Maestro.- Egli, già Presidente, fu faro della nostra società dedicando la propria vita accademica al progresso della nostra disciplina in Italia e nel mondo.- Lascia un esempio indelebile di riferimento a noi ed a quanti ebbero il privilegio di conoscerlo e di seguirlo nelle sue instancabili attività. - Roma, 23 aprile 2014. Elisabetta Sgarbi e la Casa Editrice Bompiani si uniscono al dolore di Daria Colombo per la perdita dellamato padre Vittorino Colombo - Milano, 22 aprile 2014. Nini amica di una vita e donna straordinaria di grande intelligenza e creatività che ricorderanno sempre con tanto amore. - Milano, 21 aprile 2014. Partecipano al lutto: Beatrice, Fabrizio, Carlotta, Bitta, Mirco, Silvana, Laura, Luisella, Secondo, Massimo con tutto lo studio Pomodoro. Cristiana Menghi con Celine, Martino, Veronica, Rosa ricorda con grande affetto Nini - Milano, 22 aprile 2014. Mariarosa Scaramuzza Cara Maria Grazia, ti abbracciamo per la perdita del Prof. Avv. Antonio Liserre Angela e Guido. - Milano, 22 aprile 2014. Avv. Prof. Antonio Liserre Il Preside e i colleghi della Facoltà di Economia dellUniversità Cattolica del Sacro Cuore di Milano partecipano al lutto per la scomparsa del prof. Antonio Liserre già ordinario di Istituzioni di diritto privato nella Facoltà di Economia, e ne ricordano lalto profilo scientifico di studioso, limpegno sociale di promozione culturale e i tratti personali di umiltà, umanità e disponibilità. - Milano, 22 aprile 2014. Mariarosa Scaramuzza Vidoni LOrdine degli Avvocati di Milano sentitamente partecipa al lutto dei familiari per la scomparsa dell to Un grande collega e grande amico ci ha lascia- Gianfranco Arnaboldi Un abbraccio a Bianca e Nuccia.- Renata Albini, Alfonso Avola, Maurizia Bosio, Bianca Burigana, Lucia Antonio Bertolini, Gianni Ceriani, Lino Chieregati, Giorgio Cislaghi, Giovanna Colombi, Tiziana Roberto Fusi, Angela Gregotti, Ivana Lecchi, Giorgio Malvicini, Lorenzo Maritan, Annamaria Mannucci, Mario Morelli, Alberto Musazzi, Fausto Nese, Mario Nicola, Guido Parolari, Roberto Pirovano, Marino Sacco, Bruno Volpi, Carlo Vertola. - Milano, 22 aprile 2014. Diamante. - Milano, 22 aprile 2014. Gli amici di Beside sono vicini a Carlo e a tutta la sua famiglia in un momento di così grande dolore per la perdita del caro Renzo Andreotti - Milano, 22 aprile 2014. La moglie Marga e i figli Valentina e Stefano con Barbara e Luca annunciano la dolorosa e triste perdita delladorato marito e meraviglioso papà che continuerà a vivere nei loro cuori.- Il funerale sarà celebrato giovedì 24 aprile 2014 alle 14.45 nella parrocchia di Santa Maria Bianca in Casoretto, Milano. - Milano, 22 aprile 2014. Partecipano al lutto: Maria Vittoria e Piero Mantovani. Gli associati di Assopiscine. Il piccolo Luca saluta il suo caro nonno Carlo - Milano, 22 aprile 2014. Avv. Antonio Liserre Il Consiglio Nazionale Forense partecipa al dolore dei familiari tutti per la scomparsa dell Il Presidente Carlo Sangalli, i Vice Presidenti, la Consulta del Presidente, la Giunta Esecutiva, il Consiglio Direttivo, il Collegio dei Revisori dei Conti, il Collegio dei Probiviri, il Segretario Generale Gianroberto Costa, lAssistente del Presidente Duilio Aragone, il Vice Segretario Generale Vicario Daniela Ceruti dellUnione del Commercio del Turismo dei Servizi e delle Professioni della Provincia di Milano, Lodi, Monza e Brianza partecipano, profondamente commossi, al dolore della famiglia per la scomparsa del stimato e apprezzato Presidente dellAssociazione dei Commercianti di Abbiategrasso e del Circondario. - Milano, 22 aprile 2014. Giorgio Bongiorni profondamente commosso partecipa al grande dolore della famiglia per la scomparsa del caro e indimenticabile amico Göran Lindfors - Milano, 22 aprile 2014. Ciao Göran amico carissimo di sempre.- Ci mancherai.- Teneramente abbracciamo Arra e figlie nel tuo ricordo.- Renato Marielisa Ettorre. - Montecarlo, 22 aprile 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Claudio Borsani Ne dà il triste annuncio la moglie Loredana con Laura Paolo e Jacopo, cognati e parenti tutti.- Un grazie di cuore a tutto lo staff del Reparto di Terapia Intensiva dellOspedale Valduce di Como.I funerali si terranno mercoledì 23 aprile 2014 alle ore 14 presso la chiesa del cimitero Maggiore di Como.- Non fiori ma opere di bene. - Milano, 22 aprile 2014. Ricordando con tanto affetto il carissimo cugino Ieri, 22 aprile, alle ore 12.15, è scomparsa Ernestina Colombo Borghi Ne danno notizia il marito Roberto, i figli Ernesto, con Maria Teresa, Davide e Michelangelo, e Gianandrea con Nancy ed Eleonora.- I funerali avverranno giovedì 24 aprile 2014 alle ore 14.45 presso la chiesa del Preziosissimo Sangue, corso 22 Marzo 50. - Milano, 22 aprile 2014. La Direzione Generale Maurizio e Fabrizio Sala, Rita Mozzati e tutti i collaboratori dellazienda Quaglia commossi, partecipano al lutto per la perdita del fondatore Luigi Quaglia Maestro orafo milanese insignito dellAmbrogino dOro e uno dei primi artisti a firmare i suoi gioielli. - Milano, 22 aprile 2014. La mattina del 22 aprile si è improvvisamente spento Antonio Liserre Direzione ed amici di CPA e tutti i colleghi di Laura partecipano al suo dolore per la scomparsa del caro papà Cesare Ivaldi - Milano, 22 aprile 2014. SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Tullio Sabbatini Le sorelle lo partecipano, affrante a quanti lo hanno conosciuto e amato.- I funerali si terranno giovedì 24, alle ore 10 nella chiesa di Santa Maria Stella Matutina, via Lucilio 2 Roma. - Roma, 23 aprile 2014. Il Cavaliere Sergio Stevanato e lintero gruppo Stevanato partecipano al grave lutto della famiglia per limprovvisa scomparsa del caro e stimato amico Giovanni Moretti Antonella Antonelli con tutta la redazione di Marie Claire abbraccia Silvia, Marco, Matilde e Gabriela per limprovvisa scomparsa della mamma e nonna Delfina Rivelli - Milano, 22 aprile 2014. Angelo Gastaldi è vicino a Paolo nel dolore per la perdita della mamma Enrica Rigoldi - Milano, 22 aprile 2014. 2011 - 2014 "Alla fine della vita limportante è aver amato". (Dalla Bibbia) Annunciata Angela Poma in Campagnoli Cara mamma sei sempre nel mio cuore; con il tuo amore mi accompagni e mi incoraggi ogni giorno.- Tua figlia Annamaria, tuo marito Guido con tanta nostalgia. - Milano, 23 aprile 2014. Ricorre oggi lanniversario della scomparsa di Wally Bernardi San Mauro La ricordano con amore e malinconia i figli Maria Elvira e Cesare, i nipoti e i parenti tutti.- Una messa in suffragio sarà celebrata oggi 23 aprile alle ore 19 nella chiesa di San Roberto Bellarmino, in piazza Ungheria-Roma. - Roma, 23 aprile 2014. 23 aprile 1980 - 23 aprile 2014 Con infinito immutato amore la moglie ed i figli ricordano Annibale Taglioretti - Busto Arsizio, 23 aprile 2014. Vincenzo Manuel Gismondi Maria Pupa Monzino Ferrari abbracciamo con dolore Luigi e Laura.- Giuliana, i figli Tomaso, Bartolomeo e Giacomo Filippo. - Milano, 22 aprile 2014. Il ricordo della tua bontà ha tenuto vivo il nostro amore per te in tutti questi anni.- Gigi e Titta. - Milano, 23 aprile 2014. - Milano, 22 aprile 2014. Partecipa al lutto: Emidia Zanetti Vitali. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano Avv. Vincenzo Perchinunno già Consigliere nazionale forense in rappresentanza dei Consigli dellOrdine degli Avvocati del Distretto della Corte di Appello di Bari e rende omaggio alla sua memoria di uomo e di avvocato che con il suo incessante impegno ha sempre onorato lavvocatura nel solco della più grande tradizione forense. - Bari, 23 aprile 2014. - Venezia, 22 aprile 2014. Dott. Italo Agnelli Nini Gli amici, i colleghi, il personale tecnico-amministrativo e gli studenti del Dipartimento di Lingue e letterature straniere dellUniversità degli Studi di Milano, colpiti dalla dolorosa notizia della scomparsa di si stringono con affetto e partecipazione alla famiglia. - Milano, 22 aprile 2014. Renzo Carissima resti con noi con la tua straordinaria arte, passione e generosità.- Un grazie commosso dai Consiglieri e dai volontari Vidas con Giovanna Cavazzoni. - Milano, 22 aprile 2014. ricordandone la lunga frequentazione negli studi e nellinsegnamento nellUniversità Cattolica. - Milano, 22 aprile 2014. Dada Cattaneo piange con Nando, Gabriele e Daniela limprovvisa dolorosa perdita di - Roma, 23 aprile 2014. Arnaldo e Teresa Pomodoro con Ermanno Casasco si uniscono con grande affetto al dolore di Melina e Valentina e di tutti i nipoti per la perdita di Partecipano al lutto: Lidia, Giorgia, Gino e Ambra Vidoni. Angela Scaramuzza e Roberto Sozzi. Mariavittoria Calvi e famiglia. - Roma, 23 aprile 2014. Caro Carlo, ti stringo forte nel dolore per la morte del tuo papà Carlo Goglio Nini - Milano, 22 aprile 2014. Gabriella Bottari, piange con Daniela, Giulia, Ada e Luisa la dolorosa perdita del caro cognato Bruna, Alessandra, Marina, Silvia, Alessandra, Eva, Flavia, Floriana, Gianna, Giorgia, Luisa, Mauro, Rebecca, Stella, Ulrike, Virginia. - Milano, 22 aprile 2014. Cara ci mancherai tantissimo.- Angela, Allegra e Vita Neve Dorazio. - Roma, 22 aprile 2014. Enrico De Mita partecipa commosso al dolore di Maria Grazia e dei suoi figli per la scomparsa del caro amico e collega zio Gigi stringendosi con affetto a zia Daniela, Giulia, Ada e Luisa. - Roma, 23 aprile 2014. Renzo - Milano, 22 aprile 2014. Maria, Costanza con Tullio e i figli, Barbara, Federico con Elena abbracciano con profondo affetto i cugini Studer e Bagatti Valsecchi nel ricordo della carissima Presidente di Fatro S.p.A. - Milano, 22 aprile 2014. Renzo Leonardo, Jula, Sari, Ariberto e Flavia Fassati, con le rispettive famiglie, partecipano con grande dolore alla scomparsa di La Bayer S.p.A. nella persona del Dottor Mauro Chiassarini, Amministratore Delegato, partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa del Massimo, Linda e Carola con Claudia e Matteo, Cesare, Filippo e Ascanio piangono il loro amato Dott. Corrado Zaini Fausta Studer Bagatti Valsecchi Il Direttore e tutta la Redazione di IO Donna, si stringono a Carlo Andreotti nel dolore per la perdita del papà - Milano, 22 aprile 2014. e gli importanti momenti della vita che hanno condiviso. - Milano, 22 aprile 2014. I dipendenti di A.T.I. Farmaceutici (gruppo FATRO) partecipano commossi al grande dolore per la scomparsa del loro presidente Si stringono con grande affetto alla famiglia in particolare a Silvana e Giovanni. - Ozzano Emilia, 23 aprile 2014. I fratelli Pier Fausto, Cristina, Anna Maria e le loro famiglie, partecipano con molta tristezza alla improvvisa scomparsa di Nini Mulas e sono vicini a Melina e Valentina. - Milano, 22 aprile 2014. e si stringono a Franz, Luca e Cristina con grande affetto. - Milano, 22 aprile 2014. I suoi insegnamenti, la sua serietà e correttezza saranno sempre presenti in azienda. - Maclodio, 23 aprile 2014. Dott. Corrado Zaini Partecipano al lutto: Piero e Marisa Pogliago. Laura Legler. Giuliano e Laura Colli. Giovanna e Roberto Agnetti e figli. Dott. Corrado Zaini Addolorati lo annunciano la moglie Daniela, Giulia e Duccio, Ada e Ulli, Luisa e Gabrio; insieme agli amati nipotini Valerio, Ugo Patrizio e Giulio.Un ringraziamento a Suor Maria, Suor Julia, Aldo e Luca per le cure prestate con tanto amore.- Un grazie di cuore al caro Tushan sempre vicino con vero affetto.- La funzione funebre sarà celebrata giovedì 24 aprile alle ore 11 presso la chiesa dei Santi Sette Fondatori, piazza Salerno.- Non fiori, donazioni A.I.R.C. - Roma, 23 aprile 2014. I dipendenti della FATRO Farmaceutici di Maclodio (Brescia) si stringono ai familiari per la dolorosa perdita del loro presidente e ne ricordano il forte carattere, la grande generosità e lallegria.- I funerali si terranno giovedì 24 aprile alle 14.45, parrocchia di San Francesco di Paola in via Manzoni. - Milano, 22 aprile 2014. Carlotta, Stefano, Renate e Umberto Eco ricordano con molto affetto Presidente di Fatro S.p.A. - Milano, 22 aprile 2014. Dott. Corrado Zaini - Macerata, 23 aprile 2014. Fausta Studer Bagatti Valsecchi Dott. Corrado Zaini Caro ringrazio il Signore per avermi dato in dono la tua paternità.- Continuerai a guidarmi con il tuo esempio rassicurante di sempre.- Ti sarò sempre grato per avermi trasmesso con tanto amore un inestimabile patrimonio di principi e di valori.- La più bella eredità.- Con orgoglio ed infinito amore.- Mi mancherai tanto!- Tuo Giovanni. - Castel San Pietro Terme, 23 aprile 2014. Franz e Luca con Francesca e Federica, Cristina con Michel, Diego e Matteo annunciano la morte di 23 aprile 1999 - 23 aprile 2014 EGIDIO GIUSEPPE BRUNO Con amore e nostalgia portiamo il tuo ricordo nel cuore. Tutta la tua famiglia. Milano, 23 aprile 2014 Corriere della Sera PER PAROLA: A MODULO: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 - mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 45 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 4=* *(= 4*( *(( 47= 8=8 4** *(= 4*3 *(( 487 8=*( 484 8=* 4** 8==4 4*3 8== 4* 8==3 -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" ' 11 +011$)' $' <$)' $' +0)11$&$6 %%) )'$) +)06 )'$<$)'$ $ & $)0 $'16$%$6 ) $ % '60)#9 )' '9$ +$) 1+01, &+) &$ %$)0 %60);, 0 )&'$ &+$) 1)% $&'6) 9' +)/ );9'-9 1%;) -9%" 16$$) 19$ 0$%$;$, )0' %/$'16$%$6 +0 $% 8 +0$% % )0 19 0 ' %)%&'6 % '60) +)$ % 9 +0 16), $ '9);) &%6&+) )&'$ % )0 )1' 9)') %60);, ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" )16 )0$') '); )%) ' )& &+)11) , %0$ 6'$ $%') 0'6) '<$ 0$16 $0'< 09 $ ')' .-9$% +)%$ 0$ )6'< 6 $-%( %0&) % "0) %$0$ 9;)%) )+06) $) $ );1$ &+)0%$ %8 ; )06) )06 )%6) )06 %&) ')' )16 0$ )%) ' )%<') 01$ %$0$ ' )) )) ); ' )4 ) )0 4) )' 4; )' 43 0') $) $ )) )3 ); )4 )3 )4 )' 4; 4; ) 4) )/ ) &+)11) 6'$ 0)6)' 9') $0'< '); &+0$ 9;)%)1) .-9$% 11$' $%') +)%$ %$ %0&) &+)0% %"& %8 ' )4 ) )4 ) ); ) )' 43 ) )' 4 )' 4 )+06) Puzzles by Pappocom 9 2 6 4 3 4 7 2 4 8 1 3 6 1 Altri giochi su www.corriere.it 7 6 8 7 4 LA SOLUZIONE DI IERI 7 2 5 3 9 6 4 1 8 1 4 8 2 7 5 9 6 3 9 3 6 4 1 8 2 7 5 2 7 4 5 8 3 1 9 6 3 5 9 1 6 7 8 2 4 8 6 1 9 4 2 5 3 7 6 9 3 8 5 1 7 4 2 4 8 7 6 2 9 3 5 1 (&- -.6" - "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 -" ".(& (% -$$(& "-& 2& 5&"." $-" $66) %"& %8 )4 )4 ); / ) ' ) ) 4) )' 4; )/ )' );1$ )& )0$') 0'6) 0$16 $' '<$ 0)' %"& %8 ); )) ); )) ' ); 44 )/ 44 )' )/ )' 4; $!" !&!" &#(# 5 1 2 7 3 4 6 8 9 Lotto Estrazioni di martedì 22 aprile 2014 BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 43 39 67 81 54 14 70 49 37 24 45 78 84 17 56 48 62 12 41 89 86 85 81 68 1 86 10 11 22 14 83 36 56 3 5 31 12 5 56 25 35 56 30 39 90 19 2 5 47 58 18 61 61 46 31 &(56- 9&9 &2"( 7 (-# 12 14 17 24 37 39 41 43 48 49 54 56 62 67 70 78 81 84 86 89 (. 5& "22 $ *( "22 $ .."( I più letti Combinazione vincente 14 16 21 24 62 78 75 Numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso: 15.300.000,00 Ai 6: - Ai 5 stella: Ai 5+ 275.886,09 Ai 4 stella: Ai 3 stella: 1.952,00 Ai 5: 51.728,64 Ai 2 stella: 100,00 Ai 4: 413,56 Agli 1 stella: 10,00 5,00 Ai 3: 19,52 Agli 0 stella: www.corriere.it/giochiepronostici Calcio e classifiche Calciatori da copertina I giocatori più belli di sempre. E nella top ten ci sono ben quattro azzurri. Le foto. Superenalotto Numero Jolly "( &"-( 5&(. "-. "-(" Oggi su www.corriere.it 10eLotto I numeri vincenti 1 !"( & -&".( (. &$. $ "-( "-2 .$& "% $ (#9( -. ((2 5$ !"&( Giochi e pronostici Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 5 1 2 9 2 0& 09 $ 10 $1 )6'< , %0$ $&$'$ ; Sudoku Difficile 2 6 9 )11) %8 -$"&( %.2-% "6 5$"&( )% $ 2(($% (*&!& %"& $."&#" .$( "%5-( %"& 90 $ %$ )% )00'6$ $'16$%$ 6%'6$" 1+$' )') 9' ;16 +0690<$)' ;01) %/90)+ '60% )$'6% )' '9$ +$) $912 9' $0)%<$)' $'16$% $1)%61$ $' +0)11$&$6 %% 0 $)'$ %%'$" 60&$' %60 +$) 60 $% $600') '60% $ %'$ %)%&'6 '" 19%% 0 $)'$ '9$' 6&+) +$: 1$966) 1)% $6) 19% 016) % )'6$''6, Verso il voto sopra quota 3.600 euro 1 Acquisti Via ai controlli dello «spesometro» Test di medicina, online gli esiti 2 Quest’anno si entra con voti più bassi Elena Boschi a Vanity: 3 Maria «Vorrei un compagno e tre figli» La vigilessa e il giudice 4 Renzi e quella vecchia inchiesta Lavoro, scontro Pd-Ncd 5 Decreto «Sì alla fiducia, ma sarà battaglia» Manifesti da ridere Tarocchi, veri e discutibili: i partiti verso le elezioni europee. Candidati e poster. La stella del Barça I maldipancia di Messi Leo vomita (un’altra volta) in campo: tensione esagerata o c’è di più? Le immagini. Champions Real-Bayern Segui in tempo reale la sfida tra Ancelotti (foto) e Guardiola per la finale di Champions. Foto e analisi. 46 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER CAPIRE PER DISTRARSI Nuove scomparse Raffaella Carrà Sciarelli indaga ritrova Cocciante Stasera Federica Sciarelli (foto) parla della scomparsa di Federica. I genitori sperano sia all’estero, scappata via da quell’uomo che l’ha derubata di tutto, dei suoi soldi e della sua serenità. Un uomo violento, che semina il panico tra la gente e si approfitta anche di lei, del suo amore. Dal primo gennaio i suoi genitori hanno perso i contatti con lei e ovviamente temono che quell’uomo le abbia tolto la vita. La trasmissione continua ad occuparsi anche del mistero di Elena Ceste, la mamma di Costigliole d’Asti scomparsa da più di dieci settimane. Questa settimana doppio appuntamento con il talent show condotto da Federico Russo. Stasera i coach faranno «duellare» sullo stesso brano due Voci della propria squadra eliminandone una, che potrà però essere recuperata da un altro coach. In questa fase i coach sono stati affiancati da altrettanti special coach: Raffaella Carrà (foto) da Cocciante, J-Ax da Elio e le Storie Tese, Noemi da Frankie Hi-Nrg e Piero Pelù da Loredana Bertè. Nella puntata di domani invece avrà inizio la fase delle «knockout», una sorta di sfida finale che porterà i concorrenti ai live, al via il 7 maggio. Chi l’ha visto? Rai3, ore 21.05 The Voice Rai2, ore 21.10 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì À>°Ì À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì È°ää 1," 7-° ÌÌÕ>ÌD È°£ä 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD È°Îä / £° *,6-" -1 6/ -6, ",/° È°{x 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää *,"6 1" "° 6>ÀiÌD £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°£ä 6,//" ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi 6iÀV> >Þ> £x°Óä 6/ ,//° ÌÌÕ>ÌD £n°xä ½,/° +Õâ° `ÕVi >LÀâ Àââ Óä°ää /", ° Óä°Îä , /1"° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ,"-" ,"° VÕiÌ -, Ó£°£x ", " *5° i`>] Ì>>] Ó䣣®° ,i}> ` >Ãà 6iiÀ° Ã>Li> ,>}iÃi] >L 6] *iÌÀ ,>}ÕÃ>] ,LiÀÌ >ÃV] 6>iÀ> i Óΰ£ä *",/ *",/° ÌÌ° È°{ä ,/"" -° ,>}>ââ n°£x 1 1" <<"° -iÀi n°Îx -*,/ "1-76- -,/ 7-/, ° /iiv £ä°ää /Ó -° ÌÌÕ>ÌD /" Ó° ££°ää // 6"-/,° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó "-/1 -" /° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> ` >ÌÌÕ>ÌD £{°ää //" //"° ÌÌ° £È°£x " - // ,,-"/° /iiv £Ç°{x / Ó - °°-° /" Ó° £Ç°xä , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°{x -+1, -* ", ££° /iiv Ç°ää /, 1" ", " /° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä /, 1" ", " ," ° ÌÌÕ>ÌD n°ää ",° ÌÌÕ>ÌD £ä°ää ,/,° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä / Î 1/° ££°£x -,° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää / ΰ /Î 1", /° ÌÌÕ>ÌD £Ó°{x * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / , / , /"° £{°Óä / Î /" ΰ £{°xä /, " ,"° ÌÌ° £x°ää / Î °°-° £x°äx /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £x°£ä /,, "-/, Ó° /v £x°xx -*// " "° VÕiÌ° £È°{ä "° VÕiÌ £°ää / ΰ £°Îä / ,° / , /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Ç°Óä 6 ° /iiv n°£x 1 /,° /iiv °{ä , ,° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä / { /"°/ £Ó°ää / /6 ",-° /iiv £Ó°xx - ", "° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä 1, -/,//" Ó£° /iiv £È°Îx 1" ", âi] 1Ã>] £Çä®° ,i}> Ãi« ° >iÜVâ iÀÞ `>] 7>ÀÀi ">ÌiÃ] À Õ}>à £n°xä / { /"°/ £°Îx -,/"° /iiÛi> È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x // " +1° ÌÌÕ>ÌD £ä°ää / x ", £ä° ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä 1/1° ->« £{°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°£ä /"6/, ° ->« £{°{x 1" " ° /> Ã Ü £È°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £È°£x -,/"° /iiÛi> £Ç°£ä *"," +1° ÌÌÕ>ÌD £n°£ä 6 / 1 /,"t +Õâ° `ÕVi iÀÀÞ -VÌÌ Óä°ää / x° /"°/ Óä°{ä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV n°Îä 1, 7° 6>ÀiÌD °Îä " 6",,° 6>ÀiÌD° £ä°äx ,° "1- 6-" ° /iiv £Ó°£ä "//" /" 5 ", "° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Óx -/1" *,/"° /"°/ £Î°äx -*",/ -/° £Î°{ä , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°ää , ,/" £Î 6° ,i>ÌÞ £{°£ä -*-" ° >ÀÌ £{°Îx ," -° >ÀÌ £x°Óä 6 -/,° 6>ÀiÌD £È°£x 1, 7° 6>ÀiÌD £Ç°£x " 6",,° 6>ÀiÌD° `ÕVi ii ,`À}Õiâ £n°äx -*-" ° >ÀÌ £n°Îä -/1" *,/"° /"°/ È°ää / Ç° Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD ££°xä ½, /, ,"° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/, - , - "° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv Óä°ää / Ç° Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ £Î°Óä ," 1 , -1*,-/,° /iiv £Î°{x ," 1 , -1*,-/,° /iiv £{°£x - ,1-° -iÀi £x°£ä 7 ,° /iiv £È°ää / , ,- *-"° 6>ÀiÌD £È°xä / " Ó° 6>ÀiÌD £Ç°xä £È /° 6>ÀiÌD £n°xä "6 -*"-° 6>ÀiÌD £°xä *, ° 6>ÀiÌD Óä°£x 7 ,° /iiv Ó£°£ä " -*"-°°° / ---"° i`>] iÀ>>É1Ã>] ¼äή° - >Ü iÛÞ° Ã Ì ÕÌV iÀ Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää " \®° -iÀi Ó£°£ä / 6" " /9° ÕÃV>i° `ÕVi 6>iÌ> ÀÀi>] i`iÀV ,ÕÃð ,>vv>i> >ÀÀD] Ý] i] *iÀ *iÙ Óΰxx / Ó° Óä°£ä * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx ½ 6-/"¶ ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi i`iÀV> -V>Ài Óΰ£x -/", ½ 6-/"¶ ÌÌÕ>ÌD Ó{°ää /Î "//° Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Ó£°£x / " <",,"° ÛÛiÌÕÀ>] 1Ã>] Óääx®° ,i}> ` >ÀÌ >«Li° Ì >`iÀ>Ã] >Ì iÀi <iÌ>iÃ] Û>> <>V>À>à ӣ°£ä -,/"° /iiÛi> ÓΰÎä " " 6 / ½", *, /"° }À°]i}ÉÀ>V >] Óää®° ,i}> ` i Ì>i° Õ`ÀiÞ />ÕÌÕ] iÃÃ>`À Û> £°Óä °-° - , ° /iiv Óä°Óä *" - 1\ ,i> >`À` >ÞiÀ >V° >V Óΰää *" - 1 -* ° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ>° `ÕVi LiÀÌ À>` Ó£°£ä ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >Õ} *>À>}i Ó{°ää / Ç / -° ÌÌÕ>ÌD £°£ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD £°£x "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ ä°£ä 1- " ° +Õâ° `ÕVi ] iÃ>Ài] >Ã] ,VV />V> £°Óä , *, /" /", ° ä°£ä / ," ° £°ää /" ΰ £°äx ,- " ///" *//" " 66 <° ÌÌÕ>ÌD Óΰxä /," "/<° ÌÌÕ>ÌD £°Îä **1 / /" " ",° Õð Ó°Óx *,/-- nÎ -/ Ç° 6>ÀiÌD £°Îä / x "//° /"°/ Ó°ää -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV Óΰxx ° 6>ÀiÌD £°Îä , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £°xx -*",/ -/° Ó°Óä -/1" *,/" ", /° £°xx " ,° ÌÌÕ>ÌD ΰ£ä 1, 1*° VÕiÌ>À] >>`>ÉL] Óään®° ">À > `> ä°{x £°£x £°Óä £°xä / £ "//° /*" ° -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD << -/ ° ÌÌÕ>ÌD Ó°Óä - < ,/° 6>ÀiÌD ii>Þ /6 £x°ää " 1*9 9° ÕÃV>i £È°ää 6 -- Ó° -iÀi £È°Óä 1", ,"° 6>ÀiÌD £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää -7/ / ,/ ΰ /iiv Óä°ää +1 "° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀiÌD ÓΰÎä -° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 Film e programmi Zeta-Jones stufa del marito eroe Volo si innamora di Isabella Ragonese ,>{ ,>x À>°Ì Zorro (Antonio Banderas), guerriero mascherato, combatte contro ingiustizie e corruzione. Ma sua moglie (Catherine Zeta-Jones, foto) è stanca delle assenze del marito. The legend of Zorro Rete 4, ore 21.15 Single incallito (Fabio Volo) incontra una ragazza (Isabella Ragonese, foto con Volo) sul tram e si convince che sia la donna della sua vita. Lei però non si fida: lo metterà alla prova. Il giorno in più Rai1, ore 21.15 Orlando vuole salvare Storia della Resistenza gli studenti a rischio in un’Europa divisa È arrivato l’ultimo giorno di scuola per la classe quarta di un istituto tecnico della periferia di Roma e il professor Vivaldi (Silvio Orlando) tenta ancora di salvare gli studenti a rischio... La scuola Iris, ore 21.05 Puntata dal titolo: la Resistenza in Europa. Approfondimento sui movimenti di resistenza nati in un’Europa divisa, soggiogata dal nazionalsocialismo. Dalla Polonia alla Francia. Il tempo e la storia Rai3, 13.10 e Rai Storia, 20.30 Ç°£x -, 6/ -/,° -iÀi Ç°{x ,/ ° -iÀi n°Îä -/,° -iÀi £ä°ää ," ""° -iÀi £ä°{x *,6/ *, / ° ££°Îä ,"/,- --/,-° -iÀi £Ó°£ä -/,° -iÀi £Î°{ä -*" /° -iÀi £{°Óx *,6/ *, / ° £x°£ä ,"/,- --/,-° -iÀi £x°xä **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD £x°xx äÓ£ä° -iÀi £È°Îx 6," ,-° £Ç°Óä , 7- ", "° £Ç°Óx ," ""° -iÀi £n°£ä -/,° -iÀi £°{ä 8 ° -iÀi Óä°Óx ,"-° -iÀi Ó£°£ä 1 -" ", *,/"° À>>ÌV®° ,i}> ` "° -Ìi° ä°£x - ° -iÀi £°ää -7", ,/ " ° /iiv À>°Ì £n°Îä "* ° ÕÃV> £°Óä - 1 ° ÕÃV> £°xä - 1 \ " ° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x - ° /i>ÌÀ ÓÓ°£x 7-7 -<9",- ½ <"° VÕiÌ>À ,> -ÌÀ> £°Îä ," 6° V° Óä°Îä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°£x /*,° VÕiÌ Ó£°Óä ," 6° VÕiÌ ÓÓ°Óä //° VÕiÌ ÓΰÓä ,°°° VÕiÌ Óΰ{x /*" -/",° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £n°äx £n°£ä £n°xx £°{ä Óä°£ä , 7- ", "° /"*<"° /iiÛi> * 6/° /ii° /-"° ->« ,- " ," ½ " ½ <° ÃiÀi Ó£°£ä ,] 1/° ÃiÀi Óΰää ",/° ÌÌÕ>ÌD À>°Ì À>°Ì £Ç°{x , 7- ", "° £Ç°xä "// / ° £°Îä < , ," <] *,/ / / /6° Ó£°£x 6"/"° ÓÓ°xä ½//"° ä°Óx , 7- "//° ä°Îä / , ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` V>ÃÃ°Ì `>Ý°Ì >Ç°Ì £Ç°Îä 1 1 * ° >ÀÌ £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x , ° /iiv £°Îä 6"//° /iiv Óä°Óä / ,1-° /v Ó£°£ä 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Óx 1 1 * ° >ÀÌ £°£ä "/" ° ÌÌÕ>ÌD £°{ä "-- /",/° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä -/ ,9° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ,] ,] , /° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä " /1 61"° ÌÌ° Óΰäx /1// "* ---"° ÌÌÕ>ÌD £Î°{ä 1 -/, "° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°{ä -/ -«ÀÌ £n°ää -," ° -iÀi Óä°{ä -/,//" *"< £° -iÀi ÓÓ°Îä " - "° ÌÌÕ>ÌD Óΰ£ä -/ -«ÀÌ £n°Îx 9 "\ *"--° 6>ÀiÌD £°Îä " / , 7,-° VÕiÌ>À Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä 9/1-/,-° ÌÌ° ÓÓ°ää - / 1-/t ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°Óx - / 1-/t ÌÌÕ>ÌD £Ç°äx " /" -*"-° VÕ,i>ÌÞ £n°ää / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌÕ>ÌD £°£ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ,9½- /"9° /iiv ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £°Îä "//",-- *1 ° >ÀÌ £°xä ,/" " < " ½","° Óä°£ä *** *° >ÀÌ Óä°Óä *** * È , -° >ÀÌ Óä°Óx *** *° >ÀÌ Ó£°Óä * "" , " "9° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £x°ÎÇ 1,, ,"° £Ç°Ón //" /, *<<° £°£È " ½" 6-/"° 6>° £°Ón /° /iiv Ó䰣Π, ° /iiv Ó£°äÓ " ½" 6-/"° 6>À° Ó£°äx - 1"° ÓÓ°x " ½" 6-/"° 6>ÀiÌD ViÌÛ°Ì £Ç°£x 6 / *"--° 6>ÀiÌD £n°ää ,/ ,° 6>ÀiÌD £°£x , 1"° VÕiÌ>À Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä / - ° ÀÀÀ] 1Ã>] ÓääÇ®° >Û` ÀÕViÀ i`>ÃiÌ°Ì £Ç°xä 8/, "6, " /" ° V° £n°Îä *, /""° /v £°Îä ° /iiv Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°£ä " " *," ° ÓΰÓx 1" " ° /> Ã Ü ÌÛÓäää°Ì Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Óx 1", ", "° ÌÌÕ>ÌD Óä°xx / /° Ó£°Óä 1 -,/ 6,- 1" -, " ** , - "° Corriere della Sera Mercoledì 23 Aprile 2014 47 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Antonio Banderas maestro di ballo La vera storia di Pierre Dulaine (Antonio Banderas, foto), un maestro di ballo che crede nella rieducazione per giovani che hanno avuto problemi con la giustizia attraverso la danza. Ti va di ballare? Sky Cinema Passion, ore 21 Inquietanti presenze angosciano Kidman -Þ i> -«ÀÌ £°äx 7", 7, < « Õ> ÃÌiÀÃ> i«`i> V i > ÌÀ>ÃvÀ>Ì } Õ âLi] Õ «i}>Ì `ii >â 1Ìi Û>}}> ViÀV> ` ÀëÃÌi° -Þ i> £ /, /", Î , > ÛiÌ`Õi > i ÛÛi V}Ì° > -ÞiÌ Û> `iÌÀ i Ìi« /8] Õ> >VV > iÌ>i] «iÀ ÕVV`iÀ° ° -V Ü>Àâii}}iÀ° -Þ i> >Ý £°£ä /"," Õi >iÛ>ÌÀ ÃÕ½À `i v>iÌ ÀÕL> ÀÌ] V>«i Ì>ÕÀ ` À«À`Õâi V i Û>i Õ >À`] «iÀ Ûi`iÀ >½ÃÌ° -Þ i> ÕÌ £°Óä x v À>VVÌ> > ÃÌÀ> ` Õ }ÀÕ«« ` iÀ VÃVÕÌ > L>L\ >LL >Ì>i] } *>õÕ>i] > >Ì> `i iÌ°°° -Þ i> >Þ £°Óx " «ÃÌiÀ >} ° iÀ® }À> «iÀ iÃÃV ViÀV> ` Ûi`iÌÌ>° > >ÃÃ>ÃÃ>Ì > }i° -Þ i> >ÃÃVà £°Îä ""*,\ 1 " -*///" >i «iÀ`i > }i i v} Õ V`iÌi `½>ÕÌ° ½ÕV > ëÀ>ÛÛÛiÀi m V>i] «iÀ] V i `ÛiÀÀD > ÃÕ> Ã>Ûiââ>° -Þ i> *>Ãà ӣ°ää / ääÇ 66 - ",, ,° Ài «iÀ > «À> ÛÌ> ÛiÃÌi «> ` >ià `\ `iÛi ÃÛiÌ>Ài Õ ÌÀ>vvV ` `À}>° *iV> `i £Çΰ -Þ i> >ÃÃVà 6- 6 6" 6iÃ> /° <>VÛ>®] À>}>ââ> `i½ÃÌ] à «ÀÃÌÌÕÃVi «iÀ «ÌiÀ À>iÀi Ì>>° À}i ° >ââ>VÕÀ>Ì V VÕÀ> i `iV>Ìiââ>° -Þ i> ÕÌ , -/," // 1 >½ À>â ` i>i Õ*À>Õ] v `ÀiÌÌ `> ° i>] m Õ½>ÛÛiÌÕÀ> «iÀ À>}>ââ] V >««i ÃÌiÀÃi] i} i ÃÌÌiÀ>i° -Þ i> >Þ / -/, , 7/ ½ " 1½>ÌÌÀVi Ûii À>«Ì> i ÌÀÌÕÀ>Ì> `> Õ Õ V i ÌÕÌÌ VÃ`iÀ> Õ v> «ÃVÌV° i «iÀ¢ VÃVi > ÛiÀÌD°°° -Þ i> >Ý / 6 ,¶ 1 L>iÀ «ÀviÃÃÃÌ> ° >`iÀ>î «iÀ ÛÌ>À>Ì Ãi}> `>â> Õ> ÃVÕ> V Ìii>}iÀ ÃV>iÌi `Ã>`>ÌÌ>Ì° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä /1// " /," /1// ÀÌÀ `>> VÕi `i v} Àiâ] }ÃÌ i > ÃÕ> v>}> ÌÀÛ> > «ÀÌ> ` V>Ã> V ÕÃ> i > ÃiÀÀ>ÌÕÀ> V>L>Ì>°°° -Þ i> £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £Ç°Óx 6"// ÃiÞ >i £n°Óä 1-/ E 9 ÃiÞ >i £°Óä 1 " ÃiÞ >i ° °°-° Ý Ài -*-" Ý Óä°£ä -1, 9- ÃiÞ >i , - Ý Ài / /",9 Ý Óä°{ä 7""" - 1 1*" ÃiÞ >i Ó£°ää °-°° 7 9", Ý Ài *, */" Ý -/ Ý vi Ó£°äx 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i Ó£°Îä /1//" ,/" ÃiÞ >i Ó£°xä °-°° 7 9", Ý Ài 7/ ", Ý £È°xx , *,- / *" i`à £Ç°ää -/, 1-/, -Þ 1 £Ç°£ä , /,"*"/ £Ç°Óx -/," ½ " -Þ i> >Þ £Ç°xä -/, 1-/, -Þ 1 £Ç°xx < E -Þ i> *>Ãà £°Óx , < 6/, , -Þ 1 £°Îx *," / ,1 79 / 9 Ý vi Ó£°£ä " -Þ 1 Ó£°xä *," / ,1 79 / Ý vi Ó£°xx 11/", -, " -Þ 1 £°ää 6 /1, / >ÀÌ iÌÜÀ £°Îx " -/,", ," " " 1 >ÀÌ iÌÜÀ "9 // - , i`à £°xx /1//" ,/9\ <" t Ó Óä°Óx "9 // - , i`à Óä°xä 1"6 66 /1, */, * i`à /- - /79 Vi`i Ó£°äx /" E ,,9 /- iÀ>} Ó£°£ä "9 // - , Ó 7 8 1 ,> Õ« Ó£°£x / ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ £x°Îä -/1* +1,/" >Ì> i}À>« V " -1,66",- 9>V Ì E -> £È°Îx "-/,1<" ÃVÛiÀÞ -ViVi £Ç°xä , -1*, , -6- >Ì> i}À>« V £°ää , ÃÌÀÞ >i -"- 6/, ," -Þ 1 £°äx 7",½- /"* x ÃVÛiÀÞ >i Óä°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i , 1" ÃÌÀÞ >i Ó£°ää , " , ÃVÛiÀÞ >i -6/ ÃÌÀÞ >i ,-- " /," , £x°xn ,,9½- 7° /iiv " £È°äÇ 1 *, ° /iiv 9 £È°{n ,,9½- 7° /iiv " £È°xä *"6,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°xn 7/, ,° 9 £Ç°Îä +1 "° - Ü " £Ç°Î£ - - "- / " -° *ÀiÕ i> £n°{Î ,/ " 8° /iiv 9 £n°xä "7 1/° /iiv -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°äx 7 " /° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°£{ <""° - Ü *ÀiÕ i> £°Óx , ° *ÀiÕ i> £°Ó 1," ",,° /iiv " £°ÎÓ *, /""° /iiv 9 Óä°£Ç 1," ",,° /iiv " Óä°ÓÓ *, /""° /iiv 9 Óä°{ä "97""½- -/ , /",-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óä°xn " -/° - Ü " Ó£°£x ½", " 6 6 <° *ÀiÕ i> Ó£°£x , ° /iiv " Ó£°£x *,//9 // ,-° /iiv 9 ÓÓ°Îx ÓÓ°{ä ÓÓ°xä Óΰää 7/ i £nx ºÛ}>Ìiû >ÃV iÀ>Ì ÃÌ> «iÀ VVÕ`iÀi À >ÛÀ] > µÕ>` Õ ` À Ûii LÀÕÌ>iÌi ÕVVð°° À}i <° -Þ`iÀ° -Þ i> Ìà " " ÃÌÕ`à ` ÃVi *iÌiÀ Ì ° 7>à ® «>ÀÌi «iÀ }\ > Ìiâi ` ÀiVÕ«iÀ>Ài }À> V i «>À> V } Õ° -Þ i> >Ý / "/,- -ÌÀ>i «ÀiÃiâi Õ> V>Ã> ÛÌÌÀ>> ÃÕ½Ã> ` iÀÃiÞ] >LÌ>Ì> `> Õ> Ûi`Û> ° `>® i `> `Õi v}° À}i ° iDL>À° -Þ i> ÕÌ -,/" ," V i Ãi â i > ÛiÌ>Ì ` Ãi}ÕÀ µÕi> V i >««>Ài iÃÃiÀi Õ> «iÀVÃ> ÃÃi] >`i v>½ ` ÌiÃÌ> ÃÕ>° -Þ i> >Þ -- *° i >ÛÛiÌÕÀi iÀÌV i `i> µÕ`Vii iÃÃ> ° 6>ÛiÀ`i®] ÌÀ>ÌÌi `> À>â º iÌ V« ` ë>ââ> «À> ` >`>Ài > `ÀÀi»° *À`ÕVi ° iÀ° -Þ i> £ " /, -1<" " -ëiÌÌ>` `i½vi`iÌD `i >ÀÌ] >Ì iÀi ° Ài® >ÃÃ`> Õ> iÃVÀÌ «iÀ Ãi`ÕÀ i à ÌÀÛ> «ÀiÃÌ > V`ÕÀi } VÌÀ°°° -Þ i> *>Ãà °£x " x\ *" /" / " ,>-«ÀÌ £ °Îä ,"\ { ", / >«>Ì `i ` ÕÀëÀÌ ££°ää ,"\ x ", / >«>Ì `i `° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £{°ää -"\ , 6" ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ *1/"\ / 1- 7À` -iÀià v Ý} -Þ -«ÀÌ Ó £È°£x ,"\ x ", / >«>Ì `i `° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°Îx 1/""-"\ "** - iÀÀ>À >i}i -Þ -«ÀÌ Ó Óä°ää ,"\ x ", / >«>Ì `i `° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ ,19\ /"* £{ /- -Þ -«ÀÌ Ó Óä°{x "\ , , 9, " " 1 >«Ã i>}Õi° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ Ó£°Îä *1/"\ , / 7À` -iÀià v Ý} -Þ -«ÀÌ Ó Óΰää -"\ , 6" ÕÀëÀÌ 7,-/ \ 77 "-/ ,7 -Þ -«ÀÌ Ó Ó{°ää ,"\ x ", / >«>Ì `i ` ÕÀëÀÌ Una giovane vedova di guerra (Nicole Kidman, foto) vive in una cupa magione con i due figli che, per una malattia, non possono esporsi alla luce. La casa si rivelerà abitata dai fantasmi. The others Sky Cinema Cult, ore 22.40 Hoffman e Hawke rapinano una gioielleria Sempre a corto di soldi, Andy propone a suo fratello Hank (Philip Seymour Hoffman e Ethan Hawke, foto insieme) di rapinare la gioielleria di famiglia. L’impresa avrà esiti tragici. Onora il padre e la madre Cinema Emotion, ore 21.15 Stiller e Wilson coppia di detective i`>ÃiÌ *ÀiÕ Ben Stiller e Owen Wilson fanno rivivere la celebre coppia di poliziotti della popolare serie televisiva. Stavolta devono incastrare un pericoloso trafficante di droga. Starsky & Hutch Sky Cinema Comedy, ore 21 £{°Ó£ **9/ 9"1",*-° 9 £x°ää ,"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £x°än ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°Î£ , ,*/° ,ÕLÀV> *ÀiÕ i> £x°{Î " /," - ° *ÀiÕ i> A fil di rete di Aldo Grasso Storie drammatiche al «Grande Fratello» «G rande Fratello» è un programma che necessita di tempo per carburare: bisogna aver modo di far conoscenza con i concorrenti e le loro personalità, la fidelizzazione del pubblico passa tutta attraverso la progressiva confidenza con le loro piccole banalità quotidiane, le liti, le storie d’amore. Per la cronaca quest’anno ce ne sono tre in corso. Per questo, arrivati al giro di boa della 13esima edizione, si può fare qualche riflessione sulla tenuta del format Vincitori e vinti (Canale 5, lunedì, ore 21.20). Come sempre avviene in questo tiAsa po di reality, il cast è tutto, e Butterfield sembra che quest’anno le scelte Hugo Cabret fatte abbiano funzionato discrebatte tamente. Per uscire dalla logica Denzel dell’indistinzione (si stenta a riWashington. Serata di cordare qualche protagonista Pasquetta a base di delle ultime edizioni), quest’ancinema: Rai3 propone no si è scelto di puntare su peril film di Martin sonaggi molto caratterizzati, faScorsese «Hugo cilmente riconoscibili, a volte Cabret», con Asa portatori di storie personali anButterfield: per che drammatiche, che potesse1.847.000 spettatori, ro accendere il dibattito nella vie una share del 7,4% ta reale e soprattutto sui social network. Per esempio ValentiDenzel na, la ragazza che ha perso un Washington braccio in un incidente stradale Denzel (il pubblico è stato meno politiWashington cally correct della produzione e superato l’ha eliminata), e Samba, il gioda Hugo Cabret. vane senegalese «adottato» da Serata di Pasquetta una famiglia di Altamura dopo a base di cinema: Rete mille difficoltà. 4 propone l’action Per un curioso paradosso, più «Out of time» con del programma si parla male, Denzel Washington: più va bene: «Grande Fratello» è per 1.115.000 una specie di vampiro che deve spettatori, e una share nutrirsi dei discorsi sugli altri del 4,5% mezzi di comunicazione per alimentare la propria esistenza. Dopo l’esperimento iniziale con la grande opinionista Manuela Arcuri e il semisconosciuto Cesare Cunaccia, è arrivata Vladimir Luxuria, ben capace di inserirsi nel flusso molto pop dei temi all’ordine del giorno del reality (si va da una concorrente che non s’impegna nella prova di ballo a un amore non ricambiato) e di stemperare la conduzione ansiogena e «leggerina» di Alessia Marcuzzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Ó£°£x " 1-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°Óä --*, "6° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äÈ , ° /iiv " ÓÓ°äÈ / ", -° /iiv 9 ÓÓ°xÈ 1 ° /iiv " ÓÓ°x *½ /1 ° /iiv 9 ÓΰÓx "7 1/° /iiv -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓΰÎÓ /° *ÀiÕ i> Óΰ{ä ,/ , ½ /6" -/,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓΰxÓ 1 ° /iiv " ÓΰxÎ / 6*, ,-° /iiv 9 ä°ÎÎ " -/° - Ü " ä°{£ ,° "1- 6-" ° /iiv " ä°{{ , 1° /iiv 9 48 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Aprile 2014 Corriere della Sera
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